visioni / lorenzo cagnoni
Il settore fieristico oggi deve guardare oltre i suoi confini
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ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
Le attività fieristiche e quelle congressuali sono due facce che appartengono alla stessa medaglia. E se il mercato interno ristagna, è evidente che la competizione si sposta a livello internazionale...
i fatti del giorno
company
media
scenario
La multinazionale introduce la nuova e attesa possibilità
Una campagna, pianificata da Carat, spinge il modello
Ma dalle copie digitali arriva qualche nota più positiva
Arriva il consueto monitoraggio del ConsumerLab
Microsoft: pubblicità anche sulle Msn App
Sorpresa Opel, adesso c’è una Corsa tutta nuova
Diffusioni giù, i quotidiani italiani perdono il 7%
Gli Hot Consumer Trends per il 2015. Li svela Ericsson
marketplace Guinness Original ha cambiato look. E anche il design
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coverstory
link Da Mondelez arriva un severo monito “digitale”
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Anatomia del disruptor
Come e perché le aziende cambiano: c’è un ruolo particolare che davvero incide sulla trasformazione delle imprese. Ecco la descrizione puntuale delle differenti tipologie che animano una figura essenziale e sempre più spesso decisiva
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i fatti del giorno
Le app di Msn saranno presto disponibili anche per iOS e Android
Microsoft introduce la pubblicità sulle Msn App
Intanto Carlo Carollo è stato nominato a capo della divisione Consumer Channel Group di Microsoft Italia. Sostituisce Silvano Colombo, a sua volta chiamato alla direzione Retail Sales & Marketing nell’area Latin America di Pietro Castagna
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omincia all’insegna delle novità il 2015 di Microsoft. L’azienda basata a Redmond, Washington, ha infatti annunciato di aver introdotto la pubblicità sulle app Msn, rendendole disponibili alle agenzie e i brand partner, offrendo loro una nuova, interessante opportunità multipiattaforma per raggiungere e coinvolgere il pubblico di riferimento. Non solo, Microsoft Italia ha anche comunicato la nomina di Carlo Carollo a capo della divisione Consumer Channel Group.
Pubblicità sulle app
carlo purassanta 3
A partire da ieri, è possibile acquistare esperienze pubblicitarie sulle app Msn in 24 mercati, con dimensioni standard dell’annuncio (320 x 50 per i telefoni e 300 x 250 per i tablet) che semplificheranno il processo di acquisto degli articoli multipiattaforma. Inoltre, saranno ora disponibili anche le app Msn per iOS e Android, che amplieranno l’offerta pubblicitaria multischermo di Microsoft. Le app Msn,
con la loro interfaccia coinvolgente e una varietà inedita di contenuti provenienti da oltre 1.000 partner editoriali di tutto il mondo (che spaziano dai grandi brand multimediali agli operatori di nicchia specializzati), consentono agli inserzionisti di attingere a un’esperienza ricca e di alta qualità, attraverso la quale potranno accedere a un vasto mondo di contenuti aggregati estratti da tutto il web. Le app Msn permettono inoltre ai consumatori di personalizzare la loro esperienza Msn in un colpo solo, sincronizzando le loro impostazioni preferite su tutti i dispositivi. Gli inserzionisti avranno un’opportunità unica per raggiungere il loro pubblico, nel contesto di riferimento e con il giusto approccio, grazie a pubblicità mirate su più schermi e piattaforme.
Carlo Carollo è stato nominato a capo della divisione Consumer Channel Group Microsoft Italia annuncia oggi la nomina di Carlo Carollo a capo della divisione Consumer Channel Group, con riporto diretto all’a.d. Carlo Purassanta. Carollo succede a Silvano Colombo che assume la direzione Retail Sales and Marketing nell’area Latin America di Microsoft e sarà basato a Miami. Nel suo nuovo ruolo, Carollo si occuperà della definizione delle strategie e delle attività di distribuzione di dispositivi e servizi Microsoft rivolti al mondo dei consumatori attraverso partnership con
carlo carollo le principali catene retail e operatori mobili. Carollo collaborerà con l’ampio ecosistema Microsoft che coinvolge tutti i principali Oem per offrire agli italiani la migliore esperienza di acquisto e utilizzo di soluzioni ampiamente diffuse, come dispositivi e servizi Windows, Office, Xbox e accessori. In linea con la strategia “Mobile First, Cloud First”, Microsoft rinnova il proprio focus sull’offerta integrata di dispositivi e servizi e conferma il ruolo strategico del Consumer Channel Group, al fine di consolidare ulteriormente la diffusione dei device Microsoft in Italia attraverso l’ampliamento dei rapporti con i partner, come gli OEM, le catene di distribuzione e retail, oltre agli Operatori Telefonici per i device
delle terze parti. «Sono lieto che il team di Microsoft Italia che si rivolge al mondo consumer si arricchisca di nuovi stimoli grazie all’esperienza e il know-how che Carlo Carollo ha maturato e consolidato con passione in questi anni sul mercato. Sono certo che il suo contributo e la sua visione saranno fondamentali per proseguire nel percorso di trasformazione intrapreso da Microsoft in questi mesi, con l’obiettivo di indirizzare le necessità dei consumatori in termini di intrattenimento, comunicazione e produttività. Carlo succede a Silvano Colombo, che in questi anni ha saputo guidare con grande successo lo sviluppo del business in Italia in un mercato in forte evoluzione», ha commentato Purassanta. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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i fatti del giorno
comunicazione
Aziende
Triboo Media è più forte sul target da 18 a 24 anni dopo l’acquisizione tramite Html.it del 100% di Hedume di Sebastiano Zeri
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riboo Media ha annunciato di aver acquisito, tramite la sua controllata Html.it, il 100% di Hedume srl, società che vanta tra i suoi asset principali il sito Studentville.it, vero e proprio punto di riferimento online per gli studenti italiani, fondato nel 2007 da Luca Siciliano e Giuseppe Schipani. Il portale conta 1 milione di visite e oltre 2 milioni di pagine viste al mese (fonte: Google Analytics). StudentVille. it ha consolidato negli anni un posizionamento distintivo come strumento di informazione sugli argomenti di maggior interesse per i giovani, spaziando dalla musica al cinema, dall’attualità allo sport, oltre ad avere una community molto attiva. L’operazione permette a Triboo Media di confermarsi tra i primi tre canali di promozione italiani in termini di audience sviluppata sul target giovani, andan-
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Si tratta della società che vanta tra i suoi asset principali StudentVille.it, portale da 1 milione di visite e 2 milioni di pagine viste al mese. L’a.d. Zilli: «Con questo ingresso campagne più innovative e coinvolgenti»
Alberto Zilli, amministratore delegato di Triboo Media do a potenziare il già ampio network editoriale composto da siti come Angolotesti. it, R&B Junk, FlopTV, Gioco. it e Scuolazoo. «Questa operazione consente di ampliare ulteriormente la nostra offerta editoriale sul target fondamentale dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni - ha commentato Mas-
similiano Valente, amministratore delegato di Html.it e responsabile della strategia editoriale del gruppo Triboo Media -. StudentVille.it è da anni un punto di riferimento per gli studenti italiani, grazie a un’offerta integrata composta da un ricco archivio di appunti e guide, alle quali si affiancano servizi di
tutoraggio e percorsi di aiuto nelle delicate scelte di indirizzo scolastico». «Con l’acquisizione di Hedume Srl, e il conseguente ingresso nel nostro network del portale StudentVille.it, dalla quotazione abbiamo portato a quattro il numero di operazioni volte al rafforzamento del posizionamento competitivo nel settore editoria-publishing e alla diversificazione dell’offerta commerciale nel web advertising - ha dichiarato Alberto Zilli, a.d. di Triboo Media -. StudentVille è un progetto di medio-lungo termine, con ampi margini di sviluppo, perfettamente in linea con l’attuale strategia editoriale di Html.it. Siamo certi che questa operazione ci permetterà di creare sinergie vincenti sul pubblico giovane attraverso tutto il nostro network editoriale e di sviluppare campagne di comunicazione e adv online sempre più innovative e coinvolgenti, sfruttando al massimo le nostre competenze social».
Rohto lancia in Italia la linea Promedial con Dolci Advertising e al fianco di Kibo Management L’agenzia ha sviluppato una campagna multi soggetto, declinata su diversi device e materiali, fra cui una serie di azioni in store, leaflet, folder e un originale sito web di Matteo Dedè
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na nuova collaborazione per Dolci Advertising che, al fianco di Kibo Management, lancia Pr omedial, la linea di dermo-trattamento di Rohto, azienda giapponese leader mondiale nella ricerca dermocosmetica per la prima volta in Italia. L’agenzia si è occupata di sviluppare una campagna di comunicazione multisoggetto declinata su diversi materiali (comunicazione in store,
folder trade, leaflet consumatori e sito web). Efficace la scelta di colpire ogni target coinvolto (medico, farmacista, consumatore) con un messaggio specifico a lui dedicato. L’idea è quella abbandonare gli stereotipi della comunicazione dermatologica più classica, rappresentata da visi spesso omologati, a favore di uno stile più impattante e simbolico, tipico del linguaggio visivo giapponese. Un “+” bianco, dalla texture
vellutata e in netto contrasto con lo sfondo nero, è trattato come se fosse un pittogramma. Un copy potente ed essenziale recita “La tua pelle merita di +” alludendo alla carica innovativa della formulazione e del piano di lancio di Promedial. “Un debutto importante nel mercato dermocosmetico italiano - spiega Marco Benadì, partner & ceo di Dolci Advertising - L’efficacia e il rispetto che Promedial fornisce alle pelli sensibili sono lo specchio del rigore, dell’attenzione e della ricerca che Rohto ha perfezionato in 115 anni di esperienza mondiale. A noi il compito di comunicare questa realtà con la sua grande storia e di portare in Italia parte della cultura giapponese”. Al progetto hanno lavorato, sotto la direzione Creativa di Barbara Guenzati e Guido Cornara, l’art director Carlotta Zaina il copywriter Alberto Politi; Account sul progetto, Martina Mancini.
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Comunicate Responsivamente
Il nuovo Panorama.it è stato progettato in ottica responsive, capace di adattarsi a qualsiasi device. Ăˆ una filosofia che sta alla base del progetto di restyling. Allo stesso modo può essere pensata la comunicazione di oggi: nativamente capace di parlare la lingua di tutti i media.
