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Made in Italy alla finestra

Con un’esperienza di oltre 35 anni nel settore dei serramenti, Spi punta sul made in Italy per rimarcare l’attenzione non solo alla funzionalità dei propri prodotti, ma anche all’estetica. Se, come afferma il proverbio, anche l’occhio vuole la sua parte, l’azienda fondata dai fratelli Mangione a Maierato, in provincia di Vibo Valentia, ha dato vita a soluzioni capaci di unire design e innovazione, tanto da essere sempre più apprezzate anche sui mercati esteri. YouTrade ha incontrato Nino Marino, responsabi- le vendite Italia dell’azienda, per fare il punto sulle novità e le previsioni per il 2023.

Domanda. Per Spi è una vanto essere made in Italy. Perché?

Risposta. I prodotti Spi sono al 100% realizzati in Italia e questo rappresenta per l’azienda un punto di forza, in grado di differenziarla dai competitor, anche perché nel settore delle finestre negli ultimi anni sono entrati molti prodotti stranieri. Il made in Italy è associato alla qualità e alla bellezza: al di là della praticità, gli italiani vogliono l’estetica, quindi c’è una grande attenzione alle finiture e ai dettagli.

D. Quali sono le principali differenze con un produttore straniero?

R. Direi le finiture. Un produttore straniero realizza prodotti anche molto validi tecnicamente, ma spesso troppo massicci e dalle linee molto squadrate. Noi puntiamo al minimal e a soluzioni tutto vetro, continuando il nostro percorso di sviluppo nella produzione di infissi in alluminio e Pvc, votati alla sostenibilità e al raggiungimento di alte performance isolanti per il risparmio energetico.

D. Spi produce anche persiane. Come vi ponete rispetto al tema della sicurezza?

R. La persiana è un prodotto molto locale che si declina in numerose varianti: dalla vicentina alla scandola, dalla fiorentina alla romana. Spi copre quasi tutto il mercato e propone anche una soluzione in alluminio certificata in classe 2 antintrusione, grazie a rinforzi in acciaio per ogni lamella e una serratura a tre punti di chiusura

D. Quando è nata la vostra azienda?

R. Spi è nata nel 1985 a Maierato, in provincia di Vibo Valentia, grazie allo spirito imprenditoriale dei fratelli Mangione e ha cominciato come azienda distributrice di semilavorati su tutto il territorio nazionale, maturando fin da subito un’attitudine alla ricerca e all’innovazione e conseguendo numerosi brevetti. Con l’ingresso nella compagine aziendale della seconda generazione è iniziato un processo di internazionalizzazione negli Stati Uniti, in Libia, negli Emirati Arabi, in Qatar e Hong Kong. Nel 2021 è nata anche una filiale commerciale con sede in Nevada.

D. Quante persone occupa oggi l’azienda?

R. Oggi Spi è una società per azioni con oltre 200 dipendenti in organico e due stabilimenti produttivi, a Vibo Valentia e Piacenza.

D. Qual è il fatturato?

R. Abbiamo chiuso l’ultimo anno a 40 milioni di euro.

D. Che opportunità e quali criticità intravede per il futuro?

R. Finalmente si parla sempre di più di risparmio energetico, green riqualificazione dell’involucro abitativo. Anche le nuove normative che arrivano dall’Europa spingono in questa direzione e il mondo delle finestre non potrà che beneficiarne. Il mercato dei serramenti deve riguadagnare molto terreno, non per mancanza di soluzioni, ma per una disattenzione generale delle imprese. Spesso si sceglie di investire nella ristrutturazione di un bagno, e installare serramenti di scarsa qualità o lasciare quelli vecchi dalle scarse prestazioni isolanti.

D. Che cosa si aspetta dal 2023?

R. Il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura aumenta l’incertezza che tende a bloccare il mercato. Le nostre prospettive erano di superare il fatturato 2022, ma questa novità rischia di incidere almeno nel medio termine sui nostri obiettivi.

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