IL FARO N. 60 APRILE-MAGGIO 2020

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ANNO VIII – n. 60 – Aprile - Maggio 2020

Pubblicazione online non periodica riservata esclusivamente ai soci e-mail: messina_il_faro@masci.it - https://mascimessina.wixsite.com/website

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#fase3 #consapevolezza #cambiamento Col Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 maggio si apre la “Fase 3”. Cosa ci porteremo di queste tre fasi nello zaino? Sicuramente una maggiore consapevolezza che ogni nostra azione può influire sul cambiamento e che è una nostra responsabilità personale rispettare e custodire il pianeta, la nostra “casa comune”. Abbiamo imparato, come comunità, a gestire il cambiamento, anche grazie ai meeting online. Non sappiamo se in futuro saremo migliori o peggiori ma sicuramente saremo diversi. Lillo Brigandì Hanno collaborato a questo numero: Lillo Brigandì, Nino Camuto, Daniela Carnazza, Carmelo Casano, Irene Manganaro, Saverio Pavone.

IN QUESTO NUMERO #fase3 #consapevolezza #cambiamento di Lillo Brigandì

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La Giornata della Terra di Daniela Carnazza

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Una primavera in quarantena di Carmelo Casano

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Si ricomincia dal sagrato di Irene Manganaro

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Agenda 2030 – Obiettivo 3 di Carmelo Casano

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La Legge Scout – Art. 10 di Nino Camuto

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Notizie brevi di Daniela Carnazza

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Montalto com’era

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Edizioni Scout

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La Giornata della Terra di Daniela Carnazza

22/04/2020 Oggi è il 50° anniversario della Giornata della Terra, giornata celebrata in tutto il mondo da quanti vogliono proteggere il pianeta dallo sfruttamento e vogliono ritrovare l'equilibrio perduto per un futuro migliore.

Le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera, il 22 aprile. La celebrazione vuole coinvolgere più nazioni possibili e oggi prendono parte 193 paesi. La Giornata della Terra nacque dalla pubblicazione, nel 1962, del libro, manifesto ambientalista, Primavera silenziosa, della biologa statunitense Rachel Carson: in seguito, nel 1969, in una conferenza dell'Unesco a San Francisco, l'attivista per la pace John McConnell propose una giornata per onorare la Terra e il concetto di pace, per prima essere celebrata il 21 marzo 1970, il primo giorno di primavera nell'emisfero settentrionale. Questa giornata di equilibrio della natura è stata poi sancita in una proclamazione scritta da McConnell e firmata dal Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant. Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, Il Faro – Aprile-Maggio 2020

come movimento universitario, nel tempo la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo.

I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili (carbone, petrolio, gas naturali). Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.

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Una primavera in quarantena di Carmelo Casano

01/05/2020 Ricorderemo per lungo tempo il periodo del Covid-19. Una stagione, quella primaverile, che ci ha visti chiusi in casa per evitare il contagio del virus.

Sono stati rimandati i consigli nazionali e regionali, i campi di formazione, i convegni e tutti gli incontri previsti del movimento.

Ma a venirci incontro sono venuti i mezzi multimediali (computer e smartphone), i social network (facebook, twitter, watsApp, instagram, youTube, ecc.) e le piattaforme per meeting (zoom, gotowebinar, gotomeeting, adobeconnect, jitsi meet, ecc.).

Sono saltati così i festeggiamenti “frontali” dell’Annunciazione, della Domenica delle Palme, della Santa Pasqua, del San Giorgio e del 1° maggio. Così come salteranno i festeggiamenti della festa della Repubblica, della Madonna della Lettera, Patrona di Messina, e della festa di Montalto.

E così le riunioni telematiche si sono moltiplicate. Ogni giorno è previsto un collegamento (riunione di comunità, di zona, del consiglio regionale o nazionale, del gruppo di lavoro, ecc). Questa modalità ci sarà utile a pandemia conclusa perché ci permetterà di incontrarci più spesso oltre gli incontri in presenza programmati.

