Anno 8
Numero 18
27 Maggio 2011
In questo numero: Sectarianism… a pag. 2
Pisticci-‐Battipagliese a pag. 36 Rimini-‐Fossombrone a pag. 41
Bari-‐Lecce a pag. 4 Sampdoria-‐Palermo a pag. 11 Livorno-‐Piacenza a pag. 15 Modena-‐Grosseto a pag. 18
Arezzo-‐Sporting Terni a pag. 44 Noto-‐Mazara a pag. 45 Noicattaro-‐Altamura a pag. 46 Crociati-‐Rovigo rugby a pag. 48
Juve Stabia-‐Taranto a pag. 25
Recensione “Via Filadelfia 88” a pag. 50
Virtus Verona-‐Voghera a pag. 32
Comunicati a pag. 52
Sportpeople n° 18/2011
Editoriale: Sectarianism...
Sectarianism: gli spettri riprendono forma Q uando
il manager del Celtic FC, Neil Lennon, viene aggredito da un folle durante il match Hearts-Celtic, in programma al mitico “Tynecastle” di Edimburgo, la misura è davvero colma. Quando si apprendono le motivazioni di tale aggressione e le accuse a carico del supporter, poi, a più di qualcuno vengono i brividi: interruzione della quiete pubblica, reati a sfondo razziale e “sectarianism”. Proprio questa parola, “settarianesimo o settarismo”, è il punto attorno al quale ruota e si ricostruisce quanto sta accadendo negli ultimi mesi in Scozia. La parola si riferisce, secondo definizione, “a intolleranza, discriminazione, odio per qualcosa/qualcuno che appartiene ad un gruppo differente, gruppo inteso come appartenenza politica o religiosa”; il massimo esempio in Europa di quanto definito “settario”, con questo significato, si ha nella storia dei “troubles” in Irlanda
del Nord, o Ulster, con Cattolici e Protestanti che si scontrano per motivazioni politiche a sfondo religioso, o viceversa; Belfast è la città simbolo di questi scontri, divisa com’è da anni: capitale di uno Stato lealista, membro del Regno Unito, dal punto di vista dei Loyalists, o capoluogo della Province più a Nord, l’Ulster, per gli Unionists. Il “sectarianism”, in Scozia, ha radici antiche, risalenti addirittura al XVI secolo, quando la riforma protestante ha fatto del Calvinismo la religione di Stato, e i Cattolici i primi nemici da combattere perché un pericolo per la stabilità del regno. Rivalità che è andata inasprendosi con le ondate di migranti dalla vicina Irlanda. Tutto questo, direte voi, cosa c’entra col calcio e con lo sport? Come spesso accade, anche in questa storia il calcio fa da specchio alla realtà di tutti i giorni. Perché proprio in Scozia, precisamente nella città di Glasgow, hanno sede due squadre che incarnano le due anime in gioco, in questa storia molto tesa: i Rangers FC, espressione della parte protestante e lealista, e il Celtic FC...
Sport People n° 18/2011
Editoriale: Sectarianism... ...espressione invece della parte cattolica. Chi non è mai stato a Belfast non sa che cosa rappresentano, davvero, questi due club da quelle parti; come, a loro modo, siano molto più di una squadra di calcio; non si capisce veramente, tra un murales inneggiante all’IRA e un giardino delle rimembranze, cosa significa nelle Falls Road esporre una bandiera a righe orizzontali bianche e verdi, sopra un pub con l’immancabile insegna della Guinness, oppure, al contrario, cosa rappresenti la bandiera con il monogramma “RFC” esposta nelle vie più lealiste, nei quartieri benestanti del sud della città, accompagnata molto spesso dalla Union Jack. Gli incontri tra queste due squadre (i cosiddetti Old Firm) sono seguitissimi in tutto il mondo, e gli scontri, anche durissimi, negli anni sono stati all’ordine del giorno, fino ad arrivare al morto del 1995 (un tifoso del Celtic) che ha segnato una sorta di punto di svolta, almeno fino alle ultime partite di questa stagione. Cos’abbia generato questa recrudescenza nel conflitto, latente, che ha spinto addirittura le due Chiese alla discesa in campo, a fianco di politici di entrambe le fazioni, che ha portato il Parlamento scozzese ad usare il pugno di ferro, non è ben chiaro; la gara che ha segnato la vera svolta è stata la sfida di Scottish Cup, giocata al “Celtic Park”, denominata dall’opinione pubblica la “shame game” (gara della vergogna). Nonostante in febbraio la Strathclyde Police abbia compiuto 229 arresti legati a motivazioni conducibili al sectarianism, coreografie “oscurantiste, settariane e completamente dedicate alla politica e alla religione”, 3 espulsi tra i Rangers, 34 arresti all’interno dello stadio e, dulcis in fundo, la lite tra la gloria dei Gers, Ally McCoist, e il coach degli Hoops, Lennon, a fine gara. Da qui in poi la tensione è salita alle stelle, con buste contenenti pallottole e pacchi esplosivi inviati a vari esponenti del Celtic, in un’escalation di follia sfociata, poi, nell’aggressione subita proprio da Lennon sul campo degli Hearts. Perché, si diceva, l’opinione pubblica scozzese è rimasta tanto scossa da questo fatto? Perché non è avvenuto a
