ATTIVITÀ DI BASE
ALESSANDRO SALVORO
IL CALCIO DEI BAMBINI FAVORIRE L’APPRENDIMENTO ATTRAVERSO IL GIOCO
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L’AUTORE
Alessandro Salvoro Allenatore di base Uefa B
Alessandro Salvoro è un allenatore di base Uefa B. È laureato in Scienze delle attività motorie e sportive presso l’Università di Verona con tesi dedicata alle Possibili applicazioni nell’attività motoria e pre-agonistica in bambini con disturbo specifico dell’apprendi-mento: la dislessia, nella quale tratta in particolar modo il gioco del calcio per proposte ludiche e adattamenti metodologici. Da quattro anni Alessandro è un allenatore dell’attività di base dell’Hellas Verona FC e attualmente è anche responsabile di Scuola Calcio in una società Hellas Academy della provincia di Verona. Vanta inoltre esperienze come istruttore multi-sport nelle scuole primaria e secondaria di primo grado sia con il progetto organizzato dall’Hellas Verona, sia con progetti universitari.
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INTRODUZIONE
C’era una volta un pasticcere che faceva la miglior torta di mandorle del paese. Aveva studiato e sperimentato molto per perfezionare la sua ricetta segreta ed era riuscito infine a trovare la combinazione perfetta di ingredienti e la tecnica giusta per lavorarli. Con gli anni diventò un uomo ammirato da tutti e molto ricco. Sareste capaci di ottenere gli stessi risultati del pasticcere? Penso di sì, sempre che disponiate della ricetta che è costata anni di prove e fatica. La regola vale anche per l’insegnamento del calcio ai bambini. Prima di intraprendere questa impresa, è necessario disporre di un piano specifico che spieghi quali siano le risorse necessarie e come impiegarle per ottenere i migliori risultati possibili. Perché è necessario disporre di un modello per diventare un ottimo pasticcere, formatore o allenatore? La ricetta ci suggerisce quali ingredienti servono per ottenere il risultato finale. Ma non basta conoscere soltanto gli ingredienti: bisogna anche conoscerne la quantità esatta e le giuste proporzioni. Tuttavia seguendo la ricetta alla lettera, con precisione, si otterranno gli stessi risultati anche senza aver mai preparato una torta simile? Nemmeno questo è sufficiente, poiché bisogna conoscere anche l’ordine con il quale tutte le componenti vanno aggiunte e la loro modalità di lavorazione. Senza dubbio se non si ha una buona dose di esperienza, non si conoscono esattamente gli ingredienti, le loro quantità e la tecnica con cui lavorarli, i risultati non saranno ottimali. Cosa ne pensate ora? Sareste capaci di sfornare la miglior torta di mandorle del paese?
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1.6 - AL CENTRO DEL MONDO Il pensiero dei bambini di 6-7 anni è ancora legato a un unico punto di vista, il loro. Faticano a prendere in considerazione le prospettive altrui e solo a poco a poco, verso gli 8 anni circa, mettono in atto i primi tentativi di “decentrarsi” per cominciare a mettersi nei panni degli altri. Nella pratica, il pensiero egocentrico porta a un “fare” (giocare a calcio) che non equivale ancora al “fare assieme” (giocare in squadra). Quella presa in oggetto è anche l’età in cui si consolida la lateralità, ovvero la capacità di individuare la destra e la sinistra nel proprio corpo, nel corpo degli altri, negli oggetti e nello spazio in generale. Si possono già riscontrare in questa fase forme di leadership autoritarie o prepotenti, che naturalmente vanno disincentivate, offrendo l’opportunità di osservare modelli comportamentali più rispettosi e collaborativi per provare a metterli in atto.
1.7 - LIBERTÀ DI MUOVERSI Quando siamo in campo è molto importante fornire ai bambini la possibilità di correre e giocare senza troppe restrizioni, soprattutto dopo ore di scuola trascorse seduti o dopo tutte le tensioni accumulate nel corso della giornata. Possiamo, pertanto, iniziare l’allenamento in maniera ludica, offrendo la possibilità di muoversi in libertà attraverso un gioco iniziale non per forza legato all’obiettivo della seduta, ma importante per uno sviluppo motorio globale (gioco libero, gioco popolare, gioco di strategia, gioco di collaborazione, multi-sport). I bambini della Scuola Calcio devono avere l’opportunità di migliorare tutte le capacità motorie di base e di arricchire il più possibile il loro bagaglio di esperienze all’interno di un contesto che susciti entusiasmo e curiosità.
