ANORAMIC P A
AL
latinoamericana
Edizione Italiana — N° 2 Bimestrale / settembre-ottobre 2005
FOCUS: Perù Dossier: L’anno del microcredito UE-AL: Programma EUROsociAL
IIª CONFERENZA NAZIONALE SULL’AMERICA LATINA MILANO, PALAZZO MEZZANOTTE (Piazza Affari) 17 e 18 OTTOBRE 2005 PRESENTI 70 RELATORI, CAPI DI STATO, MINISTRI DEGLI ESTERI E DELL’ECONOMIA DELL’AMERICA LATINA, ESPONENTI DEL GOVERNO ITALIANO E DELLA COMMISSIONE EUROPEA, RAPPRESENTANTI DI GRUPPI INDUSTRIALI, FINANZIARI E DELLE FORZE SOCIALI In un mondo segnato da terrorismo e conflitti in cui viene evocato lo spettro dello “scontro di civiltà”, Europa e America Latina, in quanto parte della stessa cultura, condividono i valori della libertà, della democrazia politica, del pluralismo, dei diritti umani considerati “valori irrinunciabili”. L’Unione Europea e l’America Latina condividono altresì l’idea dei “regionalismi aperti”, dell’integrazione economica e commerciale e sono impegnati in un processo di accordi e negoziati biregionali per rendere più stabile e fluida la collaborazione economica fra imprese e operatori delle due Regioni. Ministero degli Affari Esteri, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e Istituto Italo-Latinoamericano, hanno promosso questa IIª Conferenza Nazionale per un rilancio della presenza italiana che riattivi i flussi di interscambio e ristabilisca – anche economicamente – la storica vicinanza tra Italia e America Latina.
Programma Lunedì 17 ottobre ore 15:00 (Palazzo Mezzanotte, Piazza Affari)
Martedì 18 ottobre ore 9:00-13:00 (Palazzo Affari ai giureconsulti, Piazza Mercanti)
Sessione plenaria di apertura Indirizzi di saluto Carlo Sangalli, Paolo Faiola, Filippo Penati, Luigi Roth, Gabriele Albertini
• Il settore agricolo tra commercio e cooperazione
Relazione introduttiva Giampaolo Bettamio, Sottosegretario Affari Esteri
Sessioni parallele dei Gruppi di lavoro
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Intervento istituzionale Iª Sessione “Consolidamento della democrazia, Istituzioni, società civile” Osvaldo Hurtado, Giorgio Alberti, Alain Rouquié José Miguel Insulsa, Segretario generale OSA (Organizzazione Stati Americani), Washington DC Conclusioni Carolina Barco, Ministro Affari Esteri, Colombia Gianfranco Fini, Ministro Affari Esteri, Italia
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Coordina : Luiz Fernando Furlan, Ministro Sviluppo, Industria, Commercio estero, Brasile Sviluppo locale e competitività: collaborazione fra i “territori” Coordina : Enrique Iglesias, Segretario “Cumbres Iberoamericanas”, gia Presidente del BID Strumenti di finanza innovativa per le PMI e facilities per collaborazioni industriali Coordina : Mario Baldassarri, Vice Ministro Economia, Italia La funzione innovativa della conoscenza. Nuovi spazi di ricerca, cultura e comunicazione Coordina : Alberto Bombassei, Vice Presidente Confindustra
Martedì 18 ottobre ore 14:30 –18:30 (Palazzo Mezzanotte, Piazza Affari) Sessione plenaria di chiusura Tavola rotonda: Coordina : Bruno Ermolli, Presidente Promos
* In attesa di conferma “Unione Europea-America latina e la sfida dell’integrazione e del commercio” Luis Ernesto Derbéz, Ministro Affari Esteri, Messico Massimo D’Alema, Parlamento Europeo Enrique Garcia, Presidente CAF, Venezuela Luis Machinea, Segretario Esecutivo CEPAL, Cile Conclusioni : Roberto Formigoni, Presidente Regione Lombardia Intervento istituzionale da confermare*
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SOMMARIO
Editoriale
Editoriale S
viluppo, parola che soprattutto significa libertà di realizzare il proprio progetto di vita sia sociale sia economico, di realizzazione personale, di vivere nel benessere. È ciò a cui aspira la regione latinoamericana da alcuni decenni, ma i risultati, nonostante aver seguito innumerevoli ricette, non hanno portato allo sviluppo che genera benessere per la maggior parte della popolazione. Solo il Cile sta camminando in questa direzione. La cooperazione allo sviluppo, il commercio e il dialogo politico costituiscono i tre pilastri sui quali si basano le relazioni Ue-America Latina (Al). I vertici realizzati hanno permesso di definire ogni volta meglio le priorità del contenuto di questa relazione. Il prossimo vertice si realizzerà nel Maggio 2006 a Vienna, con la gradita sorpresa che non si tratterà di un paese latino. L’Austria sta sviluppando un programma chiamato “Integrazione Regionale, Cooperazione intercontinentale tra l’Ue e l’Al e la questione della povertà, sviluppo e democrazia”, che ha come obiettivo determinare un apporto austriaco per un dialogo sulla politica dello sviluppo sostenibile tra l’Ue e l’Al. Sinora sono stati realizzati tre incontri. Il primo a Buenos Aires, dove sono stati comparati i differenti modelli d’integrazione ed esperienze nelle due regioni; le prospettive politiche ed economiche per la cooperazione tra l’Ue e l’Al, così come la cooperazione scientifica. Il secondo incontro si è realizzato a Bratislava (Slovacchia), dedicato ad approfondire le conoscenze delle politiche di cooperazione dei differenti paesi dell’Ue, per elaborare una strategia congiunta e approfondire le relazioni dei nuovi paesi membri con l’Al. A quest’incontro abbiamo avuto il piacere di partecipare e percepire un pragmatismo da parte dei nuovi paesi membri dell’Ue che si è tradotto in: “nessuno di noi ha perduto facendo affari con l’America Latina”, ciò lascia presagire un incontro fruttuoso. Il terzo incontro, in Nicaragua, è stato realizzato con l’obiettivo di conoscere le conseguenze dei processi d’integrazione e le questioni attuali di lotta contro la povertà, tenendo in conto il dibattito sulle nuove interpretazioni e forme di povertà. L’ultimo avrà luogo il 24-26 Aprile a Vienna. Le istituzioni europee non sono estranee a questo lavoro e una riflessione al riguardo è, qui, presentata dall’On. Ignacio Salafranca. D’altro canto il Vertice di Salamanca del 14-15 Ottobre riunirà tre paesi europei, Spagna, Portogallo e Andorra e diciannove latinoamericani, ossia Iberoamerica. Due temi saranno analizzati: l’emigrazione e le relazioni tra l’Ue e l’Al. Sarà attivata, in questa sede la Segreteria Generale Iberoamericana, presieduta dall’ex-Presidente del Bid, Enrique Iglesias, uruguaiano, grande conoscitore delle problematiche internazionali che riguardano la regione latinoamericana, ma anche dei suoi problemi endogeni. Questa istituzione seguirà, da Madrid, i programmi concordati nei Vertici Iberoamericani. Se è vero che i paesi Iberici, sono quelli che conoscono meglio l’Al, produce non poco entusiasmo la realizzazione della IIª Conferenza Nazionale sull’America Latina, che si realizzerà a Milano il 17-18 Ottobre. Auguriamo agli organizzatori un grande successo e la miglior continuità con i propositi che la ispirano. Come sempre la gente italiana è stata ed è la benvenuta in Al, dove convivono tutte le razze del mondo, dove tutte sono state ricevute e convivono nella cultura latinoamericana. Nel nostro desiderio di aumentare le conoscenze di quanti desiderano avviare un’attività economica in Al, inauguriamo la sezione FOCUS e la dedichiamo al PERÙ. Il prossimo FOCUS sarà sul Messico, successivamente l’Argentina…Conoscere per decidere, disporre di strumenti per allontanarsi dallo stereotipo latinoamericano, darsi un’opportunità. Il nostro Dossier è dedicato al Microcredito, quest’anno le Nazioni Unite ha proclamato il 2005 “Anno del Microcredito”, un meccanismo che offre una via di speranza ad una grande quantità di persone, che possono realizzare il proprio progetto economico, che molte volte non è solo economico. Ci rallegriamo, in questo senso, per l’iniziativa italiana presieduta dal ministro Baccini (www.annodelmicrocredito.it). Quanto visto sinora ci dà speranza, vi è la volontà politica, quindi si può determinare un cambiamento, tuttavia il contesto internazionale deve migliorare, senza pace non vi è né sviluppo né benessere. Desideriamo pensare a una strategia intelligente, basata sulla cultura occidentale, che è il perno che unisce le tre aree, nella quale Europa, America del Nord, America Latina possano lavorare assieme nella ricerca di una proposta di dialogo e di pace. Non dimentichiamo che sì e appena realizzato il Vertice America del SudPaesi Arabi, a Brasilia. Tuttavia una strategia simile richiede soci alla pari, quelli che aiutano con quelli che si aiutano a crescere, per crescere assieme, così com’è stato nel caso della cooperazione nordamericana con l’Europa nel dopo-guerra. Se la chiaroveggenza delle idee politiche, di quell’alta politica che è fatta da grandi uomini, va oltre gli ostacoli al mercato, quote, dazi e si lavora nella ricerca di una strategia per ricreare un ambiente pacifico, nel quale possa generarsi lo sviluppo, e il destino dell’umanità sia visto con una visione materna, vale a dire cercando un ambiente dove poter costruire il futuro, lo sviluppo, tanto cercato, si realizzerà. Lo speriamo. Cordialmente,
Isabel Recavarren
PANORAMICA Latinoamericana est membre d’Union des Editeurs de la Presse Périodique
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DALL’ITALIA Organizzazioni economiche come soggetti di sviluppo
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ATTUALITÀ Come fare del Vertice di Vienna un successo
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MICRO-MACRO FOCUS Come avviare un’impresa in Perù Come investire in Perù: Quadro legale e incentivi tributari XSTRATA: Perché investiamo in Perù
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DOSSIER L’anno del Microcredito Il mistero del capitale Uno sguardro sull’America Latina Incontro di due mondi nel microcredito
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INTEGRAZIONE CSN Indicatori demografici ed economici
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AMBIENTE 2015 l’America Latina raggiunge gli obiettivi del Millennio. Mito o realtà?
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RAPPORTI UE-AL Il Programma EUROsociAL
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CULTURA Biennale di Venezia La trama e l’ordito
Distribuzione Contattare il CEFIAL scrivendo a: richieste@cefial-rivista.org oppure visitando il sito www.cefial.org
Edizione Italiana — N° 2 Bimestrale / settembre-ottobre 2005
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PanAL Dall’Italia
ORGANIZZAZIONI ECONOMICHE COME SOGGETTI DI SVILUPPO di Fausto Pocar invito a collaborare alla Rivista PanAl Panoramica Latinoamericana rivoltomi dalla dottoressa Isabel Recavarren mi permette di tornare brevemente su alcuni temi relativi all'America latina sui quali ho avuto modo di intrattenermi in numerose occasioni nell'arco di ormai quasi trent’anni. Da quando, negli anni settanta, ho cominciato ad interessarmi dei problemi del continente latinoamericano, soprattutto dal punto di vista giuridico ed economico, sono stato attratto dalla tematica della sua integrazione sotto vari profili, che vanno da quello del diritto privato a quello del diritto pubblico, dall'integrazione giuridica a quella economica. Ha accresciuto in me l'interesse per questi problemi la constatazione delle difficoltà incontrate in questo campo da paesi che condividono una salda tradizione giuridica comune, che si esprime in larga misura nella sopravvivenza di regole e principi che si riportano direttamente alla esperienza giuridica romanistica, di cui sono testimonianza vivente i codici adottati nel corso dell'800 dai vari paesi che acquistavano l'indipendenza. Questa indipendenza è stata peraltro anche un motivo di divisione politica e di frazionamento normativo, soprattutto nella legislazione relativa all'economia, che si è sviluppato fino a portate, in tempi più recenti, a legislazioni altamente diversificate in materia di rapporti con i paesi esterni al continente, in particolare, ma non solo, in materia di investimenti stranieri. Le divergenze fra le legislazioni, rispondenti ovviamente a diverse politiche economiche, sono state largamente accentuate dalle relazioni che ciascun paese dell'America latina ha tenuto nel corso degli anni con i paesi stranieri, e soprattutto con i paesi del continente nordamericano, in particolare gli Stati Uniti d'America. Mi ha colpito in questo contesto il limitato interesse mostrato dall'Europa, e soprattutto dalla Comunità economica europea, per un'intensificazione delle relazioni con i paesi latinoamericani e la prudenza con la quale venivano prese iniziative in questo senso, solo in parte attenuata in seguito dall'ingresso nella Comunità dei paesi europei che tradizionalmente avevano rapporti più stretti (per ragioni linguistiche oltre che culturali) con l'America latina, quali la Spagna e il Portogallo. Attraverso i miei studi sono giunto presto al-
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la conclusione, del resto condivisa da altri, che uno sviluppo soddisfacente delle relazioni con l'America latina non può passare attraverso la politica sin qui seguita, di una collaborazione bilaterale tra paesi europei e paesi latinoamericani, o attraverso accordi bilaterali, spesso prudenti e limitati nel contenuto (per non interferire con i rapporti dell'America latina con i paesi nordamericani nell'ottica di una divisione di sfere di influenza?), fra la Comunità europea e singoli paesi del continente latinoamericano. Una politica di questo tipo, pur suscettibile di dare qualche risultato interessante, non può permettere un salto di qualità in tali relazioni, tale da assicurare un dialogo efficace e una partecipazione efficace al processo di sviluppo del continente. è a tal fine necessario un incontro tra organizzazioni regionali, la Comunità europea -e, perchè no, il NAFTA - da una parte, e organizzazioni latinoamericane dall'altra. In questa prospettiva ho seguito con interesse e attenzione gli sforzi di integrazione del continente, attraverso la creazione di numerose organizzazioni regionali, anche e in particolare, ma non solo, della Comunità Andina e più recentemente del Mercosur; e con non minore attenzione, ma anche disappunto, le difficoltà a cui andavano incontro fino a paralizzarne spesso le funzioni e la capacità di operare in modo efficace, per tacere del loro mancato sviluppo verso forme di cooperazione più accentuata.
Spesso in scritti e convegni ho sostenuto la necessità di procedere sulla strada della integrazione e hocercato di promuovere forme di unione fra i paesi della regione, nella convinzione che solo un dialogo fra organizzazioni economiche fra paesi industrializzati e organizzazioni economiche fra paesi in via di sviluppo possa ovviare alla disparità di posizioni negoziali che caratterizzano naturalmente l'attuale dialogo fra le prime e i singoli paesi in via di sviluppo, disparità che non è estranea neppure agli accordi multilaterali quale l'accordo fra la Comunità europea e i paesi ACP che disciplina piuttosto un fascio di relazioni bilaterali che un insieme di relazioni di contenuto identico fra tutti gli Stati contraenti. E sono ancora convinto che il processo di sviluppo del continente latinoamericano debba passare attraverso forme di integrazione che permettano agli Stati del continente di presentarsi uniti nei negoziati internazionali. È un'utopia pensare a una organizzazione in questo senso dell'America latina? Forse. Ma credo che non debbano essere risparmiati, dagli uomini politici che hanno a cuore lo sviluppo del continente, gli sforzi in questa direzione, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che possano presentarsi sul percorso.
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I RAPPORTI UE-ALC
COME FARE DEL VERTICE DI VIENNA UN SUCCESSO di José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra l successo del IV vertice UE-ALC, che avrà luogo a Vienna nel maggio 2006, rappresenta la sfida più importante che le due parti devono affrontare. È innegabile, tuttavia, che i rapporti tra l'Unione europea e l'America Latina-Caraibi non siano ancora all'altezza delle loro potenzialità. Vertici, riunioni, dichiarazioni e atti si susseguono ormai regolarmente da diversi anni, ma il partenariato strategico biregionale proclamato nel luglio 1999 a Rio de Janeiro non ha ancora prodotto dei risultati concreti di una certa portata, né sul piano politico, né su quello economico, commerciale o sociale. La diagnosi delle cause di tale situazione sarebbe lunga e complessa, poiché le responsabilità sono naturalmente da attribuirsi ad ambo le parti. Tuttavia, potremmo distinguere sinteticamente fra cause endogene, ovvero una chiara mancanza d'ambizione strategica e di leadership da parte delle istituzioni direttamente incaricate di promuovere il partenariato, accanto ad una mancanza di volontà politica da parte dei paesi associati su entrambe le sponde dell'Atlantico a sottoscrivere impegni all'altezza delle ambizioni dichiarate e a dotare di un contenuto concreto il partenariato strategico; e cause esogene, riconducibili ad avvenimenti straordinari accaduti a seguito del I vertice UE-ALC nel 1999 (i gravi attentati terroristici dell'11 settembre 2001 a New York e dell'11 marzo 2004 a Madrid, la guerra in Afghanistan e in Iraq, la proliferazione nucleare in diversi paesi, il fallimento del round di negoziati di Doha, l'allargamento dell'Unione, la Convenzione e il processo di ratifica della nuova Costituzione per l'Europa ecc.), che hanno radicalmente smentito le previsioni trionfalistiche enunciate all'indomani della caduta del muro di Berlino, sacrificando altre priorità e sottraendo le energie necessarie al rafforzamento del partenariato UE-ALC.
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Alla luce di tale situazione, spetta ancora una volta alle istituzioni parlamentari, come accadde all'epoca della prima conferenza interparlamentare del 1974 a Bogotà, colmare il vuoto politico risultante dalle suddette lacune, al fine di rilanciare il processo di partenariato strategico biregionale, proponendo idee ed iniziative in grado di dare nuovo slancio al processo. I. I PARLAMENTI INTEGRATI E IL CONTENUTO DI UN AUTENTICO PARTENARIATO STRATEGICO BIREGIONALE IN VISTA DELLA CREAZIONE DI UNA VERA E PROPRIA ASSOCIAZIONE POLITICA E DI SICUREZZA
A differenza di altri processi di natura essenzialmente economica e commerciale, come l'ALEA (area di libero scambio delle Americhe), il partenariato strategico biregionale UE-ALC, concordato durante i vertici precedenti, presenta un carattere molto più ampio e ambizioso, ponendo la politica davanti all'economia e riconoscendo alla dimensione sociale tutta la sua importanza, senza pregiudicare il perseguimento, in parallelo, di un'associazione commerciale reciprocamente vantaggiosa per le parti. Si tratta dunque di gettare le basi di una vera e propria associazione politica e di sicurezza che offra un quadro biregionale di pace e di stabilità incentrato sui principi fondamentali, quali il rispetto dei diritti dell'uomo, il primato dello stato di diritto e dei valori democratici, la sicurezza reciproca e i diritti individuali. Il decalogo di Puebla del 19 marzo 2004 avanzava un'ampia serie di proposte che restano tuttora valide e che dovrebbero permettere al vertice di Vienna di adottare delle decisioni definitive in materia. Fra le proposte figura la definizione di una nuova agenda politica biregionale che consenta un vero e proprio dialogo politico, in particolare su questioni quali la governance democratica e il consolidamento dei partiti politici; gli aspetti relativi alla coesione sociale e alla lotta contro la
povertà; la sicurezza internazionale e la lotta contro il traffico di stupefacenti, affrontata a partire da una condivisione delle responsabilità, e contro il terrorismo; la riforma del sistema delle Nazioni Unite; e la conservazione dell'ambiente e delle risorse naturali. È indispensabile, inoltre, definire una carta euro-latino-americana per la pace e la sicurezza che permetterà ai partner di affrontare temi a lungo rinviati come la piena cooperazione in materia di sicurezza e di difesa mediante codici di condotta comuni; l'efficace cooperazione in termini di promozione della sicurezza per mezzo di attività comuni condotte all'interno di un centro biregionale di prevenzione dei conflitti, da istituirsi in America Latina; o la collaborazione nell'ambito delle operazioni umanitarie, di soccorso e di mantenimento o imposizione della pace nel quadro di un mandato delle Nazioni Unite. Infine, fra le altre proposte ormai improrogabili figurano la revisione e il rafforzamento dei meccanismi istituzionali del partenariato, attraverso la creazione di un'assemblea transatlantica euro-latino-americana, costituita da un numero paritario di membri del Parlamento europeo, da un lato, e, dall'altro, di deputati del Parlatino, del Parlacen, del Parlandino, della commissione parlamentare mista, del Messico e del Cile; l'istituzione di un segretariato permanente euro-latino-americano che promuova i lavori del partenariato nei periodi di tempo che intercorrono fra un vertice e l'altro; l'aggiornamento del dialogo politico ministeriale, affinché risulti più dinamico ed efficace; l'organizzazione di riunioni ministeriali periodiche fra i ministri della difesa della UE e dell'America Latina; la ricerca sistematica di un terreno d'intesa fra la UE e l'America Latina nel quadro di diverse organizzazioni e negoziati internazionali, e in particolare in seno alle istituzioni e agli organi delle Nazioni Unite, nella fattispecie il Consiglio di Sicurezza e l'Assemblea Generale; l'istituzionalizzazione di un dialogo biregionale fra imprese che permetta alle organizzazioni imprenditoriali e politiche delle due regioni di instaurare un dialogo regolare su temi economici, commerciali e ambientali; e, infine, l'adozione di metodi innovativi di partecipazione della società civile nelle due regioni, che consentano di dar seguito agli accordi di associazione. SUL PIANO DELLE RELAZIONI ECONOMICHE E COMMERCIALI La proposta comune di creare una zona di libero scambio euro-latinoamericana entro il 2010, presentata a Puebla dai parlamenti integrati delle due regioni, costituisce l'elemento chiave in tale ambito. Si tratta di un obiettivo da perseguire sulla base di un modello compatibile con il principio "OMC – regionalismo" strutturato in due fasi. La prima vedrebbe la conclusione dei negoziati relativi all'accordo di associazione UEMercosur entro la fine del 2005; l'avvio dei negoziati, al più tardi nel corso del vertice di Vienna, per ciascuno degli accordi di associazione con la CAN (Comunità Andina delle nazioni) e il sistema d'integrazione centroamericano, analoghi, mutatis mutandis, a quelli conclusi con il Messico e il Cile e in via di negoziazione con il Mercosur, senza che sia necessario condurre a termine i negoziati in seno all'OMC; e l'applicazione effettiva a favore dei paesi andini e centroamericani del nuovo SPG “plus” fino all'entrata in vigore dei suddetti accordi. Durante la seconda fase (2006-2010), in vista dell'adozione di un accordo di partenariato globale interregionale che fornisca una base giuridica e istituzionale e una copertura geografica completa a diversi aspetti contenutistici del partenariato strategico biregionale, si dovrà incoraggiare la liberalizzazione degli scambi regionali attraverso l'approfondimento, da un lato, degli accordi d'integrazione in America Latina e, dall'altro, del processo d'associazione fra l'Unione e tutti i paesi e gruppi regionali associati; progredire verso la realizzazione, entro il 2010, delle regole comuni fra la UE e l'America Latina nel suo insieme, al fine di garantire la libera circolazione delle merci, dei servizi e dei capitali e di costituire una zona di libero scambio che sia
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quanto più vasta possibile, senza perdere di vista gli obiettivi di coesione sociale; e definire delle migliori condizioni negoziali del debito dell'America Latina, al fine di garantire una crescita sostenibile e alleggerire il pesante fardello che il debito rappresenta attualmente per lo sviluppo e il benessere sociale di molti di tali paesi.
essenziale per consolidare il multilateralismo. Tale affermazione è perfettamente in linea con le esperienze acquisite durante i processi d'integrazione regionali in Europa e in America Latina e, dal punto di vista dei parlamenti integrati, dovrebbe condurre all'adozione, a Vienna, di tre decisioni fondamentali.
SUL PIANO SOCIALE E DELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Un partenariato degno del suo nome richiede, accanto ad un sensibile rafforzamento di mezzi, l'adozione di un nuovo modello di cooperazione allo sviluppo che permetta di lottare contro le asimmetrie, di ridurre il costo dell'adeguamento al regime di libero scambio e di sostenere le politiche pubbliche e le iniziative private necessarie per assicurare la profonda integrazione economica necessaria ai fini della realizzazione di una zona di libero scambio. Tale affermazione, pronunciata dai parlamenti integrati a Puebla, è oggi più che mai valida. È giunto il momento, quindi, che l'Unione completi in misura più ampia l'azione dei suoi partenariati grazie al lancio di una politica di cooperazione allo sviluppo più decisa e generosa, particolarmente incentrata sulla lotta contro la povertà, nonché sui settori dell'istruzione, della cultura, delle infrastrutture, del sociale, della salute e dell'immigrazione, conformemente alla finalità comune di conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015, decisa a Guadalajara (punto 39), nonché agli impegni assunti in occasione della conferenza di Monterrey sul finanziamento per lo sviluppo in tutti i suoi aspetti. Questa nuova politica di cooperazione allo sviluppo dovrebbe essere inoltre accompagnata da misure supplementari quali l'apertura progressiva dei mercati della UE, conformemente agli obiettivi previsti negli accordi di associazione; la creazione di un Fondo di solidarietà biregionale; l'adozione di un quadro legislativo specifico che regolamenti la cooperazione dell'Unione con l'America Latina in modo differenziato; l'attuazione di programmi della UE relativi alla formazione professionale, all'istruzione e alla cultura nei paesi latino-americani; la promozione di programmi di cooperazione tecnico-scientifica per lo sviluppo di fonti di energia nuove e rinnovabili, e gli scambi fra scienziati, ingegneri e studenti; il sostegno ai programmi di riforme istituzionali e fiscali; e il raffronto fra determinati regimi pensionistici, al fine di garantire pensioni sicure e sostenibili.
(a) In primo luogo, sancire il postulato fondamentale della preminenza del partenariato strategico biregionale di fronte a qualsiasi tentativo di privilegiare gli approcci bilaterali limitati ad alcuni partner. Alla base dei diversi processi d'integrazione in Europa e in America Latina, troviamo, fin dall'inizio, l'aspirazione fondamentale (conquistata generalmente al prezzo di pesanti sacrifici) a superare le rivalità, le diffidenze e i conflitti del passato. A differenza dei secoli trascorsi, in effetti, la geopolitica di questo XXI secolo è sempre più determinata dalle relazioni d'interdipendenza dei diversi blocchi regionali, generalmente nel quadro multilaterale costituito dalle Nazioni Unite. Inoltre, l'isolamento dei più ricchi e potenti è un sogno impossibile da realizzare in un mondo globalizzato come quello odierno. Le nozioni di politica, sicurezza, difesa, diplomazia, commercio, aiuto allo sviluppo, cultura e civilizzazione tendono oggi a sovrapporsi e la coscienza collettiva deve rendersi conto che dinnanzi ai pericoli e alle minacce che ci riguardano tutti allo stesso modo, la risposta deve essere ugualmente collettiva. In altri termini, le relazioni bilaterali fra determinati partner possono rafforzare notevolmente il partenariato strategico UE-ALC, ma non possono pensare in nessun caso di sostituirvisi. A tal proposito, dobbiamo giudicare favorevolmente la creazione della Comunità sudamericana delle nazioni, che potrebbe fornire al Sudamerica un tetto comune in materia di concertazione politica sotto il quale riunire diversi programmi subregionali d'integrazione come il Mercosur e la CAN e che potrebbe divenire inoltre un interlocutore privilegiato della UE. D'altro canto, nell'attesa di effettuare il salto qualitativo che la creazione della carta euro-latino-americana proposta a Puebla rappresenterebbe per la pace e la sicurezza, sarebbe vivamente auspicabile che il vertice di Vienna decidesse almeno la creazione in America Latina del centro biregionale di prevenzione dei conflitti, anch'esso proposto a Puebla, quale istituzione reciproca per una cooperazione biregionale rapida ed efficace in materia di prevenzione dei conflitti.
CONTRIBUTI INDISPENSABILI DEL VERTICE DI VIENNA AL PARTENARIATO STRATEGICO BIREGIONALE Il IV vertice UE-ALC di Vienna non potrà aspirare ad un reale successo se la sua dichiarazione conclusiva si limiterà a fare l'inventario delle decine di buone intenzioni e di impegni sostanzialmente dichiarativi. Al contrario, sono del parere che il buon esito del vertice di Vienna dipenda soprattutto dall'adozione di una serie di impegni, forse limitata ma decisiva, su determinati aspetti fondamentali del partenariato strategico biregionale, qui di seguito illustrati. RICERCA DI UN AUTENTICO MULTILATERALISMO La dichiarazione di Guadalajara ha giustamente sottolineato (punto 14) che il rafforzamento delle organizzazioni regionali costituisce uno strumento
(b) In secondo luogo, imprimere uno slancio decisivo ai processi d'integrazione economica in America Latina grazie, da un lato, all'apertura dei negoziati per ciascuno degli accordi di associazione, fra cui quelli di libero scambio, con i paesi andini e dell'America centrale simili, mutatis mutandis, agli accordi approvati con il Messico e il Cile e in via di negoziazione con il Mercosur, conformemente all'obiettivo strategico comune convenuto a Guadalajara (punto 2), sebbene essi non debbano essere subordinati ad una eventuale conclusione dei negoziati dell'OMC; e, dall'altro, all'ampliamento dell'obiettivo strategico d'associazione al piano biregionale, cominciando dalla realizzazione di uno studio di fattibilità dell'accordo di associazione globale interregionale e della zona euro-latinoamericana di libero scambio – in contrappeso dell'ALCA (area di libero commercio delle Americhe) – anch'essi proposti a Puebla.
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(c) Infine, creare un'assemblea transatlantica euro-latino-americana. In effetti, sul fronte del dialogo politico a livello parlamentare, nessun segnale relativo all'importanza conferita all'integrazione regionale potrebbe essere più efficace dell'istituzione, durante il vertice di Vienna, di un'assemblea transatlantica euro-latino-americana, costituita da un numero paritario di deputati del Parlamento europeo, da un lato, e del Parlatino, Parlacen, Parlandino, CPM, Messico e Cile, dall'altro. Una simile decisione politica adottata dai rappresentanti di alto livello nel quadro del vertice renderebbe inutile, in effetti, la revisione degli accordi di associazione già in vigore e costituirebbe una base sufficiente per consentire ai parlamenti integrati di definire i dettagli concreti della loro organizzazione. Si tratta, di fatto, della stessa procedura già adottata con successo in occasione della costituzione dell'assemblea parlamentare euro-mediterranea (oggi già realtà) sulla base dei forum parlamentari Euromed sviluppati dal 1995, a partire da una proposta del Parlamento europeo sostenuta e difesa risolutamente dalla precedente Commissione europea, nonché dalle successive presidenze spagnola e italiana dell'Unione. Con il sostegno della nuova Commissione e della futura presidenza austriaca, il primo compito della nuova assemblea transatlantica euro-latino-americana dovrebbe essere, logicamente, quello di continuare a svolgere la funzione di forum pubblico di discussione, che ha riscosso il favore generale delle 16 conferenze interparlamentari biennali UE-AL succedutesi fino ad oggi – i cui protagonisti sono, fin dal primo di tali consessi tenutosi a Bogotà nel luglio del 1974, il Parlamento europeo e il Parlatino – le quali rappresentano una parte importante del patrimonio delle relazioni fra Unione europea e America Latina e che, di fatto, per 15 anni, a partire dal 1974, hanno costituito l'unico quadro istituzionalizzato per il dialogo politico biregionale. Il secondo compito della nuova assemblea, che rappresenta già un salto qualitativo rispetto alle attuali conferenze interparlamentari, consisterebbe nel garantire il controllo parlamentare del capitolo transatlantico del partenariato strategico biregionale e, in particolare, dei diversi accordi di associazione. La nuova assemblea, infine, dovrebbe comunque monitorare e controllare le politiche del partenariato strategico, tramite regolari audizioni di ministri e della Commissione, al fine di fornire informazioni sui vertici e le riunioni ministeriali regionali che si susseguono, del gruppo di Rio ecc., in modo tale da garantire un autentico ed efficace controllo democratico del partenariato strategico biregionale. Questa nuova assemblea dovrebbe lavorare in plenaria, nonché in seno alle commissioni parlamentari miste ritenute necessarie, perlomeno le commissioni specializzate per ciascuno degli accordi d'associazione in vigore, nonché, all'occorrenza, altre commissioni orizzontali. L'assemblea plenaria potrebbe riunirsi almeno una volta l'anno, mentre le diverse commissioni dovrebbero organizzare riunioni con una cadenza minima semestrale. La nuova assemblea diverrebbe quindi la chiave di volta del dialogo politico parlamentare UE-ALC, parallelamente al dialogo ministeriale e al ruolo della società civile. PROMOZIONE DI UNA COESIONE SOCIALE RECIPROCA Infine, l'azione congiunta per la realizzazione di società più eque e coesive nelle due regioni richiede perlomeno le seguenti tre importanti misure concrete, che non possono essere rinviate oltre il vertice di Vienna. (a) In primo luogo, la creazione di un Fondo di solidarietà biregionale, iniziativa sollecitata ripetutamente dal Parlamento europeo. Uno stanziamento limitato (non straordinario) di 30 milioni di euro, nell'ambito del bilancio dell'Unione a favore dell'America Latina potrebbe servire da elemento catalizzatore, il quale, insieme alle dotazioni di bilancio stanziate dai vari organismi (BEI, BIS, CAF, BCIE, Banca mondiale ecc.) e dai paesi interessati, potrebbe fornire un contributo finanziario adeguato stimabile attorno ai 500 milioni di euro l'anno nella prima fase. Nel concreto, tale fondo potrebbe includere un dispositivo FerreroWaldner sulla base degli apporti esclusivamente finanziari della BEI e di
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altre istituzioni interessate. Le attività del fondo, in quanto tali, dovrebbero essere incentrate, nella prima fase, sulla gestione e il finanziamento di programmi settoriali relativi alla lotta contro l'estrema povertà, la salute, l'istruzione e le infrastrutture nei paesi e nelle regioni che presentano un indice di reddito per abitante inferiore e disuguaglianze sociali più marcate e, successivamente, nell'insieme dei paesi dell'America Latina. Il fondo potrebbe essere coordinato dalla Commissione in collaborazione con gli organismi e i paesi contribuenti, mentre gli orientamenti strategici per l'intervento del fondo potrebbero essere stabiliti dalla direzione generale delle Relazioni esterne della Commissione europea, in cooperazione con i suddetti soggetti. A grandi linee, la dinamica di questo nuovo fondo si iscrive dunque in una serie di iniziative basate su fonti di finanziamento innovative, finalizzate alla lotta contro la fame e la povertà e il rafforzamento della governabilità democratica, elencate nella dichiarazione di Guadalajara (punto 58), quali il Fondo umanitario internazionale suggerito dal Venezuela, il Fondo finanziario internazionale proposto dal Regno Unito e le iniziative contro la fame e la povertà presentate dal Brasile. (b) In secondo luogo, l'assunzione di impegni comuni destinati a frenare l'etno-nazionalismo che incide sulla stabilità dei partner su entrambe le sponde dell'Atlantico. Tale fenomeno continua a generare tensioni in Europa, principalmente nei Balcani, che l'Unione, fedele alla propria genesi, tenta di compensare con la prospettiva di una futura integrazione di tutti gli antagonisti, che stemperi progressivamente i conflitti e l'instabilità attuali. Sul fronte latino-americano, il fenomeno si presenta sempre più come l'inevitabile susseguirsi di secoli d'abbandono della popolazione indigena in diversi paesi. La soluzione migliore, quindi, è di raccomandare l'integrazione completa ed efficace della popolazione indigena nella vita politica, economica e sociale di ciascun paese. La responsabilità di condurre a buon fine quest'integrazione spetta, ovviamente, ai partner latino-americani che, in caso contrario, continuerebbero a veder ridotte le loro possibilità politiche, economiche e commerciali, oltre a correre gravi rischi in termini di coesione nazionale e di frattura sociale, dalle conseguenze estremamente gravi per la loro stabilità democratica e addirittura, nei casi più gravi, per la sopravvivenza stessa dello Stato. I primi segnali d'irredentismo e di messianismo indigenista, constatati negli ultimi tempi in diversi paesi con una forte presenza indigena, sono una valida dimostrazione della situazione. Tuttavia, tale questione presenta delle implicazioni decisive per la realizzazione dell'ossatura del partenariato strategico biregionale, poiché essa intacca, come nel caso dell'etnonazionalismo in Europa, la stabilità interna ed esterna, la sicurezza e la capacità di attribuzione delle risorse delle due parti. Auspichiamo che durante il vertice di Vienna vengano assunti degli impegni decisivi e verificabili su questo aspetto. (c) Infine, l'adozione di decisioni concrete in materia d'immigrazione, a seguito di un dibattito, serio, costruttivo ed efficace, su un argomento di una portata straordinaria, così come testimoniato dalle recenti relazioni delle Nazioni Unite. Tali disposizioni dovrebbero vertere su questioni come l'organizzazione dei flussi migratori, in particolare la lotta contro l'immigrazione illegale e le mafie che vi lucrano, nonché la gestione comune dei flussi. Altre decisioni possibili includono la definizione di politiche d'immigrazione temporanee, la creazione di un visto di circolazione specifico per gli imprenditori, gli universitari, i ricercatori, gli studenti, i giornalisti e i sindacalisti che partecipano al partenariato eurolatino-americano, la mobilitazione dell'immigrazione al servizio dello sviluppo del paese d'origine (aiuti a favore dei progetti degli immigranti nei loro paesi d'origine ecc.), nonché l'attuazione di una politica d'integrazione chiaramente definita nei paesi d'accoglienza per gli immigrati legali.
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COME AVVIARE UN’IMPRESA IN PERÙ di René Cornejo Díaz Il Perù sostiene l’investimento privato, nazionale ed estero, attraverso una serie di garanzie, libertà e diritti, sia a favore dell’investitore che dei suoi investimenti. investimento estero che si effettua nel Paese non richiede alcuna autorizzazione previa. Una volta realizzato deve essere registrato presso l’organismo nazionale competente. L’investimento privato estero che venga effettuato in moneta liberamente convertibile dovrà essere canalizzato attraverso il sistema finanziario nazionale. Gli utili possono essere rimpatriati da parte degli investitori esteri privati senza alcun limite, solo rispettando le formalità legali.
L’
QUALI TIPI D’IMPRESA? Le leggi del Perù riconoscono diverse forme d’impresa, tra queste, la società anonima, quella a responsabilità limitata, la succursale, l’associazione in partecipazione, il consorzio ed altre. Pertanto gli investitori privati dovranno decidere se operare attraverso la costituzione di una società, lo stabilimento di una succursale, o la stipulazione di contratti di natura associativa. I più utilizzati da parte degli investitori privati sono la società anonima, la succursale e i contratti di natura associativa. La Società Anonima E’ una delle forma societarie che conferiscono ai soci di limitare le responsabilità alla dimensione del proprio apporto. Il capitale sociale è rappresentato da azioni, che conferiscono al socio la qualità di azionista. A.
DENOMINAZIONE La società anonima potrà adottare qualunque denominazione, ma dovrà portare l’indicazione di Sociedad Anónima, o la sigla “S.A.”. Nel caso delle modalità speciali di società anonima, relativamente alla struttura societaria, capitale sociale e numero di soci, dovranno essere riportate le sigle “S.A.C.” per la Sociedad Anónima Cerrada (Società anonima chiusa) o “S.A.A.” per la Sociedad Anónima Abierta. B. CAPITALE Il capitale sociale è rappresentato da azioni nominative ed è formato da apporti dei soci, che non rispondono personalmente per i debiti sociali. Per costituire una società è necessario che il capitale sia totalmente sottoscritto e che ogni azione sottoscritta si pagata, per lo meno, nella misura del 25%. Non si esige un ammontare minimo di capitale sociale per costituire una società. C. AZIONISTI Il numero degli azionisti non può essere minore di due persona naturali o giuridiche, residenti o non residenti, mentre il numero massimo è illimitato. Salvo il caso delle S.A.C. nelle quali il numero massimo di azionisti è 20. D. COSTITUZIONE Esistono due forme di costituzione di una società anonima; in un solo atto (Constitución Simultánea), o en forma successiva (Constitución por Oferta a Terceros). In entrambi i casi è prescritto l’intervento di un Notaio Pubblico al quale i fondatori della società dovranno consegnare l’informazione e documenti necessari per poter avviare la costituzione. D.1 COSTITUZIONE SIMULTANEA
L’apporto di capitale deve essere depositato in un conto aperto presso un’istituzione bancaria che operi in Perù. I fondatori sottoscriveranno una Minuta de Constitu-
ción (Bozza di Costituzione), che dovrà essere debitamente vidimata da un avvocato iscritto in Perù e dovrà essere trasformata in Scrittura Pubblica da parte di un notaio, ciò per poterla iscrivere nel Registro de Personas Jurídicas de la Zona Registral de la Superintendencia Nacional de los Registros Públicos -SUNARP, che corrisponda al luogo dove la società viene costituita. COSTITUZIONE PER OFFERTA A TERZI I fondatori dovranno redigere una programma di costituzione che dovrà essere sottoposto ad un notaio per la legalizzazione delle firme. Successivamente l’atto verrà depositato presso il Registro de Personas Jurídicas de la Zona Registral de la SUNARP, che corrisponda al luogo dove la società viene costituita, al fine di poter successivamente procedere alla pubblicazione diretta a trovare dei potenziali sottoscrittori. L’assemblea dei sottoscrittori dovrà realizzarsi nel luogo e ora stabiliti nel programma o, in sua assenza, nei luoghi e ora indicati nella convocazione che dei soci fondatori. Nei 30 giorni successivi all’assemblea la persona o le persone designate consegneranno la Escritura Pública de Constitución de la Sociedad, che dovrà essere iscritta nel Registro de Personas Jurídicas de la SUNARP del domicilio della società.
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E. COSTI DI ORGANIZZAZIONE Le spese che derivano dalla costituzione della società sono le seguenti: • Spese notarili, che sono rapportate all’ammontare del capitale e all’estensione della Escritura Pública. • Spese di registro, l’imposta da pagare e di 3/1000 del capitale sociale. • Altre spese riguardano l’iscrizione e nomina dei direttori, il pagamento degli onorari degli avvocati, notai ecc. F. DURATA DELLA SOCIETÀ ANONIMA Può essere determinata o indeterminata G. APPORTI DEGLI AZIONISTI Gli apporti possono essere effettuati in moneta nazionale e/o straniera, così come in beni fisici o tangibili o in contributi tecnologici intangibili, che si possano presentare sotto la forma di beni fisici, documenti tecnici e istruzioni; che siano suscettibili di essere valorizzati. Gli apporti non consistenti in denaro saranno analizzati dal Directorio (Consiglio di amministrazione). H.
ORGANI DELLA SOCIETÀ
H.1 JUNTA GENERAL DE ACCIONISTAS
(Assemblea generale degli azionisti) È la riunione, debitamente convocata, degli azionisti per decidere le questioni di cui è competente. Quest’organo decide a maggioranza, tenendo in conto il numero delle azioni nelle quali è diviso il capitale. È l’organo massimo della società. H. 2 DIRECTORIO (Consiglio di amministrazione) È eletto dalla Junta General de Accionistas, la designazione deve essere iscritta nel Registro de Personas Jurídicas de la Zona Registral del luogo dove l’impresa è stata costituita. I membri del Directorio devono essere azionisti, a meno che lo Statuto disponga diversamente. H. 3 AMMINISTRAZIONE L’amministratore delegato è nominato dal Consiglio di amministrazione, a meno che lo Statuto riservi tale facoltà all’Assemblea. I poteri dell’A.D. sono fissati dallo statuto o al momento in cui viene nominato. Se così non è si presume che l’A.D. ha il potere per l’esecuzione degli atti e contratti ordinari corrispondenti all’oggetto sociale. I.
REQUISITI CONTABILI Le imprese che sono obbligate alla te-
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nuta dei libri contabili considerati come principali, che dovranno essere scritti in lingua spagnola ed espressi in moneta nazionale, salvo che si tratti di società che abbiano sottoscritto contratti speciali con lo Stato e, per questo motivo, possano tenere la contabilità in moneta estera. Prima di essere utilizzati i libri contabili dovranno essere legalizzati di fronte a un notaio pubblico, con l’eccezione di quello relativo ai dipendenti, che dovrà essere legalizzato presso il Ministerio de Trabajo y Promoción Social, pagando la tassa corrispondente presso il Banco de la Nación. J. DIVIDENDI Possono essere pagati dividendi sulle azioni in ragione degli utili conseguiti o delle riserve a libera disposizione, sempre che il patrimonio non risulti inferiore al capitale sociale. La distribuzione degli utili agli azionisti si realizza in proporzione alla somma che hanno pagato al momento della formazione del capitale sociale.
La Succursale Le imprese, domiciliate o meno nel Paese, possono stabilire liberamente succursali in Perù. Hanno l’obbligo di iscriverle nel Registro de Personas Jurídicas de la Zona Registral della SUNARP del luogo nel quale svolgono la loro attività. La succursale manca di personalità giuridica indipendente dalla casamadre. E’ dotata della rappresentanza legale permanente e gode di autonomia di gestione nell’ambito delle attività che la società principale le assegna, conformemente ai poteri che accorda ai suoi rappresentanti. La scrittura pubblica di stabilimento della succursale dovrà contenere: A. IL CERTIFICATO DI VIGENZA della società principale. Trattandosi di società costituite all’estero dovranno, inoltre presentare una dichiarazione dalla quale risulti che lo statuto o altra disposizione non vieti di stabilire succursali all’estero. B. COPIA DELL’ACCORDO E DELLO STATUTO menti equivalenti
o dei docu-
C. IL DOCUMENTO DAL QUALE RISULTI L’ACCORDO per stabilire una succursale, deliberato dall’organo sociale competente della società principale. Tale documento dovrà indicare: il capitale che si assegna alla succursale per la realizzazione delle sue attività nel Paese; la dichiarazione che tali attività sono incluse nell’obiettivo sociale; il luogo di domicilio della succursale; la designazione di, almeno, un rappresentante legale nel Paese; i poteri dei quali sarà dotato; la dichiarazione di sottomettersi alle leggi del Perù per rispondere agli obblighi che contragga la succursale nel paese. Il rappresentante legale dovrà avere poteri sufficienti per risolvere ogni questione relativa con le attività dell’impresa, per impegnare la società con le operazioni che realizza la succursale e quelli generali della rappresentanza processuale previsti dalla legge.
I contratti associativi I contratti associativi creano e regolano la partecipazione e integrazione in affari o imprese determinate, nell’interesse dei partecipanti. Questo tipo di contratto non crea una persona giuridica, deve essere scritto e non ha obbligo di registrazione. Vi sono tre forme di contratti associativi: il contratto di Associazione in Partecipazione, il Consorzio e la Joint Venture. Le risorse destinate ai contratti menzionati anteriormente saranno considerate come investimento estero diretto quando prevedano per l’investitore estero una forma di partecipazione alla capacità produttiva, senza che ciò presupponga un apporto di capitale e che corrisponda a operazioni commerciali di carattere contrattuale per mezzo delle quali l’investitore estero fornisce beni o servizi all’im-
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presa in cambio di una partecipazione al volume della produzione fisica, all’ammontare globale delle vendite o agli utili netti. Formalità amministrative In aggiunta ai requisiti legali menzionati anteriormente esistono certe formalità che devono essere osservate dalle imprese straniere che desiderino stabilire imprese nuove o succursali. REGISTRO ÚNICO de Contribuyentes (RUC) La Superintendencia Nacional de Administración Tributaria (SUNAT), è l’organismo che amministra le entrate fiscali. Ha, tra le altre, la funzione di registrare i contribuenti, fornendo loro il certificato che accredita la loro iscrizione nel Registro Único de Contribuyentes. In alcuni casi a seconda della natura dell’attività sono richiesti speciali requisiti. REGISTRO DE INVERSIÓN EXTRANJERA Gli investimenti esteri diretti destinati al capitale di una impresa, così come quelli realizzati contrattualmente con una impresa peruviana, includendo le associazioni in partecipazione e qualunque altra forma di associazione devono essere registrate presso l’ Agencia de Promoción de la Inversión Privada - PROINVERSIÓN. A tale scopo dovrà essere presentata una domanda, allegando la seguente documentazione, a seconda del tipo di apporto realizzato: A.
APPORTI IN MONETA LIBERAMENTE CONVERTIBILE Nel caso di apporti in moneta liberamente convertibile, nei casi di costituzione di imprese, di aumenti di capitale, di investimenti in beni ubicati fisicamente nel territorio nazionale, di contratti di associazioni o simili, dovrà essere allegata copia del documento che certifichino la canalizzazione di tali apporti attraverso il sistema finanziario nazionale. Nel caso di apporti destinati alla costituzione di imprese, il trasferimento potrà essere accreditato a nome del mandatario o delegato dell’investitore, tale condizione deve essere certificata. B. APPORTI PRODOTTO DI CAPITALIZZAZIONE DI IMPEGNI PRIVATI CON L’ESTERO. Dovrà essere certificato l’impegno di pagamento con la presentazione della copia dei documenti contabili corrispondenti e, quando si tratti di prestiti, dovrà essere certificata la canalizzazione dei fondi dall’estero attraverso il sistema finanziario nazionale. C. APPORTI DI BENI FISICI O TANGIBILI, anche nel caso di contratti di associazioni in partecipazione e simili. Dovrà essere allegata copia della fattura commerciali, quietanzata, e della polizza d’importazione emessa dall’amministrazione della dogana competente. D. APPORTI IN CONTRIBUTI TECNOLOGICI INTANGIBILI. Dovrà essere allegato il certificato di registro di marchio, brevetto o altro elemento di proprietà industriale emesso dall’ Instituto Nacional de Defensa de la Competencia y de la Protección a la Propiedad Intelectual (INDECOPI) che certifichi il diritto vigente a nome dell’investitore, così come copia dell’atto del Consiglio di amministrazione o dell'Assemblea dal quale risulti la conferma della valutazione effettuata, o copia del contratto corrispondente nel caso di associazioni in partecipazione o simili. E. APPORTI IN MONETA NAZIONALE CON DIRITTO A STORNO, derivanti da utili, dividendi, regalie o altri tipi di crediti. Dovrà essere certificata, mediante copia dei documenti contabili pertinenti, la disponibilità delle risorse con diritto a storno. Inoltre, nel caso di regalie, dovrà essere allegata copia della Resolución de Registro, presso l’organismo nazionale competente, del contratto che ha generato l’obbligo. Inoltre, in tutti i casi, dovrà essere allegata la copia del registro contabile del capitale. LICENZA MUNICIPALE DI FUNZIONAMENTO È l’autorizzazione, per la società, a sviluppare un’attività commerciale in un locale determinato. Deve essere richiesta al Comune (Municipalidad) della giurisdizione dove è ubicata l’impresa.
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PanAL Focus COME INVESTIRE IN PERÙ
QUADRO LEGALE E INCENTIVI TRIBUTARI di Ana Reategui Vela a Costituzione del Perù del 1993 contiene norme concernenti principi essenziali per garantire un quadro giuridico favorevole allo sviluppo dell’investimento privato in generale e dell’investimento diretto estero (IED) in particolare. Tali principi sono: la libera iniziativa privata nel quadro di un’economia sociale di mercato e pluralismo economico; la libertà di lavoro, commercio, impresa e industria; la definizione del ruolo sussidiario dello Stato nell’attività economica; la libera concorrenza e la proibizione dei monopoli e la lotta contro le posizioni dominanti; la libertà di contratto; la facoltà per lo Stato di stabilire garanzie e sicurezze mediante contratti; l’uguaglianza di trattamento per l’investimento nazionale ed estero; la possibilità di sottoporre le controversie nelle quali partecipa lo Stato a tribunali arbitrali nazionali ed internazionali; la garanzia della libertà di avere moneta estera; l’inviolabilità della proprietà e la definizione di cause eccezionali per l’espropriazione a fronte di pagamenti ad un prezzo equo; l’applicazione del principio di uguaglianza in materia tributaria; il riconoscimento che nessun tributo può avere effetti di confisca.
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Legislazione quadro1 La pietra angolare è il Decreto Legislativo N°662 del 1991, con il complemento della Legge Quadro per la Crescita dell’Investimento Privato, approvata con il Decreto Legislativo N° 757 e il Regolamento dei regimi di Stabilità Giuridica approvato con il Decreto Supremo 162-92-EF, così come le norme di modifica e complementari. Tale quadro legale si basa sul principio del “trattamento nazionale”. Gli IDE sono permessi senza restrizioni nella gran parte delle attività economiche e non richiedono alcuna autorizzazione previa. L’acquisizione di azioni di proprietà di investitori nazionali è permessa, sia tramite il mercato di borsa che tramite operazioni extraborsa. Per quanto riguarda la proprietà, gli stranieri, sia persone fisiche che giuridiche, sono nella stessa situazione dei peruviani. Tuttavia, entro 50 km dalla frontiera gli stranieri non possono possedere miniere, terre, boschi, acque, combustibili o fonti di energia, con l’eccezione di casi di necessità pubblica espressamente dichiarati con decreto supremo, approvato dal Consiglio dei ministri. Rispettando gli impegni assunti con l’OMC, nessun meccanismo di selezione né requisito di rendimento è applicato o richiesto all’IED. Nel caso d’investimenti che godono dei benefici derivati dalla sottoscrizione di accordi di stabilità giuridica con lo Stato i requisiti sono i medesimi di quelli previsti per gli investitori nazionali. Diritti di base dell’Investitore straniero • Ricevere un trattamento non discriminatorio rispetto all’investitore nazionale; • Libertà di commercio e industria e libertà di importare ed esportare • Possibilità di rimettere direttamente all’estero gli utili o i dividendi, previo pagamento delle imposte corrispondenti; • Utilizzo del tasso di cambio più favorevole nel mercato per il tipo di operazione di cui si tratta; • Libera riesportazione del capitale investito, in caso di vendita di azioni, riduzione del capitale o liquidazione totale o parziale degli investimenti; • Libero accesso al credito interno, alle stesse condizioni dell’investitore nazionale; 1
• Liberi trasferimenti di tecnologia e rimesse di regalie; • Libera acquisizione di azioni di proprietà di investitori nazionali; • Possibilità di contrattare con l’estero assicurazioni per l’investimento; • Possibilità di sottoscrivere con lo Stato Accordi di Stabilità giuridica per il proprio investimento nel Paese. CHE COSA È L’ACCORDO DI STABILITÀ GIURIDICA? Lo Stato concede garanzie di stabilità giuridica agli investitori nazionali ed esteri ed alle imprese nelle quali questi investono, mediante la sottoscrizione di accordi che hanno il carattere di contratti-legge, che sono soggetti alle disposizioni generali sui contratti stabilite nel Codice Civile. GARANZIE CHE LO STATO RICONOSCE AGLI INVESTITORI. • Trattamento di uguaglianza, in base al quale la legislazione nazionale non discrimina gli investitori nelle imprese in termini della loro nazionalità; • Stabilità del regime di Imposta sul reddito vigente al momento della sottoscrizione dell’accordo; • Stabilità del regime di libera disponibilità delle divise e rimesse di utili, dividendi e regalie nel caso di capitali esteri. GARANZIE CHE LO STATO RICONOSCE ALLE IMPRESE che ricevono l’investimento. • Stabilità dei regimi di contrattazione del lavoro vigenti al momento della sottoscrizione dell’accordo; • Stabilità dei regimi di promozione delle esportazioni vigenti al momento di sottoscrizione dell’accordo; • Stabilità del regime di imposte sul reddito. CHI PUÒ SOTTOSCRIVERE UN ACCORDO di stabilità giuridica? Gli investitori e le imprese che ricevono investimenti, sia nel caso di costituzione di nuove imprese sia per l’ampliamento del capitale sociale di imprese già stabilite; investitori che partecipano al processo di privatizzazione e concessione e le imprese che partecipano a tale processo, che soddisfino i seguenti requisiti: a. Impegno all’investimento da parte dell’investitore; L’investitore dovrà soddisfare uno dei quattro impegni di investimento segnalati qui di seguito: • Effettuare nel termine di due anni apporti di capitale per un ammontare non inferiore a $5 milioni in qualunque settore dell’economia, eccettuate le miniere e gli idrocarburi; • Effettuare nel termine di due anni apporti di capitale per un ammontare non inferiore a $10 milioni nel settore minerario o degli idrocarburi; • Acquistare più del 50% delle azioni di una impresa nel processo di privatizzazione; • Effettuare apporti di capitale nelle imprese beneficiarie di un contratto di concessione; b. Requisiti che deve adempiere l’impresa che riceve l’investimento. • Che uno degli azionisti abbia sottoscritto il corrispondente accordo di stabilità giuridica; • Nel caso si solleciti la stabilità tributaria gli apporti dovranno rappresentare un incremento del 50% rispetto al totale del capitale e riserve e siano destinati a incrementare la capacità produttiva e lo sviluppo tecnologico dell’impresa. • Che si tratti del trasferimento di più del 50% delle azioni dell’impresa,
Al fine di attrarre l’investimento privato, nazionale ed estero, necessario per sostenere lo sviluppo è stata creata l’Agenzia di promozione dell’investimento privato – PROINVERSION – organismo responsabile del sostegno strategico, attenzione all’investitore, e promozione dell’investimento privato e pubblico.
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quando si tratti di un processo di privatizzazione; • Che si tratti di una società beneficiaria di un contratto di concessione. c. Periodo di validità. La durata degli accordi è di 10 anni, possono essere modificati solo con accordo comune tra le parti. Nel caso di concessioni il periodo di vigenza dell’accordo è esteso a quello del periodo di validità della concessione. d. Soluzione delle controversie. La soluzione delle controversie è demandata ai tribunali arbitrali. Accordi di investimento nell’ambito internazionale. Il Perù ha sottoscritto 29 accordi bilaterali di promozione e protezione reciproca degli investimenti con paesi della Conca del pacifico, Europa e America latina, allo stesso tempo ha sottoscritto un accordo con OPIC - Overseas Private Investment Corporation - che facilita la cooperazione, concedendo coperture a investimenti realizzati in Perù. Il Perù è membro del MIGA ed ha aderito alla Convenzione costitutiva del ICSID - Centre for Settlement of Investment Disputes, così come alla Convenzione sul riconoscimento ed esecuzione delle sentenze arbitrali straniere (Convenzione di New York).
Benefici Tributari ZOFRATACANA (tutte le imposte) CETICOS (tutte le imposte) Imposte sul reddito e sulle vendite Imposte sulle vendite Imposte sul reddito e sulle vendite in alcuni distretti e provincie (vedi Legge n° 2703) Nota: I benefici tributari sul reddito e sulle vendite si applicano all’agricoltura,all’agroindustria e all’acquicoltura in tutto il paese
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Accordi bilaterali di investimento sottoscritti dal Perù. Il regime tributario peruviano è composto, tra l’altro, dalle seguenti imposte: Imposta sul reddito, imposta generale sulle vendite, imposta selettiva sul consumo, imposta temporanea sugli attivi netti e imposta sulla transazioni finanziarie, oltre alle imposte doganali. Tra i paesi europei ha sottoscritto un accordo con: Svizzera, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Olanda, Norvegia, Portogallo, Regno unito, Repubblica ceca, Svezia. Incentivi all’investimento. REGIME DI RECUPERO ANTICIPATO Consiste nelle restituzione dell’imposta generale sulle vendite, pagata per le importazioni e/o acquisizione locale di beni di capitale. Si riconosce alle imprese che soddisfano i requisiti necessari mediante una Risoluzione suprema. INCENTIVI ALL’AGRICOLTURA E’ un settore d’interesse prioritario per l’investimento e lo sviluppo, sono previsti incentivi applicabili alle persone naturali e giuridiche che coltivino e/o allevino, eccettuata l’industria forestale. Non sono incluse le attività agro-industriali legate al grano, tabacco, semi oleaginosi, olio e birra. Benefici tributari. • L’imposta sul reddito sarà determinata applicando un’aliquota del 15% sul reddito netto; • le persone giuridiche potranno ammortizzare in misura del 20% annuo l’ammontare degli investimenti in infrastrutture idrauliche e opere di irrigazione; • durante il periodo pre-produttivo e per non più di 5 anni, le persona naturali o giuridiche potranno recuperare anticipatamente l’imposta generale sulle vendite, pagate per l‘acquisizione di beni di capitale, beni intermedi, servizi e contratti di costruzione; LAVORO E SICUREZZA SOCIALE. I datori di lavoro dell’attività agricola potranno assumere personale a tempo determinato o indeterminato. Il contributo mensile per l’assistenza sanitaria, a carico del datore di lavoro, è del 4% della remunerazione mensile di ogni lavoratore. INCENTIVI ALL’ACQUICOLTURA. Comprende l’allevamento di specie idrobiologiche in forma organizzata e con l’uso di tecniche. L’acquicoltura comprende anche la ricerca ed la lavorazione iniziale dei suoi prodotti. Benefici tributari • Imposta sul reddito del 15%; • I benefici saranno mantenuti sino al 2010. Legge per l’Amazzonia Promuove lo sviluppo sostenibile e integrale dell’Amazzonia, sono previste condizioni tributarie speciali per sostenere l’investimento privato: • I contribuenti ubicati nell’Amazzonia, che si dedicano principalmente alle seguenti attività economiche: agricoltura e allevamento, acquicoltura, pesca, turismo; così come le attività manifatturiere vincolate alla lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti primari provenienti da tali attività e dalla trasformazione forestale, sempre che siano prodotti nella zona; così come le attività di estrazione forestale applicheranno un’aliquota del 10% o 5% a seconda della localizzazione geografica. • I contribuenti dell’Amazzonia che sviluppino principalmente attività agricole e/o di trasformazione o lavorazione dei prodotti qualificati come coltivazioni native e/o prodotti alternativi alla coltivazione della coca, saranno esonerati dall’imposta sul reddito. • Nel caso della palma da olio, caffè e cacao, l’esonero riguarda solo la produzione agricola. Le imprese di trasformazione o di lavorazione saranno gravate da un’aliquota del 10% o 5% a se-
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conda dell’ubicazione. • Le imprese che si dedicano alle attività commerciali in Amazzonia e che reinvestano non meno del 30% del reddito netto in progetti di investimento saranno gravate da un’aliquota del 10% o 5%. In riferimento all’imposta generale sulle vendite e all’imposta selettiva al consumo, le imprese ubicate nei dipartimenti di Loreto, Ucayali e Madre de Dios, sono esonerate per quanto riguarda le vendite che realizzino in questi dipartimenti e per il consumo in questi. Zone speciali. Centri di esportazione, trasformazione, industria, commercializzazione e servizi, (CETICOS). I CETICOS sono aree geografiche, debitamente delimitate con natura di zone primarie doganali con trattamento speciale, destinate a generare poli di sviluppo tramite attività industriali, di maquila, assemblaggio o magazzinaggio. I CETICOS se trovano nelle città di Paita, Ilo e Matarani. Benefici tributari Le imprese che si costituiscono o si stabiliscono nei CETICOS, sono esonerate fino al 31 Dicembre 2012 dalle imposte sul reddito, generale di vendita, selettiva al consumo, promozione municipale, così come da ogni imposta del governo nazionale e locale incluse quelle che richiedono una norma espressa di esonero, con l’eccezione degli apporti a ESSALUD. L’entrata delle merci ai CETICOS, sbarcate nei porti di Ilo, Matarani o Paita, non è soggetta al pagamento dei diritti doganali, imposta generale sulle vendite, imposta di promozione municipale, imposta selettiva al consumo, e ogni altro tributo che gravi sulle importazioni. ZONA FRANCA DI TACNA –ZOFRATACNA Situata nel sud del Perù, al confine con il Cile, nel dipartimento di Tacna, è stata creata la Zona Franca di Tacna – ZOFRATACNA, nella quale si potranno sviluppare attività industriali, agroindustriali, di maquila e di servizi, che includono il magazzinaggio o distribuzione di merci, disimballaggio, imballaggio, ed altro. Benefici tributari • Le operazioni che si effettuano tra gli utilizzatori all’interno della ZOFRATACNA, sono esonerate dall’imposta generale alle vendite e dall’imposta di promozione municipale. • L’entrata e l’uscita di merci della ZOFRATACNA da e verso paesi terzi, si effettuerà attraverso i porti di Ilo e Matarani, Aduanas de Tacna e Muelle Peruano ad Arica. • L’importazione di macchine e installazioni, attrezzi e ricambi di origine estera verso la ZOFRATACNA godranno di un regime speciale di sospensione dal pagamento dei diritti e imposte do-
ganali e altri tributi che gravano sulle importazioni. Il regime speciale di sospensione riguarda i beni in tanto rimangano al servizio delle attività sviluppate all’interno di ZOFRATACNA. Questi benefici tributari sono vigenti sino al 31 dicembre 2012. La libera concorrenza e la protezione della proprietà industriale. Lo Stato facilita e vigila la libera concorrenza, combatte ogni pratica che la limiti, regola l’esercizio della posizione dominante nel mercato e protegge la proprietà intellettuale attraverso l’ Instituto Nacional de la Protección de la Propiedad Intelectual – INDECOPI Il trasferimento di tecnologia I contratti di uso della tecnologia, brevetti, marchi, e altri elementi della proprietà industriale di origine estera, così come di assistenza tecnica, ingegneria basica e di dettaglio, gestione e franchigia, sono negoziati liberamente tra le parti e posteriormente registrati presso l’Instituto Nacional de Defensa de la Competencia y de la Protección de la Propiedad Intelectual - INDECOPI. La rimessa di regalie si effettua liberamente attraverso il sistema finanziario nazionale, previo pagamento delle imposte corrispondenti. La promozione dell’investimento privato in opere pubbliche di infrastruttura e di servizi pubblici Il Texto Único Ordenado, approvato con il Decreto Supremo Nº 05996-PCM2, stabilisce che la promozione dell’investimento privato in opere pubbliche di infrastruttura e di servizi pubblici, si realizza tramite concessioni. PROINVERSIÓN è l’entità competente del Governo per promuovere progetti di investimento, sotto la modalità della concessione. A livello regionale o locale i governi regionali o municipali sono competenti a promuovere progetti di investimento nelle loro giurisdizioni. Il contratto di concessione stabilirà, ove fosse necessario, i meccanismi che assicurino la concessionario le entrate generate da tariffe, prezzi, pedaggi, o altri sistemi di recupero degli investimenti, a seconda della natura della concessione. Le concessioni potranno essere accordate con le seguenti modalità: a. A titolo oneroso (il concessionario effettuerà un contributo in denaro o concederà una partecipazione allo Stato sui suoi utili) b. A titolo gratuito c. Cofinanziata dallo Stato (con consegne durante la fase di costruzione o di sfruttamento, reintegrabile o no); d. Mista, quando siano presenti più di una delle modalità presenti sopra. Il termine di validità delle concessioni risulta dal contratto, ma non eccederà i 60 anni. La validità sarà contata a partire dalla data del contratto.
7° Peruvian Gift Show 10/11 novembre 2005 Lima Evento di promozione delle esportazioni del settore artigianale attraverso la diversificazione dei mercati e l'internazionalizzazione delle imprese. Organizzatori: Prompex - Commissione per la promozione del-
le Esportazioni, Mincetur - Ministero del Commercio Estero e Turismo, Ministero degli Affari Esteri, Prompyme - Centro di Promozione della Piccola e Media Impresa, Adex - Associazione degli Esportatori, ATA - Aid to Artisans e Inpart - Istituto Peruviano d'Artigianato.
Presentazione offerta esportabile peruviana di differenti linee: articoli da regalo, per la tavola, giocattoli, oggetti in ceramica, argenteria, bigiotteria, cuoio, tessili, mobili in legno, oggetti in pietra, vetro dipinto, prodotti etnici e artigianato in generale.
Ulteriori informazioni: Prompex Av. República de Panamá, 3647 - Lima 27 Tel. 0051 1 2221222 Fax: 0051 1 4213938 E-mail: peruviangiftshow@prompex.gob.pe web: www.prompex.gob.pe www.peruviangiftshow.com
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XSTRATA: PERCHÉ INVESTIAMO IN PERÙ l Perù è un paese nel quale esiste stabilità in quanto a norme e un eccellente dialogo con le autorità. Il settore minerario ha un peso importante nell’economia nazionale, per via della ricchezza geologica, vi è anche un importante sviluppo dell’industria che rifornisce i fornitori del settore minerario. Per esempio nell’anno passato il settore ha contribuito nella misura del 13,71% alla formazione del Pil ed a più del 50% delle esportazioni totali. Nel periodo compreso tra il 1995 ed il 2010 si stima che il settore avrà realizzato investimenti tra i 14,5 e i 16,5 miliardi di dollari. Nella produzione di metalli il paese è il primo in America Latina per quanto riguarda lo zinco, lo stagno, l’oro, mentre è secondo nel rame e nell’argento. Tutto ciò rende il Perù molto attraente per l’investimento nel settore minerario.
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Come si è realizzato il processo di investimento? Abbiamo cominciato a investire rispettando e superando quanto richiesto dalle condizioni alle quali lo Stato peruviano ha licitato il progetto minerario nel quale stiamo lavorando. Attualmente abbiamo sette squadre di perforazione che lavorano già nel giacimento. Lo scorso anno abbiamo perforato più di 50.000 metri, con un grande sforzo logistico. Che redditività possiamo ottenere e qual’è il nostro programma di investimento Noi continuiamo a perforare, non abbiamo
ancora concluso le esplorazioni che ci terranno impegnati per alcuni anni. Pertanto non abbiamo ancora i risultati finali. Tuttavia dato ciò che andiamo riscontrando nelle nostre esplorazioni e analisi dei campioni, siano molto ottimisti rispetto alle condizioni geologiche e di redditività del progetto. Quali sono gli aspetti favorevoli di investire in Perù E’ un paese nel quale le autorità sono molto aperte al dialogo con l’investitore privato. Ciò sommato alla stabilità normativa già menzionata, ma soprattutto alla ricchezza dei suoi giacimenti minerari fa del Perù un luogo molto raccomandabile per gli investimenti nella nostro settore. In quale contesto socio-culturale si realizza l’investimento Il Perù è un paese con molte differenze socio-economiche, nel quale appena il 45% della popolazione ha un’occupazione adeguata. Lo sviluppo e gli investimenti sono soliti concentrarsi in poche città, mentre nelle zone dei giacimenti minerari i livelli di vita sono molto bassi, vi è molto analfabetismo, ecc. In generale il dibattito pubblico è positivo attorno ai grandi progetti di investimento privati in differenti aree industriali e di servizi. Si vede con speranza l’arrivo degli investitori in aree importanti per lo sviluppo socio-economico. Influisce molto il fatto che si tratti di un Paese con grandi differenze culturali Ciò rende necessario che un investimento
responsabile nel settore minerario dedichi molti sforzi alla comunicazione con i cittadini e con le diverse parti sociali. SI tratta di far vedere, ad esempio, che il settore genera occupazione per il 27% della popolazione della regione nella quale si trovano i giacimenti, che annualmente il settore investe circa 44,8 miliardi di dollari in vie di comunicazione, opere di acqua potabile e canalizzazione, elettrificazione e programmi sociali, che beneficiano direttamente le popolazioni vicine ai giacimenti. Nel nostro caso ciò viene trattato con molta trasparenza e dialogo, perciò le popolazioni della nostra zona di lavoro sono, nella gran maggioranza, favorevoli alla nostra presenza e consce dei vantaggi che il nostro investimento produrrà per lo sviluppo futuro. Siamo stati ricevuti molto bene da parte delle autorità cittadine locali, che vedono nel progetto minerario una grande opportunità per uscire dagli indici di povertà. E’ importante menzionare che nel modello di concessione, Xstrata ha apportato 45,5 milioni di dollari come Apporto Sociale iniziale per costituire un Fondo fiduciario per realizzare opere che beneficeranno direttamente le comunità dell’area influenzata dallo sviluppo del progetto nella regione di Apurimac. Ciò sfocerà in una miglior qualità della vita per la popolazione, unitamente ai piani di responsabilità sociale che Xstata porta innanzi nell’area limitrofa al progetto minerario Las Bambas.
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PanAL Dossier L’ANNO DEL MICROCREDITO
IL MISTERO DEL CAPITALE di Hernando de Soto er comprendere il mistero del capitale dobbiamo risalire al significato etimologico della parola. Nel latino medioevale, “capitale” significava testa di bestiame, che era un'importante fonte di ricchezza oltre la carne, il latte, il cuoio, la lana ed il combustibile che offrono gli animali. Il bestiame si riproduce. Così, il termine “capitale” cattura la dimensione fisica del bene (il bestiame) ed al medesimo tempo il loro potenziale come generatore di eccedenza di valore. Il passo che, quelli che hanno inventato le scienze economiche, dovevano dare dalla stalla alla scrivania era breve, definirono il “capitale” come quella parte dei beni di un paese che genera un’eccedenza di produzione e di produttività. I grandi economisti classici, come Adam Smith e, più tardi, Karl Marx considerarono il capitale come il motore dell'economia di mercato. Nella “Ricchezza delle Nazioni”, Smith pose l’enfasi in quello che costituisce il nocciolo del mistero che noi tentiamo di capire: se noi vogliamo che i beni accumulati diventino capitale attivo ed avviare una produzione supplementare, dovrebbero essere fissati e realizzati in un oggetto o in un’attività produttiva “che dura almeno un tempo dopo avere eseguito il lavoro. È, come se noi dicessimo, una certa quantità di lavoro accumulato ed immagazzinato per essere impiegato, se fosse necessario, in altra occasione”. La conclusione che io derivo da Smith è che il capitale non è lo stock di beni accumulato, ma suo potenziale per dare luogo ad una produzione nuova. Quel potenziale è, chiaramente, astratto. Deve essere processato e fissato in una forma tangibile prima di essere liberato, precisamente come il potenziale di energia nucleare del mattone di Einstein. Questo significato essenziale del capitale è stato perso nella storia. Oggi il capitale si confonde col denaro, che è solo una delle sue molte forme. È sempre più facile ricordare un concetto difficile a partire da una delle sue manifestazioni tangibili che a partire dalla sua essenza. La mente cattura più facilmente il concetto di “soldi” che non quello di “capitale”. Ma è un errore supporre che il denaro è ciò che determina il capitale. Il denaro facilita le operazioni, permettendoci di comprare e vendere cose, ma non è in sé il progenitore della produzione addizionale .
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bro mastro o come un impulso elettronico in un elaboratore, che successivamente si incorpora in un titolo. Tutto questo processo è retto da un insieme di norme legali dettagliate e precise, in modo che i registri e titoli formali di proprietà rappresentano e raccolgono i nostri concetti su quanto è economicamente rilevante in ogni attività. Catturano e organizzano tutta la informazione pertinente che è necessaria per concepire il valore potenziale di un’attività e, ciò, ci permette di controllarla. Qualunque attivo i cui aspetti economici e sociali non sono fissati in un sistema di proprietà formale è sommamente difficile da muovere nel mercato. Come controllare la grande quantità di attivi che cambiano di mano in una moderna economia di mercato se non mediante un processo di proprietà formale? Senza quel sistema, qualunque compravendita di un attivo, diciamo di una proprietà immobiliare, richiederebbe uno sforzo immenso, cominciando dalla determinazione degli elementi di base della transazione. Il venditore è realmente proprietario dell’immobile e ha il diritto di trasferirne la proprietà? Può disporne? Il nuovo proprietario sarà accettato da quanti sono preposti alla tutela dei diritti di proprietà? Quali sono i mezzi di cui si dispone per escludere rivendicazioni da parte di altre persone? A ciò si deve il fatto che, al di fuori dell’Occidente, la maggior parte dell’interscambio commerciale di attivi fosse circoscritta a cerchie locali di amici e conoscenti. Il maggior problema nei paesi in sviluppo e di quelli che sono stati comunisti, non è la mancanza di spirito imprenditoriale: negli ultimi 40 anni i poveri hanno accumulato milioni e milioni di dollari in beni immobili. Ciò di cui i poveri non dispongono è di un facile accesso ai meccanismi di proprietà che permetta loro di sfruttare legalmente il potenziale economico dei loro attivi, per produrre e garantire un maggior valore in un mercato di nuove dimensioni. Perché la genesi del capitale è divenuta un mistero? Perché le nazioni ricche del mondo, cosi pronte nel dare consigli economici, non hanno spiegato ad altre nazioni quanto un sistema di proprietà formale sia essenziale per la formazione del capitale? La risposta è che il processo all’interno del sistema di proprietà formale che trasforma beni in capitale è estremamente difficile da visualizzare. È nascosto in migliaia di documenti legislativi, statuti, regole e istituzioni che governano il sistema. Qualsiasi persona intrappolata in un tale pantano legale si troverebbe in difficoltà volendo capire il reale funzionamento del sistema. L’unico modo per vederlo è dall’esterno, cioè dal settore extra-legale, ossia da dove i miei colleghi e io dell’ Instituto Libertad y Democracia portiamo avanti la mag-
oggi il capitale si confonde col denaro, ma è un errore supporre che il denaro è ciò che determina il capitale
Il processo di conversione occulta dell’Occidente In Occidente il sistema di proprietà formale incomincia a trasformare gli attivi in capitale tramite la descrizione e organizzazione degli aspetti sociali e economicamente più utili delle attività, conservando questa informazione in un sistema di registro, scritta in un li-
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gior parte della nostra ricerca. I sistemi formali di proprietà dell’Occidente producono sei effetti che permettono ai loro cittadini di generare capitale. Fissare il potenziale economico dei beni. Il capitale nasce come rappresentazione per iscritto, in un titolo, una garanzia, un contratto o altri documenti del genere, delle qualità più utili circa l’attivo dal punto di vista economico e sociale, contrariamente agli aspetti esteriori del bene. È in questa sede che il valore potenziale viene inizialmente descritto e registrato. Nel momento in cui l’attenzione si concentra sul titolo di una casa, per esempio, e non sulla casa stessa, siamo passati automaticamente dal mondo materiale all’universo concettuale dove vive il capitale. La prova che la proprietà formale è puro concetto si ha quando una casa cambia proprietario: fisicamente non accade nulla. La proprietà non è la casa in sé, ma un concetto economico sulla casa, espresso in una rappresentazione legale che descrive non le sue qualità fisiche, bensì qualità significative dal punto di vista economico e sociale
che noi abbiamo attribuito alla casa (come la sua utilità per un insieme di obiettivi, per esempio ipoteche servitù, e altri meccanismi). In nazioni avanzate questa rappresentazione formale della proprietà funziona come mezzo per assicurare gli interessi delle parti in un affare, e per creare responsabilità fornendo tutte le informazioni, referenze, regole e meccanismi di applicazione della legge necessari per ottenere questo risultato. In questo modo la proprietà legale ha dato all’Occidente i mezzi per produrre surplus ben oltre i suoi attivi fisici. Che lo si fosse voluto o per caso, il sistema della proprietà legale è diventato la scala che ha portato queste nazioni dall’universo degli attivi al loro stato naturale, all’universo concettuale del capitale, dove gli attivi si possono vedere in tutto il loro potenziale produttivo. Integrazione delle informazioni disperse in un unico sistema. La ragione per cui il capitalismo ha trionfato in Occidente, mentre nel resto del mondo arrancava, risiede nel fatto che la maggior parte degli attivi nelle nazioni occidentali sono stati integrati in un unico sistema
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di rappresentazione formale. Questa integrazione non è avvenuta per caso. Nel XIX secolo, nel corso di alcuni decenni, politici, legislatori e giudici raggrupparono fatti e regole disperse che avevano governato la proprietà in città, villaggi, edifici e fattorie, e le integrarono in un sistema. Questo raggruppamento delle rappresentazioni di proprietà, un momento rivoluzionario nella storia delle nazioni sviluppate, concentrò tutte le informazioni e tutte le regole che governavano la ricchezza accumulata dei cittadini in un unico bacino di conoscenze. Prima di quel momento le informazioni sugli attivi erano molto meno accessibili. Ciascuna fattoria o insediamento documentava i propri attivi e le regole che ne governavano l’utilizzo tramite rudimentali libri mastri, con simboli, o testimoni orali. Ma le informazioni erano parcellizzate, disperse e non disponibili a chiunque in qualsiasi momento. Le nazioni in via di sviluppo e i paesi un tempo comunisti non hanno creato dei sistemi di proprietà formale unificati. In nessuno dei paesi che ho avuto modo di studiare ho trovato un solo sistema legale, ma dozzine e centinaia di sistemi, gestiti da ogni sorta di organizzazione, alcune legali, altre extralegali, che possono variare da piccoli gruppi imprenditoriali ad organizzazioni abitative. Di conseguenza, quello che la gente può fare con loro è limitato all’immaginazione dei proprietari e dei loro conoscenti. Nei Paesi occidentali, dove le informazioni sulla proprietà sono standardizzate e disponibili a tutti, quello che i proprietari possono fare con i loro attivi è avvantaggiato dall’immaginazione collettiva di una rete più ampia di persone. Il lettore occidentale potrebbe rimanere stupito del fatto che la maggior parte delle nazioni mondiali debba ancora integrare accordi di proprietà extralegali in un unico sistema legale formale. Per un occidentale c’è soltanto una legge, quella ufficiale. Tuttavia vari sistemi informali per gestire la proprietà erano, una volta, la norma in ogni nazione. Il fatto che l’Occidente si basi su sistemi integrati di proprietà è un fenomeno degli ultimi duecento anni. La ragione per cui è così difficile seguire la storia dell’integrazione di sistemi di proprietà molto diffusi è che il processo avvenne lungo un periodo di tempo molto esteso.
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Responsabilizzazione. L’integrazione di tutti i sistemi di proprietà sotto una legge formale, ha spostato la legittimità dei diritti dei proprietari dal contesto regionale e politico delle comunità locali al contesto impersonale della legge. Liberare i proprietari dagli ordinamenti restrittivi locali e portarli in un sistema legale più integrato ha iniziato a renderli responsabili di fronte a un sistema legale integrato. Emancipando le persone dotate di reali interessi di proprietà in individui personalmente responsabili, la proprietà formale ha creato gli individui, laddove solo esistevano delle masse. Le persone non ebbero più bisogno di contare sulle relazioni coi propri vicini o su legami parrocchiali per proteggere i loro diritti di proprietà. In questo modo poterono passare a sperimentare e scoprire il modo di generare valore eccedente (surplus) dai loro stessi attivi. C’era un prezzo da pagare: una volta all’interno di un sistema di proprietà formale, i proprietari persero il loro anonimato, mentre la loro responsabilità divenne più rigorosa. Coloro che non pagano per i beni e i servizi che consumano, possono essere identificati, costretti a pagare interessi di mora, multati e sottoposti a embargo, e la loro capacità di ottenere credito diminuita. Le autorità possono venire a conoscenza di infrazioni legali e contratti non mantenuti, possono sospendere servizi, rivalersi contro la proprietà, e ritirare alcuni o tutti i privilegi della proprietà legale. Nei paesi occidentali, il rispetto per la proprietà e le transazioni ovviamente non è codificato all’interno del codice genetico dei cittadini. Piuttosto, si tratta del risultato dovuto al fatto di avere sistemi di proprietà formale che vengono fatti rispettare. Il ruolo della proprietà formale nel proteggere, non solo il possesso ma anche la sicurezza delle transazioni, incoraggia fortemente i cittadini nei Paesi avanzati a rispettare titoli, onorare i contratti ed obbedire alla legge. La proprietà legale, così, sollecita un impegno. Questa mancanza di proprietà legale spiega perché i cittadini nei PVS e di quelli che escono dal comunismo non possono stipulare contratti vantaggiosi con estranei né ottenere credito, assicurazione o servizi pubblici: essi non hanno proprietà da perdere. Dal momento che non hanno proprietà legale, vengono ritenuti dei partners contrattuali affidabili soltanto dai membri della loro famiglia e dai loro vicini. Le persone con nulla da perdere sono intrappolate nella sporca cantina del mondo precapitalistico.
prietà formale è la trasformazione dei beni da una condizione meno accessibile a una più accessibile, così che essi possano avere altri usi. A differenza degli attivi fisici, le rappresentazioni degli attivi si possono facilmente combinare, dividere, mettere in circolazione e usare per stimolare affari commerciali. Creando una separazione tra le caratteristiche economiche di un bene e il suo rigido stato fisico, una rappresentazione rende il bene “fungibile”, in grado di adattarsi a quasi tutte le transazioni. Un sistema integrato di proprietà formale, che descriva tutti gli attivi in categorie standard, permette paragonare due edifici differenti dal punto di vista architettonico ma costruiti con lo stesso fine. Questo ci permette di discriminare in modo veloce ed economico tra somiglianze e differenze in dati beni, senza avere a che fare con ogni bene come se fosse unico. In Occidente le descrizioni standard di proprietà sono registrate, anche per facilitare la combinazione degli attivi. Le regole della proprietà formale richiedono che gli attivi siano descritti e caratterizzati, in un modo che non solo metta in luce le loro singolarità, ma anche enfatizzi in che cosa assomigliano ad altri beni, in modo da rendere più ovvie le potenziali combinazioni. Grazie all’uso di documenti standardizzati, si può determinare come sfruttare nel modo più redditizio un attivo particolare. Le rappresentazioni, inoltre, permettono di dividere gli attivi senza toccarli. Mentre nel mondo reale un attivo come un’industria può essere un’unità indivisibile, nell’universo concettuale delle rappresentazioni formali di proprietà esso può essere diviso in qualsiasi numero di porzioni. I cittadini delle nazioni avanzate possono così suddividere la maggior parte dei loro attivi in quote, ciascuna delle quali può avere un proprietario diverso, con diritti diversi, per svolgere diverse funzioni. Le rappresentazioni formali di proprietà possono anche servire come sostituti mobili degli attivi fisici. Esse permettono a proprietari e imprenditori di simulare situazioni ipotetiche al fine di esplorare altri usi proficui dei loro attivi. Inoltre, tutti i documenti formali di proprietà formale sono prodotti in maniera da facilitare la semplice misurazione degli attributi di un bene. Grazie all’introduzione di standards, i sistemi occidentali di proprietà formale hanno sensibilmente ridotto i costi delle transazioni necessarie per mettere in movimento e usare gli attivi.
