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IL MONDIALE...sUPERCROss
il rovescio della… moneta
da un lato, le difficoltà in Europa di sostenere un campionato del mondo sempre più dispendioso, dall’altro una società che promette investimenti ingenti e ingaggi per tutti. Sarà un top o sarà un flop?
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Testo: Redazione X’L Motocross // Foto: SX Global
Eravamo alla fine dello scorso anno quando l’annuncio “shock” è arrivato per mano del Presidente della F.I.M. la Federazione Internazionale Motociclistica, Jorge Viegas che ha ufficializzato l’acquisizione dei diritti del “Campionato del Mondo FIM Supercross” da parte della società australiana SX Global. Da quel momento una serie di “voci” e comunicazioni non ufficiali si sono succedute fino al momento che i neo gestori del mondiale SX hanno iniziato a diramare le prime notizie. Notizie che hanno fatto subito scalpore, notizie che si sono basate prima di tutto su “cifre” importanti riguardanti il sistema economico di quello che dovrebbe essere per la prima volta nella storia un vero mondiale supercross e non il “solito” titolo assegnato al vincitore della serie AMA in America
e di qualche altra sporadica gara, come successo in passato. Senza ripercorre la storia dei miseri tentativi di fare un vero mondiale SX, quello che in questo inizio di 2022 è saltato subito agli occhi di tutti gli appassionati ma soprattutto di tutti gli addetti ai lavori, è una determinazione assoluta messa in campo dai vertici della società SX Global. Formata da uno staff che di sport ne ha masticato parecchio, questa nuova realtà ha voluto dare subito un’impronta “diversa” rispetto a quelli che, almeno in Europa, sono gli standard organizzativi. Un grande show, costruito sulle basi delle esperienze fatte ma soprattutto fondato su basi economiche importanti. E infatti, le prime “news” che sono arrivate dall’Australia, sede della SX Global, hanno fatto forza proprio sul fattore economico grazie al supporto di un investitore di altissimo livello, la Mubadala Capital, sussidiaria della Mubadala Investment Company, principale società che cura e gestisce gli investimenti del governo di Abu Dhabi, uno dei più ricchi dei sette paesi che formano lo “UEA” ovvero, gli Emirati Arabi Uniti. Una potenza di “fuoco” che possiamo solo immaginare ma che invece, la SX Global ha già messo “nero su bianco”. Le prime cifre scaturite parlano di oltre 50 milioni di dollari di investimento in 5 anni e di 250.000 dollari di montepremi ad ogni gara. Un format a “scatola chiusa” però dato che, soltanto 10 squadre potranno accedere alla competizione; squadre che, ovviamente, saranno finanziate dalla società che gestisce i diritti del campionato. Ogni team dovrà portare in gara due piloti per ogni categoria per formare un parco partenti di 20 piloti per ogni classe e inoltre, per ogni evento, ci saranno due “wild card” a vantaggio di organizzatori locali o team che vorranno partecipare alla singola competizione. Totale; 22 partenti a numero chiuso per ognuna delle due classi WSX (450) e la SX2 (250) . Al momento è questo il “succo” del discorso e con questi “numeri” possiamo solo dire …”scusate se è poco”! Inoltre, ma non in
ultimo ordine d’importanza, è stato dichiarato che tutti gli eventi si svolgeranno all’interno di stadi di massimo prestigio (e capienza) con un format di gara innovativo e con tante attività collaterali che coinvolgeranno il pubblico in maniera diretta e altamente spettacolare. Le prime dichiarazioni della società australiana parlano di un 2022 da catalogare come “anno zero”, anno durante il quale saranno messe a punto tutte le dinamiche per portare la serie al massimo potenziale, nel 2023. Di rimbalzo però, ad oggi, l’unica cosa certa al momento è che non è dato a sapersi dove e quando inizierà questo “fantasmagorico” Campionato del Mondo Supercross. Sappiamo soltanto che, da dichiarazioni ufficiali di Tony Cochrane, presidente di SX Global, il Campionato Mondiale FIM Supercross 2022 si svolgeDa destra; Tony Cochrane (Presidente - SX Global), Ryan Sanderson (Managing Director - rà nel secondo
Commercial - SX Global), Adam Bailey (Managing Director - Motorsport - SX Global) semestre su una base di cinque eventi da settembre a novembre, mentre per il 2023 e gli anni successivi la serie dovrebbe completarsi ogni anno tra i mesi di giugno e novembre. I primi sorrisini ironici da oltre oceano sono già arrivati e ovviamente, gli “yankees” non
potevano non intervenire visto che un campionato del genere suonerebbe come un vero e proprio campanello di allarme (rosso) nei confronti di quello che fino a oggi è stato l’unico e indiscutibile campionato di supercross. I commenti letti e visti provenienti dagli Stati Uniti, ovviamente, non possono essere che dubbiosi o a dir poco ironici e basati su una presunta “non riuscita” dell’ennesimo tentativo di un campionato globale negli stadi. Ma questa volta, soprattutto visti i “numeri” e i “nomi” che ci sono dietro, le possibilità di vedere nascere questo campionato sembrano veramente tante. L’ipotesi è d’obbligo visto i momenti che stiamo vivendo e visto che “il passo indietro” è sempre dietro l’angolo. È passato troppo poco tempo per dimenticare il “flop” del presunto Principe di… (non si è capito bene di dove) che aveva promesso mega investimenti nel mondo della Moto GP che però, alla fine dei giochi è ritornato di colpo nella lampada del genio, di quel genio che aveva inventato questa storia che ancora non si è capito come, per cosa e soprattutto a chi, avrebbe portato benefici. Comunque, queste notizie hanno destabilizzato il modo di ragionare di tanti e soprattutto di quelli che a oggi sono impegnati nel campionato del mondo motocross. Una serie sempre più impegnativa sotto tutti gli aspetti con tante difficoltà da affrontare, prima fra tutte, quella economica. 20 GP in una stagione con trasferte in 3 o 4 continenti diversi iniziano a “farsi sentire” anche nella casse delle squadre ufficiali che comunque, al momento sembrano tenere bene il passo. Cosa che invece non succede nelle squadre “satellite” o minori, costrette a coprire budget sempre più elevati e con estrema difficoltà. I “numeri” del GP di Argentina hanno destato preoccupazione con pochi partenti al via in entrambe le cilindrate anche se eravamo “solo” al terzo GP della stagione.