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ISBN 978-88-8459-3-344 Edizione 2015
©Copyright Giuseppina Boccasile Tutti i diritti riservati all’Autrice.
Le immagini di copertina sono di Florisa Sciannamea
è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso con qualsiasi mezzo senza la preventiva autorizzazione scritta dell’Autrice e dell’Editore.
INDICE
Presentazione....................................................................................p.
5
PRIMA PARTE Correva l’anno 1941.........................................................................p.
11
Nasce la docente...............................................................................«
42
Il concorso a Direttore Didattico....................................................«
90
Gli alunni. Intervento istituzionale-organizzativo......................«
124
La comunicazione ...........................................................................«
149
I giornali scrivono di noi.................................................................«
199
Newspapergame..............................................................................«
207
Apprendimento Collaborativo con e senza computer [M. Beatrice Ligorio]........................................................................«
211
Il sistema scuola diventa “organismo vivente” [F. Gasparini].....................................................................................«
235
L’apprendimento con il corpo [G. Ronzulli]......................................................................................«
238
SECONDA PARTE Appunti di storia dell’educazione.................................................«
245
La scuola primaria...........................................................................«
251
I libri di testo.....................................................................................«
264
I libri di testo prescritti o consentiti...............................................«
270
T. Fiore “ARSA PUGLIA”. Il padre dell’industria pugliese.......«
276
Il libro di testo unico........................................................................p. 287 La “carta della scuola” (1939).........................................................«
291
Il ventennio nella scuola.................................................................« Programmi per le scuole elementari e materne [G.U. 24/5/1945, n. 459].................................................................« Dall’editoriale di M. Lodi e G. Maviglia (15/11/200)................« Nei documenti scolastici.................................................................«
295 325 347 354
TERZA PARTE L’alienazione dell’infanzia..............................................................« Il lamento dei bambini (E. B. Browning)......................................« Legge del 1961..................................................................................« Carta dei diritti fondamentali dell’U.E. [G.U. della C.E. 18/12/200)............................................................« L’infanzia negata nel ventesimo secolo.........................................«
363 365 377
Bibliografia........................................................................................«
393
Ringraziamenti.................................................................................«
396
381 391
PRESENTAZIONE
Lo scenario che si presenta oggi sulla scuola è tra il conservatore e il cibernetico ed entrambi sollecitano ad essere copiati. Ricerche all’avanguardia?: Dall’esame di alcuni articoli apparsi sul quotidiano la Repubblica e le sue pubblicazioni del Venerdi, D e il venerdì, e sulla Gazzetta del Mezzogiorno vengono alcune indicazioni su ricerche e riflessioni diffuse dai paesi del nord dell’Europa e dall’America. Su D di Repubblica del 19 gennaio 2015 un articolo di Vittorio Zucconi, «L’insegnante che ha ucciso il mostro della scuola», riporta un episodio avvenuto a Los Angeles nell’inverno del 2013: «Per Ellie lavorare in quel liceo di periferia era una vocazione. Però di fronte all’ultima fotocopia sbagliata non ci ha visto più». Su Repubblica del 6 marzo 2014 «La teoria a casa, i compiti in aula, così si impara nelle classi capovolte. Una formazione a misura del bambino». Su Repubblica del 26 novembre 2014 «Bambini iperattivi? In Italia pochissimi,ma ora c’è rischio». Su Repubblica del 25 novembre 2014 «La fine della penna. I nativi digitali la usano sempre meno. Dal 2016 La Finlandia la metterà al bando nelle classi. Ma un esperto italiano rileva le virtù della scrittura manuale. Migliora la ricchezza lessicale e la capacità di sintesi dei bambini». Su il venerdì di Repubblica del 2 gennaio 2015 «C’è chi propone di adottare nella scuola solo tablet e computer,ma per fortuna c’è anche chi lancia sul mercato nuovi modelli di penna dove tradizioni e hi-tech tracciano la stessa strada». Su il venerdì di Repubblica del 9 gennaio 2015 «L’ultima missione delle elementari, salviamo il corsivo» Su Repubblica del 14 febbraio 2015 «La scuola perfetta? È quella geneticamente personalizzata. È la proposta di due psicologi americani che fa discutere anche da noi». Difesa dei minori: Su Repubblica del 20 gennaio 2015 «Bambini a lezione di sentimenti. Succede in America, dove gli alunni possono imparare o riconoscere felicità o rabbia. La scuola delle emozioni. I bambini a lezione dei sentimenti». Su il venerdì di Repubblica del 6 giugno 2014 «Maestri d’Italia dalle alpi alla Sicilia, viaggio tra insegnanti che, nonostante strutture al disastro, pochi soldi 5
e riforme assurde, trasmettono passione ai bambini. Incontri ravvicinati con chi forma il nostro futuro». Su La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 gennaio 2015 «Scuole senza Zaini». Su La Gazzetta del Mezzogiorno del 3 novembre 2014 «Aiuto, siamo genitori solo nel weckend. Intervista alla psicologa Maria Rita Parsi». Su Repubblica del 4 febbraio 2015 «Classi senza aula. “Scuola: arriva l’aula stile college inglese. Al cambio dell’ora si spostano gli alunni”. Da Mantova a Roma boon di istituti che sperimentano spazi dedicati a ogni materia per stimolare l’apprendimento». Su Repubblica del 21 gennaio 2015 «Scrittura: se un diario ci aiuta a trovare la felicità. Scrivere di sé e delle proprie vicende personali può migliorare i disturbi dell’umore. Giova alla salute e aumenta la memoria». Su il venerdì di Repubblica del 6 febbraio 2015 «A Green bank, piccolo paese di 140 abitanti della Virginia è fatto assoluto divieto di apparecchi elettronici per non disturbare il Megatelescopio. Il paese senza web né telefonini negli Usa fa faville». Su Repubblica del 31 ottobre 2014 «Connessi sin dall’asilo: per loro c’è il cyber psicologo. Lo psichiatra esperto di tecno dipendenza inaugura alla LUMSA di Roma il nuovo corso di Cyberpsicologia». A fronte di questo scenario io ne ho visto uno più rispondente ai reali bisogni di crescita dei minori sino ai 14 anni: accanto ai bisogni della società della conoscenza bisogna sviluppare i bisogni di crescita psicofisica degli alunni che sono relativi allo sviluppo dei sentimenti, dell’affettività, dell’accettazione del proprio corpo, delle relazioni sociali. Non è sufficiente che la scuola riconosca le trasformazioni che sono avvenute nei «nativi digitali», ma è necessario che sappia alimentare con il nuovo approccio alla conoscenza anche nuovi comportamenti relativi alla sfera cognitiva e meta cognitiva. Oggi, infatti, malgrado l’introduzione di nuovi oggetti della comunicazione informatica continua a esistere il gap tra i ragazzi digitali e i docenti. I docenti continuano nel loro vecchio approccio lineare, sequenziale, strutturato, argomentativo e deduttivo nel quale le tecnologie assumono il ruolo di sussidi audiovisivi o confinano le tecnologie in apposito progetto. L’ingresso delle ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) nella vita quotidiana dei ragazzi, oltre a offrire maggiore disponibilità di contenuti e strumenti, richiede un nuovo metodo di studio che si avvalga del sostegno di software che consentono di conoscere, memorizzare e utilizzare dati, numeri, testi, comunicazioni orali. Quindi non è la presenza della LIM (lavagna interattiva multimediale) o di altri dispositivi tecnologici che cambiano la didattica, ma è l’appropriazione 6
di un nuovo metodo digitale che si basa sulla ricerca di informazioni, sulla condivisione, sulla collaborazione e sulla valutazione formativa e non più sulla valutazione sommativa basata sui voti numerici. Il docente deve continuare a fare la sua lezione che viene convalidata dalle ICT e dalla collaborazione del gruppo classe. Questo atteggiamento della scuola può mettere al riparo dall’information overload cioè da quella informazione massiccia che può investire gli alunni con conseguente difficoltà nel momento della decisione. L’alunno lasciato solo può essere esposto a due rischi: entrare in ansia o provare affaticamento psicofisico. Le ICT quindi devono aprire a nuove modalità di apprendimento e di insegnamento rivisitando tutte le materie. In conclusione le ICT presuppongono apprendimento collaborativo come opportunità per sviluppare capacità critiche avanzate, per selezionare, per validare e in tal senso sono utilizzate come tecnologie aperte. Ho voluto esprimere voti di adesione alle ICT perché non desidero essere inclusa tra i dirigenti del passato, però rivendico il sostegno nello sviluppo comunicativo del corpo, dell’affettività e dei sentimenti. Nel libro ho voluto esprimere tutto il dolore che possono provare gli alunni in una scuola che non permette la discussione e