CONCERTI | CONFERENZE MOSTRE | PROIEZIONI
Foto: Paolo Galletta · Progetto grafico: Blue Cuckoo Studio
JazzArtMagazine
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Crema Jazz Art Festival
Atto III LA VITALITÀ DEL JAZZ ITALIANO SI FONDE CON LA MAGIA DELL’ARTE IN 11 CONCERTI E ALTRI EVENTI TUTTI A INGRESSO LIBERO
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opo la fortunata seconda edizione dell’anno scorso, eccoci già pronti a vivere questo nuovo Crema Jazz Art Festival! La terza edizione è un primo traguardo importante, la
Foto: Paolo Galletta
conferma di un lavoro di “alto artigianato” che il Direttore Artistico Giovanni Mazzarino e i curatori dell’Associazione Musicale Non Solo Jazz desiderano consolidare in una città che ha, fin dagli esordi, risposto con affetto alla proposta festivaliera. C’è grande amore per la musica
profuso in questa Kermesse, che ancora una volta renderà la città di Crema uno snodo importante del Jazz nell'estate italiana. La manifestazione è realizzata in collaborazione e con il Patrocinio del Comune di Crema e del Consiglio della Regione Lombardia, e con il sostegno di Reindustria e di un
gruppo di sponsor e partner come ad esempio il Caffè Verdi, il Jazz Club Ufficiale del Festival, il Barcelona Cafè, o il B&B San Clemente, che per l'occasione apre alla città il suo affascinante cortile ospitando un importante momento musicale. Tutti i concerti in programma e tutti gli eventi saranno a entrata libera e gratuita, fatto non usuale nei Festival di questo tipo, soprattutto considerando l’alta qualità della proposta: un motivo in più per vivere la città anche d'estate o includere Crema nei propri itinerari di viaggio e di scoperta. IL PROGRAMMA: UNO SPACCATO DEL JAZZ ITALIANO Il programma è strutturato come un viaggio nell’autentica qualità musicale in chiave Jazz, portata in scena da artisti che operosamente lavorano negli anni alla continua ricerca di una vera idea musicale, coltivando una poetica autentica, originale e sincera e confrontandosi sempre con musicisti di alto livello. Artisti a cui, come comune denominatore, potremmo attribuire tre parole: talento, continuità e ispirazione. Martedì 11 il Festival abiterà la suggestiva atmosfera del Cortile San Clemente per un evento speciale dedicato a Jim Hall, uno dei più virtuosi ed influenti chitarristi jazz dell'era moderna. Protagonista sarà il chitarrista Gaetano Valli, che presenterà in quartetto il suo nuovo album Hallways, un raffinato tributo a colui il quale è stato un vero e proprio Guru musicale e non solo per i chitarristi. Il concerto verrà
aperto da una conferenza del musicologo Maurizio Franco dedicata ad approfondire la figura di Hall. Da giovedì 13 cambio di scena: i concerti si spostano al CremArena, sul cui palco salirà una grande orchestra tutta italiana, diretta da un autentico mito del nostro Jazz, Enrico Intra e popolata di eccellenti musicisti e solisti... Per il Crema Jazz Art festival l'Orchestra ha preparato un repertorio speciale: un concerto dedicato ai grandi compositori del Jazz Italiano. La performance sarà impreziosita dalla presenza di due ospiti speciali: la crooner dalla voce di velluto Alessandra Mirabella e Paolo Tomelleri, un vero portabandiera dei clarinettisti italiani! Venerdì 14 sarà il giorno del BBB Trio di Flavio Boltro, veterano trombettista, musicista profondo e creativo, sul palco con Mauro Battisti al contrabbasso e Mattia Barbieri alla batteria. Una musica di grande fascino: le esperienze, le sonorità e i linguaggi musicali che appartengono ad ognuno di loro si fonderanno insieme con perfetta intesa e forza comunicativa. Sabato 15 l'atmosfera si trasformerà nuovamente, grazie al funambolismo vocale di Daniela Spalletta feat. Urban Fabula, che con energia e passione porterà gli spettatori del Crema Jazz Art al centro di D - Birth, una nuova galassia di suoni, colori, visioni, coadiuvata da un trio di solidissimi musicisti quali Seby Burgio al pianoforte, Alberto Fidone al contrabbasso e Giuseppe Tringali alla batteria. Il progetto è stato
premiato nell’ambito di numerosi concorsi nazionali, fra cui Lucca Jazz Donna, Conad Jazz Contest e altri. Il programma principale si arricchisce poi di altri 6 concerti, per spaziare dai suoni del Jazz più contemporaneo fino alla musica Brasiliana. Altri interessanti e coinvolgenti concerti sono in programma in alcuni dei migliori locali della città: il Caffè Verdi, il Caffè del Museo e il Barcelona Cafè. Dal Jazz made in Crema alla musica brasiliana… non mancherà nessun sapore! ARTE E JAZZ SEMPRE PIÙ IN SIMBIOSI È musicalissima la mostra d’arte abbinata al Festival di quest’anno, a cura dell’artista Marialisa Leone. In sala Agello del Centro Culturale Sant’Agostino, domenica 9 Luglio alle ore 18.30 si terrà il vernissage della sua personale "En Confiance, Jazz" sarà l'evento di apertura del Festival. Spiega l'artista: "Raccoglierò parole e pensieri dei musicisti di Jazz, le trascriverò sulle mie pagine, le suggestioni vocali si trasformeranno in forme e colori nuovi, visioni ravvicinate che percorrono le vie sonore sotterranee e segrete diventando immagini”. L’evento avrà anche una sua
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estensione musicale con un concerto-performance di Lunedì 10 alle ore 21.00 al Caffè Verdi, con un’incursione artistica della Leone durante il concerto in quartetto della cantante Valentina Gramazio, che è anche la curatrice della mostra. LA CHIUSURA CON PIANIPARALLELI: UN CONCERTO... AL CINEMA Il saluto finale del Festival viene affidato quest'anno proprio alla musica del suo Direttore Artistico, Giovanni Mazzarino e agli spettacolari piani-sequenza di Gianni Di Capua, nel film-concerto PIANIPARALLELI che vede protagonista il compositore e pianista protagonista insieme a musicisti che proprio non hanno bisogno di presentazioni: Steve Swallow, Adam Nussbaum, Fabrizio Bosso e l'Orchestra d'Archi Arrigoni, diretta da Paolo Silvestri. Dopo un film-tour che, partendo da Roma il 7 aprile scorso, ha toccato moltissime città italiane, ora la pellicola approda anche a Crema, con una proiezione speciale in sala Cremonesi alle ore 21.00 di domenica 16 Luglio, a chiusura di un Festival che Mazzarino ha ideato tre anni fa e che dirige con tanta passione.
CALENDARIO Ingresso gratuito a tutti gli eventi.
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Centro Culturale S. Agostino | Sala Agello Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 18.30 · Vernissage MOSTRA “EN CONFIANCE, JAZZ” Marialisa Leone per il Crema Jazz Art Festival Durante l’evento l’artista si intratterrà in una conversazione su Jazz e arte insieme al Direttore Artistico del Festival Giovanni Mazzarino. La mostra resterà aperta fino a domenica 23 luglio.
Caffè Verdi · via Cadorna, 4 21.00 · Concerto VALENTINA GRAMAZIO QUINTET feat. MARIALISA LEONE “EN CONFIANCE, JAZZ” progetto speciale per il Festival con live art performance Valentina Gramazio: voce Gaetano Valli: chitarra Giuseppe Bellanca: tromba, voce Alessandro Turchet: contrabbasso Alioša Jeric: batteria Marialisa Leone: azioni artistiche
Cortile B&B San Clemente Via Suor Maria Crocefissa di Rosa, 3 21.00 · Concerto GAETANO VALLI QUARTET “HALLWAYS” Gaetano Valli: chitarra Flavio Davanzo: tromba Alessandro Turchet: contrabbasso Alioša Jeric: batteria Presentazione del nuovo Album “HallWays Remembering Jim Hall”. Il concerto verrà aperto da una conferenza su Jim Hall a cura del musicologo Maurizio Franco.
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LUGLIO Caffè Verdi · via Cadorna, 4 21.00 · Concerto ERMANNO PRINCIPE TRIO Ermanno Principe: batteria e voce Tony Casuscelli: tastiere Tonino de Sensi: basso elettrico
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LUGLIO CremArena · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 21.00 · Concerto CIVICA JAZZ BIG BAND, DIRETTORE ENRICO INTRA “THE ITALIAN JAZZ COMPOSERS” Ospiti del concerto: Alessandra Mirabella: voce Paolo Tomelleri: clarinetto Caffè Verdi · via Cadorna, 4 22.30 · Concerto ANA FLORA QUARTET Ana Flora: voce Anderson Ambrosio: chitarra classica ed elettrica Marcos Babbo Bacheretti: batteria e percussioni Max Laganà: basso elettrico
LUGLIO Caffè del Museo · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 18.30 · Aperitivi in Jazz FABRIZIO TRULLU TRIO Fabrizio Trullu: pianoforte Marco Cocconi: basso Valerio Abeni: batteria CremArena · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 21.00 · Concerto FLAVIO BOLTRO BBB TRIO Flavio Boltro: tromba, flicorno Mauro Battisti: contrabbasso Mattia Barbieri: batteria Barcelona Cafè · Via Giacomo Matteotti, 10 22.30 · Concerto GIGI CIFARELLI BLUE ORGAN TRIO Gigi Cifarelli: chitarra e voce Niccolò Cattaneo: organo Hammond Matteo Frigerio: batteria
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DOMENICA
LUGLIO Caffè del Museo · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 18.30 · Aperitivi in Jazz WA ELECTRIC TRIO Eono: basso elettrico, voce, flauto cinese Roberto Cosimi: piano, tastiere Elia Micheletto: batteria CremArena · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 21.00 · Concerto DANIELA SPALLETTA feat. URBAN FABULA “D-BIRTH” Daniela Spalletta: voce e arrangiamenti Seby Burgio: pianoforte Alberto Fidone: contrabbasso Giuseppe Tringali: batteria Caffè Verdi · via Cadorna, 4 22.30 · Jam session BIG JAM SESSION FINALE DEL FESTIVAL aperta a tutti i musicisti
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LUGLIO Caffè del Museo · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 18.30 · Aperitivi in Jazz EMIOLIA JAZZ QUARTET Marta Arpini: voce Davide Coppo: chitarra Marco Doldi: basso Luca Bongiovanni: batteria Centro Culturale S. Agostino | Sala Cremonesi · Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 21.00 · Proiezione FILM-CONCERTO: PIANIPARALLELI (dalla) Suite per quartetto Jazz e Orchestra d’Archi di Giovanni Mazzarino Regia di Gianni Di Capua con Giovanni Mazzarino, Fabrizio Bosso, Steve Swallow, Adam Nussbaum, Paolo Silvestri, Accademia d’Archi Arrigoni Aria condizionata
11/7 ore 21.00, Cortile B&B San Clemente
Gaetano Valli "HallWays: Remembering Jim Hall" Martedì 11 Luglio nel suggestivo cortile del B&B San Clemente di Crema, in via Crocifissa di Rosa, risuonerà la memoria di una grande figura della musica Jazz, un maestro che ha ispirato generazioni di musicisti e di appassionati: Jim Hall. A precedere il concerto una conferenza del musicologo Maurizio Franco sul grande musicista americano.
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l chitarrista Gaetano Valli, ospite del festival col suo quartetto, presenta il nuovo album HALLWAYS - Remembering Jim Hall. Gaetano Valli è un nome ben noto sia in Italia, sia nella scena mitteleuropea per la sua trentennale attività di bandleader, didatta e divulgatore competente e appassionato dei mondi sonori, compositivi e strumentistici della chitarra. Un musicista dallo sguardo colto e dal fraseggio raffinato, un esploratore di “suoni e luoghi” (che è anche il nome di uno dei suoi lavori più fortunati) saldamente ancorato all’estetica del modern Jazz mainstream che ha sempre inteso la chitarra non come uno strumento di autoreferenziale espressione virtuosistica, quanto come un mezzo espressivo per condividere coralmente “le corde“ della propria visione musicale in formazioni di diversa natura, dal duo all’orchestra. Un modo di intendere la chitarra nel Jazz
fortemente influenzata da Jim Hall, appunto, ed è proprio questa raggiunta maturità e consapevolezza, al di là dell’omaggio a un Maestro, che l’album vuole in qualche modo celebrare. Il lavoro si avvale di un cast particolare, che mette insieme musicisti di diversa età ed estrazione, tutti però accomunati dal profondo amore e rispetto per il ruolo che Jim Hall ha avuto nella storia del Jazz. Jim Hall è stato uno dei pochi chitarristi universalmente riconosciuto come grande musicista da tutte le categorie degli strumentisti jazz. Spesso accade che tra i vari settori strumentali si elevino confini compartimentali che finiscono col penalizzare alcuni strumenti relegandoli a ruoli minori.
potenzialità che la chitarra può offrire al jazz. In più, a pochi anni dalla sua scomparsa, non accenna minimamente a spegnersi la grande forza della sua lezione musicale che ha fatto di lui un vero e proprio Guru. La grande eredità lasciataci da Jim Hall affonda le sue radici nella musica colta del novecento e non parliamo solo di jazz. Nel suo fraseggio si colgono anche spunti melodici tipicamente classici ma anche richiami a melodie più antiche provenienti da culture lontane. Il significato primario di questa riunione tra musicisti-amici confluita in “Hallways” è proprio quello di mantenere viva la sua presenza e rendere omaggio ad una delle figure più importanti della storia del jazz.
Nello strapotere degli strumenti a fiato, del pianoforte, della batteria e del contrabbasso, la grande forza di Hall è stata proprio quella di mettere d’accordo tutti sulle effettive
In scena: Gaetano Valli | chitarra Flavio Davanzo | tromba Alessandro Turchet | contrabbasso Alioša Jeric | batteria
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Foto: Marco Ambrosi
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opo le prime esperienze di musica leggera e rock degli anni giovanili (incide due album nell’80), approda alla “fusion” con i gruppi Chama e Slapshot (’80-’84) e si avvicina al jazz con i gruppi Mittel Quartet e Nothing Personal.
Nel ‘90 è presente con sue composizioni nel Cd distribuito in Europa The Course of Seasons. Effettua un’esperienza più che decennale come turnista di registrazione lavorando, tra gli altri negli studi Trafalgar di Roma con Gaetano Ria (fonico di Lucio Battisti) e presso lo studio Gulliver di Genova con De Scalzi (New Trolls) . Ha studiato essenzialmente da autodidatta ma ha partecipato ai seminari di Umbria Jazz (‘90), ai corsi internazionali di perfezionamento di Cividale (‘91), ai seminari di Siena Jazz (‘92)(‘93) ed ai corsi de “Il suono Improvviso (Venezia ‘91, ‘92, ‘93) dove ha ricevuto una borsa di studio da parte dell’assessorato alla cultura.
Tra i suoi insegnanti: Sandro Gibellini, Tomaso Lama, Rick Peckham, Amedeo Tommasi e Marco Castelli. Ha inoltre frequentato i seminari tenuti in Italia da Jim Hall, Mike Stern, Mick Goodrick, Peter Bernstein, Jerry Bergonzi, John Stowell, Umberto Fiorentino e Rory Stuart. Ha suonato con Bob Moses, Matthew J. Garrison, Jack Walrath, Steve Gut, Tony Scott, Cameron Brown, Claudio Roditi, Royce Campbell, Enrico Rava, Bruno Tommaso, Ares Tavolazzi, Marco Tamburini, Ron Odrich, Sandro Gibellini, Lanfranco Malaguti e ha collaborato con molti altri apprezzati jazzisti italiani. Ha collaborato con l’orchestra sinfonica Filarmonica di Udine e del Friuli V.G. e con la nota cantante Elisa (1995). Ha preso parte a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche della Rai nazionale e regionale. Ha partecipato a rassegne internazionali tra le quali
Jim Hall
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il Festival Jazz di Vienne (Francia), Udine Jazz, Jazz Lent di Maribor, Gong Festival di Nova Gorica e Kranskyj Poletni Jazz festival di Kranj (Slovenia), L’Aquila e il Drago (Barcellona, Spagna), Jazz Point Linz al Musikpavillon, Snowjazz Gastein (Austria), Folkest, Fiemme Ski Jazz, Lignano Jazz, Musicultura (Premio Recanati) Macerata, Rassegna del Jazz Friulano, Trieste Love Jazz, ecc.. Vanta una lunga esperienza didattica e dal ‘97 collabora stabilmente con la rivista specializzata Axe. Ha all’attivo 6 Cd a suo nome: Paludi, (Splasc[h] Rec.); Tre per Chet, (Splasc[h] Rec.); Kids con Nevio Zaninotto, (M.A.P.); Oltre Confine (Splasc[h] Rec.); Suoni&Luoghi (Artesuono Rec.) con CD e il Dvd delle riprese video delle registrazioni in studio; Acustikè con Lorena Favot (Artesuono Rec.); un Dvd Guitar Connection Ed. 2008 (Youtown Rec.) ed altre numerose collaborazioni discografiche in campo jazzistico e pop.
Luxury Accommodation Stile internazionale, accoglienza Non manca proprio nulla a Crema per innamorarsene. Una cittadina dalla dimensione ideale, sia per la grandezza, sia per lo stile di vita, tipico della Provincia Italiana: il contesto ideale per vivere senza frenesia, immersi nella rassicurante bellezza di un borgo ricco di sorprese. Il Duomo dell’XI secolo a fare da centro gravitazionale di una vita semplice, ma ricchissima di qualità, l’ombra dei portici della Piazza, l’elegante e lunghissimo Corso da percorrere in bici, le viuzze silenziose che celano, dietro elaborati cancelli, cortili e i palazzi ricchi di charme. E poi bistrot, negozi eleganti, raffinati atelier di artisti, i ristorantini per gustare i deliziosi Tortelli, il Salva e le tante altre specialità della cucina cremasca. Benvenuti al Luxury Boutique Bed and Breakfast San Clemente, un raffinato palazzetto seicentesco che s’incontra fra l’accesso occidentale della città, Porta Ombriano e i primi passi di via XX Settembre, quasi come fosse una pietra angolare che segna la svolta in Via Crocifissa di Rosa, su cui si apre l’affascinante cortile d’accesso. Finemente ristrutturata in ogni più minuto dettaglio, la residenza si distingue per la sobrietà e la cura dei particolari, segno di una ricerca dell’eccellenza rivolta a far risaltare il lato più esclusivo e amato dello stile italiano, venato tuttavia di internazionalità. Il benvenuto nella particolare atmosfera della casa lo offrono già gli spazi comuni: la scala che conduce alle camere, l’ascensore-design, gli angoli punteggiati di opere d’arte e spunti d’arredo creativo… Ma
è nelle camere così ben arredate, che l’eleganza muta di spessore per assorbire un senso pieno dello chic, un che di rilassato, ma corposo al tempo stesso: ogni pezzo d’arredo è stato ricercato con amore e abbinato con originalità, in un sapiente mix fra design, pezzi etnici e antiquariato europeo. L’intenzione è raggiunta: regalare agli ospiti la piacevolissima sensazione di trovarsi in un nido ovattato che proteggerà il loro soggiorno così come si fa con le cose più preziose. E un viaggio, breve o lungo che sia, è un momento speciale per prendersi cura di sé: riposando in letti ampi nel profumo di lenzuola di lusso; gustando un’abbondante colazione a base di prodotti del territorio, famoso per la ricchezza gastronomica; pianificando una piacevole passeggiata sul Fiume Serio, sapendo di poter poi rinfrancarsi in una accessoriatissima sala da bagno. E, a chiusura di una magica giornata, ci sarà anche il tempo per un aperitivo sulla terrazza affacciata sui tetti di Crema: una sintesi perfetta di relax, fascino, e romanticismo.
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italiana nel cuore di Crema Vita che scorre intensamente, pur senza clamori: questa è la Crema da visitare, da scoprire, da amare, da cui farsi conquistare, da assaporare a poco a poco, godendosi il passo lento e la cultura dell’ospitalità che sarà davvero difficile dimenticare. Indirizzi ideali per soggiornare vivendo appieno lo stile raffinato, ma anche rilassato di questa città di provincia che orgogliosamente non tradisce la sua anima campagnola, sono i Luxury Boutique Bed and Breakfast SAN CLEMENTE e il RELAIS VIMERCATI. Il primo più contemporaneo e internazionale; il secondo dall’anima classica, in cui il lusso si fonde con un’accoglienza calda, ma mai invadente. Slow living, raffinatezza e servizi curati in ogni dettaglio: dalla padrona di Casa, Arlene, artista statunitense ormai cremasca d’adozione, vi attende un’accoglienza indimenticabile e una vacanza da vivere assaporando in ogni dettaglio la cultura dell’ospitalità.
Situato nel pieno centro storico di Crema, nell’antico Palazzo Vimercati, il Relais Vimercati è sinonimo di classe, cura e passione per l’hotellerie, tipiche del più genuino stile italiano. A loro disposizione quattro eleganti Suites ristrutturate nel 2010 e due camere arredate con gusto impeccabile e mobili di pregio. La posizione nel centro di Crema ne fa una destinazione ideale sia per la vacanza, sia per il business: a pochi passi dal Duomo, gli ospiti troveranno ottime trattorie, botteghe artigianali ed eleganti boutique. Un luogo sospeso nel tempo, ideale per
chi desidera trascorrere qualche giorno di vacanza, ma anche per chi si ferma per ragioni di lavoro. Sono molte le comodità approntate in ogni stanza per rendere confortevole il soggiorno: Wi-Fi, televisore al plasma, tisaneria, frigobar, aria condizionata. Non manca anche qualche piccolo “capriccio” che fra queste mura è però la normalità: la colazione servita in camera. Uno spazio unico nel centro storico di Crema dove poter vivere “la grande bellezza” da protagonisti. Accomodatevi!
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13/7 ore 21.00, CremArena
Enrico Intra
Civica Jazz Big Band
The Italian Jazz Composers Una grande orchestra tutta italiana, diretta da un autentico mito del nostro Jazz, Enrico Intra e popolata di eccellenti musicisti e solisti. Due ospiti speciali: Alessandra Mirabella e Paolo Tomelleri. Il concerto verrà introdotto dal musicologo Maurizio Franco.
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iovedì 13 Luglio al Crema Jazz Art festival concerto della Civica Jazz Band con due ospiti speciali: la crooner dalla voce di velluto Alessandra Mirabella e Paolo Tomelleri, un vero portabandiera dei clarinettisti italiani! Per il Crema Jazz Art festival l'Orchestra ha preparato un repertorio speciale: un concerto dedicato ai grandi compositori del Jazz Italiano.
Nata nel 1996 in seno ai Civici Corsi di Jazz, ideati e diretti dall’Associazione Culturale Musica Oggi e parte integrante del sistema delle scuole Civiche di Milano, l’orchestra diretta dal pianista e compositore Enrico Intra è formata dai migliori allievi della scuola e da alcuni prestigiosi docenti: Emilio Soana, Giulio Visibelli, Roberto Rossi, Marco Vaggi e Tony Arco. L’attività della
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band coniuga gli aspetti della formazione e della produzione artistica, realizzando progetti musicali che sono funzionali al piano di studi della scuola e possiedono, nel contempo, un riconosciuto valore culturale. L’orchestra ha costruito negli anni una vasta letteratura, che poche big band possono vantare, e ha realizzato per la Soul Note tre Cd significativi della
sua filosofia operativa: The Symphonic Ellington, revisione critica delle suites sinfoniche del Duca, New Perspectives, una ripresa originale di pagine di Bernstein, Gershwin e Rodgers alla quale partecipa anche Kenny Barron, e Italian Jazz Graffiti, doppio Cd che raccoglie venti composizioni scritte ed eseguite con l’orchestra da altrettanti solisti italiani (da Enrico Rava a Paolo Fresu,
da Franco Ambrosetti a Tiziana Ghiglioni, da Fabrizio Bosso ad Antonio Faraò, da Franco D’Andrea a Enrico Pieranunzi, da Tullio De Piscopo a Roberto Ottaviano, Gianluigi Trovesi, Gianni Basso, Marcello Rosa, Giovanni e Bruno Tommaso, da Pietro Tonolo a Luigi Bonafede, Claudio Fasoli, Maurizio Giammarco e Franco Cerri). Ha inoltre realizzato Italian Jazz Graffiti (4a edizione) per: Scuole Civiche di Milano - Fondazione di Partecipazione, Grazie Italia per la Deutsche Bank, We Love Basie e We Love Goodman per l’etichetta MAP. Oltre alle collaborazioni citate, a cui si aggiungono quelle con molti altri solisti e compositori italiani (tra i quali: Giorgio Gaslini, Flavio Boltro, Mauro Negri, Roberto Gatto, Paolino Dalla Porta, Marco Fumo) e all’incontro con Ensemble e orchestre di carattere sinfonico e classico (l’Orchestra Verdi,
l’Orchestra Guido Cantelli e la Civica Orchestra di Fiati), la Civica Jazz Band ha realizzato progetti organici con Max Roach, David Liebman, Bobby Watson, David Murray, James Newton, Patrice Caratini, Lennart Aberg, Eddie Daniels, Bob Brookmeyer, David Raksin, Andrew Hill e Kenny Wheeler. Nel composito repertorio della band, si trovano rare composizioni di musica afroamericana, riletture di capolavori della storia jazzistica, prime esecuzioni di pagine contemporanee e brani di jazz che spaziano dagli anni ’20 alla contemporaneità. Tutti questi programmi hanno trovato posto, nel corso del tempo, nella rassegna Jazz al Piccolo – Orchestra Senza Confini, una stagione di concerti unica nel suo genere che documenta l’attività di una band pensata come un vero e proprio laboratorio musicale, che opera senza pregiudizi stilistici, svolgendo da una parte un ruolo di alta formazione
Paolo Tomelleri
professionale e, dall’altra, una significativa funzione artistica proponendo opere da scoprire o riscoprire, valorizzando nel contempo autori che meritano una spazio per la loro musica. Organismo duttile e dinamico, la Civica Jazz Band è un gruppo assolutamente attuale proprio per la sua vocazione a guardare
Alessandra Mirabella Foto: Paolo Galletta
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senza preclusioni l’intero spettro dell’universo jazzistico e afroamericano, comprendendo in ciò anche le proposte che giungono dall’Europa. Tutti i concerti della Civica Jazz Band prevedono una introduzione critica che funge da guida all’ascolto per il pubblico.
14/7 ore 21.00, CremArena
Flavio Boltro BBB Trio Flavio Boltro con Mauro Battisti al contrabbasso e Mattia Barbieri alla batteria, ospiti del Festival.
