N.03/2013 DISTRIBUZIONE DIGITALE
THE OFFICIAL URBAN MOVEMENT MAGAZINE W
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INTERVISTE
EVIDENCE JEYZ DRE LOVE PIONEERS
DONALD D FOCUS
SLAM POETRY MADE IN JAPAN
ANIME MASH UP! TOKYO MIND RUE DU RAP
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PRODUCERS
ELAQUENT ZO! WRITING
MODE 2 TRULY DSGN SEES
STREET ART
ALICE PASQUINI SOULSTARS
D’VOTION
ENSI & LA SCENA FRANCESE
TINIE TEMPAH
GRIME IS NOT A CRIME! RUBRICHE SAMPLE SAMPLED EVENTS REPORT WORDS! SOUNDTRACK FASHION
THE
FINEST IN HIP HOP SINCE 2007
BACK MOVEMENT RECORDS C A T A L O G O 2 0 12 / 13
artist: DJ KAMO album: CHANGES (HipHop/Soul/Rap)
artists: TESUAN & FRESHBEAT album: CORREVO SENZA MAI ARRIVARE
artist: DJ MISTA B album: IL TRASFORMISTA (Urban/Soul/Rap)
release: 09/01/2013 available in: MP3
(HipHop/Rap)
release: 15/11/2012 available in: MP3
artist: APOC album: THE MARK OF THE BEATS
artists: LEFTY & TORMENTO album: NESSUNA ECCEZIONE (NO ESCAPE)
artist: DRAGWAN album: COLPISCIMI (EP)
(HipHop/Rap)
(HipHop/Soul)
release: 29/10/2012 available in: CD - MP3
release: 28/11/2012 available in: CD - MP3
release: 15/05/2012 available in: CD - MP3
(HipHop/Rap)
release: 10/04/2012 available in: CD - MP3
WWW.BMRECORDS.EU
EDITORIALE
TORNIAMO SUL WEB!
C
he fine ha fatto We Got Flava? Cos’è WeGotFlava? Perché non fanno una rivista Hip Hop seria in Italia?...
Queste e mille altre domande nascono dal profondo di una nazione che ha perso di vista tutto, vivendo distratti e lontani da quello che accade realmente se non si trova quello che si cerca è solo perché non lo si cerca davvero, e ci si aspetta che vi venga portato direttamente sotto al naso, nella posta o sul vostro desktop. Questo terzo numero è un regalo soprattutto a chi ci ha seguito fin dall’inizio e a chi ci ha supportato, ma anche per chi ancora non sa, non ci conosce o si è svegliato adesso, sperando in un riscontro e di fare cosa gradita, rendendo disponibile a tutti voi, il terzo ricchissimo numero della nostra rivista. Questo è stato il nostro orgoglio editoriale che, in mondo di numeri, è rimasto senza visuals, quindi senza sponsors e distribuzione. Nonostante tutte le difficoltà, tutto il nostro lavoro ci sembrava sprecato, abbiamo dato davvero molto per questo numero e ci tenevamo a non lasciarlo chiuso in un cassetto. Dentro ci troverete il nostro cuore, le nostre passioni e la nostra anima. Sapevamo di avere un progetto molto ambizioso tra le mani, specialmente se non si vuole rimanere succubi dei trends modaioli, ma l’incoscienza è l’anima dell’arte, occorre osare per lasciare un segno, noi teniamo una porta sempre aperta, e non si esclude un futuro in cui tornare in grande stile, dipende solo da voi... Godetevi questo numero tre e diffondete il nostro Flava! Peace Massimo “Strike the Head” Biraglia
In regalo il nuovo inedito di STRIKE THE HEAD “aRTeFICe DeL TUO DeSTINO” prodotto da DJ APOC (BM Records 2013)
“...il mistero di ogni cosa è l’energia della conoscienza cosmica, quando crederai di sapere la verità ne saprai, solo metà, della metà, della metà... di un’infinitesimo nulla...” (tratto da: “Artefice del tuo destino” di Strike the Head)
in copertina Tinie Tempah direttore responsabile Massimo Biraglia pubbliche relazioni Johnny Mastrocinque art director Michele Alberti contatti info@bmrecords.eu ufficio stampa Tel. +39 011.23416793 press@bmrecords.eu
hanno collaborato a questo numero: Alberto “Wag” Scabbia, Andrea “Jason Rader”, Bluesteady Triptik, Francesco Verdinelli, Gloria Viggiani, Jari “Ensi” Vella, Leva57, Luca “Mista B” Maruca, Massimo “Strike” Biraglia, Matteo Smogone Benacchio, Max Mbassadò, Salvatore “Dragwan” Calandra, Simone “MX” Costantini
distribuzione digitale www.bmrecords.eu
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EVIDENCE INTERVISTA
di Max Mbassadò
MR. SLOW FLOW: L’UOMO DEL CLIMA!
Evidence è la prova inconfutabile che l’Hip Hop, nella sua quinta essenza, possa esistere concretamente ed essere incarnato da un vero Mc! È la prova tangibile che alla fine contano sempre di più i fatti che le apparenze. Con un background di oltre 20 anni attivi sulla scena come B-Boy, Writer, Beatmaker e soprattutto Mc. Nei suoi lives, che conquista con passione, sudore e cuore, ha certamente un posto di rilievo nell’Olimpo dei “Master of Ceremony”. Abbiamo avuto modo di intervistarlo alla fine dell’indimenticabile serata del suo tour italiano di “Cats & Dogs”, con tappa al Cso Pedro di Padova. Non basta la sola potenzialità. Quali sono le qualità di un vero talento e cosa rende un Mc tale? Il Rap e l’Mcing oggi è qualcosa di disponibile a tutti, ma pochi si rendono conto di quanto invece difficile siano. Oltre al talento occorrono altre qualità: la gente deve riuscire a rapportarsi con te. Un Mc, oltre a migliorare continuamente le sue skills, deve avere uno scopo quando sta sul palco. Bisogna non atteggiarsi da star, ma incarnare l’energia e il carisma di una star. Comunque ricordatevi che non sta scritto da nessuna parte che tutti devono esser degli Mc’s, come non tutti devon esser dei pitcher (battitori nel baseball), ma è bene che ci siano “outfielders”. Ad ogni modo stiamo parlando di qualcosa di non necessariamente tangibile, qualcosa che hai già o non ce l’avrai mai. Mi bastano un paio di minuti sul palco per capire se un Mc ha o meno queste skills! “Mr. Slow Flow” è anche un tributo ai writers ed in particolare a Spit, personaggio chiave del cult-movie “Beat Street”... Come mai questa scelta? E’ una dedica, un tributo a Spit, non tanto ai writers, anche perchè tutti hanno sempre parlato male di Spit. Per me è stato tutto molto naturale mi sono avvicinato tramite il Writing, era qualcosa che mi appassionava e che continuo ad amare alla follia. È semplicemente ciò che so fare e ciò che faccio 24 ore, 7 girni su 7.
“Bisogna non atteggiarsi da star, ma incarnare l’energia e il carisma di una star”
Parlaci di Santa Monica Venice, definita la “Doggtown”. Nell’ambiente in cui sei creciuto, in che misura rappresenti questa realtà? È appunto l’ambiente in cui sono cresciuto, allora nella scena Hip Hop come Mc dovevi confrontarti con gli FIE, una crew molto integralista, simile agli X-Clan per intenderci, molto afro-centrici. Dovevi poi confrontarti con tutta la scena di L.A., andare all’Hip Hop Shop sulla Fairfax, ed è proprio li che ho conosciuto e sfidato Rakaa. Allora rappresentavo solo me stesso, non proprio la realtà di Venice, in quanto in quel periodo era molto “gang-related” e non era una cosa da sventolare così a cuor leggero. Solo successivamente Venice diventò conosciuta per quello che è oggi: l’epicentro degli sk8ters, surfers, etc. Allora era assolutamente sconsigliato sventolare quella bandiera!
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SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Evidence - The Far Left ( feat. The Alchemist & Fashawn)
FROM THE ALBUM:
THE LAYOVER EP (2008)
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INTERVISTA
La tua esperienza in europa ormai è consolidata da numerosi tours. Come consideri il pubblico europeo e che impressione ti dà? Il pubblico Europeo è straordinario in genere, specie considerando che l’inglese non è una lingua parlata in tutti i Paesi e ritrovarsi con la gente che conosce i tuoi testi a memoria è semplicemente fantastico. Molti mi confidano che hanno imparato l’inglese tramite l’Hip Hop, ascoltando B.D.P., Gang Starr ecc... questo se ci pensi è straordinario. Il feedback con la gente è sempre stato ottimo. Comunque se dovessi generalizzare, direi che l’Europa è meno condizionata dalle politiche Americane, delle radio o da Mtv, sembra che riesca ad apprezzarti più per quello che sei.
“I never would have me on the other side of earth on a stage I never would’ve thought there was a stage on earth That made me feel more at home besides my place of birth I’m from gun-slinging CA where every movie’s watched Then watched back for instant replay So many days and nights with ink bleeding papers Fall asleep on flights, call it sleeping with strangers Now back to the City of Angels where the rain is” Versi estratti da “Falling Down” contenuto nell’album “Cats & Dogs”
Indubbiamente l’Hip Hop è una delle forme di comunicazione più incisiva ed immediata. Come nasce la tua passione per la scrittura? Lo scrivere, in un certo senso, è una forma moderna di poesia. Quello che sai scrivere viene pesato dal significato delle parole e dal metodo: alcuni mettono più accento nella velocità, altri sul flow lento, altri sui contenuti. In ultima analisi se hai qualcosa di interessante da dire e lo sai fare con stile su di un beat, arriverai sicuramente alla gente, diventi credibile quando sei coerente con quello che dici.
Cosa rende l’Mcing così unico? Senz’altro l’incredibile mole di parole che stanno in una barra, la capacità di saper giocare con le metafore, le assonanze delle rime... sono questi i tratti che la distinguono, cosa che negli altri generi musicali non c’è affatto!
SAMPLES SAMPLED 6 WEGOTFLAVAMAGAZINE
a cura di Andrea Jason Rader
SAMPLE: FATBACKIN’ ARTISTA: THE FATBACK BAND ALBUM: FATBACKIN’ (1973) SAMPLED: SOUL POWER ARTISTA: WU TANG FT. FLAVOR FLAV ALBUM: IRON FLAG (2001)
“Scrivere è una forma moderna di poesia. Alcuni mettono più accento nella velocità, altri sul flow lento o sui contenuti... Se hai qualcosa di interessante da dire e lo sai fare con stile su di un beat, arriverai sicuramente alla gente, diventi credibile quando sei coerente con quello che dici”
Nell’album “Cats & Dogs” continua il filo conduttore dei riferimenti al clima. Com’è stato concepito e cosa hai cercato di trasmettere? Ti ritieni soddisfatto dei risultati ottenuti? In “Cats & Dogs”, come nei dischi solisti precendenti, continua il concept sul lato più imprevedibile del clima, sulla pioggia che proietta un’immagine plumbea e di pesantezza, che stride con il sole e le palme, il solito clichè di Los Angeles. Dipingo uno scenario meno roseo della città. In un certo senso sono un “outcast”, seguendo una strada meno battuta, è semplicemente il mio modo di veder L.A. I temi che affronto sono tanti, spesso accomunati dalla lotta, gli ostacoli, le difficoltà, le cadute, le risalite, le ferite aperte e lo ristabilirsi. L’album in sè mi ha preso più tempo del previsto perché ci sono state alcune fasi di stallo in cui non ero convinto di alcuni brani, alla fine dall’intero range di brani ne ho dovuti scartare molti, perché alcuni magari erano troppo solari, altri troppo spigolosi o troppo lenti, ma alla fine ho ritenuto che quelli definitivi dovevano rappresentare al meglio quel momento. Anche se è stato un processo più lungo del previsto è stato gratificante. Poter lavorare con alcuni dei miei miti, come Dj Premier, è stata un esperienza unica... te lo assicuro! Ultime parole riguardo ai progetti futuri: solisti e collettivi? Come Dilated Peoples stiamo lavorando al nuovo album: “Directors of Photography”, che sono le nostr einiziali, credo che uscirà entro l’anno, ma presto ne saprete di più. Poi ci sarà anche un nuovo lavoro con the Alchemist come “the StepBrothers”.
ARTISTA: EVIDENCE ALBUM: CATS&DOGS (2011) Prodotto da Rhymesayers
KIAVE
Contatti: facebook.com/misterevidence
SAMPLE: CONCERTO ARTISTA: GLI ALUNNI DEL SOLE ALBUM: ...E MI MANCHI TANTO (1973) SAMPLED: FINALE DI FUOCO ARTISTA: CLEMENTINO ALBUM: IENA (2011)
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RUE DU RAP di Jari “Ensi” Vella
IL RAP FRANCESE, RACCONTATO DA ENSI Da questo mese comincia “Rue du Rap”, un viaggio nel panorama d’oltralpe attraverso le esperienze personali di Ensi, che ci consiglia, segnala e introduce gli artisti più influenti della scena Hop Hop Francese. Il titolo si riferisce al suo riuscito e inedito programma video web a puntate “Freestyle Roulette” (youtube.com/ensiofficial), che lo vede protagonista e riconosciuto, grazie alle numerose partecipazioni ai contest ufficiali, nonché alla vittoria dell’ultimo format Tv “Spit”, andato in onda su Mtv Italia, come uno dei più bravi freestyler Italiani. 8 WEGOTFLAVAMAGAZINE
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
IAM - Noble Art
( feat. Methodman e Redman)
FROM THE ALBUM:
ANTHOLOGIE (2004)
N
Sefyu
Booba
el 1995 avevo 10 anni e Kassovitz aveva già diretto “La Haine” (l’Odio), un film che trasuda Hip Hop, non solo per quel bianco e nero incredibile, i dialoghi in “verlan” (il gergo parigino) e per Cut Killer, che con le casse alla finestra spara “Sound of da police” di Krs One mixata ad “Assasin de la police” degli NTM sulla strumentale di “Machine gun funk” di Biggie prodotta da Dj Premier. La pellicola prende spunto dalla storia reale dell’uccisione di un ragazzo nelle banlieue per mano della polizia. Quel film è Hip Hop, sopratutto per la sua multi-culturalità. In quel periodo non conoscevo nemmeno il Rap Italiano, figuriamoci quello Francese! Eppure nel ‘95 erano quasi 20 anni che la Francia, non solo conosceva l’Hip Hop, ma aveva già un movimento paragonabile a quello degli Stati Uniti, se facciamo una proporzione con gli abitanti. Penso che il motivo principale per cui in Francia la cultura Hip Hop si sia radicata in maniera così profonda sia appunto per il suo “Meltin Pot”.
Ensi & Fouine
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RUE DU RAP
Questo grande “frullato di razze”, unito allo strato sociale così ampio, ha creato l’habitat naturale per la diffusione dell’Hip Hop e soprattutto del Rap. La maggior parte dei Rappers Francesi sono figli degli HLM (come le nostre case popolari ma più brutte!) e sono quasi tutti figli di immigrati africani. Le città più attive sono Parigi e Marsiglia e dalle loro periferie, dagli anni ‘90 ad oggi, arrivano tutti i più grandi Rappers Francesi. Premetto di non essere un profondo conoscitore della scena Francese dagli esordi e sicuramente non sono la persona più adatta per fare una cronostoria, ma diciamo che sono un appassionato, ci sono stato parecchie volte e conosco gran parte della discografia più attuale. La sua nascità risale ai primi anni ‘80, ovviamente anche loro hanno importato tutto questo dagli Stati Uniti. Quello che però invidio e amo della loro scena è la capacità che hanno avuto di rendere proprio. Non hanno “scimmiottato” gli Americani, ma hanno incarnato questa Cultura nel vero senso della parola. È proprio questo che mi piace, pur avendo una matrice d’oltreoceano è fottutamente personale e per tematiche e approccio li sento molto più vicini a me rispetto a molti Rappers Americani... Ho conosciuto il Rap Francese grazie ad alcuni amici di vicino Ginevra nell’estate del 2000. Avevo 14 anni e ascoltavo solo Rap Italiano e Americano, non avevo assolutamente idea che sti francesi con la “R” moscia potessero spaccare così tanto! Mi avevano passato alcune cassettine, che conservo ancora gelosamente, e avevamo fatto un improbabile freestyle insieme. Da allora per anni ci siamo scambiati informazioni anche a distanza. Dentro queste cassettine c’erano principalmente pezzi di la “Fonky Family”, gli “IAM” e gli “NTM”. Il primo gruppo che ho amato davvero sono stati invece gli “Sniper” che con “Grave dans la roche” mi hanno letteramente contaminato. Ho tutti i loro dischi originali e oggi il trio, che è diventato un duo, è ancora molto attivo e rispettato. Ho ascoltato molto anche la “Saïan Supa Crew” e le prime cose degli “Psy 4 de la rime” prima ancora del successo mainstream di Soprano e successivamente del gruppo.
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a cura di Sal Calandra
“JE SUIS VENU J’SUIS TOMBÉ ET J’SUIS RESSORTI INNOCENT, INCARCÉRÉ DOSSIER CLASSÉ SANS SUITE NE JAMAIS REMETTRE À DEMAIN CE QU’ON PEUT PÉ-TA TOUT DE SUITE ! YEAH MON RAP N’EST PAS UN RASOIR JETABLE BANLIEUE, BANLIEUE SALE ON BOIT TON (POR ?) SI IL EST POTABLE ! SWAGG SUR LA CASQUETTE, LOUIS SUR LE GILET LE RAP C’EST COMME LE MCDO T’AS PAS LE CHOIX JE SUIS LE FILET ! YEAH, C’EST BANLIEUE SALE SUR LA PISTE LA VOITURE DE MON P’TIT FRÈRE COUTE PLUS CHÈRE QUE LA PROMO DE LEURS ARTISTES ! “
Brano: Veni Vidi Vici Album: Veni Vidi Vici (2011) Lyrics: La Fouine
WORDS!
NTM
Sexion D’Assault
Hocus Pocus
“OÙ SONT MES BOMBES, OÙ SONT MES BOMBES AVEC LESQUELLES J’EXERÇAIS DANS L’OMBRE QUAND NOS NUITS ÉTAIENT LONGUES ET DE PLUS EN PLUS FÉCONDES OUAIS ! ON ÉTAIT STIMULÉS PAR LA PÉNOMBRE PRÊTS POUR LÂCHER LES BOMBES PRÊTS POUR LA COULEUR EN TROMBE CERTAINS ÉTAIENT LÀ POUR EXPRIMER UN CRI D’AUTRES COMME MOI, JUSTE PAR APPÉTIT TOUT FONCEDÉ, CHAQUE SOIR PARIS NOUS ÉTAIT LIVRÉ...”
Brano: Paris sous les bombes Album: Paris sous les bombes (1995) Lyrics: Supreme NTM
KIAVE
Nel 2008 sono stato forse l’unico Italiano ad andare all’evento “Urban Peace”, svoltosi allo Stade de France con oltre 47.000 persone. Avevo già la mia storia come rapper e avevo partecipato come protagonista a tutte le manifestazioni più grandi nel nostro Paese, ma non avevo mai visto una cosa del genere. Forse quel Festival verrà ricordato per Booba che litiga con uno del pubblico e gli lancia una bottiglia di Jack Daniel in testa, ma per me è stato davvero folgorante! Cinque ore di concerto in uno stadio gremito di gente, che quando partiva “Molotov 4” di Sefyu, tutto tremava come se ci fosse stato il terremoto, come nei concerti di Vasco Rossi a San Siro: quando parte “Albachiara”… però con il Rap! Un’altra cosa che invidio e amo della scena Francese è la varietà di artisti che puoi trovare. Dal mainstream all’underground (impossibile conoscerli tutti), con attitudine e immagini completamente differenti. Dal gangsta re di Francia “Booba” che, definire superstar è riduttivo, fino ai super classici underground come “1995”, gruppo di Parigi molto giovane che “ricalca” il suono della Golden Age. Alcuni dei nomi più nuovi dai quali devi per forza passare sono “La Fouine” e tutto il collettivo “Banlieue Sale”, “Soprano” e i suoi soci della “Psy 4 De la Rime”, “Sefyu”, “Sinik”, lo storico collettivo “Mafia K’1 fry”, i già citati “Sniper”, gli “Hocus Pocus”, “L’Algerino” e il super gruppo che ha sfondato le classifiche “Sexion D’Assault”. Non basteranno di certo questi nomi per fare un quadro generale ma potrebbe essere una buona traccia per iniziare a masticare un pò di Rap Francese. A proposito di “traccia” ne approfitto per consigliarvi di seguire la rubrica su lacasadelrap.com riguardo alla scena oltralpe, anche io spesso mi documento da li.
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RUE DU RAP
SOULKAST
Mentre tanti artisti parlano, qualcuno con un grande talento, ci dimostra i fatti, e viene consacrato nel panorama Hip Hop internazionale con una laurea ad “Honoris Causa”. Stiamo parlando di Soulkast, che dopo l’esperienza con il gruppo “Da Hypnotik”, sforna il primo disco solista di uno spessore incredibile, riuscendo a mettere insieme alcuni tra i più grandi nomi dell’Hip Hop mondiale come: M.O.P., Talib Kweli, Ghostface Killah, Bone Thugs N Harmony, Onyx, Das Efx, IAM, Kery James e Medine, se poi considerate che il primo singolo è stato prodotto da Dj Premier, potrete capire da soli il livello. Attenzione però, non è una compilation di nomi grossi, il ragazzo sa quello che fa e dimostra di sapersi confrontare perfettamente con i “big”, non è un principiante, si muove con scioltezza e con flow aggressivo su ritmi dal gusto più classico e potente. Non state troppo a pensarci e andate a scoprire Soulkast! www.soulkast.fr
IAM
M.B.
