Rossanna Angiolini
Rossanna Angiolini
GOCCE di emozioni Il viaggio che verrĂ
GOCCE di EMOZIONI WIP Edizioni
Le immagini che corredano il testo appartengono alla collezione privata dell’Autrice
In copertina: Deserto Wadi Rum fotografia di Antonio Rucci
WIP Edizioni srl via G. Capaldi 37/A - Bari www. wipedizioni.it info@wipedizioni.it
ISBN: 978-88-8459-270-5
è vietata la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la copia fotostatica, senza l’autorizzazione dell’Autore e dell’Editore.
INDICE Prefazione di Giulia Basile.............................................................................................7 Introduzione...............................................................................................9 Le parole illuminanti ..............................................................................15 Egitto. Un viaggio per cominciare la vita a due..................................19 Tour dell’Andalusia.................................................................................25 Austria e Baviera......................................................................................37 Parigi. Ville Lumière................................................................................45 Amsterdam. Tra tulipani e mulini.........................................................53 Thailandia. Terra dei sorrisi....................................................................59 Portogallo..................................................................................................63 Il mistero della vita: un viaggio in due tappe......................................73 Venezia. La Serenissima..........................................................................77 Liguria. Le Cinque Terre.........................................................................81 Ischia. L’incanto del Tirreno...................................................................85 Puglia. Tour del Salento..........................................................................87 Malta. Dove la Storia si scrive con la maiuscola..................................95 Creta.........................................................................................................105 Messico. Tra siti archeologici e iguane vanitose................................113 Tunisia......................................................................................................121 Sudafrica. Paese arcobaleno. Fly&Drive con safari...........................133 Giordania – Israele – Turchia................................................................149 Londra – Barcellona...............................................................................169 Girona – Carcassonne............................................................................177 Noci. Un viaggio che vale un’amicizia e un libro..............................191 Bilanci di questa tranche de vie..............................................................197 Mapamundi............................................................................................204 Mappamondo.........................................................................................205
PREFAZIONE di Giulia Basile
Può un’esperienza fatta da giovanissima in un pellegrinaggio religioso alimentare una passione che duri tutta la vita? Leggendo questo libro, la risposta è sì, può farlo, specie se si alimenta della stessa passione che i nostri compagni di viaggio assecondano. Del resto, cos’è un viaggio, se non muoversi con gli stessi occhi da pellegrino dei viaggiatori di sempre, con le loro emozioni e incognite, spinti da volontà o necessità, in pace e in guerra, lungo i secoli? E chi di noi non pensa che il pellegrinare, il viaggiare sia la metafora più vera della vita? Viaggiamo attraverso luoghi e tempi prestabiliti, viaggiamo tra le cose e tra gli uomini, e nello stesso tempo viaggiamo con noi stessi e dentro noi stessi. La vita ci chiama alla prova ogni giorno, a volte dura a volte gioiosa, ma nessuno di buon senso abbandona il viaggio, che ci può riservare sorprese impensabili e restituirci una ricchezza del cuore da spendere per il resto del tempo che ci è concesso. Non c’è bisogno di scalare montagne, ma di affrontare anche la monotonia della pianura con gli occhi incantati di chi, ogni volta, è come se facesse la sua prima esperienza. La verginità del vivere e del viaggiare è una dote che l’autrice, alla sua prima esperienza, possiede tutta. Così, in queste pagine, realtà vissute e immaginazione si alimentano a vicenda: sulla soglia fra l’interno e l’esterno, il paesaggio si anima di gente incontrata e di luoghi, che la scrittura narra, ma anche in qualche misura crea, con l’entusiasmo del cuore. E, nel frattempo, per chi narra e per chi ascolta, cresce la curiosità e la voglia di partecipare. Perché? Perché il viaggio è dentro l’uomo, perché gli è connaturato, fisicamente e spiritualmente. Noi mettiamo le nostre radici ma non ci fermiamo mai, nemmeno con la morte; infatti tutti ci chiediamo “dove andremo dopo la nostra morte fisica?”; “dove continuerà il nostro viaggio, e come?” Lo spirito è immortale e si vendica del corpo finito.
