Area di servizio

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Contiene I.P. - Numero 6 - anno 16 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

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AD PRODUZIONE CREDERCI E INVESTIRE

AUTOEQUIP IN CONTINUA EVOLUZIONE

WHASHTEC IL BELLO DELL’INNOVAZIONE

AGLA ILLUMINA IL PIAZZALE

COMESTEROGROUP ACQUISITA DA SUZO-HAPP

WYNN’S CAMBIA E SI RAFFORZA

CONDIZIONI DI PREZZO PER UN’EQUA COMPETIZIONE ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI


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Condizioni di prezzo per un’equa competizione

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Autoequip: in continua evoluzione

AD Produzione: l’importante è crederci e investire

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Nobel della Fisica agli inventori del Led Blu

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Agla: come ti illumino il piazzale

WhashTec: tutto il bello dell’innovazione

Comesterogroup acquisita dal Gruppo Suzo-Happ

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Wynn’s cambia e si rafforza

Editoriale

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Il Mercatino di Area di Servizio

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News

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Indirizzi utili

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Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio

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Oroscopo

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Autopromotec per una rassegna globale

Direttore Responsabile Massimo Cicalini – Comitato di Redazione Stefano Cantarelli, Massimo Cicalini, Maurizio Micheli, Alberto Mondinelli, Luca Squeri. Caporedattrice Paola Sala Collaboratori Attilia Formigoni, Elda Frigerio, Elio Giabba, Nicoletta Lega, Andrea Pietrarota, Nicola Polidoro, The Editor (Editing), Arlina Rabbiacci, Mario Rota, dagli USA Brian Campbell. Editore: ADV Spazio Srl, via Gustavo Modena, 6 - 20129 Milano - Tel. 02-7000.4031- Fax 02-450.72.949 e-mail: areadiservizio@libero.it. – web: www.areadiservizio.net Pubblicità: ADV Spazio Srl - via Gustavo Modena, 6 - 20129 Milano - Tel. 02-7000.4031 - Fax 02-7000.4082 e-mail: advspazio@advspazio.it. Impaginazione: Daniele Rizzi – e-mail: waikikidesign@gmail.com – Fotolito e stampa: Pinelli Printing Srl L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati degli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ADV Spazio, via G. Modena 6, 20129 MIlano. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico dell’Editore verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati vantaggiose proposte commerciali (Legge 675/96 tutela dati personali). È proibita la riproduzione anche parziale di quanto pubblicato senza citare la fonte.



Leggo, da una rivista specializzata del trasporto merci, che nel primo semestre del 2014 si è registrato un aumento dello 0.9% del trasporto pesante nazionale. Certo è pochissimo considerate le perdite dell’ultimo decennio, ma è comunque qualcosa, un pur flebile segnale che i camion e le merci stanno riprendendo a viaggiare. Le esportazioni migliorano ma il mercato interno se non è più in recessione ora rischia la deflazione. Questa crisi è la più aggressiva dai tempi della Prima Guerra Mondiale, anzi no, non è una crisi è una guerra che si combatte fra Berlino e Roma. Berlino esige le riforme strutturali promesse in cambio di più margini di spesa, Roma non ci sta e fa la voce grossa, Berlino la fa ancora più grossa e tutto resta com’era prima, ma nel frattempo la crisi nell’eurozona peggiora. Ma, nonostante tutto questo, bisogna cogliere i seppur deboli segnali positivi che comunque ci sono. Mi capita di visitare impianti di lavaggio e stazioni di servizio con un volume di lavoro soddisfacente, non paragonabile a quello di 10 anni fa, ma soddisfacente. Sapete qual è il comune denominatore di questi impianti? L’aspetto gradevole con cui si presentano agli automobilisti. Che siamo impianti nuovi o che abbiamo qualche decennio sulle spalle sono curati, ordinati, puliti e con personale gentile e sorridente (nonostante tutto!). “Crederci e investire” come dice un decano del settore, è un ritornello sostenibile, che non deve spaventare e deve fare anche rima con innovare e aggiornarsi. È quello che hanno fatto lui e altri operatori, di cui potete leggere nelle prossime pagine, conquistandosi così la fiducia del mercato e quindi il successo. Vale anche per voi anzi, vale soprattutto per voi, che siete a contatto con il pubblico tutti i giorni. Qualcuno ha detto: “Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Buona lettura. Massimo Cicalini 6/2014

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ECONOMIA & LAVORO

CONDIZIONI DI PREZZO PER UN’EQUA COMPETIZIONE Nel mercato dei carburanti, affetto da una fiscalità opprimente e dall’anomalia della differenza tra le condizioni di accesso al prodotto, si possono avere regole semplici che ripristinino una minima correttezza commerciale tra operatori? La risposta è sì, le regole semplici sono possibili, necessarie, applicabili senza le infinite lungaggini di ulteriori improbabili riforme del settore, semplicemente a partire da fatti concreti che stanno dentro il mercato e dentro i fattori del prezzo, senza invadere in maniera dirigistica gli assetti e l’evoluzione del mercato stesso. Ciò che ha portato al collasso economico la categoria dei gestori è stata una politica commerciale delle compagnie che ha creato e fatto crescere una concorrenza drogata e “controllata”, basata sulla discriminazione sempre più accentuata delle condizioni di accesso al prezzo del prodotto con Maurizio Micheli il doppio mercato rete-extrarete. In questa operazione, calo dei consumi a parte, le compagnie hanno puntato a mantenere le vendite complessive dei due circuiti (ma i rapporti sono cambiati: nel caso di Eni, per esempio, dieci anni fa le vendite in rete erano il 51% delle vendite totali, l’anno scorso sono scese al 44% contro il 56% dell’extrarete) svendendo prodotto che finisce sulla rete a prezzi di extrarete e scaricando i costi economici e sociali solo sulle proprie reti di marchio, verso cui l’interesse dell’industria petrolifera, già fortemente propenso a terziarizzare investimenti e distribuzione, al punto da avere essa stessa creato la rete bianca alternativa, è diventato ormai pressoché pari a zero. I risultati di mercato, economici e sociali di questo processo decennale sono sotto gli occhi di tutti: la rete di marchio ha perso più di una decina di miliardi di litri di cui la rete bianca ha recuperato la metà (quel che manca è dato dalla caduta dei consumi dovuta alla crisi economica e alla rapacità fiscale dello Stato); gli utili di bilancio delle divisioni retail delle compagnie sono spariti, i gestori sono stati buttati in massa sul lastrico perché non può reggere un conto economico a margini dimezzati ed erogati crollati, l’occupazione ha avuto durissimi colpi. Un bilancio del tutto fallimentare di politiche del tutto irresponsabili e prive di ogni visione di prospettiva. Sul piano dei numeri veri, una mano di statistiche sui prezzi nel 2014 ci dice che i prezzi della rete di marchio (facendo una media di quanto si vende al servito e alle diverse modalità, più o meno spinte, di self e non prendendo a riferimento il solo servito per il quale la differenza arriva

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fino ai 17 cent/litro) sono superiori di circa 10 cent a quelli della rete bianca. Dietro questa differenza ci sta che sulla rete le compagnie vendono a prezzi da extrarete agli indipendenti il medesimo prodotto che vendono a 16 cent/litro in più al gestore del proprio impianto di marchio; con questo gap di partenza il gestore ci aggiunge ancora circa 4 cent/ litro per coprire costi e generare un minimo margine, gli indipendenti mediamente ci aggiungono 10 cent/litro (tutti gli importi di cui parliamo sono comprensivi di Iva) per coprire costi, ammortamenti e sviluppare un margine: torna così la differenza di 10 cent sul prezzo finale, una differenza che mette fuori mercato l’impianto colorato a prescindere da qualunque intervento di difesa mercato venga imposta al gestore. Tutte cose note. Ciò che è meno noto (ed è comunque ciò su cui si deve intervenire subito e con strumenti di regole commerciali semplici ed eque), è da cosa si origini la differenza di 16 cent/litro che rappresenta quella macroscopica anomalia nelle condizioni di accesso al prezzo che sostanzia la discriminazione tra operatore indipendente e gestore dell’impianto di marchio. Per intenderci: è commercialmente corretto che chi fa investimenti in proprio e autonomamente assume il rischio del mercato (è il caso dell’operatore indipendente) abbia condizioni di mercato più favorevoli sul piano del prezzo di cessione. Ma è invece una violazione delle regole di concorrenza se tale condizione di favore per l’operatore indipendente è artificiosamente determinata dal fornitore discriminando solo l’operatore non indipendente (cioè il proprio gestore, cui viene a tutti gli effetti ceduto il prodotto) mediante la sistematica e progressiva penalizzazione di un prezzo di cessione su cui sono scaricati tutti i costi del sistema senza alcuna proporzione e distinzione rispetto alla totalità degli operatori presenti sulla rete. Mediamente oggi (conti alla mano e sulla base di una stima dei costi che non è nostra, ma che ricaviamo dai documenti di Nomisma elaborati per conto di Unione Petrolifera) vi sono quasi 5 cent/litro (quasi un terzo di quel famoso delta di 16 di cui si è detto qualche riga più sopra) attinenti per 6/2014


la precisione a costi di logistica e di gestione generale che gravano esclusivamente sul prezzo di cessione ai gestori, che solo su questi sono caricati, nonostante siano di competenza di tutti gli operatori che sulla rete pubblica sono riforniti dalle compagnie. Questi costi (che oggi costituiscono uno strumento di discriminazione, determinando lo storno di erogati e clientela a esclusivo discapito di una categoria di operatori causandone il default economico) se correttamente ripartiti (e siamo disposti a dimostrarlo) in base alle rispettive quote di vendite consentirebbero un limitato abbassamento del prezzo di cessione per gli impianti di marchio, ma contemporaneamente l’assunzione di un costo (che non si capisce perché all’operatore indipendente, che opera dentro il sistema ed è rifornito dai medesimi soggetti, non si debba far pagare), tale da ridurre il gap dei prezzi finali a termini assolutamente ragionevoli e ulteriormente riducibili con razionalizzazioni di rete e di costi a loro volta generati da questa specie di perversione contabile, ridando mercato alla rete colorata, ripristinando volumi e ridando fiato alle gestioni e ristabilendo una minima correttezza di regole in questo settore. Perché la concorrenza (ammesso che questo sia il suo nome) che finora si è creata su questo mercato (e questa è l’epigrafe sulla lunga e dolorosa stagione di politiche commerciali delle selfizzazioni più o meno spinte e sulle difese mercato scaricate sui gestori) si è esclusivamente basata su una premeditata e volonterosa discriminazione tra operatori attuata direttamente decidendo a chi rifilare alcuni fattori di formazione del prezzo e a chi toglierli, non sulle regole di mercato: una vera e propria concorrenza drogata e artefatta con trucchetti da gioco delle tre carte e non sulle effettive condizioni della competizione, sulla quale finora si è preferito non indagare affatto, facendo prevalere omertà, colpevole silenzio e spesso inutile e fuorviante propaganda. E se questo vale in un contesto di competizione tra rete di marchio e rete bianca, analoghe considerazioni possono valere in un contesto più ristretto, quello della rete di marchio, in cui l’industria petrolifera diffonde negli impianti automatizzati così detti ghost dei prezzi (con il chiaro intento di storna6/2014

re volumi dalla rete presidiata) che non hanno assolutamente fondamento economico sul piano dei costi e meno che mai in relazione al costo del gestore, che incide per meno di un terzo/un quarto rispetto allo sconto offerto su tali impianti. Di altro non si tratta che di una evoluzione perfettamente in linea con le perversioni del sistema, che null’altro evidenzia se non l’intento di recuperare effimeri erogati e cancellare costi (il guardiano a 5 euro/metro cubo), non già correggendone le anomalie e cercando di ridare spazio alla rete marchiata, ma puntando infine alla più radicale semplificazione del sistema, l’eliminazione di quella categoria che pure finora era stata utile per scaricare i costi della creazione di una falsa concorrenza. Tutto questo può ancora essere corretto e si può invertire la tendenza? Non serve certamente ricorrere alla riformulazione dei massimi sistemi, ricercare la ennesima liberalizzazione, tornare a un regime di prezzi amministrati, scindere filiere o espropriare nessuno, serve ristabilire un minimo di regole: a tutti coloro che operano sul mercato va garantito il diritto/dovere di poter competere correttamente in funzione dei ruoli svolti. Questo è l’alfa e l’omega della questione. In sintesi: nella formazione del prezzo di cessione del prodotto, i fornitori non possono applicare condizioni differenziate, ad eccezione della stretta attinenza alla proprietà dell’impianto e dell’uso del marchio, tra gli operatori della rete distributiva pubblica che riforniscono. Questo è quanto andrebbe aggiunto alla norma in cui è già da tempo scritto che si debbono garantire condizioni eque e non discriminatorie per competere sul mercato e che, in sostanza, anche le normative europee prevedono: tutte belle parole al vento, persino irrisorie, se non sono riempite di contenuti veri, che però possono essere introdotti subito e senza sconvolgere nessun assetto. Da qui comincia la concorrenza, una cosa seria e ben diversa dalla caricatura grottesca e scomposta che sinora è stata venduta per tale. Maurizio Micheli Presidente Figisc-Confcommercio

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AUTOLAVAGGI

L’IMPORTANTE È CREDERCI E INVESTIRE Per l’appuntamento con il nostro tradizionale “Botta & Risposta”, questa volta incontriamo Alfredo Deluca, titolare di AD Produzione, che spiega la sua “ricetta” per sconfiggere la crisi e continuare a crescere.

Alfredo Deluca è il titolare di AD Produzione, azienda leader nella produzione di importanti accessori per il piazzale dell’autolavaggio, dagli aspirapolvere ai gonfiagomme. Il suo parere è quindi particolarmente interessante per avere un quadro significativo del mercato.

stesso tempo abbiamo contenuto le perdite con un discreto rialzo nell’ultimo periodo. Nonostante questo l’avvio del 2014 l’avevamo previsto peggiore di quello che è stato. Avevamo delle aspettative negative, invece c’è stato più movimento di quanto ci aspettassimo.

Ads. È possibile fare un bilancio del 2014, anche alla luce della chiusura dello scorso anno? Deluca. Il 2013 certamente non è stato uno degli anni migliori, ma allo stesso tempo non è andata così male, soprattutto nella sua chiusura. Abbiamo perso fatturato come molti, penso, ma nello

Ads. Se la crisi c’è ancora, intravede qualche spiraglio di luce? Deluca. Sì, nel nostro settore bisogna proprio parlare di luce “solare” per abbattere un po’ la crisi, perché siamo molto legati al fattore climatico. Io credo che l’autolavaggio abbia bisogno di un po’ di serenità, sia psicologica sia a

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livello meteorologico. Per cui sì, io credo che si uscirà da questa situazione. Ads. Il settore cosa potrebbe fare per combattere questo momento? Deluca. Per esperienza posso dire che, davanti a ogni tipo di crisi, chi ha vinto è sempre stata la qualità, per cui l’investimento maggiore che si possa fare oggi è mirato a migliorare i prodotti. Ma la qualità non è semplicemente un prodotto fatto bene, la qualità sta nella totalità dell’azienda, da come si risponde al telefono a progettare macchine innovative mantenendosi fedeli a parametri ben precisi.

