6 minute read

Corizza infettiva in ovaiole vaccinate: i vaccini non proteggono più?

Nel 2017 e 2018 sono stati rilevati casi di Corizza infettiva in molti allevamenti di ovaiole in California. Nelle galline è stato isolato Avibacterium paragallinarum (AP) e successivamente caratterizzato come genotipo C2. Sierotipo e genotipo sono già inclusi nel vaccino in commercio, utilizzato per immunizzare le galline in California.

Lo scopo di questo studio è valutare l’efficacia dei vaccini attualmente in uso, e di quelli autogeni, nel controllo di Avibacterium paragallinarum, l’agente causale della Corizza. Alcune ovaiole d’allevamento, vaccinate con vaccini sia inattivati che autogeni, sono state infettate con Avibacterium paragallinarum usando diversi protocolli vaccinali. L’isolato di Avibacterium paragallinarum, usato per l’infezione sperimentale, è stato selezionato da un ceppo di campo del 2017, derivato da galline infettate nel corso di malattia. Le informazioni disponibili hanno riguardato casi clinici, sintomi respiratori, produzione di uova ed eliminazione batterica dopo l’infezione.

Materiali e metodi

Avicoli: 120 galline bianche HyLine W 36 di 21 settimane sono state accasate in una struttura sperimentale dell’Università di Davis e suddivise in 12 gruppi, ciascuno di 10 soggetti.

Patogeni e controllo anticorpale

Sono stati prelevati dei campioni ematici e il siero valutato per la presenza di anticorpi di Influenza Aviaria (AI), Borsite Infettiva (IBD), Bronchite Infettiva (IBV), Mycoplasma Synoviae (MS), Mycoplasma Gallisepticum (MG) e Malattia di Newcastle (ND). Sono stati eseguiti dei tamponi per rilevare infezioni da Metapneumovirus aviario (aMPV), Laringotracheite infettiva (ILT), MG, MS, IBV, e Avibacterium paragallinarum (AP).

Colture batteriche

Dai casi clinici isolati è stata ottenuta una coltura batterica di Avibacterium paragallinarum, su agar sangue con S. aureus. La titolazione è stata poi eseguita con qPCR.

Progetto sperimentale

Le galline, di 21 settimane, sono state suddivise in 12 gruppi, ognuno di 10 soggetti. I vaccini per Avibacterium paragallinarum sono stati somministrati a 6 e 10 settimane. I gruppi hanno ricevuto una dose di vaccino autogeno spento, due dosi di autogeno spento, una o due dosi di vaccino commerciale spento, o due dosi di spento seguito da una di autogeno, e sono stati poi suddivisi fra infettati e non infettati. Inoltre, sono stati sottoposti a esame anche gruppi di controllo non vaccinati, infettati con Avibacterium paragallinarum o non infettati. L’esposizione all’infezione è avvenuta a 22 settimane, usando Avibacterium paragallinarum al titolo di 5 x 10 3 CFU in 200 microlitri. In ciascun occhio e narice sono stati somministrati 50 microlitri di inoculo. Sono stati poi effettuati tamponi anali dopo 3 e 8 giorni dal momento dell’infezione (dpc) per misurare la carica di Avibacterium paragallinarum e verificati costantemente i dati sulla produzione di uova giornaliera e i sintomi clinici e respiratori. I soggetti sono stati soppressi a 8 giorni dall’infezione, registrando i dati dell’autopsia. I sintomi clinici sono stati valutati con il seguente punteggio, da 0 a 3: 0 = nessun sintomo, 1 = essudato nasale o occhi umidi schiumosi, 2 = scolo nasale e ingrossamento dei seni infraorbitali, 3 = grave rigonfiamento con o senza congiuntivite e apatia. I sintomi respiratori sono stati valutati con il seguente punteggio, da 0 a 3: 0 = nessun sintomo, 1 = lieve scolo nasale, 2 = rantoli tracheali e 3 = rantoli forti che si avvertivano a distanza.

