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Idrotermosanitari - 2 Il rimbalzo degli impianti

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IDROTERMOSANITARI - 2

IL RIMBALZO DEGLI IMPIANTI

Il rapporto del Cresme sul settore idrotermosanitario certifica una perdita contenuta (-6,4%) per l’anno trascorso e una prospettiva di crescita per il prossimo triennio. E Angaisa prevede una maggiore integrazione tra i diversi comparti

di Valentina Anghinoni

Èinnegabile: la crisi delle costruzioni indotta dalla pandemia da covid-19 ha avuto riflessi sulla domanda di impiantistica. Tuttavia, il calo stimato della produzione del comparto Its si mostra di entità inferiore a quello che è il totale delle costruzioni: gli impianti, nel 2020, hanno perso circa il 6,4% contro il 7,8% di perdite dell’intero comparto delle costruzioni. Il dato è emerso all’evento di presentazione del 7° Rapporto Congiunturale e Previsionale del Cresme sul mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia 2021-2023, presentato durante la Mostra Convegno Expocomfort Live+Digital, l’evento biennale internazionale dedicato al settore dell’impiantistica civile e industriale, climatizzazione e energie rinnovabili, che si è eccezionalmente svolto in un anno dispari e in formato phygital. D’altro canto, il rapporto indica che la ripresa del mercato Its nel 2021 sarà molto intensa, è merito anche degli incentivi fiscali messi in campo dal governo, per i quali la climatizzazione ambientale è una parte essenziale e preponderante. Per il settore è prevista, infatti, nel 2021 una crescita del valore del 12%, che entro tre anni riporterà il comparto ai livelli precedenti alla crisi del 2008. Una buona notizia, che dà speranza a tutti i protagonisti, ma che non deve essere interpretata come un invito ad adagiarsi sugli allori. Come ha spiegato Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, introducendo i contenuti del rapporto: la misura dell’auspicata ripresa dipenderà da tre fattori che si riferiscono all’intraprendenza e alle capacità di tutte le personalità coinvolte: l’attitudine dell’offerta di far fronte alla domanda, di allocare bene le risorse da parte delle imprese del settore pubblico e privato e la capacità dell’offerta di cogliere la sfida all’interno della congiuntura economica complessa nella quale attualmente ci troviamo, caratterizzata, tra le altre cose, dalla ripresa dell’inflazione e la crescita del prezzo delle materie prime.

NUMERI & DATI

«Quest’anno il rapporto è un po’ particolare, ma non bastano le fotografie: abbiamo bisogno di filmati che raccontino quello che sta succedendo all’interno del mercato», ha premesso Bellicini. «Siamo in un mondo sottosopra: la pandemia è arrivata in più ondate e nel mondo ci sono diversi segnali di irrequietezza, di incertezza. La tensione sociale sarà un elemento di cui il mercato dovrà fare i conti negli anni che verranno». Non poteva mancare, infatti, un breve accenno al quadro economico internazionale, che è condizionato dall’andamento della battaglia al covid-19. Il Pil mondiale nel 2020 è sceso del 3,5% e, in questo quadro, il mercato mondiale delle costruzioni ha perso 550 miliardi nel 2020, è emerso dall’analisi del Cresme. Il 2021 è previsto che si

attesti sui livelli del 2019, un Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme

TUTTA LA FILIERA NE PARLA

Marco Nocivelli

PRESIDENTE DI ANIMA (CONFINDUSTRIA MECCANICA) «La meccanica di Anima è in prima linea per supportare la spinta sia europea che italiana nella transizione ecologica. Il contributo del nostro comparto sarà probabilmente il più importante per raggiungere questi obiettivi green». Anche i bonus sono importanti: in particolare, l’associazione è stata molto impegnata nell’ambito del bonus idrico e bonus filtri. «Sottolineo che il lavoro da fare è ancora molto, in particolare stiamo chiedendo al governo di porre particolare attenzione al nuovo codice appalti dell’Ue, con particolare riferimento all’applicazione dell’articolo 137, da parte delle stazioni appaltanti, affinché in tutta Europa, gli appalti pubblici siano appannaggio delle aziende europee almeno per il 50% del valore degli appalti stessi». Infine, «solo presidiando i temi come sistema-paese possiamo avere il peso necessario nei lavori di definizione delle direttive europee: bisogna destinare maggiori risorse alla sorveglianza del mercato», avverte Nocivelli.