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i fatti del giorno Telefonia
di Ottavia Quartieri
Wind e Giorgio Panariello sono on air con il secondo episodio della campagna
Prosegue il format Movie lanciato a novembre e ambientato su una navetta spaziale
eventi
la Gazzetta dello Sport e Technogym insieme a Pitti Uomo per la solidarietà
Sarà donato un euro in favore di Emergency ogni chilometro percorso nella corsa di Valentina Lunardi
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nche quest’anno, come da tradizione, La Gazzetta dello Sport è presente con il suo spazio al Pitti Uomo di Firenze, il salone declinato quest’anno attorno al tema WalkAboutPitti. In sintonia con il tema di questa 87ma edizione, La Gazzetta dello Sport, in collaborazione con Pitti Uomo e con Technogym, propone una corsa di solidarietà a favore di Emergency, posizionando tre tapis roulant all’interno della Fortezza da Basso e uno dentro il Gazza-
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Look Lounge. Tutti i visitatori della manifestazione fiorentina dedicata alla moda maschile saranno coinvolti nella performance solidale: per ogni chilometro percorso la rosea donerà 1 euro al progetto di Emergency per il centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Sulaimaniya in Iraq, che assiste le vittime della guerra e delle mine antiuomo. I protagonisti della moda incontreranno il mondo di Gazzetta nell’area GazzaLook Lounge, uno spazio all’interno della Fortezza per conoscere il mondo rosa, che ospiterà due eventi. Do-
mani alle 12 è in programma il premio GazzaLook: saranno annunciati i 10 capi del Pitti Uomo campioni di tendenza a giudizio di una commissione di stylist, e saranno inoltre assegnati uno speciale Premio della critica Sportlife all’indumento o accessorio che meglio interpreta lo spirito del Pitti Uomo e il premio GazzaLook Lettori ai tre capi più votati su Gazzetta.it. Moda e sport saranno protagonisti in un altro evento, oggi alle 16: al GazzaLook Lounge saranno svelate le maglie ufficiali dell’edizione 2015 del Giro d’Italia.
Wind è on air con il secondo spot della campagna televisiva, sempre con il format Movie lanciato a novembre, ed il suo testimonial Giorgio Panariello alle prese con l’affascinante genere cinematografico della fantascienza. In questo spot entriamo nuovamente nella tecnologica stazione spaziale orbitante. Giorgio ha appena concluso una passeggiata spaziale che gli ha messo appetito. Il suo vice, Giovanni Esposito, gli propone le solite compresse al buco nero di seppia. Ma Giorgio stanco di pasti poco gustosi prova ancora una vol-
ta a farsi aiutare dalla base terrestre per cercare di ordinare una pizza spaziale. Grazie al computer connesso all’Adsl Vera di Infostrada, in un attimo, la pizza ordinata è recapitata a domicilio da un pony express velocissimo. Al centro della comunicazione la nuova offerta Infostrada, per i clienti Wind in Special Edition a 19,95 euro al mese: Adsl Vera fino a 20 Mega e telefonate a 0 centesimi. Testimonial: Giorgio Panariello. Regia: Sydney Sibilia. Casa di Produzione: Fargo. Musica: Faith Calvin Harris.
Il noto testimonial dello spot Wind è Giorgio Panariello
stampa
di Giulia Zuffi
“Je suis Charlie. Matite in difesa della libertà di stampa” Un’azione distributiva imponente nelle edicole da domani, insieme al Corriere della Sera Corriere della Sera pubblica il libro “Je suis Charlie. Matite in difesa della libertà di stampa”, nelle edicole da domani nel Nord Italia e dal 15 in tutto il paese. Nel volume di circa 300 pagine, che sarà venduto anche nelle librerie con Rizzoli Lizard, saranno proposte alcune tra le molte centinaia di vignette apparse in tutto il mondo in risposta alla violenza che ha colpito i disegnatori di Charlie
Hebdo, disegnate da professionisti e dilettanti nel nome della libertà. Nel libro anche una breve prefazione di Emilio Giannelli, alcuni disegni degli abituali vignet-
tisti del Corriere della Sera e di quelli pubblicati in rete. In apertura una selezione delle vignette che sono apparse sulle pagine di Charlie Hebdo prima dell’eccidio e che sono state ripubblicate sul Corriere della Sera. Il libro costa 4,90 euro. I proventi delle vendite del libro “Je suis Charlie. Matite in difesa della libertà di stampa” sono destinati alla redazione di Charlie Hebdo. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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i fatti del giorno
dida
Mercato
Celebrità
Alibaba Group investe mezzo milardo di dollari nel gruppo One97 Communications Ltd Trasporti
La nuova app di Atm, a cura di Engitel, trasforma la mobilità milanese Calcolo del percorso, le info sul traffico e biglietti virtuali. La nuova piattaforma è resa disponibile anche in inglese Engitel cambia la mobilità milanese con la nuova app Atm, disponibile in italiano e in inglese e sempre aggiornata in tempo reale anche attraverso l’integrazione con Twitter. Con la nuova piattaforma sarà possibile acquistare in ogni momento i biglietti per viaggiare su tutti i mezzi Atm. Engitel ha curato l’intera progettazione. Tutti potranno ricevere sul proprio telefono un alert dedicato a eventi importanti che condizionano la viabilità. Saranno presenti tutte le informazioni su costo dei biglietti e degli abbonamenti, parcheggi, GuidaMi, BikeMi, news sul traffico. L’App, disponibile per iOs, Android e Windows Phone, è costruita per assecondare le caratteristiche dei singoli sistemi operativi. Con un occhio di riguardo a Expo 2015.
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Marylin Monroe testimonial 2015 per Max Factor
Acquisito il 30% della società, si punta sullo sviluppo dell’ecommerce in India di Aureliano Roio
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ezzo milardo di dollari da investire. Un problema non da poco, un problema di pochi. Per esempio, Alibaba Group Holding che, con la sua filiale di servizi finanziari, ha siglato un accordo per investire congiuntamente circa 575 milioni di dollari in One97 Communications Ltd., azienda indiana attiva nei pagamenti online e nella gestione di una piattafor-
Jack Ma
ma di ecommerce. Un accordo che dovrebbe consentire ad Alibaba e alla consociata Zhejiang
Ant Small & Micro Financial Services Group di acquisire il 30% di One97 sulla base di un accordo del valore di oltre 2 miliardi di dollari. L’investimento rappresenta la scommessa del gruppo cinese sullo sviluppo dell’ecommerce in India, dove già altri colossi del settore come Amazon e Softbank hanno fatto il loro ingresso in vista del boom delle vendite on-line nel secondo paese più popoloso al mondo.
Calcio
Il Pallone D’Oro 2015 è in diretta con Junglam.com e Timemagazine.it
L’hashtag espressamente dedicato all’evento online ieri sera è #tmjunglam Junglam.com, magazine di lifestyle, sport, moda e beauty ha raccontato con una diretta sui social media la cerimonia di premiazione del Pallone D’Oro 2015. Tutti i protagonisti e i riconoscimenti consegnati a calciatori, allenatori e personaggi del mondo dello sport in generale raccontati
in tempo reale grazie alla collaborazione tra Junglam.com e Timemagazine.it, sito web di lifestyle. Per seguire la diretta, bastava collegarsi con i principali canali social di Junglam.com (Facebook e Twitter) e a quelli di Timemagazine. it (Twitter). L’hashtag apposta per l’evento è #tmjunglam.
Il fascino immortale di Marylin colpisce ancora. La celebre attrice americana, deceduta il 5 agosto 1962 all’età di 36 anni, è stata infatti scelta da Max Factor, il brand di makeup di proprietà di Procter & Gamble, quale sua nuova testimonial globale 2015. La campagna, partita a gennaio, si ispira alla trasformazione in “stile Marilyn”; si chiama #GlamJane e sembra essere un invito a tutte le donne a tirare fuori il coraggio e a rivoluzionare il proprio look. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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MARKET PLACE
riconoscimenti
La sentenza di MetrixLab: il miglior sito è Nespresso
Sebastiano Zeri Nespresso si è aggiudicata il premio come miglior sito web dell’anno secondo MetrixLab, il premio indipendente organizzato dall’agenzia di ricerche online in diversi Paesi che comprende 19 categorie, allo scopo di valorizzare i migliori siti al mondo. Il sito di Nespresso è stato segnalato da un panel di ricerca di OpinionBar composto da 400 intervistati che si occupano di segnalare 5 siti web ogni anno. Nel 2014 ad esempio, sono stati nominati 228 siti web nelle varie categorie. Il voto è pubblico e avviene sul sito http://sitowebdellanno.it/ e quest’anno sono stati ricevuti più di 260.000 voti, a dimostrazione dell’attenzione riservata dal pubblico. Il sito www.nespresso.com/it italiano è stato riconosciuto il migliore in termini di contenuti, navigazione, design e gradimento, criteri per cui Nespresso ha ottenuto il punteggio più alto tra tutti gli altri selezionati. Il sito Nespresso è stato concepito unendo il design distintivo del brand Nespresso ad un sistema di navigazione semplice, intuitivo e al tempo stesso capace di far rivivere all’utente l’esperienza unica delle Boutique Nespresso anche online. di
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un gusto rinnovato, sempre più innovativo e accattivante
Guinness Original cambia look e design
L’affascinante mondo colorato di scuro della birra si avvale anche del “tocco di classe” rappresentato dalla firma di Arthur Guinness di Massimo Luiss
Guinness Original cambia look e propone un nuovo design, sempre più innovativo ed accattivante. Le eleganti finiture metalliche dorate, i dettagli in rosso, il tratto tipografico contemporaneo e innovativo, il nuovo e originale “abito”, rivelano agli occhi l’affascinante mondo colorato di scuro della Guinness. Inoltre, il “tocco di classe” rappresentato dalla firma di Arthur Guinness non solo rende più unica e accattivante la nuova livrea ma vuole anche essere un omaggio alla storia e alla provenienza della marca, aggiungendo ulteriore attenzione per la qualità ed il dettaglio. La qualità è un valore che contraddistingue la marca da sempre: a tal proposito, si è concluso da poco “Explore the Extraordinary”, progetto che ha coinvolto oltre 250 pub d’ Italia che hanno avuto l’opportunità
di scoprire tutti i segreti per servire una pinta perfetta ai propri clienti. Il programma, nato con finalità formative, è stato ideato e realizzato da una azienda ricca di autorevolezza, con oltre 250 anni di esperienza, un grande patrimonio di conoscenza e fortemente innovativa: fondata da Arthur Guinness, “the black stuff ” è una delle birre più amate al mondo. E così, esperienza, dedizione, qualità e passione sono i valori che da sempre contraddistinguono questa azienda e attraverso i quali è nato il programma “Explore the Extraordinary”. Durante questo percorso, è stato evidenziato che sono sei le caratteristiche che rendono unica la Guinness: l’orzo tostato, il luppolo, il lievito Guinness, il processo di maturazione, la schiuma cremosa. E l’eredità che i mastri birrai si sono tramandati di generazione in generazione. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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MARKET PLACE
intanto la società di Mark Zuckerberg acquista la start Wit.ai
Facebook: si guardano sempre più post video
Il numero delle visualizzazioni per persona è aumentato in un anno del 75% a livello globale e del 94% negli Stati Uniti di Davide De Vecchi
Su Facebook il numero dei post video per persona è aumentato in un anno del 75% a livello globale e del 94% negli Stati Uniti, mentre ogni giorno sul social vengono caricati più di 350 milioni di foto. A diffondere i dati è la società di Mark Zuckerberg, che parla di un “nuovo linguaggio universale”. Nel frattempo anche Twitter punta sui video. A breve dovrebbe arrivare la possibilità di pubblica-
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re e condividere filmati, lunghi fino a 10 minuti, all’interno del microblog. “Le persone parlano un linguaggio universale costituito da foto, emoticon, sticker e video”, scrive Facebook. “Questo linguaggio visivo è generalmente considerato come una maniera succinta, efficiente dal punto di vista temporale e potente per le persone di esprimere il proprio punto di vista”. Tra gli altri dati forniti dal social, si registra un aumento del 75% del numero me-
dio di adesivi condivisi ogni giorno sulla piattaforma, e su Instagram, la app di Facebook dedicata alle immagini, gli oltre 300 milioni di utenti mondiali postano più di 70 milioni di foto e video ogni giorno. I video sono anche una delle nuove scommesse di Twitter, che a fine novembre aveva preannunciato la possibilità di pubblicare e condividere filmati dentro il microblog senza passare dalla app esterna Vine. I video, secondo le ultime notizie trapelate, potranno avere una durata massima di dieci minuti, senza limiti di dimensione del file. Twitter fornirà informazioni sul numero e la durata delle visualizzazioni. Facebook acquista la start up che produce tecnologia per il riconoscimento vocale Wit.ai, una sorta di rivale di Siri di Apple. Con Wit.ai gli ‘amici’ di Facebook potrebbero dettare il testo e i messaggi da postare. ‘’Facebook ha le risorse e i talenti per aiutarci a compiere il prossimo passo’’, afferma Wit.ai, sottolineando che il capire il linguaggio naturale puo’ aiutare Facebook a raggiungere il suo obiettivo di connettere tutto il mondo. La società Wit.ai è stata fondata da Alexandre Lebrun, Willy Blandin e Laurent Landowski. “È un’incredibile accelerazione nella realizzazione della nostra visione delle cose - scrivono sul blog dell’azienda - Una tecnologia che capisca il linguaggio naturale è una bella fetta della scommessa. Per questo crediamo di poter dare una mano”. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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MARKET PLACE
I tempi in cui gli italiani preferivano comprare veicoli prodotti nella Penisola sono ormai relegati al passato
Addio al “nazionalismo automobilistico”
Il dato emerge dalla ricerca commissionata da AutoScout24, dal titolo “The cars we want tomorrow”, che ha coinvolto 8.800 persone di età tra 18 e 65 anni in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, olanda e Spagna di Pietro Castagna
Addio al “nazionalismo automobilistico”. I bei tempi in cui gli italiani preferivano comperare veicoli prodotti nella Penisola sono ormai relegati nel cassetto dei ricordi sbiaditi. In un mondo sempre più globale, infatti, ben il 58% dei nostri concittadini, nei prossimi 25 anni, non considererà prioritario mettersi alla guida di una vettura assemblata in Italia o in Europa. Questo dato emerge dalla ricerca commissionata da AutoScout24, dal titolo The cars we want tomorrow, che ha coinvolto 8.800 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. I più leali nei confronti dei marchi di casa sono, neanche a dirlo, i francesi con il 63,4% degli intervistati interessati ad acquistare proprio un marchio transalpino, o al massimo europeo, mentre in Germania questa percentuale scende del 52,5% e in Spagna del 50,5%. I meno attenti alla provenienza della propria automobile
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Ed mod tetueros dolor ing eum zzriusto duisl
sono gli olandesi, forse anche per l’assenza di aziende automobilistiche, con il 31,2% che precedono i nostri connazionali. Già oggi è evidente come la presenza di produttori cinesi e indiani nei saloni internazionali dell’automobile sia in forte aumento e sotto gli occhi di tutti, come anche l’interesse espresso nei loro confronti. Interesse destinato ad aumentare ulteriormente in virtù anche del crescente trasferimento della produzione e degli asset tecnologici dall’Europa ai Paesi emergenti. Non sarebbe azzardato quindi
affermare che in un prossimo futuro si potrebbe assistere a uno spostamento netto del baricentro dello sviluppo delle nuove auto dal Vecchio Continente all’Asia o all’America meridionale, mercati in fortissima crescita. «Questo vuol dire - sottolinea Vincenzo Bozzo, amministratore delegato di AutoScout24 Italia - che le auto che guideremo fra pochi decenni saranno progettate sempre di più nei Paesi dove poi saranno vendute maggiormente. Non a caso, quasi metà degli intervistati (48,6%) vuole che l’auto del
futuro rappresenti il massimo dell’innovazione e della modernità, a prescindere dalla sua provenienza, e sarebbe quindi disposta ad acquistare una quattro ruote prodotta anche in un Paese non europeo. La parola d’ordine è, dunque, innovazione e modernità a prescindere dalla provenienza geografica». Un concetto di certo non valido nel mercato dell’usato, dominato, almeno in Italia, dalle auto tedesche. Su questo fronte da segnalare il calo, per la prima volta da cinque mesi a questa parte, dell’AGPI. A dicembre 2014, infatti, l’indice di AutoScout24 che misura il costo medio di tutte le oltre 350.000 inserzioni sul sito leader in Italia e in Europa per la compravendita online di veicoli, è sceso dell’1,44% attestandosi a quota 13.027 euro. Sul fronte dei modelli più ricercati, fino ai dodici mesi d’età, l’Audi A3 si mantiene al primo posto, seguita dalla Volkswagen Golf e dalla Bmw Serie 3, che rimane comunque l’automobile più ricercata in assoluto, senza alcun limite di età.
intesta & diva Le idee devono stare… al caldo
Prosegue la collaborazione tra l’agenzia inTesta, del Gruppo Armando Testa, e Diva International, l’azienda italiana, con sede in Umbria, leader nel settore “wet wipes” e specializzata nello studio e nella produzione di prodotti e soluzioni innovative per l’igiene e il benessere della persona ed unica industria europea che produce nel territorio della UE dispositivi autoriscaldanti. Nell’ambito del progetto di restyling delle linee di packaging, iniziato nel 2014, Diva International ha commissionato a inTesta lo studio del nuovo logo, delle nuove confezioni e di tutti i materiali PdV del brand Scaldì, le bustine autoriscaldanti in confezione monodose, distribuite nel canale GDO e nei principali network di negozi che commercializzano articoli sportivi. Il prodotto interamente realizzato in Italia è composto da una miscela di sostanze (sicure e non inquinanti) che al semplice contatto con l’aria attivano una reazione termica. L’idea del nuovo pack nasce dal segno, che rappresenta il calore attraverso la stilizzazione di onde dai colori modulari. L’effetto ottico rimanda all’idea del calore confortevole sprigionato dalla bustina. L’onda si ritrova anche nel logotipo, ammorbidito nel tratto e accompagnato da una “S” che forma la silhouette di una fiamma. L’intero pack vuole rappresentare l’effetto benefico del calore attraverso la scelta di tonalità calde. Gli stessi colori caldi e decisi parlano dell’efficacia di un prodotto dedicato allo sport e al tempo libero.
digitale Con Firefox migliorano le prestazioni
di Yahoo: i primi risultati penalizzano Google
I primi risultati della mossa di Yahoo!, che ha rubato il posto a Google come motore di ricerca predefinito sul browser Firefox negli Stati Uniti, iniziano a farsi vedere. A dicembre la quota di Google nelle ricerche online da computer è scesa, in Usa, al 75,3% rispetto al 77,5% di novembre, mese dell’accordo tra Firefox e Yahoo. La quota di quest’ultima, invece, è salita dall’8 al 10%. A fornire i dati sono i ricercatori di Statcounter. Alla perdita di traffico nelle ricerche da pc potrebbe presto aggiungersi, per Google, quella nelle ricerche da smartphone e tablet. Secondo indiscrezioni recenti, infatti, Apple starebbe pensando di togliere Google come motore di ricerca di default sul suo browser Safari, che consente di navigare sul web da iPhone e iPad. Sempre secondo Statcounter, da Safari a dicembre è passato il 54% di tutto il traffico internet generato da dispositivi mobili in Usa. Yahoo! dovrebbe ridurre significativamente i costi ed esplorare un’unione con AOL. E’ quanto afferma Starboard, azionista di Yahoo!, in una lettera all’amministratore delegato, Marissa Mayer. L’invito arriva mentre le indiscrezioni su una possibile uscita di Mayer si intensificano. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
Come si crea la pubblicità intelligente.
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Rocket Fuel in 4 passaggi.
