Strade Aperte Ottobre 2017

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ISSN 0039-2057

I.R.

RIVISTA MENSILE DI EDUCAZIONE PERMANENTE

NUMERO 10 Ottobre 2017 Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia. Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: sede@masci.it Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, Info@adle.it. Editore,

ANNO 59° Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc.coop.a.r.l., via Picardi, 6 - 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363.

Dal Cammino si riparte per un nuovo impegno di comunità, vita spirituale e servizio


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Editoriali

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Strade Aperte per un nuovo Le riforme sono inutili impegno o pretestuose ? Giovanni Morello

Pio Cerocchi

Questo numero vi giunge con un formato ridotto di pagine perché vi è allegato il supplemento “Argomenti”, che nelle due uscite precedenti ha riscosso un buon successo presso i nostri lettori. Il tema di questo numero è dedicato alla preghiera: un tema – ne siamo sicuri – che interessa buona parte degli Adulti e delle Adulte scout. Questo supplemento trimestrale è stato pensato per essere di aiuto, e di stimolo, alle Comunità: e crediamo che in tal senso debba essere utilizzato dalle nostre comunità MASCI. Questo numero vi arriva mentre sono in corso, o si sono già effettuate, le Assemblee regionali di inizio d’anno per tracciare le linee dei programmi e delle attività del nuovo anno sociale. Il 22-24 settembre scorso, a Genova, si è svolto l’incontro di inizio d’anno del Consiglio Nazionale e del Comitato Esecutivo. Pubblichiamo l’intervento introduttivo della nostra Presidente Nazionale, Sonia Mondin, che ci sembra possa ben adattarsi alle attese e alle speranze delle nostra Comunità. Questo numero vi giunge mentre si è appena conclusa l’Assemblea mondiale ISGF che ha radunato, a Bali, in Indonesia, i dirigenti nazionali e le rappresentative di tutte le organizzazioni nazionali dello Scautismo adulto. La delegazione italiana, capitanata dalla nostra Segretaria Internazionale, Anna Maria Volpe Prignano, era la più numerosa ed ha candidato ai vertici ISGF Mario Bertagnolio, impegnato nei mesi passati, in collaborazione con FOCSIV in importanti missioni di aiuto internazionale. Speriamo, mentre ringraziamo Virginia Bonasegale che per due trienni ha rappresentato con successo il MASCI nell’ambito dell’ISGF, di poter annunciare, nel prossimo numero, la buona notizia della nomina a questo importante incarico di servizio di Mario Bertagnolio. In questo numero, qui a lato, pubblichiamo anche il consueto editoriale di Pio Cerocchi, direttore responsabile di Strade Aperte, che ringraziamo per la sua fedeltà e professionalità ai lavori della nostra redazione. Pio ci invita a meditare sulla problematica dell’impegno politico per noi cattolici, alla luce anche delle recenti parole di Papa Francesco e dei vescovi italiani. Parole che speriamo vengano conosciute e meditate nelle nostra Comunità e che spingano gli Adulti scout ad una maggiore consapevolezza ed impegno anche nel campo politico. Sono pagine dense, ma assai chiare, che tutti dovrebbero leggere. Come vedete c’è molta carne al fuoco. Buona lettura

