Idee, stili e storie
Anno 64, n°9 Magazine - € 3,90
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SPECIALE SHOPPING NATALE A VENEZIA
Poste Italiane s.p.a. spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 comma 1, NE/VE
con Kim Kardashian E KaNye West
yoko Calliandro Editore
LEVI’ S® IS A REGISTERED TRADEMARK OF LEVI STRAUSS & CO.
TA I LOR E D FOR THE
YO U NG A ND H U NGRY
GO F O RT H F I N D T H E T A P E R E D L O O K A T L E V I.C O M
sommario
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Editoriale UN NUMERO SPECIALE
8 il futuro secondo michael spence 11 la realtÀ aumentata e oltre
14 QUando al cinema si poteva stare in pieDi
25 Tutto l’Amore di Yoko (all you need is love) 28 cos’è STATO FLUXUS 32 This is y.o.
E. Canalis 16 POLAROID
34 Sulla via dello shopping 51 SE La casa è di ECOtendenza 53 Sulla via della felicità 54 L’OPERA è SUL GHIACCIO 57 LA FABBRICA DEGLI SCRITTORI 18
19 RAFFAELLO VERSO PICASSO Storie dI sguardi, volti e figure
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LIBRI & CO. E FINALMENTE ECCO RIALTO UN RAFFINATO EDITORE, FERDINANDO ONGANIA
L’illustre Idee, stili e storie
Direttore Responsabile: Daniele Pajar Direttore Editoriale: Yuri Calliandro In redazione: Shaula Calliandro
Hanno collaborato: Mariachiara Peron, Loretta Guerrini Verga, Sergio Asteriti, Pierluigi Tamburrini, Lucio Maria D’Alessandro, Federico Moro, Carlo Sopracordevole Relazioni Esterne, Commerciale, Coordinamento e Traffico: Sandra Riato - relazioniesterne@calliandroeditore.it • Marketing: Cristina Andretta In copertina: Rielaborazione grafica di Yoko Ono fotografata da Sean Lennon e Charlotte Kemp Muhl Immagini: Manuel Silvestri Traduzioni: VeniceDream, editing di Laurie Hussissian • English version: curated by Venice Dream, edited by Laurie Hussissian Redazione: Ca’ Bortoluzzi Grillo - San Marco 4590 - 30124 Venezia - Telefono 041 2413030 - Fax 041 5220391 - illustre@calliandroeditore.it Editore: Calliandro Editore - Ca’ Bortoluzzi Grillo - San Marco 4590 - 30124 Venezia - Telefono 041 2413030 - Fax 041 5220391 - info@calliandroeditore.it Grafica ed impaginazione: Idvisual - www.idvisual.it • Tipografia: Grafiche Veneziane Abbonamenti scrivere a: abbonamenti@calliandroeditore.it Giornale iscritto al Tribunale di Venezia in data 23 agosto 1949 al n. 58 del registro pubblicazioni del ruolo stampa
Periodico iscritto all’Uspi - Unione Stampa Periodica Italiana Numero del Repertorio del ROC. 16878
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editoriale
Un numero speciale
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Quello che avete in mano oggi è senza dubbio un numero molto speciale de L’illustre. Qui in redazione, a un passo dal Ponte di Rialto a Venezia, sentiamo parecchio l’aria delle feste e perciò abbiamo deciso di parlare di vacanze natalizie: nelle prossime pagine troverete un lungo extra dedicato allo shopping di Natale dedicato ad una scintillante e lussuosa Venezia; spesso le vetrine che in questi giorni osserviamo in maniera metodica alla ricerca del ‘presente’ perfetto ci dicono molto ma oltre, questa è la domanda che ci poniamo, cosa c’è? Stilisti e designer lavorano su decine di idee, e non è detto che tutte queste possano ambire alle luci della ribalta della vetrina, perciò ci siamo presi l’incarico di entrare nel cuore delle boutique più esclusive di Venezia e aprire ogni scatola, confezione o cassetto per farne una selezione natalizia. A farci da guida ‘inconsapevole’ lungo ‘La via dello shopping’ una coppia: la bella attrice Kim Kardashian e il rapper Kanye West (lei festeggiava in Italia il suo compleanno nei giorni delle foto che vedrete). A questo servizio sui regali di Natale abbiamo aggiunto anche alcune pagine che vi permetteranno, sopratutto se non siete habituè della laguna, di orientarvi al meglio nella ricerca di questa o quella boutique. Se poi siete degli inguaribili ritardatari, un po’ come il sottoscritto, e vi preparate a volare lontano per le vacanze abbiamo messo il naso anche nelle boutique dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Ma voltiamo pagina. Per quanto riguarda la cover story di questo mese abbiamo deciso di parlarvi di una artista che ha fatto della poliedricità il suo marchio di fabbrica: Yoko Ono. In tanti anni questa artista ha trasformato quella che poteva essere una zavorra da raccomandata di ferro, l’essere la moglie di John Lennon, in un vantaggio. La Ono ha avuto la capacità di intercettare tendenze e momenti storici senza tentare (o riuscire) a sovrapporsi all’importanza storica di quello che furono i Beatles ma facendosi trasportare da un flusso che in quel periodo stava trasformando il mondo. Oggi i Fab Four sono storia, la Ono è ancora qui. E nel suo ermetismo ci ha raccontato la sua filosofia d’artista. E non è tutto: sfogliando le pagine di questo Illustre speciale troverete alcune novità di carattere grafico, una nuova impaginazione ed una nuova impostazione. È l’evoluzione della specie che con l’anno nuovo sortirà anche un cambio di periodicità del nostro giornale: diventeremo ufficialmente bimestrali. E non vi ho ancora detto tutto. Pazientate... (o scrivete a illustre@calliandroeditore.it) Intanto segnatevi che il prossimo appuntamento con L’illustre è fissato per la fine di gennaio con ulteriori novità, idee, stili e storie per Voi. Buone Feste
Daniele Pajar
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il futuro secondo michael spence di Pierluigi Tamburrini
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a preoccupazione vera non è tanto la crisi economica quanto paradossalmente potrebbe essere la crescita. Il rischio maggiore, infatti, non è l’impoverimento ma la fine del mondo. Non quella dei Maya, quella vera, provocata dall’e-
saurimento delle risorse, dall’inquinamento, dalla mancanza di acqua. Sono le sfide proposte da un “century long process”, un processo economico di lunghissima durata che supererà l’attuale crisi economica e al termine del quale dovremo essere riusciti a inventarci un “new growth model”, un nuovo modello di sviluppo. Nel frattempo l’Italia è “too big to fail”, troppo grande per fallire. Quindi riuscirà a cavarsela. A proporre uno scenario del genere non è un profeta dell’Apocalisse ma un Nobel per l’economia, Michael Spence, già rettore dell’Università di Stanford,
insignito del premio nel 2001 per lo studio delle dinamiche dei flussi di informazione sullo sviluppo dei mercati. Ricerche che, a dieci anni di distanza, assumono ancora più valore a fronte del periodo di difficoltà che sta vivendo l’economia mondiale e della globalizzazione degli effetti, positivi o negativi, dell’impatto di nuove informazioni sui sistemi finanziari. Laureato in filosofia a Princeton e in matematica a Oxford prima del dottorato in economia a Harvard e dell’insegnamento nella stessa Harvard e a Stanford, Spence peraltro va controcorrente in tempi di fuga dei cervelli. Perchè, mentre è continua l’emorragia di giovani laureati dal nostro paese, questo filosofo dell’economia americano da qualche anno vive a Milano, per amore di un’italiana che ha sposato e che gli ha dato due figlie. Professore, l’Italia è vicina alla Grecia? La nostra economia sta per collassare? No, l’Italia non è la Grecia, tutt’altro. La sua economia, flessibile ed elastica, è pronta ad adattarsi a un mondo che vedrà nei prossimi 25 anni una crescita triplicata, sia pur a vantaggio soprattutto delle economie emergenti. Questo nel lungo periodo, ma nel breve riusciremo a evitare il rischio default? In fondo l’eventualità di un’uscita dall’euro non sembra del tutto scongiurata... L’euro potrà resistere anche senza la Grecia ma non senza l’Italia. La Grecia è un Paese che oggi non ha occupazione e non ha crescita ed è perciò attualmente a rischio fallimento. L’economia italiana è più sana, più dinamica e più competitiva di quella greca. Inoltre l’Italia è troppo grande per fallire e quindi non potrà essere abbandonata senza gravi conseguenze, forse irreparabili, per tutta l’Eurozona. Alla disperata, se le cose andranno male, l’Italia verrà sostenuta senza riserve. La sua ricetta per uscire dalla crisi? Riduzione del deficit attraverso la crescita. Non è semplice da attuare politicamente, ma non è impossibile. L’Italia è un paese con un debito pubblico molto alto ma con una consistente ricchezza pro capite, con risorse pari a quelle tedesche e una tendenza al risparmio equivalente a quella cinese. Inoltre c’è la volontà politica, grazie anche al processo di riforme in atto, di uscire dalla crisi. La competenza e la preparazione dell’attuale governo sono innegabili, la direzione senza dubbio è quella giusta. Il governo certo ha una sfida difficile ma se la sta cavando bene. Il problema semmai è che un governo tecnico non ha il pelo sullo stomaco dei politici di professione per manipolare il consenso. Paradossalmente, è troppo sincero.
veri. La tendenza si è invece ora invertita. E la nuova tendenza potrebbe continuare se proseguirà la crescita di Asia, con Cina e India su tutti, di parte dell’America Latina, con il Brasile, e di parte dell’Est europeo, soprattutto la Russia. Si potrebbe arrivare a una ricchezza prodotta e distribuita in modo più equilibrato? Più che altro si potrebbe tornare a una ricchezza prodotta e distribuita in modo più equilibrato. Prima della Rivoluzione industriale inglese la maggior parte delle nazioni erano più o meno allo stesso livello. All’interno di ogni nazione c’erano molti poveri e pochi ricchi, ma le differenze tra le varie nazioni non erano così grandi. Questo sostanziale equilibrio si è rotto con la Rivoluzione industriale che, partita dalla Gran Bretagna, si è diffusa in Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda e si è fermata lì. Non più del 15 – 20 per cento della popolazione mondiale ha condiviso l’esperienza della prima crescita industriale. Il restante 80 – 85 per cento rimase esattamente come stava. A duecento anni di distanza questa enorme differenza ancora resta. Lo stesso sviluppo post-bellico è limitato a un club, quello del G7, o del G8, composto da nazioni molto simili culturalmente, per sistemi di governo e sviluppo economico. Oggi non è più così e l’emergere di nuove potenze economiche è solo l’inizio del cambiamento. Nei prossimi 25 anni l’economia mondiale cambierà a una velocità stratosferica tanto da spostare il baricentro economico mondiale dall’Europa e dall’America verso l’Asia, con il suo 60 per cento della popolazione mondiale.
Il Premio Nobel, già rettore dell’Università di Stanford, ci dà qualche dritta sul domani
Ma tenderemo a essere uguali perché i poveri diventeranno più ricchi o perché i ricchi diventeranno più poveri? Sembra più probabile la prima ipotesi. Ma anche i paesi emergenti hanno le loro fragilità. La Cina, ad esempio, soffre di squilibri interni, invecchiamento della popolazione dopo decenni di controllo delle nascite, poca spesa, trasformazioni gigantesche. Quindi c’è da chiedersi se il modello globale di crescita economica è davvero sostenibile. Possiamo continuare così o va ristabilito l’equilibrio tra interessi economici nazionali a breve termine e sostenibilità a lungo termine?
Tanto da inanellare una serie di gaffes sulla noia del posto fisso e altre amenità simili... Appunto. Semmai, se si chiede più flessibilità nel lavoro, bisogna dare in cambio qualcosa in termini di sicurezza sociale.
Si risponda. Dobbiamo elaborare un nuovo modello di sviluppo e cercare di adattare il sistema al mutamento delle condizioni tecnologiche e globali, per conseguire equità e stabilità da una parte e sostenibilità dall’altra. Sono entrambi obiettivi difficili da raggiungere. Da una parte i mercati sono sì in grado di sviluppare crescita sul lungo periodo ma palesemente incapaci di garantire stabilità ed equità. Sul lato della sostenibilità le risorse naturali potrebbero non reggere la pressione di una crescita comunque indispensabile per tirare fuori milioni di persone dalla miseria. Cambiare il modello di sviluppo, quindi, significherà inventarsene uno passo passo, con il tempo, utilizzando elementi complementari.
Insomma, quando usciremo dalla crisi? Difficile rispondere. Ci sono molti modi per interpretare ciò che sta avvenendo. La certezza è che siamo nel mezzo di un lungo processo di lenta convergenza della ricchezza tra gli abitanti del mondo. In pratica dal dopoguerra a una ventina di anni fa si pensava che la ricchezza nel mondo sarebbe aumentata sempre, ma si sarebbe allargato il divario tra paesi ricchi e paesi po-
Quali potrebbero essere questi elementi? I due ingredienti chiave sembrano essere l’istruzione e i valori. Tutti noi, non solo le autorità, dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze delle nostre scelte individuali e collettive, dobbiamo sentire la responsabilità che il modo in cui ci comportiamo influenzerà lo stile di vita e le opportunità dei nostri figli e dei nostri nipoti. 9
la realtÀ aumentata e oltre di Loretta Guerrini Verga
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dizionari di tecnologia si arricchiscono oggi iperbolicamente di nuovi termini collegati al mondo dell’informatica e delle sue estensioni multimediali. Dopo aver incorporato teorie e applicazioni pratiche della Realtà Virtuale ora è il turno di due neologismi: Realtà Aumentata e Natural Composition. La prima si è già affacciata con decisione sulla scena della nostra vita quotidiana portando con sé nuovi prodotti che trovano crescente spazio applicativo sia come singola componente indipendente, sia come elemento di più complessi sistemi tecnologici: in entrambi i casi si rilevano risultati addirittura sconvolgenti nei mondi della professionalità,
della formazione, dell’educazione e del tempo libero. La seconda (Natural Composition) si sta profilando nell’immediato futuro: è pronta a invadere la sfera della nostra quotidianità multi-mediatica con un effetto che è stato definito “potenzialmente incontenibile e dirompente” per la sua ricaduta sui costumi, sulla morale, sull’estetica, ecc. Come si trasformerà l’immaginario che abbiamo di noi stessi nel nostro ambiente reale? Prendiamo una città come Venezia: la letteratura, il cinema, il teatro, la fotografia e quant’altro ancora che potremmo citare l’hanno rappresentata da secoli in modo immaginifico tanto che i suoi colori e le sue forme, non soltanto per i veneziani, appartengono al DNA dell’arte del nostro Pianeta. Quale sarà appunto il rapporto, tra Venezia e queste nuove tecnologie di 11
Realtà Virtuale? In altri termini ci chiediamo quali saranno le opportunità, i vincoli o i problemi che si apriranno nel momento in cui quelle tecnologie godranno di una sempre più massiccia presenza nelle varie situazioni della nostra esistenza e più precisamente nelle dinamiche vitali della nostra società relativamente al Commercio al Turismo che guidano in primis il destino della Serenissima. Secondo Wikipedia, l’enciclopedia libera di Internet, “per Realtà Aumentata (AR) o realtà mediata dall’elaboratore, si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi. Il cruscotto (multimediale) dell’automobile, l’esplorazione della città puntando lo Smartphone, il Kinect per Xbox e la chirurgia robotica a distanza sono tutti esempi di realtà aumentata. Gli elementi che “aumentano” la realtà possono essere aggiunti attraverso un dispositivo mobile, come uno Smartphone, con l’uso di un PC dotato di webcam o altri sensori, con dispositivi di visione (per es. occhiali a proiezione sulla retina), di ascolto (auricolari) e di manipolazione (guanti) che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già normalmente percepita. Le informazioni “aggiuntive” possono in realtà consistere anche in una diminuzione della quantità di informazioni normalmente percepibili per via sensoriale, sempre al fine di presentare una situazione più chiara o più utile o più divertente. Anche in questo caso si parla di AR”. Esempi di Realtà Aumentata li sperimentiamo quindi ogni giorno. Dal nuovo cruscotto elettronico che proietta i parametri della vettura: velocità, direzione di marcia ecc., sul parabrezza e permette quindi al conducente una guida più sicura e concentrata, alla vastità di Applicazioni (App) per gli Smartphone che abitudinariamente ci portiamo in tasca e che attiviamo quando, ad esempio, inquadrando una piazza riusciamo a sapere quali e dove sono i ristoranti o i negozi e i relativi menù con i prodotti offerti. Per esempio, con uno Smartphone, scorrendo il menù di un ristorante, un turista giapponese può vedere, come è d’uso nel suo Paese d’origine, la rappresentazione fotografica dei piatti e delle portate e quindi decidere con quale leccornia deliziarsi il palato. Ma c’è del nuovo. Come in precedenza accennato, nel quadro di una sempre più serrata convergenza tecnologica di soluzioni e applicazioni multimediali
Due esempi di Realtà Aumentata con l’utilizzo di uno smartphone applicati alla Basilica di San Marco (a destra) e al Duomo di Milano
la Natural (video) Composition (NC) è ora sul punto di scatenare una potenziale “drammatica forzatura in avanti” delle nostre esperienze sensoriali. Sviluppata dalla NHK, (la Televisione di Stato giapponese) la tecnologia della Natural (video) Composition permetterà di videoregistrare e in seguito utilizzare dinamicamente le riprese tridimensionali di un luogo. Così, a partire da una classica intersezione calle/canale/ponte di Venezia, sarà possibile inserire attori o semplici persone, animali, ecc., all’interno della scena (reale) tanto da ricostruire in modo del tutto naturale una nuova scena che avrà la potenzialità di essere rinnovata per infinite volte e con infiniti nuovi agenti i quali a loro volta risulteranno referenzati realisticamente in modo naturale (da ciò il termine Natural –video- Composition). L’insieme di queste cyber-tecnologie permette quindi di sviluppare soluzioni complesse e integrate sia dal punto di vista della raccolta e memorizzazione delle immagini, della loro valorizzazione dinamica e infine della possibilità di ricreare momenti di Realtà Virtuale immersiva entro i quali la sperimentazione di una fedelissima ricostruzione di ambienti a elevato valore turistico rappresenta una finalità elettiva. Proprio nel settore del turismo e in particolare nella realizzazione di cyber-brochure di presentazione delle località o nella costruzione di rappresentazioni in Realtà Aumentata si gioca una fetta significativa dell’applicazione e dello sviluppo commerciale di queste cybertecnologie. Immaginiamo di aprire un folder pubblicitario di Venezia e, come per incanto, le normali foto di piazze, calli, ponti e monumenti assumono una magica forma tridimensionale nell’aspetto di una piccola scena vivente e perfettamente realistica. Ancor di più, negli stand delle fiere di promozione turistica si potrebbe portare il visitatore a sperimentare spezzoni della vita veneziana in dimensione naturale. Una sorta di “assaggio virtuale” delle infinite emozioni che egli stesso potrà “sperimentare” visitando Venezia dal vivo. Certamente, è un futuro ideale. Tuttavia, già oggi è perfetta quotidianità in numerosi ambiti della comunicazione. Ricordiamo le conferenze di presentazione di servizi, prodotti e oggetti per il largo consumo a cui si aggiungono i libri: si pensi a ‘L’amata’, opera del fumettista belga François Schuiten realizzata in collaborazione con la Dassault Systèmes, compagnia specializzata in 3D e realtà aumentata. Pertanto, nell’economia del nostro discorso, come non riscontrare quanto Venezia primeggi fra le località al mondo particolarmente adatte per valori estetici e storia a essere rappresentate in questa rinnovata iconosfera dell’evoluzione cibernetica. Sì, perché la nostra città per sua natura, rappresenta nella sua evoluzione uno straordinario “unicum” nel rapporto evocativo tra l’Uomo e il mare. La vera sfida sarà quindi nella capacità di disvelare Venezia rinnovando la sua immagine nel mondo anche attraverso le nuove frontiere della Realtà Virtuale, un ingaggio culturale che significa studio, nuove professionalità e molto ancora…. Sarà l’occasione di dare una continuità allo sguardo di quei maestri quali Visconti, Tintoretto, Mann…? Non soltanto per ricordare quello che hanno rappresentato di Venezia e per Venezia ma per fecondare il nostro immaginario, quello che noi faremo per lei, la nostra Serenissima.
Zora Gallery
Zora Galler y S. Marco, 2407 30124 Venezia, Italy tel / fax 041 2770895 w w w. z o r a d aven ezia.com zoradavenezia@libero.it
In un angolo magico di Venezia, nella via più elegante, sarete attratti dalla luce emanata dalla galleria di Zora, un posto romantico fra i più fotografati della città, che presenta il mondo dell’artista con le sue creazioni e i suoi temi cromatici.
QUando al cinema si poteva stare in pieDi di SERGIO ASTERITI*
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l mio cuore è rimasto a Venezia dove sono nato tanti anni fa. Le mie strade erano Lista di Spagna, Rio terà S. Leonardo, Campiello dell’Anconetta, Rio Morto, Strada Nova. Si rincorrevano tra loro e lì si sono formate le mie amicizie, i miei amori, i miei sogni, le mie fantasie. Il cinema è stata la mia più grande passione. Nel tempo libero mi rifugiavo nelle ombre proiettate sugli schermi di piccoli cinema di periferia, Cinema Italia, Nazionale, Progresso, S. Margherita, Moderno, Savoia, due film alla volta cento lire. Sono volutamente tornato a rivedere quei luoghi
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facendomi sedurre dalla nostalgia. Guardo la facciata del Cinema Italia, le persone che passano frettolose davanti non lo vedono, oggi c’è la sede di un’associazione culturale. Entravo in questa grande sala di terza visione dove si veniva aggrediti dal fumo delle sigarette che toglieva il respiro, si scostavano grossi tendaggi di velluto che in origine dovevano essere rossi, pesanti e consunti, lì dove si appoggiavano le mani e si veniva ingoiati nell’oscurità della sala piena di spettatori affascinati dalle ombre in bianco e nero che si muovevano sullo schermo. I sogni di ragazzo si realizzavano in quel filone offerto dal cinema Americano d’avventura dove gli ufficiali si immolavano al sacrificio supremo in nome della Regina Vittoria, le golette solcavano i mari del Sud alla ricerca dell’isola del tesoro. I nostri eroi erano Gary Cooper, Errol Flynn, Victor Mc Laglen, Clark Gable, Bruce Cabot, Douglas Fairbanks, che ci trasportavano nelle sconfinate praterie dell’Ovest americane, nella verde foresta di Sherwood in compagnia di Robin Hood e Re Artù. Il filone esotico avventuroso riempiva di spettatori di tutte le età le sale cinematografiche e dove questi film venivano programmati succedeva che molte persone dovevano rassegnarsi per mancanza di posti a sedere e stare in piedi per tutto lo spettacolo. Quei film sono sparititi, dimenticati da una platea che oggi vuole tutto a colori e in tre dimensioni. Allora cerco inutilmente nei programmi della notte televisiva, del “fuori orario” condotto da Enrico Ghezzi, nelle ristampe, nelle riproposte, nei riciclaggi dei dvd, quelle vecchie pellicole che volutamente oggi si rifiutano di mettere in commercio. Vorrei rivedere ancora per rinfrescarmi la memoria quei film che trascinavano noi giovani emotivamente, dai titoli indimenticabili: “I lancieri del Bengala”, “Sotto due bandiere”, “Beau Geste”, “Asud di Pago Pago”, “La donna eterna”, “Sui mari della cina”, “La pattuglia sperduta”, “Il prigioniero di Zenda”, “Traer Horn”. Poi il regime, in aggiunta a tutte le infamie che stava combinando, proibì l’importazione dei film americani e il cinema nostrano sull’onda di questa decisione aprì il filone dei “Telefoni bianchi”, impostato su storie sentimentali quasi sempre ambientate in improbabili paesi stranieri interpretati da nuovi attori che si affermavano per la prima volta: Roberto Villa, Massimo Girotti, Claudio Gora, Fosco Giacchetti, Andrea Checchi, ricordando con simpatia le nostre bellezze: Vivi Gioi , Clara Calamai, Luisa Ferida, Doris Durante. Poco spazio dedicato al cinema avventuroso: “Lo squadrone bianco”, “Abuma Messia”, “Sotto la croce del Sud”, “La sentinella di bronzo”, “Luciano serra pilota”, ma questi film non erano riusciti a sostituire l’incanto dell’avventura esotica prodotta oltre oceano. Questo è tutto. Continuo la mia passeggiata fra le strade aggredite da orde di turisti irrispettosi, di vecchi pigri che fra loro si lamentano della pensione, dei vaporini stracolmi di stranieri carichi di valigie di borse e sacchi a pelo. Rivedo vecchi negozi, i vecchi cinematografi rimasti attaccati alla mia memoria trasformati in altre cose, qualche chiosco di giornali dove una volta venivano esposti i fascicoli della Nerbina e della Mondadori sfavillanti di colori… ma questo è un altro discorso. Ora, salutando gli amici che benevolmente mi hanno concesso un po’ del loro prezioso tempo, mi accingo a rientrare nella finestra del presente. *disegnatore Disney
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Montezemolo
La Coppa
Fiore in barca
Fiorello (imperatore) 16
E. Canalis
...e amiche
L’illustre
POLAROID
Montezemolo MONTEZEMOLO • Pausa all’Hotel Monaco Gran Canal per Luca Cordero di Montezemolo, con la moglie, Ludovica Andreoni. Il Presidente della Ferrari ha trascorso una giornata a Venezia. Per spostarsi ha dovuto rinunciare alla sua Ferrari FF bianca ed ha atteso tranquillamente il vaporetto all’imbarcadero di Vallaresso (proprio davanti al celebre Harry’s Bar); ha fatto la coda (sullo sfondo si nota Palazzo Ducale), e una volta a bordo ha esaminato con cura la cabina di comando del mezzo facendosi spiegare funzionamento e performance del vaporetto. Una volta sbarcato a Piazzale Roma Montezemolo si è recato in un noto ‘rent’ dove aveva lasciato a riposo FF. LA COPPA • Venezia ha accolto il trofeo per club più ambito d’Europa, la UEFA Champions League, presentata da UniCredit; la coppa è stata esposta in Piazza San Marco. La tappa in Italia, del UEFA Champions League Trophy Tour, ha visto UniCredit, sponsor della manifestazione per la quarta volta, tornare nel suo paese di nascita. FIORELLO • Breve vacanza veneziana per Fiorello che, con la famiglia, ha anche giocato a fare il "barbaro" provando il famoso Trono di Attila nell’isola di Torcello. E. CANALIS • Non si può resistere ad una passeggiata tra calli e ponti veneziani. Elisabetta Canalis si dedica allo shopping con le amiche: da notare le sneakers o le ballerine ai piedi di tutte e tre; indispensabili per una giornata di marcia a Venezia.
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RAFFAELLO VERSO PICASSO Storie dI sguardi, volti e figure
L’evoluzione dei volti nella pittura, a sinistra dall’alto in basso, a partire da Mantegna (1431-1506), passando per Bellini (1433-1516), Giorgione (1477-1510), Raffaello (1483-1520), Velázquez (1599-1660), Cézanne (1839-1906), Picasso (1881-1973), Van Gogh (1853-1890) e Modigliani (1884-1920)
di LUCIO MARIA D’ALESSANDRO
Dopo un imponente lavoro di restauro - durato cinque anni che l’ha trasformata in un moderno contenitore culturale – la Basilica Palladiana riapre i battenti con la mostra “Raffaello verso Picasso – Storie di sguardi, volti e figure” che raccoglie una novantina di quadri provenienti dai musei dei vari Continenti e da alcune collezioni private sia europee che americane. Sviluppata in quattro sezioni tematiche (Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Il ritratto quotidiano; Il Novecento. Lo sguardo inquieto) racconta la storia del ritratto e della figura dal ‘400 al ‘900 attraverso le opere di celebri artisti: Fra’ Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo e poi ancora Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo fino ad arrivare agli Impressionisti da Manet a Van Gogh, da Renoir a Gauguin, da Cézanne a Monet e ai grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Bonnard e poi Giacometti, Balthus, Bacon e Freud. L’esposizione è sponsorizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, già sostenitrice del restauro del monumento palladiano. È realizzata anche grazie al contribuito di Comune di Vicenza, Linea d’ombra e dei due main sponsor, UniCredit e il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta.
Raphael to Picasso Stories of Gazes, Faces and Figures After a major restoration work – which lasted five years and transformed it into a modern cultural center – the Palladian Basilica reopens with the exhibition “Raphael to Picasso. Stories of Gazes, Faces and Figures”, which contains about ninety paintings from museums of various continents and some private European and American collections. Developed into four thematic sections (The Religious Sentiment; Nobility of the Portrait, The Daily Portrait, The Twentieth Century. Restless Gaze) tells the story of the portrait and the figure from ‘400 to ‘900 through the works of famous artists: Fra’ Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raphael, Titian, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo, Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya and Tiepolo up to the Impressionists from Manet to Van Gogh, Renoir, Gauguin, Cézanne to Monet and the great painters of the Twentieth Century with Munch, Picasso, Matisse, Modigliani and Bonnard and then Giacometti, Balthus, Bacon and Freud. The exhibition is sponsored by the Fondazione Cassa di Verona, Vicenza, Belluno, and Ancona, a former supporter of the restoration of the Palladian monument. With the contribution of the Municipality of Vicenza, Linea d’Ombra and the two main sponsors, UniCredit and the Euromobil Group of the Lucchetta brothers.
Dove: Basilica Palladiana, Vicenza Orari: da lunedì a giovedì ore 9 – 19; venerdì e domenica ore 9 – 20; sabato ore 9 – 21; 25 dicembre 2012 ore 15 – 20; 31 dicembre apertura straordinaria; 1 gennaio 2013 ore 10 – 20; Chiuso 24 dicembre 2012
Where: The Palladian Basilica, Vicenza Hours: Monday to Thursday from 9:00 to 19:00, Friday and Sunday from 9:00 to 20:00, Saturday 9:00 to 21:00; 25 December 2012 from 15:00 to 20:00 – 31 December extraordinary opening; 1 January 2013 10:00 – 20:00; Closed on 24 December 2012
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Fortuny e Wagner La mostra è frutto di una ricerca intorno all’influenza di Richard Wagner e del wagnerismo sulle arti visive in Italia tra Ottocento e Novecento. Un ruolo di protagonista spetta a Mariano Fortuny: sarà presentato per la prima volta il suo intero Ciclo wagneriano e le opere saranno poste a confronto con quelle di autori che si ispirarono ai drammi musicali di Wagner. La mostra sarà arricchita da una sezione documentaria e sarà esposto per la prima volta un bozzetto preparatorio di Mario de Maria. Dove: Palazzo Fortuny, Venezia Quando: dal 8 dicembre al 8 aprile 2013 Info: www.visitmuve.it
Fortuny and Wagner This exhibition is a research on the influence of Richard Wagner and ‘Wagnerism’ on the visual arts in Italy between the 19th century and the 20th. Mariano Fortuny was one of the leading and his entire “Wagnerian cycle” will be displayed for the first time. His works will be compared to those of other artists who was inspired by Wagner’s operas. The exhibition will be enriched by a wide-ranging documentary section. A newly-found gouache by Mario de Maria will be displayed for the first time. Mariano Fortuny (1871–1949) Ciclo Wagneriano. Le fanciulle fiore Olio su tela, cm. 119 x 120 - Venezia, Palazzo Fortuny
Where: Palazzo Fortuny, Venezia When: from 8 December through 8 April 2013 Info: www.visitmuve.it
Il mestiere delle armi Specialista nel dipingere scene di battaglia, Francesco Simonini lavora a Venezia, nel corso del Settecento, per mecenati prestigiosi ed esegue grandi cicli decorativi nei palazzi Cappello e Balbi, oggi perduti ma documentati grazie a un nutrito corpus di disegni. Questi fogli, restaurati per l’occasione, sono per la prima volta esposti a Ca’ Rezzonico. Nella stessa circostanza è presentato al pubblico un gruppo di dipinti raffiguranti “Battaglie”, opera dello stesso Simonini e di altri artisti coevi. Dove: Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento veneziano Quando: fino al 14 gennaio 2013 Info: www.visitmuve.it
Il mestiere delle armi Francesco Simonini, a specialist in painting battle scenes, worked in Venice for prestigious patrons. He executed some major decorative cycles for the Cappello and Balbi residences, today lost, but documented thanks to the large corpus of drawings. These sheets, restored for the occasion, will be displayed for the first time at Ca’ Rezzonico. On the same occasion, a group of paintings showing “Battles” painted by Simonini and other 20
artists contemporary to him will also be put on show. Where: Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento Veneziano When: through 14 January 2013 Info: www.visitmuve.it
L’OFFICINA DELLE zattere L’Officina delle Zattere ha riaperto i suoi battenti al pubblico e il Direttore artistico, Marco Agostinelli, intende ospitare in questi spazi mostre ed eventi in linea con la sua poliedrica formazione culturale. L’inaugurazione della mostra “Atto primo, quattro tempi” avviene all’insegna di un pensiero innovativo come quello di John Cage. “John Cage 100 anni. Silenzio”, di Emanuel Dimas de Melo Pimenta presenta fotografie, musiche, film, libri che illustrano i pensieri di Cage e di Pimenta. Un altro dei quattro tempi del primo Atto è scritto da Massimo Donà con “Il suono delle cose”. L’ironia è una delle chiavi di lettura della mostra “Da quando a ora” di Giorgio Faletti, che presenta il noto romanziere nelle vesti di pittore, vesti che gli si addicono per la bellezza dei colori delle sue opere e per la sua inesauribile vena di fantasia. Nella Sound digital art di Giorgio Merigo, infine, le sue visioni sinestetiche, scrive la curatrice Roberta Semeraro, “non sono più immagini virtuali ma reali, poiché la nostra mentalità è cambiata e l’elettronica e poi il digitale hanno dimostrato all’uomo che esistono diverse e altre realtà oltre quella tangibile.” Dove: Fondamenta Nani 947, Dorsoduro, Venezia Quando: fino al 31 gennaio 2013 Info: www.officinadellezattere.it
L’OFFICINA DELLE ZATTERE Officina delle Zattere has been entirely restored and Marco Agostinelli, Art Director, decides to inaugurate the Officina with an event that involves four exhibitions. The exhibition “John Cage 100 anni. Silenzio”, by Emanuel Dimas de Melo Pimenta presents
photographs, music, films and books that illustrate the thinking of both Cage and Pimenta. Another of the four scenes of the Act One has been written by Massimo Donà, with his original exhibition “Il suono delle cose”. Irony is one of the approaches to interpreting “Da quando a ora” by Giorgio Faletti in which the well-known novelist appears in the guise of a painter, a guise particularly suited to his inexhaustible vein of imagination. The conquest of this open vision of reality and its multitude of expressions returns in Sound digital art by Giorgio Merigo. “Merigo’s synaesthetic visions” writes the curator Roberta Semeraro “are no longer virtual images; they are real images, because our mentality has changed, and electronic and later digital resources have shown Man there are a number of different realities that go beyond the tangible.”
Giorgio Merigo - Tentazione
Where: Fondamenta Nani 947, Dorsoduro, Venezia When: through 31 January 2013 Info: www.officinadellezattere.it
L’instabile medarDo rosso È noto come l’opera di Medardo Rosso sia considerata “instabile”, frutto di vibrazioni spazio-temporali che ne contraddistinguono la potente ma incerta presenza. L’artista fotografava le proprie sculture, la loro installazione e posizione nello spazio, “sigillava” infine con un’ulteriore fotografia l’intera sequenza, dando così testimonianza di come la fotografia appartenesse di diritto alla sua poetica. Angelo Garoglio, facendo tesoro della ricerca e degli intenti di Rosso, ci mostra la sua visione, presentando al pubblico immagini di opere del grande maestro. In particolare si potranno ammirare gli scatti di “Madame X”, opera considerata dallo scultore “figlia prediletta” e capolavoro donato insieme ad altri sette a Ca’Pesaro nel 1914 in occasione della XI Biennale di Venezia.
