Strade Aperte Novembre-Dicembre 2019

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editoriale

Saluto ai lettori Giovanni Morello

Riflettendo sull’Assemblea di Sacrofano Giorgio Aresti Roma 12 “Berith”

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Con questo numero, ultimo dell’anno 2019, la redazione romana di Strade Aperte, insieme al sottoscritto, termina il servizio prestato per la realizzazione della rivista. Il colloquio – prima mensile, ora bimensile, dopo la nascita del trimestrale di approfondimento Argomenti, che continua sotto la valida guida di Michele Pandolfelli, confermato come Direttore della rivista – si conclude qui, e non vi nascondo con un certo rimpianto per il venir meno di un rapporto senza dubbio arricchente, così come spero sia stato per i nostri lettori. Ma dopo oltre nove anni di impegno continuo non solo è opportuno, ma anche necessario, che il testimone passi in altre mani. Noi siamo certi di aver fatto del nostro meglio, cioè il meglio di quanto potevano e sapevamo fare: gli altri che verranno dopo di noi faranno certamente di meglio e di più: almeno questo è l’augurio che rivolgiamo loro. In questi anni Strade Aperte ha seguito la vita del Masci, cercando di interpretarne il vissuto ed il sentire profondo. Abbiamo cercato di presentare, per quanto possibile, l’universo sfaccettato e vitale delle Comunità e abbiamo potuto apprezzare quanto sia ricco e significativo l’impegno di servizio che in tante parti d’Italia le donne e gli uomini del Masci mettono a servizio degli altri. Abbiamo cercato di aiutare a meglio definire il metodo educativo del movimento, lo scautismo per gli adulti, l’impegno di formazione permanente, seguendo le linee di indirizzo programmatico che di volta in volta il Masci ha ritenuto di affrontare. Così come abbiamo dato ampio spazio alle iniziative sociali, ai convegni di approfondimento, alle assemblee nazionali che hanno segnato la vita del Movimento nel corso di questi anni. Non tocca comunque a noi fare un bilancio del lavoro svolto: ad altri e al tempo è affidato questo compito. Quello che è certo che noi abbiamo svolto il nostro lavoro non solo con passione, ma anche – e forse soprattutto – alla luce dello spirito scout, che ci rende amici di tutti e fratelli di ogni scout, anche quando, talvolta, non eravamo del tutto d’accordo. Ma per servire bisogna essere umili e capace di accogliere anche chi non la pensa come noi. Nell’accomiatarci da voi vorremmo ringraziarvi per il continuo appoggio che abbiamo sentito attorno al nostro lavoro e vorremmo inoltre ringraziare tutte le Adulte e gli Adulti scout che hanno collaborato, inviando articoli e suggerimenti, nel corso di questi anni. Il nostro impegno al servizio del Movimento, in ogni caso non termina qui: ognuno di noi nelle proprie comunità, in regione o in servizi extrassociativi, continuerà il suo impegno di cristiano e di scout, ben consci che la strada è lunga e non si finisce mai di percorrerla tutta Buona Strada a tutti!

L’Assemblea Nazionale del Masci tenutasi a Sacrofano nei giorni 18-19-20 ottobre 2019 si è conclusa con l’elezione del Presidente, del Segretario Nazionale e dei dieci Consiglieri che, assieme ai segretari regionali, costituiranno il nuovo Consiglio Nazionale che guiderà il Movimento nei prossimi tre anni (2019-2022). Tutto qui? No, sono stati anche approvati gli indirizzi programmatici sintetizzati dal Consiglio Nazionale sulla base dei lavori proposti dalle singole regioni, e ampiamente rivisitati e ridiscussi in ambito assembleare. A me, che non ero delegato, non è piaciuta la mancanza di interventi critici necessari per contribuire a stimolare una maggiore presa di coscienza su come rivitalizzare la vita del Movimento, e quindi delle singole Comunità, perché se vogliamo superare l’ormai vecchio numero di circa 6.000 iscritti, occorre fissare bene chi siamo e dove vogliamo andare. Cioè cosa vogliamo essere e come vogliamo porci nel mondo. Suggerisco di leggere l’editoriale di Avvenire di martedi 19 novembre 2019 scritto dal sociologo Mauro Magatti in cui in modo particolare sottolinea l’importanza dell’IDENTITÀ, “che è prima di tutto una tensione, un desiderio, un dinamismo. Un senso. Una identità non chiusa ma aperta, cioè vitale perché capace di stare in dialogo con la realtà. Una identità che esiste proprio in rapporto alle risposte che sa dare alle sfide del tempo.” Ritornando all’Assemblea, mi è sembrato che ci sia stata una esagerazione affettuosa nell’abbracciarci e nel baciarci, che comunque non fa male, ma che a mio parere ha impedito a qualcuno di rompere quel clima idilliaco per paura di non essere compreso. So che la critica può essere sconvolgente e colpire fin nell’intimo, che può ferire, addirittura turbare. La critica, specie se appare ingiustificata o eccessiva, ferisce profondamente. Ma anche quando la critica è giusta, quando colpisce un punto debole, non sempre è facile accettarla. E sappiamo, però, che una critica può scatenare una crisi, e questa crisi può essere un’opportunità. E perché sia un’opportunità è necessario saper parlare, saper comunicare in modo che il messaggio passi e non urti la sensibilità di chi si sente coinvolto. Però parliamone. Le nostre Comunità sono invase da tante iniziative, dove spesso, però, non si incide in profondità nella vita delle persone. Senza motivazioni forti non si va da nessuna parte. Io non ho nessuna nostalgia del passato, ho sempre vissuto proiettato nel futuro e proprio per questo che sollecito una profonda riflessione sul tempo che viviamo per preparare vie nuove per la costruzione di un mondo migliore.


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Massimiliano Costa Presidente Nazionale Mimmo Cotroneo Segretario Nazionale

a segretario generale di “Reti in opera”, la collaborazione con Focsiv, le tavolate senza muri, la recente presentazione della mozione sui migranti al Parlamento europeo, hanno fatto emergere il Masci dall’anonimato mediatico in cui esso sembrava confinato, anche in ambito cattolico. Bisogna continuare in questa direzione, ma tutto ciò non può più bastare. Il triennio che si apre dovrà dare più spazio allo scouting per adulti, che non consiste nelle scampagnate nostalgiche di una ritrovata giovinezza e nello scimiottamento di attività tipiche dello scautismo giovanile, ma presuppone che la vita dentro la natura e l’osservazione dell’ambiente entrino nel patrimonio genetico dei nostri soci quali veri adulti scout. Dobbiamo tornare a respirare a pieni polmoni attraversando i sentieri delle nostre colline e delle nostre montagne, facendo cordata soprattutto con chi non riesce a stare al passo dei più giovani, non vogliamo perdere nessuno per strada: abbiamo bisogno, però, anche di uscire dalle sale convegni e dagli hotel! Non possiamo e non dobbiamo tradire la nostra identità. Inoltre, quali scout cattolici, siamo chiamati ad essere Chiesa viva e vivace, in comunione con i nostri vescovi e col Santo Padre, là dove essi ci inviano. Dobbiamo pregare per l’azione di Papa Francesco, che con l’enciclica Laudato Si’ ha aperto un varco di speranza nella storia di questa nostra umanità contemporanea, segnata dal consumismo sfrenato e dalla globalizzazione senza regole, che stanno consegnando un mondo plastificato, lontano dall’uomo, più vicino che mai alla robotizzazione delle coscienze. Buona strada, dunque, a tutti i nostri censiti, alle comunità, che ogni giorno, da sud a nord, con grande impegno personale vivono i territori, le città, i paesi, rispettando la promessa di lasciare questo modo migliore di come ci è stato consegnato. Impegniamoci, in conclusione, a realizzare un mandato concreto: aiutare tutti e lottare contro ogni emarginazione che isola le persone e non le aiuta a vivere la loro vita con pienezza. In questo ci sentiamo davvero coinvolti!

Quando, alcuni mesi fa, molti adulti scout, con i quali collaboravamo nelle diverse responsabilità assunte a livello nazionale nel movimento, ci hanno chiesto in modi e tempi diversi se fossimo pronti a metterci in gioco per servire il Masci nazionale, abbiamo colto chiaramente una indicazione di continuità rispetto al lavoro svolto in questi anni da Sonia e Luigi, pur nella naturale diversificazione dovuta alle caratteristiche personali di ognuno di noi. I quattro anni di lavoro fianco a fianco nel Comitato esecutivo ci hanno convinto che il nostro possibile mandato sarebbe stato un percorso condiviso fondato sugli stessi ideali e capace di traguardare gli stessi obiettivi. Il triennio che ci apprestiamo ad iniziare sarà pieno di sfide per il nostro movimento, nell’affrontare le quali non possiamo non tener conto delle indicazioni che sono arrivate dall’Assemblea di Sacrofano. Di fronte ad un pensiero collettivo, non solo italiano, sempre più indirizzato verso l’individualismo, l’egoismo, la diffidenza verso il diverso, e anche sempre meno sensibile alla tutela della vita umana e della famiglia, crediamo sia dovere del MASCI, quale movimento di adulti scout cattolici impegnati nella città, sollevare innanzitutto un forte richiamo alla pace, al ripudio delle armi e delle guerre in ogni parte del pianeta, richiamando anche la politica nazionale affinché faccia la sua parte; dobbiamo ricordare, poi, in ogni momento l’importanza di non abbassare la guardia sulla problematica dell’accoglienza, non solo nella prima fase in cui essa si presenta come emergenza umanitaria, ma soprattutto nella successiva individuazione di programmi di integrazione, affinché nessuno rimanga forestiero per sempre tra noi. Più in generale, pensiamo debba essere nostro dovere, sempre e in ogni ambito, la promozione integrale della persona (di ogni persona!) in ciascuna sua componente, materiale e spirituale, e in ogni fase della vita. Gli anni di Presidenza di Sonia hanno portato il Movimento fuori dalle nostre mura, grazie ad una grande opera di collaborazione ed apertura verso tante altre realtà dell’associazionismo cattolico, giunta ben oltre il coinvolgimento delle sole sigle scout. L’elezione di Sonia Da sinistra a destra: Mimmo Cotroneo, Massimiliano Costa, Sonia Mondin, Luigi Cioffi

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Insieme… guardando nella stessa direzione!

