Recensione TU SEI IL PROSSIMO

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Cultura & Spettacoli 13

Corriere di Bologna Domenica 11 Maggio 2014

BO

Lo spettacolo

Il saggio

Il libro Stefano Tura, bolognese e corrispondente Rai da Londra, ha scritto un thriller

Il fruscìo del brivido a Cesenatico

L’

Eccovi Eva Braun, farfalla nel precipizio È come una fortezza costruita sulla sabbia, la Eva Braun di Federica Fracassi, l’amante di Hitler, la signora nera presentata continuamente in attesa del suo uomo quasi fosse una donna qualsiasi, in trepidazione, romantica, bamboleggiante, devota, gelosa solo della cagna del Führer, eppure incrinata da una voglia di distruzione. Un essere sognante in precipizio da una montagna vertiginosa, una farfalla che vive pochi secondi. «Eva» di Massimo Sgorbani, presentato a Teatri di Vita, dà estro al- Teatri di Vita l’attrice milanese di Tea- Federica Fracassi tro i di mostrare i propri veste i panni fenomenali mezzi, una sensibilità affinata negli dell’amante anni in personaggi diver- di Adolf Hitler si ma tutti un po’ simili, forti all’apparenza e fragilissimi, scavati da inquietudini, da furori, da abbandoni, da «malattie» senza speranza. Così era, ancora dalla trilogia di Sgorbani, Blondi la cagna di Hitler, interpretata con una magistrale animalizzazione l’anno scorso. Su note simili suonava Beatrice del «Servitore di due padroni» di Latella, travestita da uomo per celare la fragilità del desiderio, pronta a esplodere fisicamente. Federica Fracassi conquista lo spettatore intrecciando controllo e convulsione fisica, apparenza quieta e contrasti interiori: crea slittamenti slabbrando figure che costruisce su solide, seducenti apparenze, per aprire le porte ad abissi penetrati con contagiosa emozione, con devastante ferocia. Il testo e lo spettacolo di Renzo Martinelli risultano partiture di servizio per la discesa agli inferi di questa grande attrice.

Massimo Marino

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onda noir questa volta arriva dall’Inghilterra. E l’autore è ancora una volta un bolognese, doc: Stefano Tura. È lui, corrispondente Rai da Londra dal 2006, con i primi passi nel video giornalismo cittadino degli anni ‘80, a occupare la scena estiva in libreria con un thriller cattivissimo e avvincente, efferato e umano (nel bene e soprattutto nel male). Tura non è alla sua prima fatica letteraria — in passato altre storie da brividi e reportage giornalistici — ma la sensazione, corroborata da una serie di entusiastiche recensioni da parte dei superaddetti dello specifico genere letterario, è che la sua penna abbia raggiunto livelli di scorrevolezza e d’inventiva molto importanti. Seppur ormai stabile a Londra, ma col cuore rossoblù e lo sguardo rivolto verso le Due Torri, la vena nerista di Tura s’inserisce alla perfezione in quella del composito gruppo di specialisti bolognesi, da Macchiavelli in giù. In ogni caso, a questo giro, sappiatelo, l’autore picchia duro, durissimo. Tu sei il prossimo (Fazi editore, 14 euro) viaggia sulla rotta Inghilterra-Bologna-Cesenatico ad alta velocità, se è vero, come in effetti è, che quelle 379 pagine si sfogliano e si bruciano da sole. E il loro sfruscio è una bella coltellata (letteraria). L’architettura progettata da Tura, sfalsata su diversi piani narrativi, funziona. L’atroce colonna portante del romanzo, insidiosa magari per dei giovani genitori e per chi s’emoziona facilmente, è il rapimento di una bambina inglese in vacanza a Cesenatico. E qui, in un tourbillon ben or-

Tutti alla scoperta della vita delle spie

chestrato di personaggi, si scava con veemenza, ma con due stili diversi: da una parte le indagini della Polizia e della Magistratura italiana; dall’altra la corsa parallela e nascosta di Scotland Yard, anzi di un suo detective. È in questo doppio timbro di movimenti, analisi, abitudini e caratteri, che Tura caratterizza la sua storia: il commissario dal nome storto

L’autore La sua vena nerista si inserisce in quella del gruppo di specialisti bolognesi, da Macchiavelli in giù

— Alvaro Gerace, già raccontato da Tura — della Questura di Bologna, col suo armamentario tipicamente italiano si contrappone alla tecnica e alla freddezza anglosassone di un super detective della City, abile in tutto e capace di tutto. Londra e Bologna, Inghilterra e Italia, Scotland Yard e Piazza Galileo Galilei. Più in là, la Procura di Forlì e soprattutto Cesenatico, che Tura ama, coccola e con cui si scusa per averla «trasformata in teatro di delitti atroci e inconfessabili». È vero. È così, ma è anche il bello di questa corsa mozzafiato, a tratti violentissima, tragicamente realistica. È sempre un po’ patetico e scon-

tato, quando si parla di un thriller, dire che «è carico di tensione fino all’ultima pagina». Sarebbe però disonesto in questo caso dire il contrario: e allora precisiamo che la tensione è semplicemente «capacità di tenere alta l’attenzione del lettore» e che a sorprenderlo non sarà l’ultima pagina (già ci sono le prime 30 taglienti righe, per dire), ma l’ultima parola. L’unico dubbio è: leggerlo adesso o tenerselo per la spiaggia (magari di Cesenatico)?

Le trame nascoste che per anni si sono consumate nell’ombra, tra sigle divenute celeberrime come M16, Kgb, Cia e Mossad. Dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi il mondo è profondamente cambiato così come anche l’arte dello spionaggio, tanto che l’ironia viene facile quando si pensa ai recenti annunci su giornali per arruolare le spie degli anni Duemila. E’ vero che il crollo del muro di Berlino ha ridisegnato gli equilibri del mondo e di conseguenza anche degli apparati di intelligence, Postfazione ma poi c’è stato anche l’11 È curata dalla settembre con tutte le sue giornalista conseguenze. Paul Simpson, responsabile del sito Beccaria: recupera “Sci-Fi Bulletin”, nel libro dati nuovi pubblicato dalla casa bolognese Odoya racconta nei minimi dettagli come le spie abbiano reagito alle nuove minacce internazionali e cosa sia cambiato, sul piano tecnologico e strategico, in ambito bellico durante gli ultimi cinquant’anni. Le vite delle spie, da quelle più famose a quelle nell’ombra, la descrizione degli aspetti tecnici dell’intelligence e gli approfondimenti su operazioni compiute nel corso dei maggiori conflitti si snodano attraverso congegni, trappole e tripli salti mortali. A integrare un libro scritto l’anno passato è stata anche aggiunta una postfazione curata dalla giornalista Antonella Beccaria che recupera i più recenti Datagate, Wikileaks e Snowden, a conferma che il gioco delle spie non finisce mai.

«Tu sei il prossimo» di Stefano Tura (Fazi editore)

«Storia delle spie» di Paul Simpson (Odoya), 320 pagg., euro 18

Fernando Pellerano

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Piero Di Domenico

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