Risultati

Prima dell’infezione, le galline sono state testate sierologicamente per la presenza di anticorpi per patogeni che potevano influenzare l’esito clinico dell’infezione sperimentale. I titoli positivi verso IBD, IBV e ND hanno riflettuto i protocolli vaccinali somministrati alle galline. Nel 95% delle galline sono stati rilevati anticorpi per MS, mentre gli anticorpi per MG sono stati riscontrati solo nel 5%. Vi è stata un’evidenza molecolare di ILT nel 10% dei campioni, di MG nel 3%, di MS nel 96% e di IBV nel 2,5%. Tutte le galline erano risultate negative per Avibacterium paragallinarum prima dell’esposizione all’infezione.

Non si sono rilevate differenze statisticamente importanti nell’ovodeposizione, mentre ne sono state riscontrate nella sintomatologia clinica. I gruppi vaccinati con una dose di commerciale, seguito dall’autogeno, mostravano una notevole riduzione delle forme cliniche (P<0,05 - Grafico 1). A 3 giorni dall’infezione non era evidente alcuna riduzione nell’emissione di batteri, mentre a 8 giorni si notava un calo evidente nel gruppo vaccinato con due dosi di commerciale a 6 e 10 settimane (P<0.05) a dimostrazione dell’efficacia del vaccino. Nelle galline vaccinate con una dose di commerciale e due di autogeno è stata rilevata una riduzione nell’eliminazione di Avibacterium paragallinarum (0,05<P<0.01 - Grafico 2).

I sintomi respiratori sono iniziati 2 giorni dopo l’infezione e sono durati per tutto il periodo della prova. Non si sono notate differenze nei gruppi vaccinati vs non vaccinati e sottoposti a infezione. Le lesioni autoptiche presentavano peritonite (nel 20-40% dei soggetti) e periepatite (nel 10-50%) sia nei gruppi vaccinati che in quelli non vaccinati ma sottoposti a infezione.

Discussione

Forme complesse delle vie respiratorie superiori sono frequenti nel corso della produzione. Prima dell’infezione, le galline sono state antigenicamente positive per ILT, 19 settimane dopo l’ultima vaccinazione per ILT e dopo 12 settimane dall’ultimo vaccino per IBV. Ciò evidenzia uno scenario complesso, in cui i virus vaccinali potrebbero manifestare una reazione maggiore in capannoni già colpiti da altre forme. Nella nostra prova i sintomi clinici supportano il complesso scenario di effetti sinergici, con un’infezione sovrapposta all’esposizione sperimentale e controllata di Corizza. La carica batterica a 8 giorni ha mostrato un effetto neutralizzante delle due dosi di vaccino commerciale. Questo risultato si correla alla genotipizzazione e sierotipizzazione dei batteri, caratterizzati come genotipo C, sierotipo C2, ovvero la stessa sierovariante di Avibacterium paragallinarum inclusa nel vaccino.

I sintomi clinici descritti in campo hanno indicato casi di Corizza complicati che si sono patologicamente manifestati con lesioni setticemiche. Questi casi solitamente sono correlati a co-infezioni di altri patogeni e non riguardano la sola infezione da Avibacterium paragallinarum - Corizza. Occorre fare particolare attenzione ai sistemi di allevamento alternativi (a terra e all’aperto) dove abbiamo un’elevata quota di polveri particolate e di ammoniaca e una concentrazione maggiore di batteri Gram-negativi: ciò causa un’infezione complessa del tratto respiratorio superiore. Questi cambiamenti nell’ambiente potrebbero indurre irritazione e infiammazione del tratto respiratorio superiore, modificando il microbiota respiratorio e facilitando infine la co-infezione con agenti come IBV, AP e ILT, generando così una complessa infezione del tratto respiratorio superiore. Le evidenze autoptiche dopo 8 giorni dall’infezione sperimentale con Avibacterium paragallinarum sono infatti caratteristiche di casi di Corizza complessi.

Grafico 2 – Avibacterium paragallinarum espresso come carica batterica (40-Cq) ad 8 dpc (8 giorni dall’infezione) misurato da tamponi infraorbitali. Le lettere sovrascritte rappresentano significatività statistica.

La bibliografia è disponibile su richiesta Dagli atti del 68° World Poultry Disease Conference

This article is from: