ALMANACCO 2023-2024

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ALMANACCO 2023 - 2024

© 2023 XPLAB - Research in Automation - Brescia - Italy

www.xplab.net

www.power-ki.com

il 2023 per la storia comincerà il 30 novembre del 2022, giorno in cui

OpenAi ha reso disponibile ChatGpt.

E’ stato un anno incredibile in cui le novità che si sono succedute ad un ritmo quasi quotidiano, ci hanno spinto ad un incessante lavoro di ricerca e sviluppo rivolto ad applicare queste tecnologie ai campi di cui ci occupiamo.

il 2024, trentesimo anno di XPLAB, vedrà la pubblicazione di POWER-KI nella versione a 64 bit, dotata di potenti ed innovativi strumenti per la gestione delle AI e l’avvio delle attività di APX srl, società che sarà deputata allo sviluppo delle applicazioni, mentre XPLAB si concentrerà sulla ricerca.

Salutiamo il 2023 con questo Almanacco in cui vi proponiamo alcuni articoli del passato e del presente.

BUON Anno!

Isaac

Asimov (1920-1992) divulgatore

scientifico

e

scrittore

di fantascienza, già dagli anni 40 nei suoi racconti aveva immaginato un futuro in cui uomini e robot avrebbero interagito. Di seguito la nostra intervista esclusiva.

Sig. Asimov, c’è molta preoccupazione sul tema e quindi vado direttamente al punto. I robot ci porteranno via il lavoro ?

Si, molti lavori verranno demandati ai robot. Ma questo è già accaduto nel passato.

A cosa si riferisce ?

La società che ha permesso a Socrate, Platone ed Aristotele di portare avanti le loro speculazioni era basata sul lavoro dei robot, che all’epoca venivano chiamati schiavi.

Ma la schiavitù è stata abolita. Per fortuna si, ma il concetto sottostante permane.

Ovvero ?

La pigrizia come motore del progresso. Sfuggire alla fatica ed al tedio del lavoro ripetitivo. Quindi la ricerca di qualcuno, gli schiavi, o

qualcos’altro, le macchine, i Robot, che operino al posto nostro.

Tornando alla sua domanda ritengo necessaria una rettifica: si dice lavoro ma in realtà si intende reddito.

E’ vero. Come si risolve il problema. Diventa una questione politica non facile. Quello attuale è un mondo interconnesso ma con molte diversità. E’ un conto parlare di Europa o di Americhe o di Asia o Africa.

Europa . Bene. L’Europa è in una situazione in cui mediamente i bisogni primari sono stati soddisfatti: cibo, acqua, casa, riscaldamento. Non ci sono problemi demografici.

Con la caduta del muro di Berlino è anche tramontata l’epoca delle ideologie. Alla fine quella che si è affermata è una società basata consumismo ovvero il contrappeso del capitalismo.

Contrappeso? In che senso ?

Il capitalismo ha come fine l’accumulo della ricchezza, il consumismo invece non può esistere senza la sua distribuzione.

E questo cosa comporta ?

Che verrete pagati per consumare. Cosa che in realtà sta già succedendo anche se non in modo esplicito, mi riferisco per esempio al Quantitative Easing con cui le banche centrali stanno stimolando appunto i consumi.

E cosa ne pensa dell’idea di tassare i robot, non sarebbe un modo per trovare risorse da ridistribuire ?

Si tassano i profitti non i mezzi di produzione. Mi perdoni ma mi sembra una sciocchezza tassare il progresso ed ad ogni modo, anche per come e da chi è stata formulata l’idea, mi sembra la proposta ad arte di un falso bersaglio, un modo per distogliere l’attenzione dal vero punto.

E quale sarebbe ?

Nelle mie storie, ho cercato d’immaginare un futuro in cui la razza umana avrebbe dovuto confrontarsi con un’intelligenza che avesse un aspetto umanoide, per esplorare i problemi che sarebbero potuti nascere da questa interazione. L’aspetto umanoide mi è servito per creare nel lettore un forte coinvolgimento emotivo: un’altra intelligenza, che però ci assomiglia. Ora questa idea di somiglianza è stata utilizzata per ottenere lo stesso effetto: chi è il colpevole ? ecco lo vedi è il robot.

Invece ?

Invece allo stato attuale i robot che lavorano nella produzione non sono altro che delle macchine: qualche motore, un po’ di sensori, un sistema di controllo e fanno esattamente quello che il programmatore ha deciso. Elimina dei lavori, questo è vero, ma i più faticosi ed usuranti. Nessuna intelligenza cosciente.

Quindi le sue famose Tre Leggi della Robotica non servono ?

Non solo non servono, ma ancora non esistono

sistemi che potrebbero implementarle.

Ma il colpevole ?

In generale il software ed internet. Le categorie più a rischio, dove si registrerà la maggior perdita di occupazione, sono quelle legate al terziario ed ai servizi. Assicurazioni, banche, utility, pubblica amministrazione. Pensi alle banche. La dematerializzazione del denaro, l’estensione dei servizi online, lo sviluppo delle nuove piattaforme cancelleranno numerosi posti di lavoro.

Tutti a spasso a filosofeggiare ?

Ah ah ! No. Parte dei posti di lavoro che scompariranno dovrebbero essere compensati dalla richiesta di personale con competenze scientifiche: programmatori, ingegneri, ricercatori. Uso il condizionale perché, se ci riferiamo all’Europa, già adesso scarseggiano. L’indirizzo formativo va rimodulato.

Tornando ai Robot, nei suoi racconti lei aveva previsto l’arrivo del cervello “Positronico” per il 2021. Manca poco. A che punto siamo con l’intelligenza artificiale?

La potenza di calcolo a basso costo consente l’implementazione di algoritmi sempre più potenti ed in molti casi dagli effetti sorprendenti. Ma per vedere l’ insorgenza di una reale intelligenza artificiale cosciente credo dovremo attendere ancora un paio di decenni.

Le preoccupazioni di molti illustri personaggi nei confronti di una Intelligenza Artificiale che ci sovrasti sono quindi infondate. Possiamo stare tranquilli ?

No. Ma non è l’Intelligenza Artificiale che dobbiamo temere bensì la stupidità umana. La portata degli algoritmi intelligenti di cui parlavo prima, dipende dallo spazio decisionale che qualche umano decide di dargli.

Lo sa che probabilmente questa intervista, che così gentilmente ha accettato di rilasciarci, susciterà molti commenti?

I dibattiti sono sempre positivi. Ma le confesso che da venticinque anni non mi occupo più di quello che altri pensano di me.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 2017 sul sito della Fabbrica in Fiera e ripubblicato nel 2018 su www.Factory4now.it. Lo stimolo a scriverlo era stata la proposta di Bill Gates di tassare i robot …

Ci aiuta a capire che cos’è l’ Internet delle Cose? La prego, con un linguaggio non tecnico.

Certamente e cercherò anche di usare solo parole in italiano.

Immagini ..

Lei sta rientrando a casa in automobile e rivolgendosi all’assistente vocale di bordo, gli ordina d’informare la Casa sul suo arrivo. Dopo pochi istanti il controllore di Casa riceve la comunicazione che sulla base della situazione del traffico, lei arriverà tra tre quarti d’ora, quindi avvisa la centralina del riscaldamento e le altre utenze. A questo punto il Forno della cucina ha qualcosa da dire alla Lavatrice ed alla Lavastoviglie.

connessi, che comunicano tra di loro e con noi, capaci di mutare il loro comportamento per adattarsi alle nostre esigenze e migliorare i loro servizi.

Ma come comunichiamo con queste “cose”?

Con la voce, con i gesti, con il comportamento. A breve arriveranno anche sul mercato italiano una serie di dispositivi in grado di trasformare le nostre richieste vocali in comandi per i dispositivi.

Una rivoluzione.

Annunciata. Pensi che la realizzazione con le nostre tecnologie, di una casa domotica, molto simile a quella che le ho illustrato, risale al 1996.

Ventuno anni ! Perché così tanto tempo?

Noi eravamo in anticipo, lo siamo sempre, è

Che cosa?

Beh per esempio “Ragazze, io tra cinque minuti parto con l’arrosto, se non vi mettete in pausa il Contatore vi stacca”.

Quando lei arriva, l’autorimessa riconosce la macchina ed apre la serranda, la telecamera della porta d’accesso da il consenso allo sblocco della serratura. Entra. Le luci si accendono da sole, l’ambiente è alla giusta temperatura e .. l’arrosto è pronto.

L’internet delle Cose è questo: oggetti inter-

normale ci occupiamo di ricerca e sviluppo, ma anche la tecnologia era diversa. Allora venne utilizzata quella industriale, impegnativa. Con quella attuale i costi si riducono drasticamente e le possibilità, interconnessione, sensoristica, attuatori, sistemi di elaborazione, si sono ampliate.

E nel frattempo siete andati avanti?

Si molto. Nel 2010, dopo cinque anni di sviluppo, abbiamo rilasciato POWER-KI. E’ un linguaggio di programmazione, il primo, a quanto ci risulta, realizzato in Italia, espressamente

pensato per la creazione di applicazioni “intelligenti” e d’intelligenza artificiale. Dall’anno scorso abbiamo una sua versione per l’Internet delle Cose, PowerBerry, per realizzare applicazioni, sia industriali che educative o sperimentali e che, come POWER-KI, è liberamente scaricabile.

Intelligenza Artificiale, a che punto siamo?

Direi 85% illusione, 15% realtà, con ampi margini di miglioramento.

In che senso?

Bisogna operare una distinzione tra la comune definizione d’intelligenza, che associamo a consapevolezza e l’espressione Intelligenza Artificiale, che invece si riferisce a tecniche ed algoritmi in grado di risolvere problemi, senza che per essi sia stata definita una soluzione a priori.

Per esempio?

Nel 2006 ci è stato posto il problema di realizzare un magazzino automatico che oltre ad ottimizzare le missioni di stoccaggio e di prelievo, fosse in grado di essere sempre in sincronia anche nel caso di spostamenti di materiale fatti

cercano una corrispondenza tra le parole e le competenze inserite nel sistema, quindi eseguono un compito e restituiscono una risposta mediante una voce.

Meccanismi. Poiché però siamo una specie sociale, tendiamo ad attribuire a questa voce un’intelligenza consapevole. Insomma l’illusione la mettiamo noi ed il sistema fa di tutto per rinforzarla.

Ma l’Internet delle Cose è limitata alle abitazioni?

Assolutamente no. E’ una serie di tecnologie trasversali, utilizzabili nelle città, nelle fabbriche, nella distribuzione, a bordo dei veicoli.

Rischi e vantaggi?

Per alcune categorie, anziani, persone svantaggiate ci saranno grandi miglioramenti. In generale il nostro quotidiano cambierà, molte cose saranno più comode e ci abitueremo velocemente. Il prezzo, che in verità stiamo già pagando, sarà che i nostri comportamenti saranno sempre più osservabili.

E dal punto di vista economico?

con comandi manuali

Abbiamo quindi sviluppato una serie di algoritmi, per consentire al sistema di controllo di “capire” cosa accade sull’impianto e scegliere la soluzione migliore. Ovvero non abbiamo scritto un codice per ogni caso possibile, ma un codice che trova la soluzione per ogni caso.

Chiaro, e l’illusione?

Quello che accade quando poniamo una domanda ad un dispositivo, è che algoritmi convertono il parlato in testo. Altri algoritmi

Come ogni cambiamento, è un’ opportunità. Intere categorie di prodotti possono essere ripensate, nuovi servizi, nuovi oggetti, nuovi sistemi di produzione, nuove professioni. L’economia di adesso è un nastro trasportatore che va al contrario, per stare fermi bisogna correre, per andare avanti, volare.

Una curiosità .. la sua casa ideale?

Una Yurta in Mongolia … ehm .. con internet.

Pubblicato nel 2017 su Brescia Life

AIUTO! GPT mi ha programmato!

Beh, non è proprio così, ma forse un granello di verità c’è.

Per i bambini lo spettacolo di magia è reale, per gli adulti l’esperienza insegna che c’è un trucco, per chi lavora dietro le quinte c’è l’evidenza dei fatti. (Il problema sorge quando la magia viene presa per vera da coloro che possono fare scelte politiche e condizionare così la vita e il futuro degli altri).

Tutto è iniziato qualche anno fa, nel 2017, otto ricercatori che lavoravano per Google, con una pubblicazione di undici pagine, dal titolo apparentemente innocuo “L’attenzione è tutto ciò di cui hai bisogno” illustrano il trucco dietro GPT: Transformer è la parola magica. Un sistema per cui se inserisci AB e poi D risponderà con E. Semplice vero? Se applicato a partire da una grande quantità di informazioni diventa potente.

La fantascienza ha radicato nell’immaginazione l’idea di un’intelligenza artificiale matematica, superiore, ma GPT, se vogliamo credere all’illusione, è molto umano, commette errori, è approssimativo, per ottenere risultati pratici affidabili, è necessario un notevole quantità di lavoro di programmazione tradizionale, integrato con competenze umanistiche, per poter inte-

ragire con l’aspetto linguistico del Transformer,.

È intelligente GPT?

I maghi sanno che la magia è negli occhi e nella ingenuità di chi guarda; se non sei consapevole dell’esistenza del trucco, è magia. Quindi? Come un tostapane, fa il suo lavoro ma è meno pericoloso.

Tuttavia, l’onda è grande e sta arrivando con la velocità della marea che, come dicono in Bretagna, ha la velocità e la forza di 40 cavalli al galoppo, travolge tutto.

Google (o meglio i suoi ricercatori) ha dato il via, ma senza crederci troppo e con molte riserve, ora sta cercando di recuperare; Elon Musk e soci cercano di ritardarlo per guadagnare tempo mentre preparano il loro GPT; META (Facebook) sta cercando di uscire dal pantano del Metaverso; Amazon farà qualcosa; Apple pensa agli occhiali.

OpenAI, invece, ha scommesso tutto e con l’aiuto di Microsoft sta (per il momento) vincendo. Ha il grande merito di aver estratto Mosè dal blocco di marmo e di avergli dato una voce.

Stiamo affrontando un salto nello sviluppo dell’IA a cui pochissimi erano preparati, che

segna una nuova linea di partenza: la strada è aperta e incredibilmente questa tecnologia può essere la prerogativa non solo dei grandi player.

Ogni rivoluzione porta vantaggi, opportunità e pericoli, ma la maggior parte di quelli che si temono, penso, dovrebbero essere relegati ai libri e ai film di fantascienza da cui provengono.

Spesso, infatti, le informazioni su GPT sono il risultato di esperienze molto personali, la maggior parte delle volte distorte da pregiudizi.

Per contribuire, come XPLAB, abbiamo deciso di rendere disponibile gratuitamente un software (https://github.com/POWER-KI/GPT) con cui l’utente può provare GPT partendo dai propri documenti. Sperimentando con informazioni di cui si ha piena conoscenza, i vantaggi e i limiti diventano molto più chiari.

Solo partendo da una conoscenza approfondita dello stato dell’arte si può avviare un’analisi dei possibili rischi, da cui, se necessario, può derivare una regolamentazione. Tuttavia, se ci riferiamo a GPT, al momento non vedo alcuna necessità per esso. Al contrario, il suo uso e la comprensione dei suoi meccanismi dovrebbero essere promossi, soprattutto tra le giovani generazioni (l’unico pericolo del resto è che possano farsi fare i compiti).

Conoscere il trucco protegge dall’inganno. Per quanto riguarda i prodotti AI in generale, il loro uso e diffusione, la discussione è ampia e certamente deve essere affrontata.

Ma sarete curiosi del titolo, beh, il meccanismo del Transformer è così semplice ed elegante che sembra impossibile che l’evoluzione non lo abbia in qualche modo implementato... Sorpresi?

Pubblicato in inglese nel 2023 su Research Gate

GPT Post

Nei primi mesi dell’anno, la disinformazione su GPT imperava: pseudo esperti, giornalisti alla ricerca della notizia sensazionale e poi Sam Altman che diffondeva notizie terroristiche al solo scopo di proteggere il suo nascente monopolio. Abbiamo quindi provato a contrastare la cosa con qualche POST di cui sotto una piccola galleria.

GPT Paradox N°1: Si nutre dei suoi stessi dati

Quasi tutti i programmatori ora utilizzano GPT per trovare risposte a domande sull’uso delle tecnologie o anche per farsi scrivere pezzi di codice.

I GPT sono in grado di rispondere a queste richieste perché hanno letteralmente saccheggiato le informazioni esistenti su piattaforme come Stack Overflow (SO) e altre.

Infatti le query su Stack Overflow sono diminuite drasticamente, tanto che hanno licenziato parte del personale.

Conseguenza:

- Le query su SO normalmente generano risposte da parte degli utenti che aggiungono informazioni al sistema;

- Le query su GPT, al massimo, aggiungono il testo delle domande.

Ora qui sta il paradosso.

Poiché i programmatori utilizzano sempre più GPT:

- I GPT potranno attingere sempre meno dati; - I dati inseriti dai programmatori, ad esempio su GitHub, o le risposte su SO, saranno sempre più spesso produzioni di una qualche GPT;

“I GPT diventeranno sempre più autoreferenziali e quindi meno funzionali.”

Nota: ho usato Stack Overflow come esempio, ma possiamo estendere il concetto a qualsiasi altra cosa viaggi sulla rete.

GPT Paradox N°2: internet solo per BOT

Non molto tempo fa avevo pubblicato un post su Reddit e, tra i messaggi, ho ricevuto la notifica che un altro utente aveva aggiunto un commento. Niente di strano, funziona così, ma questa volta il messaggio di notifica suggerisce anche la risposta da dare: un bot!

Quindi, ho pensato che sarebbe stato divertente se il mio bot o assistente si prendesse carico della situazione e iniziasse la conversa-

zione sull’argomento con il bot dell’utente, e così via.

Sviluppando questa idea, credo non sia difficile prevedere che presto la maggior parte delle interazioni su internet tra utenti saranno sostituite da conversazioni tra bot alimentati da GPT... chissà se saranno di qualità superiore alla nostra o se vedremo addirittura dei bot haters ?

Le immagini di questa pagina sono state generate con DALL-E 3

Una cosa che ab- biamo imparato da questo primo anno con le AI è che sta diventando più im- portante saper fare

le domande che dare le risposte.

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