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REAL RESULTS
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COVER STORY
Il ruolo dell’innovatore: come, e perché, le aziende cambiano
Anatomia del disruptor Le quattro tipologie dell’agente principale del cambiamento di Aureliano Roio
Le resistenze al cambiamento sono un elemento tipicamente italiano
In italia, paese conservatore per storia e cultura, i venti dell’innovazilne non sono mai stati accolti come una spinta alla crescita e allo sviluppo. Cambiare, da noi, è un processo che incute timore. e fa insorgere soprattutto notevoli resistenze
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È stato probabilmente il termine più in voga dell’anno appena trascorso, entrando in tutte, o quasi, le discussioni riguardanti il mondo del digitale, l’evoluzione dei nostri modelli di consumo e, purtroppo, anche l’attuale crisi economica. E molto spesso, soprattutto nel nostro Paese, le è stata conferita un’accezione quasi esclusivamente negativa. Forse perché in Italia il cambiamento spaventa e la “disruption” rappresenta proprio quello: un cambiamento radicale, dovuto all’introduzione di una nuova idea che porta a fare le cose in maniera differente. Come nel salto in alto, quando Dick Fosbury, per primo - e per sempre -, cambiò lo stile e la tecnica della disciplina, semplicemente saltando in un altro modo rispetto a come “si era sempre fatto”. La disruption, quindi, riguarda ogni settore della nostra vita sociale e può interessare individui singoli, famiglie oppure altre forme collettive come le aziende o addirittura interi settori dell’economia. La disruption, indica il momento in cui una nuova tecnologia origina il cambiamento di una determinata attività e, nel caso delle aziende, modifica completamente il modello di business precedente, al pari di quanto
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“Rottura”, non distruzione
sta accadendo, ad esempio, nel settore dei trasporti sotto la spinta di società come Uber o BlaBlaCar. Si tratta, allora, di un concetto che ha strettamente a che fare con l’innovazione. Un’innovazione che a causa (o per merito) delle tecnologie digitali non avviene più gradualmente ma con estrema rapidità; e che, nonostante tutto, discende ancora oggi, come secoli fa, dalle idee. In tale scenario, assumono un’importanza cruciale all’interno delle organizzazioni, semplici o complesse, i
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portatori di idee innovative, i cosiddetti “disruptor”, appunto. Uomini, non tecnologie Cos’è dunque un “disruptor”? Abbiamo visto come sia una persona che con le sue influenze e le sue azioni contribuisca a cambiare radicalmente un’azienda o un’organizzazione. Più precisamente, un disruptor cerca di influenzare i cambiamenti attraverso la comunicazione, le idee; oppure interviene concretamente, per
Il termine “disruption” non è affatto nuovo. E’ stato introdotto, infatti, nel 1843 in occasione della separazione, tuttora in corso, delle due Chiese scozzesi (la Free Church of Scotland e la Church of Scotland). Nella sua accezione moderna, riferita ai processi di innovazione (Disruptive Innovation) è stato utilizzato per la prima volta nel 1995 dal docente di Harvard, Clayton Christensen, che nel proprio lavoro ha dimostrato come tale processo sia ricorrente nella storia, ma mentre una volta era un’operazione dai costi molto alti e dai tempi di realizzazione molto lunghi, oggi, con l’avvento del digitale, ha subito una forte accelerazione. “Esso indica, quindi, il momento di “rottura”, in cui una nuova tecnologia origina il cambiamento di una determinata attività e modifica completamente, e irreversibilmente, il modello di business precedente. Il termine, dunque, ha una valenza positiva e non va confuso con “Destruction”, distruzione, che ha invece, una chiara valenza negativa. Un equivoco ancora più comune quando viene “personalizzato”. In inglese, infatti, il termine Disruptor significa “Disgregatore” o anche “Disintegratore”.
il disruptor ha un profilo difficile da classificare
nella sua accezione moderna è stato utilizzato per la prima volta nel 1995 dal docente di harvard clayton christensen. ma era già stato usato da due chiese scozzesi nel lontano 1843
esempio cercando risorse per un progetto o portando professionisti con nuove competenze in un team. In entrambi i casi, però, si tratta di persone che introducono cambiamenti pressoché radicali. All’interno dell’azienda, il disruptor può essere chiunque e a qualsiasi livello e, soprattutto, ce ne sono di vari tipi. Capire le differenze tra i differenti disruptor è fondamentale, perché permette di perseguire con maggiore efficacia innovazione e cambiamento costituendo, ad esempio, un team apposito che comprenda al suo interno tutte le differenti tipologie di disruptor. Operazione non semplice, naturalmente, ma necessaria, perché comprendere i processi (e gli individui) dietro i cambiamenti di successo è spesso molto difficile. Ognuno ha una sua storia, e anche osser-
vando il cambiamento finale non si capisce molto quanto e quale lavoro abbiano compiuto i disruptor. In qualsiasi progetto, infatti, il percorso verso l’obiettivo non è quasi mai in linea retta. Chi tenta di introdurre cambiamenti incontra spesso problemi e difficoltà. Il disruptor è quello che continua per la sua via nonostante gli ostacoli e i feedback che riceve: non si arrende lungo il percorso, ma va avanti. Pensiero e azione Il disruptor può essere più o meno giovane, fare lavori manuali o di concetto. Ed ha un profilo difficile da classificare. Non esiste un percorso formativo, né un settore specifico. Una classificazione efficace è quella proposta nel corso dell’edizione 2014 del World Business Forum di New York dalla consu-
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Alto
IDENTIKIT DEI QUATTRO TIPI DI “DISRUPTOR”
Motivazione
lente e scrittrice statunitense Trish Gorman, autrice del libro “What I Didn’t Learn in Business School: How Strategy Works in the Real World”. Il modello di Gorman individua quattro macro tipologie di disruptor, classificabili nella classica matrice a due assi: quello della motivazione e quello dell’ampiezza dell’ambito di competenza. Nella matrice, l’asse della motivazione distingue gli “uomini d’azione” dai “pensatori”. I primi hanno un’alta motivazione, e sono appunto propensi ad agire, a indicare le cose concrete da fare: sono quelli che, ad esempio, quando si parla del futuro, dell’educazione, della cyber security, della sanità, delle scienze naturali, dicono subito le attività e gli interventi da fare per cambiare positivamente queste aree. Coloro che pensano a queste cose in modo più concettuale hanno invece una motivazione bassa, anche se questo non è negativo: sono entrambi tipi di disruptor necessari e utili. L’altro asse rappresenta l’ampiezza dell’ambito di competenza. Lo specialista è colui che “applica” l’idea al proprio ristretto campo di business, cercando di migliorare l’efficienza e l’efficacia anche del singolo processo; mentre chi ha un ambito
TIPO 4
TIPO 1
Tenace Problem Solver Appassionato, visionario Propone soluzioni coraggiose
Leader di progetti sperimentali Fondatore, imprenditore Assume impegni coraggiosi
TIPO 2
TIPO 3
Provocatore Critica esperto Propone visioni coraggiose
Iniziatore Thought Partner Pensa idee coraggiose
BASSO
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Ristretto
AMBITO di competenza (score)
AMPIO
Il modello di Trish Gorman Una classificazione efficace è quella proposta nel libro “What i didn’t learn in business school: how strategy works in the real world” dalla condulente e scrittrice statunitense
di competenze più ampio, tende a considerare maggiormente lo scenario nel suo complesso, tenendo in dovuto conto, ad esempio, eventuali implicazioni legali del proprio operato e le ricadute su un insieme più ampio di destinatari, dall’intera azienda fino alla popolazione in senso lato. La combinazione di questi due fattori porta a quattro tipi di disruptor: il “problem solver”, il thought leader, il provocatore e l’imprenditore. Questi producono, rispettivamente, soluzioni coraggiose, impegni coraggiosi, visioni coraggiose e idee coraggiose (si, l’innovazione ha sempre a che fare con il coraggio!). Prodotti, servizi, processi: tutto si può rivoluzionare I disruptor sono, quindi, i “catalizzatori” del cambiamento nell’organizzazione.
Ma quali sono i cambiamenti possibili? Si possono cambiare i prodotti. Un esempio è Amazon Kindle. Nell’era digitale sono disponibili diversi supporti per leggere i testi, ma Kindle ha rivoluzionato l’intero mercato dei libri, dalla pubblicazione alla distribuzione. Oppure si possono sovvertire i servizi. Uber è l’esempio più lampante in tal senso. Non si tratta, infatti, di modificarne la modalità di offerta, ma di introdurre un servizio che offre un valore totalmente nuovo. Anche un processo può essere cambiato, per esempio l’acquisto di un prodotto. Non si tratta, anche in questo caso, di utilizzare semplicemente nuove o differenti tecnologie per comperare online un bene acquistabile anche in negozio, ma di modificare anche radicalmente l’esperienza del processo di acquisto in-
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troducendo, ad esempio, elementi di personalizzazione o altre varianti in grado, ancora una volta, di aggiungere valore. DaI disruptor di Twitter a quello di Ikea Ma andiamo ad analizzare più nel dettaglio i quattro tipi principali di disruptor. Innanzitutto, l’imprenditore. Gli appartenenti a questa categoria sono i leader della sperimentazione, come i membri del piccolo team che Steve Jobs ha creato per sviluppare il computer Macintosh. Oppure i fondatori di Twitter. Assumono impegni coraggiosi, sono quelli che vanno in giro a trovare le risorse più adatte per i loro progetti. Il loro orientamento all’azione può essere potente, ma se un team ha molti “tipo 1”, può essere portato a impegnarsi subito sulla prima buona idea che capita, senza preoccuparsi di trovare la scelta migliore. Poi c’è il provocatore. Questi sono i “critici esperti”, che capiscono tutte le implicazioni teoriche di un’idea disruptive. Hanno una visione coraggiosa di ciò che è possibile e giocano molto bene la parte di ”avvocato del diavolo”. I “tipi 2” vanno controbilanciati con perso-
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ne pronte ad accogliere i loro stimoli e a utilizzarli per rafforzare i concetti che il team decide di mettere in pratica. Proseguiamo. Ecco il thought leader. E’ simile al “tipo 2”, perché entrambi si concentrano più sulle idee che sulle azioni concrete. Però, ha una prospettiva più ampia su come le idee disruptive possono cambiare il mondo, perché ne vede gli impatti non solo su un settore, ma anche su campi collaterali e apparentemente non collegati. È la fonte di molte idee di alto livello. Se in un team ci sono molti “tipo 3”, quindi, la generazione delle idee non sarà un problema, ma lo sarà la loro “messa a terra”: vanno bilanciati con figure di “tipo1” e “tipo 4”, il problem solver. Questi ultimi sono disruptor tenaci e appassionati. Hanno forti motivazioni nell’applicare idee e intuizioni nel loro campo particolare. Creano soluzioni molto coraggiose. Un esempio è Johan Karlsson, project manager della refugee Housing unit di Ikea, che ha usato l’esperienza del colosso svedese nell’alleggerire i mobili e renderli facilmente confezionabili per creare prefabbricati confortevoli a energia solare per famiglie di profughi.
