Volodeisensi Magazine Vol.49

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Emanuela Arlotta

Volodeisensi Magazine

12 December 2012

N.49 Maggio 2017 COPIA GRATUITA-www.volodeisensi.it

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Intervista a Marta Lock 1

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INTERVISTA A

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MARTA LOCK

INTERVISTA A CHIARA GAMBERALE

INTERVISTA A MONIA FARINA

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INTERVISTA A ROSALBA BAVASTRELLI

24 Director: Emanuela Arlotta Art director & designer Emanuela Arlotta

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INTERVISTA A MARTA LOCK "Apparteniamo a una generazione che non è stata educata a inseguire e combattere i propri sogni, ci hanno fatto credere che di desideri non si vive e che il nostro lato artistico, creativo, deve essere considerato come un hobby...”.

INTERVISTA A CHIARA GAMBERALE “...io affido sempre a quello che scrivo la possibilità di rivelarmi qualcosa di nuovo, fosse pure di spavento-

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so...”

INTERVISTA A M.S.BRUNO INTERVISTA A M.S. BRUNO

““Nuova Era” è il titolo del mio ultimo libro, ma è

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soprattutto il nome di un pianeta che ospita 350 insediamenti umani...

INTERVISTA A MONIA FARINA “Dopo il terremoto che ha raso al suolo Amatrice, tutti si sono dati da fare per aiutare, inclusi gli immigrati. Le persone di cuore e volenterose lo sono indipendentemente dal loro colore e dalla loro provenienza geografica...“

INTERVISTA A ROSALBA BAVASTRELLIE !Credo che ogni scrittore si manifesti, in parte più o meno grande, in ciò che scrive. Comunque, ho cominciato a metter giù storie quasi subito dopo aver imparato a scrivere... “

22 ‘LO SAPEVI CHE... A CURA LO SAPEVI CHE....A CURA DI PATRIZIA PALESE

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DI PATRIZIA PALESE


“Apparteniamo a una generazione che non è stata educata a inseguire e combattere i propri sogni, ci hanno fatto credere

co, creativo, deve essere

Intervista a Marta Lock

considerato come un

.........................................................a cura di Cristina Rotoloni

che di desideri non si vive e che il nostro lato artisti-

hobby...” nel mio caso nessuno romanzo è il seguito di un altro, perciò il lettore può calarsi ogni volta in una nuova avventura, immedesimarsi nei personaggi e lasciarsi trasportare dalle storie che racconto, che possono essere le storie di chiunque in qualsiasi parte del mondo. Tornando alla tua opera, scegli come protagonista Jade, una donna divisa a metà tra ciò che vorrebbe essere e ciò che è. Pensi che sia la realtà di molte donne?

Cara Marta, ti ospitiamo nuovamente sul nostro Magazine perché è da poco uscito il tuo ultimo romanzo dal titolo “Dimenticando Santorini”. Prima di parlare del libro vorrei farti una domanda un po’ indisponente. Hai molte pubblicazioni a tuo carico, non temi che la quantità possa disorientare il lettore? Ciao cara Cristina, è sempre un piacere essere vostra ospite. In realtà non cre-

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do affatto che la quantità possa disorientare il lettore anzi, secondo me crea quella sorta di attaccamento allo stile e al modo di raccontare di un autore che permette alle persone di aspettare il prossimo romanzo, oppure, per chi ne acquista uno, di andare a cercare anche gli altri, di vedere anche l’evoluzione stessa dello stile e della maturazione artistica che, inevitabilmente, ogni scrittore compie nel corso del suo cammino. E poi comunque, come tu ben sai,

Penso che sia la realtà di molte persone, indipendentemente dal genere. Apparteniamo a una generazione che non è stata educata a inseguire e combattere i propri sogni, ci hanno fatto credere che di desideri non si vive e che il nostro lato artistico, creativo, deve essere considerato come un hobby perché non ti permette di portare il pane in tavola. Ecco, questo per molti è motivo di grande frustrazione, perché rappresenta una volontaria e consapevole rinuncia a ciò che li può rendere felici; inseguire l’incerto rinunciando al certo presuppone coraggio, consapevolezza di poter cadere anche tante volte prima di raggiungere l’obiettivo, senza però scoraggiarsi e perdere di vista il punto di arrivo. Dunque tante persone rinunciano, si lasciano condizionare da ciò che gli altri pensano sia giusto per loro, mettono a tacere i sogni per vivere una realtà che non li appaga completamente, non li rende felici. E’ ciò che fa Jade, troppo fragile e debole per combattere da sola per il proprio sogno di diventare stilista, come se, perdendo Damian, il ragazzo greco di cui si innamora e con cui condivide il suo pro-


getto nella moda, avesse perso la parte mancante di sé, quella coraggiosa, quella forte, quella capace di contrastare anche la volontà del padre. Così si piega a una vita tiepida, dove tutto ciò che le accade, a parte il grande amore per la figlia Sofia, sembra scorrerle accanto lasciandola quasi indifferente. Arthur è un padre despota. La figura paterna ha un ruolo predominante e come un’ombra influenza tutto il romanzo. Perché quest’uomo è così importante? Perché rappresenta la contrapposizione, l’antagonista morale della vita della figlia, il prevaricatore che non si ferma a preoccuparsi della felicità di Jade, convinto di poter gestire e manipolare tutte le donne della sua famiglia a seconda di ciò che ritiene giusto per loro. Lo fa anche con la moglie Brenda, completamente incapace di contrastare un uomo tanto autoritario al punto di vivere nel senso di colpa per anni per non essere riuscita a imporsi per permettere alla figlia di inseguire il suo sogno; lo fa con la figlia minore Karen, che si adatta e si plasma alla volontà del padre come se non ne possedesse una propria, senza essersi mai neanche domandata se quella scelta fosse davvero la strada che voleva intraprendere; tenta di farlo addirittura con Cooper, il marito di Jade, il quale però a un certo punto si impone e dice basta.

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La figura di Arthur rappresenta il luogo comune, la zona di comfort dentro cui molti vogliono stare, considerando tutto ciò che ne esce come sbagliato, o inadatto, o inconcepibile, rappresenta le catene di una società che non accetta la voce fuori dal coro, che rifiuta categoricamente di accogliere ciò che esce dagli schemi predefiniti giudicandolo come negativo o stupido. Rappresenta l’ostacolo da superare, il muro che spesso viene utilizzato come scusa per giustificare l’incapacità e la mancanza di coraggio nel combattere per ciò in cui si crede; tutti nella vita hanno avuto un Arthur che ha segnato il cammino di una parte dell’esistenza, fino al momento in cui la volontà del singolo, o in alcuni casi gli eventi, determinano un giro di boa, un’inversione di tendenza che libera la volontà per andare verso una rinascita. Diversamente dalle tue precedenti opere gli uomini che circondano la protagonista sono più maturi di lei. Sono quasi una rivelazione che si distacca dai tuoi precedenti scritti. L’immaturità è messa da parte per la caparbietà di credere in una persona e in un sentimento. Che cosa cambia in questo romanzo al punto da spingerti verso questa direzione? Non sono molto d’accordo con questa tua affermazione, nel senso che anche nei romanzi precedenti ho dato vita a

personaggi maschili di grande spessore e maturità, basti pensare al nonno Bruno di Ritrovarsi a Parigi, a Joshua di Quell’anno a Cuba, a Victor di Miami Diaries. Non c’è stato un cambiamento del mio punto di vista in questo romanzo rispetto agli altri, semplicemente erano necessari per la storia due uomini solidi e forti vista la fragilità iniziale della protagonista Jade, lei sì diversa rispetto alle altre protagoniste tutte molto determinate e caparbie fin dalle prime righe – Tracy di Quell’anno a Cuba che rinuncia ripetutamente a tutto pur di inseguire i suoi obiettivi, Lizzy di Ritrovarsi a Parigi che si costruisce una nuova vita da zero in una città in cui non ha mai vissuto e che va oltre i pregiudizi, Hanna di Miami Diaries, ingestibile e prepotente fin quasi a essere aggressiva, e infine Isabel de La sabbia del Messico, piegata dagli eventi eppure con la forza di rialzarsi in piedi, da sola -. Cooper e Damian di Dimenticando Santorini sono equilibrati, devoti, assolutamente non spaventati dall’amore e dalle emozioni, tutto ciò che lei non riesce a essere: indecisa tra il sentimento e la sicurezza, tra il lasciarsi andare e il trovare un motivo per non farlo, tra il rischiare tutto e l’impossibilità di effettuare una scelta definitiva. E’ proprio grazie a questi due grandi uomini che lei cresce e riflette su se stessa, fino a estrapolare le motivazioni più profonde, a portare a galla le paure, a liberare persino il padre dal ruolo di despota e ad ammettere con se stessa


che l’unica responsabile della propria infelicità e di quella dei due uomini, è stata sempre e solo lei. Ogni tuo romanzo è un viaggio turistico e questa tua ultima pubblicazione si accentra principalmente nelle assolate terre greche. Cosa ti ha ispirato e perché proprio Santorini? Santorini è un’isola che ho visitato anni fa e mi è rimasta nel cuore: i colori, gli odori, l’azzurro intenso del cielo e del mare, le stradine in salita… davvero l’isola delle cartoline. Così ho pensato di ambientare una storia proprio lì. E come spesso succede è stato il libro che si è scritto da solo e si è, quasi magicamente, avvicinato per tematiche – il destino, l’energia che ci attrae verso qualcosa, il dubbio, la capacità di guardarsi dentro – ai punti salienti della filosofia greca, come evidenziato da Massimo Pedroni nella sua meravigliosa prefazione di cui cito un piccolo brano: “Da sempre l’essere umano s’interroga, su quanta sia la sua reale, effettiva libertà, di poter determinare il corso della propria esistenza. In quale misura essa si trova già incanalata in un percorso oscuramente predeterminato. Tematica questa di tale rilevanza, che ha percorso tutto il pensiero delle grandi Civiltà, a cominciare da quella greca, solo per citare la più vicina al testo di Marta Lock […] L’autrice, confesso di non sapere quanto consapevolmente riguardo alle potenzialità inerenti a una tale scelta, ha ambientato la parte preponderante del suo romanzo nell’isola greca di Santorini. […]” Quindi forse inconsciamente, tanto per confermare la supposizione di Massimo Pedroni, l’ambientare una storia così fortemente energetica proprio a Santorini, è stata in qualche modo influenzata dal mio pensiero filosofico, uscito chiaramente alla luce in Ricomincia da te, molto affine e vicino a quello socratico per il modo di procedere alla ricerca di una verità che, nel mio caso specifico, non è quella assoluta, per me inesistente, bensì quella relativa al singolo, al proprio percorso, al proprio punto di evoluzione e alle proprie esperienze. Volendoti identificare in una delle figure da te narrate, quale in particolar modo senti più vicina alla tua persona? Sicuramente Jade perché anche io ho dovuto combattere contro tutto e contro tutti per seguire la mia voce interi-

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ore prima e il mio sogno poi. Solo che, a differenza di lei, io non mi sono lasciata piegare e ho seguito il mio intuito, assumendomi la responsabilità delle mie cadute ma continuando a rialzarmi; sono stata più determinata rispetto a lei, sono stata più risoluta e ho sempre combattuto per ciò in cui credevo, non ho mai lasciato che le cose avvenissero, per lo meno non nel senso della rinuncia, semmai di attesa di un momento migliore, soprattutto quanto le opposizioni nel raggiungere un obiettivo sono tante, forti e inequivocabili. Allora faccio un passo indietro perché so che non è il momento migliore… questa però è una capacità che ho acquisito nel tempo. L’ascolto è qualcosa che arriva con la maturità e l’equilibrio, quando la fretta perde la sua preponderanza, che spesso conduce verso una


Miriade in biblioteca .......................a cura di Emanuela Arlotta

Il giorno 8 Maggio 2017, in occasione della settimana della scuola pubblica si è svolto un evento davvero ben organizzato e nato dalla collaborazione di diverse realtà presenti nel territorio e legate all’Istituto Comprensivo Stabilini che ancora una volta ha colto l’occasione per regalare un pomeriggio indimenticabile agli alunni e ai bambini che hanno partecipato. L’incontro si è svolto presso lo spazio del parco pubblico di Via Libero Leonardi, 153 dove è presente la biblioteca comunale ‘La Casa dei Bimbi’ sempre al centro di tante iniziative interessanti e molto seguite in favore dei bambini. L’Associazione sportiva Miriade, molto

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conosciuta nel territorio di Cinecittà est (Ma non solo!) ha preparato le sue attrezzature nel parco circostante la biblioteca e ha organizzato delle dimostrazioni di Gioco-Judo e Ginnastica Artistica per tutti i presenti che hanno così potuto conoscere sia parte delle attività svolte dall’associazione, sia gli insegnanti davvero validi a preparati. Alla fine della dimostrazione hanno distribuito dei disegni a sfondo sportivo a tutti i bimbi che avevano voglia di colorarli! Alle 18:00, dopo il saluto delle ginnaste e dei judoka, l’associazione culturale MACCE sempre molto attiva e presente da tempo all’interno dell’IC Stabilini, in


collaborazione con Miriade e con l’instancabile e abilissimo Comitato Genitori della scuola stessa, ha organizzato una merenda per tutti i bambini nell’area della biblioteca ‘La Casa dei Bimbi’. Il gran finale della splendida giornata è stato affidato a Michelangelo Papuzza (Presidente del MACCE) che ha presentato il libro di fiabe ‘Piccole Fiabe per Grandi Sognatori’ dell’autrice del territorio Emanuela Arlotta (mamma di due bambini frequentanti l’IC Stabilini).

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Importante la presenza durante l’evento dei cesti che ormai accompagnano le attività del MACCE da diversi anni attraverso l’iniziativa denominata ‘Giralibri’. L’associazione da sempre coadiuva la raccolta di libri che le vengono donati e si occupa di distribuirli gratuitamente presso tutti i negozianti di zona che li mettono a disposizione di chi vuole leggerli permettendo la diffusione della cultura. I libri vengono anche donati all’Istituto Comprensivo Stabilini che possiede al suo interno due biblioteche per i ragazzi sia delle medie che della

primaria. Vista la forte sinergia che si è sprigionata durante l’organizzazione e dopo, durante il pomeriggio, sono sicura che iniziative di questo genere si ripeteranno e porteranno nel quartiere un valore aggiunto fatto di sport, di cultura e di collaborazione ricca e fruttuosa! Buona cultura a tutti!!


“Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti” La verità ha un prezzo, conosce strade inimmaginabili, talvolta sterrate e tortuose che si intersecano con paesaggi sconosciuti. Sophie si troverà a percorrere una di queste strade senza volerlo. Si troverà di fronte alla scelta, alla perdita, di fronte ad una rottura intima e profonda che potrà condurla verso una nuova consapevolezza o verso la discesa. Divisa tra due uomini molto diversi, tra i tanti dubbi e tra il difficile rapporto con la proprietaria del negozio in cui lavora si troverà inesorabilmente sommersa nel buio. Ma il destino sarà già in agguato, pronto a ridisegnare i contorni della sua vita e a condurla necessariamente verso il cambiamento. “ Sophie non riusciva a non pensarci, e prendeva quegli abiti che le sembravano ora inutili evasioni per donne senza peso, e li appendeva con forza nei guardaroba. Li guardava, poi, appesi a quelle stampelle come fantasmi senz’anima, come cornici macabre di un dolore senza fine, esteso fino all’orizzonte più lontano. Quei colori erano stonati, come i sottili raggi di luce riflessi negli specchi, che sembrava che quel giorno, invece di entrare a testa alta in quel negozio, ripiegassero verso il basso quasi spinti da una forza incontrollabile che si frapponeva tra il buio e la luce “NEI MIGLIORI STORE ONLINE

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“...io affido sempre a quello che scrivo la possibilità di rivelarmi qualcosa di nuovo, fosse pure di spaventoso... ”

Intervista a Chiara Gamberale

........................................a cura di Filippo Spatafora

Che cos’è l’amore? Come si fa l’amore? Ma non l’amore a letto, proprio l’amore come sentimento! Chiara Gamberale, nel suo ultimo libro “Adesso”, entra dentro l’innamoramento esplorandone ogni singolo istante, in un bacio rubato alla fretta del tempo, fra due occhi che spogliano il corpo e l’anima di chi osservano, nello sfiorarsi di due corpi nudi, nel piacere di stare insieme raccontandosi. I lettori di Chiara Gamberale riceveranno in regalo un petalo di rosa con scritto: Ti amo. Questo petalo non è proprio per loro, ma dovranno lasciarlo volare nell’anima del loro amore. Quando? Adesso! Senza esitazioni. “Per abituarsi ai grandi cambiamenti che ci impone la vita, bisognerebbe provare in continuazione cose che non

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avremmo mai immaginato di fare”. Dice così all’inizio del suo libro. Scrivere Adesso può essere considerato un cambiamento che la vita le ha chiesto? Attraverso la stesura del testo ha fatto qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare? Certo che sì, io affido sempre a quello che scrivo la possibilità di rivelarmi qualcosa di nuovo, fosse pure di spaventoso. E’ questo il senso profondo della letteratura, secondo me. E attraverso “Adesso” ho messo a fuoco quanto sia impercettibile il confine fra il nostro bisogno d’amare e la nostra paura d’amare. Io per prima rischiavo di confondere le cose.