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Si ricomincia… dal sagrato di Irene Manganaro

18/05/2020 Grazie al DPCM del 17 maggio 2020 sarà possibile celebrare la S. Messa con la presenza di un numero ristretto di fedeli. Inoltre l’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela ha emanato un vademecum con le regole da seguire per una corretta applicazione delle normative vigenti.

Così si potrà celebrare la S. Messa anche all’interno del santuario con un numero massimo di 48 fedeli distribuiti nei vari banchi.

In particolare oggi, 18 maggio, p. Lorenzo Campagna ha celebrato la S. Messa sul sagrato del santuario di Montalto in attesa di sanificare gli interni della chiesa. A noi adulti scout toccherà il compito di dare le indicazioni ai fedeli per il rispetto dei comportamenti per la sicurezza di tutti.

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Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile Obiettivo 3 – Salute e benessere a cura di Carmelo Casano

L’Agenda 2030 con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), esprime un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Ma quali sono questi obiettivi da raggiungere entro il 2030? Analizziamo il terzo:

Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

Per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna. Sono stati compiuti significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e Il Faro – Aprile-Maggio 2020

all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare completamente un’ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo.

Fatti e cifre 1. Salute infantile • Ogni giorno muoiono 17.000 bambini in meno rispetto al 1990; tuttavia, ogni anno continuano a morire più di sei milioni di bambini prima del compimento del quinto anno d’età • Dal 2000, i vaccini contro il morbillo hanno prevenuto quasi 15,6 milioni di morti. • Nonostante decisi progressi a livello globale, una porzione crescente delle morti infantili avviene in Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Quattro su cinque morti infantili avvengono in queste regioni • I bambini nati in situazioni di povertà hanno quasi il doppio delle probabilità di morire prima del compimento del quinto anno d’età rispetto ai bambini nati nelle famiglie più ricche • I figli di madri istruite – anche di coloro che hanno completato soltanto la scuola primaria – hanno più probabilità di sopravvivere rispetto ai figli di madri senza alcuna istruzione. 2. Salute materna • La mortalità materna si è ridotta di quasi il 50% dal 1990 • In Asia orientale, nel Nordafrica e nell’Asia meridionale, la mortalità materna si è ridotta di circa due terzi • Tuttavia, il tasso di mortalità materna – ovvero la proporzione di madri che non Pagina 6


sopravvivono al parto rispetto alle madri che invece sopravvivono – nelle regioni in via di sviluppo è ancora oggi 14 volte maggiore rispetto al tasso di mortalità materna delle regioni sviluppate • Un numero maggiore di donne sta ricevendo assistenza prenatale. Nelle zone in via di sviluppo, l’assistenza prenatale è aumentata dal 65% nel 1990 all’83% nel 2012 • Solo la metà delle donne che vivono nelle zone in via di sviluppo riceve la quantità raccomandata di assistenza medica di cui ha bisogno • Sempre meno adolescenti hanno figli nella maggior parte delle regioni in via sviluppo, ma i progressi hanno conosciuto un rallentamento. Il grande incremento nell’uso dei metodi anticoncezionali che ha caratterizzato gli anni ’90 non è stato replicato nella prima decade del 2000 • Lentamente, la richiesta di pianificazione familiare viene soddisfatta per un numero crescente di donne, ma la domanda sta aumentando rapidamente. 3. HIV/AIDS, malaria e altre malattie • Alla fine del 2014, 13,6 milioni di persone avevano accesso a terapie antiretrovirali • Nel 2013 sono esplose 2,1 milioni di nuove infezioni da HIV, il 38% in meno rispetto al 2001 • Alla fine del 2013, 35 milioni di persone vivevano con il virus dell’HIV • Nello stesso anno, 240.000 bambini sono stati infettati dal virus dell’HIV • Le nuove infezioni da HIV tra i bambini sono diminuite del 58% dal 2001 • A livello mondiale, gli adolescenti e le giovani donne sono vittime di disuguaglianze, esclusione, discriminazione e violenza per motivi di genere, il che li espone ad un maggior rischio di contrarre l’HIV • L’HIV è la causa principale di morte tra le donne in età riproduttiva in tutto il mondo • Le morti da tubercolosi tra le persone che vivono con il virus dell’HIV è diminuita del 36% dal 2004 • Nel 2013 si sono registrate 250.000 nuove infezioni da HIV tra gli adolescenti, due terzi delle quali hanno colpito le ragazze • L’AIDS è oggi la principale causa di morte tra gli adolescenti (dai 10 ai 19 anni) in Africa Il Faro – Aprile-Maggio 2020

