Analisi dell'andamento turistico nella provincia di Nuoro: i turisti inglesi

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A.D. MDLXII

U NIVERSITÀ DEGLI S TUDI DI S ASSARI F ACOLTÀ

DI

L INGUE

E

L ETTERATURE S TRANIERE

___________________________

CORSO DI LAUREA IN MEDIAZIONE LINGUISTICA

ANALISI DELL’ANDAMENTO TURISTICO NELLA PROVINCIA DI NUORO: I TURISTI INGLESI

Relatore: PROF. GAVINO MARIOTTI

Correlatore: PROF. ANTONIO PINNA

Tesi di Laurea di: MICHELA SERRA

ANNO ACCADEMICO 2010/2011



INDICE

INTRODUZIONE

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CAPITOLO 1. IL TURISMO: DEFINIZIONI ED ASPETTI GENERALI 1.1. Le caratteristiche del turismo

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1.2. Le motivazioni e i bisogni del turista

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1.2.1. Vitto e alloggio

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1.2.2. L’arte e la cultura

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1.3. La destinazione turistica

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1.4. Le strutture turistiche

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1.4.1. Le strutture ricettive e la ristorazione

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1.4.2. Gli stabilimenti balneari

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1.5. Gli effetti del turismo

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1.6. Il ciclo dell'offerta turistica

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CAPITOLO 2 IL TURIMO NELLA PROVINCIA DI NUORO 2.1. La nascita del turismo in Sardegna

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2.1.1 Analisi del turismo in Sardegna

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2.2 Il peso del turismo sull’economia sarda

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2.3. La provincia di Nuoro

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2.4.Analisi dei flussi turistici provinciali

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2.5.Il turismo internazionale

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2.5.1I turisti inglesi

38

CONCLUSIONI

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BIBLIOGRAFIA 43

2


INTRODUZIONE

L’Italia rappresenta una delle mete predilette da milioni di turisti provenienti da tutte le parti del mondo, grazie al forte potere attrattivo esercitato dal patrimonio di risorse naturali, ambientali e soprattutto culturali. LaSardegnaè una delle regioni italiane maggiormente interessate dal fenomeno turistico, sebbene lo stesso si siasviluppato nell’isola in tempi relativamente recenti. Una forma primordiale di turismo sardo ha infattiavuto inizio negli anni sessanta, quando un gruppo di finanzieri internazionali diede vita al consorzio della Costa Smeralda, costruendo villaggi turistici di lusso, lungo le coste del Nord Sardegna. Si passerà in breve tempo da un turismo d’élite, accessibile apochi, ad un turismo di massa, capace dicoinvolgere un numero rilevante di villeggianti e di località costiere, con un impatto sul territorio sempre maggiore. Il lavoro analizza, oltre le dinamiche generali dell’attività turistica in Sardegna, gli elementi peculiari del turismo nella provincia di Nuoro. Nel primo capitolo delpresente lavoro è stato sviluppato uno studio sugli aspetti motivazionali connessi alla scelta della destinazione turistica. Oltre a questo,si sono messi in evidenza gli effetti prodotti dall’attività turistica sull’economia locale, sull’ambiente e sulle popolazioni che risiedono stabilmente nelle località vacanziere, evidenziando l’impatto che lo stesso esercita sul territorio, nonché le ricadute prodotte nella sfera sociale, culturale e ambientale. Nel secondo capitolo vienecondotta un’analisi sull’evoluzione storica delle dinamiche turistiche. A tale scopo si è proceduto alla raccolta e all’elaborazione di dati atti a spiegare le reali dimensioni del fenomeno indagato. L’arco temporale analizzato è quello che va dal 2007 al 2010. L’analisi si sofferma in particolare sulle performances turistiche della provincia di Nuoro, della quale esaminagli aspetti quali-quantitativi attraverso lo studio della domanda turistica,dell’offerta ricettiva,del profilo del consumatore e del 3


prodotto turistico nostrano. Infine si è voluta fare una distinzione tra turismo interno ed esterno, analizzando in particolare la domanda turistica dimatricebritannica,prediligendo questo, fra gli altri mercati stranieri, perché in continua espansione, in virtùdell’importante attività promozionale attuata dall’amministrazione regionale.

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CAPITOLO 1

1.1 Caratteristiche del turismo

Dare una definizione univoca del termine turismo non è facile,in quanto nel corso degli anni diversi sono stati i modi per definirlo nel tentativo di arricchirne il significato con nuove variabili. In un’accezione generale può essere definito come l’insieme delle relazioni che nascono per lo spostamento temporaneo delle persone. Il termine turismo deriva dal francese “tour”1, che significa giro, circuito, e indica uno dei presupposti perché si possa parlare di turismo: il viaggiatore deve prevedere non solo la partenza, ma anche il ritorno, in un tempo ragionevolmente lungo,diversamentesarebbe più appropriato utilizzare il termine “escursione”. Non è necessaria, perché si parli di turismo, una motivazione particolare allo spostamento. In sostanza non viene definito turista solo che si allontana dalla propria dimora per divertimento, svago, vacanza, ma anche chi si sposta per lavoro, motivi religiosi, studio, etc.…. Elementi essenziali del turismo sono quindi la mobilità e il pernottamento, infatti non tutti i viaggi hanno scopi turistici, basti pensare al viaggio quotidiano del pendolare, che sicuramente non ha connotazione “turistiche”, perché si svolge tra luoghi di vita abituale e si caratterizza per una durata limitata. Possiamo, invece, considerare turismo il viaggio di lavoro, che ha come scopo incontrare un cliente o partecipare a un congresso. Si parla in questi casi di turismo d’affari2.

1

Tale termine fu usato per la prima volta nel XVIII secolo dagli inglesi per descrivere il fenomeno del Gran Tour.

2

Uno spostamento di durata inferiore alle 24 ore, e che, quindi non da luogo a pernottamento genera un fenomeno “escursionista”, viceversa si da luogo a insediamento quando si permane in un paese straniero per più di 12 mesi.

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L’Organizzazione Mondiale per il Turismo (OMT) offre una definizione di“turista”universalmente accettata, definendo lo stesso come“chiunque viaggi in paesi diversi da quello in cui ha la residenza abituale, al di fuori del proprio ambiente quotidiano per un periodo di almeno una notte ma non superiore a un anno e il cui scopo abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese visitato.In questo termine sono inclusi coloro che viaggiano per svago, riposo e vacanza; per visitare amici e parenti; per motivi di affari e professionale; per motivi di salute, religiosi e altro ”. Nonostante la definizione offra una caratterizzazione chiara e definita del turista, esiste un’oggettiva difficoltà nella raccolta dei dati connessi all’attività turistica. La stessaOMT si trova nell’impossibilità di disaggregare le informazioni relative agli spostamenti compiuti nel mondo e alle motivazioni individuali che li determinano. In via esemplificativa si definiscono, quindi, turisti, tutti i viaggiatori, con le sole eccezioni dei diplomatici, dei militari, dei nomadi, dei rifugiati e degli immigrati. Il grafico seguente riporta, sinteticamente, la classificazione dei viaggiatori fornita dall’OMT (vedi grafico 1.1), dal quale si evinceche i viaggiatori non sempre sono inclusi nelle statistiche ufficiali, e che pertanto solo taluni spostamenti sono rilevanti ai fini della raccolta dei dati turistici.

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GRAFICO 1.1. CLASSIFICAZIONE DEI VIAGGIATORI SECONDOL’OMT

VIAGGIATORI

Non inclusi in statistiche turistiche

Inclusi in statistiche turistiche

Escursionisti(senza un pernottamento) Turisti( almeno un pernottamento Per lavoro

Per svago

per altri motivi

Lavoratori giornalieri Nomadi Passegeri in transito Rifugiati Forze armate iplomatici Immigrati

Il turismo si compone di tre momenti3,ognuno ognuno dei quali ha un impatto diverso sull’ambiente: a. Il turismo attivo: è ili momento in cui si forma la domanda turistica. Interessa le aree d’irradiazione irradiazione turistica; è compiuto dal viaggiatore con i suoi spostamenti, i suoi effetti sui luoghi di origine non sono molto visibili; b. Il turismo circolatorio: è il momento cui attiene la mobilità turistica. turistica Riguarda iguarda le aree in cui i flussi transitano per raggiungere le destinazioni finale, tali spostamenti possono anche provocare danni ambientali per le emissioni di scarico e l’alterazione del paesaggio per la costruzione delle infrastrutture di trasporto c.

