A.D. MDLXII
U NIVERSITÀ DEGLI S TUDI DI S ASSARI F ACOLTÀ
DI
E CONOMIA
___________________________
CORSO
LAUREA
DI
IN
E C O N OM I A
E
MANAGEMENT
LA CRISI D’IMPRESA NEL CASO “ BARILLA ”
Relatore: PROF. LUDOVICO MARINÒ
Tesi di Laurea di: FRANCESCA SABINO
ANNO ACCADEMICO 2010/2011
Indice Ringraziamenti
Pag., 3
Introduzione
Pag.,4
1.
Profilo Storiografico
Pag., 5
1.2 L organizzazione di Barilla nel Mondo.
Pag., 7
1.3 Nascita dei prodotti.
Pag., 8
1.4 Le aree di prodotto
Pag., 10
Crisi Economica
Pag., 11
2.
2.1. 2.1 Lo sviluppo dei prezzi dei prodotti alimentari: Crisi del grano
Pag., 12
3.
Crisi nell azienda
Pag., 22
4.
Conclusioni
Pag., 28
2
A mio padre
3
Introduzione
Sin dagli albori della
storia stessa è stato provato che il cambiamento è
indispensabile per la sopravvivenza. Si prenda adesso in considerazione un settore, come tutti gli altri, quello alimentare, influenzato da cambiamenti umani e sociali. il mercato alimentare ha subito dei cambiamenti scanditi dall’‟avvento delle nuove tecnologie e dalla profonda crisi abbattutasi sul mondo finanziario tra il 2007 e il 2009. Molte aziende hanno fallito e sofferto molto del cambiamento dovuto alla crisi economica e tuttora se ne vedono le conseguenze di quanto accaduto.
“Andiamo avanti. Con Coraggio.” (Pietro Barilla)1
Nel Lavoro che segue, prima di procedere all’analisi del caso “Barilla”, si passano in rassegna i caratteri statici e dinamici del mercato alimentare del periodo preso in considerazione. Un mercato con tratti delineanti, caratteristiche ben definite e segnato da un mutamento costante e significativo.
1
Nipote del Fondatore del gruppo Barilla (1877).
4
1. Profilo storiografico dell’impresa Da più di un secolo Barilla è l’azienda italiana e familiare che interpreta l’alimentazione come un momento conviviale di gioia, ricco di gusto, affetto e condivisione. Da sempre Barilla è una storia di famiglie, una magica unione tra un’azienda che produce e le persone che la scelgono; una storia fatta di tradizione, impegno e passione, capace di raggiungere il cuore della gente. Una passione tutta italiana per un’alimentazione gustosa e insieme equilibrata, che ogni giorno ci accomuna nel desiderio di tradurre questo spirito in prodotti alimentari unici e sempre al passo con le esigenze delle famiglie. Una passione per il piacere, il benessere e la gioia di mangiar bene che, come dimostra il successo di Barilla nel mondo, contagia ogni giorno milioni di persone. Barilla propone un’offerta di qualità fatta di prodotti gustosi e sicuri. Barilla lega da sempre il suo sviluppo al benessere delle persone e delle comunità in cui opera. Barilla crede nel modello alimentare italiano che combina ingredienti di qualità superiore e ricette semplici, offrendo esperienze uniche ai cinque sensi. Il senso di appartenenza, il coraggio e la curiosità intellettuale ispirano il nostro modo di essere e identificano le persone con le quali lavorano.
La Barilla s.p.a. trae le sue origini dal Forno che Pietro Barilla apriva a Parma nella allora “Strada Vittorio Emanuele” nel 1877. Una costante e progressiva crescita contraddistinguono la sua storia. L’azienda iniziò la sua espansione nel 1908, con l’affitto di un nuovo stabile in zona Barriera Vittorio Emanuele, la dove nel 1910 inaugurò il nuovo pastificio dotato di forno. Alla morte di Pietro, avvenuta nel 1912, succedono i figli Gualtiero e Riccardo. Morto prematuramente Gualtiero, Riccardo assume il controllo dell’azienda. A partire da allora Barilla aumentò la produzione e la distribuzione dei prodotti, grazie ad una innovazione tecnologica, che consentì all’azienda, nel corso del decennio 1920-1930 di trasformarsi rapidamente , nella più importante azienda del settore alimentare in Emilia-Romagna. 5
Dopo il secondo conflitto bellico e la morte nel 1947 di Riccardo Barilla, la gestione dell’impresa passò nelle mani dei figli Pietro e Gianni, entrati nell’azienda di famiglia molti anni prima, rispettivamente come responsabile commerciale e responsabile della produzione. Fu proprio sotto la guida dei due fratelli Barilla , che l'azienda parmense conobbe una fase di grande sviluppo. Agli inizi degli anni ‘50 fu sospesa la produzione del pane per concentrarsi unicamente in quella della pasta di semola e all'uovo. In quegli anni la Barilla si trasformò rapidamente da azienda di livello regionale ad una di livello nazionale, grazie ai molti investimenti sulla pubblicità, alla qualità dei prodotti venduti, a prezzi equilibrati e alla sua capacità
innovativa,
come
per
esempio
l'utilizzo
del
cellophane
per
confezionare la pasta. Nel 1955 venne inaugurato il nuovo stabilimento in viale Vittorio Veneto e l’azienda incrementò la produzione arrivando a raggiungere i 6.000 quintali al giorno di prodotto. Grazie a queste politiche negli anni del boom economico la Barilla divenne azienda leader nella produzione e nel mercato nazionale della pasta. Nel 1960 si trasformò in società per azioni, e negli anni successivi aprì nuovi stabilimenti. Agli inizi degli anni ’70 i fratelli Barilla cedettero la loro azienda alla multinazionale statunitense W. R. Grace and Company. Sotto la gestione statunitense Barilla nel 1975 acquisì il controllo della Voiello, e ampliò la propria produzione a quella dei prodotti da forno (biscotti, merende, torte) con il marchio Mulino Bianco. Nel 1979 Pietro Barilla riacquisì il pacchetto di maggioranza della sua azienda, che così ritornò italiana. Nel 1993 alla morte di Pietro Barilla, i figli Guido, Luca e Paolo assunsero la guida dell’azienda familiare che oggi, nel segmento pasta, è leader mondiale di mercato e in Europa per i prodotti da forno. 2 Con la quarta generazione l'azienda emiliana avviò un processo di internazionalizzazione con l'acquisizione di varie società estere dello stesso settore: il marchio leader della pasta in Grecia Misko, (1991);la turca Filiz (1994), la svedese Wasa (1999), le messicane Yemina e Vesta, le tedesche Kamps AG e Lieken Urkorn(2002). In Italia ha acquisito la Pavesi nel 1992. Oltre all’inglobamento di nuovi marchi di entità internazionale, negli ultimi anni la Barilla ha intrapreso una nuova strada introducendo nella società il marchio
2
Alla fine degli anni Ottanta la società detiene il 30% del mercato nazionale della pasta, il 21% di quello dei biscotti e un terzo di quello delle merendine. ad oggi la Barilla è un gruppo internazionale leader nel settore della pasta, con 49 unità produttive in tutto il mondo. Basa la quasi totalità (95%) del fatturato sulle due aree strategiche della pasta e dei prodotti da forno . Fonte – Archivio Barilla Group.
6
Alixir che comprende prodotti funzionali diretti a rispondere ai sempre più importanti bisogni legati al benessere e alla cura del corpo. A oggi il gruppo “Barilla
Holding” fa capo alla controllante “Barilla Holding
Società per azioni”, società di diritto italiano con sede a Parma, attiva nella produzione e vendita a livello nazionale e internazionale, di paste alimentari, sughi e prodotti da forno. L’intero capitale azionario è ora detenuto indirettamente dalla società “Guido Maria Barilla e F.lli s.a.p.a tramite le sue controllate CO.FI.BA. s.r.l. e Gellp s.p.a.
Figura 1: Schema del Gruppo Barilla Initiative srl- Fonte: www.barillagroup.com
Le controllate operative di Barilla Holding SpA producono e commercializzano, a livello nazionale e internazionale, paste alimentari, sughi e prodotti da forno.
1.2 L’organizzazione di Barilla nel mondo L'organigramma societario di cui sopra ( Figura 1 ) è proposto in forma semplificata: il gruppo è composto complessivamente da oltre quaranta società che operano nei settori della produzione, commercializzazione e distribuzione di prodotti
alimentari
in
Italia
e
all'estero.
L’Azienda opera direttamente in venti paesi, esportando i propri prodotti in oltre 150 paesi e possedendo quarantanove siti produttivi presenti in dieci paesi. Il numero di dipendenti al 31 dicembre 2009 era pari a 15.047 unità, di cui 4.755 unità in Italia e 10.292 unità all’estero. 7
L’attuale struttura organizzativa del Gruppo si basa su due sub-holding operative: Barilla G. e R. F.lli S.p.A. e Lieken AG, con le loro controllate . La riduzione di organico è dovuta per 356 unità alla variazione del perimetro di consolidamento. 31/12/2009
31/12/2008
DIRIGENTI E IMPIEGATI
4.376
4.575
OPERAI E INTERMEDI
10.671
11.640
TOTALE
15.047
16.215
Tab.1: Organico dell azienda
fonte :Nostro :Nostro adattamento su dati Bilancio aziendale 2009 .
1.3. Nascita dei prodotti Ogni anno l’Azienda lancia circa cinquanta nuovi prodotti. Si tratta della fase finale di un lungo processo articolato in più fasi e raggruppabili in quattro momenti, che porta alla nascita di un nuovo prodotto. Al termine di ogni fase , all’ interno dell’azienda vengono valutati i risultati e si decide se proseguire nello sviluppo.
Figura 2: Schema del processo di produzione del nuovo prodotto - Fonte: www.barillagroup.com
Si tratta di un processo basato sull'interazione tra diverse professionalità e competenze, interne ed esterne all'azienda e costruito da una relazione intensa tra chi realizza il prodotto e le persone cui è destinato .Ogni team di progettazione si avvale della collaborazione di un gruppo selezionato di persone che partecipa alla creazione dei nuovi prodotti.
8
Figura 3 : Struttura organizzativa creazione nuovo prodotto – Fonte : www.barillagroup.com
Barilla investe ogni anno i propri sforzi d’innovazione su circa 150 progetti, a diversi stadi di avanzamento, che vedono un orizzonte di completamento che va da uno a tre anni. Questo insieme di progetti costituisce il "portafoglio d’innovazione" del Gruppo, che è rivisto costantemente sulla base delle priorità definite. Il prodotto è al centro di ogni attività e impegno di Barilla. L'obiettivo che li ispira è quello di realizzare nuovi prodotti improntati alla soddisfazione delle esigenze dei propri clienti. Così come ricorda la vision dell’azienda , obiettivo principale è aiutare le persone a vivere meglio, migliorando di continuo i prodotti che immettono nel mercato. Quest’obiettivo si declina concretamente con una costante attenzione alla salute e nutrizione.Il Gruppo Barilla è da molti anni attento a rispondere alle nuove necessità della propria clientela garantendo prodotti coerenti con le rinnovate esigenze delle persone, ispirandosi continuamente al modello alimentare ispirato alla dieta mediterranea.
9
1.4. Le aree di prodotto. o Primo piatto Nel settore Primo Piatto, l’azienda è leader nel mercato della pasta a livello Nazionale e Mondiale dove è presente con il marchio Barilla, simbolo della gastronomia italiana, e con tre marchi leader a livello locale (Misko in Grecia, Filiz in Turchia e Yemina in Messico). Il Gruppo presidia inoltre il segmento dei sughi pronti, con oltre quaranta ricette diverse per assicurare una giusta risposta alle necessità delle persone a livello mondiale. o Prodotti da forno In quest’area rientrano quei prodotti che coprono i diversi momenti di consumo dalla prima colazione al fuori pasto ovvero: • biscotti • fette biscottate • cereali • snack • pasticceria • pani morbidi • brioche e merende • torte e pani croccanti
Un’ offerta che comprende quasi 180 prodotti, frutto di trentacinque diverse tecnologie produttive.
10
2. Crisi economica La crisi economica emerge negli Stati Uniti con il crollo dei mutui sub prime 3e si espande, a partire dai primi mesi del 2008, in tutto il mondo. Tra le principali cause della crisi possiamo evidenziare:
1)
gli alti prezzi delle materie prime;
2)
una crisi alimentare mondiale;
3)
un'elevata inflazione globale;
4)
la minaccia di una recessione in tutto il mondo;
5)
una crisi creditizia ;
6)
crisi di fiducia dei mercati borsistici.
