0422 - Dic 2016/Gen 2017

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EVENTI

L’AGENDA di DICEMBR e GENNAIOE

Mario Borsato

Io che ho vestito Liz Taylor

Paolo Lai

Come “Tirerosù” il centro

Alberto Cantone

Il panettone artigianale TREVISOFREEMAGAZINE

Dove trovarlo in città

L’esperienza di cenare al buio Sapori invisibili nel piatto

The doors of Treviso

Vagabondo tra le note

Non aprite quella porta...

Francesco Brutto

Decorare le feste

Lo “Psicochef” più bravo d’Italia

Aspettando il Natale

Luca Zingaretti al Comunale con “The Pride”

DIC 16/GEN 17


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QUESTO NUMERO dic16/gen17 Decorare le feste

Mario Borsato

36

4 18 14 Idee regalo

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Il panettone artigianale

64 Urbani Trevigiani

10 Francesco Brutto

Alberto Cantone

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Paolo Lai

Come giocavamo

Agenda

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ANNO 2 - N.6/16 - PERIODICO BIMESTRALE - EDITORE EDIMARCA SAS - STRADA COMUNALE CORTI, 54 - 31100 TREVISO - TEL 0422 305764 - 0422@edimarca.it DIRETTORE RESPONSABILE PAOLO COLOMBO - STAMPA MARCA PRINT - QUINTO DI TREVISO - REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI TREVISO N. 230 DEL 28.09.2015 ROC N. 14021 - IN COPERTINA LUCA ZINGARETTI

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selfie

IO CHE HO VESTITO LIZ TAYLOR DOPO ESSERSI RITIRATO IN CAMPAGNA, È TORNATO IN CITTÀ OSPITE DI UNA MOSTRA DEDICATA AL VINTAGE. MARIO BORSATO, IL PIÙ CELEBRE STILISTA TREVIGIANO, CI RACCONTA COME È CAMBIATA TREVISO RISPETTO AGLI ANNI D’ORO DEL SUO NEGOZIO IN VIA MANIN Scopre il polso destro dove ha tatuato a grandi lettere il suo logo, “MB”. “Vede? È ancora valido, verso le royalties ogni anno”. Siamo a villa di Camprocroce, la splendida residenza nella campagna fra Preganziol e Mogliano che ha scelto come buen retiro da una dozzina d’anni. Il suo studio è un grande salone con porte a vetro che danno su una piscina immersa nel verde. Alle pareti decine di selle, che ricordano la sua grande passione, quella per i cavalli (da giovane vinse anche un titolo nazionale di corsa ad ostacoli). E un suo celebre ritratto in versione pop-art, fattogli da Andy Warhol nel 1981. A 72 anni, Mario Borsato ha ancora voglia di mettersi in gioco. Lui che negli anni ’70 e ’80 è stato il più grande stilista d’alta moda trevigiano. Grazie al suo celebre negozio di via Manin, ma con atelier anche a Milano e Parigi. Ha vestito attrici come Liz Taylor, mogli di capi di stato, famose top model e rappresentanti del jet set internazionale. È stato a lungo in amicizia con Gianni Versace ed altri grandi stilisti. Ed è ritornato in città a mostrare le sue creazioni, specie i suoi celebri abiti da sposa, lo scorso settembre, in occasione della mostra “Vintage a Carraresi”. Mario, come hai trovato la Treviso di oggi rispetto ai tuoi tempi? Vengo raramente in città, anche se tengo ancora casa, dove abitano i miei figli. Qui in campagna ho scoperto di avere il “pollice verde”, mi piace curare il giardino. Quando a settembre sono stato ospite della mostra a Ca’ dei Carraresi ho avuto occasione di passeggiare un po’ per il centro. E devo dire, francamente, di essere rimasto molto ma molto deluso. Come mai? Credo che la colpa sia della globalizzazione del settore commerciale. Nel mio negozio di 4

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via Manin, che ho aperto nel 1974, io vendevo di tutto del settore d’alta moda: abiti, ma anche accessori, scarpe, oggetti di moda. Oggi, invece, esistono solo negozi monogriffe, che vendono un'unica marca, le vere boutique di moda di una volta sono scomparse. E sono cambiati anche i trevigiani? La “Treviso bene” di una volta non esiste più. Quella del Duca d’Aosta, il sarto dei nobili trevigiani, Quella che si ritrovava al Toula, che andava al Muretto di Jesolo e a Portorotondo. Gli anni Settanta e Ottanta sono stati un periodo d’oro per la città. Quando ho aperto io nessuno pensava potesse esserci un mercato per l’extralusso. Invece si sbagliavano. La domanda c’era eccome, bastava solo creare l’offerta. E invece di chiudere, come credevano molti, il mio fatturato aumentava. C’era una grande fetta di donne trevigiane che ricercavano abiti d’alta moda per indossarli a passeggio, ai ricevimenti o agli appuntamenti mondani. Come mai, poi, tutto è finito? Credo che sia dipeso molto dal salto generazionale. Il problema è che non c’è stato un passaggio di testimone, nel senso che i figli e le figlie delle donne che ho vestito non hanno più seguito lo stile raffinato scelto dalle loro madri. Il risultato è che oggi si vestono tutti uguali. Il problema è che la moda di oggi sta vivendo davvero una grossa crisi. Non esiste più quella cura nei dettagli che c’era una volta. Qual è il più grande rimpianto di Mario Borsato? Il fatto che il mercato cinese si stia aprendo quando ormai mi sono ritirato. Sarebbe stata davvero una grande opportunità per me. Ma non è mai troppo tardi. Nella moda si può essere vecchi nel fisico, ma mai nella testa.



business

COME “TIREROSÙ” IL CENTRO CINQUE LOCALI STORICI FRA PIAZZA DEI SIGNORI E LA PESCHERIA. DALLE BECCHERIE AI SOFFIONI. DIETRO LA LORO RINASCITA C’È LA MENTE DI UN GIOVANE IMPRENDITORE DELLA RISTORAZIONE, PAOLO LAI. CHE HA IN TESTA ANCHE UN PROGETTO PER IL RILANCIO DEL TIRAMISÙ Tanto è discreto e riservato di carattere, quanto è esuberante e dinamico come imprenditore. Ed esuberante è forse anche limitativo. Cinque celebri locali del centro storico trevigiano, spesso a due passi uno dall’altro, sono rinati grazie alle sue idee e alla sua volontà. Paolo Lai, 42 anni, originario di Crespano del Grappa ma trevigiano da sempre, in due anni ha letteralmente rivoluzionato l’ospitalità del centro storico, nell’asse che va da Piazza dei Signori alla Pescheria. Dove, a dispetto di qualsiasi teoria economica sulla concorrenzialità e della crisi della ristorazione, gestisce assieme ai suoi soci le Beccherie, l’Osteria al Corder, l’Acquasalsa, il Caffè dell’Oste con l’omonima enoteca Bottega e i Soffioni. Sei realtà, tutte con format diversi, ma curate in ogni dettaglio, dal design alle materie prime utilizzate per comporre il menù, fino alla carta dei vini. E in più anche la voglia di esplorare nuove strade, come la mostra enologica Carraresiwine, il suo ultimo progetto, una tre giorni di degustazioni dedicata ai grandi vini veneti. Paolo, come è nata la tua passione per il mondo della ristorazione? L’ho sempre avuta, anche se non ho mai fatto un vero e proprio percorso formativo. Ho iniziato lavorando part-time in bar e ristoranti. La mia prima gestione è stata quella dell’Osteria al Norge, dal 1998 al 2001. Quindi mi sono spostato in centro, dove nel 2004 ho aperto il Bar Tommy di via Palestro. Poi è arrivato il grande salto, con le Beccherie… Sì, quello è stato il mio punto di partenza, la mia prima vera e propria avventura imprenditoriale. Ho voluto trasformare quella che è stata un’istituzione per i trevigiani in un locale elegante e di stile, con un’offerta enogastronomica gourmet e un wine bar per aperitivi e degustazioni. Da quest’esperienza 6

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è nata la voglia di investire ed occuparmi di realtà importati della ristorazione in difficoltà, cercando di reinterpretarle secondo un gusto moderno e più attuale. Così sono arrivati il Corder e l’Acquasalsa, ex Va Pensiero, il Caffè dell’Oste e per ultimo i Soffioni. Come riesci a conciliare realtà così diverse in uno spazio così ristretto? L’idea è quella di creare un’offerta diversificata e variegata, adatta per esigenze diverse, dal raffinato ristorante a base di pesce al più informale locale con panini gourmet, dall’enoteca tradizionale al wine bar. Qui, ognuno può trovare la sua soluzione. Ma sempre nell’ottica di una forte e ben radicata identità territoriale. Del resto i miei clienti sono soprattutto i trevigiani stessi. C’è un punto in comune nei tuoi locali? Io cerco di offrire una ristorazione di qualità ma agganciata al territorio. La base di partenza sono le materie prime, ottenute da fornitori con cui da lungo tempo ho un rapporto di reciproca fiducia. Credo che la cosa più importante sia dare un’idea di cucina prettamente trevigiana e veneta. Viviamo in una terra bellissima e che per questo va vissuta anche attraverso il cibo. Prossime idee? Quella di aprire una Proseccheria alla Bottega dell’Oste, con una proposta di oltre 70 tipologie di Prosecco. Poi continuerò sicuramente anche con il format di Carraresiwine. E un progetto speciale è quello dedicato al tiramisù, nato proprio alle Beccherie da una ricetta ideata dalla famiglia Campeol. Cui proprio di recente un celebre programma tv americano, “Delicious Destinations”, ha dedicato un servizio speciale. La data ufficiale, registrata con tanto di atto notarile, è il 15 ottobre ed il prossimo anno in quel giorno dedicheremo una giornata speciale al più celebre dolce trevigiano. Magari con una gara fra mamme per il miglior tiramisù.




VAGABONDO TRA LE NOTE

music

È IL PADRE DELLA SCUOLA TREVIGIANA DELLA MUSICA D’AUTORE. TRENT’ANNI DI CARRIERA VISSUTA COME UN VAGABONDO MUSICALE, FRA INFINITE COLLABORAZIONI, ATTIVITÀ LIVE E IN STUDIO. ALBERTO CANTONE, RACCONTA IL SUO RAPPORTO DI AMORE-ODIO CON LA CITTÀ Musica come strumento per raccontare storie, per narrare le oscure profondità dell’animo umano e della vita di tutti i giorni. Musica come viaggio zingaresco, come vagabondaggio, ma anche come forma di conoscenza e approfondimento. Musica d’autore, insomma. Se c’è a Treviso un musicista che da trent’anni ha fatto sua questa visione, condita di impegno sociale e civile, estremamente coerente e libera da ogni condizionamento, questo è Alberto Cantone. Difficile etichettarlo semplicemente come musicista tout court. Alberto, che nella sua carriera ha composto oltre 200 brani, è anche promotore, presentatore radiofonico, direttore artistico e soprattutto divulgatore. Ed è forse il primo e più noto cantautore trevigiano, antesignano di una scuola che oggi conta moltissimi talenti e che non ha nulla da invidiare alla scuola milanese o a quella napoletana. Scorrere la sua biografia è un viaggio errante fatto di decine di collaborazioni. I soli tre dischi a suo nome – il primo “Angeli e ribelli” è uscito nel 2005, l’ultimo, “Il viandante”, è di due anni fa – sono solo il coronamento di una carriera che lo ha visto ricevere molti riconoscimenti. Più al di fuori della sua città natale, in realtà, con cui ha un rapporto non troppo idilliaco. Alberto, quando hai iniziato ad appassionarti alla musica? Scrissi la mia prima canzone a 16 anni, ne ero talmente preso che mi dimenticai di dover andare a scuola. È stato l’inizio di una grande passione che oggi è arrivata ad oltre 30 anni di attività, sia live che in studio, ricchissima di collaborazioni. Ma in realtà non mi considero propriamente un musicista, perché mi piace pensare di usare la musica per scrivere storie e racconti. Ma c’è ancora spazio oggi per la musica d’autore? Certo. Non è un genere che appassiona molti i

giovani, ma nella fascia d’età dai 30 anni in su è tuttora vivo e molto seguito. È una musica che sa offrire grandi valori, anche dal punto di vista sociale, e quella trevigiana è secondo me una delle più vive e apprezzate del nostro paese. E a proposito di spazi, come giudichi l’offerta musicale trevigiana? È molto cresciuta, grazie ad eventi come Suoni di Marca e l’Home Festival. Anche se personalmente preferisco sempre la forma teatro. Una volta facevo anche 100 serate l’anno nei locali. Oggi non lo faccio più, perché credo che la musica, specie quella d’autore, non sia semplice intrattenimento, ma richieda uno scambio, anche empatico, col pubblico. E questo lo si può ottenere solo nelle piazze e nei teatri. Come il tuo concerto del settembre scorso in Piazza dei Signori… Sì, è stato un grande ritorno, dopo anni di ostruzionismo. Ho portato il mio ultimo disco, “Il viandante”, quello che forse rappresenta meglio la mia carriera e la mia filosofia poetica, tutta vissuta su un nomadismo visto come dimensione dell'anima, fatta di quello spirito inquieto che attraversa tutta la mia produzione. Il tuo rapporto con la città non è mai stato molto felice... Amo Treviso, ma proprio perché ho sempre avuto uno spirito zingaresco preferisco raccontare altre realtà. Insomma, vivo localmente, ma penso globale. Ho dedicato alla città una sola canzone, “La mia città”, con Claudio Lolli. In realtà un’invettiva, anche un po’ forte. Prossimo progetto? Sto lavorando ad un nuovo disco. Sarà dedicato alle storie laterali del ‘900, ossia a personaggi minori del secolo breve. Ma ci vorrà ancora un po’ per ascoltarlo. Fra scrittura, composizione e registrazione ogni mio disco richiede non meno di due anni di lavoro. 0422.TV DIC 16/GEN 17