Il turismo passivo: è il momento ricettivo e si manifesta nelle

aree di destinazione dei flussi turistici, anche in questo caso sulle aree di

3

Toschi U.(1994), Corso di geografia geo economica generale, Macrì, Firenze-Bari

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destinazione possono verificarsi degli effetti negativi dovuti alla speculazione edilizia, inquinamento e al sovraffollamento. Negli ultimi anni il settore turistico si trova in una fase di profonda evoluzione, i cambiamenti della società moderna, la globalizzazione e lo sviluppo del processo tecnologico hanno generato un nuovo modo si concepire il turismo. La domanda turistica si muove verso nuove forme di turismo e il processo decisionale del turista è sempre più selettivo, orientato alle variabili della qualità del servizio, del rispetto e della tutela dell’ambiente e, soprattutto, mostra una nuova sensibilità al prezzo. Dal punto di vista delle caratteristiche temporali i flussi turistici globali sono in aumento, seppure per presentano una durata più limitata. Si tende, infatti, verso una destagionalizzazione dei flussi turistici e alla ripetitività tendenziale delle occasioni di consumo turistico, nel senso che si assiste ad una distribuzione dei periodi di vacanza durante tutto l’anno, moltiplicando le opportunità di svago in soggiorni brevi, di pochi giorni o anche di un solo week-end. Anche dal punto di vista dell’organizzazione della vacanza si possono notare numerosi cambiamenti. Si assiste a un tendenziale abbandono dei viaggi di gruppo, si preferisce il trasporto aereo a quello su strada o su ferro, grazie anche alla nascita di compagnie low-cost, preferite a quelle tradizionali; cresce la tendenza a ritardare le prenotazioni e del fenomeno last minute; aumentano gli acquisti via internet e si domandano in prevalenza pacchetti turistici più personalizzati, a scapito di quelli tradizionali all-inclusive.

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1.2 Le motivazioni e i bisogni del turista

Le motivazioni del turista sono importanti sotto differenti punti di vista.Un fenomeno di particolare interesse è la crescente frammentazione delle motivazioni del turista. Il lavoro, il divertimento, il relax appaiono ormai categorie troppo generiche. Una prima grande suddivisione può essere fattasul viaggio per vacanza e il viaggio per lavoro4. Nel 2005 gli italiani hanno fatto oltre 100 milioni di viaggi,di cui il 14% per motivi di lavoro e l’86% per vacanza5. Tuttavia si può dire con certezza che gli spostamenti per lavoro garantiscano una domanda di beni e servizi regolari, contribuendo ad aumentare il tasso di utilizzo delle strutture alberghiere. Tra le altre motivazioni si annoverano: la cultura, lo sport, la religione, l’apprendimento di una lingua straniera(che può essere per alcuni aspetti racchiuso nel viaggio inteso come vacanze per altri in quella di viaggio di lavoro), etc.…La motivazione “lavoro” ha un peso relativamente ridotto sui viaggi degli italiani,per via del fatto che risulta essere più breve di quello per vacanza. Tuttavia si deve dire che il viaggio di lavoro ha il vantaggio di garantire una domanda di beni e servizi abbastanza regolari. Un altro aspetto importante è quello che riguarda i bisogni del turista, che possono essere materiali o immateriali, reali o psicologici. I bisogni psicologici possono riguardare aspetti materiali e immateriali e hanno a che fare con la qualità dei beni, come per esempio il comfort. I bisogni,che variano da persona a persona,riguardano in concreto tutti i turisti a prescindere dalla destinazione, dai motivi del viaggio. I bisogni reali e psicologici espressi da una donna di sessanta anni saranno sicuramente differenti da quelli espressi da una donna di trenta anni. Possiamo trovare differenti categorie di bisogni: il trasporto, l’alloggio il vitto, la salute e il benessere.Il trasporto è sicuramente un’esigenza fondamentale generata dal fenomeno turismo, che non esisterebbe senza il movimento. Il mezzo di trasporto preferito dagli italiani è l’automobile privata con il 63,9% di preferenze. Con una percentuale molto distante 4 5

Fonte: Turismo, Ospitalità e Tempo Libero, Pietro Taronna, ISFOL. Fonte: elaborazione IsfolOrientaonline su dati Istat.

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troviamo, al secondo posto l’aereo, in aumento grazie alle notevoli riduzioni delle tariffe aeree. È proprio grazie alla nascita delle compagnie lowcost abbiamo dei grandi cambiamenti nel settore turistico. I viaggi lowcost sono la nuova frontiera del trasporto aereo e rappresentano una rivoluzione culturale del volo. Per lowcosts’intende una compagnia che effettua voli di linea da un aeroporto ad un altro, al costo più basso possibile, eliminando tutti gli elementi di servizio aggiuntivi a quelli del purotrasporto che non sono strettamente necessari.

L’introduzione di queste compagnie dette anche no frills ha

modificato non solo il modo di viaggiare, ma anche le abitudini di vita di molte persone. Quando parliamo di lowcost non ci riferiamo solo alla tariffa ridotta, ma includiamo una serie di politiche turistiche. La nascita di queste compagnie e la conseguente riduzione del prezzo, ha aumentatol’accessibilità al viaggio a diverse fasce di utenti, facendo diventare l’aereo che è così diventato un mezzo di uso comune. Insieme al lowcost sono nate nuove destinazioni che fino a quel momento erano escluse o tenute ai margini delle rotte dalle principali compagnie di bandiera, e hanno preso vita lecity break ossia città o paesi, prima sconosciuti, ora visitati da centinaia di persone.

1.2.1 vitto e alloggio

L’alloggio costituisce un fondamentale bisogno del turista, nonchéuna delle principalivoci di spesa del budget di viaggio. Quando parliamo di alloggio, bisogna distinguere due tipi di offerta; quella alberghiera e quella che viene chiamata complementare. Nell’offerta alberghiera troviamo le strutture alberghiere, untempo distinti in alberghi, locande e pensioni.Dal 1983 sono stati unificati e classificati in cinque categorie. Quando parliamo di ricettività complementare, includiamo gli alloggi in affitto, i villaggi turistici, i campeggi, gli ostelli per la gioventù. A questo tipo di sistemazione bisogna aggiungere i conventi e le seconde case. La tipologia di alloggio più diffuso è l’albergo, seguita dalla sistemazione gratuita presso parenti o amici. 10


1.2.2 L’arte e la cultura

L’arte e la cultura, oltre ad essere causa di movimento turistico, sono anche percepite come dei plus richiesti ed apprezzati dai viaggiatori, nei loro viaggi di lavoro o nelle vacanze al mare. Se il bisogno di arte e cultura non è il motivo che determina il viaggio, molto spesso è l’elemento condizionante la scelta della destinazione turistica. Un indagine svolta dall’Isnart-Unioncamere6 analizza il ruolo svolto dall’arte e dalla cultura per il rilancio del settore turistico. Nel 2005, in questo comparto operavano 1500 imprese attive nel settore delle attività culturali e 2057 musei. L’indagine ha registrato la presenza di oltre 700 mila posti letto nelle città d’arte, di cui il 55% in strutture alberghiere. Nonostante la prevalenza di alberghi di media categoria come le 3 stelle, il numero di posti letto nelle strutture di alto livello come i 4 e 5 stelle risultava più alta della media nazionale. Nel 2009, quasi il 35% dei turisti in Italia sceglieva le città d’arte come meta per le proprie vacanze. Negli ultimi cinque anni, la domanda culturale è cresciuta notevolmente in termini di arrivi mentre è diminuita in termini di presenze. Negli anni2005-2006,le città d’arte potevano contare su oltre 93 milioni di presenze7, a cui è seguito un 2007 di crisi (con una perdita di ben 7 milioni di presenze) e un 2008-2009 in ripresa. Per quanto riguarda gli arrivi, nel biennio 2005-2006, le città d’arte hanno visto 3 milioni di arrivi in più. Il diverso andamento di arrivi e presenze dimostra il cambiamento dei gusti e delle tendenze del turista culturale. Oggi le città d’arte si visitano in maniera maggiore rispetto al passato ma il turista cerca di pernottare il meno possibile Inoltre bisogna ricordare il turismo organizzato, che rappresenta in quest’ambito una componente molto importante.