1.8 - STIMOLIAMOLI A DECIDERE I bambini di 8-10 anni continuano il loro percorso di crescita con maggiori capacità di gestire l’impeto del movimento, di risolvere in maniera più precisa e veloce le situazioni motorie (anche quelle più articolate), di intervenire più consapevolmente sui gesti da apprendere per migliorarli e renderli efficaci. Riescono anche a controllare meglio le variazioni veloci di ritmo e di direzione e a valutare le traiettorie del pallone. A quest’età fanno sempre meno uso del pensiero egocentrico; cominciano, in ma-
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niera graduale, a considerare nello stesso tempo più aspetti di una situazione e a tener presenti le opinioni altrui. Questo permette loro di prendere in considerazione il punto di vista dei compagni e di capirne maggiormente le intenzioni. In genere i bambini cominciano a stringere legami con i compagni basati su aspetti di relazione e amicizia piuttosto che su criteri affettivi individuali; iniziano a comprendere l’importanza della collaborazione e del gioco di squadra, anche se durante le gare possono ancora manifestare il bisogno di affermare se stessi piuttosto che collaborare con gli altri. Continua ad essere determinante il piacere di mettere in gioco tutte le energie e l’entusiasmo, di perseguire il divertimento ma inteso come il piacere di muoversi “usando la testa”, cioè imparare a servirsi dei propri pensieri mentre si gioca. Le finalità didattiche dell’allenatore, in tal caso, dovrebbero permettere l’acquisizione di abilità sportive di base in forma semplice, in un momento particolarmente fertile per l’apprendimento delle esperienze motorie. È fondamentale proporre situazioni di gioco semplificate, in cui i bambini possono prestare attenzione a come eseguire il gesto tecnico all’interno di una certa situazione (dove e quando). Possiamo anche stimolarli a esprimersi in maniera personale proponendo esercitazioni in cui devono prendere delle decisioni o risolvere dei problemi.
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1 CONTRO 1 CON TRANSIZIONE MEZZO OPERATIVO
Gioco semplificato
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15-20 minuti
Dribbling frontale Guida della palla Conclusione Transizione
MATERIALE
PREPARAZIONE
DURATA
OBIETTIVI
• • • •
• Alcuni cinesini per delimitare il campo di gioco • 4 coni • 3 casacche • Alcuni palloni
Area di gioco: 12×10/15×10 metri Numero di giocatori: 6 Numero di serie: 2
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DESCRIZIONE
Per ogni campo da gioco creato si affrontano due squadre (bianchi contro blu in figura) composte da tre giocatori ciascuna. Il giocatore in possesso palla (blu) parte con la palla al piede con l’obiettivo di segnare nella porta avversaria superando l’opposizione dell'altro giocatore (bianco). Quando effettua la conclusione il secondo giocatore bianco parte palla al piede con l’obiettivo di segnare nella porta difesa dai blu, creando per il giocatore che ha appena concluso l’azione una situazione di transizione negativa. Quando il giocatore bianco conclude, il secondo giocatore blu parte ricreando la stessa situazione. La rotazione, una volta innescata, continua in entrambi i campi di gioco. Se il difensore conquista palla può andare a concludere verso la porta avversaria finalizzando l’azione.
REGOLE
• Vince la squadra che per prima segna cinque gol
VARIANTI
1. Se i giocatori traggono eccessivo vantaggio dall’azione di transizione negativa, il giocatore che parte palla al piede per il contrattacco deve aspettare che l’avversario torni nella propria metà campo per dare il via all’azione di gioco
TEMI PER L’ALLENATORE
• Stimolare fantasia e creatività del bambino nel superare l’avversario in dribbling • Richiedere velocità di esecuzione della finta • Richiedere reattività nel cambio di atteggiamento da offensivo a difensivo e viceversa • Velocità nella presa di posizione difensiva (stimolare il giocatore a diminuire lo spazio dall'attaccante per prendere posizione e temporeggiare prima del contrasto)
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