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Per fare questo, però, in serenità, come in tutte le cose, serve allenamento. E l’allenamento migliore e il bagaglio migliore che ci si possa portare dietro è fatto dalle esperienze, dai sentimenti, dalle gioie, dalle paure che ci hanno accompagnato durante la nostra vita. Ecco perché io sono convinta che chi viaggia vive meglio e muore meglio, si abitua ad altre prospettive, ad altri orizzonti, li allarga e li misura attraverso i suoi occhi e il suo cuore. Comprendo appieno dunque la necessità dell’autrice di viaggiare. E Rossanna Angiolini lo fa con tanta convinzione da volerne lasciare memoria, proprio perché anche gli altri si mettano in viaggio e si confrontino con i luoghi fisici e con la propria anima. Cosa che può avvenire quando siamo capaci di allontanarci dalle quattro mura in cui viviamo e dalle altre, ben più numerose, che ci costruiamo intorno per proteggerci dal mondo. Rossanna conserva in questo diario di memorie e conoscenze la semplicità della sua personalità. Semplicità nel senso di una pura e genuina visione della vita, che con candore ed entusiasmo trasmette a chi le sta intorno e ha la fortuna di percorrere un tratto della vita con lei. Queste pagine hanno la freschezza di un buon gelato gustato con gli occhi e col palato da un bambino felice di esistere, ha il candore delle scoperte del nuovo Adamo, ha il calore passionale di ciò che commuove, ha la forza trascinante che assale chi si sente spinto dopo la lettura di queste pagine ad abbandonare la sedentarietà e a mettersi in viaggio. Vicino o lontano non importa.
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INTRODUZIONE Questo libro non è un diario di viaggi, ma la testimonianza delle emozioni, sensazioni ed esperienze provate e vissute in prima persona, che compongono un tesoro interno da cui attingo continuamente. L’ho dedicato al mio Love e alla mia Princii, perché è grazie alla serenità che vivo accanto a loro che ho potuto scrivere questo libro, da tempo mio sogno nel cassetto. Non sono una scrittrice ma una accanita lettrice sì, eppure ho voluto ugualmente tentare di scriverlo. Perché mi piace raccontare, e mi rivolgo ai giovani, ai quali voglio trasmettere l’importanza del viaggio come mezzo per conoscere se stessi. Ma mi rivolgo anche a coloro che, come me, sono partiti la prima volta e non hanno più svuotato la valigia. E mi rivolgo soprattutto a chi non riesce ancora a riempirla, quella valigia, e a spiccare il volo. Cercherò di descrivere le cose che mi hanno più colpito lungo la strada, le mie emozioni, la vita di altre persone, le tante opinioni ascoltate e le lingue diverse. Cercare sempre l’incontro con gli altri o, al limite con l’altro più vicino a me, è stato trovare me stessa, accumulare tesori di culture e colori diversi dai nostri. Questo è il viaggio, metafora della maternità alla scoperta di me stessa, un viaggio eccezionale – il viaggio più avvincente: il mistero della vita – verso un desiderio che non finisce mai, verso una immensa felicità, cambiando radicalmente la mia vita. La scelta del compagno di viaggio è molto importante, perché mi ha permesso di vivere al massimo l’esperienza di viaggio, senza farmi sentire condizionata. La mia mente, i miei sentimenti, il mio corpo, i miei sensi si influenzano reciprocamente, sono un tutt’uno, non sono mondi separati, tutto è in equilibrio. In effetti il corpo non può funzionare senza la mente, la mente è il centro del mio universo; i sentimenti che nascono durante i miei viaggi, come parte interiore e importante, creano una varietà di emozioni che vivo ovunque vado, senza mai dimenticare le esperienze precedenti, che rimangono. Con tali sentimenti, ovviamente, non potrei avere un confronto continuo se non avessi viaggiato. Il mondo non si rivela che all’esterno, assale e