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Osservatorio nazionale sul turismo, Il turismo in Italia nel 2005- Focus sui mercati stranieriPrevisioni 2006, Isnart-Unionicamere, febbraio 2006 7

Fonte: Osservatorio nazionale del turismo

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1.3 La destinazione turistica

Spesso nel linguaggio comune si tende a semplificare ladefinizione didestinazione riferendolaal solo luogo d’arrivo di un viaggio. Tale definizione, seppure giusta, appare troppo riduttiva del significato del termine, inoltre, nonostante l’uso diffuso in letteratura del termine, non esiste un’unanimità, né sui suoi aspetti definitori, né per quanto riguarda i suoi contenuti. Nel settore del turismo le vere entità concorrenziali sono le destinazioni, spazi geografici nei quali l'ospite ha a disposizione l'intera gamma di prestazioni che ritiene necessarie al suo soggiorno. Le dimensioni di questi spazi vanno definite in modo più o meno ampio, in relazione alla tipologia di turista: quanto più aumenta la distanza tra il luogo di destinazione e il luogo di provenienza dell'ospite, tanto più ampio dovrà essere lo spazio geografico della destinazione. La definizione di destinazione che abbiamo dato presuppone un approccio fortemente orientato al cliente e al mercato. Spesso nella letteratura è possibile trovare divergenze riguardante sia i sinonimi del termine indicati spesso come luogo, territorio, regione, ecc., sia diverse, se pur complementari, descrizioni sul suo contenuto. A livello generale possiamo definire le destinazioni turistiche come “ un insieme di entità concorrenziali spazialmente definite, intese come prodotto o insieme articolato di prodotti che il turista, ovvero il cliente, considera determinanti nell’ambito del proprio soggiorno”. Le destinazioni turistiche sono località che riescono a riassumere al loro interno elementi tali da rendere attraenti e fruibili per i turisti e, quindi, a costituire un prodotto vendibile. Dove per prodotto s’intende ciò che viene offerto sul mercato e può assumere la forma materiale di un bene o quella immateriale di un servizio. Il prodotto è sempre costituito dalla somma di 3 elementi8: 1. La materia prima, che in questo caso è rappresentata da un servizio di base; 2. la trasformazione, l'assemblaggio, il coordinamento della materia prima;

8

Giorgio Castoldi, Itinerari e destinazioni, La geografia per gli operatori turistici, Hoepli 2007

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3. la commercializzazione e quindi la pubblicizzazione, la distribuzione e la vendita.

1.4 Le strutture turistiche

Per far funzionare una destinazione turistica non è sufficiente che essa possieda elementi di attrazione, le caratteristiche naturali e le doti proprie di un luogo non bastano a rendere una località turistica ma sono indispensabili strutture adeguate. Alcune destinazioni nascono insieme alle strutture, in un disegno preordinato (villaggi, alberghi al mare costruiti da tour operator, parchi, ecc.). In altri casi l’organizzazione complessiva deve essere faticosamente costruita mediante un rapporto stretto fra operatori privati e operatori pubblici. È proprio per la mancanza di quest’organizzazione che mete dotate di enorme potenziale non riescono a trasformarsi in effettive destinazioni: si pensi alle risorse di gran parte dell’Africa, dell’America meridionale e anche dell’Italia meridionale, che non sono adeguatamente sfruttate. Viceversa,esistono casi in cui le strutture diventano elemento di attrazione in località che, altrimenti, nonavrebbero molto da offrire. Basti pensare alla riviera romagnola che, pur non avendo particolari pregi naturalistici rispetto a molta parte dell’Italia riesce ad attirare oltre 20 milioni di presenze in poco più di 40 km di litorale, grazie ad un’offerta impressionante per dimensioni e per capacità di rispondere alle più diverse esigenze turistiche. Molti dei bisogni dei turisti richiedono, infatti,apposite strutture, a cominciare da quelle della ricettività fino a quelle più specifiche e particolari.

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1.4.1Le strutture ricettive e la ristorazione

Le strutture ricettive costituiscono indubbiamente in nucleo della dotazione infrastrutturale per il turismo. Gli esercizi ricettivi nel nostro paese sono oltre 113 mila9. Di questi 33 mila sono alberghi e quasi 80 mila esercizi complementari.I posti letto che questi esercizi sono in grado di offrire sono 4 milioni e la tipologia di struttura con la maggiore capacità ricettiva è quella dei campeggi e villaggi turistici. Dopo i campeggi e i villaggi vengono gli alberghi a 3 stelle, con 914.778 letti distribuiti in quasi 14.000 esercizi.

L’altra grande

categoria di fondamentale interesse è quella delle struttureper la ristorazione. I ristoranti presenti in Italia sono oltre 84 mila e 141 Mila i bar e i caffè. La distribuzione territoriale dei ristoranti è piuttosto omogenea in rapporto alla popolazione, anche se tende a decrescere leggermente da nord a sud.

1.4.2 Gli stabilimenti balneari

Nonostante i vari fattori quali, la frammentazione dei periodi di ferie durante l’anno e la polverizzazione delle destinazioni turistiche, quello balneare rimane l’aspetto preponderante del fenomeno turistico di massa del nostro paese. Più del 39% di presenza nel nostro paese riguarda località marine, con oltre 83 milioni di presenze italiane e 52 milioni di turisti stranieri. Tutto ciò rende gli stabilimenti balneari una delle istituzioni centrali tra le strutture dell’accoglienza turistica del nostro paese. Nel 2005 gli stabilimenti balneari attivi erano 4803. Le regioni preferite dai turisti sono state sia nel 2003 sia nel 2004, l’Emilia Romagna e la Sardegna, mentre nei primi mesi del 2005 sono

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Istat, capacità degli esercizi ricettivi, dati 2003

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subentrate la Liguria, l’Emilia Romagna e la Toscana. La presenza del turismo straniero riguarda circa un terzo della clientela complessiva, con la gran parte di turisti tedeschi concentrati verso l’Emilia Romagna, Sicilia e Veneto. L’offerta alberghiera in località balneari, che costituisce il 42% del totale delle strutture ricettive, è composta per oltre il 50% da strutture a 3 stelle, mentre quelle di alta categoria non raggiungono il 20%. L’offerta extra alberghiera è invece costituita per quasi il 40% da campeggi e villaggi turistici, mentre il 16% circa è rappresentato dagli alloggi in affitto. Per quanto riguarda la spesa, nel 2004 gli stabilimenti balneari hanno realizzato quasi 16 miliari di euro dovuti al turismo italiano.

1.5 Gli effetti del turismo

Il turismo ha oggi un impatto sistemico sul territorio, dove si sviluppa, con ricadute di nature sociale, culturale e ambientale. Esso è, infatti, un potenziale di generazione di ricchezza per le popolazioni residenti e orienta l’attività locale, la strutturazione e l’infrastrutturazione e genera delle esigenze di consumo. Il suo impatto sul territorio genera anche delle esternalità che possono essere così riassunte: 1.

Stimolo alla creazione di nuove imprese nel settore ricettività,

alla ristorazione, delcommercio, dell’intrattenimento e dei servizi; 2.

Creazione di potenzialità occupazionali nel settore turistico e

nei settori collegati; 3.

Aumento del valore patrimoniale dei terreni e degli immobili;

4.

Generazione di ricchezza legata alla spesa dei turisti e,

indirettamente, attraverso imposte e tasse sul turismo; 5.

Sviluppo di mezzi di comunicazione, creazione dei servizi,

valorizzazione dei luoghi, miglioramento della qualità di vita.

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Gran parte della ricchezza che il turismo è in grado di muovere proviene dalla spesa sostenuta dai visitatori, infatti, il 56% della spesa turistica complessiva è costituita dai consumi diretti dei turisti10. Nondimeno, il turismo ha degli aspetti negativi: Tra gli effetti economici negativi sono rinvenibili: l’aumento dei prezzi delle abitazioni; gli aumenti delle aliquote dei tributi locali, il rincaro dei servizi in corrispondenza all’inizio della stagione turistica. A livello ambientale i rischi che si corrono sono l’inquinamento ambientale, la congestione del traffico, il sovraffollamento,il depauperamento delle risorse naturali, etc.… Nonostante il turismo costituisca un’attività economica in grado di mettere in atto unindotto straordinariamente ampio e procurare vantaggi al territorio, lo sviluppo dello stesso richiede una pianificazione ex ante.Si parla infatti, in questi anni, di turismo sostenibile, ossia dello sviluppo di attività turistiche a basso impatto ambientale, che non alterino gli ecosistemi e rispettino la capacità di carico dell’ambiente naturale.

1.6Il ciclo dell’offerta turistica

Il ciclo dell’offerta turistica11è un sistema che consta di diverse fasi, ognuna delle quali ha un’ importanza particolate. La prima fase del ciclo inizia nel momento in cui il tour operator o l'ente di promozione turistica o l'operatore di accoglienza, formula un'offerta turistica. Se escludiamo alcuni turisti più avventurosi, sono ben pochi coloro che affrontano il viaggio senza sapere cosa li attende, nessuno deciderebbe la sua meta senza conoscere quali attrattive presenta. Le fasi dell’offerta coinvolgono sia soggetti istituzionali sia commerciali. I primi sono gli enti di promozione turistica,mentre i secondi sono quelli chevengono chiamati tour operator. 10 11

Fonte: World Travel &Tourism Counsil (WTTC) Fonte: Turismo, Ospitalità, e Tempo Libero, Pietro Taronna, ISFOL.

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Una seconda fase del ciclo è rappresentata dalla comunicazione: chi ha formulato l'offerta porta a conoscenza del potenziale turista, le risorse, le attrattive, le strutture e i servizi di cui potrà usufruire in una determinata località. In questa fase intervengono oltre agli enti di promozione e ai tour operator anche l’editoria turistica, le agenzie di viaggio e gli operatori locali. A questo punto il consumatore entra in gioco come soggetto attivo nella fase decisionale.Il soggetto fa la propria scelta sul viaggio da compiere. Scegliere la meta, il periodo, la spesa e la sistemazione.La quarta fase del ciclo è quella del trasferimento verso la destinazione, si prosegue con “l’accoglienza”, momento nel quale il turista entra in contatto con il sistema ricettivo.Il trasferimento coinvolge diversi vettori, dalle compagnie aeree, ferroviarie, navali. In seguito il turista assume la veste di consumatore; svolge le attività, gode di servizi, consuma prodotti (fase di consumo). Si prosegue con il viaggio di ritorno. Quando il turista rientra a casa, gli effetti dalla sua esperienza non si esauriscono: sia perché possono essere in corso attività legate a essa, sia perché egli ha lasciato, nei luoghi visitati, tracce del suo passaggio, contestualmente egli riporterà ricordi, impressioni, emozioni che possono influenzare le future scelte turistiche.

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CAPITOLO 2 LA PROVINCIA DI NUORO

2.1 Nascita del turismo in Sardegna

Già nel 1918 esistevano guide turistiche sulla Sardegna e sulle bellezze naturalistiche, ma s’iniziò a parlare di vero e proprio turismo solo agli inizi degli anni sessanta, quando fu fondata dal principe ismailita Aga khan, la costa Smeralda. Sorse così Porto Cervo nel comune di Arzachena, che sin dagli inizi si caratterizzò come meta turistica di lusso, apprezzata per la qualità degli spazi abitati, e per lo splendore del patrimonio ambientale nel quale era ubicata. Alla nascita di Porto Cervo ben presto seguirono porto Rotondo, Ramazzino, Cala di volpe. Mentre la Costa Smeralda si affermava sempre più nel jet-set internazionale, in molti comuni costieri iniziava la corsa alla costruzione d’insediamenti turistici. Ovunque, su tutta la costa orientale, si moltiplicarono case, si costruirono alberghi, camping, villaggi turistici che, in quegli anni risultaronovincenti nella formula e nei contenuti. Il settore turistico crebbe in quegli anni in maniera esponenziale, fino a diventare uno dei settori principali delle attività economiche dell’isola. Lo sviluppo del turismo segna l’inizio della lottizzazione costiera su tutta l’isola da parte d’imprenditori privati, per lo più, forestieri, mentre i sardi solo dopo aver superato la diffidenza iniziale nei confronti dei turisti, prendono coscienza e iniziano ad interessarsi alla speculazione immobiliare e all’attività turistica.Conseguentemente, negli anni ’70, a causa di questo forte interessamento, si è registrato un eccessivo sfruttamento delle coste: nuove costruzioni, principalmente seconde case, spesso di scarsa qualità, iniziavano ad occupare la costa, a danno dell’equilibrio dell’intero sistema naturale. Negli anni 90 diversi governi regionali hanno cercato di attuare un piano paesaggistico conlo scopo di preservare, tutelare, valorizzare l’identità ambientale, storica e culturale. Questo piano ancora oggi è oggetto di continue polemiche e di continui tentativi di modifiche.Dopo gli 18


sconvolgimenti edilizi e i cambiamenti nel genere di vita delle popolazioni locali a scapito del preesistente equilibrio territoriale e sociale, si è cercato di indirizzare l’industria turistica verso una crescita razionale e diversificata, proponendo nuove tipologie turistiche atte a ridurre gli impatti ambientali e a crearenuove occasioni di sviluppo nelle aree marginali. L’offerta e la domanda ricettiva crescono esponenzialmente: Alla fine degli anni 60 si contano nell’isola un totale di 16.313 posti letto, 14.209 nei 222 esercizi alberghieri, 846 nelle pensioni e 1258 nelle locande. Nel 1969 si registrano 398.004 arrivi, il doppio rispetto al 1960. Anche gli stranieri aumentano significativamente, triplicano in termini di arrivi e presenze. Di pari passo con le iniziative pubbliche continuano le attività dei privati, gli annitra il 69 e il 79 possono essere considerati come anni di frenetica lottizzazione del territorio. Nella seconda metà degli anni settanta, le politiche dei grandi insediamenti avevano esaurito sia i flussi finanziari, sia la capacità di promuovere l’isola, ma proseguela politica turistic regionale. Nel 1980 si contano sull’isola 503 alberghi e 63 esercizi extralberghieri per un totale di 43.954 posti letto. Tuttavia nel periodo che va dagli anni 80 al 2000, la crescita della ricettività è abbastanza contenuta rispetto agli anni precedenti. Oggi possiamo sicuramente considerare il turismo come un settore con grandi sbocchi occupazionali in grado di portare alla Sardegna grandi ricchezze.

2.1.1 Analisi della situazione recente del turismo inSardegna L’evoluzione della domanda ricettiva registrata in questi ultimi anni pone in evidenza una crescita che non ha fatto altro che rafforzare la posizione dell’isola rispetto alle altre regioni del mezzogiorno. Nel corso degli anni si è assistito alla nascita di nuove priorità che hanno modificato il modo di intendere il turismo. Uno dei fattori principali rimane la crescita del turismo balneare che ha consentito un grande cambiamento per quanto riguarda i territori della zona costiera. Secondo i dati Istat nel 2006 l’offerta della regione Sardegna si collocava, in Italia, al 15° posto per il numero degli esercizi ricettivi, 19


con un totale di 2.267 unità, e al 10° posto per posti letto,, che ammontano a 184.796.Nel Nel dettaglio vi erano 1.141 esercizi extralberghieri tralberghieri e 826 alberghieri (grafico 2.1)

Grafico 2.1. Percentuale del numero degli esercizi ricettivi presenti in Sardegna. ardegna.

STRUTTURE RICETTIVE IN SARDEGNA

46% 54%

EXTRALBERGHIERE

ALBERGHIERE

Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008) e Regione Sardegna (2008).

L’offerta sarda conta nel 2007, 2939 unità con un totale di 191.074 posti letto.. Nel dettaglio: ill settore turistico è composto da 855 strutture per un totale di 100.924 posti letto distribuite nelle varie province. Per quanto riguarda le categorie si è notata una prevalenza di tre stelle con un 55%, mentre solo il 2% è occupato da strutture a 5 stelle, le quali più della metà si concentrano nella provincia di Olbia Tempio. La tabella 2.1. ci offre in dettaglio ilnumero dei posti letto diviso per le 20


provincie della Sardegna.

Tabella 2.1. – Distribuzione delle strutture ricettive nelle province sarde(2007)

.

PROVINCE

ALBERGHIERI

EXTRALBERGHIER TOT

CAGLIARI

23.427

I 14.443

37870

CARBONIA-

2.412

2.308

4.720

IGLESIAS MEDIOCAMPIDA

1.673

905

2.578

NO NUORO

9.832

8.391

18.223

OGLIASTRA

5.416

7.565

12.981

OROSTANO

3.373

8.848

12.221

OLBIA-TEMPIO

38.681

37.894

76.545

SASSARI

16.110

9.874

27.159

SARDEGNA

100.924

84.556

192.297

Fonte: elaborazione da Regione Sardegna(2008)

Il settore extralberghiero è costituito da 84.556 posti letto: il 73% è rappresentato ai bad&breakfast, seguono le case in affitto in misura del 14%, i campeggi e i villaggi turistici ( 7% ) e infine gli agriturismi (6%). Da non tralasciare il settore delle seconde case, che risulta essere una fetta considerevole nell’offerta ricettiva. Secondo una stima i risulta che nei comuni costieri siano presenti circa 261.000posti letto12, un numero decisamente

12

Laboratorio territoriale per la progettazione integrata Olbia-Tempio: valore ottenuto da elaborazioni dati Censimento Istat 2001, considerando 4,5 posti letto per abitazione

21


superiore a quello del comparto alberghiero, a testimonianza dello squilibrio esistente a favore del turismo in appartamento.

2.2 Il peso del turismo sull’economia italiana e sarda

Il turismo contribuisce in maniera sostanziale alla crescita del sistema economico locale. Tuttavia, risulta difficoltoso misurare l’entità precisa di tale contributo all’economia, specialmente se si fa riferimento all’indotto che lo accompagna.Quando i turisti alloggiano in un territorio acquistano beni e servizi che parzialmente si confondono con quelli domandati dalla popolazione residente, è difficile per questo definire quali sono i beni e servizi chiesti dal turista e quantificare statisticamente la relativa domanda. È indiscutibile che esista una molteplice varietà di strutture, di culture, di specialità e di caratteristiche regionali nel territorio italiano. Ciascuna regione è dotata di una propria dimensione, di una propria struttura economica ed in particolare di una vocazione turistica diversa nel peso e nella forma. Nel peso perché ci sono regioni dove il turismo ha poca incidenza ed altre in cui invece è parte integrante dell’economia; nella forma perché le caratteristiche dell’attività turistica dipendono dalla struttura stessa del territorio: mari, monti, colline, monumenti, musei, benessere, convegni, sono tutte caratteristiche che differenziano le regioni nell’attività turistica. Allora diventa difficile dare unavalenza al fenomeno del turismo. Le rilevazioni ISTAT offrono uno spunto di riflessione e forniscono informazioni circa gli aspetti dimensionali del fenomeno (vedi Tab. 2.2)

22


Tabella 2.2.Presenze ufficialisu popolazione anno 2006 REGIONI

ITALIANI

STRANIERI TOTALE

Piemonte Vald’Aosta

1409 17.247

1.13 8.45

2.542 25.700

Lombardia

1.403

1.43

2.831

Trentino

19.392

21.82

41.208

Veneto

5.275

7.18

12.435

Friuli

4.114

2.88

6.996

Liguria

6.363

2.48

8.839

Emilia

6.815

2.06

8.872

Toscana

6.91

5.4

11.254

Umbria

4.675

2.36

7.030

Marche

7.163

1.33

8.495

Lazio

2.166

3.69

5.856

Abruzzo

4.928

0.76

5.688

Molise

2.133

0.19

2.320

Campania

1.898

1.41

3.307

Puglia

2.168

0.37

2.536

Basilicata

2.654

0.29

2.949

Calabria

3.341

0.74

4.082

Sicilia

1.768

1.14

2.905

Sardegna

4.393

1.95

6.346

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Dalla tabella si evince che le regioni con più spiccata vocazione siano trentino, Val d’Aosta, Veneto e Toscana, quelle invece in cui il turismo pesa meno sono Campania, Sicilia, Piemonte e Lombardia. I motivi di tale differenza sono molteplici: la conformazione del territorio, la vicinanza e lontananza dal mare o dalla montagna, la presenza di monumenti, etc.…La conformazione geografica risulta un vincolo insormontabile, ma esistono innumerevoli 23


strumenti per aumentare ntare l’attrattività di un territorio per richiamare potenziali visitatori, alcuni esempi sono la creazione di musei, parchi di divertimenti, l’organizzazione di meeting e spettacoli, spettacoli etc.. In Italia talia la spesa dedicata al turismo ha un’incidenza media del 13% sul bilancio di ogni famiglia, e per alcune persone la vacanza rappresenta la principale voce di spesa. Tuttavia l’Italia non è la nazione che detiene il primato quando si parla di domanda omanda turistica internazionale. internazionale Il grafico 2.2 mette in evidenza la domanda domanda turistica internazionale nell’anno 2009.

internazionale Classifica dei ei primi 10 Grafico 2.2.Laa domanda turistica internazionale. Paesi per arrivi turistici 80 70 60 50 40 30

Serie 1

20 10 0

Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008) e Regione Sardegna (2008). L’Italia si posiziona al quinto posto della graduatoria, con 43,2 milioni di turisti, dopo i paesi con cui essa è in diretta concorrenza, vale a dire la Spagna e 24


la Francia. Per quanto riguarda la Sardegna nel 2009 ci sono state 2,4 milioni di presenze13, il 3,5% in più rispetto al 2008. Mentre le presenza turistiche sono state di 12,3 milioni, lo 0,1% in più rispetto al 2008. Gli occupati nel settore alberghiero sono 35,8 migliaia di unità , pari al 5,8% degli occupati della regione. Il valore aggiunto per il comparto alberghi e ristoranti è di 1, 4 miliardi, circa il 4% del valore aggiunto calcolato a livello regionale. La Sardegna si colloca al primo posto quando parliamo della crescita annua calcolando il peso degli arrivi nel periodo 2006/2009

13

Spesa turistica 2010, Esercizi alberghieri, posti letto e qualità, arrivi e presenze al 2009,valore aggiunto e occupati al 2007. Fonte SRM su ISTAT 25


Grafico 2.3. La domanda turistica in Sardegna:le best performance

Valore media % quota di mercato degli arrivi del periodo 2006/200914 7 6 5 4 3 2 Serie 1

1 0

Inoltre la Sardegna è la prima regione meridionale per concentrazione degli arrivi e delle presenze negli esercizi complementare (arrivi 25,6 e presenze 33,0). È la prima regione ione meridionale per tasso di utilizzazione utilizzazione netta degli esercizi alberghieri,, ed è la III regione meridionale per spesa turistica straniera; 565 milioni nel 2010, dopo la Campania e la Sicilia

2.3 La provincia di Nuoro Il turismo nella provincia di Nuoro rappresenta una quota che va dal 15 al 20% del fenomeno,, l’analisi complessiva dei dati evidenzia per la provincia di Nuoro rispetto anche alla situazione nelle altre provinceed provinceed a quella regionale, regiona una significativa crescita dell’offerta turistica relativamente alle strutture alberghiere ed extralberghiere. Pur registrando una notevole crescita, non si sono ancora raggiunti quegli standard,, in particolare quelli quantitativi, delle regioni del mondo turisticamente più sviluppate in relazione soprattutto alla 14

