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Nutrizione di precisione

Si prevede che produzione e consumo di carni avicole raddoppieranno nei prossimi 30 anni grazie al basso costo, al ridotto impatto ambientale e al fatto che il loro consumo non è soggetto a restrizioni religiose. I prodotti avicoli sono fra le proteine ​animali più convenienti e ciò rappresenta una notevole opportunità di crescita per il settore avicolo a livello mondiale.

Gli allevatori si trovano oggi di fronte a una crescente scarsità di materie prime, con aumenti di costi sempre più ingenti. La popolazione globale, le risorse e le dinamiche climatiche suggeriscono la necessità di migliorare la sostenibilità del sistema di produzione alimentare. In quest’ottica la nutrizione di precisione può essere un valido strumento per raggiungere questo obiettivo.

Man mano che l’industria alimentare cresce in complessità e competitività, i produttori devono affrontare sfide operative sempre più articolate; devono gestire le risorse, la salute e il benessere degli animali, ridurre l’impronta ecologica e la qualità della produzione ottimizzando al contempo le prestazioni degli animali e creando un reddito sostenibile. Il costo del mangime, da solo, rappresenta quasi il 70% dei costi totali di un allevatore. Ogni decisione presa da un allevatore ha un impatto sui suoi animali e sulle prestazioni aziendali e per questo motivo la cautela è d’obbligo. È fondamentale massimizzare la biodisponibilità dei nutrienti delle diete e formulare con precisione per soddisfare le richieste degli animali durante la loro crescita.

Le moderne razze avicole commerciali sono geneticamente molto diverse rispetto a cinquant’anni fa e le loro diete sono radicalmente mutate. Polli da carne e galline ovaiole ricevono oggi formulazioni studiate in linea con le rispettive fasi di produzione per soddisfare i requisiti nutrizionali per la crescita e la riproduzione, senza sovralimentazione e senza influire negativamente sull’ambiente.

Anche se i polli da carne e le ovaiole sono altamente efficienti nel convertire il mangime in prodotti alimentari, c’è una certa quantità significativa di alimento che resta non digerita. Generalmente, la digeribilità dei nutrienti è dell’ordine del 50-85% a seconda del nutriente specifico, quindi è ancora possibile apportare un qualche miglioramento significativo per incrementare ulteriormente l’efficienza dell’utilizzo dei mangimi.

Per ottimizzare la nutrizione degli avicoli la ricerca sta studiando e analizzando i fabbisogni nutrizionali e il percorso assimilativo dei nutrienti, valutando eventuali materie prime alternative, la disponibilità di ingredienti per mangimi di qualità, l’uso di nuovi additivi per mangimi e formulazioni ricche di nutrienti. Lo scopo principale della formulazione di precisione è quello di ottenere una dieta equilibrata che fornisca adeguate quantità di nutrienti biologicamente disponibili al minimo costo.

La limitazione all’uso di antibiotici nei mangimi per avicoli ha incentivato i nutrizionisti ad approfondire gli studi sul microbiota e su come modularlo attraverso le diete. Nel corso degli anni, la formulazione dei mangimi si è evoluta da un semplice bilanciamento di pochi mangimi per un numero limitato di nutrienti a un sistema di programmazione lineare messo a punto con software specifico. L’introduzione della programmazione non lineare, per ottimizzare la resa e ridurre al minimo il costo dei mangimi nelle formulazioni dietetiche, può portare a una migliore approssimazione rispetto a quella lineare: vengono utilizzati modelli e proiezioni di crescita per simulare l’assunzione di mangime e i parametri di produzione in determinate condizioni di allevamento, secondo le varie fasi e la tipologia di soggetti. Tali modelli permettono di confrontare le prestazioni effettive con quelle potenziali, indicando eventuali problemi di gestione o di salute del gruppo e forniscono una panoramica economica su regimi alimentari alternativi. È importante che le formulazioni dei mangimi siano personalizzate in base alle esigenze del soggetto e al target produttivo dell’azienda.

Oggi la ricerca mette in campo due nuove discipline, la nutrigenetica e la nutrigenomica, che sono strettamente interconnesse e per certi aspetti complementari. La nutrigenetica studia quanto il genotipo di un individuo influisca sulla dieta, mentre la nutrigenomica si concentra sul modo in cui ogni singolo soggetto reagisce alle molecole presenti nei mangimi e come la dieta influenzi la trascrizione genetica, l’espressione proteica e il metabolismo.

In pratica, se da un lato i geni sono importanti nel determinare una funzione, dall’altro la nutrizione è altrettanto abile nel modificare il grado di espressione genica e quindi nel condizionare la lettura dell’informazione contenuta nello specifico DNA.

L’utilizzo della nutrigenomica come strumento nell’alimentazione animale consente di sviluppare nuove strategie di alimentazione, creando così un’opportunità per ridurre il costo dei materiali, migliorare l’integrazione e adattare rapidamente nuove formulazioni in risposta ai cambiamenti.

La nutrizione di precisione richiede anche una diversa valutazione delle materie prime come mais, soia, grano, che devono essere analizzate per corrispondere esattamente alla specifica nutritiva desiderata. La segregazione delle materie prime e la loro analisi aiutano a formulare una dieta sana ed economicamente vantaggiosa.

Dopo la selezione degli ingredienti e la formulazione della dieta, è necessario considerare i processi post-assorbimento che classificano le materie prime dei mangimi in base ai coefficienti di digeribilità. Con l’uso di tecniche e tecnologie adeguate si può raggiungere una nutrizione di precisione attuando formulazioni alimentari più precise, basate sul valore nutrizionale di ciascun lotto di ingrediente, una corretta pesatura e miscelazione degli ingredienti, nuove tecniche di lavorazione e l’uso di additivi.

Gli additivi per mangimi svolgono un ruolo fondamentale nell’ottenere una maggiore efficienza e ridurre il carico ambientale, in quanto migliorano la digeribilità dei nutrienti, la salute dell’intestino, l’assorbimento, e supportano la modulazione della microflora, facilitando così una crescita più uniforme degli animali e con minore variabilità. Gli additivi per mangimi quali acidi organici, probiotici, prebiotici, enzimi e sostanze fitochimiche, oltre a migliorare l’efficienza, svolgono un ruolo importante per la salute degli animali e sono oggi accettati come alternativa ai promotori della crescita a base antibiotica.

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