Diners n 5 - Novembre 2019

Page 1

ANNO IX / N°5, 2019

E V E N T / Diners Club protagonista a Taste of Roma B U S I N E S S / Abitare contemporaneo S P O R T / Stefano Oppo, promessa del canottaggio

curiosita






CARI SOCI, una frase celebre recitava così: Stay hungry, stay foolish. Fu pronunciata da Steve Jobs, personaggio simbolo della rivoluzione digitale, di fronte a una platea di studenti universitari per spronarli ad andare oltre i loro limiti, in un discorso che è suonato come un testamento spirituale. Alla Curiosità è dedicato questo numero del magazine, una dote da coltivare e da seguire nei più svariati campi. Nell’arte, nello sport, nella cucina e nell’imprenditoria: su quest’uscita, troverete storie di personaggi e di progetti spinti da questo innato e inesauribile motore. Anche in Diners teniamo sempre le antenne alzate, pronti a captare nuovi trend e nuove sfide, senza mai dimenticare le origini. Fin dalla sua nascita Diners Club ha scelto infatti di legarsi al fine dining e oggi continua questa tradizione attraverso eventi e iniziative. Ultimo solo in ordine di tempo, il Taste of Roma 2019. Nella Vip Lounge by Diners Club International, allestita per l’occasione all’interno dei giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica, si sono susseguiti ospiti importanti, chef stellati, show cooking, degustazioni e piatti d’autore. Una festa all’insegna dell’alta cucina che ha voluto mettere ancora una volta l’accento sul senso di appartenenza al Club. Tante altre novità si profilano all’orizzonte, se vi ho incuriosito non perdetevi i prossimi aggiornamenti. Buona lettura, Giglio Del Borgo CEO


+39 02 76 20 81


Anno IX - Numero 5 Bimestrale - Novembre 2019 Direttore responsabile Ilaria Maggi. ilaria.maggi@synersea.it Caporedattore Federica Barbaro. federica.barbaro@synersea.it

SOMMARIO N o v e m b r e 10

WHAT’S ON

12

EVENT

2 0 1 9

Taste Experience

Layout e impaginazione Costanza Mazzotti. Redazione Elena Fausta Gadeschi. redazione.milano@synersea.it Hanno collaborato Mattia Mancuso, Carlo Mandelli, Martina Pustorino (Diners Club Italia), Costanza Romagnoli, Laura Rossi (Diners Club Italia). Edito da Via Umberto Forti 1, 56121 - Pisa (PI) www.synersea.it Redazione Via Vincenzo Monti 5/A, 20123 - Milano Tel +39 02 48010901 redazione.milano@synersea.it

18

BUSINESS Nuovi codici dell’abitare

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

WORLDWIDE EXCELLENCE of Media Place srl Via della Moscova, 6/8 - 20121 Milano Tel +39 02 29060342 Via Antonio Bertoloni, 26 - 00197 Roma Tel +39 06 95583350 info@worldwideexcellence.com Rivista ufficiale di Diners Club Italia Via Lepetit 8, 20124 Milano Tel +39 02 321621 - Fax +39 02 32162321 www.dinersclub.it Stampa Musumeci S.p.A. Loc. Amerique 97 - 11020 Quart (AO) Diners Club è registrato presso il Tribunale di Milano Autorizzazione n° 457 del 14/09/2011

Cover: le innovative ed esclusive residenze di Porta Nuova, parte del progetto di COIMA.

6

22

ART Sotto il segno di Peggy Guggenheim

28

SPORT Il curioso caso di Stefano Oppo



SOMMARIO • Novembre 2019

FOCUS

FOOD

D•NEWS

32

Lo sapevate che...

64

WELCOME

67

ADDRESS

68

EVENTS Le Cene del Martedì

69

CARD

70

CLUBMEMBERS Le esperienze che ti premiano

72

PARTNERS Vesti E-xclusive!

36

Il pane (non) è più quello di una volta

FASHION

44

Ascoltare il proprio istinto premia

MUSIC

50

C’era una volta in America

AUTOMOTIVE

54

LEXUS RX, l’ibrido luxury che muove la curiosità

MEMO

8

58



W H AT ’ S O N

a cura della Redazione

Nel mese di ottobre le Rolex Series hanno fatto tappa all’Olgiata Golf Club in occasione del 76° Open d’Italia, il 5° torneo del prestigioso circuito nato nel 2017 dalla partnership tra lo European Tour e Rolex, che prosegue l’ormai consolidata tradizione in qualità di orologio ufficiale della Federazione Italiana Golf, scandendo i momenti salienti del torneo più famoso del nostro Paese, che la maison ginevrina ha iniziato a sostenere al Gardagolf con l’edizione del 2003. Tra i testimonial dell’evento gli storici campioni Phil Mickelson, Adam Scott, Tiger Woods e Martin Kaymer, ma anche i giovani Jordan Spieth, Justin Thomas, Hideki Matsuyama, Jon Rahm, Brooks Koepka e l’orgoglio nazionale Francesco Molinari.

Quella del 2019 sarà un’ottima annata per la stagione del tartufo bianco, il re dei tuberi che racchiude in sé ben 120 profumi diversi e a cui Alba dedica la 89° Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. Un evento imperdibile che dal 5 ottobre al 24 novembre coinvolgerà la città in una serie di eventi gourmet tra ristoranti stellati, osterie storiche del luogo, cene, workshop e show cooking, ai quali presenzieranno 50 chef di cui 29 stellati Michelin. In concomitanza si terrà anche AlbaQualità, rassegna che svela il meglio delle realtà gastronomiche e vitivinicole piemontesi con possibilità di degustazioni e wine tasting.

Four Seasons Resort Maldives at Landaa Giraavaru – gioiello dell’atollo di Baa, Biosfera Unesco - presenta l’esclusivo Flying Triggerfish, il primo aereo DHC6-300 Twin Otter al mondo completamente personalizzato. Con solo otto posti a bordo, questo idrovolante instagram-friendly ispirato ai colori di uno degli abitanti dell’Oceano Indiano, il pesce Balestra, vola radente al blu delle acque maldiviane, collegando la città di Malé al lussuoso resort per un’esperienza coinvolgente e adrenalinica.


È l’ultimo nato della famiglia Apple, ma ha tutte le caratteristiche per diventare il più amato di sempre. Il nuovo iPhone 11 Pro è il primo smartphone dotato di un sistema a tripla telecamera che permette di girare video sempre più realistici, con un livello di dettaglio altissimo, un’incredibile fluidità e ottime prestazioni anche in condizioni di scarsa luminosità. Da segnalare le cinque ore di autonomia in più della batteria, la maggiore resistenza all’acqua e un display Super Retina XDR con due diversi picchi di luminosità per un uso ottimale dello schermo in qualsiasi condizione atmosferica.

Dopo Los Angeles, l’ex attaccante della Juventus Alessandro Del Piero sbarca a Milano e inaugura N10, il suo nuovo ristorante dal design contemporaneo e accogliente in via Monte Grappa 10, dove scoprire tutto il piacere dello show cooking grazie allo chef Corrado Michelazzo e ai suoi “bocconi”, specialità italiane rivisitate in chiave asiatica. L’esperienza gastronomica prosegue con le pizze del maestro pizzaiolo Marcello Costanzo preparate con farine superiori ad alta digeribilità e materie prime ricercate. A disposizione dei clienti una sala privé per meeting aziendali, lanci di nuovi prodotti e mostre, oltre a un format che prevede live show e un calendario di appuntamenti ad hoc per ogni 10 del mese.


EVENT di Federica Barbaro

12


Ta s t e

Experience

Per il secondo anno consecutivo, Diners Club ha scelto l’evento chiave del panorama food italiano - il Taste of Roma 2019 per sorprendere e coccolare i suoi Soci. 13


F

orse non tutti sanno che la nascita di Diners Club si lega a un evento curioso: seduti attorno a un tavolo, durante una serata tra amici, tre facoltosi imprenditori statunitensi decisero di fondare una compagnia di servizi finanziari con l’emissione della prima carta di credito indipendente al mondo da utilizzare all’interno di una selezionata cerchia di hotel e boutique di lusso, ma soprattutto raffinati ristoranti. Da quel momento, Diners Club ha scelto di associare il suo nome al fine dining diventando indiscusso protagonista di manifestazioni che stuzzicano il palato e che diventano l’occasione perfetta per condividere con i suoi Soci esperienze davvero uniche. Primo fra tutti il Taste of Roma, l’evento clou dell’alta cucina italiana: giunto all’ottava edizione, tenutosi dal 19 al 22 settembre nei Giardini Pensili di Auditorium Parco della Musica, per il secondo anno consecutivo il Club ha scelto di prendervi parte in qualità di main sponsor sorprendendo tutti i partecipanti con un momento inaugurale memorabile. Diverse personalità di spicco si sono incontrate nella Vip Lounge by Diners Club International durante la serata “Welcome back” e sulle note musicali live hanno degustato in anteprima assoluta, in un tripudio di sapori e profumi, le proposte create dallo chef di fama internazionale Heinz Beck, dallo chef stellato Ciro Scamardella e dal giovane e promettente chef Daniele Lippi. Lo Chef Heinz Beck e Sheryl Yasger, Vice Presidente di Diners Club International

14


“ I l n o s t r o C l u b è c o m e C a s a , l ’a m b i e n t e o s p i t a l e e accogl iente per def in i zione, e og n i Socio sente for te i l senso d i appa r tenen za. Per noi Belong è u n concet to ch iave: appar tenere a un Club esclusivo come i l nostro sig nif ica usuf r uire d i numerosi ser vizi e vantag g i pensat i e creat i ad hoc per coloro che s c e l g o n o d i e s s e r e S o c i d i D i n e r s C l u b”. Giglio del Borgo, CEO Diners Club Italia

Il Vice Presidente di Diners Club International Sheryl Yasger con Giglio del Borgo, CEO di Diners Club Italia

15


In queste pagine: alcuni momenti salienti della serata “Welcome Back” svoltasi nella Vip Lounge by Diners Club International.

16

A dare il benvenuto il Vice Presidente di Diners Club International, Sheryl Yasger, e Giglio Del Borgo, CEO di Diners Club Italia, che hanno evidenziato come da sempre uno dei valori fondamentali del Club è il senso di appartenenza, il belong che solo un Socio Diners può comprendere appieno sentendosi parte di una famiglia. Nelle giornate successive, la Lounge è stata il punto di ritrovo per tutti coloro che hanno acquistato il biglietto VIP e che hanno scelto di vivere la manifestazione con benefit esclusivi: a partire dall’aperitivo di benvenuto & appetizer, due portate previste nel menu del Taste of Roma, l’open wine bar con una ricercata selezione di vini e un mini cocktail by Tanqueray n°10, ma soprattutto gli imperdibili meet&greet con gli chef che hanno intrattenuto gli ospiti con racconti insoliti e varie curiosità. Quattro giorni di festa all’insegna del gusto, del totale relax e della condivisione, firmati Diners Club.


17


Nuovi codici dell’abitare Innovative, funzionali, esclusive: sono le residenze di Porta Nuova, parte del progetto di COIMA, società specializzata nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari, con un’anima fortemente human-centred. 18

BUSINESS di Ilaria Maggi


19


BUSINESS

S

iamo in zona Porta Nuova, perfetta sintesi tra identità cittadina e visione europea, un quartiere che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale e un “restyling” votato alla sostenibilità: con una superficie di oltre 290.000 mq, s’integra perfettamente nel tessuto urbano originario attraverso un sistema pedonale continuo caratterizzato da piazze, aree pedonali e un giardino contemporaneo. È in questo quartiere, trasformato in nuovo polo di attrazione per il business, il design, la moda, che COIMA ha scelto di investire, promuovendo soluzioni abitative esclusive all’interno di edifici innovativi e green. Tra le proposte più ambite il pluripremiato Bosco Verticale, icona di un nuovo modello di riforestazione urbana, e le Ville di Porta Nuova, disposte su differenti livelli, ciascuna con giardino interno che diventa il prolungamento ideale del living. E ancora Solea, la torre di 69 metri che gioca con i volumi e gli effetti cromatici black&white della facciata, creando un dinamismo architettonico inedito, e il complesso Solaria & Aria, che ospita la più alta residenza d’Italia dalle cui vetrate è possibile spaziare dalle guglie del Duomo fino alle Alpi. Ce ne parla Matteo Ravà, Managing Director Asset Management di COIMA, dagli uffici della sede, affacciati sulla Biblioteca degli Alberi, il nuovo parco della città, con i suoi 500 alberi e migliaia di piante di specie differenti.

20


Com’è cambiato il mercato immobiliare negli ultimi anni a Milano? Il mercato immobiliare milanese negli ultimi anni ha visto l’arrivo di capitali internazionali che hanno rappresentato la maggioranza delle fonti di capitale investito nella città. Questo è un trend ormai consolidato nelle principali capitali economiche europee dove gli investitori internazionali ponderano meglio il rischio dell’investimento. Milano ha due anime, storia e innovazione convivono, come si traduce questo nel vostro settore e nella vostra offerta? Riteniamo che gli immobili debbano essere rispettosi dei luoghi nei quali vengono riqualificati/sviluppati. L’inserimento nel tessuto cittadino e la valorizzazione delle aree adiacenti agli immobili fanno parte dei nostri processi d’investimento immobiliare. Ad esempio il progetto di Porta Nuova ha avuto cura nel riconnettere parti della città che prima dell’intervento di riqualificazione erano degradate e poco collegate. Un layer unico di connessioni pedonali e la separazione dei flussi veicolari permette ai cittadini di riconnettere le fratture urbanistiche create nel dopoguerra e quindi si sono creati degli spazi pubblici dei quali i cittadini si sono riappropriati.

Ovviamente gli immobili devono essere avveniristici in termini di flessibilità di utilizzo degli spazi, di consumi energetici e di servizi che un utente internazionale ormai sofisticato si aspetta e che non sempre si ritrovano in altri interventi immobiliari. Esempi di questi servizi sono amenities come palestra, sale meeting, party room o home teatre, servizi di reception 24/7, sistemi di videosorveglianza, oltre ad alta efficienza energetica degli impianti e caratteristiche interne esclusive degli appartamenti con altezze interne delle zone giorno e delle camere da letto superiori allo standard, ampie vetrate, bagni confortevoli e diversi stili progettuali per coprire i diversi gusti dei clienti che possono essere accompagnati nelle loro scelte dagli esperti di COIMA Image. C’è grande attenzione per il tema della sostenibilità a livello globale, in quale posizione vi ponete? La sostenibilità è un tema centrale nella nostra strategia di business e integrata nel nostro modello organizzativo. Il nostro impegno è quello di lavorare per il raggiungimento di risultati concreti e oggettivi. Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una sostanziale crescita della consapevolezza sui temi di sostenibilità anche nei nostri clienti, con una domanda di prodotti sempre più performanti. www.residenzeportanuova.com

21


ART di Elena Fausta Gadeschi

Sotto il segno di Peggy

Guggenheim Curiosa, eccentrica, visionaria. A quarant’anni dalla sua scomparsa un doveroso omaggio alla donna che rivoluzionò il mercato dell’arte, guidando l’Italia alla scoperta delle avanguardie del Novecento.

22


23

© Roloff Beny


ART

“È

mio destino andare in cerca dell’impossibile, sotto qualunque forma lo incontri, mi affascina, mentre sfuggo dalle cose facili della vita”: in questi termini parlava di sé Peggy Guggenheim alla vigilia del suo definitivo trasferimento a Venezia, la città da lei scelta nel 1948 come luogo di elezione e che quest`anno la ricorda con la mostra Peggy Guggenheim. L`ultima dogaressa, che fino al 27 gennaio 2020 vedrà esposte sessanta delle opere più amate dalla collezionista americana tra cui L’impero della luce di René Magritte e Studio di scimpanzé di Francis Bacon.

René Magritte. L’impero della luce (L’empire des lumières)

24


© Tagliapietra Interpress © Tony Vaccaro

Testimone ingenua e talvolta inconsapevole dei ruggenti anni Venti prima e dei drammatici avvenimenti bellici poi, Peggy si era trasferita a Parigi nel 1921, desiderosa di lasciarsi alle spalle l’opprimente e perbenista ambiente della comunità ebraica newyorkese della propria adolescenza, funestata dalla precoce morte del padre Benjamin, che nella fatale notte del 14 aprile 1912 aveva perso la vita a bordo del Titanic, attendendone il completo inabissamento nelle gelide acque oceaniche canadesi sorseggiando champagne in elegante abito da sera. Dopo quel tragico avvenimento ben poco la teneva ancora legata alla casa natale, che lasciò con sollievo alla volta di Parigi, la capitale europea più vivace del tempo, dove confluivano gli esponenti delle nuove correnti artistiche dell’Astrattismo e del Surrealismo come Marcel Duchamp, Max Ernst e Man Ray, ma anche scrittori come Samuel Beckett. Desiderosa di conoscere l’arte contemporanea, che con candore ammetteva di non riuscire a comprendere, si dimostrò in quegli anni molto curiosa e subito pronta ad abbracciare gli entusiasmi e le ebbrezze dello stile di vita bohémienne. Generosa nell’assecondare i capricci del primo marito Laurence Vail e le velleità artistiche dei suoi amici, con il tempo Peggy maturò l’idea di dedicarsi a una causa più grande, che andasse ben oltre il finanziamento di singole imprese e che si concretizzasse in un progetto più ambizioso. Grande appassionata di letteratura, sembra che il suo primo desiderio fosse quello di fondare una casa editrice ma che, poco convinta del proprio talento come scrittrice e preoccupata che l’impresa potesse richiederle troppo denaro, abbia deciso di dedicarsi al collezionismo di arte moderna, il più congeniale e accessibile poiché ancora poco apprezzato dal grande pubblico.

Fu così che all’ombra dello zio Solomon, che stava gettando le basi per diventare uno dei maggiori collezionisti di New York, la nipote Peggy decise di aprire a Londra la piccola galleria Guggenheim Jeune dove, su consiglio dell’amico Duchamp, espose alcune opere di Jean Arp e del più affermato Jean Cocteau, che decretarono il successo della sua inaugurazione nel gennaio 1938. Totalmente assorbita dalla galleria, Peggy perseguì in quegli anni la semplice, ma ostentata missione di comprare “un quadro al giorno”, mentre osservava da semplice spettatrice il repentino e drammatico evolversi degli eventi di quegli anni. Misurava l’avanzare del conflitto mondiale non dai movimenti delle truppe, ma in base all’acquisto delle sue opere, che lei considerava “figli di guerra”: Dalì, Klee, Picabia, Mirò, Tanguy, Kandinskij, Braque, Mondrian, Giacometti, Man Ray. E quando Hitler invase la Norvegia e la Danimarca il 9 aprile 1940 per Peggy fu una giornata memorabile sia per un bellissimo Léger acquistato per 1000 dollari sia per la scoperta di un grande appartamento vuoto in Place Vendôme, dove avrebbe potuto esibire la sua già ricca collezione. Quando si concretizzò l’eventualità che Parigi cadesse nelle mani dei tedeschi, il suo primo pensiero non riguardò la propria salvezza, ma quella delle 150 opere acquistate, che per il Louvre non valeva la pena salvare e per le quali dovette provvedere personalmente facendole trasferire negli Stati Uniti. Portata in salvo la collezione, alla fine del 1940 si convinse della necessità di partire e con il proprio denaro poté assicurare lasciapassare e biglietti non solo alla propria famiglia, ma anche ad alcuni intellettuali come André Breton e Max Ernst, mettendo più volte a rischio la propria stessa vita.

25


ART

© Florence Gruere

Con lo spirito imprenditoriale che la contraddistingueva si mise subito al lavoro a un nuovo progetto espositivo e il 20 ottobre 1942 inaugurò Art of This Century, lo spazio più democratico e divertente che si fosse mai visto in campo artistico, opera dell’architetto Frederick Kiesler, che aveva pensato alla precisa collocazione di ogni singola opera proveniente dalla cosiddetta New York School, quella generazione di pittori emersa durante la guerra e a cui apparteneva un ancora sconosciuto Jackson Pollock, che Peggy contribuì in larga parte a lanciare nel grande mercato dell’arte. Divenuta facile bersaglio di scandali e maldicenze a seguito delle molte relazioni intessute negli anni e rese pubbliche nella sua autobiografia, nel 1948 decise di lasciare per sempre New York, scegliendo per sé e la propria collezione il famoso Palazzo Venier dei Leoni affacciato sul Canal Grande, dove sarebbe rimasta fino alla sua morte nel 1979. Negli anni divenne famosa non solo per il suo mecenatismo, esponendo pubblicamente un numero incredibile di quadri e sculture in quella che potremmo definire a tutti gli effetti una casa museo, ma anche per le sue eccentricità convinta com’era che “a Venezia si può indossare quasi tutto senza sembrare ridicoli”, inclusi gli iconici occhiali da sole a farfalla disegnati per lei dal pittore Edward Melcarth. Tra eventi mondani, mostre e liaisons dangereuses la vita di Peggy trascorse mollemente adagiata sulla sua gondola, il lusso al quale non seppe mai rinunciare nemmeno in tarda età, pur consapevole di vivere in un mondo che stava profondamente cambiando e rispetto al quale era difficile orientarsi, persino in campo artistico. Non è un caso forse che al suo ottantesimo compleanno quando, circondata dall’affetto di artisti, autorità e personaggi dello spettacolo, un giornalista le chiese cosa pensasse dei pittori italiani contemporanei, lei sorridendo rispose: “Oh, sono pessimi. Non è vero?”.