Le Saïan
Sinik
SAMPLE: WINTER SONG ARTISTA: SARA BAREILLES WITH INGRID MICHAELSON ALBUM: WINTER SONGS (2008)
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SAMPLED: COME SOSPESO NEL TEMPO ARTISTA: BASSI MAESTRO ALBUM: STANNO TUTTI BENE (2012)
La Fouine
KIAVE
Booba
SAMPLE: I GOT THE ARTISTA: LABI SIFFRE ALBUM: REMEMBER MY SONG (1975) SAMPLED: MY NAME IS ARTISTA: EMINEM ALBUM: THE SLIM SHADY LP (1999)
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DRECKTIONARY INTERVISTA
di Alberto “Wag” Scabbia - ph. Marco Armiente
DRE LOVE: UN PILASTRO DELL’HIP HOP IN ITALIA
Nato a New York, dove ha visto la nascita e le evoluzioni iniziali della Cultura Hip Hop nelle sue forme e discipline. Porta la sua esperienza in Italia, nel periodo “Golden Age”, diviene uno dei protagonisti di questo “nuovo” Movimento, che nel nostro Belpaese nessuno ancora capiva... Un pilastro dell’Hip Hop in Italia, parliamo di quando sei arrivato in Italia... Dre Love: verso gli anni ‘90, arrivai in Italia e conobbi Master Freeze, i miei primi contatti, “purtroppo” son stati con lui, (scherzando), rappresentava pero’ il pre-movimento in italia, soprattutto quello internazionale, non quello Italiano. All’inizio dei ‘90 tutti i B.Boy’s scendevano da Milano verso Rimini e Riccione, tra quei tutti c’era anche un ragazzo di nome Dj Skizo, lui mi parlò molto del suo gruppo, e del suo mondo. In quel periodo c’erano i Radical Staff, con Kaos One, Sean, Skizo, Top Cat, una settimana dopo il nostro incontro proprio Skizo mi chiamò per fare live con loro, Kaos era al militare, io lo sostituivo, ma dopo il suo ritorno, rimasi nel gruppo. a quei tempi si rappava in inglese, tu e Top eravate madre lingua, ma Kaos? anche lui rappava in inglese! come mai oggi si rappa solo piu’ in italiano? Dre Love: Incredible! lui si rappava in inglese, io ero contro una volta, ma lui ci sapeva fare! come anche Vaitea! grande! Io credo che oggi non si rappi piu’ in inglese soprattutto perche’ c’è poca conoscenza della lingua, se conoscessimo 5 lingue rapperemmo in 5 lingue, per riuscire a comunicare anche in tutto il mondo.
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“PLANETS ARE SMALL AS BALLS OF CLAY ASTRAY INTO THE MILKY WAY - WORLD’S OUTASIGHT FAR AS THE EYE CAN SEE - NOT EVEN A SATELLITE NOW STOP AND TURN AROUND AND LOOK AS YA STARE IN THE DARKNESS, YA KNOWLEDGE IS TOOK! SO KEEP STARIN SOON YA SUDDENLY SEE A STAR YOU BETTER FOLLOW IT CAUSE IT’S THE R THIS IS A LESSON IF YA GUESSIN AND IF YA BORROWIN HURRY HURRY STEP RIGHT UP AND KEEP FOLLOWIN THE LEADER”
Brano: Follow the leader Album: Follow the leader (1998) Lyrics: Rakim
Chi è che potrebbe rappresentare a livello internazionale oggi in Italia, in un periodo particolarmente felice a livello discografico come adesso? Dre Love: Molti artisti in Italia, potrebbero tranquillamente rappresentare a livello internazionale, poi chiaramente bisogna distinguere l’arte in se, dal voler fare soldi, ma a livello di storia e cultura, l’Italia ha davvero molto da dire, i testi di tanti artisti sono profondi, non facile da capire subito, è difficile confrontarsi con certi ambienti internazionali, ma i livelli sono alti qua, wow, qua la gente fa paura!
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
ATCQ ft. Faith - Stressed out FROM THE ALBUM:
BEATS, RHYMES AND LIFE
(produced by J.Dilla)
(1996)
Parliamo di “Get a Dictionary”, il tuo nuovo lavoro... Dre Love: “Get a Dictionary” è un modo, sobrio direi, per dire, fanculo a certe cose che non vanno, io mi sento ambasciatore della mia cultura, quando danno una sola visione delle cose, mi da fastidio. E poi l’Hip Hop è molto piu’ complicato, di Real o Non Real, è come una torta suddivisa a fette, ci sono tante parti da comprendere. Io parlo di questo della mia cultura di me stesso e di quello che rappresenta. Get a Dictionary, è anche un gioco di parole, prendi il dizionario e vai a vedere cosa vuol dire quello che rappo, stai li e traduci… this is my music! my culture! if u don’t believe in another way get a dick!
Hai sempre collaborato con gente di un certo calibro, con cui hai condiviso anche un certo rispetto.. Dre Love: Volevo elevare, L’Hip Hop, l’arte di rappare, volevo elevare, e cambiare l’immagine... Neffa, Radical Staff, ma anche Irene Grandi, lei si sul palco è una grande professionista, anche con Rais e gli Almamegretta è li mentre lavoravo con loro che incontrai Irene Grandi e tu dirai.. cosa centra con te Irene… ma aspetta che ti racconto una storia.. eravamo in viaggio verso Lecce, con Neffa, Deda, Skizo.. un bell’entourage, c’era la storia la dentro, e li parlavo delle mie idee, volevo fare un Hip Hop diverso, con una band, con un certo groove,l’idea è sempre stata lì, prima dei the Roots!
Dall’origine, Radical Staff, parte delle tue radici, alla collaborazione con Neffa, com’è andata? Dre Love: Neffa mi chiamò per una collaborazione, mi fece sentire la base era quella di “Puoi sentire il Funk”, stranamente nessuno voleva cantare su quella base, a me piaceva moltissimo e nacque il pezzo… “se non capisci le parole.. puoi sentire il Funk!”. In quel periodo lavoravo anche con un gruppo di Londra. Quindi tu sei sempre stato un artista a 360 gradi e non solo Hip Hop! Dre Love: Sono molto orgoglioso della mia cultura, musicale e non musicale, io porto dentro me stesso tutto questo, Jazz, Blues, Hip Hop, storia, tutta la musica moderna arriva dalla cultura musicale afroamericana, nella Pop Music soprattutto tantissimi accordi sono Blues, Lady Gaga is Blues! Quando la gente modifica la storia, io arrivo e ti dico com’è la storia vera. La musica non è solo svago, la musica è fantasiosa certo ti porta via con la mente, ma è anche fuckin street reality! La musica che parla di lotta e realtà dura, ma guardando certi soggetti, resto scettico.
Prodotto da Rhymast Music Contatti: drelove.bandcamp.com www.rhymast.com
Brano: Puoi sentire il Funk Album: I Messaggei della Dopa (1996) Lyrics: Neffa feat. Dre Love
“LA MIA ISPIRAZIONE È GARANTITA DAL LOOP QUESTO STILE È GRASSO COME BASÙ QUESTO CHICO È PAZZO PIÙ DI PINO DANIELE QUESTO BEAT È MARCIO COME IL TEMPO DELLE MELE NEL ʻ96 FACCIO STARE BENE I MIEI GUAGLIONI DOPAMINA STYLE SE TU VUOI LA TECHNO CICCIO BYE-BYE GARANTITO QUIVI NON NE TROVERAI, SAPPI SONO IN PROGRESSIONE MA NON SONO UNO YUPPIE”
ARTISTA: DRE LOVE ALBUM: GET A DICKTIONARY EP (2011)
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EVENTS di Simo “Mx” Costantini - ph. Denis Guerrini
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L’EVENTO DANCE TUTTO ITALIANO SBARCA IN EUROPA!
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Incredible Bongo Band - Apache FROM THE ALBUM:
BONGO ROCK (1973)
Street Fighters è il primo evento street dance italiano che ha valicato i confini per esportare il suo format in Europa. Oltre alle consolidate tappe italiane che costituiscono il preambolo della finalissima di Cesenatico, quest’anno le selezioni toccheranno infatti anche Svizzera, Francia, Slovacchia e Grecia. Un contest a crew che unisce la coreografia e il freestyle come elementi fondamentali per aggiudicarsi la vittoria. Scambiamo quattro chiacchiere con Andrea Trombini alias Tromba, organizzatore dello Street Fighters insieme a Denis Di Pasqua nonché host di questo grande evento. Voi siete gli organizzatori dello Street Fighters. Come nasce l’idea di questo evento e di cosa si tratta? L‘idea nasce dalla voglia di ritrovare un certo spirito venuto meno con il termine degli anni 90. Io e Denis siamo più che trentenni, abbiamo avuto la fortuna di vivere quel decennio, quelle jams, quell’unità d’intenti. Volevamo che l’”Havin Fun” ritornasse centrale, volevamo un evento Hip Hop fatto da gente Hip Hop, che consolidasse certi rapporti allentati negli anni: concetto di party e di club come luogo di aggregazione e ritrovo, concetto di freestyle e unione dei vari stili da un punto di vista tecnico. Eravamo convinti che la maturità della Street Dance anche in Italia dovesse passare dall’unione del B.Boying (già strutturato e di spessore) con l’”Hip Hop in piedi”, fino a quel momento non considerato... real! Non che non ci fosse gente di livello o che non lavorasse nella giusta maniera, ma probabilmente mancava l’evento che li rappresentasse al meglio e desse la possibilità di allargare e influenzare una base legata al mondo fitness e non ahimè all’Hip Hop. Il nostro obiettivo era dare un messaggio un po’ più autentico a quella miriade di persone ballavano su un certo tipo di musica, senza la benchè minima idea di cosa stessero facendo. Abbiamo posto come fondante il concetto di crew, il valore del freestyle, il senso di cypher, di interazione col pubblico, quindi di intrattenimento e di afterparty. “Street Fighters European Tour” ha un alta credibilità in Italia e in Europa, perchè è un format unico nel suo settore e perchè chi vince deve sapersi esprimere ad alti livelli sia nello show che in freestyle, per cui artisticamente deve essere completo. Ormai piu che un contest Street Fighters è un party in cui tutti gli street dancers, oltre che al battle, vengono per stare bene, condividere e divertirsi con gli altri ballerini.
Street Fighters riassumendo è uno show contest crew vs crew, che va da gennaio a luglio in giro per l’ìItalia e l’Europa alla ricerca dei più forti teams continentali. L’ultimo atto del tour è la finale al “The Week”, il Festival Hip Hop che per numeri e credibilità è il più importante in Italia e tra i primi 3 in Europa. Nell’edizione 2012 di Street Fighters le tappe sono 30, le crew sono 284 con 2200 ballerini. Street Fighters è il primo evento made in Italy ad essere esportato all’estero. Quali tappe copre e com’è la risposta delle altre nazioni? L’italia è l’epicentro. Non piu’ noi all’estero, ma anche gli altri da noi! La lotta alla estorifilia è aperta... ahahha. Ci siamo detti, che se la credibilità non la si ottiene con il livello artistico la si può almeno aumentare con quello organizzativo. Per “Street Fighters” non siamo smaniosi del numero di Paesi in cui andiamo, ma vogliamo intraprendere rapporti di sviluppo stabili ed edificanti con i vari promoters in giro per l’Europa che credono nel progetto. L’obbiettivo è innalzare il livello artistico e umano dell evento e creare sempre più stimoli ai partecipanti. Non è una questione di numeri ma di qualità. Quest’anno faremo, Francia, Svizzera, Austria, Germania, Slovacchia e Grecia. La risposta è crescente di anno in anno... non a caso c’é sempre più gente che si appassiona e viene alla finale di Cesenatico e al “The Week”. La vera novità del 2012 è stata la Francia: la terra dei maestri. Ce l’hanno chiesto e noi siamo stati felici di metterci in discussione... a Cesenatico ne vedremo delle belle! L’organizzazione di Brigitte Auligine e David Colas, è stata perfetta con un giuria di livello altissimo formata da Popin Pete, Rabah, David Colas, Link. Hanno vinto i Marseille Connection. Forti!
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EVENTS
C’è qualche aneddoto particolare che vorreste raccontare? Un dietro le quinte che il grande pubblico non sa? In 5 anni di tour quindi circa 150 date ne abbiamo viste, dalle diverse gestione dei clubs, alle crew, dal cameraman che viene in Sicilia senza telecamera, ad una nostra fuga scortati dalla polizia dall’uscita di sicurezza del 229 di Londra, per il disappunto della folla per una decisione avventata del nostro (ex) partner inglese. La cosa che mi fa piacere è capire ogni giorno che ci sia ancora tanto da lavorare consapevole che sin qui sia stato sviluppato un ottimo progetto, credibile e rispettato. L’esempio è che, se escludiamo i vari 3 vs 3 o 5 vs 5, i top teams partecipano quasi esclusivamente solo a “Street Fighters”. Quali sono i criteri di valutazione della giuria? Abbiamo studiato un modello che bilanciasse l’aspetto tecnico con quello della creatività e dello stile. L’attitudine è un aspetto basilare in “Street Fighters” poiché il “rappresentare” va oltre ogni vittoria o sconfitta! Secondo voi qual’è il livello tecnico generale delle crew che partecipano alle varie tappe dello “Street Fighters”? Avendo 284 crew, tutte non possono essere di livello: c’é chi lo fa per vincere, chi per divertirsi, chi per crescere, chi per il gusto di ricevere quella scossa che solo “Street Fighters” e le urla della folla ad un metro da te sanno dare. Dal 2011 abbiamo istituito anche l’evento solo per under 16 per abituarli fin da subito a lavorare in un certo modo. Chi vince lo “Street Fighters Junior” viene direttamente alla finalissima, ed è un grande stimolo... se non supporti la scena con eventi di livello anche per i più piccoli diventa difficilissimo poter avere competitività in età adulta. Personalmente vorremmo arrivare ad avere in Italia almeno 7-8 crew di livello Europeo sia per ciò che concerne gli show che il freestyle, attualmente ce ne sono 3 o 4. La finale sarà tiratissima quest anno perchè da Francia, Svizzera-Austria, Germania e Slovacchia arrivano potentissimi.
SAMPLE: NEVER GONNA STOP ARTISTA: LINDA CLIFFORD ALBUM: HERE’S MY LOVE (1979)
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SAMPLED: STREET DREAMS ARTISTA: NAS ALBUM: IT WAS WRITTEN (1996)
Qualche anticipazione... Secondo voi quali sono le crew che potrebbero giocarsi al meglio la vittoria? Ce ne sono 6 a nostro avviso che possono vincere, di cui 2/3 italiane. Chi sono i collaboratori e come è strutturato il vostro lavoro? È un lavoro vero e proprio: la direzione artistica e organizzativa è di “Try Entertainment” (io e Denis 50%-50%), poi abbiamo collaboratori stabili per i settori: Denis Guerrini (grafica), Thomas Bandini (web), Alberto Gambato e Hardkore 79 (video), Anna e Giovanni Tambarelli (ufficio stampa). Da un punto di vista contrattuale ci segue lo Studio Legale Festa e Studio Trippitelli e Festa per quello amministrativo. Ci sono poi una serie di persone che si muovono insieme a noi in base al progetto, poiché oltre a “Street Fighters European Tour” gestiamo altri eventi come “The Week”, “Red Bull Bc One Italy” e “Street Dance Magazine”. A prescindere dal numero di persone “Street Fighters” regge perché il rapporto con la scena è diretta, sincera e personale. Si parte a settembre con pianificazione del tour, gestione crew, incastri, giurie... mentre il fund raisin, fondamentale per il nostro lavoro, è attivo tutto l’anno per i diversi progetti che curiamo. Secondo voi è possibile arrivare al grande pubblico attraverso la televisione senza snaturare troppo un evento? Come? Si solo attraverso la qualità e la comunicazione. Se hai spessore quindi fai spettacolo puoi importi, altrimenti devi spostare e attirare l’interesse del pubblico con altri aspetti, più televisivi. Credo che “Street Fighters” dovrebbe avere almeno le finali di Zona in TV: ce l’hanno chiesto in passato, ma abbiamo rifiutato perché volevano modificare alcune regole... vedremo in futuro.
KIAVE
www.streetfightersonline.it
SAMPLE: WALK ON BY ARTISTA: CAL TJADER ALBUM: SOUNDS OUT BURT BACHARACH (1968) SAMPLED: FULL CLIP ARTISTA: GANG STARR ALBUM: A DECADE OF GANG STARR (1999)
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FASHION di Francesco Verdinelli
YEEZY FRENZY
KANYE WEST SBARCA IN PASSERELLA A PARIGI Pensiamo a Kanye West tra 20 anni: forse le produzioni musicali non saranno le uniche cose che passeranno alla storia di quello che si è autoproclamata “the voice of a generation”, forse il rappermusicista verrà ricordato per le sue incursioni sul palco degli MTV Music Awards, che gli sono valse le critiche di Obama in persona - “such a jackass”, o forse i nostri figli lo conosceranno per le sue velleità da stilista.
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SUGGESTEDSOUNDTRACK:
JayZ & Kanye - Niggas in Paris (produced by Hit-Boy, West, Dean)
FROM THE ALBUM:
WATCH THE THRONE (2011)
L
o scorso ottobre, con la presenza di un mare di stars, si è svolta la presentazione della sua prima collezione moda a Parigi, dove ha sfoggiato jeans in coccodrillo e zainetti in pelliccia! Forse tra qualche anno si parlerà ancora di lui e delle sue comparsate nei celebri cartoon show “South Park” e “The Cleveland Show”, ma sicuramente gli “sneaker freakers” di tutto il mondo lo conosceranno per un modello di trainer Nike chiamato Yeezy (direttamente derivate dal suo nomignolo, altro piccolo segno della sua personalità egomanica), una delle release di casa Beaverton più fortunate di sempre. Lanciata nel 2009, la Nike Yeezy, aveva immediatamente catalizzato l’attenzione della blogosfera in maniera massiccia, sconfinando in quella che veniva chiamata “Yeezy Frenzy”. Lanciate in tre colorways queste sneakers dal design innovativo, avevano subito attratto legioni di collectors ed entusiasti che si erano accampati per giorni davanti ai selezionatissimi stores che avevano avuto il privilegio di riceverle. Lanciate al prezzo di $ 215 il loro valore era bal-
zato subito a € 2000, attestandosi su ebay ad un prezzo di mercato che oggi oscilla tra i € 1.000 / 1500. La Yeezy saltava subito agli occhi per fondere assieme elementi stilistici delle Jordan più amate di sempre, a cui si aggiungeva la suola “Glow in the Dark”, che risplende al buio. Ma tutto questo è storia. Tre anni dopo Kanye torna a far impazzire il mondo con la nuova “Yeezy 2”, una versione riveduta e corretta della storica antesignana. Con un look più cool e meno legato al campetto da basket del quartiere, la Yeezy 2 salta agli occhi per una maggiore uniformità di design che si accompagna ad un tocco grafico notevole e spaventosamente ispirato alla massoneria, a cura di Adam R. Garcia, quasi a confermare i rumors che sottolineano il legame a doppio filo tra Hip Hop ed Illuminati. Due sono le versioni che vedranno la luce: pink/ black e wolf grey/pure platinum alla modica cifra di $235 da giugno 2012. Ad oggi le premesse sono eccellenti, con tantissimi “spotting” (gli avvistamenti di celebrities che le indossano) che esplodono in rete. Riusciranno ad emulare il buzz delle precedenti? Ai posteri l’ardua sentenza.
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WRITING di Gloria Viggiani
MODE2
IL VERO MESSAGGIO DELLA CULTURA HIP HOP
Mode 2 in qualità di membro dei “The Angel Chrome” è stato uno dei primi writer ad avere un impatto sulla coscienza pubblica continuando ancora oggi a produrre il suo lavoro e portare la causa Graffiti ad un pubblico sempre più ampio. È una figura centrale nella storia dei Graffiti. Il suo stile carismatico ha lasciato un segno indelebile sull’arte di strada e lo stile delle lettere, in particolar modo, influenzando cosi molti altri artisti.
M
ode 2 nasce a Mauritius nel 1967 e si trasferisce a Londra dieci anni dopo, le sue prime influenze artistiche e ispirazioni provengono dai ricordi della sua giovinezza che sono stati fortemente influenzati dal Punk, la cultura Dub, fumetti e film di fantascienza come Star Wars e dalla sua passione per i giochi di ruolo come “Dungeons & Dragon”. Nel 1984 dopo aver terminato le scuole muove i primi passi a Covent Garden, centro principale della scena Hip Hop di Londra. Vista la sua abilità nel disegno decide di prendere in mano spray-can e marker, conosce Scribla e con lei comincia a dipingere i primi striscioni per l’organizzazione chiamata Arts alternativi, che si occupava degli intrattenitori di strada. Da li l’incontro con i “Trailblazers” e poco dopo con gli “Angel Chrome” dove fecero il dècor palco per un grande show chiamato “The Rapattack” al teatro Shaw. Nel 1987 si trasferisce a Parigi per lavorare in una piccola azienda francese di computer grafica affianco a Pierre Buffin ma non essendo appassionato di animazioni e immagini virtuali ma amante della realtà e di tutto quello che gli dava il mondo dei graffiti lasciò ben presto quel lavoro. Nello stesso anno disegna la cover di “Spray Art” pubblicato da Thames & Hudson che esporta sia il suo nome e i suoi personaggi in ogni parte del mondo. Per Mode 2 i graffiti diventano uno strumento per provare a cambiare la società salvandola dai suoi disagi e decise di viaggiare e presenziare a tutti gli eventi Hip Hop del mondo e avendo cosi l opportunità di incontrare persone che condividessero le stesse preoccupazioni che egli ha per il futuro. Insiste su come applicare le sue idee di riforma sociale e culturale e l’evoluzione
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attraverso la cultura stessa prendendo parte a numerose conferenze sulla cultura, spingendo le idee per mezzo degli stessi graffiti o dando consulenze sull’ organizzazione degli eventi. Nel 1999 tenne un seminario alla Cleveland State University dopo aver già fatto gruppi di discussione ad altri eventi come il B.Boy summit a San Diego nel 96 e 97. La sua conoscenza della cultura, e le sue idee apertamente e visioni riguardanti il futuro della cultura lo rendono un invitato fisso a tali dibattiti, tra il 97 e il 99 partecipa a seminari e corsi murali a Belfast, Irlanda del nord portando anche i bambini a partecipare alle discussioni e alle realizzazioni di idee per i murales della città. Importante fu il murales nella città di Omagh attorno il tema della pace e della riconciliazione per celebrare la memoria delle 28 vittime che hanno perso la vita in un esplosione di un autobomba, questo evento ha portato Mode 2, i suoi sentimenti verso le iniziative socio culturali e portato a riflettere sul ruolo della vita. Mode 2 ritiene che vi sia un bisogno di una ri-umanizzazione delle città abolire la società sempre più individualista e consumista dove il senso di comunità scompare con forte delusione. Mode 2, ossessionato dalla figura femminile, è considerato uno degli artisti di strada più influenti di sempre soprattutto per la sua mancanza di antagonismo e presunzione. Continua a spingere l’erotismo, spesso in maniera molto esplicita, pur cercando di mantenere uomini e donne impegnati in un dialogo egualitario sulla sessualità. Catturare il movimento e l’energia, congelando l’azione nella fase più cruciale è il suo punto di forza. Appassionato dal disegno ricorre, oltre alla sua immaginazione, anche al disegno dal vivo e dalle sue foto, con la tecnica di illustrazione in acrilico.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Artifacts - Dynamite Soul FROM THE ALBUM: (produced by EZ Elpee)
BETWEEN A ROCK... (1994)
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WRITING
Hip Hop ioni, la cultura l’amore, le relaz ernità. no at so m e la e ich a at nd Le sue tem te che lo circo en bi esso m sp l’a , e, tti er pe i delle sue op in tutti i suoi as maginto ai messagg im te e at un to ol alc m a è us Mode 2 sto dure, e realtà piutto odo di lanciare esprime alcun cerca a suo m e, ch afi gr e te ici responsabilizpl e e es ar to ol ol im ni m cercando di st tà ivi sit già lo segue. i po e ch speranza il suo lavoro o no ro op gia per sc e municare ener zare coloro ch ere cerca di co dare op e di su do le an o rc rs Attrave li quotidiani, ce co ta os i lla ne inu nt o superare i co de che sorgon e mille doman hanno una risposta all gli intellettuali e ia ed m i e ch to ra di at co o vita. Pres lina cerca an r questa discip to pe za a tiz nz ra re oc iffe m ind er de portanza di av lore. co e a promuovere l’im rm fo di espressioni l’accesso alle ode 2 ha tenu icinque anni M nt ve i do im an ult i cit gl Ne ndra, personali a Lo ro to varie mostre pubblicò il lib e ch es rid za e un alc la galleria La o m e”, dove trovia nt “Never too lat ode 2 a Cove M da te ta at l’ e a delle foto sc zz he cattura la fresc o Garden dove meno chiamat no fe el qu di ra de an atmosfe gr di e per lui font Hip Hop che fu o alla rigi lo troviam Pa A . ne zio ispira Galleria Issue. il monllettive in tutto Molte mostre co fama di de go o o lavor sto do ormai il su po es recente ha una e notorietà di CA O M al ” et Stre ad “Art in the anni di attraversa 50 collettiva che ta dal nera cu a t, Ar et graffiti e di Stre ey Deitch. odirettore Jeffr
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tipiù per le inizia odena, nota ai ostra m la a ur Nella città di M ug a fotografia, ina m ve dedicate all s Gemèos, To con Futura, O n” rte ga er gen. di lle Te “Kind ris Bo e Seremetis Sachs, Kostas si e Mod ente realizzata ne appositam ha un installazio e rappresenta ch a una scultur il mondo, per la mostra, che partorisce la madre terra e lui imch an 1) 01 ” (2 “Mother Earth tallazioins a un are ad pegnato a lavor ne site specific. go di diventa un luo “Kindergarten” ibilità ns se fra incontro scambio e di laboratorio e va tti lle co diverse, azione mbini di giardino per ba d’insieme, un ogni età. eerup di alla Galleri Kl Pochi mesi fa oklyn – ro ‘B inaugurato Stoccolma ha rie di lavori se a un n co ostra Berlin’, una m e pionieri dele 2 e Stash. Du ile, recenti di Mod ovenienza e st ti diversi per pr rice artiat m la scena graffi sa es st lamente dalla ni e progetti accomunati so enti collaborazio qu fre lle da e stica ciali. La mostra tiche e commer con realtà artis recenti di eni or serie di lav presenta una raffinati quelli i e sempre più trambi: figurativ di Mode 2. Contatti: .org www.mode2
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ANIMEMASHUP! LIFE
di Massimo “Strike” Biraglia
UNA GENERAZIONE IN TOTALE ANIMAZIONE
L’Hip Hop è stato da sempre sinonimo di arte e creatività, un movimento che ha unito fin dal principio mondi diversi, che avevano però uno scopo comune: quello di comunicare un proprio stile, un codice, un segno distintivo da tutto il resto, dallo stile di vita, al modo di vestire, dalla musica al disegno. Inutile dire che l’Hip Hop abbia influenzato e affascinato un numero incredibile di artisti e professionisti di diversi settori, non può essere una passione a senso unico, perchè si nutre di qualsiasi cosa, la mescola e la traduce con il suo linguaggio universale.
A
nche Il mondo dell’animazione grazie al giusto “mash up” ci ha regalato diverse opere interessanti, dalla colonna sonora all’impronta stilistica. Il più eclatante, almeno per quanto riguarda le musiche è “Afro Samurai”, che vanta un autore del calibro di Rza, accoppiamento vincente e quasi ovvio conoscendo le passioni più che note dei Wu Tang Clan verso le filosofie orientali e le arti marziali giapponesi. Afro Samurai è un mix assolutamente immaginario, tra la realtà feudale giapponese, fatta di samurai e spietati assassini, e realtà moderna, quindi più tecnologica. Non mancheranno quindi, robot,
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katane e spargimenti di sangue cruenti, ad opera ovviamente del protagonista: un samurai nero dalla capigliatura afro, spinto soltanto dalla sua sete di vendetta. Nato prima come manga, scritto e illustrato da Takashi Okazaki, è diventato poi un anime, diviso in una mini serie di 5 episodi creati da Fuminori Kizaki e prodotta dallo studio di animazione Gonzo. Altrettanto famoso, e a mio avviso, anche superiore a livello stilistico e narrativo, troviamo “Samurai Champloo”,, che rimane nella stessa epoca dei samurai, ma non la stravolge troppo con la tecnologia moderna, e ci regala una serie più articolata (26 episodi).
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Wu Tang - Protect Ya Neck FROM THE ALBUM:
ENTER THE WU-TANG
(produced by Rza)
(1993)
Prodotta dalla Manglobe, sotto la regia impeccabile di Shinichiro Watanabe, autore del ben più conosciuto “Cowboy Bebop”. La parola “Champloo” è uno slang che deriva dal dialetto di Okinawa, “chanpuru” che significa “mischiare” o “fondere”, come nello stile della serie, basata principalmente su tre personaggi principali: Mugen, un samurai vagabondo e trasandato, con tecniche di combattimento che richiamano la breakdance e la capoeira, Jin, un ronin dal cuore calmo, che combatte nello stile più tradizionale, e Fu Kasumi, cameriera intraprendente che per fortuna o sfortuna si imbatte nei due protagonisti e si unisce a loro con lo scopo unico di trovare “il samurai che profuma di girasoli”. Molto divertente e avvincente, sia grazie ai personaggi, spesso sboccati e anche un tantino scorretti, che dal taglio innovativo della serie.
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LIFE
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ragazza. Temi sociali forti, Yakuza e gangs che si scontrano per il predominio della città. Unito all’ambientazione e allo stile prettamente Hip Hop, Santa Innoue ci da modo di assaporare un’ottima opera underground, unica nel suo genere. La colonna sonora viene affidata a Dj Muro e a Buddha Mc, da non perdere! (www.tt2-anime.com). Anche fuori dal Giappone ci sono lavori degni di nota, non posso non parlare della serie “The Boondocks”, portata alla ribalta dal network di MTV, serie animata basata sulle strisce di McGruder, pubblicate
“THIS AIN’T A DISS TO NOBODY’S ART CAUSE AFRIKA BAMBAATAA REALLY GAVE IT A START YOU GO BACK IN THE HISTORY OF RAP MAN AND YOU’LL SEE CLASSIC JAMS LIKE PLANET ROCK AND PAC JAM GO ONLINE, LOOK UP KRAFTWERK EVERYTHING WE DOIN IS PAST WORK WE ALREADY WORE THAT HAT, THOSE PANTS AND THAT SHIRT SO DO YOU MAN IF THAT WORKS!! BUT WE REALLY HERE TO TALK ABOUT ALL THE COPIES CAUSE WHEN IT COMES TO HIP-HOP, WE THE ORTHODOXY...”
Brano: Robot Album: Survivor Skills - Krs & Buckshot (2009) Lyrics: Krs One
La colonna sonora è affidata quasi interamente all’influente produttore Hip Hop/Jazz giapponese Nujabes (Rest in Peace). Sempre dal Sol Levante, patria dell’animazione, un lavoro meno conosciuto dal sapore decisamente più underground: si tratta di “Tokyo Tribe 2”. 2” Creato da Santa Inoue, icona della cultura Hip Hop Giapponese, è una serie animata, continuazione del fumetto “Tokyo Tribes”, inizialmente pubblicato nell’urban fashion magazine “Boon”. Ambientato in epoca moderna, in una Tokyo urbana, più violenta che mai, la storia si concentra sull’amicizia tra Mera e Kai, interrotta improvvisamente a causa di un tragico incidente, in cui perde la vita una
“...IO CON LE RIME FACCIO UNA CARNEFICINA PUNTO AD ESSERE FAMOSO COME GLI INVOLTINI IN CINA SE NON TI PIACE QUESTA ROBA CAMBIA DROGA SE VUOI CAMBIARE IL GUARDAROBA CAMBIA MODA SE NON TI PIACE CASA VECCHIA FALLA NUOVA SE VUOI CAMBIARE FIGA VAI, CASANOVA... NON MI INTERESSA COSA FAI NELLA VITA ANZI RIFACCIO, MI INTERESSA COSA FAI NELLA VITA CHE MAGARI SEI UN TERRORISTA E FAI AFFARI UCCIDENDO A VISTA IL MIO ANALISTA...”
Brano: + Album: Controcultura (2010 ) Lyrics: Fabri Fibra
sulla storica rivista americana “The Source”. Boondocks è un espressione usata dai Marines per definire un luogo sperduto e disabitato, luogo in cui si sentono di abitare i due fratellini afro-americani di 10 e 8 anni, Huey e Riley Freeman, che dipingono a tratti satirici la società americana, dal punto di vista della loro estrazione sociale. Ci spostiamo in Francia, dove troviamo un grande lavoro fatto per la serie “Les Lascars”, uscita anche in Italia grazie alla web tv “Bonsai Tv”, con il titolo “Homiez” e ridoppiata per l’occasione da Elio e Le Storie Tese. La serie, che comprende 30 brevissimi episodi, è tratta dal fumetto omonimo creato da due giovani autori: Boris e Alexis Dolivet, che vivono totalmente immersi di musica e di Cultura Hip Hop. Irriverenti e paradossali, mostrano le incomprensioni di tutti i giorni, con ironia dissacrante, in una realtà urbana totalmente multiculturale. Dalla stessa serie hanno anche realizzato un lungometraggio “Lascars - le films”, diretto da Abert Pereira-Lazaro e Emmanuel Klotz, una commedia che prende in giro la realtà dura e violenta delle Banlieue (veri e propri ghetti dove la legge non ha valore e le regole sono dettate dai più forti). I Lascar (parola che arriva dall’arabo Ashkar, che significa soldato, viene usata soprattutto a Marsiglia) sono ragazzi delle periferie, i cani sciolti delle Banlieue. Nel film i protagonisti sono Tony Merguez e José Frelate, in partenza per le vacanze estive. Grazie all’agenzia viaggi che sbaglia destinazione, si ritrovano a vivere un’avventura totalmente diversa da quella che si erano immaginati. Personaggi esilaranti e caricature per ogni genere di personaggio, ottima sceneggiatura, disegni e animazioni che richiamano in tutto e per tutto alla realtà Hip Hop più classica. I doppiatori sono quasi tutti personaggi del Rap francesce come Diam’s, Disiz la Peste, Doudou Masta,... ma troviamo anche voci come Diane Kruger (Inglorious Bastards) e Vincent Cassel, non a caso protagonista del film “La Haine” (L’odio). Non esiste una traduzione italiana, ma se ci fosse, sarebbe comunque da guardare e gustare in lingua originale.
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MADE IN JAPAN di Massimo “Strike” Biraglia
TOKYOMIND
VIAGGIO NEL SOL LEVANTE AL CENTRO DEL J-HIP HOP
L’Hip Hop ha più volte dimostrato di avere un unico limite, la nostra mente, per renderlo la forma di comunicazione perfetta dobbiamo quindi cominciare a pensare in grande, e considerarlo possibile anche oltre la nostra nazione, l’Hip Hop non è internazionale, va addirittura oltre, è Universale. Nemmeno una forma di linguaggio così complessa come il giapponese ha potuto fermare l’energia di questo movimento.
N
Mikris
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on è stato ne facile, ne immediato però, la leggenda dell’Hip Hop in Giappone inizia con Hiroshi Fujiwara, musicista e designer giapponese che all’inizio degli anni’80 comincia a far ballare il suo pubblico suonando i dischi più in voga in America, la sua influenza è fondamentale, anche se il mercato non credeva in un fenomeno così diverso dalla tradizione culturale della nazione. Il desiderio di andare contro, e di rompere gli schemi, porta invece i giovani di quegli anni al primo vero passo di globalizzazione culturale, portando nelle strade di Tokyo la Breakdance e i Graffiti, grafica, ritmo e movimento non hanno bisogno di alcuna traduzione, e il fenomeno è così pronto ad espandersi, merito anche della diffusione di film come “Wild Style”, che grazie alla sua popolarità ha permesso ad artisti come GrandMasterFlash di fare viaggi promozionali in Giappone. Il primo grande punto di ritrovo era lo Yoyogi Park di Tokyo, dove Crazy-A, leader giapponese della Rock Steady Crew organizzava il “B.Bpy Park”, una Jam che attirava ogni anno decine di crew e di appassionati. È questa l’epoca Old School del J-Hip Hop, dove si cominciava a respirare rivoluzione culturale, e dove i primi Mc’s come Takagi Kan iniziavano a rompere il ghiaccio sul microfono. èproprio allo Yoyogi Park che cominciano ad avere successo artisti come DJ Krush, ma anche se il fenomeno era in ascesa, il
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Kanye West - Stronger (produced by West/Timbaland/Dean)
FROM THE ALBUM:
GRADUATION (2007)
Gagle
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MADE IN JAPAN
Dj Krush
Rap in lingua madre rimaneva un genere di nicchia, commercialmente in grado di fare pochi numeri. Oltre a Takagi le prime rime di quel periodo sono ad opera di artisti come Ito Seiko, Chikado Haruo, e Tinnie Pun. èsolo dieci anni dopo, che arriva anche il boom di vendite, il primo vero successo commerciale è di Scha Dara Parr insieme a Ozawa Kenji, con la loro “Kon’ya wa bugi bakku” (Boogie Back Tonight), che insieme ai singoli successivi vende fino a un milione di copie, rendendo il Rap giapponese improvvisamente molto popolare. Come spesso accade, il passaggio Mainstream di un prodotto, solitamente di nicchia, genera degli scontri idiologici, innescando dibattiti infuocati tra gli artisti della scena Underground, uno dei “Dissing” più famosi dell’epoca, è quello di Lamp Eye’s che nel suo brano “Shogen” lancia invettive pesanti verso il gruppo “pop oriented” dei Dassen Trio. Dal 2000 in avanti la scena rap giapponese ha continuato a crescere e a diversificarsi, fino a raggiungere il successo massimo nel 2003, raggiungendo i numeri di vendita americani. Ad oggi gli stili si differenziano dal Rap Conscious a quello Crossover, da quello sociale a quello più gangsta, offrendo un panorama che fino a pochi anni prima si pensava fosse impossibile. Uno dei luoghi più importanti per lo sviluppo dell’Hip Hop a Tokyo è stato il Genba, un Club che ha dato spazio a molti artisti Underground, permettendogli di affermarsi. Nel corso degli anni è diventato una vera e propria palestra, un punto dove arrivare per guadagnarsi il rispetto della scena. Tra i rappresentanti più importanti troviamo i Rhymester, con testi profondi con spunti filosofici e di contenuto positivo, come in “B-Boyzm” che spinge
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al miglioramento di se stessi. Il gruppo è conosciuto anche per le critiche sociali al governo giapponese e agli Stati Uniti durante l’invasione in Iraq. I King Giddra, ovvero Zeebra e K Dub Shine, sono tra i pionieri del movimento, hanno usato l’Hip Hop per parlare dei problemi reali della società, spingendo i giovani a mettersi in discussione, il loro modo di trattare certe tematiche ha influenzato moltissimo lo sviluppo del J-Rap. Hime è una female rapper, che lotta per l’emancipazione delle donne in Giappone, uno dei suoi brani più famosi si intitola “Yellow Cab”, il termine Gialla, in tono dispregiativo sta a indicare le donne oggetto, sessualmente provocanti, nella canzone è una donna che guida il Taxi, verso una nuova responsabilizzazione del ruolo femminile. Hime ha anche rivoluzionato lo stile classico fondendo nelle sue rime anche forme tradizionali di poetica giapponese. Non mancano artisti discussi come Dabo, il primo a firmare per la Def Jam Japan, criticato soprattutto per il suo stile, a detta di alcuni un’imitazione di quello americano. Sono veramente moltissimi i protagonisti dell’Hip Hop giapponese e riuscire a citarli tutti sarebbe impossibile, vi segnalo soltanto alcuni dei miei preferiti, cercatevi gli Ozrosaurus, Gagle, gli Infumiai Kumiai, Anarchy, Libro, Julian Nagano, Rakabee, Mad Mikris e poi, con la pazienza del vostro google translate, sul sito www.jhiphop.net troverete una lista infinita di nuovi artisti da scoprire. Vi manca il biglietto per Tokyo?, non vi preoccupate potete cominciare il viaggio partendo dal J-Hip Hop.
Dj Muro
730 INFINITY LEGACY
ALBUM TRIBUTO A NUJABES
J
un Seba anche conosciuto come Nujabes è stato un grande producer della scena Hip Hop Jazz giapponese, a lui appartenevano due case discografiche di Shibuya (Tokyo, la T-Records e la Guinness Records, oltre ai suoi album (Metaphorical Music – Impression – Modal Soul e il postumoSpiritual State) ha realizzato anche la colonna sonora dell’anime Samurai Champloo. Mancato a soli 36 anni dopo un grave incidente stradale, il suo genio viene ricordato oggi, a 2 anni dalla sua scomparsa, con un umile omaggio, il duo di beatmakers Bustaphort & Arlan, sotto il nome di G.Soul, ci regalano un bellissimo album strumentale dal titolo “730 Infinite Legacy” (730 sono i giorni passati dalla sua scomparsa… ovvero 2 anni), curato graficamente dall’artista spagnolo Chiko KF. gsoul.bandcamp.com
Rakabee
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VITA MIA INTERVISTA
di Michele “Lefty” Alberti - ph. Stefano Granata
JEYZ, IL RAPPER ITALO-TEDESCO, CONQUISTA LA SICILIA!
Gaetano Jesu Cacciato, meglio conosciuto come Jeyz, è un rapper di origini siciliane che vive a Francoforte. Classe 1979, come molti figli di immigrati italiani, porta dentro di sé l’esperienza di una famiglia che ha dovuto reiventarsi la propria vita, imparare una nuova lingua ed un modo diverso di vivere. Jeyz è un artista dalla personalità forte e molto spiccata, che non ha mai dimenticato le proprie origini. Infatti, dopo aver conquistato il pubblico tedesco, vuole catturare l’attenzione italiana, concependo il suo nuovo album completamente in dialetto siciliano: “Vita mia”: un progetto autentico e carico di emotività, che racconta la vita di un giovane che ha molto da dire...
L
a sua carriera da rapper inizia con il gruppo “Chabs”, insieme a Jonesmann e Chan, con il quale pubblica, nel 2001, un Ep in vinile dal titolo “Kern der Wunden”, ma dopo che il gruppo si sciolse, Jeyz continua la strada da solista. In quel periodo collabora con i più quotati e importanti rappers della Germania come Manuellsen, Haftbefehl e molti altri... ma fu scoperto e supportato ufficialmente dallo storico rapper di origini iraniane Azad, che gli diede l’opportunità di apparire nei suoi concerti e, nel 2004, fu messo sotto contratto dalla sua etichetta “Bozz Music”, per la quale pubblicò quattro mixtapes: “Chronologie”, “J.E.Y.Z. Streettape”, “Chronologie Part 2”, “Das Ende vom Anfang - Chronologie Part 3”, e “Zeit zum Scheinen”, seguito da due albums: “Betonklassik” (nel 2007, come membro del gruppo Warheit) e il suo primo progetto da solista dal titolo “Blut, Schweiß & Tränen” (uscito nel 2009). Raccontaci la tua esperienza: per quale ragione ti sei trasferito in Germania e come è stato l’impatto iniziale? Sono nato in Germania, i miei genitori, come molti immigrati del sud Italia, si sono trasferiti qui da giovani per questioni lavoro. Poi, per motivi familiari, da piccolo ho vissuto quasi due anni in Sicilia e posso dire, con sicurezza, che differenze tra la Germania e l´Italia cé ne sono parecchie.
“Quando ho scoperto il Rap, ho imparato ad usarlo come valvola di sfogo per gestire al meglio le mie emozioni: la gioia, l´amore, ma anche l´odio e la rabbia che avevo dentro. Questa musica mi ha tirato su il morale in tante occasioni”
La maggior parte della gente che non ha mai visto il nostro paese e che non ha mai avuto a che fare con degli italiani, pensa all’Italia con i soliti luoghi comuni e agli italiani come stereotipi da films: pizza, pasta, mafia e mandolino... sono concetti ormai superati da molto tempo! Secondo te, come dev’essere considerato un giovane immigrato e come viene visto un italiano dai tuoi coetanei tedeschi? Come Italiano, posso dire che l’Italia ed in particolare la Sicilia, é molto più
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che pizza, pasta e mafia... Per me rappresenta l’orgoglio per le tradizioni, l’onore per la famiglia, le mie origini, la mia terra... devo molto alla Sicilia per come sono cresciuto e per come diventato adesso. Anche se sono nato in Germania, la mia mentalità ed il mio modo di fare è Italiano, infatti la mia famiglia mi dice sempre che ho la testa di un siciliano di 50 anni fa…hahahah, non ci posso fare niente, sono così! Parlando dei miei coetanei tedeschi posso dire che, quelli che in qualche modo conoscono l´Italia, la pensano esattamente come me. Conoscendo da vicino la scena Hip Hop tedesca e avendo riferimenti con quella italiana, quali sono le differenze e, quali sono invece, le peculiarità che li distinguono? Il Rap tedesco é leggermente in anticipo rispetto a quello italiano. Sembra che si sviluppi più in fretta ed arrivi più facilmente alla gente. Personalmente, anche se la mia conoscenza della lingua tedesca é più forte, mi viene più naturale scrivere ed esprimermi in dialetto siciliano. I miei amici di “Bozz Music” mi dicono che mi sentono molto più vivace e motivato... sono molto felice di aver intrapreso questa nuova avventura! Parlaci del tuo nuovo album: “Vita mia”. Cosa rappresenta e quali sono in concetti più importanti che introduci nel disco? Il nuovo album “Vita mia” rappresenta me stesso, in pratica é come un diario. Quando ho scoperto il Rap, ho imparato ad usarlo come valvola di sfogo per gestire al meglio le mie emozioni: la gioia, l´amore, ma anche l´odio e la rabbia che avevo dentro. Questa musica mi ha tirato su il morale in tante occasioni. Per questo motivo sono particolarmente legato a tutte le tracce dell’album, rappresentano qualcosa di molto importante: la mia vita. Spero, in qualche modo, di poter aiutare e dare una motivazione positiva anche a tutte le persone che mi ascoltano, quello che voglio trasmettere é di non mollare mai, perché cé sempre una via di uscita.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Mobb Deep - Survival of the fittest (produced by Havoc/Mobb Deep)
FROM THE ALBUM:
INFAMOUS (20 05)
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INTERVISTA Chi sono i producers delle tracce? Dunque, c’é ne sono tanti come Fl3x, Kade Beats, Molotov... ma se volete saperne di più dovete comprare il nuovo cd! Ho pubblicato ben sette albums in tedesco, che mi hanno portato parecchio in giro e dato molta soddisfazione, ma credo che questo sia il miglior disco che abbia mai fatto! A questo punto vorrei ringraziare tutti quelli che hanno lavorato e contribuito alla riuscita di “Vita mia”, Grazie a tutti di cuore. Un saluto speciale va a Volker Gebhardt, Mario Dolic, Luisa Verone, Pino e Thug Life. Ti vedremo in tour per l’europa e anche in Italia? Quali sono le tue aspettative? Sicuramente ci sarà il tour promozionale che toccherà sia l’Europa che l’Italia. Tenetevi aggiornati tramite i miei canali ufficiali.
