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Il trend dell'edilizia Smart ed efficienti, ma non troppo
IL TREND DELL’EDILIZIA
SMART ED EFFICIENTI MA NON TROPPO
Uno studio dell’Osservatorio e vicedirettore dell’Energy&Strategy del Politecnico di Milano fotografa lo stato di salute del patrimonio immobiliare. Aumentano gli investimenti in isolamento termico e funzionalità smart. Eppure c’è tanto da fare
di Giuseppe Rossi
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Federico Frattini, responsabile dell’Osservatorio e vicedirettore dell’Energy&Strategy
Ma, alla fine, il superbonus è servito a migliorare lo stato di salute degli edifici italiani? E qual è il grado di rinnovamento del patrimonio edilizio? È un’analisi a due facce quella contenuta nello Smart Building Report 2022, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. È una fotografia che mette in luce aspetti positivi, ma anche meno esaltanti di quello che è stato il biennio quasi concluso. «Alcuni incentivi, in particolare il superbonus, hanno avuto il merito di riportare l’attenzione sull’efficienza energetica degli edifici e di dare una forte spinta al mercato», commenta Federico Frattini, responsabile dell’Osservatorio e vicedirettore dell’Energy&Strategy. «Ma hanno anche generato dinamiche ingestibili, a partire dall’aumento smisurato dei prezzi. Crediamo che gli incentivi siano determinanti per centrare gli obiettivi europei di decarbonizzazione (che non possono fare a meno dell’efficientamento del comparto edilizio, responsabile in Europa di circa il 40% dei consumi energetici), ma l’analisi che abbiamo condotto indica che dovrebbero essere strutturali, avere procedure più snelle e rendere il cittadino co-partecipe dei costi almeno per il 1015%». Che è un po’ quello che sostengono gli operatori del settore da parecchio tempo. IN CRESCITA In ogni caso, gli investimenti per migliorare l’efficienza degli edifici, in primo luogo quella energetica, sono ammontati, secondo l’analisi del Polimi, a circa SOLO PER ABBONATI 9,5 miliardi di euro nel 2021 (+25% rispetto al 2020, l’anno pandemico che aveva visto una diminuzione dell’11%). Ma bisogna aggiungere anche i 38,5 miliardi in cappotti e vetrate incentivati dai bonus, con un fatturato che è stato gonfiato più di recente dall’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia provocato anche dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Com’è noto, tra l’altro, gli investimenti sono decollati ulteriormente nel 2022 nonostante il pasticcio della cessione di crediti, che ha portato a oltre 50 miliardi il conto del superbonus per le casse statali.
STRADA LUNGA
Premesso questo, non è che il risultato complessivo sia sufficiente, come ben sanno gli operatori della filiera edile. «Di pari passo con gli incentivi, da estendere anche alla parte tecnologica e digitale degli edifici, cioè quella più propriamente smart, andrebbero introdotti come nel resto d’Europa obblighi stringenti per migliorare progressivamente il patrimonio edilizio, particolarmente datato: le performance degli edifici




Secondo gli italiani i vari bonus andrebbero mantenuti e resi stabili

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