Allenare il modello di gioco

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TATTICA

BIAGIO DE DOMENICO

ALLENARE IL MODELLO DI GIOCO

SPUNTI ED ESERCITAZIONI PER UTILIZZARE AL MEGLIO LA PERIODIZZAZIONE TATTICA

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L’AUTORE

Biagio De Domenico Allenatore UEFA B

Allenatore UEFA B (classe 1993), originario di Reggio Calabria, Biagio De Domenico ha lavorato come vice allenatore per diverse squadre in Serie D e come collaboratore tecnico per alcuni team in Lega Pro. Inizia la sua carriera giovanissimo occupandosi dello studio degli avversari alla Vigor Lamezia, per poi intraprendere la carriera di allenatore dopo aver ottenuto il patentino UEFA C e UEFA B. A 25 anni è già vice allenatore in Serie D al Messina e l’anno successivo al Latina (Serie D). A 28 anni ha già alle spalle quattro stagioni da allenatore in Serie D e due in Lega Pro, a cui si aggiungono due anni da assistente allenatore alla Vigor Lamezia (Lega Pro). Ha affinato i suoi studi sulla metodologia di allenamento presso la Real Federación de Fútbol de Madrid e frequentando eventi organizzati dalle principali accademie di calcio europee e sudamericane.

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PREFAZIONE Da un allenatore che scrive un libro di calcio spesso ci si aspettano esclusivamente argomenti di tipo tecnico-tattico, schemi, esercitazioni e progressioni didattiche varie... Non è così per questo libro. Biagio scrive in maniera concreta, lineare e chiara di sistemi complessi partendo dal processo di apprendimento che ogni individuo compie sin da bambino, con l’invito a tornare un po’ bambini e porsi la domanda “perché”, senza pregiudizi ma con semplice desiderio di conoscenza. Alla complessità del giocatore in quanto uomo e a tutte le dinamiche che ruotano attorno ad esso vengono dedicate pagine molto interessanti, con particolare attenzione alle relazioni tra giocatori e le interazioni che ne derivano. Si parla di vita e si parla di calcio, parallelismo che ha come comune denominatore quello di mettere in evidenza come si tratti in entrambi i casi di un sistema dinamico, in cui interazioni tra individui e mutamenti continui fanno sì che nascano processi di auto-organizzazione. Di conseguenza, la metodologia di allenamento nel calcio e negli sport di situazione dovrà basarsi sulla ricerca della complessità tramite il gioco; un allenatore quindi, come scrive l’autore, deve tenere in considerazione all’interno della propria proposta di allenamento le diverse specificità che solo il gioco propone: giocatori, compagni, avversari, palla e direzione. Secondo la mia esperienza nel mondo del calcio a 5, molte volte è utile destrutturare il gioco pur mantenendo le specificità sopra citate. Il calcio a 5 può essere visto come una destrutturazione del gioco del calcio (1 contro 1, 2 contro 2, 3 contro 3, 4 contro 4 e 5 contro 5): proporre esercitazioni in campo ridotto permetterà ai giocatori di rivivere tante volte delle esperienze, portando a un migliore e veloce apprendimento dei princìpi di gioco che poi riporteremo all’interno del contesto reale di gioco. Questo libro apre la mente offrendo gli strumenti adatti per governare con semplicità e chiarezza la complessità che ci troviamo ad allenare tutti i giorni in campo e nella vita. Un consiglio: non iniziate a leggerlo dalle esercitazioni. Lì si possono troAllenare il modello di gioco / 15


vare solo delle possibili soluzioni pratiche... la parte interessante, che fa riflettere e arricchisce il sapere di un allenatore, è prima! Salvo Samperi Allenatore calcio a 5, ex Meta Catania

16 / Biagio De Domenico


INTRODUZIONE Ogni bambino, fin dal momento della nascita, intraprende un processo di apprendimento. Dall’acquisizione dell’autonomia linguistica, il bambino mette in discussione ogni cosa che gli accade, interrogando frequentemente il suo interlocutore adulto, ponendogli la domanda “perché?”. Il bambino non possiede pregiudizi e tutto ciò che accade è per lui qualcosa di nuovo che comporta il conseguente desiderio di conoscenza. Superato il processo di apprendimento che ogni individuo compie da bambino, in età adulta emergerà l’assenza di giustificazioni per molti elementi che lo circondano o comportamenti che compie nella quotidianità. L’adulto non sarà in grado di spiegare le modalità con cui compie determinate azioni o perché crede in alcune cose, come se tutto fosse quasi automatico. Molto probabilmente l’ambiente in cui l’essere umano è cresciuto e all’interno del quale ha sviluppato il proprio processo di apprendimento lo induce erroneamente a pensare che le modalità e le credenze siano quelle che possiede, perdendo di conseguenza il potere di interrogarsi sul perché le cose avvengano in un determinato modo. L’automatismo fa spesso trascurare la natura complessa dei fenomeni che si affrontano nella quotidianità, conseguenza delle molteplici e variabili interazioni tra gli elementi che costituiscono un sistema. Anche il calcio possiede una natura complessa e richiede perciò un approccio sistemico per essere compreso. Per molti anni, per comprendere e interpretare il gioco del calcio, era diventata consuetudine scomporre e separare la dimensione del gioco e le sue fasi, con la pretesa di semplificare la reale complessità del gioco seguendo un approccio di tipo meccanicistico. Lo stato attuale del calcio promuove invece un approccio sistemico e identifica il gioco stesso come frutto delle interazioni e delle relazioni tra gli elementi che lo compongono, interconnessi tra loro con il fine di perseguire un obiettivo comune. Per programmare una metodologia di allenamento che sia specifica e in linea con le richieste del gioco è fondamentale quindi avere un approccio sistemico, nel quale si prendono in considerazione sin dall’allenamento le relazioni e le interazioni tra gli Allenare il modello di gioco / 17


zate rende il processo più efficiente; distinzione: conoscere e potenziare le abilità di ogni calciatore in ogni aspetto della sua dimensione.

Il processo metodologico deve tenere in considerazione innanzitutto i princìpi generali dell’allenamento. Continuità

Alternanza

Varietà

Progressione PRINCÌPI DELL’ALLENAMENTO

Individualizzazione

Intensità Specializzazione

Specificità

Vanno inoltre presi in considerazione gli elementi che l’allenamento deve sempre includere per giungere alla specificità del gioco: giocatori (compagni e avversari), palla, direzione di gioco. Il processo metodologico, inoltre, deve basarsi sui seguenti princìpi: • • • •

principio della progressività: comporta la necessità di incrementare gradualmente le difficoltà della proposta di allenamento; principio della continuità: prevede che i princìpi vengano sviluppati con costanza nell’arco della stagione; principio dell’inventiva: ha come obiettivo la creazione di proposte attinenti al modello di gioco, in modo da favorire l’apprendimento dei princìpi di gioco; principio relazionale: promuove le relazioni e le interazioni del gioco all’interno delle proposte di allenamento.

L’allenamento deve includere le fasi e la dimensione del gioco proposte secondo una visione integrale. Una seduta di allenamento pensata sulla base di un processo metodologico e costruita su presupposti metodologici deve includere tutte le fasi e le dimensioni del gioco, proposte in maniera integrata e con l’obiettivo di far sperimentare al calciatore il gioco in tutta la sua complessità, rendendolo protagonista nella risoluzione dei problemi. Tutto questo può avvenire se gli obiettivi della dimensione del gioco vengono perseguiti in simultanea. 20 / Biagio De Domenico


