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visioni / andrea malacrida
Adecco, come usare lo sport per fare business
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ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
Adecco è nata con lo sport, con lo scopo, fin dal 1998, di creare engagement sul brand verso il suo target principale: i candidati. E il numero di candidati in database è incrementato...
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Come si compera la moda online in Europa
8 marketplace
Il dietro front di ItaliaOnline
12 company
Le Piccole Ricette scelgono smartclip
14 media
Tre tipi di tv nel futuro dell video
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Agcom: crescita forte per 3Italia
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Facebook, l’adv è “hyper local”
Oltre 3 milioni di contatti unici mensili, oltre 20 milioni di pagine viste, una redazione attiva 24/7, 300 contenuti video nuovi al mese. Nanopress.it è il sito all news nativo digitale benchmark dell’informazione italiana indipendente. Una risorsa d’aggiornamento e d’approfondimento riconosciuta, puntuale, dinamica, dalla parte del lettore, al servizio della notizia locale, nazionale ed internazionale. tg|adv - Via Ripamonti 101, 20141 MIlano - Tel. +39 0257313102 - tgadv@tgadv.it - www.tgadv.it
LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.
Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013
345 MILIONI DI PAGINE VISTE 12 MILIONI DI CONTATTI UNICI 15 VERTICAL TEMATICI
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Nel corso di un evento organizzato con il Politecnico di Milano è stata presentata un’anteprima del report. Focus sugli acquirenti italiani
Tra commercio elettronico e moda: hybris e ContactLab delineano i comportamenti degli utenti internet in Europa
L’estratto dall’edizione 2014 dello “European Digital Behaviour Study” conferma che la categoria è il principale segmento ecommerce in Italia e nei principali mercati europei: gli utenti del nostro Paese hanno speso nell’ultimo anno circa 500 euro per i propri acquisti online di prodotti fashion. Sono internet shopper con molta fiducia nei contenuti delle newsletter, uno dei canali privilegiati per restare in contatto con i brand preferiti; e sono sempre più disponibili a fornire informazioni su di sé in cambio di messaggi che siano in linea con le proprie esigenze
S di
Luca Anelli
i è tenuto di recente a Milano l’evento dal titolo “Omnicommerce, il futuro del Made in Italy”, realizzato da hybris software, società del Gruppo Sap e fornitore in più rapida espansione di piattaforme di vendita, in collaborazione con Politecnico di Milano. Il convegno dedicato al Made in Italy ha voluto definire, partendo dall’esperienza del consumatore, le strategie aziendali per riuscire a rispondere alle nuove esigenze di accesso omnicanale a informazioni e servizi da parte degli utenti, mantenendo allo stesso tempo l’efficienza e la rapidità di gestione delle aziende. In esclusiva per la conferenza, ContactLab, insieme ad hybris, ha presentato in anteprima i risultati principali sul settore fashion estratti dall’edizione 2014 dello “European Digital Behaviour Study”, lo studio realizzato da ContactLab, ormai diventato
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un appuntamento ricorrente che analizza i comportamenti degli utenti internet in Italia e nei principali Paesi europei (Uk, Francia, Germania e Spagna). Il progetto di ricerca ha coinvolto quest’anno quasi 25.000 utenti internet tra quelli intervistati nella fase campionaria e quelli raggiunti grazie all’adesione all’indagine di oltre 25 merchant, che hanno veicolato il questionario dell’indagine alla propria customer base. Il fashion online è il principale settore per numero di acquirenti: sono 4,2 milioni in Italia, cioè il 16% del totale utenti internet regolari, che hanno speso mediamente 500 euro in un anno per prodotti di moda. Osservando la crescita del comparto negli altri paesi europei (in Gran Bretagna gli shopper di moda sono l’81%) si nota tutto il potenziale italiano, destinato a crescere ulteriormente. I canali di acquisto offline risultano essere ancora preponderanti anche se, ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
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prendendo in esame il totale utenti che hanno fatto un acquisto di moda nelle ultime 4 settimane quasi il 20% ha utilizzato i canali online. Ben definito risulta essere anche il dato sui comportamenti che precedono l’acquisto: coloro che comperano generalmente in un negozio fisico maturano la loro decisione all’interno del negozio stesso (lo indica come driver più importante il 66%), senza però escludere incursioni online ad esempio sul sito del produttore o attraverso le newsletter. Si osserva tuttavia una forte alternanza nell’utilizzo dei due canali per l’acquisto (online e offline), e quando l’utente conclude la transazione via ecommerce sono naturalmente i canali informativi digitali a guidarne maggiormente la scelta: 79% online vs 32% offline. Gli acquirenti online principalmente: navigano sul sito del produttore (39%) oppure leggono la scheda prodotto del sito di e-commerce (33%). In tanti scelgono anche di affidarsi alle recensioni online, ai siti web di comparazione dei prezzi e alle newsletter (19%). Dalla ricerca emerge inoltre una forte propensione degli Italiani all’utilizzo di portali ecommerce multibrand specializzati per effettuare un acquisto di moda, così
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European Digital Behaviour Study Si chiama European Digital Behaviour Study l’indagine realizzata dal gruppo ContactLab per analizzare e raccontare l’evoluzione dei comportamenti digitali degli utenti internet in Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. La ricerca è stata condotta presso un campione di mille casi per Paese, rappresentativa degli utenti internet di età compresa tra i 16 e i 65 anni che si connettono alla rete almeno una volta alla settimana, indipendentemente dal device e dalle occasioni d’uso. L’indagine, unica nel suo genere in Italia, è potenziata dal coinvolgimento dei merchant che ogni anno aderiscono al progetto coinvolgendo la propria customer base nella compilazione del questionario. Quest’anno l’indagine, che ormai è diventata un appuntamento ricorrente per delineare l’evoluzione dei comportamenti digitali, ha coinvolto quasi 25.000 utenti internet tra quelli intervistati nella fase campionaria e quelli raggiunti grazie all’adesione di oltre venticinque merchant. Inoltre, si arricchisce del confronto con il 2013 per offrire uno sguardo ancora più approfondito sulle abitudini digitali degli utenti internet.
Market leader da più di mille clienti Dal 1998 ContactLab è market leader nel campo del digital direct marketing con una propria piattaforma software SaaS per la gestione e l’invio di campagne email, sms e push notification. Negli anni ha acquisito oltre mille clienti. L’azienda guidata da Massimo Fubini ha ampliato e consolidato nel tempo un’offerta unica, integrando alla piattaforma tecnologica per l’outbound messaging servizi a valore aggiunto per massimizzare il customer engagement attraverso il digital direct marketing, con l’obiettivo di generare risultati di business misurabili. Integrando expertise di progettazione, pianificazione, esecuzione ed analisi, l’approccio strategico di ContactLab vede il digital digital direct marketing come canale di contatto digitale finalizzato al coinvolgimento attivo dei clienti, attraverso comunicazioni puntuali, pertinenti e personalizzate, in una prospettiva multi ed omni-channel. ContactLab ha inoltre ideato e sviluppato NewsletterMonitor, l’innovativa piattaforma di benchmarking in grado di offrire un punto di vista privilegiato sulle strategie di email marketing dei propri competitor.
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E’ la quota di consumatori che ha utilizzato canali online per acquisti fashion nelle ultime 4 settimane
come il sito della casa produttrice. La stessa predilezione si riscontra anche in Spagna e in Gran Bretagna. Quest’ultima, insieme alla Germania, predilige più di ogni altro canale, il negozio online estensione di un punto di vendita fisico. In Francia invece è apprezzato l’acquisto tramite i siti di vendite private come canale. In Italia gli acquirenti online di prodotti di moda
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39%
si tratta della percentuale di online shopper che per fare acquisti di moda naviga sul sito del produttore
si affidano più spesso ai siti di vendite private (nel 23% dei casi) rispetto agli online shopper in generale (14%); a livello europeo il canale viene utilizzato più spesso in Francia e Spagna; molto poco in Germania. “Il cliente italiano sta diventando sempre più esperto: si informa su internet, compara prezzi, condivide e commenta sui social media, fa acquisti nel retail tradizio-
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e’ la pattuglia di chi decide gli acquisti in base a notizie reperite su altri siti web, recensioni, newsletter
nale così come online. Dovremo dunque abituarci a parlare di Commerce senza distinguere tra offline o online.” commenta Andreas Schmeidler, Country Manager Italia di vente-privee. “I soci italiani di vente-privee cercano sul sito le marche e la qualità dell’offerta, amano particolarmente il Made in Italy. La Moda (abbigliamento, accessori, calzature e lingerie) pesa per il
73% delle vendite proposte sul sito italiano, ma negli ultimi 3 anni abbiamo sviluppato numerose categorie che hanno permesso di differenziare l’offerta e attrarre anche la clientela maschile che oggi rappresenta circa il 40% dei soci. Le abitudini di acquisto sul nostro sito sono correlate al modello della vendita-evento: dalle 7 alle 9 del mattino abbiamo il picco d’accesso in cui viene venduto oltre il 60% dei prodotti. Il canale mobile incide sul 40% del traffico e del fatturato; lo smartphone ha picchi di utilizzo al mattino nel momento di mobilità verso il luogo di lavoro e si alterna al computer, mentre alla sera abbiamo un forte traffico attraverso tablet a cui la clientela maschile è sempre più affezionata». La newsletter si conferma un utile strumento per i retailer: in Italia l’85% degli utenti Internet ne riceve almeno una e tra questi il 49% ne ha in casella almeno una relativa a prodotti di moda. La percentuale di iscritti alle newsletter del settore cresce tra gli utenti internet che acquistano online prodotti di moda: tra loro il 69% riceve una newsletter di moda. Per questi utenti l’email è un canale fondamentale nel determinare l’acquisto: quasi otto online shopper di moda su dieci (77%) infatti hanno di-
Chi è hybris software Hybris software è un’azienda Sap. Aiuta le aziende di tutto il mondo a vendere più prodotti, servizi e contenuti digitali attraverso ogni canale, dispositivo e touch point. La piattaforma “OmniCommerce” di hybris, pensata per una perfetta gestione dei dati per il commercio e dei processi di commerce unificati, consente alle aziende di tracciare il quadro completo dei propri clienti, prodotti e ordini. E garantisce, invece, ai clienti, di avere una visione unica e coerente del business dell’azienda. Costruito su una singola piattaforma, il software omni-channel di hybris è basato su standard aperti che consentono un’innovazione senza limiti e, grazie alla sua scalabilità, garantisce la massima efficienza e un ottimo Tco, diventando così la sola piattaforma di cui un’azienda può avere realmente bisogno. I principali analisti di settore riconoscono la leadership di hybris e attestano l’eccezionalità della sua piattaforma posizionandola tra le prime tre attualmente disponibili sul mercato. Molto flessibile e adatta ad aziende di ogni dimensione, la soluzione è disponibile on-premise, on-demand e in versione hosted. Più di 500 aziende nel mondo hanno scelto hybris, sia in ambito B2B - tra queste, W.W.Grainger, Rexel, General Electric, Thomson Reuters e 3M - sia in ambito consumer, inclusi Toys“R”Us UK, Metro, Bridgestone, Levi’s, Nikon, Galeries Lafayette, Migros, Nespresso e Lufthansa. In Italia hanno scelto hybris: Indesit, Pirelli e MarcoPoloShop.
chiarato di avere acquistato online partendo da un link all’interno della newsletter, navigando prima un po’ sul sito del prodotto. Più della metà di chi riceve newsletter e acquista moda online (58%) si reca invece in negozio per acquistare i prodotti o i servizi segnalati nel messaggio email. Inoltre, la newsletter è considerata un mezzo estremamente efficace per seguire i brand preferiti dal maggior numero (81%) di utenti. Oltre ad apprezzare gli aggior-
namenti sulle pagine social da parte dei brand, l’utente è in relazione positiva anche con chat e push, anche se ad oggi prevalentemente come strumento per la comunicazione privata o di servizio. “Per l’Italia il commercio omnicanale non è ancora una realtà comune, ma la ricerca conferma che oggi più che mai il retailer che vuole avere successo sul mercato necessita dell’integrazione assoluta di tutti i canali, digitali e fisici e, allo stesso tempo,
deve creare una esperienza unica per il consumatore” - ha dichiarato Roberto Lei, Country Manager Italia, hybris software “Oggi l’azienda può basarsi su una profilazione più completa fornita dallo stesso utente, che in cambio chiede al brand messaggi pertinenti, per creare una custumer experience unica e ben definita”. “Questa nuova analisi estratta dal nostro European Digital Behaviour Study nasce con l’obiettivo di offrire ai brand del ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
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segmento fashion informazioni precise per comprendere in profondità i comportamenti di acquisto e l’evoluzione delle abitudini dei consumatori – spiega Stefano Lena, VP Sales ContactLab. “I dati dimostrano ancora una volta che il digital direct marketing è un driver determinante per la scelta di acquisto: definire una strategia integrata tra canale retail ed e-commerce sia in termini di vendite sia di promozione e comunicazione è la tappa obbligata per le aziende che vogliono fare crescere il proprio fatturato”. “La multicanalità, intesa come l’utilizzo congiunto e integrato dei diversi canali (Store, Web, Mobile, Social) per supportare la relazione con il cliente finale, porta al conseguimento di importanti benefici, ma non è esente da criticità” - spiega Riccardo Mangiaracina, Responsabile della Ricerca Osservatorio eCommerce B2c, School of Management Politecnico di Milano – “Tra i be-
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Chi è vente-privee Pioniere e leader mondiale nel settore delle vendite-evento online con 22 milioni di soci, vente-privee è, fin dal 2001, specialista nel destoccaggio di grandi marche. L’iscrizione al Club è gratuita e senza obbligo d’acquisto. Le vendite hanno una durata limitata che va da 3 a 5 giorni e sono organizzate in stretta collaborazione con più di 2.500 grandi marche internazionali in tutti i settori merceologici: prêt-à-porter, accessori, oggettistica per la casa, giocattoli, articoli sportivi, high-tech, … La collaborazione privilegiata con le marche permette di proporre prezzi estremamente vantaggiosi. Con 2.100 dipendenti, 8 paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Italia, Regno Unito, Austria, Belgio e Paesi Bassi), vente-privee ha realizzato nel 2013 un fatturato europeo di 1,6 miliardi di euro (+23% vs 2012). Nel novembre 2011 il sito è stato lanciato negli USA in partnership con American Express. In Italia, l’azienda conta oltre un milione e ottocento mila soci. vente-privee aderisce a Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano, e si impegna a rispettarne il codice professionale e i principi di qualità.