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Oggi, magari si fattureranno delle cifre inferiori, però credo che puntare sempre sulla qualità e quindi sull’innovazione sia l’unica arma per sopravvivere e crescere. Se su 100 clienti che eravamo abituati a servire, oggi solo 30 comprano perché c’è la crisi. Nella loro decisione d’acquisto questi 30 daranno sempre più peso alla qualità, non spendono dove sanno che non c’è. Ads. Questo per i produttori, e per i lavaggisti? Deluca. È la stessa cosa. Si deve sempre migliorare il proprio lavoro sotto l’aspetto qualitativo: tenere il piazzale pulito, essere certi dell’efficienza delle macchine sul piazzale, dall’alta pressione all’aspirapolvere. Poi la presenza sull’impianto e l’assistenza senza essere invadenti: una risposta gentile al clien-

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te, sorridere, non “mandarli a stendere” come ho visto fare più di una volta. Non è mai stato il momento di trattare male i clienti, ma adesso meno che mai. Ads. Che cosa rallenta la ripresa nel nostro settore? Deluca. Secondo me il meteo e il fatto che gli automobilisti siano spaventati dal sentir parlare continuamente di crisi, di aziende che chiudono, di posti di lavoro che mancano. Tutto questo li porta a risparmiare e vedono il lavaggio dell’auto come un lusso. Ads. Perché investire nell’autolavaggio? Deluca. Perché credo sia un settore che ha necessità di evolvere e di essere in continua crescita, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Torniamo al discorso di prima: se c’è la crisi e stiamo con le mani in mano, è naturale che il lavoro continuerà a mancare fino alla chiusura. Se viceversa combattiamo questa carenza di lavoro con l’innovazione e la ricerca, con grande impegno, sia fisico che economico, quindi investimenti, certo ci saranno più possibilità di rimanere e crescere. Questo è il motivo principale per il quale le aziende in tutti i settori devono lavorare con impegno, non solo nell’autolavaggio e possiamo prendere esempio anche dai produttori più importanti a livello mondiale. Per esempio, l’industria automobilistica la crisi l’ha sentita, ma i modelli nuovi sono stati presentati, gli investimenti sono stati fatti. Perché l’hanno fatto? Perché chi si ferma è perduto.

Ads. Si dice si vendano meno impianti nuovi e questo può creare una corsa al mantenimento dei vecchi e quindi una maggiore sostituzione di parti soggette a usura, conferma? Deluca. Confermo questa tendenza. Noi come AD Produzione abbiamo anche un’ulteriore “sfortuna” (se vogliamo usare questo termine): mentre un portale viene sostituito mediamente ogni cinque o sei anni, le nostre macchine dopo 15 anni sono ancora perfettamente efficienti. Spesso abbiamo clienti che a fatica sostituiscono il portale esausto e dei prodotti AD Produzione si limitano a cambiare gli adesivi e poco altro. Ads. Avete ipotizzato promozioni finanziarie o sconti particolari per incentivare l’acquisto dei vostri prodotti? Deluca. No, abbiamo solo fatto una “rottamazione”, se così vogliamo chiamarla, molto interessante sotto l’aspetto dei numeri e dei riscontri. Era una rottamazione reale e non virtuale, che però ha funzionato solo parzialmente perché non cambiavamo una macchina che funzionava. Quindi, abbiamo ritirato un po’ di modelli della concorrenza, ma sui nostri prodotti non ha funzionato perché erano tutti ancora in perfetta efficienza. Io credo che la soluzione per smuovere questo mercato non stia tanto in una promozione o una “scontistica” aggressiva: c’è bisogno di liquidità e l’unico modo per sbloccare la domanda è dare credito agli investimenti, ma sappiamo come il nostro sistema bancario sia poco ricettivo sotto questo aspetto.

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Ads. Compagnie petrolifere e organizzatori di fiere sembrano scommettere sull’autolavaggio. Hanno ragione? Deluca. Penso proprio di sì, è un segnale importante anche per noi produttori. Ads. Presenterete delle novità all’Autopromotec di Bologna? Deluca. Sì, tantissime ma non posso anticipare nulla, ci sarà un’anteprima qualche giorno prima. Tornando al discorso degli investimenti, partecipare a una fiera senza generare la voglia di andarla a visitare non ha senso. Ads. Ci dobbiamo aspettare novità eclatanti? Deluca. Noi lavoriamo per migliorare la qualità anche degli incassi dei nostri clienti, per cui non ci presentiamo per mettere pezze o fare “accrocchi”. Abbiamo individuato quei quattro/cinque articoli che possono migliorare gli

incassi di un autolavaggio e su questi lavoriamo. Ads. Nella vostra gamma quale prodotto è il più venduto e con quali numeri? Deluca. Il prodotto più venduto è sicuramente l’aspirapolvere autopulente, quello che una volta si chiamava “The Best” e che ora si chiama “U 2011”. Ads. Cosa pensa delle piste? Hanno un futuro? Deluca. Penso di sì, credo che siamo in un mercato abbastanza ciclico. Abbiamo potuto notare negli ultimi 10/15 anni come l’impianto a spazzole sia sceso di quota, quasi sparito, e abbiamo visto fiorire gli impianti ad alta pressione. A distanza di tempo, l’impianto a spazzole è tornato, è cambiata la tecnologia, sono cambiate le spazzole. E qui ritorna il discorso sul perché fare investimenti, ecco perché! Quando l’impianto di autolavaggio a spazzole ha proposto delle tecnologie che davano garanzie è tornato a diventare una soluzione interessante. E oggi possiamo vedere che in ogni autolavaggio c’è almeno un portale. Quindi la spazzola non è morta, ma anzi si sta rivalutando, e c’è da ritenere che anche le piste self non chiuderanno perché sono dei servizi diversi. Ads. In quante nazioni siete presenti? Qual è il mercato più vivace, non solo per vendite ma in prospettiva futura? Deluca. Siamo presenti in 30 Paesi e paradossalmente la Francia, dove AD Produzione ha molti concorrenti, è il nostro miglior mercato. I francesi non hanno mai visto di buon occhio gli italiani, eppure qui abbiamo un ottimo fatturato e belle soddisfazioni che vanno al di là dell’aspetto strettamente economico. Con una crescita quotidiana della domanda, stiamo insidiando i produttori locali che anni fa hanno provato a osteggiarci. Torniamo

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ancora al discorso sugli investimenti: se non avessimo fatto il gonfiagomme e non lo avessimo omologato, in Francia non avremmo potuto venderlo e avere successo, e così nel resto d’Europa. Aver fatto questo investimento fa parte delle scelte strategiche tipiche di AD Produzione. Ads. Cosa ne pensa della Cina? Per quei mercati, quello di AD Produzione è un prodotto di qualità troppo elevata? Deluca. La Cina è lontana per noi sotto tutti gli aspetti, sia per la produzione sia per la vendita. Preferisco non pronunciarmi, non conosco bene come lavorano, ma il nostro è un prodotto di nicchia e molto specialistico, poco conveniente da copiare perché non ci sono i grandi numeri. Massimo Cicalini 6/2014



AUTOLAVAGGI

UN’AZIENDA E UNA FABBRICA IN CONTINUA EVOLUZIONE Abbiamo visitato gli impianti di Autoequip per osservare i cambiamenti operati sui processi produttivi e sui modelli, per elevare il rapporto qualità/prezzo e l’affidabilità.

Prima di affrontare la visita alla fabbrica in compagnia Carlo Dilettoso, uno dei professionisti appartenenti al team che si è occupato del progetto della nuova gamma Autoequip e ha rivoluzionato i processi produttivi, incontriamo Michele Murialdi, titolare dell’azienda. Con lui analizziamo le novità di prodotto introdotte di recente e i possibili scenari futuri che si stanno delineando per il settore. Le novità di prodotto “Facile individuare il prodotto di punta di questo momento - afferma Murialdi -, è il Discover, il sistema per lavare le ruote in alta pressione estremamente efficace a differenza della spazzola tradizionale, che è sempre a listino ma è ormai superata. Si tratta di cinque ugelli orientati in modo differente per arrivare dappertutto e l’erogazione del prodotto è direttamente sulla ruota. Altro plus

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della nostra offerta è RainX, un prodotto idrofugo e protettivo, così lo sporco scivola via e può fungere anche da tergicristallo chimico. Un altro argomento di vendita importante è l’acciaio inox, nel senso che di norma gli impianti Autoequip e i loro accessori sono zincati a caldo e verniciati, ma si possono avere anche completamente di acciaio inox: struttura, piedi, travi di scorrimento della spazzola verticale e bocchetta di asciugatura, compresi anche i supporti delle fotocellule; l’inox ha il vantaggio di mantenere le sue caratteristiche meccaniche ed estetiche a distanza di anni. Proponiamo poi i doppi portali sdoppiati che migliorano la flessibilità, permettendo con determinate vetture di accorciare i tempi di lavoro: per esempio, con una Smart e con un’Audi A6, facciamo lo spazzolamento frontale e posteriore contemporaneamente sia sulla macchina lunga sia su quella

Michele Murialdi

Carlo Dilettoso

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corta, così come l’erogazione dei prodotti viene fatta sia su un portale sia sull’altro e si lascia il tempo di agire al prodotto chimico. Non siamo gli unici a proporre doppi portali che si sdoppiano, ma i nostri sono a cinque spazzole e con questa tecnologia siamo gli unici: per cui un arco a spazzole verticali e un arco a spazzole verticali e orizzontali, inclusa l’asciugatura. Un’altra novità è il pacchetto programmi “Risparmio e Redditività”: un nuovo ciclo di programmi che gestisce tutte le funzioni dell’autolavaggio dalla chimica alle alte pressioni e al lavaggio spazzole e asciugatura in quattro passate. Così si ottiene un grande risparmio per il lavaggista in termini di tempo e di costi (corrente elettrica, acqua e prodotti chimici) che, riportato in bilancio, si traduce in un 30/40% in meno e, in termini di incassi, nella possibilità di ottenere la stessa percentuale in più. Un ulteriore aspetto importante è l’assistenza 7 giorni su 7 gestita direttamente da Autoequip: chi sottoscrive il contratto ha un numero di telefono dove un operatore risponde dalle 8 alle 22 tutti i giorni, sabato e domenica compresi. Un’attività supportata dall’ufficio assistenza ricambi che è un altro punto di forza dell’azienda: consegniamo i ricambi entro 24/36 ore dall’ordine tramite corriere, il servizio di consegne rapida sui ricambi è importantissimo per i nostri clienti. Non bisogna dimenticare poi il nuovo web site www.autoequip.it dove il cliente trova davvero tutte le informazioni di cui ha bisogno”.

il materiale che serve, quindi il personale che si occupa del montaggio non entra in magazzino. Ci sono degli addetti all’alimentazione di preparazione e linea di produzione secondo il programma della settimana. Una citazione per il magazzino a sviluppo verticale dove in alto si trova il materiale più leggero e di minor pregio e nei piani bassi i particolari più ingombranti. Un’area organizzata come gran

parte delle aziende manifatturiere: qui viene predisposto tutto quello che serve e, man mano che avanzano i giorni della settimana, si trova tutto quanto quello che riguarda la singola commessa, eccetto la parte di carpenteria”. Entriamo nella carpenteria dove vengono preparate le strutture del portale. “Si tratta soprattutto di una carpenteria di assemblaggio - prosegue Dilettoso -. Tutti i prodotti sono zincati

Una fabbrica modello È il momento di Carlo Dilettoso che ci guida per la fabbrica, che si è dotata di un nuovo e più efficiente sistema di produzione con tempi ridotti a parità di qualità. “Si parte con il ricevimento merci spiega Dilettoso -, qui viene eseguito un controllo in accettazione all’arrivo delle materie prime secondo i capitolati previsti: ciò che è stato richiesto deve corrispondere a quello che è consegnato, si eseguono dei controlli capillari sulle forniture, ma per i particolari più preziosi eseguiamo una verifica per ogni componente e, se non supera il controllo, viene rimandato al fornitore. In seguito il materiale viene stoccato in magazzino per essere poi portato nelle aree di preparazione. Il lavoro è pianificato di settimana in settimana secondo la logica del “just in time”. Nelle varie postazioni di preparazione e linea viene introdotto solo 6/2014

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a caldo, se non sono richiesti in acciaio inox. Sulla zincatura a caldo si vernicia, secondo il sistema Duplex: questi portali sono pensati “per far fare i soldi ai clienti” a lungo; la zincatura più la verniciatura durano almeno 15 anni”. Siamo nella zona del magazzino spazzole, a ridosso della linea di produzione, dove troviamo anche il caricamento dei portali separati, con le varie spalle e cappelli già sui carrelli: tutte le lavorazioni sono eseguite ad altezza uomo. A seguire la verniciatura da dove escono i prodotti verniciati che vanno direttamente in linea di produzione una volta asciutti. Si tratta di una classica verniciatura a spruzzo con la cabina per i particolari più grandi, mentre i piccoli vengono appesi a una rastrelliera a giostra e verniciati con la pistola. Il colore di fondo è quasi sempre grigio poi, secondo quello che vuole il cliente, si sceglie la colorazione. Siamo finalmente sulla linea di produzione: qui entrano i particolari verniciati e assemblati, arrivano le teste e gli altri particolari su carrelli e vengono separate le spalle con il cappello che sono la parte superiore. Ogni operaio fa una specifica lavorazione sulla macchina: in preparazione o in linea, ogni stazione ha determinate fasi da completare fino al prodotto finito. “È proprio come la linea di montaggio di un’auto - spiega Dilettoso -. Ogni operaio è capace di operare in due o tre aree di preparazione o due o tre stazioni di linea, così ha la possibilità di capire e imparare più mansioni ed evita assuefazione diminuendo lo stress. Queste rotazioni le facciamo anche settimanalmente per garantirci che tutti

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Discover

sappiano fare tutto. Arriviamo poi alla fase finale, nell’area dell’accoppiamento principale dove convergono sia i cappelli sia le spalle. Qui la macchina arriva coricata, viene finita con i vari collegamenti e accoppiamenti e successivamente raddrizzata per essere spostata in un’altra area dove ci sarà il collaudo. Tappa finale infine in spedizione con l’applicazione delle varie carrozzerie e delle scritte prima dell’imballo”. C’è anche l’area Veicoli Industriali che verrà attrezzata solo per gli impianti per bus e camion, mentre un capannone è destinato a ospitare l’area dove sono attrezzate le piste, la produzione

verrà gestita con il concetto multitasking “tutti quanti faranno tutto”. Nel reparto piste è eseguito l’assemblaggio delle strutture di acciaio inox, viene realizzato il quadro elettrico e in reparto sono montati sia i sistemi di pagamento sulle porte, la parte idraulica e quella di collegamento dei quadri elettrici, il tutto “bordo macchina”. Poi sono applicate le decalcomanie e si va al collaudo sia elettrico sia idraulico, per cui la macchina è sempre soggetta a collaudo. In cantiere verrà poi collegata sia la parte idraulica sia quella elettrica e, per le piste dove è acquistata la struttura, questa viene montata in loco dai centri di assistenza Autoequip, momento in cui

viene realizzata anche la fascionatura che può essere in abs o alluminio. Per le strutture c’è una carpenteria esterna che le realizza su misura, dipende dalle misure e dai luoghi dove devono lavorare; all’insegna della massima flessibilità, eseguiamo anche le strutture per piste, personalizzate per colore, foggia e tipo di copertura. “Il nuovo sistema è attivo da qualche mese e ha già garantito ottimi vantaggi - riprende Dilettoso -. È incrementata significativamente la produttività e migliorata l’efficienza. Il personale ha la possibilità di imparare le varie fasi lavorative, cosa che prima non succedeva, ciò ha creato una maggiore capacità e comprensione dell’attività svolta e una maggiore motivazione. Tutto contribuisce a una razionalizzazione e ottimizzazione dei costi con positive ricadute anche sul bilancio, ma soprattutto si migliora la qualità perché non si è cambiato solo il processo produttivo ma è cambiato anche il prodotto. L’azienda può anche innovare, investire in materiali e in tecnologia. Questa inversione di tendenza strategica e cambiamento di processo-prodotto ha “ringiovanito” il nostro ambiente. Siamo intervenuti anche a livello progettuale: per esempio, con i quadri elettrici e i cablaggi sono state introdotte migliorie notevoli sul prodotto in corso d’anno. Ciò che è avvenuto è il frutto di un processo virtuoso che ha coinvolto tutta Autoequip e i risultati si vedono sul prodotto: si è migliorata l’efficienza della macchina con un movimento più fluido e minore usura, quindi consumi inferiori di corrente, longevità dei materiali e dei componenti e anche l’affidabilità è migliorata. Siamo solo all’inizio”. Massimo Cicalini

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Un pieno di eccellenza.


