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Cugini Nuovi investimenti per crescere ancora

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CUGINI

NUOVI INVESTIMENTI PER CRESCERE ANCORA

di Veronica Monaco L’impresa bergamasca ha investito in un nuovo impianto per ampliare la produzione di premiscelati speciali, come adesivi e malte tecniche. Rinnovata la linea dei prodotti, dalle colle per piastrelle ai materiali per il rinforzo

Luca Garancini, direttore generale Cugini

Una nuova linea produttiva di premiscelati speciali e diverse novità nella linee adesivi e malte per la riparazione e ricostruzione del calcestruzzo e l’ancoraggio di strutture metalliche. Con questi due traguardi Cugini, azienda di Nembro (Bergamo) dalla storia ultracentenaria specializzata nella produzione di malte premiscelate di qualità certificata per il mondo delle costruzioni, si avvia a chiudere un anno «difficile, ma ottimo sotto molti punti di vista», come racconta a YouTrade il direttore generale Luca Garancini.

Domanda. Il settore delle costruzioni procede, tanto che avete deciso di costruire un nuovo impianto di produzione di adesivi e malte tecniche. Quali sono le caratteristiche dell’impianto?

Risposta. È un impianto pensato per produrre premiscelati speciali, come adesivi e malte tecniche. Non è stata una scelta nata sull’onda dell’entusiasmo del 110% e del lavoro che ha generato: sarebbe stato un grosso errore. La volontà di realizzare un nuovo impianto è nata lontano nel tempo: sono più o meno dieci anni che parliamo di potenziare la capacità produttiva dell’azienda, diventata ormai insufficiente. Il progetto era già tracciato a grandi linee nel 2019, poi

Il nuovo impianto Cugini per la produzione di premiscelati speciali. Sotto, l’interno del nuovo impianto produttivo

con il covid tutto si è bloccato. Sicuramente la mole di lavoro portata dal superbonus è stata un forte stimolo a farci prendere la decisione definitiva per partire. L’impianto è molto ambizioso: è una torre alta circa 35 metri che contiene 21 sili per le materie prime che sono movimentate principalmente per caduta, dosate in cinque bilance, di cui una volumetrica, miscelate in un mescolatore a vomeri e insaccate mediante un’insaccatrice rotante a quattro bocche, con possibilità di sigillare ermeticamente la valvola del sacco.

D. Dove si trova il nuovo impianto?

R. L’impianto è stato realizzato con un complicato intervento all’interno del complesso industriale esistente. Si era valutata anche l’ipotesi di costruirlo in un’altra località ma, per un discorso di economie di gestione, si è deciso di realizzarlo all’interno dell’attuale sito produttivo, che ormai aveva una capacità produttiva insufficiente a soddisfare le richieste del mercato. È stato così demolito un vecchio corpo di fabbrica in disuso. L’operazione non è stata semplice perché ha impattato fortemente con la normale operatività, poiché il cantiere

L’area di cava con una vasta porzione in fase di recupero ambientale sulla destra

si trovava all’interno di un’area viva dello stabilimento, dove transitano la maggior parte dei mezzi per il carico merce.

D. Quale sarà il contributo produttivo del nuovo impianto?

R. La nuova linea produttiva di malte premiscelate affianca la linea esistente e questo permette di gestirla praticamente con lo stesso personale che governa attualmente gli impianti. Come capacità produttiva parliamo di circa 30 tonnellate all’ora, numeri simili a quelli dell’impianto già presente. Praticamente potremo duplicare la produzione attuale.

D. È stato difficile ottenere l’autorizzazione o ci sono stati impedimenti burocratici?

R. Ci sono state lungaggini burocratiche e non solo. Siamo partiti nel 2019 con la progettazione e i primi approcci con il Comune di Nembro. La presentazione della richiesta di autorizzazione paesag-

gistica risale a febbraio 2020, anno infausto a causa della pandemia. Il processo autorizzativo con tutte le varie vicissitudini è terminato solo nel dicembre 2021, che è anche coinciso con l’inizio dei lavori. D. Cugini produce leganti, malte e intonaci, filler, malte da restauro e ripristino, finiture di alto pregio, massetti, adesivi e rasanti per l’isolamento termico, colle per piastrelle, impermeabilizzanti: quali sono i prodotti di punta?

Prove di compressione diagonale realizzate presso il Laboratorio Plus Lab

R. Sicuramente tutta la linea di adesivi e rasanti per cappotto Ademix, le nostre colle per piastrelle per uso professionale ad alte prestazioni Adekoll, tutta la linea di malte tecniche Restaurmix per il ripristino e il consolidamento delle murature e per la riparazione e protezione del calcestruzzo e del cemento armato. Infine, le linee per il risanamento, il restauro e la deumidificazione delle murature anche in edifici di pregio sotto la tutela delle Belle Arti. Sulla linee Restaurmix (K05F e KR10F) e Calcevita Strutturale (a base di calce idraulica naturale) stiamo anche svolgendo una serie di prove di compressione diagonale su muretti in mattoni rinforzati con intonaci armati; questi test permetteranno di valutare l’efficacia e la validità dei vari prodotti quando impiegati come rinforzi strutturali e antisismici in costruzioni in muratura.

D. Avete novità nella linea di prodotti?

R. Abbiamo ampliato la gamma di adesivi per piastrelle con l’introduzione del prodotto Adekoll AS100 Eco. Si tratta di una colla ad alte prestazioni, classificato C2 TE S1, deformabile, per la posa di piastrelle di diverso tipo e formato, formulata dai nostri laboratori con l’obiettivo di favorire la sostenibilità ambientale. Il contenuto di materiale riciclato presente nel prodotto permette di raggiungere i Cam in edilizia e di soddisfare i requisiti presenti nei principali schemi di certificazione per la sostenibilità degli edifici, come ad esempio il Leed.Nella linea Restaurmix abbiamo inserito due nuove malte cementizie colabili, CB100 e Grout, ad alta resistenza e ritiro controllato, per la riparazione e ricostruzione del calcestruzzo e per l’ancoraggio di strutture metalliche.

D. Da dove nascono le novità: dalle richieste del mercato o dall’esigenza di completare le gamme?

R. Sicuramente dalle richieste dei clienti. Inserire nuovi prodotti senza avere un minimo di richiesta diventa un esercizio inutile. Tuttavia, a volte i nuovi prodotti nascono anche da nostre intuizioni che poi

trovano riscontro sul mercato.

D. Quali sono attualmente i prodotti più richiesti?

R. In generale, tutte le malte premiscelate in sacco e le colle per cappotto.

D. Per il mondo delle costruzioni quali sono i settori che avranno un maggiore sviluppo?

R. L’edilizia del futuro è un’edilizia sostenibile, con un concetto di sviluppo in grado di tenere conto, fin dalle prime fasi del progetto, delle risorse naturali e dell’ambiente circostante. Costruire un edificio sostenibile vuol dire adottare soluzioni progettuali, costruttive

e impiantistiche in grado di contenere le dispersioni energetiche garantendo comunque alti standard di efficienza. Considerando lo stato del patrimonio immobiliare italiano occorre, ove possibile, recuperare, riqualificare e restaurare il costruito più che edificare nuovi fabbricati. Nel caso dei piccoli borghi e dei centri storici è, e sarà, una scelta obbligata. Sicuramente il settore del recupero edilizio sarà ancora per i prossimi anni quello più interessante e trainante. I lavori connessi al Pnrr, che sono al momento in stand by potranno, penso, nel prossimo anno, dare nuova linfa a tutto il comparto compensando, almeno in parte, il calo sul fronte bonus fiscali.

D. Si parla molto di sostenibilità ambientale, spinti anche dall’emergenza climatica e dagli obiettivi europei. Quali sono le vostre iniziative a riguardo?