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Indirizzo programmatico nazionale Testo approvato in Assemblea

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L’indirizzo programmatico vuole indicare le priorità essenziali in termine di orientamenti generali che uniscono il Movimento nel cammino del prossimo triennio: non vuole pertanto essere né esercizio retorico di definizioni, né elencazione di proposte concrete spettanti alla programmazione dei vari livelli del movimento. È sempre utile ricordare che il riferimento fondamentale dell’identità e dell’agire del MASCI è il Patto Comunitario, che dobbiamo sempre tenere come base delle nostre scelte, del nostro impegno e del nostro stile, nei diversi ambiti di azione: Cuore, Creato, Città. Questo Indirizzo vuole essere in continuità con quello del triennio precedente: l’idea forte del cammino fatto dal Movimento nell’ultimo periodo è così riassunta: “c’è bisogno di riscoprire la nostra umanità come creature in relazione, attente al cambiamento e testimoni di speranza”. Lo sforzo che ora si è fatto è stato quello di identificare, attraverso i contributi di tutte le Regioni, alcune tematiche tese ad evidenziare priorità a cui rispondere da parte di ogni livello – nazionale, regionale, comunità – e da tradursi poi in attività, eventi, iniziative ed imprese, nei tempi e con le modalità che autonomamente ogni livello potrà scegliere.

Abbiamo elaborato questo indirizzo attorno ad alcune Parole che riteniamo sintetizzare al meglio il pensiero del movimento, perché sono le parole che danno forma ai pensieri, ai sentimenti, alle emozioni, ma anche alle azioni. Per questo esse non sono inerti e passivi oggetti da pronunciare con leggerezza. Le parole hanno un’anima, l’anima di chi le usa, per questo esse chiedono, prima di essere pronunciate, di essere comprese, abitate e vissute. Le sfide che possiamo traguardare nel prossimo futuro ruotano attorno ad alcune “parole di speranza”, che semplicemente ci ricordano che lo Scautismo è uno stile di vita rivolto all’azione verso se stessi e a favore degli altri e del mondo. Non vogliamo limitarci a guardare solo dentro i nostri confini associativi, ma desideriamo essere anche capaci di affrontare, forti dei nostri valori, la realtà che ci circonda, le nuove visioni della società, della politica, dell’economia e dell’ecologia. L’orizzonte che traguardiamo è la piena coscienza cui oggi siamo chiamati, con il nostro stile e il nostro metodo, a suscitare negli uomini e nelle donne del nostro tempo quella risposta “di senso” che è la grande e sempre crescente domanda sul futuro che ognuno si pone, domanda forte anche se non espressa in modo


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chiaro. Siamo chiamati a testimoniare, con semplici concrete azioni quotidiane, da scout adulti, che è possibile credere e costruire un domani ove l’umanità possa perseguire, anche se a piccoli passi, la giustizia e la pace, le sole che potranno aiutare ogni persona a trovare nella vita che è data la propria realizzazione. Auspichiamo che l’adulto scout viva questo tempo, pieno di contraddizioni, come una nuova avventura che l’aiuti a superare ogni frontiera, nella costruzione della “civiltà dell’amore” 2

LO SGUARDO SULLA REALTÀ I contributi delle regioni hanno evidenziato alcuni aspetti “negativi” che la realtà ci presenta e su cui possiamo elaborare l’impegno futuro del MASCI. Le sfide principali che si sono evidenziate possono essere raccolte nelle sollecitazioni che seguono: Guardare al nostro Paese significa guardare ad un Paese molto sfilacciato inquieto e stanco dove il divario sociale aumenta in maniera esponenziale creando collera e voglia di riscatto che spesso sfocia in violenza. Dobbiamo continuare a cogliere la sfida dell’educazione per rispondere alla crisi dell’adulto, alla sua stanchezza esistenziale, al suo disorientamento per i veloci cambiamenti sociali, per il nuovo ordine e la nuova scala di priorità, per un nuovo modo di pensare ed agire che lo rendono incapace di interpretare la vita e dare risposte a sé stesso e alle nuove generazioni. La ricerca della felicità porta oggi molti uomini e donne a seguire le ammalianti e ingannevoli sirene consumistiche che perseguono soltanto il profitto, manca un’educazione alla coscienza per un nuovo modello di etica e di giustizia globale. Nella nostra società sembra che vivere rettamente sia inutile, vivere così diventa

disperante perché mancano i meccanismi collettivi che premiano i comportamenti sociali etici. La dimensione spirituale dell’uomo sembra arrendersi all’indifferenza: è difficile affrontare la vita secondo una logica di gratuità che supera qualunque dinamica dettata dal profitto economico e dall’interesse personale. Viviamo una complessa crisi socio-ambientale che non è capace di guardare all’equa spartizione dei beni comuni, alla giustizia verso i più deboli e svantaggiati, alla soluzione dei problemi strutturali e alla giustizia verso le future generazioni. Manca la coscienza che la natura non è solo la cornice della nostra vita umana. Appare assente dal quotidiano la consapevolezza che qualcosa ci è stato donato e per il quale dovremmo rendere grazie. Se in questi anni stiamo acquisendo dei modi di “fare” un po’ più virtuosi preoccupati dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento per la nostra salute, dobbiamo ancora fare nostro il principio fondante della comunione universale con tutte le creature. La consapevolezza acquisita sulla necessità di adottare nuovi stili di vita purtroppo non porta ancora alla responsabilità da parte di tutti di “prendersi cura” del pianeta e degli uomini. Ciò presuppone un’idea chiara di bene comune che non è scontata e coinvolge anche le generazioni future. Viviamo in una società dove le persone sono rancorose e non credono più a nulla, in un clima di reciproca diffidenza, cercando spesso un nemico su cui riversare ansie e problemi. Siamo immersi in una cultura che privilegia l’individualismo e il carpe diem, mentre il nostro mondo ha un bisogno disperato di costruirsi un futuro nella solidarietà, nella comunione fraterna. La paura per il diverso sembra prevalere sulla ricerca di una cultura del dialogo e del confronto, della valorizzazione delle differenze. Si mette sempre il proprio “io” davanti a tutto, non si parla mai con il “noi”.

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I NUOVI ELETTI DALL’ASSEMBLEA Per il servizio di Presidente Nazionale: MASSIMILIANO COSTA (Liguria)

Per il servizio di Segretario Nazionale:

La dignità delle persone è spesso calpestata a vantaggio di imprecisati utilità collettive, la mancanza di un quadro valoriale condiviso rende difficile stabilire priorità accettate da tutti, la divisione soffoca lo spirito di fraternità. Sembrano scomparsi i testimoni postivi, anche intergenerazionali, capaci di orientare scelte utili alla comunità e capaci di donare speranza e fiducia nel futuro. Molte altre sono le provocazioni della realtà, certamente questa carrellata è incompleta e forse anche un po’ superficiale, ma è da queste riflessioni che i consigli regionali del Masci sono partiti per offrire alcuni spunti per orientare il nostro domani. 3

MIMMO COTRONEO (Calabria) Ha ottenuto voti: LORENA ACCOLLETTATI (Puglia)

Per il servizio di Consigliere Nazionale (in ordine di voti espressi): MATTEO CAPORALE (Lazio) LAURA CRIMENI (Calabria) CARMELO CASANO (Sicilia)

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LUIGI CIOFFI (Puglia)

ORIZZONTI DI LAVORO La risposta del Masci ad alcune delle sfide poste dalla realtà è organizzata in quattro orizzonti di lavoro che orientano il cammino futuro del Movimento, lasciando ampio spazio di azione ai diversi livelli associativi e ampia facoltà di essere tradotti in un programma globale ricco di interventi e iniziative. Il Movimento nelle sue azioni concrete e nelle sue strategie deve stimolare le Regioni e le Comunità a fare rete con tutte le associazioni ed istituzioni dei vari livelli, per rafforzare l’incisività delle proprie proposte. Inoltre, si sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’uso del linguaggio, come adulti scout, nella vita politica e sociale.

RAFFAELE BELLUOMO (Campania) VANDA SANSOVINI (Emilia-Romagna) CHIARA SABBADIN (Veneto) TIZIANA BARTOLINI (Umbria) MAURIZIO NIERO (Veneto) ALESSANDRO BAVASSANO (Liguria) Hanno ottenuto voti: RENATO FASOLI (Piemonte), BRUNO MAGATTI (Lombardia), ANGIOLINO CASTRINI (Lombardia), ERNESTO ALBANELLO (Abruzzo)

Per il servizio di Revisore dei Conti: VINCENZO COLELLA

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ALBERTO CUCCURU MARIO MONTANA Ha ottenuto voti: DECIO DI FRANCO

1. RESPONSABILITÀ NEL SOCIALE E NELLA POLITICA “C’è bisogno di un’etica sociale che riconosca i valori fondamentali dell’intera umanità, nel rispetto delle differenze per stabilire pace e giustizia”. Crediamo si debba lavorare per riconquistare al nostro tempo un’etica e un senso civico che rimettano al centro il rispetto tra gli individui: i rapporti sociali, ad ogni livello, devono essere improntati ad un’etica che sia rispettosa della persona e delle diversità. La dignità della Persona passa attraverso una qualità della vita che tenga conto della cura fisica e morale, in un contesto eticamente corretto e rispettoso di ogni credo. Questo obiettivo si realizza solo quando il lavoro è garantito in termini di continuità e di salvaguardia economica; si valorizza quando l’apporto umano alla professionalità del singolo viene percepito come valore aggiunto e non come fatto dovuto. Ci sembra importante che si debba affrontare la vita secondo una logica di gratuità che supera qualunque dinamica dettata dal profitto economico e dall’interesse personale. Non deve spaventare l’impegno politico: siamo convinti della “irrinunciabilità della politica” nella organizzazione della società, e nello stesso tempo siamo consapevoli del “limite della politica”. Vorremmo sottolineare, quindi, la promozione di una rinnovata cultura politica che riparta dai territori e che favorisca percorsi partecipativi facendo rete, affinché possano svilupparsi idee e progetti, una politica attiva


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che stimoli anche il sorgere di vocazioni all’impegno diretto. Si intendono privilegiare azioni che conferiscano protagonismo al Movimento nella vita politica. Possibili soluzioni possono essere individuate in scelte collettive condivise di orientamento locale dell’economia e del lavoro. Pertanto, si suggerisce di attivare momenti di approfondimento e formazione alle pratiche di politica attiva.

2. SOSTENIBILITÀ NELLO SVILUPPO “Praticare una nuova cultura che sappia coniugare l’economia, l’ecologia, lo sviluppo, il lavoro, secondo logiche di sostenibilità per la vita, nel rispetto non solo dell’ambiente, ma di ogni persona e acquisire la coscienza dell’origine comune delle cose”. Dobbiamo passare dalla consapevolezza di adottare nuovi stili di vita alla responsabilità della loro attuazione da parte di tutti, per “prendersi cura” e farsi carico del pianeta e degli uomini, secondo la metodologia scout dell’autoeducazione alla sobrietà ed alla essenzialità. 4 Il vero cammino di conversione ecologica è permettere di dare senso pieno alla nostra esistenza. È acquisire la coscienza dell’origine comune di tutte le cose, della nostra identità, di una mutua appartenenza e di un futuro che appartiene a tutti. È necessaria la promozione della giustizia sociale, della sostenibilità collegata alla legalità, della formazione e della partecipazione orientate a scelte per un consumo critico rispettoso dell’ambiente e della conservazione e tutela delle bio-diversità. Consideriamo strategica la valorizzazione delle esperienze di commercio equo solidale e dei prodotti locali, nonché una forte attenzione alle situazioni di disuguaglianza e di sfruttamento (esempio caporalato…).

Vogliamo aderire alla chiesa di Papa Francesco che invita ad essere testimoni di gioia e di fede, che con lo scautismo condivide l’amore per il creato invitandoci al rispetto della regola delle “4R”: ridurre – scegliere prodotti con imballaggio poco ingombrante o assente, evitare confezioni monouso o monoporzione; riutilizzare – far durare il più possibile un bene impiegandolo anche per altri scopi così da ridurre la quantità di rifiuti; riciclare – per non utilizzare nuove materie prime per riprodurre gli oggetti; recuperare – “uso e riuso” di un prodotto. Ci sembra importante sostenere ed inserirci nelle proposte dell’Agenda 2030 dell’ONU che riconosce lo stretto legame tra il benessere umano, la salute dei sistemi naturali e la presenza di sfide comuni che tutti i paesi sono chiamati ad affrontare. I 17 obiettivi dell’Agenda 2030, letti alla luce dell’Enciclica Laudato si, toccano diversi ambiti, interconnessi e fondamentali per assicurare il benessere dell’umanità e del pianeta: dalla lotta alla fame all’eliminazione delle disuguaglianze, dalla tutela delle risorse naturali all’affermazione di modelli di produzione e consumo sostenibili. A tal proposito si intende attivare lo svolgimento di una iniziativa di sensibilizzazione a livello nazionale da realizzare in tutte le regioni in modo contemporaneo e coordinato.

3. ARMONIA NELLE RELAZIONI “Ricercare un nuovo equilibrio tra le generazioni ove ciascuno possa ritrovare il proprio ruolo: nel sociale, nella chiesa e nella famiglia come luogo privilegiato. Un adulto testimone credibile di valori e di scelte; un giovane capace di scoprire e realizzare la propria vocazione”. Siamo chiamati ad essere adulti che accompagnano gli altri: presenze vere e discrete, pronte ad ascoltare; compagni di strada capaci di essere d’esempio.

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vita associativa Per noi la Comunità è una scuola che ci insegna a vivere insieme, a camminare insieme nella città, a riflettere insieme sui problemi, ad essere persone consapevoli che fanno assieme un cammino di fede e di servizio agli altri; che hanno imparato a relazionarsi col mondo che le circonda. Ci sembra importante recuperare le relazioni umane in “Comunità aperte”: comunità animate da una “pedagogia dell’attenzione”, dove ricollocare al centro delle azioni la persona. È indispensabile cercare nuovi equilibri tra generazioni dove ciascuno possa ritrovare il proprio ruolo e mettere in gioco la propria cultura e la propria sensibilità. Riscoprire la famiglia per sostenere gli individui senza pregiudizi affrontando la realtà per dare senso e forza ai valori creduti. Ovvero saper essere generativi, con indulgenza e sapienza. 5

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Dobbiamo continuare a lavorare per una cultura del dialogo e del confronto per vincere le nostre paure del diverso e valorizzare le diversità. La fraternità che ci caratterizza come scout va riscoperta nelle sue potenzialità per creare dinamiche sociali positive e politiche rispettose della dignità umana e del bene comune rendendoci capaci di accoglienza. Il nostro impegno e il nostro contributo va orientato per la realizzazione di una società solida e solidale che solo può esistere se ritrova la capacità di dialogare nel rispetto delle persone e nell’attenzione alle fragilità individuali. Provare tenerezza verso le fragilità degli altri abitua la mente a non farsi giudice delle apparenze e a saper cogliere le sofferenze da lenire sempre nella consapevolezza di essere strumenti di servizio nelle mani del Padre. La tenerezza è la forza rivoluzionaria che può portare ad una nuova umanità.

4. ADULTI NELLA CHIESA “Concorrere a costruire una Chiesa capace di discernimento e di annuncio, di testimonianza, di gioia della felicità nell’aver incontrato Gesù Cristo risorto.” Vogliamo sentire l’urgenza di essere portatori della nostra idea di felicità, rendendo evidente la gioia del dare gratuito e disinteressato, e come cristiani testimoniando la gioia dell’amore del Padre per noi, della fiducia per il futuro. Con il nostro cammino di fede siamo chiamati a portare nella nostra realtà ecclesiale e sociale quei semi di un mondo rinnovato che, al momento opportuno, porteranno il loro frutto. Siamo chiamati a contribuire alla costruzione di una Chiesa sinodale capace di gioia e discernimento, di annuncio e testimonianza. Si invitano le comunità a diventare parte attiva all’interno dell’organizzazione dei gruppi coordinati di pastorale parrocchiale e diocesana. Ci rendiamo conto che le profonde intuizioni del Concilio Vaticano II sulla realtà della Chiesa non sono forse ancora pienamente sviluppate. In tale prospettiva vogliamo valorizzare il ruolo dei “cristiani laici” sia in relazione alla presenza cristiana nel mondo, sia all’interno della comunità ecclesiale: il servizio all’uomo d’oggi e al mondo è compito di tutti i credenti. Si reputa utile favorire nelle comunità percorsi comuni di fede, nonché modalità attive di espressione della nostra appartenenza ecclesiale. Tra le missioni che ci caratterizzano si indica la realizzazione di attività verso bisogni di accoglienza e di ascolto di giovani, adulti e famiglie, soprattutto verso le situazioni di maggiore povertà o disagio sociale.

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IL MOVIMENTO RIPARTE Con l’Assemblea di Sacrofano e il primo Consiglio nazionale di novembre si è avviato il nuovo triennio di attività del Movimento. In questo numero trovate in primo luogo gli indirizzi programmatici e le mozioni approvate in Assemblea, che indicano le direttrici di marcia per il Movimento nel triennio 2019-2021 e quindi tutti gli eletti nell’Assemblea. Nel Consiglio nazionale di novembre inoltre si è ratificata la nomina di Matteo Caporale a Vicepresidente e di Anna Perale a Vice Segretario Nazionale. Inoltre si è scelto il verbalizzante delle riunioni del CN (Carmelo Casano), si è ratificata la nomina da parte del Segretario di 6 componenti l’esecutivo (oltre ad Anna Perale sono stati nominati Elpidio Caroni, Mauro Mellano, Maurizio Piccinini, Rossella Seminerio e Luisa Valle), si sono conferiti gli incarichi di segretario internazionale (Angelo Vavassori), di Direttore della rivista (Michele Pandolfelli), responsabile del sito Internet (Manlio Cianca) e di Amministratore (Maurizio Cipolloni); inoltre è stato nominato Gioacchino Maida all’incarico di Capo redattore del bimestrale Strade Aperte, sono stati nominati due adulti scout (“saggi”) che coadiuvano il Presidente per dirimere le controversie (Virginia Bonasegale e Vincenzo Baldacchino), nonché si sono scelti nell’ambito del CN i coordinatori di diversi gruppi di lavoro (Raffaele Belluomo – Responsabilità sociale e politica; Alessandro Bavassano – Sostenibilità dello sviluppo; Laura Crimeni –Armonia nelle relazioni; Vanda Sansovini – Adulti nella Chiesa; Maurizio Niero – Identità e metodo).


vita associativa diocesano (invitando le Comunità a prendere parte dove possibile agli organi di partecipazione diocesana) a quelli della Conferenza episcopale italiana e della Chiesa universale. (Presentata dalla Regione Lazio)

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Le Mozioni e Le Raccomandazioni in Assemblea Nazionale

MOZIONE SULLA MONDIALITÀ Premessa “Lo Scautismo non è solo una filosofia: è uno stile di vita, rivolto all’azione verso se stessi ed al servizio degli altri” MOZIONE SULLA “SINODALITÀ” L’Assemblea Nazionale del MASCI Considerati 1. i ripetuti richiami di Papa Francesco ed entrare in una logica di sinodalità, nella quale laici e pastori camminano insieme; 2. le sollecitazioni emerse, per quanto riguarda i limiti e le opportunità di valorizzazione dell’impegno dei laici nella vita della Chiesa, nel corso del Seminario “Attenti e sensibili al cambiamento”, organizzato dal Movimento nell’ottobre 2017, anche in seno ai gruppi di lavoro tematici; 3. l’ampio dibattito sollevato dalla proposta, formulata a febbraio da padre Spadaro sulle colonne della Civiltà cattolica, e ripresa da diversi Vescovi, di convocare un Sinodo nazionale della Chiesa italiana; 4. il contesto politico, economico e culturale, che nel complesso tratteggia una congiuntura assai tormentata per il nostro Paese, e chiama a un rinnovato impegno dei Cattolici, secondo forme e modalità inedite e originali, in gran parte ancora da elaborare; Consapevoli dell’opportunità che il Masci, insieme alle altre associazioni laicali, prenda parte a questo dibattito, nel quadro di un non più rinviabile rilancio dell’iniziativa dei laici nella vita della Chiesa; CHIEDE che nel corso del triennio 2020-2022, il Consiglio Nazionale adotti iniziative concrete volte a: a) invitare, con modalità originali, le Comunità e le Regioni ad una riflessione collettiva sul significato e sulle modalità della nostra appartenenza ecclesiale come Adulti Scout, nonché sul rapporto tra valori cristiani e tendenze antropologiche, sociali e politiche della società italiana di oggi; b) portare l’esperienza e le proposte del Masci nel dibattito sul ruolo dei laici nella Chiesa italiana, preparandoci, anche in collaborazione con le realtà associative che costituiscono la nostra rete privilegiata di relazioni (scautismo cattolico e aggregazioni laicali) ad offrire un contributo significativo al percorso che la stessa Chiesa italiana sceglierà; c) dare nuovo slancio alla partecipazione – a livello personale, comunitario e di Movimento – degli Adulti Scout alla vita della Chiesa, per esercitare in maniera sempre più competente e significativa i crescenti impegni e responsabilità ai quali i laici potranno essere chiamati, dai livelli parrocchiale e