Fonte SRM su ISTAT

26


potenzialità dell’offerta turistica globale attualmente disponibile in provincia di Nuoro. Proprio per sopperire a queste carenze, l’ESIT ( Ente Sardo Industrie Turistiche) dedicò un’attenzione particolare alla provincia di Nuoro, nel cui ambito decise di localizzare alcuni impianti alberghieri (Ortobene, Tonara). Si trattava, come si vede, di scelte volte a sostenere e stimolare un’attività turistica legata alla montagna. La via dello sviluppo, che successivamente il turismo provinciale avrebbe intrapreso, andò invece in tutt’altra direzione, orientandosi decisamente, come il resto del turismo regionale, verso le coste, ovvero verso lo sfruttamento delle tematiche marino-balneari. Ciò che conta di più è che di sviluppo si è trattato, ed anche abbastanza consistente. Ancora agli inizi degli anni settanta la provincia di Nuoro era in grado di offrire nelle strutture alberghiere poco più di 3000 letti, pari a circa il 15,8% degli allestiti in Sardegna; attualmente l’offerta sfiora i 12.000 posti letto, rappresentando il 21,8% del totale regionale15. Più consistente è stato il balzo in termini di recettività classificata extralberghiera: nel 1970 i relativi posti letto provinciali rappresentavano appena il 9% di quelli regionali; oggi la percentuale è del 27,7%. L’appeal esercitato dalla provincia di Nuoro si dimostra sempre più netto e crescente, rappresenta una delle mete più amate per chi vuole fare le vacanze al mare e presenta un’offerta turistica molto variegata e articolata, con un elevato rapporto qualità prezzo. La provincia si caratterizzaper una domanda di prodotto prevalentemente balneare ed è evidente che la forte dipendenza da questo fattorefa si che le strutture ricettive soffrano di una forte stagionalità, come del resto succede in quasi tutta l’isola. La provincia per le sue peculiarità, uniche del suo territorio, ben si presta allo sviluppo di questo settore, nell’ottica di una delocalizzazione dell’offerta verso le zone interne e di un arricchimento dell’universo marino balneare. Chi già opera nel turismo attivo riscontra ogni anno un sensibile aumento delle presenze, le potenzialità sono enormi ma ancora in larga parte inespresse.

15

Fonte: pubblicazione 3° rapporto sull’economia della provincia di Nuoro

27


Tuttavia la provincia di Nuoro non ha mai ottenuto unprimato per quanto riguarda il turismo, infatti la domanda turistica sarda si concentra principalmente nelle provincie di Olbia-Tempio con il 40,33% di arrivi, Cagliari con il 26%, Sassari con il 16% ed infine Nuoro con solo l’8,03%, seguito dall’Ogliastra, da Carbonia Iglesias e dal Medio Campidano. Possiamo sicuramente confermare che la provincia è interessata dal fenomeno turismo grazie al connubio tra ospitalità e paesaggio ma è sicuramente svantaggiata in quanto le infrastrutture di primaria importanza quali porti aeroporti si trovano ad una distanza che rendono località come la provincia di Olbia Tempio più pratiche per trascorrere le vacanze. Tutto ciò non haimpedito che ultimi anni si registrasse una crescita. La tabella 2.3 mostra gli arrivi negli esercizi ricettivi che vanno dal 2007 al 2010 suddivisi per tipologia e categoria ricettiva. Quello che si nota osservando il numero degli arrivi in questi anni e che questi sono effettivamente aumentati complessivamente, la differenza è da ricercare nella tipologia di struttura ricettiva che il turista ricerca. Da rilevare come il numero degli arrivi è diminuito negli esercizi alberghieri di 3, 4 e 5 stelle, mentre è aumentato il numero degli arrivi nelle strutture con una, due stelle, negli esercizi complementari e nei bed& breakfast. Le cause di tutto ciò possono essere ricercate nel difficile periodo economico che si sta attraversando.

28


Tabella 2.3: Arrivi negli esercizi ricettivi della Provincia di Nuoro, per tipologia, categoria ricettiva. Anni 2007-2010 ESERCIZI

2007

2008

2009

2010

ESERCIZI ALBERGHIERI

162.005 158.348 152.520 154.014

1 STELLA E DUE STELLE

3.902

2.191

3.346

4.417

3 STELLE

43.770

44.929

42.374

40.196

4 STELLE, 5 STELLE E 5 STELLE LUSSO 97.004

93.970

90.211

93.014

RESIDENZE TURISTICO ALBERGHIERE 17.329

17.258

16.589

16.387

ESERCIZI COMPLEMENTARI

31.076

32.733

38.743

37.948

BED&BREAKFAST

1.998

793

5.324

5.196

Fonte: elaborazioni del Servizio della Statistica Regionale su dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali per l'Indagine ISTAT "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi"

2.4ANALISI

DEI

FLUSSI

TURISTICI

PROVINCIALI:

LESTRUTTURE

RICETTIVE. Come si nota nel grafico 2. qui sotto l’offerta turistica ricettiva di Nuoro e provincia è costituitaattualmente da un totale di 15.279 posti letto16, divisi tra strutture alberghiere ed extralberghiere. Le strutture alberghiere (Alberghi e alberghi residenziali) in provincia di Nuoro sono costituiti da 100 strutture, complessivamente sono disponibili 8962 posti letto, concentrati nelle categorie 16

Fonte: dati Istat 2006, Guida all’ospitalità 2007

29


dei 3- 4 stelle. Gli alberghi sono costituiti da 93 strutture e complessivamente sono disponibili 7271 posti letto anche in questo caso concentrati nelle categorie dei 3-4 stelle. Gli alberghi residenziali sono costituiti da sole 7 strutture con un totale di 1691 posti letto concentrati nella categoria dei 3 stelle.

30


GRAFICO 2.4 TOTALE POSTI LETTOPROVINCIA DI NUORO

STRUTTURE RICETTIVE

EXTRA ALBERGHIERE

ALBERGHIERE

ALBERGHI 7271

ALBERGHI RESIDENZIAL I 1691

B&B 523

CAMPEGGI 5604

C.A.V 46

CASE PER FERIE 12

OSTELLI 65

AFFITTACA MERE

65

onte: dati Istat 2006, Guida alla ospitalità 2007. Fonte:

31


E’ evidente che in territorio così ampio e disomogeneo quale quello della provincia di Nuoro la distribuzione delle attività turistiche non possa presentare il carattere dell’uniformità. Si è già visto d’altro canto, come le strutture ricettive mostrino una netta predilezione a localizzarsi lungo la costa. Possiamo dire che il territorio della provinciapuò essere diviso in 4 zone differenti alcune con un forte impatto turistico altre dove il turismo non è riuscito a diventare un importante risorsa economica. L’area della provincia con un numero maggiore di posti letto è quella della Baronia con un totale di 5078 posti letto17divisi nei comuni di Galtelli, Lodè, Orosei, Posada, Siniscola e Torpè. Di seguito troviamo la Barbagia con 2950 posti letto distribuiti nei comuni di Bitti, Ottana, Orgosolo, Orani, Nuoro, Oliena, Gavoi, Fonni, Dorgali. Le aree in cui il turismo si è sviluppano meno sono quelle del Marghine e del Mandrolisai con rispettivamente un totale di 155 posti e 682 posti letto che complessivamente costituiscono solo il 10% del turismo presente su tutta la provincia. Tuttavia si può fare una differente suddivisione alberghiera rispetto alle varie aree, che consiste nel dividere l’area costiera e l’area non costiera. Dove appunto nell’area costiera troviamo solo cinque paesi che sono Dorgali, Siniscola, Posada,Orosei e Torpè.