ARTISTA: JEYZ/GESUE ALBUM: VITA MIA (2012) Contatti: www.jeyz.de www.bozz-music.de www.youtube.com/jeyzofficial
Come mai hai scelto di esprimerti in dialetto siciliano? Non credi sia forse un limite, per il fatto che molti in Italia non capiscono e comprendono perfettamente un linguaggio che appartiene solo ad una piccola fetta di italiani? La scelta di scrivere in siciliano è iniziata dopo aver scritto un paio di brani e dopo averli fatti sentire alla mia famiglia e agli amici, ricevetti molti incoraggiamenti positivi. Ma la vera motivazione arriva sopratutto dopo aver ascoltato ed apprezzato molti artisti della scena italiana, che mi hanno fatto riscoprire l’amore e l’appartenenza alla mia terra. Per me non ha molta importanza l’esatta comprensione del linguaggio, ma vorrei arrivasse prima di tutto l’energia. Dopo tutto anche in Italia ci sono artisti che hanno scelto di esprimersi in dialetto locale ed hanno avuto un grande seguito. Voglio solo dire che questo disco non l´ho fatto con l’intento di guadagnare soldi o fare successo, ma solo per me stesso e per la strada. Con quale criterio hai scelto di collaborare con alcuni artisti italiani e con quali altri in generale ti piacerebbe duettare? Non c’é stato un vero e proprio criterio di scelta. Il mio amico e booking manager Rocco Sarracino (info@lapiazza-party.de), anche lui di origini italiane, contattò e propose a Ensi (One Mic) e Vacca di collaborare al progetto. Così gli mandai l’idea e loro furono subito entusiasti completando e valorizzando le tracce con il loro contributo. Il mio grande sogno un giorno sarebbe di duettare con Carmelo Zappulla, perché sono cresciuto con la sua musica e mi ha dato molta inspirazione, ma anche con Adriano Celentano, Laura Pausini e Biaggio Antonacci, che stimo molto.
“Questo disco non l´ho fatto con l’intento di guadagnare soldi o fare successo, ma solo per me stesso e per la strada” 36 WEGOTFLAVAMAGAZINE
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STREET ART intervista e foto di Gloria Viggiani
ALICÉ
LA LINEA SOTTILE CHE DIVIDE LA REALTà DAI SOGNI
Alice Pasquini in arte Alicè è principalmente un artista visual che lavora come disegnatrice, scenografa e pittrice. Vive attualmente a Roma, sua città natale, ma ha vissuto e operato in Gran Bretagna, Francia e Spagna. Alicè ha portato la sua arte per le strade di molti paesi. La intervistiamo nel suo studio, appena tornata da Berlino e alle prese con l’organizzazione della sua personale nella capitale, ci racconta di sé e del suo meraviglioso lavoro... Come e quando è nata tua passione per il disegno? Quando hai preso coscienza del tuo talento? Non saprei. Fare arte è un modo di vivere. Per me è come respirare. Ho cominciato quando mi hanno messo una matita in mano e non ho mai più smesso. Spesso bisogna fare i salti mortali per campare ma per quanto mi riguarda non ci sono altre vite possibili.
autorizzazione. Tutto questo rappresenta per me la purezza dell’atto creativo e amo la sua estemporaneità. Le tracce che lascio sono il mio modo di attraversare una città che non conosco o il modo per ritrovare il cammino per casa. Sono i luoghi dove passo, dove lascio un pezzo della mia vita e il bello è che non finisce lì, quel segno continua a vivere e mutare con la città una volta che lo lascio alle mie spalle. Ho deciso di firmare con il mio vero nome, allo stesso modo in cui ho deciso di dipingere durante il giorno o presentarmi a volto scoperto. Considero ciò che dipingo più vicino all’arte che al vandalismo e trovo stupida una società che spende tempo ed energia nella lotta ai graffiti. Mi prendo i miei rischi fa parte del gioco e della ‘rivoluzione’.
“Creo arte sulle persone e sui loro legami, il mio interesse è rappresentare i sentimenti umani ed esplorare punti di vista differenti. In particolar modo mi piace rappresentare donne forti e indipendenti”
La Street-art si può definire discendente della Pop-art e del Graffitismo, hai qualche legame con queste due forme d’arte? L’arte di strada è influenzata da molteplici cose e sopratutto dalla contemporaneità come ogni avanguardia che si rispetti. Aerosol art, graffitismo, street art, ecc. questa forma d’arte usa molti strumenti e forme di linguaggio. Molta dell’arte di strada usa un immaginario pop. Io sono interessata ad altro. Preferisco i colori naturali a quelli industriali, le persone vere ai supereroi. Personalmente dipingere sui muri è stato un modo di andare oltre certi limiti. Innanzi tutto i limiti dello studio dove sei solo con te stesso. In strada la creatività è influenzata da innumerevoli cose: il colore delle pareti, la storia del muro, la gente che passa e ti parla, gli spray che hai a disposizione nella borsa, la rapidità dell’esecuzione alla quale sei costretto dipingendo senza
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Hai frequentato la Scuola “ars animacion” di Madrid specializzandoti in disegno di animazione manuale per la televisione ed il cinema, come mai questa scelta? e cosa ti appassiona di questo settore? L’animazione per me è una forma d’arte affascinante. Tecnicamente gli animatori tradizionali sono degli incredibili disegnatori capaci di rappresentare ogni cosa da differenti angolazioni e prospettive. Ciò che mi piace inoltre è che sia un arte in movimento, che da la possibilità di raccontare storie e dare spazio alla fantasia.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Guru ft. Chaka Khan - Watch What You Say (produced by Dj Premier)
FROM THE ALBUM:
JAZZMATAZZ VOL.2 (1995)
Quadraro - Roma (IT) - 2012 ph.GV
Brest (FR) - 2011
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STREET ART Oslo (N) - 2011
Quale è stato il tuo primo approccio con la Street-art? Sono cresciuta negli anni ‘90 con la cultura Hip Hop e la mia eroina dei fumetti si chiamava Sprayliz (disegnata da Luca Enoch), una ragazza che faceva incredibili graffiti politici nella notte. Più tardi mi sogno avvicinata al mondo della street art inizialmente attraverso i poster portando i miei “comics” nelle strade: bambine impertinenti, donne forti, curiose, indipendenti, il contrario dei cliché che ci propone la società e la noiosa visione prettamente sessuale usata anche da un certo mondo dei graffiti.
Il mio percorso artistico è stato lungo, c’è voluto molto tempo prima di trovare il mio stile, cosa che è accaduta solo nel momento in cui me ne sono cominciata a fregare di tutte le paranoie sull’arte con la A maiuscola legate all’accademismo e ho cominciato a dipingere solo per il gusto di farlo.
“In strada sono influenzata da molteplici cose: la luce e i colori dell’ambiente, la gente che passa e reagisce, la superficie vulnerabile dell’opera e la spontaneità assoluta del segno... Tutto questo mi fa sentire semplicemente viva”
Le tue immagini, la tua estetica mi ricorda molto il fumetto. Quando hai letto il tuo primo giornaletto e quando ti sei resa conto che avrebbero influenzato la tua opera? Da bambina avevo una vera ossessione per la Pimpa, fino a quando non sono passata ai linus di mia sorella e alla scoperta dei grandi. La verità però è che non sono mai stata una gran disegnatrice di fumetti. Bassano del Grappa (IT) - 2010
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Vitry (FR) - 2011
Gli artisti di Street-art si differenziano oltre che dallo stile anche dalle motivazioni alle volte che li spingono ad agire, le tue quali sono? Io credo che il valore artistico dell’opera in strada risieda prevalentemente nel momento magico che si crea quando il passante (e non lo spettatore) si trova improvvisamente di fronte a qualcosa che è lì, in quel momento solo per lui. In questo senso la mia intenzione non è quella di un comunicatore. Direi che è esattamente il contrario, infatti un comunicatore sa esattamente quale è il messaggio che vuole fare arrivare e cerca il mezzo migliore affinché esso venga recepito. Un’artista ha un’esigenza di comunicare ma non necessariamente Roma (IT) - 2012 ph.GV
Studio in Roma (IT) - 2012 ph.GV
sa il perché. Così spesso la comunicazione fra artista e spettatore (nel nostro caso passante) è su diversi livelli e aperta a molte interpretazioni. Io sono interessata ai sentimenti umani, alla scoperta di quella sottile linea che divide la realtà ai sogni, nella convinzione che per cambiare la realtà bisogna usare la fantasia Nei tuoi lavori appaiono quasi sempre donne o bambini spesso in compagnia di cani, da qui si evince una grande sensibilità e tenerezza che focalizza i momenti semplici e piccoli gesti d’ amore da parte tua, mi sbaglio? Sei affascinata molto dal quotidiano delle persone? Sono Interessata alle immagini in movimento, nei momenti di vita che sono universali, il quale concetto non cambia con i tempo: era lo stesso 50 anni fa e sarò lo stesso fra 50 anni. Penso inoltre che i miei lavori non siano fatti per essere osservati a lungo: sono invece realizzati per essere visti in un momento preciso, ed è lo spettatore a decidere quale, trovando il pezzo nelle strade. Descrivo i momenti quotidiani, momenti che per me rappresentano la magia della vita. Penso davvero che la vera magia della vita risiede nel modo in cui viviamo ogni singolo momento. Dai sentimenti umani, dalle persone e le loro relazioni mi piace esplorare differenti punti di vista. Sono sempre stata affascinata dalle immagini cariche di atmosfera che procurano quel senso di deja vu. Mi piace disegnare donne liBerlino (DE) - 2012
Vitry (FR) - 2011
bere e indipendenti, la femminilità non dovrebbe esprimersi solo attraverso lo stereotipo della donna fragile che deve essere salvata. Vorrei che le ragazze identificandosi possano prendere atto della loro forza interiore. Cosa provi quando dipingi? La Graffiti-Art è estemporanea. Considero questa la parte magica dell’azione creativa. In strada sono influenzata da molteplici cose: la luce e i colori dell’ambiente circostante (ed è anche per questo che dipingo di giorno), la gente che passa e reagisce, la superficie vulnerabile dell’opera e la spontaneità assoluta del segno (dovuta alla necessaria rapidità dell’azione). Tutto questo mi fa sentire semplicemente viva. Quale è stato il miglior momento della tua carriera finora? Deve ancora arrivare. Ci sono molte cose, però non sono mai soddisfatta: quello che dipingerò domani sarà sicuramente meglio. Mi auguro di non essere mai soddisfatta, se sei soddisfatto è finita. Contatti: www.alicepasquini.com www.flickr.com/photos/alicepasquini www.facebook.com/alice.pasquini Mileft (Marocco) - 2010
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KICKBLAST NEW SHIT
di Massimo “Strike” Biraglia
IL SUONO DELLE SNEAKERS!
Abbiamo avuto l’occasione di conoscere BabyTraxx ovvero James Digger grazie all’incredibile compilation internazionale gratuita che riuniva 35 artisti da tutto il mondo, ormai facilmente rintracciabile in tutti i canali “peer to peer” conosciuti, e poi abbiamo conosciuto il suo gruppo: i Kickblast. I Kickblast sono Bombec (Mc) e James Digger (produttore). Il Nome e il logo riprende la forma delle classiche scarpe da ginnastica, che rappresentano un cammino di più di 10 anni, mantenuto con i piedi salsi per terra e proponendo musica originale con una passione che li contraddistingue. Nel corso degli anni hanno collaborato con i d’Assassin, i Mass Hysteria, e Gerard Baste, sono stati invitati per tre volte da Afrika Bambaataa in persona per l’anniversario della Zulu Nation a New York, un curriculum di tutto rispetto, ma che non si ferma certo qui... Facciamoci raccontare la loro storia. Due “gemelli” che hanno intrapreso due percorsi musicali e due personalità diverse. Chi è BabyTraxx e chi è James Digger? con chi parliamo oggi? James Digger: Nel mio primo progetto solista mi chiamavo Babytraxx, quando ho poi deciso di cambiare nome, ho realizzato una compilation chiamandola semplicemente “Babytraxx is James Digger”, per dichiarare a tutti la nuova scelta artistica, ora sono a tutti gli effetti James Digger, lo schizzofrenico! Bonbec: Mc rivelazione “Vieilles Charrues Festival”, artista rivelazione “Myspace” e una Tourneé in Cina... Niente male davvero. Com’è stato l’impatto con il pubblico cinese? Bonbec: L’accoglienza del pubblico cinese è stata incredibile! sono sempre stato curioso di scoprire anche la musica che viene da lontano. Laggiù sono ancora poco aperti al mondo, ma stanno
cercando di emanciparsi. Non ci sono stati nemmeno grossi problemi con la lingua, tutto è andato bene, il disco che portavamo in tour si chiamava “Propaganda”, un’esperienza unica. abbiamo capito che te e James siate legati da una certa ironia. Com’è nata l’idea dei Kickblast e cosa proponete al pubblico? B: Sì, è vero! Per noi è meglio guardare al nostro mondo con ironia, anche per non impazzire! L’ironia e i sorrisi non ci impediscono però di parlare anche di cose più serie, facciamo quello che ci viene, a seconda di quello che abbiamo intenzione di trasmettere. Ci sono alcuni videoclips sul web, molto ben fatti e originali. Da chi sono curati e come nascono le idee? Qual’é il singolo che siete riusciti a concretizzare meglio con le immagini?
SAMPLE: NIGHT CRAWLER ARTISTA: BOB JAMES ALBUM: HEADS (1977)
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SAMPLED: STATE OF CLARITY ARTISTA: GURU FEAT. COMMON & BOB JAMES ALBUM: JAZZMATAZZ VOL.4 (2007)
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Busta Rhymes - Break ya neck (produced by Dr.Dre / Scott Storch)
FROM THE ALBUM:
GENESIS (2001)
B: È James che realizza i video, dalla A alla Z, questo ci rende veramente indipendenti. Ci divertiamo molto, perché possiamo decidere quello che vogliamo, realizzando anche prodotti di qualità. A volte scriviamo tutte le scene prima, altre invece, giriamo istintivamente ed evolviamo la storia in base alla nostra energia del momento. Ci piacciono tutti, ma se dobbiamo sceglierne per forza uno, direi “Pop Pop”, girato in presa diretta dall’inizio alla fine.
J.D.: Ponie ha un ruolo enorme,è la nostra parte Punk! Lui ha oltre 40 anni di esperienza in cavalcate! Apparte gli scherzi, è la nostra fedele mascotte, è li ad ogni concerto, e quasi in tutti i video. Si oppone al lato scuro e Gangsta del Rap di molti altri artisti, noi siamo in controtendenza è per questo che ci portiamo in giro un pony con la cresta fluorescente!
Ci sono diversi singoli su youtube, è in preparazione un album? J.D.: Abbiamo diverse idee in testa, ma non abbiamo ancora l’esigenza di farlo. Per ora cerchiamo di realizzare dei singoli, e di farli uscire, e diffonderli anche grazie ai videoclips sul web, che sono molto seguiti, in generale preferiamo prenderci il nostro tempo e continuare a fare lives, poi vedremo.
Contatti: www.facebook.com/kickblast www.youtube.com/user/kickblastmusic
Un sound davvero particolare, un electro Hip Hop intelligente e anche divertente, che fa muovere il corpo e le testa, come nasce la musica dei Kickblast? B: Sì, assolutamente! Non vogliamo però per forza far ballare, l’obbiettivo è la comunicazione, il nostro sound è solo un mix di tutto ciò che amiamo. Da oltre 15 anni che facciamo Hip Hop, ne rispettiamo la musica e tutti i suoi protagonisti. James ha cominciato a produrre musica Electro da giovanissimo, quasi 20 anni fa, è normale che si sentano questo tipo di influenze. Progetti paralleli, cosa c’è da aspettarsi? B: Per il futuro vogliamo continuare a fare quello che ci piace: lives, videos, nuove canzoni, continuando ad andare oltre, fare tutto questo, divertendoci sempre e mantenendo intatto il nostro spirito di amicizia. Sembra semplice, ma richiede molto impegno!
KIAVE
Infine per ultimo, ma non meno importante, il ruolo di “Ponie Joly” all’interno del gruppo...
SAMPLE: SEND ME ARTISTA: ROSLYN AND CHARLES ALBUM: SPIRIT OF THE LIVING GOD (1982) SAMPLED: YOU CAN’T HIDE, YOU CAN’T RUN ARTISTA: DILATED PEOPLES ALBUM: 20/20 (2006)
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STAND UP DANCE ON THE FLOOR
di Simone “Mx” Costantini - ph. Natalia Gribova
STILE INCONFONDIBILE E PERSONALITà SOLARE
Niako è un ballerino francese tra i più conosciuti e bravi a livello internazionale. Inizia con il bboying per poi concentrarsi e specializzarsi nella stand up dance. Dancer, coreografo, insegnante tra i migliori al mondo dallo stile inconfondibile e dalla personalità solare. Quest’anno lo abbiamo visto come giudice in tutto il tour del Juste debout, uno dei più grandi contest mondiali. Andiamo a conoscerlo meglio…
Sei uno dei più bravi ballerini a livello internazionale,come hai iniziato a ballare? Ho iniziato a ballare perché non avevo niente da fare (ride). Intendo, prima di ballare facevo arti marziali e roller skating, in seguito mi sono trasferito per studiare e non ho più avuto tempo di praticare questi sports. Quando ho iniziato la scuola d’arte ho incontrato due bboys chiamati Joel Shung aka Jowel e Thomas Racine aka Akme che mi hanno proposto di andare in un club con loro per una serata che stavano organizzando. Rimasi folgorato quando vidi il bboying e il popping. Prima di questo ricordo un altro piccolo episodio di quando avevo 10 anni che chiamai “mia sorella e Michael Jackson”. Mia sorella mi mostrò alcuni passi su new jack swing ed io sognai di essere Michael di fronte alla mia tv (ride).
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“OGNI RESPONSABILE HA LE BRACCIA CONSERTE FA FINTA DI NIENTE E SI DICHIARA INNOCENTE MA IN ITALIA SU CENTO MI PIACCIONO SETTE PERCHÈ HO IL FIUTO DI UN SETTER MI RIFIUTO DI ELOGIARE SE UNO NON MI DIVERTE CHI NON È MUSICALE NON PUÒ COMUNICARE POCHI SANI E TROPPI BRANI E I TEMPI DI “ILLMATIC” SONO GIA LONTANI QUANDO A SCUOLA CI CHIAMAVANO STRANI E ORA GLI STESSI SONO LI A BATTERCI LE MANI...”
Brano: Tempo per tutto Album: La gente se ne frega (2010) Lyrics: Franco Negrè
Che cos’è per te la cultura Hip Hop? Per me la cultura hip hop è uno stile di vita. Indosso i miei baggy o i pantaloni aderenti dentro e fuori la scena e sono comunque hip hop. Ascolto la musica, cerco la musica, vorrei essere capace di produrre musica, amo il djing e sono hip hop. Mi alzo la mattina dal letto e sono hip hop. Amo ballare salsa e sono hip hop. Per me l’hip hop è un linguaggio in cui anche se sei italiano, cinese, russo o francese puoi sempre capire gli altri attraverso la musica e la danza. Per me l’hip hop non è solo un attitudine, è un modo di essere duro ma che potrebbe diventare molto semplice. Con la condivisione, il rispetto, l’aiuto, il supporto, l’interesse, l’unità, il divertimento e l’amore ci sarà in modo naturale. Questo hip hop è molto più dei bling bling e dei culi dei video di 50 cents e dal mio piccolo mondo combatterò per questo finché morirò.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Pharrell - Angel
(produced by P. Williams)
FROM THE ALBUM:
IN MY MIND
“UNE RÉVOLUTION SPONSORISÉE PAR NOKIA; LA SOUFFRANCE D’UN ETAT DANS LE REGARD DE NEDA, PARDONNEZ-MOI, SI JE NE M’ATTARDE PAS MAIS JE PRÉFÈRE L’HÉLICOPTÈRE FAÇON KÂMA-SÙTRA. AMY SOUS CRACK, BRITNEY LA BOULE à Z, LAURE LE BOULE À L’AIR, À L’AISE, COMME PARIS T’AS VU LA SCÈNE? J’AI LA PUPILLE CARRÉE, LES YEUX INJECTÉS DE SANG A FORCE DE FIXER L’ÉCRAN DANS L’ÉCRAN. JE RENTRE DANS LES RANGS, LENTEMENT, SANS ÉLAN, ÉGARANT MON TEMPS DANS L’ERRANCE, PLAN SUR PLAN”
Brano: Beautiful losers Album: 16 Pièces (2010) Lyrics: Hocus Pocus
(2006)
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ON THE FLOOR Qual’è la tua maggiore influenza artistica? La mia maggiore influenza artistica nella danza quando ho iniziato a ballare breaking sono stati Yamson, Dedson, Mr. Wiggles, Poe One e Remind. Ho iniziato a ballare in piedi per merito di Bruce Ykanji (ballerino e organizzatore del Juste debout ndr), partecipai ad un suo workshop e mi innamorai. Devo ringraziare anche un altro mentore, P fly con cui feci il mio primo Juste debout. Per quanto riguarda altri “stili” di danza i miei più grandi ispiratori sono stati Gator e Grizzly per il popping, Rabah , Yugson e Sharks (Pro phenomen) per l’house, P lock per il locking. Continuando ho dovuto smettere con il bboying per problemi fisici e mi sono concentrato su gli stili in piedi. In questo periodo ho ascoltato ed ho imparato dalle parole del mio più grande maestro Physs dei Pro phenomen che mi ha aiutato per molto tempo anche con semplici consigli su come far crescere la mia danza. Lo rispetterò per sempre e lo ringrazio per tutto questo. Quali sono state le tue più grandi esperienze in tutta la tua carriera di danza? Stare sullo stesso palco assieme a Bruce, Dedson, Yaman and Sharks. Partecipare al mio primo Juste debout assieme a P fly. Ballare breaking assieme Dedson e Remind o sfidare Reveal e Tuff kid. Confrontarsi con Meech e Joseph Go, oppure Dedson e Yugson. Ballare di fronte a più di 10.000 persone per il Juste Debout. Fare dei tour e cercare di diffondere al meglio l’hip hop. La danza da la possibilità di realizzare molti dei propri sogni,molto di più di quello che ci si aspetti e aprire gli occhi sulle cose che il mondo ci offre. Mi fa capire che niente è impossibile. Qual’è la tua filosofia di danza? Non dare troppa importanza a quello che dice la gente, quando balli vai donare te stesso al mondo ma non devi cambiare te stesso per il mondo. Ho un pensiero a riguardo: nella danza tutti hanno qualcosa da dire, dobbiamo aprire le orecchie e ascoltare. L’unica cosa che vorrei dire ai dancers è di non dimenticare che è importante di avere le giuste basi per andare oltre per poi costruire qualcosa oltre i limiti. Sei stato giudice dell’ultimo “Juste Debout”. Com’è stato tutto il tour mondiale? Il “Juste Debout tour” è stata una esperienza incredibile,in molti modi abbiamo avuto delle belle sorprese con pazzi dancers, nazioni pazze e tempo pazzo. È stato un modo per conoscere delle brave persone come Tomson, Kemp o Kei e conoscere più a fondo vecchi amici come Bruce, P lock e Caleaf, vi voglio bene amici! L’unica nota negativa è stata a Parigi nella finale di Hip Hop. Come ogni anno dei ragazzini hanno partecipato alla battle (si riferisce al duo di ragazzini giapponesi che sono arrivati in finale ndr). E’ successo un casino perché hanno perso ed è stato un peccato perché gli avversari erano della mia crew. Vorrei parlare per l’ultima volta su ciò che è accaduto. Eravamo quattro giudici e siamo consapevoli del nostro lavoro e perché siamo stati scelti. Il pubblico in Francia è irrispettoso ed è qualcosa che vorrei sottolineare per tutti noi francesi. Cose come queste non sarebbero mai accadute per esempio in Giappone ed in tutto il tour non abbiamo visto niente del genere. Solo in Francia, ogni volta gli stessi problemi. Secondo te com’è la scena europea? Attualmente è una delle più grandi.Dobbiamo essere orgogliosi che l’Europa renda la scena hip hop ancora più grande. Tu sei l’organizzatore con Cristina Gallesi di Solo contro il mondo (contest in cui vengono invitati i più grandi dancers da ogni angolo del pianeta). Com’è nata questa idea e cosa significa per te questo evento? L’idea di Solo contro il mondo è nata dopo il 2009. Ho partecipato ad una battle in Korea chiamata Mad Season. Vinsi questo contest con un concept incredibile, otto guest contro otto ballerini selezionati. Parlai con l’organizzatore e gli chiesi se era possibile portare il concept in Europa.
SAMPLE: ANCIENT SOURCE ARTISTA: CALDERA ALBUM: SKY ISLAND (1977)
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SAMPLED: IT’S ALL REAL ARTISTA: PITCH BLACK ALBUM: PITCH BLACK LAW (2004)
Cambiai l’idea degli ospiti con guest internazionali provenienti dagli otto angoli del mondo per condividere la danza qua in Italia. E’ stato un motivo per dare la possibilità di viaggiare a grandi ballerini che non potrebbero avere il modo di uscire dalla loro nazione e confrontarsi con dancers stranieri. Un modo per aprire la mente e vedere diversi stili di danza. Per esempio quest’anno il vincitore è stato Bauka, giovane ballerino del Kazakhstan che non ha mai avuto la possibilità di uscire dalla sua nazione. È stata una bella storia per lui. Sto cercando di fare scorrere questo evento come se fosse uno show, non è facile, ma ci sto riuscendo. La prima edizione è andata bene e la seconda è andata ancora meglio. C’è stata anche “the Battle Party Jam,” un 4 contro 4 mix style in cui i dancers portano il loro stile ma non sanno con chi finiranno nel team. Anche i nomi dei team erano a random come Schtroumpf, Iron Man, X-Men, ecc... C’è stato il supporto di show delle migliori crew italiane e del mondo come Tree Boo, Klandeskillz, Prepix, Swaggers, R.A.F. oltre al nostro special guest l’Mc Vicelow con Blue tappe 2 che ha portato delle vibes incredibili nella parte finale degli showcase. Shot outs... Voglio dire grazie mille volte a Cristina Gallesi e Roberto per la fiducia che hanno in me. Tutti i miei amici e la famiglia che mi supporta in questo evento. Dalla Francia all’Italia, Norvegia e tutti i dancers nel mondo. Grande amore per mia moglie che mi aiuta ogni giorno. Peace, Love, Unity and Have Fun!
KIAVE
Contatto: www.niako.com
SAMPLE: SOLSTICE ARTISTA: BRIAN BENNETT ALBUM: VOYAGE (1978) SAMPLED: REAL NIGGAS DON’T DIE ARTISTA: GROUP HOME & JERU THE DAMAGE ALBUM: REAL NIGGAS DON’T DIE / 12” (2000)
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UK STYLE di Massimo “Strike” Biraglia
CONTAMINAZIONI DALLE STRADE PIÙ “SPORCHE” DI LONDRA
Immaginate di possedere un paio di cuffie, che oltre alle frequenze normali, riproducano anche quelle trasmesse dal futuro: probabilmente ciò che sentireste sarebbe un insieme di ritmi sincopati, Rap potente e aggressivo, mischiato ai suoni più bassi e prepotenti della Drum’ n’ Bass, senza dimenticare i canoni strutturali dell’Hip Hop. Immaginate ancora che questa introduzione sia stata scritta 20 anni fa: oggi non avreste più bisogno di quelle cuffie, perché siamo già nel futuro e quello che state ascoltando si chiama “Grime”.
Wiley
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Tinie Tempah
I
l Grime, letteralmente “sporcizia”, nasce nelle strade di Londra verso la fine degli anni ‘90, figlia di un’arte che continuerà a rinascere e rinnovarsi ovunque, come l’Hip Hop, mischia quelli che sono i suoni più indipendenti e alternativi, e se vogliamo, anche rivoluzionari di un’Inghilterra che ha voglia di rottura con tutti gli schemi. I Rappers accettano la sfida e si lasciano contaminare con la 2Step, la Drum’n’Bass, Garage, Break-Beats, la DanceHall, Dub e la Dub-Step, senza limitazioni, pura astrazione del suono e dei concetti del flow, spesso spinti verso la difficile classificazione di genere. Ma non è nato tutto dal giorno alla notte, tutto si è evoluto in modo graduale, passo dopo passo, un esperimento dopo l’altro, grazie anche alla diffusione delle radio pirata londinesi, che da sempre hanno avuto un ruolo definitivo nell’affermazione di un’avanguardia musicale di stampo Underground. L’emergenza sociale di un’Inghilterra tutt’altro che perfetta esce fuori come un pugno sul naso e si diffonde ben presto alla massa. Oggi i suoni del Pop mondiale hanno continue reminiscenze e ispirazioni che arrivano dal sottosuolo musicale in continuo fermento nelle strade più “sporche” di Londra. Tra gli artisti più rappresentativi del genere troviamo Dizzee Rascal un vero e proprio “scalmanato” (cosi’ lo chiamavano i suoi professori), comincia rapinando fattorini e
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Dizzee Rascal - Dirtee Disco FROM THE ALBUM:
TONGUE N’ CHEEK
(produced by Cage)
Skepta
(2010)
Ghetts
Dizzee Rascal
rubando automobili, non proprio un “bravo ragazzo”, ma la sua fortuna è stata il suo talento: a scuola lo spingono a produrre musica, un’intuizione che lo salva da una strada sicuramente sbagliata. I “Grime’s Rappers” sono davvero moltissimi, e sono spesso presenti nelle competizioni, come Skepta, che nelle battles ne ha battuti 300, facendosi un nome ed avendo la possibilità di collaborare con i più forti. Un altro esponente è Ghetts, che dopo essere uscito dal carcere ha pubblicato un disco ed ha lanciato la sua carriera insieme a Kano e al collettivo della Nasty Crew, esplodendo nel 2008 ai BET Awards con la nomination come Best UK. Quasi tutti arrivano da realtà un po’ al margine, e con un passo al di là della legge, ma alla fine di tutto quello che accade nella vita reale, la musica finisce con l’essere sempre un mezzo per potersi tirare fuori da certe situazioni. Incuriositevi, non solo alla musica ma anche delle loro vite, che hanno sempre qualcosa di interessante… altrimenti di cosa potrebbero mai scrivere i Rappers senza aver vissuto sulla pelle le loro rime sporche? Ci sono altri nomi di artisti da segnalare come: Dot Rotten, Blacks, N’dubs, Scorcher, Wiley, Giggs, PMoney, Tinie Tempah, Chipmunk, Griminal, ma ne troverete ancora degli altri… Ci vorrebbe uno speciale per ognuno di loro, voi cominciate ad appassionarvi e scoprirete l’esistenza di una realtà parallela che nemmeno immaginavate. Non abbiate paura di commettere un reato: Grime is not a Crime!
Scorcher
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D’VOTION SOULSTARS
di Luca “Mista B” Maruca - ph. Ruby Kaur © 2012 (D’Votion Music Ltd)
LA NUOVA RIVELAZIONE DEL SOUL MODERNO Il gruppo R&B/Soul “D’Votion” è un trio britannico composto da tre fratelli: Mr. Smith, T & Czee. Si sono formati nel 2000 e stanno rapidamente scalando la vetta per essere riconosciuti come la nuova rivelazione dell’anno. Il loro stile fonde armonie e musica pop, ispirata da grandi artisti come Dru Hill, Jodeci e Jagged Edge. I tre fratelli, “devoti” al Soul, con il pieno supporto del Team D’Votion Music Ltd, la loro etichetta indipendente, stanno facendo parlare di sé, aumentando esponenzialmente il numero di fans in giro per il mondo. Ma conosciamoli meglio.... Come e quando è nato il gruppo e qual’è il significato del nome che avete scelto? Mr Smith: Il nome D’Votion deriva dal nostro passato, quando cantavamo insieme nel coro della Chiesa. Nostro padre è un pastore e ci ha spinti fin da piccoli a cantare Gospel durante la messa. Proveniamo da un’educazione molto religiosa e noi siamo molto credenti e devoti, quindi D’Votion significa “lodare”, dedicarsi con dedizione a Dio, prima di tutto, alla famiglia e alla musica che ci unisce come fratelli.
Chi sono gli artisti che amate e da cui prendete ispirazione? Quali sono le canzoni che vi danno la giusta motivazione, se ce ne sono? Mr Smith: Gli artisti che ci hanno più ispirato sono gruppi come Jodeci, Jagged Edge, Blackstreet, più recentemente artisti come B2K e Day26, Justin Timberlake e Chris Brown. I nostri genitori e il nostro fratello maggiore sono quelli che ci hanno dato l’imprinting musicale a cui dobbiamo molto. Le mie tre canzoni di tutti i tempi sono: “Freakin you” dei Jodeci, “My Love” di Justin Timberlake e “Dont stop til you get enough” del grande MJ.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Blackstreet ft. Dre & Queen Pen - No Diggity
(produced by Teddy Riley)
FROM THE ALBUM:
ANOTHER LEVEL (19 96)
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SOULSTARS
T: Certo, penso che qualsiasi artista Urban-Pop sia stato influenzato da Micheal Jackson, ma c’è anche Usher, che è sempre stato un innovatore musicale, che ci ha dato una buona influenza. CZee: Anche l’Hip Hop ci piace molto. Amiamo artisti come Ludacris, Busta Rhymes e E-40... Sono cresciuto ascoltando la musica dei miei fratelli maggiori e tutto questo ha sicuramente influenzato molto il nostro sound. Qual’è stato il percorso che vi ha portato fino a quì e come si è sviluppata la vostra carriera musicale? Mr Smith: Siamo fratelli di sangue e siamo sempre stati insieme. I nostri genitori ci hanno dato la possibilità di suonare strumenti musicali già da quando eravamo giovani. Sappiamo suonare la batteria, il pianoforte, il sax, la chitarra e il basso e, naturalmente, sappiamo utilizzare la voce. Abbiamo iniziato a registrare insieme nel 2000, nostro fratello maggiore, Jason Smith, è un produttore di talento, così ci ha organizzato la nostra prima sessione in studio. Da quel giorno siamo diventati indipendenti... è così che abbiamo cominciato. T: Abbiamo realizzato brani in UK e in Europa lavorando per la dance-label “Ministry of Sound”, per la EMI ed altre etichette indipendenti, ottendo sempre buon riscontro in radio e ottimo supporto dai dj’s. CZee: Nel 2010 abbiamo partecipato a una gara canora televisiva britannica chiamata “Number 1 Family” su GMTV. Siamo arrivati alla finalissima, aggiudicandoci il 2° posto. Questa esperienza ci ha dato una grande visibilità e una forte supporto dai fans nel Regno Unito. Mr Smith: Abbiamo girato per tutto il Regno Unito e la Germania, saremo in tour in Europa (Austria, Germania, Italia, Ibiza) nel mese di agosto 2012. Siamo autori e produttori musicali, infatti scriviamo canzoni anche per altri cantanti. Abbiamo sempre cose nuove in lavorazione, ma ora il nostro impegno è quello di promuovere il nostro album di debutto “DV.IP”, pubblicato per la nostra etichetta “D’Votion Records”.
La nostra rivista rappresenta e diffonde il gusto Urban-Culture. Siamo sempre interessati a sapere cosa succede intorno a questo movimento, soprattutto, che tipo di opportunità, artisti come voi, possano trarre dal proprio Paese... Mr Smith: Nel Regno Unito l’industria della musica, in particolare la scena Urban, è molto sana e produttiva. Abbiamo artisti affermati come Tinie Tempah, Dizzee Rascal, Wiley, Labrinth, Jay Sean, Jessie J e molti altri... Anche solo una canzone di successo, con un po’ di fortuna, con le persone giuste al momento giusto, può far decollare la tua carriera alle stelle! Poi ci sono spettacoli televisivi come “X-Factor” e “The Voice”, che stanno giocando un ruolo fondamentale nella musica mondiale e nel settore Pop-Urban. T: Il Regno Unito è pieno di talento. Anche nella nostra zona, che è il Midlands UK, possiamo vedere nuovi artisti sfondare e creare musica di qualità... di questo ne vado orgoglioso! CZee: La musica Urban sta diventando di grande valore nel Regno Unito, ed è un bene, per il futuro del settore, vedere artisti con la possibilità di raggiungere il successo.
“Sempre più artisti scelgono la via indpendente, proponendo la propria musica senza nessuna imposizione... il potere è nelle mani degli artisti stessi!”
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Quanto è difficile ottenere un contratto musicale con le etichette discografiche e ingaggi nei clubs? Com’è sono le vendite dei dischi nel mercato UK? Mr Smith: Probabilmente siamo nel periodo più difficile per poter ottenere un importante contratto discografico. Le etichette non hanno più le capacità di spesa rispetto al passato. I mezzi di comunicazione di internet e dei social networks hanno reso l’industria musicale più accessibile a tutti. Sempre più artisti scelgono la via indpendente, proponendo la propria musica senza nessuna imposizione e costruendo da soli il proprio roster artistico. Questa credo sia una buona cosa: alla fine il potere è nelle mani degli artisti stessi! T: La musica più venduta è quella in rete, i negozi vendono sempre meno cd perché sempre più persone comprano iPod, iPhone o altre tecnologie in grado di scaricare musica in tempo reale. CZee: HMV ha recentemente distribuito il nostro album nei loro negozi, così possiamo verificare quanto i downloads stiano avendo effetto sulle vendite. Mr Smith: Con un buon agente fare concerti e suonare nei clubs non do-
“La voce, le armonie ed il testo sono ancora una componente importante per un sacco di gente!”
vrebbe essere così difficile. Ovviamente più si è famosi e maggiori sono le possibilità di organizzare grandi lives. I D’Votion sono disponibili per tutti i tipi di parties, eventi, showcase, matrimoni, ecc... Per noi il lavoro non manca, per fortuna. Come risponde il pubblico britannico al suono R&B /Soul? Sostengono gli artisti inglesi o prediligono questo genere fatto da artisti d’oltreoceano? Mr Smith: L’ R&B e il Soul saranno sempre presenti nel panorama musicale, ma penso che oggi l’evoluzione in altri generi sia in calo. Fino a quando ci saranno gruppi come D’Votion, i veri valori del Soul saranno sempre vivi. La voce, le armonie ed il testo sono ancora una componente importante per un sacco di gente. T: Nel Regno Unito abbiamo sempre ascoltato gli ultimi successi di artisti USA. Ma penso che ora ci sia un giusto equilibrio, ed ora più che mai, i principali media, stanno sostenendo e risaltamdo il talento nostrano. CZee: L’ R&B e il Soul sono nati negli Stati Uniti, ma molti artisti inglesi stanno avendo successo anche in America. Questo significa che l’influenza del Regno Unito è in crescita. Nel 2011 avete pubblicato il vostro album di debutto, “DV.IP”. Diteci qualcosa a riguardo... Mr Smith: Il nostro primo album ufficiale è uscito nel novembre 2011 per la nostra etichetta D’Votion Records. Abbiamo collaborato con un sacco di produttori Europei e ringrazio tutti loro pe ril loro prezioso lavoro. Il concept dell’album è un giorno nella nostra vita: cantare, festeggiare e celebrare la bellezza delle donne... T: Tutte le canzoni sono state scritte da noi. Vorrei ringraziare Alex Wheeler, il nostro ingegnere di studio, per averci sostenuto ed aver creato quella magia durante la lavorazione. CZee: L’album è puro R&B/Soul. D’Votion è sinonimo di voce, armonia e sexy beats! Mr Smith: “DV.IP” si può scaricare su iTunes, Amazon, Nokia Music, Spotify e molto altri web stores, così come nei negozi di musica nel Regno Unito come HMV. Stiamo già lavorando al nuovo album, “Dveloped”, che sarà pronto per l’inverno 2012. abbiamo sentito alcune voci riguardanti il tour europeo come ope-
ning act di una grande superstar Urban-Pop. Potete darci qualche anticipazione? Mr Smith: La cosa più eccitante è presentare il nostro album dal vivo ed il sogno si realizzerà quest’anno! I nostri agenti di booking hanno messo insieme più di 15 date nel mese di agosto 2012, che ci vedrà live in Austria, Germania, Italia, Ibiza, Spagna e potenzialmente anche a Singapore. Non vediamo l’ora di esibirci davanti ai nostri fans europei e scoprire nuovi territori... T: Grazie ai nostri agenti ci è stata data la possibilità di aprire i concerti di alcuni grandi nomi come Taio Cruz, FloRida, David Guetta e Rihanna al prossimo Festival di Ibiza nel mese di agosto, ed anche come opening act per il loro tour in Europa. CZee: Sarà incredibile! Stiamo lavorando duramente per dare il meglio in questo super tour. Sarà l’inizio di molti altri... D’Votion: Vogliamo ringraziare We got Flava Magazine per questa opportunità, Dj Mista B e la BM Records (presto sentirete la nostra collaborazione nel brano “Girls around the Globe”). Un grande saluto alla Dj League, a tutto il team D’Votion e a tutti i nostri fans in giro per il mondo. Ci vediamo in giro nella città più vicina a voi... Peace & Love.
ARTISTA: D’VOTION ALBUM: DV.IP (2011) Contatti: www.dvotiononline.co.uk facebook.com/dvotionofficial twitter.com/dvotionline
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WRITING di Leva57
LA CRESCITA E LA MENTA Mi chiamo Sees, sono di Milano e ho iniziato a dipingere nel 1992. Gli inizi degli anni ‘90 furono a mio parere un buon periodo per praticare il writing perchè già c’era una vecchia scuola che dipingeva con grande stile e si avevano ottimi esempi di writing da seguire. Ricordo di essere passato dal famoso “Muretto” di Milano per caso e rimasi fermo qualche minuto a osservare dei B-Boys ballare: non sapevo allora di cosa si trattasse tantomeno che ciò apparteneva a una delle discipline della cultura Hip Hop, ma ne ho un buon ricordo e forse questo per me è stato come una sorta d’iniziazione...
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I
n principio degli amici che già si davano da fare sia su carta che su muro mi spiegarono alcune cose riguardo la cultura Hip Hop: rimasi affascinato a tal punto che decisi di iniziare seriamente a impegnarmi nel Writing. Le prime bozze erano ovviamente disastrose scopiazzate da quello che si riusciva a vedere in giro, non c’era internet dove bastava cliccare con il mouse per trovare robe interessanti, bisognava uscire presto il pomeriggio dopo la scuola e andare fino in Martesana o in via Pontano per vedere nuovi lavori che ti davano, oltre a delle grandi legnate morali, stimoli a migliorare.
SUGGESTEDSOUNDTRACK: The Notorious B.I.G. - Warning
(produced by Easy Mo Bee)
FROM THE ALBUM:
READY TO DIE (1994)
LITà DI UN VERO WRITER
La maggior attrattiva per me furono i puppets e cercai di evolverli restando comunque fedele al gusto originale che adoro ancora oggi. Tutto ciò che stilisticamente è legato alla vecchia scuola è stato per me motivo di grande ispirazione. Nonostante sia fondamentale, il lettering arrivò successivamente ai puppets, questo perché ho iniziato con ciò che mi veniva più spontaneo cercando nel frattempo di conoscere chi e cosa ci fosse realmente sotto a tutto questo e capendo solo in un secondo momento quanto in realtà le lettere fossero di così grande importanza. I primi studi erano basati su dei classici “blockbuster”, facili da fare ma che comunque mi diedero una buona base per interpretare le lettere e successivamente provare con l’Europeo, anche se in realtà il passaggio tra quest’ultimo e il “wildstyle” fu molto breve in quanto a Milano il classico stile Newyorkese aveva preso piede grazie ai maestri CKC. Provai anche io a “distruggere” la lettera e mi piacque molto, tanto che tutt’ora quando scrivo cerco sempre di spezzarle, giusto perché quel “loop” o “drip” ci deve essere. Dopo quasi venti anni dipingo ancora con la stessa mentalità, non più con la stessa costanza per via dei vari impegni che credo un po’ tutti ci si ritrova ad affrontare nella vita di ogni giorno, ma la sensazione ogni volta che dipingo è la stessa di quando tracciai il mio primo pezzo; la roba bella è che, secondo me, non ti stanchi mai e ogni volta ti diverti a provare qualcosa di nuovo cercando di superarti. Credo che questo sia il giusto stimolo e sono certo che la competizione migliore sia con sé stessi... il resto semplicemente non è roba tua, ma di un altro individuo: ho sempre dipinto per me stesso e sono sicuro che le maggiori soddisfazioni si ottengano proprio quando fai qualcosa semplicemente perché ti va di farla; dipingerò sicuramente fino a quando ne avrò la possibilità, la voglia è ancora tanta e muri da dipingere ce ne ancora molti. Vorrei dedicare questo speciale a mia madre, mia vera ispirazione e maestra di vita. Saluto tutte le persone che conosco e in particolare Sker e la FST, Evr, Feb, Neon e le mie crew: IEN Solids, DMG, PS, Adicz, BMK. Peace. Sees.