L’antefatto Nei giorni 6/7 aprile 2019 si è svolta a Roma a livello nazionale la Bottega Mondialità, dove è stato declinato il seguente itinerario logico: dalla globalizzazione alla mondialità, alla solidarietà, alla fraternità, all’accoglienza, alla pace: nell’ottica della Legge Scout e del Patto Comunitario del MASCI. L’A.N CHIEDE Di invitare il Consiglio Nazionale a prendersi carico di una operazione teorico/operativa, “Mondialità all’attacco, che promuova e coordini – in accordo con i Segretari Regionali – eventi miranti a diffondere anche nei riguardi delle nuove generazioni i princìpi e le esperienze di mondializzazione – anche nell’ottica del dialogo inter- religioso – in funzione del raggiungimento della pace: in- tesa quest’ultima come mentalità da acquisire e non solo come generica conoscenza del fenomeno, l’incremento a questo riguardo delle intese e collaborazioni con organizzazioni coinvolte in detto itinerario, siano esse appartenenti o meno al mondo cattolico: AGESCI – Altre Associazioni Scout Italiane – FOCSIV – RETINOPERA – CARITAS – RONDINE/CITTADELLA DELLA PACE – ecc., l’instaurazione poi di gemellaggi con altre organizzazioni straniere di Adulti Scout, sempre in funzione della Operazione Mondialità all’attacco, ed infine l’organizzazione – l’implementazione – il sostegno di iniziative di servizio nei confronti di cittadini in difficoltà di altri Paesi: per esempio, prima accoglienza di immigrati, inserimento in collaborazione con l’AGESCI di minori non accompagnati nelle Unità Scout giovanili, incremento di sostegno non solo finanziario alla nostra ONLUS “ECCOMI”, ecc. (Presentata dalla Regione Lazio) (Questa mozione in Assemblea non è stata ritenuta ammissibile in prima istanza in ragione di quanto previsto dall’articolo 11 che elenca gli organi nazionali – in quanto la pattuglia è un organo meramente operativo; quindi in assemblea la proponente ha eliminato la “pattuglia nazionale” rendendo ammissibile la mozione)

RACCOMANDAZIONE “La guida e lo scout Amano e rispettano la natura” Premesso che

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vita associativa a) Come Associazione Cattolica siamo tenuti a fare Nostra l’Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco che ci chiede di essere custodi della Casa Comune, e che “Custodire” significa proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare su questa Casa, nel presente e verso le generazioni future; b) Tutti noi, come adulti, siamo chiamati a educare con l’esempio e abbiamo una precisa responsabilità nei confronti non solo dei nostri figli, non solo di Lupetti e Coccinelle, Scout e Guide, Rover e Scolte, ma anche nei confronti di tutte le persone giovani con le quali veniamo in contatto; c) In particolare, noi, come adulti Scout, abbiamo il do- vere di lasciare questo mondo migliore di come lo abbiamo trovato; d) Siamo chiamati in questo preciso momento storico a rispondere da adulti, con amore e responsabilità, alle domande dure e imbarazzanti che ci vengono poste dai nostri figli, nipoti, studenti. Il tempo è scaduto!

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Considerato che a) “Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio alla cura della Creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.” (Papa Francesco, Enciclica “Laudato si’”);nb) Non bastano la speranza e l’ottimismo per un mondo migliore. Dobbiamo fare nostra la paura, che anima i giovani, di un non-futuro per la Terra, ed agire subito in modo concreto in questa emergenza ambientale: “La nostra casa è in fiamme”. “Dobbiamo cambiare le nostre abitudini. Ora” (Greta Thunberg)Nessuno è troppo piccolo – o troppo grande – per fare la differenza. L’A.N. DEL MASCI CHIEDE che l’Associazione risponda a questo bisogno di azione, che non può essere rimandato, con degli atti concreti che identifichiamo così: • Costituzione di una Pattuglia Ambiente nazionale, che abbia come scopo la promozione e il sostegno delle Comunità locali nella realizzazione di Imprese volte a 1) ridurre concretamente l’impatto ambientale sul proprio territorio 2) educare con l’esempio alla protezione della Casa Comune. • Costituzione di un archivio online, consultabile da tutti gli associati, che raccolga le buone pratiche locali, in modo tale da mettere l’esperienza di chi è più avanti a disposizione di tutte le Comunità. • Esortazione ad includere nelle Carte di Comunità, ove non fosse presente, un punto che renda esplicito l’impegno per la tutela dell’ambiente. Fatti, e non parole è una Parola Maestra. “E sì, abbiamo bisogno di speranza, certo che ne abbiamo. Ma l’unica cosa di cui abbiamo più bisogno della speranza è l’azione. Una volta che iniziamo ad agire, la speranza è ovunque. Quindi, invece di cercare la speranza, cerca l’azione. Allora, e solo allora, la speranza verrà. […]. Tutto deve cambiare – e il cambiamento deve iniziare oggi”. (Presentata dalla Regione Lombardia)

(In Assemblea, effettuate le dovute considerazioni con la Regione proponente, la mozione viene trasformata in Raccomandazione)

RACCOMANDAZIONE Per un’Iniziativa nazionale in tema di Accoglienza, Integrazione, Inclusione, contro ogni Discriminazione e Razzismo Premesse: a) Il punto 8. del Patto Comunitario “Fare Strada nella Città” riconosce che “… il Masci, pur non aderendo a partiti e a schieramenti politici, può e deve prendere responsabilmente posizione sui singoli problemi che ritiene essenziali al bene comune.” b) In osservanza al punto 8 del Patto Comunitario, il Consiglio Nazionale del Masci, con Documento del 25.01.2019, ha lanciato l’appello a guardare ben oltre le attuali politiche sull’immigrazione, di cui il “Decreto Sicurezza” (Legge 1 dicembre 2018, n. 132) rappresenta solo l’ultimo tassello. Il documento stesso afferma: “Riteniamo che la solidarietà, fatta di integrazione attraverso modelli di accoglienza partecipata e diffusa, rimanga la via principale per affrontare la complessità del fenomeno migratorio.”. E ancora: “Auspichiamo che il nostro Governo e l’intera Comunità Europea rivedano le posizioni riguardanti i flussi migratori e le politiche di accoglienza e integrazione… ”. c) Il Masci, attraverso le proprie Comunità distribuite sull’intero territorio nazionale, ha in sé una grande potenzialità di comunicazione e di testimonianza collettiva. Inoltre, può vantare una posizione di privilegio nei rapporti con l’associazionismo cattolico e in particolare con lo scautismo giovanile. Ciò premesso L’A.N. DEL MASCI CHIEDE CHE: Il C.N. elabori un’iniziativa nazionale sul tema prioritario e urgente di una diversa qualità delle relazioni tra le persone e che affronti in modo costruttivo i temi dell’Accoglienza, dell’Integrazione, dell’Inclusione, contro ogni Discriminazione e Razzismo, nello spirito affermato dal suo Documento del 25.1.19, sotto forma di presìdi locali a carattere più o meno permanente, per un breve periodo di tempo e di particolare significato e impatto sulla pubblica opinione (*). Allo scopo, il C.N.: 1. detterà i principi ispiratori e gli obiettivi di comunicazione, lasciando a ciascuna Comunità o raggruppamenti di esse (leggi: Regioni) ogni autonomia operativa o scelta organizzativa. 2. aprirà un processo che coinvolgerà per tempo Regioni e Comunità del Masci, onde realizzare un evento nazionale nel triennio, preferibilmente nel 2020, con la massima partecipazione del Movimento 3. farà ciascun passo necessario a coinvolgere per tempo tutte le associazioni di scautismo giovanile e adulto, per realizzare ovunque possibile un’iniziativa comune;


vita associativa del Masci (in forma di repertorio o inventario on line), relativo a progetti in tema di Pace che Comunità, Zone o Regioni hanno realizzato o hanno in programma.

(*) A puro titolo esemplificativo: una route, una staffetta, una marcia, una piazza animata da letture o preghiere continue (magari multiculturali), un’occupazione simbolica, uno stand permanente, ma molte altre soluzioni potranno essere adottate da ciascuna Comunità o gruppi di esse.

3. A corredo dell’iniziativa “Progetti di Pace” di cui al punto precedente, il C.N. valuti la possibilità di realizzare una presentazione itinerante allestita con simboli, schede, oggetti che rendano comprensibili i contenuti e gli scopi di ogni iniziativa presente nella banca dati di “Progetti di Pace”

(Presentata separatamente dalle Regioni Lazio e Lombardia)

(Presentata separatamente dalle Regioni Lazio e Lombardia) (In Assemblea questa mozione non è stata ritenuta ammissibile in ragione di quanto previsto dall’articolo 11 che elenca gli organi nazionali – in quanto la pattuglia è un organo meramente operativo – ed è stata trasformata in Raccomandazione)

(In Assemblea, trattandosi delle stesse mozioni vengono accorpate in un’unica mozione. Inoltre al punto 1. viene eliminata la parola Zona non essendo un organismo strutturale e al punto 2. viene riformulato in “ un evento nazionale nel triennio, preferibilmente nel 2020, con la massima partecipazione del Movimento”).

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4. si farà promotore dell’iniziativa presso l’associazionismo sia cattolico sia non confessionale, onde trovare adesioni e collaborazioni per una più efficace riuscita dell’iniziativa.

RACCOMANDAZIONE RACCOMANDAZIONE Premesse: a) I temi della Pace costituiscono ormai un asse portante delle attività del Masci, ad ogni livello, per questo una Pattuglia Pace è stabilmente costituita presso il C.N.; b) Nel mandato degli Organismi Nazionali, appena concluso, la Pattuglia Pace si è resa promotrice di alcune iniziative, come la route S/Confini di Pace, il sostegno alla diffusione della Luce della Pace da Betlemme e quanto necessario a garantire una presenza del Masci alla Marcia della Pace PerugiaAssisi del 2018; c) Il Masci caratterizza il proprio impegno per autonomia operativa e originalità d’intervento delle proprie organizzazioni territoriali (Comunità, Zone e Regioni), realizzando in questo modo una galassia di progetti locali. Tutte quelle iniziative sono legate tra loro da un unico motivo di solidarietà, senso della giustizia e rispetto, cioè dagli elementi caratterizzanti un clima sociale di autentica pace, ma costituiscono uno scrigno di cui pochi sono a conoscenza. Ciò premesso, L’A.N. DEL MASCI CHIEDE CHE: 1. Una Pattuglia Pace continui la propria attività anche nel prossimo mandato degli Organismi Nazionali, e che le siano assegnati adeguati spazi di documentazione e riflessione sulla stampa associativa, in tutte le sue formulazioni. 2. La Pattuglia Pace, per tramite del C.N., si faccia promotrice presso i Consigli Regionali del MASCI di un’iniziativa “Progetti di Pace”, per realizzare entro il 2020 una banca dati consultabile da tutti i censiti

Premesso che il MASCI deve mantenere la capacità di tener conto dell’evoluzione del mondo, in particolare della realtà italiana e, ancor più nello specifico, del nostro saper essere radicati nel territorio; Considerato che sono costanti le discussioni e le riflessioni relative alla vita del nostro Movimento e al nostro essere Adulti Scout (sempre più spesso si parla di Metodo scout per gli Adulti, quindi è continuo il riferimento ai nostri valori e ai nostri documenti fondativi); Rilevata la necessità di una discussione approfondita che verifichi l’eventualità di una revisione del Patto Comunitario, naturalmente alla luce dello Statuto del Masci. Contestualmente ciò potrebbe comportare l’eventuale necessità di qualche aggiustamento dello Statuto stesso. Va tenuto conto che il Patto Comunitario in particolare, ma anche lo Statuto, sono in vigore da molto tempo senza un’adeguata revisione, revisione che nel corso degli anni è stata più volte evocata, senza far seguire i fatti alle considerazioni; l’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL MASCI impegna gli Organi nazionali del Movimento perché nel prossimo triennio si proceda ad una fase di verifica del Patto Comunitario e dello Statuto del MASCI, avendo cura di utilizzare adeguati strumenti di rilevazione della volontà degli A.S. (Presentata dalla Regione Piemonte) ( Sentita la Regione, in Assemblea si è provveduto a sostituire i termini: “anche utilizzando” con “avendo cura di utilizzare”. In assemblea è stata dalla proponente modificata in Raccomandazione).