26

Negli anni divenne famosa non solo per il suo mecenatismo,

esponendo pubblicamente

un numero incredibile

di quadri e sculture in quella che potremmo definire a tutti gli effetti una casa museo, ma anche per le sue eccentricità.


Gli spazi espositivi di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, allestiti per ospitare la mostra Peggy Guggenheim. L’ultima dogaressa, aperta al pubblico fino al 27 gennaio 2020. Š Peggy Guggenheim Collection. Foto di Matteo De Fina

27


SPORT di Federica Barbaro

Il curioso caso di

STE FAN O O PP O IL CAMPIONE DI CANOTTAGGIO RACCONTA COME TUTTO È INIZIATO, I SUCCESSI, LE ASPETTATIVE E I MECCANISMI DI UNO SPORT NON DA TUTTI CONOSCIUTO. 28


29


SPORT

U

no sportivo lo riconosci subito, non tanto dalla prestanza fisica ma soprattutto dalla luce che brilla nei suoi occhi, quella carica motivazionale che lo spinge ad andare oltre i suoi confini e a essere esempio per gli altri. Non è dunque un caso se incrociando lo sguardo di Stefano Oppo si ha subito questa sensazione. Classe 1994, nato e cresciuto a Oristano, in Sardegna, nel 2003 ha iniziato quasi per gioco e con una buona dose di curiosità a praticare l’attività sportiva del canottaggio e, da quel giorno, dalla barca non è più sceso. Dove è nata questa tua passione per il canottaggio? Avevo nove anni e dopo aver sperimentato vari sport, tra cui calcio e nuoto, sentivo di non aver trovato la disciplina che mi appagasse. Così un giorno ho deciso di seguire le orme di mio fratello che con un gruppo di amici all’epoca praticava canottaggio, e da allora è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Quando hai fatto “il salto di qualità”? La svolta è arrivata a cavallo tra la seconda e terza superiore quando la Federazione Italiana Canottaggio pubblicò il bando per l’ammissione al programma nominato College Nazionali che offriva la possibilità a soli cinque-sei giovani atleti di allenarsi presso il centro federale di Piediluco, in Umbria. Decisi di sottopormi alle selezioni e venni ammesso, consapevole della grande opportunità e del sacrificio che avrei vissuto, ovvero il distacco dalla mia terra di origine, dalla mia famiglia che non ha mai smesso di supportarmi in ogni mia competizione, e il dover sottopormi ad allenamenti dai ritmi serrati che richiedevano un grande sforzo fisico e mentale.

30

Questo “sacrificio” è stato notevolmente ripagato… Senza ombra di dubbio! Già nel 2010 sono entrato nella categoria Junior e da quel momento ho preso parte alle varie gare internazionali. Nel 2011 ho indossato per la prima volta con grande orgoglio la maglia azzurra agli Europei a Kruszwica, in Polonia, disputando la gara con la formazione da otto e abbiamo conquistato l’ambita medaglia d’oro. Nel 2012 è arrivata anche la vittoria ai Mondiali Junior disputati a Plovidv, in Bulgaria, una gara storica nella quale con la barca da quattro abbiamo conquistato per un solo centesimo la medaglia d’oro. Da lì in poi, a parte qualche delusione, sono salito su diversi podi nelle categorie superiori e soprattutto nel 2016 è arrivata l’esperienza che qualsiasi atleta sogna nella sua vita: le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Quali emozioni si prova a prendere parte a un’Olimpiade? Se non lo vivi non puoi capirlo e a parole è difficile descriverlo. Il clima che si respira nel villaggio olimpico è qualcosa di straordinario, si scherza e si trascorrono giornate tranquille insieme agli atleti di diverse discipline, senti di appartenere a una grande community che persegue obiettivi sinceri e leali. Ovviamente appena scendi sul campo di gara inevitabilmente la situazione cambia, ognuno pensa a dare il massimo e le persone con cui scherzavi il giorno prima diventano i tuoi temibili rivali. Sicuramente l’Olimpiade di Rio de Janeiro è stata per me un momento significativo non solo da un punto di vista personale ma anche e soprattutto sportivo, il quarto posto ottenuto in quell’occasione ci spinge a voler salire sul podio della prossima edizione. E per le Olimpiadi di Tokyo 2020 ci sono grandi aspettative. A fine agosto con il mio compagno Pietro Ruta durante la semifinale

dei Campionati Mondiali di Linz del doppio pesi leggeri abbiamo conquistato il pass valido per la nostra barca per prendere parte alle prossime Olimpiadi. Un risultato grandioso e saranno le nostre prossime prestazioni, la preparazione atletica e la condizione fisica a determinare la nostra effettiva presenza ai giochi olimpici. Il canottaggio è uno sport curioso, non da tutti conosciuto nel dettaglio, ci aiuti a capire meglio il gesto tecnico. Esistono due tipologie di vogata, quella di punta che viene effettuata con un solo remo e che implica un gesto tecnico asimmetrico con una torsione innaturale del busto - da me praticata dal 2010 fino al 2016 – e la vogata di coppia che vede l’utilizzo di due remi per ciascun atleta, specialità che sento decisamente più mia. Ho iniziato a praticare canottaggio con la vogata di coppia e ho dovuto fare un gran lavoro per riacquisire quel gesto tecnico che però non ho mai perso. Quali sono le caratteristiche di una gara di canottaggio? La distanza complessiva da percorrere è di 2000 metri, la gara si può suddividere in tre fasi – partenza, passo, chiusura – e richiede una strategia da seguire e adattare in base alle condizioni climatiche ma soprattutto agli avversari contro i quali stai gareggiando. Nel canottaggio si rema dando le spalle all’arrivo, l’atleta che sta davanti imposta il ritmo della gara e, nella nostra coppia, è Pietro (Ruta ndr.) con i colpi iniziali a dettare il passo, ovvero il rapporto tra la passata in acqua e la ripresa. Io ricopro il ruolo di stratega, analizzo lo scenario, determino la tattica da seguire e soprattutto chiamo il “finale” e mentre gli altri si approcciano a questo momento in maniera concitata, io e Pietro siamo più pacati, dopo un bel paio di respiri chiedo se è pronto e poi a seguire do il “Via!”.


IL CANOTTAGGIO È LA MIA PASSIONE, L’UNICO SPORT IN GRADO DI TRASMETTERMI VIBRAZIONI POSITIVE; QUANDO LA BARCA “ S C I V O L A V I A” SULL’ACQUA È IN QUEL PRECISO MOMENTO CHE PROVO UNA SENSAZIONE DI LIBERTÀ ASSOLUTA. Stefano Oppo, canottiere dell’Arma dei Carabinieri

31


FOCUS di Elena Fausta Gadeschi

Lo sapevate

che... STORIE BIZZARRE E CURIOSE DAL MONDO.


C’è stato un periodo in cui il ketchup veniva usato come medicina: era il 1835 e a pensarci fu il Dr. John Cook Bennett, presidente del dipartimento di medicina presso l’Università Willoughby in Ohio (Usa). Egli era convinto che i pomodori potessero curare sintomi come diarrea, ittero, e indigestione, da qui l’idea di venderlo in pillole. Il cosiddetto “ketchup della salute” ebbe un discreto successo finché qualcuno non scoprì l’effetto lassativo dei pomodori. Per dipingere la sua famosa Ophelia, il pittore preraffaellitta John Millais chiese alla modella Elizabeth Siddal di posare immersa in una vasca da bagno riscaldata con delle candele. Trascorse molte ore, queste ultime si sciolsero, l’acqua si raffreddò e la ragazza contrasse una feroce bronchite, obbligando il pittore al pagamento delle spese mediche per una somma pari a 50 sterline.

Il 24 ottobre 1901, all’età di 63 anni, l’insegnante americana Annie Edson Taylor fu la prima persona a sopravvivere dopo essersi lanciata nelle Cascate del Niagara chiusa in una botte.

Nel 1830 un mercante di Londra confuse il termine inglese twill, o tweel secondo la pronuncia scozzese, con tweed, il nome del fiume che separa la Scozia dall’Inghilterra, dove si concentrava la produzione di questo tessuto. Questa stoffa di lana vergine fu consacrata da Mademoiselle Coco Chanel quando decise di utilizzarla per l’abbigliamento femminile. Durante la sua storia d’amore con il Duca di Westminster, che incontrò verso la metà degli anni Venti, sviluppò infatti il gusto per i capi di guardaroba maschile. Il Duca era un noto sportivo e Coco iniziò ad appropriarsi delle sue giacche in tweed, dei maglioni di cachemire, dei pantaloni e dei calzini gambaletto; fu così che si mosse in lei l’idea di rendere cosmopolita la figura femminile, rivoluzionando completamente i canoni stilistici dell’epoca.

La città con il nome più lungo della storia si chiama Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch. Si tratta di un comune del Regno Unito di appena 3000 abitanti situato nella contea di Anglesey. Con i suoi 58 caratteri è il toponimo più lungo d’Europa, solitamente abbreviato in Llanfair PG o Llanfairpwll. Il suo nome tradotto dal gallese significa “Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco, vicino alle rapide e alla chiesa di San Tisilio nei pressi della caverna rossa”.

$ 5 Silver Certificate, 1899 è l’unica banconota USA a riportare l’immagine di un capo indiano nativo americano. L’uomo disegnato è Antilope Che Corre, della tribù Hunkpapa, appartenente al ceppo linguistico dei Lakota Sioux.

33


FOCUS

Il 23 settembre 2013 il famoso ciclista Gino Bartali è stato dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’Olocausto fondato nel 1953, per avere eroicamente salvato la vita di centinaia di ebrei dalle deportazioni nazifasciste, nascondendo nella canna della propria bicicletta preziosi documenti che da una stamperia clandestina di Assisi portava fino a Firenze, dove poi venivano consegnati agli ebrei permettendo loro di avere una nuova identità e sfuggire a morte certa.

Di tutti i panorami del nostro pianeta, forse uno dei più conosciuti in assoluto è quello usato dalla Microsoft come sfondo di default del sistema operativo XP. Questa singola fotografia, mai ritoccata né modificata, si chiama Bliss - beatitudine - e fu scattata dal fotografo Charles O’Rear nel 1996 a Sonoma County, in California. O’Rear era sulla strada verso Marin quando si fermò lungo la Highway 121, prese la sua fotocamera e immortalò questo paesaggio.