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colpisce i miei sensi da molte angolazioni e tutto questo plasma le mie molteplici esperienze. Diversi sono i modi per viaggiare. C’è chi viaggia solo per muoversi, per fuggire, per mettersi alla prova. Io vivo il viaggio nella sua interezza, cerco la qualità in quelle esperienze, sono quella che vuole arrivare alla curva successiva per scoprire che cosa c’è dietro, non mi accontento mai, non accetto le regole del viaggio preconfezionato e “tutto compreso”. Indago e faccio domande. La mia è curiosità senza fine, motivata dall’amore per la vita. Viaggio soprattutto per conoscere le persone e le cose e per lasciarmi mettere in discussione. L’unica “bussola” che mi guida è lo stupore. Lo capirete dalle mie descrizioni. Che si tratti di una persona, di un sasso, di un fiore, di un bambino o di un panorama, cerco di andare sempre oltre le apparenze attraverso i particolari. Con questo libro voglio portare per mano il lettore alla scoperta delle mie emozioni. Emozioni che si possono provare solo nel “viaggiare” il mondo. Vi guiderò nel gioco della matrioska. Dentro c’è l’osservatore, che si interessa agli usi e costumi della gente, c’è il poeta che si intenerisce per una sfumatura di colore, c’è la persona amica che porta ovunque la sua solidarietà. Questo libro è il mio occhio, quello di una viaggiatrice. In fondo non è altro che una carrellata di viaggi fra quattro dei cinque continenti della terra. Qualunque sia la vostra età e il vostro approccio culturale, qualunque siano i vostri gusti, ditemi cosa siete. Siete spiaggia, boschi o spazi aperti, o siete piuttosto musei, luoghi infiniti, gallerie d’arte, librerie, isole, deserti, metropoli urbane? In questo libro si può esplorare. Per esempio, da una parte toccherete il linguaggio come capacità umana di comunicare pensiero, dall’altra quella della lingua nei suoi molteplici aspetti di funzionamento e articolazioni, in sintonia con le implicazioni profonde che mette in luce. Insomma, il mio può essere un libro che si consulta come un manuale per il cuore e si legge come un racconto. C’è di tutto, ma principalmente c’è il linguaggio e la comunicazione, c’è la percezione anche del non detto, si coglie l’attenzione verso il tutto, c’è la memoria come parte integrante del nostro vissuto. Quando ho viaggiato non sono stata mai da sola, a parte il compagno di viaggio e me stessa, perché lungo il percorso, volenti o nolenti,
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si incontrano persone, oggetti, entità per camminare assieme, vicini o lontani che siano. Non si è mai soli. Poi, se un compagno di viaggio si chiama poesia, allora capirete che ho sempre guardato le cose dal di dentro, nell’essenzialità della parola poetica, cercando di riscrivere tutto in senso produttivo, per far sentire le vibrazioni della passione del viaggiare, con la mia anima come capitano della mia rotta. Attraverso questo libro vi propongo la riscoperta del mondo raccontandovi emozioni ed esperienze che diventano decorazioni delle fotografie dei luoghi. Non c’è nulla che mi appassioni e mi coinvolga totalmente quanto un viaggio. Girare per il mondo, conoscere luoghi lontani, confrontarmi con culture diverse è stato ed è prezioso ed emozionante. Emozioni che non trovano riscontro in ciò che vivo, nemmeno quando si parli di “vacanza”, perché c’è differenza tra una vacanza e un viaggio. In vacanza ci si riposa, magari sotto l’ombrellone dopo un anno di lavoro, e si è come anestetizzati dal relax. Si passa il tempo a ripetere che ci si deve assolutamente divertire, si mangia di tutto, ci si cosparge di creme abbronzanti, si consumano ore in parole crociate o col sudoku, che potrebbero anche andare bene solo perché si sta facendo resistenza attiva contro l’Alzheimer, ma durante un viaggio invece non ci si preoccupa di riposare: ci si nutre di quello che si vede, si imparano nuove lingue, si sfiora la vita di persone che probabilmente non si rivedranno mai più. Per dirla in sintesi, viaggiare è vivere, è tornare a casa arricchiti e pronti per ripartire. Viaggiare: questa è la risposta che darei, a chi mi chiedesse qual è il senso della vita. So bene che il numero di risposte possibili sarebbe infinito, come molteplici i motivi per cui vivere una vita. Un motivo è la conoscenza. Si vive per conoscere: persone, informazioni, sentimenti, luoghi nuovi. Ma tutto ciò io lo racchiudo in una parola sola: viaggiare. Il viaggiare allarga i campi visivi e di conseguenza anche quelli mentali ed emozionali, specie se hai accanto persone care con cui condividere tali esperienze. Il condividere sembrerebbe privo di pregnanza oggettiva, perché troppo abusato specie su siti web con foto, post, video e nei media con notizie, accadimenti, lasciando un filtro di astrattezza che ne offusca l’autenticità; invece nel condividere viaggiando c’è concretezza. Viaggiando si condivide concretamente il modo di mangiare, di rap-