C’è un paradosso nella politica italiana: meno sono autorevoli i suoi protagonisti e più si progettano riforme di sistema destinate, almeno nella intenzioni, a cambiarci la vita. C’è un vero accanimento: riforme per tutto, basta un episodio di cronaca per spingere governo, deputati e senatori a proporre sempre nuove riforme. E viene da pensare (con qualche malizia) che per i “proponenti” sia più importante l’annuncio, che non l’approvazione di provvedimenti inevitabilmente destinati ad avere vita breve. Basti pensare ai continui interventi sul codice della strada che davvero fanno pensare alle “grida” manzoniane. E si potrebbe continuare sbertucciando una classe politica che nella sua maggioranza non sta dando buone prove di sé, ma se mi limitassi a fare del facile sarcasmo non avvicinerei l’obiettivo di questo piccolo articolo editoriale. Il giudizio sulla politica di questi anni va da sé. E lo hanno dato gli elettori che sono già pronti a rinnovarlo ad ogni prova elettorale che si presenti all’orizzonte. E così la nostra democrazia si sta riducendo a temere quello che dovrebbe essere il suo momento più alto e cioè il voto popolare. Ed anche questo è un paradosso che contiene in sé stesso una domanda: cosa fare per restituire credibilità alla politica italiana; a quel complesso di procedure che dal consenso degli elettori arriva al governo e che nel loro insieme costituiscono la garanzia dello Stato di diritto e, quindi, dell’ordinato svolgimento della vita civile. I problemi sono tanti, ma la loro soluzione (quasi sempre) è ostacolata dal groviglio di precedenti provvedimenti spesso presi sull’onda delle emergenze e che, anche per questo, non riescono ad andare a regime e a garantire la vita dei cittadini. Se guardiamo agli anni della cosiddetta “Seconda Repubblica” (della cui esistenza reale è lecito dubitare), non possiamo non vedere una confusione normativa che attenua quella certezza del diritto che dovrebbe essere alla base della vita civile. Basta solo vedere le tante riforme che si sono susseguite nella Pubblica Amministrazione, per farsi un’idea della distanza che separa il Paese da una sua (sperabile) normalità. A fronte di questo disordine c’è il dinamismo delle nuove tecnologie che ovunque, nelle imprese e nel pubblico, rimettono continuamente in discussione i vecchi assetti e, dunque, rendono necessari interventi di riordino e di riforma. Dunque non tutte le riforme sono inutili o pretestuose. La vera questione è la credibilità della classe politica che le propone. Da qui la necessità di esercitare, per quanto è possibile, una cittadinanza attiva, preferendo sempre la via dell’impegno anche diretto di ciascuno. I cattolici, hanno ricordato sia il Papa sia i vescovi italiani, hanno una responsabilità da far valere e credo allora che, grazie anche al loro contributo, sarà possibile superare quei paradossi che oggi ci penalizzano.


Internazionale

Mario Bertagnolio Comunità Roma 2

Mentre andiamo in stampa, si svolge a Bali la Conferenza Mondiale ISGF che, tra gli altri adempimenti, eleggerà il nuovo Comitato esecutivo mondiale, a cui è candidato Mario Bertagnolio, che qui ci consegna una sua presentazione. Auguriamo a Mario il successo nell’elezione, affinché possa continuare a portare, a livello mondiale, gli ideali e le esperienze del MASCI, così come è accaduto negli ultimi sei anni per la presenza di Virginia Bonasegale ai vertici del Movimento mondiale, che ringraziamo per il suo impegno e la sua testimonianza. Nel periodo 9-14 ottobre si terrà a Bali un incontro mondiale di tutte le realtà ISGF presenti nei vari paesi, di nuova e precedente partecipazione. Si tratta di NSGF(associazioni nazionali aderenti) per un totale di 63, mentre altre 42 sono CB (central branches,in paesi dove non è stata ancora formata una NSGF). Cosa è che l’associazione internazionale ISGF? E’ l’associazione I(nternational), S(cout), G(uide), F(ellowship), che riunisce le associazioni di scout e guide adulti del mondo. La missione dell’associazione è promuovere lo spirito della promessa e della legge scout nella vita attiva degli adulti scout sviluppando la propria educazione permanente, prestando servizio nelle comunità e supportando l’associazione ISGF. L’associazione è stata istituita nel 1953 e da allora ha visto crescere il numero di adesioni, dal gruppo iniziale di associazioni europee a quelle di tutto il mondo. Le associazioni aderenti NSGF hanno diverse modalità di partecipazione (full member, associate member), mentre le CB danno contributi di livello inferiore. In relazione al loro stato di partecipazione, sono diverse le modalità di votazione per l’elezione dei membri del comitato esecutivo, che viene rinnovato periodicamente in occasione delle

Conferenze internazionali, come quella di Bali, ogni 3 anni. Le attività dei membri del comitato esecutivo, nella gestione delle attività di ISGF, coprono finanze, relazioni esterne, preparazione della prossima conferenza mondiale, materie legali, rapporti con le associazioni regionali ISGF(Regione Europa, Regione Araba, Regione Africa, Regione America, Regione Asia/Pacifico), comunicazione, supporto al Segretariato Centrale ISGF di Bruxelles. Le lingue di uso nei documenti e nelle attività dell’associazione sono l’inglese ed il francese. I membri del comitato che verranno eletti nella Conferenza di Bali ,in sostituzione di quelli in scadenza, saranno 3 o 5, in relazione all’approvazione di alcuni emendamenti allo statuto dell’associazione. Le NSGF hanno la facoltà di proporre propri candidati nel numero di uno per associazione nazionale, ed il MASCI, cosi come altre associazioni, ha ritenuto con documento ufficiale, di proporre Mario Bertagnolio, della comunità di Roma 2, come proprio candidato. Mentre sono ben consapevole della complessità e della difficoltà dell’incarico a cui sono stato proposto, dovendo nel caso di elezione allo stesso tempo rappresentare il Masci, la Regione Europa di appartenenza, ma anche le realtà presenti nelle associazioni di tutto il mondo, tenendo conto delle grandi differenze di cultura, religione, priorità di storia e politica, ritengo che sarà importante portare avanti tutti quei valori e principi che legano scout e guide di tutto il mondo, a cominciare dall’obiettivo prioritario della pace e della giustizia fra i popoli e le nazioni, del comune orientamento alla salvaguardia della natura e del clima minacciato da tante realtà produttive inquinanti. Da questo punto di vista la mia esperienza professionale (ingegnere chimico) e la conoscenza di tanti paesi in tutti i continenti penso mi sarò di grande aiuto per portare avanti questi temi, uniti a quelli propri dello scautismo. Ci potrà essere spazio anche su temi attuali, come quelli delle migrazioni, e della finanza globale, spesso insensibile ai problemi dei popoli in difficoltà, naturalmente tenendo conto delle diverse sensibilità sociali e religiose. Credo che l’ISGF potrà dare un contributo maggiore che nel passato su questi temi, che hanno ormai guadagnato una risonanza mondiale. Pensiamo soltanto come esempio alla delegata qualificata proposta dalle Maldive ,che potrà rappresentare un paese a rischio di inondazione, per l’aumento del livello dei mari, e di distruzione della fascia corallina, per l’aumento della temperatura del mare stesso.

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Conferenza mondiale ISGF a Bali

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Vita del Movimento

Camminando con San Giacomo Andrea e Teresina Tappa Comunità Dueville “Ciò che conta è che tu sia disposto a partire, che tu sia disposto a rischiare… “

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Inizia così la nostra route, il nostro Camino per Santiago, con la lettura del brano dell’esodo che descrive le paure, i timori degli Israeliti nell’aver accettato di seguire Mosè, nell’aver abbandonato la certezza della vita e del cibo. Gli occhi si incrociano: volti noti, volti conosciuti, volti nuovi, volti che ti sorridono , volti che ti scrutano, un’atmosfera che man mano diventa sempre più familiare. I pensieri, le parole si rincorrono fino alla preghiera e al canto. Ma è tempo di partire, di raggiungere il mojón (cippo) , il km zero della partenza del cammino, dove avremmo potuto apporre il primo sello (timbro) nella nostra “credencial”, il passaporto del pellegrino. La gioia, la spensieratezza ci accompagnano poi alla s. messa nella basilica di san Giuliano, con una benedizione solenne per tutti i pellegrini che sono in procinto di partire per Santiago de Compostela e alla fine un canto s’innalza e avvolge tutti i fedeli: “Madonna degli scout ascolta t’invochiam, concedi un forte cuore a noi che ora partiam…” Il mattino seguente si presenta uggioso, ma non rattrista gli animi, con passo spedito, quasi a voler arrivare anzitempo, il lungo serpentone dei pellegrini si snoda per le vie e la periferia di Ferrol. Può essere stato un Desiderio, un Sogno, una Voce, una Persona, alcuni dicono San Giacomo stesso che ti ha messo in cammino. Lo zaino è parte di te, hai lasciato le sicurezze e comodità di casa, il tuo sguardo è rivolto alla strada, alla ricerca della concha (conchiglia) e della freccia gialla che ti indicano il percorso, ma anche alla ricerca di te stesso: tempi e modi lungo il cammino ne avrai. Mettersi in cammino vuol anche dire mettersi alla prova, capire i propri limiti. I miei passi, i tuoi passi, le mie impronte, le tue impronte si confondono con le migliaia che ci hanno preceduto. Ogni giorno uno, due tre compagni diversi con cui parlare, con cui

confrontarci, con cui confidarci. Ogni giorno la lettura di S. Giacomo e un canto ci accompagna al mattino, ogni giorno un confronto, una preghiera ci accompagna alla sera. Ogni giorno nuovi paesi, nuovi paesaggi, nuovi incontri. Tutti salutano tutti, tutti consigliano tutti, alcuni ti offrono anche i loro doni senza nulla in cambio, come darti delle uova sode ancor calde perché hai bisogno di energia per giungere a Santiago e poi scusarsi se non ce n’è per tutti: “ Non sa-

pevo… non pensavo che oggi sareste passati così in tanti!”

San Giacomo ti accompagna con le sue esortazioni, ti invita a riflettere sul tuo stile di vita, ti invita a pregare, e ne hai di tempo per pregare, a volte ti sembra addirittura di essere più vicino a Dio. Il cammino è testimoniato anche dalla presenza di molti cruceiros (monumenti in pietra costituiti generalmente da una croce) e chiese per poi perdersi in lunghissimi boschi di eucalipto. Attraversi paesi moderni e vivaci, a volte invece antichi, vecchi, dove il tempo sembra essersi fermato. E il tuo passo va, a volte veloce quasi volessi scappare da chissacchè, a volte lento per aspettare o accompagnare o aiutare chi va più lento. Ogni giorno ti avvicina di più alla meta, il desiderio di arrivarci aumenta e con esso l’emozione. Attraversi periferie industrializzate, ma non le vedi, non le vivi, i tuoi occhi guardano oltre: “Ecco si vedono le guglie della Cattedrale!”, e ora sembra che tu abbia le ali ai piedi. Poi quando entri in piazza Obradoiro senti il cuore che batte più forte, un nodo di commozione ti prende la gola e i tuoi occhi luccicano di gioia! La lunga fila di centinaia di persone in attesa di entrare in Cattedrale non ti spaventa, lasci lo zaino e ti accodi. E più ti avvicini e più fremi e vorresti gridare la tua felicità di essere qui. Alla fine entri, cerchi posto, la chiesa è colma, la s. messa è iniziata. La vivi, la condividi con chi ti è a fianco, i tuoi compagni sono sparsi qua e là. Ecco il momento dell’incenso, del “botafumeiro”, che vola da una navata all’altra facendoti venire i brividi, è il momento della benedizione solenne. Con tanta commozione pensi “Il cammino è compiuto!”, e già i tuoi pensieri volano e hai voglia di tornarci. La fatica , a volte la difficoltà di proseguire, non pesa più, hai lasciato lungo il cammino tutto il superfluo di casa, hai incontrato Gesù nei tuoi compagni di viaggio, le emozioni, le commozioni, le gioie hanno arricchito e riempito il tuo cuore.

IL MASCI A SANTIAGO DI COMPOSTELA Il gruppo Masci di Chiampo, quest’anno ha accolto con grande entusiasmo la proposta del Masci nazionale : vivere da adulti scout facendo il Cammino di Santiago (...) Le tappe giornaliere, di circa 20 km ci hanno fatto conoscere caratteristiche cittadine galiziane, quali Neda, Pontedeume, Betanzos,Bruma e Sigueiro, attraversando zone rurali ed estesi boschi di eucalipti quasi in un’atmosfera da favola, costeggiando a tratti un meraviglioso oceano, camminando per sentieri e stradine inseriti in un paesaggio tipicamente nordico-inglese, chiaramente indicati da cippi con la classica conchiglia, simbolo del Cammino. Il nostro procedere ha avuto come linea di riflessione personale e di gruppo la lettura e la condivisione della Lettera di San Giacomo , che invita ad avere una fede che nasce dall’ascolto della Parola e porta ad agire non solo a parole ma con i fatti. Il fare strada assieme ad altri , elemento caratterizzante dello spirito scout , ci ha aiutato a sentirci pellegrini e collaboratori per un mondo migliore. L’arrivo a Santiago venerdi 11 agosto, dopo circa 130 km..., è stato per tutti emozionante: la piazza era gremita di giovani, adulti, bambini, scout di vari paesi anche italiani ed alcuni anche della nostra provincia, tutti stanchi ma carichi di gioia per l’esperienza indimenticabile vissuta . Il ritiro della Compostela, una pergamena a testimonianza di aver fatto integralmente il Cammino , è stata per tutti motivo di orgoglio da far vedere un giorno ai figli dei nostri figli...... L’emozione al saluto con gli altri scout di ritorno alle proprie famiglie ci ha ricordato i tanti momenti di allegria e condivisione: le mille foto ricordo, le riflessioni in gruppo, le spontanee battute gioviali, le condivisioni gastronomiche, il riposo a volte rumoroso …. tutto ciò ha cementato un’ amicizia nata camminando in terra spagnola, uniti dal caro fazzolettone scout. Italo, Giuliana, Mariano, Elena, Valentino,Edda, Bruno, Cristina, Sergio, Mariella