Negli anni '90 la scrittrice J. K. Rowling visse per un breve periodo a Porto, città che lasciò poco tempo dopo, dicendo addio alla professione di insegnante d’inglese e pubblicando il primo volume dell’ormai celebre saga di Harry Potter. Si dice che abbia preso ispirazione dalla storica libreria Lello per descrivere la biblioteca incantata della scuola di Hogwarts.

Sembra che i sandwich siano stati inventati dal Conte di Sandwich, un incallito giocatore d'azzardo che non voleva abbandonare il tavolo da gioco per mangiare. Il termine tramezzino invece nacque a Torino presso il caffè Mulassano, famoso per questa specialità culinaria farcita con burro e acciughe. Il nome con cui è ancora oggi conosciuto venne scelto da D'Annunzio quando, durante una visita allo storico bar torinese nel 1925, esclamò: «Ci vorrebbe un altro di quei golosi tramezzini...», un probabile riferimento alla parola "tramezzo" ("Elemento situato in mezzo a due o più altri elementi", secondo la definizione del vocabolario Treccani).

Delle o tto milio ni di sp un milio ecie viv ne è a ri enti, schio d causa d i estinz elle attiv ione a it à u m a n e. Oggi il tasso d i estinz naia di ione è volte su centiperiore milioni agli ultim di anni. i 10

Nel 1953 lo psicoterapeuta Boris Levinson scoprì l’azione positiva che può avere un animale su un bambino con comportamenti autistici, gettando le basi scientifiche per la nascita della prima vera terapia degli animali. Risale a quegli anni il primo uso attestato del termine “pet therapy".

In inglese tacchino (turkey) ha lo stesso nome della Turchia. In turco si chiama hindi, ovvero “indiano”. In Portogallo è conosciuto come peru. In arabo è chiamato “uccello greco”. In Grecia si chiama “pollo francese” e in Francia l’etimologia del nome è “pollo indiano”. Curiosamente il tacchino non è indigeno di nessuno di questi paesi, dal momento che proviene dal continente americano.

Il triangolino tricolore che dal 1925 viene applicato sulle maglie della squadra che vince il Campionato italiano di calcio nasce da un'idea di Gabriele d'Annunzio. Il simbolo infatti si ispira allo scudetto che il Vate volle far applicare alla divisa indossata dagli italiani in una partita di calcio organizzata durante l'occupazione di Fiume.

il sava si u am a m della gom uegni c s s ella i ia d e r , c a cella atite er n Prim a p m c i d te per sito grafi pane ri. ropo nza t p a e t s a m e, bba chilo tita ne a di 55 ontie linea a na c n u iare tracc


La p rima multa locità per e della ccess storia genn o di aio d venn vee l 1 89 e infl Arno itta n 6 nel ld. L’a el K e u n tomo t a W veloc bilist ità di alter a and 13 km il lim a va a u /h in ite er na una z a di turat ona d 3,2 k o da ove m / h un po . V e n liziot ne ca to in tbicicle tta.

La storia della pasta secca come la conosciamo noi affonda le sue radici tra il IX e l’XI secolo, quando gli arabi pensarono di combinare il grano duro con l’essiccazione dell’impasto, dando vita alla cosiddetta itriyya, da cui la parola tria, che in molte zone d’Italia come Salento e Liguria ancora oggi identifica certi formati. Quando le armate saracene occuparono la Sicilia, l’isola divenne la capitale della pasta secca, che in seguito fu esportata in tutto il Mediterraneo.

In origine Elvis Presley era biondo, iniziò a tingersi i capelli di nero durante le sue prime esibizioni nel 1956. All’epoca infatti avere i capelli biondi era indice di frivolezza e scarsa virilità per un uomo. Inizialmente ricorse alla crema per le scarpe, in seguito scelse metodi più tradizionali e salutari. Un’altra curiosità su Presley riguarda le sue esibizioni, avvenute solo nel Nord America dal momento che il suo manager Tom Parker, nato nei Paesi Bassi, risiedeva illegalmente negli States e temeva che se avesse lasciato il paese non sarebbe più potuto tornare indietro.

In Norvegia i bambini possono donare i loro denti da latte aiutando la scienza. Oltre ai denti, l’istituto di ricerca richiede un campione di sangue e uno di urina della madre del bambino. I ricercatori utilizzano i denti decidui per studiare gli aspetti genetici e i processi di trasmissione batterica.

I primi aquiloni apparvero 2800 anni fa in Cina, paese dove erano disponibili i materiali più adatti alla loro costruzione: il tessuto di seta per la velatura e i fili di seta intrecciata per i fili di ritenuta, mentre per il telaio veniva utilizzato il bambù, un legno elastico e resistente.

ic a p la st ne di , nel e d u z io t o a r ll p e 5 0 la 8 i to n n Nel 19 a a 44 io n i d entat .3 m il m 2 u i t a s d è la ie ra n t it à e ll a p v it a d la q u a ne i d iz o s 2015 p o io Il te m co m p e i. n d a t a io s nu m il nono e ll a s a n n i, im a d 0 c irc a 0 4 o ca pr n a gni an i r iva re o r a a t ò t iu t i d pu o ge d i r if l’ u o m e ll a te o in n n n n te c iò o t a d i n un io n i d re c o 8 m il in m a n te. ie a b ic t am p la s p e r l’ la b il e c a lco

Nel 1850 Dmitri Mendeleev camminò per oltre 1000 km insieme a sua madre per raggiungere Mosca, così da potersi iscrivere all’università. Sebbene lì non venne accettato, la madre voleva assolutamente che avesse un’istruzione. Così camminarono fino a San Pietroburgo, dove venne ammesso. I suoi studi gli permisero di sviluppare la celebre tavola periodica degli elementi.

Nel 1908 il chimico giapponese Kikunae Ikeda, docente all’Università Imperiale di Tokyo, mentre studiava il forte sapore delle alghe scoprì un nuovo gusto oltre ai classici dolce, salato, aspro e amaro. Il nome di questo gusto è umami, che in giapponese significa “saporito”. Precisamente indica il sapore del glutammato di sodio, presente nella carne, nel formaggio e in generale negli alimenti ricchi di proteine.

Dell e o t to ven m ti, u n m ilioni d e st i i sp ilion nzio ecie e è ne uma a c a ri vin e. aus sch O a d è ce ggi io d elle il ta ntin i ss o aia atti ultim vità di v di e i 10 o l te st i n mili z sup oni erio ione di a re a nni. gli

35


FOOD di Ilaria Maggi

36


Il PANE

(non) è più quello di una volta I consumi calano, lo dicono i dati, ma in totale controtendenza nascono laboratori e bakery; il pane si riscopre al centro della tavola, non solo in senso letterale, e cresce l’attenzione per uno dei prodotti principi dell’alimentazione che diventa oggetto per palati gourmand, attenti a ingredienti e tecnica, e sempre meno al prezzo. Storie curiose dell’arte della panificazione.

37


FOOD

I

l pane sta vivendo un’epoca d’oro, nel vero senso della parola. Sì, perché da un lato diminuisce il consumo, soppiantato com’è da nuove mode e dalla guerra ormai imperante a carboidrati e glutine, dall’altro vede però il fiorire di panifici per veri intenditori, di laboratori annessi a ristoranti stellati, di un’attenzione verso questo lievitato che ne fa lievitare la qualità, ma spesso anche i prezzi. Definirli fornai o panettieri è quasi limitante: spesso sono giovani, con una laurea in tasca e una passione che non li ferma davanti a nulla. Come Aurora Zancanaro, trentenne con qualche tatuaggio, che a un certo punto decide che è arrivato il momento di creare qualcosa di totalmente suo: nasce Le Polveri, micro panificio in zona Porta Genova a Milano. “Quando ho chiesto il finanziamento, mi hanno detto che ero la classe di rischio più alta, ma questo non mi ha fermato” racconta. Il suo micro laboratorio di produzione e vendita è micro a tutti gli effetti: 45 metri quadrati totali, dove si muove, lei che è alta un metro e ottanta, con disinvoltura tra nuvole di farina e l’aroma del pane che si sprigiona dal forno.

In via Ausonio 7, a Milano, il micro panificio artigianale con laboratorio a vista Le Polveri è il regno di Aurora, che ogni giorno sforna pane di ottima qualità.

38


“Desideravo creare una bottega di quartiere, avere un rapporto diretto con i clienti, che oggi entrano e chiedono ‘il pane dell’Aurora’; siamo aperti da quasi due anni (novembre 2017) e i risultati sono molto al di sopra delle aspettative” continua con soddisfazione, raccontando di come dopo un periodo da ricercatrice in chimica e un’esperienza a Londra lavorando per panifici e mulini, sia poi tornata a casa per aprire un luogo che la rappresenti, con libri e una macchina del caffè, dove acquistare il pane e intrattenersi un po’. E il pane? “Innanzitutto le basi: uso solo lievito madre e farine bio macinate a pietra. Qui produco il pane classico, quello che sta bene con tutto, ma mi prendo anche qualche libertà, facendo un po’ di free-style” scherza. E aggiunge: “Sto avendo grandi soddisfazioni dall’impiego della segale, ho quadruplicato la produzione”. Il duro lavoro non la spaventa – “nelle settimane normali lavoro circa 75 ore” -, tiene corsi di panificazione e spera di trasmettere questa sua passione alle persone.

39


FOOD

Progetto affine, ma che va oltre la sola panificazione, quello di Marigold: lei, Sophie, appassionata di panificazione e dolci, dalle forti radici danesi; lui, Domenico, già chef dell’American Academy, calabrese doc. Insieme, dopo alcuni anni sulla scena foodies romana con il loro home restaurant, hanno dato vita a un luogo eclettico e un po’ ibrido, dal sapore e dal design nordico, ma in pieno quartiere Ostiense, a Roma. Il bancone zincato della caffetteria ogni giorno mette in bella mostra dolci e pane appena sfornato – in tre tipologie –, mentre nella luminosa sala si può scegliere se accomodarsi al tavolo sociale oppure a uno dei tavolini minimal, circondati da pezzi d’arredo scovati dagli stessi proprietari ai mercatini d’antiquariato, con l’aggiunta di qualche inflessione italiana come le ceramiche pugliesi. Aperto dalle 8 alle 17 (ma nel weekend fino alle 23), la proposta varia a seconda dell’ora del giorno, passando dagli ormai famosi cinnamon swirl, alle omelette o al pane di segale con avocado.

A Roma, in via Giovanni da Empoli 37, Marigold mixa atmosfere e sapori nordici con una cucina dalle forti radici italiane.