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chef

LO “PSICOCHEF” PIÙ BRAVO D'ITALIA OTTOBRE 2014: APRE A TREVISO IL SUO PRIMO RISTORANTE, UNDICESIMO VINERIA. ESTATE 2016: VIENE ELETTO MIGLIOR GIOVANE CHEF D’ITALIA. LUI È FRANCESCO BRUTTO, LO CHEF TREVIGIANO CHE OLTRE AL PALATO, TOCCA ANCHE LE CORDE DELLA MEMORIA… Il miglior giovane chef d’Italia? È trevigiano e si chiama Francesco Brutto. Ventotto anni, Francesco, che nel 2014 ha aperto assieme al suo socio, il sommelier brasiliano Regis Ramos Freitas, l’Undicesimo Vineria in via della Quercia sulla Castellana, è stato eletto miglior giovane chef dell’anno dalla prestigiosa guida “I Ristoranti d’Italia 2017”. Ma non solo, l’Undicesimo Vineria è l’unico ristorante della Marca contrassegnato da “due cappelli”, ed è al 16º posto nella classifica dei migliori del Veneto. Insomma, un riconoscimento notevole per un ragazzo così giovane, ma con le idee chiarissime. Fatte di una cucina di ricerca molto particolare, innovativa e quasi primordiale nella scelta degli ingredienti, sicuramente non per tutti, ma adatta per chi vuole provare gusti nuovi ed inediti, che tocchino non solo le corde del palato, ma anche quelle della mente. Perché Francesco, oltre ad un ottimo chef, è anche appassionato di psicobiologia, ramo delle neuroscienze che studia gli effetti della percezione in base ad uno stimolo biologico, come ad esempio proprio il mangiare. Un vero e proprio “psicochef”, insomma. Francesco, intanto complimenti per il premio come miglior giovane chef d’Italia… Grazie. In realtà è stata un po’ una sorpresa, non mi aspettavo un riconoscimento del genere, pur essendo già stato premiato come miglior emergente del 2016 dal Touring Club. La mia è una cucina molto particolare, non certo quella tipica di un ristorante classico, per cui premiare il mio locale, in effetti, è un po’ rischioso. Quando l’ho saputo, comunque, sono rimasto molto contento perché rappresenta il coronamento di un lungo lavoro. Puoi raccontarci i tuoi inizi? Ho iniziato proprio nel locale che gestisco oggi, 10

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come stagista, e che si chiamava semplicemente Vineria. Ho aggiunto l’Undici davanti perché l’ho preso undici anni dopo avervi iniziato. Nel mezzo ho fatto uno stage al Ristorante Povero Diavolo di Piergiorgio Parini, fino all’aprile 2014, e da maggio ad ottobre dello stesso anno al Ristorante Venissa di Mazzorbo con Antonia Klugmann. Ed il 17 ottobre, sempre del 2014, ho aperto assieme a Regis il mio proprio ristorante, l’Undicesimo Vineria. Da dove nasce questa tua passione? In realtà credo di averla sempre avuta, ma soprattutto mi piace sperimentare, andare alla ricerca di cose nuove da provare nei ristoranti. Sin da quando frequentavo l’università a Padova sono sempre stato un vero e proprio appassionato di cibo, frequentando spesso ristoranti. E poi è venuta naturale la voglia di provare di persona, facendo qualche stage. Come definiresti la tua cucina? È una cucina che vuole stupire, proponendo sempre cose nuove, il mai assaggiato primo. Cerco di toccare l’aspetto emotivo del ricordo attraverso il sapore dei miei piatti. Per questo cambiò il menù molto spesso, lavoro con la massima libertà, con idee che possono anche nascere sul momento in base ai prodotti di stagione, ma allo stesso tempo do ai miei clienti la stessa libertà di scelta. Una cucina in qualche modo legata anche ai tuoi studi sulla psicobiologia… Direi di sì. La Psicobiologia è un ramo della psicologia che studia gli effetti a livello psichico rispetto ad uno stimolo fisico e chimico, come ad esempio succede per le droghe e il dolore. E vale anche per il cibo, ovviamente, perché certi piatti fanno emergere i ricordi e le emozioni personali. Ed è quello che mi piace fare anche con i miei, far emergere ricordi e, soprattutto, stupire.



la ricetta La ricetta di Francesco Brutto per i lettori di 0422

Melanzana, lavanda, limone bruciato e sambuco

VINO IN ABBINAMENTO Valpolicella classico doc Azienda Agricola Begali Lorenzo San Pietro in Cariano (VR) Prezzo franco cantina 10 euro

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PREPARAZIONE Cuocere una melanzana lunga per 4 minuti nel forno a vapore e poi per circa 15 minuti nel forno misto a 190 gradi finché la pelle non sarà gonfia e croccante. Precedentemente cuocere dei limoni avvolti nella stagnola finché risultano morbidi e il loro succo non inizia a caramellare. Ancora caldi, una volta tolti i semi, frullarli interi e aggiustare di sale. Mettere in un sac a poché e far raffreddare. Arrostire al barbecue 3/4 melanzane, e una volta ben cotte dentro e croccanti all’esterno estrarre la polpa, metterla da parte a scolare, e con le bucce, partendo dal ghiaccio, fare un brodo ridottissimo di buccia di melanzana bruciata. Frullare la polpa sgocciolata con il brodo di melanzane, legare ed aggiustare di sale. Spremere delle bacche di sambuco per metà rosse e per metà ancora verdi alla green star, filtrare e tenere da parte. Togliere la melanzana dal forno e inciderla per tutta la sua lunghezza, condire la polpa con sale in fiocchi, olio e i fiori di lavanda polverizzati, fare 2/3 punti di crema di limone bruciata. Aggiungere un po’ di crema di melanzana bruciata ed infine bagnare con il succo di sambuco.



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UN LIBRO PER LUI Pietro è un ragazzino di città. I suoi genitori si sono conosciuti in montagna, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare della città li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Pietro trascorrerà tutte le estati in quella vallata chiusa a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso, ma attraversata da un torrente che lo incanta dal primo momento… Paolo Cognetti LE OTTO MONTAGNE Einaudi, 2016, pp 180, € 18,50

UN LIBRO PER LEI La grande solitudine di una donna prigioniera di un amore per un uomo senza scrupoli, la violenza dei sentimenti che spingono a uccidere o a polverizzare una città, l’insopportabile peso del segreto e, dietro, una meravigliosa sensualità. Sullo sfondo, la natura, presenza costante e discreta, delicata ed elegante come la scrittura di Aki Shimazaki: il vento che accarezza una guancia, le nuvole in un cielo afoso d'estate, le lucciole che volano sopra un ruscello, il prato blu, le camelie nel bosco. Per molti è un capolavoro. Aki Shimazaki IL PESO DEI SEGRETI Feltrinelli, 2016, pp 320, € 19,00

LIBRI E SPORT PER I PIÙ PICCOLI Un nuovo editore trevigiano inizia la pubblicazione della collana “Il Piccolo Sportivo”, libri illustrati dedicati allo sport per i bambini. Il primo volume è un manuale illustrato sullo sport del golf con giochi di enigmistica. Poi c’è il volumetto sul calcio “Domi gioca a calcio”, a seguire “Il piccolo Rugbista” e poi il cavaliere, il triatleta, lo schermidore. Federica Guerretta e Tullia Calzavara JUNIOR GIOCA A GOLF Federica Edizioni, 2016, pp 56, € 12,00

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MARCA GOLOSA

Il panettone artigianale


IMMANCABILE SULLE TAVOLE NATALIZIE, IL PANETTONE È IL DOLCE DELLE FESTE PER ANTONOMASIA. ECCO A VOI LE MIGLIORI PASTICCERIE DEL CENTRO CHE PROPONGONO E VENDONO PANETTONI ARTIGIANALI DI ALTA QUALITÀ. PER TUTTI I GUSTI E IN TUTTE LE FORME: DALLA SINGOLA FETTA SINO A QUELLO ENORME DA SEI CHILI


marca golosa

Si fa presto a dire panettone. Intanto è uno dei dolci dalla lavorazione più lunga e complessa (almeno tre giorni per i lievitati naturali), poi la composizione in percentuale dei suoi ingredienti – farina, zucchero, sale, lievito, tuorlo d’uovo almeno al 4%, grasso o burro non meno del 16%, uvetta e frutta candita non meno del 20% – è strettamente regolamentata da un decreto ministeriale, datato luglio 2005. Il “pane di Toni”, come racconta una delle tante leggende sulla sua creazione (sarebbe stato ideato da un garzone dopo che il dolce preparato dal cuoco di corte era finito bruciato nel forno), è sicuramente il più celebre dolce natalizio nostrano. Originario quasi sicuramente dal milanese, dove era noto sin dal Duecento, solo a partire dall’ultimo secolo è diventato uno dei capisaldi dell’industria dolciaria italiana, che ogni anno ne produce almeno un milione di pezzi. Di recente c’è stato anche chi ha provato ad allungarne la stagionalità, proponendo un sicuramente buono ma altrettanto improbabile “panettone estivo”, ma è dura scardinare le tradizioni che vogliono il panettone come il Dolce di Natale. Esistono poi oggi diverse versioni alternative moderne al classico panettone, dove al posto delle tradizionali uvette e della frutta candita ci sono ingredienti diversi e inediti, dalle noci alle mandorle, dal cioccolato ai marroni e persino, ideato proprio da un’azienda trevigiana, il panettone al radicchio rosso di Treviso. Solo per strapparvi una risata, è impossibile non citare anche il panettone “gourmet” a base di papaya, ananas e guava offerto quest’anno da Carrefour, ma siamo veramente sul versante della fantascienza gastronomica… Poi rimane sempre aperta l’eterna sfida fra panettone e pandoro, l'evoluzione ottocentesca del tradizionale “nadalìn” veronese, un derby natalizio che fa a pari con quello fra Beatles o Rolling Stones. Quello che è certo è che non c’è Natale senza una buona fetta di panettone. Meglio ancora se artigianale, fatto da veri maestri pasticceri. Ecco allora i nostri consigli sui migliori 20