Vita del Movimento

Silvia Mondin Presidente Nazionale Aprendo i lavori dell’ultimo Consiglio Nazionale del 2224 settembre scorso, a Genova, la Presidente Nazionale, Sonia Mondin, ha pronunciato questo intervento introduttivo, che consegniamo ai nostri lettori, per l’indubbio interesse di carattere associativo ivi sotteso. Rieccoci dopo la pausa estiva alla ripresa dei lavori, un periodo di tempo in cui per il gran numero di eventi, ma anche per l’immediatezza e la celerità con cui l’informazione ne ha dato notizia, diventa difficile ricordare tutti i fatti accaduti dall’ultimo nostro incontro. Fatti che c’interpellano direttamente come uomini e donne, come scout e cristiani, costantemente impegnati per tentare di lasciare un mondo migliore, ma che di fatto ci lasciano la sensazione che in questi ultimi mesi il nostro mondo stia regredendo, imbruttendo. A volte non ci rendiamo nemmeno conto di quanto inquietanti siano certi avvenimenti; le app dei nostri smarphofone ci aggiornano di minuto in minuto sovrapponendo tragedia a tragedia. Poi succede che con il continuo aggiornamento delle notizie ci si abitui ormai a tutto, perdendo la memoria di quanto accaduto il giorno prima. Intrendo però fare mente locale perchè mi sembra doveroso ricordare il contesto nel quale muoviamo i nostri passi e viviamo la nostra dimensione del fare Strada. In primis la tragedia dell’immigrazione aperta su più fron-

ti, che assume connotazioni sempre più drammatiche. A farne le spese però sono sempre i più deboli, gli ultimi, i dimenticati, i senza nome. Basta pensare cosa sta succedendo nei cosiddetti “centri di accoglienza” in Libia, ove esistono situazioni per le quali non dobbiamo tacere: ne vogliamo parlare? C’è poi il grande tema della ius soli, che è stato strumentalizzato e confuso con il tema dell’immigrazione, sul quale più di qualcuno ha deliberatamente speculato per tornaconto politico, per attizzare il fuoco del razzismo e della xenofobia. Tema sul quale Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato dal tema: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati” prende esplicitamente posizione sia sullo ius soli che sullo ius culturae. Le Nazioni Unite che, dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale e il “mai più” dei campi di sterminio nazisti, hanno ricevuto la missione di “mantenere la pace e la sicurezza nel mondo”, ora sono alle prese con la grande crisi internazionale provocata dagli esperimenti della Corea del Nord e con la crescente tensione nel rapporto con gli USA, con l’angoscia, mai stata più forte prima d’ora, che si scateni un conflitto mondiale. Andando sui temi dell’ambiente, anche se l’accordo di Parigi sul Clima rimane una pietra angolare della cooperazione tra tanti Paesi per affrontare efficacemente e tempestivamente i cambiamenti climatici e per attuare gli obiettivi fissati per il 2030, in questi ultimi mesi sembra compromesso e rallentato dalle scelte fatte dalla Presidenza degli Stati Uniti. Come scordare, poi, il terrorismo internazionale legato al fondamentalismo islamico dell’ISIS, che continua a seminare orrore e distruzione in tutto il mondo, causando paura e insicurezza? I terremoti non ci lasciano in pace, il Messico ora e prima da noi il Centro Italia. Anche questa è un’occasione per avviare

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Ripartire dalla bellezza dell’educazione