40


“Tutto il nostro pane è fatto in casa mediante l'utilizzo di farine macinate a pietra del “Molino Dallagiovanna”. Una miscela messa a punto che combina una farina di tipo 2 e un mix di ben 9 cereali. I grissini, a loro volta di nostra produzione, vengono tirati a mano e prodotti con burro e farina di polenta bramata “Del Dominio”, un piccolo

produttore veneto”.

Simone Zanon, chef dell’Antica Osteria Ronchettino

Gli ingredienti provengono preferibilmente da produttori locali, una filosofia racchiusa già nel nome Marigold, che significa calendula, fiore amato da Sophie e Domenico, che lo raccolgono a Villa Pamphili per completare qualche piatto. Torniamo a Milano, periferia sud, e varchiamo la soglia dell’Antica Osteria Ronchettino, a inizio ‘900 bottega storica e oggi baluardo della milanesità in cucina. Qui, in un’atmosfera shabby-chic all’interno di una cascina secentesca,

tra mattoni a vista, stufe a legna e arredi d’epoca, lo chef Simone Zanon propone una cucina stagionale fortemente legata alla tradizione. Tutto è rigorosamente fatto in casa. Anche il pane, cotto nello storico forno a legna, e i grissini, tirati a mano e prodotti con farina di polenta taragna e burro. Il degno accompagnamento per piatti simbolo come la cotoletta, nella versione “Orecchia d’Elefante” o “Imperiale” del peso di 4 chili, e il fritto misto con animelle, cervella e mondeghili.

41


FOOD

Nel frattempo anche sul fronte stellato il pane ritrova la meritata attenzione: c’è chi porta in tavola la pagnotta definendola ai commensali “il vostro pane” prima di sparire in cucina, metterla in forno e riportarla calda e fragrante – leggi lo chef tre stelle Norbert Niederkofler al suo St. Hubertus, incastonato tra le splendide montagne dolomitiche di San Cassiano – e ancora chi ha creato il proprio laboratorio di panificazione. Come AtelieReale, inaugurato nel 2016, accanto al ristorante Antica Corona Reale, a Cervere (Cn) nel cuore delle Langhe. “Tutti i giorni la clientela più affezionata usciva dal ristorante con almeno un pacco dei nostri grissini stirati a mano: pensare di aumentare la produzione è stato del tutto naturale” racconta lo chef Gian Piero Vivalda, due stelle Michelin, sesta generazione alla guida dell’intera attività. Non solo pane e grissini per il consumo al ristorante dunque, ma una produzione contenuta che a marchio AtelieReale viene venduta in alcuni rivenditori selezionati ed enoteche.

All’AtelieReale i grissini sono rigorosamente stirati a mano mentre il panettone è a lunga lievitazione come vuole la tradizione.

42


“Tutti i giorni la clientela più affezionata usciva dal ristorante con almeno un pacco dei nostri grissini stirati a mano”. Gian Piero Vivalda, chef del ristorante Antica Corona Reale

Se di grissini ne vengono prodotti circa 45 chili al giorno – la lavorazione impiega circa 12 ore e vengono lasciati lievitare tutta la notte –, fiore all’occhiello è il cosiddetto Panettone Reale delle Langhe, a lunga lievitazione naturale, impastato con farine macinate a pietra e con l’aggiunta di ingredienti di primissima qualità come il burro Inalpi di filiera piemontese certificata e l’acqua minerale di sorgente alpina Sparea. Nato quasi per scherzo, inizialmente regalato agli ospiti del ristorante, oggi

ne vengono prodotti circa 15mila all’anno, racconta il responsabile di AtelieReale, Luca Zucchini, prima pastry chef del ristorante e oggi a capo di 6 persone e dedito in toto alle lavorazioni di panificazione e pasticceria. Dall’estate – in vendita da settembre – si è aggiunta anche la Nuvola, un dolce che strizza l’occhio alle merende all’aperto, il cui nome rimanda immediatamente alla consistenza soffice e deliziosa, dove l’arte dell’impasto e della lievitazione trovano pieno compimento.

43


FASHION di Costanza Romagnoli

44


Ascoltare

il proprio istinto premia La curiosità è un istinto. Ed è questo l’impulso che hanno seguito con SEASE Giacomo e Franco Loro Piana, quando hanno creato il brand ispirato alla loro passione e caratterizzato da uno spiccato spirito green.

45


FASHION

“D

ue anni fa, dopo esser uscito dall’azienda di famiglia, sentivo l’esigenza di esprimere la mia parte creativa, ero curioso di iniziare una nuova avventura nel settore da cui provenivo e ho capito che la strada giusta sarebbe stata di far leva sulle mie esperienze. Mi sono concentrato su me stesso, sui miei valori e le mie passioni”, racconta Franco Loro Piana. Partiamo dal nome, già curioso di per sé, SEASE: SEA come mare, EASE come liberarsi. “SEASE nasce dalla sintesi di questi significati. Ed è proprio dal concetto di escape che è partita l’idea di costruire kit trasversali di abbigliamento lifestyle per la vela, ma anche per lo sci e la città, pensati soprattutto per chi sa che un’avventura inizia sempre con pochi capi in una borsa”, continua Franco, “la filosofia del brand è vestire le passioni, outdoor come in città”. Il concept store di Milano, che questo mese ha spento la seconda candelina, è un posto speciale. Si sviluppa su due piani ed è pensato per accogliere tutta la community SEASE. Al piano terra è possibile acquistare i capi che rappresentano l’eccellenza della produzione italiana in termini di qualità, innovazione e sostenibilità, mentre al primo piano si accede al mondo SEASE RPM (rarities, photography and music), lo spazio che permette di rilassarsi grazie a una selezione curata di vinili, memorabilia, stampe d’arte in edizione limitata, libri rari e di importazione, giradischi e impianti audio di ultima generazione, come nel caso di YAR, sistema bespoke capace di riprodurre la qualità e le emozioni di un live in ambiente privato.

SEA come mare, EASE come liberarsi. SEASE nasce dalla sintesi di questi significati.

© Bruna Rotunno

46


47


FASHION

Insomma, l’indirizzo perfetto per chi apprezza una scelta musicale sofisticata e costantemente aggiornata. Il brand, pur offrendo un format che abbraccia uno stile di vita tipicamente internazionale, promuove il made in Italy nel mondo. Persino la lana che viene usata per realizzare i capi è italiana. “Credo che un velato ottimismo verso il ritorno del Made in Italy, spinto sia da esigenze di produzione a breve distanza, sia dall’attenzione costante per la qualità, sia assolutamente sensato”. Inoltre, l’enorme valore aggiunto di SEASE è creare articoli con un’importante attenzione alla sostenibilità. Come non essere d’accordo con Franco Loro Piana quando aggiunge: “Essere sostenibili oggi, specialmente per un’azienda nata in tempi recenti, non è più una scelta, ma quasi un obbligo morale e verso la comunità in senso lato”. In questo senso SEASE ha reinventato un’icona dell’eleganza come il Solaro - tessutoicona dello stile maschile, noto per le sfumature iridescenti e inizialmente ideato per usi militari - che unisce performance ed eleganza grazie all’uso di un blend di lana e nylon da fonti vegetali: al 70% di lana viene abbinato un 30% di nylon proveniente da semi di ricino. Reinventandone gli usi, SEASE elabora capi di nuova generazione, capaci di coniugare performance e sostenibilità, eleganza e contemporaneità. Searching for the blue invece èil percorso verticale compiuto da SEASE che abbina la riscoperta della lana sopravissana, proveniente da Visso (Macerata), al guado, noto come oro blu delle tinture vegetali, già usato in epoca rinascimentale. Il progetto offre una testimonianza della ricchezza del territorio italiano e dell’impatto sociale come capacità contemporanea di fare impresa. Le pecore provenienti da questi luoghi sono il frutto di un incrocio risalente al XVIII secolo tra varietà locali e merinos spagnole e francesi,

48

© Bruna Rotunno

la loro lana ha un aspetto splendidamente grezzo. La tintura vegetale al guado è poi il secondo elemento di questo particolare percorso destinato alla riscoperta e valorizzazione del territorio: 100% chemical free e naturale, è ottenuta localmente dalla specie Isatis Tinctoria (nome botanico del guado). La pianta, riconosciuta come Indaco Italiano per le sue speciali tonalità, conferisce ai capi colorazioni accese e naturali, dalla caratteristica sfumatura blu/ azzurra la cui solidità e durevolezza è provata dagli arazzi medievali, manti rinascimentali e drappi nobiliari giunti fino a noi. Curioso che ancora oggi solo in pochissimi possano raccontare un percorso e un processo di lavorazione della lana e delle tinture di questo tipo. Il prodotto finito di SEASE è il risultato di pratiche consapevoli che proiettano un futuro all’insegna di un impatto ambientale contenuto e della valorizzazione del territorio. Un ritorno a ritmi pre-pollution, necessari ora più che mai per comporre una filiera 100% sostenibile e italiana.

SEASE High Pressure in SUNRISE


SEASE Armada jacket HIRES

Nel Solaro - tessuto-icona dello stile maschile, noto per le sfumature iridescenti e inizialmente ideato per usi militari - si abbinano performance ed eleganza grazie all’uso di un blend di lana e nylon da fonti vegetali.

Š Bruna Rotunno

49


MUSIC di Elena Fausta Gadeschi

50


C’era una

volta

IN A M E R I C A TRA LE MENO CONOSCIUTE DEL REPERTORIO LIRICO PUCCINIANO, LA FANCIULLA DEL WEST È LA PRIMA OPERA ITALIANA BASATA SU UN SOGGETTO AMERICANO. A OLTRE UN SECOLO DAL SUO DEBUTTO NE SVELIAMO I RETROSCENA ATTRAVERSO LE PAROLE DEL MAESTRO.

