Francesco Serafino
FIABE E RACCONTI P E R O G N I NOT T E
“…Ogni favola è un gioco, è una storia inventata ed è vera soltanto a metà e fa il giro del mondo e chissà dove è nata, è una favola e non è realtà…” (E. Bennato)
ISBN 978-88-8459-275-0
WIP Edizioni
€ 13,00
FIABE E RACCONTI PER OGNI NOTTE
Francesco Serafino è nato a Ferrandina (MT) il 28 gennaio 1964. è sposato, ha due amorevoli figlie, vive a Bari da oltre 40 anni dove ha frequentato gli studi conseguendo la laurea in Ingegneria Civile presso il Politecnico. Ha accumulato diverse esperienze lavorative, come libero professionista e come dipendente d’azienda, anche in grandi imprese di costruzioni. In questo particolare momento della sua vita, ha rispolverato una passione che aveva fin da piccolo: scrivere. Colleziona Tex, è appassionato di gialli e film horror, ha suonato e cantato in un gruppo da lui stesso fondato. Ama i gruppi musicali degli anni ’70, prima fra tutti la PFM della quale è un cultore. Questo è il suo primo lavoro letterario.
Francesco Serafino
“Ah! Sei tu piccola amica... …Spalancò gli occhi ed una potentissima luce lo abbagliò per un istante...”
Storie semiserie più o meno inventate... per non dormire DA UN’IDEA DI UN PAPÀ RACCONTA STORIE PER TUTTO L’ANNO
Perché un libro di favole e racconti? Esistono ancora nel XXI secolo sirene, principesse, animali magici e personaggi fantastici da poter raccontare ai nostri figli sempre più intrappolati da mezzi televisivi troppo invadenti e a volte fuorvianti? C’è ancora curiosità sufficiente perché i nostri bambini possano vivere un’infanzia felice, lontana dai problemi che affliggono la società odierna? Come ricorda il marinaio Calogero (il protagonista di una delle storie del libro), quando ormai vecchio, improvvisamente, si trova coinvolto in una situazione disperata: …gli anni dell’infanzia, sono i più belli della vita umana… e tutti ce ne accorgiamo, ahimè, in età adulta. L’autore, in questo volume, anche nella semplicità delle situazioni e dei fatti descritti, riesce a tirar fuori da ogni racconto un risvolto morale e una sorprendente sensibilità. Maria Elena Dammicco
WIP Edizioni
Francesco Serafino
FIABE E RACCONTI PER OGNI NOTTE Storie semiserie più o meno inventate... per non dormire
DA UN’IDEA DI UN PAPà RACCONTA STORIE PER TUTTO L’ANNO
WIP Edizioni
1a edizione novembre 2013 ISBN 978-88-8459-275-0 Disegni e illustrazioni: zio Franz, Mariella, Pino e … Piddo
©Tutti i diritti riservati all’autore. Ai sensi della Legge sui diritti di autore tutelati dal Codice Civile è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, informatico, compreso le copie fotostatiche, microfilms, registrazione, ecc.) senza la preventiva autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. Ogni riferimento a nomi, cose, situazioni è puramente casuale.
Se vuoi contattare l’autore Mail to: fra.sera@libero.it
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Ad Aurora e Bianca
PREFAZIONE Questo libro non è un libro, ma un gesto d’amore di un padre verso la sua famiglia e in particolare verso le sue figlie. Perché, vi chiederete, perché leggendo le favole notturne traspare il desiderio di essere vicino ai suoi due tesori e trasmettere a loro quei valori che sono, come dice l’autore, “…più sensibili ai reali bisogni dei nostri bambini…”. Non a caso l’autore parla di “nostri bambini” perché questo libro apre le menti e i cuori di tutti a quella realtà semplice e sincera dei bambini che hanno ancora più bisogno di sentire la voce dei genitori che racconta e li ascolta. Il linguaggio è diretto e le storie sono quelle della tradizione favolistica, non rivisitate, non capovolte, non trasformate ma raccontate secondo verità e memoria. Non a caso si inizia con la favola di “Dorina” che della sua diversità fa bandiera di accettazione e comprensione, ma anche di ostinazione e determinazione caratteristica che si rileva anche in tutte le altre favole scelte, che non indulgono a immediate sensazioni di gioia o di divertimento ma invitano a riflettere sulle situazioni perché vogliono comunicare sentimenti profondi non icastiche immagini di personaggi e ambienti fantastici. Infatti la realtà ambientale è un’altra delle caratteristiche del libro che invita il lettore a immaginare il racconto in una dimensione concreta e vera, creando un rapporto empatico con l’autore. Sempre presente è il sacrificio, la rinuncia che rendono tortuoso e difficile il cammino verso il traguardo che appagherà di tutti gli ostacoli superati. Anche la presenza di personaggi che forse abbiamo dimenticato: il marinaio, il soldato, il massaro ci porta in un tempo passato ma essenziale per comprendere le nostre radici e la nostra vita che deve essere trasmessa con semplicità ma con
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la giusta importanza ai nostri figli perché possano capire il presente attraverso noi adulti. L’autore con i suoi disegni ha avvicinato il libro ancor più a se stesso perché ha voluto esprimere non solo con le parole, che talvolta non sono immediate, il suo vissuto di uomo del sud che di fronte alle situazioni, quale esse siano, riesce sempre a trovare il lato positivo della vita.
Prof.ssa Maria Elena Dammicco Docente di Italiano presso la Scuola secondaria di 1° grado “Tommaso Fiore”- Bari
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Sommario Premessa................................................................ 11 Dorina.................................................................... 13 Il miracolo dell’Assunta........................................... 31 Il gallo Salvatore..................................................... 45 La leggenda della principessa triste......................... 61 La quiete e la tempesta........................................... 73 Il lupo di Moliterno.................................................. 81 Il barbiere............................................................... 95 Pirulicchio............................................................. 103 Il faro dell’isola dei limoni...................................... 115
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IL GALLO SALVATORE Si dice che ognuno di noi, abbia sin dalla nascita il percorso della vita già solcato: il nostro destino è già stato scritto! Persino il nome, che ci è stato imposto dai nostri genitori subito dopo il parto, è come un francobollo appiccicato al nostro carattere, e non si stacca mai durante la vita. Così, anche per gli animali accade la stessa cosa: per esempio i cani sono i migliori amici dell’uomo, si sa, mentre i gatti caratterialmente vanno da situazioni di estrema dolcezza, a situazioni di aggressività incontrollata! ...E i galli? Cosa c’entra in tali ragionamenti e nei nostri racconti il gallo Salvatore? E soprattutto perché quel nome così inusuale per un animale? Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro. ... In una masseria di Gallipoli, viveva da anni un gallo, ormai diventato vecchio, che tanto aveva dato al suo padron Cosimo: aveva contribuito a generare milioni di uova e migliaia di galline, facendo la fortuna del suo proprietario. Il suo cuore malandato cessò di battere in un giorno di agosto e tanta fu la disperazione del suo padron Cosimo, preoccupato non tanto per la perdita del più caro dei suoi animali, quanto soprattutto per i suoi affari, che ora sarebbero stati seriamente compromessi. 45
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«Morto un Papa se ne fa un altro!» sentenziò Cosimo. Si recò prontamente in tutti gli allevamenti della zona, cosa che fece per diversi giorni per trovare un degno sostituto, ma non ci riuscì. Quando ormai aveva perso le speranze, in preda a una totale disperazione, finalmente alla fiera di Galatina e all’ultima bancarella, seminascosto fra altri animali, vide uno splendido gallo di razza. «Oh! Finalmente! Ecco l’esemplare che cercavo! È lui che prenderà il posto del vecchio gallo, è lui che sarà il Salvatore della mia azienda, lo compro!» esclamò eccitato padron Cosimo! «Anzi lo chiamerò proprio Salvatore, perché finalmente le mie preghiere sono state esaudite.» Ritornò velocemente alla masseria e, sceso dall’auto, mostrò il gallo alla moglie: «ti piace? L’ho già battezzato Salvatore, perché risolleverà la nostra fattoria» le disse. «Beh, è un bell’esemplare... ma quel nome!» rispose la moglie «non potevi chiamarlo in altro modo?» «No! Ho già deciso e poi ti ho spiegato il motivo.» replicò il marito e concluse dicendo «Si è fatto tardi: vado a portarlo nel pollaio, così comincia a legare con quelle gallinelle che ultimamente stanno dando parecchi problemi e poi ti raggiungo! Buonanotte.» Si avviò verso il pollaio, ebbro di felicità, afferrando il gallo per le zampe.
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Era ormai notte inoltrata, e, come si sa, le galline vanno a dormire presto, per cui spalancò l’uscio del locale e lasciò il gallo esattamente dove il suo predecessore aveva la propria dimora. «Ecco, Salvatore! Questo è il tuo Regno: ora le tue ancelle stanno dormendo ormai da un pezzo» disse gongolando il padrone «domattina alla buon’ora, col tuo canto le sveglierai e ti presenterai come il nuovo comandante del pollaio della Premiata Fattoria Meridionale.» Era questo il nome altisonante, di cui padron Cosimo andava fiero, e che era stato conferito alla sua masseria, proprio in virtù delle qualità e riconoscimenti conquistati durante il regno del precedente Sovrano. 48
«E mi raccomando, Maestà!» disse congedandosi da lui «sveglia alle 4 e 30, perché i campi mi aspettano» chiuse la porta e andò a dormire. ... Il gallo non fece in tempo a orientarsi nel pollaio, quando all’improvviso e misteriosamente si accesero tutte le luci e scoppiò il finimondo: galline, gallinelle, faraone, pulcini, insomma tutti gli abitanti cominciarono a rumoreggiare e a svolazzare per tutto il locale, facendo un baccano infernale. «Ma che succede? Chi ha acceso le luci?» disse il gallo, spaventato «Non dovreste già dormire da un pezzo?» Ma il chiasso aumentava sempre più e la situazione gli stava sfuggendo di mano. «Fate silenzio! Smettetela di urlare! Sono il vostro nuovo Comandante, è un ordine!» gridò a squarciagola il gallo. Improvvisamente, quasi come se ci fosse stato un cenno convenuto, tutti gli animali zittirono di colpo e si misero sull’attenti. «Ah, meno male! Incominciamo a farci rispettare!» disse fiero il pennuto, «sono il vostro nuovo Comandante: mi chiamo Salvatore ed esigo lavoro e disciplina da ognuno di voi. Per cui...» Non fece in tempo a finire la frase, che tutti i camerati si voltarono dalla parte opposta, rimanendo sull’attenti e fissando con lo sguardo, qualcuno che proveniva dalle retrovie.
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«Dunque... chi saresti tu?» esclamò con gesto di sfida, la gallina faraona, che aveva percorso tutto il corridoio centrale avvicinandosi pericolosamente al gallo. «Ehm, ehm!» balbettò il gallo «sono Salvatore, il vostro nuovo Comandante e come vi stavo dicendo prima, io…» «Il nostro nuovo Comandante! ah! ah! ah!» sogghignò la faraona, e rivolta alle galline «Avete sentito, mie care? Sua Maestà Salvatore! ah! ah!» e tutte le galline scoppiarono in una fragorosa risata. «Perché, cosa ho detto di male?» rispose lui, «Sono appena stato nominato dal padrone, ma tu, piuttosto, chi sei che ti dai tutte queste arie?» «Sono Angelina, la gallina reggente di questo pollaio, nominata dal popolo a suffragio universale per meritocrazia, non come te che sei stato nominato per raccomandazione!» incalzò la gallina «Mi hanno soprannominata l’Onorevole Angelina e ciò mi fa molto piacere.» «Ed io che ci sto a fare qui dentro?» provò a replicare il gallo «è meglio che vada via!» «No! Il tuo compito assegnato è quello di provvedere al mantenimento della specie…» disse provocatoriamente la regina «cosa che sicuramente sai fare molto bene, vero?» «Beh! Sia fatta la vostra volontà!» concluse Salvatore.
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«Ah! Un ultimo avvertimento mio caro, prima di congedarci» disse Angelina «qui, niente sveglia a nessuna ora del giorno! Vogliamo dormire e alzarci all’ora che ci pare: abbiamo sofferto tanto in questi anni e adesso vogliamo libertà! Sono stata chiara?» «No! Questo non puoi chiedermelo: il padrone mi fucilerà, come farò a non cantare?» supplicò il gallo. «Fingiti muto!» esclamò seccamente la gallina. Dette queste ultime parole si girò di spalle «Buonanotte!» gli disse e se ne andò. ... Erano giunte le 7 e 30 del mattino e padron Cosimo stava ancora dormendo. «Ehi! Mino, svegliati!» disse la moglie scuotendolo con forza nel letto «non 52