A ciascuno il suo posto Ma ci sono altre caratteristiche per cui i disruptor si differenziano: c’è chi ha una grande immaginazione e chi, invece, è più concreto. Ci sono gli ottimisti che pensano che il mondo sia pieno di opportunità, di nuove fantastiche possibilità, mentre gli scettici pensano sì che le cose non funzionano ma cerca, nello stesso tempo, di convertire le negatività in attività propositive. Un altro fattore è legato alle motivazioni, alla passione che spinge al cambiamento. La ricerca di un profitto, la volontà di appartenere a una community o il desiderio di forire un contributo alla società sono tutte motivazioni che spingono a produrre cambiamenti e a correre rischi. La passione spinge a superare gli ostacoli. I disruptor possono essere motivati da tante cose, a seconda delle situazioni. Un altro elemento importante è legato alla “visione” del mondo. Nel commercio, ad esempio, il cliente va sempre ascoltato per capire le sue richieste e esigenze o bisogna fargli capire ciò di cui ha bisogno, perché in realtà non sa cosa vuole? Oppure: siamo così convinti delle strategie da seguire da non avere bisogno dei riscontri degli altri o pensiamo che
prima di avviare un cambiamento occorra trovare un supporto inattaccabile? Nessuno di questi atteggiamenti è corretto o sbagliato a priori: sapere che esistono differenti modi di vedere il mondo è il primo passo verso una vera “rivoluzione costruttiva”. Innovare è una questione di equilibrIo In un’organizzazione, o dentro un team, sono presenti, di solito, tipi diversi di potenziali disruptor. Se in uno stesso ambito spiccano persone focalizzate sugli aspetti tecnici, altre più concentrate sul modello complessivo, altre ancora pronte ad analizzare i concorrenti o magari votate a cercare più clienti, metterle tutte insieme a discutere di cambiamento può essere un’esperienza interessante e densa di
frutti. E l’eventuale team leader può farsi un’idea d’insieme delle “capacità di disruption” su cui può contare. I disruptor del “tipo 2”, ad esempio, sono davvero buoni provocatori e hanno spirito critico per capire cosa funziona e cosa no. Non avere una tale risorsa nel team significa perdere forza nella capacità di creare nuovi processi o modelli di business di successo. Se, invece, qualcuno è più orientato all’azione e tenace nel problem solving, il suo scopo non dovrà essere necessariamente quello di guadagnare miliardi di dollari: meglio farlo appassionare ai problemi. Cercherà in tutti i modi di risolverli. In ogni caso, qualunque sia l’assetto del team, è fondamen-
prodotti, servizi, processi: tutto si può rivoluzionare
amazon kindle rappresenta un cambiamento nei prodotti, ha sovvertito l’intero mercato del libro. uber è forse l’esempio più lampante di come si possano cambiare profondamente i servizi
tale rispettare tutte le differenti visioni del mondo e motivazioni, e prendere in considerazione gli input provenienti da chi ha altri tipi di focus rispetto ai nostri. La maggior parte delle storie che riguardano cambiamenti di successo sono state realizzate da persone che hanno ricoperto diversi ruoli disruptive, e, lavorando insieme in appositi team dedicati al cambiamento, hanno fatto la differenza, creato nuovi prodotti e servizi, business model, contatti, network e valori. Con una raccomandazione: qualunque sia la portata innovativa di un’idea, nessuno può realizzare l’intero processo di disruption da solo. Ogni innovazione, è sempre il risultato di uno sforzo collettivo.
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Oggi vogliamo divertirci di più
Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono:siano essi notizie, informazioni, intrattenimento.Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, 328.000 utenti unici/mese – Fonte Audiweb View, media ultimi 3 mesi
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si tratta dell’ l’evento più rilevante su scala internazionale dedicato al mercato e si tiene a New York
to come il Retail Big Show è un grande risultato, ma vuole essere il primo di tanti passi in questa direzione che guarda, sempre con maggiore interesse, ai mercati internazionali - ha dichiarato Manlio Romanelli, Ceo di M-Cube -. Stiamo assistendo a una fase di profondo mutamento del settore retail dove l’investimento sulle nuove tecnologie diventa fondamentale. Poter guidare l’evoluzione di questo mercato e offrire soluzioni sempre più competitive e innovative è l’obiettivo principale che guida tutta la nostra strategia». Le aperture delle sedi internazionali assieme alla politica di acquisizioni ha por-
tato anche a un incremento dell’organico che conta oggi un team complessivo di ciquanta professionisti. «Il 2014 è stato un anno pieno di successi e ora possiamo guardare al 2015 con estrema positività. Continueremo a sviluppare soluzioni innovative focalizzandoci su alcuni mercati per noi di primario interesse come il settore del fashion & luxury, il retail banking oltre al più esteso segmento retail, spaziando quindi dagli ipermercati alle catene commerciali dove l’interesse per le soluzioni tecnologiche, come quelle offerte da M-Cube, stanno diventando sempre più rilevanti» ha concluso Romanelli.
Carat si è occupata del media planning, MRM della realizzazione online
Opel. Sul fronte dell’online, Scholz & Friends ha sviluppato un sito dedicato alla campagna, ilnuovoOH. it, dove vengono descritte e rappresentate visivamente le caratteristiche di nuova Corsa. Il sito contiene animazioni interattive e messaggi video personalizzati. Opel ha realizzato la campagna in stretta collaborazione con le proprie agenzie. André Kemper ha avuto la responsabilità dell’idea e delle realizzazione per la televisione e la stampa. Direzione del progetto, produzione digitale e lancio in più di trenta mercati europei sono stati affidati a Scholz & Friends.
M-Cube al Retail Big Show di New York I dodici mesi appena trascorsi hanno registrato un elevato incremento del business per la società impegnata nella realizzazione di soluzioni audio-visive digitali per il marketing in store, con un fatturato complessivo di oltre 8 milioni di euro e un team complessivo formato da 50 professionisti di Sebastiano Zeri
M-Cube, azienda leader nella realizzazione di soluzioni audio-visive digitali per il marketing in store, è presente quest’anno a NRF Big Show, l’evento più rilevante su scala internazionale dedicato al mercato retail, che si tiene a New York. Questa manifestazione, che vede la partecipazione dei maggiori player a livello mondiale
del mercato, rappresenta un importante traguardo per M-Cube, eccellenza italiana che comprova il suo riconoscimento a livello internazionale. L’azienda, che dal 2001 si è sempre contraddistinta per il suo carattere fortemente innovativo e nel fornire soluzioni all’avanguardia per la diffusione di contenuti multimediali a distanza sia per quanto riguarda il digital signa-
ge che la radio in-store oltre a soluzioni di marketing analitycs, ha appena chiuso un 2014 pieno di grandi risultati. I dodici mesi appena trascorsi hanno registrato un forte incremento del business, con un fatturato complessivo di oltre 8 milioni di euro. Una crescita importante rispetto ai 4,6 milioni di euro del 2013 che ha portato all’investimento in R&D per lo sviluppo di
M-Cube, azienda di servizi all’avanguardia, contenuti multimediali, applicazioni per il marketing who’s who
M-Cube S.p.A. è leader in Italia nella progettazione e nella realizzazione di soluzioni audio-visive digitali e nella gestione dei contenuti per il marketing in-store e out of home. L’azienda offre servizi di in-store radio, comunicazione digital signage, per la diffusione di contenuti multimediali a distanza e applicazioni per il marketing che spaziano dal mobile marketing alle più innovative tecnologie di engagement digitale per assicurare una customer experience davvero unica. Le soluzioni M-Cube sono espressamente studiate per qualsiasi luogo aperto al pubblico e per le grandi organizzazioni aziendali multi-punto vendita e istituzionali operanti nei principali mercati verticali quali retail, fashion & luxury, grande distribuzione, ristorazione, istituti finanziari e assicurativi, automotive, trasporti e infomobilità, turismo e hospitality, comunicazione corporate. Con sedi a Milano, Trieste e Padova, uffici di rappresentanza a Roma, Shanghai e New York e una consolidata rete di partner globali, M-Cube è in grado di offrire i propri servizi sull’intera scala internazionale, gestendo migliaia di punti audio e video digitali in oltre sessanta Paesi
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sempre nuove soluzioni per rispondere puntualmente alle esigenze del mercato, ma anche ad azioni strategiche in termini di acquisizioni ed espansione territoriale. Il 2014 ha segnato, infatti, un passo importante per l’azienda che nel corso dell’anno ha annunciato la propria espansione su scala internazionale con l’apertura di uffici a New York e Shangai. «I merca-
manlio romanelli
ti americano e cinese sono estremamente interessanti. Poter esportare il nostro know-how Made in Italy è per noi motivo di orgoglio. Partecipare a un even-
Sorpresa Opel: c’è la nuova Corsa di Daniele Bologna
Quella di ieri è stata la giornata del debutto della nuova campagna pubblicitaria per il lancio della nuova Corsa, “Oh! è una Opel!”. La comunicazione punta sulla sorpresa e rende protagonista un’esclamazione conosciuta in tutto il mondo, “Oh!” appunto. La campagna integrata, diretta da André Kemper, è stata creata in collaborazione con Scholz & Friends, l’agenzia internazionale di Opel, e sarà diffusa in
televisione, su stampa, radio, affissione, online, social media e nelle concessionarie del marchio. “La campagna di nuova Corsa costituisce un ulteriore capitolo nel nostro progetto ‘Cambia il tuo modo di pensare’ - ha dichiarato Tina Müller, cmo di Opel Group -. Nuova Corsa invita a guardare Opel con occhi nuovi”. La fase teaser è partita in 30 mercati lo scorso 30 dicembre. Il lancio vero e proprio prenderà il via , come detto, lunedì 12 gennaio con la pianificazio-