51


MUSIC

E

ra il gennaio del 1907 quando Puccini si recò per la prima volta negli Stati Uniti su chiamata di Heinrich Conried, impresario del Metropolitan Opera House di New York, per sovrintendere al debutto di Bohème, Madama Butterfly, Manon Lescaut e Tosca. Al suo arrivo, New York gli apparve subito una città vibrante e dinamica, aperta alle sollecitazioni esterne e affascinata dal predominio culturale e musicale italiano. Interessato a una modernizzazione del linguaggio lirico e teatrale, Puccini trovò qui terreno fertile per le proprie ricerche, riuscendo a combinare elementi musicali diversi e affiancando la componente europea e quella americana, secondo la tendenza dei grandi teatri statunitensi dell’epoca. Durante il suo soggiorno nella metropoli, grande curiosità suscitò in lui il dramma The Girl of the Golden West, il romanzo d’appendice di David Belasco - peraltro già autore di un altro soggetto su cui Puccini aveva basato la sua Madama Butterfly - la cui trama, incentrata attorno alle vicende di pistoleri, pionieri, pellerossa e cercatori d’oro del selvaggio West, lo colpì a tal punto da indurlo a ispirarsi proprio a essa per la sua Fanciulla del West, che nel 1910 debuttò al Metropolitan di New York come prima opera italiana basata su un soggetto americano. Se l’ambientazione persuadeva il Maestro, i personaggi gli sembravano però poco credibili e la trama lo lasciava alquanto perplesso, tanto da rendere necessario affidarsi ai librettisti Zangarini e Civinini per il r i ad at tam e nto dell’opera che si sarebbe chiamata La Fanciulla del West.

52


Non solo l’intreccio della vicenda, ma anche i costumi diedero molto da fare a Puccini, che pochi anni dopo in un’intervista di Giacinto Cattini dichiarerà: “Tutti riusciti: il più difficile è renderli tali quali minatori e donne del popolo possono ridurli vestendoli a lungo. In America per conferire l’apparenza del logoro in vari punti e quel colore incerto che viene dal lungo uso si adoprano speciali acidi che qui si ignorano. Ho tuttavia personalme nte insistito, affinché con creta e tinte varie si raggiungesse lo stesso scopo. Qualcuno era restio a farlo, timoroso di guastare velluti così nuovi e stoffe così peregrine: allora ho presa una decisione eroica; ho telegrafato al vestiarista a Milano, che mi consentisse di farlo in onore alla realtà ambientale. Alla fine ho ricevuto questa laconica ma decisiva risposta telegrafica: Sporcate, sporcate, sporcate! E le garantisco che alle prove susseguenti ho pensato io a sporcare quegli abiti adeguatamente!”.

Le vicende, ambientate nella California della metà dell’’800, ruotano attorno al personaggio di Minnie, unica voce femminile dell’opera nonché titolare del locale La Polka, dove ogni giorno si ritrovano dopo il lavoro i minatori della zona. Amata e contesa dallo sceriffo Jack Rance, Minnie si innamora del bandito Dick Johnson, conosciuto anni prima e ora ricercato dalla giustizia. Dopo mille peripezie tra inseguimenti, arresti e condanne a morte, i due riescono a ricongiungersi e a iniziare una nuova vita insieme. Di questo lieto fine il pubblico americano si invaghì fin dalla prima rappresentazione del 10 dicembre 1910, diretta da Arturo Toscanini e accolta da una platea internazionale che rispose alla performance con scroscianti applausi e 43 chiamate sul palcoscenico del Metropolitan. Non era la prima volta in realtà che Puccini guardava all’esotico, si pensi alla Madame Butterfly, ambientata in un Giappone da favola. Questa volta però il Maestro era riuscito nel suo intento di comporre un’opera per gli americani, dove canti popolari dei nativi, ritmi sincopati e arie folk locali si univano a una linea più melodicolirica tipica del melodramma italiano, in grado di accendere gli animi della corposa minoranza dei nostri emigrati, ma di fare anche breccia nei cuori dei numerosi appassionati di teatro musicale operistico di lingua inglese. Accolta con vivo interesse da pubblico e critica, l’opera segnò l’avvio di una nuova fase del teatro operistico di Puccini, in cui il canto non si sviluppa più in una melodia distesa sulla scia de La Bohème, ma viene quasi ridotto a esclamazioni, a favore di un clamoroso trionfo della musica e dell’orchestra, che vince e domina la scena, conferendo forza e verità ai suoi personaggi e a una storia che viaggia sulle ali di un amore quasi hollywoodiano tra una girl e il suo cowboy nel mondo del dorato West.

53


AUTOMOTIVE di Carlo Mandelli

LEXUS RX, l’ibrido luxury che muove la

CU R I O S ITÀ DESIGN, TECNOLOGIA INNOVATIVA E INDISCUSSA ELEGANZA, COME IL NUOVO LUXURY SUV DELLA CASA AUTOMOBILISTICA NIPPONICA ESAUDISCE I BISOGNI DEGLI AMANTI DELLE QUATTRO RUOTE.

54


55


AUTOMOTIVE

L

a curiosità è ‘ibrida’ e Lexus punta ancora sui Suv fatti al modo dei giapponesi. Uno dei modelli di punta di Lexus, quello denominato con la sigla RX e che è stato il primo luxury Suv messo in circolazione alla fine degli anni Novanta con la sua prima serie, si rinnova tra restyling e novità sul fronte tecnico. Per verificare sul campo, siamo stati a Ibiza per provare in anteprima la vettura su strada e capire in quale direzione sta andando la filosofia di costruzione della casa giapponese. A guidare i tecnici di casa Lexus, hanno spiegato i responsabili del brand, c’è l’Omotenashi, principio fondamentale della cultura giapponese che descrive la capacità di anticipare i bisogni dei propri ospiti ancor prima che si manifestino. Da qui, la necessità di rinnovarsi e di anticipare i tempi, così come alla fine degli anni Ottanta era stato con la storica LS400, ammiraglia dagli accorgimenti futuristici che niente hanno da invidiare, in quanto a dotazioni di serie, alle moderne berline di categoria ‘premium’. Anche la versione 2020 di RX, quindi, segue il principio alla base dei progetti Lexus e cerca di intercettare i bisogni della clientela tipo. L’evoluzione di questo modello chiave per il brand nipponico, muove da un design esterno rinnovato, dal maggiore comfort con interni versatili e da una migliorata dinamica di guida, tra maneggevolezza e risposta ai comandi. Anche la sicurezza resta un caposaldo di Lexus: il nuovo RX diventa infatti il primo modello al mondo a montare un sistema di abbaglianti adattivi BladeScanTM, grazie al quale chi è impegnato alla guida ottiene una copertura ampliata della visibilità notturna.

56

I fari a LED generano luce con due specchi rotanti ad alta velocità, che viene poi trasferita su una lente per illuminare la strada. Nonostante la luce sembri ferma, questo sistema gestisce in modo ottimale la diffusione del fascio di luce sincronizzando la rotazione degli specchi e l’accensione e spegnimento dei singoli elementi LED. Considerando che la resa degli abbaglianti viene estesa in maniera più naturale, questo sistema consente di illuminare dei punti sulla strada difficili da vedere usando sistemi abbaglianti convenzionali, migliorando in particolare la visibilità periferica. Questo si traduce nel rilevamento preventivo dei pedoni e della segnaletica. Il sistema permette di rilevare un pedone a 56 metri di distanza, anziché i 32 metri del sistema precedentemente in uso. L’attenzione al dettaglio conferma per il nuovo RX lo status di pioniere del segmento Luxury SUV, che ha visto crescere il peso del modello nel mondo, a partire dal 1998.

Design elegante e dinamico unito a interni altamente funzionali, guidabilità generale migliorata e assetto preciso con il tipico comfort di marcia di RX sono alcuni dei miglioramenti più evidenti sul nuovo modello, non secondi a quelli in termini di sicurezza con l’ultima generazione del Lexus Safety System. Il sistema di connettività integra Apple CarPlayTM e Android AutoTM, introducendo la nuova funzionalità touchscreen e un rinnovato touchpad. Da fuori, in particolare, si notano i paraurti anteriore e posteriore ridisegnati, per una linea più filante dal muso alla coda che eleva l’aspetto dinamico del nuovo RX. La linea continua tra le minigonne e la parte inferiore della griglia assicurando un senso di maggiore potenza e stabilità. Sul fronte della guida, invece, il nuovo RX gode di diversi benefici dovuti principalmente alle modifiche apportate alla sospensione e alla maggiore rigidità strutturale.

I L L U XU RY S U V DI L EXU S S I EVO LVE E A L C O N FERM ATO

M OTO R E I B R I D O

AFFI A N CA N OVI T À T EC N I C H E E DI DES I G N S I A I N T ERN E C HE ES T ERN E.


Alla prova sulle strade di Ibiza, la nuova Lexus RX si è presentata con un restyling che ha interessato sia le linee esterne che l’abitacolo. Il model year 2020 è disponibile nelle versioni Executive, F Sport e Luxury, tutte con il sistema HSD a propulsione ibrida da 313 CV di potenza.

57


MEMO

a cura della Redazione

Lucian Freud, Girl with a Kitten, 1947, Oil paint on canvas, 410 x 307 x 18 mm. Tate: Bequeathed by Simon Sainsbury 2006, accessioned 2008 © Lucian Freud Archive / Bridgeman Images. Photo: © Tate, 2019

Bacon, Freud, la Scuola di Londra

Roma, Chiostro del Bramante, fino al 23 febbraio 2020 Per la prima volta insieme in Italia i grandi capolavori di Francis Bacon e Lucian Freud, direttamente dalla Tate Gallery di Londra. Un doveroso omaggio alla Scuola di Londra, uno dei più ampi, affascinanti e significativi capitoli dell’arte mondiale dell’ultimo secolo con oltre 45 opere esposte tra incisioni, dipinti e disegni, risalenti al periodo 1945-2014. Storie di immigrazione, tensioni e miserie, e al centro di tutto Londra, luogo di elezione di molti artisti - da Frank Auerbach a Michael Andrews, da Leon Kossoff a Paula Rego - che, per ragioni diverse, vi si rifugiarono per studiare, lavorare, vivere, ritrovandosi a condividere la medesima avventura intellettuale, accomunati da un desiderio di cambiamento, riscatto sociale e ricerca introspettiva. www.chiostrodelbramante.it

58


Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone. Quando il Giappone scoprì l'Italia. Milano, Mudec, fino al 2 febbraio 2020

Per questo autunno il Museo delle Culture di Milano promuove Oriente MUDEC, un progetto espositivo che racconta, da un punto di vista artistico, storico ed etnografico, i reciproci scambi tra Europa e Giappone. Due mostre complementari - Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone e Quando il Giappone scoprì l'Italia - che illustrano lo sviluppo di quel gusto orientalistico meglio noto come Giapponismo che pervase la cultura artistica occidentale, in particolare italiana e francese, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. La prima mostra prevede l'esposizione di oltre 170 opere tra dipinti, stampe, oggetti d’arredo, sculture e manufatti di arte applicata, che raccontano la profonda fascinazione che il Giappone seppe esercitare sulla cultura occidentale e in particolare su artisti come De Nittis, Rodin, Gauguin, Fantin-Latour, Toulouse-Lautrec e Monet. Nel secondo percorso espositivo invece si illustrano e si indagano i rapporti tra l’Italia e il mondo giapponese: dalle prime ambascerie di fine '500 al tempo dei Gesuiti fino alle relazioni commerciali di metà Ottocento, quando i mercanti lombardi importavano dall'Oriente la seta, stimolando la curiosità e l'interesse di molti collezionisti. www.mudec.it

1.Induno Gerolamo, La Giapponesina, 1880-1885, olio su tela. Collezione privata. 2.Comerre Léon-François, Mlle Achille Fould en Japonaise, olio su tela. Collezione privata.