Lei instaura un rapporto col suo lettore, che non riesce, non vuole staccarsi dalla storia, fra di voi c’è un’empatia reciproca. Quanto è importante il dialogo fra l’anima del suo libro e quella del suo lettore? Credo che stare in contatto con la propria anima, mentre si scrive, consenta a chi legge, a sua volta, un contatto con la sua… In questo testo ha raccontato il rapporto con l’adesso, col qui e ora, con l’istante. Qual è il suo rapporto col suo ieri e il suo domani? Mi sto educando a privilegiare l’oggi, anche per questo ho scritto “Adesso”, una storia dove il nostro atteggiamento verso il presente fa la differenza. Purt-


roppo io mi sento più comoda a vivere di ricordi, cioè in rapporto col mio ieri, o di speranze, cioè in rapporto col mio domani. “Sulla ruota delle solite dipendenze e delle solite nostalgie”. A volte nell’amore si sta bene grazie a qualcuno, se lo si perde finisce il benessere e torna il dolore. In una relazione quanto è importante l’indipendenza emotiva? E’ fondamentale. Ognuno di noi si salva da solo: e proprio per questo, poi, l’altro può aiutarlo. Riesce a creare una “distanza di sicurezza” fra lei e i suoi personaggi o li lascia vivere nel suo cuore come amici cari da frequentare? A differenza delle persone, i personaggi non hanno “effetti collaterali” e quindi non c’è bisogno di nessuna distanza di sicurezza, anzi, continuare a fare vivere Pietro e Lidia dentro di me è un modo per sentirmi meno sola, meno scoperta. Qual è stata “l’Occasione” più felice che le è accaduta dopo aver finito di scrivere Adesso?

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Davvero non saprei: quindi direi tutte, ma proprio tutte le testimonianze che sto ricevendo da parte di lettori che davvero, mai come con questo libro, hanno accolto la mia storia e l’hanno fatta loro. Nel “Pianeta Chiara” lei si rifugia o ci vive nel quotidiano? Come lo difende dal mondo esterno? In questo periodo sto lavorando moltissimo per portare “Adesso” in giro per tutte le librerie d’Italia: ma incontrare i lettori è sempre qualcosa che mi arricchisce. Quello che mi sfianca è il contatto con la Vita Quella Vera, spesso, troppo spesso popolata da violenza, frustrazione, ipocrisia, opportunismo… Quindi, per difendermi, passo il mio tempo libero solo con i miei amici “dell’Arca Senza Noè”, molto simili a quelli che ha Lidia nel romanzo… E poi appena posso scappo dalla città e mi perdo nella natura, la vera baby sitter di ogni mia tensione. Qual è il confine fra elemosinare amore e ciò che nell’amore siamo disposti a dare? Elemosinare amore corrisponde a un bi-

sogno narcisistico, capire che cosa siamo disposti a dare (e dunque a ricevere) è un atteggiamento che prevede l’esistenza dell’altro… È l’amore, insomma. Nel romanzo Lidia, la protagonista femminile, si chiede: “Come si fa a vivere insieme?”. Questa è una domanda da porsi ogni giorno per non far cadere il rapporto nella noia e nell’abitudine? Bisognerebbe rinnovare l’Adesso ciclicamente, tenendo sempre viva la curiosità nei confronti del mistero dell’altro e del nostro. Provare “accanimento sentimentale nei confronti della vita” può essere un modo per non cadere nella sofferenza dell’abbandono esistenziale? No, purtroppo non basta. Ma io credo che vivere con intensità sia insieme un mezzo e il fine del nostro stare al mondo.


In cerca di Eventi a cura di Patrizia Palese in palco porta a spasso per la penisola

ancora non l’ha fatto di conoscere il lav-

il nuovo concerto; due ore di energia,

oro integrale di Ermal Meta.

affidate a Ermal Meta, Dino

Rubini

(bas-

so), Marco Montanari (chitarra),

erto Cardelli (tastiera & pianoforte) e An&

Vigentini

chitarra

(cori

acustica)

per attraversare le dinamiche musicali del nuovo progetto: Vietato Morire è infatti un doppio Cd (distribuito da Artist First) che contiene anche Umano, l’esordio

da

solista

presentato nella precedente edizione del Festival, che certifica questo percorso artistico e permette a chi

Al Duse di Bologna Ermal Meta in concerto - giovedì 25 maggio 2017 ore 21 Il 25 maggio il tour Vietato Morire di Ermal Meta arriva al Teatro Duse di Bologna. Vietato Morire, la title track dell’album pubblicato il 10 Febbraio - e posizionatosi al 1° posto nella classifica dei più venduti in Italia - è la canzone che Ermal Meta ha presentato alla 67esima edizione del Festival di Sanremo e che si è aggiudicata podio e Premio della Critica Mia Martini e a Marzo è stato certificato Disco d’Oro. Ora tutto questo si traduce in un nuovo tour che inizia in primavera e di palco

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Prima galleria intero € 32

Emiliano

Bassi (batteria), Rob-

drea

Platea intero € 36

Seconda galleria intero € 28 Informazioni e prenotazioni:Ufficio di biglietteria Via Cartoleria, 42 Bologna 051 231836 – biglietteria@teatrodusebologna.it dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli teatrodusebologna.it


Parimpampùm - Le bambine magiche nelle figurine in mostra al Museo della Figurina di Modena dal 11 marzo al 16 luglio 2017 L’incantevole Creamy, Magica magica Emy, Sandy dai mille colori, Lulù l’angelo dei fiori, Ransie la strega, Magica Doremi, Sailor Moon e altre ancora. Non potevano mancare le bambine magiche dei cartoni animati giapponesi (e non solo) con una loro sezione specifica, nella fortunata mostra 80-90. Televisione, musica e sport in figurina a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli, visitabile al Museo della Figurina di Modena. A Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103, Modena), dall’11 marzo al 16 luglio 2017, Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine approfondisce infatti uno tra i più importanti temi narrativi che hanno caratterizzato il boom dell’invasione degli anime in Italia, attraverso l’esposizione di una serie di album e figurine risalenti a quegli anni. Presenti in mostra anche alcuni gadget, messi a disposizione da Cosmic Group. È a partire principalmente dall’inizio degli anni ’80 che i cartoni animati provenienti dal paese del Sol Levante, cominciano a popolarsi di maho shojo, ragazze magiche che, grazie all’aiuto di folletti e oggetti magici assumono sembianze diverse per affrontare piccoli e grandi problemi quotidiani. In un periodo in cui in Giappone le donne stavano iniziando ad emanciparsi e il mondo si preparava all’avvento del girl power degli anni ‘90, tra tematiche sentimentali e componenti fantasy, queste eroine coraggiose percorrono quasi sempre un percorso iniziatico che alla fine le porta a raggiungere una nuova consapevolezza di sé e delle proprie capacità. La più nota tra anime attinenti a questa specifica produzione è senza dubbio

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L’incantevole Creamy del 1983, in cui la piccola Yu si trasformava nell’affascinante teen-idol Creamy pronunciando la buffa formula Parimpampùm. Lo strepitoso successo della serie porterà poi alla produzione di un consistente merchandising diretto ad un pubblico di bambine e ragazzine e alla creazione, negli anni immediatamente successivi, di analoghe strutture narrative, come ad esempio in Magica magica Emy. Oltre a queste maghette, ovvero bambine che acquisiscono i poteri per un periodo limitato, tra cui ritroviamo anche Sandy dai mille colori, le tipologie di bambine magiche comprendono anche le streghette, provenienti da regni magici e dotate di poteri innati, come Bia, la sfida della magia, Lalabel, Lulù l’angelo dei fiori, Ransie la strega, Magica Doremi. Tra le eroine, invece, spicca Sailor Moon, in cui le guerriere combattono da sole le forze del male in assenza di una leadership maschile, eredità poi raccolta da Card Captor Sakura. Anche l’America negli anni ‘80 produce cartoni animati ispirati alle majokko giapponesi, ma l’operazione commerciale procede in modo inverso rispetto all’Oriente: se qui il merchandising faceva seguito al grande successo ottenuto dagli anime, gli americani realizzano il cartone animato ispirandosi a linee di bambole con lo scopo preciso, si direbbe, di favorirne la diffusione: è il caso di Jem e di Lady Lovely, prodotte rispettivamente da Hasbro e Mattel. La mostra Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine intende guardare al genere maho shojo non solo come un prodotto di svago dedicato alle più piccole, ma anche come un racconto permeato da archetipi di favole, miti e leggende, che propone modelli universali, riconoscibilissimi da chiunque in ogni epoca e ad ogni latitudine. Accompagna la mostra un catalogo con testi delle curatrici Francesca Fontana e Thelma Gramolelli.