ne di spot televisivi, il coinvolgimento di affissioni e di advertising online. In Italia, e nei mercati Internazionali, Claudia Schiffer resta la testimonial di Opel e di nuova Corsa. In Germania, insieme agli ambasciatori del marchio Nadja Uhl, Ken Duken e Jürgen Klopp, la nuova Opel Corsa apparirà in cinque spot televisivi della durata di 30 secondi trasmessi su tutti i principali canali televisivi. Protagonista la modella tedesca Eva Padberg, entrata di recente a far parte della squadra
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ME DIA
di Marianna Marcovich
In generale, quello di novembre è stato un mese la cui valutazione si presta a due differenti letture per il mercato editoriale dei quotidiani italiani. Le vendite nel consolidato carta-digitale sono calate dell’1,3% a quota 3,8 milioni. Le diffusioni invece sono salite del 2,2% a quota 4,18 milioni di copie veicolate in media ogni giorno. Quello messo a disposizione dalla rilevazione mensile Ads è comunque un quadro numerico per nulla premiato dal passare del tempo. Anzi. Le vendite del mese di novembre di un anno prima sono sta-
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novembre è stato un mese la cui valutazione si presta a due differenti letture
Diffusioni i giù: i quotidiani italiani perdono il 7 per cento
La nota positiva arriva, ovviamente, dal digitale: l’estensione del comparto è sempre più realtà consolidata e i numeri complessivi crescono da gennaio 2013 te il 7% in più con diffusioni che a loro volta risultavano maggiori del 3%. Il capitolo sul quale si è invece visto un netto miglioramento è stato quello delle copie digitali. A novembre 2013 erano poco più di 395mila. A distanza di un anno sono salite a quota 524.065: il 33% in più rispetto allo scorso mese di novembre e il 2% in più
su ottobre. In questo modo l’incidenza delle copie “2.0” è salita dal 9 al 13% della diffusione totale. La spinta delle edizioni digitali, che sta aiutando la salita delle diffusioni, allo stato attuale non sta però dando ossigeno decisivo ai conti delle aziende. In fondo si tratta di numeri che a livello complessivo dovrebbero ancora
crescere per poter impattare significativamente, anche perché per policy condivisa fra gli editori le copie digitali qualificabili come certificate possono essere vendute a sconto fino al 70% sul prezzo di copertina se copie singole o multiple (a grandi clienti) o fino al 50% se in abbinata carta-digitale. Dall’altra parte pesa ne-
gativamente, e non poco, un mercato pubblicitario che sembra proprio non volerne sapere di invertire la tendenza. I dati dell’Osservatorio Fcp riportano, infatti, per gennaio-novembre un calo annuo del 10% in fatturato e del 7,4% in spazi per i quotidiani italiani. Certo è che l’estendersi delle copie digitali è sempre di più una realtà e i numeri complessivi indicano una crescita esponenziale da gennaio 2013 (primo mese di rilevazione delle copie digitali). In questo quadro i tre principali gruppi editoriali del Paese - Rcs, Gruppo 24 Ore e Gruppo L’Espresso - sembrano aver fatto il vuoto alle spalle. Il Sole 24 Ore ha chiuso novembre con 195.369 copie digitali di media al giorno con lieve aumento (+0,3%) rispetto al mese di ottobre e crescita annua del 66,9%. Sul secondo gradino del podio c’è il Corriere della Sera con 84.193 copie “2.0” (+1,1% rispetto al mese precedente, ma -6,2% su base annua), seguito da la Repubblica che ha invece segnato una battuta d’arresto mensile (-2,1%, pur a fronte di un +24,4% annuo) posizionandosi a 67.023 copie di media al giorno. Per arrivare alla quarta posizione occorre scendere fino alle 30.628 copie de La Stampa (+8,4% mensile). Novembre ha così confermato il primato digi-
tale del Sole 24 Ore, con una crescita la cui componente più significativa è data dalla vendita di copie digitali “singole” (+3,8% rispetto a ottobre). Un incremento, quest’ultimo, che porta Il Sole 24 Ore a 63.915 copie digitali singole vendute, poco sotto le 64.335 di la Repubblica, battistrada su questo specifico canale di vendita. Andando alla diffusione complessiva carta più digitale, anche a novembre il podio dei primi tre quotidiani vede per il terzo mese consecutivo Il Sole 24 Ore sul secondo gradino (374.557 copie), alle spalle del Corriere della Sera (407.052) e davanti a la Repubblica (354.272). Su questo fronte i numeri del Sole 24 Ore non si sono mossi rispetto al mese precedente mentre Il Corriere della Sera ha guadagnato il 2,3% e la Repubblica ha perso il 4,2%. Rispetto a novembre 2013, invece, sia il quotidiano di Rcs (-11%) sia quello del Gruppo L’Espresso (-6,1%) hanno registrato
livelli diffusionali più bassi, mentre Il Sole 24 Ore appare come quello che più si è giovato della scelta digitale, mettendo agli atti una crescita del 18% nella diffusione complessiva cartadigitale. Intanto, sul fronte edicola, i ricavi da edicola cartacea a prezzo pieno e invariato sono in crescita del 7% e in netta controtendenza rispetto all’andamento del mercato. Il dato algebrico dell’edicola riflette la strategia editoriale del Sole 24 Ore di convertire gli abbonamenti domiciliati edicola in abbonamenti digitali, a oggi pari al 28%, per ragioni evidenti di redditività. Per quanto riguarda gli altri principali quotidiani italiani La Stampa (220.710; +0,4% mensile e -1% annuo) è al quarto posto per diffusione complessiva, seguita da La Gazzetta dello Sport (202.502; -2,7% mensile e -8,8% annuo). Al sesto posto c’è Il Messaggero (135.977; -2,2% sia su base mensile sia nella valutazione annuale).
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L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.
Anticipi e posticipi della Serie A nello splendore dell’alta definizione
PREMIUM PEOPLE I HIGH PROFILE AUDIENCE
Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012
SC N RIO
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10 HOT CONSUMER TRENDS 2015 Rapidly evolving urban consumer attitudes are transforming our world. With only 5 years to go until 2020, the future seems closer than ever.
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THE STREAMED FUTURE
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Around half of smartphone owners
Three quarters of us regularly watch
of smartphone owners believe that ENERGY USE COMPARISON APPS
TRAFFIC VOLUME MAPS
WATER QUALITY CHECKERS
will be mainstream by 2020.
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HELPFUL HOMES
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And in 2015 more people will watch streamed on-demand video on a weekly basis than broadcast TV.
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40%
of smartphone owners would like to use a wearable device to communicate with others directly through thoughts.
would like home sensors that alert them to water and electricity issues, or when family members come and go.
streamed video
>70%
MIND SHARING
SMART CITIZENS
More than two thirds believe this will be mainstream by 2020.
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CHILDREN CONNECT EVERYTHING
THE SHARING ECONOMY
Half of all smartphone owners are open to the idea of renting out their
46 percent of smartphone owners say that children will expect all objects to be connected when they are older.
SPARE ROOMS
PERSONAL APPLIANCES
LEISURE EQUIPMENT
as it is convenient and saves money.
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DOMESTIC ROBOTS
64% of consumers think a range of domestic robots that could help with everyday chores will be common in households by 2020.
8
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LONGER LIFE
Consumers believe services such as JOGGING APPS PLATES THAT MEASURE FOOD
PULSE METERS
MY INFORMATION
56%
of smartphone owners
would like communication to be
6
THE DIGITAL PURSE
48 percent of smartphone owners would prefer to use their phone to pay for goods and services.
EπcЯ\'Pt3D
will help to prolong our lives by up to two years per application.
80%
believe that the smartphone will replace their entire purse by 2020.
© Ericsson 2014. Source: Ericsson ConsumerLab | www.ericsson.com/consumerlab
Arriva il report annuale con le principali tendenze che si manifesteranno nel 2015
Hot Consumer Trends: sono questi i dieci temi più “caldi” secondo la lettura di Ericsson
I risultati sono ricavati dal programma di ricerca globale realizzato dall’Ericsson ConsumerLab, quest’anno con un focus speciale sugli utenti dotati di smartphone di Luca Anelli
Il 2014 si è concluso e il ConsumerLab di Ericsson, nella quarta edizione del suo Report annuale dedicato ai trend tecnologici, può presentare le principali tendenze che coinvolgeranno i consumatori in questo 2015 e oltre. Michael Björn, Head of Research di Ericsson Con-
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sumerLab, ha spiegato: «L’effetto cumulativo degli smartphone, diventati parte integrante della società, è davvero sorprendente. Come consumatori, proviamo sempre nuove app e continuiamo a utilizzare quelle che pensiamo possano migliorare, arricchire o prolungare la nostra vita, tutto ad una velocità tale da non renderci
nemmeno conto che le nostre attitudini e comportamenti stanno cambiando molto rapidamente. I servizi e i prodotti che fino a poco tempo fa sembravano al di fuori di ogni possibile immaginazione, sono oggi facilmente accettati e ritenuti in grado di raggiungere rapidamente il mercato di massa. A soli cinque anni dall’arrivo del 2020, il
futuro sembra davvero più vicino di quanto non lo sia mai stato». I risultati contenuti nel Report Ericsson “10 Hot Consumer Trends for 2015 and beyond” sono ricavati dal programma di ricerca globale elaborato dall’Ericsson ConsumerLab, quest’anno con un focus speciale sugli utenti con uno smartphone, dai 15 ai 69 anni, delle città di Johannesburg, Londra, Città del Messico, New York, Mosca, San Francisco, San Paolo, Shanghai, Sydney e Tokyo, le città che dal punto di vista statistico rappresentano l’opinione di oltre 85 milioni di utenti che utilizzano internet frequentemente. Il “decalogo” per il 2015 Ma ecco quali saranno secondo Ericsson i 10 “Hot Consumer Trends” per il 2015 e oltre: 1.The streamed future. I modelli di utilizzo dei media si stanno globalizzando. Gli spettatori stanno cambiando abitudini, passando a servizi on-demand facili da usare, che permettono un accesso ai contenuti video su più piattaforme in contemporanea. Il 2015 rappresenterà un anno di passaggio storico, in quanto sempre più persone guarderanno video in streaming su base settimanale rispetto alla tv tradizionale.