Hokusai Hiroshige Hasui. Viaggio nel Giappone che cambia Torino, Pinacoteca Agnelli, fino al 16 febbraio 2020

Under the Wave off Kanagawa (Kanagawa-oki nami-ura), also known as the Great Wave, from the series Thirty-six Views of Mount Fuji. Katsushika Hokusai, Japanese, 1760–1849. Woodblock print; ink and color on paper, 23.8 x 36.6 cm. Museum of Fine Arts, BostonNellie Parney Carter Collection—Bequest of Nellie Parney Carter Image © Museum of Fine Arts, Boston.

Curato da Rossella Menegazzo, docente di storia dell’Arte dell’Asia Orientale dell’Università di Milano, e Sarah E. Thompson, curatrice del Boston Museum of Fine Arts, e organizzato dalla Pinacoteca Agnelli in collaborazione con il Museo di Boston e con MondoMostre, il percorso espositivo propone una selezione di 100 silografie dei maestri Katsushika Hokusai, Utagawa Hiroshige e Kawase Hasui, che nelle loro opere seppero raccontare con freschezza e al contempo nostalgia il mondo fluttuante e sospeso dell'Estremo Oriente tra fine Ottocento e inizio Novecento. Un viaggio nei luoghi più suggestivi del Giappone, reali e immaginari, per sperimentare in prima persona la meraviglia e l’emozione che all’epoca dovettero provare artisti come Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec di fronte alla semplicità e al forte impatto di questi capolavori, prima di allora sconosciuti. www.pinacoteca-agnelli.it

59


MEMO

Bookcity Milano

Luoghi vari, dal 13 al 17 novembre 2019 Torna l'ottava edizione di una delle iniziative culturali più prestigiose nel panorama nazionale con tanti appuntamenti e protagonisti del mondo editoriale contemporaneo. Incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, insieme a mostre, spettacoli e seminari, a partire da libri antichi, nuovi e nuovissimi, da raccolte e biblioteche storiche pubbliche e private. Un evento d'eccezione che celebra la lettura come piacere individuale, ma anche come evento collettivo. bookcitymilano.it

Jim Dine, White Gloves, 4 Wheels, 2007. Smalto a base olio e carboncino su legno, 207x148x61 cm. © Jim Dine by SIAE 2019

Enigma Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle

Firenze, Villa Bardini, fino al 22 marzo 2020 Vincent van Gogh, Paesaggio innevato (Paysage enneigé), Arles, febbraio, 1888. Olio su tela. © Solomon R. Guggenheim Foundation, New York (SRGF)

GUGGENHEIM. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso Milano, Palazzo Reale, fino all'1 marzo 2020

I più importanti capolavori della collezione Thannhauser del Guggenheim Museum di New York per la prima volta in Italia in una mostra tutta da scoprire con oltre cinquanta opere dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento come Paul Cézanne, Edgar Degas, Paul Gauguin, Édouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir e Vincent van Gogh, cui si aggiunge un significativo nucleo di opere di Pablo Picasso. Un omaggio al commerciante d'arte tedesco Justin K. Thannhauser, che in oltre mezzo secolo di storia si adoperò per la difesa e la promozione degli artisti di avanguardia europei. www.palazzorealemilano.it

Gambe e braccia snodate, abito rosso e cappellino bianco: è la celebre marionetta di legno nata dalla penna dello scrittore toscano Carlo Collodi la protagonista di questa mostra, che rende omaggio a uno dei personaggi più conosciuti dal grande pubblico. Amato da grandi e piccini, Pinocchio è stato, con le sue disavventure, inconsapevole interprete delle inquietudini della contemporaneità, divenendo per tutti un simbolo e ispirando l'opera di molti artisti, da Giacometti a LaChapelle, da Munari a Paladino, da Calder a Ontani, da McCarthy a Venturino Venturi. www.arthemisia.it

Pompei e i misteri dell’eterna bellezza

Pompei, Parco Archeologico – Casa del Criptoportico e Antiquarium, fino al 22 marzo 2020 La raccolta di opere dell'artista Nello Petrucci è un omaggio ai magnifici affreschi pompeiani e ai suoi maestri: un mondo misterioso su cui l'autore si interroga e che immagina popolato da volti di matrone e corpi di priapi in movimento, che riemergono su una tela carica di colori come reperti di una città perduta, ma mai dimenticata. Dodici tele e quattro sculture in cui la bellezza degli antichi viene riprodotta e sradicata dalla propria immobilità, per essere trasportata nel turbine dell'età contemporanea. pompeiisites.org

60

Nello Petrucci, Achille e Chirone. Collage su tela, tecnica mista e acrilico.


My Fair Lady

Palermo, Teatro Massimo, dal 26 novembre al 3 dicembre 2019 Un grande classico del teatro musicale reso celebre dalla pellicola del 1957 con Rex Harrison e Audrey Hepburn nei panni del Professor Higgins e della povera fioraia Eliza Doolittle di nuovo in scena quest'anno al Teatro Massimo di Palermo con le musiche originali di Alan Jay Lerner e Frederick Loewe eseguite sotto la direzione del maestro Wayne Marshall. www.teatromassimo.it

Mary Poppins - Il Musical

Roma, Teatro Sistina, dal 17 ottobre al 30 novembre 2019

Riadattamento teatrale dei meravigliosi racconti di P. L. Travers e del pluripremiato film di Walt Disney del 1964 con Julie Andrews, lo show conta su effetti speciali e un eccezionale cast di attori e ballerini che si esibisce sulle note delle amate colonne sonore, accompagnate da una grande orchestra dal vivo di 13 elementi diretta da Andrea Calandrini. www.ticketone.it

MOMIX - ALICE Vari luoghi

Moses Pendleton, direttore artistico di Momix, una delle più famose compagnie di ballerini-illusionisti al mondo con all'attivo numerose rappresentazioni teatrali e apparizioni cinematografiche e televisive, mette in scena uno spettacolo unico nel suo genere, ispirato al grande classico Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Cosenza, Teatro Rendano, 8 e 9 novembre / Firenze, Teatro Verdi, dal 19 al 24 novembre / Genova, Politeama Genovese, dal 27 novembre all'1 dicembre / Brescia, Gran Teatro Morato, 4 e 5 dicembre / Padova, Gran Teatro Geox, 7 e 8 dicembre / Bologna, Teatro Europauditorium, dal 12 al 15 dicembre. www.ticketone.it

1. Man Ray. Exposition “Man Ray, l’oeuvre photographique” à la Bibliothèque nationale de France. 2. Man Ray. Resurrection des mannequins, 1938/1966. Stampa vintage ai sali d’argento. © Man Ray Trust by SIAE 2019.

WO|MAN RAY. Le seduzioni della fotografia Torino, CAMERA - Centro Italiano per la fotografia, fino al 20 gennaio 2020

Al grande fotografo americano Man Ray, protagonista assoluto delle stagioni dadaista prima e surrealista poi, Torino dedica un'importante retrospettiva con oltre 200 ritratti femminili realizzati a partire dagli Venti. Assistenti, muse ispiratrici, complici: il suo universo è popolato da donne favolose che lo hanno accompagnato nelle sue avventure intellettuali come nella vita. Lee Miller, Berenice Abbott, Dora Maar e naturalmente la sua Juliet, l'amata compagna a cui è intitolato lo strepitoso portfolio “The Fifty Faces of Juliet” (1943-1944), che la ritrae in tante pose diverse, in un gioco di affetti e seduzioni, citazioni e provocazioni. studioesseci.net


UNE EMPREINTE INDÉLÉBILE

Distribuito da Dispar S.p.A. – Tel. 06/98264250 – info@dispar.it


B ENVEN UTI N EL CLU B


WELCOME

SEM PRE O V U N Q U E CON TE AD A L B A ! Adagiata nello splendido scenario naturale delle Langhe e circondata da armoniose colline che in autunno si tingono dei colori del rosso e dell’arancione, Alba è la meta ideale per un viaggio all’insegna della cultura e della buona tavola. Battezzata Alba Pompeia dal console Gneo Pompeo Strabone, questa città conserva tracce del suo glorioso passato nei molti reperti archeologici di epoca romana. Attorno al caratteristico centro storico medievale si anima la vita del borgo, che celebra il prodotto più prezioso della sua terra con la famosa Fiera internazionale del Tartufo, giunta quest’anno alla sua 89° edizione.

64


Se hai in programma un viaggio con destinazione Alba, porta con te la tua Carta Diners Club e utilizzala nei numerosi esercizi che sono lieti di accoglierti. D OV E D O R M I R E

D OVE M ANGI AR E

Hotel Ristorante I Castelli

Ristorante Larossa

Corso Torino 14

Via Don Giacomo Alberione 10/D

Situato a pochi minuti dal centro storico di Alba e in una posizione strategica per visitare le Langhe e il Roero, l’hotel offre ai suoi ospiti un ambiente elegante e dotato di tutti i comfort grazie al recente restyling. Da segnalare anche il nuovo ristorante, che dall’alto della sua terrazza panoramica propone i tipici piatti della tradizione piemontese rivisitati in chiave moderna.

I grandi piatti della cucina piemontese reinterpretati dallo chef una stella Michelin Andrea Larossa, che si destreggia con maestria fra tradizione e sperimentazione nei suoi sfiziosi amouse-bouche. Da segnalare i famosi ravioli del plin serviti su un cuscino di aria di Alba aromatizzata al cacao, in omaggio alla tradizione dolciaria del luogo.

Voglia di Vino Via Elvio Pertinace 7

Si dice Alba e il pensiero va subito ai suoi vigneti. A questo indirizzo è possibile trovare i migliori vini del territorio e del mondo con una selezione di oltre 700 referenze, 400 produttori e 15000 bottiglie con cui accompagnare i grandi classici della cucina delle Langhe preparati dallo chef Marco d'Orfeo. L'enoteca propone anche un percorso didattico con il proprio sommelier Ais per scoprire le caratteristiche vitivinicole piemontesi.

S H O PPI N G Vestebene Negozio Aziendale Via S. Margherita 23

Una vera cittadella della moda, il negozio aziendale di Miroglio Fashion è la meta per chi desidera acquistare il meglio della collezione stagionale dei vari brand del Gruppo a prezzi promozionali imbattibili.

