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Riscaldamento e ventilazione negli allevamenti di polli da carne
Gestire i polli da carne è problematico in qualsiasi periodo dell’anno, ma lo è in particolar modo nei mesi invernali. Quando all’esterno la temperatura cala e aumenta il costo del gas per riscaldare l’ambiente, mantenere la giusta temperatura all’interno del capannone senza intaccare la qualità dell’aria può diventare davvero difficile sia in termini di risultati che di costi.
La ventilazione è necessaria per consentire ai polli di vivere in condizioni ambientali sane. Un’adeguata ventilazione invernale implica la decisione se aumentare il costo del riscaldamento o tenere i polli al freddo. La scelta di crescere i polli al freddo, diminuendo la temperatura ambientale, comporta un consumo eccessivo di mangime, in quanto i polli mangiano di più per mantenere la temperatura corporea. Il mangime utilizzato per il mantenimento non serve più per la crescita, con effetti negativi su conversione e rese. Un pollo esprime il massimo potenziale di crescita nei primi giorni, quando la quota maggiore di energia alimentare è indirizzata all’accrescimento. Errori di gestione nel primo periodo di accrescimento lasciano il segno fino a fine ciclo.
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Sistemi di riscaldamento
Poche ore passate in un ambiente in cui si respira troppa ammoniaca, o un’esposizione a temperature troppo fredde, possono arrecare un danno notevole al gruppo, influenzandone le rese. Per questo motivo è importante che i sistemi di riscaldamento e ventilazione siano sempre efficienti. Ciò non basta comunque per allevare bene i polli, ma è necessaria anche una buona gestione.
Esistono diversi strumenti che consentono di valutare la velocità dell’aria, la temperatura, il flusso, la pressione statica, le condizioni del capannone, e così via. La miglior cosa resta tuttavia trascorrere del tempo seduti nel capannone a osservare i polli. Bisognerebbe inserire nella routine un periodo dedicato solo al loro controllo, osservando e ascoltando, per capire cosa avviene nel corso del giorno e della notte, applicando poi le nozioni imparate.
Il riscaldamento è uno degli aspetti principali: anche in luglio o agosto, infatti, può essere necessario un po’ di calore per mantenere i pulcini alla giusta temperatura. Ovviamente riscaldare diventa un fattore critico nel periodo invernale: non solo per la produttività, ma anche per la semplice sopravvivenza. Il riscaldamento funziona bene e a costi contenuti solo se è disponibile il gas naturale, mentre altri tipi di combustibile risultano troppo dispendiosi. Queste spese rendono difficile mantenere buoni margini di profitto e gli allevatori dovrebbero negoziare e fissare i prezzi in estate, prima delle forniture di combustile, quando i costi sono ancora bassi. Prima che arrivi l’inverno, occorre assicurarsi che il riscaldamento sia in condizioni ottimali. Indipendentemente dal meteo o dalla stagione, un riscaldamento che non funziona bene comporta degli sprechi, e ciò si riflette sia sulle spese che sulle rese. Questo accade con il riscaldamento ad aria, a cappa, con radiatori, infrarossi, o con qualsiasi altro tipo. Una cattiva pianificazione o l’assenza di manutenzione possono provocare perdite di pressione del gas, causate da valvole mal funzionanti, da bruciatori o valvole ostruite, o da iniettori non allineati bene che causano lo spegnimento della cappa a gas, come pure da fori o da impianti sottodimensionati. La pressione bassa si riconosce facilmente perché la fiamma è fievole e gialla, produce poco calore, mentre ci dovrebbe essere una fiamma forte e tendente al blu. La pressione sarà differente a seconda che si usi propano o gas naturale. Il propano richiede pressioni maggiori rispetto al gas naturale. Occorre evitare che le cappe alla fine della linea si spengano per un calo di pressione del gas.
Tubazioni sottodimensionate spesso impediscono alle cappe a fine linea di rimanere accese a causa della mancanza di carburante. A volte, anche se restano accese, fanno una fiamma a sprazzi e possono non bruciare in modo pulito e costante a causa dell’iniezione di gas limitata e instabile a fine linea: il flusso del gas è ridotto e si crea una situazione simile a una bassa pressione.
