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Un passo indietro, il progettista e le professioni del grafico
Responsabilità
Compiti Il progettista grafico ha molte responsabilità e anche se in alcuni territori il suo lavoro non viene qualificato, ugualmente rimane una professione con un certo potere, sociale e politico. Non si parla solamente di presentare una fruizione visiva, ma si parla anche di guidare e indicare direzioni di sviluppo. In molteplici ambiti la figura del progettista ha ruotato verso ruoli di guida, a partire da un livello culturale come musei o per la fidelizzazione di un brand e di percorsi di navigazione in ambito multimediale. Tale disciplina cerca di mettere in comunicazione più persone e non solo in ambito tecnologico appunto. La finalità di un progetto è pur sempre focalizzata sugli utenti, con l’obiettivo di trovare soluzioni partendo appunto da un problema e una volta aver svolto delle ipotesi (tastando la soluzione) si collabora al fine di creare soluzioni in grado di incastonare le emozioni in un ampio raggio di influenza. Avere un ottimo bagaglio culturale è fondamentale per poter toccare diversi rami, dalla psicologia all’astrofisica in modo da trovare tramite il pensiero laterale diverse soluzioni.
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Il progettista lavora come un infiltrato tra le persone comuni, osservando e raccogliendo informazioni su come l’utenza si approccia a qualsiasi sistemo visivo. Ad esempio esistono informazioni sull’utenza utili per lo studio di un’ipotetico atteggiamento, come: – Movimento, fondamentale poiché senza movimento non vi è interazione/attivazione. – Spazio, poiché senza quest’ultimo non potrebbe esistere il movimento. – Tempo, senza questo le interazioni non possono avvenire. Basti pensare a quando si vuole fare un acquisto su
Amazon. – Aspetto visivo, che ha delle variabili quali: proporzioni, struttura, forma, dimensioni, peso e colore. Inoltre l’aspetto visivo fa forza su ciò che viene chiamato affordance (termine coniato da James Gibson nel 1966). L’ affordance non è altro che la funzionalità che ha un oggetto, come la sedia che ci fa capire che serve per sederci.
Personalizzazione
Organizzazione
1 Matteo Di Pascale Manuale di sopravvivenza per UX designer. Guida pratica alla progettazione, Hoepli, 2019
– Consistenza fisica. La consistenza può essere intesa anche come texture. La consistenza è in grado anche di trasmetterci delle emozioni. – Suono. È una parte piccola ma importante. Il suono risponde a tre componenti principali: volume, qualità del timbro, tonalità. Altri valori nel tempo sono stati associati, come l’affidabilità, poiché appunto una fruizione non venga ostacolata, l’intelligenza e la reattività.
Ad oggi la figura del progettista grafico non è vincolata a determinate caratteristiche legate all’artigianato, un tempo il grafico era redattore, compositore, scrittore, tipografo e perchè no anche musicista. Ad oggi la progettazione grafica sconfina sempre più in settori diversi per cui il concetto del «custom», personalizzazione e identificazione si rafforzano. Oggi un grafico è libero di cimentarsi anche nel campo della pittura, fotografia, video, animazioni, rendering, modellazione e tanto altro. Quindi nonostante si assista ad una continua evoluzione vi è comunque un unico filo conduttore che lega le varie caratteristiche. Si progettano esperienze, il vero compito segreto di un grafico è proprio immaginare esperienze. Tale concezione in genere viene associata alla ripresa di un problema tramite un processo progettuale che prende il nome di design thinking, ovvero un modello che fornisce un approccio per la risoluzione dei problemi focalizzato sulle soluzioni.
La vera mansione infatti è saper organizzare, strutturare ed etichettare il contenuto dei progetti per migliorarne usabilità e accessibilità. A tale scopo Jakob Nielsen1 ha elaborato 5 componenti fondamentali: learnability, la facilità con cui un utente esegue dei task di base la prima volta che approccia all’elaborato; efficiency, velocità con cui un utente è in grado di concludere una fruizione; memorability, tempo che impiega a riacquistare dimestichezza dopo aver imparato a usare un elaborato ed essersene allontanato per un po’; errors, numero di errori commessi dagli utenti, che implicano gravità e tempo impiegato per recupe-
rare; satisfaction, soddisfazione di un utente nell’uso del prodotto. Due tipi di usability test: moderati, in cui è prevista la presenza di un moderatore; non moderati, svolti in maniera autonoma.
Tramite queste passaggi il vero percorso dell’utente viene messo in atto tramite l’acquisizione, in cui l’utente fruisce per la prima volta del progetto, l’attivazione, in cui l’utente tasta con la sua prima esperienza, il mantenimento, in cui l’utente ritorna a rivedere o risufruire, la referenzialità, con cui l’utente può mettersi in condivisione degli altri e infine il ricavo, che sia monetario o di fidelizzazione del brand. In alcuni contesto si vende, mentre in altri si creano ideologie.
Guarda nonno quante cose posso fare col mio nuovo telefono ultra smart
sti maledetti telefoni vi toglieranno il lavoro