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Metodologie progettuali, dalla ricerca alla progettazione
Ricerca
Esperienze Nel corso degli anni si è sempre sottolineato quanto la fase iniziale di ricerca possa tracciare una notevole differenza nel processo progettuale, eppure è importante considerare pure la ricerca etica, un tipo di ricerca che si basa sull’eticità e comportamento del designer nei confronti dei soggetti a cui si attingerà, poiché bisogna ottenere il consenso da parte dell’utenza, spiegandone magari i rischi e e i benefici di un elaborato. Purtroppo ciò che determina la qualità di una ricerca oltre la volontà sono i tempi e i costi.
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In queste fasi come accennato prima, l’osservazione e l’attività sono fattori estremamente determinati. Tale percorso riconduce ad un modello di ricerca basato sui flussi, dove una volta raggruppati i contenuti e le idee in:
- Flusso lineare, come dal nome appunto lineare che mostra per esempio da una eventuale causa all’eventuale conseguenza mostrando tutto passo dopo passo inordinate lineare appunto. - Flusso circolare. Flusso adatto ad un progetto o soggetto ciclico. - Diagramma di Venn. Usato per sovrapporre relazioni ed insiemi. - Matrice 2x2 che mostra i risultati attraverso due assi: x ed y con le eventuali variabili. - Mappa tutto sullo stesso piano
Ogni volta che abbiamo bisogno di comunicare scommettiamo sempre su una certa base di conoscenze già esistenti nella mente di chi riceverà il messaggio. Per comprendere abbiamo bisogno di un percorso. Un percorso è ciò che lega le esperienze tra di loro, definendo una successione. Esso è ciò che ci dà il tempo di organizzare i pensieri. Comunicare, prima di tutto, è costruire un percorso. Nel tessere la nostra rete di significati, decidiamo di inserire un singolo elemento informativo (item) in un sistema di relazioni, quando tale sistema ci permette di comprendere meglio sia l’elemento stesso che gli
Contesto elementi circostanti. Ogni elemento assume il proprio significato attraverso un costante e intenso confronto fra la singolarità e la pluralità delle sue possibili relazioni. Questo confronto avviene attraverso le dinamiche stabilite da una struttura invisibile. Quando la rete di significato è tessuta, siamo in grado di inquadrare ogni informazione nella giusta relazione rispetto alle altre. Questa rete è ciò che chiamiamo «contesto», cioè l’insieme che si ottiene sommando i singoli elementi informativi e le relazioni che essi instaurano tra loro; i singoli elementi sono paragonabili agli atomi, elementi non ulteriormente divisibili. Nella pratica questo ordinamento viene creato stabilendo innanzitutto il punto di inizio e di fine dello spazio o del tempo che fungono da «contenitori». Poi si traccia una linea ideale che li congiunge.
Questa linea è una freccia, una direzione che deve essere compresa dal pubblico con il minor sforzo possibile: vale a dire che deve essere espressa con la migliore affordance possibile. Se non cogliamo la direzione in cui leggere i contenuti, non ne capiremo il senso. Per il rapporto fra informazioni, supporti spazio/temporali e memoria, è cruciale la cadenza con la quale si susseguono le edizioni di un prodotto di comunicazione tradizionale poiché essa non influisce soltanto sul rapporto fra nuove informazioni e informazioni di contesto, ma crea anche un’aspettativa, un appuntamento che spinge i lettori o gli spettatori a tornare in un determinato luogo (l’edicola, o uno schermo televisivo) e in un determinato tempo per poter fruire della prossima edizione.