lo sviluppo del pensiero di sé; ho voluto anche chiarire che non può esistere un curricolo scolastico avulso da progetti specifici (educazione alla pace, educazione all’ambiente, al linguaggio teatrale, ecc.) in quanto l’obiettivo principale della scuola non può non essere che un curricolo aperto. Il periodo connesso con la mia scolarizzazione non ho voluto comunicarlo come autobiografico, in quanto la mia esperienza si deve ritenere comune a tutti i bambini del periodo post bellico, in cui la vecchia cultura della trasmissione di informazione continuava a resistere, pur in presenza di una meravigliosa legge democratica che è la riforma della scuola del 1945, che comprendeva la riforma dell’Istituto magistrale per la formazione dei nuovi maestri con l’introduzione della psicologia, della pedagogia e del tirocinio. Abilmente guidate, le nuove insegnanti hanno portato come elemento nuovo la passione comunicativa, l’idea della comunità scolastica,la scuola per laboratori, arricchiti dalle letture approfondite di pedagogisti come Raffaele Laporta, Francesco De Bartolomeis, Clotilde Pontecorvo, Giacomo Cives, Andrea Canevaro, Loris Malaguzzi e Célestine Freneit. Questa formazione dei docenti ha sviluppato la ricerca, il problem solving, ed ecco il successo delle iniziative al quartiere dormitorio San Paolo.
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Il periodo della Dirigenza è stato molto vario, ma è stata quella preparazione di fondo che mi ha permesso di interpretare e ricercare il migliore approccio alle diverse realtà sociali. Certamente l’essere rimasta per 16 anni alla direzione del Circolo Mazzini mi ha permesso di estrinsecare meglio il mio progetto educativo. Progetto educativo aperto all’accoglienza di nuovi apporti metodologici, tecnologici, aperto all’accoglienza di specifiche competenze provenienti da altre scuole con le quali mi sono sempre misurata per migliorare le mie risorse. Le nuove esperienze dovevano sempre entrare nell’intera comunità scolastica e dovevano rappresentare un passo avanti nella comunicazione. Chiunque entrava nel nostro progetto era obbligato a riversare le sue competenze su tutti i docenti della scuola,in altri termini il mio obiettivo era una formazione in itinere continua. Elemento importante del progetto è stato quindi la crescita contemporanea dei genitori dei docenti e degli alunni. Posso riassumere i punti fondamentali dell’intervento formativo degli alunni: • Il movimento, lasciare le aule per spostarsi nei laboratori: l’ho ritenuto importante per ricreare nuove energie e anche per motivi igienici; • le esperienze nei laboratori di scienze, di musica, di manualità di psicomotricità, della palestra, della comunicazione e dei cartoni animati, delle tecnologie perché la conoscenza trovasse una qualche maniera per essere utilizzata e comunicata e per creare nuove ipotesi di ricerca aprendo un rapporto all’infinito; • il territorio come fonte di informazioni e osservazioni. La seconda parte del libro è un vademecum sulla storia dell’educazione in Italia. Molto spesso si dimentica da dove veniamo e rischiamo di accogliere storie provenienti da altri contesti che sono state già sperimentate nel nostro paese come routine e prassi educativa e per questo la scuola italiana prima dell’ultimo ventennio era considerata la migliore in Europa. Nella terza parte sottolineo le cause della mancata alfabetizzazione dei minori in tutto il periodo dello sviluppo industriale e anche il peso dell’istruzione assegnata ai preti i quali hanno poi ostacolato la frequenza delle scuole laiche che rimanevano vuote.
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Prima parte
CORREVA L’ANNO 1941
Correva l’anno 1941 quando vide la luce la piccola GIUSEPPINA PRUDENZA MARIA.
Il clima caldo di Luglio contrastava con la paura della guerra. Il più angosciato era suo padre perché aveva ancora presente il ricordo delle sue ferite. L’aria era “pesante”, il 10 giugno del 1940 l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia e alla Gran Bretagna e i primi orrori nazifascisti si concludevano il 14 giugno con la deportazione dei primi 728 prigionieri politici Polacchi nel campo di concentramento di Auschwitz. Il 4 luglio del 1941 iniziava la Shoah con il massacro di scienziati e professori polacchi catturati dalle truppe tedesche a Leopoli. Le truppe americane erano sbarcate in Islanda per prevenire l’invasione tedesca. Il 10 luglio i primi contingenti di Alpini del CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) erano partiti per la campagna di Russia. Giuseppina ha solo pochi giorni, quando il 31 luglio cominciano le deportazioni di massa nei campi di Sterminio. La EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) trasmette la musica dei gruppi musicali Quartetto Cetra e Trio Aurora.