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l nuovo trio di Flavio Boltro, uno dei maggiori trombettisti italiani della scena contemporanea - insieme a Mauro Battisti al contrabbasso e Mattia Barbieri alla batteria - offrirà una musica di grande fascino: le esperienze, le sonorità e i linguaggi musicali che appartengono ad ognuno di loro si sono fonderanno insieme con perfetta intesa e forza comunicativa, creando un suono particolare e fuori dai clichet: sonorità vellutate si uniscono a suoni striduli e dolci melodie si inglobano a ritmi serrati. Il loro ricco repertorio
nella sigla della sitcom Casa Vianello, andata in onda dal 1988 al 2007 . è composto da brani originali che si ispirano non solo alla tradizione jazz, ma anche alle sonorità della musica rock ed elettronica. Boltro fa parte della scena jazzistica mondiale da molti anni. Diplomatosi al Conservatorio di Torino, si è esibito con musicisti star come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins. All'età di 25 anni entra a far parte di una formazione, nota come Lingomania, con
Roberto Gatto alla batteria, Furio Di Castri al contrabbasso, Maurizio Giammarco al sax, Umberto Fiorentino alla chitarra, che si aggiudicherà per due volte consecutive il premio per il miglior disco e miglior gruppo dell'anno. Più o meno allo stesso periodo risale la collaborazione con Steve Grossman, con il quale si esibisce regolarmente in club e festival internazionali in quintetto con Cedar Walton, Billy Higgins e David Williams alla sezione ritmica, ma anche con Clifford Jordan e Jimmy Cobb. Suo è l'assolo di tromba
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Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della Orchestre National de Jazz Francese, è entrato a far parte del sestetto di Michel Petrucciani. Artista brillante e versatile, Flavio Boltro ha rivelato anche le sue doti di compositore: ha infatti inciso nel 1999 il primo album a suo nome dal titolo “Road Runner”, e nel 2002 il suo secondo disco “40°”. Entrambi i lavori sono stati pubblicati dalla prestigiosa etichetta Blue Note.
Latest releases
HallWays | Remembering Jim Hall Gaetano Valli feat. Sandro Gibellini
Piani Paralleli Giovanni Mazzarino
Remember Alessandra Mirabella Quintet
Jazzy Records s.r.l 路 20145 MILANO 路 p.le A. Baiamonti, 3 路 tel. +39 02 365.669.50 路 info@jazzy-records.com
Jazzy records next release
Sikania daniela spalletta quintet
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ikania (che è l’antico nome della Sicilia) è un viaggio sentimentale e musicale nella Sicilia, nei suoi luoghi, nelle sue atmosfere, nella sua storia ricca di vicende e di contrasti. Un percorso attraverso la profonda ispirazione che la natura e la cultura, la storia e l’identità dell’isola, suscitano nell’animo di chi, percorrendone i sentieri, sa coglierne le innumerevoli sfumature emotive. Il progetto si sviluppa a partire da una serie di composizioni originali per quartetto firmate da Giovanni Mazzarino, musicista originario di Messina e che ha sempre trovato nell’Isola profonda ispirazione per la sua musica, sulle quali la straordinaria Daniela Spalletta canta testi in dialetto da lei appositamente scritti per l'occasione. In alcune parti il canto del tema vero e proprio lascia spazio al vocalese, di cui è assoluta maestra, facendo riecheggiare nel lavoro quasi il senso di un antico coro greco. I brani sono concepiti in forma di Suite e sono dedicati ad alcuni luoghi specifici (come ad esempio il borgo di Marzamemi, o Ragusa Ibla), ma anche a credenze religiose e tradizioni (I ceri e i devoti), o a luoghi archetipici della Sicilia, come Piazza, che è la piazza del sud, il centro nevralgico della vita dei siciliani: vita vissuta, condivisa, raccontata, a volte soltanto immaginata. La musica di Mazzarino, così evocativa e dall’elevato rifilo melodico, crea mondi e sensazioni emotive molto intense. La scelta del dialetto siciliano, che è una vera e propria lingua, rappresenta non semplicemente un “omaggio” alla terra dei protagonisti di questo disco, quanto un preciso recupero filologico di valorizzazione degli elementi più fortemente identitari della Sicilia: la parola-storia, come nella più tipica tradizione orale, ciò che oggi chiameremmo “storytelling”. La formazione di Sikania vede ai sassofoni un altro straordinario giovane musicista siciliano Francesco Patti, mentre la sezione ritmica è affidata a due talentuosi nuovi protagonisti della scena jazz: Gabriele Evangelista al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria. Vincitore del Bando SIAE Sillumina 2017, il progetto diventerà presto un CD del prestigioso catalogo Jazzy Records, l’etichetta che si fa portavoce della straordinaria vivacità del Jazz siciliano.
15/7 ore 21.00, CremArena
Daniela Spalletta Feat. Urban Fabula
D/Birth P
ubblicato nell’omonimo disco da Alfa Music nell’aprile 2015, con Special Guest Max Ionata e la partecipazione dell’Hermes String Quartet, il progetto D Birth propone una serie di brani inediti di Spalletta, nei quali lo stile compositivo, modellato e influenzato dallo “strumento voce”, si orienta verso molteplici tendenze: da un lato, ecco la tendenza a “trattare” la voce nel più tradizionale dei modi possibili, ovvero quale strumento che espone un tema melodico associato ad un testo; dall’altro, sulla scia dei più audaci solisti del jazz, ecco che talvolta la voce si emancipa dal suo tradizionale ruolo e si innesta in una trama compositiva che la assurge a pieno titolo a “strumento fra gli strumenti”, col quale la “speculazione musi-
cale”, espressa nell’improvvisazione, sia legittimata al pari di qualunque altro strumento. In questi casi, le scelte espressive e le direttive compositive si legano a più ardite indagini sulle possibilità tecniche della vocalità. Esiste poi una terza tendenza, espressa nella tecnica del vocalese, che consiste nel “vestire” un solo storico strumentale di un testo scritto ad hoc. Da questi differenti punti di fuga si dipana un “sincretismo compositivo” che riunisce varie tendenze e stili: rock, jazz, pop, funky, vocalità barocca, suggestioni elettroniche, etno, world music. Dall’incontro con il trio “Urban Fabula”, già importante rivelazione del panorama jazzistico nazionale, composto da Seby Burgio al piano, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Trin-
gali alla batteria, formazione di ampio respiro, innovativa e affascinante, nata dal sodalizio ormai collaudato e dalla perfetta sinergia dei giovanissimi musicisti, nasce un quartetto che ha già preso parte a numerosi festival e concorsi nazionali, fra i quali Atelier della Musica XX Edizione, Iseo Jazz Festival, Piazza Jazz, Messina Sea Jazz
Festival, Bari in Jazz, Nettuno suona Jazz, etc. Il progetto è stato premiato nell’ambito di numerosi concorsi nazionali, fra cui Lucca Jazz Donna, Conad Jazz Contest, Baronissi Jazz Contest, Fara Music Contest, Multiculturita Europe Contest etc. Il disco ha ricevuto numerosi consensi di pubblico e critica: già premiato con il bollino “Likes it”, è rientrato nella “100 Greatest Jazz Album 2015” della prestigiosa rivista JAZZIT ed ha vinto il “SoundCheck Airplay Music Award”, della nota trasmissione radiofonica “SoundCheck” di Radio 24 di Gegè Telesforo, come “Best Italian Jazz 2015/2016”. FORMAZIONE: DANIELA SPALLETTA VOCE SEBY BURGIO PIANOFORTE ALBERTO FIDONE CONTRABBASSO PEPPE TRINGALI BATTERIA
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16/7 ore 21.00, Centro Culturale S. Agostino | Sala Cremonesi
Giovanni Mazzarino
Piani Paralleli
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Foto: Paolo Galletta
L'album Pianiparalleli è in vendita in tutti i negozi di dischi, sulle piattaforme online e su www.jazzy-records.com A Crema è disponibile presso il negozio di strumenti musicali Najma Music Store, punto vendita esclusivo in città della Jazzy Records.
“Piani Paralleli”: un progetto multimediale (oltre al film, un CD album e i concerti live) dedicato ai 30 anni di carriera e ai 50 anni di età del compositore e pianista Giovanni Mazzarino, una delle personalità di spicco del panorama jazz europeo. Il racconto emozionante per musica e immagini diretto dal regista Gianni Di Capua, di come è nata la nuova opera Jazz di Mazzarino, “Piani Paralleli”, suite di composizioni originali scritta per quartetto jazz e orchestra d’archi.
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l film, prodotto da Bliq Film in associazione con Jazzy Records e Kublai Film, racconta le cinque intense giornate di registrazione nella Fazioli Concert Hall, adiacente alla fabbrica dei pianoforti Fazioli a Sacile in provincia di Pordenone, insieme agli straordinari compagni di viaggio che Mazzarino ha fortemente voluto con sé e con cui ha già lungamente collaborato nel corso della sua carriera: il contrabbassista e compositore statunitense Steve Swallow, il batterista Adam Nussbaum, il trombettista Fabrizio Bosso e Paolo Silvestri, cui Mazzarino ha affidato l’arrangiamento e la direzione dell’Accademia D’Archi Arrigoni, orchestra da camera del Friuli, terra d’origine anche del sound engineer Stefano Amerio, presenza
ricorrente nelle produzioni Jazzy Records. Il regista Gianni Di Capua da tempo frequenta con la sua macchina da presa gli ambienti della musica contemporanea, raccontandoli con grande classe, passione e rigore di musicologo. Nel film, le sessioni di prove e la registrazione live dell’opera: l’approccio dei musicisti con la scrittura e la personalità di Mazzarino, le conversazioni, l’amicizia, le paure, la consapevolezza di un momento unico e straordinario, la trasformazione delle partiture in materia sonora viva e vibrante. Ed infine, il concerto a porte chiuse, ripreso circolarmente con tre telecamere disposte intorno ai musicisti nel buio ovattato e denso di creatività della Concert Hall, scelta narrativa che ha conferito estrema spettaco-
larità alle immagini, in quanto lo spettatore viene trasportato, attraverso lunghi piani sequenza, proprio al centro della scena, al fianco dei musicisti, in un’avvincente condivisione di musica ed emozioni. Leitmotiv del film, i pensieri più profondi di Mazzarino sulla sua estetica musicale. Piani Paralleli è un inno alla bellezza e all’armonia, espressione di un musicista che nell’ attraversare tre decenni di Jazz ha fatto sintesi delle sue esperienze artistiche e di vita con una Suite dal forte tratto melodico, che trascende classificazioni ed etichette. Giovanni Mazzarino: “In Piani Paralleli convivono tante estetiche. E' la summa delle mie esplorazioni musicali e dei
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miei ascolti, dopo tanti anni di viaggi sonori: dal barocco al romanticismo, da Bach al Bebop, dal Musical di Broadway alla musica sudamericana d'autore, dalla musica folk e popolare del Mediterraneo alla musica contemporanea, dai Beatles a Domenico Modugno, dai Pink Floyd all'Opera Lirica.” Dopo la presentazione ufficiale al cinema Farnese di Roma il 7 Aprile scorso, il film è stato proiettato in molte città italiane tra cui Milano, Bologna, Venezia, Padova, Pordenone, Firenze, Piazza Armerina, Ferrara, e inserito nel cartellone di importanti Festival Jazz e di musica colta, come ad esempio “Narrazioni Jazz” a Torino, Verona Risuona a Verona, Jazzit Fest a Feltre (Bl).
Un saggio sul film di Maurizio Franco
Tra Europa e America, tradizione e innovazione: i Piani Paralleli di Giovanni Mazzarino
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in dal titolo, questa importante produzione discografica di Giovanni Mazzarino, incisa in coincidenza con i suoi cinquant’anni, di cui trenta di attività jazzistica, riflette un insieme di ambiti paralleli tra loro al di fuori da una declinazione puramente legata al rapporto tra strumenti ed ensemble strumentali, che pure anima l’album. Jazz americano e Jazz europeo, tradizione e novità, composizione e improvvisazione diventano altrettanti poli dialettici che viaggiano in parallelo nella musica del piani-
sta e compositore siciliano, che tocca un punto alto della sua produzione, soprattutto il più maturo dal punto di vista della riflessione sulla musica, sulla “sua” musica, che negli ultimi anni lo ha visto produrre dischi in cui hanno trovato compiutezza una serie di percorsi nati nel corso degli anni novanta del secolo scorso. In primo luogo Songs, del 2013, nel quale il songbook americano viene esplorato in modo esemplare dal punto di vista armonico, melodico e di
Foto in questa pagina: Paolo Galletta
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interplay con il contrabbasso e la batteria. Poi, In Sicilia una Suite, di due anni precedente, che in quartetto viaggia attraverso la Sicilia, nei luoghi del ricordo e dell’attualità attraverso una costruzione melodica che si allontana dal mondo statunitense per avvicinarci a un paesaggio sonoro più italiano, coniugando nelle forme, nelle strutture, la canzone americana e quella nazionale in ciò che possiamo definire (e che soprattutto in Piani paralleli si presenta nella pienezza del suo significato):
European Modern Mainstream, a significare la presenza della tradizione, della storia del jazz, in particolare di quello definito “moderno”, la cui estetica viene però arricchita dall’uso di materiali diversi da quelli d’oltreoceano per creare nuove suggestioni, diverse atmosfere espressive. La stessa maturità di quelle opere la ritroviamo nel modo in cui Mazzarino suona, oggi, il pianoforte: essenziale nel tratto, con gli aspetti ornamentali che si
Foto: Massimo Di Capua
riducono all’osso a favore di un linguaggio controllato in ogni singola nota e raffinato nel tocco, con cui realizza espressivi effetti chiaroscurali grazie a un attento uso delle dinamiche, ponendo il suo strumentiamo al servizio di una indiscutibile sensibilità artistica. Come arrangiatore e compositore, Mazzarino sa scrivere per i suoi musicisti e creare il climax funzionale a ogni composizione, curando la densità sonora, la texture complessiva della musica per evitare omogeneità e dare una precisa definizione a ogni strumento, a ogni singolo suono. In questo complesso progetto, che si sviluppa anche in una parte filmata in cui è coinvolto un produttore di assoluta eccellenza mondiale quale Fazioli, un tecnico del suono tra i più originali della scena attuale, un formidabile quartetto jazz e un’orchestra d’archi per la quale ha scritto un arrangiatore di statura internazionale come Paolo Silvestri, ci sono tutte le qualità di Mazzarino e la relazione con i due citati album, dei quali Piani paralleli sembra essere la sintesi e, al tempo stesso, lo sviluppo.
C’è infatti l’autore che non rinnega gli standard, ma trova una sua personale identità melodica, l’arrangiatore che affida ad altri la parte degli archi tenendo per se il lavoro sulle dinamiche del quartetto e la costruzione generale della musica, e infine il leader in grado di affidarsi a una eccezionale ritmica con cui collabora da quasi vent’anni e a un fantastico trombettista già più volte al suo fianco in passato, cioè a musicisti capaci di creare interplay e dialogo interno pur rispettando le caratteristiche dei brani, nei quali ci sono anche quell’essenzialità di tratto e quel sapiente utilizzo dei pieni vuoti sonori di cui abbiamo già scritto. Un Mazzarino “al quadrato”, per dirla come Stravinskji. Nel dettaglio, quello che sorprende maggiormente ascoltando il disco è proprio la cura dei livelli sonori, con gli archi che possono interagire “in parallelo”, quasi contrappuntisticamente, con la musica, oppure sviluppare un descrittivismo nel quale diventano una vera e propria scenografia sonora, così come Fabrizio Bosso cura il sound e la dizione melodica con l’attenzione che è solo dei fuoriclasse, improvvisando senza mai uscire dal tema principale, dall’atmosfera della musica,
dalla sintesi di ogni elemento sonoro. Nussbaum e Swallow girano sempre intorno al beat e alla melodia, entrano ed escono dalla trama musicale restando ancorati al ruolo di regia, di timone, assunto dal pianoforte e contribuendo a quel gioco cangiante di colori che è forse l’aspetto più sorprendente della musica. Introduzioni in piano solo, duetti e trii sempre diversi, gli archi che diventano partner di molteplici situazioni, in una tessitura complessiva costantemente variata, dai molteplici echi, a tratti persino evocativa, perfetta negli equilibri, che disegna un percorso sonoro paragonabile a un viaggio nella memoria, a un racconto ricco di sfumature e di ricordi. Musica tonale, o tonalemodale, dove la melodia diventa il centro della narrazione e le influenze sono sempre sottotraccia, come il profumo del tango in Miranda, gli echi chopiniani in Notturno, l’uso degli archi come un coro greco e i ritmi afrolatin in Due passi, il recitativo della tromba in Altrove, un brano sfuggente e lirico. La musica per film e l’afflato romantico prevalgono nel brano
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eponimo, il clima malinconico in Giravento, il mondo latino, ritmicamente articolato, in Vailate, l’ispirazione degli standard in Gambrinus e, infine, c’è il suo capolavoro: Piazza. Questa nuova versione del brano dedicato alla città dove Mazzarino vive (Piazza Armerina) sembra riassumere tutte le articolazioni del disco, compresi la narratività dell’esposizione melodica, a note sgranate, il dialogo con gli archi, quasi in contrappunto, le improvvisazioni controllatissime e sempre in tema. Il disco rappresenta dunque il punto di arrivo di un cammino artistico, ma anche una partenza verso nuovi progetti nei quali le qualità portate oggi a piena maturazione saranno utili nel percorrere altre strade, perché un vero artista si misura dalla sua capacità di sviluppare una costante riflessione sulla propria musica, senza rimpianti o nostalgie verso il passato e con lo sguardo nel presente, convinto che ogni nuova opera, ogni nuovo disco sarà migliore del precedente. Esattamente quello che sta facendo da quasi trent’anni Giovanni Mazzarino.
Foto: Massimo Di Capua
Un saggio sul film di Roberto Calabretto
Piani Paralleli Un film-concerto di Gianni di Capua
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el motivare le scelte adottate per filmare una performance concertistica, Jean-Pierre Ponnelle, regista che più volte si è confrontato con simili situazioni, ha detto: «Quel che è dinamica nella musica, lo rivedo nel cinema nelle carrellate, nei movimenti di macchina, nelle zoomate e così via. Le armonie della musica, il verticale, li trovo nel cinema nelle analogie cromatiche, nelle possibilità d’inquadratura dalla panoramica al primo piano. Ai ritmi musicali corrisponde il montaggio, che va effettuato esattamente secondo la partitura». Queste parole stanno a sottolineare come filmare la musica significhi offrire una sua interpretazione. Cogliere un evento concertistico con la macchina da presa comporta una particolare lettura della performance e, talvolta, la messa in atto di equivalenze
fra il linguaggio delle immagini e quello dei suoni. La macchina da presa, pertanto, dev’essere sempre in grado di interagire creativamente con l’evento concertistico, come suggerisce Dany Bloch che ha sottolineato come sia maggiormente interessante quell’uso in cui «la troupe dei videocameramen risulta essere un partner privilegiato dell’artista protagonista della performance». Facendo riferimento alla nota classificazione degli impieghi del video, potremmo definire due tipologie: «nella prima [“video caldo”] l’artista ha un rapporto diretto con lo strumento, che usa per scopi creativi; nella seconda [“video freddo”] l’artista ha un rapporto mediato con lo strumento, che viene usato da altri sulla sua opera creativa e con finalità prevalentemente documentative o didattiche», come ben ricorda Angela Madesani.
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Queste parole sono senza dubbio la miglior premessa per avvicinarsi alla produzione di Gianni Di Capua che, nel corso della propria esperienza, più volte si è confrontato con la musica giungendo a risultati di primissimo piano con le opere del catalogo di Luigi Nono e con allestimenti estremamente complessi, come Medea di Adriano Guarnieri o il recente Zoroastro di Jean-Philippe Rameau. Le operazioni di Di Capua hanno sempre trovato un largo consenso per la fedeltà con cui si sono avvicinate al testo musicale, assunto senza libere interpolazioni ma piuttosto adeguando gli strumenti del linguaggio visivo alle esigenze della musica. Al contrario di coloro che hanno lavorato per accumulazione, rendendo spesso insopportabile l’ascoltovisione di un’opera, Di Capua invece opera per sottrazione,
consapevole che la musica debba giungere ugualmente al destinatario senza alcuna sovrabbondanza di elementi visivi. La sua distanza dagli abituali strumenti della comunicazione televisiva cui il pubblico è assuefatto è abissale. In lui vi è radicata la consapevolezza che le potenzialità di una performance musicale nel corso del tempo siano state sempre più svilite e mortificate da scelte molto dozzinali e banali da parte del linguaggio televisivo che «frantuma, decostruisce, falsifica e ripristina significati. Occorre pertanto essere consapevoli dei suoi meccanismi perversi nei quali assistiamo ad una smaterializzazione della realtà e dove l’attenzione dell’uomo viene distolta dal mondo naturale per concentrarsi sul mondo della comunicazione
che risulta essere un valore assoluto». La televisione, per dirla con Baudrillard, è «il medium più corruttivo della rappresentazione del mondo e del quale viviamo una sua simulazione». Questa voluta presa di distanza si manifesta in ben precise scelte stilistiche che caratterizzano la poetica di Di Capua che, anche in Piani Paralleli, fa costantemente uso del piano sequenza che, al contrario, la sintassi televisiva ha totalmente estromesso dal proprio linguaggio. Egli, invece, detesta quando una ripresa televisiva fa lo “spezzatino” di una frase musicale alternandone la visione dell’esecuzione da più punti di vista e scadendo inevitabilmente nel didascalico. La televisione perpetra un modello oramai assimilato dal
pubblico che invece si rivela essere l’affermazione di un puro e semplice dilettantismo che non ha alcuna ragione musicale. Ecco perché Di Capua cerca costantemente di mantenere intatte alcune coordinate compositive che, nella musica Jazz, diventano apicali nei cosiddetti assolo. Veri virtuosismi “drammatici” che definiscono il brano evidenziando la personalità di ciascun musicista, come Giovanni Mazzarino racconta nel corso del film, riferendosi a ciascuno dei musicisti coinvolti nella registrazione della Suite da lui composta. Basti pensare agli assoli della tromba, “tenuti” in piano sequenza ravvicinato che hanno comportato un allestimento del set molto particolare. In questo caso, infatti, i binari su cui era stata fatta collocare la camera erano predisposti in modo da consentire alla camera
principale di “narrare” quanto veniva eseguito, assecondando un ben preciso topos del linguaggio cinematografico di Di Capua. Come accade nel recente Zoroastro, anche in questo caso il regista non si preoccupa di “camuffare” il set ma, al contrario, di evidenziarlo. Filmare una performance jazz, come si può ben vedere, impone delle ben precise scelte stilistiche che lo stesso Di Capua riassume in una frase, efficace quanto suggestiva, che ben riassume l’idea che sta alla base di Piani Paralleli. «Se il racconto cinematografico è la narrativa popolare per eccellenza, in musica lo è Jazz», ha detto il regista nel motivare le proprie scelte. Nella ripresa della musica Jazz, contrariamente alla musica classica, la lettura attenta della partitura è relativa:
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occorre invece cogliere nei momenti degli assoli il senso del racconto musicale oppure, se vogliamo, il momento topico del brano musicale. Il film di Di Capua vuole offrire allo sguardo dello spettatore non il dettaglio ma una narrazione che, lungi dal sostituire la ripresa alla sala da concerto, diventa invece un momento “altro” della ricezione del testo musicale. Piani Paralleli potrebbe essere definito come un film claustrofobico, come lo è del resto la condizione della musica prodotta in una sala di registrazione. Se questi sono i luoghi, gli spazi della musica risiedono invece nel suo ascolto. Una scelta apparentemente semplice, naturale, che però sul piano della sua realizzazione comporta un notevole dispendio di risorse in termini
Foto: Massimo Di Capua
di allestimento del set cinematografico. Ecco perché nella Fazioli Concert Hall di Sacile è stato disposto un binario che, nell’idea originale, avrebbe dovuto abbracciare tutto il perimetro dello spazio musicale, dove si trovava l’orchestra e il quartetto, senza soluzione di continuità con una sola cinepresa. Purtroppo le dimensioni della scena della Concert Hall e l’ingombro non hanno potuto
rendere possibile l’idea, per cui sono stati predisposti tre percorsi di binari con tre carrelli con ciascuno montata una cinepresa. In fase di ripresa è stato poi simulato un “continuum”, ossia un movimento di camera sempre in azione e, senza soluzione di continuità, laddove si esauriva il percorso di una cinepresa definito dalla lunghezza del binario ne subentrava una seconda e poi una terza, al fine
di proseguire la “narrazione”. Non bisogna dimenticare che la cinepresa per sua natura tende ad escludere: inquadrare un soggetto significa soprattutto scegliere cosa non mostrare o, perlomeno, essere consapevoli di questo aspetto incontrovertibile che nel genere fiction, invece, è ribaltato. Qui, infatti, nello spazio dell’inquadratura il regista compone il proprio racconto visivo mentre nel documentario è costretto ad escludere, ossia ad operare una scelta in subordine al racconto della realtà che, in ultima analisi, costituisce una sintesi elaborata dal regista. Ecco perché la televisione si rivela uno strumento inadeguato a mostrare performance musicali, tanto più quelle dal vivo, contrariamente al cinema che si pone di segno diametralmente opposto a partire dal luogo preposto alla sua “rappresentazione” in cui la dimensione dello spazio si può realizzare in tutta la sua complessità. In Piani Paralleli Giovanni Mazzarino s’intrattiene, quasi fosse un dialogo intimo, con la propria musica e con i musicisti chiamati ad interpretala. Musicisti dalle caratteristiche peculiari che apportano sensibilità e opportunità di confronto che la cinepresa
documenta affiancando il processo creativo musicale rivelando, infine, un’opera composita, impregnata dalle suggestioni provenienti dalla terra di origine dell’eclettico compositore, forgiata dalle tradizioni musicali più disparate. La voce fuori campo che rapsodicamente intercala il film porta il compositore ad intrattenersi in un dialogo intimo con la propria musica che, parallelamente, sta per essere allestita in un serrato confronto tra ingegneri del suono e i musicisti convocati ad interpretarne il pensiero. La sua musica scorre naturalmente sul movimento del piano sequenza portando a una messa in atto di equivalenze fra il linguaggio delle immagini e quello dei suoni dove l’ultima nota in chiusura del film, eseguita dall’insieme strumentale ora immobile, riverbera nel chiaroscuro della Fazioli Concert Hall evocando un tempo sospeso che il cinema consegna, perché ne ha la prerogativa, al suo essere di nuovo, epifania dell’istante, anima del Jazz. La cinepresa transita d’incanto all’esterno e inizia ad intraprendere un viaggio nella luce del crepuscolo lungo un cammino senza fine. Ancora una volta il cinema si offre come un rito collettivo.
*ROBERTO CALABRETTO è professore associato di discipline musicali all'Università degli Studi di Udine. I suoi studi affrontano le problematiche inerenti alle funzioni della musica nei linguaggi audiovisivi con una particolare attenzione nei confronti di quella cinematografica. Ha anche svolto attività di ricerca sul Novecento italiano alla Fondazione "Giorgio Cini" di Venezia e sulla musica friulana. È membro del Collegio Docenti del Dottorato di Ricerca in Teoria, tecnica e restauro del cinema, della musica e dell'audiovisivo e del Consiglio del Master in Ideazione, allestimento e conservazione delle arti visive contemporanee dell'Università degli Studi di Udine. Fa parte del Comitato scientifico di Cinemazero di Pordenone e coordina il progetto Restauro delle colonne sonore su disco in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Fa parte della Commissione giudicatrice del Premio per tesi di laurea promosso dal Festival organistico internazionale Città di Treviso. Lavora come critico musicale per il Teatro Giovanni da Udine e la Società dei Concerti della Scuola Normale di Pisa.
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“La musica è un luogo, ed è il mio luogo preferito.”
STEVE SWALLOW ADAM NUSSBAUM FABRIZIO BOSSO PAOLO SILVESTRI ACCADEMIA D’ARCHI ARRIGONI
UN FILM CONCERTO DI GIANNI DI CAPUA
Ph. Massimo Di Capua - CD cover: Paolo Galletta
UN ALBUM JAZZY RECORDS
Una produzione BLIQ Film in associazione con Jazzy Records e Kublai Film Realizzato con il sostegno della
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LA LA VEDOVA VEDOVA IN IN JAZZ JAZZ · III° edizione 2015/2016
GIOVEDÌ 33 DICEMBRE DICEMBRE 2015 GIOVEDÌ CENAORE ORE 20.00 20.00 -- CONCERTO CONCERTO ORE ORE 21.45 21.45 CENA
HEINRICH VON KARLNEIN HEINRICH MICHAEL ABENE MICHAEL “Dreamliner” “Dreamliner” HeinrichVon Von Karlnein: Karlnein: sassofoni sassofoni ee flauto flauto Heinrich MichaelAbene: Abene: pianoforte pianoforte Michael TRATTORIA ALLA VEDOVA TRATTORIA ALLA VEDOVA Via Tavagnacco, 9 · 33100 Udine · Tel. 0432 470291 Via Tavagnacco, 9 · 33100 Udine · Tel. 0432 470291 Turni di chiusura: domenica sera e lunedì Turni di chiusura: domenica sera e lunedì
DIREZIONE ARTISTICA GIOVANNI MAZZARINO DIREZIONE ARTISTICA GIOVANNI MAZZARINO INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Tel. 0432 470291 Tel. 0432 470291
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Enrico Rava Rava Enrico
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14, 15, 16/7 ore 18.30, Caffè del Museo
Venerdì 14 luglio
Fabrizio Trullu Trio FABRIZIO TRULLU: PIANOFORTE, SANDRO MASSAZZA: CONTRABBASSO VALERIO ABENI: BATTERIA
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iplomato nel 1988 al Conservatorio di Cagliari in organo e composizione organistica e successivamente al Conservatorio di Alessandria nel triennio Jazz ha suonato in diversi Festival in Italia ed all'estero al fianco di musicisti quali Tullio De Piscopo, Paolo Fresu, Antonello Salis, Enrico Rava, Steve Grossman, Gianluigi Trovesi, Gianni Basso, Gianni Bedori, Rudy Migliardi, Maria Pia De Vito, Gianni Coscia e molti altri ancora.
Sabato 15 luglio
WA Electric Trio EONO: BASSO ELETTRICO, VOCE, FLAUTO CINESE. ROBERTO COSIMI: PIANO, TASTIERE. ELIA MICHELETTO: BATTERIA.
G
li WA nascono nel 1998 dalla collaborazione artistica dei due membri fondatori Roberto Cosimi e Paolo Palazzoli, in arte Eono, entrambi prolifici compositori ed autori. La formazione in trio, con l'innesto di Elia Micheletto alla batteria, propone un repertorio di musiche
originali con influenze jazz. La loro produzione è il risultato di una feconda contaminazione di diversi generi: jazz rock, progressive, latin, classica contemporanea e world music. Il concerto degli WA porta il nome del loro ultimo album: "ARCHANGEL" (Videoradio - distribuzione SELF).
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Ispirato alla tradizionale formula del piano trio, L'organico che Fabrizio porterà al Crema Jazz Art festival presenta un'alchimia che fonde in un equilibrio raffinato una esclusiva molteplicità di elementi sonori, contaminazioni e visioni, che portano l'ascoltatore a compiere un vero e proprio viaggio musicale. Il repertorio di standard Jazz completamente riarrangiati, alterna atmosfere di grande energia a momenti di profondo lirismo, nel rispetto delle radici ancorate all'universo jazz.
Domenica 16 luglio
Emiolia Jazz Quartet MARTA ARPINI: VOCE DAVIDE COPPO: CHITARRA MARCO DOLDI: BASSO LUCA BONGIOVANNI: BATTERIA
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econdo la teoria musicale l'emiolia (o emiola, o hemiola) è un mutamento nella scansione ritmica che consiste nel passaggio da una suddivisione binaria in una ternaria (come il passaggio da due minime puntate a tre minime senza punto) o viceversa; l'effetto di mutamento ritmico è ben percepibile. Complicità e armonia sono le linee guida di questo quartetto. Un inoltrarsi
tra vari scenari della musica afroamericana, attraverso una forma propria che trova il giusto equilibrio tra l'espressione del singolo e quella d'insieme.
vendita e assistenza strumenti musicali e accessori
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Il Jazz Cafè Ufficiale del
Lunedì 10 luglio, ore 21.00
Mercoledì 12 luglio, ore 21.00
Giovedì 13 luglio, ore 22.30
CONCERTO: VALENTINA GRAMAZIO QUINTET Valentina Gramazio, voce Gaetano Valli, chitarra Alessandro Turchet, contrabbasso Giuseppe Bellanca, tromba, voce Alioša Jeric, batteria Marialisa Leone, azioni artistiche
CONCERTO: ERMANNO PRINCIPE Ermanno Principe, batteria, voce Toni Casuscelli, tastiere Tonino De Sensi, basso elettrico
CONCERTO: ANA FLORA QUARTET Ana Flora, voce Marco Babbo Bacheretti, batteria, percussioni Anderson Ambrosio, chitarra classica ed elettrica Max Laganà, basso elettrico
Sabato 15 luglio, ore 22,30 Big Jam Session finale (aperta a tutti i musicisti)
Via Luigi Cadorna, 4 CREMA · Tel. 0373 80058
APERTI 7 GIORNI SU 7, DALLE 7.00 ALLE 2.00: COLAZIONI, PRANZI, APERITIVI, CENA, DOPOCENA ED EVENTI
10 e 12/7 ore 21.00, Caffè Verdi
Lunedì 10 luglio: "En confiance, Jazz" - Progetto speciale per il Crema Jazz Art Festival
Valentina Gramazio Quintet feat. Marialisa Leone VALENTINA GRAMAZIO: VOCE GAETANO VALLI: CHITARRA ALESSANDRO TURCHET: CONTRABBASSO GIUSEPPE BELLANCA: TROMBA, VOCE ALIOŠA JERIC: BATTERIA MARIALISA LEONE: AZIONI ARTISTICHE
"E
n confiance, Jazz" è un progetto nato dall'incontro, presto sfociato in amicizia, fra la cantante Valentina Gramazio e l’artista Marialisa Leone. Lo spettacolo è a tutti gli effetti un'estensione dell'esperienza
artistica che partirà dalla Sala Agello con il vernissage di domenica 9 Luglio alle 18.00. Durante il concerto i pensieri, le sensazioni, le riflessioni di musicisti Jazz di ieri e di oggi, scritti da Marialisa a mano su carte speciali e proiettati su
maxischemo, guideranno la scaletta del concerto: brani tratti dal Great American Songbook, dalla tradizione sudamericana, ma anche dal repertorio di canzoni originali della vocalist. Ma non solo: ispirata dalla performance dei musicisti,
Marialisa riporterà in diretta su carta le sensazioni e le emozioni ricevute prendendo parte attiva alla performance. L'esito del suo gesto artistico andrà poi a completare il corpus delle opere esposte in sala Agello del Centro Culturale Sant'Agostino.
Mercoledì 12 luglio
Ermanno Principe ERMANNO PRINCIPE: BATTERIA E VOCE TONY CASUSCELLI: TASTIERE TONINO DE SENSI: BASSO ELETTRICO Ermanno Principe, batterista fra i più noti della scena jazzistica italiana, polistrumentista (suona la chitarra ed il pianoforte), è anche paroliere e cantante di grande talento. Al suo drumming fonde lo skat e melodie più celebri della tradizione popolare americana. La sua brillante vocalità gli consente di spaziare fra i vari stili del canto moderno (pop, soul, blues e jazz). Sarà
ospite del Crema Jazz Art Festival insieme al suo trio, un ensemble molto affiatato già da molti anni, che fa suo il Jazz di Bill Evans, da Frank Sinatra, da Stevie Wonder, Markus Miller, Herbie Hankock, Chick Corea e tanti altri grandi. Ultimamente il gruppo ha intrapreso un meraviglioso viaggio nella Musica di Stevie Wonder, proponendo l'Arte delle Armonie e della Melodie di questo grandissimo
artista. Tante le collaborazioni di Ermanno in veste di batterista e cantante con molti tra i migliori musicisti di fama internazionale quali: Luigi Buonafede, Franco D'Andrea, Sonny Taylor, Larry Nocella, Joe Diorio, Carlo Atti, Barry Harrys, Steve Grossman, Paul Jeffrey, Dado Moroni ed altri… Già insegnante di batteria, da sempre si dedica all'insegnamento del canto moderno creando corsi di
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studio di grande interesse e vivacità grazie alla sua conoscenza armonica, strumentale e ritmica ed all'utilizzo di strumenti d'accompagnamento (chitarra e pianoforte). Ha partecipato all'incisione del cd Several People prodotto dalla Schema Record nel novembre 2004 e che ha già venduto più di 10000 copie nel mondo.
13 e 15/7 ore 22.30, Caffè Verdi
Giovedì 13 luglio
Ana Flora Quartet ANA FLORA: VOCE ANDERSON AMBROSIO: CHIT. CLASSICA ED ELETTRICA MARCOS BABBO BACHERETTI: BATTERIA, PERCUSSIONI MAX LAGANÀ: BASSO ELETTRICO
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a più bella musica brasiliana interpretata da quattro grandi artisti. Uno show energico quello di Ana Flora, definita la regina della bossanova, che ha collaborato con i maggiori autori brasiliani e in Italia ha inciso con Fabio Concato e Mario Venuti. Un concerto che ci trasporterà direttamente sotto il Corcovado, un omaggio alla samba e alla bossanova e ai
grandi maestri e poeti del sudamerica, Jobim, Vinicius de Moraes, Toquino, Joao Gilberto e tanti altri. La carriera artistica di Ana Flora inizia in Brasile, le doti vocali di Ana vengono sfruttate e migliorate grazie a quella palestra naturale che sono i locali dove si suona samba, bossa e miscellanee musicali che fanno della musica latinoamericana uno dei generi più
apprezzati. Le inclinazioni al jazz completano il quadro. Una tournée all'estero la porta in Italia dove sbarca al Festival dei Due Mondi di Spoleto: la sua esibizione non passa inosservata, e nel 2001 Franco Tanasi dj, musicista e produttore decide di provinarla e produrla. Partecipa così al Festivalbar 2002 con il brano Paraiso do mundo. Il brano viene utilizzato per
gli spot Wind e per il 50º anniversario della Rai. Nel 2004 raggiunge le vette delle classifiche europee con Cores. Il 2007 la vede al fianco di Mario Venuti con il singolo Fortuna, che dà il titolo al suo primo album. Nel 2011 Ana Flora ritorna con un nuovo album, Poetica, anticipato dal singolo A Rosinha, cantato da Ana Flora in duetto con Fabio Concato. L'album è prodotto da Franco Tanasi (con lo pseudonimo di B-Fonic) e da Mario Puglisi per la FTM Records (Francesco Tanasi Management), etichetta distribuita dalla Family Affair.
Sabato 15 luglio
Big Jam Session finale APERTA A TUTTI I MUSICISTI
Il termine Jam Session, che probabilmente deriva da “Jamu”, una parola Youruba (Africa occidentale) che significa “insieme in concerto”, è nato negli anni venti negli ambienti jazz, per poi diffondersi a macchia d’olio in ogni ambiente e genere musicale. Divennero leggendarie negli anni quaranta le jam session del club di New York City “Minton’s Playhouse”, che dopo l’orario di chiusura ospitava musicisti come Ben Webster e Lester Young ed i giovani della nuova leva bebop come Thelonious Monk, Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Sabato 15 Luglio alle 22.30 dopo il concerto di Daniela Spalletta feat. Urban Fabula al CremArena, sul palco del Caffè Verdi scatterà la tradizionale Jam Session di fine festival…. non ci saranno Dizzy o Bird, ma il loro spirito veglierà sulla voglia di fare Jazz di tutti i musicisti che vorranno partecipare!
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Foto: Paolo Galletta
14/7 ore 22.30, Barcelona Cafè
La versione di Gigi GIGI CIFARELLI: CHITARRA E VOCE NICCOLÒ CATTANEO: ORGANO HAMMOND MATTEO FRIGERIO: BATTERIA
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e serate nei pub come nei jazz Club di Gigi sono sempre imprevedibili e spesso questo vale anche per i concerti nei teatri o negli auditorium, perché se non c'è un tema predefinito e ben chiaro, le idee nascono sul momento e in base alla sensazione che ha lui nei confronti dei presenti, del clima e del tipo di rapporto che può crearsi col pubblico, Cifarelli crede moltissimo nella sinergia che si può creare fra musicisti e ascoltatori. Il repertorio quindi può variare molto di volta in volta proprio per questo motivo, anche se le atmosfere e i mondi che lui ama
esplorare e rielaborare ogni volta, sono molto legati al suo percorso di vita musicale e non. Può passare dal proporre grandi classici del jazz o grandi classici del blues e poi magari alternare grandi pietre miliari del pop internazionale come anche della grande tradizione italiana, all'interno della quale ha un debole per quella Napoletana, il tutto è sempre fatto in modo molto personalizzato e sempre densamente intriso di tutte le forme di cultura musicale che lui ha vissuto e amato e con l'onnipresenza di caldi tinte blues.
Gigi predilige attorniarsi di giovani musicisti, quasi sempre suoi allievi, coi quali ha grande intesa e amicizia, lasciando all'invenzione del momento e all'interazione fra loro gran parte di ciò che accade, mentre lui dirige le situazioni guidandoli, decidendo le dinamiche e le scelte generali, in sintesi anche se ripetesse 10 volte lo stesso repertorio i pezzi sarebbe sempre assolutamente diversi ogni volta... insomma ogni concerto può essere sempre un nuovo concerto...
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9/7 ore 18.30, Centro Culturale Sant'Agostino | Sala Agello
Marialisa Leone
Pensieri e parole P
er il CREMA JAZZ ART Festival aggiungerò nuove pagine all'opera En Confiance, il mio “spread book”. Il libro musicale lungo trenta metri che ho iniziato a comporre a Cremona, dove il mondo si riunisce per dare voce sonora ai legni. En Confiance ha accompagnato il Cremona International Music Festival per quattro mesi nel 2016 abitando botteghe di liutai, la magnifica piazza del Duomo, auditorium, spazi espositivi e vetrine della città. Nelle preziose carte a mano fatte in Kerala che già stanno viaggiando per raggiungermi, vedo entrare inediti aforismi regalati dal mondo del Jazz, parole di grandi musicisti che la città di Crema incontra nei ricchi giorni del Festival. Ma anche le eredità scolpite in
poche piccole frasi dei mitici giganti. Delle cosiddette star. Raccoglierò queste parole, le trascriverò sulle mie pagine, le suggestioni vocali si trasformeranno in forme e colori nuovi, visioni ravvicinate che percorrono le vie sonore sotterranee e segrete diventando immagini. E il mio lungo viaggio che già si è nutrito delle sensibilità di chi costruisce strumenti a corda, di chi suonandoli li rende materia espressiva e ne imprime il suo stesso soul, va a toccare ora nuove isole e se ne arricchisce. In questa esposizione En Confiance CREMAJAZZART'17 le mie opere su carta, che trattengono le preziose confidenze, convivono correndo parallele alle mie tele e ad altre pagine di geografie ben più lontane e tutte insieme si cuciono in chilometri di viaggio ideale. Così ho pensato: che ai materiali narrati unici e rari della composta e a tratti
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malinconica Cremona, città europea che fa nascere e risuona degli strumenti del quartetto, si potesse affiancare nei miei racconti visivi la forza dell'oro, dell'argento e i viola e tutti i riflessi e bagliori blu e rossi e fuochi e rosati della West Coast californiana. Perché fu così, che percorrendo in Los Angeles i 35 chilometri di Sunset Boulevard, da Downtown fino al Pacifico, il mio occhio ha voluto costruire in un racconto immaginario la corsa verso il
surf e il sole dell'oceano. Negli Occhi fino all'Oceano. E tutto ciò che di Sunset ho catturato nelle figure deformate dallo stupore visivo e nei colori che si specchiano all'infinito nelle geometrie caleidoscopiche, può certamente alludere a quella bellezza fiorita sotto lo stesso sole del Pacifico, che è lo stile luccicante dei soffi nell'open and free jazz dei mitici Gerry Mulligan e Chet Baker. Marialisa Leone
PROGETTO GRAFICO: BLUE CUCKOO STUDIO
9-23 Luglio 2017 | Centro Culturale Sant’Agostino | Sala Agello P.tta Terni De Gregorj, 5 · Crema Vernissage: domenica 9 luglio 2017, ore 18.30 Durante l’evento l’artista si intratterrà in una conversazione su Jazz e arte insieme al Mo Giovanni Mazzarino.
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azz Academy Milano è un progetto didattico che intende approfondire la cultura della Musica Jazz attraverso il trasferimento del linguaggio musicale e delle estetiche del XX° secolo, favorendo e privilegiando il musicista-autore, il musicista-compositore, insomma tutti coloro che ritengono la pratica improvvisativa elemento di espressione libera quindi con le giuste regole da rispettare. Libertà, Pratica, Ascolto e Confronto sono i pilastri fondamentali della Creatività a tutto tondo.
L’Accademia propone percorsi di studio personalizzati e laboratori performativi per strumentisti e cantanti con il favore di un corpo docente formato da musicisti professionisti di chiara fama in grado di condividere con gli allievi la propria esperienza maturata in contesti internazionali, attraverso un metodo di studio che associa la teoria della Musica con la pratica “guidata” della live performance: il Jazz... in pratica.
JAM - JAZZ ACADEMY MILANO · Via Bartolomeo D’Alviano, 53 · 20146 Milano · MM Bande Nere Tel. 02 47718798 · Cell. 342 1225465 · info@jazzacademymilano.it · WWW.JAZZACADEMYMILANO.IT
La Musica Jazz come progetto culturale. JAM - Jazz Academy Milano è il centro studi per la formazione avanzata e la pratica della musica Jazz. L’Accademia propone percorsi di studio personalizzati e laboratori performativi per strumentisti e cantanti con il favore di un corpo docente formato da musicisti professionisti di chiara fama in grado di condividere con gli allievi la propria esperienza maturata in contesti internazionali, attraverso un metodo di studio che associa la teoria della Musica con la pratica “guidata” della live performance: il Jazz... in pratica. Il corpo docente della scuola rappresenta quanto di meglio può offrire oggi la didattica del Jazz: musicisti che non solo amano insegnare la musica che ha cambiato loro la vita, ma soprattutto possono condividere con gli studenti un’assidua frequentazione dei palcoscenici più prestigiosi del Jazz italiano e internazionale, nonché consolidate esperienze in sala d’incisione, in qualità di leader o di musicista “turnista”.
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