GIOCO Fase offensiva

Transizione

Dimensione del gioco: Tattica Tecnica Condizionale Cognitiva

Transizione

Fase difensiva

Gli elementi che compongono la dimensione del gioco sono gli aspetti tecnici, tattici, condizionali e cognitivi. La dimensione del gioco si concretizza in un ambiente in cui sono presenti scambi di informazioni tra compagni, avversari e ambiente. La gestualità tecnica non può essere fine a se stessa, ma deve mirare ad un obiettivo e deve essere abbinata al processo cognitivo. La tattica è strettamente correlata alla presa di decisione funzionale alla richiesta del gioco: lo sviluppo dei princìpi del modello di gioco avviene in un contesto variabile e imprevedibile. La tattica è un insieme di scelte, individuali e collettive; la tecnica è l’esecuzione di una scelta. Gli aspetti condizionali non vanno intesi come un valore indipendente dal calcio, ma devono comportare adattamenti specifici che permettano al calciatore di rispondere in maniera efficace alle richieste del gioco. Ogni aspetto del calcio è legato sia ai processi cognitivi di decisione durante i diversi momenti del gioco sia agli aspetti emozionali. Il processo di allenamento deve proporre il calcio nella sua integrità al fine di ricercare un’alta specificità con il gioco, con il modello di gioco, con gli aspetti tattici, tecnici, condizionali specifici del gioco e con gli aspetti cognitivi. Al contrario, dividere il calcio in singole parti allontana il gioco dalla complessità. Il processo decisionale è un processo cognitivo che coinvolge diverse strutture cognitive. Il calciatore deve analizzare e percepire gli eventi al fine di scegliere ed eseguire una delle azioni possibili. L’allenamento ha la finalità di sviluppare le conoscenze e le competenze del giocatore e di migliorare e perfezionare le relazioni e le interazioni con i compagni, gli avversari e l’ambiente. La finalità dell’allenamento non deve essere esclusivamente lo sviluppo delle competenze finalizzate alla risoluzione delle problematiche situazionali ma anche lo sviluppo del Allenare il modello di gioco / 21


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GIOCO DI POSIZIONE: PORTIERI + 7 CONTRO 7 + 3 JOLLY

MEZZO OPERATIVO

Gioco di posizione

DURATA 10-15 minuti

OBIETTIVI • Trasmissione • Controllo orientato • Smarcamento • Ampiezza • Profondità • Psicologicorelazionale • Comunicazione • Collaborazione • Decision making

MATERIALE • Cinesini • 10 casacche (7 di un colore, 3 di un altro) • 4 porticine • Palloni

ORGANIZZAZIONE

PREPARAZIONE Area di gioco: 30×30 metri Giocatori: 17 + 2 portieri Numero di serie: 1-3 serie

Creare un’area di gioco quadrata. Dividere i giocatori in due squadre da sette, più tre giocatori jolly. Collocare due porticine su ciascuna linea di fondo dello spazio di gioco. All’interno del campo si gioca un 7 contro 7 più un jolly, con altri due jolly in ampiezza (esterni al campo) e un portiere per squadra (collocato tra le porticine) che gioca solo come sostengo.

56 / Biagio De Domenico


DESCRIZIONE •

Gioco di posizione 7 contro 7 con i jolly che giocano con la squadra in possesso e il portiere che funge da sostegno La squadra in possesso (bianchi) deve fare gol in una delle due porticine avversarie La squadra difendente deve mettere pressione per recuperare palla; se ci riesce, deve ricercare gli stessi obiettivi della squadra avversaria La squadra che perde il pallone deve reagire alla perdita del possesso

REGOLE • •

I giocatori di entrambe le squadre e i tre jolly giocano a tocchi liberi I portieri giocano a due tocchi

VARIANTI

1. Modificare il numero di tocchi all’interno dello spazio di gioco in base agli obiettivi 2. Anche i jolly in ampiezza, come i portieri, giocano a due tocchi 3. Posizionare una linea di meta al posto delle porticine

TEMI PER L’ALLENATORE • • • • •

Curare la postura di ricezione “aperta”, il controllo orientato in relazione all’obiettivo che il giocatore vuole perseguire, il tempo di smarcamento e la velocità di trasmissione della palla Porre attenzione alla creazione di linee di passaggio in modo da garantire sempre al possessore di palla soluzioni di palla appoggiata e soluzioni a sostegno Incoraggiare la pressione continua sulla palla della squadra difendente finalizzata a togliere tempo e spazio al possessore di palla avversario; pressione anche sui giocatori jolly e sul portiere che funge da sostegno Prestare attenzione alla collaborazione e cooperazione tra compagni Rapida reazione alla perdita del possesso (transizione negativa)

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