AUTOLAVAGGI

TUTTO IL BELLO DELL’INNOVAZIONE Abbiamo incontrato all’Automechanika di Francoforte Gianluca Meschi, Direttore generale e Amministratore delegato di WashTec Italia, e con lui abbiamo tracciato un panorama di tutte le novità che l’azienda tedesca si appresta a lanciare anche nel nostro Paese. In WashTec l’hanno definita “l’era del CarWash 2.0 ad Automechanika” con lo slogan “Esperienza & Risultati - Erlebnis & Ergebnis”. Così il costruttore tedesco, certamente tra i leader mondiali delle soluzioni per l’autolavaggio, ha presentato in un’area di oltre 1200 mq quella che giustamente può essere definita una piccola rivoluzione nel processo di lavaggio dei veicoli. Per approfondire le tematiche e le innovazioni presentate abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Gianluca Meschi, Direttore generale e Amministratore delegato, ecco il risultato di questo incontro.

le migliori attrezzature sviluppate sulla tecnologia più all’avanguardia. Qui a Francoforte abbiamo la presunzione di ritenere di aver fatto un ulteriore passo avanti presentando l’autolavaggio come

un’esperienza emozionale che offre approcci totalmente nuovi per i sistemi di lavaggio veicoli del futuro. Così aveva annunciato il CEO di WashTec Jurgen Rautert, prima della fiera e così è stato.

Esperienze & Risultati “Le scelte che hanno portato alla partecipazione di WashTec ad Automechanika sono precise - spiega Meschi -: un chiaro focus sul cliente finale, e quindi sugli operatori, per offrire un concetto nuovo e completo per un’interazione moderna, pratica e rapida con il sistema di autolavaggio. Limitarci a presentare delle innovazioni non era sufficiente, come pionieri e leader di mercato, abbiamo voluto offrire ai nostri clienti

Gianluca Meschi

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ECCO TUTTE LE INNOVAZIONI PRESENTATE DA WASHTEC PULIZIA PERFETTA CON MULTIFLEX Lunotti posteriori inclinati, spoiler e paraurti sporgenti sono sempre stati il punto debole per gli impianti di autolavaggio automatici, ma ora, grazie al nuovo sistema MultiFlex che regola le spazzole verticali dell’impianto SoftCare2 Pro, non sono più un problema.

Uno sguardo alle nuove auto è infatti sufficiente per capire che tutti i costruttori automotive puntano ad attrarre sempre di più i clienti con le forme eleganti del retro delle auto: infatti, anche le vendite di auto familiari con spoiler sono previste in aumento. WashTec ha quindi messo a punto una nuova tecnologia per lavare questo tipo di auto nel miglior modo possibile con l’ideazione del sistema MultiFlex per spazzole verticali. Nello specifico, l’innovazione consiste in una spazzola verticale che, non solo si adatta al contorno del veicolo, ma riesce a seguire anche le forme del retro dell’auto con un’inclinazione di 15° su due assi assicurando il massimo contatto con il retro del veicolo. IWASH E WASH&PAY: UN CONCETTO DI LAVAGGIO NUOVO WashTec vuole ridefinire il modo di lavare l’auto. iWash, grazie ai sistemi operativi touchscreen interattivi, permette ai clienti di “cucire” il proprio programma di lavaggio su misura: i giorni dei programmi inflessibili e preimpostati sono finiti. I clienti si aspettano un servizio flessibile e operazioni semplici e intuitive quando scelgono i loro programmi

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di lavaggio e questo è esattamente ciò che iWash offre, così i clienti potranno scegliere le fasi di lavaggio che desiderano. Inoltre, aumentando la libertà di scelta nella creazione dei programmi di lavaggio, iWash aiuta anche il gestore ad aumentare il proprio business. Tutto è molto semplice: dopo aver selezionato uno dei programmi base (lavaggio veloce, intensivo o perfect care), gli utenti possono scegliere di aggiungere una vasta gamma di fasi di lavaggio, come per esempio “rimozione insetti” oppure “rimozione sporco con alta pressione” o ancora “lavaggio ruote intensivo” o “lavaggio sottoscocca” o programmi di cura aggiuntivi. Il sistema di controllo dell’autolavaggio determina il processo ideale sulla base degli optional selezionati e calcola immediatamente il prezzo del servizio e la durata del lavaggio, così da garantire all’utente finale un rapporto totalmente trasparente. L’innovativo approccio di WashTec rende il lavaggio più attraente, permettendo all’automobilista di decidere sul momento quali operazioni di lavaggio scegliere con un sistema semplice e intuitivo. Un sistema che apre anche prospettive nuove per gli operatori incentivando la fidelizzazione dei clienti attraverso un prodotto efficace per incrementare le vendite nel lungo periodo perché con un sistema più facile da gestire la gente è invogliata a lavare più spesso la propria auto.

Un’altra importante innovazione del modo di lavare l’auto è il sistema Wash&Pay. “Prima paghi poi lavi” è un concetto ormai superato! Se l’impianto è libero, il cliente può posizionarsi e avviare il lavaggio, pagando in un secondo momento nello shop senza dover correre per accaparrarsi il posto dopo aver pagato. Quante volte è successo di fare rifornimento, vedere il lavaggio vuoto e mentre ci si precipita ad acquistare il voucher di lavaggio, uscendo si trova la coda di auto davanti all’impianto? Questo non succederà più con il nuovo sistema di WashTec. I clienti possono andare dritti all’autolavaggio e scegliere il programma preferito azionandolo. Quindi entrare tranquillamente nello shop e controllare la durata del lavaggio grazie a un monitor all’in-

terno, così hanno anche tutto il tempo per visionare la merce esposta, oppure prendere un caffè e solo dopo pagare alla cassa. Appena l’auto sarà pronta, saranno informati dal monitor del termine del lavaggio. Wash&Pay rivoluziona il modo di lavorare delle stazioni di servizio prendendo spunto dalle stazioni in self-service dove prima si fa rifornimento e dopo si paga in ufficio. Inoltre questo servizio agevola eventuali acquisti all’interno del negozio o del bar e anche l’operatore beneficia del fatto che i tempi di attesa si riducono, così i clienti sono più invogliati a lavare e il fatturato aumenta. Resta solo da ricordare che si può offrire la massima libertà di scelta ai clienti selezionando entrambe le opzioni Wash&Pay e iWash, per i gestori è il miglior modo per massimizzare la fidelizzazione dei clienti. TWISTER FA RISPLENDERE I CERCHIONI I cerchioni sono la “croce e delizia” di ogni automobilista perché contribuiscono in maniera determinante alla personalizzazione della vettura, ma a maggior ragione la loro difficile pulizia è spesso un problema perché la polvere dei freni e il grasso fanno perdere la loro brillantezza. Grazie al nuovo Twister, presentato in anteprima assoluta a Francoforte ma non ancora commercializzato, WashTec garantisce una pulizia perfetta con risultati soddisfacenti a prescindere dal tipo di cerchione, dai piccoli 15” fino ai grandi da 22”.

Twister è un sistema innovativo, composto da cinque segmenti di spazzole per ogni ruota, con i quali riesce a coprire ogni singola fessura del cerchione. Il cuore di questa innovazione è una guida centrale e un motore elettronico per ogni asse di rotazione che permette all’intero sistema, così come a ciascuna singola spazzola, di ruotare durante il lavaggio. Questa tecnologia è completata da una lavacerchi spray che aiuta a rimuovere lo sporco più ostinato grazie a prodotti chimici di qualità. Con l’utilizzo dell’alta pressione all’interno, il risultato di lavaggio viene ulteriormente potenziato.

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Per esempio, iWash è il sistema per il lavaggio veicoli personalizzato che risponde alle esigenze del cliente. Per la prima volta gli utenti hanno la possibilità di creare il proprio programma di lavaggio al terminale interattivo del portale e in modo che si adatti alle proprie necessità, una svolta rispetto ai rigidi e predeterminati programmi di lavaggio. Come se non bastasse, Wash&Pay dimostra che i sistemi esistenti per il rifornimento di carburante e il lavaggio possono essere completamente rivoluzionati: per gli operatori degli autolavaggi questo significherà un consistente incremento degli incassi, mentre per i loro clienti sarà un’esperienza nuova nel lavaggio della propria auto dal momento che potranno sfruttare il tempo in maniera migliore ed evitare lunghe code.

Sempre per gli operatori, con WashTec Plus è stato sviluppato il sistema online ideale per la gestione dell’autolavaggio che fornisce ai titolari di un network con vari centri di lavaggio la possibilità di avere una panoramica su tutti i loro impianti. I dati rilevanti come incassi, numero di lavaggi, livello dei prodotti chimici e ovviamente l’attuale stato del lavaggio, possono essere visualizzati online con uno sguardo, il che significa che anche l’operatore può agire immediatamente qualora ci fosse un’emergenza. Con pochi “click” si possono variare tempestivamente gli orari di apertura, mentre i programmi possono essere attivati o disattivati e le impostazioni dell’impianto modificate. Tutte queste applicazioni rispondono all’obiettivo di WashTec definito in precedenza: offrire soluzioni che portano a un migliore risultato in termini di qualità di lavaggio con processi pratici e maggiori profitti per gli operatori attraverso la creazione di soluzioni più efficaci anche per il cliente finale”.

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“Con i nuovi prodotti chimici per i sistemi di lavaggio di tutti i tipi e innumerevoli innovazioni nei portali, tunnel e piste self service - prosegue Meschi -, WashTec conferma ancora una volta di essere sensibile alle esigenze di operatori e clienti. Lo dimostra in maniera tangibile anche qui a Francoforte il top di gamma SoftCare2 Pro Touchless che offre, non solo programmi interamente in alta pressione (touchless), ma anche combinazioni di lavaggio con spazzole e prelavaggio in alta pressione o lavaggio in alta pressione seguito da un programma di cura. Senza dimenticare le opzioni nei sistemi a portale, come l’innovativa ricarica con cartucce ACS (Advanced Chemical System) e il terminale operativo touchscreen di facile utilizzo anche con lettore di carte di credito, ulteriori punti di forza presentati durante la fiera. Nel settore delle piste self-service, abbiamo semplificato il processo di lavaggio con SelfTecs che combina un’ottima pulizia e luminosità in soli tre passaggi di programma. Grazie alla soluzione dei colori, i clienti riusciranno facilmente a impostare il loro lavaggio in self e saranno in grado con un solo colpo d’occhio di capire quale spazzola o lancia dovranno utilizzare per il programma da loro selezionato. Invece, la nuova unità self-service CubeWash incrementa la flessibilità nella piazzola: può essere scelta per due piste e, grazie al suo design modulare, è facilmente integrabile in gran parte delle strutture di copertura in commercio; all’interno del box si può facilmente inserire, se necessario, anche il sistema di riscaldamento.

Infine, anche la consociata AuwaChemie è sempre alla ricerca di nuovi standard per la cura dell’auto grazie ai suoi innovativi prodotti di pulizia. In particolare, qui ad Automechanika ha presentato in anteprima la nuova linea TecsLine che include, non solo i ben conosciuti ShineTecs e InsecTecs, ma anche i nuovi shampoo ShampooTecs e FoamTecs, ciascuno con fragranza al limone, oltre a RainTecs con fragranza alla ciliegia. Questa completa linea di prodotti permette all’operatore di allestire in modo semplice un sistema perfetto per la cura dell’auto per colpire il cliente finale grazie agli ottimi risultati di lavaggio raggiunti. In altre parole, per riassumere la presenza di WashTec a questa edizione di Automechanika, possiamo dire: grande esperienza per migliori risultati, le innovazioni intelligenti da un leader del mercato dell’autolavaggio che combina un servizio di qualità per il massimo successo con il cliente!” Massimo Cicalini

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PIAZZALE

COME TI ILLUMINO IL PIAZZALE Agla Group è leader nella produzione di sistemi di illuminazione a led con una specifica competenza nel settore petrolifero. Abbiamo incontrato Alberto Bortolato, general manager del gruppo, per approfondire i segreti di questa tecnologia. Una lampada a led è essenzialmente una apparecchiatura elettronica e di aziende che già operavano in questo settore prima di affrontare il tema dell’illuminazione a led non ce ne sono molte. Agla Group produce lampade a led dagli albori di questa tecnologia, non si limitano quindi a riempire di led dei “case” che prima ospitavano altri sistemi di illuminazione, ma sono profondi conoscitori di “quello che c’è dentro”, perché tutto è stato pensato in funzione del led, tutto è specifico per questa tecnologia. “Siamo un’azienda che produce da 20 anni apparecchiature elettroniche sulla base di un’esperienza ultratrentennale dei soci fondatori, io e Marco Silini che segue soprattutto gli aspetti tecnici” è la puntualizzazione con cui Alberto Bortolato, General manager Di Agla Group apre il nostro incontro. “Dopo 15 anni che lavoravamo con l’impiego dei led - prosegue - abbiamo fondato Agla che quest’anno compie i 20 anni di attività, quindi usare il led

applicato agli impieghi industriali è il nostro “pane quotidiano”. In un primo tempo questa tecnologia era impiegata soprattutto per la segnalazione, oggi anche per l’illuminazione. Continuiamo a operare su entrambi i canali e abbiamo deciso di produrre una lampada per il settore petrolifero perché lo conosciamo bene: infatti è dal 1997 che realizziamo prezziari a led, siamo stati i primi in Italia e forse anche in Europa. Vantiamo quindi un’esperienza specifica nel settore e infatti non produciamo lampade per casa, ufficio o decorazione, ma solo per le esigenze dei distributori carburante”. Le problematiche della distribuzione petrolifera L’obiettivo prioritario è sempre il risparmio energetico, soprattutto nei periodi in cui le aree devono essere illuminate in ogni condizione di luce ambiente e anche di giorno. “Le problematiche che ci troviamo ad affrontare sono molteplici e tutte

Da sinistra Marco Silini e Alberto Bortolato

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hanno importanti risvolti tecnologici - spiega Bortolato -. Per esempio, per la pensilina e i locali che devono essere ben illuminati anche di giorno, abbiamo sviluppato un sistema che si regola sulla base della luce ambiente. Se l’accendo con il sole non si illumina ma, man mano che la luce solare cala, la lampada aumenta d’intensità, non è un semplice sensore crepuscolare che accende e spegne la lampada, qui si regola l’intensità dell’illuminazione in funzione della luce naturale, per poi fare il contrario quando sorge il sole. Un altro problema da affrontare con l’illuminazione a led è quello della dissipazione del calore prodotto dal componente, perché il led deve funzionare in condizioni ottimali per evitare che si deteriori prematuramente. Agla ha ovviato a questo inconveniente semplicemente creando le condizioni per avere meno calore, per questo motivo i nostri led sono distanti tra loro, infatti più sono vicini e più avrei un calore concentrato difficile da dissipare. Per ottimizzare e calcolare nel modo migliore la dissipazione del calore, a differenza di molti produttori, noi operiamo nella zona frontale. Infatti, spesso nelle pensiline, nella zona posteriore non si ha certezza della circolazione dell’aria, mentre sul frontale si è sicuri di non avere ostacoli. Per farlo abbiamo sviluppato una tecnologia particolare, una banda di alluminio che dissipa il calore. Tutto questo si traduce in un minor costo perché la struttura frontale ci deve essere comunque e così ho un minor peso perché non ho radiatori o altro sul retro per cui si riduce lo spessore, mentre sulla parte anteriore non ho vetri ma solo lenti. Si deve sapere che teoricamente il led non ha un limite di intensità di luce, più si dà corrente più illumina, fino al momento in cui brucia perché non riesce più a dissipare il calore, quindi se si ri6/2014


uscisse a raffreddarlo continuerebbe a funzionare al massimo. È questo il limite dei tubi a led che vanno a sostituire il neon, infatti sono venduti con una vita di circa 10 mila ore a 25°C di temperatura ambiente, ma come si fa a garantire una temperatura stabile? Se li posiziono in una lampada aperta, più o meno si può garantire una circolazione dell’aria, ma in una lampada stagna tutto il calore si accumula. Con i nostri sistemi invece questo problema non si pone. C’è poi da verificare la distribuzione della luce, Agla ha studiato una lente, montata su ogni singolo led, che fa una luce quadrata: quando si illumina un distributore si ha una specie di scacchiera ma, mentre le altre lampade danno una luce tonda, le nostre fanno una luce quadrata, molto uniforme su tutta l’area, in pratica la luce viene convogliata dove serve con pochissima dispersione, così i lumen emessi vengono sfruttati tutti per illuminare. Stiamo anche sviluppando delle lenti di silicone (sull’esempio delle maschere da sub o delle lenti a contatto) che garantiscono minori dispersioni e quindi più efficienza”. Più luce per l’immagine dell’area di servizio Torniamo sull’argomento qualità dell’illuminazione, perché l’immagine di una pensilina carburanti o di un ufficio luminosi sono certamente migliori di quelle in semioscurità. “È un concetto talmente semplice che non c’è neppure bisogno di rimarcarlo - prosegue Bortolato -. Con i nostri sistemi ogni lampada ha un sensore, così avremo una differente intensità di luce tra le lampade all’interno e quelle all’esterno; quelle interne non vengono influenzate dalla luce esterna e risulta