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marca golosa

panettoni della città. Partiamo dalla pasticceria sicuramente più celebre del centro, Ardizzoni, da 52 anni (è stata fondata da Franco il primo aprile del 1974) storico punto di riferimento della tradizione dolciaria trevigiana. Oggi è gestita dal figlio Alessandro, coadiuvato dalla moglie Anna e dal suo staff. “Il nostro – racconta – è un gran lievitato naturale dalla lavorazione molto lunga ed estenuante. Vengono usati tre lieviti, poi c’è l’impasto, un secondo impasto, la cottura ed il riposo notturno. È pronto solo al terzo giorno. Proponiamo il panettone tradizionale classico, quello con gocce di cioccolato, quello con sola uvetta, quello speziato tipo “zonclada” ed il naturale, fatto solo con prodotti bio. Le pezzature vanno dai 500 ai 750 grammi, ma ne prepariamo anche uno enorme e bellissimo da 6 chili, che ci si può infilare la mano dentro. I costi sono dai 24 ai 26 euro al chilo per i classici e di 3032 euro per quelli bio. I nostri punti di forza? Freschezza e alta qualità, come per esempio l’uso del burro per affioramento, più saporito. E soprattutto la cura della lavorazione”. Altro maître pâtissier trevigiano d’eccellenza è Giuseppe “Bepi” Zamparo, della Pasticceria 300, pasticceria artigianale sin dal 1965, giunta alla sua quarta gestione e celebre soprattutto per la torta millefoglie e le sue meringhe alla panna. “Anche quest’anno – spiega Bepi – proporremo in particolare il panettone integrale, che abbiamo introdotto da una decina d’anni a questa parte, pensando soprattutto alla salubrità dei nostri clienti. Dove utilizziamo

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marca golosa

Alessandro Ardizzoni

Bepi Zamparo

Max Albanese

olio al posto del burro e farine alternative a chilometro zero. In pasticcera da un paio d’anni abbiamo sostituito tutte le farine con quelle integrali all’8%, sembra poco ma in realtà non lo è. Per il panettone siamo arrivati a proporre una versione integrale al 100%, con farina di grano tenero integrale macinata a pietra, più digeribile e nutriente visto che contiene molti minerali ed è ricca di fibre. Abbiamo poi il panettone con albicocca candita, quello con ciliegie sciroppate al naturale, quello allo zenzero e quello al radicchio. Infine c’è il Trilogy, una particolare versione con arancini canditi, fico e cioccolata in parti uguali. I prezzi sono di 25 euro al chilo per quello normale e di 30 euro per l’integrale e quelli speciali. Inoltre, siamo uno delle poche pasticcerie che offre anche il panettone in fetta, da gustarsi magari al mattino con una buona tazza di caffè”. Altro ritrovo celebre per i golosi di Marca è la Pasticceria Max, che coccola la sua clientela già dal 1996 nella sede storica di via Sant’Angelo, ma che da due anni ha aperto anche una caffetteria in via Canova in pieno centro. “Noi – dice Max Albanese – ogni anno prepariamo il panettone tradizionale con arancia candita ed uvetta e con sopra aggiunta la glassa mandorlata. Inoltre abbiamo anche diverse versioni alternative, quello al caffè, cioccolata e latte, quello alle noci e cioccolata fondente e quello all’albicocca semi candita. Sono tutti panettoni artigianali realizzati esclusivamente con lievito madre e senza conservanti. Per i quali abbiamo anche ricevuto diversi riconoscimenti, come qualche anno fa in una degustazione alla cieca dove siamo stati eletti come miglior panettone del Veneto. Usiamo solo canditi selezionati che si sciolgono letteralmente in bocca. Il prezzo è di 30 euro al chilo. E a chi non piacciono i canditi proponiamo il Pan delle Feste, una via di mezzo fra pandoro e focaccia, a base di pinoli, mandorle e nocciole”. 22

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CHI E DOVE PASTICCERIA ARDIZZONI Via Nervesa della Battaglia 85, Treviso Tel. 0422 303358 info@pasticceriaardizzoni.com www.pasticceriaardizzoni.com PASTICCERIA 300 Viale Monfenera, 22/E, Treviso Tel. 0422 234768 giuseppezamparo@gmail.com www.pasticceriatrecento.it PASTICCERIA MAX Strada S. Angelo 75, Treviso Tel. 0422 400209 pasticceriacioccmax@gmail.com www.pasticceriamaxtreviso.it



“Doors of Treviso”. © Maria Grønlund 2015


IMMAGINI

The Doors of Treviso UNA GRAPHIC DESIGNER DANESE, IN VISITA IN CITTÀ, HA DECISO DI FOTOGRAFARE LE PORTE DEL CENTRO. NE ESCE UN’IMMAGINE CHE DA IL SENSO DELLA BELLEZZA DELLA NOSTRA CITTÀ, MOLTO SPESSO, COME IN QUESTO CASO, NASCOSTA ALLO STESSO SGUARDO DI NOI TREVIGIANI

Maria Grønlund viene da Lystrup, una cittadina danese di poco più di 10 mila abitanti situata sulla costa orientale del paese. Di mestiere fa la graphic designer e l’anno scorso è stata in visita in città per il Treviso Comic Book Festival, ospite della mostra di illustrazione del team di Gusto Robusto. In uno dei momenti di pausa della manifestazione, Maria ha deciso di farsi una passeggiata per le vie del centro ed è rimasta attratta dalle porte di alcune case della città. Ha deciso così di fotografarle e di realizzare uno splendido collage che pubblichiamo nella pagina a fianco. “Sono introversa di carattere – ci racconta Maria – e quando mi trovo in occasioni pubbliche e affollate, spesso cerco di scappare furtivamente per ricaricarmi un po’. Così ho fatto quando sono venuta a Treviso, e passeggiando lungo i vicoli della città sono rimasta molto sorpresa dalle sue porte, bellissime e davvero uniche.

Molte erano vecchie e segnate dalle intemperie, ma rimanevano ancora forti e robuste, aggiungendo quella patina di antico che donava loro personalità e fascino. Charme è davvero la prima parola che mi viene in mente quando penso a Treviso. È davvero un gioiello nascosto, non eccessivamente affollato e come esteta è difficile non innamorarsi di questa bella cittadina. Che spero di aver la possibilità di visitare ancora”. Noi siamo rimasti affascinanti dall’idea e dal lavoro di Maria con le porte trevigiane. Ed abbiamo deciso di pubblicare quell’immagine, che rende davvero, come nelle sue parole, il fascino e la charme uniche del centro di Treviso. Anzi, proprio il fatto che la bellezza delle sue porte è un elemento che sfugge agli stessi trevigiani, dimostra come della propria città si ha sempre qualcosa di nuovo da imparare. Anche attraverso delle semplici porte di casa.

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RICORDI

Come giocavamo ALLA RISCOPERTA DEI VECCHI GIOCHI TREVIGIANI DA OSTERIA, LA BORÈA E LE SPÀCCERE. POPOLARISSIMI NEL DOPOGUERRA, OGGI CONTINUANO A ESISTERE, GRAZIE ALLA VOLONTÀ DI ALCUNI APPASSIONATI. ECCO I POSTI DOVE SI POSSONO PRATICARE

Alla riscoperta della Treviso di una volta attraverso i suoi vecchi giochi tradizionali. Due, in particolare, diffusissimi nelle osterie ancora fino a qualche decennio fa, la borèa o borella e le spàccere o gioco dei birilli. Varianti nel primo caso delle bocce e nel secondo del bowling. E che ancora oggi, in qualche locale, si possono provare. Giochi che fanno parte di quell’enorme patrimonio ludico popolare, che dal 2003 è stato inserito dall’Unesco nei patrimoni orali e immateriali dell’umanità. Nell’epoca digitale, in cui il gioco è ormai praticamente fatto esclusivamente di pixel virtuali sul computer o sulle piattaforme tipo playstation, i vecchi giochi di una volta acquistano un significato e un fascino tutto particolare. È la sfida del materiale contro l’immateriale, dei rapporti interpersonali contro quelli online a distanza, dello stare all’aperto invece che dipendere dai 4 giga di memoria di schede grafiche ultraveloci. Nemmeno la nuova moda dei giochi in realtà virtuale, può competere con il piacere dello stare insieme divertendosi. Ecco allora a voi i due più noti giochi popolari della tradizione trevigiana di abilità e destrezza. E, soprattutto, i posti dove poterli ancora giocare oggi.

BORELLA

La Borella o Borèa è sicuramente il più famoso e seguito gioco popolare della Marca. Di origini, fra l’altro, molto antiche, come 26

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dimostra la testimonianza di un fabbriciere di Casier che, durante una visita pastorale nel 1592, interrogato sul comportamento del parroco Giacomo Antonelli, rispondeva: «... questo nostro prete zuoga a carte, e ogni zuogo pubblicamente con gran scandalo del populo, et anco l’havemo ripreso; l'ho visto anco zugar alla borella... ». Parente stretta delle bocce, la Borella consiste nel lanciare una grossa boccia di legno di acero dal peso fra i 500 grammi ed il chilo con lo scopo di colpire 3 grandi birilli in legno duro chiamati sòni, di altezza tra i 60 e gli 80 centimetri, posti uno di fila all’altro su un leggero scalino di pietra. La difficoltà vera è che i sòni non vanno colpiti direttamente, ma è obbligatorio far rimbalzare la boccia a terra prima di colpirli. Il punteggio massimo si ottiene facendo cadere tutti e tre i birilli con un colpo solo, che in gergo si chiama “San Martin”, mentre con due birilli abbattuti si fa il “Gambarèl” perché un “sòn” fa lo sgambetto ad un altro. Popolarissima nel dopo guerra, la Borella è un gioco dove contano la destrezza, l’abilità e la forza del braccio. Non c’era osteria che non avesse un suo campo di gioco, le cui partite avevano in palio qualche bottiglione di vino (anche se talvolta si giocava a soldi e si racconta persino che qualche contadino si sia “mangiato la campagna” giocando a borella...). È rimasta in voga sino agli anni Settanta, quando poteva contare anche una mezza


“Bepi”, Via Bison, Treviso, 1960 – Tratta dal libro “I ragazzi di Bison”, Istresco Editore


“Gioco delle Bàle” (Famiglia Milan) – Tratta dal libro “Zoghi de 'na volta”, Istresco Editore


ricordi

dozzina di club trevigiani che si sfidavano in campionato. Fra i più celebri campi, oggi scomparsi, c’erano quello dell’Osteria Coppi di Villorba e dell’Agriturismo al Sile di Santa Cristina di Quinto. Oggi restano solo pochi campi dove poter giocare a Borèa: all’Osteria “Alle Crosere” di San Bartolomeo, dove ancora si organizza qualche torneo, al bocciodromo di Candelù dietro la Chiesa, al Circolo anziani di Fossalunga di Vedelago e a Conscio di Casale sul Sile.

SPÀCCERE

Ancora birilli, ma questa volta nove e più piccoli. È il gioco delle spàccere, una specie di versione meno tecnologica del bowling. Di origine più moderna della borella, viene citato per la prima volta sulla “Gazzetta di Treviso” nel 1901, che parla di una “gara birillistica” fra giocatori trevigiani e mantovani. Proprio Treviso e Mantova sono le province in cui, seppur con varianti diverse, il gioco si è perfezionato e consolidato. Il primo campo di spàccere in città pare risalga al 1906, all’Osteria del Municipio Vecchio in via Canova. Da lì gioco è diventato molto popolare, specie nel dopoguerra, con la formazione di numerosi club, riuniti per la prima volta in una Federazione birillistica nel 1948. Nel periodo di massimo splendore, Treviso poteva contare su oltre 70 club dedicati al gioco della spàccere. Da gioco popolare delle osterie, i birilli sono quindi diventati vera e propria attività agonistica, tanto che oggi Treviso è sede della Fabi, la Federazione autonoma birillistica italiana (tel. 0422 304200), che organizza i vari campionati nazionali e conta 25 società affiliate fra le provincie di Treviso, dove sono la maggioranza, Pordenone e Venezia. L’ultimo titolo nazionale è stato vinto dal club La Stazione di Villorba. Si gioca su un campo lungo 13 metri e consiste nel lanciare dieci piastre di ferro di forma circolare da 330 grammi, le spàccere appunto,

con lo scopo di abbattere nove birilli di legno alti 25 centimetri e sistemati su un supporto di ferro a forma di “T” rovesciata, sette gialli e i due posti più lontani rispetto al tiratore di colore verde e rosso. Ogni birillo vale un punto (ma i cinque della prima fila possono raddoppiare se ne vengono abbattuti più di tre), ma quello verde e quello rosso, se colpiti singolarmente, valgono rispettivamente 6 e 8 punti. Con quest’opzione, buttando giù tutti i birilli si riesce ad ottenere un massimo di 26 punti (ma se restano altre spàccere da tirare sulle dieci a disposizione si può incrementare il bottino). Come per la borèa, anche le spàccere sono un gioco all’apparenza semplice, ma in realtà complesso, che richiede doti di mira, precisione e forza (lanciare una spàcciara ad oltre dieci metri non è affatto semplice). Fino a qualche anno fa, aveva i suoi punti di riferimento soprattutto a Santa Maria del Rovere, Villorba e Silea. Oggi di tutti questi campi resta solo quello di Silea, presso l’Osteria Da Nea, mentre tutte le attività agonistiche relative al campionato nazionale si disputano al Bocciodromo di Villorba. Dove, a partire dall’8 gennaio prossimo, è in programma un torneo con 25 squadre che durerà per l’intero mese. DOVE GIOCARE BORELLA OSTERIA “ALLE CROSERE” SAN BARTOLOMEO DI BREDA DI PIAVE BOCCIODROMO C/O CIRCOLO ANZIANI PIAZZA S. PIO X, CANDELÙ SPÀCCERE OSTERIA DA NEA VIA ALZAIA SUL SILE, SILEA INDOOR KARTING VIA ROMA 218, VILLORBA BOCCIODROMO C/O CENTRO ASSOCIAZIONI RICREATIVE VILLORBA VIA NOBEL 4 (Z.I.), VILLORBA 0422.TV DIC 16/GEN 17

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C U R I O S I TÀ

Sapori invisibili CENARE AL BUIO. UN’ESPERIENZA INSOLITA, CHE STUZZICA E ACUISCE I SENSI. E SENSIBILIZZA ANCHE SULLE PROBLEMATICHE DEI NON VEDENTI. LE PROPONE A TREVISO L’ASSOCIAZIONE “SBRODEGAI”. PROSSIMO APPUNTAMENTO? IL 5 DICEMBRE ALL’OSTERIA TONIOLO

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curiosità L’atto di mangiare stimola quasi tutti i nostri sensi. Il gusto e l’olfatto, ovviamente, ma anche il tatto e la vista. Di fronte a piatti composti come piccole opere d’arte, scatta subito la riflessione che “anche l’occhio vuole la sua parte”. E se invece si mangiasse senza utilizzare la vista? L’idea non è nuova. Già da qualche anno esistono “ristoranti al buio” a New York, Londra, Varsavia e Barcellona. E da poco anche in Italia hanno iniziato a spuntare le prime esperienze, come il Tratto Nero di Milano, primo ristorante al buio italiano aperto nel 2010, cui ne sono seguite molte altre. Una cena al buio è una via di mezzo fra un’esperienza sensoriale del tutto inedita e un modo di sensibilizzare verso il mondo dei non vedenti. A supportare questi eventi, infatti, è anche l’Unione Italiana Ciechi, che organizza corsi per camerieri non vedenti, che poi si occuperanno del servizio. Anche a Treviso, dal 2011, hanno iniziato ad organizzarsi le prime cene al buio, grazie all’Associazione Sbrodegai, che una o due volte al mese, fra settembre ed aprile, le propone presso l’Osteria Toniolo di viale Frà Giocondo. Ma come funzionano esattamente? Lo abbiamo chiesto ad Alex Antonello, non vedente dall’età di 18 mesi e uno dei fondatori dell’associazione. “Ho iniziato ad interessarmi alle cene al buio dopo aver seguito un corso per camerieri non vedenti a Trieste. Da lì, grazie al supporto dell’Unione Italiana Ciechi, abbiamo pensato di provare anche qui in città. Abbiamo formato un gruppo di tre camerieri non vedenti e due volontari per il trasposto del materiale e l’oscuramento del locale. Il sistema è abbastanza semplice: il locale viene minuziosamente oscurato, spegnendo anche le luci della macchinetta del caffè. Ai commensali poi viene chiesto di depositare cellulari e orologi, poi vengono accompagnati a tavola, cercando anche di organizzare la disposizione nei tavoli in modo che non si creino gruppi fra conoscenti ma che tutti si ritrovino senza sapere esattamente chi hanno di fronte, e qui iniziano a provare l’esperienza di cosa vuol dire davvero mangiare senza utilizzare la vista”. Sembra facile. Ma non lo è affatto. Provate voi a mettervi in bocca qualcosa senza sapere com’è fatta. Oppure a tagliarvi una bistecca

senza sapere né dove sono coltello e forchetta né dove si trova la bistecca. O a versarsi del vino. Una cena al buio, oltre sicuramente ad essere un’esperienza curiosa del tutto nuova e affascinante, è anche un modo di confrontarsi con chi così ci mangia tutta una vita. E fa riflettere. “Al termine delle nostre cene – racconta Alex – accendiamo delle candele, per abituare pian piano il ritorno alla luce, e chiediamo ai nostri ospiti di raccontare le loro impressioni con un aggettivo che descriva la serata. Ed è sempre un momento molto bello quando capiscono davvero cosa significhi la diversità e ci chiedono come poterci aiutare. Dopo cinque anni di attività il bilancio quindi è sicuramente ottimo”. Insomma, un’esperienza da provare. Il cui scopo è ridurre la distanza psicologica tra chi ha perso il bene della vista e chi non ha questo handicap, sensibilizzando le persone vedenti, in una situazione piacevole e conviviale, sulle difficoltà che affronta chi soffre di minorazioni della vista nel compiere anche le più semplici attività quotidiane. Le cene offerte dall’associazione Sbrodegai, il cui ricavato va devoluto ad associazioni solidali, nell’ultimo anno ad esempio alla Scuola Triveneta dei Cani Guida di Selvazzano, funzionano solo su prenotazione, chiamando il 349 4460914. Il costo è di 30 euro a persona. E per rimanere informati sulle prossime cene c’è la pagina Facebook ufficiale dell’Associazione www.facebook.com/sbrodegai.treviso.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO IL 5 DICEMBRE ALL’OSTERIA TONIOLO TEL. 349 4460914 - sbrodegai@gmail.com SOLO SU PRENOTAZIONE 0422.TV DIC 16/GEN 17

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QUARANTA GIORNI DI MOSTRE, MERCATINI, SPETTACOLI, PRESEPI E STAND ENOGASTRONOMICI. È “CUOR DI NATALE”, IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO RICCO DI EVENTI CHE ILLUMINERÀ E SCALDERÀ IL CENTRO CITTADINO DURANTE TUTTE LE PROSSIME FESTIVITÀ. ECCO GLI EVENTI DA NON PERDERE


N ATA L E

Nel cuore della festa


natale Le foto di questa pagina sono di Luciano Bragaggia

Il cuore della città si apre alle feste natalizie. Anche quest’anno il Comune propone per tutto il mese di dicembre la consueta maratona di eventi, mostre, mercatini, spazi enogastronomici, spettacoli e molto altro, intitolata “Cuor di Natale”. Un programma, quello dedicato al Natale trevigiano, ricchissimo, che vedrà coinvolto per quaranta giorni tutto il centro cittadino e verrà inaugurato ufficialmente sabato 3 dicembre alle 17 con la cerimonia dell'accensione dell’albero di Natale accompagnata da cori natalizi in Piazza dei Signori. Partiamo dai mercatini, con quelli tradizionali di Borgo Cavour (il 4, 11, 18 e 26 dicembre dalle 8 alle 20), quello artigianale dedicato al riuso creativo dell’associazione RiCreAzione in Piazzetta Battistero (3-4, 10-11 e 17-18 dicembre, orario 9- 20), il mercatino “Mammart-Gift & Chic” sulla creatività al femminile e sui regali di Natale hand made in Piazza Indipendenza e Piazza A. Moro (3-4, 8, 10-11, 17-18 e 22-2324 dicembre, orario 9- 20) e il mercatino con degustazioni della città austriaca di Lienz, ospite ormai storica del Natale trevigiano, in Loggia dei Trecento (da mercoledì 7 a domenica 11 dicembre, orario 10-19). Per le mostre segnaliamo “Libri in Loggia. La piccola Atene”, mostra

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di libri antichi in programma alla Loggia dei Cavalieri sabato 17 dicembre (orario 9- 20), “La natura del Natale in Piazza Pola”, mostra mercato dedicata al biologico sabato 3 e domenica 4 dicembre (orario 920), “Rossi in Loggia”, degustazioni gratuite dedicate a cinque prodotti enogastronomici tipici trevigiani di colore rosso il 4 dicembre in Loggia dei Cavalieri (orario 9-19), e “Mani di Natale”, mostra mercato dedicata all’artigianato e ai prodotti per i più piccoli accompagnata da laboratori ed allestimenti particolari sabato 17 e domenica 18 dicembre in Piazza Pola (orario 9-20). Per la Befana ci sono la tradizionale Fiera dell’Epifania, con vendita calze, dolciumi e giocattoli dall’1 al 6 gennaio nella Loggia di Palazzo dei Trecento e la VII edizione de “La sporta dea marantega”, mostra mercato dedicata alla Befana accompagnata da spettacoli, danze e laboratori per bimbi da giovedì 5 a domenica 8 gennaio in Piazza Indipendenza, Piazza Aldo Moro, Piazza dei Signori, Piazza Carducci e Loggia dei Cavalieri. Spazio anche al divertimento con il consueto “Treviso on Ice”, la pista di pattinaggio su ghiaccio allestita al Bastione San Marco, con attrazioni, chioschi ristoro e iniziative collaterali sino all'8 gennaio. Evento clou sarà invece quello allestito in Piazza Borsa, da sabato 3 dicembre


natale

all’8 gennaio, uno stand coreografico in cui si svilupperanno numerose iniziative come l’aperitivo in musica (14, 21 e 25 dicembre), il San Nicolò Chic Noel (il 15 e 20 dicembre), la classicissima Antica mostra del Radicchio Rosso di Treviso, giunta alla 109ima edizione, dal 9 all’11 dicembre, e dal 5 all’8 gennaio il Giardino del Gusto del Gruppo Ristoratori Marca Trevigiana. Da non perdere anche la tradizionale rassegna di canti natalizi, che si terrà dal 4 al 26 dicembre presso le chiese e i luoghi cittadini. Non possono mancare le iniziative dedicate ai presepi con Presepi in Porta, esposizione di presepi artistici e artigianali dal 4 dicembre al 6 gennaio presso Porta Santi Quaranta, la mostra “Presepi dal Mondo”, con mini presepi provenienti da tutto il mondo dal 3 dicembre al 29 gennaio presso il Museo Diocesano, e la mostra del Gruppo Amici del Presepio, dal 25 dicembre al 15 gennaio al Chiostro della Basilica di S. Maria Maggiore. Due, invece, i presepi viventi, quello presso il Quartiere Latino l’8-10, 17 e 18 dicembre e il tradizionale corteo con partenza da via Tezzone e arrivo in Piazza dei Signori il 24 dicembre. Molti gli eventi dedicati ai più piccoli, come “La Leggenda di Natale 2016”, un percorso per le piazze e le vie di Treviso con partenza e

gran finale in Piazza dei Signori, sabato 17 e domenica 18 dicembre. Sempre in Piazza dei Signori sino all’8 gennaio sarà allestita come di consueto la tradizionale giostra a cavalli che ospiterà Babbo Natale nei giorni 17 e 18 dicembre dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19 per la consegna delle letterine. L’associazione Mammart Obiettivo Famiglia organizza anche “Natale allo zenzero”, quattro laboratori dedicati ai bambini il 4 e 8 dicembre alla Loggia di Palazzo dei Trecento. Chiudiamo con gli eventi per il capodanno. La Festa di Capodanno il 31 dicembre con gruppi di dj in Piazza Aldo Moro, musica anni ‘60-’70-’80 in Piazza S. Vito e ballo liscio e moderno in Loggia dei Cavalieri. Da non perdere anche il Concerto di Capodanno in programma il 1° gennaio alle 21 al Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Corso del Popolo.

DOVE CUOR DI NATALE CENTRO CITTÀ SINO ALL’8 GENNAIO INFO: www.comune.treviso.it 0422.TV DIC 16/GEN 17

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N ATA L E

Decorare le feste Idee di Mara De Stefani - Foto di Giulia Fedel

LA BELLEZZA DEL NATALE È ANCHE NELLA GIOIA DELL’ATTESA E DEI PREPARATIVI. ECCO ALLORA QUALCHE CONSIGLIO PER RENDERE ANCORA PIÙ SPECIALI LE FESTE NATALIZIE, REALIZZANDO SPLENDIDE DECORAZIONI FAI-DA-TE, PER L’ALBERO, PER LA TAVOLA E PER I REGALI, USANDO LA PROPRIA CREATIVITÀ Natale è la festa delle emozioni. Un momento in cui riscopriamo il piacere dello stare insieme nel calore della nostra casa. Basta davvero poco per darle quel tono piacevole che la renderà nello stesso tempo intima e accogliente per le festività. Parliamo di addobbi e decorazioni, un momento immancabile per donare alla propria casa l’aspetto delle feste. Nelle prossime pagine vi proponiamo alcuni suggerimenti dedicati a chi è dotato di abilità manuali, ma anche per coloro che sono alla ricerca di una semplice idea per dare un tocco di originalità e creatività alla propria casa. Le immagini sono tutte tratte dal libro “Aspettando Natale. Doni, dolci, decorazioni” (L’Envol Editore, 108 pp, 22 euro) di Mara De Stefani (www.maradestefani.com) con le fotografie di Giulia Fedel, che ringraziamo per la preziosa collaborazione


natale ALBERO DELLE POESIE

Un modo romantico e originale per adornare il classico abete? Le poesie preferite scritte su un cuore in cartoncino come decorazioni. Per realizzare i cuori utilizzate del cartoncino color avorio o cartoncino stampato con motivi natalizi. Ritagliate dei cuori in almeno tre misure diverse e sui cartoncini scrivete con un pennarello le vostre poesie preferite. Fate un piccolo foro nella parte superiore dei cuori e appendeteli all’abete con un sottile fil di ferro. L’Albero delle Poesie si presta ad arredare non solo la casa, ma anche uffici o sale d’attesa. Alcune poesie che l'autrice vi consiglia (potete cercare sul web i testi) sono “Natale al Caffè Florian” di Alfonso Gatto, “Gelo a mezzanotte” di Samuel T. Coleridge, “L’albero di Natale” di Nâzım Hikmet e “Natale” di Giuseppe Ungaretti.

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CENTROTAVOLA CON LE ROSE ROSSE

La tavola della cena di Natale è il simbolo dell’accoglienza e dello stare insieme. Il momento clou di tutta la festa. Per illuminarla e renderla ancora più ospitale e gradevole ecco una decorazione ad hoc con un centrotavola e rose rosse. Per il centrotavola prendere una scatola di cartone di 14x14 cm e alta 20 cm, con un foro di diametro 9,5 cm sul coperchio, inserire all’interno una spugna da vaso alta 12 centimetri e sul foro un vasetto di 8 cm, su cui va legato un nastro rosso sul quale andranno poi fissati con la colla a caldo dei rametti d’abete, una fetta d’arancia essiccata, qualche bacca rossa e due, tre rose rosse. La stessa decorazione può andare bene anche per il tovagliolo, utilizzando un nastrino come base degli elementi. E sempre con lo stesso materiale del centrotavola si possono realizzare anche delle decorazioni per le lanterne. 0422.TV DIC 16/GEN 17

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natale DECORAZIONI PER LA CASA E L’ALBERO DI NATALE

Le decorazioni per la casa e l’albero di Natale sono ritagliate nel feltro, orlate a punto asola e impreziosite da una piuma e una rosellina in velluto, o anche da un ramo d’abete legato da nastro a quadretti bianchi e rossi. Per realizzare le rose di lana e velluto tagliare una striscia di tessuto alta circa 12 cm, piegarla e arrotolarla. Legare poi con un sottile filo di ferro, e tagliare il tessuto in eccesso. Per fissare le rose usare sempre colla a caldo. La leggerezza del feltro permette di utilizzare queste decorazioni anche come chiudi pacco, segnaposto, o per decorare finestre e porte. Il consiglio è di scegliere tre colori, in questo caso grigio, bianco e rosso, per poter creare diverse combinazioni cromatiche tra filo, feltro e roselline. Questo permetterà di diversificarle l’una dall’altra mantenendo l’armonia dei colori.

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SHOPPER CON FETTE D’ARANCIA ESSICCATE E SPARTITO MUSICALE

Una semplice shopper di carta acquista qualcosa di magico se la decoriamo con uno spartito musicale (magari con quello di “Stille nacht” o di altri canti natalizi). Le fette di arancia essiccate completano la decorazione. Per il chiudi pacco basta un ritaglio di spartito legato con uno spago che pende dai manici insieme ad una fetta d’arancia. 0422.TV DIC 16/GEN 17

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PROGETTIAMO

Verdi Emozioni Punto di partenza? L’accurata gestione della fase di progettazione - svolta in collaborazione con architetti e committenti - per coniugare in armonia spazi interni ed esterni.


promo Igor e Germano Dal Ben

«Amore per la natura e passione per il nostro lavoro ci spingono ad offrire soluzioni innovative ed ecologicamente compatibili, per garantire spazi verdi sempre floridi e sani che emozionano ogni giorno. È la nostra missione da oltre 25 anni.»

AL FIANCO DI PRIVATI E ARCHITETTI NELLA PROGETTAZIONE DEL VERDE Quando lo spazio esterno è ideato in totale sinergia con lo stile della casa (o dell’azienda) il risultato è pura armonia. Studiamo il contesto abitativo per creare giardini curati in ogni dettaglio: dalla selezione delle piante all’illuminazione, dai camminamenti all’irrigazione e all’arredo. COMPLETIAMO L’ARCHITETTURA DI UN EDIFICIO CON UN GIARDINO PROGETTATO AD HOC Il nostro lavoro - oltre che una passione - è anche una missione: realizzare spazi verdi esterni dove ogni elemento assume una funzione emozionale precisa: piante, suolo, arredo, luci ...tutto è un preciso e naturale equilibrio!

www.dalbengiardini.it Via Buonarroti, Scorzé (VE) - Cell. 348 2508520 0422.TV DIC 16/GEN 17

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promo

Opendream:

un progetto collettivo per il recupero dell’ex-Pagnossin

Lo storico edificio industriale, recuperato dalla Zanardo, apre alle idee di tutti: cittadini, enti ed associazioni. idee, spunti e riflesioni vanno inviate al sito www.opendream.it L’area Ex Pagnossin, stabilimento per la ceramica artistica e punto di riferimento del tessuto industriale del Nord Est per un secolo, diventa ora Opendream Zanardo. Un progetto che raccoglie idee e spunti creativi da parte privati cittadini, associazioni ed istituzioni, inviabili online al sito www.opendream.it, per il recupero ecosostenibile dello stabilimento Tutto ha inizio il 18 dicembre 2015, quando la Zanardo Group, leader del settore logistica, acquisisce l’area industriale avviando un processo di recupero articolato. Prima tappa, l’inaugurazione dell’innovativo Polo di Logistica Sanitaria Log-Os lo scorso 25 giugno. Ora l’obiettivo è molto più ambizioso: ridare vita e restituire alla collettività questo straordinario patrimonio architettonico-culturale e per questo Zanardo ha chiesto le idee di tutti. Un nuovo modo di progettazione partecipata e condivisa, che coinvolge talento, ingegno, sensibilità e spirito visionario da parte di privati, istituzioni, associazioni di categoria, comunità locali e semplici 44

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Ridare vita

e restituire alla collettività questo straordinario patrimonio architettonico-culturale cittadini. Punto di riferimento del progetto è il sito www.opendream.it, che sarà online come raccoglitore di tutte le idee e progetti. A dimostrazione che anche le vecchie aree industriali possono essere recuperate per utilizzi innovativi ed eco-compatibili con l’ambente odierno. L’area ex Pagnossin di Treviso si sviluppa su dieci ettari, alle porte della città, nella


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quale le storiche costruzioni coprono una superficie di 42mila metri quadrati più 8mila di edifici recenti.. È stata la sede per oltre ottant’anni, fino a inizio degli anni Duemila, di una rinomata azienda industriale nota per la produzione di ceramica, anche con il coinvolgimento di numerosi artisti. Con Guido Pagnossin, figlio del capostipite Angelo, si caratterizzerà anche per le sponsorizzazioni in Formula 1, della squadra di basket femminile campione d’Italia e nell’offshore. Con l’intervento di recupero attuato da Zanardo Group, ne diventano subito operativi 8.000 mq, mentre è stato avviato un intervento di ampliamento degli spazi di 6.000 mq. Tutta l’area è stata cablata con fibra ottica. Nella prima fase logistica opereranno nella nuova area circa 40 collaboratori. Particolarmente impegnativi sono stati i lavori per ridare agibilità a quest’area, rimasta ferma per quasi dieci anni. Zanardo ha avuto accesso all’area solo dal 18 dicembre 2015 e in questi sei mesi, è una corsa contro il tempo, lavorando praticamente 24 ore su 24 per gli interventi di pulizia, demolizioni, messa

in sicurezza degli edifici e per l’asporto dei rifiuti e macerie che si erano accumulati. Oltre settanta mezzi hanno fatto la spola per portare questi materiali in discariche specializzate. Si sono inoltre dovute tagliare le piante che erano cresciute nel tempo, demolire alcune parti e realizzare a nuovo tutti gli impianti elettrici, cablaggio fonia dati, impianti sprinkler e di condizionamento magazzini, il tutto messo a norma secondo le disposizioni più recenti. È seguito il ripristino dei magazzini per la creazione dei primi spazi logistici utilizzabili. Zanardo Group ha voluto mantenere e se necessario ripristinare, almeno nelle sue parti più antiche e originali, il pregio e la memoria di questi edifici di archeologia industriale costruiti quasi interamente in mattoni e con il richiamo alle antiche funzioni di questo campione dell’industria trevigiana, che ora ritorna a nuova vita. L’inaugurazione del 25 giugno scorso ha rappresentato solo il primo atto, scoprendo questa memoria declinata in nuove funzionalità che danno avvio a una nuova stagione di sviluppo.

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Il Functional TRAINING

Cit. G. Bruscia di Jannette Schiavon Sia che tu sia uno sportivo alla ricerca di migliorare le tue prestazioni o un sedentario con dolorabilità questo articolo fa per te perché il Funzionale può cambiarti la vita! Il Functional è l’allenamento che si basa non solo sull’azione del singolo muscolo ma anche sulla funzione per cui una catena cinematica esiste e si è evoluta nel tempo, considerando le esigenze di ognuno. Usa come primo attrezzo il corpo stesso. Non si dovrebbe caricare peso esterno se il corpo non è stabile, flessibile e forte, in grado di eseguire gli stessi esercizi a corpo libero. Dopo una fase di condizionamento, la progressione potrà portare all’uso di attrezzi come kettlebell, bag, ball... ma anche attrezzatura tradizionale, manubri e bilancieri. Una sua caratteristica è la possibilità di praticarlo ovunque anche outdoor usando quello che abbiamo a disposizione: panchine, gradini ecc. Allenarsi non sarà mai stato così divertente e con risultati sorprendenti: non potrai più farne a meno! Il Functional non è una moda, è il modo più corretto per prenderti cura del tuo corpo. È un approccio all’allenamento che permette in poche settimane di sentirsi migliori, non solo più tonici e magri ma soprattutto più forti, attivi: più efficienti.

GAIA FITNESS Silea - Via del Parco, 5 GAIA FITNESS Roncade - Via Tintoretto, 22

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Guido Bruscia e Functional Training School

“Il corpo è il posto più bello in cui puoi vivere, rendilo efficiente”


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Top, shorts e tacchi alti: la Pole Dance per mantenersi in forma con eleganza e sensualità La Pole Dance è uno sport, una disciplina, una danza che mette insieme attività fisica e sensualità. È un workout completo, che fa lavorare sul piano aerobico e anaerobico e che, soprattutto, fa divertire, fa riscoprirsi donne e fa stare bene con se stesse e con gli altri. Nello specifico, la Pole Dance è una forma di danza che si pratica con l’ausilio di una pertica appositamente realizzata (il pole o “palo”) attorno al quale si eseguono evoluzioni acrobatiche e aeree che combinano spettacolarità e arte. In questa disciplina, potenza, forza, eleganza, armonia e sensualità si fondono per dare vita a movimenti frutto di assoluto controllo del proprio corpo, dei propri muscoli, sinonimo di forza e concentrazione. Il tutto avviene, con i tacchi o senza, indossando un abbigliamento che lascia scoperta gran parte del corpo perché l’attrito che si crea tra la pelle è il palo è una componente imprescindibile per la corretta esecuzione di movimenti e trick. Tanti i benefici fisici di questa disciplina tra i quali il miglioramento del sistema cardiovascolare, il potenziamento e la definizione muscolare, il miglioramento di equilibrio e coordinazione e lo sviluppo della flessibilità. Non ultimi, anzi, addirittura più importanti, i benefici psicologici: aumento della carica sensuale, della consapevolezza del proprio corpo e della propria femminilità. Già ampiamente diffusa nel resto del mondo e anche in Italia recente protagonista di diversi campionati ad essa dedicati, in voga nelle grandi città italiane (Milano, Roma, Bologna), la Pole Dance arriva

in Veneto 6 anni fa grazie alla prima istruttrice della regione: Aryanna, trevigiana d’adozione, pole performer dalla formazione e dallo stile international, giudice di gara ed educatrice alimentare, con sede a Treviso presso la palestra 31100 Gym, da quest’anno presente anche a Mestre e Istrana. Chiunque può praticare la Pole Dance, non ci sono limiti di età, di peso o corporatura: basta solo il desiderio di mettersi in gioco e la voglia di sentirsi donne. Tanti i corsi proposti: Contemporary Pole (danza e coreografia in stile contemporaneo), Exotic Pole (danza e coreografia con platform heels), Flexy (stretching), Hula hoop dance, Twerk & Bootyshake. Se siete alla ricerca di un’attività sportiva che garantisca forma, sensualità e divertimento la Pole Dance è quello che fa per voi. Ricordate di mettere in borsa top, shorts, scaldamuscoli… e non dimenticate i tacchi!

31100 GYM Via Terraglio, 156 - Lato Bingo Treviso Segreteria APD Studio - 333 3473861 www.poledancetreviso.blogspot.it

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sociale

Lotta alle leucemie

pediatriche

La chiave è il sostegno alla ricerca, accanto all’aiuto alle famiglie dei pazienti

La Fondazione Città della Speranza è nata il 16 dicembre 1994 per volontà di un imprenditore, Franco Masello, che aveva perso un nipote a causa di una malattia oncoematologica. La sua intenzione era quella di creare strutture più adeguate alla cura di queste malattie e anche di dare una dignitosa accoglienza alle famiglie già così duramente colpite. Il Centro di Padova, guidato da Luigi Zanesco, venne individuato come oggetto dell’intervento della Fondazione essendo già dal 1985 un autorevole riferimento a livello nazionale per diagnosi e cura delle leucemie e primo centro italiano a effettuare un trapianto di midollo in paziente pediatrico. Circa 20 anni fa nel centro padovano la Fondazione realizzò il reparto di Oncoematologia Pediatrica e il relativo pronto soccorso, a cui presto seguì la costruzione di un day hospital e di un pronto soccorso pediatrico anche a Vicenza. La Fondazione ha raccolto dalla sua nascita circa 55 milioni di euro e di questi quasi 23 milioni sono stati investiti nella ricerca scientifica. Un qualificante punto di forza della Fondazione è il volontariato. La Città della Speranza conta su una decina di volontari presenti costantemente, oltre a numerosi altri che seguono le oltre 350 iniziative che si organizzano ogni anno in Veneto per la raccolta fondi. Tutto ciò ha consentito di contenere il costo della segreteria amministrativa al 2% della raccolta fondi. Per quanto riguarda il ruolo di supporto alla 48

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ricerca della Città della Speranza, va ricordato che i dati relativi ai tassi di guarigione delle leucemie sono oggi confortanti, dal momento che siamo passati da un tasso di guarigione del 30-40% nel 1994, al 75- 85% attuale, e questo risultato è dovuto in gran parte proprio agli investimenti sulla ricerca. Per questa ragione Città della Speranza investe ogni anno 750.000 euro solo per la diagnostica avanzata nel reparto diretto da Giuseppe Basso, al fine di migliorare i tassi di guarigione delle leucemie pediatriche, dando inoltre l’opportunità di usufruire delle migliori cure a tutti i bambini Italiani. Ad oggi a Padova vengono effettuate più di 300 nuove diagnosi di pazienti extra regione, ricoverati circa 1.850 bambini all’anno ed effettuate 7.500 prestazioni di day hospital. Il laboratorio della clinica di onco-ematologia pediatrica è il centro di riferimento nazionale per la diagnosi di leucemia, linfomi e sarcomi nell’ambito dell’Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica. Oggi siamo in grado di riconoscere una cellula malata tra 10.000 cellule sane. L’identificazione così puntuale permette di trattare i pazienti in una fase precoce, senza aspettare che la quantità di cellule tumorali appaia clinicamente, ottenendo significativi miglioramenti nella sopravvivenza globale di questi pazienti, superando il concetto di ricaduta clinico-morfologica, oggi universalmente utilizzata, per passare al


sociale concetto di ricaduta molecolare. La ricerca in questo settore ci permetterà, nel tempo, l’identificazione di nuovi marker aprendo la strada alla medicina di “precisione”, con l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, per cui sarà possibile disegnare farmaci “intelligenti” per eliminare specificamente le cellule tumorali e risparmiare le cellule sane, ottenendo una maggior efficacia terapeutica e riducendo gli effetti collaterali indesiderati, provocati dalla chemioterapia. Per sviluppare in modo sempre più incisivo la propri missione e dare a quest’ultima una visibilità a livello nazionale e internazionale, nel 2012 la Fondazione ha completato a Padova, in tre anni e con un costo di 32 milioni di euro interamente raccolti col fundraising, la costruzione di un istituto di 17.000 mq, l’Istituto di Ricerca Pediatrica (Irp), che al suo interno vede la presenza di 295 ricercatori (69 dei quali finanziati direttamente dalla Fondazione) distribuiti in 15 laboratori. Inoltre, direttamente supportati dalla Fondazione Irp, operano un laboratorio Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa e uno di Nanomedicina che, pur occupandosi di patologie pediatriche (ad es. ernia diaframmatica) offrono spunti per ricerche trasversali, per dare risposte a problemi clinici di valenza più generale. Proprio in questi giorni una metodologia sviluppata in un progetto in questo ambito è stata brevettata con il titolo: “Matrice acellulare per ricostruzione in vivo di muscolo scheletrico”. L’apertura di Irp alla comunità biomedica padovana è poi ben esemplificata dall’ospitare in aggiunta ai 15 laboratori principali un laboratorio che si occupa di genetica e di biomarcatori tumorali dell’Istituto Veneto di Oncologia (Iov). Direttore scientifico dell’Istituto è Marco Pierotti, già direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Nel corso della sua attività ha poi ricoperto la carica di presidente della Società Italiana di Cancerologia, dell’Associazione Europea Ricerca Cancro e dell’Organizzazione Europea dei Cancer Institutes.

Il futuro è ricerca Mercoledì 21 dicembre al Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso, alle ore 20.30 avrà luogo uno spettacolo, per il momento ancora top secret, che regalerà ai trevigiani l’Emozione del Natale. Tutto il ricavato della serata sarà devoluto alla Fondazione Città della Speranza, per continuare a sostenere insieme l’attività di assistenza e di ricerca svolta dalla Fondazione in favore dei piccoli malati e delle loro famiglie. Per informazioni rivolgersi a: Antonella Gasparotto 335.5246404 a.gasparotto@ cittadellasperanza.org Irene Maggioli 328.9869062

Estratto dell’articolo pubblicato da Il Sole24ore in data 19/09/2016

CITTÀ DELLA SPERANZA Per informazioni: Antonella Gasparotto 335 5246404 Lara Buscato 3472790840 a.gasparotto@cittadellasperanza.org

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promo

La differenziata sconta la bolletta di energia

Accordo tra Ascotrade e Contarina per incentivare la raccolta differenziata dell’olio esausto

Se differenzi l’olio risparmi in bolletta della luce. Questo, il concetto alla base dell’innovativo accordo sottoscritto da Ascotrade, azienda di fornitura di gas e luce, e Contarina, società che si occupa della gestione dei rifiuti nei cinquanta comuni trevigiani aderenti al Consiglio di Bacino Priula. Le due utility di Marca si sono impegnate così ad incentivare la raccolta differenziata degli oli alimentari esausti, dal cui smaltimento verrà prodotto biodiesel, ovvero combustibile green ottenuto da fonti rinnovabili. Alle utenze domestiche del territorio, Contarina distribuirà 100mila contenitori per la raccolta dell’olio alimentare. A partire dall’1 dicembre 2016, chi ritira il contenitore avrà la possibilità di diventare nuovo cliente Ascotrade, sottoscrivendo “IoVerde” l’offerta per la fornitura di luce di certificata produzione da fonti rinnovabili. Gli utenti Contarina che ritireranno il nuovo contenitore per la raccolta dell’olio esausto e sottoscriveranno “IoVerde” con Ascotrade, riceveranno un bonus di 20 euro all’attivazione del contratto, che verrà scontato dalla prima bolletta utile di luce. Nel 2017 i clienti Ascotrade, che abbiano aderito a “IoVerde” tramite il progetto Contarina riceveranno inoltre uno sconto in bolletta di 12 euro totali per i primi due svuotamenti di olio esausto effettuati presso la rete degli EcoCentri Contarina. L’accordo è stato presentato anche a Ecomondo 2016, la fiera dedicata agli operatori dell´industria della Green economy e dell´economia circolare, tenutasi a Rimini da martedì 8 a venerdì 11 novembre 2016. «Questa iniziativa – dichiara il presidente di Contarina Franco Zanata - vede l’importante collaborazione di Ascotrade e segna l’inizio di nuove relazioni tra aziende pubbliche del Trevi50

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giano, dimostrando quanto sia fondamentale “fare sistema” per dare valore al nostro territorio e incentivare le buone pratiche di tutela dell’ambiente». «La nostra società – afferma Stefano Busolin, presidente di Ascotrade – in questi anni ha investito numerose risorse in iniziative di sensibilizzazione ambientale. Chi sceglie “IoVerde” di Ascotrade tramite il progetto Contarina non solo sceglie energia pulita per la propria fornitura domestica, ma ha diritto da subito al bonus di venti euro e dal 2017 verrà premiato con ulteriori sconti in bolletta come riconoscimento per la raccolta differenziata dell’olio alimentare».


AGENDA DAL 1.12.2016 AL 31.1.2017

EVENTI E SPETTACOLI A TREVISO E PROVINCIA

LUCA ZINGARETTI “The Pride”

Teatro Comunale Mario Del Monaco Venerdì 3 e sabato 4 febbraio, ore 20.45 Domenica 5 febbraio, ore 16.00 Info: www.teatrocomunaletreviso.it Attore, regista e produttore, Luca Zingaretti porterà in scena nei teatri italiani – con tappa al Comunale di Treviso il 3 e 4 febbraio – “The Pride” di Alexi Kaye Campbell. Un testo enigmatico e difficile, costruito attraverso due storie parallele che si svolgono in periodi di tempo lontani tra loro, il 1958 e il 2015. Londra 1958. Sylvia, un’ex attrice reduce da un esaurimento nervoso, sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi e non vede l’ora di presentarlo al marito Philip quella sera. Londra 2015. Oliver,

un giornalista gay, ha appena rotto con Philip, un fotoreporter con il quale ha avuto una storia. Sylvia, amica di entrambi, cercherà di indagarne i motivi. Le due storie, interpretate dagli stessi attori, procedono a scene alterne. A prima vista, sembrano non avere nulla in comune, a parte i nomi dei personaggi. Ma via via che ci si inoltra nelle due vicende, si scoprono echi, rimandi, problematiche che invece hanno molto in comune. “The Pride” esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. Perché nella vita, tutti prima o poi, etero e gay, ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente e cosa veramente vogliamo dalla vita. 0422.TV DIC 16/GEN 17

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FEDEZ

Official Dj Set

Supersonic Music Arena, San Biagio di Callalta Sabato 17 dicembre ore 23.00 - Info: www.supersonicmusicarena.it Grande ritorno, dopo il doppio appuntamento live dell’anno scorso, di Fedez al Supersonic di San Biagio di Calllata. Questa volta con un dj set, in programma il 17 dicembre. Il rapper milanese, che già l’anno scorso aveva fatto segnare il tutto esaurito, torna ad esibirsi nella Marca, in attesa dell’uscita del suo attesissimo prossimo album, sul quale è al lavoro assieme a J-Ax e che è previsto per i primi mesi del 2017. Il video del primo singolo, “Vorrei ma non posto” uscito lo scorso maggio, ha fatto registrare ben 114 milioni di visualizzazioni sul canale YouTube. Ventisette anni, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia, Fedez è una delle voci più popolari e conosciute del panorama rap attuale. Quattro gli album sinora all’attivo, di cui l’ultimo, “Pop-Hoolista”, ha raggiunto la soglia delle 100.000 copie vendute, venendo pertanto certificato doppio disco di platino.

NOEMI New Age Club, Roncade Sabato 3 dicembre ore 22.00 - Info: www.newageclub.it Partito lo scorso 17 novembre da Napoli, “Cuore d’artista club” è il nuovo tour di Noemi, che segue l’uscita del suo quarto album omonimo. A distanza di due anni dal suo ultimo tour di grande successo, la cantautrice romana torna sul palco con dieci appuntamenti nei club più esclusivi d’Italia, fra cui nella Marca il New Age di Roncade. Noemi, che ha scelto di portare il suo “Cuore d’artista” nella dimensione raccolta dei club, tornando al suo pubblico in un modo speciale e autentico e valorizzando così un contatto intimo ed esclusivo, si esibirà con una formazione di 6 elementi e sarà l’occasione per ascoltare live i brani dell’ultimo album “Cuore d’artista”, che include tra gli altri, “La borsa di una donna”, “Fammi respirare dai tuoi occhi” e “Idealista”. Non mancheranno le hit di sempre come “Briciole”, “L’amore si odia” e “Vuoto a perdere”. 52

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MARLENE KUNTZ New Age Club, Roncade Venerdì 20 gennaio ore 22.00 - Info: www.newageclub.it Tra passato e presente, torna da gennaio il rock più intransigente e senza discontinuità della più celebre band alternative italiana in un tour nei club di tutta Italia dove riproporrà i brani del disco “Il Vile”, il loro secondo album uscito nel 1996. Dopo aver festeggiato “Catartica” nel 2014 con un disco e una lunga sequenza di date sold-out, il gruppo ha deciso di proporsi in questa veste – oltre alle numerosissime indossate nel corso degli anni, ricordiamo i vari tour nei teatri, le sonorizzazioni di film muti, le varie sperimentazioni nei più diversi formati e con le più diverse attitudini, le performance con un corpo di ballo, gli incontri solitari di Cristiano Godano, oltre alle centinaia e centinaia di concerti nei club e nei festival estivi –, in seguito alle molteplici richieste sui loro social e in rete, che suggerivano a gran voce un tour del Vile.

MISTAMAN Home Rock Bar, Treviso Venerdì 9 dicembre Info: www.homerockbar.com Torna ad esibirsi nella sua città natale Mistaman, il rapper trevigiano che in una lunga carriera ha saputo ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama rap italiano. Soprattutto grazie a giochi di parole e le doppie chiavi di lettura dei suoi testi, che sono quanto di più tecnico oggi il rap italiano possa offrire. Il concerto è una tappa del tour di lancio del nuovissimo album di Mista, “Realtà aumentata”, uscito lo scorso 4 novembre. Grazie ad una tecnica inconfondibile, il rapper trevigiano attinge a un immaginario vasto, a tratti fantascientifico, che non è necessariamente quello della strada e del ghetto. In uno scenario musicale in cui i cliché si ripetono, ogni sua traccia riesce ancora a brillare di originalità, rendendolo apprezzato dai suoi sempre più numerosi fan sul web e rispettato dai suoi colleghi. 0422.TV DIC 16/GEN 17

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GIÒ SADA New Age Club, Roncade Venerdì 2 dicembre ore 22.00 - Info: www.newageclub.it Arriva nella Marca Giò Sada, con “Volando al contrario”, il nuovo disco che vede la luce dopo 9 mesi dalla sua vittoria a X Factor 2015. Un progetto discografico unico nel suo genere, frutto di un accurato percorso produttivo, perfetto per rappresentare al meglio il mondo sonoro di Giò Sada e la verve rock che lo contraddistingue. I brani sono stati scritti e composti da Giò insieme alla BariSmoothSquad, band che lo accompagnerà in ogni tappa del live tour, al compositore al compositore Stefano Milella dei Fabryka / Big Charlie e a Matteo Palieri (aka Ganzo); la produzione è stata invece affidata a due teste di serie del panorama musicale italiano, Luca Rustici e Luca Chiaravalli.

EX-OTAGO Home Rock Bar, Treviso 6 gennaio Info: www.homerockbar.com Chiude a Treviso, il 6 gennaio, il lungo “Marassi Tour” nazionale degli Ex-Otago, che segue l’uscita del loro ultimo album omonimo. Cinque album sparsi in quattordici anni di attività, per la band indie genovese. Il nuovo disco “Marassi”, il sesto, propone

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una svolta più synth e pop rispetto al passato, ed è incentrato sul quartiere di Genova dal quale provengono perché, come raccontano: “Per scrivere il disco abbiamo avuto bisogno dei nostri spazi, dei nostri luoghi, ad accompagnarci in questo percorso. Matteo “Teo” Cantaluppi è stato fondamentale per incidere il meglio di noi”. Il disco è stato anticipato in primavera da “Cinghiali Incazzati” e poi da “I Giovani d’oggi”, singoli che hanno riscosso davvero ottimi riscontri dal pubblico e ancora di più dalle radio, portandoli tra i brani indipendenti più trasmessi dalle emittenti italiane.


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NATALINO BALASSO “Discorso di Capodanno”

Zoppas Arena, Conegliano Sabato 31 dicembre ore 22.30 - Info: www.zoppasarena.it Sabato 31 dicembre alla Zoppas Arena di Conegliano sarà un Capodanno speciale con il meglio di Natalino Balasso, in una serata che lo vedrà protagonista della grande chiusura del 2016. Tanta comicità, video, musica e curiosità attorno al celebre discorso che il comico veneto ha già iniziato a preparare, tra satira, attualità e i principali temi che ci hanno fatto pensare ed emozionare durante tutto l’anno. Attore, comico e autore di teatro, cinema, televisione e libri, Balasso dal 2012 è autore e interprete di apprezzati video comici a sfondo sociale pubblicati sul canale Telebalasso di YouTube. Oltre alla data di Conegliano, sarà anche il 21 dicembre al Palamazzalovo di Montebelluna con lo spettacolo “Velodimaya” e il 4 gennaio al Cinema teatro Cristallo di Oderzo con “Stand Up Balasso”.

MASSIMO LOPEZ

“Massimo Lopez Show” con la Jazz Company

Teatro Accademia, Conegliano Sabato 7 gennaio ore 20.45 – Info: www.teatroaccademia.it Massimo Lopez rinnova il proprio repertorio di classici dello swing per un programma concertistico nel quale rivisiterà le pietre miliari di autori quali Cole Porter, George Gershwin, Jimmy Van Heusen, Richard Rodgers e molti altri. Una carrellata di successi che vanno dagli anni ‘30 agli anni ‘50, resi celebri da interpreti di grande livello quali Frank Sinatra, Tony Bennet, Sammy Davis jr, arricchiti dall’insuperabile verve di Massimo Lopez. Un amore coltivato per lunghi anni e sbocciato poi grazie alla collaborazione con una delle più prestigiose formazioni jazz e swing italiane, la Jazz Company guidata da Gabriele Comeglio, che segue l’attore nel corso delle sue tournée teatrali da diverse stagioni. E tra una canzone e l’altra, Massimo Lopez intratterrà il pubblico con divertenti gag, monologhi e le sue irresistibili imitazioni, quelle stesse che negli anni lo hanno portato al grande successo popolare. 56

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SIMONE CRISTICCHI “Mio nonno è morto in guerra”

Villa Guidini, Zero Branco Domenica 29 gennaio ore 18.00 - Info: www.echidnacultura.it Il prossimo 29 gennaio, alle 18, nella settimana della memoria, calcherà il palco dell’Auditorium Giovanni Comisso di Zero Branco il cantautore – anzi, cantattore - Simone Cristicchi, portando in scena “Mio nonno è morto in guerra”, un lavoro che racchiude storie di piccoli eroi quotidiani, uomini e donne attraversati da uno dei più violenti terremoti della Storia: la seconda guerra mondiale. Lo spettacolo è tratto dall’omonimo libro di Cristicchi edito da Mondadori, che raccoglie 57 piccole storie di reduci, partigiani, civili sopravvissuti al secondo conflitto mondiale. Alternando registri vocali e stilistici, Cristicchi dà vita ad ogni singolo personaggio in un album di ricordi che ancora gridano rabbia per un dolore gratuito e inutile e, per contraltare, con un forte bisogno di leggerezza per sopravvivere. A seguire la possibilità di partecipare alla cena con l’artista al ristorante di Villa Guidini.

PAOLO MIGONE Palamazzalovo, Montebelluna Domenica 15 gennaio ore 21 – Info: www.palamazzalovo.it Le differenze tra uomo e donna non saranno più la causa di continui contrasti, ma, in un vortice di risate, fonte di complicità e comprensione tra i sessi. Grazie a Migone, che torna nei teatri con l’adattamento teatrale del best seller di John Gray “Gli uomini vengono da Marte, le donne di Venere”. Tradotto in quaranta lingue ha venduto oltre 50 milioni di copie. L’originalità dello spettacolo sta nel fatto che ricorda le principali differenze tra uomo e donna, sostenendosi su situazioni quotidiane che tutti conosciamo, tenendo presente il confronto di ogni generazione. Risultato; si ride molto, di sé, della propria coppia o dei propri genitori, ma soprattutto, si dispone di nuovi dati per comprendere l’altro sesso e girare in scherno alcune situazioni che possono diventare fonte di discordia. 0422.TV DIC 16/GEN 17

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MASSIMO GHINI “Un’ora di tranquillità”

Teatro Accademia, Conegliano Venerdì 9 dicembre ore 20.45 – Info: www.teatroaccademia.it Massimo Ghini ha deciso di misurarsi con la travolgente comicità di un testo mai rappresentato in Italia, l’autore è Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi francesi contemporanei. “Un’ora di tranquillità” è una commedia moderna brillante e divertente grazie al meccanismo del vaudeville giocato tra equivoci e battute esilaranti, è una macchina drammaturgicamente perfetta e geniale. In Francia lo spettacolo è stato il successo della stagione teatrale passata ed è stata definita una spassosa, intelligente e geniale operazione da non perdere. Il meccanismo della comicità presente nel testo consente di non dover ricorrere a imponenti adattamenti, anzi è proprio nel meccanismo utilizzato nella scrittura che si poggia la forza di questa commedia brillante, in cui i personaggi mettono in moto la macchina della risata già dalle prime battute.

GABRIEL GARKO “Odio Amleto”

Teatro Accademia, Conegliano Venerdì 23 dicembre ore 20.45 – Info: www.teatroaccademia.it Divertente commedia di Paul Rudnick, che porta in scena la storia di una star del piccolo schermo, impersonata da Gabriel Garko, che, per rifarsi un look da attore impegnato, accetta di interpretare il personaggio shakespeariano in palcoscenico, ma spunta il fantasma del leggendario John Barrymore. Quando il protagonista riceverà la proposta di un nuovo ruolo importante in tv, con relativo compenso stellare e la prospettiva di una platea oceanica, si troverà a dover scegliere tra il nobile Shakespeare e la popolarità della televisione. La pièce teatrale è diretta dal regista toscano Alessandro Benvenuti. Tra gli attori che fanno parte di questa commedia si annoverano Claudia Tosoni, Guglielmo Favilla, Annalisa Favetti, Ugo Pagliai e Paola Gassman. 58

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CABARET Teatro Comunale Mario Del Monaco, Treviso Venerdì 2 e sabato 3 dicembre - ore 20.45 Domenica 4 dicembre - ore 16.00 Info: www.teatrocomunaletreviso.it Per la terza volta torna nei teatri la versione di “Cabaret” di Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, con Giampiero Ingrassia, Giulia Ottonello e per la regia di Saverio Marconi. “Se per tre volte,

IL RATTO DAL SERRAGLIO Teatro Comunale Mario Del Monaco, Treviso Mercoledì 25 Gennaio - ore 17.00 (Anteprima) Venerdì 27 e martedì 31 Gennaio - ore 20.00 Domenica 29 Gennaio - ore 16.00 Info: www.teatrocomunaletreviso.it Rappresentato per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 16 luglio 1782, il “Ratto dal serraglio” (K 384) è tratto da un libretto del 1781 di Christoph Friederich Bretzner, a sua volta ispirato a numerose varianti del tema del Turco generoso. Primo autentico capolavoro di Mozart scritto per il teatro, il Ratto segnò una data importante nella storia del melodramma e del Singspiel: per la prima volta, in questo genere di spettacolo farsesco, coltivato per lo più da buoni artigiani su moduli prestabiliti, il pubblico si trovò di fronte a una musica di altissimo livello vocale e strumentale che fondeva lo stile sinfonico tedesco con quello vivace e arguto dell’opera comica italiana. 60

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nel corso della mia carriera, ho deciso di mettere in scena Cabaret – racconta Marconi –, è perché in tre periodi differenti della mia vita ho sentito la necessità di guardare (e far guardare) oltre il sipario del Kit Kat Klub. Uno spettacolo che conosco molto bene, e a cui tengo molto, che questa volta, dimenticati i riferimenti al film, ho messo in scena “come voglio io”, con una nuova e profonda sincerità nell’affrontarlo”. Una lettura più dura, con alcuni momenti di teatro nel teatro, molto più attuale, dunque, che costringerà gli spettatori a mettersi di fronte alla tendenza di oggi a lamentarsi senza però mai reagire per cambiare davvero.


PLANTARIUM Casa dei Carraresi, Treviso Sino a domenica 8 gennaio Ingresso: 7 euro intero, 5 euro ridotto Info: 345-3343760 - www.neuroart.it

LIBRI IN LOGGIA Loggia dei Cavalieri, Treviso Ogni terzo sabato del mese Info: 0422 544758 – 338 130 5354 “Libri in Loggia” è una mostra/mercato del libro antico, raro, introvabile e altro materiale di carta che, ogni terzo sabato del mese, cercherà di ridare lustro al libro in formato cartaceo di qualunque epoca,

opera di Walter Casagrande

La bellezza della natura attraverso la magia dell'arte. A Ca’ dei Carraresi vedremo un mondo meraviglioso, composto da piante, opere d’arte interattive, proiezioni ed ambientazioni futuristiche. Tutto spiegato secondo le ultime ricerche in campo fisiologico e neurobiologico ed interpretato sotto il profilo artistico interattivo. La mostra, suddivisa in 5 sezioni, si svolge al secondo e terzo piano di Ca’ dei Carraresi. I curatori, Daniel Buso e Manuela Enna, hanno dato vita ad un percorso in cui arte e scienza si intersecano nel costruire il senso dell'esposizione. Una mostra incentrata sul mondo delle piante e sulla necessità di salvaguardia dell'ambiente.

autore, formato, qualità o valore che esso sia, nella tradizione ma anche nel rispetto di ogni valore culturale. L’appuntamento è dedicato ad accaniti bibliofili, lettori insaziabili, appassionati di stampe antiche o di incisioni d’autore. Ma ci saranno anche libri illustrati per l’infanzia o di fotografie. Anche semplici frequentatori di mercatini o bouquiniste possano trovare un luogo di caccia e d’incontro, sotto la protezione di uno dei luoghi più strategici e gloriosi della città, che fece coniare a Dino Buzzati l’espressione “Treviso piccola Atene”.

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STELLE A NATALE

pro loco cison (c) 2012

Piazza Roma e Antiche Cantine Brandolini, Cison di Valmarino Dall’8 all’11 e 17-18 dicembre Info: www.artigianatovivo.it

FIERA INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA Santa Lucia di Piave 10, 11 e 12 dicembre Info: www.fieresantalucia.it Fiera internazionale del comparto agricolo, che fonda le sue radici in una tradizione millenaria, punto di riferimento di settore per il Nordest con un progetto espositivo dinamico che guarda al futuro, puntando sull’innovazione, la tecnologia e la sostenibilità delle filiere produttive. Evento fieristico che coinvolge tutti gli operatori del settore, mettendo in relazione espositori, visitatori e istituzioni, attraverso la creazione di occasioni di interscambio tecnico e commerciale. Una proposta fieristica trasversale e completa, che propone tutte le novità del mercato, i migliori prodotti e servizi per l’agricoltura, la viticoltura, la frutticoltura, la zootecnica, le attività forestali e del settore delle energie rinnovabili. Quest’anno la fiera donerà 10 centesimi per ogni biglietto venduto in aiuto ad Amatrice. 62

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Ritorna, con la sua XIV edizione, la magica atmosfera di Stelle a Natale, con luci, musica, colori e sapori. Un appuntamento imperdibile del periodo pre natalizio, nella splendida cornice di Piazza Roma e nelle Antiche Cantine Brandolini. Tra le caratteristiche casette in legno si possono trovare raffinati articoli proposti da abili artigiani, tra sculture di legno, ricami, ceramiche, feltro, lana, composizioni floreali, addobbi per l’albero e per il presepe. Saranno allestite bancarelle di prelibatezze enogastronomiche, esclusive produzioni locali e si assaggeranno menù tipici come muset, pasta e fagioli e l’immancabile spiedo. Ogni artigiano, inoltre, allestisce nella propria “bottega” una rappresentazione originale del Presepe. Durante tutta la manifestazione presso l’Osteria alle Caneve si potranno degustare prodotti tipici.


e inoltre... DICEMBRE 1 • CHAMBER ORCHESTRA OF EUROPE Musiche di Haydn, Mozart e Schubert Teatro Comunale, Treviso 2 • SELTON Indie pop 2 Home Rock Bar, Treviso 8 • L’OMINO DELLA PIOGGIA Teatro per bambini Teatro G. Comisso, Zero Branco 10 • LUMI DALL’ALTO Teatro di figura Teatro G. Comisso, Zero Branco 15-16-18-19 • IL CAMPANELLO Farsa in un atto, musiche di Gaetano Donizetti Teatro Comunale, Treviso 16 • THE ANSWER & THE DEAD DAISIES Rock New Age, Roncade 22 • CANTO LIBERO Omaggio alle canzoni di Battisti e Mogol Teatro Comunale, Treviso

GENNAIO 2 • ROYAL BALLET OF MOSCOW “Lo Schiaccianoci” Teatro Accademia, Conegliano 13 • TRIBUTO A ANTONIO CARLOS JOBIM Con Barbara Casini & Alessandro Lanzoni Duo Teatro Eden, Treviso 14 • NICOLA PIOVANI “La musica è pericolosa – Concertato” Teatro Accademia, Conegliano

20 • L’AMORE È SALTIMBANCO Tratto dal Romeo e Giulietta Teatro E. Duse, Asolo 22 • BIG FIVE – A SAVANA BIG ANIMALS SHOW Teatro di figura Teatro G. Comisso, Zero Branco 24 • ALLA FACCIA VOSTRA Commedia con Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio Teatro Accademia, Conegliano 29 • IL MAGO DI OZ Teatro d’attore, pupazzi Teatro E. Duse, Asolo

mostre e fiere

LE IMMAGINI DELLA FANTASIA 34 Sàrmede, Treviso Sino al 29 gennaio 2017 Mostra internazionale dell’illustrazione per l’infanzia Info: www.sarmedemostra.it FRANCIS BACON I confini della mente Casa dei Carraresi, Treviso Sino al 1° maggio 2017 Info: www.bacontreviso.it LA GEOGRAFIA SERVE A FARE LA GUERRA? Mappe, atlanti e arte a cura della Fondazione Benetton Studi Ricerche Spazi Bomben, Treviso Sino al 19 febbraio

STORIE DELL’IMPRESSIONISMO I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin Museo di Santa Caterina, Treviso Sino al 17 aprile 2017 Info: www.lineadombra.it TIZIANO RUBENS REMBRANDT L’immagine femminile tra Cinquecento e Seicento. Tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo Museo di Santa Caterina, Treviso Sino al 17 aprile 2017 Info: www.lineadombra.it DA GUTTUSO A VEDOVA A SCHIFANO Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento Museo di Santa Caterina, Treviso Sino al 17 aprile 2017 Info: www.lineadombra.it DE PICTURA Dodici pittori in Italia Palazzo Giacomelli, Treviso Sino al 17 aprile 2017 Info: www.lineadombra.it

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1.

TREVIGIANI

Ritratti di Enrico Colussi

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1. Alessandro Zago 2. Desia Lotto 3. Diego Landi 4. Faustino Lorenzetto 5. Francesco Crosato 6. Nevio Lucchese 7. Raffaela Mulato 8. Sonia Carlesso


(MADE IN TREVISO)

UN LIBRO

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UN DISCO

Artù è un cane fortunato. Senza capire inizialmente cosa stia accadendo intorno a lui, si ritrova ad essere curioso testimone di una storia senza tempo. Fiaba o realtà? Inverno, primavera, estate, autunno: è il susseguirsi delle stagioni, ognuna con qualche sorprendente novità, a fargli comprendere che non sta sognando e ad accompagnarlo alla scoperta del mistero dell’origine della vita. Un percorso in cui il lettore stesso sarà coinvolto. Quale emozionante avvenimento avrà suscitato il suo desiderio di regalarci questo racconto? “Un giorno d’inverno” è il libro d’esordio di Cristina Testa. Libera professionista a Mogliano Veneto, opera nell’ambito della comunicazione e sta sviluppando nuovi progetti nel turismo. Al mondo dei bambini ritorna dopo una passata esperienza come insegnante. “È un libro nato caso quasi caso – racconta l’autrice – dedicato principalmente ai bambini, in una fascia d’età che va dai 3 ai 10 anni, ma che anche gli adulti possono apprezzare, visto che può essere letto a diversi livelli di interpretazione. La storia è ispirata alla nascita della mia nipotina Carlotta e vuole raccontare i cambiamenti e i mutamenti che avvengono quando nasce un bambino, ma visti e narrati con gli occhi e le parole del cane di casa, Artù. Con un registro linguistico molto semplice e immediata, simile appunto a quello di un bambino”. Il libro sarà presentato, assieme ad un laboratorio per bambini, alla Libreria CartaCanta di Mogliano l’11 dicembre (ore 10).

Soul music con radici ben piantate sul solco della tradizione più classica targata Motown e Stax. Ma con un tocco molto moderno, grazie soprattutto alla voce solista, profonda, morbida e ammaliante, di B-Jay, già cantante alla chiesa evangelista di S. Bona Vecchia. Il primo album autoprodotto della band trevigiana The Soul Ramblers – Banji “B-Jay” Tofade voce, Davide Guccione chitarra, Remo Straforini batteria, Giulio Campagnolo organo Hammond, Fabio Beordo tromba e flicorno, Michele Uliana sax tenore e Tommaso Palma percussioni – è una bella sorpresa nel panorama musicale locale. Formatisi all’inizio del 2014 come trio organo-chitarra-voce proponendo cover di brani classici di autori come Sam Cooke, Marvin Gaye e Curtis Mayfield, contano oggi su una formazione completa di sette elementi, con fiati e percussioni. Nove i brani del disco, tutti originali scritti da Banji Tofade, composti e arrangiati da Davide Guccione. Una lunga gavetta live, che li ha portati a suonare anche al Porretta Soul Festival, a Suoni di Marca, all’Home Festival e al Lago Film Festival, che oggi si arricchisce di questo bel lavoro di studio, che completa un percorso sicuramente interessante e da seguire. Che ha come ingredienti sicuramente le tradizioni soul, gospel e r&b, rilette in una chiave moderna e accattivante, se vogliamo alla Mario Bondi, cui il timbro vocale di B-Jay si avvicina molto. Fra i brani che ci sono piaciuti di più la ballabile “Forgetful”, la stilosa “Is this love” e la jazzeggiante “Life”. Per chi ama il soul, ma quello vero.

UN GIORNO D’INVERNO Cristina Testa, illustrazioni di Giorgia Revelli Michael Edizioni, 44 pp, 12 euro

B-JAY AND THE SOUL RAMBLERS B-Jay and The Soul Ramblers thesoulramblers@gmail.com Disponibile su iTunes Store, Amazon, Spotify

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