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visioni / gaia rubera

L’esplosione dei selfie che apre nuovi scenari

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ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015

Il 2014 è stato l’anno degli autoscatti, i cosiddetti selfie, con centinaia di milioni di selfie al giorno scattati e postati sui social network. Mentre finora le imprese hanno analizzato il testo dei post su Facebook...

i fatti del giorno

marketplace

company

media

Sono in arrivo 261 milioni dal Piano straordinario per il Made in Italy

Il servizio offre copertura totale di tutte le categorie dello spettacolo

Carrefour partner ufficiale dell’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo

In tutta Europa il Mondiale automobilistico perde telespettatori

Le Fiere in prima fila aiutano il Paese nell’anno dell’Expo

Tv Sorrisi e Canzoni lancia il sistema digitale Sorrisi.com

Un modello virtuoso per l’industria del cinema italiano

La crisi degli ascolti colpisce anche la Formula Uno

scenario

Ora gli italiani hanno più fiducia

23 link

coverstory

Social Media Mktg: il futuro

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Quando Perform fischia, la partita può cominciare

All’ombra del recente accordo stretto con il Gruppo Reuters, il punto sulla situazione della struttura con le parole del countruy manager Andrea Cerasoli

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IL GRANDE CINEMA VI STA ASPETTANDO... NON PERDETE L’APPUNTAMENTO CON I FILM IN USCITA NELLE PROSSIME SETTIMANE!

BIRDMAN

JUPITER - IL DESTINO DELL’UNIVERSO

NON SPOSATE LE MIE FIGLIE

TAK3N - L’ORA DELLA VENDETTA

SELMA - LA STRADA PER LA LIBERTÀ

DAL 5 FEBBRAIO AL CINEMA

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DAL 12 FEBBRAIO AL CINEMA

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CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO

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SPONGEBOB - FUORI DALL’ACQUA

DAL 12 FEBBRAIO AL CINEMA

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i fatti del giorno

Previsto uno stanziamento di 261 milioni di euro destinati a supportare la crescita del “sistema Italia”

“Piano straordinario per il Made in Italy”: le Fiere in pole position per aiutare il Paese nell’anno dell’expo Le manifestazioni fieristiche spiccano tra gli strumenti privilegiati su cui puntare per supportare la crescita. Questo il messaggio principale emerso nel corso della recente presentazione organizzata a Milano da AEFI. Nel corso dell’evento organizzato dall’organismo associativo sono intervenuti l’attuale ViceMinistro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e il Presidente di AEFI, Ettore Riello di Luca Anelli

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l Governo sceglie le fiere tra gli strumenti su cui puntare per supportare la crescita. Questo è il messaggio emerso nel corso della presentazione di venerdì scorso, organizzata da AEFI, nel corso del quale il ViceMinistro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, insieme al Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e al Presidente di AEFI, Ettore Riello, hanno presentato e commentato il ruolo previsto dalle fiere nell’ambito del “Piano straordinario per il Made in Italy”, fortemente voluto dallo stesso ViceMinistro. Il Piano, infatti, che come noto prevede per il 2015 uno stanziamento di 261 milioni di euro destinati a supportare la crescita del Paese nell’anno dell’Expo, partendo da un’analisi dei punti deboli del sistema italiano - come la scarsa attività di promozione delle imprese e l’assenza nella gran parte delle aziende della

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ca p a c i t à di raggiungere importanti e stabili livelli di export -, mira a potenziarne e valorizzarne gli asset esistenti. In quest’ottica sono stati identificati e inseriti nel Piano cinque principali aree di intervento, tra cui “il potenziamento dei grandi eventi in Italia”, che prevede il supporto a numerose manifestazioni fieristiche che in questi anni sono cresciute in Italia e all’estero, quale strumento dell’internazionalizzazione delle imprese, accettando così l’invito da tempo avanzato da AEFI e dal comparto fieristico di cogliere e sfruttare le fiere quale strumento di politica economica. Sono oltre quaranta le manifestazioni fieristiche, organizzate in Italia e all’estero che potranno contare su finanziamenti complessivi per 48 milioni di euro, destinati a

potenziare e sviluppare le attività da loro già messe in campo nel supporto alla crescita e internazionalizzazione delle imprese: incoming di operatori esteri, organizzazione di eventi sui mercati stranieri a maggior potenziale di sviluppo, incontri di formazione e strumenti per facilitare l’incontro di domanda e offerta nel corso delle manifestazioni. Tra i principali criteri utilizzati per individuare gli eventi figurano la posizione di leadership occupata dalla fiera nello specifico segmento di mercato (cioè l’importanza che l’evento riveste a livello globale per gli operatori del settore), le potenzialità di crescita futura, le sinergie tra i poli fieristici e la possibilità di svolgere operazioni congiunte di filiera/settore all’estero (per le fiere fuori dal territorio nazionale). Per Carlo Calenda, ViceMinistro dello Sviluppo Economico, «La cifra che sarà destinata nel 2015 al Made in Italy, 261 milioni di euro, è senza precedenti, ammonta a sei volte la media dei precedenti stanziamenti, e dimostra l’impegno del governo a favore dell’export. Il settore delle fiere svolge un ruolo cruciale nella promozione del sistema paese e dei nostri prodotti. Per questo all’interno dei fondi sono stati stanziati ben 48 milioni di euro, per potenziare i grandi eventi fieristici, si tratta di più di dieci volte quanto garantito in media negli ultimi cinque anni: mi aspetto grandi risultati». Mentre Ettore Riello, Presidente di AEFI, ha commentato così: «Siamo onorati come AEFI, e lo sono perso-

nalmente, di aver avuto dal Viceministro Calenda la possibilità di presentare il Piano insieme. Penso che rappresenti un importante punto di arrivo del lavoro svolto anche da AEFI a supporto del sistema fieristico attraverso il costante dialogo con le istituzioni volto a farne percepire i valori e le potenzialità. E’ anche uno straordinario punto di ripartenza per il sistema, e non solo per le manifestazioni interessate ma per tutte. A tutti noi viene infatti riconosciuto il ruolo di leva per la crescita del Paese e per tutti si crea un’opportunità per generare ricchezza e far finalmente ripartire anche il mercato interno. Sono consapevole del fatto che non tutte le esigenze delle numerose e importanti realtà fieristiche saranno soddisfatte, e per

in questa foto, Da sinistra: Riccardo Monti; Presidente Ice; Ettore Riello, Presidente Aefi-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane; Carlo Calenda, ViceMinistro dello Sviluppo Economico; Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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i fatti del giorno

TREND

PALINSESTI

Una ricca programmazione Rai per celebrare il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe di Vera Modesto

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arà ampia e articolata l’offerta Rai dedicata al Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe che si celebra domani. Nel giorno della ricorrenza, il palinsesto dedicato si apre con “Unomattina”, dalle 06:45 alle 11:00 su Rai1, che dedicherà uno spazio al ricordo delle vittime e al dramma dell’esodo forzato di tanti italiani dalle loro case. A seguire, su Rai2, il programma “I Fatti Vostri” con un approfondimento. Poi sempre sulla stessa rete, alle 16.30, in diretta dalla Camera dei Deputati, la Celebrazione del Giorno del Ricordo. Rai3 e Rai Cultura, alle 13.15, presentano una puntata de “Il Tempo e la Storia” dedicata al racconto delle stragi di italiani avvenute nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945 a opera del movimento di liberazione e delle istituzioni dello stato jugoslavo nei territori dell’allora Venezia Giulia. Ospite del-

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La copertura della ricorrenza dei caduti sarà garantita su tutte le piattaforme nazionali, con approfondimenti, immagini di repertorio, dossier e interviste a esperti la puntata il Professor Raoul Pupo, storico contemporaneista dell’Università

di Trieste, tra i massimi studiosi e conoscitori del fenomeno delle foibe. Anche Rai

Storia, ovviamente, parteciperà al ricordo delle vittime con “Mille Papaveri Rossi - Orrore dimenticato”, un approfondimento di Tg2 Dossier. Dal punto di vista dell’informazione giornalistica se ne occuperanno il Tgr Friuli, i telegiornali nazionali e anche la redazione in lingua slovena garantirà la copertura dell’evento. Il canale d’informazione all news RaiNews24 e tutte le radio della concessionaria pubblica si soffermeranno sull’evento. In particolare, il palinsesto radiofonico prevede la partecipazione di RadioRai, domani: “Radio anch’io”, in onda su Radio1 dalle 8:30 alle 10:00, dedica la puntata alla ricorrenza; nel pomeriggio la trasmissione “Restate scomodi”, in onda dalle 15:40 alle 17:00, si collegherà con Trieste. Servizi sono poi previsti nelle principali edizioni del Gr1. Su Radio2 “Pezzi da 90” ha realizzato una puntata in memoria delle vittime della foibe, dal titolo “L’Inghiottitoio”.

la fotografia di Save The Children: i giovani italiani, sempre più online Il rapporto tra minori e nuove tecnologie continua a evolversi nel corso del tempo, non senza sorprese: nonostante le tantissime opportunità offerte dalla rete, i giovanissimi corrono il rischio di essere analfabeti di Ottavia Quartieri

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a un lato gli “online” e dall’altra i “disconnessi”, due facce della stessa medaglia che racconta la generazione dei “nativi digitali”. I primi sono giovanissimi - secondo una ricerca di Ipsos per Save the Children - quasi sempre connessi, anche grazie agli smartphone, usano WhatsApp (59%) e Instagram (36%), conoscono abbastanza bene le regole che governano la privacy nella rete (51%), ma non se ne preoccupano più di tanto (57%). Vivono relazioni “vir-

tuali” nei gruppi di conversazione sulle applicazioni di messaggistica dei loro smartphone, spesso anche con persone che non conoscono direttamente (41%): uno su quattro (24%) invia messaggi, video o foto con riferimenti sessuali a gruppi dove non conosce tutti i partecipanti e uno su tre (33%) si dà appuntamento con qualcuno conosciuto solo attraverso questi gruppi. E poi ci sono quelli che dalla rete sono fuori, i “disconnessi”: un’elaborazione dei dati Istat specifici per i minori ci dice

che sono 452.000 gli adolescenti che non hanno mai usato internet, l’11,5% dei ragazzi che vivono in Italia tra gli 11 e i 17 anni, con una percentuale più elevata nel Sud e nelle Isole (17,4%, 270.000). Questa la fotografia di Save the Children che, come ogni anno, monitora il rapporto tra minori e nuove tecnologie. «I nuovi media rappresentano una grande opportunità per i nostri ragazzi, per la loro crescita personale e formativa. L’accesso a queste tecnologie è un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti i ragazzi, così come un’adeguata formazione nell’utilizzo di questi strumenti e la sicurezza di potersi muovere in un ambiente digitale che non nasconda rischi o pericoli - afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia -. Il rischio è quello di trovarci di fronte a dei “nuovi analfabeti”, che non hanno la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie o che non hanno le necessarie competenze per farlo.» ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015



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i fatti del giorno privacy & INFORMAZIONE

INCARICHI

Un comitato di esperti, incaricato da Google, esamina gli effetti e i risvolti della sentenza emessa della Corte di Giustizia europea lo scorso 13 maggio in materia di privacy sulla rete

L’agenzia creativa, che si è imposta in una gara a tre, seguirà l’attività social su tutte le piattaforme per l’anno in corso

per “big g” Il diritto all’oblio andrebbe limitato alla zona ue BRAND

“Amici di Maria De Filippi” si affida a Dimensione Danza come sponsor tecnico Dopo quasi dieci anni, il marchio rinnova la partnership con il talent che apparirà su tutti i capi indossati dai partecipanti

di Marianna Marcovich Il 2015 si annuncia un anno di grande visibilità per Dimensione Danza, che presidia il mercato pubblicitario non solo attraverso la campagna su stampa ed esterna, ma anche con la presenza in televisione. Dopo quasi 10 anni, il celebre brand torna infatti sul piccolo schermo come main sponsor e fornitore tecnico di “Amici di Maria De Filippi”, che va in onda su Canale 5 e per la seconda stagione consecutiva su Real Time. Per la 14ª edizione del talent, Dimensione Danza fornirà l’abbigliamento per tutti gli allievi della scuola, seguiti nel loro percorso formativo dai migliori professori e assistenti del panorama italiano e internazionale. Il logo del brand e quello del format appariranno su tutti i capi che i ragazzi indosseranno nel corso della loro avventura televisiva di questa edizione di “Amici”, impegnati nelle diverse discipline di danza (jazz, hip hop, danza classica, break dance e latino american) e canto. La fornitura comprende diversi completi pantalone-felpa, t-shirt, canotte, leggings, borsoni e accessori tecnici.

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di Ottavia Quartieri

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iritto all’oblio? Andrebbe limitato nell’ambito dell’Unione Europea. Una conclusione cui sono giunti gli esperti incaricati da Google di esaminare gli effetti della sentenza della Corte di Giustizia Ue del 13 maggio 2014, che ha sancito il diritto dei cittadini europei di chiedere l’eliminazione di link giudicati “inadeguati o irrilevanti”. Google ha rimosso oltre 200 mila link. Del comitato di esperti fanno parte, tra gli altri,

Jimmy Wales di Wikipedia, l’italiano Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford, e Sylvie Kauffmann, direttore editoriale del quotidiano francese Le Monde. Per redigere le conclusioni del rapporto, il comitato ha tenuto consultazioni in tutta Europa, Italia compresa, in cui ha ascoltato istituzioni, aziende, media, mondo accademico, settore tecnologico, le organizzazioni che si occupano di tutela dei dati “al fine di far emergere e approfondire le relazioni

complesse che intercorrono tra il diritto di sapere e il diritto alla privacy”. «E’ stato molto utile ascoltare in questi mesi una molteplicità di punti di vista diversi in tutta Europa e terremo questo rapporto in considerazione. Nello svolgere le attività volte a ottemperare alla decisione della Corte di Giustizia europea stiamo anche attentamente considerando le indicazioni fornite dai Garanti europei» ha dichiarato David Drummond, capo dell’ufficio legale dell’azienda di Mountain View.

Corona Extra sceglie Imille per le strategie digital di comunicazione

di Pietro Castagna Il budget digital 2015 di Corona Extra è stato affidato all’agenzia creativa Imille da Anheuser-Busch Inbev Italia, in seguito a una consultazione che ha visto in gara tre attori. Imille ha convinto il cliente con una proposta integrata che interpreta il nuovo posizionamento della celebre birra messicana. Dopo aver ripreso la distribuzione del brand Corona nel 2014 AB Inbev Italia metterà in campo molte attività di marketing sul territorio italiano in questo 2015 con un grande focus sul digitale. Imille seguirà l’attività social che sarà il fulcro della comunicazione 2015, a cui si connetteranno una serie di attivazioni che, dallo sport alla musica, da sempre accompagnano Corona. Obiettivo della strategia digital è di creare uno state of mind attraverso una comunicazione multi-piattaforma fresca, solare e senza etichette. Proprio come Corona e il suo target. Una comunicazione che rispecchi, in ogni sua espressione, le qualità e l’essenza di questa birra, ma anche tutti i suoi valori. ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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i fatti del giorno nomine

radio

Si tratta di Emanuela Cutone, Giovanni Trabucco e Giuseppe Lay, che vanno ad arricchire l’organico dell’agenzia, portando esperienza e professionalità a un team già ben collaudato

Oltre al lancio delle classifiche in collaborazione con EarOne, in palio un magnifico viaggio a Zanzibar

true company dà il benvenuto al 2015 con tre nuovi arrivi Da sinistra: Giuseppe Lay, Emanuela Cutone e Giovanni Trabucco

rilevazioni

Quale “sfumatura” preferiscono gli italiani? Lo dice Kobo L’ereader di Mondadori analizza il feedback del pubblico della saga di E.L. James, mentre il film esce nei cinema Un best seller che ha catturato le notti di milioni di lettori in tutto il mondo. E ora “Cinquanta sfumature di grigio” sbarca in Italia con il film nei giorni di San Valentino. Kobo svela alcune interessanti curiosità sulle abitudini di lettura in Italia e nel mondo della saga dei record. Grigio, Nero, Rosso: qual è la “sfumatura” preferita?. Se “Cinquanta sfumature di grigio” ha aperto la strada al successo, nella maggior parte dei paesi analizzati da Kobo sembra che il nero sia stato il capitolo più letto dai fan. Tendenza stravolta, però, nei Paesi Bassi, dove si è letto principalmente il libro conclusivo, “Cinquanta sfumature di rosso”. I paesi del Mediterraneo si confermano ancora una volta i più passionali: al primo posto i francesi (con il 70,9% del completamento delle letture), seguiti a poca distanza dagli italiani (67,6%). Il Belpaese detiene il record per le sessioni di lettura più lunghe rispetto agli altri paesi, con una media di 55,5 minuti a sessione.

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di Ottavia Quartieri

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rue Company ha inaugurato il 2015 con l’arrivo di tre nuove figure all’interno del gruppo. Si tratta di Emanuela Cutone, Giovanni Trabucco e Giuseppe Lay. Emanuela Cutone è entrata con l’incarico di general manager del gruppo ed è già alla guida di tutti i lavori in essere e di tutti i progetti appena avviati. Dopo una laurea in Scienze Politiche alla Luiss di Roma e il master di Publitalia in marketing e comunicazione ha ini-

ziato la sua carriera in Saatchi & Saatchi, prima a Roma e poi a Milano e negli ultimi 14 anni in DVL BBDO come vicedirettore generale. Ha lavorato sia su clienti internazionali importanti quali Bayer, Mars, Pepsi, che nazionali come invece UBI Banca, CheBanca! e Sisal. Giovanni Trabucco è invece stato nominato nuovo executive creative director e vanta un’esperienza di quattro anni in 3DESIGN e altri due anni in White, Red and Green; oggi è tornato nell’azienda per dare il suo contributo creativo al grup-

po. Nella sua carriera ha lavorato sia su clienti nazionali che internazionali, tra cui Sony, Monterosa Ski, Bosch, Siemens e Gruppo Coin (Upim, Blukids). Giuseppe Lay è, infine, entrato come digital account in TreeWeb. Lay è nel settore della comunicazione pubblicitaria dal 2009 e in questi anni ha operato all’interno di agenzie pubblicitarie tra cui Bcube e All ed è stato partner associato di Kiwidigital, lavorando per numerosi clienti, tra cui i prestigiosi brand come Campari e Mini.

campagne La nuova fragranza s’incarna nella femminilità di Malgosia Bela

Salvatore Ferragamo presenta un’Emozione L’attività di comunicazione dedicata al profumo femminile è pianificata internamente in tv, oltre che su stampa e sul web

Salvatore Ferragamo è on air sulle reti Mediaset con lo spot per la nuova fragranza femminile Emozione. La campagna, firmata dall’agenzia creativa Petronio Associates, è stata pianificata in-

ternamente e prevede la declinazione anche su stampa e web. In tv, il film diretto da Mert Alas & Marcus Piggott, racconta una storia ricca di emozioni attraverso un ritratto di femminilità

e armonia incarnato dalla top model Malgosia Bela e fonde due distinte tonalità di emozione: intimità ed espressione, introspezione ed esperienza, esaltando la bellezza interiore.

RTL 102.5 propone numerose iniziative per il 65° Festival I presentatori: Arisa, Carlo Conti ed Emma

RTL 102.5, in collaborazione con EarOne, la società che pubblica in tempo reale il numero di passaggi radiofonici dei brani musicali in Italia, lancia le classifiche per premiare i protagonisti radiofonici del Festival di Sanremo 2015. I risultati si baseranno sia sui voti espressi dagli ascoltatori sia sui passaggi radiofonici rilevati. Gli ascoltatori di RTL 102.5 potranno esprimere una preferenza delle canzoni in gara man mano che queste verranno presentate sul palco dell’Ariston. Saranno gli artisti in gara che si autopromuoveranno con dei messaggi in onda su RTL. Tra tutti coloro che avranno partecipato alla classifica verrà estratto il vincitore di un viaggio a Zanzibar per due persone offerto dal Tour Operator IGV I Grandi Viaggi. Il vincitore del Festival di Sanremo e il vincitore nella categoria Nuove Proposte riceveranno, invece, il premio RTL 102.5 “Sempre più Sanremo 2015”: un’opera ideata e curata dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti Di Brera. ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015



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MARKET PLACE

Discovery Italia ha lanciato una nuova comunicazione per raccontare l’offerta del suo portfolio

Un sistema di quattordici canali in vetrina Una serie di quattro brevi clip introducono la platea televisiva del gruppo ai programmi di punta previsti in serata. DAvanti ai singoli loghi di canale evidenziata la “d” di discovery di Sebastiano Zeri

Discovery Italia ha lanciato una nuova comunicazione, on air per raccontare l’offerta del suo ricco

portfolio, una vetrina per rappresentare al meglio il sistema di quattordici canali presenti sulle principali piattaforme e dare sempre più visibilità agli appu-

nel rispetto della logica di servizio

in onda in preserale sui canali gratuiti, il menù nasce per promuovere i programmi di punta più attesi della serata

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tamenti della programmazione serale. In occasione del debutto della grande esclusiva RBS 6 Nazioni di rugby, in onda su DMAX, da venerdì scorso con il match tra Galles e Inghilterra, Discovery si presenta con un nuovo menu di portfolio: in onda in preserale sui canali gratuiti, il menu nasce per promuovere i programmi più attesi della serata e come strumento di crosspromotion per favorire la crescita dell’audience. La veste grafica del menu ha un design contemporaneo, in linea con i canali del gruppo e capace di abbracciare in modo coerente le diverse anime presenti nel portfolio: una serie di quattro brevi clip introducono la platea televisiva di Discovery ai programmi di punta previsti in serata. Inoltre davanti ai singoli loghi di canale viene introdotta la D di Discovery, per evidenziare l’appartenenza dei canali al gruppo. Chiuso il 2014 con il 6% di share e la conferma della terza posizione in termini di ascolti, Discovery rafforza così il suo posizionamento sul mercato, sottolineando la centralità e i valori del proprio brand e la vocazione ad offrire una televisione con contenuti di qualità, aperta a tutti i generi: una programmazione che unisce emozione, curiosità, divertimento ed autenticità. ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015

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MARKET PLACE

Da sempre una porta d’accesso privilegiata sul mondo della tv, della musica e del cinema

Tv Sorrisi e Canzoni lancia il sistema digitale Sorrisi.com Copertura totale di tutte le categorie dello spettacolo, cui si aggiungono l’esclusiva “Guida Tv” e il canale “In edicola”, dedicato alle anticipazioni dal magazine di Sebastiano Zeri

Il settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, a pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo, lancia Sorrisi.com, il nuovo sistema digitale, ancora più interattivo e completo, dedicato al mondo dell’intrattenimento. «Sorrisi è da sempre una porta d’accesso unica, esclusiva e privilegiata sul mondo della tv, della musica e del cinema. Quale momento migliore per noi, se non la settimana dell’evento più atteso per la canzone italiana, per lanciare il nostro nuovo sito - ha sottolineato il direttore Aldo Vitali -. Il nuovo Sorrisi.com è un filo diretto tra i protagonisti dello spettacolo e il nostro pubblico: una guida innovativa, affidabile ed esaustiva, per essere ag-

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giornati sugli hot topic, le anteprime e le ultime tendenze dal mondo dello spettacolo, raccontate in prima persona dagli artisti», ha concluso Vitali. Completamente rinnovato nella grafica, Sorrisi.com è un sito full responsive, con una home page d’impatto, full-screen e immagini più ampie; si articola in tre canali tematici - tv, musica e cinema - che garantiscono una copertura totale di tutte le categorie dello spettacolo, cui si aggiungono l’esclusiva “Guida Tv” e il canale “In edicola”, dedicato alle anticipazioni dal magazine. Un progetto multicanale integrato che si arricchirà presto di una nuova app in grado di riconoscere i gusti degli utenti e visualizzare programmi su misura, per potenziare la sua leadership anche nel mondo digitale. Il nuovo Sorrisi.com, in occasione del Festival di Sanremo, racconterà dal vivo e in anteprima le emozioni dell’evento più importante per la

musica italiana, con live news, interviste e immagini in esclusiva, curiosità, anteprime e video backstage. Inoltre, la nuova piattaforma digitale di Tv Sorrisi e Canzoni permetterà di interagire e vivere la propria passione per la musica sanremese grazie a un’offerta che, dalle pagine del magazine, si rafforza nel mondo digitale e sui social network, dove può già contare su una fan base di 195 mila like su Facebook e 120 mila followers su Twitter. Il sodalizio tra Tv Sorrisi e Canzoni e il Festival della Canzone Italiana si rinnova inoltre anche quest’anno con la copertina più attesa dai lettori che ritrae in esclusiva tutti i big in gara. Non mancano poi interviste agli artisti e ai conduttori della manifestazione, la pubblicazione in anteprima dei testi delle canzoni, senza dimenticare la cronaca dal palco dell’Ariston, con tutte le curiosità e i retroscena sugli artisti e i vincitori del Festival.

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REAL RESULTS


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MARKET PLACE

Teatro alla Scala Domenica 1 marzo 2015 ore 19.30

Myung-Whun Chung

Direttore

Cesare avenia, presidente di asstel

Un confronto per fare il punto sull’evoluzione dell’economia digitale

to Ict/Pil al 5,5% nel 2017, ad allineare la spesa in innovazione digitale alla media Ue nel 2020, anno in cui dovremmo aver centrato gli obiettivi europei sulla diffusione della banda ultralarga. Ce la dobbiamo fare, oggi ne esistono i presupposti: i segnali macroeconomici, una crescente sensibilità della leadership, una maggiore focalizzazione sull’esecuzione dei progetti, un clima di positiva collaborazione tra pubblico e privato, in cui spicca l’accelerazione degli investimenti nelle reti di nuova generazione da parte degli operatori di tlc». Secondo la stima di Confindustria Digitale le risorse utilizzabili ammontano a 18 miliardi di euro su un arco temporale di sei anni, equamente divisi fra fondi comunitari e nazionali. «La cifra di18 miliardi di euro in sei anni significa, per l’effetto moltiplicatore dell’Ict, dare un contributo al Pil di circa mezzo punto l’anno - ha precisato Catania -. è fondamentale che queste risorse siano gestite con una programmazione coerente tra Stato e Regioni, senza dispersioni che ne sminuiscano l’impatto. Per questo la proposta è di creare un Fondo Multifondo trasversale».

La capacità delle imprese Ict per contribuire all’innovazione del Paese al “Summit del settore Ict” che si è tenuto a Roma, hanno preso parte oltre duecento rappresentanti di imprese e associazioni di Vera Modesto

Un confronto a tutto campo per fare il punto sull’evoluzione dell’economia digitale e definire il piano operativo di Confindustria Digitale per il 2015, mirato a rafforzare la capacità delle imprese Ict di contribuire all’innovazione del Paese. L’obiettivo è spingere sull’accelerazione dei processi di trasformazione digitale in modo da produrre entro l’anno risultati tangibili e far emergere nuove opportunità di crescita. E nel 2015 ci sono tutti i presupposti affinché ciò avvenga. è stato questo il senso del “Summit del settore Ict” che si è tenuto di recente a Roma, a cui hanno preso parte oltre duecento rappresentanti di imprese e associazioni del sistema confindustriale. Oltre al presidente

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Elio Catania sono intervenuti, fra gli altri, Cesare Avenia, presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel; Umberto Costamagna, presidente di Assocontact; Giancarlo Grasso, presidente Anitec. Al centro dell’incontro le potenzialità dell’Ict tricolore, che conta 600 mila addetti e genera un mercato di oltre 65 miliardi di euro. Nel 2013 la spesa Ict italiana è giunta a rappresentare il 4,8% del Pil, contro una media Ue28 del 6,6%, con la Germania al 6,9%, la Francia al 7,0% e l’Uk al 9,6%. Un gap che si traduce in 25 miliardi l’anno di mancati investimenti in innovazione digitale rispetto alla media europea. «La nostra strategia avrà successo - ha affermato Catania - se riusciremo a riportare il settore Ict in crescita nel 2015, a raggiungere un rappor-

ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015

Mendelssohn-Bartholdy Sinfonia n. 4 in la magg. op. 90, Italiana Brahms Sinfonia n. 1 in do min. op. 68 Introduzione a cura di Enrico Parola

Foto Silvia Lelli

elio catania, presidente di confindustria digitale

Durante la Prova Aperta i brani possono essere ripetuti, omessi o eseguiti in altro ordine.

LA FILARMONICA DELLA SCALA

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Sport

Perform fischia, la partita può cominciare

All’ombra del recente accordo stretto dal gruppo con Reuters, il punto della situazione sulla struttura capace di produrre, distribuire e commercializzare contenuti sportivi digitali, con le parole del country manager Andrea Cerasoli di

Davide Sechi

Difficoltà economico-finanziarie, crisi diplomatiche, tensioni tra paesi, conflitti, rivolte, il mondo sempre sull’orlo del baratro. Poi l’arbitro fischia l’inizio della partita e le poltrone tornano a riempirsi. Se c’è una cosa che rasserena gli animi (facendoli magari esplodere in modalità più consone e meno stressanti), oltre all’espletamento di certi bisogni fisiologico-sentimentali, è assistere

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a un evento sportivo, sia esso il calcio, ossia il poker d’assi nord-americano, più tutto l’armamentario di discipline esistenti un po’ ovunque. Sicché, può apparire abbastanza scontato viaggiare oltre la prima classe quando si decide di abbracciare le tematiche legate allo sport. Ma è un tranello, perché passioni tanto brucianti, con consumi bulimici, hanno bisogno di fondamenta solide. Non si può più improvvisare, oggi come oggi tutti sono esper-

una carta d’identità esclusiva per un player leader nel mondo

Perform è il gruppo leader al mondo nella produzione, distribuzione e commercializzazione dei contenuti sportivi digitali. IL gruppo interagisce con tutti i principali attori della scena sportiva: federazioni, club, brand, broadcaster,editori, bookmaker,telco e fan di tutto il globo

ti, o ritengono di esserlo (il che rende la faccenda ancora più seria, se ce ne fosse bisogno). Perform il giochino l’ha capito bene e adesso può permettersi di guardare dall’alto un bel po’ di concorrenti; però non lo fa perché troppo impegnata ad acquisire, implementare, proporre chiavi di lettura sempre diversificate. Un attimo: cos’è Perform? Urge fare un riassunto. Trattasi, per una volta senza esagerazioni tipiche dei comunicati stampa, del grupANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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L’intervista con Andrea Cerasoli, country manager Cosa significa Perform nel panorama attuale? Il centro di tutto per noi è rappresentato dal contenuto e dal rapporto che abbiamo instaurato con le varie federazioni sparse nel globo. Per loro costruiamo situazioni di comunicazione a 360 gradi. Non si tratta solo di tragitti che possano poi condurre a redditizie conseguenze di natura pubblicitaria; Perform analizza il bisogno del cliente ed è in grado di costruire prodotti e soluzioni ad hoc per ogni tipo di esigenza, costruendo storie diverse e coprendo necessità molto distanti tra loro, dall’analisi del dato alla produzione di contenuti. la combinazione di contenuti video e dati permette a perform di realizzare prodotti esclusivi

po leader al mondo nella produzione, distribuzione e commercializzazione di contenuti sportivi digitali. Grazie all’acquisizione di diritti di oltre 200 competizioni a livello mondiale, compresi gli highlight della Serie A di calcio, il Gruppo interagisce con tutti i principali attori della scena sportiva: federazioni, club, brand, broadcaster, editori, bookmaker, telco e fan di tutto il globo. La combinazione di contenuti video, editoriali e dati, insieme alla capacità di creare strumenti tecnologici avanzati, permette al Gruppo di realizzare prodotti esclusivi sia per i

Cosa significa la partnership stretta con Reuters?

clienti business, sia per gli appassionati di sport. La base di partenza è Londra, il Regno Unito, ma Perform oggi è presente, con i suoi 1.400 dipendenti, in oltre 26 paesi nel mondo, tra i quali, Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Singapore e India. Schema con diverse situazioni tattiche Ed ecco come vengono veicolati i contenuti targati Perform: Omnisport, agenzia di stampa internazionale specializzata nella produzione di notizie sportive multipiattaforma, è caratterizzata da una combinazione di conte-

Significa creare sinergie, da cui entrambi i brand guadagnano. L’accordo prevede che i filmati sportivi Reuters siano integrati nel servizio di video news sportive digitali di Perform, disponibile in molte lingue. I contenuti saranno poi fruibili anche attraverso l’ePlayer, la piattaforma video di Perform, che integrerà inoltre un nuovo canale di news non sportive di Reuters, arricchendo in questo modo i servizi messi a disposizione degli editori.

Da quando avete iniziato, come è cambiato il mercato? Perform sorge a Londra, poi si estende in Europa, Italia compresa. Dopo l’area In area continentale ci siamo mossi verso gli States dove l’attenzione allo sport è massima. Il Sud Est Asiatico è parecchio forte, ma il mercato emergente è sicuramente quello cinese, anche se è difficile da penetrare dal punto di vista normativo. E lo sport è un settore che ti regala sempre qualcosa in più, tira e attira prodotti, anche provenienti da settori non endemici; situazioni da cui Perform può far scaturire sempre qualcosa di particolare.

andrea cerasoli

Siete talmente in crescita che avete fatto a meno della quotazione in Borsa, essendo usciti fuori dal listino di Londra.

Semplicemente non abbiamo più bisogno del sostegno del mercato. La nostra vicenda è agevolata dal fatto che ci muoviamo in ambito digitale, un settore un forte espansione, laddove si può creare innovazione e crescere in maniera organica.

Facciamo una classifica degli sport più seguiti? «E diamo anche le percentuali: calcio 56%, automobilismo 37%, MotoGp 34%. Poi nuoto, atletica, ciclismo e basket, quest’ultimo al 17% è ufficialmente divenuto uno spettacolo di nicchia».

Uno sguardo al futuro «Perform è un operatore unico nello sport mondiale, con una copertura capillare dei principali eventi a livello globale. Per il futuro puntiamo alla creazione di nuovi prodotti, in grado di raggiungere un’audience sempre più ampia e diversificata ».

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COVER STORY dei club (Opta Pro) e delle federazioni; Watch&Bet, servizio di video e dati live per bookmaker.

Punto di riferimento per 1,2 mlioni di utenti unici mensili in questa foto, federico casotti, direttore della redazione italiana. i contenuti elaborati sono un punto di riferimento per oltre 1,2 milioni di utentiunici mensili

nuti editoriali in video, articoli, e immagini, unica nel settore; ePlayer, prima

piattaforma al mondo di VOD (video on demand) sportivi. Presente in oltre

La matematica non è un’opinione: i numeri di Perform Group

Se una sintesi ulteriore sia possibile, ecco arrivare in soccorso i numeri, che difficilmente mentono. E allora, dagli ultimi dati finanziari, si evince che Perform Group ha fatturato nel 2013 235 milioni di euro, può contare su 1400 dipendenti a livello globale, con 44 uffici dislocati in 26 Paesi. Produce ogni anno 12.000 video news, 35.000 editoriali, analizza tramite Opta 1.700 competizioni, produce 2.500 eventi live, raggiunge ogni quattro settimane 250 milioni di utenti.

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1.800 siti di news a livello globale, raggiunge quasi 200 milioni di fan al mese e permette a Perform di lavorare a stretto contatto con i più importanti brand e centri media; Goal.com, network di siti calcistici con oltre 50 milioni di utenti unici e 1 miliardo di pagine viste al mese (fonte: Omniture), è prodotto in 18 lingue con 26 versioni regionali; la redazione italiana, guidata dal direttore Federico Casotti, è punto di riferimento per oltre 1,2 mln di utenti unici ogni mese (la fonte è ancora Omniture); Opta, servizio di dati e statistiche sportive a supporto delle attività dei media, dei brand,

Quando l’Italia si desta L’ingresso su territorio italiano avviene nel 2009 e già un anno dopo, grazie all’accordo stipulato con la Lega Serie A e B, diventa detentore dei diritti di distribuzione degli highlight dei due campionati su piattaforme terze. Nel 2013, grazie all’acquisizione di Opta, azienda attiva nella raccolta, analisi e distribuzione di dati sportivi in tempo reale, il Gruppo completa la propria offerta di contenuti, diventando l’unico player sul mercato a produrre, distribuire e commercializzare video, editoriali e dati delle prin-

cipali competizioni sportive mondiali. Guidata da Andrea Cerasoli, la sede italiana di Perform si trova a Milano ed è composta da un organico di circa 30 professionisti, suddivisi in tre principali dipartimenti: la produzione dei contenuti, la distribuzione e la concessionaria pubblicitaria. Per quel che concerne l’aspetto produttivo, se già l’acquisizione dei diritti di oltre 200 competizioni sportive all’anno fa la differenza, la ciliegina sulla torta la mette il team dedicato che produce, commenta, scrive ed elabora video, editoriali e dati di tutti i principali eventi sportivi mondiali. A pesare sono gli oltre 35.000 editoriali, 12.000 video news all’anno, i dati e le statistiche

raccolte e analizzate per oltre 1.700 competizioni sportive. Un entourage in grado di creare programmi televisivi personalizzati per brand e federazioni, oltre che notiziari sportivi per tutte le piattaforme, dalla tv classica alla web tv, dal mobile al IPTV. A essere coinvolti al momento sono oltre 40 Paesi e ben 16 lingue. La distribuzione si rivolge a mass media, brand, federazioni e club; web agencies; agenzie di marketing in ambito sportivo, bookmaker e agenzie di scommesse. Nel territorio italiano, Perform distribuisce i suoi contenuti ai principali broadcaster ed editori sul mercato, a centinaia di testate giornalistiche online, ad alcuni importanti brand e col-

labora con federazioni e club di calcio della massima serie. Sul fronte pubblicitario, il network offre la possibilità ai brand e ai centri media di pianificare le proprie campagne, associandole alle principali competizioni sportive, rivolgendosi a un pubblico di milioni di fan e sportivi in tutto il mondo nello specifico ambito digitale. Le opzioni maggiormente proposte sono i formati video e display, disponibili su tutte le piattaforme, con un focus sempre più importante al segmento mobile, dove l’offerta si è fatta più corposa grazie agli accordi conclusi con Calciomercato.com App, cui si aggiungono Goal.com App e Goal.com Live Score App.

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COM PANY

Carrefour partner ufficiale di “Il ricco, il povero, il maggiordomo”, il film di Aldo, Giovanni e Giacomo

La partnership si rivela storia innovativa, modello virtuoso per l’industria cinematografica italiana l’operazione integrata si è rivelata di successo sia per il marchio leader nel mondo della moderna distribuzione sia per la pellicola, prodotta da agidi e distribuita da medusa, che ha conquistato il pubblico di Marianna Marcovich

Carrefour è stato il partner ufficiale di “Il ricco, il povero, il maggiordomo”, il film di Aldo, Giovanni e Giacomo, prodotto da Agidi e distribuito da Medusa uscito nelle sale lo scorso 11 dicembre. Una collaborazione durata sei mesi. Una storia che, per il suo carattere innovativo e unico, rappresenta un modello virtuoso per l’industria cinematogra-

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fica italiana. Un’operazione integrata di successo sia per il marchio leader nel mondo della grande distribuzione sia per il film. Carrefour, grazie a QMI, è stata coinvolta nel progetto sin dall’inizio, prendendo parte alla fase produttiva del film, nel giugno 2014, come a quella di distribuzione, nel dicembre 2014, con due promozioni rivolte ai clienti e la caratterizzazione dei punti vendita con l’immagi-

un ottimo lavoro di squadra

In questa foto, il manager Grégoire kaufman, direttore commerciale e marketing di carrefour

ne coordinata del film, firmata QMI. Importanti campagne di comunicazione hanno catturato l’attenzione del pubblico e ne hanno suscitato l’aspettativa: il sito di Carrefour e il mini sito dedicato al concorso, il canale Twitter @carrefournews e la pagina Facebook ufficiale, l’invio di Dem e newsletter, nonché la radio interna ai negozi, sono stati utilizzati per comunicare il film, oltre ai media tradizionali, con l’investimento in una strategia digital che ha coinvolto tutti i principali siti italiani e YouTube. Non sono mancate, inoltre, le attività di sampling e comunicazione direttamente nelle sale cinematografiche italiane. L’operazione ha previsto, inoltre, il product placement di prodotti a marchio Carrefour, perfettamente inseriti nelle divertenti gag vissute dai protagonisti sullo schermo e la produzione di un video branded content che ha fatto il giro del web: “Aldo, Giovanni e Giacomo commessi per un giorno” è il titolo della candid camera in cui i tre comici hanno finto di essere commessi, al banco pesce e gastronomia, in un punto vendita Carrefour. Collaborazione efficace, vincente e originale QMI ha saputo creare una collaborazione efficace, vin-

cente e originale tra il mondo dell’intrattenimento e quello della grande distribuzione e si è impegnata affinché tutte le campagne fossero perfettamente coerenti, con lo studio di una creatività ad hoc per ogni iniziativa. “Il ricco, il povero e il maggiordomo” ha ottenuto grande successo al box office, con un incasso di 2.303.924 euro già nel primo weekend, e un incasso totale di 13.123.700 euro, conquistandosi il titolo di film di Natale 2014 più amato. Carrefour ha constatato un aumento delle quote di mercato dei propri prodotti a marchio, entrando nell’immaginario del pubblico italiano, da nord a sud. «É stato un ottimo lavoro di squadra - commentato Giovanni Cova, Presidente di QMI -. Ognuno ha messo la propria professionalità a servizio del progetto e l’esito è stato positivo ed entusiasmante per tutti: azienda, cinema, pubblico. Siamo molto soddisfatti e ci auguriamo che questo possa costituire un precedente nel futuro dell’entertainment marketing». «I risultati di questa operazione sono molto buoni - dichiara Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing di Carrefour Italia -, si è tratta-

to, per noi, di una modalità di intervento originale e che ci ha permesso di partecipare alla narrazione della storia esprimendo la creatività che contraddistingue il nostro brand. Abbiamo poi potuto costruire una meccanica di successo che ha coinvolto i nostri punti vendita, i nostri clienti e i nostri collaboratori. Un successo pieno che apre la strada a nuove forme di comunicazione per il retail».

Giovanni Cova, presidente di QMi

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ME DIA

lewis hamilton

In Europa il Mondiale automobilistico sta perdendo spettatori in tv. Anche in Italia

La crisi degli ascolti prosegue e colpisce anche la Formula Uno

L’esito scontato del campionato sta forse allontanando il pubblico, ma anche i problemi nella gestione dei diritti sicuramente intaccano l’interesse di molti appassionati di Sebastiano Zeri

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Il calo di ascolti della Formula 1 ha colpito anche nel 2014. Secondo quanto ha affermato il tabloid inglese Daily Mail - nella sua versione “domenicale”, Mail on Sunday - la stima sarebbe di 25 milioni di spettatori in meno. Una perdita di audience significativa rispetto all’anno precedente, da 450 milioni a 425 circa. Perdita che aggrava maggiormente il bilancio del 2013, anno in cui già si erano persi ben 50 milioni di telespettatori, sempre a livello globale, rispetto al 2012. Il

tabloid ha preso, inoltre, in considerazione il caso della Gran Bretagna, che avrebbe perso più del 5% dei telespettatori rispetto al 2013 nonostante l’annata straordinaria di Lewis Hamilton, che ha tenuto in alto l’onore britannico vincendo undici Gran Premi e, soprattutto, il Mondiale, cinque anni dopo il trionfo iridato di Jenson Button, ultimo pilota inglese a trionfare in F1 prima di Hamilton. Una perdita che è stata visibile anche in Italia, dove l’audience è diminuita del 7% rispetto al 2013,

con gli spettatori totali che sono stati 72 milioni circa, con una media inferiore per la prima volta - ai 4 milioni. Insomma, la scelta di affidarsi a incassi maggiori, vendendo i diritti televisivi alle pay-tv, che offrono più denaro ma minor bacino d’utenza, “non paga”, e perfino Bernie Ecclestone, capo supremo della F1, se ne sarebbe reso conto, visto che l’anziano manager attribuisce quanto è accaduto nel 2014 alla mossa fatta dalla F1 nei confronti delle paytv in diversi mercati nelle

ultime tre stagioni. In Gran Bretagna, infatti, dal 2012 i diritti televisivi di primo livello appartengono a Sky Sports, che li ha acquisiti per 65 milioni di sterline; la BBC, che in precedenza deteneva quei diritti, si è dovuta accontentare di quelli di secondo livello, con la possibilità di trasmettere in diretta solamente la metà dei gran premi. Una formula che dal 2013 è in vigore anche nel nostro Paese con la doppia offerta Sky SportRai. Formula del “fifty-fifty che, al momento, non è in vigore in Germania - dove RTL ha i diritti esclusivi della F1 -, ma che potrebbe essere applicata dalle prossime stagioni, visto che Sky Deutschland starebbe trattando l’acquisto dei diritti di trasmissione della F1

nel paese. La nazione tedesca, che negli ultimi anni ha vissuto il dominio di Michael Schumacher, di Sebastian Vettel e della Mercedes, ha visto anch’essa un calo degli spettatori televisivi - oltre che di pubblico sulle tribune, come si è potuto notare ad Hockenheim lo scorso luglio - e, proprio per questo, la stessa RTL starebbe pensando di diminuire i prezzi degli slot pubblicitari che vanno in onda durante i GP, passando dagli 80 mila euro del 2014 ai 60 mila previsti quest’anno; tuttavia, l’emittente privata prevede un aumento del prezzo degli spazi pubblicitari che vengono trasmessi nel corso delle prove libere, raddoppiando la quota che risultava necessari per assicurarseli nel 2014. Al

di là del fattore diritti tv, va detto che il calo degli spettatori può essere imputabile anche a una mancanza di interesse per un Mondiale che non è mai stato veramente in discussione, visto che il 2014 ha vissuto sulla falsariga del 2013, con il passaggio dal dominio di Vettel e della Red Bull alla superiorità quasi imbarazzante delle Mercedes di Hamilton e Nico Rosberg, nonostante la lotta per il titolo piloti tra i due sia durata sino allo showdown finale di Abu Dhabi. Mentre per quanto riguarda l’Italia, la pochezza prestazionale della Ferrari, quasi mai in lotta per posizioni di vertice, ha senz’altro contribuito al declino nell’interesse rispetto al più importante circuito automobilistico mondiale. ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015



SC N RIO

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Il nostro Paese in controtendenza rispetto alle altre grandi nazioni europee e del mondo

Che sorpresa, adesso gli italiani hanno più fiducia

I dati emergono dall’ultima edizione, la quindicesima, dell’Edelman Trust Barometer, la ricerca annuale che misura la fiducia e la credibilità di aziende, governi, media e NGO’s realizzata dal network internazionale

La tradizione è in difficoltà Per la prima volta i media tradizionali perdono la leadership nei confronti dei motori di ricerca come fonti di informazione per le notizie, con una fiducia, rispettivamente, al 62% contro il 64%, a livello globale. Valori ancora più accentuati in Italia: 57% dei media

di Sebastiano Zeri

Quanto a fiducia, l’Italia appare in controtendenza rispetto agli altri grandi Paesi europei e del mondo. Una sorprendente rilevazione che emerge dall’ultima edizione, la quindicesima, dell’Edelman Trust Barometer, la ricerca annuale che misura la fiducia e la credibilità di aziende, governi, media e NGO’s realizzata da Edelman. La fiducia, infatti, è caduta ai livelli della grande crisi del 2009: sotto al 50% nei due terzi dei Paesi, compresi Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Giappone. «Gli inimmaginabili eventi del 2014 hanno fatto svani-

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anno, la fiducia è cresciuta nei confronti di tutti: Governo (dal 24 al 28%), imprese (dal 45 al 53%), media (dal 40 al 48%) e NGO’s (dal 62 al 64%). Certo, si tratta di percentuali molto basse in assoluto, soprattutto quella nei confronti del governo, ma il trend non lascia dubbi. Quanto alle imprese, sorprendente la forbice che si registra in Italia fra la credibilità della aziende statali (al 35%) rispetto a quella delle grandi imprese (52%) e a quelle familiari (71%), soprattutto se comparata alle media mondiale: 50% le statati, 57% le grandi, 68% le familiari.

re la fiducia nelle istituzioni - osserva Richard Edelman, presidente e ceo di Edelman -. L’epidemia di Ebo-

la in Africa, i disastri aerei; gli arresti dei politici cinesi; le difficoltà di alcune grandi banche internazionali; i

in due terzi dei paesi del panel la fiducia è sotto il 50%

secondo l’ultima edizione del barometer realizzato da edelman, la fiducia è caduta ai livelli della grande crisi del 2009, ovvero sotto il 50% nei due terzi dei paesi considerati

tradizionali contro il 69%. I motori di ricerca vengono utilizzati per raccogliere e comparare informazioni da fonti diverse, così come opinioni di altre persone su un determinato argomento, oppure ancora per verificare le notizie. Anche la fiducia nei media online in Italia è aumentata dal 50% nel 2014 al 61% nel 2015, interrompendo il trend negativo che registravano da anni. Un fenomeno dovuto ad un graduale processo di accettazione da parte del pubblico che è stato incoraggiato da fattori come il miglioramento della qualità di questo tipo di media,

grazie agli investimenti da parte degli editori. Inoltre, le abitudini in Italia stanno cambiando, i consumatori si stanno spostando dai media tradizionali come la tv verso l’uso di internet, la tecnologia mobile sta incoraggiando questo cambiamento. A questo si aggiungono i motori di ricerca, che incoraggiano l’utilizzo dei mezzi di informazione online. Cambio di passo, web prima di tutto Non a caso, il web in Italia lo strumento più utilizzato in assoluto per informarsi: per il 34% i media online e i motori di ricerca sono la prima fonte consultata; il 45%, in Italia, li usa per trovare “breaking news”, mentre per il 52% sono lo strumento migliore per trovare conferme sulle notizie. Un trend in crescita negli anni che riscontriamo anche a livello globale. Restano indietro televisione e giornali cartacei con valori nettamente inferiori. Un altro dato significativo in Ita-

passi falsi di alcuni grandi gruppi globali, hanno minato la fiducia della gente». In Italia, invece, nell’ultimo ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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Technology con una fiducia che raggiunge il 78%.

richard

edelman lia è il calo di fiducia nei social network come fonte di informazione con un dato del 45%, in aumento di un solo punto percentuale rispetto all’anno scorso. Gli utenti condividono molte informazioni sui social ma non tutto ciò che è condiviso è affidabile e gli utenti i sono divenuti più consapevoli di questo. Infine, i media tradizionali e quelli di proprietà (ad esempio, siti o blog aziendali) si mantengono stabili o in leggero aumento rispetto al 2014, rispettivamente al 57% e al 44%. Per le azien-

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la maggior parte dei creatori di contenuti tra cui giornalisti, dirigenti, vip e celebrità, ricevono percentuali basse che li collocano tra gli “sfiduciati”. l’industria dei media si colloca tra quelle che ricevono gradi bassi di fiducia

Dove si annida lo scetticismo La caduta di fiducia nei confronti dei Ceo continua per il terzo anno consecutivo scivolando nei Paesi sviluppati a un valore mondiale 31%. A livello medio mondiale, i Ceo si collocano al 41% mentre i rappresentanti del governo 38%; valori molto bassi se raffrontati con gli accademici (70%) le “persone come te” (63%). Valori in linea con quelli riscontrati in Italia: 67% per gli accademici e 61% per le “persone come te”, mentre i Ceo arrivano al 32%. In Italia c’è più scetticismo sui creatori di contenuti sui social network, tutte le categorie hanno un

livello di fiducia più basso rispetto alla media mondiale. Solo gli amici e la famiglia in Italia rimangono nella categoria “fidati” con il 63%, tutti gli altri scivolano nella categoria “incerti o neutri”, inclusi gli esperti accademici. Le aziende e i loro lavoratori sono percepiti anche loro “incerti o neutri”, mentre la maggior parte dei creatori di contenuti tra cui giornalisti, dirigenti, vip e celebrità, ricevono percentuali basse che li collocano nella categoria “sfiduciati”. Un’indicazione rilevante per la comunicazione soprattutto delle aziende. Italia pronta al cambiamento Per la prima volta l’indagine ha poi sondato la fidu-

cia nei confronti dell’innovazione: a livello mondiale il 51% degli intervistati ritiene che sia avvenuta troppo in fretta. Ma qui c’è un’altra sorpresa: fra gli italiani sono più quelli che credono che il fenomeno sia troppo lento (43%). Rispetto a un mondo tutto sommato un po’ “conservativo” l’Italia appare, quindi, un Paese ben disposto nei confronti dell’innovazione tecnologica. Quasi metà dei rispondenti (47%) dichiara che secondo loro le aziende non fanno abbastanza test durante la fase di sviluppo dei prodotti. Di contro, le azioni che aiutano maggiormente a costruire la fiducia in Italia sono: rendere pubblici i test (71%) e stringere partnership con istituzioni accademiche (68%).

de è comunque fondamentale integrare tutti i canali nella loro comunicazione ed essere rilevanti su ciascuno di essi. Come rilevato nell’Edelman Trust Barometer, i consumatori per giudicare credibile un’informazione devono essere esposti allo stesso messaggio da tre a cinque volte. A livello mondiale, infine, l’industria dei media continua a collocarsi tra quelle che ricevono meno fiducia, con un trend leggermente in calo, passando dal 52% del 2014 al 51% del 2015. Al primo posto il settore ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012


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Come avere successo con il

programmatIC buying Il sistema impara rapidamente quali tipi di dati sono i migliori nel prevedere la propensione dei consumatori a completare l’obiettivo della campagna. Mentre analizza, il sistema sposta il budget verso le impression con queste caratteristiche e migliora così il rendimento della campagna Avere successo con il programmatic buying significa sfruttare la capacità di ottimizzare una campagna per imparare e migliorare i risultati in tempo reale. Possiamo classificare le diverse forme di ottimizzazione lungo uno spettro che va dal più sofisticato ed efficace dei metodi automatizzati di ottimizzazione progressiva, all’ottimizzazione manuale multi tattica.

OTTIMIZZAZIONE MANUALE CROSS-TACTIC Rispetto a quella automatizzata progressiva, una campagna di programmatic buying manuale in genere inizia con la selezione manuale dei segmenti (ad esempio, da fornitori di dati thirdparty) sulla base di un obiettivo della campagna. Il manager della campagna, poi, distribuisce il budget complessivo della campagna in tali segmenti e, solitamente, di nuovo tra le diverse tattiche (per esempio, su

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OTTIMIZZAZIONE AUTOMATIZZATA PROGRESSIVA

Le campagne di programmatic buying ottimizzate in modo automizzato e progressivo iniziano con un obiettivo della campagna generico, come ad esempio le azioni di conversione. Il manager della campagna entra nel merito di questo obiettivo generico e di come misurarlo. Si avvia quindi un sistema completamente automatizzato che esegue test di massa sfruttando non uno, due, o tre caratteristiche del consumatore, ma milioni di tipologie di dati per capire

canali differenti) per riuscire a raggiungere ogni segmento. Una volta che la campagna è stata lanciata, il manager confronta i risultati delle diverse tattiche, ad esempio su base settimanale. A questo punto, sposta il budget dalle tattiche meno responsive a quelle più responsive. L’ottimizzazione manuale cross-tactic è, quindi, molto simile ai tradizionali flussi di lavoro tipici del segmenttargeting. Tuttavia, queste tecniche comprovate si basano troppo sugli esseri umani per sfruttare appieno

tutte le sottili variazioni dei segmenti di consumatori altamente reattivi. Il sistema impara rapidamente quali tipologie di dati sono le migliori nel prevedere la propensione dei consumatori a completare l’obiettivo della campagna. Mentre analizza, il sistema sposta il budget verso le impression che hanno queste caratteristiche e migliora così il rendimento della campagna. Alcuni marketer potrebbero essere nuovi a questo approccio e potrebbero aver bisogno di tempo per guadagnare “fiducia in questa scatola nera” e per raggiungere buone performance. Eppure l’ottimizzazione progressiva automatizzata spinge al massimo l’impatto e, attraverso l’uso efficiente del budget, genera maggior valore. Si può sostenere che questo sia l’unico

la potenza di calcolo che sta alla base del programmatic buying. Con milioni di tipologie di dati disponibili sulle impression e miliardi di opportunità di impression al giorno, è impossibile per gli esseri umani prendere decisioni consapevoli senza l’aiuto del computer. Il segmento unitario, come stabilito dal client potrebbe essere troppo generico per mostrare variazioni nella campagna, o troppo specifico e limitato per raggiungere gli obiettivi della campagna. Senza il supporto del computer non è possibile prendere decisioni

metodo di ottimizzazione che si avvale del programmatic buying al massimo del suo potenziale. Ogni opportunità di fare un’offerta genera la combinazione ottimale di cliente, contesto e creatività ( il messaggio dell’annuncio pubblicitario) per massimizzare appieno il potenziale del programmatic buying. Le macchine possono testare migliaia di variabili in una frazione del tempo che richiederebbe condurre gli stessi test per una persona. L’ottimizzazione progressiva automatica può evitare i giudizi umani.

affinate che sfruttano appieno il potenziale del programmatic buying: mostrare l’ annuncio giusto al consumatore giusto, nel contesto giusto, in ogni singola occasione di impression. Il decision-making umano può portare a richieste eccessivamente ristrette, per esempio, che una campagna sia visibile solo dalle 6 alle 9 di sera. Mentre ci possono essere altre persone per le quali sarebbe perfetto visualizzare l’annuncio nel pomeriggio. Queste sottigliezze sono troppo complesse per essere prese in considerazione per l’ottimizzazione manuale.

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LINK social marketing

mercato

Non sono una novità, dato che il loro rilascio risale a quasi un anno fa. E sono sette, anche se in molti credono che sia solo quello “acquista”. Cosa sono i pulsanti Call to action di Fb? E come funzionano?

Questa è una storia che ha a che fare con intrighi pubblici, una tecnologia indossabile futuristica, un laboratorio segreto, modelle, “sky diver” e un triangolo amoroso tra uffici che ha rovinato un matrimonio miliardario. Inizia così la lunga (e ricca di retroscena) ricostruzione a opera del New York Times dell’“affaire Google Glass”, uno tra i maggiori insuccessi tecnologici degli ultimi vent’anni. Come è potuto succedere che una tecnologia così “cool” prodotta da una tra le aziende più avanzate al mondo, non abbia trovato vere applicazioni di valore? Buona lettura...

Ma i pulsanti Cta di Fb funzionano?

GGlasses, storia di un insuccesso

NINJAMARKETING.IT

marketing SCIENCE

La psicologia della notifica

Nei suoi celebri esperimenti, Ivan Pavlov addestrò i suoi cani ad associare il suono di una campana al momento dei pasti. Pavlov scoprì che determinati stimoli suscitavano una risposta fisica involontaria nei cani: ogni volta che la campana suonava, i cani cominciavano a salivare. Oggi i “cani” siamo noi utenti e la campana Pavloniana è rappresentata dagli innumerevoli segnali di notifica dei device elettronici: tutti i “beeps”, “buzzes”, “rings”, “flags”, “pings” e così via ottengono più o meno la stessa reazione: magari non sbaviamo, ma controlliamo incessantemente i nostri dispositivi.

TECHCRUNCH.COM

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NYTIMES.COM

SOCIAL MEDIA

La nuova Madonna sceglie Snapchat Il primo singolo del nuovo album di Madonna, “Living for Love”, è stato lanciato sul nuovo canale di Snapchat “Discover”. E data la natura del social, il video “si autodistruggerà” dopo un giorno.

BBC.CO.UK ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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LINK tecnologie

social media

A quanto pare, il nuovo e rivoluzionario servizio di BigG necessita ancora di una “messa a punto”. A confermarlo i tipi di Fluentify, che si sono divertiti a vagare per Londra in cerca di improbabili traduzioni...

L’ultimo aggiornamento di WhatsApp, reso disponibile da pochissimo, contiene importanti novità. In più, non indicata nei dettagli, c’è anche l’introduzione dell’icona della cornetta del telefono in alto nella schermata delle chat. Peccato, però, che l’eventuale chiamata passi per la normale funzione “telefono”, ossia sul traffico voce e non dati. Dopo l’annuncio della scorsa settimana, quindi, per ora la nuova funzione è poco più di uno scherzo, ma sembra, in effetti, che “WhatsApp Call” sia già disponibile in versione beta per pochi fortunati. E lo scherzo, vero stavolta, sarà per le Tlc.

Google Translate Mobile funziona?

WhatsApp e il “finto” tasto Call

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scenari

Minori, always on o disconnessi? Il 39% dei minori si è iscritto a Facebook a 12 anni, il 32% ha dichiarato di averne 18. Uno su due conosce le regole sulla privacy (51%), ma non se ne preoccupa (57%). Sono alcuni degli allarmanti dati dell’ultima ricerca su Minori e Internet commissionata da Save the Children a Ipsos che fotografa i nativi digitali: giovanissimi, sempre connessi, usano WhatsApp (59%) e Instagram (36%) e conoscono abbastanza bene le regole che governano la privacy nella Rete. Dalla stessa ricerca emerge, però, anche la categoria, molto più preoccupante, dei “disconnessi”.

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L’alba di una nuova età dell’oro Un lungo articolo pubblicato sul McKinsey Quarterly ci spiega come e perché siamo di fronte a una nuova età dell’oro, rappresentata dalle 5S: science, substance, simplicity, speed e story.

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Come fare della propria audience un “co-creatore digitale”

Breve storia del futuro del social media marketing Il rapporto tra brand, piattaforme social e consumatori vedrà nei prossimi cinque anni un cambiamento profondo e strutturale. L’opinione di Laurent Francois, cofondatore e creative strategist di RE-UP di Valentina Lunardi

Il social media marketing come pratica riconosciuta e applicata sta raggiungendo i suoi primi venti anni di esistenza. Dopo essere stato solo il cugino minore e apparentemente incontrollabile del tradizionale canale televisivo, il comparto dei social media ha assunto il ruolo centrale di essere allo stesso tempo canale di comunicazione e spazio creativo e “generativo” della “consumer culture”: in maniera trasversale rispetto all’età anagrafica, seppure con la ormai famosa generazione dei Millennials in posizione di capogruppo, gli user di tutto il mondo fanno acquisti, discutono, si innamorano o emozionano e organizzano le proprie vite attraverso piattaforme digitali accumunate dall’essere focalizzate sul “now” e permettere la creazione di community. Comunità digitali che oltre a determinare trend e dare spazio a interessi e opinioni di ogni sorta, sono diventate il luogo privilegiato per comunicare fatti politici e sociali, e dare vita a importanti movimenti d’opinione o campagne (basta ricordare il buzzing creato attorno al discusso corto cinematografico “Kony 2012” prodotto da Invisible Children o la reazione della rete ai tragici fatti di Parigi, identificatasi con l’hashtag #JeSuisCharlie). Natu-

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ralmente i brand non sono rimasti spettatori a lungo della rivoluzione della digital era e i social media da territorio di frontiera e sperimentazione per piccole e giovani realtà o startup, sono diventati fondamentali per le linee strategiche di multinazionali e colossi di ogni settore produttivo. Che oggi sembrano poter avere a disposizione a livello digitale perfino i consumatori del domani, secondo quanto ha riportato un survey condotto da Gerber.com: circa il 40% delle mamme americane tra i 18 e i 34 anni crea un account su un canale social prima che il loro bimbo abbia compiuto il suo primo anno d’età; un dato interessante che potrebbe aprire prospettive di studio inedite sulla relazione tra la piattaforma scelta dal genitore e la costruzione di una relazione e la produzione di contenuti da parte dei brand. Tralasciando analisi futuristiche e ipotesi di iperbrandizzazione anticipata della generazione figlia dei Millennials di oggi, certamente ogni compagnia e attività attiva attraverso i social deve affrontare ogni giorno la sfida del miglioramento del proprio approccio di social media marketing. Tralasciando eccezioni eccellenti, la maggior parte dei marketer cerca ancora risposte certe a domande come: perché alcuni contenuti o prodotti ricevono più like e commenti di altri? Perché i consumatori dovrebbero spendere il proprio tempo digitale prestando attenzione ai contenuti di un brand piuttosto che dedicarsi alle proprie attività personali? Gli addetti ai lavori che già iniziano a pensare al panorama social dei brand non più come un ecosistema chiuso di comunicazione monodirezionale, inoltre, si trovano già di fronte alla domanda centrale del rapporto brand-social-user: come creare una collaborazione creativa e fruttuosa con l’audience, per arrivare non solo all’obiettivo di accrescere l’engagement, ma fare degli user dei veri e propri shareholder della brand reputation? Per cercare una risposta a queste domande e dipingere un quadro realistico delle prospettive future del social media marketing, M&M Global si è rivolta a un attore non celebre, ma dalla grande esperienza acquisita sul campo dell’arena digitale dei social media: Laurent Francois, cofondatore e creative strategist dell’agenzia creativa indipendente RE-UP. L’agency, con sedi a Londra e Parigi, è specializzata in monitoraggio dei digital trend, attività di influencer, rilevamento di sottoculture web e digital activation; prima di trasferirsi a Londra, Laurent è stato tra i creatori di SocialERS, la prima business unit in un gruppo media francese dedicata a generare revenue attraverso i social media per L’Express e nel 2008 è diventato il primo Head of 360° Digital Influence per Ogilvy in Europa e ha dettato le linee strategiche per l’attività social dell’agenzia. La sua sua analisi si focalizza sui prossimi cinque anni che, secondo il creative strategist, saranno fondamentali nello scompaginare le regole del social media marketing così come si trova allo stato attuale.

2015 - 2016: la brand psichoterapy e il “marketer sperimentatore” I brand dovranno diventare social un’altra volta. Sebbene questa affermazione appaia come un gioco non-sense, alcuni brand hanno dimenticato i propri meccanismi di strategia social, sia a livello interno sua rispetto ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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LINK always connected secondo laurent francois sono molteplici gli elementi che compongono il rapporto social tra brand e user. E diversi possono essere gli esiti: dalla “cultura condivisa” di shu uemura alle azioni disruptive di converse domination. ma i social entrano nella vita delle persone anche con sistemi connessi come i nest learning thermostats, che raccolgono dati “reali” con valore digitale

alla propria audience, costruendo la propria comunicazione intorno a asset che non esistono o non sono realizzabili. I consumatori non si aspettano di essere divertiti dalla propria compagnia assicurativa: probabilmente vogliono solo prodotti di qualità, sicurezza, servizio veloce e protezione. Fondamentalmente desiderano un’esperienza social coerente con il servizio in questione. Alcuni brand hanno puntato sull’enfatizzare il potere del social media marketing in real-time, come Oreo durante il Super Bowl, ma questo tipo di approccio appare immaturo rispetto al lato business dell’attività social. Nel breve periodo, i brand sono preoccupati dal fatto che i consumatori stanno muovendosi verso “il lato oscuro dei social”, rappresentato dalle app di messaggistica istantanea come WeChat, dove le persone interagiscono senza lasciare “impronte digitali” facilmente accessibili. Al momenti questi utenti rappresentano più del 69% dell’online share globale (contro il 23% di Facebook) secondo i dati di Radium One (autore della ricerca “The Light and Dark of Social Sharing” ndr.). Ma questa è una buona notizia per i brand: esistono tool digitali che sono in grado di reinventare il passaparola reale. Le organizzazioni devono di nuovo interessarsi alle conversazioni reali delle persone con gli altri utenti e alcune stanno già intervenendo in questo senso, creando club e interfacce social. Ad esempio, la compagnie di assicurazioni Aviva offre un servizio online per aiutare i consumatori a cambiare le cattive abitudini quotidiane, basandosi su tre pilastri: un’interfaccia interattiva per dimostrare i progressi raggiunti, una sezione educativa e un nuovo calcolo delle tariffe a seconda sforzi degli utenti. Questo è il futuro dei social: nessun Tweet o status di Facebook ha offerto tali caratteristiche in precedenza.

2016 - 2018: l’aumento del social divide e i brand come re-connettori Un profondo divario culturale e digitale sta emergendo, tuttavia molti marketer pensano ancora che il mondo sia piatto. Non solo sbagliato è errato pensare in questo modo; è anche pericoloso. Le infrastrutture non modificano solo se stesse e le proprie funzioni, ma influenzano l’economia che le circonda. La Google Fiber è ora celebrata come un evento messianico in ogni città che ne è stata equipaggiata negli Stati Uniti, mentre mol-

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ti consumatori sono in difficoltà avendo accesso solo alle velocità della banda larga di secondo livello. Tralasciando la fibra, le divisioni sociali crescono, così come le culture semplicemente non si allineano e corrispondono. Piattaforme condivise a livello globale come Facebook sono molto rare; la demografia di applicazioni social come Whatsapp e WeChat sono altamente diversificate; gli emoji sono utilizzati in modi diversi in Cina e negli Stati Uniti. Quando non si parla una lingua comune le interazioni digitali non possono oltrepassare il livello di un Like. Ma le divisioni più sottili avvengono attraverso ciò che noi chiamiamo una “filter bubble”, un newsfeed di Facebook che contiene un’esperienza iper-personalizzata a cui i consumatori sono più esposti a qualcosa che già sanno. I brand dovranno avviare il rapporto con gli user interrompendo gli esistenti “digital rituals”. Tra i nostri clienti più importanti, Nathie Nakarat, Kérastase international digital e ecommerce director, ha spiegato nel passato: «Un marchio non è solo un insieme di know-how e prodotti, ma un universo emozionale; un marchio ha bisogno di pensare al suo ruolo come una rete sociale. Questa è la chiave per fornire significati. Con Shu Uemura Art of Hair, cerchiamo di far scoprire ai nostri consumatori il Giappone contemporaneo; ogni contenuto realizzato è pensato come uno spunto sociale, per assicurarsi che il messaggio non sia “solamente” un messaggio. Stiamo cercando di plasmare una cultura condivisa con i consumatori». Anche Heineken si annovera nella lista dei migliori, con contenuti cool promossi attraverso Facebook ads ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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senza collegarli alle sue piattaforme digitali. Gli annunci non sono, quindi, fatti solamente per ottenere nuovi fan ma per riconnettersi alle esperienze reali dei consumatori. Pochi anni fa Converse ha creato Domaination, per dirottare ricerche tipiche dei più giovani sull’esempio di “come baciare una ragazza”: il sistema reindirizzava gli utenti a un ecosistema gamified di siti web. Chiaramente, i marchi non possono contare solo su valore e diffusione del proprio nome, e dovranno sforzarsi per connettersi con nuovi consumatori.

Il dispositivo fornirà anche l’accesso a un database nel cloud per capire meglio i modelli di crescita del bambino in base alle informazioni fornite dai brand partner. Nel 2020, i consumatori non solo saranno gli protagonisti attivi della brand reputation, ma potenzialmente i co-creatori passivi dei loro stessi prodotti. Rendendo reale un vero e proprio ecosistema social. <

Allungando lo sguardo verso il 2020: apprendimenti sociali passivi e sfruttamento di nuovi bisogni Arrivati a questa fase, la co-creazione è possibile per il grande pubblico solo nel caso in cui i cittadini o consumatori siano attivi in un certo modo. Kickstarter richiede un po ‘di sostegno consapevole e partecipazione dai propri sostenitori; all’interno della comunità di Lego, i consumatori necessitano solo di una buona dose di creatività. Con l’Internet of Things, il fenomeno della co-creazione si evolverà e aumentare attraverso gruppi passivi e loro dispositivi. Ad esempio, l’interconnessione attraverso i Nest Learning Thermostats può essere un modo ricchissimo di opportunità per Google per identificare nuove esigenze o abitudini impreviste tra popolazioni specifiche, per poi vendere le informazioni legate a questi bisogni ad altre aziende per creare nuovi prodotti. Così, l’energia potrebbe diventare una nuova “social currency”, che potrebbe poi essere assegnata a una brand community per sostenere i propri progetti. Il progetto di smartphone modulare di Google, Spiral 2, dimostra concretamente come l’economia dell’attenzione possa essere tradotta nel mondo fisico. Con questo telefono, gli utenti possono aggiungere una seconda batteria a seconda delle loro esigenze individuali. In alternativa, si può sacrificare un po’ di spazio di memoria per aggiungere moduli destinati a interagire con l’ambiente reale, come un sensore per monitorare e affrontare il problema dell’inquinamento per le strade o per gestire il consumo energetico di un edificio. Un altro buon esempio è Milk Nanny, che sta attualmente reinventando la preparazione del latte artificiale per i neonati, automatizzando il procedimento attraverso una applicazione intelligente che riconosce tutti i prodotti esistenti e comunica direttamente con il dispositivo.

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SPAZIO A...

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12/14 febbraio - rho fiera @ milano

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Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Content Manager Aureliano Roio aroio@360com.it Redazione redazione@360com.it Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi Progettazione grafica e realizzazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico Caterina D’Amico traffico@growingcm.com Diffusione e abbonamenti diffusione@360com.it Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro ivano.moro@growingcm.com tel. +39.02.53598207 mob. +39.3393970611

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si apre giovedì prossimo la principale manifestazione italiana dedicata al mondo del turismo, anche digitale Gaia Rubera è Associate Professor di Marketing all’università “luigi bocconi” di milano, dove ha iniziato a insegnare nel settembre del 2012. in precedenza è stata Assistant Professor presso la Michigan State University: nell’ateneo statunitense era approdata nella primavera del 2008. da settembre 2007 al maggio dell’anno successivo aveva svolto l’incarico di research associate presso il center of global innovation della Marshall School of Business che fa capo alla university of southern california. ha ottenuto un Ph.D. in Business Administration presso la bocconi di milano, lo stesso ateneo dove si è laureata nel 2003. è Membro dell’editorial board del Journal of International Marketing. Innovazione e sviluppo di nuovi prodotti, Marketing strategico, Creatività, Innovazione di design e Social media spiccano tra le aree principali che si collegano ai suoi interessi scientifici. tra i lavori di prossima pubblicazione si segnala ”Design Innovativeness and Product Sales’ Evolution”, su Marketing Science

visioni

di

Matteo Dedè

l’esplosione dei selfie che

apre nuovi scenari Il 2014 è stato l’anno degli autoscatti, i cosiddetti selfie, con centinaia di milioni di selfie al giorno scattati e postati sui social network. Mentre finora le imprese hanno analizzato il testo dei post su Facebook o dei tweet, l’esplosione dei selfie apre nuovi scenari su come studiare il comportamento del consumatore. Non a caso, Google, Yahoo, Pinterest e Twitter hanno acquistato società impegnate nello sviluppo di tecnologie in grado di riconoscere e analizzare le immagini. Ma quali vantaggi possono ottenere le imprese dall’analisi dei selfie? Proviamo a fornire quattro esempi. Innanzitutto, i selfie permettono di capire in quali situazioni i consumatori utilizzano i prodotti dell’impresa. Tradizionalmente, questi dati venivano raccolti con la ricerca etnografica che richiede a interi gruppi di lavoro di passare settimane (a volte anche mesi) scattando foto e girando video dei propri clienti. Coi selfie, questi dati vengono forniti direttamente, seppure invo-

lontariamente, dai consumatori stessi, permettendo un enorme risparmio in termini di costi e tempi. Per esempio, Ditto Labs, una società specializzata nell’analisi delle immagini, ha scoperto che molte persone postano foto di sé mentre mangiano lo yogurt in macchina. Queste informazioni sono al momento utilizzate da Chobani, una marca statunitense, per sviluppare confezioni specifiche per il consumo di yogurt in automobile. In secondo luogo, i selfie permettono di scoprire quali altri prodotti sono utilizzati insieme ai propri e i gusti dei propri clienti. Per esempio, analizzando i selfie, Adidas ha scoperto che il 13% dei propri clienti è anche un fan di Justin Bieber, Heineken che i fan dei Metallica preferiscono la propria birra, mentre i fan di Beyonce sono gran bevitori di Smirnoff Ice. E proprio sulla base del contesto raffigurato nei selfie postati su Instagram e Tumbrl, Ditto Labs è in grado di suddividere i consumatori in diverse categorie.

La Borsa Internazionale del Turismo, nota anche con l’acronimo BIT, è la manifestazione di respiro internazionale che raccoglie intorno a sé gli operatori turistici di tutto il mondo, un numeroso pubblico di visitatori, appassionati di viaggi, televisioni e stampa. Promossa da Fiera Milano, il più importante operatore fieristico e congressuale italiano e uno dei maggiori al mondo, BIT si tiene ogni anno a Milano, dal 1980. Da oltre trent’anni, BIT favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer accuratamente selezionati e profilati, provenienti da varie aree geografiche e settori merceologici. Con oltre 1.5OO hosted buyer internazionali e italiani, più di 2.000 aziende partecipanti e 70.000 visitatori professionali attesi, l’edizione 2015 segna un taglio netto rispetto agli anni precedenti, introducendo importanti novità. Prima di tutto la suddivisione in tre segmenti - Mice, Leisure e Luxury - grande spazio alle Online Travel Agency attraverso BIT.Digital, e una nuovissima area dedicata ad arte, cultura ed enogastronomia con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze italiane nel mondo. Bit.2O15 è ancora più aperta al mondo e ai cambiamenti. E per la prima volta, con BIT.China, si apre il dibattito sulle nuove opportunità all’interno dei mercati emergenti. Infine, un evento unico “nell’evento”: il Congresso Annuale del Turismo. ANNO VI | #021|LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015


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