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così tutto è ben illuminato in maniera uniforme in qualsiasi situazione di luce, risparmiando. In altre parole se la lampada a led garantisce forti risparmi sui sistemi tradizionali, le soluzioni Agla sono ancora più economiche grazie all’attenta calibrazione della luce. Basta con i finti risparmi del “tanto non le accendo o ne accendo solo una”, quello non è un risparmio, è un disincentivo per il cliente. Invece con i sistemi Agla il gestore può permettersi di illuminare tutto, un aspetto importante anche per la sicurezza, soprattutto la sera. Ci sono alcuni gestori che di notte lasciano accese solo le colonnine self in funzione, ma l’automobilista che si ferma non vede cosa c’è attorno e probabilmente rinuncia al pieno, la stessa cosa capita agli autolavaggi self service”. Quali sono gli altri vantaggi per il gestore? “Un’altra peculiarità dei sistemi Agla è che hanno un flusso di luce costante per tutta la loro vita, quindi nelle 60 mila ore di utilizzo (che corrispondono a circa 10 anni) non hanno un calo di intensità, quindi la stessa luce sia da nuove sia da vecchie - precisa Bortolato -. Noi dichiariamo 76 W di consumo, in realtà sono 72 W da nuova e 82 W da vecchia, in pratica cambia il consumo ma non l’intensità della luce. Questo perché c’è un sistema elettronico che compensa ed è per questo che la definiamo lampada intelligente: infatti si dovrebbe parlare dell’illuminazione a led come di un apparecchiatura elettronica, non di una mera lampadina. Sono molte le ragioni economiche valide per cambiare l’illuminazione dell’area di servizio, ma il problema è farlo capire al gestore perché alla fine è lui che paga la bolletta della luce, mentre le compagnie petrolifere sono

relativamente interessate perché fanno l’investimento ma non seguono le spese di gestione dirette. Un po’ più interessati sono i retisti sensibili, oltre al risparmio, anche all’immagine che poi si traduce in maggiori vendite. Le altre tecnologie durano più o meno 10/15 mila ore, ma è difficile generalizzare perché oggi l’offerta è qualitativamente molto diversificata con materiali scadenti soprattutto di provenienza cinese. I nostri led durano non solo perché sono led, ma perché li mettiamo in condizione di lavorare al meglio: se prendo un led da che potrebbe dare 100 e al massimo ne utilizzo 70, lo si sottoalimenta per produrre meno calore, così si fa in modo che non scaldi e lo si fa funzionare in condizioni ottimali, senza picchi di corrente grazie ai controlli elettronici. È un po’ come un’auto, se la tieni bene e non la sfrutti al 100%, dura molto di più. Importante è poi la qualità della luce, noi utilizziamo led Nichia, sono giapponesi e sono il top, altri produttori offrono ottimi componenti, ma nessuno raggiunge il loro livello. Perché la luce ha una quantità di colori al proprio interno, lo spettro, e vediamo i colori in funzione del tipo di luce: si chiama CRI e i sistemi Agla hanno un CRI minimo di 80, considerando che la luce solare è 100, ne deduciamo che il nostro livello è ottimo. Quindi il distributore di benzina si rinnova non solo perché è illuminato, ma perché è illuminato bene, con luce di qualità e tutto risalta in modo migliore.

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Agla è certificata per la produzione di lampade e prezziari a led, inoltre il prodotto è interamente progettato e realizzato in Italia, la nostra esperienza ci ha consentito di creare questa apparecchiatura elettronica che è affidabile perché è nelle condizioni ottimali per funzionare e il conto economico se ne avvantaggia perché si ammortizza meglio. Anche se è difficile dire in quanto tempo, perché non si ha un parametro di confronto diretto, però si possono ipotizzare due anni sapendo di essere vicini al dato reale. Fondamentale da questo punto di vista diventa la facilità di installazione: per esempio una lampada molto sottile permette di togliere il corpo esistente e di aggiungere quello nuovo, “tappando il buco esistente” senza cornici e senza il rischio che un camion lo strappi perché sporge troppo. I nostri sistemi sono stati pensati anche in funzione di questo e quindi evitare i lavori di carpenteria che farebbero inevitabilmente lievitare i costi di installazione”. Dopo 10 anni si cambiano i led o si cambia tutta la lampada?

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“È meglio cambiare tutta la lampada ma, anche dopo questo periodo, la lampada funziona come il primo giorno, per 10 anni mantiene la propria intensità di luce e poi va avanti ancora, ci sarà un decadimento ma può durare anche 15/20 anni. Se vengono cambiate dopo 60 mila ore non si vede la differenza di illuminazione, dopo 80/90 mila ore si comincia a vedere che sta decadendo, ma solo con un confronto diretto. Inoltre, in questo periodo la manutenzione è praticamente a zero e la pulizia non pone problemi: basta un normale getto d’acqua, anche perché le lampade sono rivolte verso il basso e quindi tendono a sporcarsi poco; se ci fosse il radiatore posteriore ci sarebbe la necessità di pulirlo per migliorare la dissipazione, un’esigenza che le nostre lampade non hanno. Ecco perché il mercato ci sta riconoscendo questi plus: abbiamo iniziato la produzione nel 2014 e abbiamo già venduto oltre 1.500 lampade nelle aree di servizio”.

Syrma e Mira “Syrma e Mira sono le due plafoniere pensate espressamente per le pensiline delle stazioni di servizio - spiega Bortolato -. In particolare Syrma con i suoi 8 mm di spessore si adatta perfettamente a tutte le installazioni senza i problemi citati in precedenza, si può montare senza alcuna protezione trattandosi di un sandwich di due lamiere di alluminio con un piccolo guscio posteriore che contiene l’alimentatore e due fori anteriori per il fissaggio. Il peso contenuto in soli 3,4 kg permette di essere sostenuta da qualsiasi plafone, mentre la dimensione di 491x491 mm la rende ideale per sostituire le plafoniere esistenti. Si può solo aggiungere che tutti i plus elencati nell’intervista sono racchiusi in questo modello, che sta per essere affiancato da Mira, una nuova lampada pensata per le pensiline senza doghe e quindi anche per tutte quelle applicazioni, come gli autolavaggi, dove la si deve montare su una superficie liscia senza una sede predisposta, in pratica è un guscio di plastica per cui c’è anche lo spazio per i cavi e davanti c’è la piastra in alluminio che dissipa il calore e una guarnizione”. I prezziari elettronici “Se Agla ha una posizione di rilievo sul mercato delle lampade a led, ha invece una preponderante posizione nel mercato nei prezziari, che costituiscono il 50% del nostro fatturato nel settore petrolifero - conclude Bortolato -. In particolare noi produciamo solo l’elettronica e i numeri mentre altre aziende producono il prezziario finito e lo installano. Siamo stati i primi nel 1997 a introdurre questa tecnologia e ora produciamo circa 60 mila display all’anno per i prezziari del settore petrolifero, con numeri che vanno da 10 a 80 cm di altezza, praticamente per tutte le compagnie petrolifere, con poche eccezioni. Massimo Cicalini

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PIAZZALE

COMESTEROGROUP ACQUISITA DAL GRUPPO SUZO-HAPP Suzo-Happ leader mondiale nel mercato del gaming, intrattenimento e vending ha acquisito Comesterogroup, la conferma che le eccellenze italiane costituiscono un ottimo investimento per i capitali stranieri.

Lasciamo al comunicato stampa congiunto l’ufficializzazione della notizia. “Suzo-Happ ha annunciato che ha completato l’acquisizione di Comesterogroup, azienda leader in tutta Europa nella fornitura di sistemi di pagamento elettronici e apparecchiature per gestioni self-service agli operatori del carwash, gaming, lavanderie e vending. La gamma di prodotti e servizi di Comesterogroup include una varietà di sistemi di pagamento e macchine self-service che uniscono un design d’eccellenza con una tecnologia elettronica all’avanguardia… L’acquisizione di Comesterogroup rappresenta per Suzo-Happ l’opportunità di ampliare la propria presenza in tre mercati europei strategici: l’Italia, la Francia e la Spagna e di rafforzare la propria strategia di differenziazione, entrando in nuovi settori come quello del carwash e delle lavanderie self-service. I più di 5 mila clienti

di Comesterogroup sono un importante ampliamento del crescente portafoglio di Suzo-Happ e i suoi 150 dipendenti rappresentano una strategica espansione in termini di risorse e capitale umano”. Cosa cambia per i clienti La prima domanda che viene spontaneo porre a Riccardo Chionna, Managing Director di Comesterogroup, è cosa cambierà con questa acquisizione per i clienti che fino ad ora sono stati serviti da Comesterogroup. “Si cambia sempre per migliorare e questa operazione non fa certo eccezione - tranquillizza Riccardo Chionna. Siamo da tanti anni il distributore in Italia di Suzo-Happ. Suzo-Happ è un grande gruppo, cresciuto negli anni e oggi detenuto da un fondo americano che ha fatto una serie di acquisizioni prevalentemente nel ramo gaming.

In particolare, Happ è un’importante azienda americana che gestisce ricambistica per il mercato del gioco in America; Suzo gestisce invece la ricambistica nel mercato del gioco in Europa. Recentemente hanno fatto un’acquisizione analoga in Australia e una a Macao in Cina, quindi hanno coperto praticamente tutto il mondo nella gestione di questo business. A quel punto si sono però resi conto come l’azione di Comesterogroup negli ultimi 15/20 anni, mirata a diversificare i settori d’intervento sviluppando una serie di prodotti e di attività commerciali mirate, era assolutamente quello di cui avevano bisogno. Si sono quindi trovati di fronte a un bivio: o investire per sviluppare il know-how e i prodotti, o puntare a un’acquisizione che permettesse di trovare il meglio già pronto ed entrare nel mercato da leader.

Da sinistra: Roberto Lamesta, Riccardo Chionna, Harald Wagemaker e Davide Chionna

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Hanno scelto la seconda opzione e hanno individuato in Comesterogroup l’azienda ideale. Anche per noi il beneficio è enorme, perché entriamo in un gruppo con una visione internazionale che ha già sviluppato attività in quei settori in cui siamo forti e con una struttura mondiale che ci permetterà di portare la nostra gamma su uno

scenario molto più allargato rispetto a quello che prima, pur con tutti gli sforzi che si potessero fare, potevamo raggiungere. Ciò che non cambia è invece il fatto che continueremo a essere per tutti i nostri clienti il punto di riferimento in termini di presidio commerciale, capacità produttiva, servizio e assistenza. Il brand

rimane Comesterogroup, con il personale e i manager che l’hanno gestita finora: i referenti sono sempre gli stessi perché questa è stata una precisa scelta durante la trattativa. A volte queste operazioni spaventano il mercato, invece è importante comunicare che i Chionna ci sono e restano un riferimento all’interno del management dell’azienda.

Il Team Carwash di Comesterogroup

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RiccardoChionna

Enrico Giannieri

Allo stesso modo la Divisione Carwash Italia rimane immutata: con Roberto Lamesta Direttore commerciale ed Enrico Giannieri Responsabile commerciale. In compenso i vantaggi sono enormi: basti pensare agli sbocchi per i nostri prodotti, molto più allargati rispetto a quello che è stato fino a oggi perché la struttura del Gruppo, presente con sedi proprie praticamente in tutto il mondo, è sicuramente un plus straordinario. Potrebbe anche succedere che in futuro i prodotti progettati da noi vengano realizzati da altre unità produttive sparse nel mondo, anche se allo stato attuale, si punta su Comesterogroup anche per la sua capacità produttiva. Per quanto riguarda la produzione europea, le due sedi saranno, infatti, quelle storiche di Comesterogroup, la Polonia e Gessate come è stato fino ad oggi, non solo senza alcun piano di ridimensionamento, ma con la possibilità di aumentare la capacità produttiva. Al mondo del carwash posso anzi anticipare che l’offerta si amplierà continuando lo sviluppo dei prodotti e non saranno prodotti Suzo perché non sono presenti in questo settore. Al momento non posso dire se aumenteremo i settori di intervento, Comesterogroup già oggi serve tutto il mondo del self e saremo attentissimi all’evoluzione dei pagamenti automatici, che stanno sicuramente diventando una realtà in tantissimi settori, anche quelli fino a ieri tradizionalmente coperti dal servizio manuale”.

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CHI È SUZO-HAPP Suzo-Happ opera nei mercati mondiali del gaming, intrattenimento, vending, ma anche industriale, dei trasporti e del retail. Il Gruppo fornisce una vasta gamma di componenti, prodotti di consumo e hardware, oltre ad offrire servizi di marketing, sviluppo, progettazione costruttiva e riparazioni tecniche. Le linee di prodotti di Suzo-Happ comprendono macchine per il trattamento del denaro, display, dispositivi di controllo, componenti per le macchine da gioco, prodotti per l’ambiente e prodotti di consumo. L’azienda ha più di 600 dipendenti e oltre 20 mila clienti in tutto il mondo e vanta sedi produttive, di progettazione, distribuzione e assistenza in 13 Paesi. Suzo-Happ è controllata da Acon Investments, un fondo di investimento in privaty equity che ha sede a Washington, con un capitale gestito di oltre 4 miliardi di dollari.

IL NUOVO RESPONSABILE DEL CARWASH EUROPEO DI SUZO-HAPP François Profit, Presidente di Comesterogroup France, è il nuovo Responsabile Carwash di Suzo-Happ per tutta l’area EMA. “La fusione di due grandi attori nel mondo dei sistemi di pagamento come Comesterogroup e Suzo-Happ - commenta Profit - è una grande opportunità per il tutto il mercato del carwash in Europa e Middle East: gli operatori potranno avere un unico partner capace di rispondere alle esigenze più eterogenee in termini di prodotti e servizi. La potenza del nostro nuovo gruppo unita alla grande esperienza di Comesterogroup in questo settore ci darà una nuova spinta innovativa, indispensabile per far evolvere ancora di più la nostra gamma. La verticalizzazione internazionale del management e la mia nomina rispondono piena-

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François Profit

mente a questo obiettivo: creare una strategia condivisa di crescita e di sviluppo all’interno della quale si muovono con autonomia tutte le aziende del Gruppo”.

La parola passa a Davide Chionna, Managing Director di Comesterogroup: “L’impegno di Suzo-Happ nel sostenere la nostra velocità di innovazione e il livello di qualità offerto dal Management di Comesterogroup ci permetterà di essere in modo ancora più strutturato e strategico il punto di riferimento d’eccellenza per tutti i nostri clienti, in termini di presidio commerciale, capacità produttiva, servizio e assistenza. Il mercato globale di Suzo-Happ è diviso in tre comparti con altrettanti responsabili: Americhe e Australia, Europa e Nord Africa e Asia. Per il mercato europeo del Carwash il responsabile sarà Francois Profit, Presidente di Comesterogroup Francia, un altro chiaro segnale di continuità”. “Questa operazione ha messo in campo forze complementari per dare vita a un’azienda unica nel suo genere con capacità senza precedenti nel trattamento della moneta e nella futura generazione di gestione dei pagamenti - interviene in chiusura Harald Wagemaker, Vicepresidente Esecutivo marketing e vendite per il mercato Gaming di Suzo-Happ Group -. Con questa acquisizione Suzo-Happ amplia ulteriormente la propria capacità produttiva e migliora la propria offerta”. Mario Rota 6/2014



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Sono giapponesi Isamu Akasaki e Hiroshi Amano e americano, ma nato in Giappone, Shuji Nakamura i vincitori del Premio Nobel per la fisica 2014. Le loro invenzioni stanno modificando il sistema di illuminazione anche delle aree di servizio.

Negli anni Novanta i tre scienziati hanno progettato i semiconduttori capaci di produrre luce blu che con i led a luce verde e rossa, già inventati da qualche tempo, hanno permesso di ottenere la luce bianca. È stata una scoperta rivoluzionaria che ha subito trovato largo uso nella tecnologia di uso quotidiano, con grande risparmio energetico e grazie alla quale è ora possibile realizzare sistemi di illuminazione a bassissimo consumo. Ancora una volta la fondazione accademica che conferisce l’importante onorificenza ha risposto allo spirito di Alfred Nobel premiando coloro che con la loro invenzione apporteranno “considerevoli benefici all'umanità”. Infatti, se la luce del XIX secolo è stata quella delle lampade a bulbo e nel XX secolo quella delle lampade a fluorescenza, la luce del XXI secolo sarà quella dei led. Questi rivoluzionari dispositivi elettronici consentono la produzione di luce in maniera più efficiente dal punto di vista energetico e più rispettoso per l’ambiente. Basti pensare che la durata di un led é di 100 mila ore contro le 1.000 delle lampade a incandescenza e le 10 mila delle lampade a fluorescenza.

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hole p-layer active layer n-layer electron

anode (p-electrode)

cathode (n-electrode)

wire bond post anvil

p-GaN Zinc-doped InGaN

p-AIGaN n-AIGaN

GaN Buffer Layer Sapphire Substrate

n-GaN anode cathode

Grazie all’illuminazione a led, ottenibile solo con il led blu, il milione e mezzo di persone che ancora vive senza elettricità potrebbe disporre di reti a basso costo dal momento che i led si alimentano con piccole quantità di energia, come quella fornita da un pannello solare.

Illustration: © Johan Jarnestad/The Royal Swedish Academy of Sciences

piazzale

IL NOBEL PER LA FISICA AGLI INVENTORI DEL LED BLU

Torraca, un paese di 1.400 abitanti in provincia di Salerno, nel “lontano” 2007 è stato illuminato esclusivamente con lampade a tecnologia led. Questa scelta ha generato un risparmio energetico del 65%, la riduzione dei costi di manutenzione del 50% e dell’inqui-

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namento luminoso del 90%. Daniele Filzola, il giovane sindaco, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Caterpillar su Radio2, ha confermato che a distanza di sette anni le lampade sono ancora perfettamente efficienti e non è stata necessaria nessuna sostituzione. Da Torraca a Milano, prima tra le grandi città a dotarsi di tecnologia led,

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come Oslo, Los Angeles, Copenaghen o Stoccolma; il capoluogo lombardo quest’anno conta di risparmiare circa 10 milioni di euro grazie all’installazione di una prima tranche di lampade led. Da Milano fino all’Empire State Building uno dei simboli della Grande Mela in molti scelgono di illuminare con i led, infatti un’altra delle caratte-

ristiche salienti di questa nuova tecnologia è la versatilità e la possibilità di gestire l’illuminazione di ogni singolo punto luce con un notevole miglioramento dell’estetica di tutto ciò che viene illuminato sia un monumento, una via o… una pensilina. Paola Sala 6/2014


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WYNN’S CAMBIA E SI RAFFORZA Specializzata nella produzione di prodotti chimici, Wynn’s offre al mercato automotive numerose soluzioni per la cura e la manutenzione del veicolo a livello professionale.

Nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta, Wynn’s ha acquisito una profonda esperienza negli anni che l’ha portato a espandersi oltre confine con i suoi prodotti altamente tecnologici, per arrivare in Italia con l’apertura di una filiale diretta attorno all’anno 2000. I suoi prodotti sono conosciuti e apprezzati in oltre 100 Paesi e a una multinazionale così attenta al mercato automotive non poteva certo mancare la presenza sul mercato italiano, fra i principali in Europa. In questi anni Wynn’s Italia ha sviluppato la sua presenza e ha portato alle officine non solo gli additivi e i lubrificanti (per carburanti, olio, motore, trasmissioni sistema di raffreddamento e climatizzazione), ma anche attrezzature specifiche per la manutenzio-

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ne dell’auto, quali per esempio quella per il cambio olio nelle trasmissioni automatiche o quella per la pulizia del sistema di aria condizionata. Prodotti di alta qualità con le più recenti tecnologie L’asso nella manica di Wynn’s è proprio la qualità dei suoi prodotti: i laboratori e i centri di ricerca della multinazionale americana sono costantemente impegnati nella ricerca delle formulazioni più idonee a risolvere qualsiasi problema di lubrificazione e prestazioni dei motori, mantenendo però sempre alta l’attenzione all’ambiente. L’azienda punta molto sulla sicurezza e la salvaguardia ambientale, sia nella fase di produzione sia nell’utilizzo dei prodotti.

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In Belgio, dove ha sede il centro produttivo che serve tutta l’Europa, ma anche Asia (Cina in particolare) e Africa, tutta la produzione è sottoposta a severi criteri di qualità, tanto che gli stabilimenti hanno ottenuto la certificazione dì qualità ISO 9001. La logistica che cambia In pochi anni Wynn’s ha sviluppato una capillare rete di vendita e servizi per il cliente, capace non solo di garantire tempi di consegna rapidi, ma anche adeguati servizi di assistenza tecnica nell’uso dei prodotti e consulenza agli acquisti.

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In Italia, la filiale di Montale, in provincia di Pistoia, ha abituato la clientela (principalmente distributori e grossisti) ad avere a disposizione un team di manager e tecnici molto preparati e competenti, in grado di rispondere a qualsiasi domanda sui prodotti e sul loro impiego. Come già hanno fatto molte aziende del comparto, al fine di ottimizzare costi e servizi è stato scelto di chiudere i depositi locali (più o meno piccoli) a favore di una logistica centralizzata, che permette di integrare e gestire al meglio scorte e consegne, anche Wynn’s ha optato per questa soluzione.

Cosa cambia per la clientela? “Ben poco, in realtà – spiega Paolo Magera, Sales Manager Italy –, i nostri tecnici continueranno ad assicurare il servizio di assistenza e consulenza sia telefonica sia sul territorio e la forza vendita continuerà a supportare i clienti come prima. Questa operazione a livello internazionale ci permette di essere ancora più forti sul mercato italiano, con una clientela più selezionata e di fatto con una capacità di penetrazione sul mercato ancora più profonda”. Arlina Rabbiacci

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eventi

AUTOPROMOTEC: INTERNAZIONALIZZAZIONE PER UNA RASSEGNA GLOBALE Autopromotec, la rassegna internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico in programma a Bologna dal 20 al 24 maggio 2015, si preannuncia come l’edizione più internazionale di sempre.

Si deve puntare sull’estero e sull’internazionalizzazione per rispondere alle sfide della globalizzazione. Autopromotec ha quindi siglato di recente nuove collaborazioni che si affiancano e rafforzano le attività di promozione estera già pianificate nel primo semestre di quest’anno e che prevedono azioni mirate in Brasile, Turchia, Vietnam e Indonesia, oltre ovviamente a quelle già ben rodate nei principali Paesi Europei. Un’iniziativa che punta a rafforzare ulteriormente il carattere internazionale della manifestazione. Sono due i principali obiettivi individuati dal management della Fiera bolognese. Il primo è incrementare la conoscenza della rassegna a livello globale, invitando quindi delegazioni sempre più numerose di buyer internazionali organizzati in aree collettive Paese, soprattutto di quelle nazioni strategiche per la crescita del business, incrementando quindi la presenza di espositori internazionali. In secondo luogo, far conoscere a livello globale le specificità e le eccellenze del Sistema Italia nel post-vendita auto, impulso oggi più che mai vitale per le aziende del comparto. Le novità legate alla promozione internazionale messe in atto dalla società organizzatrice Promotec possono essere incluse all’interno di quattro differenti e articolate macro aree. In primo luogo i progetti sviluppati in base a un accordo con la Regione Emilia Romagna con la quale è già partita la promozione in Brasile, Turchia, Vietnam e Indonesia. A queste attività già pianificate e avviate, vanno ad aggiungersi quelle in paesi strategici quali Russia, Argentina, Perù e Cile con attività mirate di mailing e pubblicitarie che hanno portato alla definizione di delegazioni di buyer da questi paesi. Inoltre in Estremo Oriente, ai paesi scouting quali Vietnam e Indonesia, si aggiunge

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la Thailandia dove è previsto un roadshow di presentazione alle principali associazioni e media locali. L’altra area su cui è indirizzato il focus degli organizzatori riguarda il rafforzamento della presenza di aree Paese rispetto alle edizioni precedenti e a tal fine sono in fase avanzata colloqui con agenzie di promozione Paese in Messico e in Turchia per la costituzione di esposizioni collettive in seno alla fiera, mentre altre sono in via di prossima definizione. La nuova sede di Promotec, da poco inaugurata e centro polifunzionale di servizi per il mercato automotive, sarà anch’essa fonte di promozione, perché sempre maggiore attenzione viene rivolta all’organizzazione di eventi di caratura internazionale, quali per esempio l’assemblea generale di EGEA

(European Garage Equipment Association) e altri eventi già definiti da qui al 2015, che avranno come protagoniste importanti aziende del comparto. Intensificati infine i momenti che vedranno la promozione di Autopromotec nelle principali fiere di settore a livello globale, fra cui Interauto a Mosca, organizzata nel mese di agosto, e Sema Show di Las Vegas, il prossimo novembre, dove la fiera bolognese è presente in aree collettive con alcuni associati AICA per la promozione dell’eccellenza italiana nel settore del post-vendita. In ultimo, ma non in ordine di importanza, la creazione di relazioni istituzionali con enti fieristici e associazioni estere per l’internazionalizzazione dell’evento. Nicoletta Lega 6/2014


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news news news news news TANTE NOVITÀ DA AREXONS Arexons ha pronta un ricco ventaglio di nuove soluzioni per rendere ancora più ricca l’offerta degli shop delle aree di servizio. La gamma di spazzole tergicristallo Only One è disponibile in 12 misure (35 cm, 38 cm, 41 cm, 43 cm, 45 cm, 48 cm, 50 cm, 53 cm, 55 cm, 60 cm, 65 cm, 70 cm) con adattatore unico compatibile con il 97% delle vetture, coperto da brevetto internazionale depositato. Caratterizzate da una robusta struttura esterna, gomma con applicata “nano tecnologia” e spoiler senza cappuccio finale, le Only One sono resistenti e affidabili, durano a lungo e garantiscono la massima silenziosità durante l’utilizzo. Prezzo suggerito al pubblico a partire da 11,90 euro. La formulazione di Shado Cera Alta Protezione, a base di polimeri e cere siliconiche di nuova generazione, permette di lucidare e proteggere a lungo la carrozzeria dell’auto in modo facile e veloce; grazie all’azione dei microabrasivi contenuti al suo interno esercita un alto potere pulente ed elimina ogni piccola irregolarità dalla superficie di vernici colorate e metallizzate, nuove o leggermente opache. Shado, proposta in un flacone da 500 ml, forma un film lucido e idrorepellente che agisce da barriera protettiva contro l’azione di agenti atmosferici, raggi ultravioletti, agenti acidi e

polvere. Se ne consiglia l’utilizzo 3/4 volte l’anno e le modalità d’uso prevedono di lavare e asciugare la carrozzeria. Il panno in pelle naturale e scamosciata Wizzy è invece ideale per pulire e asciugare dopo il lavaggio la propria auto, in particolare la carrozzeria, le parti in plastica e i vetri: grazie al suo elevato potere assorbente assicura un ottimo risultato senza lasciare tracce o aloni. Per un utilizzo corretto si deve lavare il panno con acqua calda e sapone prima del primo utilizzo e in seguito, bagnarlo, strizzarlo bene e asciugare normalmente la superficie; infine, prima di riporlo, lavarlo con acqua tiepida e sapone neutro. Rain Off è uno speciale trattamento per il parabrezza: applicato prima che piova, crea un film idrorepellente che favorisce lo scivolamento delle gocce di pioggia già a 50/60 km/h. Grazie alla sua formulazione, Rain Off fa scorrere l’acqua senza farla aderire alla superficie, condensandola in goccioline che scivolano via all’aumentare della velocità del veicolo, lascia quindi il cristallo pulito e trasparente e limita l’utilizzo delle spazzole tergicristallo, riducendone così l’usura. Il prodotto è dotato di un pratico applicatore che rende il suo impiego facile e d’inverno aiuta a prevenire la formazione di ghiaccio.

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news news news news news TOTALERG E INPOST: L’E-COMMERCE PASSA DALLE AREE DI SERVIZIO Pierfrancesco Maran, Assessore del Comune di Milano, ha inaugurato, presso un punto vendita di TotalErg del capoluogo lombardo, un nuovo servizio per i clienti che fanno acquisti online, sviluppato grazie alla partnership tra TotalErg e InPost con il supporto di TNT Italy e Banzai. L’accordo siglato tra la compagnia petrolifera TotalErg e InPost (tra i primi Gruppi al mondo nei servizi di spedizione a supporto dell’e-commerce) consiste nell’installazione in alcuni punti vendita carburanti di Lockers, innovativi terminali che consentono di inviare e ricevere merce acquistata online. La partnership prevede una fase iniziale che coinvolgerà 15 punti vendita per ampliare successivamente il servizio. “Abbiamo deciso di ospitare i terminali di InPost - spiega Mauri-

sul carburante e minuti di telefonia ERG Mobile, spendibile e accumulabile anche direttamente con l’App mobile. Le prime stazioni coinvolte si trovano da Milano a Roma fino a Genova e Vicenza; non mancheranno le offerte dedicate agli utenti dei Locker InPost veicolate attraverso le ricevute di consegna, quali sconti sui rifornimenti successivi nello stesso punto vendita e i codici coupon sconto emessi anche sui Lockers installati presso altre reti. “Siamo particolarmente contenti della partnership con una società leader nel settore petrolifero quale TotalErg che va ad aggiungere un importante tassello al costante lavoro di sviluppo della nostra rete di Locker operato nel corso dei mesi, con l’obiettivo di garantire a un maggiore numero di e-shopper ulteriore accessibilità e prossimità ai dispositivi - commenta Stefano Moni, AD di InPost Italia -. L’accordo con TotalErg si inserisce infatti in un piano di business partito nei primi mesi dell’anno con la creazione di partnership siglate con TNT Italy, che commercializza in esclusiva l’operatività di questo innovativo canale di distribuzione, e Banzai importante operatore italiano dell’e-commerce e leader nell’editoria online, create con l’obiettivo di adottare strategie comuni e accordi di co-marketing volti a favorire un incremento dei prodotti gestiti e di offerta al cliente finale”.

zio Libutti, Direttore Rete di TotalErg - perché questa iniziativa è coerente con la nostra strategia, ovvero la soddisfazione dei nostri clienti attraverso un’ampia e qualificata offerta di prodotti di qualità, di servizi e soluzioni sempre nuove che facilitano la vita di tutti i giorni agli oltre 3 milioni di clienti che scelgono di fare rifornimento sui nostri punti vendita. Non si tratta solo di assicurare elevati standard di servizio, ma anche di sviluppare una rete di punti vendita attenta all’evoluzione del mercato, orientata all’innovazione e all’utilizzo del digitale. Attraverso l’accordo con InPost i nostri clienti potranno ritirare o consegnare qualsiasi prodotto acquistato online in piena sicurezza, comodità e 7 giorni su 7, 24 ore su 24”. I terminali potranno essere inoltre utilizzati per consegnare i premi del Box Più, il borsellino virtuale di TotalErg, attraverso il quale è possibile ottenere punti, sconti

SUPERLUBRIFICATI CON LUBRIMAX DI MA-FRA Lubrimax è un efficiente lubrificante trasparente adesivo ad alta resistenza e a forte penetrazione. Nuove tecnologie chimiche e di produzione messe a punto nel Centro R&D di Ma-Fra permettono al prodotto di trasformarsi, subito dopo averlo spruzzato, da molto fluido per una perfetta penetrazione nelle varie componenti meccaniche anche le più inaccessibili, in una sorta di gel capace di “ancorarsi” alle singole parti per una lubrificazione totale e resistente. Il prodotto ha notevoli capacità lubrificanti, garantisce una grandissima scorrevolezza e

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resiste ai lavaggi e agli agenti chimici e salini; inoltre non sporca e non cola ed è un ottimo isolante per i morsetti delle batterie, resiste alle alte temperature e alle forti oscillazioni meccaniche. Lubrimax è disponibile nella nuova veste grafica studiata appositamente per aree di servizio, officine, carrozzerie e ferramenta nella sua pratica confezione spray da 500 ml.