THE UNSTABLE MEDARDO ROSSO It is well-known how the work of Medardo Rosso is considered “unstable”, the result of the spatio-temporal vibrations that distinguish its impressive but uncertain presence. The artist used to photograph his own sculptures, their installation and position in space, putting a final “seal” on the whole with a further photograph of the whole sequence, thus stressing that the photograph itself was very much part of his poetic. In studying the research and aims of Rosso, Angelo Garoglio reveals his vision to us, presenting images of the great master’s works to the public. In particular, it will be possible to admire the shots of Madame X, a masterpiece the sculptor himself considered his “favourite daughter”, donated with seven others to Ca’ Pesaro in 1914 during the XI Venice Biennale.
Dove: Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Quando: fino al 13 gennaio 2013 Info: www.visitmuve.it
Where: Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna When: through 13 January 2013 Info: www.visitmuve.it
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AFRO. DAL PROGETTO ALL’OPERA
Afro, 1960 ca. Fotografia di Frank Hovart
In occasione del centenario della nascita di Afro (4 marzo 1912) la città di Roma, scenario del suo lavoro dalla formazione alla maturità, ne celebra l’opera con una mostra ospitata dal Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese (aperta fino al 6 gennaio 2013). L’esposizione “Afro. Dal progetto all’opera. 1951-1975’” illustra, attraverso una selezione di 37 opere significative, le diverse fasi di concezione ed elaborazione dei dipinti di Afro: il passaggio dal disegno preparatorio, attraverso progetti più complessi e articolati, fino alla versione definitiva del quadro. L’idea della mostra è analizzare il procedere creativo dell’artista, il suo “metodo” di lavoro, mostrando come anche la pittura astratta fondi le sue basi su processi elaborativi complessi e meditati, sfatando il falso mito del “questo saprei farlo anch’io”. Paesaggi, nature morte e figure diventano così per Afro, in un sofisticato percorso creativo, forme mentali e pure dell’astrazione. Dove: Museo Carlo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese Roma, Viale Fiorello La Guardia Aperta fino al 6 gennaio 2013, chiuso il lunedì Biglietti: intero 8 euro; Ridotto 7 euro; previste ulteriori agevolazioni
AFRO. FROM THE PROJECT TO THE WORK On the occasion of the centenary of Afro’s birth (4 March 1912), the city of Rome and the scene of his work from his formation to maturity, celebrates his art with an exhibition hosted by the Museo Carlo Bilotti in Villa Borghese all’Aranciera (open through 6 January 2013). The exhibition “Afro. Dal progetto all’opera. 1951-1975’’ illustrates, through a selection of 37 significant works, the different stages of the design and process of Afro’s paintings: the transition from the preparatory drawings through more complex projects, through the final version of the painting. The concept of the exhibition is to analyze the creative progress of the artist and his working “method”, showing how even abstract painting is based on elaborate, complex and thoughtful processes, dispelling the false myth of “I could do this too”. Landscapes, still life and figures thus become for Afro, in a sophisticated creative path, well thought out and pure forms of abstraction. Where: Museo Carlo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese Roma, Viale Fiorello La Guardia Open through 6 January 2013, closed on Mondays Admission: Euro 8, Euro 7 reduced; and other special fees
LA RACCOLTA EUGENIO BALZAN A BELLINZONA
D. Morelli, dettaglio del Bagno pompejano (1861) Courtesy Arch. fotografico Cornèr Banca
Una collezione di dipinti considerati vertici assoluti della pittura del secondo Ottocento italiano e le vicende umane e artistiche del suo creatore sono i protagonisti della mostra: La Raccolta Eugenio Balzan a Bellinzona 1944–2012, che si tiene nelle sale del Museo Villa dei Cedri fino al 20 gennaio 2013. Con una carrellata di una quarantina di opere - di norma non visibili al pubblico - la mostra costituisce dunque un imperdibile appuntamento per ammirare una collezione che racchiude dipinti di assoluta qualità artistica. Ai capolavori di Domenico Morelli, quale Bagno Pompejano e La sultana che torna dal bagno, fa da contraltare un insieme di opere che rappresentano punte di eccellenza per ognuna delle varie “scuole” scelte da Balzan.
THE EUGENE BALZAN COLLECTION IN BELLINZONA A collection of paintings considered the absolute pinnacle of Nineteenth Century Italian art, and the human and artistic story of its creator are the protagonists of the exhibition, “The Eugene Balzan Collection in Bellinzona, 1944-2012”, at the Museum of the Cedars Villa through 20 January 2013. With a roundup of some forty works - not normally visible to the public - the exhibition is therefore a “do not miss” appointment to view a collection including paintings of absolute artistic quality. Masterpieces by Domenico Morelli, such as “Bagno Pompejano” and “La sultana che torna dal bagno”, are counterbalanced by a set of works that represent peaks of excellence for each of the various “schools” selected by Balzan.
Dove: Museo Villa dei Cedri, Bellinzona (Ch) Info: www.villacedri.ch
Where: Museo Villa dei Cedri, Bellinzona (Ch) Info: www.villacedri.ch
“Una pittura schietta, meditata, volta a sovvertire la pigra, consueta percezione dell’oggetto, dell’uomo, della donna, del paesaggio. Una Venezia inedita, smaltata di luce, esplorata, vivisezionata quasi, da un occhio molto americano e molto amante del vero, che confida nel mistero della presenza naturale delle cose più che in quello del pensiero”. Questo il pensiero di Andrea Molesini sulla pittura di Robert Morgan. Da scoprire all’Hotel Ca’ Pisani.
Robert Morgan at Ca’ Pisani Robert Morgan was born in New York in 1943. He attended Princeton University, and after taking his degree in English literature in 1965, he turned to painting. After a brief period at the Art Student’s League in New York, he begun to work as an assistant to the painter and sculptor Edward Melcarth. In 1973 he moved to Venice where he studied with Luigi Tito at the Accademia di Belle Arti. His work displays the influence of Romantic Impressionism. A new experience at Hotel Ca’ Pisani.
Dove: Hotel Ca’ Pisani D.D. 979 Quando: fino al 5 gennaio 2013 Info: www.capisanihotel.it
Where: Hotel Ca’ Pisani D.D. 979 When: through 5 January 2013 Info: www.capisanihotel.it
Robert Morgan a Ca’ Pisani
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LA BOMBA LUCHERINI Roma celebra mezzo secolo di cinema italiano con un grande appuntamento dedicato a un protagonista della nostra cinematografia: Enrico Lucherini. Oltre ad aver inventato la figura del press agent, facendo dell’arte della bugia il proprio cavallo di battaglia, Lucherini ha contribuito a innovare e promuovere l’immagine del cinema italiano e dei suoi interpreti più importanti. Per i suoi 80 anni, è stata allestita a Roma dal Museo dell’Ara Pacis la mostra “Purché se ne parli. Dietro le quinte di 50 anni di cinema italiano”, che rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2013. Accompagna la mostra uno straordinario libro di immagini, fotografie e aneddoti di Palombi Editore, un importante progetto editoriale sul cinema italiano curato dallo stesso Lucherini con Nunzio Bertolami e con la collaborazione di Francesco Serra di Cassano. Dove: Museo dell’Ara Paci, Roma Aperta fino al 6 gennaio 2013 Info: www.arapacis.it
Lucherini THE BOMB Rome celebrates half a century of Italian cinema with a major event dedicated to a protagonist of our cinematography: Enrico Lucherini. In addition to having invented the role of press agent and making the art of the lie his workhorse, Lucherini helped to innovate and promote the image of Italian cinema and its most important interpreters. For its 80th anniversary, an exhibition is being held in Rome at the Ara Pacis Museum, “As Long as We Speak. Behind the Scenes of 50 Years of Italian Cinema” and is open through 6 January 2013. The exhibition is accompanied by an extraordinary book of pictures, photos and anecdotes by the publisher Palombi, a major publishing project on Italian cinema curated by the same Lucherini with Nunzio Bertolami and with the collaboration of Francesco Serra di Cassano. Where: Ara Pacis Museum, Rome Open through 6 January 2013 Info: www.arapacis.it
Tra le Briccole di Venezia I progetti vincitori del Secondo Concorso di Idee “Tra le Briccole di Venezia” (ne sono pervenuti oltre 800 da 1300 designer), promosso da Riva1920 sono stati presentati e premiati a Venezia a Palazzo Ducale lo scorso 24 Novembre. Nella stessa occasione è stata inaugurata la mostra che vede esposte al pubblico le opere realizzate. Ecco i progetti vincitori: “Laguna” di Cesare Bizzotto e Moises Hernandez (Under 26); “The unbearable Lightness of Being” di Yi-Fang Chang (Over 26); premio “Technology for Design”, assegnato da SCM Group: “Sesto” di Marco Masetti e Alberto Tomasini; premio della critica Tavolo Torcello della falegnameria Comunità San Patrignano.
Tra le Briccole di Venezia After receiving more than 800 projects from almost 1300 designers all over the world, here are the winners of the Second Competition of Ideas “Tra le briccole di Venezia” (by Riva1920): “Laguna” by Cesare Bizzotto and Moises Hernandez (Under 26); “The unbearable Lightness of Being” by Yi-Fang Chang (Over 26); Prize “Technology for Design”, by SCM Group: “Sesto” by Marco Masetti and Alberto Tomasini; these projects have been awarded in Venice, at Palazzo Ducale, on Saturday 24th November 2012; the works will be exhibited at Palazzo Ducale until January 13.
Dove: Palazzo Ducale Quando: fino al 13 gennaio 2013 Info: www.riva1920.it
Where: Palazzo Ducale When: through 13 January 2013 Info: www.riva1920.it
I vincitori del Premio (in alto) e alcune delle opere vincitrici (sopra)
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Tutto l’Amore di Yoko (all you need is love) di Mariachiara Peron
L
ennon stesso l’aveva definita come “l’artista sconosciuta più famosa”. Nel bene e nel male, Yoko Ono ha sempre fatto parlare di sè dai più svariati punti di vista. E forse proprio per questo, ancora oggi, è un’icona di stile unico, e senza dub-
bio eccentrico. Se, per alcuni, è stata sempre e solo la strega cattiva (nel 2007 lei stessa aveva intitolato un suo disco “Yes, I’m a witch”) responsabile della rottura dei “Fab Four”, per altri è invece ricordata e ammirata per la sua particolare visione del mondo e per il suo ruolo attivo nell’indagare la “questione femminile”. Quel che è certo è che se, specialmente in musica, la signora Lennon è soprattutto la moglie del celebre artista, in arte ha saputo sicuramente far valere la sua indipendenza e la sua originalità. Sin da giovane Yoko Ono, animata dalla ricerca di libertà che vedeva concretizzata soprattutto nell’arte, amava circondarsi di artisti e poeti. Visitava gallerie d’arte e partecipava agli “happening” artistici. All’inizio degli anni Sessanta cominciò ad avventurarsi nell’allora poco noto mondo dell’arte concettuale e cominciò lei stessa a cimentarsi in qualche performance artistica. L’esempio più celebre è forse “Cut Piece”, durante la quale l’artista stava seduta su un palco e si lasciava “tagliare via di dosso” i vestiti fino a restare nuda. Non esisteva, per la Ono, una forma d’arte migliore, o più adatta, per veicolare un messaggio. Seguendo il “principio Fluxus” rivendicava l’intrinseca artisticità dei gesti comuni e riconosceva l’importanza dell’atto creativo nel flusso della vita quotidiana, in nome di un’arte totale che investe tutte le forme artistiche. Incontrandola abbiamo provato a metterla alle
All the Love of Yoko (All you need is love) Lennon himself had defined her as “the most famous unknown artist”. For better or for worse, Yoko Ono has always been talked about from many different points of view. And perhaps because of it, even today, she is an icon of unique style, no doubt eccentric. If, for some, she has always and only been the wicked witch (in 2007 she had titled an album “Yes, I’m a Witch”) responsible for the split of the “Fab Four”, for others she is remembered and admired for her particular vision of the world and her active role in investigating the “women issue.” Surely if, especially in music, Mrs. Lennon was the wife of the famous artist, in art she has been able to assert her independence and originality. In her younger years, animated by her quest for freedom which materialized especially in art, Yoko Ono loved being surrounded by artists and poets. Visiting art galleries and attentive to the “happening” of art. In the early sixties she began to venture into the then little-known world of conceptual art, and she started experimenting with performance art. The most famous example is perhaps “Cut Piece”, in which the artist sat on a stage and let her clothes be “cut off ” until she was naked. There was, for Ono, no better art form, or one more suitable to convey a message. Following the “Fluxus Principle” she was claiming the inherent artistry of common gestures and recognized the importance of the creative act in the flow of daily life, in the name of a total art covering all art forms. In our conversation with her, we tried to apply pressure: art or music? Faithful to her credo, she responded: “I love them both the same way.” Love. It’ s the key word of this conversation. Why? Easy. Just ask a question and the word Love with capital ‘L’ is everywhere: the artist that you like best? “Of course, my husband, John Lennon.” 25
strette: arte o musica?” Ci ha risposto fedele al suo credo: “le amo entrambe allo stesso modo”. Amore. è la parola chiave di questa conversazione. Perchè? Facile. Basta fare una domanda e la parola Love, con la ‘elle’ maiuscola è ovunque: qual è l’artista che ama di più? “Ovvio, mio marito, John Lennon”. Provocatoria negli anni 60, Yoko Ono, oggi quasi ottuagenaria, riesce ancora a stupire il suo pubblico: si pensi alla curiosa performance “canora”, che di canoro aveva ben poco, “Voice Piece for soprano & Wish Tree” che l’ha vista protagonista, osannata e denigrata, al Moma di New York. Recentemente la Serpentine Gallery di Londra ha dedicato alla Ono una retrospettiva, con opere nuove e pezzi storici, capace di toccare tutte le forme d’arte: musica, poesia, performances, video, installazioni. La vita di
Quando incontrai Yoko Ono di Claudio Dell’Orso
Fu un pomeriggio d’autunno nel 1984 o giù di lì. La vidi entrare nella sala d’esposizione della vetreria Gino Cenedese allora a Palazzo Genovese sul Canal Grande zona San Gregorio dove lavoravo come interprete. Una signora piccolina, vestita di scuro, con sé il figlio Sean avuto da John Lennon. Andatole incontro, ebbe un breve sorriso quando la riconobbi, nonostante gli ampi occhiali da sole a nasconderne il viso largo e pallido. Parlammo di Venezia, di quanto giorni sarebbe rimasta, della cucina locale. Il ragazzino seguiva il nostro discorso ma non intervenne mai. Le chiesi l’autografo, porgendole la penna biro ed uno dei blocchetti di fogli gialli usati per le vendite. Sorprendendomi, Yoko Ono contestò il posto dove avrebbe posato la riverita firma non parendole consono a tale onore. Allora, scelsi un cartoncino pubblicitario e finalmente la vedova Lennon si degnò di tracciare qualche riga. Mi strinse la mano sorridendo appena, stese la mano pure il serio rampollo, e se ne andarono. Il cartoncino autografato l’ho perso infilandolo in uno dei miei libri. When I Met Yoko Ono It was an autumn afternoon in 1984 or so. I saw her enter the Gino Cenedese glassware showroom, then at Palazzo Genovese on the Grand Canal near San Gregorio where I worked as an interpreter. A petite
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Provocative in the Sixties, now almost an octogenarian, Yoko Ono still succeeds in surprising her audience; think of the curious “singing” performance, very little about singing, “Voice Piece for Soprano & Wish Tree”, in which her protagonist was both praised and denigrated, at the MOMA in New York. Recently, the Serpentine Gallery in London dedicated a retrospective to Ono, with new works and historical pieces, capable of touching all art forms: music, poetry, performances, videos and installations. Yoko’s life is told here. The centerpiece of the exhibition was the project entitled “Smiles Film”, gathering photographs of smiling people via Twitter, Facebook, Tumblr, Instagram. “My goal is to make a film that gathers the smiles of all human beings. If the whole world would start to
lady, dressed in black, with her son Sean from John Lennon. When I met her, she had a brief smile when I recognized her despite broad sunglasses to conceal her wide, pale face. We talked about Venice, of the duration of her stay, of local cuisine. The boy followed our speech, but never intervened. I asked for an autograph, handing the her a ball-point pen and one of the blocks of yellow paper used for sales. Surprising me, Yoko Ono objected to the place to put her revered signature, unsuited to such an honor. So, I chose an advertisement leaflet, and Lennon’s widow finally deigned to write a few lines. She shook my hand smiling slightly, and her serious offspring also put forth his hand, and they left. The autographed card I lost, sticking it in one of my books.
Yoko è raccontata qui. Fulcro della mostra è stato il progetto dal titolo “Smiles film”: tramite Twitter, Facebook, Tumblr, Instagram, sono raccolte le fotografie di persone sorridenti. “Il mio obiettivo è realizzare un film che raccolga i sorrisi di tutti gli esseri umani. Se tutto il mondo iniziasse a sorridere – ha spiegato la Ono – sono sicura succederebbe qualcosa di bellissimo. Forse il mondo andrebbe meglio”. Una nuova visione dei social come diffusori di pace quindi? “Certamente. Inoltre i mass-media e i social network sono un “manifesto” con vere e proprie dichiarazioni sincere, spontanee e istintive delle persone. Non mi interessano i sorrisi dipinti (sulle opere d’arte, ndr), ma quelli viventi. È importante che le mie opere diano saggezza e gioia alle persone. Devono comunicare amore! Non si tratta di pezzi “da museo” e non desidero creare un museo... se non nella mia mente”. Perciò “l’amore è la forza che ci dà la saggezza per agire – ancora una volta - con amore”. E questo avviene nella vita come nell’arte. Per finire Mrs Ono: tre domande veloci. Che costa sta facendo ora? “Sono in studio di registrazione e sto lavorando al mio nuovo album.” Libro preferito? “God is not great di Christopher Hitchins”. Ultima mostra visitata? “The invisible exhibition alla Hayward Gallery” Ultimissima: Venezia è...? “L’amore. Amo Venezia. Il suo sole, l’acqua e il cielo. Chi potrebbe non amarla?” Ancora una volta, Remember Love.
smile” – Ono explains – “I’m sure something beautiful would happen. Maybe the world would be better.” A new vision of social networks as peace-speakers then? “Of course, and the mass media and social networks are a “manifesto” with real sincere, spontaneous and instinctive declarations. I’m not interested in painted smiles (on works of art), but the living ones. It is important that my work give wisdom and joy to people. They have to communicate love! These are not “museum” pieces and I do not want to create a museum...except in my mind.” So, “Love is the force that gives us the wisdom to act – once again – with love.” And this happens in life and in art as well. Finally Ms. Ono: three quick questions. What are you doing now? “I’m at the recording studio and I’m working on my new album.” Your favorite book? “God is Not Great by Christopher Hitchins.” Last show visited? “The Invisible Exhibition at the Hayward Gallery.” The last one: Venice is...? “Love. I love Venice. Its sun, water and sky. Who could not love her?” Once again, Remember Love.
Molte sono le immagini con cui Yoko Ono si è presentata al suo pubblico: qui ne abbiamo alcuni esempi. Molti la ricordano da giovane, neo sposina con John Lennon, oppure protagonista di performance ai limiti dell’incredibile negli anni di Fluxus. Ma anche oggi Yoko non smette di mettersi in gioco e di stupire
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cos’è STATO FLUXUS
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n atteggiamento verso la vita e verso l’arte, che perde la sua aura di sacralità e si apre alla casualità e all’improvvisazione. Qualcosa in comune con il Dadaismo ma, soprattutto, qualcosa di diverso dalle altre avanguardie: Fluxus, un movimento in “movimento”, targato anni ‘60 e con un’anima globale (Europa, New York, Giappone), si distingue da subito per la forza della sua arte, che irrompe nel presente e nello spicciolo quotidiano. Il termine, dal latino “fluido, liquido, permeabile, fluttuante” fu coniato dall’artista lituano George Maciunas che firmò il manifesto all’insegna dello slogan: “Anything can be art and anyone can do it”. La sintesi di tutte le arti, un’aspirazione che ha le sue origini nel nostro Rinascimento, è l’obiettivo, non dichiarato, di Fluxus. Chi opera concretamente questa sintesi sono artisti, artisti di varia tendenza accomunati dalla volontà di giungere a un’espressione liberata da ogni convenzionalismo e suddivisione di categoria. Come affermava Maciunas “tutto è arte e tutti possono farne”. Accanto a lui, Dick Higgins dichiarava “Fluxus non è un movimento, un momento della storia, un’organizzazione. Fluxus è un’idea, un modo di vivere, un gruppo di persone non fisso che compie fluxuslavori”. Serate di azioni dissacranti, divertenti e provocatorie, performance, concerti collettivi attività musicali, video, tutto questo (e molto altro) è Fluxus. I principi che guidano queste azioni sono antielitari, volti a instaurare una relazione con la realtà sociale e quotidiana. Il movimento, aperto a tutti, si estese velocemente in Europa ed anche nel resto del mondo; vi aderirono numerosi artisti tra i quali Allan Kaprow, Robert Raushemberg, Robert Filliou, Christo, La Monte Young, Henry Flint, Robert Watts, il gruppo giapponese Gutai e molti altri. A Fluxus parteciparono, tra l’altro, come raramente accade nella storia dell’arte, diverse donne, provenienti da luoghi e percorsi disparati, Yoko Ono, Charlotte Moorman, Alison Knowles, Shigeko Kubota, Takako Saito, Mieko (Chieko) Shiomi, oltre a figure che incrociarono Fluxus nel corso di un cammino artistico e teorico individuale, come Kate Millet, femminista e attivista, Simone Forti e Carolee Schneemann attive al Judson Dance Theater di New York all’inizio degli anni Sessanta. Ed è proprio da questa angolazione, ampliata da una ricostruzione genealogica dell’intero percorso artistico, che la mostra “Women in Fluxus & Other Experimental Tales” - a Palazzo Magnani di Reggio Emilia fino al 10 febbraio 2013 - intende raccontare la storia e la filosofia Fluxus. Tra le molte mostre che in Europa ma anche in Asia e in America del Nord sono dedicate a Fluxus nel cinquantesimo della sua nascita ufficiale (al festival di Wiesbaden nel 1962) e in occasione del centenario della nascita di John Cage (Los Angeles 1912 – New York 1992), quella di Reggio Emilia riveste un carattere di autonomia e novità. “È una mostra che proprio qui ha la sua ragione d’essere”, chiarisce la Presidente della Fondazione Palazzo Magnani Avde Iris Giglioli. “In questo territorio, infatti, tra Reggio Emilia e Cavriago, ebbe vita per un ventennio uno dei poli del gruppo, intorno all’attività editoriale e di organizzazione di
WHAT WAS FLUXUS? An attitude towards life and art which loses its sacred aura and opens to chance and improvisation. Something in common with Dadaism but, above all, something different from other avant-gardes: Fluxus, a “moving” movement, dates from the Sixties and with a global soul (Europe, New York, Japan), immediately stands out for the strength of its art, which breaks into the present and in everyday issues. The term, from the Latin “fluid, liquid, permeable, fluctuating”, was coined by the Lithuanian George Maciunas, who signed its manifesto with the slogan: “Anything can be art and anyone can do it.” The synthesis of all arts, an aspiration dating back to our Renaissance, is the unspoken goal of Fluxus. It is the artists who actually operate this synthesis, artists of various tendencies united by the desire for a free expression, free from all convention and subdivision of categories. As Maciunas said, “Everything is art and everyone can do it.” Additionally, Dick Higgins stated “Fluxus is not a movement, a moment in history, an organization. Fluxus is an idea, a way of life, a flexible group of people producing fluxusworks.” Evenings of irreverent action, funny and provocative performances, collective concerts, musical activities, videos, all this (and much more) is Fluxus. The guiding principles of these actions are anti-elitist, aimed at establishing a relationship with the social everyday reality. The open movement spread quickly in Europe and in the rest of the world; numerous artists joined, such as Allan Kaprow, Robert Rauschenberg, Robert Filliou, Christo, La Monte Young, Henry Flint, Robert Watts, the Japanese group Gutai and many others. In addition, Fluxus was joined by several female artists from different places and routes, a rare event in the history of art: Yoko Ono, Charlotte Moorman, Alison Knowles, Shigeko Kubota, Takako Saito, Mieko (Chieko) Shiomi, and other figures who stepped into Fluxus during their artistic and theoretical individual paths, such as feminist and activist Kate Millet, Simone Forti and Carolee Schneemann, active at the Judson Dance Theater in New York in the early Sixties. It is from this angle, extended by a genealogical reconstruction of the entire artistic route, that the exhibition “Women in Fluxus & Other Experimental Tales” – at Palazzo Magnani in Reggio Emilia through 10 February 2013 – aims to tell the history and philosophy of Fluxus. Among the many exhibitions in Europe but also in Asia and North America dedicated to Fluxus and its fiftieth anniversary (at the festival of Wiesbaden in 1962), and on the occasion of the centenary of John Cage’s birth (Los Angeles 1912 - New York 1992), the show in Reggio Emilia has a character of autonomy and innovation. “This exhibition has a strong reason for being here”, the President of the Fondazione Palazzo Magnani Avde Iris Giglioli explains. “This area between Reggio Emilia and Cavriago has been hosting for twenty years one of the poles of the group, around the publishing and event organization Pari&Dispari by Rosanna Chiessi. Attending are all the big European protagonists of Fluxus, under the banner of “Everything is art”, proposing disruptive actions that are still very much alive in the stories of the city. And to emphasize the critical approach chosen by the exhibition at Palazzo Magnani, not surprisingly it was a woman,
Una performance di Carolee Scheemann, Illinois Central, nel 1967
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George Maciunas, Fluxyearbox 2, 1966, Artist’s book
eventi Pari&Dispari di Rosanna Chiessi. Qui arrivano tutti i grandi protagonisti europei di Fluxus, proponendo, all’insegna di Tutto è arte, azioni dirompenti che restano ancora ben vive nei racconti di paese. E, per sottolineare il taglio critico scelto dalla mostra di Palazzo Magnani, non a caso a guidare a Cavriago questa colonia di artisti e intellettuali è stata una donna, Rosanna Chiessi”. Nella mostra “Women in Fluxus & Other Experimental Tales” sono presentate, oltre ad opere scelte di singole artiste, documentazioni di eventi e spartiti, riprese video, fotografie, dischi, oggetti, documenti cartacei e altri avvincenti materiali relativi alle serate Fluxus. Le opere scelte provengono dalle più importanti collezioni italiane e intendono ripercorrere quell’incredibile momento d’interdisciplinarietà che Dick Higgins chiamò Intermedia, e che scrisse parte della storia dell’arte contemporanea, anche a Reggio Emilia. Si tratta, infine, di una genealogia aperta allo sconfinamento nella realtà dei visitatori e visitatrici, invitati a partecipare attivamente alla visita, come nella filosofia di Fluxus. (M.C.P.) 30
Rosanna Chiessi, to drive this colony of artists and intellectuals in Cavriago.” In the exhibition “Women in Fluxus & Other Experimental Tales” are presented, besides selected works of individual artists, documentation of events and scores, video footage, photographs, artifacts, papers and other compelling materials related to the Fluxus evenings. The selected works come from the most important Italian collections and intend to go through that incredible moment of an inter-discipline that Dick Higgins called Intermedia, which wrote part of the history of contemporary art, even in Reggio Emilia. It is, finally, a genealogy open to trespass into the reality of the visitors, invited to actively participate in the visit, as in the philosophy of Fluxus. (M.C.P.) Pagina a fianco in alto Alison Knowles, Bean Bag, English Version (1978) In basso Yoko Ono impegnata nella famosa performance Cut Piece (1964)
“Tutto è arte e tutti possono farne” (George Maciunas) “Fluxus non è un movimento, un momento della storia, un’organizzazione. Fluxus è un’idea, un modo di vivere, un gruppo di persone non fisso che compie fluxuslavori” (Dick Higgins)
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32 Photo: Sergio Martucci
This is y.o.
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elle bandiere bianche sulle quali campeggiano scritte d’amore e di pace, un invito ma allo stesso tempo anche un monito e un’esortazione. Poche e semplici parole che possono trasformarsi in azione perché, per Yoko Ono, “Love is action”. Proprio a Venezia, più precisamente al Lido, si è concretizzato l’ultimo vezzo artistico della signora Lennon, che è stata protagonista, per la terza volta, insieme ad altri artisti di fama internazionale, della quindicesima edizione di “Open. Esposizione internazionale di sculture e installazioni” conclusasi lo scorso 30 settembre, ideata e curata da Paolo De Grandis, uno tra i più attivi animatori culturali della città, e co-curata da Carlotta Scarpa. Nel 2002 Yoko Ono aveva portato in Laguna, in occasione di “Imaginaire Féminin”, quinta edizione di Open, la sua “Ex It”, un’installazione composta da cento bare all’interno delle quali nasceva un ulivo; nel 2004, nell’ambito della settima edizione di “Open”, “Openasia”, l’artista ha presentato una video installazione dal titolo “Onochord”, un vero e proprio messaggio d’amore universale scandito da voce e luce. Quest’anno, l’eclettica e imprevedibile Yoko Ono ha riconfermato la sua presenza al Lido con una serie di ventotto bandiere, curata da Jon Hendricks e visibile a S. Maria Elisabetta. Il nuovo format “Flags”, ha visto sventagliare in tutto novanta bandiere realizzate da ben ventisette artisti tra i quali Ronni Ahmmed, Efi Halivopoulou, Shakhawat Hossain Razib, Ursula Huber, Nora Iniesta, Fotini Kariotaki, Maria Kompatsiari, Lindy Lee, Yang Mian, Artemis Potamianou, Fernando Reyes, Daniel Rothbart. L’iniziativa ha registrato un enorme consenso di pubblico che ha apprezzato, in particolare, l’originalità di un percorso in cui dialogavano la leggerezza del tessuto delle bandiere e la presenza massiccia delle sculture in acciaio dell’artista coreano Lim Dong-Lak. Naturalmente, le bandiere che componevano l’installazione site specific “It’s time for action” di Yoko Ono, hanno attirato l’attenzione del pubblico calamitando lo sguardo e la curiosità di tutti i visitatori del Lido, più di tutte le altre installazioni di “Open”. La serie di “Flags” è una suggestione, il ricordo di un evento unico nel suo genere e straordinariamente scenografico: nel 2002 Paolo De Grandis era infatti commissario europeo per il Flag Art Festival di Seoul in occasione di FIFA World Cup Korea/Japan. Migliaia di stendardi, drappi, rotoli, arti e letterature da tutto il mondo catturate in segni e affidate al vento dieci anni dopo hanno indirizzato e ispirato il percorso di Open. In quest’occasione Yoko Ono ha rinnovato il felice sodalizio con De Grandis, uniti da una forte amicizia e da una stima reciproca, elementi indispensabili, per la Ono, nella collaborazione artistica. Pensa Pace, Diffondi Pace, Amati, Amami, Amaci, Dichiara il tuo amore, Attua Pace. Questi i comandamenti di Yoko Ono, un vero e proprio manifesto per agire e dare voce all’arte, un messaggio per dare spazio all’amore e alla pace. (M.C.P.)
THIS IS Y.O. White flags with love and peace phrases, an invitation but at the same time a warning and exhortation. A few simple words that can turn into action because, to Yoko Ono, “Love is action”. In Venice, namely the Lido, the last artistic whim of Mrs. Lennon was initiated. She was the protagonist for the third time (with other internationally renowned artists), of the fifteenth edition of “Open. International Exhibition of Sculptures and Installations”, which closed 30 September. It was conceived and curated by Paolo De Grandis, one of the most active cultural animators of the city, and co-curated by Carlotta Scarpa. On the occasion of the Open’s fifth edition in 2002, Yoko Ono had brought to the Lagoon’s “Imaginaire Féminin” her “Ex It”, an installation consisting of one hundred coffins, each one giving birth to an olive tree; in 2004, on the occasion of the seventh edition of “Open - Openasia”, the artist presented a video installation titled “Onochord”, a real message of universal love punctuated by voice and light. This year, the eclectic and unpredictable Yoko Ono has confirmed her presence at the Lido with a series of twenty-eight flags, curated by Jon Hendricks and visible at Santa Maria Elisabetta. The new format “Flags”, has seen about ninety flags made by twenty-seven artists, including Ronni Ahmmed, Efi Halivopoulou, Shakhawat Hossain Razib, Ursula Huber, Nora Iniesta, Fotini Kariotaki, Maria Kompatsiari, Lindy Lee, Yang Mian, Artemis Potamianou, Fernando Reyes and Daniel Rothbart. The initiative received a huge public consensus that has specially appreciated the originality of a path, the dialogue between the lightness of the flags fabric and the presence of massive steel sculptures by the Korean artist Lim Dong-Lak. Of course, the flags that comprized the sitespecific installation “It’s Time for Action” by Yoko Ono, have attracted the attention of the public, stimulating the curiosity of all visitors at the Lido, more than all other installations in “Open”. The series of “Flags” is a suggestion, the memory of an event unique and spectacular: in 2002, Paolo De Grandis was in fact the European Commissioner for the Flag Art Festival in Seoul on the occasion of the FIFA World Cup Korea / Japan. Ten years later, thousands of flags, banners, scrolls, arts and literature from around the world captured in signs and entrusted to the wind have directed and inspired “Open’s” route. On this occasion, Yoko Ono has renewed the successful partnership with De Grandis, united by a strong friendship and mutual respect, indispensable elements for Ono in an artistic collaboration. Think Peace, Spread Peace, Love Yourself, Love Me, Love Us, Declare Your Love, Make Up Peace. These are the commandments of Yoko Ono, a manifesto for action giving voice to art, a message for making room for love and peace. (M.C.P.)
L’ultima esperienza artistica di Yoko Ono riguarda la creazione di alcune bandiere, dove il tema in evidenza è l’amore, che sono state esposte recentemente anche al Lido di Venezia (a sinistra)
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L’attrice Kim Kardashian e il fidanzato, il rapper Kanye West, in Piazza San Marco si avviano verso la via dello shopping a Venezia; Kim indossa un abito in pizzo, con fiori applicati a mano, di Dolce & Gabbiana
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Vacanze di Natale
a Venezia
Sulla via dello
SHOPPING
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’idea ci è venuta quando ci siamo imbattuti in queste foto di Kim Kardashian, attrice americana, e del suo fidanzato, il rapper Kanye West, impegnati a godersi la magia di Venezia. Con loro, inconsapevoli protagonisti, abbiamo costruito un viaggio speciale, lungo la via dello shopping in laguna. Siamo entrati in moltissime boutique del centro storico, da Calle Larga XXII Marzo, San Marco fino alle Mercerie, senza dimenticare Rialto, e abbiamo pure fatto una passeggiata all’Aeroporto Marco Polo, selezionando numerose proposte per le imminenti festività. Alla fine dello speciale troverete anche una mappa dettagliata che vi consentirà di andare a vedere con i vostri occhi l’oggetto dei desideri. Insomma, uniamo il fascino di poter passeggiare nella meravigliosa Venezia alla gioia di trovare il presente giusto per le persone per noi importanti. A SPECIAL TRIP IN VENICE A special trip along the shopping way in Venice together with the actress Kim Kardshian and her boyfriend Kanye West. We went past the great many boutiques downtown, from Calle Larga XII Marzo to Mercerie, without forgetting Rialto, and we went shopping to the boutiques of Marco Polo Airport. At the end of the special you’ll find a detailed map suggesting you the perfect present for everyone you love.
