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Muoviamoci I conti in tasca al Moq
MUOVIAMOCI
I conti in tasca al Moq
Il Moq (Minimal Order Quantity, detto anche Lotto minimo di acquisto) è uno dei problemi che causano nei magazzini un eccesso di scorte. Il Moq è quella quantità che il fornitore fissa come minima per l’accettazione di un ordine da parte del proprio cliente. Purtroppo il fabbisogno del cliente è spesso diverso e lontano dal lotto minimo e questo causa un accumulo di merce che a volte rimane nei magazzini per molto tempo o, peggio, sarà poi rottamato o eliminato. Come fare fronte a questo problema? Una strategia è quella di acquistare solo quanto si necessita, anche a costo di pagare un prezzo maggiore al fornitore. Ma qual è il limite che un ufficio acquisti potrebbe essere disposto a pagare pur di ricevere una quantità inferiore al lotto minimo? Un semplice esempio può suggerire un metodo da adottare per calcolare il sovrapprezzo che si può essere disposti a pagare pur di ricevere quanto è necessario. Fabbisogno dell’azienda pari a 300 pezzi. Prezzo unitario del prodotto di 1 euro a pezzo e Moq pari a 1.000. Supponiamo che del materiale in eccesso vengano utilizzati 300 pezzi nei quattro anni successivi e che dopo quattro anni si decida di rottamare il rimanente (400 pezzi). Il materiale nei quattro anni occupa un posto pallet. La domanda è: quanto è costato ciascun pezzo dopo quattro anni? Per arrivare alla conclusione è necessario fare alcune ipotesi aggiuntive, come il costo di mantenimento della merce al giorno (0,20 euro al giorno) e il costo di smaltimento (100 euro dovuti alla movimentazione, preparazione per la rottamazione e attività amministrative per la rettifica dell’inventario). Il costo del posto pallet rimasto occupato nel periodo è quindi pari a 292 euro (0,20 euro a pallet giorno x 365 giorni x 4 anni). I pezzi realmente utilizzati sono stati 600, mentre i costi totali (stoccaggio e rottamazione) sono pari a 392 euro (292 euro + 100 euro). Dopo quattro anni l’azienda avrà speso 1.392 euro per i 600 pezzi usati, quindi è come se ogni pezzo fosse costato 2,32 euro (1.392 euro per 600 pezzi), al netto degli oneri finanziari. Il calcolo mette in evidenza che in fase di acquisto l’azienda avrebbe potuto pagare un prezzo doppio pur di ricevere una quantità minore. Probabilmente il fornitore, posto di fronte alla possibilità di ricevere un sovrapprezzo per ridurre il Moq, potrebbe essere disposto a rivedere il proprio lotto minimo di acquisto. I vantaggi per il fornitore sono rappresentati dal vedersi ripagati eventuali costi dovuti alla riduzione del lotto (attrezzaggio e insaturazione produttiva), mentre il cliente riduce il rischio di avere un eccesso di scorte, con conseguente rischio di obsolescenza e occupazione degli spazi.
di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)