“Tutto ciò che stilisticamente è legato alla vecchia scuola è stato per me motivo di grande ispirazione” 55 WEGOTFLAVAMAGAZINE
BEATSINVASION BEAT TAPES
di Bluesteady Triptik
IL MESSAGGIO UNIVERSALE DELLE STRUMENTALI
Stiamo assistendo negli ultimi anni ad un’autentica invasione di strumentali, un fenomeno che, prima dell’uscita di Donuts (album postumo del drum master J Dilla aka Jay Dee), era ancora in fase embrionale. J Dilla ha avuto il merito di aver reciso il cordone ombelicale che legava indissolubilmente una strumentale Hip Hop alle rime di un rapper ed aver fatto nascere un genere di frontiera in continua evoluzione.
Tokimonsta
L
Onra
e produzioni Hip Hop hanno iniziato a diversificarsi sul piano ritmico e timbrico ed a migrare verso zone di confine, attingendo per la manipolazione e creazione del suono a tecniche, strumenti e stili propri di generi musicali limitrofi quali: House, Techno, Nu Jazz, Fusion, Wave, Elettrofunk, Lounge e via discorrendo... Gli Mc’s, ormai, non sono indispensabili per trasportare un messaggio che è contenuto nella musica stessa, da sempre lingua universale dell’umanità. Il merito di personaggi come J Dilla, Madlib, e prima di loro Pete Rock, Guru, Jazzy Jeff e il genio Gill Scott Heron è quello di aver ripescato e risvegliato i sentimenti racchiusi nella musica, troppo spesso dimenticati nella società moderna e, nel farlo, hanno anche dimostrato che la produzione musicale oggi più che mai è alla portata di tutti. Un esempio lampante è il pezzo “Stop” su Donuts. Campionando “You’re gonna need me” di Dionne Warwick con un sampler Boss SP 303 (circa 300 $ il valore di mercato) durante la degenza in ospedale, J Dilla non ha concepito nulla di veramente nuovo o inedito che dir si voglia, ha però forgiato un pezzo “a sua immagine e somiglianza”, facendosi guidare dalle emozioni che in quel preciso istante quel brano ha fatto nascere in lui, amplificandone il potere evocativo.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
J Dilla - The New
FROM THE ALBUM:
(produced by J Dilla)
DONUTS (2006)
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Flyng Lotus
Samon Kawamura
Georgia Anne Muldrow
BEAT TAPES
Fit, Suff Daddy, Samon Kawamura (Ger-Jap), Mecca:83 (UK) fino a DZA (Russia) e anche lo scenario italiano, tiene il passo con il collettivo fiorentino Overnights e Digi G’alessio, il poliedrico Speaker Cenzou che, nella veste di producer “Sodo Studio”, che ha in serbo ottime sorprese, così come l’attivissimo Esa aka Funkprez, il romano Ad Bourke, il pugliese Sir Donuts. Per quanto riguarda l’Italia è in uscita nel mese di maggio in free download una compilation di beatmakers italiani, dal titolo We Dig, 31 sono i produttori (The Next One, Oyoshe, Giò Lama, Sonakine, Mastafive, Dj Mbatò, Ffiume, Digi G’Alessio, Gsq, Esa Aka Funkprez, Biga, Sodo Studio, Colossius, Major Soul, Dottor Nove, Bonbooze, Kappah, Bainmass, F.Thoro, Tony Madonìa aka 70N1, Johnny Boy, Avatar, Fulvio Kami, Sir Donuts, Berto Beats, Irhu, Freshbeat, N2nell, Papa’Illo THC, Joseph Josta Seu, Gico) che si ritrovano nella filosofia del “diggin’” e che applicano in maniera del tutto personale quanto detto fin qui, dimostrando che la scena italiana per quanto riguarda il beatmakin’ è più ricca di come appare. Ospite illustre del progetto è The Next One ed il tutto è organizzato dai Bluesteady Triptik: trio di produttori salentini formato da Irhu, Gsq e Bonbooze, ma conosciamoli meglio...
Mecca:83
Mr.Dibiase
Suff Daddy
I beatmakers odierni hanno un approccio istintivo per ciò che riguarda il processo di creazione musicale, chiusi nell’intimità del proprio studio, senza cadere nelle convenzioni dettate dal main stream, hanno creato nel tempo un nuovo genere, sicuramente eclettico e multidimensionale, che si muove parallelamente agli altri, in cui il campionamento e la sintesi sono di certo i mattoni fondamentali ma è altrettanto vero che questi due concetti sono in continua ridefinizione grazie alle infinite possibilità tecnologiche; basterebbe guardare un paio di video del compositore italiano Diego Stocco per capire che i confini della ricerca del suono non sono tracciabili in maniera netta. Ciò che accomuna beatmakers come i californiani Sa-Ra, Georgia Anne Muldrow e suo marito Dudley Perkins aka Declaime, Mr.Dibiase o il canadese Elaquent è il ricercare sonorità calde, batterie con swing derivato dal Jazz, spesso terzinate, bassi grassi e acidi ma sempre ritmici, morbidi e sensuali fino ad arrivare alle derive Elettro-Jazz, Brokenbeat e Downtempo più estreme rappresentate dal collettivo “Brainfeeder” che conta al suo interno artisti come Flying Lotus, Tokimonsta, Ras G, Teebs. Il panorama europeo non è certo povero di talenti dai francesi Onra, Quetzal e 20Syl (Hocus Pocus), ai tedeschi Comfort
SAMPLE: HALICTE GUN BATISI ARTISTA: MOGOLLAR ALBUM: ANADOLU POP (1971)
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SAMPLED: WELCOME 2 DETROIT ARTISTA: J DILLA ALBUM: WELCOME 2 DETROIT (2001)
BLUESTEADY TRIPTIK
C
KIAVE
ome produttori stanno insieme dal 2009 (dal ‘99 come Breakers e Mc’s), sviluppano le loro idee con 2 Akai MPC 2500 un Akai MPC 1000, 2 Roland SP 404, un synth Microkorg e di rado si appoggiano a software multitraccia nelle fasi creative. La principale fonte di ispirazione sono sicuramente i vinili, di ogni genere e provenienza, datati dal 1985 in giù, da cui trovano tutto il materiale di cui hanno bisogno: dalle batterie ai riff di basso, voci, cori, arrangiamenti completi, atmosfere, sonorizzazioni, skit, discorsi, ecc... Si potrebbe pensare che si tratti di una semplice attività copia-incolla, tuttavia il principale intento è quello di plasmare il suono e renderlo diverso enfatizzando ciò che ad un primo ascolto appare nascosto. In questo processo i campionatori sono macchine fondamentali, rendendo semplice per un orecchio allenato trovare il groove vincente o miscelare suoni dalle più diverse genesi. Il difficile sta a monte, nella scelta del disco, dal sample su cui lavorare alle drums. Bluesteady campiona il Soul, Funk, Blues, tutta la Black Music, attitudine che deriva da solide radici che affondano nell’Hip Hop, cultura che ha ormai dato ai tre il “modus operandi” non solo nella produzione musicale, ma anche nella vita. L’influenza di questa cultura è evidente, Bluesteady non si ferma all’apparenza delle cose ma ama scavare fino in fondo ad esse per conoscerle a pieno e, soprattutto, il trio ha compreso, attraverso l’Hip Hop, che la musica non può essere racchiusa in compartimenti stagni o etichettata per genere, perchè se da un disco di musica thailandese ne viene fuori un classico “boom bap”, allora vale la pena sperimentare nuove sonorità e ambienti, anche lontane da quelle in cui si è immersi tutti i giorni, una filosofia senza recinti e paletti. Nel 2011 Irhu, Gsq e Bonbooze si ritrovano sovente in studio a produrre strumentali senza badare all’orologio, anche 12 ore di fila! Ognuno porta il proprio campionatore e le proprie cuffie. tuttavia a causa di questa smania produttiva non trovano la lucidità necessaria per scegliere un po’ di tracce e dar vita a un album perché i beats prodotti divengono subito ‘’vecchi’’ alle orecchie dei tre. Nel frattempo è passato quasi un anno dall’uscita della loro prima fatica “Awake Beats Vol.1”, perciò ad un certo punto del loro percorso decidono di fare rotta verso terra e attraccare, per far uscire dai loro Akai, un album ex novo. Così é nato “Journeying”: un progetto di 12 tracce più una bonus track che racchiude proprio questo principio di continuo cammino, ricerca giornaliera, di costante voglia di ritrovarsi assieme e mettersi in discussione magari distruggendo ciò che si è fatto la sera prima e ripartendo da capo, se necessario. Per dare un punto di partenza al loro vagabondare tra i samples hanno voluto inserire il primo brano coprodotto come Bluesteady Triptik, la bonus track Space Job: una personale versione di “Space is the place” di Sun-Ra, traccia che vede la partecipazione dell’amico e conterraneo Matteo Bortone, bassista italiano naturalizzato francese, attivo nel panorama Jazz in
vari contesti, con la sua band “Oxyd”. La scelta dei campioni, fondamentale per dare al progetto un sound che rappresentasse a pieno il punto in cui si trovavano, “le coordinate della rotta”, è caduta sui classici: Roy Ayers, The Meters, Four Tops, Jackson Five, Diana Ross, Sade, tagliati e riassemblati in un puzzle del tutto originale. Ognuno dei componenti Bluesteady Triptik ha uno stile a sé stante e riconoscibile, che tuttavia si completa e si intreccia con quello degli altri. Le batterie Funk, taglienti e sincopate di Bonbooze vengono addolcite dal Soul/Jazz di Irhu, mentre Gsq aggiunge al tutto un’ambientazione spaziale e onirica allo stesso tempo. Le drums forti di una massiccia compressione fanno ciondolare il collo mentre i bassi invadenti ma soffici introducono l’ascoltatore in una dimensione ovattata, in cui i loops sono costruiti per evolversi con l’andamento del pezzo e non per ripetersi uguali nel tempo, grazie anche all’utilizzo di suoni “fatti in casa”, che hanno anche la funzione di trasportare chi ascolta in posti differenti come tappe di un viaggio, appunto. La cura e la completezza dei particolari in ogni pezzo fanno si che ogni traccia sia un micromondo, un racconto che ha un inizio ed una fine, si ha la sensazione di vivere una storia, che cambia a seconda di chi è in ascolto. È proprio questa caratteristica introspettiva che lascia libera interpretazione nell’ascoltatore a imprimere ad ogni beat una potenza emotiva tale da non rendere necessaria la presenza del Rap. Un album in grado di parlare da sè senza nessuno intervento parlato, che ne interromperebbe la dinamicità e ne deformerebbe l’anima. I fanatici del Rap vogliosi di ascoltare liriche, saranno soddisfatti dalla bonus track che vede al microfono Gsq e Bonbooze. Un lavoro di ampie vedute che anticipa l’uscita di altri progetti paralleli portati avanti dal movimento Hhabitat che raccoglie dentro di se le esperienze di Bluesteady Triptik, Blackjeekous (Avatar & Nomea aka Jar’n’tune), Matteo Meta (che ha curato personalmente la parte grafica di Journeying), Berto Beats e Fulvio Kami, un gruppo di Beatmakers, Mc’s, Dj’s e grafici tutti salentini che si muovono verso un unico obiettivo: diffondere la propria musica, curando ogni passaggio della produzione, senza perdere la spinta positiva e la spontaneità propria dei momenti creativi.
ARTISTA: BLUESTEADY TRIPTIK ALBUM: JOURNEYING (2012) Contatti: www.hhabitatrecords.com
SAMPLE: IT’S A NEW DAY SO LET A MAN COME IN... ARTISTA: JAMES BROWN ALBUM: REVOLUTION OF THE MIND (1971) SAMPLED: TRU MASTER ARTISTA: PETE ROCK FEAT. INSPECTAH DECK & KURUPT ALBUM: SOUL SURVIVOR (1998)
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COLOREDSOUNDS PRODUCERS
di Michele “Lefty” Alberti
IL SUONO DI ELAQUENT NON HA CONFINI
Ci troviamo a Guelph, una città del sud Ontario in Canada, conosciuta come la “città reale”. Dista 28 km circa ad est di Waterloo e 100 km a ovest dal centro di Toronto. Siamo qui per incontrare Elaquent, un producer/dj, nato ad Ottawa, con la passione per la musica Electro/ Hip Hop, NuSoul, Jazzy, uno dei protagonisti più quotati nel panorama dei beat-tapes, un artista dinamico e, secondo noi, uno dei più creativi del momento.
E
laquent fa parte, insieme ad artisti come Ackryte, Bahwee, Chief, Evil Needle, Haruto, Joe Kay, Ta-Ku e molti altri... del roster della “Huh What and Where Recordings” (www.huhwhatandwhere.com), un’etichetta indipendente di Los Angeles, creata da artisti per gli artisti, con l’unico obiettivo di condividere il gusto per le cose che si muovono e che continuano ad ispirare la buona musica. EQ sostiene anche la home-label “Gill Breathing” di Toronto (www.gillbreathing.com) insieme a Mathematik, Es e Solar-C e la sua connessione con l’Europa avviene grazie alla collaborazione con la neo-etichetta “StillMuzik” di Parigi, nata nel 2008 (www.stillmuzik.com). Sappiamo che nasci come rapper, ma poi hai dovuto appendere definitivamente il microfono al muro, passando al beatmaking. Come è avvenuto questo passaggio? Per natura sono un tipo che sta “dietro le quinte”, ma in generale non ho mai avuto una voce convincente. Sono sempre stato più interessato a beatmaking, anche se, quando ho iniziato a rappare, non avevo l’attrezzatura per farlo. Partecipare a delle rap battle non è mai stato così naturale, ma per fortuna trovai una versione demo gratuita di Fruity Loops e, all’età di soli 13 anni, imparai ad usarlo. Nella tua musica si sente una certa appartenenza al mondo Hip Hop, infatti ritroviamo suoni che ci riconducono allo stile di Jay Dee e Pete Rock. La tua bravura è quella di saper miscelare, con grande innovazione, vari stili e generi musicali. Riesci ad unire la profondità del Soul con la modernità dell’elettronica, creando atmosfere davvero originali. Quali sono i le tue influenze e come definiresti la tua musica? Molte delle mie influenze, che hanno contribuito alla mia crescita, arrivano da Dilla e Pete, ma ero un grande fan anche di Dj Premier, Erick Sermon, Madlib, ecc... Ultimamente, le mi ispirazioni partono dalla scena dei beat-tapes. Alcuni di loro sono anche miei miei amici, come Dibia$e, Sunclef, Evil Needle, Ta-ku, Devonwho, Knxwledge, Flying Lotus, Onra, solo per citarne alcuni. La mia musica si rispecchia in tante cose ed incorpora suoni diversi tra loro, potrei definirla “Forward-thinking Hip Hop” o semplicemente “Future-Soul”. La tua passione per le console e i videogames ha influenzato questa tua personale attitudine? I videogames in realtà hanno caratterizzato gran parte della mia infanzia. Da ragazzino trascorsi innumerevoli ore al Gameboy, Nintendo e Sega Genesis. Le colonne sonore di questi giochi mi hanno sempre colpito ed ogni volta che
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SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Nas - It ain’t hard to tell (produced by Large Professor)
FROM THE ALBUM:
ILLMATIC (1994)
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PRODUCERS
ne prendo ispirazione per qualche beat, sembra di ritornare bambino. Oggi possiedo una Xbox 360, ma i classici giochi a 8-bit avranno sempre un posto nel mio cuore! Al di là della nostalgia, mi piace mescolare suoni retrò con altri strumenti, trovo sia un bel contrasto. Qual’è l’ingrediente principale che un buon producer deve avere per ottenere più visibilità in questo momento? Sicuramente la pazienza. Molti produttori, o aspiranti tali, pensano di produrre musica ed ottenere subito dei risultati, ma questo è molto raro che accada. La fama e il successo non arrivano dal giorno alla notte. Persone come Flyng Lotus hanno dovuto aspettare anni prima di avere il successo che hanno ora. Se avrete pazienza e volontà di progredire i risultati arriveranno. Penso che dovrei prendere il mio stesso consiglio... ahhahahhaha! Secondo te il futuro dell’innovazione musicale fino a che punto si spingerà e con quali mezzi? O servono delle regole? La musica dovrà continuare ad evolversi. Era difficile prevedere come negli anni ‘90 si stava evolvendo, ma è successo. C’è una vasta cultura di sperimentazione all’interno della scena beat, spero che un giorno possa abbracciare anche il mainstream. Sarebbe fantastico sentire cantare Justin Bieber su di un beat di Samiyam o sentire cantare Miley Cyrus su di un disco di Daedelus, non sarebbe più interessante? Ci sono molti artisti lungimiranti a Los Angeles, ma negli ultimi anni, vedo la scena crescere in altri luoghi, che ispirerà una maggiore creatività. Credo che la musica sarà in grado di crescere e rinnovarsi solo se la maggior parte delle regole verranno trasgredite. Direi che l’unica regola è pensare con la propria testa e, naturalmente, non rubare idee altrui.
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Cinque dischi che non mancano mai durante la selezione di un tuo dj set... Hmmm... Bella domanda! Anche se non faccio molti dj sets, direi: “F*ck the Police” di Jay Dee, “Sir Bang” di Madlib, “Fall in Love” degli Slum Village, “C.R.E.A.M.” dei Wu Tang Clan e “It Aint Hard to Tell” di Nas. Il fenomeno delle strumentali negli ultimi anni si è davvero sviluppato molto, sopratutto nei Paesi del nord europa. Quali sono le differenze sostanziali tra gli States e L’europa nel mondo dei “Beat Tapes”? È difficile fare un confronto tra l’Europa e gli Stati Uniti, dal momento che non sono ci sono mai stato per verificarlo in prima persona. Tuttavia, ho notato che i fans europei sembrano più riconoscenti ed entusiasti che da noi. So che una grossa percentuale di gente che mi segue risiede in Europa e questo mi fa pensare che la scena europea sia mentalmente più aperta rispetto al Canada e nella maggior parte degli Stati Uniti, al di fuori della California. So che molti dei miei produttori preferiti come *Suff Daddy, fLako, Eric Lau, Dorian Concept, Rustie, *Hudson Mohawke, ecc.., vengono a suonare e sono piuttosto attivi da quelle parti. Le immagini dei tuoi progetti hanno sempre un filo conduttore artistico e creativo, a dir poco geniale! Come nascono le illustrazioni delle tue covers? La mia musica è per lo più fatta di atmosfera, di sensazioni e umori. Ho sempre pensato che il suono sia di grande impatto sugli elementi visivi. Non ho mai selezionato le immagini prima di completare un album. Normalmente l’ho sempre fatto ascoltare all’artista dopo averlo chiuso, per fargli capire meglio lo stato d’animo e la direzione che ho voluto dare. Sono un grande fan di grafiche in generale. Con alcuni albums memorabili, si riesce ad intuire la musica solamente dalla copertina,
senza ancora averlo sentito. Ho prodotto una serie di beat-tapes chiamata “In Colour”, basata sull’idea di abbinare suoni e colori. Così, ho sempre cercato di collaborae con una squadra di artisti che dessero un tocco artistico alle covers, comprendendo al volo quello che volevo trasmettere, senza bisogno neanche di spiegarlo. Un saluto va a Frans, Cheez, Marwan, Varan e 96. I colori hanno sicuramente un significato ben preciso e influenzano continuamente la nostra vita e il nostro umore. Ogni sfumatura corrisponde ad un sentimento diverso e contrastato. Da cosa nasce la tua passione per i colori e qual’è quello a cui ti senti più legato e che ti rappresenta di più? Onestamente ho cercato di non pensare troppo al concetto grafico durante la lavorazione di un disco. Non posso dire che c’è un colore in particolare che mi rappresenta di più, dal momento che gli stati d’animo e i sentimenti cambiano spesso a seconda di ciò che sto facendo in quel momento. L’idea dei colori è nata per trovare un espediente intelligente, o un concetto, che legasse il tutto. È sempre stato qualcosa che avevo pensato inconsciamente, ma che non avevo mai cercato di definire. Devo dire che sono rimasto sbalordito anchio del risultato, meglio di quanto pensassi Quali sono i prossimi progetti in lavorazione? Ora che il nuovo album “The Scenic Route” è fuori, il mio obiettivo è per lo più promuverlo al meglio. Ho fatto alcune collaborazioni su diverse compilations e farò un paio di registrazioni con altri produttori. Con Mr. Brady abbiamo deciso di lavorare ad un altro EP verso la fine dell’anno e poi sto ancora facendo un disco con Bhon. Tutto quello che so è che sentirete un sacco di musica da qui in poi... Spero di avere la possibilità di portare in giro lo show e viaggiare un po’, trovando l’ispirazione per i prossimi progetti.
