Community / iaa italia
Dall’Expo al Branded Content, i temi più caldi
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ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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Ma consumare farà rima con comunicare?
Si sono conclusi i lavori degli Stati Generali dell’Iaa Italia. Grazie al contributo di numerosi membri dell’associazione è stato possibile definire linee programmatiche e argomenti prioritari.
8 “the voice of italy”
Subito leader, dice Blogmeter
11 millward brown
Smartphone, sei il mio tesoro
17 “meet the guru”
A Milano arriva David Pescovitz
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Joni Ive: in Apple solo per il design
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Ecommerce: AliBaba in Borsa
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I consumi non crescono. Confcommercio dice che nell’ultima rilevazione di gennaio gli indici sono scesi ancora di qualche punto. E il nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi prova a correre ai ripari, con un intervento per garantire mille euro in più all’anno in busta paga a dieci milioni di italiani. La Cgia di Mestre studia subito l’impatto della decisione: ben nove miliardi finiranno in acquisti da parte delle famiglie. A maggio arriverà il primo stipendio “aumentato”. e La pubblicità potrebbe derivarne una spinta interessante: perché comunicare e consumare sono due verbi che insieme stanno molto, molto bene di Sebastiano Zeri
Consumi&Pubblicità LA MANOVRA DEL GOVERNO
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LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.
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antefatto: dieci miliardi di riduzione del cuneo fiscale. Tutti a favore dei lavoratori. In particolare quelli che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese: già dal 1° maggio si ritroveranno una busta paga più pesante, che garantirà un maggiore guadagno di circa mille euro all’anno. È questo uno dei punti focali della manovra messa a punto dal Consiglio dei Ministri per il rilancio dell’economia. Un provvedimento che avrà una portata di 10 miliardi di euro e che, secondo il premier Matteo Renzi, sarà in grado di dare una scossa al sistema economico nazionale. Non da solo: il primo ministro ha illustrato in una conferenza stampa - la prima di Palazzo Chigi con hashtag dedicato, #lasvoltabuona - tutta una serie di provvedimenti piccoli e grandi finalizzati a rimettere in movimento l’economia con finanziamenti a progetti specifici, fondi ad hoc e aiuti alle imprese. La scelta sugli sgravi fiscali riguarderebbe una platea di circa 10 milioni di italiani tra cui anche un po’ di ceto medio. Fin qui i fatti. L’ipotesi messa sul piatto dall’esecutivo, dunque, potrebbe garantire più consumi. E se la svolta fosse davvero buona, potrebbe
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anche voler dire più pubblicità. Potrebbe, per non dire dovrebbe. L’orizzonte è chiaro: se i soldi in più servissero, come auspica il Governo, a produrre maggiori spese da parte di dieci milioni di italiani è altrettanto chiaro che le imprese impegnate nella comunicazione dovrebbero star pronte a sfruttare la situazione per intensificare il dialogo con schiere di consumatori almeno un poco più propensi all’acquisto. E dunque all’esposizione pubblicitaria. La sempre attenta Cgia di Mestre ha già provato a studiare l’impatto della manovra, giungendo a conclusioni rassicuranti. Dei 10 miliardi di tagli all’Irpef che a partire dal prossimo mese di maggio “appesantiranno” le buste paga dei lavoratori dipendenti italiani con un reddito inferiore ai 25:000 euro, quasi 9 miliardi, stima, appunto la Cgia, verrebbero spesi per fare nuovi acquisti. Un risultato previsionale ottenuto analizzando i dati relativi alla propensione media al consumo delle famiglie degli operai e degli impiegati che beneficeranno dell’opportunità fiscale. Se le famiglie interessate dalla sforbiciata dell’Irpef manterranno una propensione al consumo media individuata sulla base dell’ultima indagine campionaria che,
secondo Giuseppe bortolussi (nella foto), segretario di Cgia mestre, se la riduzione del cuneo fiscale prevista dalla manovra messa a punto dal consiglio dei ministri verrà attuata, si creerà una ripresa dei consumi, a beneficio soprattutto dI FOOD E BEVANDE
secondo la Banca d’Italia, è pari all’88,6 per cento, dei 10 miliardi in più che questi italiani riceveranno in busta paga, 8,86 saranno spesi per fare nuovi acquisti, mentre i restanti 1,14 miliardi verranno risparmiati. Ma quali saranno i settori che beneficeranno di questa ripresa dei consumi? «Innanzitutto gli alimentari e le bevande fa sapere il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi -. La spesa per questo settore aumenterà di oltre 2,3 miliardi di euro. Altri 2 miliardi interesseranno i trasporti e quasi 1,3 miliardi gli altri beni e servizi che includono gli acquisti dei prodotti e dei servizi per la cura della persona, i pasti fuori casa, alberghi e via dicendo. L’abbigliamento e le calzature registreranno un aumento pari a 670
milioni, mentre i mobili e gli elettrodomestici per la casa un incremento di 588 milioni di euro». Dalla Cgia ricordano anche che i consumi delle famiglie rappresentano la principale componente del nostro Pil. Nel 2013 i consumi hanno rappresentato il 60% della ricchezza prodotta in Italia, ben 935 miliardi di euro correnti a fronte di un Pil di 1.560 miliardi. «Dall’inizio della crisi alla fine del 2013 - segnala ancora Bortolussi - i consumi delle famiglie italiane, al netto dell’inflazione, sono crollati del 7,6%. Ciò vuol dire che la spesa, in valore assoluto, è diminuita di 66,5 miliardi di euro. A subire la contrazione più forte sono stati i beni durevoli: tra il 2007 e il 2013 la contrazione è stata del 28,1%. «Renzi - conclude
Bortolussi - ha fatto bene a lasciare più soldi in tasca ai redditi più bassi. Solo rilanciando la domanda interna abbiamo la possibilità di far ripartire la nostra economia, aiutando anche i lavoratori autonomi, gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori che vivono quasi esclusivamen-
te dei consumi dei territori in cui operano». Sulla presa di posizione governativa, si è espressa negli ultimi giorni anche un’altra associazione rilevante nel settore dei consumi, Indicod-ECR. Una pagina pubblicitaria pianificata sui principali quotidiani, con impresso in blu e rosso lo
slogan “Ben fatto” - spiega in estrema sintesi il senso dell’operazione: “Le imprese di produzione e distribuzione di beni di largo consumo, in contatto quotidiano con i cittadini/consumatori e le loro difficoltà, esprimono apprezzamento verso i provvedimenti del Governo che crediaANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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COVER STORY marco testa (nella foto a destra), presidente del gruppo armando testa e numero uno di assocom. più a sinistra: il presidente del consiglio Matteo renzi e il presidente francese francois hollande nel corso del recente incontro all’eliseo di parigi
mo possano avere effetti positivi sul potere d’acquisto delle famiglie, sul clima di fiducia e sui consumi, favorendo l’avvio di una fase di ripresa del nostro Paese”. Questo il pensiero dei vertici dell’organismo che rappresenta in Italia GS1, la struttura internazionale che coordina la diffusione e la corretta implementazione del sistema più diffuso e rappresentativo per lo sviluppo di strumenti tecnici a supporto del commercio mondiale, e ECR Europe, incaricato di curare la diffusione in Europa di tecniche, strumenti e modalità
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di interfacciamento strategico/operativo tra industria e distribuzione e tra loro e il consumatore finale. Ed effettivamente, le alte sfere della sigla associativa avevano già fornito indicazioni in merito alla possibile ripresa dell’economia italiana, arrivando a stilare, nei giorni caldi dell’avvicendamento a Palazzo Chigi tra Enrico Letta e Matteo Renzi, un vero e proprio elenco di priorità: “Il potere d’acquisto diminuisce, la disoccupazione cresce, i bilanci delle famiglie sono sotto pressione – avevano spiegato -. Il nodo
sono i consumi, tra equità e azioni di sostegno alla povertà che si sta diffondendo. Questi sono i temi che stanno caratterizzando da troppo tempo la situazione economica italiana. Di fronte alla riduzione del potere di acquisto, della contrazione dell’occupazione, di una distribuzione del reddito sfavorevole per i ceti popolari e per una parte importante delle classi medie, è sempre di grande attualità la proposta di riprendere un deciso piano di liberalizzazioni attraverso lo smantellamento di posizioni dominanti o di
oligopolio, creando i presupposti per una maggiore concorrenza di mercato a tutto vantaggio dei cittadini consumatori. E poi c’è la necessità di istituire un serio programma di sostegno ai consumi delle famiglie meno abbienti, con la contemporane promozione di un trasporto merci più efficiente e più sostenibile”. Le note di Indicod erano arrivate in un momento culminante per le difficoltà degli italiani in termini di possibilità d’acquisto. Anche il 2014, infatti, è cominciato male sul fronte dei consumi. Proprio
a gennaio, l’indicatore di Confcommercio aveva fatto registrare un calo dei consumi dell’1,6% su base annua e dello 0,3% rispetto a dicembre, evidenziando con chiarezza “tutte le difficoltà dell’economia italiana, dopo due anni di recessione”. E la Cgil aveva lanciato immediatamente l’allarme: “Se non ci saranno interventi a favore di lavoratori dipendenti e pensionati i consumi diminuiranno anche quest’anno”. Il consueto indice di Confcommercio aveva evidenziato un nuovo calo un pò per
tutti i tipi di consumi: aumentata solo la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,6% in un anno); riduzioni molto ampie, invece, per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,3%), beni e servizi per la casa (-2,2%) e abbigliamento e calzature (-2,1%). “Il ridimensionamento registrato a gennaio, dopo un trimestre di stabilizzazione dei consumi - rilevava Confcommercio - si aggiunge ad altri indicatori dell’economia reale che sottolineano la complessità del quadro congiunturale della no-
stra economia che, dopo un quarto trimestre in cui si erano registrati timidi segnali di miglioramento, sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa”. Una situazione con elevati rischi di peggioramento ulteriore nell’analisi dell’associazione dei commercianti e del principale sindacato italiano. “Il calo dei consumi, senza interventi di carattere fiscale a favore di lavoratori e pensionati” è destinato non solo a continuare, ma addirittura a peggiorare” veniva affermato, insieme a ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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stima di riduzione dei consumi delle famiglie operaie di 212 euro nel 2014 e di 404 euro nel biennio 2015-2016; mentre per gli impiegati, il calo valutato nello stesso periodo è di 837 euro. Tra il 2007 e il 2013, secondo i calcoli dall’Associazione Bruno Trentin, la riduzione cumulata del potere di acquisto ha rag-
anche giovanni cobolli gigli (nella foto), presidente di federdistribuzione, auspica una rapida ripresa dei consumi
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giunto l’11% e per il biennio 2014-15 si prevede un’ulteriore flessione dell’1%. Intanto, il Pil, nel 2014, crescerà dello 0,3% dopo il -1,8% del 2013. «Alle condizioni attuali - dice il responsabile del centro studi di Confcommercio Mariano Bella - non ci sembra che ci siano speranze
di andare oltre lo 0,3% e lo 0,5%. E i consumi subiranno un’ulteriore riduzione dello 0,2% dopo il -2,4% del 2013. Tutto questo con la pressione fiscale che resterà a livelli record, mai raggiunti prima per durata”, toccando il 44,2% del Pil. «Ci sono degli indizi che sono certamente positivi, però riguardano non la ripresa ma la fine della crisi», commenta il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sulla situazione italiana -. Imprese e famiglie non hanno ancora risentito di questi benefici». «Non ci stancheremo mai di ripetere che il punto centrale per la crescita è ridare fiato ai consumi - aggiunge il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli -, restituendo potere d’acquisto alle famiglie e realizzando quelle riforme in grado di ridare competitività ed efficienza al sistema d’imprese. Per questo ritenevamo già di grande rilevanza la concreta realizzazione del progetto di “Destinazione Italia”, un insieme di
misure finalizzate a restituire attrattività per gli investimenti di aziende italiane e straniere, intervenendo sui ritardi strutturali che gravano sul nostro Paese e introducendo più concorrenza, libertà d’impresa ed efficienza nella Pubblica Amministrazione». E ora, dopo la messa in atto della manovra “da 85 euro al mese”, qualcosa si potrebbe muovere anche in chiave di consumi. E di conseguenza, negli investimenti pubblicitari. «Bisogna recuperare l’immagine della comunicazione per rilanciare un Paese intero - sottolinea a riguardo Marco Testa, presidente del gruppo Armando Testa e numero uno di Assocom - La crisi resta acuta, la recessione non molla la presa e tra i consumatori c’è grande disagio, ma abbiamo le potenzialità per fare grandi cose. Anche per portare avanti una rivoluzione del settore. Dobbiamo metterci la faccia». Proprio Marco Testa può raccontare, in questo quadro di attenzione alle sorti del Paese, alla necessità assoluta di rilancio dei consumi, dell’immagine nazionale e del mondo comunicativo più in particolare -, come è nata la recente “marcia digitale dei quarantamila “. Che è prima di tutto una campagna di parole, idee e fac-
ce, pensata per il web dallo Studio Testa e da Replay, l’agenzia specializzata nelle azioni virali sulla rete. E che ripone il fulcro sul sito www. ripresaeimpresa.it. Ognuno dei testimonial deve adeguarsi al format comunicativo: “Amo l’Italia ma non basta” è l’incipit, uguale per tutti, seguono le singole pillole di vita (da imprenditore) vissuta, che possono durare in media tra i venti secondi e il minuto. «Sono rimasto colpito dal bisogno degli imprenditori di prendere la parola - spiega Testa -. E mi sono divertito, come uomo di comunicazione, a verificare e costruire sul campo il format giusto. Ora esporteremo l’idea che, sul web, potrebbe raccogliere migliaia di storie in tutta Italia. Non è nello stile dei nostri testimonial avere dei toni forcaioli o “gridati”. E tuttavia la situazione è talmente grave, seria, per molti aspetti triste, che era davvero venuto il momento di far sentire la propria voce. Noi ci siamo limitati a disegnare il contenitore, ora è nella mani di chiunque abbia una storia di impresa da raccontare, anche se ovvamente i contenuti verranno sempre supervisionati da noi. E non è una campagna in senso tradizionale, quanto piuttosto un movimento, una forma moderna, tra-
sparente e pacifica di marcia che corre sul web anziché nelle piazze. Abbiamo fatto anche un manifesto e un video dove si vede una rosa che perde i petali, un video-manifesto per introdurre l’evento iniziale. Ma i veri contenuti, sono le facce degli imprenditori. Il messaggio è pronto per essere raccolto da chi vuole». Le parole di Marco Testa si inseriscono con veemenza ed entusiasmo nello spirito attualissimo che sta cercando di incrociare e coagulare le energie di tutti i protagonisti del sistema per lottare contro un comune nemico: la perdurante debolezza dei consumi. Elemento che, economicamente parlando, spiega uno dei dati che più hanno sorpreso in questi mesi, ossia la discesa dell’inflazione al consumo, arrivata allo 0,7% alla fine dello scorso anno, nonostante l’incremento dell’aliquota normale dell’Iva intervenuto a ottobre 2013. E anche l’occupazione, che era rimasta stabile durante l’ultima estate, è nuovamente caduta nei mesi autunnali, portando il tasso di disoccupazione al 12,7 per cento, un nuovo massimo. Lo ribadisce anche Prometeia, che aggiunge nel suo studio più recente come la ripresa internazionale non possa garantire all’Italia l’uscita dalla recessione. Viene ricordato come
il necessario aumento di liquidità debba tradursi in maggiore credito bancario per le imprese. E si accompagni, da parte del sistema finanziario, allo sviluppo di fonti di finanziamento esterne da quelle bancarie. Sui consumi delle famiglie, Prometeia specifica al netto dell’inflazione - a prezzi 2010 -, tra il 2013 rispetto al 2007 i consumi pro-capite si sono ridotti di 1.800 euro, ma a fronte di cadute del reddito disponibile di 2.700 euro E la ricchezza finanziaria netta ha perso 8.200 euro, la ricchezza reale netta 1.600 euro. Il risparmio si è ridotto di 860 euro. La ripresa, allora, dovrebbe acquisire maggior slancio grazie al rafforzamento della domanda interna, che affiancherebbe quello della domanda estera. Di tutto questo si parlerà a Milano il prossimo 25 marzo, nel convegno “Dove va lo shopping”, con sotto titolo “Nuove logiche di acquisto tra polarità commerciali e trend di mercato”, organizzato da Canali& C e TradeLab con la sponsorship di GS1 Italy -IndicodEcr. Un momento di formazione a approfondimento per capire meglio i comportamenti d’acquisto e le scelte del consumatore tra le diverse alternative offerte dal mercato e trasversalmente nelle più importanti categorie merceologiche. < ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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L’analisi di Blogmeter sulle performance social delle trasmissioni televisive. la musica e le sfide piacciono molto agli internauti
“The Voice of Italy” parte forte davanti a tutti. Ma la De Filippi fa il pieno con tre programmi L’anti “X Factor” ha sfondato: il talent di RaiDue, al debutto, si prende il primo posto della classifica “Top Social TV Programs” riferita al periodo settimanale compreso fra il 10 e il 16 di marzo. I dati sono ragguardevoli: oltre 48.900 messaggi, tweet+post, realizzati da 11.000 autori unici, sia di Facebook sia di Twitter, pari a 10,6 milioni di unique impressions. già sorpassato il reality “grande fratello” Maria De Filippi
noemi,piero pelù, raffaella carrà e j-ax sono i giudici di the voice of italy, in onda su rai due di Davide De Vecchi
Si chiama “The Voice of Italy” l’anti “X Factor” in salsa Rai. E anche non ha fatto il “pieno” dell’Auditel, ha sfondato nella social tv. Il talent di RaiDue, al debutto, si prende il primo posto della classifica “Top Social TV Programs” curata da Blogmeter, riferita al periodo settimanale compreso fra il 10 e il 16 di marzo. I dati sono ragguardevoli: oltre 48.900 mes-
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saggi (tweet+post), realizzati da 11.000 autori unici (sia di Facebook sia di Twitter), pari a 10,6 milioni di unique impressions (solo per quanto riguarda Twitter). Al secondo posto del rating che Blogmeter realizza attraverso la piattaforma SocialTVmeter, troviamo il “Grande Fratello” che questa volta non conferma i 121.000 messaggi del debutto, ma si deve “accontentare” di 45.800 messaggi, 15.100 autori uni-
ci e 10,2 milioni di unique impressions. Balzo in classifica, invece, per “Amici di Maria De Filippi”, nella versione pomeridiana del sabato su Canale 5, che passa dal nono al terzo posto (19.500 messaggi, 5.400 autori unici, 3,4 milioni di unique impressions. La stessa De Filippi, nella settimana considerata, piazza ben tre programmi in classifica: oltre all’ultima puntata di “C’è posta per te” che ottiene l’otta-
vo posto (12.100 messaggi, 2.700 autori, 3,7 milioni), spicca a sorpresa, al nono posto del rating, la puntata di “Uomini e Donne” di mercoledì 12 marzo (9.500 messaggi, 5.200 autori, 2,0 milioni), dedicata alla travagliata scelta del tronista Aldo Palmieri. Nella parte centrale del rating stilato da Blogmeter troviamo il talk politico di La7, “Servizio Pubblico”, stabile al quarto posto (17.800 messaggi, 6.300 autori, 3,9 milioni), mentre l’altro talk di punta di La7 “Piazza Pulita” (15.500 messaggi, 4.700 autori, 3,3 milioni), guadagna una posizione passando dal settimo al sesto posto. Al quinto il programma cult di Italia1, “Le
Iene” (16.100 messaggi, 9.400 autori, 3,5 milioni) e al settimo un’altra trasmissione della rete guidata da Luca Tiraboschi, “Mistero” (12.300 messaggi, 3.000 autori, 2,9 milioni). Chiude la classifica il talent in onda il giovedì sera su Sky Uno, la versione Junior di “Masterchef Italia” (9.000 messaggi, 3.300 autori, 3,4 milioni). Per quanto riguarda i risultati conseguiti dai singoli canali, nella settimana che vien presa in considerazione la migliore performance è di Canale 5, che piazza ben quattro programmi in classifica, seguita da Italia 2 e La7, con due programmi, e da RaiDue e SkyUno, con un programma a testa.
partnership
Accordo fra Vodafone Italia e Spotify sui contenuti musicali Vodafone Italia e Spotify hanno annunciato una partnership dedicata al mercato italiano: a partire dal 15 marzo, i clienti Vodafone potranno accedere a condizioni esclusive a Spotify Premium, il servizio che consente di vivere la migliore esperienza di ascolto degli oltre 20 milioni di brani musicali del catalogo dell’azienda svedese. L’accordo rientra nell’ambito dell’intesa siglata tra Spotify e Vodafone Group, che ha già permesso di attivare partnership nei mercati di Irlanda e Regno Unito. In Italia, terzo paese ad aderire all’accordo, si tratta del primo caso di collaborazione sui contenuti tra l’industria delle telecomunicazioni e un “Over the Top” a livello internazionale. L’accordo, in esclusiva per l’Italia, ha l’obiettivo di rispondere alla crescente richiesta degli italiani di contenuti musicali e d’intrattenimento da utilizzare in mobilità con il proprio smartphone o tablet. Gli accessi a internet dai device mobili crescono infatti quattro volte più velocemente della popolazione globale, una tendenza confermata anche nel nostro Paese: quasi 1 italiano 2 due possiede uno smartphone, per un volume di traffico internet che è aumentato di oltre il 65% negli ultimi dodici mesi. Un maggior utilizzo di contenuti che comporta un crescente consumo di dati e, quindi, l’esigenza di reti sempre più veloci e affidabili. Per soddisfare questa richiesta, Vodafone ha raddoppiato, attraverso il piano Spring, gli investimenti per lo sviluppo delle reti e dei servizi a banda ultralarga mobile e fissa in Italia. Sul fronte del mobile, entro il 2016, Vodafone aumenterà di oltre il doppio la copertura di rete mobile con velocità fino a 42.2 Mbps (HSPA+), che oggi copre già 771 comuni italiani, e triplicherà l’estensione della rete 4G, già attiva in100 delle principali città e località turistiche. L’offerta è attivabile dal 15 marzo attraverso il sito web dedicato voda.it/sceglispotify, oppure accedendo all’app My Vodafone. spotify premium vuol dire oltre 20 milioni di brani.
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MARKET PLACE
ama la tv e la guarda quando vuole
Infrastrutture / annunciata ufficialmente l’intenzione di abbandonare il ruolo centrale nell’assegnazione dei nomi e dei domini
Gli Usa cedono la governance di internet Si va verso il modello multistakeholder. Kroes: «passo storico. Collaboreremo con tutti i soggetti che sono coinvolti»
Edward snowden
di Vera Modesto
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Governo degli Stati Uniti ha annunciato venerdì l’intenzione di abbandonare il suo ruolo centrale nell’assegnazione dei nomi e dei domini su internet aprirne la gestione alla comunità globale, in quello che potrebbe essere un primo passo verso il rafforzamento del modello multistakeholder della governance di internet. Si tratta, in apparenza, di una questione meramente tecnica ma che avrà un forte impatto sulla governance della rete, portando a una gestione più aperta di internet. Un aspetto divenuto particolarmente attuale soprattutto dopo lo scandalo Datagate, che ha portato la Commissione europea a ribadire, ancora una volta, l’urgenza di superare la gestione Usa-centrica del web. Come è noto, infatti, l’internet governan-
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le discussioni sul modello di transizione inizieranno al prossimo summit Icann di Singapore, che si terrà fra il 23 e il 27 marzo
ce è attualmente affidata all’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), ente non profit creato sotto l’amministrazione Clinton che ha la responsabilità di assegnare gli indirizzi Ip, gestire il sistema dei nomi di dominio generici di primo livello e dei country code Top Level Domain, che identificano uno specifico territorio (.uk per il Regno Unito, .it per l’Ita-
lia…), nonché i root server. L’ente, peraltro, nel 2009 si era parzialmente svicolato dal Dipartimento del Commercio Usa che lo gestiva fin dalla fondazione, conseguendo una maggiore indipendenza ma continuando a mantenere il controllo sulle funzioni chiave della rete. Nella nota diffusa venerdì proprio dal Dipartimento del Commercio, si legge che come primo passo di
questa transizione, l’Ntia (National Telecommunications and Internet Administration) chiederà all’Icann di “convocare le parti interessate a livello globale per sviluppare una proposta di transizione dell’attuale ruolo svolto da Ntia nel coordinamento del sistema dei nomi di dominio internet (Dns)”. L’Ntia rappresenta il Governo americano nel Governmental Advisory Committee (Gac), l’organismo con compiti consultivi che mira ad assicurare il consenso degli stati sulle iniziative intraprese da Icann, in particolare per evitare situazioni che vadano in contrasto con le leggi locali. Tuttavia, sebbene l’autorità preposta statunitense (Iana, Internet Assigned Numbers Authority) ha esplicitato che la transizione deve essere completata entro il 2015, l’avvio del processo non sarà immediato: le discussioni sul modello di transizione inizieranno al prossimo summit Icann di Singapore (23-27 marzo). «Stiamo invitando i governi, il settore privato, la società civile e altre organizzazioni di internet di tutto il mondo a unirsi a noi nello sviluppo di questo processo
di transizione - ha detto Fadi Chehade, presidente e ceo di Icann -. Tutte le parti interessate meritano una voce nella gestione e nel governo di questa risorsa globale come partner alla pari». Nonostante da più parti si tema che il cambiamento potrebbe portare a una “balcanizzazione” della rete, la decisione è stata salutata positivamente sia dai big della Silicon Valley che la considerano ormai inevitabile per recuperare credibilità dopo lo scoppio dello scandalo, sia dalle maggiori istituzioni europee, Commissione in testa: «Si tratta di un passo storico verso una governance di internet veramente globale e verso lo sviluppo del modello multistakeholder auspicato dalla Commissione europea», ha affermato il Commissario Ue, Neelie Kroes, sottolineando che la Commissione collaborerà con gli Stati Uniti e con tutti i soggetti interessati a livello mondiale «per attuare la globalizzazione delle funzioni di Iana in un processo responsabile e trasparente e in un modo da garantire un internet aperto e che sosterrà i diritti umani».
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Quello che stavi cercando lo trovi nel mondo di Video Mediaset. E’ il sito dove le persone incontrano più da vicino la televisione: gli utenti vedono e rivedono i loro programmi preferiti, scegliendo tra i contenuti editoriali di oltre 100 tra i più popolari brand televisivi, dalle puntate delle Iene alle fiction più seguite in tv. Un patrimonio straordinario, che attira mediamente 653mila utenti unici giornalieri, ora raggiungibili con una pianificazione verticale su 6 tipi di pian audience.
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genitori che non vogliono la pappa pronta
Una campagna dai toni consueti per l’azienda romagnola che impiega attualmente oltre settemila persone nei suoi stabilimenti
Il tormentone ritorna, parola di Francesco Amadori Lo storico fondatore e presidente si presenta nuovamente in veste di testimonial all’interno di due nuovi spot, in onda per tre settimane, da domenica scorsa fino al 5 aprile, sulle principali reti televisive e online. per promuovere alcuni tra i più amati prodotti elaborati di carni avicole di Daniele Bologna
Francesco Amadori torna in pubblicità. E torna anche il tormentone: “Parola di Francesco Amadori”. Lo storico fondatore e presidente dell’azienda si ripresenta in veste di testimonial all’interno di due nuovi spot, in onda per tre settimane, da domenica scorsa fino al 5 aprile, sulle principali reti televisive e online, per promuovere alcuni tra i più amati prodotti elaborati avicoli: Polpettine, Hamburger, i bocconcini di pollo Birbe e Cotolette. Con il claim “Una buona idea ogni giorno” Francesco Amadori l’imprenditore romagnolo che fu tra i primi, negli anni ’90, a “mettere la faccia” nei propri spot - invita i consumatori di oggi a provare nuove ricette a base di prodotti gustosi e veloci da preparare. A lui si uniscono altri protagonisti (mamma e figlia, un giovane single, un gruppo di ragazzi, babbo e fi-
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glio) che, facendo proprio lo slogan “Parola di…”, propongono la loro “buona idea” quotidiana per utilizzare in maniera versatile i prodotti Amadori. Viene così ribadita la grande qualità gastronomica di questi prodotti innovativi dal gusto sfizioso, con carne 100% italiana e pronti in pochi minuti. E per suggerire “una buona idea ogni giorno”, sul sito www. amadori.it è disponibile un nuovo eBook con ricette a base dei prodotti promossi negli spot. «Francesco Amadori torna a grande richiesta in pubblicità per rassicurare i consumatori sulla sicurezza e bontà dei nostri prodotti, compresi i più innovativi e moderni - commenta Francesca Amadori, responsabile corporate communication -. Dal 1999, quando per la prima volta scese in campo, “mettendoci la sua firma”, ad oggi, il claim “Parola di Francesco Amadori” è stato il filo conduttore dei
nostri spot, per ribadire l’impegno nel garantire prodotti buoni, sicuri, 100% italiani». L’agenzia che firma gli spot è DLVBBDO, la regia è affidata a Matteo Pellegrini, la casa di produzione è Akita, l’investimento prevede oltre 4mila GRPs in televisione e si estende anche online, con oltre 20 milioni di impression. Questa nuova campagna pubblicitaria si affianca ad altri progetti di product placement all’interno di format che stanno riscuotendo molto successo: si è appena conclusa l’esperienza di “Master Chef ” su Sky, che continua ora, per la prima volta in Italia, con “Junior Master Chef ”, mentre proprio ieri è partito il programma di Benedetta Parodi “Molto Bene”, in onda
tutti i giorni per dodici settimane su Real Time, dove vengono proposte nuove ricette a base di prodotti Amadori. L’azienda è stata fondata nel 1969 dallo stesso Francesco e da Arnaldo Amadori a San Vittore di Cesena. Oggi è una delle maggiori aziende alimentari in Italia, specializzata nel settore avicolo. Gestisce direttamente l’intera filiera integrata ed è presente sul territorio nazionale con sei incubatoi, quattro mangimifici, sei stabilimenti di trasformazione alimentare, ventuno tra filiali e agenzie, tre piattaforme primarie, oltre 1.100.000 metri quadrati di allevamenti di proprietà, oltre 7.200 collaboratori. Gli ultimi dati di bilancio disponibili sono quelli del 2012: il
fatturato è risultato pari a 1 miliardo e 261 milioni di euro (+4,1% sul 2011), con una quota di mercato intorno al 30% delle carni avicole in Italia; un risultato d’esercizio positivo (pari a 10,2 milioni di euro), nonostante l’aumento di costi e servizi nella seconda metà dell’anno. Il numero di persone occupate è cresciuto di 100 unità, fino a raggiungere 7.200 lavoratori. Significativa anche la mole di investimenti messi in campo nel 2012, pari a oltre 40 milioni di euro, destinati all’ampliamento della capacità produttiva degli stabilimenti, al miglioramento e standardizzazione della qualità dei prodotti, al settore sicurezza e all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
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Nostrofiglio.it festeggia i suoi 5 anni con un importante traguardo: 1,8 mln di browser unici mese. Questi numeri premiano la qualità dei contenuti, su cui questo target è molto attento, e il sistema editoriale originale, che unisce tre piattaforme: il magazine on line, la WebTV, con oltre 200 video editoriali e i blog multi mu autore di Mammenellarete. E’ così che Nostrofiglio.it parla alle mamme e i papà e consolida la fiducia che nasce dalla relazione quotidiana con loro. Per questo Nostrofiglio.it è il luogo dove comunicare verticalmente ai genitori, con display ma anche con progetti nativi.
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U/D, si informa sempre sul tempo
Ricerche / gli italiani tendono a guardare programmi televisivi più tardi nel corso della giornata rispetto agli altri europei
È lo smartphone lo schermo preferito dagli italiani. Ma la televisione resta ancora un mezzo interessante
Uno studio condotto dalla società specializzata Millward Brown rivela come gli italiani passino più tempo davanti allo schermo di un dispositivo mobile che alla tv. E si tratta di un’audience soprattutto femminile, mentre Gli uomini preferiscono il pc portatile
le donne dedicano il 25% di tempo in più rispetto agli uomini all’uso degli smartphone di Aureliano Roio
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iù smartphone che tv, più donne che uomini. Sono questi, per quanto riguarda il nostro Paese, i risultati più rilevanti emersi dallo studio AdReaction condotto dalla società di ricerca Millward Brown, azienda leader mondiale specializzata nel fornire ai propri clienti supporto per un solido sviluppo dei brand. La ricerca, che si basa su un sondaggio multinazionale sul comportamento di utenti multischermo a li-
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vello globale, condotto su 12.000 consumatori di 30 Paesi, di età compresa tra i 16 e i 44 anni, ha messo in evidenza alcune interessanti novità sul modo in cui oggi gli italiani utilizzano i propri dispositivi: su quattro minuti passati davanti alla tv, uno è trascorso con accanto un secondo schermo. Un crescente numero di persone (60%) utilizza i propri smartphone e tablet mentre guarda la televisione, mettendo in atto comportamenti di “stacking” ossia per ricercare contenuti non correlati, principalmente per restare in
contatto con gli amici sui social media oppure per riempire il tempo durante gli intervalli pubblicitari. Il resto del tempo trascorso su doppio schermo viene dedicato a comportamenti di “meshing”, ossia utilizzare la tv e un dispositivo digitale simultaneamente per contenuti correlati, come ottenere maggiori informazioni su quello che sta andando in onda oppure parlarne con gli amici. Più nel dettaglio, nella sua “giornata tipo” l’italiano medio tra i 16 e i 44 anni trascorre più di cinque ore in davanti a uno schermo, di cui quasi due (109 minuti) usando uno smartphone. Attualmente gli smartphone costituiscono lo schermo più utilizzato in Italia, andando a sostituirsi alla televisione (89 minuti) nel ruolo di schermo preferito e scavalcando anche il pc/ laptop (85 minuti). Fanalino di coda il tablet, utilizzato solo per 34 minuti al giorno. Un primato, quello dello smartphone quasi inaspettato visto il ritardo degli italiani rispetto agli europei nell’utilizzo dei di-
spositivi digitali (317 minuti contro 377 della media dei consumatori europei). Tuttavia, sebbene gli italiani sembrino dedicare meno tempo alla tv rispetto ad altri paesi, l’interesse verso questo schermo resta ancora molto elevato - solo il 20% infatti riferisce di non trovare la tv abbastanza interessante da catturare tutta lo loro attenzione (media europea 29%). «Gli alti livelli di ricettività della pubblicità in Italia segnano un’autentica differenza rispetto ad altri paesi, indicando che gli addetti al marketing realizzano davvero le proprie campagne su misura per entrare in sintonia con i consumatori italiani. Le campagne di maggior successo sono quelle in grado di sfruttare questa opportunità unica e catturare l’attenzione del proprio target utilizzando diverse combinazioni di schermi per offrire un’esperienza di brand differente e significativa» afferma Roberto Rossi, innovation marketing director di Millward Brown Italia. Gli italiani, inoltre, concor-
dano in merito agli orari in cui preferiscono guardare la televisione: sia gli uomini che le donne di tutti i gruppi di età utilizzano la televisione tra le ore 21:00 e mezzanotte. È interessante rilevare come gli italiani tendono a guardare la televisione più tardi nel corso della giornata rispetto agli altri europei, risultando secondi solo ai francesi nell’abitudine di guardare la tv a tarda ora. Gli italiani intervistati hanno riferito di guardare il 42% della loro razione quotidiana di televisione tra le ore 21 e mezzanotte, mentre per i francesi la quota sale al 52%. Infine, anche sul capitolo genere, la ricerca evidenzia qualche interessante sorpresa: le donne dedicano il 25% di tempo al giorno in più rispetto agli uomini all’uso di uno smartphone. Gli uomini passano il 43% di tempo in più delle donne in compagnia di un tablet e dedicano il 40% di tempo in più al laptop. Inoltre, le donne passano il 12% di tempo in più davanti alla televisione rispetto agli uomini.
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EpsonMeteo è il brand noto per la sua ventennale presenza televisiva sulle reti Mediaset, dove cura le news di meteorologia. Oggi, come Meteo.it, è il newsbrand di meteorologia più popolare e crossmediale in Italia. Produce infatti ben 30 edizioni video giornaliere, trasmesse in TV, ma anche su web e mobile, mobi dove raggiunge ogni mese 8.6 mio di browser unici. Collabora inoltre con numerose emittenti radiofoniche nazionali, alle quali fornisce quotidianamente le rubriche meteo. Grazie alla sua autorevolezza scientifica, sono numerose le operazioni di branded content già realizzate.
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e le piattaforme social si prestano bene alle strategie di comunicazione, LinkedIn, il social network professionale più diffuso, sembra sulla buona strada. Non solo dal punto di vista relazionale, ma anche come strumento di interazione lavorativo. I canali social si evolvono e la comunicazione si affida a fonti variegate che affiancano quelle tradizionali. Anche gli uffici stampa sono chiamati a prendere in considerazione e a gestire nuove piattaforme digi-
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le interazioni nel mondo del lavoro servono anche per dialoghi importanti
Un futuro per la comunicazione? Gli obiettivi aziendali possono essere veicolati attraverso canali alternativi come i social media. Tra questi, LinkedIn mostra forse alcuni freni, ma anche numerose opportunità. Lo rivela un’approfondita indagine condotta da AxiCom di Daniele Bologna
tali per promuovere al meglio l’immagine aziendale e quella dei loro clienti. È quanto è emerso da un’indagine di AxiCom Italia rivolta a giornalisti, operatori della comu-
nicazione e blogger. L’utilizzo di canali social per condividere informazioni consente l’interazione tra gli addetti del settore e conferisce valore aggiunto alla comunicazione stessa, agevolando il dialogo tra i professionisti, che sono
anche utenti finali e potenziali clienti. L’affidabilità e l’attendibilità di canali come LinkedIn ben si prestano a veicolare determinati tipi di contenuti, avvalorati dal network di professionisti e di esperti di settore. In Italia, questo canale mostra
alcuni freni e non è ancora utilizzato appieno per una declinazione comunicativa. Dalla ricerca, emergono tuttavia differenti opportunità. L’82% degli intervistati possiede un account LinkedIn, che utilizza regolarmente (60%). Tra questi, il 39% lo usa non solo per networking e avere visibilità dei propri contatti professionali (66%), ma come fonte di contenuti e spunti per l’attività professionale, superando chi usa questo strumento per opportunità di lavoro (28%). Inoltre, emerge che il network di relazioni su LinkedIn non è composto solo da contatti personali e altri professionisti della comunicazione, ma anche da account aziendali (39%) e opinion leader (22%). Solo una minoranza (14%) considera questo canale non ancora maturo in Italia, mentre il 38% ha fiducia che si tratti solo di una questione di tempo. Se il 42% segue pagine aziendali LinkedIn in qualità di membro o moderatore, quasi la metà degli intervistati (47%) afferma di utilizzare ogni tanto le pagine LinkedIn come fonte. Emerge la convinzione che le aziende, specialmente se b2b, dovrebbero utilizzare LinkedIn per comunicare secondo il 69% dei partecipanti. E il 30% ritiene che questo sia valido anche per le aziende b2c. Oltre alla possibilità di interazione con l’azienda e altri professionisti (77%) e al contatto preferenziale con le imprese (63%),
Chi è AxiCom AxiCom è la divisione europea della practice Technology di Cohn & Wolfe. Offre consulenza strategica e implementazione operativa in Europa per alcune delle più note società nel mondo della tecnologia e delle telecomunicazioni fra cui Dell, VMware, Red Hat, BT, Zte e Samsung. La squadra di AxiCom è composta da oltre ottanta specialisti di relazioni pubbliche, che lavorano presso la casa madre di Londra e le sedi in Germania, Francia, Italia, Spagna, Svezia e Benelux. Cohn & Wolfe ha acquisito il controllo di AxiCom nell’aprile del 2008.
le pagine LinkedIn aziendali offrono come valore aggiunto nei confronti di stampa, blogger e altri utenti professionisti la possibilità di dialogo con operatori ed esperti del settore (50%), oltre che contenuti su misura (36%). Proprio tra i contenuti ritenuti più interessanti emergono i punti di vista di esperti aziendali (74%), documenti in anteprima (52%), articoli a tema e news (30%). La qualità delle pagine e dei gruppi su LinkedIn esistenti è valutata sufficiente dal 57% dei partecipanti, annoverando tra i principali difetti e carenze la scarsa interazione (39%), la mancanza di aggiornamenti e di reattività nelle risposte (35%) e l’assenza di contenuti locali (30%). C’è quindi un margine di miglioramento nella gestione di queste risorse, con un focus sulla qualità dei contenuti e un occhio di riguardo alla reattività e all’aggiornamento del-
le pagine, in modo da offrire un reale valore aggiunto agli utenti. «La comunicazione si evolve e i social media diventano uno strumento di comunicazione aziendale integrato sempre più diffuso e attendibile. In particolare, LinkedIn, non solo nella considerazione di professionisti ed utenti, ma anche da parte di giornalisti e addetti della comunicazione - spiega Chiara Possenti, country manager di AxiCom Italia -. I canali social di questo tipo possono essere utilizzati anche per facilitare lo scambio di informazioni all’interno di comunità chiuse. Articoli di esperti del settore, analisi di mercato, punti di vista tagliati su misura per la propria audience, informazioni aziendali aggiornate e contenuti esclusivi possono valorizzare l’immagine di un’azienda e posizionarla al meglio per offrire valore anche a chi fa comunicazione». ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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LINK personaggi
social network
Jony Ive è a capo del design industriale e software di Apple, dopo aver seguito lo sviluppo di innumerevoli prodotti dichiara al Sunday Times di voler lasciare il suo posto per mettersi in proprio se Apple smetterà di investire sull’innovazione.
