Patrizia Fano
LE AVVENTURE DI POPOV storia di un polpo illustrazioni di massimiliano palazzo
WIP Edizioni
1a edizione: settembre 2011 ISBN 978-88-8459-199-9 IIlustrazioni del testo e copertina a cura di Massimiliano Palazzo ©
WIP Edizioni via L. Franchetti, 29 – 70125 Bari tel. 080.5576003 - fax 080.5523055 www.wipedizioni.it - info@wipedizioni.it
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Ai miei nipoti davide e andrea, a gaia, a martina ai miei piccoli alunni, tutti
Popov in tana
Capitolo I
MI CHIAMO POPOV
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evo andare. Si è fatto tardi e non posso trattenermi con voi. Eppure bisogna che ve la racconti la mia storia. Che ora è? Ecco, arriveranno prima di me. Facciamo così: seguitemi. Lungo la strada ci parleremo. Oh, nulla di eccezionale: niente superpoteri, pozioni magiche, inseguimenti d’auto, niente pistolettate, né armi laser o superatomiche. Solamente la vita semplice, quotidiana di un polpo. Ma non per questo meno ricca di avventure di lotte di sorprese e di emozioni. Forza andiamo, mi sentite quando parlo? Mi sentite? Facciamo così: andiamo avanti per un po’, quando sarete stanchi ci fermeremo e faremo una sosta, poi riprenderemo una specie di pausa di fine capitolo e poi un capitolo nuovo.
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Siamo d’accordo? Che ne dite? Mi chiederete perché fare tutta questa fatica per ascoltare il racconto della vita banale di un polpo. Lo dite voi che la vita di un polpo è banale. E intanto la conoscete? No, scommetto che non siete sicuri neanche sul mio nome: polpo, piovra o alla maniera scientifica octopus vulgaris o u pulpe in dialetto barese o pruppu in dialetto siciliano o folpo a Venezia o purpu a Genova. A volte io stesso ho perso la mia identità. Quando ero piccolo, ma proprio piccolissimo correvo dalla mamma e le chiedevo: - Come mi chiamo io? - e la mamma rispondeva - Ma te lo vuoi ficcare in testa che ti chiami polpo? -. A voi è mai capitato che abbiano sbagliato il vostro nome? Non vi sento, gridate. Vi sembra che vi facessero del male? Insomma io voglio essere chiamato POLPO. E anche voi dovete chiamarmi POLPO. Intesi? Andiamo ora. E scommetto che non sapete tante altre cose su di me. Almeno questo dovreste saperlo: studi scientifici hanno dimostrato che noi polpi siamo in grado di riconoscere una forma e associarla a una sensazione oppure impariamo a diffidare di un granchio 8
quando è accompagnato da un oggetto oppure a tirare una cordicella per azionare l’apertura di un distributore di leccornie. Ah, gli scienziati inglesi sono i migliori, loro sì che ci conoscono. E voi lo sapevate? Voi che siete tanto arguti! La verità è che non avete occhi che per voi stessi e se qualche volta vi guardate intorno pensate che gli animali e le piante che vi circondano siano una poltiglia informe di sciocchi e inutili esseri viventi che stanno lì a bella posta per il piacere dei vostri occhi nel caso migliore, più spesso della vostra gola. Voi intelligentoni non pensate mai che anche gli altri esseri viventi, quali una lontra, un passerotto, un polpo sono pur loro dotati di cervello e di cuore e pensano e sentono e soffrono e amano e vivono forti passioni? Forza, dai su andiamo, basta con le prediche, ma certe volte fate degli occhi come se stessi dicendo chissà quale sciocchezza.
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