2 minute read

Editoriale Riqualificare è facile se sai come farlo

Next Article
Hi-tech

Hi-tech

Riqualificare è facile (se sai come farlo)

Una fortunata serie di libri di successo ha titoli simili: È facile (smettere di fumare, dormire, usare il 100% del cervello, eccetera) se sai come farlo. Appunto. Il problema non è parlare, elencare buone intenzioni o, per rimanere alla cronaca recente, fare promesse elettorali. Il problema è passare dalle parole ai fatti. All’elenco dei libri citati, per esempio, si potrebbe aggiungere: È facile ottenere il superbonus se sai come farlo. Oppure: È facile riqualificare un edificio energivoro se sai come farlo. Eccetera. La verità, purtroppo, è che le cose facili a questo mondo sono poche. Se, poi, si parla di business, ciò che è semplice è raro come la pioggia in un giorno di sole. Prendiamo, per esempio, il problema della transizione green del mercato dell’energia, che si riverbera sul mercato dell’edilizia. Sembra che sia, come direbbero a Roma, la sora Camilla: tutti la vogliono, nessuno se la piglia. Tradotto: è desiderata, ma a parole. E non perché ci sia qualcuno che è allergico all’energia pulita, ma perché ottenerla davvero non è semplice. Non sarà sfuggito, per esempio, che nella sua prima intervista il neo sottosegretario ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, si sia scagliato contro i parchi fotovoltaici. Il problema è che quelle che possono sembrare parole in libertà sopra le righe (come è abitudine del personaggio), trovino riscontro nella realtà, che presenta due facce. Quella di chi spinge per la transizione verde e chi, invece, si oppone. Per esempio, nel 2022, in piena crisi di bollette per gas ed elettricità, sono state sbloccate sulla carta centrali rinnovabili per oltre 5 mila megawatt. La commissione Via dell’ex ministero della Transizione ecologica ha anche concesso l’ok per 2.600 megawatt di energia green e la neonata commissione di valutazione ambientale riservata ai soli progetti ricompresi nei piani Pnrr e Pniec ha approvato altri impianti rinnovabili per 2.500 megawatt e 700 megawatt di accumuli energetici. Non solo: ha esaminato altri 8.700 megawatt di progetti preliminari per centrali eoliche in mare. Secondo l’Osservatorio dell’Anie Rinnovabili, che riunisce le imprese attive nella produzione degli impianti, nei primi sei mesi di quest’anno sono stati costruiti impianti per 1.211 megawatt di nuova potenza installata, con un incremento del 168% rispetto allo stesso periodo del 2021. E nel conteggio mancano le migliaia di impianti fai-da-te, di pochissima potenza, che sono stati installati dai privati su tetti e balconi, spesso con un riscontro pratico abbastanza scarso. La chiusura del rubinetto del gas da parte della Russia, per punire l’Italia e i Paesi occidentali, sta quindi incentivando una corsa all’energia rinnovabile. Una galoppata che, però, non sembra essere stata pienamente compresa dalla filiera dell’edilizia e della distribuzione. Il citato obiettivo dei 5 mila megawatt che hanno già il bollino blu delle commissioni Via sembra però lontano. Uno dei punti cruciali sono gli stop per vincoli estetici e paesaggistici delle sovrintendenze. E se uno degli obiettivi è quello di costruire ogni anno 20 mila megawatt di centrali solari ed eoliche, come suggerisce il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, le realtà locali indicano che la strada è impervia. Come testimoniano, per esempio, la mobilitazione di popolazione e sindaci nel Nuorese contro il parco eolico autorizzato dal precedente governo. Oppure la battaglia del sindaco di Piombino contro il rigassificatore. O le invettive di Sgarbi. Insomma, la transizione verde è facile. Ma solo se sai come farla.

This article is from: