visioni / michele vianello
Alfabetizzazione digitale: ci sono otto principi cardine
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ANNO V | #096| LUNEDI’ 15 SETTEMBRE 2014
Alcune amministrazioni locali hanno intrapreso, o stanno intraprendendo, attività di alfabetizzazione digitale. Ecco alcuni principi di fondo da osservare per evitare di ingenerare inutili aspettative.
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L’inarrestabile scalata del gruppo Alibaba
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Issima, ideata per il “back to school”
11 scenario
L’industria di marca che va alla riscossa
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HSE24: empatia unita a complicità
15 media
Edicola e nuovo sito per Rolling Stone
19 link
Apple Pay sarà l’anti PayPal?
Oltre 3 milioni di contatti unici mensili, oltre 20 milioni di pagine viste, una redazione attiva 24/7, 300 contenuti video nuovi al mese. Nanopress.it è il sito all news nativo digitale benchmark dell’informazione italiana indipendente. Una risorsa d’aggiornamento e d’approfondimento riconosciuta, puntuale, dinamica, dalla parte del lettore, al servizio della notizia locale, nazionale ed internazionale. tg|adv - Via Ripamonti 101, 20141 MIlano - Tel. +39 0257313102 - tgadv@tgadv.it - www.tgadv.it
o g e n d i i V Vertis d A Ategy r t s oltre 23 mio di italiani fruiscono di contenuti video online per quasi due ore al mese, da pc e da mobile * ecco perché oggi è indispensabile fare il punto sulla video advertising strategy. iab ne approfondisce le logiche di ideazione e realizzazione focalizzandosi sulle opportunità per l’offerta e la domanda. *fonte: audiweb powered by nielsen – marzo 2014
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L’espressione imprenditoriale forse più mirabile di una classe media di 500 milioni di persone
La scalata inarrestabile di Alibaba
in questa foto una veduta particolare della sede di alibaba. a fianco il fondatore jack ma di
Luca Anelli
Nel 1995 Jack Ma, un ex insegnante di inglese di Hangzhou che aveva aperto da poco un’agenzia di traduzioni, decide di partire per Seattle. E lì un amico gli fa vedere il suo computer e gli insegna a navigare su internet. Quando Ma inserisce nel
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motore di ricerca le parole “cinese” e “birra” non trova niente. Se all’epoca ci fosse stata almeno una pagina web dedicata alla birra Tsingtao, il futuro del commercio globale sarebbe stato molto diverso. Quando torna a Hangzhou, una città di 2,4 milioni di abitanti nella Cina orientale, Ma
lancia una specie di elenco telefonico online chiamato China Pages. L’iniziativa fallì, perché nel paese asiatico quasi nessuno aveva un computer e l’accesso a internet. Allora Ma si fece venire un’idea ancora più ambiziosa: alla fine del 1998, insieme a diciassette soci, aprì un sito per aiutare le
piccole imprese locali a vendere i loro prodotti online. Lo chiamò Alibaba. Oggi l’azienda fondata nel minuscolo appartamento di Ma è diventata il più grande operatore di commercio elettronico in Cina, e l’8 settembre 2014 l’Alibaba Group Holdings ha avviato il suo collocamento alla Borsa di New
York. Jack Ma ha un patrimonio personale di 12,5 miliardi di dollari e possiede l’8,9 per cento del gruppo. Oltre a raccogliere soldi, l’arrivo in Borsa servirà a mandare un messaggio: gli imprenditori cinesi del web si stanno attrezzando per competere - e vincere nella corsa alla costruzio-
Il più grande gruppo cinese di commercio online sta per sbarcare alla borsa di Wall street. L’azienda fondata da Jack Ma vale decine di miliardi di dollari ed è pronta a fare concorrenza ai colossi statunitensi come Amazon ed eBay
ne del primo mercato online davvero globale. Alibaba è l’espressione imprenditoriale di una classe media di 500 milioni di persone che sta crescendo per affermare il proprio diritto a un consumo di tipo occidentale. Alibaba è pronta all’espansione e con accesso a fondi quasi illimitati sul mercato potrebbe modificare l’equilibrio di forze su internet. Con la sua capacità di gestire transazioni in entrata e in uscita dalla Cina, il gruppo di Ma annuncia un’era del commercio internazionale
che ridimensiona il ruolo degli intermediari ed erode il potere dei governi di regolare gli scambi. Tutto questo, presumibilmente, aiuterà Alibaba a sottrarre consumatori a grandi siti come Amazon e eBay. «Per la prima volta c’è una minaccia concreta al dominio statunitense nell’ecommerce», osserva Sam Hamadeh, amministratore delegato di PrivCo, un sito d’informazione finanziaria. Per gli standard del commercio elettronico statunitense, gli otto miliardi stimati di ricavi di Alibaba nel
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2013 non sembrano molti. L’anno scorso eBay ha fatturato 16 miliardi di dollari e Amazon 75. Ma il dato è fuorviante, perché rappresenta solo le commissioni sulle vendite e le tariffe per i servizi. Un indicatore più preciso della forza di Alibaba è il valore delle merci vendute attraverso i suoi siti: 248 miliardi di dollari nel 2013. Nello stesso periodo Amazon è arrivata a circa la metà e eBay a un terzo. Si può considerare un altro aspetto: l’anno scorso Alibaba ha consegnato cinque miliardi di pacchi grazie alle transazioni concluse sui suoi siti. Secondo i documenti depositati alla Securities and Exchange Commission (l’autorità di controllo della Borsa statunitense) la cifra corrisponde a più della metà delle spedizioni complessive effettuate dai corrieri in tutta la Cina. Per fare un confronto, nel 2013 Ups ha spedito circa 4,3 miliardi di pacchi. Con i suoi molteplici mercati, con la varietà dei modelli aziendali e la forte propensione a investire in settori apparentemente scollegati tra loro, Alibaba può essere un’azienda difficile da interpretare. A differenza di Amazon e eBay, che hanno creato un sito e poi hanno aperto filiali regio-
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248 4,3
miliardi di dollari. rappresentano la cifra complessiva delle vendite di alibaba tramite i suoi siti
nali in tutto il mondo, Jack Ma e i suoi soci hanno creato molti siti, ognuno tagliato su misura per un certo tipo di transazione e ognuno con il potenziale per una grande espansione internazionale. Alibaba.com, il sito originale del gruppo, mette in contatto le aziende manifatturiere cinesi con le piccole imprese di tutto il mondo. Aziende come 100% Pure, che produce cosmetici e ha sede in California, usano Alibaba.
miliardi di pacchi spediti da ups nel 2013 rispetto ai complessivi 5 miliardi veicolati da alibaba
com per ordinare ingredienti e imballaggi da grossisti che mettono in vendita i loro prodotti sul sito. «Posso contattare centinaia di fornitori con un clic», dice Susie Wang, una delle fondatrici di 100% Pure. Senza Alibaba, Wang sarebbe costretta a prendere l’aereo più volte all’anno per incontrare i fornitori in Cina e a Taiwan e negoziare gli sconti. «Se qualcuno non è affidabile o non lavora bene con noi, sono libera
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milioni di dollari. la cifra è l’investimento riservato dall’azienda al servizio americano di car sharing lyft
questa cifra, in milioni di dollari, è il prezzo pagato da alibaba per acquisire l’app di messaggistica tango
di scegliere un altro fornitore e di cercare prezzi più competitivi» aggiunge. Taobao ha aperto nel 2003 ed è la risposta di Alibaba a eBay, che allora si preparava a invadere il mercato cinese. “Ebay è uno squalo nell’oceano, noi siamo un coccodrillo nel fiume Yangtze - amava dire all’epoca Ma -. Se combattiamo nell’oceano perdiamo, ma se combattiamo nel fiume vinciamo noi”. Voleva sottolineare che i suoi siti erano ta-
gliati su misura per le caratteristiche specifiche del mercato cinese. Sapendo che i rivenditori cinesi operavano già con margini strettissimi, Ma non ha previsto costi per le inserzioni, quando eBay impone una commissione standard del 15 per cento. Alibaba guadagnava solo quando i venditori decidevano di pubblicizzare i loro prodotti e, in un secondo momento, quando hanno cominciato a usare gli strumen-
ti di pagamento del portale. La strategia ha funzionato e Taobao è diventato il sito principale di Alibaba. Cercare su Taobao a volte fa venire il mal di testa: ci sono migliaia di articoli tra vestiti, mobili, cibi in scatola e prodotti più insoliti come gabbie per uccelli in bambù (166 yuan, circa 21 euro) e accompagnatori in affitto per una serata mondana (500 yuan). Il sito è aperto anche agli stranieri. Dopo la crisi dello smog a Pechino, nel 2013, Thomas Talhelm, un ricercatore del programma Fulbright che studiava nella capitale, ha cominciato a vendere su Taobao apparecchi per il filtraggio dell’aria, costruiti a mano, al prezzo di 200 yuan l’uno. Ha ricevuto ordini da Singapore, Malesia, Corea del Sud, India e Mongolia. Il fatto è ancora più sorprendente se si considera che l’azienda non faceva pubblicità. Chi andava su internet e cercava un rimedio per lo smog trovava gli apparecchi di Talhelm su Taobao. Tmall, un centro commerciale virtuale aperto da Alibaba nel 2008, dà a migliaia di aziende internazionali (compresi marchi globali come Nike e Apple) la possibilità di raggiungere i consumatori cinesi in
cambio del 5 per cento sul totale delle vendite. Dennis Zhang, amministratore delegato del rivenditore di scarpe Sneakerhead. com, con sede a El Cerrito, in California, ha raddoppiato il fatturato dell’azienda aprendo un negozio virtuale su Tmall e senza passare per gli intermediari che normalmente bisogna contattare per esportare prodotti in Cina. Il filo che collega tutti questi siti è Alipay, un sistema di pagamento online che non figura tra le proprietà di Alibaba nella fitta documentazione presentata alla Sec, ma che forse è la più grande invenzione di Jack Ma. Alipay funziona come un servizio di deposito presso terzi e garantisce ogni singola transazione, creando fiducia tra gli utenti in un paese dove la gente storicamente non è abituata a fare affari con chi non conosce. Jack Ma ha trasformato i suoi dipendenti in una specie di battaglione da combattimento. Grande appassionato dei romanzi fantasy sulle arti marziali di Louis Cha Leung-yung, chiede ai suoi collaboratori di scegliersi un nome di battaglia ispirato ai personaggi creati dallo scrittore e di farlo stampare sul biglietto da visita (il nome di battaglia di Ma è Feng
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Qingyang, un guru del kung fu). Hans Tung, socio di Ggv Capital, azienda che ha investito in Alibaba, dice che nel sistema di Ma «le persone perdono in qualche modo la loro identità ed entrano in una realtà più grande e forte. È una specie di religione o di confraternita». Ex dipendenti e soci dicono che Alibaba ha una struttura fortemente gerarchica: tutte le decisioni sono prese da Jack Ma, dal vicepresidente esecutivo Joe Tsai e da 25 altri fondatori e alti dirigenti (la struttura azionaria, che attribuisce ai fondatori un potere maggiore sulle nomine in consiglio d ’a m m i n i s t r a z i o n e , avrebbe impedito la quotazione di Alibaba alla Borsa di Hong Kong, dove questo tipo di assetti societari è vietato). I dipendenti devono muoversi in fretta quando i capi danno ordini. «La prima cosa
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che viene chiesta ai dipendenti è di accogliere il cambiamento», dice il documentarista Hao Wu, che ha lavorato per l’azienda nel 2007 e nel 2008. «Tutti devono con-
centrarsi sulle nuove direttive ed eseguire gli ordini». L’obiettivo è chiaro: conquistare l’occidente. Negli ultimi mesi Ma ha fatto incetta di startup statunitensi. Ha investito
250 milioni di dollari nel servizio di car sharing Lyft, 170 milioni in Fanatics, un rivenditore online di cimeli sportivi, 50 milioni in Quixey, un motore di ricerca per app, e altrettanti nell’application di messaggistica Tango. Questi accordi permettono ad Alibaba di costruire rapporti con l’industria tecnologica americana e puntare ai consumatori statunitensi. A giugno Alibaba ha aperto una boutique online, 11 Main, che vende “pezzi unici” di moda, gioielleria e arte. Al sito si accede solo su invito e ancora non è sta-
tutti, ex dipendenti e soci, dicono che alibaba funziona in base a una struttura gerarchica molto pronunciata: tutte le decisioni sono prese da jack ma in persona, dal vice presidente joe tsai e da altri 25 fondatori e alti dirigenti
to aperto al grande pubblico. Questi movimenti fanno pensare che Alibaba si prepari a sfidare Amazon e eBay sul loro terreno, probabilmente offrendo ai clienti statunitensi l’opportunità di comprare prodotti all’interno di app e giochi per dispositivi mobili, come ha già sperimentato con successo in Cina. «Alibaba è molto conosciuta dagli esperti di internet, ma lo è molto meno tra i consumatori occidentali commenta David Rosenblatt, amministratore delegato del rivenditore di beni di lusso 1stDibs,
un’altra azienda in cui Alibaba ha investito -. Mi aspetto che le cose cambino dopo l’ingresso in Borsa». Certo, non mancano gli ostacoli alla crescita fuori della Cina: oltre a non avere dimestichezza con Alibaba, la maggior parte dei consumatori ha già un rapporto consolidato con siti di acquisti online nel proprio paese, e a volte la provenienza cinese fa storcere il naso ai clienti occidentali. Ma Alibaba è già una realtà globale, e Amazon e eBay non potranno mai uguagliarla, perché gestisce un enorme volume di
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transazioni in entrata e in uscita dalla Cina. In autunno, per esempio, Alibaba inserirà dei link ad Alipay sui siti dei grandi rivenditori al dettaglio che lavorano con ShopRunner, un’azienda di spedizioni di Filadelfia controllata da Alibaba. ShopRunner lavora con migliaia di marchi commerciali occidentali a cui garantisce la consegna in due giorni in cambio di una tariffa annuale, un servizio simile ad Amazon Prime. I link ad Alibaba permetteranno agli utenti cinesi di avere una consegna veloce dai rivenditori statunitensi. «Nel futuro immaginato da Alibaba i consumatori di tutto il mondo potranno comprare dai rivenditori di tutto il
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mondo», ricorda Fiona Dias, direttrice strategica di Shop Runner. La promessa di un commercio fluido e in grado di attraversare i confini è allettante. I consumatori avran-
no un mondo di rivenditori tra cui scegliere. La concorrenza abbasserà e standardizzerà i prezzi in tutto il pianeta, e aziende come Apple, per esempio, non potranno più imporre un prezzo per l’iPad in Europa e un altro negli Stati Uniti. Anche per i venditori si aprono delle opportunità. Un rivenditore locale di un prodotto stagionale - per esempio gli snowboard - potrà vendere nella sua zona d’inverno e poi trovare un mercato nell’altro emisfero durante l’estate. Da due anni Premium Australia Foods, una startup di Melbourne, vende prelibatezze come noci di macadamia, olio d’oliva e uvetta a clienti cinesi attraverso Tmall senza bisogno di aprire una sede in Cina. Possiamo anche vederla in un altro modo: Alibaba, con il suo dominio incontrastato del mercato cinese e tanti soldi in arrivo nelle sue casse, è pronta non solo a conquistare il mondo ma anche a renderlo più piccolo.