17

Fonte: dati Istat 2006: Guida all’ospitalità 2007

32


Grafico 2.5. Concentrazione oncentrazione turistica per zona

Concentrazione turistica per zona NON COSTIERA

COSTIERA

10%

90%

Fonte: dati Ista 2006 Come possiamo notare solo il 10% delle strutture alberghiere è concentrato nella zona non costiera, mentre per quanto riguarda la concentrazione concentra turistica per zona in quella non costiera la percentuale di arrivi è pari al 21% contro i 79% della zona costiera. Per quanto riguarda la durata della vacanza Tabella 2.4. Numero mero arrivi e presenze anno 2006

l aMESE 2006

ARRIVI 1.719

PRESENZE6.682

p

FEBBRAIO

1.968

3.999

e

MARZO

2.663

6.191

APRILE

12.949

43.777

MAGGIO

18.753

63.879

GIUGNO

26.938

177.546

LUGLIO

31.533

261.459

AGOSTO

38.138

296.561

e

OTTOBRE

13.459

68.516

n

NOVEMBRE

2.976

10.463

DICEMBRE

2.541

7.551

174.248

1.092.704

r m a n

TOTALI

Fonte: elaborazione dati Provincia di Nuoro; assessorato allo sviluppo economico

33


La brevità della stagione turistica costituisce il problema più evidente per le attività del comparto, giacché incide direttamente sul conseguimento dell’equilibrio economico-gestionale. La causa principale del fenomeno è da imputarsi alla scarsa differenziazione dell’offerta, quindi al prevalente comportamento dei turisti attratti dalla tematica privilegiata a livello di organizzazione delle attività turistiche. Gli effetti più evidenti che questo fenomenoconcorre a generare riguardano soprattutto i prezzi. Il basso tasso di utilizzazione delle strutture, dovuto all’eccesiva brevità della stagione turistica, impone di recuperare un minimo di equilibrio gestionale attraverso la pratica dei prezzi elevati. Tuttavia bisogna dire che se da un lato la collocazione verso l’alto del binomio qualità prezzo impedisce la scomparsa delle attività turistiche, da un altro lato ne limita fortemente la possibilità di crescita, quanto meno rispetto alla potenzialità di base. Ciò significa che le risorse di cui il territorio provinciale dispone risultano sottoutilizzate, ed è un grave danno, considerando il ruolo che il turismo potrebbe e dovrebbe ricoprire in un’economia nella quale gli altri comparti produttivi presentano elementi di estrema e oggettiva debolezza.

2.5 Il turismo internazionale Anche in tempo di crisi, l’Italia resta in cima alla classificadelle mete di viaggio più desiderate all’estero, ma riduce la sua quota. Nel 2009 un viaggio nelbel paese è stato richiesto all’ 80,9% dei tour operator europei. Malgrado l’evidente appeal del nostro paese i progetti di viaggi in Italia si trasformano in viaggi venduti solo nel 34% dei casi18.La crisi investe anche il turismo, ma la flessione del nostro Paese a livello internazionale è tutto sommato contenuta. 18

Fonte: elaborazione dati Unioncamere- Isnart

34


Questo è dovuto anche agli sforzi che stanno facendo le imprese del settore. Le politiche di contenimento dei prezzi degli hotel, soprattutto di categoria superiore, sono state una scelta efficace per fronteggiare il calo generalizzato della domanda. Negli ultimi anni nonostante la crisi generalizzata la Sardegna registra incrementi negli arrivi e una crescita del mercato straniero. Certo è che la crisi sta modificando le abitudini dei turisti, fa testo a questo proposito la diminuzione della permanenza, mentre è certamente positivo il nostro dato sugli arrivi. Rispetto ad altre regioni italiane la Sardegna ha registrato risultati nettamente migliori. Tuttavia la clientela della provincia di Nuoro è formata prevalentemente da italiani, specie in alta stagione. Si tratta prevalentemente di famiglie, per cui la principale motivazione è la ricerca di relax in un ambito costiero spettacolare. Si tratta di un tipo di clientela che per questioni logicoorganizzative è poco propensa a spostarsi. Sempre per questo motivo tende a preferire, ove il budget lo permetta, strutture che gli diano la possibilità di riposarsi e di staccare dalla routine familiare quotidiana. Gli stranieri dimostrano invece una buona propensione alla scoperta del territorio e anche durante il soggiorno balneare partecipano alle escursioni proposte o si auto- organizzano per effettuare visite a luoghi di interesse naturalistico o culturale. Gli intermediatori stranieri, infatti, vanno incontro a questa esigenza e tendono ad evidenziare maggiormente, rispetto agli operatori italiani, la possibilità di arricchire la propria vacanza con escursioni alla scoperta del territorio e dell’enogastronomia. I turisti stranieri in modo specifico sono propensi a forme più attive di interazione con il territorio (vela, bicicletta, trekking, arrampicata, …) e a vivere la Sardegna come “terra di scoperta” La presenza di turisti stranieri è in crescita nelle strutture alberghiere, che sono quelle che più scontano gli effetti della crisi: tra alberghi e villaggi ha soggiornato il 12,7% in più rispetto al 2009 a fronte di un calo complessivo del 13,2% del numero di persone che hanno fatto le vacanze nell'Isola19. Per il settore alberghiero significa un incremento di spesa del 19,8% ottenuto grazie ai

19

Fonte: elaborazione dati Regione Autonoma della Sardegna

35


viaggiatori che provengono da oltre confine.La crescita negli alberghi è confermata anche dai dati giugno-agosto: i viaggiatori stranieri, in questi tre mesi, sono aumentati del 10% passando da 205 mila a 221 mila nel 2010. In questo periodo la permanenza media si è ridotta, rispetto all'anno precedente, di mezza giornata. Di seguito troviamo una tabella che mette in mostra il numero degli arrivi dal 2007 al 2010. Come possiamo notare il turismo straniero è costituito da neanche la metà del turismo complessivo e possiamo anche constatare come il numero di arrivi era superiore nel 2007 rispetto agli anni successivi. Tabella 2.6. Arrivi negli esercizi ricettivi della Provincia di Nuoro, per paese di residenza

ORIGINE

2007

2008

2009

2010

ITALIANI- STRANIERI

195.079

191.874

196.587

197.158

STRANIERI

78.547

66.758

68.702

74.549

AFRICA

237

179

143

193

ALTRI PAESI

1.149

1.073

473

251

AMERICHE

1.217

1.201

1.143

1.411

ASIA

268

298

501

353

EUROPA

75.397

63.583

66.066

71.897

Fonte: elaborazioni del Servizio della Statistica Regionale su dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali per l'Indagine ISTAT "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi"

Per quanto riguarda la composizione della clientela straniera osserviamo il grafico qui di seguito.

36


Grafico 2.6.Composizione omposizione clientela straniera

Composizione clientela straniera: presenza 2007 FRANCIA 7% AUSTRIA 4% REGNO UNITO 2% STATI UNITI 0% BELGIO 2%

PAESI BASSI 13% GERMANIA 41%

ALTRI PAESI 12% SVIZZERA 18% SPAGNA 1%

Fonte: elaborazione dati Provincia di Nuoro: Assessorato allo Sviluppo Economico

Come possiamo notaree quasi la metà dei turisti stranieri presenti nella provincia è costituito dai tedeschi che nel 2007 contavano 143.538 presenze20, costituendo da solo quasi la metà del mercato straniero.Il trend positivo è da ricondurre non solo alla straordinaria bellezza del mare e delle coste della Sardegna, nonché dell'entroterra ricco di cultura, tradizioni popolari ed itinerari enogastronomici,i, particolarmente apprezzati dal turista tedesco, ma anche ai comodi collegamenti aerei che offrono i voli diretti giornalieri per Olbia sia da Stoccarda che da Monaco di Baviera.La Sardegna e la provincia puntano ad un

37


turismo di qualità, rispettoso dell'ambiente ed incentrato su un onesto rapporto qualità-prezzo, cosciente di trovare nel turista tedesco un interlocutore in grado di apprezzare l'impegno infrastrutturale e l'esclusività ricettiva con cui l'isola sa accogliere i propri ospiti.