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portarsi socialmente, di capire il divertimento. Viaggiare è saper stare nel mondo di altri popoli, entrando nelle intime arterie della loro vita reale. Schopenhauer diceva: «Ognuno prende i limiti del proprio campo visivo per i confini del mondo.» Sicuramente, da quando viaggio, il mio campo visivo è molto ampio e non ci sono confini per la mia curiosità. Il viaggiare è lo strumento per soddisfarla. Certo, si potrebbe eccepire che per viaggiare servono tempo e soldi. Fatto sta che il denaro e i giorni a disposizione sono sempre un concetto relativo. Per risparmiare, i voli low cost sono un vero toccasana, poi ci vuole un po’ di programmazione e qualche sacrificio in fatto di spese (spesso inutili o rimandabili). Ovviamente le priorità sono differenti per ognuno di noi e il viaggio potrebbe non rientrare nella sfera dell’essenziale. Per esempio una famiglia con figli piccoli potrà avere altro a cui pensare, ma è certo che la scelta di viaggiare, per le più disparate motivazioni, è antichissima. Io personalmente ne ho tratto grande beneficio: stimola le mie energie psichiche, mi rinnova dentro, accresce l’autostima, mi fa acquisire esperienze preziose, subendo trasformazioni e favorendo in me uno spontaneo processo di introspezione, in una sorta di nuova presa di coscienza. Credo che viaggiare diventi una spinta quasi irrefrenabile, e per me include forme di tensione ludica, gioiosa, è molto più di un semplice “moto geografico”. Il mio compagno e io giravamo il mondo sin da quando ci siamo conosciuti, alla metà degli anni Ottanta. Talvolta la meta o il modo scelto per raggiungerla destavano preoccupazione e curiosità tra i nostri amici, probabilmente per il rischio, visto che mettevamo in campo, dovunque fosse, il “fai da te”, e tuttavia erano concordi nel ritenere che in generale i viaggi fossero una bella cosa e che di conseguenza noi fossimo persone fortunate. Non provengo da una famiglia di viaggiatori. Quando ero adolescente cominciai a sognare di viaggiare per il mondo. Da piccola, invece, al tempo della scuola, non avevo dei veri e propri viaggi nel cassetto. Ricordo solo che attendevo la domenica con piacere, per andare con i miei genitori in campagna dagli zii, a una ventina di chilometri di distanza da casa nostra. Abitavamo al mare e attendevo anche il periodo estivo, in particolare l’ultima domenica di agosto, per andare
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in montagna al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, che si trova ai piedi dell’imponente e maestoso Gran Sasso. Sono luoghi dalla bellezza mozzafiato, che meritano di essere visitati. E non solo per un pellegrinaggio o per fede come fanno i giovani, che lo considerano una loro meta per due volte l’anno: una nel mese di marzo, a cento giorni dall’esame di Stato per conseguire il diploma di scuola media superiore. Infatti migliaia di studenti provenienti dall’Abruzzo e dalle Marche arrivano al Santuario, per pregare per un buon esito dell’esame e partecipano alla cerimonia religiosa in cui vengono benedette le penne. L’altra nell’ultima settimana di agosto, con la costruzione di una tendopoli nella quale centinaia di giovani, e anche meno giovani, si accampano per cinque giorni, dando vita a un meeting religioso. Lì anch’io trascorrevo la giornata in compagnia di amici e parenti, facendo picnic nelle aree riservate. Forse in quelle occasioni è nata la passione, poi accresciutasi, di andare alla scoperta di nuovi luoghi. Il ricordo più vivo è quello del primo viaggio, nel quale mi avventurai da sola, allora ventenne, circa trent’anni fa. Ricordo che fui felice ed eccitata all’idea di andare alla scoperta di una nuova avventura, quando due mie carissime amiche, Mirella e Genny, mi invitarono ad andare nel soggiorno estivo dei loro genitori al lido di Paola, sulla costa calabrese. Ricordo che durante il viaggio, diviso in due tratte, la prima con l’autobus e la seconda con il treno, ebbi una disavventura con il bagaglio, a causa di un ritardo di coincidenze, e lo persi. Fu in quella occasione che misi alla prova tutta la mia capacità di organizzazione e intuito, finendo per ritrovare il bagaglio. Il secondo viaggio, in treno, sempre da sola, fu in Val Borlezza (Monte Pora) a Bergamo, ospite della mia amica Antonietta. I viaggi organizzati dalla scuola li ho attesi sempre con estremo entusiasmo, ma quelli insieme ai miei amici li chiamo “grandi”, perché hanno segnato il resto della mia vita, facendomi capire come va il mondo. Sono molti i particolari di questi viaggi che mi sono rimasti nel cuore: i paesaggi del nostro Nord, un piccolo paese della Val di Non, i paesini sparsi per l’Italia – dei veri gioielli – i dolci paesaggi della Maremma, il panorama delle Isole Tremiti, le torri di avvistamento e i trabucchi di Peschici, Santa Maria di Leuca, l’umile luogo alla punta estrema d’Italia, senza dimenticare affascinanti città storiche come San