La mostra è stata realizzata con il sostengo della Fondazione cassa di Risparmio di Modena. Come sezione complementare alla mostra, il Museo della Figurina espone un nucleo di giornalini femminili che vanno da inizio Novecento agli anni Cinquanta, provenienti dall’ampia collezione Tagliavini-Roccatagliati, donata al Museo della Figurina nel 1999. Tenendo conto del contesto storico e sociale, è interessante notare come le direttrici delle testate, pur in un clima di valori tradizionali e cattolici, rimarcano frequentemente come anche per le donne sia necessaria una solida istruzione, strumento essenziale per la formazione di uno spirito critico e primo requisito per la conquista dell’emancipazione. Parimpampùm Le bambine magiche nelle figurine a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli 11 marzo – 16 luglio 2017 sabato 11 marzo ore 16.00 visita guidata con sorprese Museo della figurina, Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande n. 103 – Modena in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Orari mercoledì-venerdì: 10:30-13; 16-19.30 sabato, domenica e festivi: 10.30-19.30 chiuso lunedì e martedì Ingresso gratuito Info www.museodellafigurina.it - tel. 059 2032919 Posted in: Aprile 2017,Giugno 2017,Luglio 2017,Maggio 2017,Marzo 2017,Modena,Mostre in Emilia Romagna,Mostre in provincia di Modena


“Nuova Era” è il titolo del mio ultimo libro, ma è soprattutto il nome di un pianeta che ospita 350 insediamenti umani ...”

Intervista a M.S. Bruno

........................................a cura di Cristina Rotoloni creature e la vita non è semplice per i coloni. Danmar è uno di loro, vive e lavora sognando le stelle e la Terra lontana (che sembra essersi dimenticata di loro). Tutto per lui cambierà investigando su strani eventi che lo porteranno a conoscere Zohya, ricercatrice schiva e solitaria. Tra loro ben presto si instaurerà un rapporto di fiducia che li porterà a svelare intrighi e trame di potere, ma soprattutto a scoprire un enorme pericolo che incombe sul pianeta stesso. Abbandoni lo stile del “Sigillo del drago infinito” per dedicarti alla fantascienza. Come mai questo cambio e cosa vorresti suscitare nei tuoi lettori tramite questa scelta?

Ciao M.S. Bruno, è bello ospitarti nuovamente sul nostro Magazine per conoscere la tua ultima pubblicazione dal titolo “Nuova Era”. Raccontaci questo tuo libro.

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Grazie a voi per l’accoglienza. È bello essere qui! “Nuova Era” è il titolo del mio ultimo libro, ma è soprattutto il nome di un pianeta che ospita 350 insediamenti umani. È un luogo ostile per clima e

Non è proprio un abbandono, è più una “pausa”, un modo per mettermi alla prova, per “maturare” come scrittrice e offrire tutto il “repertorio” possibile della mia fantasia. Mi sono subito resa conto che lo stile di narrazione doveva essere diverso dal fantasy alla fantascienza… Dai toni epici di battaglie con la spada sono passata a fredde descrizioni di tecnologie avveniristiche… Poi, i capitoli di “Nuova Era” sono brevi, ci sono più dialoghi, i concetti sono concisi, immediati. Ciò può essere destabilizzante per chi ha già letto “Il Sigillo del Drago Infinito”, ma per me è stato stimolante e credo che dopo “il primo impatto”, anche “Nuova Era” può catturare l’attenzione del lettore e focalizzarla sulle numerose avventure che i protagonisti vivono. Zohya, come le altre donne, ha sempre un’attenzione in più nei tuoi libri,


sia in bene che in male. In “Nuova Era” quali sono le loro peculiarità che vuoi mettere in risalto? Come sempre, il mio intento è rappresentare diverse personalità. Cercare di creare personaggi credibili in tutte le sfaccettature. Noi donne siamo forti, coraggiose, indipendenti, carismatiche, capaci di coordinare il tutto mantenendo la nostra femminilità anche nella realtà. Perché non dovremmo esserlo nella fantasia? Ecco il mio intento in ogni libro e… lo stesso ragionamento vale anche per gli uomini! Comunque, tramite Zohya volevo mostrare la forza dei sentimenti oltre le barriere imposte. Danmar e le persone dei vari distretti sognano la terra. L’uomo sopravive in una realtà poco piacevole. Stai mandando un messaggio o è solo fantascienza? Se il messaggio c’è, è quello di aver cura del nostro pianeta. Di Terra ce n’è una sola, anche se dovessimo trovare milioni di pianeti abitabili. Come direbbe qualcuno: “Nessun posto è come casa!” In quale o in quali personaggi ti

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riconosci e senti che rappresentano al meglio questo libro?

lui mi ha sempre divertita… Vi ringrazio dello spazio che mi avete dedicato!

C’è un pezzetto di me in ognuno di loro, ma alcuni personaggi sanno “stregarti”… Mi è piaciuto molto scrivere di Darius e ho amato odiare Latona. Per non parlare di Kavon… Comunque, se dovessi scegliere un personaggio che rappresenti bene la storia è Zohya e il suo rapporto con Danmar…

Ti salutiamo con affetto, lieti di aver potuto leggere nuovamente un tuo romanzo e con l’augurio di ritrovarci presto qui per un tuo nuovo successo.

Parliamo dei cattivi che hanno sempre una motivazione, una giustificazione, tanto da portare il lettore a non odiarli. Kavon e la sua noia hanno un fascino tutto loro. Parlaci di lui. Sì, Kavon è un “cattivo”, ma lo è a modo suo. Sembra non prendere niente sul serio. È uno stratega, freddo e calcolatore, persino manipolatore, ma per cercare di mettere un freno alla sua noia, compie anche delle “leggerezze”. Lascia che si compiano determinate azioni che potrebbero danneggiarlo solo per vedere se ciò succede davvero… Ha fiducia nelle sue capacità ed ha uno spirito di sopravvivenza encomiabile. Non è prevedibile. In questo credo risieda il suo fascino ed è per questo che scrivere di


Arti a confronto

Il 17 febbraio si è svolto dalle ore 21.00 presso Rockapelli Parrucchieri a Roma, un evento unico nel suo genere e totalmente gratuito. La serata si è aperta con l’accoglienza del padrone del locale Paolo Fuschini che ha offerto un aperitivo di benvenuto. A seguire Agnese Monaco ha introdotto il “concept” di “Arti a Confronto”. Afferma la poetessa e scrittrice: “Arti a confronto è un filo conduttore per tutto ciò che viviamo. Ogni cambio tra le varie arti, provoca in noi una vibrazione, l’emozione di un tintinnìo nel nostro subconscio. Ognuno di noi ha i propri gusti e sceglierà una o più discipline da seguire. Bene oggi lasciatevi andare, divertitevi ed emozionatevi tra le immagini, i suoni, le parole ed i sapori del “bello” interiore, esteriore e fonetico! Gusterete piatti vegan e vegetariani, con me una tela bianca, insieme la dipingeremo ed una volta ultimata sarà venduta all’asta ed il ricavato, interamente donato alle vittime del terremoto del Centro Italia”. La promessa è stata mantenuta, infatti potrete tro-

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a cura di Agnese Monaco

vare il quadro direttamente su ebay a questo link: http://www.ebay.it/ itm/262864851419 . Paolo Fuschini una volta ultimata l’asta devolverà l’intero ricavato alla Protezione Civile. La serata dopo l’ouverture della dottoressa Monaco, è proseguita con la prima arte analizzata, denominata ”L’Arte del Capello”, in questo spazio Paolo Fuschini, mentre enunciava il suo lavoro di Hair Stylist ha creato davanti agli spettatori ed in diretta streaming su UserTv, sul canale youtube OnlyAgnese e 100 Thousand Poets for Change (in USA), una splendida acconciatura sulla presentatrice. A seguire il pubblico entusiasta ha osservato “L’Arte del ballo”, la “DOG DANCE” con Birba e Massimo La Camera. La cagnolina è una meticcia di nove anni, proveniente da una campagna romana. La loro coreografia è stata una serie di tricks a ritmo di musica. Dove si evinceva allegria, dolcezza, amore e piena sintonia. Per “L’Arte della Musica” ci sono stati vari

intermezzi musicali del grande cantautore Capodiluce, Giuseppe Cataldi che ha deliziato il nostro udito con la sua incredibile voce ed i suoi testi. Una strepitosa Asupta Gabriella Greco ha declamato i suoi versi e ha introdotto “L’Arte della “Scienza Olistica”, immergendoci nella sua luce. Durante tutto l’evento, venivano offerte delizie Vegan e Vegetariane, mentre un carrellino passava di mano in mano con le brochure informative degli Animalisti Italiani e le petizioni contro il maltrattamento degli animali. Da sfondo nella sala la Mostra Cino-Adottiva con l’Associazione Mabello di Cervinara (AV), Animaliberi Onlus e Amici di Fido Roma. Per adozioni responsabili e consapevoli. La serata intanto volava proseguendo con “ L’Arte Letteraria e della Poesia” presentando i libri: “Discorsi sulla stupidità umana” di Massimiliano Greco e Massimiliano Zaino, direttamente da Sondrio per la serata, “Metamorfosi” di Agnese Monaco ed “Il mercante d’acqua” di Valerio Carbone. Si è poi giunti alla presentazi-


one del “L’Arte Pittorica” con i quadri di Tony Armenio, Futura Tittaferrante, Riccardo Magni che è anche un grandissimo musicista ed Agnese Monaco. Gli artisti hanno parlato delle opere presentate durante l’evento. Per i grandi nomi della Poesia Contemporanea abbiamo avuto un dolcissimo Lucio Melilli che per l’occasione ha creato un sonetto dedicato ai capelli. Renzo Maggiore invece ha introdotto “L’Arte Zen”, coinvolgendo ulteriormente il pubblico. Dallo Zen si è poi giunti a “L’Arte delle Sillabe” con gli Haiku di un grandissimo esperto, Massimo Baldi, il quale ci ha parlato della nascita del genere “haiku”, la metrica, i kigo e la differenza tra pensiero Occidentale ed Orientale. Mentre il Prof. Baldi narrava queste distinzioni, Agnese Monaco, con un secondo carrellino passava con due suoi quadri, in tecnica mista, fatti con l’arte degli origami, ossia piegando la carta di riso originale giapponese. Baldi ha concluso poi rispondendo così:” L’Occidentale è loquace, l’Orientale è silenzioso, ma nel silenzio germogliano le radici di infinite parole, sensazioni ed impressioni che scaturiscono dall’animo con immediatezza... antidescrittivo”. A seguire