2.5.1. I turisti Inglesi La regione Sarda negli ultimi anni conferma il suo interesse verso il turismo anglosassone che con 77 mila turisti e 400.000 presenze all’anno21, rappresenta uno dei mercati più interessanti per l’isola. Un bacino d’utenza che si posiziona tra i primi cinque mercati d’Europa. Proprio a causa di questo forte interesse per questo nuovo mercato la Sardegna ha stipulato nel 2011 un accordo comarketing con il tour operatorSardaturHolidays per portare sull’isola i vacanzieri britannici.Un turismo di alta qualità che arriverà in Sardegna con i voli della BritishAirways, compagnia di bandiera inglese, che per la prima volta atterrerà all’aeroporto di Olbia Costa Smeralda. La regione non ha speso risorse a fondo perduto ma ha dato un contributo di 1,50 euro per ogni passeggero sbarcato negli scali di Cagliari e Olbia.Il nuovo volo è stato attivato grazie alla collaborazione instaurata sin dal 1995 con la Regione Sardegna dal Tour Operator “SardaturHolidays” che, per nella stagione 2010, ha operato settimanalmente con voli diretti da Londra Heathrow, Edimburgo e Manchester per Cagliari-Elmas con la compagnia aerea BritishAirways, trasportando 5.515 turisti con un aumento del 75% rispetto al 2009. La SardaturHolidays opera attraverso un catalogo interamente dedicato alla Sardegna, con un sito web contenente informazioni sul territorio isolano e su numerose strutture ricettive sarde. Un catalogo che viene distribuito a circa 3.500 agenzie di viaggio ed a 38.000 clienti diretti. Il risultato di questa collaborazione ha generato una presenza media, in strutture ricettive classificate, di circa 10 notti per passeggero con pacchetti da 7 e 14 notti, producendo circa 55.000 presenze. 21

Fonte: elaborazione dati Regione autonoma della Sardegna

38


Si rafforza così il legame con i mercati inglesi che già aveva mostrato il suo interesse per l’isola. Il rapporto con la Sarda Tour serve appunto per trovare nuovi sbocchi turistici. L’obiettivo è quello di sfruttare un mercato in continua crescita magari provando a destagionalizzare il turismo in Sardegna anche se la concorrenza è notevole. Sono tante le iniziate svolte ad aumentare il turismo britannico, per questo motivo ogni anno la Sardegna si trova a Londra in occasione del World Travel Market che può essere considerato quanto di meglio offre il business-to-business del panorama turistico internazionale. Il WTM è una tappa fondamentale nellapromozione turistica isolana, dando la possibilità ad imprenditori ed operatori di aggiornarsi sugli sviluppi del settore. Nonostante le tante iniziative atte ad incentivare il turismo da parte della Gran Bretagna e nonostante questo sia in continua crescita, continua a costituire una minima parte del turismo presente sull’isola e in particolare nella provincia di Nuoro.

Tabella 2.5: Arrivi negli esercizi ricettivi della Provincia di Nuoro ORIGINE

2007

ITALIANI

E 195.079

2008

2009

2010

191.874

196.587

197.158

STRANIERI F STRANIERI o

197.158

66.758

68.702

74.549

nREGNO UNITO

3.094

3.711

3.049

2.043

t Fonte: elaborazioni del Servizio della Statistica Regionale su dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali per l'Indagine ISTAT "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi"

Come possiamo notaredai numeri mostrati nella tabella2.5 i dati non fanno certo pensare ad un incremento di questo tipo di turismo. Nel 2009 e 39


2010 il numero di arrivi è diminuito di quasi un terzo rispetto agli anni precedenti, va tuttavia ricordato che non solo questo tipo di turismo ha incontrato difficoltà nel corso degli ultimi anni, ma tutto il settore del turismo in generale.Per quanto riguarda la distribuzione nelle varie strutture ricettive osserviamo la tabella di seguito:

Tabella 2.6. Distribuzione clientela nelle strutture ricettive ARRIVI

2007

ESERCIZI

PRESENZE

2008

2009

2010

2007

2008

2009

2010

2.638

3.163

2.365

1.693

9.765

13.362

10.643

7.998

422

540

483

228

1.681

1.704

2.016

741

34

8

201

122

62

22

820

1.059

ALBERGHIERI

ESERCIZI COMPLEMEN TARI

B&b

Fonte: elaborazioni del Servizio della Statistica Regionale su dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali per l'Indagine ISTAT "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”

I dati analizzati comprendono inizialmente una suddivisione generale che riguarda gli arrivi nella provincia di Nuoro e le presenze effettive. Si è preso in esame nella tabella 2.6.il periodo che va dall’anno 2007 al 2010, dividendo gli esercizi alberghieri, quelli extralberghieri e i B&B. Le uniche strutture che hanno 40


subito un incremento sono appuntoi B&B che sono partiti dal 2007 con solo 62 presenze per arrivare al 2010 con 1.059, un dato che fa ben sperare è che pone in evidenza un fenomeno che si trova agli albori ma che riscuote già un gran successo. Dati allarmanti tutti gli altri, dove ad essere colpiti maggiormente sono stati gli esercizi complementari, che registrano nel 2009 un forte aumento rispetto al 2007, mentre nel 2010 si ha un calo improvviso e le presenze sono meno della metà rispetto al 2009. Numeri che non fanno altro che porre in evidenzia reali problemi che il turismo sta attraversando non solo con la clientela straniera, ma anche con quella italiana.È evidente che la Sardegna ha sofferto negli ultimi anni delle stagioni turistiche difficili, e le ragioni che lo hanno determinato sono state la crisi economica internazionale, che ha inciso pesantemente soprattutto nelle tasche degli italiani, spropositato e indebito aumento delle tariffe marittime, cui in parte è stato posto rimedio con l’attivazione della flotta sardae una supposta e diffusa nomea di una ‘Sardegna costosa’. Nonostante ciò, il crollo del turismo isolano si è invece limitato ad un 5,6% di arrivi (343 mila presenze in meno), frutto di un -14% di calo a livello nazionale, il mercato che soffre di più, e di un +8,7% di crescita di arrivi dall’estero, anche grazie all’azione di promozione in fiere e workshop attivata dalla Regione. In Europa, dove l’uso del web per pianificare le vacanze è in costante crescita, l’interesse per la Sardegna, non a caso, aumenta di pari passo con le presenze di visitatori.

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CONCLUSIONI

Il presente lavoro ha voluto analizzare il comparto turistico nella provincia di Nuoro. Sin dagli anni settanta questa regione geografica è stata meta di migliaia di turisti, che hanno fatto di questo territorio un grande protagonista del turismo isolano. La ricerca ha voluto inizialmente quantificare il fenomeno presente nella provincia di Nuoro, attraverso l’analisi dei dati forniti dall’ISTAT. La provincia oggi è costituita da un totale di 15.279 posti letto divisi tra strutture alberghiere ed extralberghiere. Le strutture ricettive tendono a localizzarsi principalmente nelle coste, prediligendo un turismo di tipo balneare, che si concentra, pertanto, nei mesi estivi. Nonostante la crisi economica di questi anni, il turismo sardo è in fase di crescita. L’analisi del trend nelle annualità 2007-2010 mostra una tendenza costantemente in crescita, sebbenesia diminuita la spesa media affrontata dai turisti. A tale riguardo si è osservatoche il numero degli arrivi è diminuito negli esercizi alberghieri a 3, 4 e 5 stelle, mentre è aumentato nelle strutture ad una, due e stelle, negli esercizi complementari e nei bed& breakfast. Per quanto riguarda il paese di provenienza della clientela incoming, più del 40% dei turisti stranieri è tedesco. Questo risultato è il prodotto di unaelaborata rete di collegamenti aerei offerti dai voli diretti che collegano Olbia a Stoccarda e Monaco di Baviera. La Gran Bretagna rappresenta, invece,solo 2% del turismo totale, nonostante la Regione abbia negli ultimi anni mostrato molto interesse per il bacino anglosassone. Proprio per questo motivo la RegioneSardegna ha stipulato un accordo co-marketing con un tour operator inglese, con lo scopo di promuove l’isola in Gran Bretagna. Questo ha permesso l’introduzione di voli giornalieri durante il periodo estivo da Londraper la Costa Smeralda, con la speranza di incentivare i viaggiatori britannici a raggiungere le destinazioni dell’isola.

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iskire.net


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