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news news news news news CON ZECA IL TUBO SI AVVOLGE Grazie a Zeca Spa non ci saranno più tubi sparsi sul pavimento. Infatti l’azienda piemontese, nell’ottica del rinnovamento e ampliamento della propria gamma, ha presentato la nuova serie di avvolgitori per aria e fluidi Serie 8400, prodotti interamente in Italia nello stabilimento di 12 mila mq situato nella periferia Nord di Torino. Sempre attenta alle norme per la sicurezza sul lavoro e alle caratteristiche costruttive che superano rigorosi controlli qualitativi interni, Zeca ha sviluppato questi avvolgitubo con la bobina di abs e li ha resi adattabili per vari impieghi presso gli autolavaggi e le stazioni di servizio, senza dimenticare le officine per auto e veicoli industriali. La novità di questa nuova gamma è il rivoluzionario giunto con bassissimo coefficiente di attrito; inoltre, grazie all’assenza di strozzatore, questa gamma di avvolgitori garantisce sempre la massima pressione di utilizzo. La nuova Serie 8400 è conforme alla normativa Atex ed è disponibile in varie versioni: si va dai modelli per aria compressa e acqua fino a 20 bar di pressione di esercizio, equipaggiati con tubi in gomma o con il nuovissimo tubo in KPU, fino ai modelli per alta pressione per l’utilizzo con aria, acqua e olio che raggiungono i 200 bar di pressione, mentre le lunghezze del tubo variano da 10 metri fino a raggiungere i 20 metri e i diametri passano dai 3/8” fino a 1/2”. La grande facilità di manu-

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tenzione della Serie 8400 permette all’utilizzatore di acquistare l’avvolgitore senza tubo, equipaggiandolo eventualmente con un tubo particolare, specifico per i singoli impieghi.

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news news news news news EQUIP AUTO 2015, A PARIGI IL MONDO DELL’AFTERMARKET La 22a edizione del salone Equip Auto, l’appuntamento internazionale degli operatori dell’aftermarket e dei servizi per tutti i veicoli si svolgerà a metà ottobre 2015 presso il quartiere fieristico di Paris Nord Villepinte. Il Salone rappresenta uno dei principali crocevia europei di scambi tra produttori, distributori e riparatori alla ricerca di nuovi prodotti, servizi o partner; l’organizzazione e la gestione è stata curata dalla Federazione degli Industriali delle Attrezzature per Veicoli (FIEV) e della Federazione Francese della Carrozzeria (FFC), organizzata dal gruppo Comexposium. Una nuova identità visiva e una nuova promessa, “Il mondo dell’aftermarket davanti a voi”, hanno riflettuto le evoluzioni del mercato del post-vendita e dei servizi e sottolineato la capacità di Equip Auto di anticipare sempre di più le necessità degli operatori. Con una nuova dinamica grafica, riflesso dei valori e delle ambizioni del Salone, la rassegna ha ben illustrato la volontà di riunire tutti gli operatori internazionali della filiera post-vendita per tutti i veicoli e presentare un’offerta completa e innovativa rappresentata da 1.500 espositori su una superficie di 100 mila mq a disposizione dei 100 mila operatori professionali internazionali intervenuti durante i cinque giorni della fiera. Infatti Equip Auto permette da 40 anni a tutti gli operatori di trarre vantaggio da questo momento unico d’incontro e rafforza la strategia adottata con successo lo scorso anno a che si basa su tre assi portanti: più business, più servizi, più eventi collaterali. Il salone conferma di aver centrato il suo obiettivo principale: riunire gli operatori dell’aftermarket creando condizioni favorevoli alla crescita del loro business per sviluppare la loro fedeltà al marchio perseguendo la sua ambizione, ovvero essere l’evento di riferimento per il post vendita e i servizi legati a tutti i veicoli riunendo tutti gli operatori della zona EMEA

TANICHE CARBURANTE DI POLIETILENE LAMPA Un accessorio utile nello shop, per venire in soccorso di chi deve portare benzina o gasolio fino alla vettura “a secco”, ma anche per sostituire le pesanti taniche di ferro: in entrambi i casi un ottimo sistema per incrementare gli affari. Lampa, la storica azienda mantovana leader nella produzione e commercializzazione di accessori per l’automotive e per il fai-da-te, presenta le nuove taniche per il trasporto di carburante di polietilene. Realizzate seguendo i modelli delle taniche militari e secondo le specifiche Nato, le taniche in polietilene Lampa, omologate UN e ADR/GGVSEB e dotate di certificazione internazionale Tüv, sono l’ideale per trasportare in sicurezza tutti i liquidi infiammabili, etanolo compreso. Pratiche

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e leggere, facili da maneggiare e caratterizzate da pareti a spessore maggiorato, le taniche Lampa offrono altissima resistenza a urti e agenti atmosferici, oltre a non essere soggette ad alteramento delle proprie caratteristiche fisiche nel tempo. Impilabili, in modo da consentire uno stoccaggio intensivo in un minimo spazio, sono l’ideale per una ordinata e sicura scorta di carburante. Le taniche carburante Lampa sono complete di travasatore flessibile, integrato all’interno della tanica stessa, per permettere il rifornimento anche nei serbatoi difficilmente accessibili. Il prezzo consigliato al pubblico è di 20,54 euro (Iva esclusa) per il modello da 10 litri e di 28,00 (Iva esclusa) per quello da 20 litri. 6/2014


news news news news news BEAN BY FRA-BER, IL PROFUMO PER AUTO Bean è il nuovo profumatore per auto ideato da Fra-Ber: sono stati la sua forma tondeggiante, gli angoli smussati, i colori vivaci a suggerire il suo nome Bean, “fagiolino” nella traduzione dall’inglese. Nella parte posteriore, Bean è stato studiato per aumentare la superficie di contatto con l’aria e, conseguentemente, la diffusione del profumo all’interno del veicolo, mentre la possibilità di regolare il flusso dalle bocchette ne permette un rilascio più o meno intenso in base alle proprie esigenze. Il nuovo profumatore si può scegliere, non solo per una delle sue cinque differenti fragranze, ma anche in base al proprio umore e stile di vita. Bean Casual è marrone e il suo profumo è per chi ama una vita rilassata e all’aria aperta. Bean Sporty, azzurro, è per

chi si sente uno sportivo ed è sempre in movimento. Bean Glamour, rosa, è inebriante con essenza a base di fiori bianchi ed elementi pregiati quali la vaniglia bourbon. Bean Balance, verde con sentore di bergamotto, è pensato per le personalità più zen. Infine, Bean Classic è nero con una fragranza elegante e ricercata come lo zafferano. All’interno di ogni pack, il profumatore si presenta disassemblato in tre parti, tutte le unità sono inserite in un sacchetto “poly bag” che impedisce alla profumazione di disperdersi prima dell’effettivo utilizzo del prodotto; le tre parti si agganciano fra di loro in maniera assolutamente semplice e tutto sarà immediatamente pronto all’uso. Bean è disponibile al prezzo di 6,00 euro più Iva.

NUOVO CARICABATTERIE PROFESSIONALE CTEK MXTS 40 Intec, distributore in esclusiva per l’Italia dei caricabatteria CTEK, propone il nuovo CTEK MXTS 40, un caricabatterie portatile, che combina una elevata potenza di carica e di alimentazione a una grande flessibilità operativa, potendo operare con programmi specifici su tutti i tipi di batteria al piombo oggi sul mercato, comprese tutte le versioni delle vetture Start&Stop. Le sue caratteristiche costruttive, quali i cavi di 2,5 m staccabili e le pinze sostituibili, ne fanno uno strumento professionale costruito per durare nel tempo e resistere a tutte le sollecitazioni di un’officina. CTEK MXTS 40 può operare con una potenza di 40 A ed è dotato di funzioni per la compensazione della temperatura e di ricondizionamento della batteria, inoltre dispone di una porta USB per futuri aggiornamenti del software. L’intero processo di test, ricarica e mantenimento della batteria, suddiviso in 8 step, può essere seguito facilmente sul pratico display che consente anche una lettura chiara dei parametri di ricarica quali corrente, tensione e ampère caricati.

ANCHE HYUNDAI PUNTA SUL METANO una trasmissione a doppia frizione con sette rapporti. Bassissime le emissioni di CO2: solo 87 g/km, un valore che è già conforme alla direttiva Euro 6 tre anni prima della sua entrata in vigore prevista per il 2017; notevoli anche le prestazioni con una potenza di 117 cv e una coppia di 206 Nm. Il metano è stoccato in un serbatoio rettangolare posto nel pianale: così non si riduce lo spazio interno per passeggeri e bagagli. La nuova Hyundai è dotata di un commutatore automatico che permette il passaggio automatico all’alimentazione a benzina quando la riserva di metano si esaurisce.

Dopo che le principali case automobilistiche da Fiat a Volkswagen hanno messo da tempo a listino modelli con trazione a metano, anche la coreana Hyundai, in occasione del Salone di Parigi, ha presentato la nuova i30 CNG alimentata da questo gas. La Hyundai i30 CNG ha un motore da 1,4 litri abbinato a 6/2014

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news news news news news NEL “PIANO CITTÀ” COLONNINE PER LE AUTO ELETTRICHE “Per la prima volta, nel Piano Città all’interno della Legge di Stabilità, sarà inserita la possibilità di prevedere per edifici pubblici e privati colonnine di ricarica delle auto elettriche”. Lo ha dichiarato, intervenendo al convegno “Auto e mobilità per il rilancio del Paese” il Senatore Riccardo Nencini, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sottolineando come sia sempre più necessario coniugare mobilità ed ecologia. Il Vice Ministro ha inoltre assunto l’impegno a esaminare varie modifiche al Codice della Strada, che sono in discussione in Parlamento, per valutarne le possibili ricadute sul mercato dell’auto e ha concluso dichiarando che si deve lavorare per l’abbattimento dei costi della messa su strada dei veicoli. Ovviamente la notizia è da accogliere con soddisfazione, ma sarebbe opportuno fosse seguita dalla possibilità di detrazione dei costi di installazione, per stimolare pubblico e soprattutto privato a farsi carico di questi investimenti. Nel lungo e tribolato dibattito sulle forme di mobilità alternativa, certamente il capitolo più complesso coinvolge proprio la scarsa disponibilità dei punti di ricarica per le auto elettriche, forse il maggiore limite, più disincentivante anche dell’elevato prezzo d’acquisto, alla loro diffusione. Eppure il mercato dell’auto elettrica potrebbe rappresentare un possibile incentivo al rilancio dell’industria e dell’indotto automotive che in Italia, in base a quanto affermato da Massimo Nordio, presidente dell’Unrae (l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) ha perduto nell’arco di due anni circa 15 mila posti di lavoro e visto la chiusura di 500 concessionarie.

TURTLE WAX PER RIMUOVERE CATRAME E RESINE Un ottimo prodotto per lo shop che consentirà ai clienti di risolvere il problema delle fastidiose incrostazioni di catrame, resina e insetti che si formano sulla carrozzeria e che, spesso in maniera ostinata, resistono anche ai lavaggi più accurati. Grazie a Turtle Wax, il famoso brand di prodotti di alta qualità per la cura dell’auto commercializzato in Italia in esclusiva da Lampa, la soluzione arriva direttamente dagli Stati Uniti: si chiama Tar&Sap Remover ed è una speciale formulazione non-abrasiva che rimuove efficacemente qualsiasi traccia di catrame e resina dalla carrozzeria senza danneggiarla e senza lasciare aloni o macchie. Turtle Wax Tar&Sap Remover si applica direttamente sulle zone da trattare tramite un panno morbido e, in solo un minuto, è in grado di agire in profondità, ammorbidendo le incrostazio-

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ni e facilitandone così l’asportazione semplicemente sciacquando con acqua. Infine, grazie alla sua particolare composizione con aggiunta di cera, si procede alla fase di lucidatura con un panno pulito, creando così uno strato protettivo che impedisce la formazione di nuove incrostazioni mantenendo la vernice brillante più a lungo. Il prezzo consigliato al pubblico è di 12,00 euro, Iva inclusa.

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figisc anisa confcomMercio Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio. Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti. Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.

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RINNOVO ACCORDI: SENZA REGOLE SUL PREZZO NON SI RISOLVONO I PROBLEMI Proseguono in queste settimane gli incontri con le aziende per la discussione del rinnovo degli accordi economici: prima è stata la volta di Eni, poi quella di ApiIp, che ha avuto un carattere esclusivamente interlocutorio ed è già in calendario l’appuntamento con Q8. Finora, va pur detto con chiarezza, nessun risultato concreto è emerso da questo infinito lavoro che dura da due anni su cui le Organizzazioni di categoria impegnano tempo ed energia e consumano giorno per giorno una frazione di credibilità agli occhi dei propri associati, e per “concreto” si intende precisamente che non solo non si intravedono aspetti positivi che possano in qualche modo alleviare la situazione delle gestioni, ma che non si è giunti neppure a definire quanto meno un punto fermo (con l’eccezione di Esso), una specie di “tregua” rispetto alla deriva peggiorativa che caratterizza la situazione delle politiche commerciali e dei rapporti tra aziende e gestori. L’ultima sollecitazione da parte di un Governo a rinnovare gli accordi risale ormai al luglio del 2012. Da due anni a questa parte – cioè da quando sono scaduti i precedenti accordi – in questo settore, al di là della crisi economica generale e del crollo dei consumi, molteplici fattori hanno contribuito a far cadere a picco una situazione già precaria. La responsabilità sta inequivocabilmente da una sola parte: è fin troppo evidente che la distribuzione è ormai una palla al piede per l’industria petrolifera, c’è chi ha mollato il mercato italiano, chi lo sta mollando, tempo infinito si è perso ad aspettare una ristrutturazione che nessuno realmente vuole fare, ancora di più a non discutere di nuove forme contrattuali previste dalle norme sulle liberalizzazioni, l’unica strategia commerciale essendo stata quella di acuire il divario di prezzo tra rete ed extrarete, l’unica soluzione essendo stata quella di far pagare ai gestori il costo di politiche commerciali che durano la vita di una falena, di disapplicare gli accordi preesistenti con continue riduzioni di margine, di diffondere nuove forme contrattuali non previste dalle norme, di portarsi a casa la rete ghost. Pensare di rimettere rapidamente ordine in questo stato di cose è come pensare di svuotare il mare col cucchiaio da minestra.