2. Helpful homes. I consumatori mostrano un crescente interesse nei confronti della possibilità di avere sensori nelle proprie case che siano in grado di avvertirli in caso di problematiche relative all’acqua e all’elettricità o quando i membri del nucleo famigliare entrano ed escono dall’abitazione. 3. Mind sharing. Continueranno a nascere nuovi modi per comunicare, offrendoci sempre più possibilità per rimanere in contatto con i nostri amici o la nostra famiglia. Molti utenti con uno smartphone vorrebbero possedere un dispositivo wearable per comunicare con gli altri direttamente con il pensiero – e ritengono che questa funzionalità diventerà realtà entro il 2020. 4. Smart citizens. L’idea di rendere le città più “smart” è molto interessante – ma molta di questa intelligenza può esser vista come un effetto collaterale dell’evoluzione dei comportamenti quotidiani dei cittadini. Grazie ad Internet, che ci consente di essere più informati, siamo in grado di prendere decisioni più razionali. Secondo i consumatori, certe soluzioni tecnologiche saranno molto diffuse entro il 2020, come ad esempio le mappe del volume del traffico, le app per comparare l’utilizzo di
energia o per controllare la qualità dell’acqua in tempo reale. 5. Sharing economy. Come Internet ci permette di condividere informazioni in maniera efficiente e con una semplicità mai raggiunta prima, allo stesso modo l’idea della sharing economy ha un potenziale enorme. La metà di tutti i possessori di smartphone sono aperti all’idea di affittare ad esempio le stanze libere della propria abitazione, i dispositivi personali per la cura della casa e l’attrezzatura per il tempo libero, perché si tratta di possibilità di utilizzo convenienti e che permettono di risparmiare. 6. Portafoglio digitale. Il 48% di chi possiede uno smartphone preferirebbe utilizzarlo per pagare beni e servizi. L’80% pensa infatti che gli smartphone sostituiranno il portafoglio entro il 2020. 7. My information. Sebbene lo scambio di informazioni, in presenza di un vantaggio, sia positivo, i possessori di smartphone ritengono che non sia particolarmente utile rendere visibile verso l’esterno ogni singola azione personale. Il 47% di questi utenti vorrebbe poter pagare elettronicamente senza permettere il trasferimento delle proprie informazioni personali. Per il 56%, inoltre,
tutte le comunicazioni Internet dovrebbero essere criptate. 8. Longer life. I possessori di smartphone reputano che servizi di vario tipo, basati essenzialmente su cloud, possano permettere di vivere in modo più sano e quindi di prolungare la vita. Le app per fare jogging, i misuratori delle pulsazioni e i piatti che analizzano il nostro cibo sono solamente alcuni degli strumenti considerati importanti per contribuire a prolungare la nostra vita, fino a due anni in più per ogni applicazione che viene utilizzata. 9. Domestic robots. I consumatori stanno prendendo in considerazione l’idea di avere a disposizione dei robot domestici in grado di aiutarli nelle attività di ogni giorno. Per il 64% degli intervistati, i robot diventeranno una tecnologia comune in tutte le case entro il 2020. 10. Children connect everything. I bambini continueranno a guidare la domanda di un Internet più tangibile, in cui il mondo fisico sia connesso come lo sono gli schermi dei loro dispositivi. Il 46% dei possessori di uno smartphone affermano che i bambini di oggi si aspettano che potranno connettere tutti gli oggetti quando saranno adulti.
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I dati dell’Osservatorio congiunturale di AEFI per il periodo luglio-settembre 2014
(-8%). Parallelamente, cresce anche il numero della superficie occupata (+8%). Dato incoraggiante rispetto al +4% del trimestre scorso e addirittura speculare in positivo rispetto alla chiusura dello stesso trimestre del 2013 (-8%). Interessante anche l’analisi della provenienza degli espositori che registra saldi positivi per tutte e tre le componenti: +8% per la superfice occupata dagli italiani, +20% dagli europei e +24% dagli espositori esteri provenienti dai paesi extra UE. La capacità di ri-
Fiere, un comparto in ripresa La ventiduesima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI per il periodo luglio-settembre 2014 conferma la situazione di un comparto in ripresa. Nonostante le difficoltà congiunturali, i risultati registrati nel III trimestre evidenziano un miglioramento sia rispetto al trimestre precedente che al corrispondente trimestre 2013, indice della capacità delle fiere di sapere reagi-
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re alla crisi. L’indagine, che ha coinvolto 25 poli fieristici italiani associati AEFI, ha registrato infatti segnali positivi per tutti gli indicatori considerati: numero manifestazioni, espositori complessivi, superficie occupata e visitatori complessivi. Aumenta il numero di manifestazioni e, soprattutto, incrementa in modo decisivo l’andamento del flusso di visitatori, che con un saldo del +36% registrato dalle risposte degli associati conferma il trend di crescita dei trimestri precedenti (+20% a
fine giugno e +28% a fine marzo). E particolarmente interessante risulta lo spaccato dei visitatori italiani che, secondo i rispondenti, fanno registrare le performance più positive (saldo +36%), mentre i visitatori extra UE ed europei segnano un incremento leggermente inferiore, rispettivamente +32% e +24%.Per quanto riguarda il numero di espositori, si conferma il dato del trimestre precedente (+20%), in netto miglioramento rispetto a fine settembre 2013, quando era addirittura negativo
tinui a fare i conti con il difficile contesto, offre diversi segnali positivi grazie alla capacità degli associati di contrastare con determinazione le sfide congiunturali. Questo ci permette
di guardare con particolare fiducia ai prossimi mesi e affrontare con ritrovato entusiasmo la grande opportunità di Expo 2015», afferma Ettore Riello, Presidente di AEFI.
aefi: la carta d’identità
Aumenta il numero di manifestazioni e incrementa in modo netto il trend del flusso di visitatori: con un saldo del +36% registrato dalle risposte fornite dagli associati di Davide De Vecchi
presa del settore e la ritrovata fiducia si riflette anche sull’andamento del fatturato, che nel trimestre in esame segna un saldo +16%, in incremento sia rispetto al trimestre precedente (+4%) sia rispetto allo stesso periodo del 2013 che aveva un saldo pari a zero. Un’analisi più dettagliata evidenzia che il fatturato è stabile per il 52% dei rispondenti, in aumento per il 32% e in riduzione per il 16%. «I dati mostrano un settore fieristico in graduale ripresa; uno scenario che, per quanto con-
Ettore riello
L’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane nasce nel 1983 con l’obiettivo di generare sinergie tra i più importanti quartieri fieristici italiani. In particolare AEFI si pone come interlocutore privilegiato per gli operatori e le istituzioni, e svolge un ruolo di sostegno per gli associati attraverso lo sviluppo di attività e programmi nell’ambito della formazione, del marketing e promozione e della ricerca, oltre all’erogazione di servizi per le fiere attraverso l’attività delle proprie Commissioni: Tecnica di Quartiere, Amministrative-Giuridica, Fiere in Rete, Informatica e Innovazione Tecnologica e Nuove Iniziative e Programmi. Sul piano internazionale, AEFI rappresenta le fiere italiane in UFI-Union des Foires Internationales. Presieduta da Ettore Riello, AEFI conta 35 quartieri fieristici Associati, che organizzano oltre 1.000 manifestazioni all’anno su una superficie espositiva totale di 4,2 milioni di metri quadrati. Nei quartieri fieristici associati AEFI si svolgono gran parte delle manifestazioni fieristiche internazionali e l’85% del totale delle manifestazioni fieristiche che hanno luogo annualmente in Italia. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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LINK tecnologie & consumi
infografiche
Nel 2014 hanno visto la luce almeno 10 gadget tecnologici in grado di migliorare la nostra vita. Dalla t-shirt che monitora i parametri vitali ai sensori che rendono intelligente la nostra casa.
Nel 2014 il mercato digitale ha incassato 63.658 milioni di euro, riducendo così il calo che ha attraversato questo settore negli ultimi cinque anni, portando alla perdita di circa 7 miliardi di euro.
Dieci oggetti hi tech per il 2015
FOCUS.IT
Quanto vale oggi il digital market
SOLE24ORE.COM
creatività
ecommerce
L’amore può avere mille facce diverse, come spiega Linda Buckley, responsabile delle rp del marchio per l’America del Nord: «La strada per il matrimonio non è più lineare come una volta».
Lo shopping via smartphone e tablet vive un buon momento. Secondo gli analisti di Flurry, nel 2014 l’uso di app per fare acquisti da dispositivi mobili è aumentato del 174% rispetto al 2013.
In pubblicità la svolta di Tiffany
ILMESSAGGERO.IT
App per acquisti a +174 per cento
ANSA.IT
scenari tecnologici
Nella sola Parigi, secondo i dati dell’agenzia Ubifrance, che promuove il marchio francese all’estero, sono attive più di 4.000 startup e per aprire un’azienda servono solo 4 giorni e mezzo.
Il traduttore di Google si appresta ad arricchire le sue funzioni, sfidando così Skype. Stando a quanto riportato dal New York Times, ci sarà spazio per traduzioni a voce da una lingua straniera.
Francia e Parigi, terra di startup
LASTAMPA.IT
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Traduzioni: fra poco anche a voce
NYTIMES.COM
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Basta seguire gli schemi delle grandi corporation: è il momento di pensare da start-up
il monito “digitale” lanciato da Pete Mitchell: prepariamoci alla rivoluzione dei global media L’APAC head of media & global media innovations director di Mondelez International ha le idee molto chiare in fatto di cambiamento e innovazione, come ha rivelato nella sua intervista esclusiva raccolta e pubblicata da M&M Global. nella comunicazione l’approccio deve essere a 360 gradi È tempo di rivoluzioni nel mondo dei global media, parola di Pete Mitchell. APAC head of media & global media innovations director di Mondelez International, Mr. Mitchell, che ha maturato nel corso degli anni una vasta esperienza nel campo dei digital media, lavorando per nomi quali IPG Mediabrands, Ogilvy e Mindshare, è entrato a far parte del management di Mondelez nel gennaio 2014, nella sede di Singapore. E, in occasione di un’intervista esclusiva con M&M Global, ha raccontato dal suo punto di vista quale strada e quali sfide si sta preparando ad affrontare la multinazionale tra i leader del settore alimentare nel mondo. Un colosso che, secondo Mitchell, sa bene come la comunicazione pubblicitaria abbia un ruolo fondamentale, insieme alla scelta coraggiosa di saper cambiare la propria cultura aziendale: «A Mondelez abbiamo la fortuna di avere a disposizione budget considerevoli a livello globale e sappiamo che una parte importante del nostro lavoro consiste nel raccontare al mondo in che modo li utilizziamo» ha esordito il manager. Ma investimenti e storytelling non bastano a produrre davvero risultati innovativi. Infatti «Alcuni dei progetti più interessanti che abbiamo intrapreso, come l’Oreo Trending Vending in occasione del SXSW In-
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teractive Festival e la creazione di biscotti attraverso la tecnologia delle stampanti 3D, fanno parte di una rivoluzione culturale: portare le persone attive nel nostro settore a smettere di agire secondo gli schemi delle grandi corporation e iniziare a pensare come una start-up». Un messaggio di cambiamento profondo, che mira a scardinare metodi e way of thinking di tutto il mondo aziendale, non attendendo un cambiamento dal “basso”, dalla sperimentalità intrinseca delle piccole e agili start-up che stanno nascendo sempre più numerose in ogni continente, ma iniettando aria di cambiamento negli uffici dei manager delle grandi compagnie. «[Il cambiamento] è nelle mani di persone come il mio capo Bonin Bough, (vice presidente global media & consumer engagement), il nostro nuovo cmo Dana Anderson e Josep Hernandez, (senior director of communication planning). Ci stiamo rinnovando, facendo di noi stessi una startup. Abbiamo una cultura interna che sta cercando di far parte di ciò che sta accadendo oggi, non restando legati alla sola Kraft, ma rendendo possibile per i nostri brand di essere al centro della popular culture». Anche l’idea comune che nella comunicazione sia necessario avere un approccio a “360 gradi” è secondo Mitchell un concetto da superare: meglio trovare i giusti “36 gradi” e cercare di capire le opportunità nuove che si stanno aprendo e accoglierle anche con un approccio sperimentale, perché nella realtà, l’idea di poter adottare e gestire tutta la varietà dei canali di comunicazione è «un’opportunità solo per le agenzie creative, per poter dare vita a degli as-
di Valentina Lunardi
quando esperienza e sensibilità sono tutto
nella foto a destra pete mitchell, che nel suo qualificato curruculum vanta esperienze in IPG mediabrands, ogilvy e mindshare. tutte nel campo del digital media
set in ogni comparto e incrementare i guadagni». Come muoversi quindi rispetto a un mondo media così fluido e diversificato e davanti a richieste di investimento sempre più consistenti? «Tutti stiamo spendendo più soldi, il settore media è in crescita, anno dopo anno, e stiamo investendo in più aree che nel passato. Mentre la tv è in decrescita, digitale e social media stanno diventando sempre più importanti. Dalla nostra prospettiva crediamo che nel futuro sempre più investimenti si dirigeranno verso le grandi piattaforme come Facebook, Google e WeChat in Cina». In particolare è Facebook, secondo Mitchell, a ricoprire il ruolo del leone: dopo aver fatto la sua comparsa come rete di comunicazione sociale, ha iniziato a ricoprire altre funzioni, restando sempre meno costoso rispetto ad altri mezzi media. E basta ricordare che la maggior parte degli utenti accede al proprio profilo in media quattordici volte al giorno, per comprendere le possibilità di ricezione di una grande massa di persone e di disposizione di grandi quantitativi di informazione sulle stesse. Un nuovo mondo rispetto al vecchio universo televisivo. Metodi da start-up e impegno sui fronti digital e social non possono completare il panorama dei temi caldi in tema di media senza il programmatic, su cui il manager di Mondelez sembra avere le idee molto chiare: «Il programmatic è qui per rimanere, questo lo sappiamo. Sta crescendo d’importanza e non c’è ragione per cui non comprare tutti i propri media programmaticamente. Il fatto è che siamo in una fase di transizione. I clienti stanno iniziando ora a prendere nota quando un’ingente parte di digital advertising è comprata in programmatic, ma alcune agenzie lavorano mantenendo i margini segreti. Per la situazione in cui ci troviamo in questo momento, tutti abbiamo la necesANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015
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sità di conoscere quali sono i possibili ricavi ed elaborare un tasso equo per l’attività che stanno svolgendo. Non si può essere un agente che opera per un cliente, se si lavora a condizioni riservate: questo equivale a una frode». Nonostante le numerose sfide che si prospettano sia dal lato gestionale sia da quello dei modelli di business, Pete Mitchell non teme di guardare ancora più in là, preparandosi ad affrontare cambiamenti che, per il momento, non sono ancora sotto le luci dei riflettori. «Siamo passati dai siti web ai portali, quindi ai social e ora ci stiamo muovendo verso le piattaforme di messaggistica. LINE e WeChat stanno facendo passi da gigante rispetto a quando sono entrati in attività. In particolare con la cinese WeChat possono essere fatti acquisti grazie a una moneta virtuale. L’acquisto attraverso piattaforme social sarà la prossima grande novità, che si dovrà accompagnare a una complicata regolamentazione ancora da creare. Ma nel prossimo futuro faremo molte meno cose attraverso i social network e molte più attività migreranno verso le piattaforme di messaggistica». Parola di Pete Mitchell, che, tra nuove sfide e progetti innovativi, è stato scelto tra i giurati del sempre più importante Festival of Media Asia Pacific Awards 2015.
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Con i social, facebook in testa, nel ruolo principale secondo il top manager, nel prossimo futuro sempre più importanti fette di investimento saranno dirette verso il mondo dei social media, soprattutto su Facebook
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rinnovato e il format e nuova location per l’edizione 2015 della manifestazione ormai divenuta un classico Lorenzo Cagnoni E’ il presidente di riminifiera. è nato a Rimini, dove risiede, nel 1939. E’ sposato e padre di due figlie. Dopo gli studi classici, ottiene incarichi di carattere istituzionale, e, al contempo, si dedica ad attività manageriali e imprenditoriali nel settore del turismo, guidando importanti strutture alberghiere e impianti industriali di servizio. Dal ‘66 e fino all’83 è assessore ai Servizi Scolastici, alla Sanità, alla Finanza e Bilancio e alle Attività Economiche del Comune di Rimini e dal 1983 al 1989 ricopre la carica di vice sindaco. In contemporanea, nell’81, viene nominato presidente della Società di Servizi Aeroportuali AERADRIA che gestisce i servizi a terra dell’Aeroporto di Rimini, e nel ‘92 presidente del Centro Agroalimentare SpA. Già presidente del Convention Bureau della Riviera di Rimini, società leader nell’organizzazione congressuale, è stato membro, dal ‘92, del cda dell’Ente Autonomo Fiera di Rimini di cui ha assunto la presidenza nel 1995. Nel 2002, col passaggio dell’Ente a Società per Azioni, viene quindi nominato presidente di Rimini Fiera SpA.
visioni
di
Matteo Dedè
il respiro delle fiere oggi
è internazionale Le attività fieristiche e quelle congressuali sono due facce che appartengono alla stessa medaglia. E se il mercato interno ristagna, è evidente che la competizione si sposta a livello internazionale. In questo senso, il turismo congressuale rappresenta un business strategico per riuscire a colmare il calo della domanda registrato in Italia. Non a caso, quattro anni fa abbiamo realizzato a Rimini un Palazzo dei Congressi, flessibile e funzionale, che può competere con qualsiasi struttura a livello mondiale. Come non è un caso che abbiamo costruito la stazione ferroviaria in Fiera, costata 5 milioni di euro, anche se all’inizio ci avevano preso per visionari. Il respiro, dunque, è internazionale. Oltre il 50% degli eventi dei prossimi anni saranno ospitati in Europa, e Rimini intende far parte della partita. Anche se sappiamo che non sarà facile, perché quando una città si candida a ospitare un evento deve poter of-
frire un complesso di dotazioni strutturali e infrastrutturali di un certo tipo. Mentre gli italiani sono stati coinvolti nella strana e teorica discussione sulla rivoluzione informatica e le conseguenze per il sistema fieristico, succedeva che altri paesi, come la Germania, investissero molto tempestivamente migliaia di miliardi nel potenziamento delle proprie fiere. Non c’è città tedesca, di media dimensione, che non abbia un impianto fieristico decisamente moderno; nel mondo, in Cina e Russia per esempio, i tedeschi hanno messo solide radici nei quartieri fieristici, soppiantando gli italiani, che erano i primi nel settore. Il sistema fieristico come sistema di promozione nel sistema produttivo non ha esaurito la sua funzione, la mantiene intatta a patto che si sappia rinnovare e sappia capire che non è più il tempo delle fiere generiche, ma di quelle specializzate e connotate da forte tasso di internazionalità.
Chi sono gli espositori principali? Innanzitutto i produttori, ma anche importatori e distributori di tessile e oggettistica personalizzabile, gadget, merchandising. E poi i personalizzatori, al fianco di produttori enogastronomici e confezionatori. E ancora, agenzie di rappresentanza e produttori di articoli di marca per regalistica aziendale e per le loyalties. E chi visita? Direttori Generali e Amministratori Delegati in primis. Poi, i Responsabili Commerciali e Vendite. Responsabili Marketing e Comunicazione. Responsabili Acquisti. Organizzatori di Eventi. La Mostra-Convegno dedicata agli oggetti per la promozione, la pubblicità, il merchandising, il regalo d’affari e il mondo delle loyalties si presenta all’appuntamento del 2015 con un nuovo format e una nuova location. Come spiegano gli organizzatori, la rassegna è in programma quest’anno presso gli spazi di Superstudio Più, in Via Tortona, a Milano. E la due giorni si svolgerà i prossimi 5 e 6 febbraio. Ormai classiche e sempre essenziali le motivazioni che secondo gli organizzatori garantiscono efficacia alla presenza a Promotion Expo: poter etrare in contatto con manager aziendali con potere decisionale e d’acquisto; incontrare nuovi clienti e consolidare i rapporti con quelli già acquisiti; rafforzare il proprio brand; presentare le novità a una’ampia platea e scoprire le più recenti tendenze del mercato. ANNO VI | #002|MARTEDÌ 13 GENNAIO 2015