e la seconda causa più comune di morte tra gli adolescenti a livello mondiale • In molti luoghi, non viene rispettato il diritto delle adolescenti all’intimità e all’autonomia del proprio corpo; molte dichiarano che la loro prima esperienza sessuale è stata forzata • Nel 2013, 2,1 milioni di adolescenti vivevano con il virus dell’HIV • Tra il 2000 e il 2015, sono state evitate più di 6,2 milioni di morti per malaria, principalmente in bambini con età inferiore ai 5 anni in Africa subsahariana. Il tasso globale di incidenza della malaria si è ridotto del 37% e il tasso di mortalità del 58% • Tra il 2000 e il 2013 gli interventi di prevenzione, di diagnosi e di trattamento della tubercolosi hanno salvato 37 milioni di vite. Il tasso di mortalità da tubercolosi si è ridotto del 45% e il tasso di prevalenza del 41% tra il 1990 e il 2013.

Traguardi 3.1 Entro il 2030, ridurre il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per ogni 100.000 bambini nati vivi 3.2 Entro il 2030, porre fine alle morti prevenibili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età. Tutti i paesi dovranno cercare di ridurre la mortalità neonatale ad almeno 12 per ogni 1.000 bambini nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i 5 anni di età ad almeno 25 per 1.000 bambini nati vivi 3.3 Entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l’epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili 3.4 Entro il 2030, ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il

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trattamento e promuovere benessere e salute mentale 3.5 Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol 3.6 Entro il 2020, dimezzare il numero globale di morti e feriti a seguito di incidenti stradali 3.7 Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali 3.8 Conseguire una copertura sanitaria universale, compresa la protezione da rischi finanziari, l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti 3.9 Entro il 2030, ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione e inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo 3.a Rafforzare l’attuazione del Quadro Normativo della Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul Controllo del Tabacco in modo appropriato in tutti i paesi 3.b Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo; fornire l’accesso a farmaci e vaccini essenziali ed economici, in conformità alla Dichiarazione di Doha sull’Accordo TRIPS e la Sanità Pubblica, che afferma il diritto dei paesi in via di sviluppo ad utilizzare appieno le disposizioni dell’Accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuali contenenti le cosiddette “flessibilità” per proteggere la sanità pubblica e, in particolare, fornire l’accesso a farmaci per tutti 3.c Aumentare considerevolmente i fondi destinati alla sanità e alla selezione, formazione, sviluppo e mantenimento del personale sanitario nei paesi in via di sviluppo, specialmente nei meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo

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3.d Rafforzare la capacità di tutti i Paesi, soprattutto dei Paesi in via di sviluppo, di segnalare in anticipo, ridurre e gestire i rischi legati alla salute, sia a livello nazionale che globale

Il contesto italiano Nonostante il miglioramento rispetto all’Obiettivo 3, persistono forti disuguaglianze di fronte all’offerta sanitaria, in termini di accesso e di qualità. Secondo l’ASviS occorrono maggiori attenzioni nei confronti di tutte/i e in ogni Regione. Un ulteriore impegno Onu sottoscritto dall'Italia è quello di dimezzare, entro il 2020, “il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali” (Target 3.6). Come nella maggior parte dei Paesi economicamente avanzati, quelli europei in particolare, anche in Italia sta maturando la convinzione che occorra spostare progressivamente le attenzioni e l’impegno dagli obiettivi del passato (lotta alle patologie acute, cure ospedaliere, efficienza economicofinanziaria) a quelli compatibili con il nuovo contesto epidemiologico ed ambientale, e dunque verso le patologie croniche, la prevenzione, la qualità della vita delle persone affette da malattie croniche, l’assistenza domiciliare, la sostenibilità di lungo termine, l’uguaglianza di tutte/i e a tutte le età di fronte all’offerta sanitaria, in termini di accesso e di qualità, la lotta agli sprechi. In particolare, le disuguaglianze in termini di accesso ai servizi restano molto ampie.

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Relativamente alla salute delle donne, nonostante le normative esistenti, tra cui i provvedimenti che introducono per la prima volta nel diritto italiano la medicina di genere (2016), la mancata applicazione di alcune leggi (405/1975 istitutiva dei consultori familiari e 194/1978 sulla tutela sociale della maternità e interruzione volontaria della gravidanza) fa registrare carenze nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) con un impatto negativo sulla salute di donne e ragazze. Queste carenze sono state anche oggetto delle raccomandazioni del Comitato per i diritti umani dell’Onu formulate nel marzo 2017. Sarebbe importante, pertanto, che nel Piano Nazionale della Prevenzione e nel Patto per la Salute fossero maggiormente presenti le problematiche emergenti relative alla salute delle donne.

I nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) prevedono importanti ampliamenti delle cure che le unità sanitarie di tutto il Paese sono tenute ad assicurare in regime di Ssn, specie per quanto riguarda alcune aree che in precedenza erano parzialmente o del tutto scoperte, ed in particolare cronicità, disabilità e prevenzione. Sussistono, però, alcune incertezze rispetto alle risorse da destinare alle nuove aree di cura indicate e, soprattutto, all’attuazione del provvedimento in tutte le Regioni, in particolare in quelle in cui persistono forti disparità di accesso all’assistenza. Per ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi si propone di: definire criteri e parametri per la realizzazione di una piena

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uguaglianza di tutti di fronte alla malattia e alla prevenzione; ridefinire i confini del rapporto tra attuazione dei diritti e vincoli di bilancio, rivedendo gli attuali criteri di bilanciamento tra disponibilità finanziarie e garanzie dei diritti fondamentali; vigilare sulle forme di offerta privata incontrollata di servizi a domicilio o “su strada” offerti da una miriade di soggetti, alcuni dei quali scarsamente qualificati; garantire una più capillare digitalizzazione della sanità (dalla cartella clinica al teleconsulto), il che richiede l’adeguamento degli investimenti in sanità digitale a quelli dei Paesi più avanzati; porre maggiore attenzione alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti delle donne durante tutto l’arco della vita riproduttiva, attraverso il potenziamento dei consultori familiari su tutto il territorio nazionale, l’accompagnamento al parto-nascita (anche allo scopo di ridurre il ricorso al taglio cesareo), l’aumento dei punti di ascolto per fronteggiare la violenza intra-familiare e un’attenzione particolare per le esigenze della comunità Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Intersex) dal punto di vista della tutela della salute.