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Sarebbe illusorio pensare oggi ai tavoli con le aziende come si pensava fino a qualche anno fa: gli accordi si rinnovavano, fra vari tira e molla, tra pressioni crescenti per introdurre “flessibilità”, generalmente con minimi aumenti del margine economico. Oggi ci si arriva non perché la preoccupazione primaria delle aziende sia certo quella di rinnovare gli accordi, ma perché le aziende devono anzitutto discutere di politiche commerciali sulle quali non vi è né certezza né stabilità (né idee chiare da parte della stessa azienda), ci si arriva a terra bruciata, dopo che l’azienda ha battuto da tempo il territorio, uomo per uomo, strumentalizzando le difficoltà e lo stato di dipendenza economica del gestore, ci si arriva con proposte economiche che, ma proprio nel migliore dei casi, escludono in partenza un adeguamento economico migliorativo e che puntano, come già da tempo accade, ma sempre di più, a frantumare il margine in mille nicchie dipendenti da variabili del tutto ipotetiche, in modo che sia difficile non solo difendere “l’intangibilità del margine”, ma addirittura determinare “se”, “come” e “quanto” sia davvero il “margine” medio, qualunque esso sia rispetto al passato in più o in meno. Si può forse cogliere nell’ultimo incontro con Eni (ma con una forte dose di ottimismo della volontà, perché con il pessimismo della ragione si potrebbe anche pensare che si tratti di una nuova tattica per prendere tempo o semplicemente solo di un modo “più cortese” di relazionarsi formalmente con la controparte) un clima relativamente più disteso rispetto a quello che era lo standard delle precedenti trattative, uno sforzo di fare ragionamenti comuni (essere d’accordo sul confrontarsi non significa certo ancora essere necessariamente d’accordo sui contenuti e le soluzioni) sulla crisi del settore, su politiche commerciali meno avventuristiche, sulla funzione del gestore (forse è meglio chiamarla così, perché sussiste, visti i precedenti ed i fatti, un più che legittimo dubbio che l’azienda pensi esattamente in termini di “centralità” del gestore) nella rete di marchio, sulla ristruttura6/2014


figisc anisa confcomMercio zione della rete distributiva, il tutto seguito anche dalla dichiarazione aziendale di voler predisporre per il prossimo incontro una sua nuova versione di proposta economica (e va precisato che finora su questo piano le proposte sono state deludenti). Per certo i fatti che ogni giorno avvengono sui piazzali continuano ad essere quelli di sempre. Anche se va detto che Eni, che pure porta una pesante responsabilità rispetto al degrado in cui è stato condotto il settore, rimane pur sempre forse l’unico soggetto, da leader del mercato, in grado ancora di invertire alcune tendenze e riscattare in parte il degrado rimettendo al centro il valore della rete, degli assetti, del prezzo. Ma c’è un nodo fondamentale che va al di là di ogni possibile accordo con chiunque rinnovato o riscritto e che in ultima analisi vanifica qualunque risultato contrattuale e rende gli accordi “aria fritta”, ed è quello del prezzo cui viene ceduto il prodotto nella rete. Come abbiamo già detto – e cento volte continueremo a ripeterlo! – questo mercato vive di una concorrenza drogata e artefatta che si regge sulla anomalia di una discriminazione a monte tra gli operatori che non trova giustificazione né sul piano dei costi reali, né su quello dell’utilizzazione del marchio, né su quello della diversa soggettività degli investimenti: e in questa concorrenza l’unico soggetto discriminato è il gestore della rete di marchio, nei confronti del quale viene stornata la clientela e quindi l’erogato in funzione di una incolmabile potenzialità competitiva. E infatti ciò che ha mandato in default la categoria non è solo la riduzione del margine, frammentato a seconda delle modalità e sottomodalità di servizio, ma altresì la progressiva decurtazione dell’erogato a favore di chi gode di condizioni privilegiate nell’accesso del prezzo di cessione (ossia oggi, tra

indipendenti e ghost di marchio, almeno il 30% della rete). Torniamo dunque al concetto delle così dette “condizioni eque” una delle ennesime enunciazioni “sterili”, ancorché contenute in leggi dello Stato, per sottolineare almeno due cose: • affidarne l’applicazione semplicemente all’accordo tra le parti – negli accordi o contratti che siano – significa volerle privare di ogni significato, mantenerle come principio astratto e renderle arbitrarie sul piano interpretativo, ossia inefficaci sul piano pratico; • se esse non sono precisate nella legge, chiederne l’adempimento ed il rispetto e contestarne l’abuso è semplicemente impossibile; quella norma, cioè, va integrata e specificata. Risolvere questa anomalia, dunque, non è dunque solo un problema del settore, che anzi l’ha scientemente determinata. Il 70% del prezzo dei carburanti dipende da dinamiche interne: lo Stato italiano determina il 60% del prezzo dei carburanti, il 10% del prezzo è il peso del sistema distributivo ed è lì che si annidano le anomalie del prezzo di cessione e gli artifici della concorrenza drogata, un altro 30% infine è questione di mercati internazionali (checché se ne dica, un litro di benzina raffinata prima delle tasse e dei costi distributivi costa quasi uguale da un emisfero all’altro del mondo). Possono Governo, Parlamento, Authority, chiamarsi fuori dal problema e lasciare che i “trucchetti” che avvengono sul 10% del prezzo possano pareggiare per il consumatore quel che si gli sottrae con il 60%, ad onta di ogni regola vera di mercato e concorrenza e sacrificando imprese ed occupazione? La questione vera, dunque, va ben al di là di ogni accordo o contratto, di cui non è affatto un astratto “accessorio”. (g.m.)

AUTOSTRADE: LE RICHIESTE DEI GESTORI AL MINISTERO SULLA RISTRUTTURAZIONE Pubblichiamo di seguito il documento unitario presentato da Faib autostrade, Fegica e Anisa al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella riunione del 23 settembre 2014: Nota sulla ristrutturazione della rete delle aree di servizio autostradali Premesso che: • la distribuzione dei carburanti nelle aree di servizio poste lungo la viabilità autostradale è soggetta a concessione e costituisce quindi un pubblico servizio a tutti gli effetti; • tale attività deve perciò essere condotta con lo scopo di garantire la mobilità dei cittadini, assicurando loro le migliori condizioni di utilizzo, standard di servizio adeguati ed efficienti e livelli di prezzi di vendita concorrenziali e contenuti; • la medesima attività, nello specifico, è regolata da un quadro normativo così composto: legge 1034/1970, dpr 1269 /1971, d.lgs. 112/1998; • le leggi speciali di settore d.lgs. 32/ 1998, legge 57/2001, legge 27/2012 rinviano ad accordi collettivi interprofessionali ed aziendali, nell’interesse collettivo, la definizione delle condizioni contrattuali, economiche e normative che rego6/2014

lano il rapporto tra gestore e titolare di concessione e/o di autorizzazione che, secondo la giurisprudenza consolidata assumono valore imperativo di legge; • proprio nell’ambito di tale contrattazione collettiva svolta in forza delle leggi citate, sono stati sottoscritti, in sede di Ministero dell’Industria ed alla presenza del Ministero dei Trasporti, due distinti Accordi collettivi interprofessionali in data 8.7.2002 e 4.12.2002 tra le Associazioni dei concessionari autostradali, delle compagnie petrolifere affidatarie dei servizi e dei gestori, oltreché di Autostrade per l’Italia ed Autogrill; • il legislatore, nell’ambito della sua attività svolta a liberalizzare le attività del commercio e ad aprire i mercati alla concorrenza nell’interesse finale del consumatore, ha inteso fare esplicito riferimento alla distribuzione carburanti attraverso ripetute e successive previsioni di legge legge 496/1999, legge 57/2001, legge 27/2012 che affidano al gestore in quanto titolare della licenza UTF la facoltà di esercitare anche la somministrazione di alimenti e bevande, oltreché la vendita di alimenti e bevande in confezioni chiuse da asporto, di giornali e di tabacchi; • la stessa Autorità di Garanzia per la Concorrenza ed il Mercato fin dal 1996 (cfr. Provvedimento n. 4457 (A95) del 28.11.1996, in particolare punti 71 e 77) si è espressa nel

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figisc anisa confcomMercio senso di una abolizione dell’ “esclusiva d’area” avuto riguardo il servizio di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande offerto in autostrada e ripetutamente a favore di una previsione di attività “sottopensilina” e di “sosta veloce”, affidate al gestore delle attività oil, in diretta concorrenza con l’affidatario dei servizi di ristorazione, nell’interesse del consumatore (cfr. segnalazione del Presidente Catricalà al Ministro Marzano, rif. n. S 498, prot. n. 24530/02 del 9.7.2002; parere inviato al Ministro Scajola, rif. n. S/714, prot. n. 19374/06 del 18.04. 2006); tutto quanto sopra premesso si ritiene che, allo scopo di procedere alla necessaria ristrutturazione della rete di aree di servizio autostradali sia necessario che: 1. sia promosso, anche attraverso i necessari interventi legislativi, un piano di chiusure di aree di servizio che, in tempi certi (entro il 31.12.2015), riduca sensibilmente il loro numero (tra il 30% ed il 50% di quello attuale), aumentando la distanza minima tra punti vendita (50 km.) perché sia comparabile a quelle di altre reti europee e utilizzando prioritariamente sia il criterio dei volumi di vendita meno efficienti, sia quello legato alle medie di percorrenza di ogni singola tratta; 2. nel rispetto del quadro normativo di riferimento sopra esposto, degli accordi collettivi sottoscritti ai sensi e per gli effetti delle leggi già richiamate, nonché nell’interesse collettivo e a tutela del mercato e della concorrenza, gli schemi e gli atti di indirizzo che la legge 22 dicembre 2011, n. 214 affida all’Autorità di regolazione dei trasporti vengano tempestivamente integrate in modo tale che, fin dai prossimi rinnovi, i concessionari autostradali debbano attenersi ai seguenti criteri di carattere generale nella definizione delle procedure concorrenziali finalizzate all’affidamento dei servizi carbolubrificanti previsti presso le aree di servizio autostradali: in ragione della natura di servizio pubblico affidato in concessione: • l’offerta dei concorrenti avuto riguardo alla qualità del servizio, la sua diversificazione ed alla prestazione deve ottenere un punteggio premiante e comunque sensibilmente maggiore (fatto 100, almeno 70) dell’offerta puramente economica espressa in termini di royalty; • a questo proposito i concorrenti debbono essere obbligati a segnalare nell’offerta vincolante anche il budget economico destinato a remunerare l’attività di gestione a cui collegare il relativo punteggio; • l’offerta economica deve essere richiesta in termini di royalty prolitro contenendo la cifra fissa in un limite che assicuri il giusto equilibrio tra i rischi assunti rispettivamente dal concessionario e dall’affidatario; • sempre in ragione della natura di servizio pubblico affidato in concessione, non possono essere consentite prestazioni del servizio di distribuzione carburanti esclusivamente ed interamente automatizzate; al contrario l’affidatario (oltreché il concessionario) deve essere tenuto a mettere a disposizione del consumatore anche la modalità di vendita “servito”, oltreché a garantire la necessaria assistenza per i consumatori che optano per la modalità di servizio “self service” con modalità di pagamento cosiddetta “post pay”, vale a dire con pagamento ad un addetto con funzioni di cassa dopo aver effettuato da se stesso il rifornimento; • a questo ultimo proposito, l’utilizzo della modalità di pagamento completamente automatizzata cosiddetta “pre pay” può essere consentita in deroga a quanto sopra previsto

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solo nel caso di aree di servizio a bassissimo erogato (< a 3.000 klt/ultimo anno), limitatamente al turno notturno (max dalle 22.00, alle 6.00), segnalandolo esplicitamente in modo tale che l’automobilista sia avvisato prima di fare il suo ingresso nel punto vendita e comunque in seguito ad una adeguata turnazione ove più AdS usufruiscano di tale facoltà in una medesima tratta; i casi di bandi di gara ad affidamenti congiunti carbolubrificanti e ristorazione debbono essere limitati esclusivamente ad aree di servizio a bassissimo erogato (< a 3.000 klt/ultimo anno), ove non rientrino nel progetto di razionalizzazione e nel relativo piano di chiusure di cui al punto 1), ed i concorrenti debbono comunque essere tenuti a dare dimostrazione di possedere i requisiti tecnico-organizzativi di cui alla legge 1034/1970 e al dpr 1269 /1971. In ragione del quadro normativo di riferimento del settore che il Legislatore ha inteso regolare nell’interesse collettivo e per mitigare lo squilibrio del rapporto di dipendenza economica, espressamente riconosciuto con la legge 27/2012, esistente tra compagnia/affidatario e gestore, gli schemi di convenzione, collegati ai bandi di gara, cui gli affidatari sono obbligati, debbono fare esplicito riferimento al rispetto: degli Accordi collettivi interprofessionali in generale e di quelli sottoscritti il 8.7. 2002 ed il 4.12.2002 in particolare (fatte salve eventuali successive modifiche o integrazioni), con esplicito riferimento alla “continuità gestionale” (subentro del nuovo eventuale affidatario nel contratto di comodato con il gestore fino alla sua naturale scadenza) ed alle condizioni ed ai limiti posti in ordine al trasferimento al gestore del complesso di oneri ed obbligazioni assunto dall’affidatario all’atto della sottoscrizione dello schema di convenzione; degli Accordi collettivi aziendali vigenti e in essere tra l’affidatario e le Organizzazioni di categoria dei gestori, avuto riguardo alle condizioni economico, normative e contrattuali in essi contenute che regolano i rapporti tra l’affidatario e ciascun singolo gestore; delle leggi speciali di settore, con esplicito riferimento, in particolare, alla natura ed ai contenuti dei contratti di gestione ed alla garanzia che al gestore siano riservate condizioni di approvvigionamento dei prodotti carburanti eque e non discriminatorie per competere nel mercato, anche a tutela dei consumatori e degli utenti la viabilità autostradale.; In ragione delle norme che hanno liberalizzato le attività commerciali, nonché nel rispetto delle leggi che tutelano la concorrenza ed il mercato e dei pronunciamenti dell’AGCM: i bandi di gara dei servizi carbolubrificanti debbono sempre consentire al gestore, in quanto titolare della licenza UTF, di avvalersi delle facoltà previste dalla legge (legge 496/1999, legge 57/2001, legge 57 /2012) in ordine all’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, oltreché la vendita di alimenti e bevande in confezioni chiuse da asporto, di giornali e di tabacchi; a questo ultimo proposito i medesimi bandi debbono prevedere all’interno dell’offerta vincolante l’impegno dell’affidatario a riservare per tali attività poste in capo al gestore adeguate strutture e locali idonei all’esercizio delle attività “sottopensilina” e di “sosta veloce”, anche eventualmente in concorrenza con quelle previste dalla gara per l’affidamento del servizio “ristorazione”, assicurando altresì nella progettazione tutte le opere necessarie al rispetto delle condizioni di sicurezza stradale. 6/2014



figisc anisa confcomMercio AUMENTO IMPOSTE UNICO FATTORE DELL’AUMENTO DEI PREZZI: + 22 MILIARDI EURO DAL 2011 Del prezzo dei carburanti si parla molto spesso – purtroppo generalmente per luoghi comuni e semplificazioni, ma è pur paradossale che tutta l’esposizione mediatica sull’argomento, tuttavia, ben pochissimo chiarisca sui fattori che influenzano un risultato finale che riguarda i consumi di imprese e famiglie in maniera assai rilevante. Che pur parlandone molto se ne capisca di meno è l’indubbio frutto di una operazione di “oscuramento” che prende le mosse da alcuni anni fa, allorquando, in nome della tutela della concorrenza, si decise che il consumatore non dovesse sapere “di” prezzi, ma semplicemente dovesse sapere “il” prezzo: una semplificazione che ha ridotto il problema ad una applicazione da cellulare. Ma l’opacità è anche utile a scoraggiare dal guardare “dentro” il prezzo, lasciando, in luogo della consapevolezza sulle ragioni, solo una generica sensazione che si tratta di prodotti che costano “troppo”, senza distinzioni tra cause e responsabilità. L’anno 2011 costituisce uno “spartiacque” rispetto alla questione dei prezzi dei carburanti: se nel 2010 il prezzo italiano della