la proprietà formale ha creato gli individui, laddove solo esistevano delle masse
Fungibilità dei beni. Uno degli effetti più importanti del sistema di pro-
Interazioni. Rendendo gli ativi fungibili, connettendo i proprietari agli attivi, gli attivi a degli indirizzi, e la proprietà ad obblighi; rendendo facilmente accessibili le informa-
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zioni sulla storia degli attivi e dei loro proprietari, i sistemi di proprietà formale trasformarono i cittadini dell’Occidente in una rete di agenti commerciali identificabili e responsabili su base individuale. Il processo di proprietà formale creò un’intera infrastruttura di sistemi di connessione che, come la plancia di controllo di una ferrovia, permisero agli attivi (treni) di correre in tutta sicurezza in mezzo alla gente (le stazioni). Il maggior contributo offerto dalla proprietà formale all’umanità non è la protezione della proprietà: invasori, organizzazioni abitative, mafie e persino tribù primitive sono in grado di proteggere i propri attivi in modo piuttosto efficace. La vera novità del sistema di proprietà è che ha radicalmente migliorato il flusso delle comunicazioni riguardanti gli attivi e il loro potenziale. Inoltre, ha migliorato lo status dei loro proprietari. In più, la proprietà legale occidentale dà agli uomini d’affari informazioni sugli attivi e i loro proprietari, indirizzi verificabili e documentazione oggettiva sui valori della proprietà, e rende le persone più facilmente soggetti di credito. Queste informazioni, e l’esistenza di un sistema legale integrato, rendono le transazioni meno pericolose: i rischi vengono sensibilmente diminuiti grazie all’introduzione di sistemi assicurativi; l’accumulo di proprietà viene utilizzato come garanzia dei debiti. Pochi sembrano avere notato che il sistema di proprietà legale di una nazione avanzata è il centro di una complessa ragnatela di connessioni che permette a ordinari cittadini di creare legami sia con il governo sia con il settore privato, e ottenere così beni e servizi aggiuntivi. Senza i mezzi della proprietà formale, è difficile capire come gli attivi potrebbero essere utilizzati a tutti i livelli in cui lo sono in Occidente. Protezione delle transazioni. Una ragione importante per cui il sistema di proprietà formale occidentale funziona come una rete è che tutti i documenti di proprietà (titoli, atti e contratti che descrivono le caratteristiche di un bene significative dal punto di vista economico) sono seguiti e protetti continuamente mentre viaggiano attraverso lo spazio ed il tempo. I registri pubblici sono le agenzie statali che nei paesi avanzati custodiscono le rappresentazioni. Amministrano gli archivi che contengono
tutte le descrizioni degli attivi utili dal punto di vista economico, che siano terra, beni mobili o immobili, navi, industrie, miniere o aeroplani. Questi archivi metteranno in allerta qualsiasi persona che voglia usare un certo bene sui fattori che potrebbero limitare o migliorare il suo utilizzo: per esempio, ipoteche, facilitazioni, contratti d’affitto, arretrati, bancarotte o mutui. In aggiunta a sistemi di documentazione pubblica, si sono sviluppati molti altri servizi privati che aiutano le parti nel fissare, spostare e seguire le rappresentazioni, in modo che esse possano produrre, in modo semplice e sicuro, valore in eccedenza. Anche se sono stati stabiliti per proteggere la sicurezza, sia della proprietà che delle transazioni, è chiaro che i sistemi occidentali danno la precedenza a quest’ultima missione. La sicurezza si traduce soprattutto nella creazione di fiducia nel sistema delle transazioni, in modo che la gente permetta più facilmente che i propri beni conducano una vita parallela come capitale. L’enfasi occidentale sulla sicurezza delle transazioni permette ai cittadini di muovere grosse quantità di beni con pochissime transazioni. Nella maggior parte dei PVS, al contrario, la legge e le agenzie ufficiali sono intrappolate da sistemi legali coloniali e dal diritto romano, più orientata a garantire il titolo di proprietà che le transazioni. Sono diventate i custodi dei desideri dei morti. Conclusioni Molta della marginalizzazione dei poveri nei PVS e in quelli che escono dal comunismo, giunge dalla loro incapacità di beneficiare dei sei effetti che un sistema di proprietà formale apporta. La sfida che questi paesi si trovano ad affrontare non è quella di produrre o ricevere più denaro, ma quella di riuscire a comprendere le istituzioni legali che mancano, e chiamare a raccolta la volontà politica necessaria per costruire un sistema di proprietà che includa ricchi e poveri. Lo storico francese Fernand Braudel riteneva un grande mistero che il capitalismo occidentale ai suoi inizi servisse solo i bisogni di pochi privilegiati, è quanto succede nel mondo oggi: Il problema chiave è scoprire perché quel settore della società del passato, che io non esiterei a chiamare capitalista, dovrebbe aver vissuto come se fosse in una campana
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di vetro, isolato dal resto. Perché non fu in grado di espandersi e conquistare l’intera società? Perché una parte significativa della formazione del capitale fu possibile soltanto in certi settori e non nell’intera economia di mercato dell’epoca? Io credo che la risposta alla domanda di Braudel sia da trovare nell’accesso limitato alla proprietà formale, sia nell’Occidente del passato sia nei PVS e negli che furono comunisti di oggi. Investitori locali e stranieri hanno capitale; i loro beni sono più o meno integrati, fruibili, collegati e protetti da sistemi di proprietà formale. Ma sono soltanto una minima minoranza quelli che si possono permettere gli avvocati esperti, disporre di connessioni poderose, della pazienza e delle risorse necessarie per navigare nella burocrazia dei loro sistemi di proprietà. La maggior parte della gente, che non può ottenere i frutti del proprio lavoro rappresentati dal sistema di proprietà formale, vive al di fuori della campana di vetro di Braudel. La campana di vetro rende il capitalismo un club privato, aperto solo a pochi privilegiati, e attira l’odio dei miliardi di persone che se ne stanno fuori a guardare. Questo apartheid capitalista continuerà inesorabilmente fino a che noi tutti non affronteremo il difetto fondamentale nei sistemi politici e legali di molte nazioni, che impedisce alla maggioranza di entrare all’interno di un sistema di proprietà formale. È il momento giusto per scoprire perché moltissimi Paesi non sono stati in grado di creare dei sistemi aperti di proprietà formale. Questo è il momento, mentre i paesi del Terzo Mondo ed quelli che escono dal comunismo stanno vivendo i loro tentativi più ambiziosi di far funzionare sistemi capitalisti, di alzare la campana di vetro.
Questo articolo è ricavato dal capitolo 3 del libro dell’autore “The Mystery of Capital: Why Capitalism Triumphs in the West and Fails Everywhere else” (New York: Basic Books; Londra: Bantam Press/Random House; Lima: El Comercio, 2000).
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PanAL Dossier ONU. 2005 ANNO INTERNAZIONALE DEL MICROCREDITO
UNO SGUARDO SULL’AMERICA LATINA di Christina Barrineau er più di 40 anni, l'ONU ha dichiarato Anni Internazionali, per attrarre l’attenzione su problemi particolari ed incoraggiare l’azione internazionale su questioni di importanza globale. Il 2005 è stato dichiarato Anno Internazionale del Microcredito - AMC, con l’obiettivo di costruire settori finanziari inclusivi, quale passo verso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Ci sono stati molti eventi attorno all’ Anno internazionale del microcredito. Il rapporto ufficiale “Libro azzurro” è stato scritto in collaborazione con esperti mondiali per identificare gli ostacoli alla microfinanza e sviluppare indicatori, accettati internazionalmente, per valutarne il successo. Questi indicatori faciliteranno la trasparenza di mercato e si presteranno all'espansione della microfinanza. Il progetto offre visioni, amplifica la conoscenza di questa area. Sotto gli auspici dell'AMC, Banca Mondiale, in collaborazione col Dipartimento per Sviluppo Internazionale del Regno Unito, sta sviluppando, inoltre, indicatori economici per misurare l’accesso al settore finanziario, vitale per fornire alle persone povere gli strumenti finanziari di cui hanno bisogno per lottare contro povertà. E’ stato creato un Gruppo di patrocinatori di alto livello e di Emissari dell’Anno: Sua Maestà la Regina Rania di Giordania, e la Sua Altezza Reale la Principessa Matilde del Belgio. Emissari dell’ Anno, Aishwarya Rai ed Anggun e l’attore Michael Douglas, che hanno dimostrato il loro impegno nella microfinanza, apparendo in annunci pubblici (Public Service Announcements, PSA). Citigroup e Visa stanno distribuendo il PSA dell'AMC in tutto il mondo. L'AMC ha ricevuto copertura da una lunga serie di media in tutto il mondo, mentre il sito internet dell' Anno Internazionale del Microcredito riceve circa 20.000 visitatori al mese da più di 130 paesi. In riconoscimento dell'AMC, l'Economist ha in programma di pubblicare un servizio di quattordici pagine sulla microfinanza nel suo numero del 3 novembre 2005. L'AMC è stato un successo; ad Agosto 2005 più di 300 eventi, frequentati da leader politici ed esperti finanziari sono stati realizzati in tutto il mondo, per diffondere conoscenza e consapevolezza sui servizi finanziari alle persone povere. Una delle iniziative dell’AMC è consistita nel chiedere agli Stati membri di stabilire Comitati Nazionali - CN, per facilitare le attività e creare un dialogo sulle migliori pratiche, per costruire settori finanziari e più completi nei propri paesi. Ogni CN stima le sfide che le persone povere affrontano nell'accedere ai servizi finanziari e decidono sulle attività ed iniziative su questi problemi. Sempre ad Agosto 2005, un totale di novantadue paesi aveva sviluppato le attività per sostenere l' AMC e cinquantasette paesi avevano stabilito CN e Punti Focali. I CN includono rappresenti di vari settori. Duecentodue istituzioni statali sono state coinvolte e 40 banche centrali sono rappresentate. Sessantacinque orga-
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nizzazioni del settore privato e 21 Università e Centri di Ricerca sono pure rappresentati. Come parte del loro impegno per l’AMC, i Comitati Nazionali si sono dati tre specifiche mete, stabilite dai Consulenti dell’Anno. 1) Per chiudere il gap di informazione i Paesi stanno facendo grandi passi nel realizzare ricerche, valutare le pratiche correnti e il contesto della microfinanza per colmare il vuoto di informazioni. 2) Per aumentare la consapevolezza pubblica, i paesi stanno organizzando eventi pubblici, seminari e conferenze, disseminando informazioni attraverso i media (stampa, elettronica, trasmissioni), e coordinando campagne di comunicazione. Ventotto paesi hanno creato siti web, 196 conferenze sono state o saranno tenute nell'Anno. Nei vari Paesi stanno nascendo idee innovative per promuovere la microfinanza, includendo concorsi, parate, drammi teatrali, carovane, show commerciali, francobolli e banconote. Inoltre, i CN si sono dati da fare 3) per creare impegni. Molti Paesi stanno valutando la loro legislazione per creare contesti operativi favorevoli per le istituzioni finanziarie ed i loro clienti. Altri stanno concentrandosi sulla costruzione di reti, coinvolgendo vari settori e mobilitando risorse. Alcuni dei CN hanno anche piani per valutare l'AMC, quando sarà concluso, e stabilire le strategie a lungo termine e i passi oltre il 2005. Molti paesi che non hanno creato CN formali hanno dato il loro appoggio e stanno partecipando attivamente all’AMC. Trentacinque altri Paesi stanno prendendo parte in simili attività, sulla base dei tre obiettivi sopra indicati. Molti Paesi partecipano ad attività di ricerca e valutazione del loro settore di microfinanza e hanno organizzato conferenze e formazione. In tutto il mondo si stanno realizzando campagne di consapevolezza pubblica. Molti stanno partecipando nel Microentrepreneurship Awards Globale Programme o utilizzando canali come roulotte, esposizioni e documentari per scambiare informazioni e promuovere la microfinanza sotto il logo dell'AMC. Si stanno standardizzando le procedure e si sta lavorando per creare la legislazione e le strutture regolamentari che assisteranno la microfinanza. I Paesi si stanno impegnando anche in settori diversi ed stanno costruendo partenariati. Come l'America Latina celebra l'AMC. COMITATI NAZIONALI – CN. Fin dal lancio dell'AMC, diciassette paesi latinoamericani stanno partecipando allo sforzo globale per costruire settori finanziari completi, per creare vere possibilità finanziarie accessibili ai poveri. Undici paesi latinoamericani (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Salvador, Guatemala, Giamaica, Messico, e Nicaragua) hanno stabilito CN con il compito di progettare e condurre le attività necessarie per far
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Concetti Utili QUAL’È
LA DIFFERENZA TRA MICROFINANZA E MICROCREDITO?
Il microcredito è una piccola quantità di denaro prestata ad un cliente da una banca o altra istituzione finanziaria. La microfinanza si riferisce a prestiti, risparmi, assicurazioni, servizi di trasferimento, prestiti di microcredito e altri prodotti finanziari, destinati a clienti a basso reddito. CHI SONO I CLIENTI DELLA MICROFINANZA? I clienti della microfinanza sono persone generalmente povere ed a basso reddito. Possono essere donna capo-famiglia, pensionati, artigiani o piccoli coltivatori. Il gruppo di clienti meta per una data organizzazione finanziaria dipende dalla missione e dagli obiettivi dell'organizzazione. I SERVIZI FINANZIARI AIUTANO LE PERSONE POVERE E A BASSO REDDITO? Chiunque abbia accesso a risparmi, crediti, assicurazioni e agli altri servizi finanziari è meglio dotato e più capace di trattare con le evenienze di ogni giorno. La microfinanza aiuta i clienti poveri ed a basso reddito a trattare con le lo-
decollare il settore della microfinanza. I CN latinoamericani hanno l’appoggio di tutti i soggetti rilevanti nel settore della microfinanza, incluso il governo. Per colmare i vuoti di informazioni sul settore della microfinanza i paesi latinoamericani stanno conducendo vari studi e ricerche. Per esempio l’Argentina sta conducendo una ricerca sulle migliori pratiche di microfinanza nel paese; il Cile sta sviluppando una ricerca sull’ accesso alla microfinanza e sugli ostacoli infrastrutturali; il Salvador sta conducendo studi sulle micro e piccole imprese e sulla domanda di servizi di microcredito. I CN stanno organizzando anche diverse attività di formazione sulla microfinanza. L’ Argentina sta tenendo corsi di formazione sulle pratiche di sostenibilità ed istituzionalizzazione delle attività di microfinanza; l’Ecuador sta organizzando corsi di diploma e abilitazione per istruttori sulla gestione del microcredito. Alcuni paesi stanno creando, per colmare il gap di informazioni, database sulla microfinanza e collegamenti tra le istituzioni finanziarie e i settori che sono di rilievo nella microfinanza. L’Ecuador sta costruendo una partnership strategica per rafforzare i legami tra Istituzioni Microfinanziarie- IMF, la Bolivia sta organizzando una convenzione tra IMF e la Colombia sta costruendo un database quantitativo sul settore della microfinanza. Il Nicaragua sta organizzando le due competizioni di ricerca: il Nicaraguan Journalist Award sulla microfinanza e il Premio di Ricerca sulla Microfinanza diretto a stu-
ro necessità di base. Per esempio, con l’accesso alla microassicurazione persone povere possono affrontare spese improvvise associate con malattie serie o perdite dei beni. Il semplice accesso a conti di risparmio formali è di per sé stesso un incentivo a risparmiare. I clienti che partecipano ai programmi di microfinanza hanno condizioni economiche migliori che i non-clienti. COSA È UN'ISTITUZIONE DI MICROFINANZA? Un'istituzione di microfinanza (IMF) è un'organizzazione che offre servizi finanziari per i poveri. Mentre ogni IMF è particolare, hanno la caratteristica comune di offrire servizi finanziari ad una clientela più povera e più vulnerabile dei clienti di una banca tradizionale. CHE COSA È UN SETTORE FINANZIARIO INCLUSIVO? Un settore finanziario inclusivo permette a persone povere ed a basso reddito di accedere al credito, assicurazioni, trasferimenti e prodotti di risparmio. In molti paesi, i settori finanziari non offrono questi servizi alle persone a basso reddito. Un settore finanziario inclusivo sostiene la piena partecipazione degli strati di popolazione a più bassi livelli di reddito.
denti dell’Università. Vari Comitati Nazionali latinoamericani sono stati molto attivi nell'aumentare la consapevolezza pubblica sull'AMC. I Paesi stanno organizzando una serie di conferenze, seminari e fori su temi di microfinanza con la partecipazione di esperti nazionali ed internazionali nel campo. Per esempio, la Bolivia sta tenendo, una conferenza intitolata "Creazione di settori finanziari ed completi per persone di basso reddito", il Guatemala ha organizzato una conferenza per celebrare il lancio dell'AMC, e la Giamaica ospita un simposio nazionale sulla microfinanza. L’ Argentina sta tenendo un’esposizione su progetti riusciti, finanziati attraverso prestiti di microcredito. Il Messico sta tenendo seminari e fori su un numero di temi che includono gli aspetti sociali di microfinanza e l'acquisizione di poteri e responsabilità (empowerment) delle donne. Molti CN latinoamericani stanno avvalendosi dei media nazionali e di materiale di stampa per disseminare pubblicamente informazioni ed aumentare la gamma delle attività progettate per l'AMC. Il Cile ha pubblicato un comunicato stampa che annuncia il lancio del suo CN durante il Vertice Settimana sul Microcredito. Il Nicaragua sta perfezionando una campagna di media con pubblicazioni mensili, un bollettino di microfinanza trimestrale ed un periodico bi-annuale. Il Salvador sta costruendo una campagna di comunicazione istituendo un Comitato Stampa speciale, oltre al CN, che saranno responsabili di promuovere le attivi-
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tà dell'Anno e presentare una ricerca e documenti informativi. Il Nicaragua sta organizzando anche una gara al miglior dipinto per i bambini dei clienti della microfinanza, con lo scopo di incoraggiarli a dipingere il modo in cui percepiscono come la microfinanza ha cambiato le loro vite. Alcuni paesi stanno costruendo impegni, coinvolgendo gli altri settori della società, mentre partecipando in fori ed analizzando politiche economiche e finanziarie per creare una struttura legale che incoraggi lo sviluppo della microfinanza. Per esempio, la Colombia sta sviluppando una serie di tavoli di lavoro su problemi di settore e tematici come: il credito rurale, regolamentazioni ecc. L’ Ecuador sta analizzando la sua struttura regolamentare e legale sui servizi di microfinanza. Il Cile sta sviluppando raccomandazioni nazionali per una miglior microfinanza nel paese. Il Messico sta lanciando una decina di nuovi tipi di IMF. Altri punti forti latinoamericani Oltre ai risultati dei Comitati Nazionali, la regione ha avuto successi importanti in altre iniziative. Il Sig. Gilberto Gil, Ministro della Cultura del Brasile, è divenuto un Emissario per l'AMC. Il Ministro Gil registrerà un annuncio pubblico e parteciperà al Foro dell’AMC su Costruire Settori Finanziari Inclusivi che sarà tenuto a New York il 7 e 8 novembre 2005. Il 5 Ottobre 2005, il Segretariato dell'Anno internazionale del Microcredito, la Banca Interamericana di Sviluppo (IDB), e la Corporazione Andina di Sviluppo (ADC) ospiteranno un evento in Santa Cruz (Bolivia), per porre in rilievo la prospettiva latinoamericana e i risultati dell'AMC: "Espandere la Frontiera della Microfinanza in America Latina." Altri sette paesi latinoamericani (Repubblica Dominicana, Brasile, Cile, Colombia, Venezuela, Messico, Perù) stanno perfezionando il Global Microentrepreneurship Awards (GMA). Il programma GMA che è in funzione in 30 paesi è una competizione fra imprenditori poveri ed a basso reddito, che puntano ad illustrare e promuovere i modi nei quali la microfinanza arricchisce lo spirito imprenditoriale che esiste nelle comunità povere. Il programma GMA riconosce i contributi dei micro imprenditori alla sostenibilità economica delle famiglie e alle comunità nella regione latinoamericana.
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PanAL Dossier INTERVISTA A ROSINA VALVERDE
INCONTRO DI DUE MONDI NEL MICROCREDITO di Isabel Recavarren Malpartida Una donna del Cusco che comincia gli studi di economia nell'Università San Antonio Abad dal Cusco e scopre che i modelli economici studiati non rispondono alla realtà economica della regione Andina. Comincia una ricerca dove le questioni personali e professionali sono attorcigliate e scopre a poco a poco un modello che continua ad essere costruito. Cosa determina la nascita di Mide? Mide è nato nel 1999, ma ebbe antecedenti di lavoro dal 1994, quando io cominciai a lavorare in una ONG cuzqueña CADEP “José María Arguedas”-, che si dedicava all'area Andina, nonostante che cercassero una donna che parlasse Quechua e con esperienza di lavoro di genere, qualità che io in quel momento non avevo, pur avendo vissuto il maschilismo, ma fui attratta dall’idea di investigare il tema. Il CADEP “JMA” promuoveva gruppi di discussione nelle comunità rurali, avevo così l'opportunità di capire il pensiero del mondo andino. Cominciai a lavorare in Anta, un’area rurale, con un’economia di auto-consumo, con produttori che cercavano in qualche modo di organizzarsi, le donne lavoravano in attività diverse in casa. Realizzando attività produttive e di commercializzazione, ma poco valutate nel ambiente. Nell’epoca degli Incas il ruolo della donna era importante, ma col passare degli anni e per via dell'influenza di una cultura dominante, la donna ha sofferto le conseguenze del maschilismo prevalente nell'area. In questo momento la donna in molti casi è sottoposta ad abusi, in luoghi rurali molto lontani dalle città ancora si vedono scene del tipo: “Gli uomini viaggiano montando a cavallo e le donne dietro, caricando pesi e camminando.” Ho lavorato in organizzazioni di donne dove scambiavano idee, meditavano sulle relazioni ineguali tra uomini e donne, io avevo l'opportunità di conoscere da vicino una Federazione di Donne Rurali, si univano per interessi comuni su temi pratici della vita quotidiana ed aspetti strategici che volevano realizzare, si fortificavano e con sicurezza cominciavano a prendere decisioni all'interno del ambiente, manifestavano quello che pensavano. Nel lavoro nelle organizzazioni loro ricevevano credito in prodotti “semillas” denomiati “Fondi di rotazione” la tendenza di questo sistema non era sostenibile. Continuarono con i Fondi di rotazione? Di fronte al dubbio di continuare col sistema del “Fondo di rotazione”, è nato il tema del microcredito. Io ebbi la fortuna per essere presente nel dibattito istituzionale nel CADEP “JMA”, riguardo al credito rurale, un gruppo di professionisti dell'istituzione si mise a studiare il tema; per esempio noi investigammo l'esperienza in un paese distante come il Bangladesh. Noi avevamo un'esperienza concreta che concedeva credito a 15 contadini di una comunità di Anta “Miskiyacu” il risultato fu sorprendente, assieme a loro visitammo un’esperien-
za concreta ad Arequipa dell'istituzione FONDECAP che aveva lavorato con donne, avevamo la sicurezza che era la risposta per lavorare con donne rurali, l'esperienza di FONDECAP si era sviluppata nella Valle del Colca, vedemmo donne che lavoravano, ricevevano microcredito, eseguivano iniziative imprenditoriali, tricicleros, panettieri, ecc. Si offriva un capitale a persone non bancabili. Io ero estremamente entusiasta. A Cusco l’entusiasmo non era generale. Venne proposta la creazione di un ente parallelo o una filiale di FONDECAP. La decisione fu di far parte di FONDECAP. Iniziammo a implementare un fondo di 2.000 dollari per 15 persone, 3.000 per 15 donne, il risultato fu impressionante. Loro decidevano su cosa investire. In una zona rurale questa proposta cambiava l’ordine. Loro utilizzavano liberamente il microcredito nell’agricoltura, ciò che ci entusiasmò fu la responsabilità delle donne nella gestione. Dunque fu un successo…. Non precisamente, nel settembre 1994 si unì all’equipe Adolfo Pareja che veniva dal settore bancario, entrambi riflettemmo su ogni passo, analizzammo ogni momento. Comprendemmo che il metodo di concessione del credito che avevamo implementato veniva da Arequipa, ma al Cusco non funzionava tanto bene e meno verso le donne. Iniziammo creare un metodo per rafforzare l’organizzazione, attraverso il voto segreto nel quale esse partecipassero e che rispondesse alla mentalità rurale, (voto segreto: sono due schede una con il disegno del viso di una donna felice che significava “Si, era scelta per accedere al microcredito” e il viso triste che significava “ No, non era scelta per accedere al microcredito, per ora”. Tramite queste schede l’organizzazione selezionava le beneficiarie. Perché la concessione di microcredito si accompagna a corsi di formazione imprenditoriale? Nel 1999 analizzammo il tema sociale, cercammo di capire se veramente si realizzava il cambiamento o un impatto nella vita delle donne. Non ostante avessimo risposto con le regole del microcredito, realizzammo uno studio sull’impatto sociale dalla prospettiva delle donne , per mezzo di tecniche partecipative: per esempio il “socio dramma”. Avevamo più di 2.000 donne in quel momento nel nostro portafoglio. Il risultato di questo studio fu impressionante, scoprimmo che le donne vivevano sottomesse al marito, in alcuni casi per il fatto di essere donne non ricevevano l’eredità dei terreni del padre. Quando si sposavano si trovavano in una situazione di totale dipendenza, riferirono casi nei quali in case veniva fatto loro notare che non possedevano nulla e che erano di poco valore. Riferirono episodi di risorgimento quando grazie al microcredito affittarono terreni, producendo mais e finalmente poterono mangiare una pannocchia (choclo) propria. Con la stessa logica le loro figlie non andavano a scuola, ma ora, grazie al cambio, ci vanno. Potemmo verificare che le relazioni di potere hanno a vedere molto con il tema della povertà, è povertà delle relazioni umane, significa recuperare la libertà.