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Suff Daddy
nde preferite o, le sue beva nte” in tedesc sseldorf (la sa Dü pe a e to er “b ciu es “Suff” significa ff Daddy è cr Su uppo prey. gr ra o ue su nq Il e Ta p anni ‘90. Ho p Hi sono Pilsetten la o da Quasind erk), ascolta rlino, ispirato città dei Kraftw trasferisce a Be ur Earth, Si Fle s. e, lic iss ho dd ka i Al Miles Bonny, O r ferito erano gl pe e Diaries”, ar in or G lav he Inizia a e molti altri. “T a eg m moto e Jaylib. y, Jim Flo a, con Miles Bonn lock Dilemm Retrogott, Mor quale collabora il n co tto bu di de è il suo album ariama. Earth, Mar e M Dunloop, Fleur com p. am dc an .b dy www.suffdad te.com www.mpmsi
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ARTISTA: ELAQUENT ALBUM: THE SCENIC ROUTE (2012)
Hudson Mohawk e
Ross Birchard (19 86) in arte Huds on Mohawke co come Hudson Mo nosciuto anche o HudMo, è un gio vanissimo Dj/produ ca elettronica pro ttore di musiveniente da Glasgo w, in Scozia. Huds affiliato al collettiv on è un artista o inglese LuckyM e (www.thisisluckyme Nel 2009 firma pe .com). r la Warp Records e pubblica “Butter” di debutto. Gli si att , il suo album ribuisce al suo stile di vura nel Turntablism produzione una pre coce bra. www.hudsonmo hawke.com
Contatti: elaquent.bandcamp.com facebook.com/elaquent
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DONALDD PIONEERS
Traduzione a cura di Matteo Smogone Benacchio - Supervisor traduzione Leva57
EACH ONE REACH ONE TO TEACH ONE
Sono stato colpito dall’Hip Hop alla fine degli anni ‘70 dopo essere stato testimone di un party di DJ Kool Herc. Il posto era il 129 Park nel Bronx e vedere queste casse giganti una sopra l’altra, gli amplificatori, i crates piene di vinili e come i 2 giradischi venivano utilizzati era una cosa incredibile per me...
L
a musica che suonava mi ha ipnotizzato, perché non era la musica che la radio passava ogni giorno, erano canzoni funk con i breaks. “Apache” degli “Incredibile Bongo Band” diventò il mio pezzo preferito e dopo aver visto alcuni b-boys ballare anche io iniziai. Il mio amico Dre Ski mi parlò di questa jam con Dj Disco King Mario al 123 Park: quella jam avrebbe poi cambiato il mio percorso nell’Hip Hop. Dopo aver visto Busy Bee Starsky spaccare al microfono smisi di ballare per dedicarmi alle rime. Un mio amico d’infanzia chiamato Easy AD sarebbe diventato il mio compagno di rime e fu così che creammo il nostro gruppo chiamato The As Salaam Brothers anche insieme a DJ Rashid. Il gruppo non durò molto e Easy AD diventò un Mc dei Cold Crush Brothers. C’erano gangs come i Black Spades, Peace Makers, Savage Skulls e altre ancora che controllavano le strade di New York, il leader dei Black Spades che sarebbe stato poi conosciuto nel mondo dell’Hip Hop con il nome di Dj Afrika Bambaataa vinse un viaggio in Africa e al suo ritorno nel Bronx aveva una visione diversa della vita, voleva organizzare questi Meeting of the Minds con tutte le gang di strada per convincerli a posare pistole e coltelli per fermare la violenza. L’immagine negativa della periferia poteva adesso essere trasformata in un’immagine più positiva dove la musica era l’ingrediente chiave e la maggiorparte dei membri appartenenti alle gangs divennero Djs, Mcs, B-Boys e Writers e avrebbero poi contribuito alla nascita dell’Hip Hop. Sono diventato successivamente membro della Universal Zulu Nation e feci coppia con DJ Afrika Islam, figlio di Bambaataa, e con Dj Jazzy Jay, Dj Superman e gli MC Kid Vicious e El Jay. Ci conobbero in tutta New York come The Funk Machine, una delle migliori crew della fine degli anni ‘70. Il contatto diretto con i miei maestri Afrika Bambaataa e Afrika Islam incorporò in me la conoscenza, la saggezza e la comprensione che mi portarono non solo ad essere uno Zulu King ma anche un leader, e sarei stato uno fra i molti che avrebbero avuto un ruolo guida nel grido di battaglia per la pace, l’unità, l’amore e il divertimento di Bam. Diventai anche parte del programma radio “Zulu Beat” di Afrika Islam dove facevo l’Mc che infuocava gli ascoltatori con rime in diretta; tutto questo mi portò a diventare un artista da studio e feci coppia con Dj Chuck ChillOut sotto il nome “The B-Boys”, poi si aggiunse Mc Brother-B. Avremmo così registrato alcuni classici dell’Hip Hop come “Two Three Break”, “Rock The House” (une delle voci più campionate della storia della musica), “Stick Up Kid”, “Girls”.
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SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Das Efx - Real Hip Hop
(produced by Dj Premier)
FROM THE ALBUM:
HOLD IT DOWN (1995)
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PIONEERS
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Different Roots
rata ha organizzail Balletto di Mace t”: ree St the rni 1, 2 e 3 on p Marche nei gio “Different Roots ernazionale Hip Ho int chi di worst ric nte rni Co gio tre mo to il pri o (MC). Sono stati ian ss ca i di spicco nte gg Mo na a Giugno 2012 nno visto perso nce battles che ha Bambaada ika oli, ac Afr ett me sp , co ps ale ksho nale e Internazion zio Na é, Cima, p ey Pr Ho rd, Hip ha a Liz della scen ery, Tony Santos, mb Be s Gu , Sly taa, YNot, Sally , Oxroc e tanti altri! Mastafive, Leva57 ots.net www.differentro
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Nel 1985 feci un viaggio a Los Angels con Dj Afrika Islam dove conobbi Ice-T e di nuovo, dopo questo incontro, il mio percorso nell’Hip Hop cambiò quando nel 1988 decisi di trasferirmi lì. Volevamo unire alcuni DJs, MCs, music producers, B-Boys e Writers della East e della West Coast per formare il collettivo The Rhyme Syndacate. Io fui il primo MC/artista da registrazione conosciuto di New York a creare un ponte che permettesse a molti MCs di New York di colmare il gap fra le 2 coste. Volevo registrare il mio primo album intitolato “Notorious” per la Sony e vedendo come il crack stava distruggendo le comunità, gli amici e le famiglie provai a fare qualcosa per provocare un cambiamento attraverso le mie canzoni “F.B.I” (Free Base Institute) e “C.I.A” (Crack In America). Le gang di strada erano il problema maggiore a Los Angeles oltre che in altre città della California; il crimine, le droghe erano sempre sui titoli dei giornali. Gli omicidi a causa dei vestiti rossi o blu che indossavano I membri delle gang portarono noi Zulu Kings a formare il chapter della Universal Zulu Nation. Volevamo aiutarli ridirezionando il tempo e la mente dei giovani in progetti più creativi e produttivi. Con i miei fratelli Afrika Islam, Bronx Style Bob, Gordy B, Troy, Caz, Ice-T, Ash, Fareed, WhipperWhip abbiamo portato pace, unità, amore e il divertimento quando aprimmo il “Water the Bush Night Club” che poi cambiò il nome in “United Nations”. Non c’era solo musica, riguardava molto di più la cultura e l’atmosfera, non c’erano dress codes e la conoscenza che diffondevamo in altre parole non era che l’amore dell’Hip Hop. La porta era aperta ai ricchi, ai poveri, nessun problema di colore o razza, il nostro groove smuoveva il posto e le persone se ne andavano con il sorriso. L’Hip Hop mi ha fatto viaggiare in tutto il mondo e questo mi ha portato a conoscere tutti i chapter europei e asiatici della Zulu Nation e a ideare nuovi progetti con i miei Zulu Kings e Queens. Adesso che vivo in Europa sono ancora un membro attivo della cultura Hip Hop e della Zulu Nation, la mia lotta si basa sul portare la vera forma d’arte dell’Hip Hop: insegno le origini della storia dell’Hip Hop nelle scuole, nelle università e nei centri per i giovani e ancora adesso registro e produco musica; ho anche dei progetti in uscita con The B Boys, Bronx Syndicate con Dynamax, e il mio EP con Lenell Brown. Ho la grazia e la fortuna di essere parte di una grande famiglia che fa musica, arte e danza e che è diventata un fenomeno mondiale. Lo slogan di Donald D sarà sempre “each one reach one to teach one”… Peace! Contatti: www.facebook.com/donalddbronx twitter: donalddbronx
il nuovo album • coming soon • seguici su:
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INSTRUMENTALIST PRODUCERS
di Michele “Lefty” Alberti
LA MUSICA NON HA PIÙ STONATO DA QUANDO C’É: ZO!
Nato e cresciuto nell’area di Detroit, Lorenzo Ferguson, meglio conosciuto come Zo, ha sempre respirato musica fin dai primi anni di vita. La sua famiglia lo ha sempre spinto ed incoraggiato ad amarla e lo costrinse, all’età di 6 anni, a prendere lezioni di piano. Una scelta che disprezzava perché il suo sogno era quello di diventare un affermato giocatore di baseball della Major League. Dopo qualche tempo iniziò ad appassionarsi da autodidatta e, all’età di 11 anni, sapeva già suonare perfettamente il piano ad orecchio. Nel 1992, dopo che i suoi genitori gli regalarono una tastiera Proteus MPS ed un sequencer Brother PDC100, fece la sua prima produzione. Da allora il suo stile ha sempre caratterizzato l’uso del pianoforte come strumento principale, ma inserendo anche parti di chitarre, bassi e batterie suonate dal vivo, classificandolo come un vero e proprio musicista.
D
se non ero ancora in vita durante il periodo a metà degli anni ‘60, quando gli artisti erano “macchine da hits”, ho un profondo apprezzamento per quello che i Funk Brothers facevano musicalmente per l’etichetta. L’unica realtà che poteva competere con la Motown era la Stax Records. I miei ricordi sono tutti collegati direttamente a mia madre, che ascoltava le canzoni dei Temptations, di Marvin Gaye, di Stevie Wonder in casa per tutto il giorno. Questa musica ha contribuito alla mia formazione, sono stato allevato a “pane e Motown” fin da bambino, così tanto da diventare una parte di me.
La tua musica prende ispirazione dal periodo più prolifico della storia mondiale: quello della Motown Records e dei tempi d’oro della “Blue Note”, un enorme traguardo per la comunità afro-americana. Quali sono i tuoi ricordi dei tempi e cosa vuoldire oggi suonare con l’aggettivo “Motown”? Per me la Motown rappresenta più di una casa discografica o di un’epoca, è come sentirsi a casa. Sono nato e cresciuto nella zona di Detroit e mi è stato introdotto il suono Motown già in tenera età dai miei gentitori. Anche
Come nascono le tue collaborazioni e cosa ti ha spinto a lavorare con determinati artisti? Raccontaci come sono nate le produzioni dei progetti “...Just Visiting” e la scelta delle collaborazioni... Nel caso di “...Just Visiting” le collaborazioni sono nate in modo molto semplice. Ho cercato di abbinare il tono vocale del cantante originale. Per esempio, non avrei mai chiesto ad Anthony David di cantare una canzone che è stato originariamente cantata da El DeBarge, non avrebbe avuto senso visto che Anthony ha naturalmente un tono molto più profondo... ma gli ho proposto di rivisitare una canzone di Barry White, così funziona!
al 2001 al 2005 produce parecchi albums strumentali e remixa diversi tracce, facendosi conoscere dal grande pubblico, sopratutto dai veri intenditori di buona musica. Collabora con numerose voci della NuSoul come *Darien Brockington e *YahZarah e artisti “cult” di Detroit come Slum Village, Finale, Asylum7, Kev Brown, Platinum Pied Pipers (Triple P), Little Brother... ed è proprio con quest’ultima collaborazione che nasce un vero sodalizio artistico, prendendo parte integrante del collettivo “The Foreign Exchange”, fondato dall’incontro di Phonte e il produttore olandese Nicolay, di cui fa parte anche il rapper Median. Il tuo talento, oltre ad essere un dono, è sicuramente un predisposizione naturale, ma anche una conoscenza fatta di studio, ore di lavoro e grande impegno, di sacrifici e molta costanza. Quali sono stati gli ingredienti principali che ti hanno fatto crescere e far diventare quello che sei ora? Il primo passo è stato grazie alla mia curiosità, volevo saperne di più e non restavo mai di nello stesso luogo, ma sono sempre andato alla ricerca di posti creativi, che in qualche modo, mi ispirassero musicalmente. L’apprendimento continuo, lo studio e lo stretto contatto con artisti di talento nelle vicinanze, con cui avere una “competizione amichevole” mi hanno dato la spinta a migliorare sempre di più. Sono ancora in crescita, non crediate che io sia arrivato, c’è tanto lavoro da fare...
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Oltre ad essere un grande musicista, sei anche un collezionista di dischi? Quali sono i cinque brani della storia che un musicista dovrebbe conoscere a memoria? Qualunque canzone ha un valore sentimentale per qualcuno, io non posso parlare per altri musicisti, ma nel mio caso i cinque brani sono: “Sir Duke” di Stevie Wonder “All The Way ‘Round” di Marvin Gaye “Misdemeanor” di Foster Sylvers (al basso) “Impossibile Hide Love” degli Earth, Wind & Fire “Human Nature” di Michael Jackson Ogni nota mi riporta in qualche modo alla mia infanzia, mi ricorda la casa dove sono cresciuto, dove la grande musica veniva considerata in modo coerente.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
MJ - Human Nature
(produced by Quincy Jones)
FROM THE ALBUM:
THRILLER (1982)
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PRODUCERS Come e quando è avvenuto l’incontro con Phonte e il sodalizio artistico con The Foreign exchange? Ho incontrato Phonte dopo uno spettacolo nel Michigan, intorno a settembre del 2005. A quel tempo avevo appena pubblicato “Re: Definition”, che conteneva due suoi remix che ho fatto e, attraverso la rete, sapevo che li aveva ascoltati. Quindi, volevo solo presentarmi come il tizio che ha prodotto musica per lui. Quando ci siamo incontrati, mi disse: “so già chi sei, ho il tuo album nel mio iPod”... Da lì in poi ci siamo scambiati informazioni, tenuti in contatto e un paio di mesi più in là abbiamo iniziato a lavorare insieme per la versione di “Steppin’ Out” uscita nel 2006. Dopo di che mi disse che voleva che io prendessi parte della performance live dei Foreign Exchange. Così verso la fine del 2008 mantenne la sua parola e mi chiamò per partire in tour.
“L’apprendimento continuo, lo studio e lo stretto contatto con artisti di talento nelle vicinanze, con cui avere una competizione amichevole, mi hanno dato la spinta a migliorare sempre di più” La tua passione per gli eighties è ormai assodata riproponendo diverse covers di brani storici come “africa” dei Toto e “Take on me” degli a-Ha. Nel 2008 produci insieme al talentuoso Phonte l’album “Zo! & Tigallo Love the 80’s”. Da dove nasce il tuo amore per il suono degli anni ‘80 e quanto ha influenzato la tua musica? Beh, sono nato nel ‘78, ma l’80 è stato il decennio in cui sono cresciuto... in modo naturale l’influenza parte da lì. La musica degli anni ‘80 è stata divertente e molto sperimentale. Allo stesso tempo, alcuni gruppi, hanno modernizzato l’arte del song-writing. Quando creo, voglio portare un elemento libero e sperimentale alla musica e credo che l’attitudine degli anni ‘80 sia un modo per “uscire dalle righe” ogni volta che ne sento il bisogno.
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on t g in k c o r B n ie Dar
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riva Il suo nome de Nord Carolina. l fatti da In te ”. ne ien tie en writer prov ui che man Singer e song esignifica “Col o di vita ch tiv a iet ian ob rs o pe su la l ro ne de e da un’antica pa sia l’incarnazio rietà di influenz e il suo nome stile ha una va o su vin Il Darien ritiene ch ar . M ica da us e al Soul, della sua m l Rock all’ R&B l’oped è l’essenza l Jazz, passa da rien ha avuto ne Da e . nd ht fo nig si li: cK M ian musica Little Br a h, ra no fi za , Vandross voli come Ya Gaye a Luther ti davvero note oul Surtis “S ar to n et co og e pr ar al or do y portunità di lav ck, partecipan ltro “Somebod ra con Pete Ro critica è senz’a lla ne da Brother, collabo o zio at ra m bo etto più accla 2006, in colla vivor II”. Il prog pubblicato nel dal sucum di esordio, alb colay, seguito o Ni su il da ”, to ve ot od to Lo pr at. Eric e r fe ” he ht ot i Little Br uld be the nig con Phonte de ll’album da Zo: “This co da to tto ot tra od , pr oh lo Big Po cesso del singo on & Rapper rien Brockingt Roberson, Da l 2010. “SunStorm” de rockington .com/DarienB ok bo ce .fa w ww
Secondo te ci sono differenze sostanziali, magari di tipo socio-culturale, tra la musica fatta in america e quella europea? Come vedi il mercato discografico di oggi? L’approccio tra America ed Europa è differente, non si riflette soltanto nella musica, ma anche per il fatto che i cittadini europei sembrano apprezzare più la cultura e le forme d’arte in generale. Sono stato sicuramente in grado di distinguere la differenza durante i tours ccon The Foreign Exchange, Kokayi e Sy Smith, che mi hanno portato a Londra, Parigi, Amsterdam e Colonia. La gente durante i concerti era totalmente “fuori controllo” e ho apprezzato molto l’entusiasmo. Questo rispetto per l’arte l’Europa l’ha sempre dimostrato, anche in passato. Molti dei nostri artisti pionieri del Jazz americano, sono venuti in tour per mesi in Europa per guadagnarsi da vivere, per poi tornare negli Stati Uniti ed essere trattati come quasi cittadini di seconda classe. Quindi la buona musica è sempre stata riconosciuta nell’Unione europea e questo mi gratifica molto... Quali sono i progetti in cantiere e con quale artista ti piacerebbe collaborare in futuro? Sono concentrato sul mio nuovo progetto solista che sarà disponibile verso la fine del 2012. La mia lista di “collaborazioni da sogno” è lunga: mi piacerebbe organizzare una jam session con Stevie e Prince, ma per quanto riguarda la registrazione in studio, mi piacerebbe lavorare con Faith Evans, sono sempre stato un suo grande fan, mi piace la sua voce e le sue armonie, oltre all’abilità di scrittura, credo che insieme saremo in grado di fare sicuramente della buona musica!
ARTISTA: ZO! ALBUM: ...JUST VISITING THREE (2011)
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YahZarah
Dana Williams, in arte YahZarah (il cu i nome significa “R un omaggio alla no egina Madre”, nna defunta del Gh ana) nasce a Wash fa irruzione nell’in ington DC e dustria della music a dopo aver canta Erykah Badu. Dopo to in tour con aver scelto di prose guire la sua carrie sta, pubblica un pa ra come soliio di albums indipe ndenti nei primi an Me” e “Black Star” ni 2000: “Hear . Subito viene no tata e la sua mu come la “figlia” di sica battezzata grandi artisti come Tina Turner, Princ George Clinton, Mi e, Chaka Khan, nnie Riperton. Ha continuato a studia a farsi strada me re musica e ritandosi di condivid ere il palco con art di Stevie Wonder isti del calibro e Anita Baker, ha aperto molti altri sp Earth Wind & Fire, ettacoli, tra cui Musiq Soulchild, Flo etry e R.Kelly. Nel per la +FE l’album 2010 pubblica “The Ballad of Pu rpl e Saint James”. www.whoisyahz arah.com
Contatti: www.zo3hree5ive.com www.theforeignexchangemusic.com
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SLAM POETRY FOCUS
di Massimo “Strike” Biraglia - ph. Giada De Nigris
IL CONCETTO DI POESIA CHE CAMBIA...
Matteo Buratti, colto autore Bolognese, laureato in Lettere Moderne e specializzato in Linguistica italiana e civilta’ letterarie, ha all’attivo già una pubblicazione, la raccolta di poesie “Di passione chimica”, questo suo nuovo lavoro sorpassa la semplice definizione di poesia, e diventa un lavoro che va anche oltre il concetto di musica, “S-Trip Poetry” è uno stimolatore di pensieri e sensazioni, con il linguaggio della Slam Poetry, la poesia di strada, interpretata da alcuni dei maggiori esponenti della scena rap nostrana come Caneda, Marracash, Gue’ Pequeno, Co’Sang, Rischio, Royal Mehdi, Ricardo Phillips, Aban, e Shablo. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta insieme all’autore. Cosa ti ha spinto a questa differente forma di espressione? e come sei venuto a contatto con la realta’ del rap italiano? La mia prima forma di scrittura è stata il writing, poi è stato meglio cominciare a scrivere sui fogli, visto che ero un po’ scrauso con gli spray in mano! Correva l’anno 1992/93, e Bologna era quella subito dopo l’Isola Posse, e delle prime cose dei Sangue Misto. Da allora, salvo un periodo di allontanamento in cui ho provato a crescere “lontano da casa”, diciamo su altri terreni, sono sempre stato in contatto con l’ambiente Rap italiano. Ricordo, non per fare il figo “Old School”, ma perché la “saudade” fa parte di me come di solito, di un portoghese o di un brasiliano, le prime edizioni della convention “Tinte Forti”, dove con il mio amico e tutt’ora ottimo writer Erik (OV crew) ammiravamo dipingere i mostri sacri come Rusty, Ciufs, Deemo, Dado, Mambo (con i quali saremo poi diventati amici), e poi la sera stessa esibirsi per le prime volte come Sangue Misto i nostri idoli Neffa e Deda. Ma allora avevano più che altro influenza di pensiero e di cannoni su di me. Di scrittura vera e propria, metrica e parola me ne sarei occupato in seguito. Come ricordo bene anche gli ultimi concerti fantastici a cui ho assistito nell’ultimo periodo, da Marra ai Club Dogo, degli amici Rischio, Royal Mehdi e Ntò e i dj set magistrali di Shablito. Insomma, dalle mie “passioni” e dei miei studi ha preso forma la mia scrittura. Sono un prodotto degli ambienti che ho frequentato, e speriamo, parafrasando Marracash, che almeno un po’ questo ambiente si lasci contagiare a sua volta e divenga, nel mio piccolo, un mio prodotto. Cosa mi ha spinto a questa differente forma di espressione? Sarò sincero. Il motivo è triplice. Il primo: dai miei studi di Letteratura Italiana Contemporanea, ho appreso che grandissimi scrittori e poeti come Edoardo Sanguineti si erano già mossi approfondendo le linee di unione fra il Rap e la Poesia. Quindi da questo ho acquistato sicurezza riguardo l’intuizione, se vogliamo. Secondo: la necessità di sperimentare una nuova forma più accattivante e commerciabile, visti i non proprio rilevanti dati, per usare una litote, di lettura di Poesia nel nostro Paese. Ma questo mai a discapito dei contenuti. Tu che hai ascoltato il progetto, puoi confermare, credo. Si legge poco, si ascolta pochino, ormai si guarda. Terzo: viste le mie esperienze pregresse, mi sembrava il modo più naturale e vicino alla mia penna/tastiera di proseguire a esprimermi in versi dopo il primo libro. E da questo esperimento “innovativo” pensavo pure a una eventuale nascita di una sorta di nuova avanguardia letteraria. Perché no? Una poesia di sogno, di viaggio fisico e psicofisico (trip e non solo), che richiama già dal titolo la Street Poetry e lo Slam, sicuramente sa più di
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presente che scrivere ancora come a fine del XIX secolo, con tutto il rispetto, come mi capita spesso di leggere… Rap, poesia e musica, com’è stato fare entrare in contatto questi mondi? Se una cosa che pensi e provi, te la dice un altro di cui sei fan, ha più occasione di attecchire, di fare presa, secondo me. Questo è un problema tutto italiano, mi sa. Purtroppo, ormai il merito e la visibilità, visto anche la scarsità d’investimento e di spinta nel settore cultura, qui te la guadagni forse se qualcuno più in alto crede in te. Comunque, è stato facile Massimo far coabitare, far coesistere queste arti. Le discipline che hai elencato, e che trovi alla base di S-Trip Poetry, sono perfettamente in simbiosi. Da sempre, Musica e Poesia. Il rap ne è l’evoluzione e il completamento, in un certo senso. Nella parola, nelle sillabe, negli accenti, nel verso e nella metrica che costituiscono il ritmo nella poesia, trovi già insita la Musica. Soprattutto il metro ha il rapporto più diretto con il ritmo, con la musicalità. Nella musica puoi trovare invece le parole non dette, e le puoi incastrare, come fanno i Rapper, farle stare a tempo, in battuta. Con il verso libero, che uso praticamente sempre, poteva risultare più difficile dare ritmo e senso al tono dei versi, ma sono stati tutti bravissimi e professionisti esemplari. Non era per nulla facile indovinare come l’avrei letta io, in base appunto al “flow” che mi passava per la testa durante la stesura di un testo piuttosto che di un singolo verso. Quando hai iniziato a scrivere questo progetto, immaginavi già a cosa saresti andato incontro o è stata un’opera in divenire? Si è modellata piano piano mentre la scrivevi? Sarò ancora sincero. Io avevo le idee abbastanza chiare, fin dall’inizio. Nel senso che avrei voluto comporre e produrre una silloge di mie poesie e arrivare ad avere in mano una sorta di album con una quindicina di testi. Non è stato facile convincere tutte le persone che poi hanno collaborato, e penso che inizialmente mi abbiano preso per un folle visionario. Shablo e Nicola Bavaro, i due produttori musicali che si dividono il disco, hanno apprezzato subito l’idea, perché essi stessi, posso azzardare, sono una commistione di generi e inoltre perché profondi conoscitori di arte. Anche con alcuni degli Mcs è stata subito intesa magica, ma nonostante questo, e anche perché abbiamo lavorato praticamente solo a distanza, è stato necessario muoversi piano piano, senza rompere troppo i coglioni insomma.