R. Quando si parla di sostenibilità ambientale il modello da seguire è sicuramente quello dell’economia circolare. Rispetto allo sfruttamento delle risorse naturali è da favorire il riciclo e il riutilizzo, oltre a tutti quei comportamenti virtuosi che possono ridurre l’impatto dell’attività dell’azienda sull’ambiente. Cugini, da sempre attenta ad attuare sistemi produttivi sostenibili, ha ottenuto una certificazione di prodotto rilasciata da Icmq che attesta il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa dei vari prodotti: di fatto è un’autodichiarazione ambientale conforme alla norma Iso 14021. Inoltre, lo stesso organismo di valutazione ha convalidato un’asserzione ambientale autodichiarata, sempre secondo la norma Iso 14021, relativa all’approvvigionamento delle diverse materie prime contenute nei nostri prodotti entro una distanza massima di 150 chilometri dal cantiere di utilizzo.

D. Quanto è impegnativo per un’azienda questo percorso?

R. Avviare un percorso di sostenibilità ambientale, interno ed esterno all’azienda, è lungo e impegnativo. L’efficientamento dei processi, così come l’adozione di misure di contenimento energetico, sono certamente in grado di produrre importanti risparmi, valutabili tuttavia solo nel medio-lungo periodo. Solitamente all’inizio di questo processo si può avere un aggravio dei costi.

D. Quali sono gli obiettivi che vi ponete per l’edilizia green?

R. L’efficientamento energetico è un tema di grande attualità, al quale sono stati legati numerosi incentivi e agevolazioni, come il bonus 110% o i fondi stanziati dal Pnrr. Anche l’economia circolare è importante e lo sarà sempre più. Utilizzare materie prime seconde (Mps) in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale è un nostro obiettivo. Penso che sempre di più sarà preso in considerazione come l’intero ciclo di vita di un prodotto influisca sull’ambiente. Questo processo potrà essere favorito dalle norme europee e dalla legislazione, e i Cam ne sono un esempio.

D. Tra i vostri prodotti non mancano le soluzioni per il consolidamento strutturale. Quali sono le vostre proposte?

R. La nostra linea Restaurmix comprende prodotti dedicati ai lavori di consolidamento di murature e alla riparazione e protezione del calcestruzzo. Se l’intervento è rivolto al consolidamento di un edificio in muratura possiamo proporre diverse soluzioni, con betoncini che possono essere accoppiati con reti di differente tipologia, sia per edifici di rilevanza storica che di edilizia più recente. Se invece l’intervento è diretto verso strutture in calcestruzzo o cemento armato, o dove sono richieste elevate prestazioni meccaniche, abbiamo prodotti per applicazioni strutturali con classi R3 e R4 con sistema di attestazione della conformità Ce di tipo 2+, con l’intervento di un organismo notificato che effettua la sorveglianza continua del controllo di produzione in fabbrica.

Restaurmix KR300 F per la riparazione e protezione del calcestruzzo e del cemento armato. A destra, prova pratica per l’ottenimento della qualifica di installatore per sistema a cappotto

D. I materiali per il consolidamento strutturale sono compresi dai distributori?

R. Sono prodotti che devono essere ben argomentati. Non c’è una soluzione valida per tutti i tipi di intervento, ma è fondamentale scegliere i materiali più idonei rispetto al tipo di lavoro da eseguire, partendo dall’analisi del manufatto e delle problematiche da risolvere. Credo che questi prodotti trovino un più efficace veicolo attraverso gli studi di ingegneria e architettura che non tramite il magazzino edile. La maggior parte delle volte, infatti, vengono utilizzati a fronte di un progetto e di un capitolato ben preciso.