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Potemmo verificare che non erano le conoscenza universitarie quanto ci mancava, ma un ambiente nel quale potessero prendere decisioni, potessero accedere e prendere controllo delle risorse, sono aspetti che non si limitano al piano economico. Trattandosi di donne analfabete come avete fatto la ricerca? Tramite il “socio dramma” analizzammo ciò che succedeva quando una donna riceveva il microcredito. Scoprimmo che molte di loro arrivavano a casa e incontravano il marito ubriaco che le portava via il denaro. Poi, per via della spirale della violenza, quando arrivavano i figli, la madre li maltrattava. Ciò voleva dire che noi, con la nostra attività generavamo più violenza! Iniziammo a lavorare in laboratori molto timidamente. D’altro canto FONDECAP ad Arequipa era in crisi, per alcuni errori nelle gestione del programma di credito. E’ così che nel dicembre 1999 nasce MIDE, microcredito per lo sviluppo, con il simbolo della “Chuspa” la borsa dell’epoca Inca nella quale si conservavano le pepite d’oro. Nel 2000 il nostro orizzonte non era solo economico, ma anche sociale. Si forniva sviluppo e crescita. Sviluppo inteso come esercizio dei diritti, che non si misura solo economicamente. Il programma di credito si sviluppò e costruimmo una metodologia di credito che include tecniche di inter-apprendimento e riflessioni all’interno dei gruppi rispetto a: la sua persona, le relazioni con l’intorno, la sua attività e formazione professionale, i suoi rapporti con la famiglia e altri temi. Incorporammo nella metodologia tre temi puntuali: “Autostima”, “Cultura creditizia” e “Cultura del risparmio”. Successivamente MIDE inizia a coordinarsi con altre istituzioni, tecnici e professionisti, per potenziare le iniziative economiche delle donne rurali in temi specifici di produzione, piani di affari, marketing, e altri temi specializzati per iniziative economiche rurali. Verificammo in seminari partecipativi che gli strumenti principali si basano in disegni realizzati dalle stesse donne, che si stava producendo una presa di coscienza rispetto alla loro situazione generale che stava cambiando, ora il marito le appoggiava, vi era un cambiamento: le relazioni di genere in alcun modo stavano cambiando. Penso che la povertà non la dobbiamo solo misurare per il possesso dei beni materiali, ma anche rispetto alla situazione delle relazioni di po-
tere, che dovevano costituire una base equilibrata per una nuova società. Attualmente qual’è la situazione del microcredito al Cusco? Abbiamo una abbondanza di fondi da parte di CARITAS, PRISMA e altri, con il rischio di sovra indebitamento, noi consideriamo che il denaro non è tutto. Il nostro obiettivo è la riflessione sul sovra indebitamento. Combinare in modo pragmatico e sociale lo sviluppo dei mercati finanziari non con una visione esclusivamente capitalista, ma unita a una visione sociale, di educazione, di denaro nella sua capacità di soddisfare le necessità e di aiuto a costruire. Uscire dalla povertà è essere in pace. Quale è la sua opinione sulla proposta di Hernando de Soto, faciliterebbe il credito? Ho letto alcuni documenti di Hernando de Soto e rispetto le sue idee. Tuttavia la proprietà nelle campagne non è concepita come nella mentalità occidentale, si starebbe parlando della privatizzazione dei terreni comunali (le comunità sino a 500 famiglie possiedono territori), di comunità che hanno un senso collettivista. Inserire meccanismi di potere nella divisione dei terreni può destabilizzare le relazioni. Una facilitazione dello sviluppo non deve imporre un modello. E’ necessario scoprire uno sviluppo territoriale che risponda alle aspettative della gente dove si possano sviluppare. E’ necessario ragionare con la gente per incontrare la forma più adeguata, trovare la metodologia adeguata capendo la razionalità economica del mondo andino. Quanto può essere buono per la costa e differente per la regione andina, il modello non può essere imposto, ma costruito dalle radici. Il microcredito è conoscere quello che la gente vuole come persone. Come è iniziato il rapporto con la ONG italiana ETIMOS? Ci siamo conosciuti nel 1998 a New York, al vertice del microcredito. Sapemmo che avrebbero costituito la Banca Etica, condividemmo la visione che la finanza non è fredda, ma che deve darsi una visione umana. Guido Mosca di ETIMOS è venuto al Cusco, si è immedesimato nel nostro lavoro per quasi tre mesi. Ci concessero un prestito di 60.000 dollari con la garanzia di SOS FAIM del Belgio. Successivamente la nostra garanzia aumentò e anche il prestito, ma la cosa più importante è stata la relazione che abbiamo sta-
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bilito, camminare insieme. Ogni anno realizziamo il “Compartimos” come quello fatto al Cusco nel quale intercambiamo esperienze, e ogni anno ci conosciamo meglio. Esiste un organismo regolatore e di controllo finanziario delle attività del microcredito? In Perù esiste la Superintendencia de Banca y Seguro che controlla le istituzioni finanziarie. MIDE è una ONG è stiamo lavorando all’autoregolazione con COPEME. Con questa è stato fondamentale misurarci con gli indicatori e standard bancari. Siamo in un processo di formazione finanziaria. Abbiamo con l’Unione europea e SOS FAIM del Belgio un progetto sul rafforzamento delle capacità e delle iniziative economiche delle donne rurali nel Sud del Perù, che equilibra gli aspetti segnalati prima. Da quando Lei è parte del Consiglio direttivo di ETIMOS? Per via della nostra relazione con ETIMOS abbiamo trovato gran empatia con Marco Santori e Fabio Salviato. Il pensiero ci unisce, quando siamo arrivati a “Compartimos 2003” abbiamo fatto conoscere la nostra visione e notato grande entusiasmo per includere l’America latina, conoscerci, capirci e partecipare all’Assemblea. Mi sono sentita molto felice di ricevere questa accoglienza. Nel 2004 tornammo, il Consiglio di amministrazione di ETIMOS presentò un rapporto e esperienze: erano tutti uomini. Il giorno successivo altra riunione: tutti uomini. Chiesi: Perché parlano solo uomini? Dove sono le donne? Le mie domande causarono un certo scompiglio nel Consiglio di amministrazione, formato da soli uomini. Si generò un dibattito e venne proposto di farvi partecipare le donne, ma anche il loro punto di vista. In febbraio mi inviarono una lettera nella quale mi proponevano di far parte del Consiglio di amministrazione di ETIMOS. E’ così che “Compartimos 2005” lo abbiamo realizzato al Cusco, per via dell’anno delle micro finanze, con Susana Pinella, direttrice di IDESI- Perù, socio di ETIMOS. Preparammo il programma, lo coordinammo con ETIMOS, con le istituzioni peruviane e latinoamericane, fu la prima volta che si parlò di questo tema al Cusco. Parteciparono istituzioni di vari paesi tra i quali. Italia, Francia, Belgio, Canada, Brasile, Ecuador. Il Consiglio di MIDE ha ricevuto con molta allegria questo incarico e desideriamo continuare a lavorare e partecipare costruendo uno sviluppo sostenibile e umano nei due mondi.
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PanAL Integrazione COMUNITÀ SUDAMERICANA DELLE NAZIONI (CSN)
INDICATORI DEMOGRAFICI ED ECONOMICI di Comunidad Andina, Secretaria General a CSN ha una popolazione di 372 milioni di abitanti. Circa 79 e 84 milioni in più rispetto agli Stati Uniti ed all’Unione Europea, 79 milioni in più rispetto al Giappone, ma 927 in meno rispetto alla Cina. Il Brasile è il paese con più abitanti, che rappresentano il 49,7% del Sudamerica, segue la Colombia con il 12,2%. Il Surinam è il paese col minor numero di abitanti, 0,1%. La popolazione dei paesi della Comunità Andina è di 122 milioni nel 2004, il che rappresenta il 32,7% della popolazione della regione. Nel Mercosur vivono 233 milioni di persone (2004) che costituiscono il 63% del totale. Infine la popolazione del Cile è di 16 milioni.
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Nel 2004, l’andamento economico della regione sudamericana è stato buono. Tale comportamento è stato dovuto al cambiamento favorevole che si è prodotto nel contesto internazionale, alla tendenza verso l'alto nei prezzi dei prodotti di base ed, infine, al dinamismo delle esportazioni. Inoltre tutto ciò si è accompagnato a bassi tassi di inflazione e disoccupazione. Il Pil dell’ America del Sud è stato pari 1,2 miliardi di dollari, che rappresentano 10% del Pil degli Stati Uniti, il 9,7% dell'Ue, il 26% del Giappone e 72% di quello della Cina. Le esportazioni dell’ America del Sud sono state di 237 milioni di dollari, il che equivale al 30% di quelle degli Stati Uniti e al 10% dell'Ue. Inoltre l’America del Sud rappresenta rispettivamente il 40 e 44 % delle esportazioni della Cina e del Giappone,. In termini di Pil pro-capite i quattro paesi che hanno il più elevato livello sono: Cile (5.785 dollari), Venezuela (4.075), Argentina (3.963) e Uruguay (3.828). I paesi che con i più elevati livelli di esportazioni pro-capite sono: il Cile (1.861 dollari), seguito dal Surinam (1.443, ciò si deve alla bassa popolazione del Paese), Venezuela (1.298) e Argentina (888); le importazioni procapite più elevate sono quelle di: Suriname (1.592), Cile (1.210), Uruguay (907) e Venezuela (626). Prodotto interno Lordo L'economia dei paesi della CSN ha registrato una crescita straordinaria del 6,7% nel 2004. Questa crescita, per il secondo anno consecutivo, è stata influenzata dal favorevole contesto internazionale. 1
CEPAL. América Latina y el Caribe: Proyecciones 2005
Anno 2004: SUPERFICIE, POPOLAZIONE, PIL, ESPORTAZIONI
SUDAMERICA ARGENTINA BRASILE PARAGUAI URUGUAI MERCOSUR CHILE BOLIVIA COLOMBIA ECUADOR PERU VENEZUELA COMUNIDAD ANDINA GUYANA SURINAM GUYANA Y SURINAM
SUPERFICIE Milioni di Km_ 17 658 100% 2 777 16% 8 457 48% 407 2% 178 1% 11 819 67% 757 4% 1 099 6% 1 142 6% 272 2% 1 285 7% 906 5% 4 704 27% 215 1% 163 1% 378 2%
POPOLAZIONE Milioni abitanti 372 100% 38,2 10% 185,0 50% 6,2 2% 3,4 1% 233 63% 16,3 4% 9,2 2% 45,3 12% 13,6 4% 27,5 7% 26,0 7% 122 33% 0,8 0,2% 0,4 0,1% 1 0,3%
La forte crescita dell'economia mondiale ha prodotto un cospicuo aumento nei prezzi dei prodotti di base e del petrolio, il che ha favorito molti paesi della regione. Tutti i paesi dell'America del Sud hanno registrato una crescita del loro Pil nel 2004. In questo scenario, il Mercosur ha incrementato la sua crescita dal 2,4% del 2003 al 5,9% del 2004. Questo risultato è stato influenzato dalla crescita del 12% dell’Uruguay e dell’8% dell'Argentina. L'economia cilena, con una crescita del 6%, ha continuato nella tendenza positiva di questi ultimi anni. D'altra parte la Comunità Andina è passata da una crescita negativa del -0,8% nel 2003 al 9 % del 2004. Questa crescita straordinaria riflette, in gran parte, il recupero dell' economia venezuelana che, spinta dagli alti prezzi del petrolio, ha registrato una crescita del 17 %. La crescita del Venezuela è stata, nel 2004, tra le più elevate dell’America Latina. Anche negli altri paesi della regione andina la crescita dell’economia è stata la più elevata di questi ultimi anni. Al medesimo tempo la Guyana e il Surinam hanno conseguito variazioni positive del Pil dell’ 1,5 e 4 per cento rispettivamente. Prendendo come base il 1994, si osserva che l’America del Sud è cresciuta, nel 2004, del 23% rispetto al 1994. All’interno della regione è il Cile a mostrare, nel decennio 1994-2004, la crescita più rapida (50%), seguito dal Surinam (27%). Da parte sua il Mercosur, la Comunità Andina e la Guyana, crescono rispettivamente del 21, 20 e 24
PIL Milioni $ correnti 1 183 270 100% 151 501 13% 604 855 51% 7 127 1% 13 138 1% 776 621 66% 94 105 8% 8 784 1% 97 473 8% 30 015 3% 68 410 6% 106 000 9% 310 682 26% 753 0,1% 1 109 0,1% 1 862 0,2%
ESPORTAZIONI Milioni $ correnti 236 991 100% 33 954 14% 95 004 40% 1 626 1% 2 922 1% 133 506 56% 30 270 13% 2 254 1% 16 477 7% 7 224 3% 12 365 5% 33 775 14% 72 095 30% 483 0,2% 638 0,3% 1 120 0,5%
per cento. Per l’anno 20005 si prevede che si manterrà uno scenario positivo nell’America del Sud, con una crescita stimata tra il 4,2% e il 5,1%1 . L’Inflazione. Negli ultimi anni sia la Comunità Andina, che il Mercosur e il Cile, hanno intrapreso grossi sforzi per ridurre l’inflazione. Se nel 2002 vi è stata una crescita dell’inflazione, rispetto all’anno precedente, a partire dal 2003, in America del Sud, l’inflazione è tornata a scendere. In media, nel 2004, l’inflazione è stata pari al 7,2%. Nella comunità Andina dal 30,4% del 1994 è scesa al 7,6% del 2004. A livello dei paesi della Comunità Andina, Colombia, Ecuador e Venezuela hanno fatto registrare un’ inflazione inferiore di due punti percentuali rispetto all’anno precedente. Bolivia e Perù hanno registrato, assieme al Cile, i livelli più bassi di inflazione in America del Sud. Da parte sua il Mercosur ha registrato nel 1994 un tasso di inflazione del 723,9% (indice influenzato sensibilmente dall’elevata inflazione in Brasile), ma a partire dal 1995 questo ha cominciato a scendere in modo significativo. Tra il 1996 ed il 2004 l’inflazione del Mercosur è stata inferiore al 10%, ad eccezione del 2002, quando ha raggiunto il 17,5%. In Cile l’inflazione è scesa sino al 1999, per poi salire al 4,5% del 2000. Negli anni seguenti l’inflazione torna a scendere sino al 2,4% del 2004.
Integrazione
Riserve internazionali. Le riserve internazionali dell’America del Sud sono state di 141 miliardi di dollari nel 2004, con un incremento di 15 miliardi di dollari rispetto al 2003. Negli ultimi due anni l’incremento è stato, dunque, significativo. Per la Comunità Andina le riserve internazionali hanno toccato i 50 miliardi di dollari, il che rappresenta il 35% di quelle dell’America del Sud. Le maggiori riserve si trovano nel Mercosur, 75 miliardi di dollari, che costituiscono il 53% del totale sudamericano. Le riserve internazionali del Cile sono state pari, nel 2004, a 16 miliardi di dollari, con un incremento di 165 milioni rispetto all’anno precedente. Il Cile copre circa l’11% delle riserve della regione. Infine le riserve internazionali della Guyana e del Surinam sono state rispettivamente di 232 e 129 milioni di dollari. Esportazioni Il commercio esterno della regione ha fatto registrare un andamento molto positivo nel 2004. Le esportazioni al Mondo presentano una tendenza crescente dal 1994. sono salite da 109 miliardi di dollari nel1994 a 237 nel 2004, il che comporta un tasso medio dell’8% nel decennio considerato. Tutti i paesi della regione hanno incrementato le proprie vendite al Mondo nel 2004. In Cile le esportazioni sono aumentate del 55% rispetto al 2003, mentre il tasso di crescita del periodo 1994-2004 si è collocato al 10%. Tale tasso di crescita è il maggiore nella regione sudamericana. Nella Comunità Andina le esportazioni, che
erano di 34 miliardi di dollari nel 1994, sono giunte a 72 miliardi di dollari nel 2004. Le esportazioni andine hanno registrato il più alto livelli degli ultimi 36 anni, sia a livello extra-comunitario che a livello intra-comunitario. Il tasso medio annuo del decennio in considerazione è del 7,7%. Le esportazioni del Mercosur, che erano state di 62 miliardi di dollari nel 1994, sono giunte a 138 miliardi nel 2004, con un tasso medio dell’8%. Lo scorso anno la crescita è stata del 28% rispetto al 2003. In sintesi, nell’ultimo decennio il Sudamerica ha più che raddoppiato le sue esportazioni, con una crescita che coinvolge tutti i suoi paesi. Importazioni Similmente alle esportazioni nel 2004, si è registrato un aumento delle importazioni del Sudamerica dal resto del Mondo. Durante il periodo 1994-2004 il tasso medio annuo è stato del 5%. L’ammontare delle importazione della regione è salito dai 103 miliardi di dollari del 1994 ai 172 del 2004. Il tasso di crescita del 2004, rispetto al 2003, è stato del 38%. All’interno della regione andina il Venezuela è il paese che ha fatto registrare la maggior crescita su base annua, con l’80%, seguono Colombia (30%), Perù (24%), Ecuador (20%9 e Bolivia (18%). D’altro lato le importazioni dei paesi del Mercosur hanno sperimentato una crescita elevata tra il 1994 ed il 1997, scendendo poi negli anni successivi. Nel 2004 sono tornate a crescere, raggiungendo i 95 miliardi, con una crescita annua del 37%. Nel periodo in esame (1994-2004). Nel periodo in esame le importazioni del
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Mercosur sono cresciute ad un tasso medio annuo del 5%. Anche in Cile le importazioni sono aumentate in modo significativo, 30% rispetto al 2003, per un ammontare di 22 miliardi di dollari, un fatto che si spiega con il dinamismo dell’economia. Nel decennio le importazioni sono cresciute a un tasso medio annuo del 6,6%. Il Cile è così il secondo paese, in termini di crescita, dopo il Brasile. Bilancia Commerciale Nel 2004 la regione sudamericana ha registrato un saldo positivo della bilancia commerciale pari a 65 miliardi di dollari. Dal 1999 la Bilancia commerciale non solo è favorevole, me tende a migliorarsi continuamente. La comunità Andina, a differenza del Cile e del Mercosur, registra un avanzo commerciale in quasi tutto il periodo, ad eccezione del 1998, che ha fatto registrare il disavanzo di 6,8 miliardi di dollari. L’avanzo commerciale ha toccato il livello più alto nel 2004, con 19 miliardi di dollari. La bilancia commerciale del Mercosur ha registrato un disavanzo tra il 1995 ed il 2000, con un massimo di 14 miliardi di dollari nel 1998. Dal 2001 il saldo torna ad essere positivo, in quegli anni diminuiscono sensibilmente gli acquisti all’estero dei paesi del Mercosur, mentre aumentano le loro vendite all’estero, è del 2004 il maggior avanzo, 39 miliardi di dollari. Il Cile, il saldo della bilancia commerciale ha presentato saldi negativi sino al 1998, ad eccezione del 1995, che fece registrare un avanzo di 124 milioni di dollari. Dal 1999 in ogni anno il saldo è positivo, raggiungendo il suo massimo nel 2004, con 8 miliardi di dollari.
BILANCIA COMMERCIALE (milioni di dollari) PAESI ARGENTINA BRASILE PARAGUAI URUGUAI MERCOSUR CHILE BOLIVIA COLOMBIA ECUADOR PERU VENEZUELA COMUNIDAD ANDINA GUYANA SURINAM SUDAMERICA
1994 -5 652 10 466 -1 323 -873 2 618 -216 -156 -2 796 75 -1 267 8 319 4 176 -50 26 6 553
1995 842 -7 842 -2 217 -769 -9 986 973 -294 -3 448 169 -2 140 5 956 242 -82 -108 -8 960
1996 34 -9 622 -2 063 -938 -12 590 -1 415 -565 -3 493 969 -1 938 13 759 8 733 -78 -68 -5 418
1997 -4 168 -10 878 -2 267 -1 001 -18 313 -1 500 -603 -3 932 310 -1 621 8 641 2 794 2 43 -16 974
1998 -5 117 -10 492 -1 884 -1 040 -18 534 -2 355 -1 058 -3 888 -1 362 -2 458 1 952 -6 814 -114 -43 -27 860
1999 -2 401 -4 95 -1 116 -1 115 -9 176 1 639 -696 890 1 392 -558 6 757 7 785 -27 -101 120
2000 853 -4 964 -1 079 -1 164 -6 354 1421 -520 1 511 1 253 -607 16 024 17 661 -87 -13 12 628
2001 5 953 -1 573 -1 191 -1 000 2 190 1 086 -356 -526 -875 -251 8 201 6 192 -106 -58 9 304
2002 16 460 9 582 -722 -103 25 217 1 604 -398 -778 -1594 73 12 698 10 001 -70 -23 36 730
2003 15 496 21 041 -985 8 35 559 2 316 32 94 -661 -151 16 944 16 257 -387 -66 53 680
Fonte: Comunidad Andina, Secretaria General – Programa Estadístico Comunitario, Decisión 488 ALADI: Sistema de Informaciones de Commercio Exterior. Pagina web Comunidad Andina, Sistema integrado de comercio exterior (SICEXT) Fondo Monetario Internacional, Estadisticas Financieras Internacionales 2002 – Enero 2004 y Abril 2005. Elaboracion: COMUNIDAD ANDINA, Secretaria General. Proyecto 4.27.63 Estadistica
2004 11 756 28 861 -1 469 -192 38 957 7 943 367 -268 -637 1 573 17 503 18 537 95 -66 65 466
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PanAL Ambiente MITO O REALTÀ?
2015 l’America Latina raggiunge gli obiettivi del Millennio di Diego J. Rodríguez1 l trasporto dell’acqua occupa una buona parte del tempo delle donne e dei bambini di Chinameca, un comune localizzato nel Dipartimento di San Miguel, in Salvador. Chinameca ha circa 23.000 abitanti, la metà vive nelle aree rurali. Solo 9 delle 19 comunità di questo comune hanno accesso all’acqua potabile. Gli altri devono rassegnarsi a consumare acqua di cattiva qualità, che deve essere raccolta e trasportata da pozzi frequentemente molto lontani dai villaggi. La bassa qualità dell’acqua e la mancanza di buone pratiche di igiene acutizzano la presenza di malattie trasmesse dall’acqua e contribuiscono agli elevati tassi di mortalità infantile. E’ questa la realtà che fronteggiano migliaia di comunità e, di conseguenza, migliaia di persone in tutta l’America Latina e nei Caraibi. Nel 20022, circa 60 milioni (21 nelle zone urbane) di persone mancavano di accesso all’acqua potabile e circa 137 milioni (65 nelle zone urbane) non disponevano di strutture sanitarie (OMS/UNICEF 2004). Se consideriamo che la popolazione della regione nel 2002 era di circa 535 milioni, questi numeri, in raffronto con altre regioni in via di sviluppo, non sono tanto allarmanti. Tuttavia dobbiamo considerare la debolezza degli indicatori che di utilizzano per l’accesso e la raccolta dei dati. L’informazione sull’accesso all’acqua potabile si basa sulla vicinanza di una installazione fisica di provvista, senza contare la regolarità della somministrazione e nemmeno la qualità. Di conseguenza si deve riconoscere che la popolazione con accesso diretto e continuato ad acqua di buona qualità, è considerevolmente più bassa di quanto i dati indicano. Nonostante che, in termini relativi, i paesi della regione contino con elevati tassi di accesso all’acqua potabile e alle strutture sanitarie, vi è ancora un lungo cammino da percorrere. Circa il 60% delle famiglie nelle zone rurali e urbane che dispongono di accesso all’acqua potabile, mancano di un servizio continuato. Le perdite delle tubazioni sono, in alcuni casi, del 50%. Per quanto riguarda le strutture sanitarie, circa un terzo della popolazione dipende da sistemi di raccolta (toilette e fosse biologiche). L’eliminazione delle impurità delle acque di scarico continua ad es-
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ARROYITO - Monica Gonzales - Paraguay - Biennale di Venezia
sere un problema grave nella regione, dove solo il 14% dei volumi raccolti riceve un trattamento, mentre in America Centrale il solo 4% degli scarichi domestici ed industriali è depurato. E’ dimostrato che le carenze nei servizi di acqua e nelle strutture sanitarie sono la causa diretta del deterioramento delle condizioni di salute nella regione, nonché causa importante di malattie originate nell’ambiente, come le infezioni gastrointestinali, la mortalità prematura, specialmente tra i bambini con più bassa età, e di perdita di anni di vita e di produttività sul lavoro fra gli adulti. Nelle zone urbane queste situazioni colpisce le popolazioni più povere che si ubicano fisicamente nelle aree prospicienti i fiumi, utilizzate, praticamente, come discariche di rifiuti urbani e industriali. Negli ultimi anni, nella nostra regione, sono stati realizzati importanti progressi nella copertura di acqua potabile e strutture sanitarie. Tra il 1990 ed il 2002, nelle zone urbane più di 97 milioni di persone sono state provviste con un accesso all’acqua potabile e più di 87 contano con accesso alle strutture sanitarie. Nonostante ciò tale sforzo è stato sufficiente solo per coprire l’aumento della popolazione nelle zone urbane. Per quanto riguarda le strutture sanitarie, l’aumento della copertura non è stato sufficiente a soddisfare la domanda della crescita urbana (più di 95 milioni di abitanti). Nel periodo 1990-2002 le aree più beneficiate sono state quelle rurali, dal momento che 13 milioni hanno acquisito l’acceso all’acqua potabile e 11 milioni di persone contano con adeguati sevizi igienici.
1Le opinioni espresse sono di responsabilità dell’autore e non rappresentano necessariamente la posizione ufficiale del BID. 2 La popolazione dell’ America Latina e Caraibi nell’anno 2002 era di circa 535 milioni.
Gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) Gli sforzi per continuare con l’aumento nella copertura di acqua potabile e di strutture sanitarie, per promuovere l’accesso universale a questi servizi, non sono nuovi. Sul finire degli anni ’70 le Nazioni Unite organizzarono una serie di importanti conferenze per discutere temi di interesse globale. Una di queste si realizzò a Mar del Plata nel 1977, fu la riunione più importante a livello politico mai realizzata per discutere il tema delle risorse idriche. L’obiettivo principale di questa riunione era assistere i paesi in via di sviluppo, per evitare una crisi mondiale dell’acqua che si prevedeva per la fine del secolo scorso. Uno dei principali prodotti della Conferenza fu la raccomandazione di proclamare il periodo 1980-1990 come Decennio Internazionale dell’Acqua Potabile e del Risanamento. Durante tale decennio di intendeva conseguire l’accesso universale a tali servizi. Nonostante il fatto che questo obiettivo non sia stato raggiunto, è evidente che durante il decennio milioni di persone in tutto il pianeta hanno visto migliorare la propria qualità di vita per il maggior accesso all’acqua potabile e alle strutture sanitarie. L’universalizzazione del servizi si è resa difficile, nella nostra regione, a causa della forte crisi economica di quel decennio, la cosiddetta “decada perdida”, caratterizzata da una crescita media, in tutta la regione, del solo 1,2%, elevati disavanzi fiscali (in alcuni anni con una media sino all’8% del Pil) e tassi d’inflazione a tre cifre nella maggior parte dei paesi. Le scarse risorse finanziarie dei governi, durante la crisi, furono dedicate quasi esclusivamente al pagamento degli interessi del debito estero. Di con-
Ambiente
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Tab. 1: Traguardi dell’obiettivo 7 sulla sostenibilità ambientale Obiettivi Traguardo 9: Integrare i principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi e contenere alla perdita di risorse naturali.
Indicatori ◗ Proporzione di suolo coperto da boschi. ◗ Terre protette per mantenere la biodiversità ◗ Pil per unità di uso dell’energia, come
approssimazione dell’efficienza energetica Emissioni di diossido di carbonio pro-capite. ◗ Proporzione della popolazione con accesso sostenibile a una fonte sicura di acqua potabile, ◗ Proporzione della popolazione con accesso a servizi igienici di base. ◗ Proporzione della popolazione con accesso a una abitazione sicura. ◗
Traguardo 10: Ridurre alla metà la proporzione di persone senza accesso sostenibile all’acqua potabile entro il 2015. Traguardo 11: Ottenere un miglioramento significativo nelle vite di al meno 100 milioni di abitanti di baracche.
seguenza, a partire dagli anni ’90, l’economia dei paesi cominciò a migliorare, ma senza conseguire i livelli di crescita che si erano registrati prima della “decada perdida”. Questa è la realtà non solamente della nostra regione, ma della maggior parte dei paesi emergenti. La comunità internazionale ha risposto con alcune conferenze. Queste hanno portato ai principi di Dublino del 1992, ai tre fori mondiali dell’Acqua (1997 in Marocco, 2000 in Olanda e 2003 in Giappone), nella Conferenza del Millennio, organizzata dalle Nazioni Unite nel settembre del 2000 e che è una della riunioni più importanti e nella Conferenza per lo Sviluppo Sostenibile (Sud Africa 2002), nella quale il tema dell’acqua assume un ruolo importante. Come risultato della Conferenza del Millennio viene adottata la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite. Questa dichiarazione pone le basi per un’agenda dello sviluppo ampia, integrale e più efficace. Uno degli aspetti che occorre porre in evidenza è che stabilisce misure concrete per valutare il progresso realizzato per mezzo di un insieme di obiettivi, tra di loro legati, gli OSM, su alcuni temi, fra i quali lo sviluppo e l’ambiente. Il tema dell’acqua potabile e delle strutture sanitarie. Gli OSM in America latina e nei Caraibi. Gli obiettivi di sostenibilità ambientale contenuti negli OSM sono raggruppati in tre grandi traguardi che nel loro insieme rappresentano un pacchetto di impegni assunti dai paesi in materia di ambiente. Come si può osservare il tema dell’acqua potabile e strutture sanitarie si trova inquadrato nell’obiettivo 7 di sostenibilità ambientale e tanto i traguardi, quanto gli indicatori per misurare il suo soddisfacimento sono chiari. Però il conseguimento degli obiettivi di acqua e strutture sanitarie rappresenta una grande sfida per la regione, con varie implicazioni. Da una parte la misura dell’ampliamento della copertura di acqua e strutture sanitarie è rilevate in termini economici
e finanziari, dal momento che soddisfare gli OSM del settore significa che 228 milioni di persone in più avranno accesso a servizi di acqua potabile e 232 milioni avranno i benefici delle strutture sanitarie di base. Questo ampliamento della copertura richiede importanti investimenti. D’altro canto l’espansione dei servizi di acqua e delle strutture sanitarie ha implicazioni dirette nel soddisfacimento degli OSM in altre aree.
La Tabella 2 illustra il contributo dell’espansione di tali servizi agli altri traguardi e obiettivi. Il contributo e l’interrelazione con differenti settori dimostra chiaramente che l’acqua è un elemento fondamentale e il miglioramento di questi servizi è una condizione per soddisfare un gran numero di obiettivi, includendo l’eliminazione della povertà. L’aumento dei livelli di investimento in tali servizi costituisce una condizione necessaria, ma non sufficiente, per conseguire molti degli OSM. Le sfide in America Latina e nei Caraibi I livelli medi più bassi di copertura dell’acqua potabile si riscontrano nelle zone rurali dell’America Centrale3. Nel grafico 1 sono indicati i tassi di copertura per 10 paesi del-
Tab. 2. Il contributo dei servizi di acqua e strutture sanitarie migliorati agli OSM Obiettivi 1: Sradicare la povertà estrema e la fame
2: Estendere a tutti l’insegnamento primario 3: Promuovere l’uguaglianza tra generi e l’autonomia della donna
4: Ridurre la mortalità infantile 5: Migliorare la salute delle mamme
6: Combattere il VIH/SIDA, la malaria e altre malattie.
7: Garantire la sostenibilità dell’ambiente
8: Sostenere una associazione mondiale per lo sviluppo
Contributi ◗ Adulti
che godono di buona salute e che non devono curare bambini malati sono più produttivi. ◗ Persone con malattie idriche consumano un’ elevata percentuale del reddito (intermini relativi) in spese di salute. ◗ Persone in buona salute assorbono gli alimenti in forma più efficiente ci quelle malate. ◗ Il tempo dedicato alla raccolta dell’acqua e perso per problemi di salute contribuiscono ad aumentare la povertà. ◗ Migliori livelli di salute e diminuzione dei tempi richiesti per l’acqua migliorano la partecipazione alla scuola, soprattutto per le bambine. ◗ Installazioni sanitarie separate (per bambini e bambine) aumentano la partecipazione alla scuola, soprattutto per le bambine. ◗ La diminuzione dei tempi per il trasporto dell’acqua e per la cura di persona malate, libera per le donne tempi addizionali per dedicarsi ad attività produttive o al tempo libero. ◗ Fonti di acqua e installazioni igieniche ubicate vicino alle case diminuiscono il rischio di assalto al quale sono esposte le donne durante il trasporto dell’acqua. ◗ Una miglior quantità e qualità dell’ acqua e dei servizi sanitari riduce il pericolo di malattie e la mortalità infantile. ◗ Fonti di acqua accessibili riducono il carico di lavoro e i problemi di salute associati al trasporto dell’acqua, riducendo i rischi di mortalità nelle donne incinte. ◗ Servizi sicuri di acqua potabile ed igienici sono necessari negli ospedali, per assicurare l’igiene di base, soprattutto dopo il parto. ◗ Fonti di acqua potabile e servizi igienici sicuri contribuiscono a prevenire malattie idriche come la diarrea ed altre. ◗ Fonti di acqua potabile sicure e di buona qualità e una miglior gestione delle risorse idriche nelle zone abitate riducono il rischio di trasmissione della malaria e del dengue. ◗ Il trattamento adeguato degli scarichi industriali e domestici contribuisce a diminuire la pressione sulle risorse idriche scarse e promuove la conservazione degli ecosistemi La gestione ed uso efficiente delle risorse idriche prevengono la contaminazione delle fonti sotterranee e minimizzano i costi del trattamento. ◗ Le agende di sviluppo e le associazioni di cooperazione devono riconoscere il ruolo fondamentale dell’acqua potabile e dei servizi sanitari di base nei processi di sviluppo economico e sociale.
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la regione e quelli richiesti dagli OSM nel 2015. Nelle zone urbane, si veda il grafico 2, le possibilità di soddisfare gli obiettivi sono piuttosto elevate. Se venisse mantenuto il ritmo degli investimenti al passo con la crescita della popolazione, alcuni paesi come il Belice e il Costa Rica avranno raggiunto il traguardo nel 2015. Per il resto dei paesi se si realizzano investimenti e riforme importanti nel settore, gli obiettivi saranno raggiunti (ad eccezione di Haiti che richiede investimenti molto più elevati). Le sfide per ottenere queste mete sono innumerevoli e non omogenee nella regione. Le stime realizzate dalla Banca Mondiale, indicano che per ottenere gli OSM si richiede un investimento annuo di circa 800 milioni di dollari per l’acqua potabile e di 1,5 miliardi di dollari per le strutture sanitarie. Queste stime presuppongono un miglioramento nell’efficienza operativa e di investimento esistente nei paesi della regione, e non contemplano la necessità di infrastrutture idrauliche che possono essere necessarie per trattenere l’acqua nelle zone semiaride e aride. Di conseguenza si tratta di stime molto prudenti. In ogni caso questa necessità si traduce in una duplicazione degli investimenti in momenti di bassa crescita delle economie della regione, livelli di indebitamento pubblico non sostenibili e limitata partecipazione del settore privato. Tuttavia per soddisfare gli OSM non bastano le risorse finanziarie. Per raggiungere questi traguardi internazionali i paesi della regione devono superare una serie di sfide. Fra le quali: ◆ Elevati indici di urbanizzazione. L’America Latina è, nel mondo in via di sviluppo, la regione più urbanizzata, il 77% della sua popolazione vive nelle zone urbane. La concentrazione della popolazione nelle zone urbane aumenta i livelli di contaminazione e, di conseguenza, l’esposizione a differenti tipi di malattie idriche, che contribuiscono ad aumentare la mortalità e l’esposizione alle malattie nei bambini e la perdita di produttività degli adulti. Nelle aree urbane di molti paesi della regione, nonostante che si sia continuato con programmi per aumentare la copertura dei servizi di acqua 3Il
potabile e sanitari non sono stati sufficienti per fronteggiare l’aumento della popolazione. ◆ Insufficiente modernizzazione istituzionale. A livello nazionale le entità responsabili hanno pochi incentivi a svolgere le proprie funzioni di pianificazione settoriale. A ciò si aggiunge la mancanza di indipendenza nell’azione delle entità di regolazione. A livello municipale e, di conseguenza, nei processi di decentralizzazione politici che sono stati sperimentati e che si sperimentano nei paesi della regione, dovranno essere superati problemi relazionati con l’elevata politicizzazione, la ridotta autonomia, la mancanza di capacità tecnica e operativa, la carente indipendenza finanziaria delle imprese che forniscono servizi. ◆ La mancanza o debolezza delle politiche pubbliche. Le politiche attuali in molti dei paesi della regione mancano degli incentivi necessari per investire e operare in modo efficiente i sistemi di acqua potabile e sanitari e per fornire servizi sostenibili ai poveri. La sfida principale è formulare politiche pubbliche che permettano l’espansione dei servizi ai poveri, garantendo acqua di buona qualità e prendendo in considerazione la capacità di pagamenti da parte della popolazione, in funzione dei diversi livelli di reddito. Queste politiche devono anche promuovere l’uso di sussidi diretti in forma chiara e trasparente quando sia necessario, e irrobustire la capacità dei governi di svolgere le funzioni essenziali, stabilendo vincoli con altre politiche pubbliche (ambientale, agricola, macroeconomica, sanità, ecc.) Da ultimo è necessario stimolare la creazione di associazioni pubblico – private che permettano di distribuire le funzioni e i rischi in funzione dei vantaggi comparati che esistono nei settori pubblico e privato. ◆ Mancanza o debolezza dei quadri regolamentari. Questi quadri devono promuovere la partecipazione del settore privato, aumentare i livelli di investimento e facilitare la partecipazione della società civile e dei principali attori nel disegno e implementazione dei progetti. Si deve
Centroamerica è qui definito dai seguenti paesi: Belice (BL), Costa Rica (CR), Repubblica Dominicana (DR), El Salvador (ES), Guatemala (GU), Haiti (HA), Honduras (HO), Messico (ME), Nicaragua (NI), Panama (PN).
anche sostenere la concorrenza ed evitare asimmetrie nell’informazione, che è una delle principali cause del rigetto politico e sociale alle riforme e alla partecipazione del settore privato alla fornitura di servizi. ◆ Tariffe inadeguate. Oggi, nella maggior parte dei paesi della regione, le tariffe non sono sufficienti a recuperare i costi di operazione e mantenimento dei sistemi di fornitura. Esiste un rifiuto politico e sociale all’aumento delle tariffe. Tuttavia senza le risorse finanziarie necessarie la copertura dei servizi non può aumentare per coprire la popolazione povera e non possono essere realizzati investimenti. E’ necessario menzionare due punti importanti. Da un lato esiste un rifiuto della popolazione a pagare le forniture di acqua. D’altro lato l’economia politica del settore è tale che gli stessi agenti politici reagiscono in forma negativa di fronte ad ogni proposta di riscossione delle tariffe e/o dell’aumento delle stesse. Tuttavia nella maggior parte dei casi sono i poveri ad essere danneggiati per la mancanza di accesso all’acqua potabile. In Perù l’acqua in molte periferiche urbane l’acqua è fornita da camion cisterna che comprano l’acqua dall’azienda pubblica (SEDAPAL) a un costo di 0,25dollari al metro cubo (costo sussidiato dato che il costo marginale dei servizi di acqua potabile e per l’igiene è di 1 dollaro al metro cubo) e sono venduti al cliente finale (in generale poveri e senza connessioni alla rete) a 1,45$ al metro cubo. ◆ Barriere fiscali. Tali barriere limitano la capacità di indebitamento dei governi locali e dei governi nazionali per espandere i servizi di acqua potabile e sanitari. Il tema della mancanza di accesso a fonti di finanziamento è di somma importanza dal momento che molte delle riforme istituzionali, come quella per l’investimento nelle infrastrutture idriche, sia per mantenimento che per nuovi impianti, richiedono ingenti risorse finanziarie. Si deve incentivare il disegno di nuovi meccanismi finanziari e migliorare l’uso di quelli esistenti per poter appoggiare i paesi ad aumentare gli investimenti in acqua potabile e strutture sanitarie e, per tale via, soddisfare gli OSM. Alcune di queste riforme devono essere realizzate nel settore dell'acqua. Però vi sono riforme in altri settori che beneficiano indi-
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rettamente l’acqua. Ad esempio i paesi devono promuovere lo sviluppo dei mercati finanziari locali, in tal modo l’indebitamento delle imprese, tanto pubbliche come private, attraverso l’emissione di azioni, sarà una realtà. Gran parte del rifiuto sociale nel settore è dovuto a una ingegneria finanziaria che è stata introdotta in molti progetti, la quale ha incentivato sistemi tariffari in moneta forte, mentre la raccolta avveniva in moneta locale. Ogni sfida menzionata anteriormente dovrà essere risolta tenendo in conto le diversità istituzionali dei paesi, nonché l’ambiente macroeconomico, sociale, culturale e politico. Conclusioni L’espansione dei servizi di acqua potabile e delle strutture sanitarie è un tema estremamente complesso e non esiste una soluzione unica. Negli ultimi anni molto si è avan-
zato, ma molto rimane da fare. La comunità internazionale ha risposto, questa volta, con la Conferenza del Millennio. Gli OSM, nonostante siano una serie di traguardi stabiliti senza molte basi tecniche, contano con l’avallo politico di tutti i paesi membri delle Nazioni Unite. Nella Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile, realizzata in Sud Africa nel 2002 i paesi hanno enfatizzato il continuo appoggio all’osservanza delle mete e, in questo modo, agli OSM che oggi sono parte integrale delle strategie di sviluppo degli organismi e istituzioni bilaterali e multilaterali e dei paesi in via di sviluppo. Sono uno strumento che responsabilizza i governi a garantire l’accesso all’acqua e a servizi adeguati di igiene per tutta la popolazione, appoggiando così la riduzione della povertà. Ma non dobbiamo dimenticare che sono mete globali. Per poter rendere operative queste mete dobbiamo sviluppare strategie nazionali disegnate sotto i principi di sussidiarietà, prendendo in conside-
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razione i livelli più bassi di presa delle decisioni. La somma di queste azioni locali sono quelle che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi globali. Il conseguimento degli OSM sta condizionando una serie di riforme istituzionali di grande portata. Tali riforme saranno possibili solo se conteranno con l’appoggio politico a tutti i livelli (nazionale e locale). Vi sono speranze per l’importanza che i paesi sviluppati stanno dando agli OSM che venga svegliato l’interesse politico dei paesi in via di sviluppo per realizzare le riforme necessarie per incentivare e promuovere l’espansione dei servizi i questione. Vi sono paesi nella nostra regione che raggiungeranno il traguardo. Ma l’importante sarà l’inizio di un processo di cambio nei nostri paesi, che porti a formare un quadro comune nei processi di sviluppo che servirà per continuare a lavorare con l’obiettivo di rifornire di acqua potabile e strutture sanitarie tutta la popolazione.