Fonti: https://unric.org/it/ http://www.obiettivo2030.it/ https://www.minambiente.it/

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La Legge Scout di Nino Camuto

Art. 10 - La Guida e Lo Scout sono puri di pensieri parole e azioni Formulazione originale di BadenPowell: A Scout is clean in thought, word and deed. (Lo Scout è pulito nel pensiero, nella parola e nell’azione.) Formulazione Asci: Lo Scout è puro di pensieri, parole, azioni. Formulazione Agi: La Guida è pura di pensieri, parole, azioni. Formulazione Agesci: La Guida e lo Scout sono puri di pensieri, parole e azioni. “A Scout is clean in thought, word and deed”. Con quest’articolo B.-P. volle concludere la Legge scout, la versione italiana suonerebbe come “Uno scout è pulito nel pensiero, nella parola e nell’azione”. La traduzione di “clean” con “puro” (l’articolo in Italia assume subito l’enunciazione odierna, tanto in ASCI che in AGI) non è per niente scorretta, anzi: nella lingua inglese il concetto di purezza morale non s’indica con “purity” (che riguarda la chimica) ma in parte con “cleanliness”, che riguardando la sfera dell’igiene, rimanda al concetto della purificazione da ogni sporcizia, anche morale. E quindi il termine “clean” raggiunge da subito l’obiettivo di essere diretto, franco, schietto. È d’altro canto immediato comprendere come il concetto di Purezza per un cattolico assuma una connotazione tutta particolare: dei puri di cuore ci parla Gesù nel discorso della montagna, e della purezza intesa come “pulizia da ogni peccato”, siamo stati tutti ben informati fin da piccoli. Qui va subito premesso che la purezza cui ci riferiamo non è semplicemente quella di natura sessuale. Perché: attenzione! La purezza non necessariamente include un’indicazione morale, che può variare nelle varie parti del mondo e nelle varie epoche. Purezza significa chiarezza, limpidezza, trasparenza… significa disponibilità a farsi “radiografare” senza avere nulla da nascondere, quale che sia poi il codice etico con il quale veniamo, se necessario, giudicati. Il Faro – Aprile-Maggio 2020

La terna di parole cui la purezza si riferisce, sembra essere disposta in progressione crescente: il pensiero governa le parole e quindi le azioni, e quest’articolo della Legge non ci invita “solo” a una purezza esteriore, quella delle azioni, ma ci invita a una purezza profonda, che diventi spontanea, del pensiero appunto. Il nostro pensiero sia quindi libero, sgombro da ambiguità, da incertezze. Questa ricerca della purezza di pensiero può impegnare una vita intera, perché richiede una reale disposizione d’animo a scoprire se stessi senza sotterfugi, a non mentire a se stessi prima che agli altri, a essere coerenti negli aspetti della nostra personalità.

Questa purezza di pensiero è la via per la Felicità, quella che lo stesso B.-P. ci indica nella Strada verso il Successo. Solo una mente pura (anche di cuore,) può dedicarsi al Prossimo con lealtà e sincerità. Forse è per questo che B.-P. mise questo concetto a conclusione dell’intera Legge: perché riveste, riempie, completa, tutti i precedenti, rendendoli incarnati e non solo vissuti in apparenza. La ricerca della Purezza è la meta cui tende chi si sforza di essere leali, fraterno, Pagina 10


obbediente, laborioso, sereno… oltre che la meta da raggiungere attraverso l’esercizio di una vita per noi cattolici: “Santa” – che ci allontani dai peccati, e che cambiando in ogni paese e per ogni altro codice morale umano. Ma, B.-P. non si accontenta di proporci la lontananza dai peccati, l’essere buono e puro ma possiamo leggere una filosofia, nelle indicazioni contenute nella Legge, ma soprattutto dobbiamo leggervi un “metodo” attivo che va condiviso. Ed ecco che al pensiero consegue la parola, e quindi l’azione. La purezza nella parola è raggiunta solo da chi pensa in modo puro. Altrimenti sarà una purezza di facciata. Anche perché qui non si tratta di non dire le parolacce o di bestemmiare o di rispondere male a qualcuno. La purezza nella parola è la franchezza nei contenuti, la schiettezza e la sincerità, l’impegno a dire una cosa e poi a farla. Vi è poi una purezza nell’azione, nel comportamento, che è ancora più, si manifesta, e richiede ancor più onestà intellettuale per essere efficace, e non semplicemente esteriore. Troppo spesso, scrivevamo, soprattutto ai ragazzi adolescenti, questo articolo della Legge, suona come un monito alla continenza sessuale. I pensieri impuri e le azioni impure, che ci ricordano gli atti impuri del Comandamento, sono così relegati a una sfera tanto delicata e personale. Sicuramente un richiamo alla sfera sessuale è contenuto in questo articolo, che tra l’altro suona uguale nella versione maschile e femminile. Ma tale richiamo è contenuto anche nel concetto di lealtà, di amicizia e fratellanza, di onore. Partiamo quindi da una purezza che ci porti a essere sinceri, senza macchia, senza ombre, non solo nei nostri rapporti intimi ma in tutti gli aspetti del nostro vivere.