. . . E PE R G LI A M A N T I D E L TA RT UFO?

Tartufi Ponzio

Via Vittorio Emanuele 7/A Con oltre settant’anni di storia e un selezionato raccolto proveniente unicamente dalle Langhe, dal Roero e dal Monferrato, questo negozio è un vero punto di riferimento per gli amanti del tartufo, che qui possono restare inebriati dall’intensità delle sue note aromatiche. Oltre al pregiato tubero è possibile acquistare altri prodotti tipici come pasta fresca, formaggi, grappe piemontesi e primizie locali. 65


WELCOME

Top par tner e gran di n ov it à!

BE PART OF THE LEGEND

BE PART OF THE LEGEND Uno spazio contemporaneo, accogliente ed esclusivo, in grado di soddisfare le Jlhotel è ilnon nuovo albergo nato dalla collaborazione tra ma Juventus e Lindbergh Hotels. aspettative solo degli appassionati di calcio di tutti coloro che sono alla Uno spazio di contemporaneo, ed esclusivo, in grado soddisfare le aspettative ricerca una strutturaaccogliente all’avanguardia in termini di di comfort e funzionalità: Jlhotel il nuovo albergo nato dalla collaborazione tra Juventus e Lindbergh nonèsolo degli appassionati di calcio ma di tutti coloro alla ricerca di una struttura Hotels dovein puoi soggiornare la tua Carta Diners all’avanguardia termini di comfort e con funzionalità. Un luogo doveClub. darsi È la prima struttura in Italia realizzata in collaborazione club appuntamento, per affarialberghiera o per un viaggio all’insegna del benessere, della cultura, con della un storia calcistico, pronta accogliervi per farvi vivereil una esperienza unica e irripetidella Juventus e dellaadgastronomia proposta da Tàola, ristorante interno la cui offerta è bile, per farvi sentire parte della leggenda. Un luogo dove darsi appuntamento, stata curata dal pluripremiato chef Davide Scabin. per affari o per un viaggio all’insegna delrealizzata benessere, della cultura, della storia Jlhotel è la prima struttura alberghiera in Italia in collaborazione con un club della Juventus e della gastronomia proposta da Tàola, il ristorante interno la cui calcistico ed è pronto ad accogliervi per farvi vivere una esperienza unica ed irripetibile, offerta è stata curata dal pluripremiato chef Davide Scabin.

per farvi sentire parte della leggenda.

Jlhotel Via Traves, 40 - 10151 Torino - Tel. +39 011 4565111 - www.jhotel.eu 66


ADDRESS

Prenotiamo! La nostra selezione di ristoranti è davvero per tutti i gusti, scegli dove concederti un break utilizzando la tua Carta Diners Club

Orso Grigio

The Market Place​

Bottiglieria Salefino

Via degli Orti 19​ Trento

Via Giuseppe Rovelli​ 51​ ​C omo

Via degli Umiliati 1 ​S iena

www.orso-grigio.it

www.themarketplace.it

Tel. 0577 44685

© Lorenzo Butti

Le Follie Di Romoaldo​

Reserva​

Cornelia Cocktail & More

Via San Niccolò 39r​ ​F irenze

Via del Pellegrino​ 163 Roma

Via San Nicola 3​ Sorrento (Na)

www.lefolliediromualdo.it

www.reserva-restaurante.it

www.corneliabar.it


EVENTS

Le Cene del Martedì Non perdere l’occasione di partecipare alle nostre esperienze gourmet

U

na serata fuori dalle righe, un appuntamento che regalerà esperienze sensoriali uniche e indimenticabili: nel calendario de Le cene del Martedì - le inedite experiences enogastronomiche nate dalla pluriennale collaborazione di Taste of Milano con Diners Club International - il 19 novembre negli spazi di Farm65 si terrà l’evento Aggiungi un Posto a Tavola! Tutto avrà inizio con una masterclass singolare durante la quale gli ospiti prepareranno, insieme al Brand Ambassador Tanqueray Andrea Gasparri, i loro cocktail per poi spostarsi nella bellissima cucina master-chef dove, con l’aiuto dello chef Giacomo Salmoiraghi, si cimenteranno nella preparazione dell’antipasto. L’ingrediente protagonista del menu della serata sarà il formaggio di bufala dell’azienda agricola Quattro Portoni di cui sarà presente un esperto della azienda che racconterà tutte le particolarità dei loro formaggi. La cena verrà servita nell’accogliente area soppalco dove, attorno a un suggestivo tavolo convivale, si potrà vivere una serata all’insegna del buon cibo, degustando piatti che introdurranno il formaggio di bufala in tutte le sue versioni a partire dalla ricotta, passando al Moringhello, arrivando ad assaporare il gusto più intenso del blu di bufala. Giacomo Salmoiraghi

Scegli sul sito di Farm 65 il corso di cucina che più ti piace e non perdere l’occasione di prenderne parte usufruendo di uno sconto del 10% a te riservato! Ti basterà chiamare il numero 02.89505741 e di specificare il tuo status di Socio Diners Club.

Scopri di più sul sito www.tasteofmilanocene.it e riserva il tuo posto contattando il ristorante presente nel calendario eventi. In fase di prenotazione ricorda di citare Taste of Milano - Le Cene del Martedì.

68


CARD

Il Natale è alle porte, gioca d’anticipo! Rateizza gli acquisti della tua Carta con il servizio Paysimple

Q

uest’anno i regali di Natale e il viaggio in montagna o in una meta esotica che hai programmato in vista delle prossime vacanze non saranno motivo di alcun pensiero per te che sei Socio Diners Club! Con Paysimple, l’innovativa funzionalità inclusa nella tua Carta Diners Club, puoi rateizzare uno o più acquisti semplicemente accedendo alla tua Area Riservata di Cards Online. Attraverso pochi click, puoi sommare più di una spesa per raggiungere l’importo minimo rateizzabile di € 500 e scegliere il numero delle rate 3,6,10,12.

I L TU O PROS S I M O V I AGG I O?

400

850

3

6

10

12

8/10

...

Scegli una o più spese del tuo viaggio

Rateizza scegliendo il numero di rate, per esempio 12

Monitora il tuo piano ovunque ti trovi

Per maggiori informazioni sul servizio Paysimple consulta il sito w w w.dine r s club.it Rata mensile € 364. Costo totale del servizio Paysimple: € 168,00 TAN: 7.12%; TAEG 9, 62%. L’esempio si basa sulle seguenti ipotesi: 1) il Socio ha scelto di attivare il piano di rimborso l’ultimo giorno utile 2) Valuta di addebito, 10 giorni successivi dalla chiusura dell’estratto conto della Carta. I costi inclusi nel calcolo del TAEG sono: totale Bolli: € 24. Totale spese di incasso: € 18. Totale costi gestione conto carta: € 2,64. Totale costi per emissione ed invio estratti conto tramite posta ordinaria € 12,84.

69


CLUBMEMBERS

Parti per la tua Experience! Scegli Club Experience e scopri come ricevere un cashback sulla tua Carta Diners Club

Con Club Experience, l’esclusiva piattaforma riservata ai Soci Diners, puoi accumulare punti e trasformarli in premi, fare shopping sulla vetrina online E-xclusive by Ventis e usare gli €bonus per stornare le spese dell’estratto conto. Ma non è tutto: scopri dinerscashbacks.it, l’innovativo portale che ti premia con un cashback vantaggioso direttamente sulla tua Carta Diners Club.

70


Visto che le vacanze natalizie sono ormai alle porte, organizzale e vivile al meglio con dinerscashbacks! Attraverso il portale dinerscashbacks.it puoi prenotare i servizi messi a disposizione da Partner selezionati per pianificare nel dettaglio la tua vacanza e ricevere un rimborso a disposizione fino al 5% direttamente sulla tua Carta Diners Club.

Ecco alcuni Partner e le relative percentuali di rimborso: accedi a dinerscashbacks.it e clicca sul loro logo per ricevere il cashback!

5%

2%

5%

5%

2%

CO M E F U NZ IO NA?

Iscriviti su dinerscashbacks.it e crea il tuo profilo personale. Potrai tracciare la cronologia e il progresso dei tuoi cashbacks.

Scegli il servizio ed effettua prenotazioni e acquisti attraverso i canali dedicati dei nostri Partner.

Il rimborso verrĂ accreditato sul conto della tua carta nei tempi indicati dal fornitore dei servizi.

71


PARTNERS

Solo brand E-xclusive! Tutto quello che ti serve lo trovi sull’online store di Diners Club

I

n vista del tuo prossimo viaggio, la vetrina online E-xclusive by Ventis dedicata ai Soci Diners Club farà al caso tuo! Continua la tua fantastica Experience scegliendo di acquistare a prezzi scontati abiti alla moda, oggetti di design e prelibatezze regionali presenti nelle tre categorie che compongono il nostro store online. Ma, soprattutto, apri la tua valigia e riempila con prodotti indispensabili per la tua prossima vacanza che possono essere tuoi con pochi semplici click e con un’offerta imperdibile.

72

SOLO PER TE Dal 15 ottobre al 30 novembre 2019 solo per te abbiamo riservato una promo speciale: spedizione gratuita sotto i 10 kg di peso. Inizia il tuo shopping! Inserisci il codice DINERSCLUB10 per usufruire della promo a te dedicata. Per informazioni 800.001.850

A LV I E R O M A R T I N I

MOLESKINE

Alviero Martini è uno dei marchi leader nel settore degli accessori, dall’inconfondibile stile tutto italiano, riconoscibili in tutto il mondo grazie all’iconica mappa Geo che identifica da sempre l’intera collezione. Le sue borse, progettate e disegnate a mano in Italia, sono una sintesi perfetta di originalità creativa, avanguardia produttiva ed eccellenza artigianale, caratteristiche tipiche anche dei diversi accessori del brand.

Perfetti nella loro essenzialità, gli articoli Moleskine sono i compagni di viaggio ideali dove custodire appunti, schizzi e storie. La ricerca dell’estetica e della qualità sono il primo impegno etico per il marchio che oltre ad agende, quaderni, borse, penne, matite, realizza i rinomati taccuini, eredi dei leggendari block notes di artisti e intellettuali degli ultimi secoli, da Pablo Picasso, Bruce Chatwin, Vincent Van Gogh e Ernest Hemingway.



time is pisa

the leading retailer for watch lovers boutique rolex via montenapoleone 24, milano

flagship store via verri 7, milano

boutique patek philippe via verri 9, milan0

boutique hublot via verri 7, milano

boutique a. lange & sรถhne via verri 7, milano

boutique vacheron constantin via verri 9, milan0

pisaorologeria.com

+39 02 76 20 81


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.