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R omega Anelli Constellation “Griffes” In oro rosa, oro bianco o oro giallo 18 ct Ispirati alla linea Constellation, riportano i numeri romani e le “griffe” tipiche della linea: 1.210 Euro (oro bianco), 1.120 Euro (oro giallo), 1.120,00 Euro (oro rosa)
R PRADA Porta IPhone 5 in saffiano arms: 120 Euro
R fratelli rossetti “Mini zip” portamonete in morbida nappa color ciliegia: 140 Euro
R Gucci Viaggio collection / donna
R R FERRAGAMO Choker in velluto rosso con fiore in ottone smaltato: 498 Euro
BULGARI Collana Serpenti in oro rosa con perline di rubellite beads e pavé di diamanti (9,00 cts)
R LOUIS VUITTON Bracciale-manetta "Lock me" in metallo e visone bianco
R R LOUIS VUITTON Scarf in volpe bicolore
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louis vuitton Borsa Transsiberian PM in pelle di bufalo martellata, interamente ricoperta di pelliccia di capra e con fibbia decorata da cristalli Swarovski Elements: 3.100 Euro
R Gucci Viaggio collection / donna Trolley grande 4 ruote e beauty
R LOUIS VUITTON Colletto in visone grigio con motivo Monogram
R ROBERTO CAVALLI Just Cavalli Jewels - Wild
R Just Cavalli Borsellino
R FENDI Bracciale: 215 Euro
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LOUIS VUITTON Leopard Scarf in cachemire e seta: 565 Euro
fratelli rossetti Pochette in suede grigia con applicazioni strass: 400 Euro
Uno scorcio di Calle Larga XXII Marzo, per eccellenza una delle vie dello shopping a Venezia; sullo sfondo si nota Campo San Moisè e sulla destra l’ingresso del celebre hotel Bauer
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R ERMENEGILDO ZEGNA Cravatta Duo con pala in cashmere e codino in seta strutturata, disponibile nei colori grigio e bordeaux: 195 Euro Cravatta in pura lana a fantasia regimental, disponibile nei colori grigio e bordeaux: 130 Euro
R TOD’s Guanti in pelle e cachemire
R FERRAGAMO Cronografo Ferragamo 1898 realizzato in acciaio, con movimento al quarzo e dettagli placcati d’oro: 890 Euro
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TOD’s Set golf
TOD’s Gommini Tod’s con ricamo nero
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PAL ZILERI Sciarpa sartoriale 100% cachemire in fantasia marrone e nero: 190 Euro Papillon blu in tricot: 60 Euro
Gucci Valigetta in pelle marrone effetto vintage e chiusura a combinazione
R ERMENEGILDO ZEGNA Gemelli in argento e madreperla arricchiti dal logo Ermenegildo Zegna: 330 Euro. Gemelli in argento e pietra “occhio di tigre” rossa arricchiti dal logo Ermenegildo Zegna: 330 Euro. Penna roller in resina acrilica bordeaux e ottone con finiture rutenio, logo EZ sulla testa del cappuccino, motivo “gessato” sul cappuccino, logo “Ermenegildo Zegna” sulla veretta e cimossa sul fondello: 550 Euro
R R fratelli rossetti iPad cover in morbido vitello color ciliegia. Logo Fratelli Rossetti stampato a caldo e dettagli con punti a mano: 140 Euro
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BRUNO MAGLI Mocassino college bordeaux con frange e nappine in vitello: 345 Euro
R LOUIS VUITTON Gemelli in metallo argentato con inserti in pelle e logo impresso
R TOD’s Bracciali My Colors doppio giro
R THE BRIDGE Portasigari, humidor
R louis vuitton Pantofole da sera
R Gucci Viaggio collection / UOMO
R HERMÈS Chiavette USB con capacità di memoria di 8 GB, e custodia in pelle: 190 Euro
R BULGARI Orologio Octo in acciaio: 7.700 Euro
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LOUIS VUITTON Christmas Trunk Monogram, un’esclusiva valigia rigida realizzata a mano, come un vero e proprio baule Louis Vuitton, in legno rivestito nell’iconica tela Monogram e rifinita con i classici dettagli e la storica chiusura S-lock in ottone dorato. Il Christmas Trunk Monogram è pensato per contenere 35 preziosi addobbi natalizi, disponibili in tre diverse tonalità di colore: oro, argento e amaranto
PAL ZILERI Cappello in lana al 100%: 90 Euro Cravatta in lana con lavorazione tricot su toni dei grigi: 99 Euro
R Gucci Viaggio collection / UOMO Trolley piccolo 4 ruote
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R R Roberto Cavalli Guanti Collezione Christmas 2012
ROBERTO CAVALLI Orecchini Collezione Christmas 2012
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LOUIS VUITTON Pochette Bijou in Monogram Vernis Pomme d’Amour: 410 Euro
DODO Charms portafortuna
R LOUIS VUITTON Colletto in metallo e cristalli Swarovski Elements
R LOUIS VUITTON Pochette Altair in tessuto laminato oro con parti metalliche in ottone dorato e chiusura twist: 1.400 Euro
R LOUIS VUITTON Porta Iphone in pelle Monogram Empreinte Aurore: 195 Euro
R LOUIS VUITTON Cintura LV Initiales in pelle Epi rossa: 330 Euro
R CARTIER Miniaudière case, pelle rossa, chiusura con finitura dorata e macchie di lacca nera: 1.510 Euro
R FRATELLI ROSSETTI Décolleté in vernice ciliegia: 300 Euro
R R FERRAGAMO Blusa porpora in chiffon con ricami in lurex e allacciatura criss cross: 1.650 Euro. Gonna a tubino ricamata: 5.950 Euro
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SWAROVSKY USB lock, chiavetta USB a forma di luchetto in acciaio e cristalli: 96 Euro
R Bruno Magli Shopping bag in vitello princess color mandarino: 595 Euro
R ROBERTO CAVALLI Collana Collezione Christmas 2012
R ROBERTO CAVALLI Panettone, Gaffè Giacosa Christmas 2012
Una sorridente Kim Kardashian impegnata tra le vie dello shopping a Venezia osserva alcuni capi esposti in negozio
R SWAROVSKY Crystalline Watch: orologio con cassa in acciaio, cinturino in pelle e cristalli
R GUCCI Spilla a farfalla in metallo dorato e resina nera
R LOUIS VUITTON Bracciale Lock Me in ottone dorato: 695 Euro
R louis vuitton Borsa Alma BB in Monogram Vernis Pomme d’Amour: 915 Euro
R SWAROVSKY Nirvana Bracelet, bracciale in metallo rodiato e cristallo sfaccettato: 187 Euro
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louis vuitton Borsa Deesse GM in Monogram Vernis con dettagli in ottone dorato: 2240 Euro
TOD’s D-Bag Tod’s: 1.410 Euro
R louis vuitton Decolletè Tiara in satin rosso, con profili oro, e decorazioni di strass: 990 Euro
E io regalo arte Ami l’arte? Regala arte. Un modo non solo per offrire oppure offrirsi qualcosa di insolito, “bello” e duraturo, ma anche di sostenere chi vive di arte. A Venezia siamo andati a visitare la galleria Giudecca 795 Art Gallery, dove ci siamo fatti consigliare alcuni oggetti inusuali per lo shopping di Natale. Ecco cosa abbiamo trovato. Tra le proposte più simpatiche segnaliamo ad esempio i “quadrotti” della serie “Non ci posso credere” di Daniela Corrò (da 50 a 120 euro); la versione “mini” delle vele dipinte di Berico, al termine dell’intensa stagione espositiva 2012 (da 120 euro in su); le piccole tele di Silvia Radeva (da 150 euro in su); i bijoux in vetro firmati dall’artista Marcelle Ottier (da 45 euro in su); la digital art di Jan Mizo (da 200 euro in su), e questi sono solo alcuni esempi. Idea regalo superpersonalizzabile gli spartiti “sonocromatici” (cioè la traduzione in colore di celebri pezzi musicali) realizzata dal cyber artista Neil Harbisson (da 80 a 400 euro), anche su richiesta del cliente, ovvero potete farvi realizzare il quadro della vostra musica preferita. Della mostra personale del 26enne Zavatta da poco conclusasi, restano alcune opere su carta (da 400 euro) e piccoli dipinti (700 euro in su). Artisti emergenti sì ma non solo: ad esempio, alcune grafiche di Capogrossi, a partire da 600 euro. Interessante anche il progetto fotografico “Venezia dall’Alto” a cura della galleria: offerta natalizia per il libro ma, e qui sta la chicca, le cui splendide immagini possono essere ordinate e stampate singolarmente anche in grande formato. 42
And I give Art! Do you love art? Give art. It is a way to present your dear ones or yourself something unusual, “beautiful” and long-lasting, and also a way to support those who live on art. We visited Giudecca 795 Art Gallery, where we asked for advice on unusual art pieces for Christmas shopping. Among the nicest ideas mentioned: the “squared” painting series “I can not believe it” by Daniela Corrò (from 50 to 120 euro); the “mini” version of the sails painted by Berico near the end of an intense 2012 calendar of shows (from 120 euro and up); the small paintings by Silvia Radeva (150 euro and up); the glass bijoux signed by the artist Marcelle Ottier (45 euro and up); digital art by Jan Mizo (200 euro and up), and much more. Another gift idea, super-customizable and inexpensive, are the “sonochromatic” scores, (i.e. the translation of famous pieces of music into color), created by cyber artist Neil Harbisson (from 80 to 400 euro), also by client’s request –you can have the colored image of your favorite music interpreted by Harbisson. Nearing the end of the solo show by the 26- year-old Zavatta, some works on paper (400 euro) and small paintings (700 euro and up) are still available. Not only the emerging talents in Giudecca: also available are some graphics by Capogrossi, from 600 euro. Another point of interest is the photographic project “Venice from Above” curated by the gallery: a special Christmas sale for the book, from which beautiful images – here is the “plus” – can be ordered and printed individually in large format: Venice from a bird’s-eye-view. Orders also online. Il libro "Venezia dall’alto" a cura di Rosalba Giorcielli con le foto di Giampaolo Agostinelli; un "quadrotto" della serie "Non ci posso credere" di Daniela Corrò
R GUCCI Pochette con cristalli rosa
R FLORIAN Profumo Aqua Moresca
R DOLCE & GABBANA Borsa Sicily Soft in pelle di vitello e dettagli in metallo: 1.500 Euro
R SWAROVSKY Shogun Battle, bangle in acciaio e cristallo: 192 Euro
R louis vuitton Borsa Alma BB in pitone nero: 3.800 Euro
R LOUIS VUITTON Collier con maxi boule di cristalli Swarovski Elements e chiusura in pelle
R THE BRIDGE Portagioielli
R missonI Cache-coeur in cashmere nido d’ape fiammato: 330 Euro. Gilet in pelliccia di lana cotta effetto marmo con paramonture in castoro naturale: 3.900 Euro. Abito in lana con tramature a rilievo e trafori geometrici: 880 Euro. Stivali blu scuro in patchwork di pelle lavata e stampa cocco con borchie oro chiaro lucido e ottone ossidato, particolare gioiello alla caviglia in ottone ossidato: 1.080 Euro
R BULGARI Anello Serpenti in oro rosa doppio giro con testina in rubellite e pavé di diamanti (2,60 cts)
R GUCCI Pump open toe in suede nero con nastrino in velluto e satin nero
R Bruno Magli Décolleté in vitello abrasivato con cinturino alla caviglia color verde bosco: 385 Euro
R CARTIER “Juste un clou” bracciale grande in oro giallo: 29.000 Euro
R CARTIER Anello Cartier “Juste un clou” oro bianco, diamanti: 3.210 Euro
R THE BRIDGE Borsone: 642 Euro
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ERMENEGILDO ZEGNA Cappello in puro cashmere a coste con etichetta Ermenegildo Zegna in pelle grigia, disponibile nelle varianti grigio medio e bordeaux: 180 Euro
TOD’s Gommini Tod’s realizzati in pony bianco: 660 Euro
R omega De Ville Chronograph Cronografo in oro rosa 42 mm, cinturino alligatore. Calibro Co-Axial Omega 9301: 21.700 Euro
R RUBELLI Dog House, limited edition
R R LOUIS VUITTON Porta Ipad Damier Infini, in vitello con motivo Damier impresso
LOUIS VUITTON Porta Iphone Damier Infini, in vitello con motivo Damier impresso
R TOD’s Cintura Greca in cotone e chiusura in pelle
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HERMÈS Cravatte della nuova collezione “8 Ties”, realizzate in heavy twill di seta con micro stampe che riproducono la tastiera del computer, il pulsante On/Off, la chiavetta USB e i cavetti elettronici: 145 Euro
R FERRAGAMO Giacca in velluto: 1.250 Euro. Dolcevita in lana: 320 Euro. Pantaloni in lana: 520 Euro
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R GUCCI Slipper in vitello lavorazione cavallino stampa animalier
R FERRAGAMO Gemelli in acciaio: 140 Euro
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RENè CAOVILLA Stivaletto open-toe in pizzo nero con ricamo di perline, micro-paillettes e pietre chiuso da un nastro di seta: 835 Euro
GUCCI Collana in metallo dorato con motivo G interlocking, bambù e corno bianco
R pomellato Collana con pendente
R fratelli rossetti Portafoglio “medium flap”, con tasca esterna con zip, in morbida nappa color ciliegia: 230 Euro
R LOUIS VUITTON Colletto in visone bianco
R SWAROVSKY Play Time Ipad Case: custodia porta IPad in pelle e denim con cristalli: 111 Euro
R SWAROVSKY Earphones, auricolari con cristallo: 66 Euro
R R CARTIER Miniaudière case, pelle dorata, chiusura con finitura dorata e macchie di lacca nera: 1.510 Euro
R RENè CAOVILLA Sandalo gioiello oro impreziosito da inserti in pizzo, pietre, perle e cristalli swarovski: 865 Euro
pomellato Collezione Sabbia Anelli in oro rosa con brillanti brown, bianchi e black
R FENDI Christmas Pequin Capsule Collection
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R louis vuitton Pochette Favourite MM in tela Monogram: 615 Euro
R omega Ladymatic Cassa 34 mm in oro rosa, cinturino alligatore bianco. Quadrante in madreperla con lavorazione Supernova. Calibro Co-Axial Omega 8521: 20.600 Euro
R GUCCI Orecchini pendenti in metallo placcato oro, resina e cristallo nero L’attrice Kim Kardashian ritratta all’interno di una boutique nel cuore di Venezia
R CARTIER Long clutch, pelle rossa, chiusura con finitura dorata e macchie di lacca nera: 1.310 Euro
R POMELLATO Collezione Sabbia Bracciale in oro rosa con brillanti brown, bianchi e black
R ROBERTO CAVALLI Cioccolatini Gaffè Giacosa Christmas 2012
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R SWAROVSKY Spirale ring, anello in metallo rodiato con cristalli: 147 Euro
R LOUIS VUITTON Pochette Cosmètique in pelle Epi rossa: 270 Euro
R Bruno Magli Stivale in vitello e feltro color ruggine con zip: 495 Euro
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louis vuitton Stivaletto Eleonora in vitello interamente ricoperti di volpe: 2.160 Euro
HERMÈS Bracciali in smalto nella variante mega-large; al motivo del cavallo “Quadrige” si uniscono i disegni “Brasil” con le piume e il motivo geometrico “Spirographie”: 685 Euro
Alcuni scorci della shopping gallery dell’Aeroporto Marco Polo di Venezia
R HERMÈS Grand Plateau Grande piatto tondo parte del servizio in porcellana Bleus d’Ailleurs, collezione Art de la Table Hermès: 1.200 Euro
R SWAROVSKY Elis Bangle Watch
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R FRATELLI ROSSETTI Gemelli in metallo lucido e vitello color granata: 105 Euro. Gemelli in metallo lucido e lucertola color castagna: 120 Euro. Gemelli con profilo con logo in metallo lucido e vitello color castagna: 115 Euro
R CARTIER Long clutch, pelle dorata, chiusura con finitura dorata, macchie di lacca nera. Edizione limitata: 1.310 Euro
R R BURBERRY Borsa Festive Gifts Collections
GUCCI Pump in suede nero con motivo intrecciato e applicazioni in metallo dorato
SWAROVSKY Ambiray Candleholder, portacandela in acciaio e cristalli: 116 Euro
R SWAROVSKY Signature Power Bag, clutch rivestita di cristalli con interno in raso: 755 Euro
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Dove? Ecco la mappa dove trovare boutique, prodotti e idee nel cuore di Venezia per il vostro shopping con L’illustre.
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Canale della Giudecca
1 Boutique Bruno Magli 2 boutique BULGARI Tel. +39 041 2410553
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3 René Caovilla Boutique Venezia Tel. +39 041 5238038 1
4 Salvatore Ferragamo Tel. +39 041 2778509 5 FRATELLI ROSSETTI Tel. +39 041 5220819 6 GUCCI Tel. +39 041 2413968 7 Hermès Tel. +39 041 2410715
1 Giudecca795 Art Gallery Tel. +39 340 8798327 www.giudecca795.com • RUBELLI www.rubelli.com • THE BRIDGE www.thebridge.it
8 BOUTIQUE MISSONI Tel. +39 041 5205733 9 OMEGA Boutique 10 BOUTIQUE ROBERTO CAVALLI 11 NEGOZIO FENDI 12 BOUTIQUE PRADA 13 NEGOZIO POMELLATO 14 NEGOZIO TOD'S 15 BOUTIQUE BURBERRY
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VENICEAIRPORT.IT • • • • • • • • • • • • • • • •
AIREST COLLEZIONI BOGGI DUCATI FREE FLY SHOP GOLDEN LADY HENRY COTTON’S HOUR PASSION LA PERLA LIU JO NAPAPIJRI OVIESSE STEFANEL SWATCH VOGART VENEZIA BOSE BROOKS BROTHERS BULGARI
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BURBERRY CAMICISSIMA DIESEL FERRAGAMO FERRARI GALLO LORO PIANA MONDADORI MONTBLANC PAL ZILERI POLO R.L. TUMI TIE-RACK VALENTINO ELITE TRAVEL RETAIL ELITE DUTY FREE BOTTEGA DEI SAPORI Piazza S.Marco
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3 Ermenegildo Zegna Boutique Tel. +39 041 5221204 4 CAFFè FLORIAN Tel. +39 041 5205641 5 GUCCI Tel. +39 041 5229119 6 Swarovski Crystal Boutique 7 LOUIS VUITTON
Campo S.Moisè arzo a XXII M Larg
2 Dolce & Gabbana Tel. +39 041 5209991
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Campo S.Luca
1 Boutique Cartier
1 FRATELLI ROSSETTI Tel. +39 041 5230571
Campo Manin
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2 la perla Tel. +39 041 5226459
where? Here are the maps where you can find the boutiques and ideas for your shopping in Venice with L’illustre.
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SE La casa è di ECOtendenza
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ome sarà la casa del futuro. Sicuramente attenta alla compatibilità ambientale, capace di ‘leggere’ le nostre intenzioni. Dal bagno, con vasche che utilizzano la stessa acqua già in uso nella casa per i diversi scopi e continuamente depurata, alle poltrone in materiali eco-friendly, fino agli impianti di illuminazione completamente domotici. Così, dal progetto realizzato a Venezia “Casa sensoriale domotica”, curato da Lucilla Del Santo, collegato alla recente edizione di Biennale Architettura (quarta stagione del Padiglione Italia) in vista dell’Expò 2015 di Milano, abbiamo selezionato alcuni oggetti che sintetizzano l’idea di sviluppo di una cultura ecosostenibile nella casa. Il progetto a cui ci siamo rifatti è stato sostenuto dalla Provincia di Venezia, con il patrocinio dei Ministeri dei Beni Artistici e Culturali, e dell’Istruzione Università e Ricerca, e la collaborazione tecnica delle aziende che hanno fornito per l’allestimento gli esempi di eco design nei diversi elementi. Francesca Zaccariotto, Presidente della Provincia di Venezia, ricorda che quella veneziana è “fra le province più avanzate del Veneto e in Italia, nel percorso formativo e culturale che si pone l’obiettivo del recupero della qualità ambientale”. E il concetto di casa sensoriale domotica ne è un esempio. (D.P.)
TRON ARMCHAIR
W+W Un prodotto Roca volto al risparmio idrico e vincitore di numerosi premi internazionali e tecnologia è il W+W, disegnato da Oscar e Gabriele Buratti, vaso e lavabo racchiusi in unico elemento. È una somma di componenti essenziali per risparmiare acqua e spazio. Il sistema di ricarica filtra l’acqua del lavabo per riutilizzarla nello sciacquone. L’Ecosostenibilità è senz’altro uno dei valori più forti per l’Azienda che continua a puntare e investire su progettazione e produzione Green. (www.roca.com )
Ispirata al mondo futuristico e accattivante del film Disney Tron Legacy, Tron Armchair è una poltrona fortemente materica. I suoi tratti richiamano il paesaggio frastagliato e spigoloso che fa da contorno al mondo digitale di Tron. Una vera e propria scultura composta da intersezioni di volumi e texture di roccia “digitale”. Inizialmente realizzata in fibra di vetro in quattro pezzi unici “decorati”dal designer newyorkese Dror per la manifestazione DesignMiami / ArtBasel, Tron Armchair viene ora presentata per la produzione in serie con la tecnica del roto-moulding, in diverse tonalità di colore e in materiale riciclabile al 100% che la rendono adatta anche all’utilizzo outdoor.
PARAVENTO E MOBILE CONTENITORE CON INCISIONI Due pezzi di “Capo d’Opera”, azienda-fucina di creatività che realizza mobili custom-made di design dall’alto valore decorativo. Il paravento e il mobile sono oggetti della collezione “Venezia” Corto Maltese (Design Manuela Pelizzon e Silvano Pierdonà, 2010). Riproducono disegni e testi originali delle avventure del fascinoso marinaio giramondo nato dalla matita di Hugo Pratt. I pannelli utilizzati (in DuPont Corian con caratteristiche di lunghissima durata e in Pannello Ecologico costituito da legno riciclato al 100%) rappresentano l’attenzione dell’azienda per il tema della sostenibilità. (www.capodopera.it)
FORKNELT, ZO_LOFT La forchetta: uno dei più consolidati strumenti da tavola rivisitato. Forknelt di Zo Loft, è realizzata con meno materiale e perciò molto leggera, denti più lunghi e più utili per afferrare il cibo. Tramite un gesto semplice, attraverso una piccola curva del manico della posata, Forknelt evita di sporcare la tovaglia quando appoggiata sul tavolo ed evita di scivolare quando accostata al bordo del piatto. Attraverso una lavorazione semplice ed economica e materiali riciclabili, ForKnelt è progettata per essere ecofriendly sin dalla produzione. (www.zo-loft.com)
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Sulla via della felicità
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ove passa la via della felicità? Domanda all’apparenza dalla risposta molto complessa. Ma se parlate con chi negli anni ‘50 ha avuto a che fare con il fleur-de-lis, simbolo di Relais e Chateaux, l’associazione dei migliori albergatori del mondo, chef e ristoratori, sa darvi una risposta molto precisa: è quella strada, parallela alla ferrovia che collega Parigi alla Costa Azzurra, la meravigliosa Route du Bonheu; lì sorgevano otto dimore che andavano da nord a sud della Francia che rappresentavano l’essenza di quello che poi è diventato il concetto di lusso abbinato a Relais & Chateaux. Mezzo secolo è passato ed oggi sono oltre 500 le dimore in 56 paesi del mondo che si possono fregiare del celebre stemma con il giglio. Tra questi, da poche settimane, l’Hotel Londra Palace che ha festeggiato l’evento con una cena esclusiva preparata dallo chef Loris Indri. In tavola, molto apprezzati, i ravioli con scampetti di laguna, melanzane e pomodorini su crema delicata di basilico, il filetto di branzino d’amo in crosta di bottarga e cenere di verdure, un originale sorbetto al mosto d’uva vendemmia 2012 e in apertura, in omaggio a Venezia, una degustazione di cicchetti veneziani della tradizione.
L’ART DE VIVRE Relais & Chateaux è ormai diventato un modo di dire associato ad uno stile di vita. Perchè questa alchimia trovi compimento occorrono una serie di elementi che ricadono tutti nelle cosiddette “Cinque C”: la cortesia, lo charme, il carattere, la calma, la cucina. Cosi un insieme, fatto di persone appassionate (tanto gli ospiti quanto i padroni di casa) e dimore uniche, sublima in un viaggio dei sensi che porta ad una più profonda e autentica comprensione proprio di quella che facciamo nostra ovvero l’Art de Vivre. Alain Bullo, direttore del Londra Palace, ci garantisce, con il suo sovoir faire , che a Venezia questo effetto magico lo si puo’ percepire ancora di più. Relais & Chateaux, dal 1961, produce una guida degli amici assciati che oggi viene diffusa nel mondo in 6 lingue ed è indubbiamente pubblicazione di rifermento per chi intende la vita con un certo stile. A proposito di stile: l’ambasciatore di Relais & Chateaux per il 2013 è Salvatore Ferragamo, amministratore delegato della tenuta il Borro in Toscana, anch’essa, naturalmente, nel novero degli appartenenti all’associazione R&S. (D.P.) Nella foto Alain Bullo, direttore del Londra Palace di Venezia, ufficializza l’ingresso dell’Hotel in Relais & Chateaux in una sala del ristorante Do Leoni (photo Elena Ferrarese)
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L’OPERA è SUL GHIACCIO
di Shaula Calliandro
L’Arena di Verona si trasforma in una grande pista ghiacciata per lo show Opera on Ice; lo spettacolo, su Canale 5, con Carolina Kostner (sotto) visto dal vivo da L’illustre: nel parterre anche Marina Berlusconi e famiglia (a destra)
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i è ripetuto anche quest’anno l’appuntamento con lo spettacolo Opera On Ice all’Arena di Verona: in 12mila spettatori hanno assistito alle esibizioni dei più grandi campioni di pattinaggio su ghiaccio accompagnati dalle arie delle più famose opere liriche. Alcune di queste fanno parte del programma dell’Arena di Verona della stagione 2013, come Aida, Nabucco, La Traviata, Il Trovatore, Rigoletto e Roméo et Juliette. Molto ricco il cast di atleti: prima tra tutti, Carolina Kostner, plurimedagliata campionessa europea e mondiale, nonché madrina dello spettacolo. Un volto molto noto e impegnato: già madrina delle navi da crociera della compagnia americana Royal Caribbean, sostiene inoltre la raccolta fondi in favore dell’Associazione Un Cuore Un Mondo (www.uncuoreunmondopadova.org). Di forte impatto l’atteso duetto con il campione
del mondo “principe delle trottole” Stéphane Lambiel: hanno danzato sulle note di “Je veux vivre”, aria tratta da “Roméo et Juliette” di Gounod creando un’atmosfera sublime. I costumi indossati, ispirati a quelli del film “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli del 1968, sono stati creati per l’occasione dalla società “Il Costume-Roma-Verona”. Un altro nome eccellente, molto atteso dal pubblico, è quello di Evgeni Plushenko, che ha incantato con una straordinaria esibizione sulle note di “Habanera” (Carmen), e “La donna è mobile” (Rigoletto). In scaletta anche Anna Cappellini & Luca Lanotte, coppia di danza punta di diamante della nazionale italiana, e Shizuka Arakawa, campionessa olimpica a Torino. In scena insieme ai pattinatori, i grandi talenti emergenti della lirica si sono esibiti con il Coro e l’Orchestra dell’Arena di Verona, diretti dal maestro Fabio Mastrangelo: i soprano Mirella Bunoaica e France Dariz, il baritono Krum Gabalov, i tenori Marco Frusoni e Alessandro Scotto Di Luzio e il mezzosoprano Valeria Sepe. Questi ultimi tre artisti sono sostenuti dalla Fondazione Luciano Pavarotti. Tra i tanti i vip e le autorità in platea citiamo Alessandro Benetton e Deborah Compagnoni con i tre figli, Alexandra di Hannover, Marina Berlusconi con marito e figli, l’Ambasciatore della Repubblica Popolare cinese in Italia Ding Wei, interessato a realizzare lo spettacolo di Opera on Ice a Pechino e Shanghai. Particolare accoglienza per l’atleta Alex Zanardi, protagonista dell’ultima edizione delle Paralimpiadi di Londra. Lo spettacolo, presentato da Alfonso Signorini e Costanza Calabrese, va in onda su Canale 5 il giorno di Natale.
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www.nesting.org Human-Computer Interaction HCI o human-computer interaction è un settore di grande importanza nell'ambito dell'ICT. Nesting offre servizi di studio e realizzazione di interfacce utente applicate ai settori che richiedono l'esplorazione di grandi basi di dati multimediali, arte, cultura, editoria elettronica, archivi storici. La nostra consulenza è basata su una - robusta conoscenza sia delle best practice che dei principali strumenti di sviluppo e dei device disponibili. La particolare cura che viene data all'usabilità degli strumenti interattivi è il punto nodale per qualificare i nostri progetti.
Data Visualization DV o Data Visualization è un settore di interesse per Nesting per via delle sue peculiari ricadute sull'usabilità delle interfacce uomomacchina e per l'attinenza con i settori dell'arte della cultura e dell'esplorazione di grandi database multimediali. Tale disciplina dell'informatica studia la rappresentazione visuale dei dati ed elabora dei modelli grafico-dinamici che permettano una comunicazione efficente e sintetica di relazioni massive. Nesting offre la sua esperienza sia per lo studio che per la realizzazione di sistemi di Data Visualization.
Data Management
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Con Data Management si intende la capacità di gestire con efficenza e in maniera sicura l'archiviazione, la fruizione, l'accesso e il back up di database di grandi dimensioni. I settori della cultura e dell'arte, dell'editoria e degli archivi storico-digitali, oltre che progetti di knowledge management richiedono il supporto di grandi strutture di dati. Il cloud computing, la virtualizzazione dei server ed altre recenti tecnologie permettono una pianificazione diversa della locazione fisica dei dati che, opportunamente combinata, può dare luogo a maggiore efficenza, sicurezza e risparmio di costi. Nesting offre studi e realizzazione di progetti nell'ambito del Data Management forte di esperienze sul campo.
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LA FABBRICA DEGLI SCRITTORI
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rano suoi studenti i vincitori della prima e dell’ultima edizione del Campiello Giovani. Un’altra sua studentessa ne è stata semifinalista e nel suo palmarès vanta una serie di allori in premi letterari locali. È il singolare record di un Liceo classico ravennate, vera e propria fabbrica di talenti letterari. E, chissà, il merito sarà del nume tutelare cui il liceo è dedicato: Dante Alighieri, che è sepolto proprio a Ravenna, dove morì esule da Firenze nel 1321. «Dante ci illumina sempre – premette la preside Patrizia Ravagli – In realtà il motivo vero è che proponiamo costantemente corsi di scrittura tra le attività extracurriculari e promuoviamo le collaborazioni con i giornali locali». Quale che sia il motivo il liceo “Dante Alighieri” di Ravenna ha sfornato negli ultimi anni una bella pattuglia di baldi giovanotti a partire da Alessandro Fabbri, che nel 1996, a 18 anni, si aggiudicò la prima edizione del Campiello Giovani con il romanzo
breve “Mai fidarsi di un uomo che indossa un trench blu”, un noir-fantasy che, edito da Marsilio nel ‘97, fu un piccolo caso letterario di successo. Fabbri si è poi confermato con Mosche a Hollywood del 2000, thriller che è diventato un film americano. A Venezia, dopo il Campiello, resta un abituè, solo spostandosi verso il Lido: come sceneggiatore ha firmato il film La Doppia Ora, in concorso qualche anno fa alla Mostra del Cinema. In realtà Fabbri è l’unico maschietto tra le giovani penne del “Dante Alighieri”. Dopo di lui, a scrivere a buoni livelli ci ha pensato una pattuglia di giovani donzelle, guidate da Martina Evangelisti. Vincitrice dell’ultimo Campiello, con il racconto “Forbici”, era stata finalista lo scorso anno, a 18 anni, con “Rose Rosse”. In precedenza si era già aggiudicata un paio di edizioni di un concorso letterario locale, il “Giacomo Caroli” di Faenza, con i racconti “Ti voglio bene”, nel 2010, e “Resti”, del 2011, mettendo insieme, insomma, già un numero di racconti quasi sufficiente per pubblicare una raccolta. «A indirizzarmi sono stati i corsi di scrittura creativa tenuti al liceo, come attività extracurriculari, dal professor Gianfranco Lauretano» spiega Martina che ricorda a L’illustre che “è da quando ne avevo 16 che coltivo la parola
di Pierluigi TambuRrini
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Forse sarà che mi sento abbastanza immatura, soprattutto nei pomeriggi saturnini. Se riesco ad immedesimarmi in personaggi più grandi di me sono un po’ più razionale. È il modo per cercare di mettere profondità in quello che scrivo perché conta più la profondità che la storia in sè. (Valentina Evangelisti)
La Vera da Pozzo, che simboleggia il Premio Campiello, e sullo sfondo il volume "Premio Campiello. Cinquant’anni di narrativa italiana"
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scritta, credo si tratti di un’evoluzione del mio vorace amore per la lettura. La scrittura è la mia esigenza primaria, non posso farne a meno. Mi dà la possibilità di razionalizzare e portare fuori quello che avrei fatica a dire”. E adesso Valentina è all’università di Bologna dove studia Lettere Moderne: il passaggio da una città all’altra dove “l’ho vissuta male” ci rivela. E allora non resta che rifugiarsi nella scrittura: “i miei autori preferiti sono Gabriel Garcia Marquez, ovviamente “Cent’anni di solitudine” e Virginia Woolf, soprattutto il romanzo “Le Onde”. Tra gli italiani Margaret Mazzantini e Erri De Luca. In realtà poi leggo di tutto. Alcuni libri li ho comprati solo perchè mi piaceva la copertina”. A proposito di scrittori: uno ce ne dici uno sopravvalutato ed uno sottovalutato? “Mmmmm... forse Baricco, cose tipo “Castelli di rabbia” non mi prendono; e poi tra i sottovalutati Raymond Carver”. Chi? Appunto... Torniamo al premio: l’idea di spedire il racconto proprio al Campiello? “È venuta a scuola, dopo una conferenza di Alessandro Fabbri, anche lui ex studente del liceo Dante Alighieri di Ravenna che ha vinto la prima edizione del Campiello Giovani”.
Cinquant’anni di Campiello E a proposito di premi parliamo di “Premio Campiello. Cinquant’anni di narrativa italiana” (Antiga Edizioni): il libro stampato in tiratura limitata in occasione del Giubileo del riconoscimento letterario istituito dagli Industriali del Veneto nel 1962. Un volume importante e prestigioso, che racconta non soltanto la storia del Campiello e dei suoi vincitori, ma fornisce anche una panoramica storico-iconografica, anno per anno. Qualche Esempio? Il 1963, anno che ha visto Primo Levi vincitore della prima edizione del Premio Campiello con il suo “La tregua”, è segnato dalla morte del Presidente Usa John Kennedy, dal discorso “I have a dream” di Martin Luther King e dal primo LP dei Beatles. Il 1983 vede vincitore Carlo Sgorlon con “La conchiglia di Anataj”, lo stesso anno della scomparsa di Emanuela Orlandi e dell’inizio di un inarrestabile sviluppo tecnologico mondiale. Nel 1994 vince Antonio Tabucchi con “Sostiene Pereira”: un anno che ha visto la vittoria di Nelson Mandela alle elezioni sudafricane, del trionfo alla Notte degli Oscar del film “Shindler’s List” di Steven Spielberg e del suicidio di Kurt Cobain, leader della rock band Nirvana. Fino ad arrivare al 2012 con la vittoria di Carmine Abate con “La collina del vento”. La tragedia della Costa Concordia, il conferimento del Premio Nobel per la pace all’Unione Europea e la scoperta del Bosone di Higgs da parte degli scienziati del Cern a Ginevra sono solo alcu-
Merito ancora della scuola, insomma, e, nel caso di Martina, della collaborazione tra il liceo e Lauretano, poeta e critico letterario di origini casertane ma insegnante a Cesena. «Organizziamo spesso incontri al Liceo con scrittori o giornalisti, l’ultimo con Gianluca Pasini della Gazzetta dello Sport – aggiunge la preside Ravagli – Il confronto, l’ascolto diretto delle loro esperienze dà ai ragazzi degli spunti vincenti più di qualunque altra lezione». Oltre a Alessandro e Martina il liceo cala ancora qualche asso, da Silvia Rossetti, tra i 25 semifinalisti del Campiello Giovani di quest’anno con “Una breve storia di sbadataggine”, a Eleonora Martini, vincitrice nel 2009 del concorso “Giacomo Caroli” sulla compagna di classe Martina Evangelisti, giunta seconda, fino a Ilaria Fabbri, freschissimo alloro in un concorso di poesia con “La vita non è altro che un grosso stagno”. «Ravenna è una città che favorisce molto i giovani scrittori, anche grazie al festival letterario di giallo e noir “Giallo luna, nero notte” conclude la preside Patrizia Ravagli – o all’impegno della Banca Popolare di Ravenna che fornisce borse di studio per corsi di scrittura». ni dei fatti più importanti accaduti quest’anno. La parte letteraria e antologica è a cura del critico Lorenzo Mondo, mentre la parte storicoiconografica e di cronaca è a cura del giornalista Antonio Di Lorenzo. “Abbiamo sentito il desiderio di realizzare un volume che – spiega Andrea Tomat, Presidente della Fondazione Il Campiello - non fosse solo celebrativo ma che raccontasse i suoi tanti protagonisti ripercorrendo i fatti e i momenti salienti che hanno caratterizzato la storia più recente del nostro Paese, contestualizzando così l’atmosfera in cui gli autori hanno scritto i loro romanzi. In questo libro sono descritti cinquant’anni di letteratura che hanno accompagnato le profonde trasformazioni della società italiana: con momenti di crescita e sviluppo e fasi di crisi, radicali trasformazioni e l’affermarsi di nuovi costumi.” (S.C.)
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Alternative aI soliti noti
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Pagine a cura di SHAULA CALLIANDRO
’inverno letterario ci riserva anche quest’anno interessanti novità e attesi ritorni, per tutti i generi e per tutti i gusti. Libri da acquistare subito, per i più impazienti, o da inserire nella propria personale “lista dei desideri” per i regali di Natale. Il primo grande ritorno è stato quello di Glenn Cooper: Editrice Nord pubblica “I custodi della biblioteca”, capitolo conclusivo della serie di romanzi mystery-thriller iniziata con “La Biblioteca dei Morti”. Finalmente, tutti i misteri verranno svelati e scopriremo cosa succederà il 9 febbraio 2027, data indicata come il giorno del giudizio. Mentre il mondo s’interroga su cosa accadrà davvero, decine di persone ricevono una cartolina con indicato il giorno della loro morte, proprio come all’inizio della serie. Con una differenza: tutte le vittime sono di origine cinese. È una provocazione? Un avvertimento? È arrivato il momento di scoprire il destino dell’umanità. Un altro gradito ritorno lo propone Tea: Zoran Zivkovic si cimenta ne “Il Ghostwriter”. Uno scrittore riceve una mail da uno sconosciuto Ammiratore che gli chiede di scrivere un romanzo che non verrà pubblicato a suo nome. Comincia così una storia misteriosa, in cui l’autore si diverte a mostrare tutti i paradossi dello scrivere e del rapporto tra l’autore, il libro e il lettore. Chi vuole perdersi tra le misteriose calli veneziane potrà farlo con “I custodi della cattedrale proibita” di Jon Trace (Newton Compton Editori). Sulle tracce di un serial killer, l’ex sacerdote Tom Shaman e l’investigatrice Valentina Morassi si caleranno nella storia della città lagunare. Sulla scia degli omicidi avvenuti nel corso dei secoli, i due verranno a conoscenza di un segreto letale, custodito a caro prezzo di generazione in generazione e costato la vita a molti veneziani: un mosaico etrusco, dal valore inestimabile, noto come la “porta dell’inferno”. I giovani che vorranno essere catapultati nell’atmosfera
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Jon Trace, Libba Bray (della cui copertina vediamo un dettaglio nella foto grande), Federico Taddia e Bruno d’Amore sono alcune delle nostre proposte d’inverno
newyorkese degli anni venti non potranno perdere il primo volume di una nuova serie della già apprezzata autrice Libba Bray: “La stella nera di New York” (Fazi). Evie O’Neill, ragazza irriverente, viene ospitata a New York dallo zio, che dirige il Museo Americano del Folklore, delle Superstizioni e dell’Occulto. Dopo una serie di delitti, Evie sarà chiamata a collaborare alle indagini per via del suo dono: vede il passato delle persone toccando un oggetto a loro appartenuto. La ragazza s’inoltrerà così nei segreti di un passato da dimenticare, pena il sopravvento di un antico male oscuro. Non dimentichiamoci dei bambini: per rendere più facile e divertente l’apprendimento, Editoriale Scienza pubblica “L’Enciclopedia dei record” di Delphine Grinberg: quattro sezioni dedicate al pianeta Terra, animali e piante, corpo umano e invenzioni, tutte ricche di illustrazioni, aneddoti e imprese incredibili. La matematica non è proprio la materia preferita dei bambini? Ci pensano Bruno D’amore e Federico Taddia: nel loro “Perchè diamo i numeri?” (Editoriale Scienza) tra curiosità, un po’ di storia e operazioni enigmatiche guideranno i piccoli nel mondo della matematica, un po’ scienza e un po’ gioco. Perché la matematica non è sempre noiosa, e lo sanno anche i grandi: il matematico Federico Peiretti nel suo “Matematica per gioco” (Longanesi) estende la sua indagine matematica ai giochi più popolari, come le carte e i dadi, sulla scia di studiosi come Leibniz, Pascal, Eulero. Nelle loro mani, i giochi matematici hanno portato a sorprendenti scoperte. Il lettore imparerà a “giocare” con la matematica risolvendo i quesiti proposti dall’autore. Per chi vuole già prepararsi per un 2013 ricco di citazioni letterarie, quale miglior regalo di un’agenda a tema? L’Agenda Letteraria 2013, a cura di Gianni Rizzoni e edita da Metamorfosi Editore, presenta un’appendice di 40 pagine con notizie su premi letterari, case editrici italiane, pagine letterarie di quotidiani e periodici, festival ed eventi letterari. I lettori di Paulo Coelho, invece, potranno optare per “Trasformazioni”, l’agenda di Bompiani dedicata allo scrittore con aforismi, riflessioni e brevi pensieri quotidiani che ci accompagneranno per tutto l’anno. (S.C.)
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Idee dalla laguna
SELEZIONE VENEZIA Ernesto Guidorizzi Verso l’incendio L’anno 1939 Salerno Editrice Pagine 160 Prezzo € 12,00
Bianca Leoni Capello Dark Heaven La carezza dell'angelo Sperling & Kupfer Pagine 292 Prezzo € 16,90
Federico Moro Il coraggio degli Antichi Veneti Helvetia Editrice Pagine 286 Prezzo € 15,50
Il romanzo di Ernesto Guidorizzi, già docente di Teoria della letteratura all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è ispirato alla vicenda di Goffredo Lauben, intellettuale veneto la cui solitudine aristocratica viene intaccata dai giorni bui dell’anno 1939. Il protagonista soffre il mutamento storico che vede coinvolta la civiltà europea da lui tanto amata. Marito di una giovane tedesca, i cui familiari appartengono all’alta tradizione germanica, intuisce la fine del suo mondo e si prodiga per salvarne gli ideali. Il romanzo si chiude con l’annuncio tragico della II guerra mondiale, il 31 agosto del 1939.
Flavia Pecorari e Lorenza Stroppa, entrambe di Pordenone, si nascondono dietro allo pseudonimo Bianca Leoni Capello. Le due amiche, unite dalla passione per i libri fantasy, esordiscono con un romanzo ambientato nella Venezia di oggi. La diciottenne Virginia incontra un suo nuovo professore: Damien De Silva. Un personaggio misterioso e inquietante: strane visioni tormentano la protagonista quando gli sta accanto. Visioni di un tempo passato, in una Palermo medievale ormai dimenticata, e di un antico amore. E se i due si fossero già conosciuti in un'altra vita, e Damien fosse tornato a cercarla?
Il volume raccoglie la trilogia dei thriller storici ambientati nel Veneto del III sec. a.C, costruiti sulla misteriosa figura di Nerka Trostiaia, la Gran Sacerdotessa del Santuario di Pora-Reitia di Ateste, diventata punto di riferimento per i Veneti nella loro lotta contro i Celti grazie alle estasi mistiche che la rendono la “voce della Dea”. In questi romanzi Federico Moro sfrutta pienamente le sue doti di scrittore: la verosimiglianza nella ricostruzione storica si unisce alla velocità adrenalinica dei combattimenti nei romanzi, intitolati “L’avventura”, “L’epopea” e “L’eredità perduta”.
Il libro del mese
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nelle grandi pagine della letteratura Venezia è una città così straordinaria che non è possibile farsene un’idea senza averla vista. Non bastano carte, piantine, modelli, descrizioni: bisogna proprio vederla. Tutte le città del mondo sono più o meno simili fra loro: Venezia non è simile ad alcun’altra”. A ricordarlo nelle sue Memorie è uno dei figli prediletti della città lagunare, quel Carlo Goldoni noto ai più per l’arte della commedia. E Goldoni non poteva certo mancare in questo volume antologico che raccoglie testi di celebri autori del passato - artisti, scrittori, viaggiatori illustri, diplomatici, personaggi storici - che raccontano il loro incontro con Venezia. Organizzati secondo un indice tematico che ripercorre i luoghi più famosi della città - Canal Grande, Rialto, Piazza San Marco, i Piombi - ma anche i suoi simboli più caratteristici (le gondole) e le particolari emozioni legate al soggiorno nella città, i testi raccolti in questo volume offrono un ricchissimo caleidoscopio di impressioni, gustosi aneddoti, curiosi dettagli resi immortali dalla penna di autori non solo italiani ma anche inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi e russi, attratti a Venezia dalle
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seduzioni di una città che per l’appunto “non è simile ad alcun’altra”. Da Casanova a Pirandello passando per D’Annunzio, da Lord Byron a John Ruskin, da Marcel Proust a Stendhal, da Richard Wagner a Thomas Mann fino a Ernest Hemingway e a Jean Giono, Venezia da sempre ha impresso il segno del suo fascino unico, misto di vitalità e decadenza, su generazioni di scrittori e illustri viaggiatori: le pagine selezionate per questo volume, firmate da oltre cinquanta prestigiosi autori, costituiscono una rassegna di grandissimo interesse e fascino su questa città, “sogno dei poeti” nonché meta irrinunciabile per tutti gli amanti del bello e del saper vivere.
Riccardo Calimani, Giorgio Orsoni Venezia nelle grandi pagine della letteratura Mondadori Pagine 328 Prezzo Euro 16,00
L’Illustre anche su App Store
www.lillustre.it
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La riproduzione
I secreti nobilissimi dell’arte profumatoria
La veneziana Mavive, fondata dalla famiglia Vidal, azienda protagonista nel settore della profumeria italiana da ben centododici anni, celebra i suoi venticinque anni di attività con un omaggio a una delle opere più rappresentative nella storia della cosmetica: la ristampa del “Secreti Nobilissimi dell’Arte Profumatoria”, scritto dal veneziano Giovanventura Rosetti, primo autentico trattato di cosmetica della moderna editoria. Dato alle stampe per la prima volta nel 1555 a Venezia da Francesco Rampazetto, il volume sottolinea il ruolo di prim’ordine della città lagunare nel XVI secolo. Grazie alle intense relazioni commerciali con l’Oriente di cui è stata protagonista fin dal Medioevo, Venezia ha potuto porre solide basi per lo sviluppo dell’arte profumiera: le materie prime e le conoscenze provenienti da luoghi lontani hanno permesso agli artigiani di approfondire le tecniche di produzione e di elaborare ricette segrete, tanto che i profumi e i cosmetici veneziani erano ricercati da tutte le corti europee. Il volume di Rosetti è un ricettario che testimonia proprio l’alto livello raggiunto dall’arte cosmetica veneziana: oltre trecento ricette di profumi e cosmetici che spaziano dalle più semplici, come “Fare palle di sapone odorifere e eccellenti” o ancora attuali come “L’acqua di lavanda”, fino alle più innovative come la “Ricetta universale a moltiplicar i capelli” e il metodo utile “A far sbiancare i denti”. Marco Vidal, promotore dell’iniziativa, nell’introduzione alla nuova ristampa, sottolinea con queste parole il ruolo fondamentale
dell’opera, nel passato come nel presente: “La cannella di Ceylon, lo zibetto, il benzoino, il mirto, la melissa, la rosa mosqueta, gli agrumi, insieme a tantissime altre essenze che sono presenti nel ricettario dei “Secreti Nobilissimi”, vengono ancora da noi utilizzati in formule di cosmetici e profumi, e spesso derivano da profumazioni regionali che sono le stesse dalle quali si rifornivano i mercanti veneziani nei secoli passati”. Questa preziosa edizione è composta da due volumi in un elegante cofanetto. La ristampa anastatica di un esemplare secentesco dei “Secreti Nobilissimi”, custodito dall’azienda veneziana, è accompagnata da un volume bilingue (italiano e inglese) contenente un’analisi storica e scientifica a cura di Anna Messinis e Giancarlo Ottolini. Completa l’opera il glossario, a cura di Franco Brunello e Franca Facchetti, tratto dall’edizione dell’opera pubblicata dall’editore Neri Pozza nel 1973.
Scrambled Art Riccardo Perale
La Salizada galleria è uno spazio
ideato con l'intento di valorizzare la fotografia, come arte, come forma di espressione e comunicazione; uno spazio ritagliato nel tessuto urbano di Venezia, che è senza dubbio uno delle città più fotografate al mondo; ritagliato nel sestiere di San Marco, in salizada San Samuele, in una zona che accoglie il passeggiare di veneziani e turisti, amanti di arte e antiquariato, che trovano tra queste calli stimoli diversi ed opportunità. Alberto De Giulio, architetto veneziano, nella pratica da libero professionista si è ritrovato più volte stregato dal potere che la fotografia sapeva esercitare sull'immaginazione e di conseguenza sulla progettazione, così, con la spinta dell'amore che anche il padre - Emilio nutriva per quest'arte, ha iniziato a studiare questo progetto. Il 15 aprile 2011 ha inaugurato La Salizada Galleria. Da subito il progetto si sviluppa in collaborazione con lo storico Archivio fotografico Fratelli Alinari, che, sulla base di un patrimonio fotografico che dal 1852 arriva fino ai giorni nostri, offre alla galleria la possibilità di proporre e vendere al pubblico foto originali in albumina, edizioni storiche di foto d'epoca e diversi altri tipi di riproduzioni. Altro partner d'eccezione si rivela l'agenzia di photoreporter Archivio Cameraphoto Epoche, che vanta un'ampia raccolta di foto inedite di personaggi, eventi dell'ultimo sessantennio, di vita veneziana, concentrando la sua attenzione sulla Mostra del cinema, sulla Biennale d'arte, ma non solo.
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La Salizada Galleria ha iniziato quindi un percorso di esposizioni che hanno visto protagonisti fotografi noti ed emergenti, italiani e stranieri, divenendo punto d'incontro per chi vuole condividere il piacere del perdersi nel racconto di una foto. Così come è anche luogo in cui è possibile trovare un'ampia scelta bibliografica sul tema "fotografia", nelle sue diverse accezioni, dalle tecniche, ai protagonisti, agli illustrati.
Fusti tu mai a Venigia? Maria Orioli
Cattedrali rurali
Marco Maria Zanin
Stelle sotto il sole
Archivio Cameraphoto Epoche
archivio alinari foto d’autore spazio espositivo
La Salizada Galleria
San Marco 3448 - 30124 Venezia vaporetto: San Samuele - Palazzo Grassi info@lasalizada.it - www.lasalizada.it
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La nostra libreria Idea n. 1 LI SIG C ON
Carlo Cracco Se vuoi fare il figo usa lo scalogno Rizzoli Pagine 252 Prezzo € 15,90
Il celebre chef Carlo Cracco accompagna i lettori in un percorso innovativo che permetterà loro di apprendere le preparazioni di base, le tecniche di cottura dei cibi, i trucchi e i segreti ai fornelli senza rinunciare alla soddisfazione di portare in tavola piatti di alto livello. Non è necessario, quindi, prima “studiare” e poi mettere in pratica gli insegnamenti: si impara cucinando, eseguendo le ricette e i suggerimenti dello chef, che con attenzione, precisione e rigore fa da Cicerone nell’affascinante universo della cucina. Un viaggio culinario, quindi, adatto a tutti, anche ai principianti.
Ka Hancock Danzando sui vetri rotti Leggereditore Pagine 416 Prezzo € 14,00
L’autrice racconta di un amore imperfetto: Lucy, in perenne lotta con la malattia, e Mickey, affetto da disordine bipolare. La loro vita non è come quella delle altre coppie: per questo, decidono di non avere figli a causa del futuro precario che li aspetta. Ma un giorno tutto cambia: la vita e la morte si scontrano, e i due coniugi dovranno fare ricorso a tutta la loro volontà, al loro coraggio e all’amore che provano l’uno per l’altra per affrontare la realtà, senza mai perdere la speranza. Un romanzo d’esordio dai temi toccanti e profondi, che lascerà il segno nelle coscienze dei lettori.