Glasgow, dove sarebbe stato non accettato ma forse tollerato, ma ad Edimburgo, la capitale della Scozia, segno che il morbo ha, lentamente ma inesorabilmente, contagiato l’intero Paese, costringendo il Parlamento a promulgare leggi d’urgenza e la Strathclyde Police a schierare, in occasione dell’ultima gara di campionato, dove ancora Rangers e Celtic si giocavano il titolo, ben ottomila agenti tra il Celtic Park e Kilmarnock, con misure di sicurezza degne di una guerra e il sindacato di polizia che chiedeva di giocare a porte chiuse. Il campionato si è chiuso coi Gers campioni, in un sabato blindato in mezza Scozia. La visita della Regina Elisabetta in Irlanda arriva a chiudere questo periodo difficile; la prima visita di un monarca britannico dopo l’indipendenza irlandese, è tesa a segnare la tanto agognata, dai governanti più che dal popolo, “riconciliazione” tra i due Paesi, in guerra praticamente da sempre, e la fine di questo tipo di problemi. Pura utopia, se pensate che quando “the Queen” ha calcato l’erba del “Croke Park”, casa degli sport gaelici (hurling e calcio gaelico) e teatro del primo “bloody Sunday” della storia (l’esercito di occupazione britannica sparò sulla folla assiepata sulle tribune, uccidendo 14 persone) lo stadio era vuoto. Completamente vuoto. Vuoto come, a mio parere, l’illusione di quanti pensano che una visita di Stato di facciata, per cui un Paese al tracollo finanziario come l’Irlanda ha speso 30 milioni di euro per la sicurezza di questi quattro giorni, possa risolvere questioni che, grondanti sangue spesso innocente, si trascinano da anni. Qualcosa per fermare queste violenze va fatta, possibilmente, però, che sia credibile e davvero tesa alla risoluzione dei problemi. Partendo anche, nel piccolo, dall’eliminare questo tipo di violenza dai terreni di gioco di Scozia, per evitare che si trasformino in amplificatore di tensioni politiche che affondano le loro radici nella notte dei tempi. Testo di Matteo Mangiarotti. Foto licenza CC dal web.
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Foto & News: Bari-Lecce
Requiem per un derby B ari-Lecce, derby pugliese alla ribalta da circa un ventennio, da quando cioè le città più popolose come Taranto e Foggia mancano dai campionati di A e B. Derby, in tempi passati, era la partita dell’anno, la partita su cui, quando venivano diramati i calendari, l’occhio cadeva subito a verificarne la data, immaginando il giorno in cui avresti potuto avere a distanza ravvicinata (e non c’era nulla che poteva fermare la tua presenza) i tuoi più acerrimi nemici, mettere piede nelle sue vie, nelle sue strade, tra alberi e muri della sua città o, viceversa, attenderlo nei vicoli a te familiari. Derby, ai tempi moderni, lo è rimasto più che altro “mediatico”, da telenovela elettorale: tutti s’interessano ma nessuno apertamente osa sfidare e schierarsi contro la “tessera” del business celato dietro la lotta alla violenza. Paolo Perrone, sindaco di Lecce, a sei giorni dal derby, attraverso un’intervista appoggia la richiesta avanzata dall’US Lecce all’Osservatorio di
rivedere il veto sulla trasferta di Bari. Mi soffermo più sul contorno che su ciò che è avvenuto sugli spalti, perché oggi ciò è davvero relativo: da una parte i leccesi “fidelizzati” (tra l’altro con la sottoscrizione di oltre 450 tessere in extremis), dall’altra la curva nord Bari che si fa “apprezzare” per un lancio prolungato di petardi che causa la sospensione della partita per un paio di minuti, giusto a suggellare una settimana turbolenta anche per gli ultras, dopo un’aggressione ai calciatori avvenuta durante un allenamento (la presidenza mai come quest’anno, rea principalmente dell’ennesima Serie B, è rimasta la meno colpita dallo zoccolo duro della nord). Due striscioni, uno contro la TdT e l’altro contro Magistà e Miccoli, oltre all’esultanza al pareggio momentaneo della Samp. In tribuna (a causa della chiusura della Sud) i nuovi gruppi emergenti, che continuano nella lotta rabbiosa contro la presidenza Matarrese e contro la tessera, “pagando” un tagliando oltre le 40 euro con una squadra già retrocessa ma coerenti nella linea intrapresa.
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Foto & News: Bari-Lecce
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Foto & News: Bari-Lecce A margine di questo derby vorrei fare delle piccole considerazioni: se tutti i tifosi e gli ultras fossero uniti nel combattere il calcio del business, delle televisioni, delle tessere, delle restrizioni, del caro-biglietti, il sistema calcio avrebbe serie difficoltà nel continuare a speculare sulla passione dei tifosi, e si potrebbe vedere all’orizzonte un cambio di orizzonti in cui gli stessi tifosi potrebbero ritornare l’elemento portante del giuoco calcio. Impeccabile il comunicato Ultrà Lecce diramato qualche giorno prima del derby, nello specifico vorrei sottolineare il seguente passo: “…pertanto invitiamo a non cadere nel solito tranello riguardo alla sottoscrizione della tessera per poter accedere a questa partita”; già, solito tranello per portare “numeri” al proprio mulino e farsi belli davanti a giornalisti e opinione pubblica. Numeri palesemente falsi, visto che assistere ad una partita sta diventando sempre più collaterale alla sottoscrizione della tessera: commissioni, costi di ricarica, raccolte punti e sconti sul pieno di benzina. Tessera pubblicizzata dalle autorità come
un imprescindibile strumento contro la violenza negli stadi, ma anche quelle società che hanno protestato inizialmente, hanno subito capito il suo potenziale commerciale, non mancando di spingere sui presunti vantaggi per i clienti, un po’ per indorare la pillola e un po’ per far cassa in virtù degli accordi con le banche. Intanto i prezzi dei biglietti salgono alle stelle e l’italiano medio che vive con poco, ci pensa due volte a pagarli ed è di fatto costretto ad abbonarsi-tesserarsi. Parole dal comunicato “UL” decisamente giuste, anche se purtroppo rimarranno…
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Foto & News: Bari-Lecce
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Foto & News: Bari-Lecce …fini a se stesse fin quando la gente non riuscirà a capire l’importanza di accantonare il lato “circense” per tornare a credere nella vera essenza sociale del calcio. È bastato un divieto, un comunicato a far scaturire le reazioni del presidente leccese Semeraro: “Venga anche chi non ha la tessera del tifoso”. Basta un niente per mandare in tilt il loro gioco, ma i tifosi “tutti” questo non lo capiscono. Mi domando ancora come si fa a lottare alla violenza ricercandola poi nella repressione e nel divieto di assistere ad uno “spettacolo”. Mi chiedo, perché InterMilan, Roma-Lazio o Genoa-Samp si disputano a porte aperte? Immaginiamo cosa succederebbe se nella lotta al sistema fossimo davvero uniti… Ma andando avanti cosi, le lotte drastiche intraprese da tanti gruppi organizzati, a cui va la mia stima, non porteranno comunque a niente fino a quando ci sarà il
“tifoso” di turno che, di fronte ad una partita al martedì o ad un biglietto a 50 euro, non farà mai una piega anteponendo improbabili logiche di fedeltà alla squadra, che tradotte non sono che bava alla bocca dalla voglia di vedere un big-match, un derby, una gara decisiva per la salvezza o lo scudetto o l’ultimo pseudo grande acquisto al calciomercato. Testo e foto di Massimo D’Innocenzi.
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Foto & News: Bari-Lecce
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Foto & News: Bari-Lecce
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Solo foto: Sampdoria-Palermo
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Solo foto: Sampdoria-Palermo
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Solo foto: Sampdoria-Palermo
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Solo foto: Sampdoria-Palermo
Foto di Gerolamo Calcagno.
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Foto & News: Livorno-Piacenza
Ultras in attesa dei risultati S i veleggia velocemente verso il finale di campionato, così ogni partita diventa determinante per centrare quei traguardi fissati ad inizio stagione. Il Piacenza, non ancora salvo matematicamente, deve conquistare qualche altro punto per allontanarsi definitivamente dalla zona play out, mentre il Livorno deve vincere per continuare quell’inseguimento ai play off che ad un certo punto della stagione sembravano una vera e propria utopia. Se l’incontro riveste una certa importanza dal punto di vista prettamente sportivo, sul piano ultras c’è ben poco da dire: i piacentini arrivano in terra toscana in un ristretto manipolo di persone, mentre i locali sono, per presenze allo stadio, ai minimi storici. In questo pomeriggio la società Livorno offre qualche agevolazione per l’acquisto dei tagliandi: c’è l’ingresso gratuito per gli studenti e, se a questo aggiungiamo gli ultimi buoni risultati della squadra, si
capisce come, almeno in questa partita, le presenze siano un po’ più significative rispetto al passato. La curva nord non cambia di una virgola il proprio atteggiamento e continua una diserzione che certamente si fa vedere ad occhio nudo: nessun tipo di organizzazione, sostegno vocale spontaneo e diversi vuoti, anche nella zona centrale, che sono un vero e proprio pugno nello stomaco. Un paio di striscioni appesi alla vetrata descrivono abbastanza chiaramente il momento che sta vivendo, a livello di tifo, la curva: il già proposto “Spinelli vattene” prende di mira il patron genovese, prima osannato come il salvatore della patria, poi criticato per i suoi atteggiamenti un po’ da primadonna, ed ora aspramente contestato da chi proprio non ne può più di un personaggio che non riesce a coagulare, intorno alla squadra, un pubblico che un tempo faceva la fila ai botteghini per delle inutili partite di serie C. L’altro striscione esposto alla vetrata è un invito alla squadra, “Combatti Livorno” ed è un messaggio che vuole spronare gli…
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Foto & News: Livorno-Piacenza …undici in campo a cercare la vittoria per entrare nella griglia play off. Nel settore ospite sono presenti una dozzina di piacentini che si ritrovano dietro una bandiera della squadra con la scritta “Placentia ‘92”; dei presenti non so bene si possono fregiare della quanti denominazione “ultras”, sicuramente ci sono un paio di under 16 che magari cresceranno bene ma che attualmente possono solo guardare ed imparare. Per loro il mutismo è totale se togliamo un coro per la squadra e qualche isolato applauso. La curva di casa, ad inizio partita, conferma tutto il proprio poco amore verso il presidente Spinelli con un coro ormai collaudato, che trova immancabilmente poco sostegno dagli altri settori dello stadio, che fischiano gli ultras in maniera netta e decisa tanto che tra le diverse anime c’è uno scambio di gesti ed insulti chiaro e deciso. Per tornare ad un unità di intenti, occorre rivolgere un paio di cori per la squadra e le cose tornano a posto, anche se ormai è fin troppo chiaro che la contestazione a Spinelli riguarda solamente una parte della curva. Sul terreno di gioco il Livorno tiene il pallino del gioco in pugno e prova con più determinazione a trovare la via della rete, mentre gli ospiti si chiudono a riccio e fanno di tutto per far trascorrere il tempo in attesa del duplice fischio dell’arbitro. Sugli spalti la curva nord si fa sentire in qualche occasione, il tifo non è continuo e a qualche buon coro seguono minuti di assoluto silenzio. E’ fin troppo palese che è la squadra che deve trascinare il pubblico e non viceversa, gli undici in campo mettono grinta e determinazione e nonostante i limiti tecnici ricevono applausi e qualche coro che non guasta proprio. Nonostante tutta l’abnegazione dimostrata, la prima frazione termina a reti inviolate con il Piacenza che può gioire della propria condotta di gara. Il secondo tempo si apre con l’espulsione del difensore biancorosso Rickler per doppia ammonizione; l’uomo in più galvanizza l’ambiente che fa salire qualche coro di buona fattura e finalmente c’è un incitamento più deciso.
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Foto & News: Livorno-Piacenza Il Livorno aumenta l’intensità dei propri attacchi, il pubblico gradisce e non ne fa mistero. Vengono intonati cori di sostegno alla squadra, che una volta erano repertorio esclusivo delle Brigate Autonome, alternati ad altri classici; poi l’apice si tocca quando viene chiamato in causa l’attuale Presidente del Consiglio e anche il resto del pubblico dell’Armando Picchi partecipa caldamente: è incredibile quanto questo coro, che non porta benefit concreti alla squadra, è quello che coinvolge senza distinzioni persone di diversi settori, tanto che anche in tribuna c’è chi si lascia andare e per qualche secondo perde il proprio self control. Un altro paio di espulsioni, una per parte, infiammano la partita che magari non è bellissima ma incredibilmente combattuta; il pubblico si fa sentire e sostiene la squadra in maniera abbastanza costante come non capitava da tempo. Si vive ancora di improvvisazione ma rimane la conferma di una buona base che, se chiamata in causa, risponde per le rime. Il Livorno acciuffa il vantaggio a dieci
minuti dalla fine, una torcia viene accesa in curva sud mentre il resto dello stadio esplode in un urlo liberatorio. Il finale di partita vede il Piacenza alla disperata ricerca del pareggio ed il Livorno che punge in contropiede con il pubblico che partecipa attivamente. Il Livorno conquista la vittoria e prosegue la propria corsa verso i play off, per il Piacenza diventa decisiva la prossima sfida contro l’Albinoleffe. Tra le due tifoserie indifferenza totale. Testo e foto di Valerio Poli
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Foto & News: Modena-Grosseto
Due pesi e due misure C lassico incontro di fine stagione quello di quest’oggi al Braglia di Modena, tra i padroni di casa e il Grosseto, due squadre che ormai non hanno più nulla da chiedere al campionato, se non il raggiungimento della matematica salvezza prima di andare in vacanza e cominciare a programmare la prossima stagione; così è anche per le rispettive tifoserie, che in questa bella giornata tardo primaverile, si apprestano a sostenere le rispettive squadre che, a grandi linee, hanno rispettato quelle che erano le aspettative di inizio campionato. A dire il vero, sicuramente è andata meglio alla tifoseria modenese, alla luce delle prospettive disastrose con le quali era cominciato il ritiro pre-campionato nell’estate del 2010; un po’ meno bene è andata invece ai grossetani, stando ai proclami del loro vulcanico presidente Camilli, che ad Agosto aveva promesso il raggiungimento di traguardi importanti…
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Foto & News: Modena-Grosseto …che, man mano sono stati ridimensionati. Le due tifoserie se la prendono comoda e, se pure la società canarina abbia riproposto anche per oggi le riduzioni sui prezzi dei biglietti di Curva Sud e Gradinata Scoperta, il Braglia non presenta certo gli spalti pieni così come in occasione dei precedenti incontri. I ragazzi di Curva # Sud fanno il loro ingresso in curva poco prima del fischio d’inizio e subito cominciano a sventolare i loro bandieroni, che quest’oggi si arricchiscono di almeno un paio di “new entry”, oltre al solito show fatto di cori secchi e battimani, oltre al repertorio “classico” della tradizione curvaiola modenese. Numericamente, i ragazzi assiepati intorno al balconcino centrale della Curva Montagnani oggi sono un po’ meno del solito, mentre tutto intorno il consueto corollario di tifosi canarini partecipa di quando in quando ai loro cori, pur mantenendosi fisicamente distanti dai ragazzi di CS#. Questi ultimi si fanno notare soprattutto…
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Foto & News: Modena-Grosseto …per i cori contro la “tessera” e contro il calcio moderno, a cui fanno seguire (coerentemente!) l’accensione di due potenti fumogeni che nel giro di pochi secondi trasformano il loro settore in una nuvola gialla e blu. Anche oggi, complici i saldi di fine stagione applicati dalla società canarina solo per alcuni settori dello stadio, i ragazzi che solitamente si ritrovano nel settore di Tribuna Laterale Scoperta finiscono per ritrovarsi divisi, seppure dirimpettai, tra questo settore e la Gradinata Scoperta. Come già accaduto altre volte, da una parte e dall’altra, si assiste ad un ping-pong di cori a favore dei gialloblu di casa, seppure sporadici. Dalla parte opposta del Braglia, in curva ospiti, sono presenti solo pochi tifosi maremmani, malgrado questo incontro non fosse sottoposto ad alcuna limitazione nei confronti della tifoseria ospite. I tifosi grossetani sono inizialmente suddivisi in due gruppi, da una parte c’è chi si siede all’ombra del maxi schermo e da lì assiste in silenzio alla partita, dall’altra c’è chi si posiziona in piedi…
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Foto & News: Modena-Grosseto …attorno al balconcino principale del settore e da lì proverà, talvolta, a farsi sentire dai propri beniamini in campo. In quest’ultimo caso, appare evidente come non si tratti di ultras, bensì di semplici tifosi che provano ad incitare la loro squadra. Gli ultras grossetani, quelli veri, presenti in una decina circa, faranno il loro ingresso in curva ospiti solo a partita iniziata e, una volta posizionata la loro pezza “Grosseto City”, si compatteranno dietro ad essa, provando a far giungere il proprio incitamento alla formazione biancorossa, seppure con scarso successo, non fosse altro che per il numero esiguo. Il match scorre via senza particolari emozioni, fatto salvo il goal del vantaggio modenese nel primo tempo a cui fa seguito, dieci minuti dopo, il pareggio del Grosseto messo a segno da Sforzini, ex di turno, che non trova modo migliore per esultare se non quello di rivolgersi verso la Curva Montagnani, quella dei suoi ex sostenitori, con un gestaccio con il quale simula il taglio della gola! Non c’è che dire, davvero un gran bel…