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“L’Arte Teatrale” con uno straoridinario Giovan Bartolo Botta, dal verso pungente e selettivo, misto di comicità e genialità. Intanto mentre proseguivano le portate vegan (addirittura un piatto eritreo era nel menù), si è conclusa la diretta streaming con “L’Arte del freestyle” di Carmine R, una breve intervista al grande film-maker Simone Bellanca e per ultimi i saluti dei Fratelli Ferrante che ci hanno parlato de “Le storie di Luna”, in scena il prossimo 3 marzo e del loro nuovo programma in streaming ogni domenica “Ci piace di più”. Per ultimo, poi, il saluto della conduttrice Agnese agli amici che hanno pubblicizzato questo evento: Animalisti Italiani, Italianamente, Associazione Mabello, UserTv, 100 Thousand Poets for Change, Asd Natural, Caffè Letterario Mangiaparole, Gelateria Splash che ha offerto anche l’aperitivo vegetariano, Bi Dog, Animal Crazy s.r.l., Progetto Alfa, Animaliberi onlus, Amici di Fido Roma, Edizioni Haiku, Rockapelli e Slam Italia. A Seguire l’open mic per il poetry slam, “Roma Crazy Slam” condotto da Giovan Bartolo Botta, Valerio Carbone ed Agnese Monaco. I Premi in palio sono stati donati dalla Palestra ASD Natural di Cerv-

inara (AV). La gara era valevole per la finale nazionale di Milano - Slam Italia. Andrà, dunque, a rappresentarci a Milano Debora Tomera, che ha anche vinto la coppa color oro. Al secondo posto con la coppa color argento M. Puglisi ed al terzo posto Federico Ferrante con la coppa ed il buono omaggio. La diretta streaming è attualmente visionabile sia su UserTv e sia su youtube sul canale “OnlyAgnese”. Nei prossimi giorni sarà possibile guardare il video in alta risoluzione. Grazie a tutti per la vostra presenza.


E N I L N O CHEF alese

atrizia P P i d a r u c a

POLLO GLASSATO AL MIELE, CON MANDORLE E PINOLI Ingredienti: -2 petti di pollo interi -miele di castagno gr 60 -vino bianco 1 bicchiere -mandorle a scaglie gr 20 -pinoli gr 20 -Brodo di carne q.b. -burro gr 50 -succo di 1 limone -sale e pepe q.b. Tagliare a cubetti in modo grossolano i due petti di pollo, salarli, peparli, rosolarli in una casseruola con il burro , sfumando con il vino e con il succo di limone; aggiungere il miele, le mandorle ei pinoli, continuando la cottura a fuoco basso per 15 minuti, bagnando di tanto in tanto con del brodo bollente. Disporla ancora calda sul piatto da portata e versare sopra il fondo di cottura.

INVOLTINI DI VERZA VEGETARIANI Ingredienti per quattro persone: -Foglie di verza gr 200 -Tritato di formaggi stagionati gr 150 -Un gambo di sedano -Una carota -Cipolla gr 50 -Funghi secchi gr 20 -Pelati gr 50 -Parmigiano grattugiato gr 50 -Alloro, Timo, Vino bianco,Olio extravergine di oliva, Sale q.b. Immergere i funghi in acqua fredda per mezz’ora, sgocciolateli e tritarli. Lavare le foglie di verza, eliminando la vena centrale, sbollentarle in acqua salata e scolarle. Mondarle, lavarle e tritare il sedano, la carota e la cipolla. In una casseruola scaldare due cucchiai di olio, disporre le verdure, i funghi, rosolare, bagnare con il vino bianco e lasciare evaporare, unire i pelati, l’alloro e il timo, salare, versare un po’ d’acqua coprire e continuare la cottura per 20 minuti. Stendere il tutto su un vassoio e lasciarlo raffreddare. Aprire le foglie di verza, riempirle con una porzione di tritato di verdure a cui si sarà aggiunto il trito di formaggi stagionati e il parmigiano grattuggiato, chiudendole a involtino. Prima di servire, scaldare gli involtini in forno per 10 minuti unendo un cucchiaio di polpa di pomodoro.

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CALAMARI RIPIENI IN SUGO. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: -4 calamari -Una zucchina -Pane raffermo gr 100 -Latte 1/2 bicchiere -vino bianco 1/2 bicchiere -Un ciuffetto di prezzemolo -Pomodorini gr 200Uno spicchio d’aglio -Olio extravergine di oliva, sale, pepe q.b.

Dopo aver lavato la zucchina, tagliarla a cubetti e i pomodorini a spicchi. Lavare i calamari, svuotarli con un cucchiaino formando delle tasche; staccare i tentacoli e tenerli da parte. In una ciotola amalgamare i tentacoli tritati con il pane ammorbidito nel latte e strizzato, la zucchina e il prezzemolo sminuzzato, salare e pepare. Riempire i calamari con il composto preparato, pressando leggermente con un cucchiaino. In una padella con l’olio soffriggere l’aglio togliendolo dalla padella quando è colorito, se il sapore può disturbare, unire i calamari ripieni fermati con uno stuzzicadenti,rosolarli, girandoli di tanto in tanto, aggiungendo i pomodorini e salando un poco; continuare a rosolare per 5/7 minuti versando il vino a fiamma vivace, e in seguito abbassare la fiamma al minimo e cuocere per altri 10 minuti. Disporre in un piatto riscaldato in un letto di sugo e pepare al momento.

TORTA MERINGA CON PESCHE SCIROPPATE INGREDIENTI PER 8 PERSONE: Per la meringa: Albumi di uova gr.120 Zucchero gr. 120 Zucchero a velo gr. 150 Un limone grattugiato Sale q.b. Per la farcitura: Pesche sciroppate gr.600 Panna da montare gr.400 Crema pasticciera gr.400 Panna montata gr.200 Frutti di bosco q.b.

Per preparare la meringa: montare a neve gli albumi con gli altri ingredienti e trasferire il composto in una tasca da cucina. Coprire la placca con la carta da forno, formare due dischi di meringa di circa di 20 cm di diametro e mettere nel forno già caldo a 60 gradi. Frullare 200 gr di pesche sciroppate. Montare la panna, incorporarla nella crema pasticciera e unire il frullato di pesche, amalgamando il tutto e conservare in frigorifero. Estrarre la meringa dal forno; quando è fredda, farcire il primo disco con la crema e coprire con l’altro disco. Decorare la superficie della torta con la crema rimasta, le pesche e i frutti di bosco e il bordo con scaglie di cioccolato o torroncino.

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BARBA CARNASCIALESCA’ Di Vincenzo Cinanni ‘Quanti Fogli, strappati, ideati nel taschino della mia Fantasia, nel cesto di Quella vecchia Solitudine. Ingollo... schiuma, come fosse Panna, in un caffè, che Ho scelto Essere Amaro. Sono Coriandoli, i miei Pensieri Attuali, dà... Scriban poeta’. Vincenzo Cinanni, 20 Febbraio, 2017.

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DEMO, RAZZIA Poesia di Vincenzo Cinanni Ho fatto un Sogno... Aprivo il mio fedele Tele Visore, le Notizie Soffermavano parole, su Un Accadimento. Un Giovane, Venne Aggredito da vari ‘’Sceriffi’’, nelle periferie, di una Città Europea. Raggiunto il Ragazzo, la Banda... di Buoni lo Picchiò. E, Poi... Senza Pensarci 2 Volte, Abusò di Lui, Inserendogli uno Sfollagente, Dove... Non Battè il suo Sole. Ho Fatto Un Sogno! Che La Dea Giustizia... Desse Giuste Punizioni, A Buoni. Vincenzo Cinanni, 08 Febbraio, 2017.

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“Dopo il terremoto che ha raso al suolo Amatrice, tutti si sono dati da fare per aiutare, inclusi gli immigrati. Le persone di cuore e volenterose lo sono indipendentemente dal loro colore e dalla loro provenienza geografica...”