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MARKET PLACE Un brand diventato archetipo dell’acqua e simbolo di purezza
Lo spot, nel formato da venti secondi, è pianificato sulle principali reti televisive fino al 27 settembre
Issima, pensata per il “back to school” Levissima promuove il pratico formato borraccia. Quasi come rivelasse un segreto, una piccola bambina sbuca dolcemente da dietro un albero per sussurrare il suo motto con un dolce sorriso: “Viva l’acqua!” Da ieri al 27 settembre sarà on air lo spot di Levissima dedicato a Issima, la bottiglietta pensata proprio per idratare i più piccoli al momento del back to school. Nei giorni in cui i piccoli studenti italiani tornano sui banchi di scuola, Issima è una compagna speciale da infilare nello zainetto insieme a libri e quaderni. Con il suo pratico formato borraccia, il comodo tap-
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Stuntmen portatori d’innovazione
Levissima è una delle acque minerali del Gruppo Sanpellegrino, riconosciuta come archetipo dell’acqua e simbolo di purezza, da sempre impegnata nella tutela della fonte da cui ha origine e nella salvaguardia della risorsa acqua. Sanpellegrino è la più significativa realtà nel campo del beverage in Italia, grazie a un ricco portafoglio di acque minerali, aperitivi analcolici, bibite e tè freddi. I suoi prodotti sono presenti in oltre 130 paesi attraverso filiali e distributori sparsi nei cinque continenti. Parte del Gruppo Nestlé - azienda leader a livello mondiale nei settori della nutrizione, della salute e del benessere - Sanpellegrino è da sempre impegnata nella valorizzazione dell’acqua, bene primario per il Pianeta, e lavora con grande responsabilità e passione per garantire a questa risorsa un futuro di qualità.
un’immagine della campagna del gruppo levissima
di Davide De Vecchi
eventi
po apri e chiudi e le simpatiche etichette, Issima previene la disidratazione dei bambini, divertendoli. Lo spot, nel formato da 20’ secondi è pianificato sulle principali reti televisive. Muniti di elmetto, radioline walkie talkie, binocolo e mappa geografica, i tre amici protagonisti dello spot si divertono a “spiare” la mamma tra le foglie delle piante del giardino mentre torna a casa con le borse della spesa. Obietti-
I credits della campagna:
Agenzia creativa: Dude Direzione creativa: Livio Basoli, Lorenzo Picchiotti Art director: Margherita Galloni Copy: Alessia Cassarino Casa di produzione: Dude Regia: Davide Gentile Executive producer: Ivan Merlo/Davide Baldi Producer: Patrizia Gatto Montaggio: Daniele Dalle Piane Musiche: Guido Smider Post Audio: Top Digital Color Corection: EDI Effetti Digitali Italiani
vo: non lasciarsi sfuggire le bottigliette d’acqua Issima, fondamentali per ricaricarsi e ritrovare energia durante una pausa dal gioco, ma soprattutto nel cambio dell’ora, tra una lezione di matematica e una verifica di grammatica. Quando è infatti necessaria una costante concentrazione, oppure c’è bisogno di uno sforzo motorio nelle ore di educazione fisica o durante l’intervallo, è importante che i bambini abbiano a portata di mano una bottiglietta pratica e divertente. Grazie a Issima, infatti, anche i più piccoli possono ritrovare tutta l’energia che viene dalla purezza dell’acqua minerale di alta montagna Levissima. Durante i giochi all’aperto, così
come nelle aule di scuola, dove i piccoli studenti passano molte ore della propria giornata, la bottiglietta Issima, con il suo formato più piccolo e funzionale, adatto alle mani dei più giovani, è la compagna ideale dei bambini e un valido aiuto per i genitori. La mamma previdente, infatti, non dimentica di infilare la bottiglietta Issima nella tasca dello zainetto, prima di salutare la figlia. La bambina ora è pronta per correre a scuola e vivere la sua avventura quotidiana, sicura di avere con sé un prezioso alleato. Quasi come rivelasse un segreto, la piccola sbuca infine da dietro un albero per sussurrare il suo motto con un dolce sorriso: “Viva l’acqua!”.
L’adrenalina esce dal circuito del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini per invadere il cuore di Misano. Nell’ambito di “Misano Mondiale 2014”, l’azienda di conserve ittiche Nostromo Spa, che gareggia con il team Calvo nella categoria Moto 3, ha organizzato quattro spettacoli di stunt riding, uno sport nuovo che nasce in America e richiede duri allenamenti e preparazione fisica. I professionisti del Team Swot Gang, reclutati da Nostromo, si sono esibiti in spericolate acrobazie eseguendo diverse figure in moto. Due le giornate per assistere a queste esibizioni. Gli stuntman, infatti, hanno scaldato i motori venerdì 12 settembre nell’ambito della Misano Super Night GP al Kartodromo Riviera Verde di Portoverde e il giorno successivo in Piazza delle Poste, a Misano Centro, con ben tre spettacoli live.
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SC N RIO
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nella distribuzione le vendite hanno raggiunto 53,65 miliardi
L’industria di marca vuole rialzare la testa
moltI brand del largo consumo si difendono meglio del passato e, nella media, azzerano quasi del tutto le perdite a valore e dimezzano quelle in quantità; per contro, i prodotti a marchio del distributore perdono volumi, prestando il fianco alla crisi di Daniele Bologna
Colpo di coda dell’industria di marca. I brand del largo consumo si difendono meglio del passato e, nella media, azzerano quasi del tutto le perdite a valore e dimezzano quelle in quantità; stop, invece, alle marche del distributore, che perdono volumi. Nel periodo luglio 2013/luglio 2014, le rilevazioni di Iri nella grande distribuzione indicano che le vendite hanno raggiunto 53,65 miliardi, appena lo 0,1% in meno (era -0,6% il dato del 2013); in volume la perdita si è riassor-
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bita al -0,6% (dal -1,4%). Tuttavia, si difendono meglio le aziende con fatturati inferiori ai 300 milioni: queste ultime (che pesano per il 48%) crescono dell’1,1% rispetto ai grandi brand (34% le Top 25) mentre le private label (18%) registrano crescita zero e perdite a volume dell’1,4%. La sindrome dello scontrino leggero colpisce molti comparti con rare eccezioni: dolciario, detergenza, bevande, caffè e latte e derivati (la maglia nera). Nonostante la crisi dei consumi, però, riescono a crescere Barilla, Bolton, Veronesi (Aia, Negro-
ni), Heineken, San Benedetto. Nella Top 25 nell’area di pasta, sughi e dolciario brilla Barilla con vendite del +0,2% a valore a 1,78 miliardi e +2,8% a volume; soffre, però, il marchio Voiello con il -16%; Mondelez (ex Kraft) arretra dell’1,4% a 873 milioni, mentre le caramelle di Perfetti perdono quasi il 2% di ricavi a 297 milioni (meglio del passato). Frena l’emorragia della Nestlé (dolciario, baby food, gelati, petfood), con un -1,6% a 1,62 miliardi e -0,6% a volume. Nel solo dolciario, Ferrero contiene nello 0,2% la contrazione dei ricavi, ma perde l’1,9% dei volumi. Nel latte e derivati rallenta la caduta di Danone: -12% a 553 milioni; Parmalat lascia sul terreno il 2,1% a 795 milioni e il 4,2% in quantità, mentre la consorella Lactalis fa peggio con -2,6% a 609 milioni; Granarolo, invece, riacchiappa la crescita a valore, +0,8%, ma paga dazio in quantità: -1,5%. Nell’area delle bevande, poco frizzante San Pellegrino: -1,3% le vendite, a 396 milioni, ma in ascesa San Benedetto con +1,5% e +2,2% a volume. Decisamente “sgasata” Coca Cola con -3,5% a 709 milioni e -4,3% a volume (decisa la chiusura dei siti di Gaglianico e Campogalliano). Nella birra il gigante Heineken cresce, nonostante gli inasprimenti di carattere fiscale, del 4,3%, a quota 408 milioni di euro. Nei coloniali, Lavazza riesce a contenere la perdita di fatturato del 2,7%, a 507 milioni, ma strappa sui volumi: +5,2%. ANNO V | #096| LUNEDI’ 15 SETTEMBRE 2014
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13-14 noveMbre 2014
MiCo – MIlAno CongreSSI
MIlAn Danny Sullivan
Chris Sherman
Founding Editor
Founding Editor
Marketing Land
Search Engine Land
SPonSor
Supporting Media Il quotidiano della comunicazione
Il quotidiano del
marketing in rete
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Per informazioni ed iscrizioni riservate ai lettori di 360com: Ilaria Biasini - 06.84541.292 - i.biasini@businessinternational.it
LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.
Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013
345 MILIONI DI PAGINE VISTE 12 MILIONI DI CONTATTI UNICI 15 VERTICAL TEMATICI
COM PANY
da sinistra, roberto battaglia e pino rozzi, a cui si deve la creatività
note positive per il canale che propone anche news e intrattenimento
Lo shopping di HSE24, empatia e complicità
Dopo aver festeggiato il suo terzo compleanno con un trend in crescita del 100% rispetto al 2013, ora lancia la nuova campagna di Pietro Castagna
Continuano i successi di HSE24 - il canale di shopping, informazione e intrattenimento sul canale 37 del digitale terrestre e di TivùSat e su Sky al canale 870 - che, dopo aver festeggiato il suo terzo compleanno con un trend del fatturato in crescita del 100% rispetto al 2013, lancia la nuova campagna di comunicazione 2014, con un investimento di 2 milioni di euro. Il nuovo spot da 30 e 15”, in onda dal 14 settembre, è stato realizzato da Grey United, l’agenzia guidata da Pino Rozzi e Roberto Battaglia. La campagna tratta in modo complice ed empatico il tema dell’home shopping, che su
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HSE24 diventa intrattenimento, un terreno franco, una zona sospesa, un po’ come un palcoscenico su cui lasciare liberare la fantasia, una private zone in cui lo spettatore diventa star indiscussa. Lo shopping con HSE24 diventa un’esperienza intima, quasi segreta. È su questa esperienza che gioca lo spot, un vero e proprio musical che mette in scena e soprattutto in musica tutte le possibilità di shopping che HSE24 offre ai suoi clienti. Sotto la direzione creativa esecutiva di Pino
Rozzi e Roberto Battaglia, hanno lavorato allo spot il direttore creativo associato Claudia Bavelloni, l’art director Alice Pozzi e il copywriter Emanuele Accurli Abenante. Per il team account hanno lavorato Silvia Cazzaniga, account director e Marilyn Cicoria, account. Gaetano De Marco è stato strategy director del progetto. La regia dello spot è stata curata da Geremy Jasper e Georgie Greville (LEGS), per la casa di produzione H Films. La musica dello spot è di Ferdinando Arnò e il brano è: “It’s Oh So Quiet” (H.Lang, E. Meder, B. Reisfeld) nella versione re-recording di “Quiet, please!”. La campagna sarà adattata anche per il mercato tedesco e sarà on air in Germania, Svizzera e Austria nel 2015. «Riteniamo sia arrivato il momento giusto per comunicare in modo forte al grande pubblico quelle che sono le nostre caratteristiche principali: rendere protagoniste le nostre clienti, offrire un vasto assortimento di prodotti nuovi ed esclusivi, il tutto con uno stile unico e piacevole - racconta Roberto De Falco, Direttore Marketing di HSE24 -. Ad oggi abbiamo oltre 350.000 clienti, ma miriamo a conquistare un pubblico ancora più vasto, grazie alle diverse categorie merceologiche che proponiamo e ai nostri diversi canali di vendita, infatti anche sul nostro sito www.hse24.it è possibile acquistare tutti i nostri prodotti». La pianificazione della campagna è stata affidata alla centrale Mec e prevede passaggi da 30 e 15 secondi sulle reti tv e siti web del gruppo Mediaset. ANNO V | #096| LUNEDI’ 15 SETTEMBRE 2014
TRASFORMIAMO VITE DIFFICILI IN STORIE PIENE DI SPERANZA.
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AIUTACI A DARE A TANTI BAMBINI LA POSSIBILITÀ DI STARE CON LE LORO MAMME. Molti bambini nascono in situazioni difficili: figli di madri segnate da violenza, malattia, dipendenze, sradicamenti. Per salvarli a volte sembra che non ci sia alternativa che toglierli alle loro mamme. Ma una speranza c’è: è la nostra Casa Accoglienza. Dove le mamme, con i loro figli, iniziano un percorso che le aiuta a riprogettarsi, dentro e fuori. Moltissime ce la fanno. Quando escono camminano su una strada di autonomia, insieme al loro bambino. E tu puoi essere accanto a loro, con il più semplice dei gesti d’amore.
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ME DIA
Il leitmotiv del nuovo giornale si esprime attraverso l’hashtag #lamusicaringrazia
Rolling Stone sbarca in edicola e rinnova il sito
Il portale è integrato ai maggiori social network e serve a veicolare notizie in un mondo che va a passo spedito di Sebastiano Zeri
Il mondo Rolling Stone è sbarcato in edicola. Tante le novità del sistema targato Luciano Bernardini de Pace con la sua nuova squadra: il lavoro di gruppo, l’interazione web-print-marketing, il progetto di coinvolgimento di radio e televisione, quali espressioni di un’utile quanto necessaria brand extention; investimenti nel mondo dell’educational (in collaborazione con Sae Institute, il più grande creative media college internazionale d’Italia) e il prossimo lancio di iniziative etiche volte a portare i giovani verso una relazione sana e positiva con la musica e a tutto quel che le gira intorno. Il leitmotiv del nuovo Rolling Stone si esprime attraverso l’hashtag #lamusicaringrazia, su cui è basata anche la campagna di
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Luciano bernardini de pace
lancio del mensile, che vivrà anche online. «L’informazione spiccia non è più materia di un periodico mensile stampato su carta: appartiene al mondo dei byte, dove la notizia non è sempre esclusiva del giornalista, che viene superato dai tempi di reazione fulminei del lettore, protagonista e autore di post o tweet che anticipano il giornalista stesso», dichiara Luciano Bernardini de Pace, editore di Rolling Stone. Il sito è ancora più ricco e ora è più facile e immediato interagire con la redazione grazie all’espansione dei contatti attraverso Facebook, Twitter, Google+ e Instagram: una scorpacciata di news, recensioni, concerti, interviste, backstage, video, playlist. La concessionaria pubblicitaria è interna ed è composta da un team di cinque persone. Sul web lavoreranno Andrea Cremascoli (Web Manager), Silvia Danielli (Music), Claudia Burgio (Social Media Editor) con la consulenza creativa di Giovanni Gastel e Renata Molho. Il primo numero ha in copertina Pharrel Williams, in concerto a
Milano il 20 settembre, fotografato da Terry Richardson, con la storia della fenomenologia legata all’entertainment a 360 gradi che ha saputo sviluppare. In apertura del giornale la rubrica Rolling List (cinque motivi per cui vale la pena rotolare), la sezione Cover Art (ogni mese un grande nome del mondo dell’arte reinterpreta la copertina di un disco, si inaugura con Michelangelo Pistoletto che rilegge la cover del nuovo album dei Subsonica) e le Lettere con la posta curata da Cristina Scabbia dei Lacuna Coil. Poi le sezioni Rock&Roll, Storie, il Portfolio con le immagini delle rockstar internazionali firmate dai grandi fotografi di Rolling Stone Usa, e Reviews, con una sofisticata stampa che riproduce i solchi del vinile, ricche pagine di recensioni di musica, libri, fumetti, film, videogiochi. Dopo anni di irriverenza, di essere contro ad ogni costo, la musica e il modo di fruirne sta completamente cambiando. E Rolling Stone cambia posizionamento. Nella nuova campagna fir-
mata Armando Testa, la musica ringrazia non solo chi la suona e chi la ascolta. Ringrazia gli stonati, le mamme che cantano la ninnananna, chi fa silenzio, chi l’ascolta con il cuore, chi si butta dal palco, ma anche tutti quelli che stanno lì sotto a prenderlo al volo. Solo la musica cambierà la musica, solo la musica salverà la musica. #lamusicaringrazia è la nuova brand religion di Rolling Stone. Il concept creativo sviluppato da Vincenzo Celli, Direttore Creativo di Armando Testa Milano, é stato tradotto in immagini dalla Branded Entertainment Unit di Freemantle Media che ha prodotto un video spot emozionale di 60 secondi, online sul sito di RollingStone. Sette i giovani film maker impegnati nella realizzazione del video (Marco Prestini, Andrea Giacomini, Alex Grazioli, Mattia Benetti, Gianluca Catania, Gabriele Trapani, Vittorio Bonaffini), accompagnato da un brano ad hoc di Alessandro Branca e dalla voce di Ilaria Bernardini, che celebra la musica in ogni sua forma e momento della vita.
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search & socIal medIa marketIng
Assegnati i #Mia14 awards
FRANZRUSSO.IT
13-14 noveMbre 2014
MiCo – MIlAno CongreSSI
E’ uno dei premi più antichi dell’internet italiano e premia un po’ tutto quello di interessante che c’è in rete. Miglior sito: illercio. Personaggio dell’anno: Pif. Migliore campagna adn online: Rocco tieni Durex.
MIlAn Danny Sullivan
Chris Sherman
Founding Editor
Founding Editor PUBBLICITà COMPARATIVA
Samsung, ancora l’ìPhone nel mirino
MASHABLE.COM
Dopo i tribunali, il nuovo campo di battaglia della guerra tra Apple e Samsung per la telefonia sono i commercials, con la coreana che non risparmia colpi bassi alla rivale Usa. Ultimo bersaglio: l’iPhone 6 plus.
SPonSor
Supporting Media Il quotidiano della comunicazione
scenari
La Cina corre per l’Internet Of Things
CNN.COM
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Non tutti sanno che quello dell’ “Internet delle cose” è un mercato che che in Cina arriverà nel 2015 a più di 80 miliardi di dollari e che il Paese vi sta investendo moltissimo. Una ricostruzione accurata.
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content marketing
A quanto sembra, un’aspetto da non sottovalutare nella ricerca di un lavoro (o di un candidato) è la risposta che ci da Google quando ci “goog(h)liamo”. Ma in fondo, chi non ha già controllato...
I grandi editori, e i piccoli, vofliono essere primi tra i risultati di Google. Molti di loro, però, hanno un paywall per l’accesso a pagamento alle notizie. Come fare? First Click Free è la regola di Google per questo aspetto.
E tu, quante volte ti Googli?
LINKEDIN.COM
Google e il First Clieck Free
SEARCHENGINELAND.COM
tendenze-pr
videogames
Secondo gli psicologi (e non solo loro) è una delle parole più periclose e controverse da dire, ma i moderni esperti di pr invece ne stanno “riscoprendo” i tanti benefici che un uso “frequente” ne comporta.
Era il gioco più atteso dell’anno e non ha deluso le aspettative: in un solo giorno di vendite Destiny ha incassato mezzo miliardo di dollari. Nuovi pichi di dipendenza da videogiochi in arrivo...
La rivincita dei “No”
RAGAN.COM
Il “Destiny” di un videogioco vincente
ILSOLE24ORE.COM
curiosità
scenari
Perché Ikea si chiama così? E che Audi è la traduzione latina di un cognome? Una veloce ma interessante carrellata di grandi loghi e dei significati (quando ci sono) all’origine dei loro nomi.
Apple Pay è la tecnologia scelta da Apple per le transazioni su iPhone 6, iPhone 6 Plus e, in futuro, iWatch. C’è chi giura che il primo a farne le spese sarà il leader incontrastato del settore (fino a ieri), PayPal.
L’origine dei brand più famosi
LINKIESTA.IT
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Apple PAy sarà l’anti PayPal?