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Bari, in Direzione con Pierangelo Samarelli (1990-2006)
Piano dell’offerta formativa in Arabo, Albanese, Inglese
Ringraziamenti Si ringraziano: L’Archivio di Stato di Bari La Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti Volpi di Bari Maria Carolina Nardella, Soprintendente Archivistica della Puglia Maria Giuseppina D’Arcangelo, Soprintendenza Archivistica della Puglia L’archivio personale di Rosa De Feo “
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di Tina De Palma
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di Franca Tanda
Si ringrazia il gruppo della riabilitazione ASL: Valeria Ragone, psicologa Giovanna Passaquindici, Assistente Sociale Pina Daniele, Logopedista Nicla Ronzulli, Educatrice Gilda Ronzulli, Coordinatrice del gruppo Si ringraziano gli esperti esterni: Anna Velati, CEDAM Antonietta Lamanna, Conservatorio N. Piccinni Franco Patino, Informatico Tagliente Pino, Informatico Cosma Caufieri, biologo Beatrice Ligorio, doc. Università Bari Ferdinando Gasparini, Psicologo
Paolo Comentale Gran, Teatrino di Pulcinella Mino Macina, produzione Film e cartoni animati Pino Guario
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Alessandro Piva “
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Walter Mondino, Direttore di Contro Radio Pier Paolo Surace, Ing. Esperto sicurezza Gloria Valente, Architetto Lino Sivilli, Artista Antonio Baldassarre, docente Università di Bari Michele Pertichino,
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Tonio Brusa,
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Vito Antonio Merchiorre, Storico Vito Maurogiovanni,
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Vito Antonio Leuzzi, IPSAIC Luca Paci Esperto, Cartoni Animati Maestro Donato Sivo, Conservatorio Cosenza Maestro Giuseppe Brigante, Conservatorio Matera Libreria Laterza Libreria Nicolò dell’Arca, Gioco creativo I colleghi Dirigenti Scolastici: Madalena Loiacono Rosangela Ferrara Giacinto Resta Emanuele Stellacci Nunzia Barberio Giacomo Mondelli
Renata Bellini Anna Maria Salinaro Anna Maria Lagattolla Santina Liturri Claudio Grosso Gaetano Modesto Un ringraziamento a tutti i docenti che ho incontrato nella scuola, in particolare: Elide Catellani,
Roberta Zito
Lorenza Fornaciari
Kelly Giannacco
Enrico Paoletti
Angela Musicco
Vanda Di Pietro
Patrizia Maiorano
Salvatore Montorio
Tina de Palma
Laura Telucci
Rosa de Feo
Giovanna Trotta
Franca Tanda
Lisa Binetti
Ornella Selvaggi
Mario Rubini
Paola Guantario
Elisa Salatino
Rosanna Ripa
Maria Carmela Grillo
Teresa Cammisa
Maria Battista
Marica Mincuzzi
Anna Pia Gramegna
Dilla Smilari
Bruna Morgese
Giovanna Monopoli
Daniela Troia
Silvana Pietrasanta
Daniela de Fino
Maria Laterza
Mafalda Vetromile
Pina Paparella
Silvana Oreste
Camilla Tufarfiello
Rosa De Tommaso
Anna Maria Verrienti
Angela De Gennaro
Antonella Accettura
Rosa Germano
Egle Carlone
Liliana Antoniello
Maria Rosaria Cassano
Alida Bruno
Francesca Cianciotta
Lia Ivona
Elisa Modesto
Matilde Caldarola
Rosalia De Lucia
Marina Chimienti
Luciana Coppolecchia
Mimma Danisi
Antonia De Matteis
Gaetana Fino
Vita Ciraci
Mariangela Labarile
Isabella Quatera
Marta Marica Labarile
Anna Rosaria Carlucci
Maggi Teresa
Francesco Dello Spirito Santo
Marzano Carmela
Donato Fiermonte
Angela Maurogiovanni
Marisa Caracciolo
Annalisa Monno
Linda Laterza
Antonella Nardino
Antonella Achille
Angela Tiani
E una riconoscenza grande per Anna Milano e Antonia Di Giuseppe valide, discrete, competenti collaboratrici.
Mi scuso per eventuali omissioni.