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A questo punto mi viene in mente la grappa, e il ciclo di distillazione che la rende sempre più pura, sempre più trasparente. Non possiamo pensare che la grappa sia trasparente nella bottiglia dove la vediamo, e sia torbida dietro l’etichetta, dove nessuno la può vedere. La purezza è un processo che ci coinvolge e che rende progressivamente trasparente il nostro modo di vivere in mezzo agli altri. Di sicuro non sta a noi giudicare chi sta intorno in base alle sue scelte di vita e di comportamento, ma ciò che possiamo e dobbiamo fare è guardare chi non teme di nascondere parte del suo comportamento dietro quell’etichetta, chi non teme di dire chi è, quali sono i suoi pensieri, chi parla bene e poi non razzola male, chi si pone nel mondo con la coerenza di chi sa di essere puro, ma piuttosto di chi sta faticosamente cercando di raggiungere quella purezza. Chi si presenta in modo trasparente può non essere perfettamente “conforme” allo schema morale condiviso, ma deve essere disposto a spiegare, a chiarire, non deve aver paura di sostenere la sua scelta, anche se controcorrente. Pensiamo a questo anche fuori dallo scoutismo, per esempio a chi ci dovrà governare, senza retorica, senza ironia. La sfera privata di una persona che si vuole porre a servizio degli altri diviene necessariamente pubblica, perché è inevitabile pensare che chi sia bravo a celare un’identità sia anche bravo a mentire, a mentire a noi che siamo governati. E chi nega questo passaggio lo fa sicuramente in cattiva fede, e vuole a sua volta nascondere qualcosa. E mentire nella sfera pubblica è la premessa per la corruzione, la demagogia, l’abuso di potere. Ma questo si applica anche a chi “governa” un’Unità scout, a chi educa i ragazzi, perché la prima educazione arriva dall’esempio. Ma questo si applica anche a tutti quelli che vivono nel mondo e che con il loro esempio personale lasciano una Traccia dietro di sé, una testimonianza che sia esempio da seguire, che vogliano non limitarsi a essere belli, bravi e buoni, ma a fare il Bene. E lo Scautismo, in fin dei conti è tutto qua.

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N NO OT TIIZZIIEE B BR REEV VII ddii DDaanniieellaa CCaarrnnaazzzzaa Buona Strada, caro don Paolo!

Il servizio mensa a Casa Aurelio

31/03/2020 Don Paolo Ruta mi ha lasciato un bel ricordo. In una riunione del Consiglio Regionale a Siracusa ci ha raccomandato di diventare operai di Gesù. Mi ricordo che mi sono alzato alla fine del suo discorso e l'ho ringraziato per aver accolto il suo prezioso consiglio con una sincera ed ironica battuta "NELLA SUA AZIENDA IL LAVORO NON MANCHERÀ MAI" - Oggi sono felice di questa mia scelta e le preghiere per don Paolo Ruta sono frequenti. Saverio Pavone

Nei mesi di aprile e maggio il servizio degli

Per la

Consiglio Regionale telematico

adulti scout nella casa di prima accoglienza “Aurelio” è raddoppiato, anzi quadruplicato. Infatti gli ospiti, che solitamente di giorno sono in giro per la città, da metà marzo sono stati costretti a rimanere nella sede di Via Emilia, non solo a cena ma anche a pranzo. Così doppi turni per la preparazione dei pasti ma volontari ridotti alla metà poiché molti sono rimasti a casa, vista anche l’età avanzata. Quindi per noi della comunità è raddoppiato lo sforzo per cercare di aiutare gli ospiti e i volontari della casa “Aurelio” e, con l’aiuto di persone esterne, siamo riusciti a coprire buona parte dei turni previsti per i servizi di cucina.