Tutti i bruciatori e le fiamme pilota vanno controllati per togliere residui di fango, nidi di insetti, tele di ragno o altre ostruzioni. Inoltre, perdite di gas da fori, o altri punti, costituiscono un grave rischio di incendio. Si consiglia di usare della soluzione saponata per rilevare eventuali fori nel sistema e individuare le zone bruciate attorno ai fori. Le bolle che si formano dopo l’applicazione della soluzione saponata indicano una perdita di gas.
Scegliere il tipo di riscaldamento e gestirlo di conseguenza non è facile. Esistono diverse opzioni ed è importante valutare quanto calore radiante viene emesso. Il calore radiante ha il vantaggio di riscaldare in modo più efficace in quanto trasmesso attraverso l’aria. Però non tutte le fonti di calore sono radianti e ci sono differenze tra i vari tipi e le modalità di funzionamento; per esempio, le caldaie ad aria forzata erano molto popolari una volta nei capannoni avicoli, mentre oggi sono il metodo meno indicato per svezzare un pulcino perché trasferiscono il caldo nell’aria per convezione e solo una parte passa alla lettiera e al pulcino in forma radiante. I sistemi a getto d’aria trasferiscono una quota di calore nell’aria in forma convettiva, ma parte dell’energia viene trasferita alle superfici (pulcini, pavimento del pollaio) sotto forma di calore radiante.
La cappe radianti trasferiscono la maggior parte del calore alle superfici invece che nell’aria. Sono flessibili e lavorano a 1-1,5 metri di altezza creando così delle zone di comfort termico, o anche aree di temperature accettabili per il pulcino, che può così scegliere dove collocarsi.
Alcuni allevatori preferiscono i tubi radianti al posto delle cappe. Essi funzionano tramite aria calda forzata in un tubo di metallo, che si riscalda ed emana calore radiante in modo simile alle cappe; di solito vengono appesi a livello del soffitto e il calore viene riflesso verso il basso dai riflettori sovrastanti. Se li si posiziona in alto non si creano zone calde a macchie e la temperatura della lettiera resta uniforme. Il riscaldamento a tubo è fissato stabilmente e non è appeso a funi o ganci, come invece avviene per le cappe; i tubi vanno poi sollevati o abbassati per fare passare il personale addetto, pulire o accasare i pulcini. Visto che vengono montati vicino al soffitto, specialmente in capannoni a tetto spiovente, occorre evitare di farlo nelle vicinanze di linee elettriche o di raffreddamento, o troppo vicino al tetto stesso.
È fondamentale pulire l’impianto di riscaldamento alla fine di ogni ciclo. Un capannone può essere polveroso e la polvere compromette l’efficienza del sistema. Per togliere la polvere dalle cappe o dai tubi tra due cicli si possono utilizzare un compressore ad aria o un aspiratore. Prima del collocamento successivo è bene anche controllare i tubi del gas; quelli che risultano bruciati in quanto vicini a fonti di calore, danneggiati, in cattivo stato o piegati, vanno aggiustati o sostituiti. Controllare anche se le cappe sono piene di fuliggine, il che indica una combustione insufficiente che produce poco calore, con probabili perdite di gas e un eccesso di monossido di carbonio.
Meglio tenere le porte di ingresso e di uscita chiuse tra due cicli, specialmente in primavera, quando potrebbero entrare uccelli e animali selvatici per farsi il nido; verificare anche l’eventuale presenza di nidi nelle cappe prima di accenderle. Bisogna posizionare bene sensori e termostati: i sensori andrebbero collocati lontano dal calore delle cappe, da correnti o flussi di aria provenienti dai ventilatori. Se sono troppo vicini alle cappe provocano vaste zone fredde nel capannone, mentre quelli vicino a correnti d’aria richiamano troppo calore, con un maggiore costo di combustibile.
Ventilazione minima
In inverno il riscaldamento è un fattore critico negli allevamenti di polli da carne, ma non è il solo. È importante anche il sistema di ventilazione che comprende ventilatori, ingressi laterali di aria e prese d’aria. Gestire in modo adeguato la ventilazione è particolarmente complesso: il numero di bocchette di ingresso dell’aria o di prese d’aria deve corrispondere alla corretta dimensione e numero di ventilatori in modo da mantenere costante la pressione statica e fare convogliare direttamente verso il soffitto l’aria, che in tal modo si riscalda e si miscela con quella calda e viziata presente al centro del capannone, senza comportare correnti fredde.
