IL NUOVO SISTEMA DI ALLERTA A livello nazionale, il sistema di allertamento è regolato dalla Direttiva PCM del 27/02/2004, che prevede sul territorio italiano un sistema di centri, denominati Centri Funzionali, che effettuino la raccolta, il monitoraggio e la condivisione di dati meteorologici, idrogeologici e idraulici, la previsione dei fenomeni meteo e dei conseguenti effetti al suolo, il monitoraggio degli eventi. La finalità di tale compito è di fornire un servizio continuativo per tutti i giorni dell'anno e, se del caso, su tutto l'arco delle 24 ore giornaliere, di supporto alla protezione civile regionale per l'adozione degli stati di allerta e per la gestione dell'emergenza. La Regione Toscana, con Delibera di Giunta Regionale n. 611 del 2006, ha reso operativo il proprio Centro Funzionale, ha stabilito le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile. Per la previsione dei fenomeni meteorologici la Regione si avvale del Consorzio LaMMA. Con delibera 395 del 7 aprile 2015 “Approvazione aggiornamento delle disposizioni regionali in attuazione dell'art. 3 bis della Legge 225/1992 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 - Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale" Con la legge Regionale sono state individuate 26 zone omogenee e Pisa ricade nella zona A6 insieme a Livorno e Rosignano. La legge introduce, oltre a soglie omogenee di allarme, un nuovo evento cui riferirle: temporali. Utile evidenziare che un TEMPORALE FORTE è quello con cumulata superiore a 40 mm in 1 ora oppure intensità superiore a 20 mm in 15 minuti. I livelli di allerta sono: ordinario ( codice giallo), moderato ( codice arancione) e elevato ( codice rosso).
COME SI E’ ATTREZZATO IL COMUNE DI PISA - EVERBRIDGE Nella consapevolezza dell’incremento dei fenomeni di piogge intense e della predisposizione del nuovo sistema di allertamento della regione Toscana, il Comune di Pisa si è attivato ormai da 18 mesi per lavorare in ottica di prevenzione e di intervento in caso di emergenza. Le riunioni di coordinamento sono state avviate già nell’estate 2013 e sono proseguite sia nel 2014 che nel 2015. Una riunione di coordinamento specifica è stata indetta a luglio 2015 prima dell’entrata in vigore del nuovo testo regionale.
Nelle riunione sono stati definiti i cardini base delle attività di controllo di competenza di ciascun ente coinvolto nell’emergenza al fine di poter predisporre, in tempi brevi e prima della stagione autunnale, uno specifico protocollo di attività con relativa checklist. Inoltre la protezione Civile del Comune di Pisa, prima esperienza in Italia, ha adottato un sistema di gestione delle emergenze denominato EVERBRIDGE, che nel mese di settembre sarà esteso alla comunicazione con la cittadinanza in emergenza. La peculiarità, che contraddistingue il sistema Everbridge è la sua capacità di raggiungere il destinatario della notifica attraverso piattaforme multiple (voce/sms/mail/telefono satellitare, app smartphone) scelte direttamente dall’utente in base anche alle proprie esigenze e necessità. Il sistema Everbridge quindi, al momento della notifica, invia lo stesso messaggio con più metodi fino a quando non riceve dallo stesso la conferma della ricezione.
Nel mese di settembre partirà una campagna informativa anche per i cittadini che desiderino essere informati di particolari criticità in ambito urbano in caso di emergenza. L’EVENTO DEL 24 AGOSTO L’elaborazione del Centro Funzionale della Regione Toscana è disponibile online. Lo stralcio dei dati per l’evento di Pisa dimostra, semmai ce ne fosse bisogno, che la pioggia caduta dalle 4 alle 7 di mattina rappresenta un evento di carattere eccezionale. Il termine “eccezionale” in idrologia è riferibile alla serie storica di dati disponibili ed alla sua elaborazione statistica espressa in “Tempo di Ritorno”. Il Tempo di Ritorno, di fatto l’inverso della probabilità, può esprimersi come il tempo che statisticamente intercorre tra due eventi di uguale intensità. L’evento nelle 3 ore del 24 agosto su Pisa ha un tempo di ritorno compreso tra 200 e 300 anni. In questo tipo di eventi intensi, in una realtà come quella costiera caratterizzata da basse pendenze e sistemi di deflusso a sollevamento meccanico, la rete fognaria inizialmente contribuisce con volumi importanti a fare crescere i livelli nei corpi idrici finali (che infatti sono innalzati di 1.20 in meno di due ore) salvo poi andare in crisi quando gli elevati livelli di valle ne impediscono il deflusso. A parte condizioni critiche locali, dunque, esistono soglie di
precipitazione al di sopra delle quali, per intensità e durata, il sistema complessivo va in stallo e le zone più basse si allagano uniformandosi a tali livelli. Fino a quando i livelli nei corpi ricettori non si abbassano il sistema non può tornare alla normalità ( I fossi nel caso specifico calano in funzione dei pompaggi ai sistemi idrovori o alla normalizzazione dei livelli per gravità che comunque è alquanto lenta). L’evento ha generato uno scenario senza precedenti. Di seguito i numeri: • • •
Superficie interessata dal fenomeno: 10,76 Km2 Numeri civici coinvolti: 9989 Strade interessate: 522
COME SI ORGANIZZA LA PROTEZIONE CIVILE. L’efficienza di una organizzazione di protezione civile si misura anche sulla sua flessibilità organizzativa e sull’interpretazione delle priorità nei diversi eventi. A titolo di esempio, non si possono mettere sullo stesso piano eventi di crisi dovuti alle piene dell’Arno e gli allagamenti dovuti a piogge intense. Nel primo caso si applica una pianificazione specifica con interventi mirati e di impatto crescente sulla città in base all’evolversi della piena: gli operatori e i volontari sono organizzati sul territorio con una forte interazione con la cittadinanza; le scuole e le università possono essere chiuse, si montano le paratie sugli argini del Fiume per prepararsi al passaggio della piena e tante altre attività che richiedono grande coordinamento e che richiedono un molto tempo. In caso di piogge intense e di allagamenti diffusi, tutto questo non avviene. L’allagamento è improvviso e può riguardare un solo quartiere su cui concentrare le risorse e le energie oppure una grande parte della città con migliaia di situazioni di disagio e di necessità locali. In genere, come spiegato, con le piogge intense che superano una certa soglia il sistema va in stallo e fino a quando non si abbassano i livelli di valle molte attività che sembrano urgenti, per esempio i pompaggi dalle proprietà private più depresse, sono assolutamente inutili. Il compito della Protezione Civile inizialmente è quello di cercare di ricostruire lo scenario di intervento e di monitorare e intervenire su tutti quei fattori che ne influenzano dimensione e criticità. L’attenzione, dunque, è rivolta alla verifica dei sistemi di pompaggio e degli snodi idraulici, all’approvvigionamento anche fuori città di mezzi e uomini per gli interventi di pompaggio che inizieranno, tuttavia, in una fase successiva; alla verifica delle priorità sanitarie ( Ospedali e RSA), delle infrastrutture viarie (strade di grande comunicazione, ferrovie, aeroporto), alla gestione della viabilità dove possibile e per quanto possibile e alla disponibilità elettrica e idrica. Un evento intenso che allaga una città pone a tutti le stesse problematiche di movimento: i mezzi di soccorso hanno difficoltà a raggiungere qualunque posto e si trovano imbottigliati in traffico o in strade allagate: anche questo fattore deve essere considerato per rendere prioritari gli interventi e non vanificare la disponibilità di mezzi che poi non possono raggiungere le zone di intervento. Nelle zone allagate, se non per necessità impellenti, si deve evitare di transitare con mezzi su gomma per evitare di generare onde che aggravano la situazione senza portare alcun beneficio. Inutile il ricorso alle pompe, piccole o grandi, fino a quando non si è ripristinato un sistema capace di ricevere le acque sollevate. Si predispongono centralini per ricevere le chiamate e si devono fornire informazioni su canali specifici per aggiornare la popolazione.
Tutte attività che la protezione civile ha svolto anche in questa fase con competenza e massimo impegno. Non è un caso che il quartiere di Porta a Lucca, in cui è stato attivato il Piano antiallagamenti nelle prime ore della mattina, è rimasto indenne da allagamenti nonostante 90 mm di acqua piovuta. Sono stati oltre 300 gli uomini e le donne impegnati per 36/48 ore consecutive. Complessivamente oltre 4000 ore di attività con un pompaggio di acque, a partire da quando si sono abbassati i fossi, per un totale approssimato di 122.000 mc. In questi dieci anni la protezione civile pisana ha saputo affrontare emergenze diverse e molto impegnative vedendosi riconosciute capacità organizzative e di intervento messe spesso a disposizione per scenari di emergenza in altri territori . I progetti europei, gli interventi nazionali ed internazionali, l’attività di informazione alla cittadinanza e nelle scuole, le pianificazioni anche di dettaglio per rischi specifici (Pisa è ancora l’unica città che dispone di un piano di PC in caso di incidente aereo) hanno fatto del sistema Pisano un riferimento regionale e nazionale. Bertolaso prima e Gabrielli poi ne hanno tessuto le lodi e riconosciuto i meriti.