D. Il superbonus 110% per il consolidamento è stato utilizzato finora, o no?

R. Penso che l’impiego di questi sistemi sia connesso a interventi di ripristino più complessi che necessitano di un maggiore impegno da parte di tutte le parti coinvolte. Al momento mi sembra che questo sia mancato e, almeno nel nostro caso, la richiesta del mercato è stata scarsa.

D. Che ne pensate della riduzione al 90% del superbonus?

R. Il 110% è stato una follia. Oltre ad avviare una grossa speculazione, l’incertezza normativa sul superbonus ha portato molte banche a non accettare nuove pratiche di cessione del credito, con tante imprese impossibilitate ad avviare nuovi cantieri. La riduzione al 90% è a mio avviso corretta: finora è mancata la parte di trattativa da committente e affidatario con il conseguente incremento dei prezzi, alimentati anche dai rincari energetici e dalla difficile reperibilità di materie prime e prodotti finiti. Era più importante trovare chi eseguiva il lavoro e i prodotti da utilizzare, come i pannelli isolanti che lo scorso anno sono mancati, che trattare sul prezzo. Direi che la questione fondamentale è quella di offrire certezze alle politiche di incentivazione delle ristrutturazioni nel comparto dell’edilizia residenziale in un’ottica di medio-lungo periodo. Ciò finora non è avvenuto: le correzioni sono state troppe e questo ha generato molta confusione.

D. Si risolverà il problema della cessione del credito d’imposta?

R. Il vero motore trainante per l’edilizia non è stato solo il superbonus 110%, ma soprattutto il meccanismo di cessione del credito, che ha consentito ai contribuenti di abbattere immediatamente il costo degli interventi. Un meccanismo nato con il migliore degli intenti, ma che è stato esteso troppo frettolosamente a tutti i principali bonus edilizi, e su cui non sono state definite delle procedure con garanzia finale da parte dello Stato. I controlli sui crediti di imposta si sono fatti ora sempre più severi: l’indebita fruizione comporta pesanti conseguenze tributarie, se non penali. Direi che per prima cosa bisogna trovare una soluzione alla

cessione dei troppi crediti in pancia alle aziende, altrimenti il problema potrebbe diventare molto grave. In questo momento nessun istituto dichiara pubblicamente la disponibilità a operare con i privati, anche se lo stop è probabilmente dovuto alla volontà di capire meglio come funzionerà il decreto Aiuti 4. Il problema del credito d’imposta potrebbe essere in parte risolto dallo Stato incentivando maggiormente il privato cittadino a non cedere il credito, introducendo soluzioni innovative, per esempio, ampliando la possibilità di compensazione delle imposte, ma non mi sembra ci siano segnali in questo senso.

D. Che cosa dovrebbe decidere il nuovo governo per l’edilizia?

R. Le diverse detrazioni fiscali messe in atto dal governo sono riuscite a sostenere un settore in crisi, che aveva visto ridurre gli investimenti a causa soprattutto di una normativa edilizia che non permetteva di intervenire su un patrimonio esistente pieno di grandi difformità. Bisogna proseguire con politiche di incentivazione delle ristrutturazioni nel comparto dell’edilizia residenziale nel medio-lungo periodo. Se si vuole perseguire l’obiettivo europeo della drastica riduzione dei gas serra, si deve per forza di cose passare attraverso la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, che attualmente contribuiscono per oltre il 30% a generare emissioni. Servono regole e un filo conduttore preciso: i continui cambiamenti sono negativi, specialmente in un settore come il nostro che ha bisogno di pianificazione.

D. Quanto pesa il rincaro dell’energia?

R. I prezzi dell’energia elettrica e del gas sono decuplicati dai normali prezzi di fornitura industriale nel corso degli ultimi 14 mesi, toccando ad agosto costi elevatissimi mai visti prima e spingendo verso l’alto le materie prime, in primis cemento, calce idrata, calce idraulica naturale e sabbie. Lavorare con l’incubo che ci possano essere variazioni enormi, anche giornaliere, dei costi dell’energia è davvero difficile. In questo contesto abbiamo deciso di applicare un limitato aumento al prezzo di vendita per sopperire, almeno in parte, ai maggiori costi energetici di trasformazione. Questo contributo, come è intuibile, copre solo in parte i maggiori costi che stiamo sostenendo. Rimaniamo in attesa di capire come evolverà la situazione.

D. Avete avuto problemi con il reperimento dei materiali?

R. La carenza di materie prime è una problematica che ci ha colpito maggiormente lo scorso anno, nel periodo della ripresa. La ripartenza è stata brusca e l’alta domanda ha portato a una crescente difficoltà di reperimento e un notevole aumento dei costi di tutte le materie prime, imballaggi compresi. Per questo, a partire dall’inizio di quest’anno, abbiamo iniziato a pianificare con maggiore anticipo ogni acquisto e ampliare il nostro magazzino in quanto i tempi di consegna erano in alcuni casi anche raddoppiati,impattando sul servizio al cliente. Per quanto concerne il nostro settore, la situazione ora sembra migliorata: tutto sommato c’è una maggiore disponibilità di materiale, mentre è rimasto il problema dei prezzi molto elevati, legati però più ai rincari energetici che alla mancanza di materie prime. Per il futuro rimane l’incognita energia per possibili ulteriori rincari, in un mutato contesto di mercato in cui l’inflazione ha ridotto la propensione alla spesa delle persone.

D. Un aspetto importante è quello della formazione: come lo affrontate?

R. Da sempre cerchiamo di coinvolgere il cliente nella scelta più opportuna del giusto prodotto con un’attenta azione pre e post vendita. Inoltre dallo scorso anno Cugini si propone come Academy attraverso l’organizzazione di corsi di formazione preparatori alla certificazione delle figure professionali che eseguono la posa dei sistemi a cappotto, offrendo la possibilità di sostenere presso la sede dell’azienda un esame finale per l’ottenimento della certificazione di installatore base e caposquadra, secondo la norma Uni 11716. Operiamo, infatti, per conto di Icmq, come Organismo di Valutazione per l’erogazione dell’esame.

D. Come è andato il 2022?

R. Come lo scorso anno, anche il 2022 è stato davvero impegnativo. La nostra produzione non si è mai fermata, anche se nella seconda parte dell’anno abbiamo assistito a un assestamento a causa principalmente delle modifiche sul fronte dei bonus casa e in particolare ai problemi di cessione del credito. I continui rincari dei costi energetici, inoltre, hanno fortemente compromesso la marginalità, nonostante il significativo incremento della domanda di alcune tipologie di materiali come le colle e rasanti per cappotto. Nel complesso, comunque, è stato un anno difficile, ma ottimo sotto molti punti di vista.

D. Che cosa prevedete per il prossimo anno?

R. Il settore si mostra positivo come non accadeva da tempo, ma la salita è stata ripida e abbiamo davanti una situazione di rallentamento, dopo la quale bisognerà capire cosa accadrà. La modifica dei bonus fiscali, e soprattutto i problemi di cessione del credito, se non saranno risolti, porteranno a una brusca frenata. Dall’altra parte, ci dovrebbe essere un’accelerazione dei lavori sugli edifici della pubblica amministrazione, legati al Pnrr. Quindi sarà un anno tutto da scoprire. È veramente difficile fare previsioni, troppe le variabili in gioco. Sicuramente i costi energetici, l’inflazione e la guerra sono elementi che potranno giocare un ruolo fondamentale sull’andamento del prossimo anno. Speriamo non si inseriscano altre problematiche, viste le sorprese nell’ultimo periodo.

D. Avete nuovi progetti nel cassetto a breve-medio termine?

R. Vogliamo sviluppare di più il marketing, specialmente sui social, valorizzando i canali che funzionano meglio.

D. Con la situazione attuale, qual è la parola d’ordine per un imprenditore nel 2023?

R. Prudenza.

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