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Ponte di Ronda, Andalusia, SPAGNA
Ronda Nel cuore dell’Andalusia: che caldo! Scesi tutti dall’autobus, abbiamo abbandonato la fretta per visitarla a piedi e con gli occhi pieni di stupore. Il percorso è stato tutto al sole, una giornatina “de fuego”! Spettacolare! La cittadina ha una tipica struttura araba, con case bianche, stradine e balconi fioriti e ci siamo regalati una piacevole passeggiata godendo di un panorama davvero straordinario. Il centro antico, arroccato su uno sperone roccioso, che cade a strapiombo nel fiume Tajo, conserva tracce dell’architettura moresca e medievale. Incredibile, una città sospesa nel vuoto! Il monumento più rappresentativo è Puente Nuevo, l’ultima roccaforte araba. Il tempo sembra sospeso. Dopo molti anni, ripensando a Ronda mi viene subito in mente il suo ponte e la vista che offre, dai suoi 100 metri di altezza e con sotto il Tajo. È un classico farsi la foto sul ponte, ma la foto non rende la qualità del luogo, infatti la vista migliore la si gode dai Giardini di Cuenca; e così, dopo averlo oltrepassato, entriamo nella Ciudad e subito respiriamo un’atmosfera davvero speciale. Scattiamo qualche foto di rito e subito dopo, sotto il sole ardente, ci dirigiamo verso la Ciudad, percorrendo le stradine e cercando di rimanere all’ombra, mentre la nostra guida ci indica di tenere la sinistra per visitare la Casa del Rey Moro. Così, scivolando da un muro a un altro, giungiamo alla casa del Re moresco e qui ci riposiamo un po’ all’ombra di un albero. Una dimora settecentesca con dei bei giardini a precipizio sulla gola, un angolo veramente romantico e incredibile. Infinita la scalinata di epoca araba scavata nella roccia e poi la Cattedrale Santa Maria La Mayor, un’antica moschea. Immancabile la visita a Plaza de Toros. Saliamo tutti sul bus, con gli abiti inzuppati, e, se possiamo ricavare un insegnamento di vita pratica da questo viaggio, è sicuramente quello di non viaggiare con il finestrino aperto quando madidi di sudore: il rischio è collo bloccato per alcuni del gruppo e difficoltà notevoli nei movimenti. Eccoci nell’arena dei tori più importante. È vero, sono un’amante degli animali e assistere a una corrida mi fa male e mi rattrista mol-
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Mapamundi di Irene Sánchez Carrón (tratta da Ningún mensaje nuevo, Hiperión, Madird, 2008) Sobre el mapa tu dedo avanza firme cruzando negras fronteras y montañas de nieve, a través de llanuras extensas con ciudades, hasta adentrarse en el lejano país que querías mostrarme. De repente te paras. Acaricias el cauce azul del río, sus fértiles orillas, las veredas, las piedras, los tejados, la entrada de tu casa. Por fin hemos llegado. Buscas entre las sombras la sombra de aquel árbol bajo el que te dormías y soñabas con lugares remotos, como éste, en lejanos países, como el mío, con ciudades pequeñas, como ésta, apenas señaladas en los mapas, lugares como éste en el que nuestras manos han venido a encontrarse.
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Mappamondo (traduzione di Stefanie Golisch) Sulla carta geografica il tuo dito avanza sicuro, incrociando confini neri e montagne di neve, egli attraversa grandi pianure e città finché arriva in quel paese lontano che mi vuoi mostrare. Improvvisamente ti fermi. Accarezzi il letto blu del fiume, le sue rive fertili, i sentieri, sassi, tetti, la porta di casa tua. Finalmente siamo arrivati. Tra le ombre cerchi l’ombra di quell’albero, sotto il quale dormivi e sognavi di luoghi lontani come questo, in paesi lontani come il mio, con delle città piccole come questa che quasi non si trovano sulla mappa geografica, luoghi come questo, dove le nostre mani si sono appena trovate.
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Plaza de Espa単a, Siviglia, SPAGNA Halstatt, AUSTRIA
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Padr達o Dos Descobrimentos (sul Tago), Lisbona, PORTOGALLO
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