Nella mente del calciatore

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CRISTINA HIPOLITO

NELLA MENTE DEL CALCIATORE

Strumenti pratici e teorici per rafforzare la dimensione mentale del giocatore e della squadra

EDUCARE E FORMARE

Collana “Educare e formare”, 3

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ISBN: 978-88-5499-263-4

Progetto editoriale: YouCoach

Impaginazione e grafica: Marta Bianchi, Ilaria Canova Foto di copertina: Rawpixel.com / Shutterstock

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L’autrice 7 Introduzione 9 CAP. 1 LA MOTIVAZIONE 11 1.1 Cos’è la motivazione? 12 1.1.1 Motivazione intrinseca ed estrinseca .......................................... 14 1.1.2 Demotivazione 15 1.2 Teoria dell’autoefficacia 15 1.3 Interventi motivazionali: come aumentare la motivazione ..................... 16 1.3.1 Le strategie relative al comportamento: rinforzo positivo e punizione 17 1.3.2 Strategie per aumentare la motivazione intrinseca ....................... 19 CAP. 2 ANSIA E STRESS 23 2.1 Cosa sono le emozioni? ...................................................................... 23 2.2 Cos’è l’ansia? 25 2.2.1 Perché l’ansia incide sulla prestazione? 26 2.2.2 Cos’è lo stress? .......................................................................... 26 2.2.3 Attivazione o arousal 27 2.3 Come identificare l’ansia in un giocatore? ............................................ 28 2.4 Strategie per controllare le situazioni di ansia e stress 30 2.4.1 Tecniche psicologiche per il controllo dello stress e dell’ansia degli sportivi............................................................ 31 CAP. 3 ATTENZIONE, CONCENTRAZIONE E FIDUCIA IN SÉ STESSI 37 3.1 Attenzione e concentrazione............................................................... 37 3.1.1 Teoria degli stili attentivi 38 3.1.2 Aspetti che influiscono su attenzione e concentrazione 40 3.1.3 Tecniche per migliorare attenzione e concentrazione ................... 42 3.2 Fiducia in sé stessi: cos’è e come favorisce il rendimento dello sportivo 45 3.2.1 Come migliorare la fiducia in sé stessi ......................................... 48 CAP. 4 LEADERSHIP: COMUNICAZIONE E COESIONE DI GRUPPO 51 4.1 La leadership ..................................................................................... 52 4.1.1 Le qualità di un buon leader 52 4.2 La comunicazione 54 4.3 La coesione di gruppo ........................................................................ 55 4.3.1 Strategie per migliorare la coesione del gruppo 56 Conclusioni ............................................................................................................ 59 Bibliografia 61 Ringraziamenti 63 INDICE

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L’AUTRICE

Ha studiato psicologia presso l’Universitat Ramón Llull di Barcellona e l’Universitat de les Illes Balears di Palma di Maiorca. Formatasi come coach professionista presso la Universitat Oberta de Catalunya con il corso post-laurea di Health and Nutritional Coaching, si è specializzata in coaching applicato alla salute, allo sport e alla nutrizione. Svolge da anni la professione di psicologa nel suo studio privato, collaborando anche con progetti privati e scuole. È esperta di consapevolezza, psicologia positiva, gestione emotiva e autostima. Appassionata del suo lavoro, ama aiutare i suoi pazienti nei loro processi di crescita e miglioramento personale.

7 NELLA MENTE DEL CALCIATORE
Psicologa

1.1.1 Motivazione intrinseca ed estrinseca

La motivazione presenta diversi aspetti e ciascuno di questi va stimolato in un modo specifico. È fondamentale conoscere le diverse tipologie di motivazione al fine di sviluppare una sensibilità che permetta di comprendere come e quando sia necessario intervenire su uno specifico aspetto della motivazione dei ragazzi. I fattori motivanti si presentano in diverse forme e, a seconda del caso, l’allenatore, riconoscendoli, potrà sfruttarli per aumentare o diminuire il livello di motivazione del giocatore. Vediamo nel dettaglio quelli che sono i due tipi di motivazione: conoscerli ci aiuterà a riconoscere le cause dei vari comportamenti che i nostri giocatori possono adottare e ci darà la possibilità di imparare a stimolare positivamente la loro motivazione.

Motivazione estrinseca

La motivazione estrinseca si ha quando si agisce sotto la spinta di incentivi che provengono dall’esterno. Questo tipo di motivazione sfugge al controllo del soggetto in quanto gli stimoli esterni non dipendono da lui e sono molto variabili. Il giocatore adotterà determinati comportamenti spinto dal desiderio di ricevere un incentivo positivo (ad esempio il riconoscimento da parte del mister o dei genitori) oppure per evitare una reazione negativa (come la disapprovazione dei compagni). Se agisce solo sotto lo stimolo di questo tipo di motivazione non ricaverà alcuna gratificazione dallo svolgimento dell’attività in sé, come capita ad esempio ai ragazzi che praticano il calcio pur non apprezzandolo ma solo per stare con gli amici e ricevere feedback positivi dal contesto.

Motivazione intrinseca

Quando il giocatore agisce sotto la spinta della motivazione intrinseca non pratica uno sport unicamente per ottenere riconoscimenti positivi dall’esterno, bensì cerca di superare sé stesso nell’attività e di migliorare le proprie capacità solamente per ricavarne piacere e soddisfazione personali.

Gioca a calcio semplicemente perché gli piace e si diverte.

14 NELLA MENTE DEL CALCIATORE

1.1.2 Demotivazione

La demotivazione si verifica quando il soggetto non è motivato né a livello intrinseco né estrinseco; non ottiene nulla di ciò che desidera, non si diverte nello svolgimento dell’attività. Ciò può accadere, per esempio, perché non si sente all’altezza e non ritiene di essere in grado di aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi collettivi prefissati. Se si individua il tipo di motivazione che muove i singoli giocatori si potrà anche prevedere eventuali cali della motivazione stessa. La demotivazione va sempre tenuta in considerazione, in quanto può spingere i ragazzi all’abbandono dell’attività sportiva oppure può essere causa di un calo di prestazioni. Conoscendo il tipo di motivazione dei giocatori si può agire anche sulle cause di un’eventuale demotivazione, adattando la strategia di azione alle caratteristiche di ogni soggetto.

1.2 TEORIA DELL’AUTOEFFICACIA

Se venisse svolto un sondaggio fra tutti coloro che seguono il calcio chiedendo loro chi sono, ad oggi, i tre migliori giocatori, sicuramente i più risponderebbero: Messi, Cristiano Ronaldo e Mbappé. In questa sede, però, a noi non interessa tanto stabilire chi sia il miglior calciatore al mondo quanto quali siano i parametri da valutare per scegliere il giocatore che la spunterà su tutti gli altri. Osserviamo quindi i tre giocatori che abbiamo scelto: possiamo vedere come presentino caratteristiche molto diverse l’uno dall’altro. Qual’è dunque il fattore che li accomuna? L’efficacia!

Si tratta di tre giocatori estremamente efficaci durante il gioco, con un’elevatissima percentuale di successo nelle varie situazioni. Ne deduciamo che il valore di un giocatore non risieda nella bellezza dei suoi gesti, bensì nell’efficacia con cui tali gesti vengono eseguiti.

Il nostro dovere come allenatori è quello di formare giocatori capaci di af-

15 1. LA MOTIVAZIONE

2.4 STRATEGIE PER CONTROLLARE LE SITUAZIONI DI ANSIA E STRESS

Per gestire le situazioni di ansia, l’allenatore dispone sia di strategie dirette (che applica su sé stesso) che indirette (rivolte ai suoi giocatori).

Strategie dirette

• L’allenatore deve evitare di trasmettere la propria ansia ai giocatori, dal momento che ciò potrebbe aumentare il nervosismo di alcuni di loro o dell’intera squadra.

• Deve cercare di utilizzare parole rasserenanti che aiutino i giocatori ad affrontare le situazioni di tensione con tranquillità e senza eccessiva paura.

• Deve tenere sotto controllo la propria gestualità nelle situazioni di stress.

• Deve osservare e contenere le proprie manifestazioni fisiologiche, psicologiche e di comportamento nei momenti in cui il rendimento della squadra non è all’altezza delle aspettative.

Strategie indirette

• L’allenatore deve tenere una comunicazione fluida anche nelle situazioni di difficoltà.

• Deve creare un ambiente di supporto nel quale il giocatore si senta appoggiato.

• Deve ridurre o eliminare comportamenti che possano causare stress (ad esempio evitare di ricordare ai giocatori quanto sia importante il risultato).

• Deve stimolare nei giocatori pensieri positivi.

• Deve aiutare i giocatori a prepararsi al meglio dal punto di vista tecnico, tattico e fisico, in modo che il loro senso di autoefficacia venga aumentato e che la prestazione, di conseguenza, ne risenta positivamente.

30 NELLA MENTE
DEL CALCIATORE

2.4.1 Tecniche psicologiche per il controllo dello stress e dell’ansia degli sportivi

Le proposte pratiche che seguono sono esercitazioni utili per tenere sotto controllo i livelli di ansia e stress nei giocatori.

1. Respirazione diaframmatica

OBIETTIVO Controllare l’ansia e lo stress attraverso la respirazione

DURATA Almeno 10 minuti

MATERIALE Un tappetino, abiti comodi, ambiente silenzioso

Descrizione

Il giocatore deve trovarsi in posizione orizzontale su una superficie comoda. Posizionare una mano sul petto e una sull’addome.

1. Inspirare profondamente attraverso il naso per 3 secondi, portando l’aria nella zona addominale (si dovrebbe notare che il ventre si gonfia, mentre il torace non si muove).

31 2. ANSIA E STRESS

CAPITOLO 4

LEADERSHIP: COMUNICAZIONE E COESIONE DI GRUPPO

In uno sport di squadra il livello di motivazione e la psicologia del gruppo e dei singoli dipendono anche dalle relazioni che si intrecciano all’interno del gruppo e dalle dinamiche che ne conseguono. Il raggiungimento degli obiettivi, sia individuali che collettivi, nonché la soddisfazione del singolo e della squadra passano anche attraverso le dinamiche relazionali: la figura del leader, in questo contesto, è fondamentale a far sì che tutto, nell’attività del gruppo, funzioni in maniera corretta.

Esistono quattro tipi di leadership:

• in funzione al ruolo (formale o informale);

• in funzione al suo comportamento (autoritario o democratico);

• in funzione all’influenza esercitata (transazionale, transformazionale o super-leadership);

• in funzione alle motivazioni (formazione o competizione).

Senza addentrarci nelle varie teorie che spiegano il concetto di leadership, concentreremo l’attenzione sulle caratteristiche che un buon leader deve avere e su come potenziarle in modo da ottenere il massimo dalla squadra e dai singoli giocatori che la compongono.

Come leader, l’allenatore dev’essere capace di comunicare efficacemente ciò che vuole e come lo vuole, in modo da ottenere i migliori risultati. Un bravo allenatore deve comunicare allo scopo di1:

51
1. Weinberg R. S., Gould D., Foundations of Sport and Exercise Psychology, ibid

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