SUGGESTEDSOUNDTRACK:
Ghemon - Siccome Pioveva (musica di Ludovico Einaudi)
INEDITO
ESCLUSIVE! (20 12)
Quando ho cominciato a far leggere o a spedire i testi ai vari artisti coinvolti, penso che abbiamo cominciato ad apprezzarmi anche per il fatto che ho cercato di scrivere mantenendo versi e contenuti affini a seconda di chi doveva trovarsi a interpretarli sul beat. Tutto quanto, ad onor del vero, ha preso il via da “Come in Preda a una Vertigine Bianca”. E, davanti alla prima poesia che si legge anche reverse con senso compiuto, forse i ragazzi hanno cominciato a darmi fiducia. Alla fine, pedetemptim, ce l’abbiamo fatta a chiudere il lavoro che avevo in mente, che comunque si è anche modellato in fieri, diciamo, e in maniera abbastanza logica e naturale. Qual è stata la reazione dei vari rappers e produttori quando sono stati coinvolti nel progetto, e com’è stato lavorare con loro? Ti ho già involontariamente in parte risposto alla domanda, mi sa. Lavorare con tutti questi artisti è stato un vero onore, affascinante e difficile allo stesso tempo, per via della distanza e dei numerosi impegni che molti di questi artisti hanno, e ai quali giustamente hanno dato priorità. Stava uscendo il disco di Gue’ e in contemporanea Thori e Rocce, Marra stava scrivendo e registrando il disco nuovo, così come erano in studio al lavoro sul disco, che ahinoi purtroppo non sentiremo mai, pure i Co’Sang. Ntò è stato in assoluto quello preso meglio di tutti. Mi chiamò per congratularsi per l’idea del progetto e del testo che gli avevo affidato: “Esodo”. Si è pure prestato a fare l’attore nel video della stessa poesia, e con una grande performance, direi. Il video è uscito il 18 Aprile e lo potete vedere sul canale YouTube di Undervilla Production. La regia è del mio amico Davide Polato e possiamo vantare una super collabo a color e grafiche di Deemo. Una proposta di questo genere è decisamente coraggiosa e nuova in Italia, come pensi che verrà interpretata, e quale tipo di pubblico ti aspetti? Come ti accennavo prima, anche alcuni amici o qualche artista coinvolto nel progetto mi hanno considerato un po’ folle. Ho sentito dei “…ma ne vale la pena?”, da un paio di big. Io dico che se un testo è buono, può rimanere anche di nicchia, non essere o divenire mainstream, che rimane comunque buono. E alcuni di questi testi, non tutti, lo ammetto, sono davvero buoni. E io sono ipercritico… Tuttavia, se erano titubanti loro, figurati il pubblico. Gli intellettuali accademici e i puristi della poesia per ora non hanno considerato molto il nostro lavoro. O forse non gli è semplicemente arrivato dato che
siamo editi da un’etichetta indipendente, seppur di tutto rispetto nella Scena, quale è Relief. Invece, sembra essere bene accolto da tutta quella schiera di giovani ascoltatori e fautori del Rap italiano, che seguivano già molti dei nomi presenti fra i numerosi featuring, che sono una ventina circa. S-Trip Poetry può essere proposto su questi due canali. Sono fiducioso. Non azzardo dire che sarà un trionfo, anche per via della peculiarità stessa della cosa, ma saprà prendersi il proprio spazio e il proprio respiro. Questo mi aspetto. ascoltando “S-Trip Poetry” si viene quasi proiettati all’interno di un film, le atmosfere e i racconti sono molto scenografici e spesso scuri, ci sono pellicole in particolare che hanno ispirato i tuoi pensieri? Certo, giustissima intuizione. Le 15 poesie sono un film di genere, se vogliamo, ognuno a sé stante. Anche se ascoltando con attenzione e cognizione S-Trip Poetry dalla traccia 0 (“Inutile a questo tempo”, letta dalla voce spettacolare di Ricardo Phillips) all’ultima, ovvero “Bombing” (la più rappata e la più Rap fra le poesie del progetto, interpretata da Marracash) credo che non solo io da autore possa individuare un certo legame, un certo fil rouge che in le unisce. Dovrei citarti tanti libri e film che mi hanno ispirato, e che ho in qualche caso pure citato. Mi limito a qualche esempio. Dal film d’essai tipo “π Il teorema del delirio”, che dà il titolo alla poesia interpretata da Ntò e Luché, al B movie di Vitali-Pierino nella citazione del “+ me lo –“ ecc. (Cfr. “Buttarsi Via” feat Aban e Kique’, fuori dal volume 1, pronta per il 2. La trovate sul canale ufficiale YouTube: strippoetrychannel. Tuttavia, io non li vedo tutti questi confini, sono fatto così, mi può “ispirare” il sublime come l’impoetico. Dentro sono così, un ibrido pure io, come il progetto. Non prettamente Slam, non prettamente Poesia e non Rap. Sui binari dell’Oltre. In bilico. Questo è il bello. Qui sta il difficile… Scrivi mai con dei sottofondi musicali? se si, hai qualche colonna sonora preferita, un artista o un genere in particolare che stimola i tuoi “trip” poetici? Dipende. A volte ho davvero il bisogno di trovare “la parola scavata nel profondo”, nel silenzio, che poi è fatto di rumori, specie d’estate, di passi, di automobili e bus, di urla di televisioni o di musiche che escono dalle finestre aperte sulle vie del centro di Bolo. Dove abito siamo attaccati alla famosa Via del Pratello, Si fa presto a scavallare il silenzio. Come se non sei tranquillo dentro e non rimani concentrato, c’è sempre qualcosa che ti parla di altro o ti
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FOCUS
SLAM IL FILM
Cast: Saul Williams, Sonja Sohn, Bonz Malone, Lawrence Wilson, Beau Sia, Andre Taylor. M.B.
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Un consiglio al grande pubblico, se fossi interessato ad approfondire il fenomeno della Slam Poetry, e della poesia in generale, cosa consiglieresti? Personalmente, adoro Bukowski e Pessoa, e noto che funzionano anche fra i rappers, perché li sento citati o parafrasati in alcuni testi di rilievo del panorama italiano. Su Leopardi e la Luna nella sua poesia e nella poesia del 900 ci ho fatto la testi. Anche Camillo Sbarbaro, i Crepuscolari, i Surrealisti francesi e le Avanguardie Futuriste hanno avuto un peso nella mia formazione letteraria. Consiglio soprattutto Sbarbaro, considerato un “minore”, ma Montale per esempio imparò molto da lui. Per quanto riguarda il fenomeno della Slam Poetry, in Italia abbiamo Lello Voce e Tommaso Ottonieri, ad esempio, che a me piacciono molto soprattutto per la qualità dell’atto performativo.
“SCUSAMI SE HO FATTO DEL MIO HOBBY IL MIO LAVORO, SCUSAMI MA FACCIO I CAZZI MIEI NON GUARDO IN FACCIA NESSUNO. NON DO’ RETTA AI SAPUTELLI, NON TEMO TRANELLI, INARRESTABILE COME LA CADUTA DEI CAPELLI. SONO UN PUROSANGUE CHE CORRE SENZA FANTINO, SONO PULP, MOLTO PULP COME QUENTIN TARANTINO. QUANDO VUOI GUSTARMI VIENI PURE CHE MI TROVI E SE POI MI PROVI FISSO DOPO MI RIPROVI. PERENNEMENTE CON LA MANO ALZATA, RACCONTO LA MIA VITA DOVE DOUBLE S LASCIA LE IMPRONTE DELLE DITA...”
Brano: Dammi spazio Album: A.T.P.C. - Anima e corpo (1998) Lyrics: Rula
Il Giovane Raymond Joshua è un piccolo spacciatore, non ha grosse ambizioni, la sua vita in strada non l’ha portato lontano, ma le sue rime sono pura poesia, i suoi piedi calpestano, un po’ la libertà e un po’ la reclusione del carcere, entrambe realtà opprimenti, messo alle strette dai compagni di cella per un’accusa non vera, la sua arte gli verrà in aiuto, descrivendo la realtà con una disperata sincerità, quella che è la condizione di tutti. Il ritmo caotico e crudo del film indipendente, diretto da Marc Levin, e l’interpretazione spontanea degli attori, che recitano se stessi, ne fa un Cult del genere. Premiato a sorpresa con la Camera D’or per la miglior opera prima al Festival di Cannes nel 1998. Un’opera imperdibile e unica di Slam Poetry, fortunatamente distribuito in lingua originale e sottotitolato. Da vedere! E Ascoltare!
forvia. In ogni caso, altre volte l’esigenza del silenzio muta in un incubo pieno di paure: è in quei momenti che la creatività va stimolata lasciandosi guidare da una musica che può essere un piano di Einaudi, un notturno di Chopin ecc., come posso, ed è successo anche durante la stesura di S-Trip Poetry, lasciarmi guidare e suggerire le atmosfere e le parole direttamente dal beat, come avviene necessariamente nel Rap. Se scrivo in prosa, invece, tutto è diverso. Dall’idea che ho in mente di buttare giù, scelgo l’atmosfera musicale più adatta, quella che vedrei bene come soundtrack, insomma, e comincio a scrivere. Anche qui spazio abbastanza e senza particolari problemi fra vari generi senza “pregiudizi”, a seconda di quello che voglio al momento durante la stesura, ovviamente. Alcuni dicono che la poesia sarà l’ultima ancora di salvezza per l’Humanitas. Io scrivo uguale, anche se mi pare che siamo ancorati alla Schettino, e a volte mi prende lo sconforto, prendo la macchina, accendo lo stereo a palla, e vado. Immagazzino, poi quando riconosco il momento giusto, apro Word e pigio sui tasti.
Ma anche alcuni noti rappers si sono cimentati più o meno esplicitamente in questa disciplina. Ghemon con la sua “Siccome Pioveva”, o Marra e il suo “Albatro”. Pura poesia. Caneda in “Freestyle Zero” “Eroi” “Jessie James” “In 1 mondo perfetto” ecc. ecc. direi senza timore di sbagliare che è in assoluto l’mc italiano con più propensione e attitudine al genere Slam. Per quanto riguarda l’America, infine, avrei voluto assistere dal vivo ai reading organizzati dalla Def Jam “Poetry”, con artisti del calibro di Alicia Keys, Lauren Hill, Erykah Badu, Jill Scott, Jamie Foxx e addirittura Kanye West. Invece mi è toccato solo beccarmeli su YouTube.
ARTISTA: MATTEO BURATTI ALBUM: STRIP POETRY (2012)
“IL MIO PAESE SE NE FOTTE DI PIANTI, DI LOTTE, DI QUANTI STANNO AL FREDDO STANOTTE LO VEDO NEI PROGRAMMI ELETTORALI, NEI PROGRAMMI DELLA TELE, NEGLI INGANNI QUOTIDIANI IO LO VEDO, MAN. E BASTA APRIRE UN GIORNALE PER ACCORGERSI DI QUANTO SPORCO C’È SULLO STIVALE, MAN SINISTRA O DESTRA È UGUALE, MAN, DEVI ESSERE LEGALE PER SERVIRE UN CRIMINALE, MAN. NO, IO NON SONO COME VOI, IO NON SONO COME CAPRE...”
Brano: Il mio paese se ne frega Album: Nobiltà di strada (2007) Lyrics: Inoki
Contatti: www.strippoetry.it www.reliefrecordseu.com
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CREATIVITà di Salvatore “Dragwan” Calandra
COME INVENTARSI UN LAVORO CREATIVO Truly Design è un gruppo creativo composto da Mauro “Mauro 149”, Emanuele “Rems 182”, Marco “Mach 505” ed Emiliano “Ninja1”. Attualmente sono uno studio creativo con sede a Torino, che opera principalmente nel ramo della comunicazione, e che permette di esprimere la creatività a 360°, tramite la pittura, la grafica e l’illustrazione. Singolarmente, in parallelo, si dedicano a progetti artistici personali, dipingendo muri e tele con lo stesso spirito di quando hanno iniziato a fare i Graffiti in strada. Quando nasce il progetto TD e quando vi siete conosciuti? Truly Design nasce come crew di writers circa dieci anni fa, fondata da Mauro 149 e Rems 182 insieme a Man 23 (oggi FillStudio). Ninja1 e Mach 505 hanno preso parte al progetto rispettivamente nel 2003 e nel 2005. In realtà ci siamo conosciuti anni prima, intorno al ‘98, quando il Comune di Moncalieri (periferia sud di Torino) e i ragazzi del “Progetto Giovani” misero a disposizione i primi muri da poter dipingere legalmente. L’evento, più unico che raro, aveva riunito molti giovani writers della periferia torinese (Primo Tecniche Perfette - Ndr), creando occasioni di confronto e dando vita alle crew che ci hanno formato. Come la CAB, che abbiamo fondato anche insieme a Dragwan, aDhemo, Puck e Pixelpancho, che ormai è diventato un artista riconosciuto a livello internazionale. avete radici che provengono dal writing, quando e come è nata questa passione? Il writing è la nostra radice più profonda! Prima di esso non avevamo grande interesse nell’arte o nella grafica. Abbiamo iniziato tutti a Torino verso la fine degli anni ‘90, ognuno in un luogo diverso, ma con simili modalità. Internet non esisteva e facevamo a gara a chi riusciva ad acquistare le pochissime copie dello storico magazine AL che arrivavano in città, il resto lo abbiamo letteralmente studiato sui muri e sui treni che passavano in zona con su i pezzi dei ToT e degli OTS! Nel giro di pochi mesi il writing era già diventato un’ossessione che ci teneva giorni interi a sbozzettare, in attesa di avere abbastanza paghette da sacrifciare in spray e uscire a devastare tutto di tags e throw-ups discutibili! La
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tecnica si è affinata partecipando alle jams, conoscendo altri writers e allargando i nosti interessi nell’arte, nella musica, nel cinema e soprattutto viaggiando. Finito il liceo, la maggior parte di noi ha intrapreso studi in pittura o disegno, così nel 2005 iniziammo a dedicare molto tempo al progetto TD per gestire i primi lavori su commissione e nel 2007 nacque la società.
Volete dare qualche consiglio a chi vuole intraprendere la via del design o del writing? Per il design e la grafica in particolare, il consiglio è quello di studiare nelle scuole specializzate e di applicarsi il più possibile. Per il writing la regola è sempre la stessa: disegnare e ancora disegnare! Per il resto c’é internet!
Il writing è una compnente importante della cultura Hip Hop, ma si sa che molti writers arrivano anche Rock. Qual’è la vostra colonna sonora? Generalizzando, ci piace affermare che i TD siano per metà rappers e per metà metallari! In verità abbiamo ampie vedute in campo musicale: alcuni di noi hanno un debole per la Black Music, il Funky e il Rap Old School, ma allo stesso modo non riusciamo a privarci delle serate DnB; altri, invece, prediligono le sonorità Metal e Progressive Rock anni ‘70, ma anche loro hanno un debole per l’Elettronica. A tal proposito abbiamo persino dipinto un pezzo in cui Metal vs Rap si sfidano, reinterpretando gli stereotipi delle cover più famose!
Sicuramente avete dei momenti storici che vi accompagnano nei ricordi. Quali sono quelli che conservate più gelosamente? Abbiamo condiviso ogni momento importante della nostra vita degli ultimi dieci anni e tuttavia continuiamo a litigare su ogni cosa! Credo che sia questo che ci tiene uniti. L’esperienza ci ha insegnato a fidarci ciecamente l’uno dell’altro e allo stesso tempo a mettere in discussione ogni nostra azione. La consapevolezza di avere qualcuno che ti guarda le spalle ti permette di osare. Siete stati gli ideatori della cover di uno degli ultimi lavori dei Subsonica. Com’é nata questa collaborazione? Siamo venuti in contatto con Max Casacci in occasione di un progetto contro la privatizzazione delle acque pubbliche, un paio di anni fa. In seguito a questa collaborazione, ci è stato chiesto di studiare una proposta per la veste grafica di un audio/libro, per festeggiare il quindicesimo anniversario dei Subsonica. Eravamo in gara con altri quattro studi creativi e la nostra proposta ha convinto la band. Così è nata una bella collaborazione che dura da oltre un anno e che ci ha permesso di curare anche l’immagine del tour, dei posters e del merchandising. Li stimiamo molto come professionisti e speriamo di collaborare con loro anche per i progetti futuri.
Parlateci del lavoro più emozionante che avete realizzato con più soddisfazione. Sicuramente il “Meeting of Styles” del 2010 a New York! Dipingendo ospiti al 5Points, nel Queens, si è avverato uno dei nostri sogni di ragazzini, si respirava la stessa atmosfera delle jams che avevamo visto mille volte in Wild Style e Beat Street, abbiamo avuto la fortuna di conoscere leggende come StayHigh149 e visitare stazioni storiche come Grand Concourse, nel Bronx. È stato sicuramente il pezzo più emozionante di tutta la nostra carriera di writers. Dopo anni di lavoro vi state affermando nel settore del design. Recentemente avete esposto le vostre opere in una mostra personale... A ottobre la “Galo Art Gallery “ha ospitato la nostra ultima mostra dal titolo “Questo non è un Graffito”, nella quale abbiamo esposto oltre 60 opere, quasi tutte inedite. La pittura è parte integrante del nostro lavoro, ma non abbiamo molto tempo da dedicare ai nostri progetti personali, quindi riuscire a organizzare un evento di tale portata è stata una bella soddisfazione. A breve esporremo le nostre opere anche alla “Stroke Art Fair” che si terrà a Monaco di Baviera, mentre abbiamo già in cantiere la prossima esposizione personale, che sarà ospitata in Austria a settembre dalla “Art Lane Gallery” di Klagenfurt.
avete intenzione di lavorare anche per altri gruppi musicali? L’ambiente musicale ci ha sempre attratto e la musica ci accompagna in ogni momento della giornata. Abbiamo già collaborato con svariati artisti oltre ai Subsonica e i Linea77, dal Rap al Rock, dal Metal alla Psytrance. Ogni volta ascoltiamo i pezzi e ci lasciamo ispirare, speriamo di continuare a farlo in futuro con chiunque abbia voglia di credere nel nostro lavoro. www.truly-design.com
SPECIAL STORE SHOPPING
di Francesco Verdinelli
Il nome dice già tutto: Special, di nome e di fatto!
Questo sneakers store, nato nel 2008 a Milano, si è imposto velocemente nel panorama meneghino dei collezionisti (e non solo) con un mix di prodotti ricercati in edizione limitata.
S
ituato in c.so di Porta Ticinese, la zona hipster della città, il negozio incarna lo streetwear secondo i dettami dalla capitale italiana del design. Dentro ci trovate tutto: abbigliamento, calzature, fitte hat, gadget stilosissimi di ogni genere. Fin da subito il negozio ha catturato l’attenzione della città proponendo in anteprima italiana un vastissimo assortimento di Supra. Nel 2010 il punto vendita ha subito una massiccia trasformazione che l’ha reso ancora più vicino agli ultimi trend della street-culture, con l’inserimento di una maestosa dose di prodotti di derivazione basket - Jordan in primis -, e l’apertura dell’online store che ha contribuito ad elevare l’hype dello store ai massimi livelli. Per Special sono passati tantissimi modelli che hanno scritto la storia della sneaker culture: Jordan XI Concord, Jordan5, Nike Air Force 1 Year of the Dragon, Nike Woven Footscape Bodega Edition, e tantissime edizioni speciali di Vans, tra cui le raffinatissime collaborazioni con il marchio giapponese WTAPS. Tra i brand che trovano posto nel negozio, oltre a quelli o già citati: New Era, The Hundreds, Obey, 10 Deep, G-Shock, Penfield, Super, Puma, Sixpack France. Adesso è tutto chiaro, no?
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ilano ese, 80 - M Porta Ticin o ,30). .s 19 C le ilano - 15,30 al Special M m 0,30 - 13,30 (1 co o. to n ba ila sa lm ia di www.spec Orario: lune a. tin at m dì Chiuso il lune
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BACK MOVEMENT RECORDS DISTRIBUTORI AUTORIZZATI T O R I N O
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VIA PIETRO MICCA, 3/A - TORINO - ph. +39 011.19508189 www.atipicihiphopcity.com
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