Arriva un feed interamente dedicato allo shopping. Pinterest è un social network basato sugli interessi: agli utenti piace usarlo per avere dei suggerimenti sulle cose da acquistare e per questo ha deciso di creare un feed che ti permette di sapere quali prodotti “pinnati” sono in vendita e dove. Pinterest srtato fondato nel 2010 da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Permette agli utenti di creare bacheche per gestire la raccolta di immagini in base a temi predefiniti o da loro generati. Il nome deriva, infatti, dall’unione delle parole inglesi “pin” (appendere) e interest (interesse).
Joni Ive: in Apple solo per il design
TIME.COM
Arrivano i gift feed su Pinterest
tecnologia
I vantaggi dello schermo verticale
MASHABLE.COM
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Gli oggetti di uso quotidiano utilizzati dalle masse devono arrivare a ricoprire un ruolo più importante. Il primo a pensarci è Jason Abruzzese dell’Oreo, che le ha accontentate ruotando il monitor in verticale. Abruzzese, però, non ha ideato nulla: ha solamente adattato lo schermo all’internet moderno, mobile e social. «La nostra cultura pensa e agisce da sinistra a destra - ha spiegato -. Gli uomini delle caverne e gli artsiti medioevali facevano il contario. Ad un certo punto internet ha cominciato a crescere verticalmente, finendo per influenzare la mentalità che contraddistingue tutti i siti». Ma questo, forse, potrebbe essere oggetto di un cambiamento.
PINTERESTITALY.COM
tecnologia
L’ibrido non piace al mercato
ILSOLE24ORE.COM
Asus ritira dal mercato il tablet con tastiera staccabile capace di funzionare sia con Android Jelly Bean sia con Windows 8.1. Non piaceva né a Google né a Microsoft Transformer Book Duet TD300 di Asus. Quindi, niente produzione. ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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LINK APPLICAZIONI
ecommerce
Il team di sviluppo di Google Docs e Google Sheets crea una sorta di app store di ADD-ONS, applicazioni che permettono di aggiungere funzionalità: opzioni di formattazione e condivisione, grafici e diagrammi, bibliografie e newsletter.
Il fondatore Jack Ma, considerato “lo Steve Jobs cinese”, ha annunciato l’ingresso a Wall Streat, la Borsa di New York, di Alibaba, piattaforma di e-commerce cinese. Sarà la quotazione più importante di una compagnia cinese nel mercato americano. Quando l’operazione andrà in porto Alibaba diventerà la seconda internet company per capitalizzazione, dietro solo a Google. Secondo le stime iniziali condotte sull’operazione la società potrebbe raccogliere fino a 15 miliardi di dollari nel caso di una quotazione, manovra a questo punto sempre più probabile. Il gruppo, infatti, sarebbe già in contatto con possibili advisor per avviare le procedure necessarie.
Google: uno store per le add-ons
NINJAMARKETING.IT
Alibaba “vola” verso Wall Street
PERSONAGGI
Jobs: la Apple tv un pessimo affare
PRIMAONLINE.IT
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Secondo le rivelazioni contenute in un libro sul postSteve Jobs per il co-fondatore di Apple quello della tv “era un business con margini ristretti”. Tuttavia, nelle testimonianze raccolte proprio per la sua biografia avrebbe espresso il desiderio di creare “una tv integrata facile da usare, sincronizzata con tutti i dispositivi dell’utente e con iCloud”. Il libro, intitolato “Haunted Empire: Apple After Steve Jobs”, è stato scritto dalla giornalista del quotidiano statunitense The Wall Street Journal, Yukari Iwatari Kane. L’inaspettata rivelazione smorzerebbe, dunque, tutte le speculazioni degli analisti su un televisore di nuova generazione targato Apple.
ILSOLE24ORE.COM
social services
Telefonare anche con Whatsapp?
LASTAMPA.IT
Annunciato per quest’estate l’ampliamento dell’applicazione per messaggi Whatsapp anche alle telefonate. In rete circolano le prime foto dell’app rinnovata. Con WiFi o 3G sarà possibile effettuare chiamate, come con Viber o Skype. ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
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meet the guru / riparte il ciclo Nato nel 2005. è diventato negli anni un appuntamento costante di dibattito con le voci più rappresentative della cultura new media e dell’innovazione
Innovazione e tecnologie secondo David Pescovitz
Giornalista, editore, consulente. al momento direttore di ricerca presso l’institute for the future di palo alto. pescovitz si definsce “futurista visionario” e ritiene, insieme al pioniere dell’informatica alan key, che “il modo migliore di produrre il futuro è quello di inventarlo”. Nel corso dell’incontro che si svolgerà a milano il prossimo 27 marzo parlerà dei trend e dei cambiamenti tecnologici, spaziando fino alla bioingegneria di Sebastiano Zeri
Riparte l’atteso ciclo di incontri Meet the Media Guru, realizzato dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano e Fondazione Fiera Milano. Anche per il 2014 viene offerto agli appassionati della rete, ma non solo, un calenda-
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rio che guarda al futuro affrontando temi emergenti del vivere digitale, con la presenza di guru internazionali di forte richiamo. La programmazione 2014 prende il via giovedì 27 marzo con David Pescovitz, esperto di innovazione e di scenari tecnologici. Da oltre vent’anni Pescovitz indaga i trend del futuro in qualità di giornalista, editore e consulente ed è
attualmente direttore di ricerca presso l’Institute for the Future, noto think tank di Palo Alto, che da 45 anni affianca le organizzazioni internazionali, enti governativi e imprese nell’analisi e nella costruzione di strategie di lungo periodo. Pescovitz è coautore di “Reality Check”, libro basato sugli articoli da lui scritti per il magazine Wired, dove ha curato a
lungo una rubrica dedicata alle visioni del futuro e alle tecnologie emergenti. E’ altresì noto come co-editor e managing partner di Boing Boing, uno dei blog più famosi al mondo, che conta oggi più di 5 milioni di lettori al mese ed è il punto di riferimento di tutti i geek e gli appassionati di cultura digitale. Nell’incontro Meet the Media Guru, Pescovitz parlerà delle ten-
denze e dei cambiamenti tecnologici del futuro, spaziando dalla rete allo spazio e alla bioingegneria. Si soffermerà sui cluster di innovazioni che le analisi fatte dall’Insitute for the Future indicano come maggiormente promettenti in termini di crescita e di impatto sui modelli di business, sulla società e sugli stili di vita. Nell’aprirci queste prospettive farà,
inoltre, scoprire cosa significa andare a individuare i segnali deboli e, grazie a questi, delineare i “trend” del prossimo futuro; parlerà del ventaglio delle metodologie sviluppate dall’Institute for the Future per sviluppare previsioni, dell’utilizzo delle mappe per visualizzare scenari complessi, nonché di come sia l’arte che la narrativa possano dare molti spunti per guardare oltre il presente. Personaggio eclettico, Pescovitz si definisce “futurista visionario” e afferma che l’unica importante regola che sta alla base degli studi sul futuro sia quella indicata dal noto pioniere dell’informatica Alan Kay: “Il modo migliore di produrre il futuro è quello di inventarlo”. Oltre che su Wired, Pescovitz scrive per moltissime altre testate, tra cui Make, Scientific American, Popular Science, The New York Times, The Washington Post, New Scientist. Nel 2002 ha vinto il “Foresight Prize in Communication” per il suo lavoro di divulgazione sulle nanotecnologie. L’ingresso all’incontro è libero sino ad esaurimento posti. L’accesso alla sala incomin-
cia alle ore 19:00. L’iscrizione è obbligatoria. Per registrarsi: www.meetthemediaguru.org. L’evento è trasmesso anche in diretta streaming sul sito meetthemediaguru.org. Meet the Media Guru è il programma di incontri con i protagonisti internazionali della cultura digitale e dell’innovazione, nell’ottica di individuare, analizzare e discutere i nuovi trend destinati ad avere un forte impatto sulla vita e sul lavoro, sul modo di relazionarsi e di fare business. Nato nel 2005, è diventato negli anni un appuntamento costante di dibattito con le voci più rappresentative della cultura new media e dell’innovazione.
david pescovitz ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014
© ALL2013 RIG Carn HT ival S R Film ESE & RVE The D. atre Lim ited .
IL 90% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN PC E L’83% UNA CONNESSIONE IN BANDA L ARGA Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per chi ha la banda larga ecco più di 3.000 contenuti pronti per lo streaming o il download.
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COMMUNITY Iaa Italia
scanner creatività ai raggi x
di Sebastiano Zeri
Dall’Expo al Branded Content Conclusi gli Stati Generali dell’associazione internazionale. Il Capitolo Italiano affronta ora due tra gli argomenti più scottanti per la industry
“Ban Bossy”, non chiamate prepotenti le donne ambiziose Proprio mentre in Italia è stata appena bocciata, tra mille polemiche, la legge sulle quote rosa, arriva dagli Usa una nuova campagna contro la disparità di genere, fenomeno sempre più avvertito nella società, soprattutto per quanto riguarda l’ambito lavorativo. Si chiama “Ban Bossy” la campagna anti discriminazione lanciata da Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook, nonché nota attivista per i diritti delle donne
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e fondatrice dell’organizzazione no profit Lean In, per aiutare le donne a rafforzare la loro voce nel mondo del lavoro. La campagna ha come obiettivo l’eliminazione della parola bossy, ossia prepotente, con cui la donna viene solitamente identificata nel momento in cui mostra di avere un carattere tosto, intraprendente e ambizioso. Una definizione, che secondo Sheryl insegna alle donne a restare indietro, in una posizione subordinata
rispetto al mondo maschile: «Quando un ragazzino si afferma, viene chiamato “leader”, eppure, quando una bambina fa la stessa cosa, rischia di essere etichettata come “prepotente” (bossy). Le parole come questa lanciano un messaggio: non alzare la mano e non parlare. Insieme possiamo incoraggiare le bambine a farsi avanti», ha spiegato Sandberg. Una campagna a cui hanno risposto in qualità di testimonial Beyon-
cè, Condoleezza Rice, Jane Lynch e Diane von Furstenberg, per dimostrare che il coraggio fa delle donna un vero leader e che la prepotenza non la caratterizza. Anche Mark Zuckerberg ha mostrato il suo appoggio alla campagna promossa dalla direttrice operativa del social network. “I’m not bossy. I’m the boss”. Sono le parole conclusive della campagna, poche sempici parole pronunciate con forza, per sottolineare che la parola “capo” non è più un’esclusiva del mondo maschile.
Si sono conclusi i lavori degli Stati Generali dell’Iaa Italia. Grazie al contributo di numerosi membri dell’Associazione è stato possibile definire le linee programmatiche e i temi caldi dell’industry della comunicazione, che saranno oggetto di approfondimento da oggi per tutto il prossimo anno sociale. Grazie alla sua struttura e alla sua storia, Iaa è l’unica Associazione di professionisti in Italia con un approccio multidisciplinare e fortemente internazionale. Con il supporto di Iaa Global, che conta sedi in più di 70 Paesi nel mondo e più di 4mila iscritti individuali, il Capitolo Italiano intende offrire occasioni di confronto e prospettive inedite al dibattito nel nostro Paese. I primi due temi, scelti dai soci attraverso una votazione, sono Expo e Branded Content. Un evento e uno strumento di comunicazione che saranno approfonditi attraverso un osservatorio permanente, incontri e pubblicazioni. Expo, in effetti, è l’evento più importante degli ultimi anni ospitato su suolo italiano. E’ al centro di un dibattito continuo, che invece di fare chiarezza lo sta ren-
dendo opaco e poco leggibile al pubblico. Oltre a essere una grande occasione economica, Expo rappresenta una grande opportunità per comunicare l’Italia nel mondo con uno slancio e contenuti nuovi. Per questo il coinvolgimento attivo dei professionisti della comunicazione potrà essere una delle chiavi del successo di questo evento. Per quanro riguarda, invece, il tema “branded content”, la moltiplicazione degli spazi di comunicazione sta rovesciando l’imbuto produzionedistribuzione e mettendo a nudo uno dei temi più scottanti del mondo dei media di questi ultimi anni: la creazione di contenuti. Il Branded Content rappresenta una delle risposte più interessanti emerse in questi anni. E’ da ricordare che l’International Advertising Association è un’organizzazione internazionale costituita da professionisti autorevoli nel campo della comunicazione. L’associazione costituisce un network mondiale, presente in più di 70 nazioni, con finalità culturali e di aggiornamento delle competenze dei soci. Iaa, in Italia, vanta la partecipazione di esponenti del mondo della comunicazione. La sua missione si sostanzia nella promozione della comunicazione nelle sue forme, partendo dalla convinzione che comunicare rappresenti una forma di espressione della cultura, un veicolo d’informazione e un indicatore dei mutamenti sociali della nostra epoca. ANNO V | #003 | MARTEDI 18 MARZO 2014