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Foto & News: Modena-Grosseto …gesto di sportività! La reazione dei tifosi di casa, praticamente tutti coloro che sono presenti all’interno del Braglia, non si fa attendere e si assiste così ad una esplosione di sincera e spontanea rabbia nei confronti del giocatore maremmano che viene fatto oggetto di cori e fischi, veri e propri boati che dalla Curva e da tutti gli altri settori dello stadio si propagano verso il terreno di gioco. Al termine della prima frazione di gioco, nel momento in cui le due squadre si apprestano ad uscire dal campo, buona parte dei sostenitori gialloblu presenti in curva si assiepa dietro la vetrata che si affaccia sul tunnel che conduce agli spogliatoi, allo scopo di contestare il comportamento apertamente violento tenuto da Sforzini nei riguardi del pubblico modenese; ma a Modena, così come ormai in tutti gli stadi del nostro Paese, gli apparati di repressione sono sempre presenti e pronti ad intervenire, anche quando non dovrebbero, e così nel giro di pochi minuti la situazione rientra nella…
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Foto & News: Modena-Grosseto …“normalità”, mentre nei confronti di un paio di contestatori scattano provvedimenti di fermo che potrebbero portare a conseguenze ben più gravi. Per solidarietà nei confronti dei fermati, tutti i tifosi presenti in Curva Montagnani, decidono di ritirare i propri drappi e astenersi dal fare tifo per tutta la durata del secondo tempo, ad eccezione di quel che riguarda i cori offensivi e i fischi che verranno rivolti nei confronti del giocatore grossetano, ogni qualvolta toccherà un pallone. La partita termina così, dopo un secondo tempo soporifero disputato all’insegna del “non facciamoci del male”. La contestazione dei tifosi modenesi verso il giocatore del Grosseto, però, non si placa e prosegue anche all’esterno del Braglia, nei pressi degli spogliatoi, dove per concludere in bellezza questo pomeriggio di sport, un’auto dei carabinieri finisce con l’investire un tifoso modenese nel momento in cui il pullman della squadra grossetana si appresta a lasciare lo stadio, causando al malcapitato la frattura di una gamba!
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Foto & News: Modena-Grosseto A quel punto, tra le forze dell’ordine e i tifosi modenesi la tensione sale alle stelle, fino a quando non interviene personalmente il capitano del Modena, Perna, che col dialogo riesce a placare gli animi surriscaldati dei sostenitori gialloblu. In conclusione, la domanda che viene spontaneo farsi in situazioni come questa è come sia possibile che un calciatore professionista possa rivolgere al pubblico sugli spalti dei gesti che sono sfacciatamente violenti e intimidatori, per poi riuscire a cavarsela senza nemmeno uno straccio di ammonizione; mentre, nella stessa circostanza, vengono addirittura applicati provvedimenti restrittivi della libertà personale a dei tifosi che, nella concitazione del momento, si rendono autori di un “reato gravissimo” come l’arrampicarsi su di una rete di recinzione per inveire a distanza nei confronti di chi li ha provocati. Ancora una volta, due pesi e due misure. Testo e foto di Giangiuseppe Gassi. giangiuseppegassi@sportpeople.net.
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto
E se non ci fosse stata la tessera del tifoso??? P iù
pubblico del solito al Romeo Menti visto che il Taranto è una diretta concorrente per l’accesso ai play-off. Delusione sul fronte ospite in quanto la presenza tarantina può essere quantificata sulla decina di unità: c’è molto rammarico da parte mia immaginando che, se non ci fosse stata la tessera del tifoso, lo spettacolo tarantino sarebbe stato tutt’altro vista sia la posizione in classifica dei pugliesi, sia il reciproco rispetto che persiste tra le due tifoserie. Pre-partita movimentato fuori dalla curva sud, con qualche scaramuccia tra tifosi e Fdo: la vera motivazione non la conosco ma suppongo ci sia stato qualche problema nel flusso d’ingressi. Prima del fischio d’inizio, presentazione di un ospite di lusso: lo stabiese Fabio Quagliarella, accolto da tutto lo stadio con un’ovazione. Oggi la curva sud è in gran forma: cori…
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto
Sport People n
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto …per la maglia, per i diffidati e contro i nocerini, la cui festa per la promozione in serie B nella giornata precedente è stata rimandata proprio dagli stabiesi, che sono andati a vincere per 2 a 1. Due gli striscioni esposti dagli stabiesi, uno dedicato ai nocerini e l’altro ad una tifoseria amica, quella tedesca del Red Kaos Zwickau. La prestazione degli ultras stabiesi non si è affatto involuta nonostante il pesante 0-3 che i gialloblu hanno subìto, infatti la potenza e l’intensità dei cori, ad ogni gol del Taranto, invece di diminuire aumentava. Poco da dire sui tarantini: una decina che si danno anche da fare, ma più di una sciarpata non possono fare; peccato che la tessera abbia lasciato i veri ultras a casa. Da segnalare gli applausi del pubblico stabiese ai propri beniamini nonostante il passivo, oltre a qualche insulto in tribuna di qualche “stabiese-napoletano” nei confronti di Fabio Quagliarella, reo di essersi “venduto” alla Juventus. Testo e foto di Emilio Celotto.
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto
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Foto & News: Juve Stabia-Taranto
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Foto & News: Virtus Verona-Voghera
Che la festa abbia inizio U ltima di campionato (Serie D - Girone B) in quel del Gavagnin-Nocini, campo del quartiere veronese di Borgo Venezia nel quale gioca le partite casalinghe la VirtusVecompVerona, la terza squadra cittadina, che già nella domenica precedente ha raggiunto l’obiettivo salvezza che le permetterà di giocarsi una storica sesta stagione consecutiva in Serie D. Avversario della giornata il Voghera che arriva a Verona caricatissimo per ottenere quella vittoria che gli permetterebbe di agganciare il secondo posto in classifica per accedere, oltre che ai play off, anche ai preliminari della Tim Cup 2011-12 e per avere maggiori chances per un eventuale ripescaggio nella Seconda Divisione. La Curva Nord, fin dall’apertura dei cancelli, si anima di supporters rossoblu che accolgono i tanti amici che arrivano per l’occasione da altre città: Livorno, Firenze (tifosi italiani dell’Olympique Marseille), Trento, Brescia, Manchester
(tifosi del Celtic), Bergamo (Leones Italianos Athletic Bilbao), oltre ai compagni delle varie sezioni Virtus Fans (Brianza, Venezia-Treviso, Vicenza, Padova, Voghera, Lecco e Dortmund). I presupposti per una giornata di festa ci sono tutti. I vogheresi arrivano a scaglioni (alla fine saranno almeno una cinquantina) e subito con i tifosi rossoblu si crea un’amichevole condivisione del bar dello stadio. Poi, prima del fischio d’inizio, ognuno nel proprio settore a sostenere la propria squadra del cuore.
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Foto & News: Virtus Verona-Voghera
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Foto & News: Virtus Verona-Voghera
Sport People n째 18/2011
Foto & News: Virtus Verona-Voghera Sul fronte rossoblu tifo continuo e sventolio di bandiere per i novanta minuti nonostante il passivo di due a zero (ma oggi per la Virtus il risultato non conta nulla), per finire con sciarpata e squadra sotto la Curva a lanciare le maglie a quei tifosi che non hanno mai fatto mancare il supporto per tutto il campionato. Da parte vogherese, da segnalare una bella fumogenata/torciata a match iniziato, sventolio di bandieroni e tifo abbastanza costante; anche la squadra rossonera, a fine gara, sotto il settore dei loro supporters... A detta dei Virtus Fans, quello vogherese è stato forse il miglior gruppo visto quest’anno al Gavagnin. E dopo il triplice fischio finale, di nuovo tutti, rossoblu e rossoneri, attorno al bar a dar fondo alle scorte di birra & spritz... Salutati i vogheresi, i Virtus Fans daranno inizio alle danze con dj set sotto il tendone del bar per festeggiare l’ennesima salvezza virtussina. Testo di Ciodo Bhoy. Foto di Riccardo C.
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F o t o & N e w s : P i s t i c c i - B a t t i p a gl i e se ( p l a y ou t )
26 anni sempre al tuo fianco Si
gioca oggi lo spareggio di andata tra Pisticci e Battipagliese. Il mio racconto ha inizio alle 12:30, alla partenza dei pullman da Battipaglia. Si nota subito la presenza di alcuni tifosi della Juve Stabia, visti gli storici buoni rapporti tra gli stabiesi e i bianconeri. All’arrivo, in leggero ritardo, altrettanto e subito evidente la presenza di molti tifosi materani, gemellati dei battipagliesi. Dopo un po’ di tensione iniziale con le forze dell’ordine, data dal nervosismo della ressa, il tutto rientra grazie alla buona gestione di entrambe le parti. All’entrata, bello il colpo d’occhio dalla tribuna dei locali, gremita e abbellita da una buona coreografia raffigurante la scritta “Pisticci”; dall’altra parte i battipagliesi sono quattrocento e riempiono per intero il settore ospiti. I tifosi provenienti dalla città capoluogo…
Sport People n° 18/2011
F o t o & N e w s : P i s t i c c i - B a t t i p a gl i e se ( p l a y ou t )
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F o t o & N e w s : P i s t i c c i - B a t t i p a gl i e se ( p l a y ou t ) …della Piana del Sele, all’entrata accendono numerose torce e danno vita ad un tifo caldo e rabbioso. I locali, da parte loro, fanno partire qualche coro e qualche manata, ma il tutto si spegne con il gol della Battipagliese che scatena l’urlo liberatorio dei supporters bianconeri che trasformano, con il loro tifo, lo stadio in una vera e propria “bolgia dantesca”. Dal settore delle zebrette partono tanti cori d’amicizia e rispetto verso gli amici materani e contro i loro rivali di Potenza, cosa che, con mio stupore, scatena l’ira dei pisticcesi (Pisticci è proprio in provincia di Matera) che, a loro volta, rispondono con gestacci e cori contro i materani. La gara termina con la vittoria per uno a zero della Battipagliese, dopo che la stessa aveva sfiorato più volte anche il raddoppio. Infine, da segnalare, l’esposizione dello striscione autocelebrativo dei battipagliesi che ricorda i 26 anni degli HRUB. Testo e foto di Mario Rosellini.
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F o t o & N e w s : R i mi n i - Fos s om b r o n e
Corsa a due verso la C Continua
la rincorsa del Rimini verso la testa della classifica all’inseguimento del Santarcangelo, dopo l’esaltante vittoria ottenuta sul campo di Teramo, giocata a porte chiuse solo sulla carta, visti i tanti teramani che hanno aggirato il divieto, appostandosi su una collinetta dietro il settore ospite pur di non perdersi la tanto attesa sfida tra le due squadre che, sulla carta, si sarebbero contese il primo posto. Personalmente mi auguro, visto il prepartita “agitato” malgrado lo stadio chiuso, che nessuno subisca conseguenze penali. Quest’oggi, a far visita alla squadra biancorossa, arriva dalla vicina città marchigiana il Fossombrone, squadra formata da molti giovani calciatori e relegata nei bassifondi della classifica, che dovrà lottare con i denti per non retrocedere. Prima della partita, il presidente biancorosso ha voluto donare all’attuale presidente del Fossombrone una maglia del Rimini, visto che suo padre, negli anni ‘70, fu presidente del Rimini Calcio.
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F o t o & N e w s : R i mi n i - Fos s om b r o n e La Curva Est, malgrado la partita del tifo non si possa annoverare tra le più interessanti, non fa mai mancare il proprio sostegno: a più riprese qualche torcia accesa, con coriandoli lanciati dalla parte alta della curva che creano un bell’effetto ottico; seppur solo lo zoccolo duro sia al centro curva, riescono ad alternare discrete manate e una sciarpata. Nel primo tempo, a sorpresa, è la squadra ospite a passare, con i biancorossi che faticano a gestire il pallino del gioco. A inizio ripresa, dalla Curva Est si alza uno striscione per salutare il padre di un ragazzo della stessa Est, attualmente ai domiciliari per i fatti della partita RiminiRiccione; ed è il secondo lutto che colpisce a distanza di qualche settimana due ragazzi della curva. Prima, con un rigore, il Rimini si porta in pareggio poi, solo oltre il 90’, arriva la vittoria con una magistrale punizione, il cui autore si porta sotto la Est per festeggiare, seguito da tutti i compagni di squadra e dai componenti della panchina. Testo e foto di Gilberto Poggi.
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Flash News: Arezzo-Sporting Terni
Chiude in bellezza l’Arezzo che supera per 2-1 lo Sporting Terni e colleziona il sedicesimo risultato utile consecutivo: otto vittorie e altrettanti pareggi che hanno consentito agli amaranto di salvarsi direttamente, addirittura di giungere a metà classifica quando, dopo la prima gara del ritorno, il distacco dalla salvezza diretta era di sette punti. Applausi alla fine, ma sul futuro spuntano ombre, perché il presidente Severini ha detto che se dal Comune non avrà risposte precise entro un paio di giorni, questa dirigenza potrebbe lasciare. Foto di Alessandro Falsetti.
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Foto & News: Noto-Mazara
Le ingiustizie non fermano gli ultras S triscione
di solidarietà per i diffidati da parte degli ultras netini, in riferimento ai daspo succeduti al derby Noto-Modica dove ventisette tifosi sono stati identificati e denunciati per i tafferugli verificatesi qualche ora prima della partita. I tifosi rossoblu fecero esplodere una bomba carta sotto la sede della società netina provocando la reazione dei tifosi locali che accorsero in buon numero per “vendicare” l’affronto. Ai tifosi modicani fu vietato di assistere alla gara, non prima che alcuni fossero medicati presso l’ospedale “Trigona” per lievi traumi alle gambe ed alle braccia. Per la gara Rossanese–Noto del 17/04, dato che in Serie D non è previsto il programma “tessera del tifoso”, il CASMS ha determinato la chiusura del settore ospiti e la vendita dei tagliandi ai soli residenti nella provincia di Cosenza. Foto di Salvatore Lamarca.
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Foto & News: Noicattaro-Altamura
Motivi di sicurezza Il
solito orario e i soliti ritardatari, ma stranamente non le solite facce: la trasferta di Noicattaro mi stupisce perché, oltre ai “soliti ignoti” ci sono nuovi ingressi. La gioia di vedere tanta gente (saremo sulle 40 unità numero più che dignitoso vista la categoria, i risultati e, soprattutto, la realtà) rende il viaggio nella cittadina barese bello, allegro ma soprattutto ricco di speranze per il futuro: forse questa è la volta buona che riusciamo a costruire uno zoccolo duro che resista e riesca ad andare avanti, nonostante le mancate gioie. Arrivati a Noicattaro la polizia del posto, invece di farci parcheggiare vicino al settore ospiti, ci invita a mettere le auto nel settore dei tifosi noiani, motivando il tutto con “per ragioni di sicurezza è meglio che parcheggiate con loro” (?). Per fortuna con i rossoneri non esiste alcun rapporto e la partita, inoltre, non ha alcuna importanza ai fini del campionato; per di
più, dietro allo striscione ultras e ad una bandiera rossonera ci sono una decina di ragazzi che comunque non tifano. Appena le squadre entrano in campo, forte parte il nostro incitamento: saranno 90 minuti di tifo, ovviamente tra alti e bassi, ma con il caldo di oggi era molto difficile mantenere un ritmo costante per tutto l'arco della partita. Nell’intervallo della partita chiedo al servizio d’ordine di entrare nel campo per scattare qualche foto, ma per i soliti motivi di sicurezza me lo impediscono e mi invitano ad andare nella tribuna noiana e scattare da lì: il mondo funziona sempre al contrario… Capitoli tifosi di casa: sarà che è sempre difficile digerire un fallimento, sarà che hanno disputato un campionato anonimo, sarà che giustamente hanno preferito il mare, sarà che comunque Noicattaro è attaccata a Bari ma oggi non hanno tifato e hanno assistito alla partita in religioso silenzio. Testo e foto di Michele D’Urso.
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Foto & News: Noicattaro-Altamura
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Foto & News: Crociati RFC-Rugby Rovigo
Bersaglieri in marcia verso la finale N ella
bella cornice di pubblico del “XXV Aprile” di Parma, grazie anche al supporto di almeno 300 tifosi colorati e rumorosi giunti da Rovigo, i Bersaglieri conquistano la vittoria nella gara di andata della semifinale playoff e pongono una seria ipoteca per la conquista della finale, in programma sabato 28 maggio. Arrivate alla post-season con obiettivi differenti, i Crociati già soddisfatti per aver centrato l’Europa, Rovigo per vincere quel tricolore che manca da troppo tempo dal Polesine, dal 1990. Proprio per questo, come dicevo, un pubblico numeroso, competente e appassionato, a tratti anche troppo, accompagna i rossoblu nella trasferta emiliana, con auto e pullman, per spingere la squadra alla finale che si giocherebbe proprio al “Battaglini” di Rovigo. I Crociati devono solo vincere quest’oggi, per provare a rovinare la festa dei rodigini e non rendere una formalità la gara di ritorno in programma tra sette giorni; in parte ci riescono perché, fino alla metà del secondo tempo, cullano il sogno
di vittoria, nonostante abbiano giocato con l’uomo in meno 30 degli 80 minuti della gara (tre cartellini gialli concessi a Rovigo sono un suicidio, oltre che una vera e propria follia); proprio la stanchezza è la nemica dei parmensi, che crollano negli ultimi venti minuti concedendo due mete ai rodigini che costano vittoria e, molto probabilmente, passaggio del turno. Tra una settimana si conosceranno le finaliste; nell’altra gara, Padova a sorpresa strapazza Prato con quattro mete ed ipoteca il posto in una finale che sa tanto di derby veneto. Testo e foto di Matteo Mangiarotti. (matteo.mangiarotti@sportpeople.net)
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Foto & News: Crociati RFC-Rugby Rovigo
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Culture club: via Filadelfia 88 Recensione del libro:
Via Filadelfia 88 Titolo: Via Filadelfia 88; Autore: Beppe Franzo; Editore: Novantico Editrice; Prezzo: 16 euro.
C ertamente
un libro atipico, scritto da un ultras juventino che ne ha viste e vissute di cotte e di crude e prova, con ottimi risultati, a mettere su carta azioni e pensieri dei tempi che furono. Il libro si compone di una quarantina di racconti scritti, omettendo nomi e cognomi ma fornendo dettagli accurati su fatti realmente accaduti: nessun racconto romanzato, nessuno spazio alla fantasia ma un evolversi di fatti e personaggi che fa capire al lettore l’evoluzione della società civile, e di conseguenza l’evoluzione del mondo ultras: dalle rivalità campanilistiche a quelle su più larga scala, dalla politicizzazione degli anni ‘70 ad un rifiuto della politica partitocratica, da gruppi nati spontaneamente per rendere
l’incitamento alla squadra più organizzato a gruppi che hanno fatto del business il loro cavallo di battaglia in barba alle vecchie regole non scritte. Un viaggio attraverso la generazione ultras degli anni ‘70-‘80 in cui non mancano riferimenti a quella vecchia mentalità ultras che faticosamente i gruppi attuali vanno ricercando, un mix di nostalgia e di ricordi forti e crudi, senza tanta retorica e senza troppe banalità. Dopo un paio di racconti che narrano l’avvicinarsi del soggetto allo stadio, alla curva, al gruppo, l’autore vira l’attenzione sul primo grande dramma che ha visto protagonisti, loro malgrado, gli ultras: la morte di Vincenzo Paparelli. Da qui in avanti il libro è un susseguirsi di racconti che scorrono via con una velocità disarmante: dai derby contro il Torino alle sfide tesissime contro i nemici viola, dalle trasferte decisamente animate di Pisa e Cesena alle sfide europee con fatti e misfatti a corollario, il tutto condito da uno spruzzo, e forse qualcosa di più, di sana politica.
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Culture club: via Filadelfia 88 Personalmente ritengo interessanti i racconti sulla tragedia dell’Heysel e quelli sulla nascita dei Black & White Supporters Curva Filadelfia prima e Arancia Meccanica – Drughi in seguito. L’ultimo racconto è dedicato alla tessera del tifoso, come a chiudere quel cerchio partito idealmente nell’ottobre del 1979 che arriva fino ai nostri giorni. Che qualcosa sia cambiato è sotto gli occhi di tutti, che il cambiamento abbia significato progresso, questo è da vedersi. Per capire l’essenza ultras dell’autore, basta leggere a chi è dedicato il libro: “Dedico questo libro a quanti affollano le gradinate del cielo, in particolare: Beppe Rossi, Claudio Ardito, Roberto Balducci, Marco Brocchi, Antonio del Ponente, i fratelli Candela, Mario Onorato, i 39 Angeli dell’Heysel, mio padre". Testo e foto di Valerio Poli. valerio.poli@sportpeople.net.
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F a n z i n e & C o m u n i c a t i : F o r e v e r Ul t r a s B ol og n a
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Fanzine & Comunicati: Ultras Cuneo
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Fanzine & Comunicati: Ultras Venafro
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