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Il Programma EUROsociAL di Vittorio Tonutti 1 Puo spiegarci che cosa si intende per principio di “coesione sociale” nell’ambito delle politiche dell’Unione Europea? Qual è stata l’esperienza dell’Unione Europea in questo campo? La salvaguardia ed il rafforzamento della coesione sociale tra i paesi che formano l’Unione Europea ed all’interno dei singoli paesi dell’Unione é stata ed è una preoccupazione costante delle istituzioni europee. Tale preoccupazione è stata ed é più acuta allorché la particolare congiuntura storica ed economica rischia di far prevalere una logica puramente economica a scapito degli Stati economicamente meno sviluppati e/o degli Stati più deboli di popolazione all’interno dei singoli paesi. La preoccupazione per la coesione sociale e la salvaguardia del ‘modello sociale’ europeo ha dato recentemente origine alla strategia di Lisbona (il nome deriva dal Consiglio europeo di Lisbona che adottò il programma “Occupazione, riforma economica e coesione sociale” nel marzo 2000 ). Tale strategia mirava a salvaguardare il particolare modello sociale europeo e a garantire anche in futuro opportunità, posti di lavoro ed una qualità di vita accettabile ai cittadini europei. In tale prospettiva l’Europa doveva agire con decisione, a fronte della sfida economica preoccupante costituita dall’Asia e del rallentamento della crescita demografica europea prefiggendosi un obiettivo strategico nel prossimo decennio (all’orizzonte del 2010): diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale, nel rispetto dell’ambiente. Ma che cosa si intende allorché si parla di ‘coesione sociale’? La ‘coesione sociale’ non è qualcosa che esista in sé e per sé. E’ un concetto che descrive lo stato della convivenza sociale ed è una dimensione che evolve con la storia della società. È più facile, per alcuni versi, parlare degli effetti della presenza o dell’assenza di coesione in una società. In tal modo in una società socialmente coesa la stragrande maggioranza dei cittadini sperimenta un sentimento di appartenenza, si sente protagonista della vita sociale, si riconosce nelle istituzioni che considera legittime. Per altro verso in una società poco coesa gran parte delle persone vive una sensazione di isolamento e precarietà, si sente esclusa, reagisce
con la passività, rifiuta le istituzioni in quanto le considera illegittime. In tale situazione la democrazia è poco più che una parola. La coesione sociale ha a che fare con la solidarietà, con la possibilità aperta a tutti di partecipare alla vita economica e sociale, con la soddisfazione dei bisogni e dei diritti fondamentali, con l’equità del prelievo fiscale e delle politiche redistributive, con la protezione sociale, la dignità del lavoratore, il riconoscimento dei diritti delle minoranze, l’inclusione sociale, con una efficace amministrazione della giustizia . La coesione sociale suppone ovviamente un investimento economico ed un insieme di politiche (educazione, salute, protezione sociale, politiche fiscali, amministrazione della giustizia) concepite e gestite in modo tale da preservarla. Il costo di tali politiche, in particolari congiunture storiche ed economiche, può essere rimesso in discussione. E’ il caso europeo. La risposta dell’Unione dinanzi tratteggiata (ed è una sfida aperta) tenta di conciliare il dinamismo economico necessario per innalzare i tassi di crescita e di occupazione con la necessità e la volontà di salvaguardare la coesione sociale. Che cosa comporta per l’America Latina la carenza di “coesione sociale”? America Latina è il continente ove più grandi sono le disparità tra classi sociali ed ove ampi strati della popolazione sono esclusi dal processo politico ed economico. La faticosa riconquista della democrazia e della pace da parte di vari paesi della regione rischia di essere uno sforzo vano perché i dividendi della pace, della democrazia e del progresso economico non sono equamente ripartiti tra le diverse componenti della società. Molti paesi dell’America latina hanno politiche fiscali il cui gettito riesce a malapena a coprire le spese di funzionamento dell’apparato statale, peraltro ridotto al minimo. A fronte di tali fenomeni esistono, peraltro, grandi ricchezze e potenzialità. Una recente inchiesta ha posto in rilievo come in alcuni paesi latinoamericano i cittadini siano disposti a rinunciare alle istituzioni democratiche e ad accettare dei regimi autoritari pur di migliorare la loro condizione economica. Osservando le condizioni di vita prevalenti in molti paesi, tale atteggiamento appare comprensibile; ma al tempo stesso rivela una contraddizione che deve assolutamente essere risolta per costruire il futuro di tali paesi e permettere all’America Latina di inserirsi a pieno titolo nell’economia mondiale.
1 Le opinioni espresse sono di responsabilità dell’autore e non rappresentano necessariamente la posizione ufficiale della Commissione Europea.
Disuguaglianze ed esclusione sono, di fatto, potenti freni allo sviluppo dell’America Latina. L’identificazione di modelli di sviluppo economico e sociale che portino ad un riequilibrio delle società latino-americane, al consolidamento delle istituzioni democratiche e ad una crescita sostenibile è tuttora una sfida aperta. E sarà, in ogni caso, una sfida di lungo periodo. La promozione della coesione sociale è divenuta in questi ultimi anni una delle pietre angolari della politica dell’Unione Europea verso l’America latina. Nella dichiarazione finale del terzo vertice di Capi di Stato e di Governo d’Europa e d’America Latina tenutasi a Guadalajara (Messico) nel maggio 2004 si afferma la volontà di considerare la coesione sociale come parte essenziale di una strategia comune. Al punto 48 della stessa dichiarazione si fa menzione della promozione di intercambi di esperienze tra i paesi delle due regioni (Europa e AL) in merito alle politiche che promuovono la coesione sociale . Si apre, in tal modo, la strada al programma EUROsociAL menzionato al successivo punto 49 della risoluzione. Come e dove nasce la proposta di creazione del programma EUROsociAL? Quali sono gli obbiettivi a cui mira? EUROsociAL nasce dall’insieme delle ragioni precedentemente menzionate nonché dal convincimento che è importante porre a confronto esperienze e modelli perché da ciò possono sorgere idee ed innovazioni utilissime in merito al raggiungimento di un maggior grado di coesione sociale. L’obiettivo principale di tale programma, che beneficia di un finanziamento comunitario di 30 M di € e che durerà quattro anni, é di contribuire ad aumentare il grado di coesione sociale in America Latina agendo su alcune politiche considerate come vettori di coesione sociale. Si tratta, segnatamente, delle politiche dell’educazione, della salute, dell’amministrazione della giustizia, della fiscalità e dell’occupazione. L’attività principale con cui EUROsociAL intende conseguire tale obiettivo é l’intercambio di esperienze tra le amministrazioni pubbliche europee e latino-americane per quanto riguarda la concezione e la gestione di tali politiche considerate come gli strumenti principali per costruire la coesione sociale. Come avverrà questo intercambio? L’intercambio di esperienze avverrà essenzialmente a due livelli: • a livello dei decisori politici, cioè dell’insieme
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delle persone che contribuiscono alla concezione ed all’adozione di tali politiche. Si tratta, in questo caso, di favorire la riflessione politica sui grandi orientamenti e modelli sociali, di contribuire a orientare ed ispirare, mediante la conoscenza di esperienze diverse, chi ha o avrà la responsabilità di esercitare funzioni di governo o di approvazione delle leggi, di promuovere il confronto tra i problemi che le società europee e latino-americane devono affrontare. L’intercambio di esperienze tende, in questo caso, ad essere globale e ad incidere sugli orientamenti e sulla cultura politica e sociale delle classi dirigenti. • a livello di chi gestisce le politiche ed affronta nel quotidiano i problemi che esse pongono risolvendoli spesso in maniera innovativa. Si tratta, in questo secondo caso, di coinvolgere chi ha la responsabilità di dirigere e tradurre in atti concreti le politiche, in particolare i funzionari di rango elevato ed intermedio. In pratica si identificano, all’interno di ciascuna di tali politiche, alcune aree tematiche che abbiano una chiara connessione con i problemi di coesione sociale. Si fa, successivamente, l’inventario delle buone pratiche e delle esperienze innovative che possono costituire un punto di riferimento nell’ambito di tali tematiche; si passa poi a definire la domanda, a verificare cioè quali sono le amministrazioni latino-americane disposte ad impegnarsi in un percorso di innovazione e cambiamento nella gestione delle politiche e che siano interessate ad un intercambio di esperienze. Si procede quindi all’intercambio di esperienze che può assumere varie forme (seminari, corsi di formazione, visite in situ ecc.). Si tenderà comunque a privilegiare la visita diretta delle esperienze e l’approfondimento di quanto può essere trasferito in un altro contesto geografico. Gli intercambi di esperienze, che dovranno essere preparati in maniera approfondita e seria, dovrebbero condurre (e porremo condizioni severe perché ciò avvenga) a cambi significativi e duraturi nella gestione delle politiche considerate ed avere un effetto moltiplicativo. I cambi indotti dovrebbero costituire degli esempi o modelli suscettibili di generalizzazioni nell’ambito delle politiche nazionali (effetto moltiplicativo). Quale è stato il risultato della prima convocatoria (marzo 2005)? La Commissione ha lanciato nel novembre 2005 un invito a presentare proposte per la gestione del Programma EUROsociAL. Le migliori proposte sono state presentate da due Consorzi di amministrazioni pubbliche europee e latino-americane
a guida spagnola coordinati rispettivamente dalla FIAPP ( Fundación Internacional y para Iberoamerica de Administración y Políticas Públicas) per il settore ‘Amministrazione della giustizia’ e dall’Instituto de Estudios fiscales per il settore ‘Politiche fiscali’. Altri due consorzi a guida francese hanno presentato le migliori proposte per il settore ‘Politiche dell’Istruzione’ (organismo coordinatore è la CIEP, Centre International d’Etudes Pédagogiques) e ‘Politiche della Salute’ (organismo coordinatore è l’IRD, Institut de Recherche pour le Développement). Il settore ‘occupazione’ è stato affidato dalla Commissione alla Organizzazione Internazionale del Lavoro. Le attività di EUROsociAL non sono comunque riservate ai soli membri di tali consorzi. Una pubblicità adeguata dovrà essere fatta da tali Consorzi affinché le amministrazioni pubbliche che aspirano ad essere parte della ‘offerta’ (prevalentemente europea) o della ‘domanda’ (prevalentemente latinoamericana) di esperienze interessanti ed innovative nell’ambito delle aree tematiche dinanzi menzionate possano partecipare agli intercambi di esperienze. I Consorzi dovranno inoltre studiare quali sono le esperienze più interessanti da proporre e rivolgere quindi, di loro iniziativa, alle amministrazioni interessate, inviti a partecipare al programma. Che cosa possiamo attenderci per ciò che riguarda i risultati di questi progetti e per quando? EUROsociAL potrà produrre risultati nel medio e nel lungo termine. I risultati più immediati saranno il prodotto degli intercambi di esperienze a livello della gestione delle politiche considerate. Essi consisteranno nelle innovazioni, miglioramenti nella gestione e ri-orientamenti delle politiche alfine di incorporare in esse la preoccupazione per la coesione sociale. Dovremo fare in modo che su tali risultati si apra un dibattito e che divengano dei punti di riferimento e di irradiazione dell’innovazione a livello dei singoli paesi. I risultati di lungo periodo sono di natura intangibile ma non per questo meno concreti. Essi si riferiscono all’arricchimento della cultura politica dei decisori, ad una più complessa articolazione del dibattito economico e sociale, alle prospettive che possono aprirsi, alla discussione sui modelli di società, in una parola all’influenza su quell’insieme di idee, orientamenti di fondo, comportamenti e valori da cui scaturiscono le grandi scelte politiche e sociali. EUROsociAL è, come si può capire da quanto precede, un programma complesso ma estremamente interessante.
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Quién es Quién Irma Aréstizabal Segretario Culturale dell’Istituto ItaloLatinoamericano – IILA - Roma
René Cornejo Díaz Direttore Esecutivo di Proinversión
Hernando de Soto Economista – Presidente dell’Istituto Libertà e Democrazia - Perù
Fausto Pocar Professore di Diritto Internazionale Giudice della Corte Internazionale per la ex Jugoslavia – L’Aia - Olanda Membro del comitato scientifico del CEFIAL
Diego J. Rodriguez Economista, División de Medio Ambiente del Departamento de Desarrollo Sostenible nel Banco Interamericano de Desarrollo Washington, D.C.
Christina Barrineau Chief Technical - Advisor of the UN International Year of Microcredit UNCDF Microfinance Unit – New York - USA
Ana Reategui Vela Gerente della Dirección de Promoción y Apoyo al Inversionista Privado, Proinversión
José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra Deputado – Parlamento Europeo Bruxelles
Vittorio Tonutti Responsabile del Programma EUROsociAL della Commissione Europea - Bruxelles
Rosina Valverde Economista – Direttrice dell’ONG Mide ed integrante del Consiglio d’Amministrazione dell’ONG italiana ETIMOS.
XSTRATA Impresa mineraria Svizzera
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LA TRAMA E L’ORDITO Particolare di Muro - Luz Maria Bedoya
di Irma Aréstizabal Il Padiglione dell’IILA si trova nella sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Palazzo Cavalli Franchetti, San Marco, 2842, Venezia. Aperto fino ad Ottobre 2005, da Lunedì a Sabato dalle 11 alle 19 Istituto Italo-Latino Americano, il ria che si fondono nell’allegoria e nella mecui obiettivo è quello di mostra- tafora. re le più significative espressioni In tale complesso tessuto che costituisce la della realtà letteraria ed artistica realtà latinoamericana c’è posto anche per della cultura latinoamericana, ha deciso di l’urlo quando Juan Manuel Echavarría capmostrare l’opera di sedici artisti di dodici pae- ta, in una serie di video senza sotterfugi si alla 51° Biennale di Venezia. Per l’insie- concettuali, la dichiarazione semplice e nome abbiamo scelto il secondo titolo La trabile degli abitanti della costa pacifica e dei ma e l’ordito perché essendo abbastanza Caraibi colombiani, i quali raccontano le aperto e stimolante, consente la rappresentazione di posizioni differenti permettendo al fruitore di dialogare con la diversità di credenze e simboli; con i paesaggi (culturale ed urbano), i timori, le ansie, i dram- Ovillos - Joaquin Sánchez - Biennale di Venezia mi, le violenze; con la poesia, la bellezza, la creatività, lo humour loro sofferenze con il canto. e, soprattutto, con l’arte del nostro continente. Mescolando Low e High Tech, l’haitiano Pensando che la varietà richiede saggezza Maxence Denis “documenta”, con la sua inper poter creare un tessuto resistente Don- stallazione-video kwa Bawon, la realtà delna Conlon parla, nel suo video Coexistenla vita e le violenze sofferte nella capitale cia, “dell’esistenza di una cosa mentre già Port-au-Prince, e in tutto il suo paese nel 2004 ne esiste un’altra” . ed ancora oggi. I fili della trama e dell’ordito ci ricordano la L’ambiente urbano è cruciale in tutto il proricca tradizione dei tessuti andini nell’ope- cesso di codificazione della cultura latinoara di Joaquín Sánchez. Consapevole che la mericana attuale. La peruviana Luz Maria Bolivia è uno dei paesi che più e meglio han- Bedoya porta a Venezia una operazione che no conservato la tradizione preispanica e co- aveva sviluppato in altre città e che consiloniale del tessuto, Sánchez rivolge lo sguar- ste nel lasciare messaggi scritti su fogli di cardo verso la produzione popolare ancora le- ta nelle crepe dei muri delle vie che regigata ad un mondo rurale in via di smantel- stra con video e fotografie. Polibio Díaz rilamento e realizza una proposta plastica trae ed interpreta, nei suoi montaggi fotorinnovata. Anche l’installazione di Guiomar grafici dalle dimensioni prossime alle arMesa si fonde su forme di espressioni po- chitetture dei luoghi ritratti, il modus vipolari boliviane. Con i suoi Palos de lluvia, vendi degli abitanti più poveri della ReMesa svela il profondo senso della musica, pubblica Dominicana che affrontano una l’orgoglio della razza ed il rispetto della na- situazione economica sostenibile solo gratura del suo paese. zie all’incredibile vitalità ed allegria che li conIl barocco europeo ha trovato un terreno fer- traddistingue. Anche Los Carpinteros ritrattile nel continente americano dove è stato tano abitudini della loro isola -Cuba- con ogri-contestualizzato e adattato acquisendo getti, nobilitati dal buon disegno, che si imiconografie, simbologie e valori nuovi. Fe- pongono nella zona di frontiera tra il modele a questa caratteristica culturale, il gua- bile e l’architettura e si trasformano, con temalteco Luis González Palma propone con ironia ed eleganza, in metafore di problela serie La luz de la mente un barocchismo mi esistenziali. che, in quanto tale, consente la doppia let- Da sempre la ricchezza della fauna e della tura della fusione e dell’eccesso, il piacere flora dell’America Latina, la grandiosità dei dei sensi, la presenza del passato e la sto- suoi spazi e i suoi paesaggi vergini hanno
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attratto il viaggiatore e l’osservatore, ed hanno marcato radicalmente gli abitanti. L’esuberanza della fauna, che già avevamo percepito nel video Coexistencia di Donna Conlon, è presente in Something Going On Above My Head, la sinfonia che il colombiano Oswaldo Macià dirige combinando 2000 suoni di uccelli, raccolti negli archivi di ornitologia e audio-librerie di tutto il mondo. E parlando di uccelli non possiamo non soffermarci sulla donna pappagallo che, per un istante, è l’artista Cecilia Paredes che percorre con metafore una via simbiotica tra uomo e natura, mettendoci nella pelle di animali e piante in pericolo d’estinzione, come la vita stessa. La sfida dello spazio complesso del Palazzo Cavalli Franchetti conduce l’artista costaricana ad adattarvi l’altra opera: le gronde si confondono con i vetri delle finestre, entrano a far parte della facciata neo-gotica partecipando al movimento dello spazio interno durante il giorno, affacciandosi, provocatorie, sul Canal Grande durante la notte. La forza e l’immensità del paesaggio americano si riflettono nell’Arroyito di Mónica González, che lascia trasparire in quest’opera il suo amore per il fiume, l’importanza dell’acqua nella vita del Paraguay ed il “timore che il suo acquifero Guaraní scompaia”. Da sempre la definizione di ciò che è latinoamericano si è fondata, nella tradizione, su referenti spaziali molto concreti . Il salvadoregno Luis Paredes ottiene, nei suoi horizontes (orizzonti), l’evocazione di estensioni incommensurabili, di stati atmosferici e spirituali. L’effimero del tempo, il sentimento universale circa il tempo e la morte è anche poeticamente rappresentato nelle opere di Oscar Muñoz e di Jaime David Tischler rispettivamente di Colombia e Costa Rica. Il tempo come cammino in movimento nel quale scorre il suo inarrestabile ed in ubicabile spostamento. Un tempo, nell’arte del secolo XXI, cui manca una prospettiva unica ed organizzatrice, dove pullulano altre visioni, altri soggetti ed altri temi. Ordito magnifico che tutto consolida e congiunge è l’arte, pare dirci il cileno Gonzalo Díaz con la sua opera Muerte en Venecia, che lui definisce la sua opera da XVIII secolo e dove le lettere che compongono la parola ARTE sono delle vasche che contengono pesci rossi: la A otto, la R cinque, la T tre, e la E due secondo un segmento invertito della serie di Fibonacci.
★ Favorire e animare il dibattito sulle grandi scelte dell'integrazione europea;
L'Europa sotto casa A Milano, nello storico Palazzo delle Stelline, una vera e propria cittadella dell'Europa. Due delle più importanti istituzioni dell'Unione europea, il Parlamento e la Commissione, hanno in questa sede una propria rappresentanza. Pronte a dare informazioni ai cittadini, ad ascoltare le loro esigenze e a far comprendere la natura ed il funzionamento delle istituzioni dell'Unione europea e le sue politiche comuni. La Rappresentanza a Milano della Commissione europea, attiva dal 1981, svolge in particolare una serie di attività, destinate al grande pubblico e alle categorie economiche e sociali più specializzate, che sono intese a:
★
Collaborare con gli organi dell'informazione al fine di promuovere le iniziative dell'Unione europea;
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Rappresentare la Commissione presso istituzioni regionali, provinciali e comunali nonché presso le associazioni di categoria;
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Commissione europea Rappresentanza a Milano
Approfondimenti: Portale EUROPA: http://europa.eu.int Newsletter: Le 12 Stelle. Lettera dalle "Stelline". Settimanale a cura della Rappresentanza a Milano della Commissione europea http://europa.eu.int/italia/milano Europa newsletter http://europa.eu.int/newsletter/
Fornire informazioni ai cittadini sulle politiche comunitarie;
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Animare e coordinare le reti di informazioni della Commissione europea.
Dove siamo: Come reperire informazioni su EUROPA: http://europa.eu.int/geninfo/info/guide/ index_it.htm Il diritto dell'Unione europea: http://europa.eu.int/eur-lex/lex/it/index.htm Documenti della Commissione europea: http://europa.eu.int/documents/comm/ index_it.htm
Pubblicazioni: http://europa.eu.int/comm/publications/ http://publications.eu.int/index_it.html http://europa.eu.int/italia/milano/ 8_publications_it.htm
Commissione europea Rappresentanza a Milano Corso Magenta 59 20123 Milano Tel. 02 4675141 Fax 02 4818543 E-mail: antmil@cec.eu.int Sito: http://europa.eu.int/italia/milano Direttore: Roberto Santaniello
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