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Vita del Movimento

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una riflessione etica che ci interroghi su quello che l’uomo non ha fatto e che, invece, avrebbe potuto fare per prevenire i danni infrastrutturali causati dagli eventi sismici. Non trascuriamo poi le violenze che avvengono dentro e fuori le mura domestiche, nelle relazioni amicali e familiari. I femminicidii continui che nell’anno in corso ci presentano una statistica terribile, una vittima ogni due giorni. Questo è lo scenario in cui siamo immersi. Ma è bene che cominciamo a raccontare ciò che di buono e di bello abbiamo fatto e che stiamo facendo, come Movimento, ma anche come gruppi scout e realtà cattoliche varie; i nostri impegni, piccoli segni di speranza, riescono a rischiarere, pur con luci tenue, lo sfondo cupo di cui ho parlato. Mi viene spontaneo collegare quanto succede con i temi che abbiamo votato all’assemblea di Assisi inerenti l’indirizzo programmatico, il cui programma è stato già divulgato all’intero Movimento. Sono priorità sulle quali siamo chiamati a camminare, per affrontare le sfide del nostro vivere. Sono le sfide del vivere delle prossime generazioni, dei nostri figli, dei nostri nipoti, che lanciano un forte invito a costruire luoghi significativi e fecondi, nei quali sperimentare un vivere altro. Forme di vicinanza alla sofferenza, strategie di cura reciproca, incontro nuovo con fragilità e diversità, luoghi in cui dobbiamo sperimentare una fraternità anche tra sconosciuti. Ma questa è la palestra ove da sempre lo scautismo ci allena, basti pensare al contenuto simbolico della Giornata del Pensiero, che diventa per tutte le Guide e tutti gli Scout del mondo l’occasione non solo per ricordare il compleanno di B.-P. e Lady Olave, ma una straordinaria opportunità di solidarietà (il penny), per sviluppare nel nostro territorio iniziative ed attività che si uniscono idealmente a quelle di milioni di persone di altri paesi. Un programma che ci consegna delle priorità racchiuse in tre cornici che rappresentano per noi gli ambiti d’intervento.

La Cornice Antropologica

Ci sollecita a leggere con attenzione le grandi trasformazioni sociali, per essere pronti a rispondere al nuovo che avanza, a volte anche con modalità di resilienza. In una realtà che è profondamente mutata, è fondamentale educare al cambiamento per affrontare la complessità delle situazioni che si presentano. Cedo che l’intervento previsto oggi di mons. Nicolò Anselmi ci potrà aiutare a riflettere su questo argomento.

La Cornice Relazionale

Non c’è educazione se non c’è relazione! La relazione educativa caratterizza l’incontro, quel particolare incontro tra donne e uomini, tra generazioni, che assume le forme di un’alleanza nella quale prende forma un tempo nuovo. La relazione, soprattutto quella educativa, serve ad assumere le fragilità e ritrovarci nella fragilità vuol dire a volte accettare pure l’incompiutezza. Più a fondo ancora, accettare di iniziare, di nascere e di morire, e con questo, e nonostante questo, recuperare la bellezza del vivere, al punto tale che potremo alla fine dire che è stato così bello vivere

che si può anche morire! Ma solo la relazione autentica con l’altro ci introduce a questi percorsi. Bello è stato il contributo di Monica Lazzaretto al CN di Febbraio 2017.

La Cornice Metodologica

Si pone chiaramente il tema della declinazione del metodo scout per gli adulti, senza gli strumenti tipici dello scautismo che è nato come metodo pedagogico per i giovani. A Maggio del 2017 Gualtiero Zanolini ci ha fatto una relazione che ho condiviso pienamente. Per gli adulti gli elementi del metodo devono essere un presupposto consolidato, tenuto conto che le nostre scelte e il nostro stile partono dall’adesione ai valori del Patto Comunitario. E quindi mantenendo fermi gli ideali che conosciamo, è importante definire il metodo scout nell’educazione degli adulti, passando da una dimensione pedagogica ad una dimensione testimoniale. Ci siamo dati l’impegno in questo triennio di rivedere l’offerta formativa in relazione alle diversità di genere e generazionali, che sappia porre attenzione sia ai momenti educativi/formativi per la persona, sia a quelli che si riferiscono alla vita e alle esigenze delle comunità e dei singoli A.S. L’idea forte sottesa a questo indirizzo programmatico può rendersi comprensibile in un’unica frase, ossia: “Il bisogno

di riscoprire la nostra umanità come creature in relazione attente al cambiamento e testimoni di speranza”.

