9 minute read
Il futuro della pulcinaia
Ai tacchinotti appena schiusi devono essere fornite le migliori condizioni di partenza possibili. Questo è il primo passo fondamentale per garantire loro uno sviluppo sano ed equilibrato, affinché possano esprimere il massimo potenziale produttivo da carne o uova.
La gestione della temperatura è essenziale nelle prime fasi vitali di un tacchinotto; assicurare una temperatura adeguata è basilare durante la schiusa, la lavorazione e il trasporto degli animali perché influisce sul loro sviluppo futuro. Il tacchinotto appena schiuso ha una capacità limitata di regolare la propria temperatura corporea interna, perché il sistema di termoregolazione non è completamente sviluppato alla schiusa e inizierà a farlo solo intorno ai 4-6 giorni di età. È pertanto importante garantire una temperatura che tenga i tacchinotti in una zona termo-neutrale, in cui riescano a mantenere costante la loro temperatura corporea senza alterare il tasso metabolico, concentrandosi su altri fattori essenziali per la loro crescita, come mangiare e abbeverarsi.
Quando i tacchinotti iniziano a crescere, la gestione della temperatura e dell’ambiente cambia completamente. Nel corso degli anni, le tecniche di pulcinaia per tacchini sono state perfezionate in due metodi particolari. Uno di questi metodi è la “pulcinaia sparsa a cerchi chiusi” (vedi Figura 1).
La pulcinaia sparsa consiste nel posizionare i tacchinotti in cerchi chiusi, ciascuno riscaldato con cappe di calore. Il numero dei soggetti collocati e la dimensione dei cerchi variano in relazione alla potenza delle cappe utilizzate (vedi Tabella 1).
Il secondo metodo è “la pulcinaia a tutto capannone”. I tacchinotti vengono posti in capannoni senza partizioni particolari e riscaldati con cappe o termo-ventilatori e possono muoversi liberamente in tutto lo spazio disponibile (vedi Figura 2).
La temperatura che garantiamo ai soggetti gioca un ruolo fondamentale nelle prime fasi della loro vita. In natura, il pulcino si avvicina alla chioccia quando ha più bisogno di calore (dopo aver mangiato e dormito, per esempio). In azienda possiamo fornire solo un sostituto della chioccia, che è generalmente una fonte di luce o raggi infrarossi.
Ciò è particolarmente importante nel caso di pulcinaia in ambiente con pompe di calore o con riscaldamento a pavimento. L’introduzione di lampade, preferibilmente a infrarossi, soddisfa pienamente questa esigenza dell’animale fornendo una fonte di luce e di calore che si sostituisce alla chioccia in quanto attira l’animale al momento opportuno. Questo problema si presenta in misura minore nel caso di pulcinaia a cerchi perché la cappa, sia a gas che elettrica, diventa la chioccia e i polli tendono ad avvicinarsi o allontanarsi a seconda delle proprie esigenze.
In molti Paesi – con l’uso di pannelli solari che forniscono elettricità a basso costo – assistiamo a un uso crescente di lampade elettriche a infrarossi (vedi Figura 3).
Ci sono molti aspetti positivi legati all’uso di queste lampade, come la ridotta produzione sia di CO 2 che di CO, che può rappresentare un rischio elevato con le cappe a gas in caso di cattiva gestione o funzionamento. Il rovescio della medaglia è che, in generale, queste incubatrici elettriche sono meno potenti delle opzioni a gas e quindi è necessario un numero maggiore di lampade per ottenere la stessa potenza.
Un’altra opzione è quella di utilizzare le lampade elettriche insieme ai ventilatori ad aria calda, che creano una temperatura ambiente basica.
Molti anni fa, in quasi tutti i casi, veniva utilizzata la pulcinaia a cerchi. Nel corso del tempo, con l’esigenza di ridurre i costi, la mancanza di manodopera e il miglioramento delle strutture e delle attrezzature disponibili, è diventato sempre più diffuso il posizionamento dei tacchinotti in pulcinaie a tutto capannone.
Il senior manager della divisione tacchini di Amadori in Italia, dott. Falcioni, ci ha spiegato: «Il progresso è avvenuto come soluzione per i costi, per la manodopera e per ottenere dei miglioramenti, che sono ancora più evidenti nelle grandi aziende zootecniche private».
Il dott. Falcioni ha deciso di modificare la tecnica di pulcinaia negli allevamenti dandole la definizione di “pulcinaia in corridoio”. La pulcinaia in corridoio prevede due recinzioni di filo metallico parallele ai lati del capannone, distanziate di 3-4 metri l’una dall’altra; all’interno di questo corridoio sono disposte attrezzature e cappe (vedi Figura 4).
Il corridoio può anche essere separato in più punti per ridurre il numero di soggetti in ciascuna sezione (vedi Figura 5). I costi di manodopera sono inferiori rispetto alla pulcinaia a cerchi. L’utilizzo del metodo a corridoio ha consentito ad Amadori di continuare a utilizzare le cappe a gas, di- 'sposte ciascuna nella stessa direzione per non confondere gli animali. In molti casi le cappe a gas sono supportate da ventilatori ad aria calda (operanti all’esterno della casa), che poi creano la “base” della temperatura ambientale (vedi Figura 6).
Questa trasformazione ha permesso di dotare i tacchinotti di una maggiore superficie di pulcinaia e di ridurre la necessità di intervento all’interno dei tramezzi. Meno traffico pedonale all’interno del corridoio significa poter mantenere pulita l’area, poiché si utilizza lo stesso principio della pulcinaia a cerchi.
Ci troviamo quindi di fronte a una modifica intermedia, con un risparmio di manodopera, ma mantenendo gli animali in un ambiente pulito e termo-neutrale fino alla fine della prima settimana o oltre, se possibile. Detto ciò, il dott. Falcioni indica come altro motivo importante di questo primo sviluppo la difficoltà di utilizzare attrezzature, come abbeveratoi e alimentatori automatici, tipici nella pulcinaia a cerchi sparsi. Con questo tipo di attrezzatura, per soddisfare l’esigenza di spazio per l’alimentazione e l’abbeverata degli animali, il cerchio deve essere tagliato in una o anche due file di abbeveratoi a tazza e mangiatoie automatiche, creando evidenti problematiche di montaggio (vedi Figure 7 e 8).
Il passo successivo è stato quello di poter sfruttare appieno il potenziale dell’attrezzatura per soddisfare le esigenze di spazio mangiatoia e abbeveratoio. L’allevamento è stato riscaldato con grandi lampade a infrarossi lunghe circa 3 metri, disposte a 10 metri l’una dall’altra e a 2,8 metri da terra (vedi Figura 9).
Con queste lampade la copertura infrarossa è garantita per circa 6 metri per lato (12 metri in totale). In genere il termostato si regola a 33 °C, ponendolo tra due pulcinaie e a una distanza di circa 1,5 metri dalle stesse. Ai tacchinotti viene quindi garantita una temperatura ottimale e una totale copertura della superficie a loro disposizione. Se i capannoni sono più larghi di 12 metri, si possono utilizzare delle reti per evitare che i tacchinotti entrino in contatto con zone “fredde”, non coperte dalle lampade a infrarossi.
Con questo tipo di lampade è possibile riscaldare i tacchinotti per tutta la lunghezza dell’allevamento, limitando il più possibile la necessità di tramezzi. Questo sistema garantisce un’area di alimentazione e abbeveraggio più ampia, permette di sfruttare le potenzialità e tutta la quantità di apparecchiature automatiche. Può garantire fino a 2,5 cm e oltre di spazio per l’alimentazione e 1,5 cm di spazio per abbeverata a soggetto. Con questo spazio a disposizione si ottengono due risultati estremamente positivi: in primo luogo, un facile accesso a mangime e acqua, migliorando così il livello di uniformità del gruppo; in secondo luogo, con attrezzature e spazio extra disponibile, la lettiera, situata sotto gli abbeveratoi e le mangiatoie, rimane più asciutta rispetto alle condizioni della pulcinaia a cerchi. È importante notare la tendenza a introdurre anche attrezzature manuali (soprattutto mangiatoie), che comunque verranno gradualmente rimosse entro i 4-5 giorni di vita.
Un altro fattore rilevante è l’illuminazione: stanno crescendo in popolarità le nuove strutture con un’unica linea di illuminazione. La superficie delle lampade è costituita da una lente che assicura una distribuzione uniforme dell’intensità luminosa (vedi Figura 10). Questa singola linea di illuminazione è molto importante nei cicli estivi. In caso di giornate calde è infatti essenziale ridurre il più possibile il funzionamento delle lampade. Se necessario, abbassando l’intensità della luce, si incoraggiano i tacchinotti a raccogliersi sotto la lampada, garantendo così l’effetto “chioccia”.
Considerazioni finali
In conclusione, il metodo di pulcinaia a intero capannone rappresenta uno dei migliori disponibili per i seguenti motivi:
• disporre di una perfetta copertura a infrarossi, e di conseguenza, di una temperatura controllata e di un'illuminazione uniforme in allevamento, aiuterà a sostituire la chioccia naturale;
• lo spazio consente una maggiore disponibilità per l’alimentazione e l’abbeveraggio, nonché una migliore qualità della lettiera;
• questo sistema favorisce una maggiore uniformità, riduce la mortalità e permette agli animali di esprimere le loro capacità genetiche, cosa che solo la pulcinaia a cerchi potrebbe garantire;
• infine, ma non meno importante, riduce i costi di manodopera.
Generalmente la “pulcinaia a intero capannone” è sempre più utilizzata, soprattutto negli allevamenti commerciali, e si può dire che rappresenti la pulcinaia del futuro. Quando si utilizzano “sistemi a tutto ambiente”, con ventilazione calda o riscaldamento a pavimento, si consiglia l’uso di lampade o cappe a infrarossi (elettriche o a gas) per rispondere meglio alla necessità dei tacchinotti di individuare facilmente un surrogato della madre. L’importanza dell’infrarosso nel periodo di pulcinaia è evidente e il suo corretto utilizzo può davvero facilitare il superamento di questa importante fase nella vita dei tacchinotti. Tuttavia, è fondamentale anche continuare a sviluppare metodi migliori per soddisfare le esigenze degli animali e, allo stesso tempo, ridurre i costi di produzione.