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Abbattere le barriere! Stefano Soscia Regione Lazio MASCI

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In occasione dell’Assemblea Nazionale tenutasi a Sacrofano, il MASCI Lazio ha avanzato una proposta riguardo la possibilità di promuovere, come Movimento, una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema delle barriere architettoniche. Infatti il nostro Paese, malgrado le normative vigenti, vive una silente emergenza. Prova ne è il dato fornito recentemente dall’ISTAT che solo il 32% delle scuole italiane è accessibile anche per via delle barriere architettoniche. Una problematica destinata ad aggravarsi visto l’andamento demografico del nostro Paese ed il progressivo aumento delle persone non autosufficienti. Le barriere architettoniche sono un problema che investe tutti noi, perché mette in discussione i nostri diritti di cittadinanza. È del tutto evidente come il tema va ben oltre un marciapiede senza scivolo. Le barriere architettoniche sono l’emblema di una società fatta da individui e non da persone. Esse sono il simbolo di un Paese che non sa più guardare avanti, che si è arreso rispetto ad un tema fondamentale come è quello delle pari opportunità. Durante l’Assemblea Nazionale, sempre come Masci Lazio, abbiamo organizzato un punto informativo per confrontarci sulla nostra proposta riguardo le barriere e non solo. Abbiamo incontrato tanti Adulti Scout pro-

venienti da tutta Italia che ci hanno arricchito con le loro esperienze e idee. Tanti spunti di riflessione che ci serviranno a dare seguito alla nostra proposta. Il tema che è emerso con più forza da queste belle e schiette chiacchierate è quello della solitudine. Ci è stata raccontata un’Italia dove nascono sempre più nuove “Periferie umane ed esistenziali“. Al contempo i nostri Adulti Scout ci hanno raccontato di un Paese che non si arrende alla paura: Sono le nostre Comunità con le loro idee, buone prassi e la loro gioiosa voglia di fare servizio. Tanti degli Adulti Scout con i quali abbiamo parlato hanno evidenziato la necessità di avere un maggiore supporto dal Movimento. Si chiede al Masci di far sentire con più forza la sua “ voce” a cominciare dalle problematiche sociali, in particolare da quelle che hanno meno risonanza ma che sono ugualmente importanti. Insomma durante i giorni dell’Assemblea, abbiamo iniziato con una proposta sulle barriere architettoniche e abbiamo finito con il riempire un quaderno di appunti, dove ogni riga è una testimonianza di vita. Una piccola ma significativa fotografia di un pezzo del nostro Paese che, malgrado le numerose difficoltà, non vuole rinunciare a coltivare la speranza continuando a “fare strada” ogni giorno.


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Luigi Cioffi

Nel corso della Assemblea Nazionale, per problemi di tempo, non è stato possibile a Luigi Cioffi, Segretario Nazionale uscente di pronunciare il suo saluto, a conclusione del suo mandato. Lo pubblichiamo ora per doverosa informazione. È proprio vero: il tempo non è scandito dal ticchettio degli orologi e non dura quanto segnato da calendari e agende, ma dal ritmo delle emozioni che racchiude, dalla passione che lo avvolge, dalla speranza che lo colora. Sei anni, il tempo del mio servizio, trascorsi in un attimo! Un attimo intenso. Ricco di eventi, di incontri, di relazioni personali, di emozioni e di quella passione che può anche causare errori e incomprensioni. Il tempo, si sa, nei racconti (romanzi, film, ecc.) si contrae, si accorcia, travalica la meccanica e l’elettronica per andare al cuore (al nocciolo) delle esperienze. Di questi sei anni, nei miei ricordi, nei ricordi del cuore, quei ricordi che durano più del tempo segnato da orologi e calendari, restano centinai di incontri. Persone, non individui e meno che meno gente. Persone, con

tutta la loro esperienza, con i sogni realizzati che hanno voglia di raccontare, e i ancora da realizzare. Persone con passioni ancora così forti da essere sempre disponibili a percorrere, ma soprattutto, a tracciare nuovi sentieri. Di questi sei anni, bellissimi e proprio per questo così brevi, mi resta il ricordo della grande fatica nell’organizzare gli incontri nazionali, ricompensata dalla ricchezza dei dibattiti scaturiti dai contributi dei relatori “esterni” al Movimento, tutti di grande spessore culturale e umano. Nel passare, ora, gioiosamente il testimone, vorrei consegnare a Mimmo, a Massimiliano e a tutti voi qualche breve pensiero. Vi è un simbolo dello scautismo cui sono particolarmente legato: è la forcola, è il simbolo che ricorda a tutti che la nostra esperienza di vita è un continuo scegliere tra opzioni diverse. Da capo clan sottolineavo spesso ai miei rover e scolte (il possessivo è solo affettivo) che il punto più importante della forcola è il punto in cui si incrociano i tre bracci: è il punto del discerni-

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Sai anni, trascorsi in un attimo

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mento. Prima di scegliere è indispensabile vagliare bene il rapporto tra passioni, responsabilità e lungimiranza. Fare degli errori è nell’ordine naturale delle cose, discernere bene prima di decidere ne riduce il rischio e, in ogni caso, consente di sentirsi in pace con la propria coscienza. Viviamo tempi che esaltano la competizione a scapito della collaborazione. Una società caratterizzata sempre più da una cultura individualistica, non si organizza su un modello solidaristico e collaborativo. E questa cultura penetra anche nelle associazioni di qualsiasi tipo e di qualsiasi forma, sia nei rapporti interni che nei rapporti esterni. È necessario continuare a lavorare per diffondere sempre più una cultura e una prassi collaborativa a scapito di quella cultura della competizione che è, oggi, un dei punti deboli dei tempi che viviamo. Vi è un altro punto che ha orientato il mio impegno in questi anni: ho la profonda convinzione che la scelta politica del Movimento, l’impegno politico del Movimento si concretizza nel “lasciare il mondo un po’ migliore” attraverso l’educazione. I percorsi educativi non sono affatto neutrali rispetto alle politiche dei governi e delle amministrazioni, perché fondati su valori che riconoscono la piena dignità della persona, di tutte le persone. L’impegno educativo ci colloca al di sopra delle discriminanti ideologiche e di schieramento. E proprio per questo consente una libertà che altre scelte escluderebbero. Nella supremazia dell’educazione si incarna tutto il messaggio rivoluzionario di don Lorenzo Milani, oggi, purtroppo, sopraffatto dalla cultura della repressione. Nessuno cresce guardandosi allo specchio, ma solo specchiandosi nell’altro. Questa affermazione vale per tutti, per i giovani in particolare, ma anche per gli adulti. Da questa affermazione si sviluppano due pensieri. Il primo: noi adulti siamo lo specchio per i giovani e quindi dobbiamo avere maggiore consapevolezza del nostro ruolo e della nostra responsabilità nella società e nella Chiesa.

Le debolezze e le fragilità dei giovani d’oggi, sono le debolezze e le fragilità degli adulti. Rafforzare l’impegno del Movimento per favorire negli adulti una maggiore solidità, significa lavorare per un futuro sicuramente migliore dei tempi che viviamo. L’adulto, per essere specchio per i giovani, deve essere adulto solido, capace di saper vivere la difficoltà dei tempi attuali. E il luogo ideale per la propria formazione è la comunità e sulla comunità è necessario che il Movimento continui ad investire molto e con decisione. Ad iniziare da un’ampia riflessione sull’autonomia. Riconoscere e valorizzare l’autonomia delle comunità significa sostenerle nell’esercizio della ricerca e della pratica di un proprio caratteristico percorso verso gli obiettivi condivisi del Movimento. Significa aiutarle e sostenerle nel, non facile, cammino di superare una sorta di autoreferenzialità, o, per dirla con la medesima profondità di pensiero del prof. Mancini al nostro seminario nazionale “sensibili e attenti ai cambiamenti”, una forma di individualismo associativo. Infine consentitemi, in questa sorta di saluto, di ringraziare i componenti il Comitato Esecutivo. Senza il loro lavoro, qualche volta visibile, altre volte no, questi anni sarebbero risultati faticosi, interminabili e infruttuosi. Grazie a Cettina Aletta, Nora Belmonte, Maria Grazia D’Emilio, Anna Maria Volpe, Elpidio Caroni, Manlio Cianca, Maurizio Cipolloni, Massimiliano Costa, Mimmo Cotroneo, Michele Pandolfelli. Un ringraziamento più caloroso a Sonia e don Guido, abbiamo camminato assieme, ci siamo sostenuti, ci siamo confrontati, non sempre siamo stati d’accordo, ma sempre ci siamo stimati e rispettati. Un ringraziamento affettuoso anche a chi, nel giornaliero lavoro della segreteria nazionale, ha collaborato con passione, dedizione e competenza: Silvia e più di recente, Monia. Un abbraccio affettuoso a tutti voi


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Anna Maria Volpe Prignano

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XXIX CONFERENZA MONDIALE ISGF

Eccoci giunti alla 29.a Conferenza Mondiale ISGF si terrà da lunedì 17 agosto a sabato 22 agosto 2020 a Madrid, in Spagna. La posizione esatta è il Meli Avenida America Hotel molto vicino all’aeroporto di Madrid Barajas e il collegamento con il centro della città in metropolitana, autobus e taxi è eccellente. Gli organizzatori hanno proposto, come tema generale della Conferenza: “crescita, piacere, amicizia, servizio, avventura e diversità”. L’Associazione dello scautismo adulto si sta impegnando molto per rendere la partecipazione ed il soggiorno il più costruttivo ed il più piacevole possibile per tutto lo scautismo adulto mondiale. La Spagna è un bellissimo paese e merita essere visitato e scoperto in tutte le sue possibili sfaccettature. Noi italiani abbiamo sempre partecipato numerosi a questi eventi, dando un buon contributo anche di crescita sulla strada che B. P. ci ha indicato. La Spagna è molto vicina a noi non solo geograficamente, ma soprattutto culturalmente, quindi sono sicura che parteciperemo numerosi. A breve anzi a brevissimo occorre fare l’iscrizione con pagamento in tre rate, risparmiando sulla quota da versare. Per maggiori informazioni: https://madrid2020.aisg.es/en/preinscription-form/ (everything is available in English, French and Spanish)

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DALLA “GIUNGLA SILENTE” A SACROFANO Riflessioni a margine della Assemblea Nazionale MASCI 2019 Enrico Capo

Premessa - Il presente articolo non è la recensione della entusiasmante Assemblea Nazionale MASCI di Sacrofano dell’ottobre 2019: è soltanto un aspetto trattato in quella occasione che mi ha fatto riflettere sulla trasformazione nel corso degli anni del nostro atteggiamento collettivo nei confronti di quella dibattuta e contorta prassi collettiva, che va sotto il nome di politica. Gli antefatti - Nei lontani anni ’70 del secolo scorso (quando ero in servizio per il mio secondo mandato come Segretario Nazionale del MASCI) a seguito di diverse richieste di orientamento per le prossime elezioni politiche allora imminenti presentai insieme alla Pattuglia Redazionale di Strade Aperte un documento, riguardante il voto da esprimere nelle urne.

non poteva che confluire a favore di un determinato Partito, ufficialmente dichiarato di matrice cristiana… In definitiva, si voleva realmente uscire allo scoperto, sporcandosi quindi le mani senza più limitarsi a generiche affermazioni di principio; e senza inseguire i programmi elettorali dei Partiti ma constatando invece di volta in volta se tale presa di posizione dei singoli Partiti corrispondesse o meno alla visione MASCI della situazione. Cercando di essere più precisi: non limitandosi ad individuare nelle pieghe dei programmi di ogni Partito cosa rispondesse alla nostra visione, ma rovesciando la situazione ed accettando quindi che il Partito “X” avesse assunto una posizione simile alla nostra, anche se partendo da princìpi e valori del tutto diversi da quelli del MASCI.

16 In sintesi, tale documento si esprimeva nel seguente modo: la libera espressione di voto dell’Adulto Scout, nei confronti di un qualsiasi Partito, deve avvenire secondo coscienza, cioè sul proprio ONORE: dopo aver confrontato quindi attentamente la rispondenza o meno del programma elettorale del suddetto Partito con i princìpi della Legge e Promessa Scout e con il Patto Comunitario del MASCI. In questo ordine di idee, la libera scelta dell’Adulto Scout può spaziare al di là della stretta delimitazione tematica in Partiti di Sinistra, o di Centro, o di Destra.

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Questa iniziativa fu approvata alla unanimità dagli organi di coordinamento e governo del MASCI e considerata come un passo avanti sulla strada della presa di coscienza in merito alla partecipazione politica-nonpartitica del MASCI e come servizio nei confronti del Paese. Per la cronaca, nello stesso periodo si stava preparando l’Assemblea Nazionale del Movimento sul tema “Azione Civica come Servizio”, e Strade Aperte pubblicava delle schede di approfondimento in materia. Ma sorprendentemente si constatò che il cuore del documento di cui trattasi era stato frainteso o perlomeno considerato riduttivamente: infatti si dichiarava che la libera scelta elettorale dell’Adulto Scout

Dopo che da parte di qualcuno si era addirittura parlato di schieramenti avversari al riguardo, all’interno del MASCI, non rimaneva pertanto – per non creare una deleteria contrapposizione ideologica nel Movimento – che astenersi dalla vita associativa e rifugiarsi in punta di piedi nella Giungla silente: in attesa di una diversa impostazione delle idee da parte degli Adulti Scout. La Giungla silente mi accolse quindi, insieme a mia Moglie Anna Maria e a qualche membro della Pattuglia Redazionale di Strade Aperte. L’Assemblea di Sacrofano sembrerebbe aver coscientemente voluto effettuare quella svolta responsabile verso una visione – ovviamente sui generis ed originale – del MASCI nei confronti della scelta politica. Il MASCI nel/per il Territorio - Fu così che nei lavori di gruppo a Sacrofano fu affrontata in chiave teorico-sperimentale la tematica della uscita dal guscio delle Comunità, per un servizio politico-non partitico nei riguardi dell’ambiente immediatamente circostante, cioè di quella realtà che va sotto il nome oggi di moda di territorio: confortati dalla decisa affermazione di Paolo VI secondo cui “la politica è la forma più alta della carità”! Ma “chi è”, questo territorio? - È stato in particolare il gruppo A2 (l’Etica nel Sociale), al quale ho partecipato, che si è trattenuto in un modo che mi sembra originale


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In sintesi, questi sono i passaggi logici effettuati: – il territorio non va considerato soltanto come una realtà topografica; – bensì il territorio esiste in quanto abitato da persone – persone le cui caratteristiche cambiano e si modificano nel tempo a causa di avvenimenti socio-culturali-economici-ambientali-storici: guerre, crisi economiche, emigrazioni, immigrazioni, ecc. – consequenzialmente: più vecchi e meno giovani, o meno oriundi e più immigrati, ecc. – ma – secondo la Politica Sociale – un territorio abitato da Persone e non da individui – può dirsi tale solo ed esclusivamente se fornito dei servizi di qualsiasi tipo che rendano vivibile le persone del territorio stesso, puntando quindi a quella che è chiamata la qualità della vita

– ma i servizi non possono essere lasciati alla sola libera concorrenza o all’estro di qualche imprenditore, che può creare servizi del tutto impensati, dando vita così a volte a nuovi bisogni non sempre del tutto positivi o peggio sicuramente distruttivi: droga, giochi d’azzardo, ecc. – infine, i servizi non possono essere sclerotizzati e fossilizzati: essi infatti debbono potere – forzando le maledette prassi frutto spesso del cosiddetto perbenismo imperante – aggiornarsi ed adattarsi alla realtà in continuo cambiamento

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sul concetto di territorio, con una visione che personalmente – dal mio punto di vista professionale - valuto positivamente.

– per esempio, l’improvviso afflusso di immigrati provenienti dal cosiddetto Terzo Mondo richiede ovviamente: - l’organizzazione di un servizio di mediazione culturale; - la creazione di nuovi servizi medici specialistici data la presumibilmente più giovane età della utenza; - la necessità della presenza di minore o maggiore quantità di personale femminile, in presenza di un contingente femminile più consistente proveniente dai paesi mussulmani (= tabù nei rapporti uomo/donna); - la creazione infine di altre occasioni e iniziative di inclusione sociale: alloggi, lavoro, scuole e via di seguito – ecc.

– detti servizi sono quelli amministrativi, sociali, educativi, sanitari, commerciali, del tempo libero, sportivi, religiosi, ecc.

Tutto questo, dunque, è quanto il nostro gruppo A2 ha voluto consegnare all’attenzione dei posteri!

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E adesso? A servizio tutti assieme per un Movimento sempre più attivo! Ambra Cusin Comunità di Trieste

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Volevo condividere una mia impressione alla fine delle giornate dell’Assemblea per dare un contributo alla riflessione all’interno del movimento. La sera del sabato, dopo lo spettacolo, l’amico Toni Cecchini ci ha annunciato in anteprima i risultati delle elezioni. Gli è scappato uno splendido lapsus… “vi annuncio il vincitore”… frase che ha scatenato un boato di protesta. È da questa frase che parto per una breve riflessione. Nel linguaggio delle dinamiche dei gruppi si definirebbe Toni un “emergente gruppale” ovvero colui che fa il porta parola del gruppo, che esprime il pensiero inconscio del movimento, un qualcosa di cui non siamo necessariamente consapevoli, ma che circola nella mente inconscia dell’istituzione di cui siamo parte. Quello che circola è l’idea che le elezioni si vincono o si perdono, molto in linea con la mentalità della società, avvelenata di competizione, in cui viviamo. Ma nel Masci secondo me non ci sono, e non debbono esserci, né vincitori né vinti. Siamo un’assemblea elettiva democratica, o almeno mi piace pensare sia così, in cui si eleggono dei rappresentanti, si opera una scelta tra più nomi e si elegge non chi ci comanderà ma chi si metterà a servizio del movimento con lo stesso spirito con il quale, ed è questa l’immagine che mi viene in mente, Gesù ha lavato i piedi agli apostoli. Ma tutti, non solo gli eletti, hanno il compito di servire il movimento, nella realtà locale, quotidiana, in famiglia, sul lavoro, nella società, come cittadini attivi e sensibili ai cambiamenti che stiamo vi-

vendo. Pronti a servire sempre in ogni circostanza, uniti e non frammentati in correnti, perché questo è essere scout, tutti assieme seguendo ciò che il Cardinal Bassetti e il Vescovo di Gubbio ci hanno saggiamente indicato, sostituendo alla competizione la collaborazione dove pensieri, riflessioni e anche conflitti costruttivi possano convivere per la ricchezza di un dialogo reciproco. Quindi se ancora rimane un velo di tristezza o di rabbia per i risultati, che a volte oscura lo sguardo da chi erroneamente crede di aver “perso, voglio sottolineare con forza che qui nel Masci nessuno perde nulla. Con il prezioso lapsus di Toni abbiamo avuto l’occasione per cambiare rotta, per vedere quanto il linguaggio, le parole che usiamo siano importanti, e non a caso questa sottolineatura è entrata nell’indirizzo programmatico, e non solo tra di noi, ma anche nel nostro Paese, in Italia, in Europa, dove sempre di più tra le persone, nei social network il linguaggio si fa sempre più violento, riduttivo, banalizzante e sempre meno competente. Noi dobbiamo invece saper usare un linguaggio che sia “sì sì e no no”, libero da violenza, competente e frutto di una formazione permanente che lo stesso movimento può fornirci, come auspicato dall’indirizzo programmatico. Buon lavoro a tutti noi, dunque, insieme per un Movimento forte, vivace, gioioso e capace di fare strada nella nostra realtà sociopolitica. Trieste, 22 ottobre 2019


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Lilli Mustaro

…Triennio 2010-2013: all’interno del Consiglio Nazionale del Masci vi è una squadriglia ( modello AGESCI ) tutta al femminile, alla quale è stato dato il nome di “vipere” che, in verità, non corrisponde al vero spirito del gruppo il quale si evidenzia nella volontà di creare un clima sereno, di stima e rispetto vicendevoli, radicato in una adultità matura, coerente, competente e responsabile. “uomini e donne INSIEME con la volontà di fare il meglio per un mondo migliore” Si concretizza sempre di più la necessità della presenza di un A.S. che abbia una forte dimensione personale, non individualista, sorretta da un’etica coraggiosa e da un rinnovato senso civico vivificato dalla cultura della vita e della solidarietà. Una cultura che persegue i grandi obiettivi attraverso piccole azioni quotidiane che sono importanti poiché fondamentale è la certezza che si lavora per il BENE COMUNE. E le vipere?! La squadriglia si scioglie, ognuna per la sua strada, ognuna con il suo stile di vita, ognuna innamorata del Masci e impegnata a continuare la strada già tracciata dal C.N. precedente, per confermare l’identità e l’unione di un Movimento che fin dal suo nascere ha avuto come obiettivo principe quello di favorire un costante processo di educazione permanente secondo i valori dello scautismo. Non è un percorso facile ma la nostra missione, in quegli anni, difficili, complessi e complicati, rimane quella di dare un senso alla vita per essere testimoni della gioia e della speranza. Durante il dibattito sulla relazione del Presidente Nazionale nell’Assemblea elettiva a Sacrofano, è stato affermato, da voce autorevole, che nel 2013 a Bardonecchia il Masci si presentava “ privo di identità e di unione”. Affermazione inesatta, che mi ha addolorato e che ritengo intellettualmente scorretta. Sono stata Consigliera Nazionale nel triennio 2010/2013 e nel successivo; soprattutto il primo si è connotato, secondo me, per il fermento e lo sviluppo culturale, per l’elevato approfondimento di tematiche e problematiche importanti e urgenti, per il protagonismo discreto ma incisivo di tutti i componenti il Consiglio Nazionale. “La nostra sfida è fondata sull’educazione per tutta la vita e su un essere operoso e responsabile che rifiuta

il fare frenetico e soprattutto il vuoto apparire (dalla relazione del Presidente Nazionale – Assemblea elettiva di Bardonecchia). Sempre nell’Assemblea di Sacrofano è stato detto, giustamente, che avere un solo candidato a ricoprire un incarico, non significa omologazione delle menti e dei cuori. Ritengo, al contempo, che avere due o più candidati a ricoprire un incarico, non significa, necessariamente, che ci siano fratture con conseguenze devastanti per Movimenti o Associazioni. In entrambi i casi ci sono, all’interno, tensioni, divisioni, confronti, ricerca di soluzioni che non sempre soddisfano le diverse opinioni e posizioni. È ormai consolidato e assodato che la crisi è fucina di sviluppo, di evoluzione, di raggiungimento di obiettivi. È altrettanto vero che è poco saggio, nell’avvicendarsi di persone e strutture, cambiare o peggio, riporre nell’oblio tutto ciò che è stato fatto e ci si proietti in avanti senza valorizzare e tesaurizzare l’esistente. Sonia nella Relazione del Presidente afferma che è “fondamentale partire dal lavoro fatto”, perché solo così si costruiscono ponti che creano legami, vincoli, energie fra il passato, il presente, il futuro. “Significa aver rispetto del passato, fiducia nel presente e speranza nel futuro.” Il programma dell’Assemblea prevede per la domenica mattina il tempo per la presentazione dell’Indirizzo Programmatico rivisto, corretto, emendato dalla Commissione preposta a tale lavoro. Sono intervenuta per chiedere di correggere un capoverso scorretto e poco comprensibile. Il tempo è poco, gli interventi complessi… mi è sembrata una situazione di grande imbarazzo… che il presidente dell’Assemblea affronta, ringraziando ripetutamente gli A.S. che avevano rivisto l’indirizzo programmatico restando svegli sino alle 2 di notte. Al resto dell’Assemblea riserva un trattamento non altrettanto premuroso e invita gli A.S. a limitare gli interventi per non perdere tempo. Sono rimasta stupefatta e mi sono sentita impotente di fronte a tale comportamento, forse inconsapevole; è stata una caduta di stile che poteva essere evitata se ci fosse stata una diversa sensibilità.

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Alcune considerazioni da una ex Consigliera Nazionale

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anniversari

Mario Mazza: “il cuore oltre l’ostacolo” 7 giugno 1882 – 22 novembre 1959 Massimiliano Costa Presidente Nazionale

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Sessant’anni fa a Villa Buri, improvvisamente, vicino alla moglie Elisabetta De Nardo, moriva Mario Mazza, il fondatore del MASCI. È più conosciuto come scout che come studioso della didattica applicata alle scuole. Moltissime sono le avventure e le iniziative da lui intraprese e vissute, solo negli ultimi tempi sono stati pubblicati alcuni pregevoli lavori che approfondiscono meglio il personaggio Mario Mazza. Poliedrico e testardo non si è mai fermato, ha sempre posto tutto se stesso nella ricerca educativa al servizio dei più giovani, vivendo fino all’ultimo giorno insieme a loro. La sua vita si è snodata in alcuni definiti fatti ove l’incontro con lo scautismo ne è stato parte fondamentale. Ogni momento della sua esistenza è stata un’avventura, per lui rappresentava un nuovo inizio ove porre sempre in gioco tutta la sua persona. Entusiasta e ottimista non si scoraggiava dei fallimenti, anzi traeva da questi la forza ed il coraggio per andare avanti. Le sue scelte, dettate da una forte fede e senso religioso di appartenenza alla Chiesa, a volte lo facevano apparire rigido e idealista. La sua incrollabile fiducia negli altri, nei più giovani e nei compagi di strada lo portavano a scelte e comportamenti pieni di ingenuità al limite della incomprensione. La storia di Mario Mazza si snoda lungo due linee parallele quella del maestro e quella del capo scout che sembrano sovrapporsi continuamente nella opzione fondamentale della sua vita: l’educazione dei più piccoli. Tre sono i momenti del maestro Mazza e altrettanti quelli del capo scout.

MARIO MAZZA EDUCATORE MAESTRO All’inizio giovane maestro, quasi per caso, appassionato del gioco e della natura, è una fucina di idee e di voglia di fare. Comprende l’insufficienza della scuola nell’educazione integrale dei ragazzi, aderisce alle sperimentazioni del metodo attivo e le interpreta in modo autonomo ed originale. Conosceva certamente Rousseau, incontra il positivismo senza abbracciarlo completamente, approfondisce le scelte didattiche della Montessori e le teorie sulla scuola materna delle sorelle Agazzi, a Genova è in contatto con gli ambienti dell’Azione Cattolica, ha assorbito il metodo preventivo di Don Bosco e stima l’azione di

recupero dei piccoli delinquenti attraverso la formazione professionale della nave scuola di Garaventa, si incontra con le esperienze educative e sportive di Spensley, tutte realtà educative che lo lanciano nel suo andare. Tutto ciò che riguarda l’educazione lo affascina e lo porta a sperimentare con i ragazzi in modo originale e autonomo, anche dopo il momento scolastico vero e proprio. La seconda esperienza nella vita di Mazza sostanzialmente si sviluppa a Roma ed è certamente più articolata: nell’opera Cardinal Ferrari fonda in diverse città italiane le case del Fanciullo o case della Gioia e inserisce le esperienze scout nelle colonie estive. Quale maestro in alcune scuole elementari romane e alla direzione della Leopoldo Franchetti, trasformata nel primo centro didattico sperimentale italiano, dopo l’adesione al gruppo pedagogico di Volpicelli e Lombardo Radice, cerca di integrare la corrente pedagogica neoidealista, che privilegia lo sviluppo spirituale dell’allievo, con la sua opzione fondamentale per l’educazione della natura. Inizia a collaborare attivamente con la Scuola Editrice di Brescia e pubblica diversi volumi di didattica sperimentale e libri di testo per le elementari. Incontrando così il pensiero personalista di Mounier che lo induce a condividere pienamente quella antropologia cristiana che attraverso la pedagogia scout avrebbe potuto rafforzare l’azione educativa completa Infine dopo la seconda guerra mondiale viene comandato dal Ministero presso la Pontificia Opera di Assistenza per soccorrere i ragazzi bisognosi e specialmente gli orfani, lì rimane fino alla pensione. Ma la sua terza fase non è certamente alla fine, anzi. Ottiene di aprire il collegio scout Enaoli a Cortona con l’istituzione della comunità di lavoro del Girifalco che poi sposta a Verona nella Villa Bernini-Buri ove ospita centinaia di alunni che vivono a suo contatto e sperimentalmente crescono con il metodo scout applicato all’istruzione scolastica. Lì rimane fino alla morte.

MARIO MAZZA EDUCATORE SCOUT Prima della nascita dello scautismo e dell’incontro di Mazza con esso il giovane maestro ricercava soluzioni educative per supplire alle carenze scolastiche


anniversari «…spetta agli scouts adulti dimostrare con la loro vita che lo scautismo è un modo di pensare e di vivere. …Lo scoutismo è stato per tutti noi un meraviglioso gioco: ma nelle traversie e nelle lotte affrontate con l’età, il gioco si è trasformato in un sistema di vita che fa di ciascuno di noi un uomo diverso dagli altri, cioè uno scout incapace di tradire, di mentire, di offendere, di dimenticare Iddio e il prossimo. …Ed ecco perché appena ci si incontra, anche a distanza di tempo e di spazio, ci si riconosce e si riprendere il discorso limpido e chiaro della giovinezza generosa, e fioriscono nei ricordi i propositi e scompaiono le difficoltà, cosicché si ritorna a credere che, con l’aiuto del Signore, tutto sia possibile e tutto perciò si debba tentare per lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato. Il nostro è un lavoro che ha alla sua base un atto di generosità, deliberati propositi di sacrificio e di servizio del prossimo e, diciamola parola più giusta e concreta, di amore di Dio».

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e così nel 1905 nasce la Iuventus Iuvat (organizzazione nazionale per l’educazione dei ragazzi) e i gruppi delle Gioiose che possono ben collegarsi al metodo scout non appena questo appare nel 1910. Le iniziali difficoltà dei REI, l’opzione per la scelta religiosa confessionale perseguita da Mazza per lo scautismo lo portano a fondare i Ragazzi Esploratori Cattolici Italiani e a diffonderli soprattutto in Liguria, vedendoli uffcialmente riconosciuti dall’arcivescovo di Genova Monsignor Gavotti. Attraverso il presidente Corsanego, che certamente ha indotto l’azione cattolica ad interessarsi dei giovani esploratori scout, tanto osteggiati all’inizio del secolo in certi ambienti clericali, viene in contatto con il Conte Mario di Carpegna, presidente del Fasci e incaricato dal Papa di fondare gli esploratori cattolici. Il rapporto tra i due di stima e affetto ma anche di visioni differenti sarà determinante per la crescita dell’Associazione Scautistica Cattolica Italiana. Lì Mario Mazza getta tutto se stesso, trasferisce nella prima ASCI tutta l’esperienza vissuta nel mondo delle Gioiose e diviene animatore di riferimento e punto centrale dell’Associazione, fino allo scioglimento dello scautismo da parte del fascismo. Fonda l’Esploratore, la rivista delgi scout, partecipa ai Jamboree internazionali (Londra e Danimarca), dirige i Campi nazionali (Val Fondillo e lago di Bolsena) presenzia ad attività locali e regionali con i ragazzi e a campi di formazione

(Mario Mazza sul Notiziario n.23, 1954)

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anniversari

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per i dirigenti; in tutto Mazza è l’instancabile motore dello scautismo in questa sua prima fase di costruzione e divulgazione. Dopo la firma dei Patti Lateranensi, come molti del mondo cattolico, crede in una possibile convivenza con il fascismo cercando di ritagliare uno spazio di libertà per gli scout all’interno dei Balilla, idea che abbandonerà dopo la rottura definitiva del 1931 del regime con l’azione cattolica. È in questo periodo che Mazza cerca ogni occasione per inserire la metodologia scout negli ambienti scolastici. La terza fase del Mazza scout riprende sul finire della seconda guerra mondiale nel rilancio e riorganizzazione dell’associazione scout, nelle scelte per l’indipendenza dello scautismo dall’Azione Cattolica di Gedda e per orientare le scelte metodologiche non sulla linea anglosassone ma su quella franco-belga (scoutisme route de libertè) legata al personalismo cristiano. Il suo modo di fare un po’ irruento e autonomo e la tardiva scelta di opposizione al fascismo non gli permettono di veder adeguatamente riconosciuti i suoi meriti da parte dei più giovani. Con la rinascita dell’ASCI ricopre ruoli centrali nella formazione capi e nella stampa nazionale fino al 1950 ma la sua figura non è più così preminente come nella prima ASCI. Il suo ultimo slancio lo porta a traguardare lo scautismo per la vita: semel scout semper scout che è il motto del Movimento degli adulti scout (Masci) a cui egli dà il via nel 1954 con il solito vigore ed entusiasmo, accogliendo gli stimoli internazionali sullo scautismo adulto, e trasformando l’esperienza dei Cavalieri di San Giorgio, che aveva fatto nascere come la quarta branca già dal 1943. Di questa

nuova associazione rimarrà presidente fino alla fine. Tutta la sua vita è stata un continuo corre dietro a dove il cuore lo portava, nella certezza di non essere mai solo e di conquistarsi così il posto nel Regno.

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“La promessa e la legge scout sono un capolavoro di didattica spirituale. Il ragazzo che fa la promessa solennemente e pubblicamente, dopo l’opportuna preparazione, non si torva semplicemente legato alla parola data di compiere il suo dovere verso Dio e verso la Patria, ma si trova a disposizione i mezzi pratici per mantenere la promessa fatta. Tali sono: la buona azione quotidiana la lealtà nel suo nuovo carattere di piccolo cavaliere il dovere di essere utile agli altri, il dovere di essere amico di tutti il dovere di essere cortese il dovere di ubbidire agli ordini il dovere di sorridere e mantenersi sereno davanti alle difficoltà il dovere d’essere puro nei pensieri, nelle parole e degli atti. A ben meditarla la Legge dello scout non è quindi che l’offerta di una serie di mezzi pratici per tradurre l’osservanza dei doveri verso Dio in atti di carità, di benevolenza, di giustizia, di comprensione dei bisogni e delle miserie del prossimo.” (lettera di Mario Mazza a Monsignor Montini 20 dicembre 1943)


libri

Michele Pandolfelli

In tempi di sovranismo e nazionalismo montante fa bene ritrovarsi ad ascoltare una storia significativa ed emblematica della forza dell’ideale scout che, come disse B.-P. in occasione del Capodanno del 1926, supera “ le differenze di razza e nazionalità”. La storia si svolge a Trento tra il 1916 e il 1918 e ci viene raccontata da Giovanni Sosi in questo libro da lui curato, intitolato “Breve storia degli scout trentini e austriaci a Trento nel 1916-1918”, nel quale si narra di un gruppo scout che fu fondato a Trento nel 1916, al quale aderirono ragazzi italiani e tirolesi e che operò fino al 1918. Il contesto è quello drammatico della prima guerra mondiale e dell’appartenenza di Trento fino alla fine del conflitto all’impero austroungarico, un contesto quindi che sembrava poco propizio al manifestarsi di ideali di fratellanza tra i popoli: i trentini combattevano nell’esercito dell’impero, molta parte della popolazione civile del trentino venne evacuata, a Trento rimasero in quel periodo soprattutto militari e ragazzi. Militari e ragazzi… da cui nacque lo scautismo. Così questo libro ci racconta che un Capo scout austriaco, che faceva il militare a Trento, Julius Markaritzer, con il supporto di personalità locali (e con l’appoggio discreto delle autorità austriache, che cercavano occasioni per riavvicinare i giovani sudditi alla corona imperiale) fondò un gruppo scout aperto a ragazzi trentini e tirolesi.

L’ideale scout vinse su qualsiasi secondo fine: fino ad 80 ragazzi coinvolti in esperienze di autentico scautismo, vissute in un clima di semplicità, fratellanza, entusiasmo, essenzialità con l’apprendimento delle tecniche scout e con… tanto buonumore. Nel libro sono narrate le attività che si svolsero in quei due anni, con alcuni eventi significativi, tra i quali spicca l’esperienza del campo estivo per cinquanta ragazzi a Coredo in Val di Non. Nel diario del campo si trovano elementi tipici dell’esperienza scout, uniti ai mezzi poveri e alla generosità dei sostenitori del gruppo: il montaggio del campo sotto la pioggia, la costruzione delle cucine da campo, lo scout esperto nella macellazione degli animali, le canne da palude per coprire il pavimento delle tende. E non può mancare un’osservazione che come Capi scout abbiamo fatto tante volte: siamo diventati familiari con i nostri novizi in 10 giorni di Campo più che in un anno intero di attività. In questo libro c’è anche spazio per un’ironia tragica della storia. Nell’incontro del gruppo con l’imperatore Karl, lo scout che legge una poesia davanti all’imperatore (Leo Weinstein) è figlio di un padre ebreo (Josef Weinstein) che anni dopo sarà ucciso in un campo di concentramento nazista. Una storia esemplare, che dimostra come la fratellanza tra i popoli può nascere sul serio soprattutto se si inizia da piccoli a diventare grandi, con il metodo scout.

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Quando lo scautismo unisce

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...Era Giuseppe Spinelli Maria Laura Tortorella

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“Non sarà facile separarci da te, Giuseppe, amico caro, dono prezioso nella nostra vita, custode di sogni che provavi sempre a realizzare. Come quando, dopo aver denunciato con forza le intimidazioni subite, tornavi a guardare le distese di olivi ancora in fiamme e, invece di arrenderti, ci riunivi per coglierne i frutti dei rami più alti, ancora indenni. Da allora tu, promotore di reti, ci radunavi ogni anno, Reggionontace, gli scouts, Libera, amici ed associazioni, facendoci sperimentare che, insieme, le difficoltà si possono superare. E quell’olio è diventato simbolo di riscatto per la nostra terra, una terra che amavi profondamente nonostante le ferite che ti infliggeva. Con te, Giuseppe, abbiamo capito cosa vuol dire non arrendersi e ricostruire “più bello di prima”. In una città dove si dispera sempre, tu sei stato costruttore di speranza. Testimone credibile di quella promessa antica che rinnovavi quotidianamente, da cavaliere pronto e leale che poneva il proprio onore nel meritare fiducia”. Con queste parole ti abbiamo ricordato nel giorno del saluto finale, nella Chiesa degli Ottimati gremita, dopo il messaggio commosso di tuo figlio Vincenzo, introdotto con quel “Ma che ci hai combinato Giuseppe? Che ci hai combinato papà?” ad attestare l’incredulità per l’accaduto, per la morte che ti ha abbracciato mentre con il tuo trattore continuavi a lavorare la “nostra” terra per preparare il raccolto, attorniato dai tuoi cani in veglia ed attesa. Grande e paziente seminatore, scout da sempre prima nell’ASCI e poi nell’Agesci, infine nel Masci, dove sei stato sempre adulto fino in fondo, assumendoti responsabilità e muovendo percorsi spesso controcorrente, a ricordare una chiamata che giornalmente deve rapportarsi con il tempo ed il luogo concesso a ciascuno per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. E per questo hai sostenuto esperienze forti, come Reggionontace, della quale eri parte attiva fin dalla fonda-

zione, senza dubbi o tentennamenti. Per questo hai aderito ha Libera, quale imprenditore testimone di resistenza e sprone per le nuove imprese che vi si affacciavano. Per questo hai costruito il Cammino di San Fantino, anello del Progetto Le vie di San Paolo, promuovendo una rete tra tutte le realtà della città di Seminara che fino ad allora non avevano mai sperimentato la bellezza del lavorare insieme. Per questo hai detto si anche al percorso del Laboratorio politico Patto Civico, perché volevi fare la tua parte per offrire risposte alle richieste che provenivano dal territorio, perché non ci lasciavi mai soli. Davanti al bivio della “partenza”, tu hai sempre scelto di percorrere la strada, quella più ripida, stretta e sassosa, la strada buona, dove sorridendo ai compagni che incontravi proponevi loro di camminare insieme per trasformare le ferite in feritoie, le povertà in opportunità. Denunciando, sostenendo, narrando, entusiasmando i giovani dei quali eri un naturale trascinatore… negli incontri con le scuole, negli scambi culturali, ai vari eventi, all’ultima Route Nazionale, quando riuscisti a riporre nel tuo piccolo zaino persino la tua tendina da un posto, che montasti orgoglioso nella sterminata distesa toscana. Perché a dispetto del tuo look, all’apparenza semplice e poco curato, da uomo di campagna, celavi un animo di rara cultura ed una preparazione storico - scientifica non nota ai più. Le tue serate al computer fino a tarda notte ed i libri che periodicamente scrivevi e di cui ci facevi dono, ne sono tuttora prova inconfutabile. Al cader della giornata, nell’immaginarti a raccontare storielle piacevoli ed intonare canti con cuore di bimbo nel paradiso celeste, ti ricordiamo con le tue parole “Ho piantato i semi di un bosco che forse non vedrò mai, ma è la goccia che ha preparato la festa che verrà. Per oggi ho finito, domani sarà un altro giorno”. Con affetto e gratitudine

STRADE APERTE. N. 11-12, novembre-dicembre 2019 Anno 61 – Periodico mensile del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2,00 la copia. Direttore responsabile: Pio Cerocchi • Direttore: Michele Pandolfelli • Redazione romana: Antonella Amico Caporale, Giorgio Aresti, Carlo Bertucci, Paola Busato Bertagnolio, Giancarlo Carletti, Alberto Cuccuru, Franco Nerbi, Giovanni Morello, Maria Teresa Vinci, Anna Maria Volpe Prignano • Collaboratori: Lorena Accollettati, Manlio Cianca, Carla Collicelli, Paola Dal Toso, Romano Forleo, d. Lucio Gridelli, Paolo Linati, Mario Maffucci, Vittorio Pranzini, Mario Sica. Redazione: via Vincenzo Picardi, 6 – 00197 Roma, e-mail: sede@masci.it • Stampa: ADLE Edizioni sas, Padova, info@adle.it • Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Vincenzo Picardi, 6 – 00197 Roma, tel. 06.8077377. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363. Abbonamento ordinario a 11 numeri: Euro 20.00, da versare sul ccp. n. 75364000, intestato: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Vincenzo Picardi, 6 – 00197 Roma. ASSOCIATO USPI. Tiratura. 5.000 copie. Chiuso in redazione: il 6 dicembre 2019 QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALE IN DATA: DICEMBRE 2019


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