Tornando ai dieci temi con cui abbiamo tradotto l’indirizzo programmatico e precisamente: Attenti e sensibili al

cambiamento, Nuovi Stili di vita, Per un nuovo Umanesimo, Etica nella Comunicazione, Accoglienza del diverso, il metodo adulto dello scautismo, la Centralità della comunità, la Centralità del servizio, riteniamo che non

siano degli argomenti astratti, ma piuttosto indichino un itinerario di crescita per tutto il Movimento, adatto al tempo che viviamo. Ambiti che si completano, si accavallano, interagiscono, ma soprattutto che devono partire da una Fraternità a “monte”, che ci chiama a essere, grazie all’esperienza dello scautismo, uomini e donne che con i loro comportamenti evidenziano una cura responsabile del legame sociale, necessaria per dare orizzonte e forma a nuove norme di convivenza, dove scopriamo il gusto di fare e il gusto di imparare grazie agli altri, realizzando insieme qualcosa che ci appartiene e che ci supera. Bello sarebbe che questa fosse la caratteristica e il contenuto degli eventi oggetto dei lavori di questo CN: il Seminario sul cambiamento di Novembre 2017, l’incontro sul tema dell’accoglienza di Maggio 2018 e la Festa delle Comunità di Ottobre 2018. Un MASCI che è un CUORE fatto di colori, di sorrisi e carezze, di abbracci e affetti, di fatiche e conquiste, di voglia e desiderio di tentare sempre con orgoglio e caparbietà di sentirci parte di una Comunità - sia essa Locale, Regionale o Nazionale - fatta di volti e di persone da scoprire e di sensibilità da coltivare. Questa, ne sono certa, è la bellezza che salverà il Mondo. La nostra testimonianza è ripartire proprio da questa bellezza, quale via per un “Nuovo Umanesimo”.


Spiritualità Elpidio Caroni Comitato Esecutivo “Quando lo spirito vive in me...” sono le prime parole di un canto liturgico. Me le pongo come domanda e ve la giro: quando? Per provare a rispondere cerco di specificare a cosa mi riferisco parlando di spirito. Nell’ultimo Campo Bibbia che ci ha donato (Un solo corpo e molte mem-

bra: corpo, anima e spirito nella Bibbia e nella cultura attuale, Val Pentina, 2013) Rinaldo Fabris definiva

lo spirito come il nostro “essere in rapporto con Dio”, la nostra “relazione con Dio”. È certo che ognuno di noi, persona unica, ha un rapporto con Dio che è particolare, individuale, tutto suo; e, tuttavia, esistono modalità di rapporto, cioè spiritualità, che sono comuni a gruppi di persone. Abbiamo bene presente la spiritualità dei monaci cristiani e, fra questi, quella francescana o benedettina, solo per citare le più note. Ma possiamo allargarci: pensare al buddismo, ai dervisci o a qualunque religione o gruppo etnico. Come scout, anche noi siamo portatori di una spiritualità particolare di cui, forse, non siamo pienamente consapevoli. Ci è facile, spontaneo, riferirci ai momenti di preghiera comunitaria, come quando ci uniamo alla preghiera della Chiesa nella liturgia delle Ore (lodi, vespri, compieta ... ). Ma se ci limitiamo a queste occasioni rendiamo più povera la nostra spiritualità. Trovo difficile, però, darne una definizione. Preferisco, perché più avventuroso e in stile scout, mettermi in esplorazione della nostra spiritualità, tenendo presente che lo Spirito Santo, interlocutore privilegiato della relazione fra Dio e noi, agisce in modi sorprendenti. Così, mi permetto di accennare a qualche esperienza, per lo più tratta dai Campi Bibbia, non per fornire esempi da imitare ma per far sì che possiate riandare alle vostre esperienze e, ricordandole, rivalutare in esse la rilevanza spirituale. Nel farlo, voglio escludere intenzionalmente la strada e il servizio, non certo perché poco importanti, ma per il fatto di essere certamente riconosciuti come portatori di una propria valenza spirituale, ampiamente commentata. Il lavoro insieme. Realizzare porta-foulard in cuoio. Preparare e cuocere biscotti pasquali. Creare, da materiali poveri, rappresentazioni plastiche di concetti astratti (la corporeità, la bestia dell’Apocalisse, ...). Il gioco. Giochi collaborativi, per ingegnarci a raggiungere insieme un obiettivo. Giochi di squadra, che, liberando la nostra gioiosa vitalità, esprimono l’amore per la vita. Giochi di abilità, per sfidarci a fare meglio