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Idea n. 2 Ken Follett L’inverno del mondo Mondadori Pagine 1008 – Prezzo € 25,00 Idea n. 3 Stefano Benni Di tutte le ricchezze Feltrinelli Pagine 208 – Prezzo € 16,00 Idea n.4
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Idea n. 5 Jonathan Coe Lo specchio dei desideri Feltrinelli Pagine 96 – Prezzo € 12,00 Idea n. 6 Donna Kauffman Un amore di cupcake Tre60 Pagine 352 – Prezzo € 9,90 Idea n. 7
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Idea n. 8 Eugenio Scalfari, Vito Mancuso Conversazioni con Carlo Maria Martini Fazi Pagine 150 – Prezzo € 15,00 Idea n. 9
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Idea n. 10 Andre Agassi Open – La mia storia Einaudi Pagine 500 – Prezzo € 20,00
Wulf Dorn Follia profonda Corbaccio Pagine 432 Prezzo € 17,60
Erika Maderna Medichesse. La vocazione femminile alla cura Aboca Edizioni Pagine 144 Prezzo € 19,50
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Torna in libreria Wulf Dorn, autore di bestseller psicothriller dal ritmo serrato e incalzante, con personaggi dalle forti caratteristiche: ossessivi, paranoici, drammatici. Nel nuovo romanzo, lo psichiatra Jan Forstner è l’oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta: regali, lettere, rose rosse. All’inizio pensa a innocui sentimenti di una paziente, ma presto si rende conto che la realtà è ben diversa: dopo l’omicidio di un amico giornalista, l’uomo si rende conto di essere il bersaglio finale di una pazza assassina, una pericolosa stalker pronta a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
La vocazione femminile per la medicina ci riporta alle radici della civiltà. La donna, per natura e sensibilità incline alla cura, è da sempre custode dei segreti delle erbe e delle piante officinali. Attraverso i secoli, la medichessa ha assunto volti diversi: maga, sacerdotessa, erborista, compilatrice di ricettari. La sua attività si caratterizzava per l’approccio empirico e l’espressione di conoscenze antiche, dove accanto alla medicina lecita coesisteva un sapere più oscuro. Scopriremo così come la scienza medica sia stata soprattutto un simbolo della libertà di espressione femminile.
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L’appuntamento
Amadeus, a teatro in casa Mozart Portare a teatro anche i più piccini ma anche chi, di essere bambino, non ha smesso mai. È il senso dello spettacolo “Amadeus, a teatro in
casa Mozart”, che ricade nella stagione Frari Fuori, ed è rivolto ai piccoli dai 6 ai 100 anni. “La profonda passione per il Teatro e la musica – spiega Roberta Paroletti, pianista, regista dello spettacolo – hanno contribuito al desiderio di realizzare spettacoli di Teatro-Musica rivolti ad un giovane pubblico”. Il cast di “Amadeus, a teatro in casa Mozart” è formato da interpreti di rilievo che svolgono la loro attività in Italia e all’estero, rivolgendo particolare attenzione al mondo giovanile. “Vorrei – spiega la pianista – che i bambini e i ragazzi attraverso il divertimento, potessero avvicinarsi alla musica classica e ai grandi compositori del passato e del presente”. Roberta Paroletti è pianista e concertista, è Maestro collaboratore e pianista in orchestra presso il Teatro la Fenice di Venezia. L’appuntamento con “Amadeus, a teatro in casa Mozart” è per Domenica 13 Gennaio 2013 ore 16.30, a Venezia Teatro dei Frari, ingresso libero.
Chi è Roberta Paroletti Roberta Paroletti ha maturato la propria formazione sotto la guida del Maestro G. Gorini, diplomandosi in pianoforte a diciotto anni presso il Conservatorio di Venezia “B. Marcello” e ottenendo nel 2007 con il massimo dei voti la Laurea Specialistica in Discipline Musicali presso lo stesso Conservatorio. Ha vinto come solista il primo premio in numerosi concorsi Nazionali e Internazionali. Si è distinta anche nella formazione duo pianistico (quattro mani e due pianoforti) vincendo il primo premio al Concorso Internazionale “Città di Teramo”, al Concorso Internazionale “F. Schubert” di Alessandria, al Concorso Internazionale “Città di Racconigi” di Cuneo, Concorso Nazionale “Anna Veloce d’Ettore” di Ravenna. Nel 2002 ha portato a termine il biennio sperimentale di formazione professionale per Maestro Collaboratore presso il Conservatorio di Ferrara. Svolge una intensa attività concertistica come solista, in formazioni da camera e come accompagnatrice di cantanti. Dal 2004 è Maestro Collaboratore e pianista in orchestra presso il Teatro La Fenice di Venezia.
Osteria Al Bacareto dal 1971
LA NOSTRA STORIA Bacareto deriva da Bacaro, antico vino pugliese. I nonni paterni, originali di Brindisi nel 1902, aprirono a S. Samuele una piccola Osteria che denominano Bacareto, diminutivo di “bacaro” e la gestiscono fino al 1948. E m i l i o D e G i u l i o e A n n a Tr e v i s a n n e l 1 9 7 1 r i l e v a n o , a p o c h i p a s s i d a q u e l l a c h e f u d e i n o n n i , l ’ o s t e r i a e r i p r o p o s e r o l a d e n o m i n azione originaria, “Bacareto”. Da allora sono passati 41 anni, oggi Emilio e Anna insieme ai figli, Adriano e Federico proseguono la gestione con immutata passione e lo spirito che è tipico dell’osteria. La cucina continua a riproporre i piatti di sempre, piatti della tipica cucina veneziana alla quale siamo profondamente legati. Baccalà proposto in vari modi, Mantecato, in umido (salsa di pomodoro) e alla vicentina. Bigoli in salsa, sarde in saor e seppie in nero. Risotti preparati c o n v a r i p r o d o t t i , p e s c e , z u c c a , v e r d u r e . F e g a t o a l l a Ve n e z i a n a c o n p o l e n t a , i m m a n c a b i l m e n t e b i a n c a . D a n o n p e r d e r e l a d e g u s t az i o n e d e i n o s t r i d o l c i , t u t t i p r e p a r a t i d a n o i , l ’ A m o r e t t o , i l Ti r amisù e le crostate. Ombre e cicchetti non mancano mai. Yo u c a n c h o s e f r o m S p a g h e t t i i n t h e t r a d i t i o n a l a n c h o r y s a u c e “ B a c c al à ” ( a d e l i c i o u s , c r e a m y f i s c h p a s t e ) ; a l l o u r d i s h e s a r e Ve n e t i a n !
San Marco 3447 - 30124 Venezia - tel/fax 041 5289336 vaporetto: San Samuele - Palazzo Grassi info@bacareto.it - www.osteriaalbacareto.com
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E FINALMENTE ecco rialto di FEDERICO MORO
La Storia della Serenissima
I
l pericolo corso con l’invasione franca pone seri interrogativi alla comunità lagunare. Recuperata in qualche modo l’autonomia, fatto cui non è di sicuro estranea l’improvvisa morte di re Pipino a Milano, i Venetici si rendono conto di quanto sia esposta e vulnerabile Malamocco/ Metamauco. Il precedente spostamento da Cittanova/ Eraclea del centro politico dell’irrequieta federazione lagunare obbediva di sicuro ad almeno due ragioni: la già citata accresciuta influenza della parte centromeridionale del dogado e un’esigenza di sicurezza data la vicinanza di Eraclea alla frontiera. Malamocco era sembrata la scelta migliore. Purtroppo si trova sul mare da dove possono di continuo arrivare nuove minacce. L’hanno dimostrato la flotta delle città romagnole che ha affiancato la cavalleria e la fanteria longobarde durante l’offensiva franca, lo confermano le incursioni piratesche che trasformano l’Alto Adriatico in un luogo insicuro. Che fare? La risposta è Rivoaltus. L’arcipelago, avente questo nome perché solcato da un canale profondo, altus appunto, si trova esattamente al centro di una laguna che, a partire dai grandi sommovimenti idraulici del V e VI secolo, si sta allargando, mutando quindi l’aspetto della costa. E se finora l’insieme d’isole e barene di diversa altezza e consistenza, da Dorsoduro a Olivolo, non ha esercitato tutta l’attrattiva che pure gli derivava dall’ospitare un castellum, con funzioni di controllo militare dei complessi assi viari, stradali e nautici che vi convergono, adesso la sua posizione defilata rispetto alla duplice minaccia, dalla Terraferma e dal Mare, lo rivaluta. Il castellum, poi, sembra fatto apposta per ospitare il complesso di uffici e magistrature di un’organizzazione statale in continua espansione. 70
Quanto fosse esteso il popolamento della fascia costiera veneta prima di questo momento è oggetto d’infinite discussioni. Personalmente sono tra quanti ritengono che l’area poi diventata “laguna di Venezia” fosse abitata in modo significativo già dai Veneti Antichi e quindi ben prima della romanizzazione. Sono pure dell’idea che quest’ultimo fenomeno, la romanizzazione appunto, sia stato tale da produrre le fondamenta, sociali e urbanistiche, della successiva, massiccia, antropizzazione, quella, per intenderci, che “produce” Venezia come la conosciamo noi. Sta di fatto che il luogo scelto ora nel IX Secolo è davvero strategico. È sicuro, protetto com’è da un esteso anello “d’acque lucenti” e da tormentati bassi fondali, è baricentrico rispetto all’intero dogado, e si appoggia al misterioso castellum, un punto fortificato con una darsena riparata lungo uno dei suoi lati maggiori. L’ideale per gente che ha deciso di vivere in un ambiente anfibio. Certo, l’ideale sarebbe combinare tali elementi oggettivi con una sorta d’investitura divina… Vicino al castellum sorgono due piccole chiese. Una in particolare è dedicata a un santo greco molto popolare tra i Venetici, Teodoro. È considerato un po’ il patrono dell’informe e litigiosa comunità. Si tratta di un soldato, adatto quindi a fungere da “protettore” di una realtà in bilico non tanto tra mare e terra ma tra vita e morte. Servirebbe, però, qualcuno di maggior peso, un evangelista, per esempio… La leggenda dei due mercanti, Rustico da Torcello e Buono da Malamocco, che con sfrontata audacia avrebbero trafugato da Alessandria d’Egitto, in mani musulmane, quanto rimasto del corpo di San Marco, si sviluppa proprio in questo periodo. Collocata l’impresa attorno all’828, bisogna però dotarla di adeguato contorno. Niente di meglio di San Marco, del resto, perché la mitografia cristiana vuole l’evangelista fondatore della chiesa di Aquileia, madre dell’intera cristia-
nità veneta. In un certo senso, Marco tornerebbe “a casa”… da qui il racconto della sua sosta nelle lagune, durante il viaggio di andata oppure di ritorno da Aquileia, la“visione” del Santo con l’Arcangelo che predice a quei luoghi futura grandezza, e l’indicazione di un qualche punto vicino a Olivolo, oggi per la precisione in zona San Francesco della Vigna, come della “spiaggia” dove il tutto sarebbe avvenuto. Impostati i termini generali, il resto viene come conseguenza. Il corpo trova una prima sistemazione proprio nel punto della “visione”, quindi a Torcello e infine, data l’importanza della reliquia, in una nuova cappella dedicata all’evangelista proprio accanto alla nuova sede del potere civile e militare: il castellum, che inizia il suo lungo cammino per trasformarsi in Palazzo, precisamente in Palazzo Ducale. Il trasferimento da Malamocco a Rialto è dunque “benedetto”, ma non solo: a essere in qualche modo sacralizzate sono la stessa comunità venetica e la singolare forma-stato che questa sta elaborando per se stessa. È tale singolare connubio, in cui dimensione civile e religiosa, laicità delle istituzioni e ispirazione cristiana del proprio ruolo nel Mondo, s’intrecciano e si mescolano in modo unico e irripetibile a far germogliare la Serenissima Repubblica di Venezia. A Rialto non si sposta solo il centro politico della Venetia marittima e neppure la sede del governo, un poco per volta li segue anche il suo cuore spirituale. A questo punto gli elementi costitutivi dell’originalità veneziana ci sono tutti e sono collocati al posto giusto. Per ottenere la miscela finale, tuttavia, serve ancora qualcosa. Il fuoco della guerra e della distruzione, elemento alchemico chiave, sta per riaccendersi per fonderli tra loro. Il castellum deve letteralmente bruciare per cedere il posto al Palazzo, molti venetici dovranno morire, per mano nemica o fraterna, prima che la “provincia bizantina” ormai abbandonata a se stessa si trasformi definitivamente nella Repubblica di San Marco.
Oltre a libri di straordinario valore l’erede di H.F. Münster diede alle stampe interessanti cartoline da collezione
UN RAFFINATO EDITORE, FERDINANDO ONGANIA
D
opo la morte di Hermann Friedrich Münster (1817-1868), libraio ed editore tedesco che dal 1846 operava a Venezia, Ferdinando Ongania (Venezia 1842 - St. Moritz 1911), ne rilevò l’azienda in cui aveva svolto le funzioni di direttore. L’anno era il 1871 e il luogo Piazza San Marco, ai
di Carlo Sopracordevole
numeri 72, 73, 74, posti all’estremità dell’Ala Napoleonica, di fronte ai locali dove adesso si trova l’Ufficio del Turismo. Da allora egli diede vita all’ultima grande avventura editoriale veneziana. Il libraio antiquario veneziano, infatti, fornitore di una prestigiosa clientela internazionale di studiosi e bibliofili del calibro di John Ruskin e John P. Morgan, rese il suo personale omaggio a Venezia dando alle stampe opere di straordinaria qualità e ristampando in preziose edizioni capolavori quali il Breviario Grimani e le Acqueforti dei Tiepolo. Il nome di Ongania resta legato soprattutto alla monumentale “Basilica di San Marco in Venezia”, 71
Sopra la cartolina con rappresentato il Bucintoro con gli stemmi di Venier e Morosini; a lato uno dei mosaici della Basilica di San Marco relativo ad una serie limitata di cartoline; infine, sotto e nella pagina precedente, il cartoncino commerciale dell’editore Ongania risalente agli anni ‘70/80
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opera con la quale, utilizzando le tecniche fotografiche più innovative allora disponibili, celebrò il grande monumento veneziano come mai era stato fatto prima. La Basilica di San Marco (45 cromolitografie, 422 eliotipie, 132 incisioni in 16 volumi) è attualmente oggetto di ristampa per iniziativa della Heritage edizioni. Altra grande opera di Ongania furono “Calli e Canali in Venezia” (raccolta di due album, il secondo dal titolo “Calli, Canali e Isole della laguna”, pubblicati rispettivamente nel 1891 e nel 1893), straordinario documento sulla città di quel periodo, che consiste in una serie di 200 fotografie della Venezia tardo-ottocentesca, mirabilmente riprodotte in eliografia e raccolte in due cartelle. Si tratta di una testimonianza di un mondo suggestivo ormai da tempo scomparso, brulicante di vita in ogni suo angolo, di un paesaggio d’acque percorse silenziosamente da gondole e barconi a remi: una Venezia splendida e sobria allo stesso tempo, ancora indenne dall’ag-
gressione turistica e dagli esperimenti industriali del Novecento, la Venezia delle gondole col felze, delle nobildonne con l’ombrellino e delle popolane con lo scialle. In occasione del centenario della morte di Ferdinando Ongania Lineadacqua Edizioni ha stampato in facsimile Calli e Canali in Venezia, impiegando la tecnica del retino stocastico, in una tiratura esclusiva di 250 esemplari. Ora ci occuperemo di questa seconda opera ma non dal punto di vista bibliografico, vista la natura di questa serie di articoli, ma da quello delle splendide cartoline illustrate che Ongania produsse qualche anno dopo. Si tratta di una serie di 24 esemplari suddivisi in 4 serie omogenee di 6 pezzi, stampati in verticale, con la parte superiore in rilievo a colori e quella inferiore in offset monocromatico. In questa parte, le cartoline riportano 24 differenti immagini fotografiche riprese da quelle presenti nell’opera editoriale. La parte superiore presenta invece 4 diversi soggetti a colori stampati in rilevo che mostrano: una galeazza del XVIII secolo che sormonta gli stemmi dei Dogi Loredan, Grimani e Barbarigo fra ramoscelli; una bissona del secolo XVIII che sormonta gli stemmi di Corner e Renier; una gondola del secolo XVII che sormonta gli stemmi di Contarini e Mocenigo; il Bucintoro del secolo XVI (nella foto) che sormonta gli stemmi di Venier e Morosini. Queste cartoline non hanno avuto grande diffusione. Le tecniche tipografiche utilizzate ne rendevano il costo elevato, così come il prezzo di vendita, e quindi scoraggiavano all’acquisto, nonostante la loro bellezza. Possiamo aggiungere che alcuni anni più tardi venne celebrata in cartolina illustrata anche l’altra grande edizione di Ongania, consistente in una serie prodotta a Milano in cartoncino assai consistente. Al verso appaiono le seguenti diciture: “Unica riproduzione autorizzata all’editore Scrocchi – Milano” “Dall’opera “La Basilica di San Marco in Venezia” F.Ongania, Editore – Venezia”. Della serie di sei esemplari, qui ne riproduciamo uno solo significativo rappresentante di uno dei tanti scintillanti mosaici interni della Basilica. Nell’immagine nella pagina precedente e qui sopra mostriamo invece le due facciate del cartoncino commerciale del Libraio Editore Münster, risalente agli anni ‘70 – ‘80 dell’Ottocento: un biglietto graficamente concepito per rappresentare un libro antico aperto con i margini decorati. Allora, come si nota al verso del cartoncino, l’azienda era già stata rilevata da Ferdinando Ongania che preferiva però dare ancora maggiore risalto al suo predecessore per sfruttarne il già affermato nome. L’impegno e il coraggio imprenditoriale di questo libraio-editore veneziano, che non esitò a destabilizzare le proprie finanze pur di portare a termine i suoi ambiziosissimi progetti, non trovò allora e non ha trovato a lungo il giusto riconoscimento. Speriamo di contribuire a ricordarne l’opera meritoria con questo sia pur minimo contributo.
SAN MARCo. In storico palazzo notificato proponiamo appartamenti ad oggi personalizzabili: le unità disponibili sono molteplici e variano dal bilocale di 70 mq al piano nobile di 300 mq. Posizione speciale. Corte di proprietà. Porta d’acqua. Palazzo d’indubbio fascino. Soluzioni personalizzabili. (C.E. non applicabile). Prezzi a partire da 650.000 Euro. SAN MARCo. In a beautiful listed building we propose 8 interesting apartments. There are different options: from the noble floor of 300 sm to the one bedroom flat of 70 sm. Courtyard. Water door. Central location. Price from 650.000 Euro.
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