Intervista a Monia Farina

........................................a cura di Filippo Spatafora

con questa nuova sfida, di riuscire ad andare d’accordo. Narrare la storia di due sorelle diverse, che trovano nei pochi interessi in comune la forza per riprendere in mano il loro rapporto, può essere visto come un modo per comunicare ai suoi lettori che si può sempre trovare un punto di incontro per riprendere un rapporto tra fratelli? Le svelerò un segreto: io son figlia unica. Da piccola volevo avere un fratello maggiore, ma era ormai troppo tardi. Crescendo, ho sofferto parecchio la solitudine. Il rapporto tra fratelli resta qualcosa di misterioso, per me. Per questo ho cercato di indagarne le dinamiche e ricrearne uno “di carta”, una solidarietà e complicità tra sorelle. Quella che forse avrei desiderato per me.

Il terzo libro di Monia Farina, Che fine ha fatto lo stoccafisso, la prima indagine del comandante Pautasso, è un pò un giallo e un pò un libro di ricette di cucina, ci fa capire l’importanza dell’amicizia, quella fra il comandante e le due sorelle proprietarie del negozio “Il cesto di Lulu”. Fa riflettere sulle diversità affrontando temi importanti come il razzismo, l’adozione e l’omosessualità,

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e appassiona all’indagine investigativa. Speriamo possa essere la prima di tante indagini del comandante Pautasso, e delle sue amiche che lo aiutano. Nel suo romanzo, “Che fine ha fatto lo stoccafisso”, racconta di due sorelle che, pur diverse nel carattere e nel modo di vivere la vita, decidono di aprire un negozio insieme e sperare,

“Il comandante Pautasso era il primo comandate italiano nero”. In effetti in Italia si vedono pochissimi esponenti delle forze dell’ordine di colore. Cosa si può fare per far sì che anche nell’arma cada questo tabù? Non conosco la legislazione interna dell’Arma, ma credo che si possa lavorare in molti perché si crei una “cultura dell’anima”, che, come sappiamo, non ha colore. Partendo dai piccoli, mostrando loro quanto sia normale avere facce differenti, per tratti somatici o colore, e


quanto ciò non influenzi minimamente l’affetto, l’amicizia, il gioco insieme. Bisogna però crederci noi per primi La storia del comandante Pautasso mi fa pensare ai tanti immigrati che ogni giorno arrivano in Italia pieni di speranza, la quale spesso muore con loro. Quale iniziativa, fra quelle che esistono o che a lei viene in mente, può far capire che gli immigrati possono essere una risorsa positiva, se gestita bene, come il comandante Pautasso? Dopo il terremoto che ha raso al suolo Amatrice, tutti si sono dati da fare per aiutare, inclusi gli immigrati. Le persone di cuore e volenterose lo sono indipendentemente dal loro colore e dalla loro provenienza geografica. Le iniziative spontanee, oppure organizzate, di solidarietà reciproca come questa, oppure per esempio i servizi di utilità sociale (come per esempio il supporto agli anziani, ai diversamente abili) potranno essere utili per vedere degli alleati in coloro che si credevano forse nemici. Secondo lei un giorno le idee dei bambini, privi delle “macchinazioni degli adulti”, diventeranno realtà perché verranno ascoltati o, essendo bambini, non verranno mai presi in considerazione seriamente e quindi dovranno crescere insieme alle loro idee cercando di realizzarle? Chi vive con i bambini piccoli ha un

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vantaggio enorme: grazie a loro si può riscoprire la vita così com’è, senza filtri e sovrastrutture, apprezzando la magia della meraviglia, della sorpresa continua. Bisogna però saperlo riconoscere, sotto certi versi tornando bambini anche noi, recuperando lo stesso sguardo pulito. Inizia tutto da qui. Durante il racconto della vita del comandante Pautasso tocca il tema del bullismo. Il futuro comandate riesce a imporsi sul compagno di scuola che lo deride, ma purtroppo alcuni ragazzi non ne hanno la forza. Crede possa essere utile a scuola la formazione dell’educazione all’empatia e l’inserimento obbligatorio di almeno due psicologi per istituto? Credo che la scuola possa avere grandi potenzialità di supporto alle famiglie in primis, e ai ragazzi, ai bambini, mediante educazione all’empatia. Ovvero educazione a guardare l’altro cercando di mettersi nei suoi panni, cercando di vedere le cose come le vede lui/lei. Credo che questo supporto sia necessario anche alle famiglie, perché è da lì che nasce l’educazione e il modo in cui i ragazzi affrontano la vita. Ben vengano l’educazione all’empatia e gli psicologi negli istituti scolastici. “Fabrizio se ne avrebbe a male, lui è gay. Da sempre. Deciderà lui se e quando fare outing.” Lei cosa farebbe per

aiutare questa società ad accettare le diversità? Farei delle proposte inconsuete: invitate a cena un “diverso”, un “diversamente abile”, qualcuno che sia completamente diverso da noi e dal nostro mondo perfetto. Avvicinare le persone, conoscerne la storia, condividere un pasto, due chiacchiere, un racconto davanti a un caffè: questa vicinanza è l’unica via per poter capire che le persone, dentro, sono tutte uguali. Un paesino pieno di pettegolezzi, un comandante tenace che non si arrende mai, due sorelle, amiche del comandante, che gestiscono un negozio ma con la passione per l’investigazione. Pensa di continuare con altre storie del comandante Pautasso tra indagini e ricette di cucina? Il paesino, il comandante, le sorelle e i pettegolezzi ormai sono il mio luogo del cuore. Vi ritorno spesso col pensiero nei momenti in cui voglio evadere dal peso delle giornate lavorative e sovraccariche di responsabilità. In questi miei viaggi a Castegnino ho visto nuovi personaggi, nuove avventure gialle e nuove ricette. Delle quali presto mi piacerebbe raccontare anche a voi…


“Credo che ogni scrittore si manifesti, in parte più o meno grande, in ciò che scrive. Comunque, ho cominciato a metter giù storie quasi subito dopo aver imparato a scrivere....”

Intervista a Rosalba Bavastrelli

........................................a cura di Cristina Rotoloni e le situazioni nascevano spontaneamente uno dopo l’altro e mi permettevano di calarmi, come fanno tutti gli scrittori, nella vita dei miei personaggi. In più è una vicenda che ho amato, forse anche per quel pizzico di mistero che volevo creare e poi quasi smentire, in un avvicendarsi di realismo e suggestione fantastica… La lupa “di Erik”, e non soltanto. Ho notato un buon rapporto tra la narrazione e la spiritualità. Ho avvertito un legame profondo con la religione che non risulta mai invadente all’interno del romanzo, ma che lo accompagna con maestria. Ci racconti questo legame e cosa vuoi trasmettere al lettore? Sono credente e cattolica. Mi è sembrato naturale esprimermi in tal senso. Senza pretendere niente, senza voler trasmettere altro che me stessa e il mio modo di vedere e credere. D’altronde, lo stesso Erik non è praticante, almeno all’inizio… né i religiosi, che con lui hanno a che fare, si mostrano pedanti o presuntuosi… Ciò che mi importava evidenziare era l’onestà del mio protagonista, la sua naturale propensione al bello ed al buono… alla spiritualità quindi. Ciao Rosalba, è un piacere averti con noi sul nostro Magazine. Parlaci di te e del tuo romanzo: “Il monastero dell’Arcangelo”. Ciao! Sempre difficile parlare di se stessi… Credo che ogni scrittore si manifesti, in parte più o meno grande, in ciò che scrive. Comunque, ho cominciato a metter giù storie quasi subito dopo aver imparato a scrivere. Volevo un mondo

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tutto mio e mi è sempre piaciuto creare personaggi e situazioni. Inoltre, sono laureata in lettere e amo molto leggere. Ho sempre creduto di voler inventare storie e romanzi solo per me, ma recentemente mia figlia mi ha spinto a pubblicare in e-book… Cosa non si fa per i figli? Vinta la mia naturale ritrosia, ho pubblicato “Il Monastero dell’arcangelo”. Scrivere questo romanzo è stato un godimento per me, perché gli intrecci

Erik e Alessandra due facce della stessa medaglia legati dal destino. E’ così? Loro rappresentano l’amore vero? Certamente si amano davvero. Le vicende, dolorose o deludenti, che hanno vissuto prima di incontrarsi avrebbero potuto anche tenerli lontani uno dall’altra, ma c’è magia nel loro scoprirsi nell’anima piano piano, una “magia” che si chiama amare e volersi anche se di-


versi, accettarsi e piacersi. La Lupa, questo mistico personaggio tanto naturale come etereo è una presenza fondamentale nel tuo romanzo. Indipendentemente dall’interpretazione che gli daranno i lettori, chi è veramente per te? Un Personaggio. Sembra poter vivere di vita propria, sembra essere uno spirito della natura buona che impara ad amare e a farsi amare, un essere protettivo e influente, come scaturito dalla bontà insita nel bello. Sembra… oppure è solo una lupa affamata e riconoscente. Ad ogni lettore la sua interpretazione. Qual è l’elemento che senti più vivo e forte nel tuo racconto che speri non passi inosservato al lettore? Il mutamento di questo piccolo villaggio tra le Alpi. La solidarietà che nasce dalle azioni e reazioni di Erik, ma non solo di Erik. I personaggi che diventano coro, che diventano comunità, che imparano a difendersi tra loro, a stimarsi. Hai scritto o sono in fase di pubblicazione altri romanzi? Ho scritto “La Base della Baia”, una storia divisa in più parti, di cui la prima è già stata pubblicata col titolo “Difesa Estrema”. E’ fantascienza, ma soprattutto una storia d’amore e di forti caratteri che si scontrano alla ricerca di se stessi. Di prossima pubblicazione, la seconda parte della saga dal titolo “L’offensiva della Pantera”. Ti ringrazio dell’opportunità che mi è stata data. Alla prossima! Il piacere è mio. E’ sempre bello parlare di bravi scrittori.