Stefano Casandrini

VICEPRESIDENTE ASSOTERMICA (ANIMA CONFINDUSTRIA) «Anche il nostro sentiment su questa ripresa 2021 è che si stia ancora pescando dalla vecchia forma di incentivi. C’è ancora qualche problema di definizione di alcuni passaggi da parte dei nostri organi governativi, per esempio, sulla riqualificazione delle centrali termiche per il superbonus», chiosa il vicepresidente di Assotermica, Stefano Casandrini. «Il 2020 è stato caratterizzato dalla riscoperta dell’ambiente abitativo, maggiore attenzione a confort, efficienza e sostenibilità anche negli spazi comuni». Altri trend: il digitale che «ha un ruolo sempre più decisivo anche negli acquisti. Poi, la fiscalità è diventata una leva commerciale, che ha atturato l’interesse dei consumatori» e, ancora, «aumenta la contaminazione tra settore Its e settore elettrico sia a valle ma anche a livello intermedio, quindi anche la distribuzione». Infine, «grazie al superbonus 110%, c’è stata la riscoperta del mondo della progettazione».

Marco Dall’Ombra

SENIOR CONSULTANT ASSOCLIMA «Il superbonus ha raggiunto uno dei suoi primi obiettivi: portare all’interno del mercato anche i condomini», sottolinea Marco dall’Ombra di Assoclima, l’associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione. Il superbonus pesa molto nel mondo degli impianti: il 76% degli interventi realizzati prevede come intervento trainante l’impiantistica. «Assoclima e Assotermica hanno avviato una survey presso i loro associati per capire come il superbonus abbia impattato sulla loro attività e uno degli elementi interessanti è che il 60% delle aziende ha integrato l’opzione dell’acquisto del credito nella propria offerta commerciale. Questo cambiamento è certamente avvenuto grazie al fatto che le aziende possano poi cedere il credito al sistema bancario. Sicuramente un carico di lavoro aggiuntivo ma che ha portato anche molta soddisfazione». Anche per l’associazione è chiaro che gli ecobonus 50 e 65% restano ancora quelli preferiti e più ampiamente utilizzati dalla clientela. «I dati di andamento del mercato della climatizzazione hanno registrato nel 2020 un calo dell’8% rispetto al 2019 ma con dinamiche molto diverse in base ai segmenti di mercato, -2,5% residenziale e -17% commerciale, proprio perché è stato maggiormente colpito dalle chiusure forzate».

anno di per sé non facilissimo per l’edilizia. Insomma, il rimbalzo del 2021 non sarà sufficiente per recuperare tutto ciò che è stato perso nell’annus horribilis, anche se ogni continente presenta le proprie dinamiche, anch’esse in divenire e soggette agli immancabili punti interrogativi che accompagnano questo tipo di analisi. Nel mondo, per esempio, tra i mercati che sembrano più interessanti dal punto di vista dello sviluppo delle costruzioni c’è l’Africa, date le dinamiche demografiche e standard di investimento pro-capite nel settore delle costruzioni ancora molto basse, anche se le incertezze non mancano. Una crescita è attesa anche per gli Stati Uniti e la Cina, che dopo uno stop nel 2020 solo del -0,2% nel 2021 attende un recupero del +5,7%. L’India tra qualche anno sarà il principale Paese al mondo per la popolazione, per cui per questo stato-continente si prospettano scenari di crescita molto interessanti.

I VICINI DI CASA

Per l’Europa, Bellicini sottolinea come i cambiamenti della politica economica determineranno un forte riposizionamento dei mercati, che sarà influenzato dalla capacità dei diversi settori di utilizzare le risorse disponibili. Riguardo le dinamiche del mercato Its, in Europa nel 2020 sono stati persi 30 miliardi di euro, anche se la caduta non è stata peggiore di quella del 2014. Le aree che mostrano segnali di recupero più

rapido sono proprio il Sud Europa, con l’Italia protagonista (seconda in Europa per impianti, mentre la Germania mantiene comunque il primato di valore, l’Olanda segue al terzo posto) e anche alcune aree dell’Est Europa, in primis la Repubblica Ceca. La Germania è il principale mercato, ma mostra un recupero più lento. Secondo l’esperto del Cresme, se non si aprirà una nuova e drammatica crisi economica (in un mondo di incertezza come in quello in cui ci troviamo) dovremmo avere davanti una fase positiva di tre-cinque anni in cui bisognerà saper cogliere molto bene le opportunità offerte da uno scenario totalmente mutato rispetto al passato.

IL MERCATO ITALIANO

E arriviamo, dunque, ai dati che ci riguardano direttamente. In Italia, il ricavato delle vendite dei prodotti per l’impiantistica, effettuate direttamente dalle aziende produttrici nazionali nel 2020, si attesta a 31,3 miliardi di euro. Di questi, circa 20 miliardi sono stati destinati all’export e 11,3 miliardi al mercato nazionale, che a sua volta importa un valore di 6,5 miliardi dall’estero, per un totale del mercato d’impiego nel nostro Paese che si aggira intorno ai 17,8 miliardi di euro. Di questi, 14,5 miliardi (erano 15,6 nell’anno precedente) segnano il ricavato della distribuzione specializzata (rivendite) di materiali per impianti, sul territorio nazionale. L’importo totale incassato dagli installatori (termoidraulici, idraulici, eccetera) è pari a 25,9 miliardi (erano 27,6 nel 2019), e il ricavo delle imprese edilizie non specializzate e la spesa sostenuta per il fai-da-te si attesta a 5,9 miliardi (erano 6,6). Infine, 32,6 miliardi è la spesa sostenuta dall’utente o investitore finale nel 2020, a fronte dei 35,2 miliardi spesi nel 2019. Una filiera che, sommati tutti i fatturati delle diverse voci, nel 2020 ha raggiunto un valore di 71,7 miliardi di euro. Una nota interessante: le esportazioni italiane calano meno in Europa rispetto al resto del mondo.

RIASSETTO IN VISTA

Ci sono molti elementi che fanno pensare che il mercato dell’impiantistica abbia tutte le carte in regola per diventare il motore in grado di trainare la trasformazione del settore delle costruzioni. Uno di questi è la percentuale odierna di imprese di impiantistica sul totale del settore delle costruzioni: dal 2008 al 2018 è aumentata di quasi il 30% sul totale, nonostante il numero complessivo di imprese del comparto sia calato di circa l’8%. Bellicini punta il dito sull’occupazione che, nello stesso arco temporale, ha visto una riduzione dell’11% di addetti del comparto Its, a fronte di quella del 44% delle altre imprese del settore costruzioni, e che a oggi vede coinvolti 410 mila operatori, con una dimensione media aziendale di 3,3 contro 2,27 addetti delle imprese degli altri settori. Una dimensione ancora molto contenuta ma, nota il direttore di Cresme «il nostro mercato è dimensionato alla domanda, ma c’è certamente lo spazio nei prossimi anni per una domanda più grande in arrivo». A ben guardare, «le funzionalità di aria e acqua sono forse le maggiori sfide per il futuro», grazie a standard tecnologici completamente rivoluzionati e in continua evoluzione. Una rivoluzione che non si restringe all’ambito residenziale, che già di per sé costituisce una piccola miniera, sia per quanto riguarda la riqualificazione sia l’implementazione da zero (c’è uno 0,5% di stock privo di impianti idrotermosanitari, può sembrare poco, ma va considerato in proporzione sul totale del parco immobiliare residenziale).

SOSTIENE ANGAISA

Assonanza con quanto analizzato da Bellicini: l’osservatorio Angaisa, che monitora l’andamento del mondo della distribuzione Its, «ha consuntivato una perdita 2020 su 2019 di poco meno del 6%, e confrontando il dato di gennaio/febbraio 2021, abbiamo calcolato +4,7% sullo stesso periodo 2020 dunque, rispetto al periodo precedente allo scoppio della pandemia nel nostro Paese», ha puntualizzato Enrico Celin, presidente dell’Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, Rivestimenti e Arredobagno. «Abbiamo buona fiducia nel ritenere che marzo 2021 sia ancora più in crescita di marzo 2019». Anche la distribuzione, insomma, è alle prese con l’interpretazione del quadro attuale, in cui c’è molto fermento da parte delle committenze, anche sulle vecchie agevolazioni, ovvero l’ecobonus 65% e il bonus ristrutturazioni al 50%. «Anche la distribuzione, insieme a tutti gli altri player della filiera, deve dimostrare di essere capace di interpretare una visione strategica del prossimo futuro: siamo di fonte alla necessità di fare rete e essere integrativi. Il 2021 può essere un anno di successo, soprattutto se saremo capaci di lavorare nell’integrazione», ha aggiunto Celin. Integrazione tra mondo elettrico, mondo idraulico e domotica, secondo il rappresentante della distribuzione Its, potranno essere una chiave di successo per il settore ma richiedono un forte cambiamento, fatto di investimenti in formazione per l’acquisizione di competenze che un tempo erano meno sentite dal mercato. Non da ultimo, l’avvicinarsi a ricoprire il ruolo di general contractor, per rispondere appieno alle esigenze che provengono dall’input delle agevolazioni. Senza dimenticare la digital transformation, che ormai fa parte di una nuova realtà quotidiana anche per i distributori Enrico Celin, presidente dell’Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, di materiali per impianti. Rivestimenti e Arredobagno

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