La scelta della cadenza di pubblicazione è ovviamente arbitraria. tramite l’esperienza con la carta ci siamo resi conto delle correlazioni che possono nascere mettendo due o più elementi nella stessa pagina, rafforzando il legame se li avviciniamo o viceversa. In una singola pagina web, in cui a differenza di quella di carta abbiamo a disposizione tutto lo spazio che vogliamo, potremmo teoricamente pubblicare tutto, e questa è una tentazione comune quando si tratta della homepage per esempio; ogni pagina
Polimorfia raggiunge un punto dopo il quale l’aggiunta di informazioni smette di essere un’opportunità e diventa un problema, per chi deve cercare di comprendere il messaggio. Quando navighiamo un sito, valutiamo la funzione, il peso e il significato delle sue pagine in base al modo in cui esse ci si presentano, ciò che succede «anche solo» quando apriamo un link sarà determinante per comprendere il senso del legame fra i contenuti linkati.
L’aspetto più complesso di un atto di comunicazione di rete è scegliere cosa mettere in relazione. Scegliamo in funzione dei bisogni dei nostri interlocutori, ma scegliamo anche in funzione della nostra particolare visione delle cose. Archiviando e gestendo il contenuto che abbiamo prodotto attraverso un sistema, possiamo fare in modo di sfruttarne le logiche per suggerire alle persone percorsi di navigazione generati in modo automatico, per far questo dobbiamo imparare a definire a monte la struttura dei contenuti, le dinamiche che il sistema seguirà per raggrupparli in classi, gli algoritmi che dovrà eseguire.
La polimorfia dell’informazione, cioè la capacità di un contenuto con una solida struttura interna di prescindere dall’ambiente nel quale verrà fruito, va progettata in funzione dell’intenzione comunicativa.
Oltre alle griglie, ci sono parti importanti del progetto: carattere tipografico, flusso visivo e gerarchie. Il flusso visivo è importante perché segue diverse leggi, e ci serve per comporre bene gli elementi visivi in un determinato spazio. Il layout all’interno dell’interfaccia è la parte principale. Il layout ci permette di costruire attorno ad esso le cosiddette «griglie» che possono variare in base al contenuto.
L’assenza di qualcosa è significante tanto quanto la sua presenza.
Layout
Come si può notare da queste semplice pagine, il layout è fondamentale per l’uso di un artefatto editoriale. La difficoltà maggiore sta nel trovare il giusto rapporto ed equilibrio tra la leggibilità dei testi e l’elemento grafico e tipografico che possa catturare maggiormente la nostra attenzione, bisogna sempre trovare un elemento che attiri la nostra attenzione e curiosità. La definizione di layout si espande per molti altri settori, ma nel nostro settore ci interessa maggiormente per quanto riguarda la composizione e l’impaginazione visiva dei nostri elementi.
Il flusso visivo è importante perché segue diverse leggi, e ci serve per comporre bene gli elementi visivi in un determinato spazio. Una delle leggi è che gli occidentali guardano qualsiasi cosa da sinistra verso destra; Un’ altra legge che i designer possano usare è che bisogna creare contrasto tra le immagini e i colori, in modo da far incuriosire l’occhio umano; oppure scrivere delle frasi che vengano poi scritte in bold. Il colore ormai viene anche usato per indicare una connessione con un qualche oggetto o qualche azione Allineamento delle frasi, elementi visivi o anche posizionare elementi in modo scoordinato possono essere degli aiuti che ci possano aiutare ad incuriosire il lettore; ma di certo non dimentichiamo di non confonderlo.
Le griglie di impaginazione sono un insieme di linee verticali e orizzontali che formano colonne e margini, in modo tale da posizionare correttamente progetti visivi, dall’impaginazione di un libro alla home page di un sito. Ciò che ad oggi identifichiamo come layout un tempo veniva definito come composizione tipografica, l’era in cui tutto era realizzato manualmente, come il procedimento di accostamento e sistemazione dei caratteri e dei bianchi tipografici per la riproduzione a stampa di un testo scritto. Organizzare è un gesto veramente importante, perchè presuppone un ordine, dove si espone per l’appunto dei contenuti. L’organizzazione ha il compito di fornirci una gerarchia di contenuto, distrubuendo la giusta importanza ad ogni singolo elemento.