Il 10 maggio e il 26 maggio si sono svolti due consigli regionali per riflettere sulla vita delle comunità, sull’Assemblea regionale elettiva e sulla procedura per la nomina dell’Assistente ecclesiastico regionale.

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Il Santuario e il parco negli anni ‘60

Fontana Falconieri e Scalinata della Colomba anni ‘30

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EDIZIONI SCOUT Giancarlo Monetti, Dante Bettale

“Gli scout archeologici” TI.PI. Tipografia Piave Edizioni Collana “Tracce Scout” Un’eccezionale avventura dello scautismo italiano Quando frequentavo le scuole medie, a metà anni ottanta, ricordo di aver studiato le popolazioni che avevano abitato nel corso dei secoli il nostro territorio, e di aver trascorso molti pomeriggi con alcuni amici sulle colline attorno a casa per cercare tracce di quelle genti: pezzi di terrecotte paleovenete, frammenti bronzei, ma anche selci preistoriche... Si trattava più di un’avventura che di una vera attività di ricerca, e forse l’aspetto archeologico era meno importante della voglia di stare all’aria aperta insieme agli amici, ma qualcosa comunque trovammo, e ricordo la soddisfazione nel portare in classe quei “cocci” e farli vedere all’insegnante e ai compagni. Negli stessi anni, da Esploratore, ricordo che mi soffermavo in sede scout davanti al poster delle specialità, chiedendomi come ci si potesse cimentare in alcune “materie” che mi sembravano astruse e fuori dalla portata di un ragazzo della mia età. Crescendo e conoscendo meglio il Metodo, capii che la forza delle specialità individuali sta proprio lì, nel fornire ai ragazzi delle occasioni per approfondire una materia o una competenza con l’aiuto di un “maestro”, nel più autentico spirito del trapasso delle nozioni, trasmettendo anche l’idea che la tenacia, la disponibilità ad imparare e l’umiltà ci possono portare a conoscere e ad esplorare il mondo senza troppi limiti. Quale migliore conferma di tutto questo, dell’avventura che la Compagnia Archeologica della Sezione CNGEI di Chieri ha compiuto negli anni sessanta e settanta! Un gruppo di ragazzi, guidati da un vero Capo, che hanno saputo sognare in grande e realizzare qualcosa di ancora più grande. Di un gruppo di Rover che non solo si è saputo dare da fare, ma ha anche studiato, si è documentato, ha coinvolto persone che ne sapevano di più, ed alla fine è riuscito addirittura a dare compimento al lungo lavoro giungendo ad aprire un museo archeologico. Quella che possiamo leggere nelle prossime pagine è la narrazione di quell’avventura, scritta da uno dei protagonisti, che... nel raccontarla non ci mette alcuno stupore o alcun eroismo... componenti che dobbiamo assolutamente aggiungere noi mentre leggiamo, per non dimenticarci e non dare affatto per scontato che si è trattato di un manipolo di ragazzini che ha ridisegnato la storia antica di una città. Pubblichiamo questo racconto perché è una storia di coraggio. Quello che dovremmo perseguire tenacemente nell’attività scout perché sia sempre la voglia di Avventura a guidare le azioni delle nostre Unità, e il desidero - condiviso tra Capi e ragazzi - di puntare sempre in alto, di continuare a guardare lontano! Andrea Padoin Il Faro – Aprile-Maggio 2020

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