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benzina era all’ottavo posto dal più alto al più basso nell’ambito dell’Unione Europea, dalla fine del 2011 esso è stabilmente al primo posto (e il gasolio al secondo). È l’anno in cui si delineano progressivi e sempre più radicali interventi di inasprimento della fiscalità sui carburanti con reiterati aumenti delle accise (da metà settembre accompagnati dall’aumento di un punto percentuale dell’aliquota IVA) culminati nel balzo del decreto “Salva Italia”; negli anni successivi altri interventi sono stati riservati alle accise, vi è stata una diffusione – poi rientrata – dell’applicazione delle addizionali regionali di accisa sulla benzina, l’aliquota IVA è aumentata di un altro punto. Anche se con i “se” non si fa né storia né cronaca minuta, pur talvolta facendosi legislazione e persino azione penale, forse non si sa che, “se” non fossero intervenuti gli aumenti delle imposte sui carburanti, il prezzo della benzina sarebbe stato nel 2012 di 1,578 euro/litro e non di 1,787, nel 2013 di 1,529 e non di 1,748 e nel 2014 di 1,502 e non di 1,734 euro/litro, parimenti, il gasolio avrebbe avuto un prezzo nel 2012 di 1,473 euro/litro e non di 1,707, nel 2013 di 1,408 e non di 1,658 e nel 2014 di 1,369 e non di 1,631 euro/litro. Ciò significa che – calcolando prezzi e consumi di rete ed extrarete – gli italiani hanno pagato dal 2012 al 2014 (per quest’ultima annualità per otto mesi) circa 22,100 miliardi di euro in più – 7,750 nel 2012, 8,730 nel 2013 e finora 5,620 nel 2014 – per effetto dell’aumento delle imposte deciso dai Governi italiani, equivalenti a una salatissima finanziaria. Scopo della presente relazione è valutare quali siano stati tutti i fattori che hanno influito sulle variazioni del prezzo dei carburanti negli anni 20122014 rispetto alla media dell’anno 2011 (della cui significatività è stato già più sopra dato risalto). Per l’analisi si sono scomposti i prezzi in tutte le loro componenti, dalle imposte al prezzo industriale, e, tra le imposte, tra accise, addizionali regionali e IVA e, tra il prezzo industriale, tra ricavo industriale e quotazione dei prodotti (il così detto CIF Mediterraneo o Platt’s o come meglio si voglia definire), e, tra quotazioni dei prodotti vera e propria e variazioni determinate da un tasso di cambio euro/dollaro più o meno elevato (contenuti dei Capitoli da 3. a 5.). I risultati si possono così sinteticamente riassumere: • rispetto alla media del 2011, i prezzi sono aumentati per la benzina di 23 cent/litro nel 2012, di 19 nel 2013 e di 18 nel 2014, per il gasolio di 26 cent /litro nel 2012, di 21 nel 2013 e di 18 nel 2014; • su queste differenze per la benzina il fattore del cambio euro/dollaro ha pesato per 5,7 cent/litro nel 2012, per 3,1 nel 2013, per 1,3 nel 2014, per il gasolio per 6,0 cent/litro nel 2012, per 3,4 nel 2013 e per 1,3 nel 2014 (importi già ivati ad aliquota media corrente nel 2011); • per la benzina il fattore delle quotazioni dei prodotti finiti ha pesato per 2,9 cent/litro nel 2012, per 0,4 nel 2013, per 0,4 nel 2013, per il gasolio per 0,8 cent/litro nel 2012, nel 2013 e nel 2014 il peso è stato negativo, ossia ha ridotto l’aumento del prezzo, rispettivamente di 1,9 e 3,2 cent/litro (importi già ivati ad aliquota media corrente nel 2011); • per la benzina il fattore delle ricavo o margine industriale ha 6/2014



figisc anisa confcomMercio pesato in negativo (ossia ha contenuto l’aumento del prezzo al consumo) per 1,7 cent/litro nel 2012, per 1,7 nel 2013, per 2,5 nel 2013, per il gasolio per 1,9 cent/litro nel 2013 e per 3,2 nel 2014, solo nel 2013 il suo peso ha influito sul prezzo finale per 0,2 cent/litro (importi già ivati ad aliquota media corrente nel 2011); • le imposte (con ciò intendendo le maggiorazioni di accisa, di addizionali regionali di accisa sulla benzina, di incrementi dell’IVA complessivi al netto dell’IVA sul prezzo industriale già caricata sulle rispettive voci all’aliquota media del 2011) hanno pesato sulla benzina per 16,2 cent/litro nel 2012, per 17,3 nel 2013 e per 18,6 nel 2014, per il gasolio il peso è stato di 18,6 cent/litro nel 2012, di 20,3 nel 2013 e di 21,5 nel 2014. Insomma, le imposte aggiuntive (fattore esclusivamente nazionale) hanno pesato sugli aumenti di prezzo in misura assolutamente maggioritaria e progressivamente totalizzante: se nel 2013 il loro contributo all’aumento del prezzo variava dal 70,3 al 72,4% a seconda dei prodotti, nel 2013 tale contributo è salito tra il 90,6 e il 97,7, sempre a seconda dei prodotti, mentre nel 2014 equivale al 100% della variazione in aumento del prezzo al consumo, anzi lo eccede, dal momento che a calmierare il prezzo sono in parte marginale intervenuti fattori sia internazionali, come il miglioramento del cambio e l’abbassamento delle quotazioni dei prodotti finiti, sia prettamente nazionali, come la riduzione del margine industriale. Ciò spiega perché, a fronte di una manovra finanziaria da oltre 22 miliardi di euro operata d’imperio (prima si paga poi ci si muove!) a carico di famiglie ed imprese senza problematiche di contenzioso e riscossione, si preferisca continuare a parlare di prezzi dei carburanti depistando l’attenzione sugli “stacchi Italia del prezzo industriale” o sulla pubblicità dei prezzi a mezzo app del cellulare e, comunque, si prosegua nell’”oscurantismo” (ancor più che nell’”oscuramento”), sempre in nome del “mercato”, sui meccanismi di formazione del prezzo.

Andamento dei fattori dell’aumento del prezzo dal 2011 - Gasolio

Andamento dei fattori dell’aumento del prezzo dal 2011 - Benzina

(g.m.)

DAL 2002 LA RETE DI MARCHIO HA PERSO 11 MILIARDI DI LITRI, LA RETE BIANCA NE HA GUADAGNATI OLTRE 5 Figisc ha pubblicato uno studio che prende in esame dal 2002 al 2014 per quest’ultima annualità attraverso una serie di stime, trattandosi di esercizio in corso – le imponenti modificazioni avvenute nei consumi dei principali carburanti per autotrazione – benzina e gasolio – e dell’assetto della rete in tutte le sue articolazioni di settore e di segmento. In sintesi, dal 2002 al 2014 si stima che i consumi complessivi dei due prodotti siano scesi da 47,4 a 39,9 miliardi di litri, con una perdita di 7,5 miliardi di litri e del 15,8%; in questo quadro generale, il circuito dell’extrarete vero (quella parte, cioè, che non si riversa sulla rete) segnala vendite in calo da 10,5 a 9,1 miliardi di litri, con una flessione limitata a 1,4 miliardi di litri e 13,7 punti percentuali, mentre la rete reale (nella quale si è conteggiata anche quella parte di vendite dell’extrarete che senza alcun dubbio è attribuibile al circuito della rete bianca e

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non a quella della rete di marchio) ha perso 16,5 punti percentuali e 6,1 miliardi di litri (dal 36,9 a 30,8). Nel circuito della rete, con riferimento ai due settori della rete autostradale e di quella ordinaria, si registrano le modificazioni più rilevanti: dal 2002 al 2014 la rete autostradale è passata da 4,4 a 1,9 miliardi di litri, con una perdita pari al 57,5% ed a 2,5 miliardi di litri e la sua quota di consumi sulla rete è passata dall’ 11,0% al 6,0%, la rete ordinaria ha avuto una flessione del 10,9% e di 3,6 miliardi di litri, scendendo da 32,5 a 29,0 miliardi di litri. Infine, all’interno della rete ordinaria, la rete di marchio perde 8,8 miliardi di litri (più dell’intera perdita dei consumi in tutti i circuiti) e 28,6 punti percentuali, crollando da 30,8 a 22,0 miliardi di litri, mentre le proprie quote di vendite sulla rete ordinaria scendono dal 94,8% al 76,0%; la rete non di marchio 6/2014


figisc anisa confcomMercio guadagna 5,3 miliardi di litri, salendo da 1,7 a 7,0 miliardi di litri, e 75,6 punti percentuali, con una quota di vendita sulla rete ordinaria che passa dal 5,2% al 24,0%. La notevole durata dell’intervallo temporale 2002-2014 ha suggerito di sezionare il periodo di studio in tre distinte fasi in relazione a particolari situazioni connesse alla crisi economica: a) le annualità dal 2002 al 2008, periodo antecedente l’entrata nel ciclo della crisi economica; b) le annualità dal 2009 al 2011, periodo di ciclo di crisi economica anteriore all’aumento delle accise sui carburanti, che ha a sua volta penalizzato l’andamento dei consumi; c) annualità dal 2012 al 2014, periodo di perdurante ciclo di crisi economica e di elevatissimo prelievo fiscale sui carburanti. La terza fase, comprendente il triennio 2012-2014, è quella che ha maggiormente contribuito – in permanenza del ciclo della crisi economica e della concomitanza dell’elevatissimo carico fiscale sul prezzo dei carburanti – alla diminuzione dei consumi in generale, con una perdita in soli tre anni di oltre 11 punti percentuali sui complessivi 16 stimati per l’intero periodo 20022014; i consumi in extrarete hanno registrato un decremento di circa il 13% (nell’intero periodo 2002-2014 la perdita stimata finora è del 14% circa), quelli in rete una flessione di quasi l’11% circa (nell’intero periodo 2002-2014 la perdita stimata finora è del 16-17% circa); all’interno dei consumi in rete, il settore autostradale ha segnato una perdita di un ulteriore 36% sul complessivo 57-58% stimato per l’intero periodo 2002-2014, quello della rete ordinaria è sceso di oltre 8 punti percentuali contro una perdita dell’11% nell’intero periodo 2002-2014; all’interno della rete ordinaria il segmento di marchio ha perso oltre il 18% dei volumi (e nell’intero periodo 2002-2014 la perdita stimata è pari al 28-29%), ancora a esclusivo vantaggio del segmento bianco, che guadagna altri 48 punti percentuali sui 309 stimati per l’intero periodo 2002-2014; per quanto attiene

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alla rete ordinaria bianca la terza fase ha accentuato lo sviluppo delle vendite di questo segmento, in diretta correlazione con la politica di prezzi sempre più concorrenziali con quelli della rete ordinaria di marchio determinata dal noto gap dei prezzi di cessione tra rete ed extrarete “spurio” in un periodo di prezzi elevati quasi integralmente a causa della anomala fiscalità nazionale sui carburanti. Le perdite dei consumi sono solo in parte minima compensate da una diffusione delle alimentazioni alternative: dal 2002 al 2014 i consumi di gpl aumentano solo di 0,473 miliardi di litri e la metanizzazione – anche se con ritmi di crescita notevoli (circa il 6,03% annuo sul parco esistente) – non supera a fine 2013 l’1,73% dell’intero parco circolante.

Ciò che i numeri mettono in evidenza sono due unici fattori: una oggettiva caduta dei consumi ed il travaso di ingenti quantitativi dalla rete pubblica di marchio a quella non di marchio. La questione, cioè, si riassume in un banale bilancio di poche e facilmente comprensibili grandezze: le perdite complessive di consumi si stimano pari a 7,5 miliardi di litri, di cui in extrarete 1,4 miliardi di litri e sulla rete complessiva 6,1 miliardi di litri; sulla rete totale, rete ordinaria di marchio e rete autostradale perdono complessivamente ben 11,3 miliardi di litri, la rete bianca guadagna 5,2 miliardi di litri, e così torna il conto della perdita in rete di 6,1 miliardi di litri. Nella rete ordinaria, la quota di punti vendita della rete bianca sale dal 4,4% al 12,9% e, in forza di erogati medi che sono diventati più che doppi di quelli della rete di marchio, la quota delle vendite – come già rilevato – sale dal 5,2% al 24,0%, mentre la rete di marchio per la consistenza dei punti vendita scende dal 95,6% all’ 87,1% e per quote di vendita dal 94,8% al 76,0%. Di pari passo, gli erogati medi per impianto della rete bianca salgono da 1,744 a 2,397 milioni di litri (+37,4%), quelli della rete di marchio da 1,443 a 1,125 milioni di litri (22,1%), mentre per la rete autostradale gli erogati medi per AdS crollano da 9,457 a 3,951 milioni di litri (58,2%). Pur con l’avvertenza che si tratta di risultanze provvisorie per il 2014 che potranno avere nel prosieguo dell’anno marginali aggiustamenti in meglio o in peggio, si tratta di dati che fanno sommaria giustizia dei criteri tradizionali di valutazione delle dinamiche dei consumi ed in particolare di logori meccanismi e concetti di rilevazione, quali quelli di “rete” ed “extrarete” che non solo non aiutano comprendere l’evoluzione della situazione ma anzi deformano e nascondono la verità oggettiva dei fatti.

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oroscopo PREVISIONI ASTROLOGICHE PER IL MESE DI

Novembre 2014

Ariete

Cancro

Bilancia

Capricorno

dal 21.3 al 20.4

dal 22.6 al 22.7

dal 23.9 al 22.10

dal 22.12 al 20.1

La presenza di Venere nel vostro segno vi riscalderà il cuore rafforzando il rapporto di coppia nell’erotismo e nella lealtà. In ambito professionale il vostro spirito di competizione vi farà superare una fase di rallentamento e promette gratificanti soddisfazioni. Ottima la forma fisica ma dedicate comunque un po’ di tempo al bien-être

Periodo burrascoso sia per le coppie sia per i single avrete una vis polemica che vi farà discutere con il partner e con le amicizie più strette. Potreste anche avere ragione ma non dovete assumere toni esagerati. Nel lavoro avrete occasione di dimostrare di cosa siete capaci. Curatevi il mal di schiena.

Arrivate da un periodo travagliato e vi sentirete mancare le energie per sostenere altre discussioni con il partner. Non affliggetevi e aspettate fiduciosi tempi migliori. Le energie non vi mancheranno invece nel lavoro dove avrete voglia di fare e vi metterete in buona luce con un superiore. Staccate per qualche ora e concedetevi un po’ di relax magari con un bel massaggio.

Una recente delusione vi rende diffidenti vero il prossimo ma non è il modo giusto per cercare l’anima gemella. Prendetevi una pausa di riflessione e cercate di rasserenare il vostro animo. Nel lavoro dovete fare chiarezza nelle trattative in corso per evitare futuri fraintendimenti. Ottimi l’umore e lo stato psicofisico.

Toro

Leone

Scorpione

Acquario

dal 21.4 al 20.5

dal 23.7 al 23.8

dal 23.10 al 22.11

dal 21.1 al 19.2

Sarete irascibili e suscettibili e vorrete dichiarare guerra al mondo intero il rapporto con il partner non gioverà di questo umore nero, soprattutto nelle relazioni già logore. La vostra aggressività potrebbe creare situazioni di rottura anche nella sfera lavorativa, calmatevi e cercate di essere costruttivi. Attenzione ai primi freddi.

Gli Astri della guerra profilano per voi un periodo impegnativo ma costruttivo e liberatorio durante il quale vivaci chiarimenti potranno rafforzare legami ben assortiti e porre fine ad altri decisamente traballanti. Diffidate e state alla larga da chi vi lusinga con chimere di affari poco chiari. Arriveranno tempi migliori, siate fiduciosi. Buona la salute ma non esagerate con l’esercizio fisico.

Volete tagliare tutti i rami secchi del vostro cuore per fare spazio alla dirompente voglia di amare che sta nascendo in voi. I presupposti per iniziare una nuova relazione sono ottimi ma non fatevi sopraffare dal facile entusiasmo. Affronterete i doveri quotidiani con entusiasmo e porterete a termine alcuni lavori che da tempo erano in stand-by. Abbiate maggiore cura delle vostre articolazioni.

Sarete dispettosi nei confronti del partner e cercherete ogni appiglio per litigare, questo cattivo umore passerà presto e il rapporto tornerà sereno. Sarete insofferenti in ufficio ma non ve la potete prendere con i colleghi e tanto meno con i capi. Calmatevi, affrontate i problemi con lucidità e spirito di collaborazione; troverete la solidarietà di chi lavora con voi.

Gemelli

Vergine

Sagittario

Pesci

dal 21.5 al 21.6

dal 24.8 al 22.9

dal 23.11 al 21.12

dal 20.2 al 20.3

Le Stelle sono completamente dalla vostra parte e starete bene con la persona che amate alimentando una reciproca intesa e accrescendo complicità e amicizia. Avete voglia di affermazione e non vi resta che darvi da fare per sbaragliare la concorrenza. Imponetevi una dieta bilanciata.

I single avranno ottime probabilità di fare amicizie che, con il tempo, potrebbero rivelarsi interessanti mentre le coppie vivranno un momento di grande passione. Nel lavoro dovete mettere in evidenza le vostre qualità di precisione e laboriosità. Sarete vittime dell’emicrania. Potreste risolvere con qualche seduta di agopuntura.

Sarete di cattivo umore perché non riuscirete a dividere il lavoro dai sentimenti e questo causerà qualche incomprensione con il partner. Le preoccupazioni nella sfera professionale invece non vi abbandoneranno fino alla fine dell’anno quando inizierete a vedere “la luce in fondo al tunnel”. Tenete duro e siate fiduciosi.

Le Stelle vi sono congeniali sia per favorire la serenità di coppia che per mettere fine alle unioni fallimentari. Per i single invece sono in arrivo innamoramenti trasgressivi. In ambito professionale raggiungerete quei traguardi per i quali avete tanto lavorato e riceverete i complimenti di un superiore ma non fidatevi di chi vi fa troppe lusinghe. Buona la salute.

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