e apprezzare le qualità degli amici. Il canto corale. Anche prima che inizi il canto, si respira insieme. Canto è concordanza, cioè una unità di cuori. “Chi canta bene, prega due volte”. È bello cantare bene, con un risultato armonico e piacevole. Ma ancora più bella è la riunione delle intenzioni nell’espressione vocale. La danza. Bastano pochi movimenti ritmici, anche elementari, fatti insieme. Persino la ripetizione di un semplice battere di mani, senza alcuna musica. La musica non è “fuori” dalla danza, sta nella danza, perchè vibra e prende vita dentro di noi, insieme. Anche in questo modo espressivo l’importante non è soprattutto l’effetto scenico, bensì l’aspetto relazionale e il coinvolgimento di ciascuno. La convivialità. Gustare la gioia di trovarsi insieme e condividere la tavola, il pasto. Nella condivisione è compresa la cura per la preparazione della tavola, l’accoglienza di tutti e di ciascuno, la preoccupazione che non manchi qualcosa a qualcuno. Pur nella semplicità elementare del cibo preso insieme, ricordiamo che il pane e il vino della tavola sono diventati in Gesù il segno potente della sua presenza in mezzo a noi. Deserto, veglia. Ciò che accomuna un deserto sabbioso e un turno di veglia, da sentinella nella notte, è il silenzio. L’attenzione a cogliere, nel silenzio, ciò che ci circonda. Questo esercizio ci consente di distinguere ed evidenziare ciò che ci è interno, cogliere le nostre emozioni ancor prima del nostro pensiero, immergerci nel raccoglimento. Insieme, ci poniamo di fronte a un fuoco, alle stelle, alla luna, alla lettura o all’ascolto di un testo, ci fermiamo in mezzo a un bosco, osserviamo un rettangolo di prato. Troviamo un luogo adatto: uno spazio aperto e solitario, lontano da strade, abitazioni, rumori. Ci creiamo uno spazio adatto: davanti a un camino; un braciere in mezzo a un cortile; una stanza con qualche tappeto o cuscini, lumi, un’icona. Possiamo leggere un testo, magari in forma drammatica, a monologo o a più voci; possiamo mettere dei libri, da scorrere o leggere a piacimento. Nel silenzio e nel raccoglimento affiniamo la percezione di noi stessi e dell’altro da noi. Raccogliamo il frutto del nostro deserto, della nostra veglia, esprimendoci a parole o scrivendo su un quaderno, su un cartellone, su post-it. La “sequenza” pentecostale Veni, Sancte Spiritus (quella: Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce) si conclude con la richiesta dei doni dello Spirito, rappresentati nei sacramenti, nella salvezza e nella gioia eterna. Le invocazioni a Dio hanno sempre un rovescio della medaglia, ovvero ci sprona ad impegnarci per ciò che gli chiediamo. In questo caso la sequenza ci invita ad esplorare e sperimentare con maggiore assiduità la ricchezza della relazione che possiamo intrattenere con Dio, in modi e forme che, spesso, non immaginiamo neppure.

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Spiritualità scout

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Attualità

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STRADE APERTE. N. 10, Ottobre 2017 Anno 59. Periodico mensile del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia. Direttore responsabile: Pio Cerocchi. Direttore: Michele Pandolfelli. Redazione romana: Giorgio Aresti, Carlo Bertucci, Paolo Busato Bertagnolio, Matteo Caporale, Giancarlo Carletti, Alberto Cuccuru, Franco Nerbi, Giovanni Morello, Maria Teresa Vinci, Anna Maria Volpe Prignano. Collaboratori: Lorena Accollettati, Manlio Cianca, Carla Collicelli, Paola Dal Toso, Romano Forleo, d. Lucio Gridelli, Paolo Linati, Mario Maffucci, Vittorio Pranzini, Mario Sica. Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: sede@masci.it Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, info@adle.it Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Picardi, 6 – 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363. Abbonamento ordinario a 11 numeri: Euro 20.00, da versare sul ccp. n. 75364000, intestato: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Picardi, 6 – 00197 Roma. ASSOCIATO USPI. Tiratura. 5.000 copie. Chiuso in redazione: il 5 Ottobre 2017 QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALI IN DATA


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