ZDNET.COM
ANNO V | #096| LUNEDI’ 15 SETTEMBRE 2014
L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.
Anticipi e posticipi della Serie A nello splendore dell’alta definizione
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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012
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big data tech
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25 settembre - palazzo dei congressi - firenze
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nella cornice fiorentina, a due passi dal centro, la prima edizione dell’evento su un fenomeno esplosivo Michele Vianello DIGITAL EVANGELIST, EX Direttore Generale di VEGA, Parco Scientifico Tecnologico di Venezia, CITTà IN CUI VIVE E DI CUI è STATO PRIMA Vice Sindaco POI ASSISTENTE DEL SINDACO MASSIMO CACCIARI. Da anni studia l’impatto economico e sociale che le tecnologie, frutto della diffusione di Internet, hanno sulle persone e sugli ambienti urbani. HA IDEATO E PROMOSSO IL PROCESSO DI CAMBIAMENTO DIGITALE NELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE LAGUNARE CHE HA RESO VENEZIA LA PRIMA CITTà D’ITALIA COMPLETAMENTE DIGITALE. HA PUBBLICATO NUMEROSI LIBRI E SCRITTI SULL’INNOVAZIONE NELLA P.A.. NEL 2010 “VE 2.0. Cittadini e libertà di accesso alla rete”; NEL 2013 “SMART CITIES”; NEL 2014 “COSTRUIRE UNA CITTà INTELLINGENTE”
visioni
di
Matteo Dedè
alfabetizzazione digitale:
8 principi cardine Alcune amministrazioni locali hanno intrapreso, o stanno intraprendendo, attività di alfabetizzazione digitale della popolazione. Mi permetto di elencare alcuni principi di fondo da osservare per evitare di ingenerare inutili aspettative, e per ottenere risultati duraturi nel tempo. 1) Non si è alfabetizzati digitali una volta per sempre. Il mondo dell’Information Technology muta a velocità mai conosciuta nella storia del genere umano. L’alfabetizzazione digitale deve dare gli strumenti culturali per scavare con curiosità questo mondo e trarne tutti i benefici disponibili. 2) L’alfabetizzazione digitale non va rivolta solo agli anziani, come comunemente si pensa. Tutta la popolazione, a partire dai principali decisori e stakeholders, versa in un penoso stato di divide digitale. 3) L’alfabetizzazione digitale è un moderno diritto di cittadinanza. Internet è una straordinaria miniera di sapere. Bisogna però conoscere e condividere dove c’é l’oro da scavare e dove invece c’é solo inutile pietrisco. Tuttavia, non tutti sono (e saranno) interessati ad internet. 4) Internet non è
una religione, né costituisce la terra promessa. Se vogliamo che internet si affermi come strumento di progresso civile ed economico (quale può essere) non abbiamo bisogno di sprezzanti “guru del digitale”. 5) L’alfabetizzazione digitale è, prima di tutto, una lezione di consapevolezza. Internet é la rivoluzione della conoscenza e del sapere. E’ uno strumento nelle mani del genere umano per dialogare meglio. 6) L’alfabetizzazione digitale non si riduce ad insegnare a spedire una mail o ad accendere un account su Facebook. Né tantomeno è una lezione ai dipendenti comunali sulle inutili leggi che impediscono a Internet di affermarsi nella Pubblica Amministrazione. L’insegnante é un umanista che si è impadronito del web. 7) L’alfabetizzazione digitale è una lezione sulla sharing society (prima ancora che sulla sharing economy). Alfabetizzare é insegnare le virtù, i vantaggi, le modalità della condivisione. 8) Traete ora tutte le considerazioni che volete sulle cosiddette “competenze digitali”: l’alfabetizzazione digitale non é una cosa da affidare agli informatici.
Il 25 Settembre, a Firenze, BNova presenterà l’evento BIGDATATech, i Big Data raccontati dal mondo reale. Nella suggestiva cornice fiorentina, all’interno di Palazzo dei Congressi, a due passi dalla stazione centrale di Santa Maria Novella e dal meraviglioso centro città, BNova propone, dunque, un evento interamente dedicato ai Big Data. Per la prima volta saranno gli utenti finali, attraverso case history di respiro internazionale, a raccontare cosa sono, a cosa servono e perché possono fare la differenza. I temi affrontati spazieranno dalla realtà aumentata ai Big Data nel settore finance, nell’e-business e nella Pubblica Amministrazione. Lo scopo è quello di raccogliere le best practice e le raccomandazioni delle aziende che interverranno per comprendere il reale potenziale dei big data e i vantaggi competitivi della Business Analytics. Facendo tesoro delle esperienze pratiche maturate negli anni, BNova cercherà di delineare e ottimizzare una strategia Big Data e Business Analytics che possa aiutare ad incrementare la crescita organica del business e dare una chiara visione di come evolveranno il mercato e le tecnologie Big Data nei prossimi anni. BNova aprirà i lavori con una breve introduzione, seguiranno poi diversi interventi in sessione plenaria durante i quali verranno presentati casi di successo direttamente dagli end user. ANNO V | #096| LUNEDI’ 15 SETTEMBRE 2014