Occorre raggiungere la giusta pressione statica e la corrispondente apertura degli ingressi dell’aria per ottenere la corretta velocità e la conseguente miscelazione dell’aria. Se gli ingressi dell’aria sono troppo stretti o larghi, si rischia di fare cadere l’aria fredda direttamente sui pulcini senza sottoporla a una corretta miscelazione. Un metodo semplice di controllo del flusso di aria nel capannone è appendere dei nastri al soffitto per vedere se la ventilazione arriva fino al centro: il nastro consente di visualizzare il movimento dell’aria, altrimenti difficile da valutare.
Gestire i sistemi di apertura e chiusura dei cavi o dei fili di acciaio implica un controllo e una manutenzione costanti. Inoltre, nell’ambiente sono presenti polvere, umidità, ammoniaca, ecc. che possono danneggiare i macchinari, per esempio le pulegge e le rondelle delle bocchette, le cerniere delle porte, i cuscinetti dei ventilatori. Gli ingranaggi e i cuscinetti vanno regolarmente oliati e le cerniere ingrassate per evitare ruggine e corrosione che causano rotture e malfunzionamenti. Tutte le coperture e le protezioni devono essere mantenute al proprio posto in modo da garantire la sicurezza e la funzionalità dei macchinari.
Di tanto in tanto va controllato che ratti o scarafaggi non ledano l’isolamento delle bocchette e bisogna verificare che si aprano tutte correttamente. Le porte che si chiudono solo parzialmente riducono la tenuta del capannone e causano perdite di aria, rendendo più difficile il mantenimento della pressione statica desiderata. Si consiglia di tenere una certa quantità di parti di ricambio sempre a disposizione, in modo da poter effettuare le sostituzioni da soli, in caso di emergenza. A volte è difficile trovare il tecnico per la riparazione nei fine settimana, in periodi di ferie, oppure nel mezzo della notte. Una cappa o un ventilatore non funzionanti, anche di notte, avranno delle conseguenze sulle rese che difficilmente potranno poi essere recuperate. Bisogna quindi imparare a essere autonomi per alcuni interventi, come resettare un motore, cambiare un iniettore, sostituire una cinghia usurata di un ventilatore, spegnere il motore di una linea di alimentazione o semplicemente attivare il pulsante di reset, in modo da avere un certo grado di indipendenza.
Conclusioni
Nella produzione avicola gli aspetti tecnici e scientifici hanno avuto un notevole sviluppo negli ultimi 20- 30 anni, specialmente in termini di strutture e strumentazione. Tuttavia, buona parte dell’allevamento del pollo conta ancora sul semplice senso comune, come è sempre stato. Per prima cosa bisogna avere cura del proprio lavoro e degli animali; secondo, occorrono capannoni e attrezzature in grado di fornire l’ambiente ottimale per crescerli. Genetica, mangime e acqua giocano sempre un ruolo importante.
Anni fa si ragionava in termini di giorni o settimane quando si faceva un programma per la gestione degli abbeveratoi, mangiatoie, ventilazione minima, temperature, ecc. Oggi ciò non è più sufficiente perché bisogna pensare in termini di ore perdute e gli errori, quando le condizioni non sono ottimali, non possono venire compensati durante il resto del ciclo. Tali considerazioni sono valide soprattutto per la gestione del riscaldamento e della ventilazione minima; i polli che stanno al freddo mangiano per scaldarsi invece che per crescere, e quindi la conversione a fine ciclo sarà un disastro.
Un malfunzionamento della ventilazione minima rappresenta un problema, in quanto sia la qualità dell’aria che della lettiera dipendono da essa, come pure la salute e la qualità del plantare degli animali, che sono strettamente collegate alle condizioni della lettiera. Alla base di una buona gestione c’è sempre la figura dell’allevatore, che deve sapere gestire e controllare tutti i sistemi per garantire buone performance dei gruppi.
Pubblicazione 2854 (POD-10-20) Copyright 2021 by Mississippi State University Extension Service. Produced by Agricultural Communications