Agli albori della crisi, molti autori4 erano convinti che non si trattasse di una vera difficoltà. La crisi finanziaria ha colpito un’economia mondiale già in forte rallentamento e con gravi squilibri nei tassi di risparmio riflessi nei saldi delle bilance correnti dei pagamenti. Tra il 2002 e il 2007, la crescita mondiale, trainata dai paesi emergenti, si è poggiata anche e soprattutto sulle capacità di spesa del consumatore americano che di quei paesi assorbe buona parte delle esportazioni. Questa spesa è stata sostenuta da politiche monetarie e di bilancio espansive, non solo negli USA. La crescita mondiale era dunque caratterizzata da forti squilibri derivanti da una marcata mancanza di risparmio in alcune aree, negli Stati Uniti in particolare, e da una forte eccedenza di risparmio in Cina e altri paesi emergenti. Squilibri ampliati anche dal forte guadagno di ragioni di scambio dei paesi emergenti grazie agli aumenti dei prezzi delle materie prime resi evidenti nei saldi di bilancia dei pagamenti di parte corrente, negativi fino al 6% del PIL negli Stati Uniti ma positivi per oltre il 9% in Cina. Eppure sembrano emergere i semi della ripresa. Forze favorevoli si sono messe in azione nel biennio, ancora più ampie e potenti: la repentina discesa dell’inflazione, i guadagni massicci nella bolletta energetica e alimentare, i rilevanti tagli nei tassi d’interesse, il crollo dei costi delle materie prime per le imprese, l’euro meno sopravvalutato, le misure espansive predisposte in molti
3
I Sub prime :prestiti concessi a tassi elevati a persone che non possono accedere al normale canale finanziario o bancario in quanto hanno avuto dei precedenti negativi con le istituzioni bancarie o finanziarie 4 Daniele Pesce- Docente all’università di Padova; Giulio Sapelli, economista del panorama culturale italiano;Alberto Martinelli, docente nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano.
11
paesi. In tempi normali, queste sarebbero bastate a spingere le economie su un sentiero di alta crescita nell’arco di un paio di trimestre.
2.1. Lo sviluppo dei prezzi dei prodotti alimentari I valori medi unitari all’importazione riguardante il settore “Agricoltura, Silvicoltura e Pesca” hanno registrato un’accelerazione della crescita tra il 2006 e il 2007, passando da una variazione annua del 4,3% a un tasso del 5,4%. 2008 PESO
2006
2007
2008
1° TRIM
100,0
4,3
5,4
9,3
11,0
9,5
8,8
7,7
6,3
Cereali
23,0
6,9
25,1
21,5
39,6
32,6
15,2
1,8
-5,7
Grano
14,6
7,1
28,8
23,9
43,6
40,8
15,4
1,0
-5,1
Orzo
1,2
5,9
29,2
15,3
42,7
28,9
-2,2
-6,4
-7,5
Avena
0,1
23,8
23,7
4,0
17,6
26,9
3,4
-25,2
-27,2
GranTurco
4,7
7,4
20,4
19,5
36,4
26,8
19,1
-2,2
-1,8
Risone
0,1
5,1
3,3
20,5
7,3
31,6
25,5
17,8
11,5
Soia
5,6
-3,3
22,0
43,2
53,9
45,0
39,4
36,5
14,5
Agricoltura
2° TRIM
3° TRIM
4° TRIM
DICEMBR E
Girasole
0,9
-2,8
14,1
22,6
55,9
32,4
16,9
-4,7
2,6
Paste Alimentari
0,2
1,4
2,4
7,5
5,5
7,7
9,8
6,9
8,5
Pani
0,2
-2,6
-2,8
2,6
10,9
1,0
4,6
-6,0
-6,6
Tav. 1 - Indi ndici dei valori medi edi unit unita itari all'im l'importazione
Nostro adattamento su Fonte Istat
Nel 2008 la dinamica si è notevolmente accresciuta, facendo registrare una variazione pari al 9,3%; la crescita si è mantenuta sostenuta in tutti i trimestri dell’anno, con la variazione più consistente concentrata nel primo trimestre (più 11% rispetto al medesimo periodo del 2007). In seguito, si è registrato un progressivo rallentamento, con un incremento tendenziale pari, nel quarto trimestre del 2008, ancora al 7,7% (in particolare, si rileva un forte incremento per i prodotti cerealicoli nel 2008 rispetto al 2007), quali grano (più 23,9% nella media dell’anno e più 43,6% nel solo primo trimestre), granturco (più 19,5% nell’anno e più 36,4% nel primo trimestre). Nel corso dell’anno gli stimoli alla crescita si sono fortemente affievoliti: a dicembre i valori medi unitari dei cereali importati erano più bassi del 5,7% rispetto a dicembre del 2007 (meno 5,1%
per il grano). Se questo è il quadro dell’inflazione
importata per i prodotti agro-alimentari, l’analisi delle dinamiche dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori italiani consente di rilevare un’accelerazione della crescita nella seconda metà del 2007 (Tavola 2).
12
Anni
2008
2006
2007
2008
1° TRIM
Cereali
14,1
29,5
13,8
51,2
46,6
5,3
-28,3
FRUMENTO
14,1
43,4
22,7
89,9
69,9
8,4
-32,5
ORZO
3,0
36,5
5,0
45,4
34,3
-9,3
-32,6
AVENA
-12,1
17,4
20,2
45,2
38,7
14,4
-6,6
MAIS
10,0
27,2
1,6
32,9
29,0
-6,5
-36,6
RISONE
47,6
-6,2
41,1
0,5
48,3
72,1
48,8
Tav. 2 : Indi ndice dei prezz rezzi zzi dei dei prodott odotti tti vend enduti dagl dagli agr agricol coltori: ri: ind indice generale, di gruppo ppo e sot sottogruppo uppo
2° TRIM
3° TRIM
4°TRIM
Nostro adattamento su Fonte : Istat
Lo sviluppo tendenziale è salito dal 4,3% del terzo trimestre 2007 all’11,8 % del primo trimestre 2008, con un successivo rallentamento che ha portato, negli ultimi tre mesi dell’anno, a una diminuzione del 2,8% rispetto al 2007. Con particolare riferimento ai cereali, i prezzi di vendita, dopo aver subito una diminuzione del 17,7% nel 2005, nei due anni successivi hanno mostrato tassi di crescita pari, rispettivamente, al 14,1 e al 29,5% . Nel primo trimestre del 2008 il tasso tendenziale è stato pari al 51,2%, rallentando solo lievemente (più 46,6%) nei successivi tre mesi. Le tendenze al ribasso manifestatesi in seguito
hanno determinato,
nel
periodo
ottobre-dicembre
2008,
una
diminuzione dei prezzi del 28,3% rispetto ai tre mesi finali del 2007. Un profilo ciclico marcato si rileva per il frumento, il cui prezzo ha registrato incrementi tendenziali dell’89,9% nel periodo gennaio- marzo del 2008 e una caduta del 32,5% nel quarto trimestre.Per il complesso dei cereali, in termini di livello, fatto 100 il livello dei prezzi agricoli nel 2000, il livello massimo di prezzo è stato raggiunto a marzo del 2008 (173,1); a dicembre l’indice risultava pari a 109,1, un livello analogo a quello della fine del 2006.
13
Variazione percentuale tendenziale Indice (scala destra“
gen-01
lug-01
gen-02
lug-02
gen-03
lug-03
gen-04
lug-04
gen-05
lug-05
gen-06
lug-06
Fig. 4 indice dei prezzi alla produzione dei cereali e variazione percentuale dell indice rispetto allo stesso periodo dell anno pre precedente cedente
gen-07
lug-07
gen-08
lug-08
fonte : Istat.
Negli ultimi anni la crescita dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori è stata, in Italia, inferiore a quella dell’insieme dei paesi dell’Unione Europea a 25. Il divario, annullatosi nel terzo trimestre del 2006, si è ampliato nei trimestri successivi raggiungendo il suo massimo nei primi tre mesi del 2007 (Fig. c.2). Nel corso del 2008 il differenziale si è progressivamente chiuso e, nel terzo trimestre del 2008, la crescita dei prezzi è stata superiore in Italia.
14
Differenziale Italia UE25
UE25
Italia
15
10
5
0 I trim 04
III trim 04
I trim 05
III trim 05
I trim 06
III trim 06
I trim 07
III trim 07
I trim 08
III trim 08
-5
-10
-15
Fig.5 Indic ndice ice gen generale dei dei prezzi dei dei prodot odotti vend enduti dagl dagli agr agricoltori per l It Italia lia e per per l UE25 - fonte : istat.
Sotto la spinta dei forti aumenti dei prezzi delle materie prime alimentari, in particolare dei cereali grezzi, e dei maggiori costi energetici il tasso di crescita tendenziale 15
dell’indice dei prodotti alimentari e bevande è salito dal 2,9 per cento del secondo trimestre 2007 all’11,0% di marzo 2009. Nei tre mesi successivi, i prezzi dei prodotti alimentari hanno mantenuto ritmi d’incremento su base annua ancora molto sostenuti, oscillanti intorno al 10,7%. Le tensioni sui prezzi dei prodotti della molitura di cereali, riscontrata dall’estate del 2007 fino a inizio autunno del 2008, contribuiscono in buona
parte a spiegare la
significativa accelerazione, registrata nello stesso arco temporale, nella crescita dei prezzi del gruppo degli altri prodotti alimentari, al cui interno sono presenti i prodotti di panetteria e di pasticceria freschi e le paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei simili. I prezzi alla produzione dei prodotti di panetteria e di pasticceria freschi, in graduale ripresa nei primi nove mesi del 2007, hanno registrato una forte accelerazione della dinamica nell’ultimo trimestre di tale anno: il relativo tasso d’incremento tendenziale è, infatti, salito al 10,8% e si è stabilizzato intorno a tale valore fino a settembre 2008; i prezzi delle paste alimentari, dopo una significativa accelerazione nell’ultimo trimestre 2007, con un tasso di crescita su base annua pari al 20,9% dal 2,0% del secondo trimestre 2007, hanno continuato a evidenziare nuovi e più marcati incrementi che hanno portato il tasso tendenziale al 37,1% nel secondo trimestre 2008 e al 25,1% nel terzo trimestre.
Negli ultimi mesi del 2008, per effetto del raffreddamento delle tensioni sui costi degli input intermedi, la crescita dei prezzi nei due comparti è stata caratterizzata da un deciso rallentamento: il tasso d’incremento su base annua è sceso, in dicembre, al 2,9% per i prodotti di panetteria e al 6,3% per le paste alimentari. Le tensioni inflazionistiche che già dalla seconda metà del 2007 avevano sostenuto l’accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari, si sono ulteriormente accentuate nel corso dei primi nove mesi del 2008, spingendo il ritmo di crescita dei prezzi del comparto dal 4,9% del primo trimestre al 6,1% del terzo trimestre dello scorso anno. Solo dal quarto trimestre del 2008 sono emersi segnali di attenuazione delle spinte al rialzo, quando il profilo tendenziale dei prezzi dei beni alimentari è sceso al 4,7%. Dopo essere sceso al 5,6% nell’ultimo trimestre del 2008, a gennaio del 2009 il ritmo di crescita dei prezzi dei prodotti lavorati è risultato pari al 4,8%. I prezzi dei prodotti freschi hanno evidenziato, invece, un andamento relativamente più moderato: il ritmo di crescita dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati, salito al 5,1% 16
del secondo trimestre del 2008, si è progressivamente attenuato, tornando al 2,3% a gennaio del 2009. Nel complesso, tra agosto 2007 e luglio 2008, il contributo del comparto alimentare alla dinamica tendenziale dell’indice generale ha registrato una visibile crescita: a luglio 2008 il contributo è risultato pari a 1,081 punti percentuali (circa il 27% del tasso d’inflazione), mentre si è ridotto nei mesi successivi (7 decimi a gennaio del 2009). In particolare, nei primi posti della graduatoria degli incrementi tendenziali più elevati misurati nella media del 2008, figurano i prezzi dei cereali e farine (più 22,4% ) . Allo scopo di valutare congiuntamente le dinamiche dei prezzi nelle diverse fasi della filiera dei cereali, di seguito si riportano le tendenze dei prezzi agricoli, dei prezzi dell’industria alimentare e dei prezzi al consumo, con riferimento a prodotti rilevanti per l’analisi delle tendenze registrate al consumo. Per quanto riguarda il pane, posti uguale a 100 i diversi indici di prezzo a gennaio 2007, si rileva una forte crescita dei prezzi agricoli del frumento tenero a partire da luglio 2007: il relativo indice passa, i n f a t t i , a 111,2 a luglio e a 150,8 a settembre, raggiungendo il livello massimo a marzo del 2008 (156,6). In seguito, si registra una rapida discesa che ha portato, a dicembre del 2008, il livello dell’indice a 98,2, al di sotto quindi dei livelli registrati a gennaio del 2007. Un andamento molto crescente, anche se nettamente inferiore a quello dei prezzi agricoli, è stato registrato anche dall’indice dei prezzi alla produzione delle farine di frumento di grano tenero, il cui indice di prezzo ha raggiunto i livelli massimi (131,8) ad aprile del 2008. La successiva diminuzione è stata molto lenta, determinando un livello dell’indice pari a 124,1 a dicembre del 2008.
180 160 140 120 100 80 60 40 20 0
Prezzi Agricoli Frumento Tenero Prezzi Produzione Farina Grano Tenero Prezzi alla Produzione del Pane
nov-08
set-08
lug-08
mag-08
mar-08
gen-08
nov-07
set-07
lug-07
mag-07
mar-07
gen-07
Prezzi al Consumo Pane
Fig. 6 indice dei prezzi agricoli, alla produzione e al consumo dei principali prodotti della filiera del pane
17
nostro adattamento su fonte : Istat.
Con
riferimento
al pane, l’indice del prezzo alla produzione e quello del prezzo
al
consumo si sono mossi in modo analogo, iniziando ad aumentare a partire da agosto del 2007 e continuando a crescere per tutto il periodo seguente: a dicembre l’indice del prezzo alla produzione era pari a 114,6 e quello al consumo a 115,4. In questo caso un lievissimo segnale di diminuzione si è registrato a dicembre del 2008 rispetto a novembre (-0,1%). Con riferimento alla pasta (Fig. c.5), i prezzi agricoli del frumento di grano duro hanno iniziato a crescere con vigore a luglio del 2007, raggiungendo rapidamente un livello molto elevato (186,9) già a ottobre. Poi, la crescita è proseguita fino a marzo 2008, quando l’indice dei prezzi ha raggiunto il livello di 216,5. Nei mesi seguenti la forte caduta dei prezzi ha determinato un rapido e intenso calo dell’indice, che a dicembre del 2008 risultava pari a 117,5. La dinamica dei prezzi alla produzione delle semole di grano
duro ha mostrato
un’accelerazione rilevante: il livello dell’indice ha raggiunto un valore pari a 183,4 ad aprile 2008, con una lenta discesa nei mesi seguenti che ha determinato un valore dell’indice pari a 150,4 a dicembre del 2008. Per le paste alimentari la crescita dei prezzi alla produzione è stata più intensa di quella al consumo nella prima fase d’incremento dei prezzi. Il picco massimo è stato raggiunto a maggio del 2008, con un livello dell’indice pari a 138,8. In quel momento l’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto un livello pari a 122,4. Successivamente, a fronte di un rallentamento prima, e di una stabilizzazione poi dei prezzi alla produzione, che ha portato l’indice ad assumere un valore pari a 131,7 a dicembre del 2008, i prezzi al consumo hanno continuato la crescita, raggiungendo un livello pari a 131,4 a dicembre.
250 200
Prezzi prod. Semola
150 Prezzi prod. Paste Alimentari 100 Prezzi al consumo Paste alimentari
50
Prezzi agricoli frumento nov-08
set-08
lug-08
mag-08
mar-08
gen-08
nov-07
set-07
lug-07
mag-07
mar-07
gen-07
0
Fig. Fig. 7 indici dei prezzi agricoli, alla produzione e al consumo dei principali prodotti della filiera della pasta
18
nostro adattamento su fonte : Istat.
Le tensioni inflazionistiche nel settore alimentare si sono manifestate in tutti i paesi dell’Unione monetaria, seppure con intensità diverse. anni
Uem15 Belgio Germania Irlanda Grecia Spagna Francia Italia Cipro Lussemburgo Malta Olanda Austria Portogallo Slovenia Finlandia
2008
2009
2005
2006
2007
2008
I° trim.
II° trim.
III° trim.
IV° trim.
gen
0,7 1,7 0,4 -0,7 0,8 3,2 0,1 -0,1 2,4 1,7 1,8 -1,2 1,1 -0,6 -1,0 0,3
2,3 2,7 1,9 1,4 3,5 4,2 1,7 1,7 5,6 2,4 2,2 1,7 1,5 2,7 2,3 1,5
2,7 3,9 2,9 2,8 2,2 3,7 1,4 2,9 4,8 3,3 3,9 1,6 4,2 2,4 7,2 2,1
5,5 6,1 5,3 6,5 5,3 5,9 5,1 5,4 6,0 5,3 8,0 5,7 6,4 3,7 9,6 8,6
5,8 5,8 6,5 8,2 5,9 7,0 5,0 5,0 4,4 5,5 8,8 4,4 7,8 2,6 13,0 6,3
6,3 6,9 6,4 7,7 6,5 6,8 5,7 5,8 5,0 6,0 8,5 6,1 7,1 4,2 11,4 8,2
6,2 7,1 6,0 6,4 4,6 6,7 5,6 6,1 6,0 6,1 6,8 6,9 6,7 5,1 9,6 9,5
3,9 4,5 2,6 3,9 4,4 3,2 3,9 4,5 8,5 3,7 7,9 5,3 4,0 2,9 4,9 10,4
2,6 3,9 1,0 3,0 3,8 1,9 2,3 3,7 9,9 2,9 8,0 4,2 2,7 1,4 3,5 7,0
Tav. 3 Indici armonizzati dei prezzi al consumo del capitolo dei beni alimentari
Nostro adattamento su fonte :Istat.
Con riferimento al 2008, nei primi tre trimestri dell’anno la crescita tendenziale dei prezzi al consumo dei beni alimentari in Italia evidenzia un andamento relativamente più moderato rispetto
a quello delle altre economie europee, in particolare di quelle di
dimensioni comparabili. In particolare, nel primo trimestre del 2008, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo del capitolo dei beni alimentari e delle bevande analcoliche in Italia (come anche in Francia) ha segnato una crescita tendenziale media del 5,0 %, contro il 7,0% Spagna e il 6,5% della Germania. A partite dall’ultimo trimestre dell’anno, la fase di accelerazione ha lasciato il posto a un rallentamento del ritmo di crescita dei prezzi, che tuttavia è risultato meno intenso in Italia rispetto agli altri paesi dell’area. Come conseguenza di tali andamenti a gennaio 2009 il tasso tendenziale di crescita dei prezzi dei prodotti alimentari in Italia è risultato pari al 3,7 per cento, contro il 2,3% della Francia, l’1,9% della Spagna e l’1,0% della Germania (+2,6% il dato per l’UEM 15). Con riferimento a specifici gruppi di prodotti, il confronto con Francia, Germania e 19
Spagna mostra come nell’ultimo anno, per quanto riguarda i prezzi del gruppo pane e cereali, la dinamica sia rimasta in Italia generalmente più sostenuta di quella degli altri paesi, tanto nella fase iniziale di accelerazione quanto in quella successiva di rallentamento (Fig. c.6).
14 12 10 UEM 15
8
GERMANIA 6
SPAGNA
4
FRANCIA ITALIA
2
gen-09
ott-08
lug-08
apr-08
gen-08
ott-07
lug-07
apr-07
gen-07
ott-06
lug-06
apr-06
gen-06
ott-05
lug-05
apr-05
gen-05
0
Fig. 8 Indic dici arm onizzati dei dei prezz rezzi zzi al con consumo sumo di pane pane e cereal reali ali in Italia, Germ ermania, Fra Francia, Spagn agna e nel nell Uem15
nostro adattamento su fonte : Istat.
Concludendo potremo dire che nel 2008 gli indici dei valori medi unitari delle importazioni di prodotti cerealicoli hanno registrato un forte aumento (più 24,2 per cento rispetto al 2007). Per i prezzi dei prodotti cerealicoli venduti dagli agricoltori italiani, nel primo trimestre del 2008 il tasso tendenziale è stato pari al 51,2 per cento, rallentando solo lievemente (più 46,6 per cento) nei successivi tre mesi. Le
tendenze
al
ribasso manifestatesi successivamente hanno determinato, nel
periodo ottobre-dicembre 2008, una diminuzione dei prezzi del 28,3 per cento rispetto ai tre mesi finali del 2007. Un profilo ciclico marcato si rileva per il frumento, il cui prezzo ha registrato incrementi tendenziali dell’89,9 per cento nel periodo gennaiomarzo
del
2008
e
una
caduta
del 32,5 per cento nel quarto trimestre.
L’evoluzione congiunturale dei prezzi alla produzione dei prodotti delle industrie alimentari e bevande venduti sul mercato nazionale ha mostrato, nella prima parte del 2008, un rafforzamento delle tensioni manifestatesi a partire da luglio 2007, seguito da un netto ridimensionamento nell’ultima parte dell’anno. 20
Le tensioni inflazionistiche che già dalla seconda metà del 2007 avevano sostenuto l’accelerazione
della dinamica tendenziale dei prezzi al consumo dei prodotti
alimentari, si sono ulteriormente accentuate nel corso dei primi nove mesi del 2008, spingendo il ritmo di crescita dei prezzi del comparto dal 4,9 per cento del primo trimestre al 6,1 per cento del terzo trimestre dello scorso anno. Ai primi posti della graduatoria degli incrementi più elevati misurati nella media del 2008, figurano i prezzi dei cereali e farine (più 22,4 per cento), della pasta (più 20,6 per cento) e dell’olio di semi (più 20,6 per cento); incrementi su base annua superiori alla soglia del 10 per cento si registrano inoltre per i prezzi del burro (più 13,0 per cento) e del pane (più 10,3 per cento), mentre per il latte l’aumento dei prezzi al consumo è risultato pari al 9,4 per cento. Le dinamiche dei prezzi nelle diverse fasi della filiera dei cereali (prezzi agricoli, prezzi dell’industria alimentare e prezzi al consumo) mostrano che, posti uguale a 100 gli indici dei prezzi a gennaio 2007, a dicembre 2008 i valori risultano pari a 98,2 per l’indice dei prezzi agricoli del frumento tenero, a 124,1 per l’indice dei prezzi alla produzione delle farine di frumento di grano tenero, a 115,4 per l’indice dei prezzi al consumo di pane. Con riferimento alla pasta, si rilevano a dicembre del 2008 valori pari a 117,5 per l’indice dei prezzi agricoli del frumento di grano duro, a 150,4 per l’indice dei prezzi alla produzione delle semole di grano duro, a 131,7 per l’indice dei prezzi alla produzione di paste alimentari, a 131,4 per l’indice dei prezzi al consumo della pasta. A gennaio 2009 il tasso tendenziale di crescita dei prezzi dei prodotti alimentari in Italia è risultato pari al 3,7 per cento, contro il 2,3 per cento della Francia, l’1,9 per cento della Spagna e l’1,0 per cento della Germania (più 2,6 il dato per l’Uem 15). In particolare, il confronto con le altre Nazioni Europee mostra come nell’ultimo anno, per quanto riguarda i prezzi del gruppo pane e cereali, la dinamica sia rimasta in Italia generalmente più sostenuta di quella degli altri paesi, tanto nella fase iniziale di accelerazione quanto in quella successiva di rallentamento. Tutto ciò ci porta a pensare che la crisi scaturita agli inizi del 2008 che ha colpito l’intero assetto economico mondiale, in Italia e per quanto riguarda il settore agroalimentare e, in particolar modo, quello concernente i cereali per la produzione di pasta, pane e dolciari ,non ha creato profondi squilibri. Nell’immediato non si è affatto, risentito della grave situazione che si stava abbattendo nel Mondo. 21
3. Crisi nell’azienda Il 2008 e ancor di più l’inizio del 2009 sono stati caratterizzati dal drammatico peggioramento delle condizioni economiche internazionali. Nonostante in Italia il rapporto tra il debito pubblico e il PIL sia da tempo molto elevato , il più elevato tra i paesi europei, il basso indebitamento delle famiglie ha fatto si che l’intero sistema finanziario potesse rimanere in equilibrio. Barilla ha anticipato la crisi finanziaria con una politica di indebitamento particolarmente favorevole rispetto ai tassi del 2008, mantenendo un ampia disponibilità di affidamenti a medio termine non da subito utilizzati. Il Gruppo ha , inoltre, mantenuto invariato il rapporto con i fornitori e i clienti , nei termini contrattuali consolidati da esperienza pluriennale. La crisi finanziaria ha, quindi, danneggiato gravemente l’economia reale: l’azienda ha da subito prospettato un entrata in fase recessiva già a partire dal quarto trimestre del 2008. L’inizio del 2009 ha accentuato queste tendenze negative , mentre il pacchetto di misure pubbliche per contenerle non metteva in atto un evidenziazione degli effetti più significativi. A tal proposito per tutto il 2008 l’azienda ha portato avanti una politica di miglioramento della competitività degli assetti industriali e distributivi portando il gruppo stesso a ingenti risparmi, quantificabili in circa 20 milioni di euro per il solo 2008 . Durante il 2008 l’azienda ha rivisto la propria
organizzazione
nell’ottica della
focalizzazione , strutturando le proprie risorse in tre rilevanti insiemi : unità di processi globali, unità di business responsabili dello sviluppo del brand e delle categorie di prodotto e unità di mercato responsabili dei clienti e dei canali distributivi. Nel 2008 si è registrato un buon andamento dei mercati italiani di bakery nei quali opera Barilla, trainati dai Pani, che hanno segnato una crescita complessiva a valore del 9 %, dalla Prima Colazione ( 7 % ) e dall’insieme delle categorie Fuori Pasto, che sono cresciute del 5 %. Il gruppo Barilla durante tale anno ha fatto registrare in Italia una sostanziale difesa delle quote di mercato , rispetto all’anno precedente , grazie all’accelerazione delle performance della marca privata e del canale discount in un contesto di serie difficoltà per gran parte delle famiglie italiane. Il fatturato a fine anno risultava superiore del 6 % rispetto all’anno precedente.
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Stato Patrimoniale Consolidato 2008 (in migliaia di euro) Att ivit à At t ivit à corrent i Cassa, deposit i bancari e post ali Credit i verso client i Credit i t ribut ari Alt ri credit i verso cont rollat e Alt ri credit i verso cont rollat e Rimanenze St rument i f inaziari Derivat i
31-dic-08 € € € € € € €
356.908,00 467.572,00 72.191,00 21.673,00 69.448,00 307.564,00 -
Att ivit à f inanziarie al f air value con cont ropart ita nel cont o economico Att ivit à det enut e per la vendit a Totale at t ivit à corrent i
€ € €
157.600,00 8.489,00 1.461.445,00
Att ivit à non correnti Immobili, impiant i e macchinari Avviament o Immobilizzazioni immat eriali Credit i verso client i e alt ri credit i Impost e dif f erit e at t ive Att ivit à f inanziarie disponibili per la vendit a Credit i f inanziari St rument i f inanziari derivati Totale Att ivit à Non Corrent i Totale Att ivit à
€ € € € € € € € € €
1.353.996,00 762.922,00 223.635,00 7.905,00 15.024,00 1.748,00 21.920,00 27,00 2.387.177,00 3.848.622,00
Passivit à Passivit à corrent i Debiti verso f ornit ori Debiti verso banche e altri f ornit ori St rument i f inanziari derivati Passivit à pr benef ici futuri ai dipendent i Debiti per imposte correnti Alt ri debit i Fondi rischie e oneri Totale passivit à Corrent i
€ € € € € € € €
858.170,00 129.694,00 1.405,00 6.239,00 16.781,00 270.479,00 36.019,00 1.318.787,00
Passivit à non corrent i Debiti verso banche e altri f inanziat ori St rument i f inanziari derivati Passivit à per benef ici f uturi ai dipendent i Impost e dif f erit e passive Alt ri debit i Fondi rischi e oneri Totale passivit a non corrent i
€ € € € € € €
1.233.479,00 19.396,00 134.999,00 92.177,00 5.139,00 34.364,00 1.519.554,00
€
131.000,00
-€ € € € € € € € €
46.218,00 626.709,00 78.422,00 789.913,00 214.253,00 6.115,00 220.368,00 1.010.281,00 3.848.622,00
Pat rimonio Net t o Capitale Riserve: Di conversione Alt re riserve Utili/ (perdit e) dell'esercizio Totale Pat rimonio nett o di compet enza del Gruppo Capitale e riserve di t erzi Riult at o delle minoranze Totale Pat rimonio nett o di compet enza di t erzi Totale pat rimonio nett o Totale delle passivit à e del patrimonio net to
23
Nel 2009, in uno scenario internazionale caratterizzato da un imponente permanere della crisi economica globale, il fatturato del gruppo si è attestato a 4.171 milioni di euro( contro i 4.535 milioni di euro dell’anno precedente) con un decremento dell’8% rispetto all’esercizio precedente. A parità di perimetro di consolidamento il fatturato dell’azienda è calato del 3%. Nel corso del 2009 il perimetro d consolidamento del Gruppo ha subito una riduzione a causa della cessione di una partecipazione totalitaria detenuta in un'altra società, operante nel settore dei prodotti da forno. Durante tale anno il PIL Italiano è diminuito di circa il 5%, la disoccupazione è arrivata a sfiorare il 10 %, non diversamente dagli altri paesi europei e dagli Stati Uniti. È opportuno ricordare che gli unici paesi che hanno superato brillantemente la crisi economica che ha caratterizzato il triennio 2007-2009 risultano essere stati la Cina e gli alti paesi facenti parte del BRIC5 , i quali hanno compensato la diminuzione delle esportazioni con un robusto sostegno alla domanda interna. A livello Mondiale il PIL è diminuito del 2%, evidenziando una crisi globale diffusa. A sostenere i risultati di Barilla nel corso del 2009, nonostante il decremento rilevato rispetto al 2008, sono stati, a livello di contesto economico generale, la tenuta dei consumi alimentari ( con una diminuzione generale del 2/3%) e l’andamento favorevole delle materie prime nel secondo semestre dell’anno. Le politiche di supporto portate avanti dall’azienda si sono rilavate assai efficaci grazie al rinnovamento e all’ampliamento di una variante di prodotti e con l’adozione di una politica dei prezzi flessibile in un contesto di rallentamento dei consumi.La volatilità dei prezzi delle materie prime, registratasi nell’anno 2009, ha reso difficile la salvaguardia del margine di profitto. Il calo dei prezzi delle materie prime alimentari, registrato in particolare nella seconda parte dell’anno, ha contribuito a ridurre le tensioni sui margini.L’anno 2009 ha segnato in generale un rafforzamento dei consumi di pasta nei mercati esteri, controllati dal Gruppo Barilla, come Francia e Germania. In tutti i paesi, con tempi e metodologie differenti, sul mercato della pasta di semola base è stato implementato un piano speciale promozionale che, unitamente alle tradizionali azioni di sconto, ha consentito di fronteggiare la pressione competitiva sui prezzi che ha caratterizzato per tutto l’anno tutti i paesi europei. Il fatturato netto totale della pasta è diminuito del 6% rispetto al 2008. In Italia, nonostante la congiuntura, il 2009 si è chiuso all’insegna di una relativa stabilità dei mercati bakery nei quali Barilla opera. 5
BRIC è un sinonimo utilizzato in economia internazionale per riferirsi congiuntamente a Brasile , Russia , India e Cina.
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Stato patrimoniale consolidato 2009 (in migliaia di euro) Attività Attivit à correnti Cassa, depositi bancari e postali Crediti verso clienti Crediti tributari Altri crediti verso cont rollate Altri crediti verso cont rollate Rimanenze Strumenti finaziari Derivati
31-dic-09 € € € € € € €
423.842,00 522.765,00 102.466,00 4.078,00 51.723,00 263.944,00 903,00
Attività finanziarie al fair value con contropartit a nel conto economico Attività detenute per la vendita Totale attività correnti
€ € €
9.567,00 1.379.288,00
Attività non correnti Immobili, impianti e macchinari Avviamento Immobilizzazioni immateriali Crediti verso clienti e altri crediti Impost e differite attive Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti finanziari Strumenti finanziari derivati Totale Attivit à Non Correnti Totale Attivit à
€ € € € € € € € € €
1.277.232,00 486.403,00 203.909,00 7.712,00 63.126,00 1.788,00 23.700,00 2,00 2.063.872,00 3.443.160,00
Passività Passività correnti Debiti verso fornitori Debiti verso banche e altri fornitori Strumenti finanziari derivati Passività pr benefici futuri ai dipendenti Debiti per imposte correnti Altri debiti Fondi rischie e oneri Totale passività Correnti
€ € € € € € € €
722.130,00 383.666,00 52,00 1.184,00 10.400,00 251.520,00 50.236,00 1.419.188,00
Passività non correnti Debiti verso banche e altri finanziatori Strumenti finanziari derivati Passività per benefici f uturi ai dipendenti Impost e differite passive Altri debiti Fondi rischi e oneri Totale passivita non correnti
€ € € € € € €
870.527,00 47.443,00 144.412,00 100.897,00 8.032,00 31.594,00 1.202.905,00
€
131.000,00
-€ € -€ € € -€ € € €
33.567,00 639.684,00 87.623,00 649.494,00 184.802,00 13.229,00 171.573,00 821.067,00 3.443.160,00
Patrimonio Netto Capitale Riserve: Di conversione Altre riserve Utili/(perdite) dell'esercizio Totale Patrimonio netto di competenza del Gruppo Capitale e riserve di terzi Riultato delle minoranze Totale Patrimonio netto di competenza di terzi Totale patrimonio netto Totale delle passività e del patrimonio netto
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È opportuno osservare che il 2008, in uno scenario economico demoralizzante e caratterizzato dalla crisi e dal peggioramento delle condizioni economiche, ha portato un generale clima di sfiducia creando così una contrazione nella spesa famigliare. In un contesto così complesso l’azienda si è impegnata nel proporre sui mercati la loro cultura d’impresa e i loro valori, garantendo all’azienda un miglioramento del risultato economico ed una stabilità finanziaria. La scelta strategica portata avanti nel momento più caldo della crisi è stata quella delle ricerca industriale, valorizzando le competenze e le sinergie interne del gruppo. L’EBIT6 nel 2008 è stato pari a 225,0 milioni di euro con un incidenza del 5% sul fatturato (5,2%). Nel 2008 il free cash flow del gruppo7 è aumentato rispetto all’anno precedente, salendo da 189 a 398 milioni di euro. Tutto ciò è riconducibile , oltre al cash flow generato invia ordinaria dall’attività operativa, nell’ambito della quale hanno svolto un ruolo fondamentale il miglioramento della gestione del capitale circolante e la riduzione della spesa per investimenti, alle operazioni sul capitale sociale8. È il 2009 che, nonostante l’allontanamento temporale dalla crisi, ha subito un decremento dell’ 8 % , rispetto all’ esercizio precedente , per quanto concerne il fatturato in generale e una diminuzione del 6% per quanto riguarda il fatturato netto della pasta. Questo calo rispetto al 2008 è sostanzialmente dovuto all’introduzione di nuovi players con una politica del prezzo estremamente aggressiva e soprattutto alla situazione venutasi a creare in Italia. La sostanziale diminuzione del fatturato è stata resa possibile a causa dell’inasprimento della competizione tra i retailer, i fenomeni di concentrazione e il significativo incremento del ricorso alla leva promozionale e ai tagli di prezzo , contribuendo così ad aggravare le tensioni. L’EBIT, attestato a 24 milioni di euro, ha risentito della svalutazione dell’avviamento del gruppo Lieken e degli oneri per la cessione de La Bella Easo. Dopo aver registrato oneri finanziari e imposte pari a 125 milioni, il risultato netto ha evidenziato una perdita di 101 milioni di euro. È evidente che la profonda crisi economica dell’anno precedente si sia abbattuta sull’orizzonte aziendale con un anno di ritardo a causa della crescita dei prezzi delle materie prime registrati dalla fine del 2008 e accresciutasi nel corso del 2009. Tutto ciò si è riflesso sulla dinamica aziendale, sia attraverso la riduzione del fatturato
6
EBIT: margine operativo ricorrente.
7
Cash Flow : generazione di cassa disponibile al netto delle variazioni del capitale circolante, delle componenti operative a medio – lungo termine degli utilizzi per attività di investimento. 8 Al netto degli esborsi per l’acquisizione di quote di minoranza.
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aziendale in generale , sia del fatturato netto del settore “Pasta” durante gli ultimi mesi del 2009. Si è comunque riusciti, all’interno dell’azienda, a porre rimedio a questo inconveniente a livello Nazionale facendo si che si venisse a creare un rafforzamento dei consumi di pasta del marchio Barilla nei mercati esteri, con significative crescite in mercati importanti per l’azienda, a livello internazionale, come Francia ( +2% al volume) e Germania ( +4%). Nonostante la delicata situazione che si è venuta a creare e che si è poi riflessa sul fatturato , l’azienda nel corso del 2009 è riuscita a chiudere in positivo grazie a delle solide politiche di mercato ed efficaci programmi di marketing, grazie alla contrattazione e firma di nuovi contratti in prospettiva del 2010.
31/12/2008 Fatturato Margine lordo EBIT EBITDA
€ € € €
4.535,00 1.723,70 225,00 444,50
Fig. 9 Nostro adattamento su fonte: barillagroupbarillagroup-bilancio2008/2009
27
31/12/2009 € € € €
4.171,00 1.798,49 320,10 527,00
4. Conclusioni
In un contesto molto complesso il Gruppo Barilla ha dapprima sostenuto e poi rafforzato i propri valori aziendali. La consapevolezza dei cambiamenti che hanno caratterizzato il triennio 2007-2009 ha fatto si che l’azienda affrontasse al meglio una crisi mondiale implementando,sostenendo e realizzando un massiccio piano industriale. Nel primo anno di crisi, risalente al 2008 , l’azienda ha portato avanti delle politiche di rafforzamento che le hanno permesso di affrontare al meglio la situazione generale che piano piano si stava creando . È nel 2009 che la Barilla risente in maniera più significativa dell’imponente crisi finanziaria riflettutasi, successivamente, sul piano alimentare e delle materie prime. Tale andamento negativo a livello Mondiale ha principalmente
colpito l’azienda nel
perimetro Italia ed essendo questo il luogo nel quale maggiori sono i fatturati aziendali si è determinata una chiusura di bilancio negativa.
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Riferimenti Bibliografici
CARAMIELLO C., DI LAZZARO F., FIORI G., Indici di bilancio. Strumenti per l’analisi gestionale, Milano, Giuffrè, 2003 FERRERO G., DEZZANI F.,Manuale delle analisi di bilancio. Indici e flussi, Milano,Giuffrè , 1979 BARILLA GROUP, Bilancio 2008 BARILLA GROUP, Bilancio 2009 BARILLA GROUP, Rapporto di sostenibilità 2008 BARILLA GROUP, Rapporto di sostenibilità 2009
Riferimenti sitografici www.barillagroup.com www.gruppobarilla.it www.istat.it www.corriere.it www.repubblica.it
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