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coverstory

Programmatic Buying: Rocket Fuel, anno zero

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ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014

Una realtà fondata su una rivoluzione copernicana: un algoritmo proprietario, infatti, identifica i target e detta le pianificazioni più opportune. Intervista di 360com al country manager per l’Italia, Enrico Quaroni

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Stefano Quintarelli: «La scuola che vorrei»

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Rai Pubblicità pensa ai Mondiali

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Morellato: Triboo per l’ecommerce

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Competenza e onestà: la ricerca

E le caramelle vanno… in Borsa

VISIONI

ALLARGHIAMO GLI ORIZZONTI DEL TUO BUSINESS Il nostro posizionamento si distingue da sempre per il carattere consulenziale e una forte attenzione all’innovazione. Realizziamo soluzioni ADV che mettono in contatto il Brand con utenti fidelizzati ad un’editoria digital di successo.

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iTunes finirà su Android?


ALLARGHIAMO GLI ORIZZONTI DEL TUO BUSINESS Il nostro posizionamento si distingue da sempre per il carattere consulenziale e una forte attenzione all’innovazione. Realizziamo soluzioni ADV che mettono in contatto il Brand con utenti fidelizzati ad un’editoria digital di successo.


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COVER STORY

programmatic buying

Rocket Fuel, anno

zero

di manuela falchero

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fruttare i Big Data grazie alla potenza dell’intelligenza artificiale per aumentare il Roi degli investimenti in marketing. E’ questa la filosofia della proposta messa a punto da Rocket Fuel (http://emea.rocketfuel.com/), piattaforma di programmatic buying nata nella Silicon Valley nel 2008, che trasforma le campagne veicolate sui digital media in motori auto-ottimizzanti in grado di apprendere e adattarsi in tempo reale. E di raggiungere così risultati sorprendenti su più fronti, dalla brand awareness alle vendite. Recentemente inserita al quarto posto nella graduatoria stilata da Forbes sulle società Usa più promettenti, la sigla annovera nella li-

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sta dei propri clienti oltre 700 marketer mondiali di grande caratura, che l’hanno scelta per potenziare il proprio investimento pubblicitario su display, video, mobile e social media. Dallo scorso luglio Rocket Fuel è sbarcata anche nel nostro Paese, dove oggi è dunque in grado di proporre la sua formula innovativa. Come racconta il country manager Enrico Quaroni, che dirige una squadra di stimati professionisti composta dai sales manager Andrea Pongan e Alessandro Stoppa, e degli account manager Massimo Brignole Genoni e Andrea Belletti.

In che cosa consiste la vostra proposta di programmatic buying e sotto quali aspetti si distingue dai pur

una realtà fondata su una rivoluzione copernicana: è un algoritmo proprietario, infatti, a identificare i target e, per conseguenza, a dettare le pianificazioni più opportune

agguerriti concorrenti? La grande differenza che intercorre tra Rocket Fuel e il restante ecosistema è data dalla sua capacità di offrire una soluzione che si auto-ottimizza e che quindi

non necessita di interventi manuali. Nel nostro caso, infatti, non viene proposta alla macchina una strategia di acquisto, come comunemente accade in campo Rtb, ma si verifica esat-

enrico quaroni (nella foto) country manager per l’italia, ha raccolto attorno a sè una squadra di affermati professionisti. obiettivo: scalare il mercato italiano

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I dipendenti complessivi attivi per la piattaforma nata nella silicon valley

Gli uffici nel mondo, tra cui i principali a New York, Londra, Parigi e Amburgo

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il numero degli investitori a dicembre 2013, comparati ai 536 censiti a dicembre 2012 ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014


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tamente l’inverso: come in una sorta di rivoluzione copernicana, è la tecnologia a “scoprire”, sulla base di un algoritmo proprietario, il target e quindi a determinare la pianificazione. La nostra capacità di analisi di dati è del resto davvero imponente, se si considera che utilizziamo un numero di Cpu tre volte superiore a quello usato al Cern di Ginevra per studiare il Bosone di Higgs, meglio noto come “Particella di Dio”. Quella di cui dispone Rocket Fuel non è, insomma, una semplice piattaforma, ma un vero e proprio “cervellone” che non ha mancato di dimostrare concretamente a molti top client le proprie significative potenzialità in termini di risultati. Nonostante la nostra sigla sia presente in Italia da pochi mesi, infatti, hanno già deciso di scegliere i nostri servizi diverse decine di aziende, tra le più importanti in diversi settori di investimento, dalle telco alle assicurazioni, dal travel al set-

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tore bancario. Aziende che peraltro hanno fatto registrare un tasso di rinnovo degli incarichi nei nostri confronti superiore al 90%, a riprova del fatto che l’offerta di Rocket Fuel mantiene sul campo le promesse fatte sulla scorta della tecnica. In un mercato in cui l’Rtb sta macinando tassi di crescita molto importanti, quali sono le vostre previsioni di sviluppo sul nostro mercato? Penso che il segmento del Real Time Bidding potrà essere protagonista di una crescita esponenziale, a doppia se non a tripla cifra. Si parte, del resto, da un perimetro ancora piuttosto ristretto e quindi facilmente si potranno registrare accelerazioni. Si deve, inoltre, considerare che anche la crisi in atto gioca, paradossalmente, a favore dell’Rtb. Nel mercato, infatti, è sempre più diffusa la consapevolezza che questa formula - e ancor più, in particolare, la pro-

posta di Rocket Fuel - assicura importanti ritorni sugli investimenti. E questo avviene sia sul fronte delle campagne di brand sia su quello delle campagne a performance. Avete deciso di presentare ufficialmente l’offerta di Roket Fuel agli operatori in due appuntamenti. Quali? Abbiamo scelto di prendere parte al B Com che si tiene in questi giorni a Torino, dove proprio oggi (27 marzo, ndr) presso la Sala 1 alle 15:30 terrò un workshop dal titolo “Real Time Bidding: la soluzione migliore per una campagna di advertising online”. Il prossimo autunno, poi, saremo Platinum Sponsor dello Iab Forum di Milano, in calendario il 25 e 26 novembre. Affiancheremo, quindi, quella che si è affermata come la più autorevole manifestazione dedicata alla comunicazione digitale e interattiva in Italia. E lo faremo da protagonisti. ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014


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MARKET PLACE

Analisi / i 45 istituti coinvolti nel campione hanno realizzato un fatturato per l’anno 2013 di 479,3 milioni di euro

Assirm: ricerche in leggera flessione

Mobile Advertising Nel 2014 l’aggregato raggiungerà i

31,4 miliardi di dollari nel mondo. E non finisce qui

L’associazione presieduta da Umberto Ripamonti ha presentato l’indagine congiunturale di pietro castagna

il fatturato realizzato dai 45 istituti coinvolti nel campione è stato di oltre 479 milioni

Nel 2013 il settore delle ricerche di mercato mostra una leggera flessione rispetto all’anno precedente con le acquisizioni che segnano -0,6% e il fatturato in calo di 1,8%. E’ quanto emerge 5

dall’analisi congiunturale interna all’Assirm, l’Associazione tra Istituti di Ricerca di Mercato, Sociale e d’opinione, presentata a Milano. Secondo i 45 istituti coinvolti nel campione, il

fatturato per l’anno 2013 si è attestato a 479,3 milioni di euro con un acquisito che raggiunge i 476,3 milioni di euro. Andando a indagare il dato relativo all’acquisito, si può notare che le ricerche continuative su panel registrano segno “più” (+5,4%), raggiungendo, così, i 209,7 milioni di valore dell’intero settore. D’altra parte, la metodologia Mistery Shopping è quella che più risente della congiuntura, segnando il ribasso maggiore, -33,8% rispetto al 2012. Sempre sotto il cappello delle ricerche qualitative ad hoc, tengono le ricerche “standard” (a quota +2,3%), mentre perdono peso le indagini continuative (in calo del 4,4%) e le indagini omnibus (-28,6%). Cresce l’online tra i metodi di rilevazione quantitativa: le ricerche online (Cawi e altri metodi) crescono del 14,7% raggiungendo i 51,3 milioni di euro di valore, mentre perdono terreno le metodolo-

gie “tradizionali” come l’autocompilato postale (-42,4%) e le telefoniche Cati (-11,8%). Tra i settori finali per i quali le ricerche vengono svolte, crescono banche, assicurazioni e mondo finanziario (a quota +11,4%), il mondo dei media (+6,3%) e i farmaceutici (+3,6%). Perdono terreno informatica ed elettronica (-25,4%) e i servizi alla collettività e alle imprese (-9,1%). «Il 2013 porta il settore a segnare una leggera flessione. Dobbiamo comunque ritenerci soddisfatti: in un contesto difficile e un’economia che sta cercando di ritrovare uno slancio che manca ormai da diversi anni, le ricerche di mercato si confermano essere strumento strategico e cruciale per le imprese - dice Umberto Ripamonti, presidente di Assirm -. Innovazione, nuove tecnologie e investimenti sono la chiave per il nostro mercato per continuare ad essere strumento strategico per indagare l’andamento del Sistema-Paese».

Il mobile non è più un trend. O almeno fuori dall’Italia. Secondo un’analisi rilasciata dalla società di ricerca eMarketer, infatti, la spesa in mobile advertising ha sfiorato l’anno scorso i 18 miliardi di dollari, con una crescita del 105% sul 2012. E non finisce qui. Quest’anno le previsioni di eMarketer parlano di un ulteriore incremento del 75% a quota 31,45 miliardi dollari. Un valore che, per capirci, è pari alla spesa in digital adv nel corso di un trimestre. Come si poteva facilmente immaginare sono Facebook e Google i leader di mercato nel segmento del mobile advertising. I due colossi, infatti, coprono poco più dei due terzi del market share totale, e la loro quota è destinata ad aumentare ulteriormente. Ma come si evolverà la situazione? Partiamo dal social di Menlo Park. Facebook, infatti, nel 2012 rappresentava solo il 5,4% del mercato del mobile advertising. Nel 2013 è arrivato fino al 17,5%, e quest’anno la sua quota di mercato dovrebbe attestarsi attorno al 21,7%. Google, invece, ha avuto un market share di circa il 50% l’anno scorso, ma la rapida crescita di Facebook farà perdere terreno al motore di ricerca, la cui quota di mercato nel mobile advertising scenderà fino al 46,8% nel 2014. Questa impetuosa crescita è rilevabile anche guardando l’evoluzione dei ricavi pubblicitari dei due giganti. Se i il mobile advertising rappresentava nel 2012 solo l’11% dei ricavi pubblicitari del social, nel 2014 la percentuale salirà al 64%. Stessa cosa per Google, le revenue pubblicitarie da smartphone e tablet cresceranno dal 23,1% dell’anno scorso a poco più del 33% entro la fine del 2014. di Giacomo Broggi ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014



ama la tv e la guarda quando vuole

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comarketing Lo chef Carlo Cracco

sostiene Electrolux Rex e Alessi

campagne / azioni a ripetizione per il popolare marchio “snack on the go”

FCB Milan colora di giallo per il brand Tuc le città italiane

coinvolti mezzi di trasporto, metropolitane e arredo urbano, oltre a due flight tv di Matteo Dedè

di Sebastiano Zeri

Electrolux Rex, leader mondiale nella produzione di elettrodomestici, ha lanciato in Italia la nuova campagna promozionale realizzata in comarketing con Alessi, azienda leader nella produzione di oggetti di design per la casa. Una collaborazione di successo, nata dalla sinergia tra i due importanti marchi, accomunati da un testimonial d’eccezione: lo chef stellato Carlo Cracco, rappresentante dell’eccellenza della cucina italiana e ora nuova immagine dell’eccellenza degli elettrodomestici Electrolux Rex. Realizzata da Tend, con gli scatti di Fulvio Maiani, la nuova campagna Electrolux Rex promuove il sell out dei forni a vapore Vaporex Inspiration Range. Fino al 15 luglio tutti gli acquirenti dei modelli in promozione riceveranno in regalo un set per la tavola Programma 8 di Alessi, design Franco Sargiani e Eija Helander. La scelta di Carlo Cracco come testimonial sottolinea le alte prestazioni della tecnologia Electrolux Rex in cucina e in particolare la qualità dei nuovi prodotti Inspiration Range, gamma nata dall’esperienza Electrolux al servizio dei migliori professionisti d’Europa e adattata ora per tutti i consumatori più esigenti. L’incarico affidato alla sede milanese di Tend abbraccia inoltre un’ampia serie di attività, eventi speciali e strategie di engagement, che vedono Carlo Cracco protagonista.

Anche quest’anno FCB Milan supporta Tuc, brand “snack on the go” di Gruppo Mondelez in Italia, nell’incontro con il proprio target, giovane e in continuo movimento, nella quotidianità degli spostamenti urbani, attraverso una campagna che vede i mezzi di trasporto come strategico veicolo di comunicazione di portabilità e “correct size”, il giusto equilibrio tra gusto e quantità. Consolidato il successo di Tuc Cracker, piccolo nel formato e grande nel gusto, la novità di quest’anno è Tuc Stick, il grissino che viene in giro con te. Entrambi protagonisti dell’impattante campagna affissione on air dal 10 marzo, che coinvolge i mezzi di trasporto, le stazioni delle metropolitane e l’arredo urbano di Milano, Roma, Torino, Genova, Napoli e Palermo. La campagna affissione è stata supportata dal flight tv di Tuc Cracker - soggetti “Auto” e “Tram”, da venti secondi, con codino focus sulla novità Tuc Stick. Tutto sotto la regia di FCB Milan. «Il giallo è il colore della gioia di vivere ed è uno dei colori che caratterizzano il nuovo logo di FCB Milan. Tuc

è un iconic brand che interpreta benissimo questo spirito gioioso e che ogni giorno ci accompagna durante le nostre sfide quotidiane. Anche quest’anno abbiamo avuto l’occasione di colorare di giallo le città italiane per ribadire così un appuntamento fisso all’apertura della primavera», commenta Franco Ricchiuti, chief executive officer & president di FCB Milan. «Piccolo nel formato, grande nel gusto: Tuc è stato il nostro cibo creativo nelle ultime settimane. Siamo convinti che il suo giallo risponderà forte nel media e che sarà di buon auspicio per questo inizio di primavera», aggiunge Fabio Teodori, executive creative director di FCB Milan. Nel creative team hanno lavorato Marina Masperi come art director e Michele Vicari come copywriter; l’account team è formato da Giorgia Francescato, executive vice president, e Nicoletta Ferrari, account supervisor. Production & delivery director è Simone Simola. Con più di 140 anni di esperienza nei servizi di marketing e comunicazione, il network globale di FCB comprende 150 uffici in 90 paesi e oltre 8mila persone; è parte di Interpublic Group of Companies.

la scelta del colore giallo, che caratterizza il logo di FCB Milan, rimanda in modo esplicito allo spirito dell’iconic brand tuc

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Quello che stavi cercando lo trovi nel mondo di Video Mediaset. E’ il sito dove le persone incontrano più da vicino la televisione: gli utenti vedono e rivedono i loro programmi preferiti, scegliendo tra i contenuti editoriali di oltre 100 tra i più popolari brand televisivi, dalle puntate delle Iene alle fiction più seguite in tv. Un patrimonio straordinario, che attira mediamente 653mila utenti unici giornalieri, ora raggiungibili con una pianificazione verticale su 6 tipi di pian audience.


SCE NA RIO

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genitori che non vogliono la pappa pronta

La visione di Stefano Quintarelli su come dovrebbe evolvere la realtà formativa per eccellenza

La scuola al tempo di internet il web come paradigma della conoscenza e dell’educazione dovrà rivoluzionare il modo di intendere e di progettare una delle istituzioni più centrali di ogni paese moderno. e quindi anche del nostro. qualche riflessione stimolante su un futuro che la rete impone pervasivamente, anche nel presente

stefano quintarelli di stefano quintarelli

«Facciamo un esperimento mentale: immaginiamo che ci sia tutto il resto, ma non la scuola media, né il liceo. Siamo nel mondo di adesso, anzi, fra dieci anni: c’è internet, ci sono le automobili, i computer, i tablet, i microonde ma non c’è la scuola. Adesso prendiamo un gruppo di ragazzini e decidiamo che li vogliamo formare: inventiamo la scuola. Come? Con penna, calamaio e regolo calcolatore? Oggi

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non torneremmo a questi strumenti, è ovvio, ci sono i telefonini ed i tablet. Quando arrivano strumenti tecnologici, li si adotta. Non si pensa di tornare indietro solo per amore dei bei tempi andati. Non torneremmo nemmeno alla calcolatrice. Abbiamo fatto scuola ai ragazzi usando la calcolatrice, ma non senza dibattiti sulla loro utilità: questi dispositivi perniciosi che rendevano stupidi gli studenti, che non sapevano più far di conto autonomamente, il cui

uso prolungato aveva anche impatti negativi sullo sviluppo di capacità logiche e mnemoniche dei teneri virgulti. La calcolatrice c’è e ci sarà. E allora, per non sbagliare, abbiamo la possibilità di verificare i conti fatti a mente (rectius, abbiamo il dovere, per non sbagliare; ci possiamo immaginare un grande analista che fa i conti a mente rischiando di sbagliare?). Ma torniamo all’invenzione della scuola, oggi. Assioma: internet c’è e ci sarà. E allora come inventiamo la

scuola, dato che internet c’è e ci sarà? I contenuti stanno là dentro e con un qualunque dispositivo, sempre e ovunque, possiamo accedervi. Quando ricordiamo qualcosa, sempre e dovunque possiamo verificarla e non fidarci solo della nostra memoria. Una prima conseguenza che dovremmo trarre è che possiamo verificare tutto e quindi possiamo, e in alcuni casi dobbiamo, verificare tutto. Dobbiamo insegnare ai ragazzi a essere curiosi, a

verificare, non a pensare per sentito dire. “lo pensi o lo sai?” è uno dei miei refrain preferiti. Una seconda conseguenza è che dovremmo insegnare ai ragazzi a cercare efficacemente, districandosi tra miliardi di fonti, a valutarle, a separare la farina dalla crusca, (anche conoscere diritti e doveri tra cui il copyright, i creative commons, ecc.) perché non si può dare alle chiacchiere da bar lo stesso peso di una conversazione scientifica. Come non diamo al tabloid lo stesso peso che diamo a pubblicazioni scientifiche peer-reviewed. Nella nostra scuola che stiamo inventando oggi ci sono anche i libri. Ci sono come legacy. Li abbiamo prodotti fino ad oggi, possiamo usarli assieme a tutto il resto. Questo “anche” è rilevante: accediamo “anche” ai libri, per ottenere brani di conoscenza, ma abbiamo una fonte primaria, multimediale, in cui i contenuti sono atomici, non selezionati da qualcuno, serializzati e impacchettati. Nella nostra scuola il docente

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Nostrofiglio.it festeggia i suoi 5 anni con un importante traguardo: 1,8 mln di browser unici mese. Questi numeri premiano la qualità dei contenuti, su cui questo target è molto attento, e il sistema editoriale originale, che unisce tre piattaforme: il magazine on line, la WebTV, con oltre 200 video editoriali e i blog multi mu autore di Mammenellarete. E’ così che Nostrofiglio.it parla alle mamme e i papà e consolida la fiducia che nasce dalla relazione quotidiana con loro. Per questo Nostrofiglio.it è il luogo dove comunicare verticalmente ai genitori, con display ma anche con progetti nativi.


SCE NA RIO

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assegna dei temi ai ragazzi e loro, separando farina dalla crusca, cercano tutto, verificano tutto, su base di singoli atomi (pezzi di unità didattiche), principalmente online ma anche su alcune “pagine” di “libri”. Ecco allora la terza conseguenza: i contenuti sono atomici e i “libri” (ebook) non sono più l’input del processo, ma l’output prodotto dai ragazzi come sintesi della conoscenza ricercata ed appresa. E non possiamo dimenticare che il digitale è il regno della condivisione, che consente di operare sempre e dovunque, abilitando l’azienda estesa. Fuori dalla scuola i contatti tra i ragazzi e con i docenti, oltre l’orario scolastico, erano impossibili ma online, invece, è possibile continuare a fare come a scuola. E la quarta conseguenza è che la scuola non è più confinata ma è una scuola estesa, i ragazzi collaborano nel cloud, interagendo su internet tra loro e con i docenti, anche oltre i muri e gli orari scolastici come in ogni altro settore, il digitale è efficace non quando si digitalizzano singoli passaggi lasciando inalterato il processo, ma quando si approfitta delle caratteristiche di

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U/D, si informa sempre sul tempo considerazioni “Internet è la causa dell’ignoranza”. Se lo dice Scalfari…

Il testo originale del pezzo è a pagina 146 de L’Espresso del 23 gennaio 2014: la rubrica “Il vetro soffiato”, a firma di Eugenio Scalfari. Titolo: «È Internet la causa dell’ignoranza». Considerare quella di Eugenio Scalfari come semplice e vuota provocazione non renderebbe merito a chi, come Stefano Quintarelli, si batte da anni per migliorare attraverso l’innovazione. Scalfari trae, infatti, conclusioni in parte argomentate e in parte oltremodo fragili circa il ruolo che ha Internet nella formazione della cultura odierna. Considerazioni che occorre porre nella giusta luce. Scalfari, infatti, commenta un fatto avvenuto in televisione, testimoniato da

base del digitale per rivedere il processo rendendolo più efficiente ed efficace. Ciò che ho descritto come possibilità offerta dalle tecnologie (guai a chiamarle “nuove”) non è una revisione

YouTube e commentato in seguito da Umberto Eco. In pochi paragrafi Scalfari passa dal fatto alla tesi: Internet è la causa dell’ignoranza. L’argomentazione è rapida e diretta: delegare la memoria agli strumenti informatici implicherebbe una cronica incapacità di memorizzare, il che porterebbe ad una generalizzata ignoranza di fondo degli strati più giovani della società (è ciò che si imputava alla calcolatrice nel momento di introdurla all’interno della scuola). Ma soprattutto, partendo dalla considerazione che l’incapacità di memorizzare porta di fatto ad un decadimento della cultura, Scalfari arriva a dedurre che la memoria è l’unica fonte at-

della forma come si esegue un anello del processo, ma una revisione del processo, della metodologia didattica. Una didattica che smette di essere push e diventa pull. Ovviamente non pre-

tendibile. Una considerazione che, come lui stesso ci dimostra (vedi Tweet di lato), non può che essere limitativa: la memoria deve essere integrata, se non sostituita, dagli stimoli provenienti dalla rete, come ci spiega, giustamente, pro(AR) prio Stefano Quintarelli.

tendo suggerire che tutte le scuole dovrebbero diventare così, oggi. Ma penso che questa sia la linea giusta (che poi è quella che propone il Centro Studi Impara Digitale). Scuole così

ci sono, e sono sempre più numerose. Svolgono i programmi ministeriali in forma innovativa e ai ragazzi, in questo modo, le conoscenze restano addosso, come quando imparavano fiabe».

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EpsonMeteo è il brand noto per la sua ventennale presenza televisiva sulle reti Mediaset, dove cura le news di meteorologia. Oggi, come Meteo.it, è il newsbrand di meteorologia più popolare e crossmediale in Italia. Produce infatti ben 30 edizioni video giornaliere, trasmesse in TV, ma anche su web e mobile, mobi dove raggiunge ogni mese 8.6 mio di browser unici. Collabora inoltre con numerose emittenti radiofoniche nazionali, alle quali fornisce quotidianamente le rubriche meteo. Grazie alla sua autorevolezza scientifica, sono numerose le operazioni di branded content già realizzate.


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ME DIA

si avvicinano gli attesi mondiali di calcio 2014 che si giocheranno in brasile, dal 14 giugno al 13 luglio

L’offerta commerciale di Rai Pubblicità per il fischio d’inizio su tutti i mezzi i listini puntano sulle audience stratosferiche che di norma l’evento consente di prevedere di Sebastiano Zeri

Aspettiamo tutti i Mondiali di calcio 2014, la Coppa del Mondo Fifa che prevede l’attesa fase finale in Brasile, dal 12 giugno al 13 luglio. La vendita dei biglietti per la manifestazione sta procedendo a ritmo serrato e si stima che potrebbero essere venduti in tutto oltre 3,3 milioni di tagliandi, la maggior parte dei quali commercializzati attraverso il sito ufficiale fifa.com. In Brasile, nonostante le tantissime polemiche legate ai lavori per approntare la kermesse calcistica, è stato costituito un fondo da circa un miliardo di dollari per la riparazione, ristrutturazione e manutenzione degli stadi nazionali più importanti, destinati a ospitare le partite del Mondiale. Tutto questo mentre i broadcaster più rilevanti a livello internazionale stanno perfezionando modalità e tempi per coprire l’evento in

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in brasile fervono i lavori di adeguamento degli stadi

profondità. Anche sul fronte dello sfruttamento pubblicitario. Rai Pubblicità ha presentato proprio di recente i listini legati alla trasmissione delle gare, confidando in medie d’ascolto di 11,5 milioni di persone (52,3%) che in occasione delle partite dell’Italia salgono a 14,7 milioni (79,5%). I primi incontri della Nazionale azzurra si terranno sabato 14 giugno, alle 24 (contro l’Inghilterra), venerdì 20 e martedì 24, alle 18 (contro Costarica e Uruguay), orari non impossibili che permetteran-

no agli italiani di seguire la squadra nella fase eliminatoria. Anche la radio fa bene in occasione della World Cup: Radio 1 e Radio 2, insieme, maturano una media di 1.116.000 milioni di ascoltatori. L’offerta editoriale della Rai si articola tra 25 migliori dirette su Rai 1 e web, 64 dirette su Radio 1 e web, 39 sintesi con le azioni sui canali Rai. Tra tv, streaming e mobilità, la concessionaria stima un ascolto medio dell’evento di 12 milioni di persone. Su questa base l’offerta commerciale preve-

de per le dirette una tabellare a moduli da più passaggi, con soluzioni che vanno da 1,7 milioni di euro a oltre 6 milioni, e posizioni singole, da 200mila a 550mila euro. Le iniziative speciali vanno dal premium box (spot incorniciati in testa o coda ai break), alle telepromozioni ai billboard, con vari formati e più passaggi: i prezzi variano da 1 a 5,7 milioni di euro. Per le sintesi sono previsti moduli tabellare e iniziative speciali con più passaggi e diversi formati, da un minimo di 964mila euro

a un massimo di 4.015.800 euro. Le aziende che possono comunicare utilizzando simboli e materiali audiovisivi legati alla manifestazione sono solo i Fifa Partners e i Fifa World Cup Sponsor. I primi sono Adidas, Hyundai e Kia Motors, Sony, Coca Cola, Emirates, Visa. I secondi sono Budweiser, Continental, McDonald’s, Moypark, Castrol, Johnson-Johnson, Oi e Yingli. Ovviamente, l’offerta include pianificazioni radio e web. Sul digitale, le partite sono disponibili in modalità diretta streaming e replay tv, così come le rubriche e gli highlight. Fino al mese di dicembre, il servizio video on demand mette a disposizione partite, highlights, “Il meglio di” e rubriche accessorie. Sul fronte commerciale, la concessionaria offre formati video e audio in pre-roll da 15 secondi. Anche il televideo calcio rientra nell’offerta con posizioni da 5mila e da 16mila euro.

Un pò di sapore italiano nel vino ufficiale dei Campionati del Mondo Con il Campionato di Serie A già praticamente assegnato alla Juventus e le nostre squadre, tranne proprio i bianconeri di Torino, ridotte a ruolo di comprimarie nelle Coppe Europee, presto l’attenzione degli appassionati di calcio si concentrerà sull’attesa che ci condurrà ai Mondiali brasiliani dell’estate 2014. E, in attesa di sapere quali gioie riusciranno a regalare i ragazzi del ct Cesare Prandelli, nell’ambito della kermesse c’è un pezzo di Italia che ha già vinto. C’è, infatti, un forte sapore tricolore nel vino ufficiale scelto per i Campionati, ideato da Monica Rossetti, giovane brasiliana di origine vicentine che frequenta l’Università di Udine e già esercita la professione di enologa. Tale riconoscimento è giunto alla 31enne, che attualmente frequenta il corso magistrale in Viticoltura, Enologia e Mercati vitivinicoli organizzato dall’ateneo friulano in collaborazione con quelli di Padova e Verona, direttamente dalla federazione internazionale dello sport più popolare al mondo, la Fifa, che ha premiato il suo progetto denominato Faces, comprendente tre vini in grado di riassumere la complessità della nazione sudamericana. Faces è formato da un vino bianco composto dalla miscela dei tre vitigni a bacca bianca maggiormente coltivati in Brasile; un rosato creato da due vitigni a bacca rossa particolarmente accattivanti per colore e freschezza di gusto; e un rosso, che rappresenta la multietnicità, nato da un taglio di undici vini, come il numero di giocatori di una squadra di calcio. Prodotti già messi alla prova con successo durante la Confederations Cup del 2013, durante la quale sono state consumate tutte le 200mila bottiglie di prova derivanti dalla vendemmia 2012. E per i Mondiali di quest’estate sono già disponibili oltre un milione di bottiglie, sulle quali verrà apposto il marchio Fifa, ricavate nella vendemmia del 2013. ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014


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COM PANY

scelta avvenuta in chiave di ecommerce per il più importante gruppo della gioielleria e orologeria in Europa

Triboo Digitale firma gli store online per i brand di Morellato di marco quarleri

Morellato Group, il più importante gruppo della gioielleria e orologeria in Europa, a capitale totalmente italiano, ha affidato a Triboo Digitale, la e-commerce company integrata con facilities proprietarie, la realizzazione e la gestione dei nuovi store online dei suoi principali brand. Più in particolare, Triboo Digitale ha realizzato ex novo lo store online di Pianegonda e rivisitato in un’ottica più user-friendly quelli di Morellato, Sector No Limits, Philip Watch e Bluespirit. 
Tutti i negozi opereranno verso l’intera area Schengen e sono già predisposti per poter essere attivati anche in altri Paesi. A Triboo Digitale spetterà inoltre la gestione degli incassi in euro e altre valute, della fiscalità internazionale e dei servizi di customer care relativi all’acquisto dei prodotti negli shop online. I nuovi shop online sono tutti “responsive”, ovvero ottimizzati per la fruizione anche tramite dispositivi mobili, come tablet e smar-

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realizzato ex novo quello di pianegonda, mentre gli eshop per Sector no limits, philip watch e bluespirit sono stati rivisitati in un’ottica più “user-fiendly”

ecommerce per crescere ancora

Come ha spiegato massimo carraro, presidente di morellato group, ritratto nella foto insieme alla top model irina shayk, attuale fidanzata del calciatore e pallone d’oro cristiano ronaldo

tphone. Propongono ai potenziali acquirenti un’esperienza di acquisto facilitata, offrendo la possibilità di un acquisto rapido online, ma anche quella di optare per il tradizionale shopping, poiché permettono all’utente una ricerca veloce dei negozi fisici più vicini tramite la sezione store locator. «Il progetto appena varato si inquadra nella strategia di crescita internazionale del gruppo Morellato, che vede nell’ecommerce un’opportunità per incrementare la nostra penetrazione nei mercati di riferimento - dichiara il presidente di Morellato Group, Massimo Carraro -. Con questa partnership, infatti, mettiamo insieme due eccellenze e due competenze, per crescere in Italia e a livello europeo. Il nostro piano di crescita in ambito ecommerce prevede come obbiettivo di passare da un 2% di ricavi a un 4% nel prossimo biennio a un ambizioso 6-8% nell’arco di altri due anni», conclude Carraro. Morellato Group è attivo da diversi anni nella vendita online, pioniere tra le aziende del settore gioielleria e orologeria. 
Da due anni, inoltre, opera in Greater China con il gruppo Alibaba, player leader in Asia. In quest’ottica, si inserisce la nuova collaborazione con Triboo per affermare la leadership anche a livello europeo. «Essere sta-

triboo digitale , vera e propria full outsourcer

ti scelti come partner strategico dal Gruppo Morellato per un progetto così articolato e ambizioso rappresenta per noi motivo di vanto e al tempo stesso una sfida - commenta Marco Realfonzo, amministratore delegato di Triboo Digitale -. I trend di crescita del commercio elettronico in Europa sono nell’ordine del 20% nei prossimi anni, quello che ci proponiamo è di aiutare il gruppo Morellato ad approfittare il più possibile di tale situazione favorevole, supportandolo nella gestione della complessità tecnico-progettuale e della promozione online». Morellato Group è il più importante gruppo della gioielleria e orologeria in Europa a capitale totalmente italiano, è leader mondiale nel settore dei cinturini per orologi. Guidato da Massimo Carraro, artefice del forte sviluppo, Morellato Group presidia il mercato con i propri marchi Morellato, Sector, Philip Watch, Pianegonda,

Chronostar e Bluespirit; e attraverso brand in licenza, tra cui Just Cavalli, Maserati e John Galliano. Per quanto riguarda, invece, Triboo Digitale è la ecommerce company fondata da Giulio Corno e gestita dall’amministratore delegato Marco Realfonzo. Nata nel 2011, con 160 dipendenti, l’anno scorso ha fatturato 56 milioni di euro, registrando una crescita del 40%. Oggi la società gestisce 35 flagship store digitali di prestigiosi brand principalmente in ambito moda, tra cui Benetton, Sisley, L’Autre Chose, Alviero Martini 1A Classe - e automotive merchandising: Maserati, Ferrari, Valentino Rossi - VR46. Con un’offerta integrata di servizi che comprendono lo sviluppo software, la creatività, la gestione della logistica e degli ordini, il marketing, la gestione del negozio e il customer care, Triboo Digitale opera in tutto il mondo per conto dei propri clienti in qualità di full outsourcer.

ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014


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LINK gaming

Le caramelle che vanno… in Borsa

SEIGRADI.CORRIERE.IT

Sembra passato un secolo. Ma era il 2012 quando venne rilasciata la prima versione di Candy Crush. Oggi a smanettare con le caramelle sono in 93 milioni ogni giorno. Come la popolazione delle Filippine...

Scenari

La fidelizzazione tende allo zero

MINIMARKETING.IT

Lunga analisi di Gianluca Diegoli sul perché, in epoca moderna, è così difficile per i brand ottenere una reale fidelizzazione degli utenti. L’obiettivo, difficile a quanto sembra, è differenziarsi dagli altri, ma anche...

Accordi

Luxottica vola grazie ai GGlass

REPUBBLICA.IT

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Una collaborazione strategica di ampia portata tra Luxottica e Google, che lavoreranno insieme per creare dispositivi indossabili innovativi e iconici. Per forza il titolo poi chiude con il 4% di rialzo, a 40 euro...

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LINK Tecnologie & formazione

scenari

La University of Southern California ha previsto, per il semestre autunnale, un corso di “Glass Journalism”. Questo il tema: escogitare nuovi modi per raccontare storie utilizzando la realtà aumentata e i Google Glass.

Molta gente, in modo dispregiativo, chiama Google una “società di pubblicità”. Certo, la pubblicità è il modo in cui monetizzare, ma il vero business è un altro. Il video di Google “Wear Android” ci fa capire quale.

Con i Glass si fa il giornalismo

MASHABLE.COM

Il fituro di BigG? “Wear Android”

ZDNET.COM

social attitude

Privacy

Secondo Twopcharts, circa il 40% dei 20 milioni di account che si registrano su Twitter ogni mese manda almeno un tweet nel primo periodo di registrazione. Ma solo un quarto starà ancora twittando tra un anno.

E’ finito in tribunale, in Francia, lo scontro tra l’associazione di consumatori Ufc-Que Choisir e i maggiori social mondiali, Facebook, Twitter e Google+, accusati di pratiche illecite sul trattamento dei dati personali.

Twitter, solo l’11% attivo dopo 1 anno

BLOGS.WSJ.COM/DIGITS

I francesi sono in guerra per i dati

INTERNAZIONALE.IT

startupper

streaming tv

Pick1, startup creata dal veneziano Paolo Privitera e dal socio Armando Biondi, specializzata nell’analizzare le opinioni online, ha stretto una partnership con il colosso mondiale dei sondaggi SurveyMonkey.

Apple pare in trattativa con la società statunitense Comcast per offrire un servizio di streaming tv che darebbe alla società di Cupertino un notevole vantaggio rispetto ai concorrenti. Tanto per cambiare....

Pick1 insieme a SurveyMonkey

LASTAMPA.IT

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Apple, trattativa con Comcast

THEDRUM.COM

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LINK twitter

mercato

#Museumweek è un’iniziativa di Twitter, che dal 24 al 30 marzo coinvolge le strutture museali ma europee, connettendole con le persone e stimolando i follower a parlare di cultura. Tutto con un semplice hashtag.

Banzai torna alla carica con una nuova operazione, diretta a potenziare la sua area editoriale. Banzai Media ha acquisito, infatti, Androidworld.it, con il chiaro obiettivo di essere più presente sul mercato mobile.

Questa settimana la cultura è social

DISCOVER.TWITTER.COM

Banzai acquisisce Androidworld

PRIMAONLINE.IT

web security

applicazioni

Secondo Security Panda, nel solo 2013 è stato creato e diffuso il 20% di tutto il malware esistente. Quasi il 32% dei computer colpiti nel mondo. I trojan, la minaccia peggiore. Android il sistema più sotto attacco.

L’arrivo di iTunes su dispositivi Android fa tremare Pandora, che in questo momento è arrivata a segnare un calo del 9%. Nei prossimi mesi timori per un servizio che potrebbe drenare utenti dai dispositivi Apple.

Virus: Security Panda da record

CORRIERECOMUNICAZIONI.IT

iTunes potrebbe finire su Android?

AMERICA24.COM

social & privacy

video online

Deep face è il nuovo progetto in fase di ricerca a cui Zuckerberg sta lavorando affinchè il social divenga in grado di riconoscere i volti degli utenti e taggarli automaticamente. Facebookiani salutate la vostra privacy.

Il colosso Disney pare aver trovato l’accordo per acquisire Maker Studios, società che promuove, produce e distribuisce video destinati ai cosiddetti “millennials”, proprio per rafforzarsi nel mercato dei video online.

Facebook saprà riconoscerti

UPI.COM

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Disney si compra i Maker Studios

TECHCRUNCH.COM

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© ALL2013 RIG Carn HT ival S R Film ESE & RVE The D. atre Lim ited .

IL 90% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN PC E L’83% UNA CONNESSIONE IN BANDA L ARGA Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per chi ha la banda larga ecco più di 3.000 contenuti pronti per lo streaming o il download.

DOWNLOAD & PLAY Oltre 3.000 film e serie Tv da scaricare e vedere dove si vuole anche quando non si è connessi. DRACULA Disponibile a marzo la serie evento con l’affascinante Jonathan Rhys-Meyers. Con Play puoi guardare il pilot una settimana prima del debutto su Premium Mya e riguardarlo quando vuoi.

In Tv, su PC e Tablet

PREMIUM PEOPLE I HIGH PROFILE AUDIENCE Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012


SPAZIO A...

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iab forum milano

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25-26 novembre / mico @ milano

360com è una pubblicazione di Growing C&M sede legale piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano sede operatiVa via Sardegna 32, 20146 - Milano tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330 www.growingcm.com Abbonamento a 360com la testata 360com è registrata al tribunale di milano al 254 del 3 maggio 2010. Growing consulting & media srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. Il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza Giuseppe Grandi 24, 20135 milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 dlGs 196/2003

Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Content Manager Aureliano Roio aroio@360com.it Redazione redazione@360com.it Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi Progettazione grafica e realizzazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico Caterina D’Amico traffico@growingcm.com Diffusione e abbonamenti diffusione@360com.it Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro ivano.moro@growingcm.com tel. +39.02.53598207 mob. +39.3393970611

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ufficializzate le date della due giorni dedicata alla comunicazone digitale e al marketing interattivo Carlo Erminero nato a Verona nel 1937, vive e lavora da molti anni a Milano. Esperto di metodologia della ricerca sociale e di marketing, Fino al 2000 la sua vita professionale si è svolta in due Società di ricerche di marketing: Doxa e Demoskopea. di quest’ultima è stato per vent’anni CEO e Direttore Generale. E’ stato tra i fondatori di Assirm, l’Associazione delle Società di Ricerca Sociale e di Marketing, e Presidente di AISM, l’Associazione Italiana per gli Studi di Marketing. Nel 2004, uscito da Demoskopea, sceglie di fondare la sua società, CE&Co, principalmente dedicata allo sviluppo delle nuove tecnologie di ricerca online

visioni

di

Matteo Dedè

Competenza, persuasione e

onestà: la ricerca Mi piace un approccio razionale ai problemi e alcuni esperti avevano giudicato che avessi le qualità che servono a un ricercatore. Ma c’è di più: io amo la ricerca. La ricerca è bella in due momenti: all’inizio e alla fine. All’inizio, quando si capisce il problema e ci si cala nelle preoccupazioni e nelle speranze degli attori, i tuoi clienti, e si fa il progetto. Alla fine, quando si guardano i risultati, si cerca di capire e si trova la risposta. Poi è sempre un po’ emozionante quando presenti le conclusioni e le spieghi. Non è vero che i dati parlano da soli. Quello che parla è il ricercatore che porta la sua interpretazione e la presenta in modo convincente. Ed è proprio quello che il cliente apprezza: che tu sia competente, onesto e persuasivo. Quando ho finito una ricerca e lavoro all’analisi guardo tutto con molta cura, perché tante cose riescono sempre a sorprendermi. Ogni apparente stranezza non mi infastidisce, al contrario, mi affascina e mi impegna perché so che lì scoprirò davvero qualcosa di nuovo. Un altro aspetto piacevole del fare ricerca sta nella sua varietà. Ogni volta ci sono un oggetto diverso e un problema diverso. Non c’è spesso la possibilità di ap-

profondire come si vorrebbe, ma di sicuro non ci si annoia. Poiché non si può essere universali e sapere tutto quanto c’è da sapere su tutto, conviene sapere un po’ di tutto. Alla ricerca, comunque, si arriva per tante strade. Ma il punto di partenza è lo stesso per tutte: una solida base di metodo. Si può partire dalla statistica, dalla psicologia, dall’economia, dalla filosofia… E ogni scienza ha un metodo che è quello che ti fa decidere se puoi fidarti dei suoi risultati. Alla domanda che pone il management non è difficile dare una risposta sensata; e non occorre essere ricercatori di professione. Più difficile è corredare la risposta con la valutazione della sua validità. Per questo occorre un metodo. E anche un modello. Da lì si può decidere il percorso che porterà a un risultato affidabile. A un candidato ricercatore consiglierei, quindi, studi scientifici, e molta, molta teoria. La pratica la imparerà sul terreno. Da questo punto di vista non farei tanta differenza fra le ricerche qualitative e quelle quantitative. Questa distinzione era utilissima fino a dieci anni fa; ma oggi è proprio sbagliata e sono convinto che possa portare fuori strada.

E’ senza dubbio il più autorevole appuntamento dell’anno sulla comunicazione digitale e interattiva in Italia. Un momento atteso da tutti gli operatori del settore e promosso dall’Interactive Advertising Bureau italiano. Un evento che si compone di un insieme di testimonianze che raccontano il presente e il futuro della comunicazione digitale. Accanto a esperti del settore, trovano spazio aziende che ogni anno riconfermano la loro partecipazione, con l’ingresso di nuove che scelgono questo frangente per presentarsi al mondo digitale. Come sperimentato con successo lo scorso anno, Iab Forum Milano si propone di combinare contenuti di qualità, speaker di alto profilo anche internazionali e opportunità di networking, con l’obiettivo di coinvolgere i C-Level del panorama aziendale e imprenditoriale del nostro Paese. Iab Forum tornerà, dunque, al MiCo - Milano Congressi (Ala Sud), il 25 e 26 novembre 2014. Ad annunciarlo la stessa Iab Italia che conferma la volontà di puntare su una formula che affiancherà, all’alto livello dei contenuti e alla partecipazione di importanti interlocutori di rilievo nel panorama internazionale di riferimento, spazi interamente dedicati alla creazione di opportunità di business tra tutti gli attori del sistema. Rocket Fuel, leader nella commercializzazione di soluzioni pubblicitarie fondate sull’intelligenza artificiale, è il primo main sponsor della dodicesima edizione di Iab Forum. ANNO V | #009 | MERCOLEDI’ 26 MARZO 2014


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