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Leggendo... libri

Cristina Rotoloni

Sinte... La fija mé!! - M. Assunta Scipione edito da Lupi Racconti Erik, Alessandra e una Lupa si incontrano in un villaggio tra le Alpi e tramite un Monastero ricco di segreti e spiritualità, vivranno una storia piena di sentimento. Un bel romanzo da leggere affezionandosi ai personaggi.

Nuova era - Maria Stella Bruno edito con Amazon

Romanzo Cristina fugge in Africa per non affrontare la morte del padre. Lì si innamora, ma è anche vittima di un rapimento. Trama invitante e narrazione inizialmente coinvolgente , purtroppo si perde nella cronologia e nell’evolversi della storia.

Zoccoli assasini - Mariluisa Moro edito con Amazon Racconti Tante storie che parlano di amore e di abbandono. I racconti coinvolgenti ed emozionanti lasciano la voglia di conoscerne il seguito. Hanno però il difetto di passare da un inizio ben descritto a una fine che scivola con troppa velocità alla conclusione.

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Piccole fiabe per grandi sognatori è la somma di sei brevi fiabe, raccolte in un unico, imperdibile, volume. L’autrice, Emanuela Arlotta, con il suo stile dalla tenera limpidezza è in grado di catturare il cuore di grandi e piccini sin dalla prima pagina. Regala ai suoi lettori più grandi l’emozione di sentirsi ancora una volta bambini e ai più piccoli, avventure, magia, emozioni, sogni ma, soprattutto, importanti insegnamenti di vita. LINK PER L'ACQUISTO 27


Lo sapevi che.... ... cosa vuol dire dare

della strega a qualcuna? A cura di Patrizia Palese

meritava di essere scoperto e compreso.

La parola strega ha sempre sottinteso più che un insulto, una vera e propria condanna, perché sotto sotto la magia, ossia quel potere che non poteva essere compreso, ingabbiato, ucciso, faceva sì che chi invece lo utilizzava per sé e per altri, o contro altri, diventava il nemico da abbattere, e c’era un solo modo: uccidere fisicamente o moralmente chi lo possedeva. Di certo streghe e stregoni sono sempre stati presenti in ogni tempo e cultura, ma a definire queste persone erano quasi sempre i pregiudizi. Oggi si è cercato di rivalutare questa categoria, ridando a queste figure ciò che in effetti rappresentavano. Esse erano a diretto contatto con la Natura da cui traevano erbe e medicamenti; non esisteva una gerarchia in quanto sia le streghe che gli stregoni avevano e sentivano di avere un ruolo nella società e nei confronti dei loro simili; le regole, anzi i limiti, che la religione e le tradizioni imponevano non venivano da loro riconosciute se le stesse regole andavano a cozzare con l’armonia della Natura; avevano un rapporto prioritario con il loro spirito e con l’intuito e tutto ciò che era sconosciuto o anche non immediatamente visibile,

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Delle streghe sappiamo dalla Storia che erano donne dedite alla magia. Ma cosa è realmente la magia? Essa altro non è che compiere azioni che portino a ottenere un determinato risultato. Tutto iniziò nella notte dei tempi, quando dopo aver seminato, c’erano donne che con preghiere e riti, facevano in modo di propiziare un buon raccolto e quando questi comportamenti ottenevano un buon risultato, essi venivano ripetuti e tramandati da madre in figlia. Poi le comunità divennero più assemblate e anche queste figure divennero più specifiche all’interno delle comunità stesse. Nacquero così sciamani, sacerdotesse, maghi, streghe e i nomi diversi erano soltanto il frutto di provenienze diverse e di culture diverse. Il loro compito però era identico: dovevano, con preghiere, riti, sacrifici e altro, individuare il modo migliore per gestire il mondo a loro contemporaneo e annullare le difficoltà del popolo in seno al quale vivevano. Le origini della stregoneria si fanno risalire ai primi culti della fertilità dove si venerava la Dea Madre, quindi in pieno paganesimo, ma anche nella cultura antica ebraica troviamo testimonianze di questa attività, soprattutto nel misticismo ebraico. Quello che ci è stato trasmesso, ossia che le streghe godevano nel far del male agli uomini, è errato. I casi di questo tipo furono rarissimi, in quanto compito primo della strega era quello di far del bene essendo essa stessa in stretto legame con l’armonia della Natura che non prevede mai la sua autodistruzione. Ecco perché erano importanti i cicli lunari, le stagioni e otto erano i momenti in cui si celebrava il ciclico procedere della Natura nel corso dell’anno.

Poi dall’VIII secolo, senza una vera ragione, la stregoneria venne criminalizzata; nei riti che da sempre erano stati utilizzati da generazione in generazione, si volle vedere l’intervento del diavolo e l’appellativo STREGA divenne strettamente legato agli scopi peccaminosi del diavolo stesso, trasportando quel vocabolo come sinonimo di colei che, come nelle fiabe antiche dove era un uccello rapace che succhiava il sangue dei bambini nella culla, avrebbe succhiato l’innocenza delle anime pie e candide. Tutto questo colpevolizzare diventò il prologo per la nascita dell’Inquisizione che dal 1317 fece iniziare la caccia alle streghe e che continuò fino al XVIII secolo. Quando nel XIX secolo la magia sembrò rinascere, ci si rese conto che in realtà non era mai morta, in quanto, clandestinamente, essa era stata tramandata di padre in figlio, o di madre in figlia. E oggi? Oggi la conoscenza e l’istruzione hanno abbattuto gran parte delle paure e dei pregiudizi ridando così alla stregoneria la dignità che le apparteneva fin dall’inizio dei tempi, ovvero una serie di riti e comportamenti atti solo a essere utilizzati per il benessere di tutti sia a livello interiore che esteriore. Oggi le streghe moderne si avvalgono sia della tradizione antica che dei mezzi attuali e non è paradossale affermare ciò; ci sono le streghe verdi, quelle che noi comunemente definiamo persone con il pollice verde, che sanno come relazionarsi con la Natura, nella coltivazione dei fiori o anche nel ricercare un modo di vita più armonico ed ecologico con la Natura stessa. Ci sono poi le streghe della casa, che hanno un dono particolare nel rendere la loro abitazione accogliente sia nell’aspetto che nell’offrire cibi e atten-


zione. Un discorso a parte è poi da fare per gli stregoni e gli sciamani; essi viaggiano nel mondo spirituale per trarre conoscenze da utilizzare come energia per il corpo, quindi più che al servizio degli altri, essi sono dei sapienti che tramanderanno il loro sapere ai loro discepoli. Per quanto riguarda la CABALA, appartenente in toto alla tradizione ebraica, essa prevede una magia cerimoniale e lo studio dell’astrologia, dell’alchimia e dei tarocchi. Ma torniamo a definire e a capire che cosa sia la stregoneria. Questo potere parte dalla mente, ma servono anche alcuni strumenti che dovranno servire quasi esclusivamente a rafforzare la concentrazione. Molti di questi strumenti fanno parte della Natura, come fiori e piante che vengono usate come risoluzione curativa sia in pozioni sia come profumi o creme e ci sono sempre in natura anche i cristalli che trasmettono energie terapeutiche. Poi vi sono strumenti che fanno parte della nostra quotidianità come campanelli, incensi, oli essenziali che servono principalmente a purificare l’ambiente dalle energie vecchie e pesanti, così come anche le candele che possono inoltre

richiamare l’ispirazione e la vitalità. Al fine di stimolare le intuizioni e le suggestioni ci sono poi gli oracoli, ovvero rune e tarocchi, che hanno una forte connessione con i quattro elementi della Natura. Per la Terra abbiamo il pen-

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tagramma o pentacolo, cioè i denari, la stella a cinque punte circondata da un cerchio. Essa rappresenta le cinque punte del corpo umano (testa, gambe, braccia) ed è sempre un simbolo di protezione. Per l’Aria l’athame, ovvero le spade cioè una spada o un pugnale che tagli l’energia negativa. Per l’Acqua il calice, ossia le coppe da cui bere pozioni e infusi magici. Per il Fuoco la bacchetta, ossia i bastoni in quanto si deve dirigere l’energia verso un determinato punto. Ma è possibile diventare una strega? Certamente, ma a patto che si sappia che esserlo vuol dire far crescere l’energia positiva e la consapevolezza propria, prendendosi cura di uno spazio sia in casa che fuori, studiando nuove vie di conoscenza spirituale, molto di più che saper fare magie con rituali precisi. Ecco perché è importante farsi guidare dal proprio istinto anche nello scegliere gli strumenti adatti e gli argomenti da approfondire, esercitandosi sia da sole che in gruppo. A livello informativo i gruppi che raccolgono le streghe si chiamano Congreghe e non hanno più di 13 iscritte, e questo per richiamare agli antichi 13 mesi lunari, in quanto la luna è da sempre l’astro che protegge la stregoneria. Il quaderno dove ogni strega dovrebbe annotare i suoi incantesimi si chiama Grimorio, mentre il Libro delle Ombre raccoglie le esperienze vissute come strega. La cosa però fondamentale è che questo potere, o energia, deve sempre essere utilizzato per fare del bene a sé e agli altri e mai assumersi la decisione di intervenire se non viene richiesto l’aiu-

to, in quanto la strega si inchina davanti al libero arbitrio come dono divino. Ma quali sono i periodi più propizi per richiedere l’aiuto di una strega e per operare in favore di qualcuno? L’anno solare viene diviso in otto periodi di sei settimane circa l’uno. Quattro di essi sono legati alle feste celtiche del fuoco: SAMHAIN (31 ottobre), IMBOLC (31 gennaio-2 febbraio), BELTANE (1 maggio), LUGHNASADH (primi giorni di agosto). Gli altri quattro corrispondono alle date in cui iniziano i segni cardinali dello Zodiaco (YULE solstizio d’inverno Capricorno), OSTARA (equinozio di primavera Ariete), LITHA o NOTTE DI MEZZA ESTATE (solstizio d’estate Cancro), MABON (equinozio d’autunno Bilancia). Alcuni avranno sentito parlare degli SPIRITI DELLA NATURA; altro non sono che la personificazione dell’intelligenza di un luogo che si concretizza in un albero, un fiore, una roccia. Essi sono chiamati anche elementari e per tradizione sappiamo che ci sono quattro categorie che sono associate appunto ai quattro elementi. Gli Gnomi sono associati alla Terra e sostengono il ciclo vitale dei fiori, alberi e piante in genere. Sono appunto gli gnomi che aiutano negli incantesimi di prosperità. Le Silfidi o Fate sono associate all’Aria e si occupano di dirigere i venti, aiutano gli uccelli e gli insetti volanti e migliorano la respirazione di tutti gli esseri viventi. Negli incantesimi intervengono per favorire il lavoro intellettuale e aiutano a trovare le parole giuste nelle formule magiche. Le Salamandre sono associate al Fuoco e con-


dell’Europa come Germani e Celti. Questo termine deriva dal Norreno (antica lingua norvegese) che significa “sussurro” in quanto la trasmissione della conoscenza era esclusivamente orale. Questi simboli rappresentano diversi tipi di energia presenti nel mondo. Sapendoli interpretare si possono ricevere informazioni per quanto riguarda la parte spirituale della vita nostra e dei nostri simili. Alla fine, quindi, si può dire che dare della strega a qualcuna, vuol dire solo riconoscerne una qualità…e pensare che lo si credeva un insulto!

trariamente a ciò che si crede, non sono lucertole, ma esseri lucenti visibili nelle candele o nei raggi del sole; esse stimolano l’ispirazione e la vitalità. Le Ondine sono associate all’Acqua e sono ninfe, sirene o creature acquatiche; regolano le maree e sono le muse ispiratrici per gli artisti, oltre a essere molto vicine a persone particolarmente sensibili e creative. Diamo un po’ di chiarezza, inoltre, sulla WICCA. Essa è una religione che vuole diffondere nozioni relative alla stregoneria ed ha origini molto antiche. Il termine, come anche quello di WICHT che significa strega in inglese, deriva dal termine anglosassone WICCE che significa “piegare, plasmare” e questo perché la magia intende influenzare la realtà secondo le proprie intenzioni. Nella Wicca si possono trovare molti rituali e pratiche, ma non dogmi, in quanto l’unica regola rimane quella che non si deve mai nuocere a nessuno. I membri della Wicca si chiamano Wiccan, e in Italia sono diverse migliaia. È un movimento iniziato negli anni ’50 ed è cresciuto di pari passo con il femminismo. Negli Stati Uniti è riconosciuto come scelta religiosa e accettato anche nell’interno dell’Esercito. Per concludere diamo delle notizie anche riguardo alle RUNE. Esse sono 24 lettere appartenenti a una scrittura nata più di duemila anni fa, ed erano un patrimonio culturale dei popoli nordici

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Leggiti tra le righe

Mi siedo e aspetto

“Ci sono momenti nella vita in cui è la vita

che la tua anima implume

stessa che ci conduce verso il nostro destino.

attraversi il ponte tra il sembrare e l’essere.

In questi momenti bisogna tendere la mano e

Mi siedo e aspetto

lasciarsi trasportare dallo scorrere del fiume,

con la calma delle donne

senza opporre resistenza. Bisogna abbando-

che l’infiorescenza sbocci

narsi per potersi un giorno ritrovare …. “

e trabocchi di colori. E nell’attesa vivo, nel desiderio di riaverti senza abiti o coperte con cui velarti i desideri. Emanuela Arlotta

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LA REDAZIONE

Laura Capone

La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera (attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.

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Cristina Rotoloni nasce a Roma il 20 luglio 1977. Vive parte della sua vita tra L’Aquila, Ville di Fano e Capitignano. Si diploma come Maestro D’Arte e consegue la Maturità Artistica all’Istituto Statale d’Arte. Si laurea con il massimo dei voti in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Ha esposto due mostre pittoriche: una a Ville di Fano e l’altra a Montereale (AQ). Ha collaborato per l’organizzazione e la scenografia di alcuni spettacoli teatrali con l’Accademia di Belle Arti e l’Istituto Gramma di L’Aquila. Ha progettato e realizzato, in collaborazione con Annalisa di Filippo, dei cappelli per la “Perdonanza Celestiniana”. Ha collabora con l’associazione onlus “Il Camaleonte” per dei corsi di “Arte, immagine e modellismo”. Dipinge quadri ad olio e pittura su vari materiali. Dopo il terremoto di L’Aquila 2009 si trasferisce in provincia di Chieti dove scrive e illustra le sue favole dal titolo “Stellino” e “Tom”. Si dedica anche alle illustrazioni delle favole di altri autori come “Matilde” di Antonio Sparatore. Scrive articoli per il Magazine online “Volodeisensi°” di Emanuela Arlotta. Idea e cura la pagina su facebook “Un Racconto a più Mani”. Intervista, recensisce e presenta i libri degli autori emergenti per i quali ha ideato e realizzato la Video Rubrica “Oggi parliamo di…” E’ nel 2013 tra i finalisti del concorso “Montesilvano Scrive - Una storia di Natale”. Pubblica, come libro d’esordio, la raccolta di racconti “Frammenti di Vita” nel 2012. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo dal titolo: “Tatuaggio”.


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Emanuela Arlotta

Leonzio Nocente

Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho auto-pubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple. Ho pubblicato la silloge poetica ‘Dalla parte dell’Anima’ edita da Galassia Arte Editore.

Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata.Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”


Patrizia Palese Nata il 28 maggio 1954 a Roma, ricercatrice storica. Presidente dell’Associazione Culturale OMNIAPOLIS dal 2006. Poetessa, romanziera, drammaturga, sceneggiatrice, regista. Libri editi: ‘Come Orfeo’ - Gruppo Edicom, ‘Gli infiniti volti dell’amore’ – Linee Infinite, ‘La trama e l’ordito’ - Liberodiscrivere-Studio64, ‘Vita e Monumenti’ auto-pubblicato. Le opere teatrali rappresentate: -Diritto di Recesso, a Milano nel gennaio del 2008, Roma, Crotone, Bologna nel 2013-2014. –‘Caterina, donna d’amore’, Roma 2012 - Roma 2015. Racconti in Antologie: - “Mondo a rovescio”, “Cattighiusa”, “Pensieri Letali”, vincitore del (III posto) nel concorso nazionale “GOCCE DI SANGUE” (marzo 2014) -Il racconto C’ERA UNA VOLTA vincitore della Seconda Edizione Nazionale Concorso Racconti Inediti “LAURACAPONEEDITORE” – Monologhi e corti teatrali : “…e così sia!” Verona 2012; “Un giorno come un altro” Roma 2014. Membro del Direttivo dell’Associazione Culturale Tertulia’s con il ruolo di Responsabile Amministrativo. Attualmente si occupa di recensioni teatrali, cinematografiche, libri editi oltre a condurre la gestione di rubriche presso il giornale Volodeisensi Magazine e Art Litteram.

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Mariagrazia Talarico Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com’ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.


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