nefici, si segnalano una forma di comunicazione più completa e diretta rispetto al passato, la maggiore efficacia del processo di vendita, l’efficienza e il miglior utilizzo della forza vendita. Quanto alle criticità,
le più significative sono la necessaria integrazione tra on e off line, il conseguente ridisegno dei processi e gli impatti sul versante organizzativo che richiedono una ridefinizione dei modelli fin qui adottati.” ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
Oggi vogliamo divertirci di più
Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono: siano essi notizie, informazioni, intrattenimento. Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, fonte editori
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MARKET PLACE
Niente Borsa a causa delle avverse condizioni e forte volatilità dei mercati azionari europei
Dietro front: ItaliaOnline blocca la quotazione. Ma se ne riparlerà Il gruppo ha comunicato la decisione di far venir meno l’operazione di collocamento presso gli investitori istituzionali. ritiro integrale dell’Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione come da Capitolo 5 della nota informativa sugli strumenti finanziari di
Daniele Bologna
Per il mercato non è certo un bel segnale: ItaliaOnline e Libero Acquisition hanno comunicato la decisione di far venir meno il collocamento presso gli investitori istituzionali a causa delle avverse condizioni e forte volatilità dei mercati azionari europei e delle performance di recenti Ipo che gli offerenti ritengono non consentire un pieno apprezzamento delle potenzialità dell’azienda. E di conseguenza è arrivata la drastica decisione: procedere al ritiro integrale dell’Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione ai sensi del Capitolo 5 della nota informativa sugli strumenti finanziari. ItaliaOnline ha comunque confermato che con il supporto del proprio azionista di riferimento continuerà nel percorso di crescita intrapreso, che prevede lo sviluppo sia per crescita organica che per linee esterne. «La nostra società è caratterizzata da una storia di sviluppo; con l’acquisizione di Matrix e la successiva fusione abbiamo dimostrato di saper crescere velocemente e in maniera sostenibile – ha commentato Antonio Converti, Amministratore Delegato di ItaliaOnline -. Oggi siamo un Gruppo in crescita sia in termini di ricavi che
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antonio converti
di marginalità e di generazione di cassa. Nel primo semestre 2014 ItaliaOnline ha generato ricavi per 47,6 milioni di euro con un Ebitda margin del 32,7%, e ha registrato un aumento nel secondo trimestre 2014 del 12,3% nel display advertising rispetto allo stesso periodo del 2013. Al 30 giugno 2014 la posizione finanziaria netta è positiva per 19,1 milioni di euro». «Italiaonline ha un grande potenziale - ha aggiunto Khaled Bichara, Presidente di ItaliaOnline - e la decisione di ritirare l’Ipo non influenza minimamente i nostri piani di espansione». Un brusco stop, dunque, sul cammino verso Piazza Affari per Naguib Sawiris, il magnate egiziano proprietario di ItaliaOnline, candidata alla quotazione in Borsa entro novembre. I sondaggi presso gli investitori condotti dal presidente Khaled Bishara e dai coordinatori
dell’offerta, Banca Imi e Barclays, con Lazard advisor, la società si è resa conto che le valutazioni attese dal collocamento non avevano riscontro sul mercato. La convinzione era di poter puntare a un valore del capitale di 400 milioni prima dell’aumento che avrebbe costituito la maggior parte dell’offerta sul mercato. Una valutazione elevata ma che, secondo la società, rifletteva l’ambizioso piano industriale che promette di raddoppiare l’attuale margine lordo fino 40 milioni entro due anni. Eppure, ItaliaOnline aveva consegnato a banche e investitori potenziali un piano ricco di sfide con un Ebitda atteso di 40 milioni entro un biennio. E anche conti in crescita. Sawiris aveva messo le mani sullo storico primo portale italiano comprandolo da Telecom Italia. Ma il blasone ha avuto un costo: Virgilio andava così e così, con un Mol negativo per 40 milioni, e il rilancio andava di pari passo con il naturale approdo in Borsa. Non è andata così. La sensazione - riferiscono gli operatori sul mercato - è che si replicherà anche questo autunno quanto accaduto tra maggio e giugno, quando Sisal e Rottapharm hanno ritirato il progetto di quotazione. ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
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MARKET PLACE
Presentato in anteprima al Salone dell’Automobile di Parigi il film per il lancio del nuovo mini-suv
Filmmaster Productions firma la campagna di debutto per Fiat 500X
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13-14 noveMbre 2014
MiCo – MIlAno CongreSSI
MIlAn
Con la regia di Antony Hoffman e la cura creativa dell’agenzia americana The Richards Group, lo spot racconta come un’utilitaria può trasformarsi e conquistare la community di Youtube antony hoffman
Danny Sullivan
Chris Sherman
Founding Editor
Founding Editor
Marketing Land
Search Engine Land
la trama del film racconta con ironoa ed efficacia come, grazie alla famosa pillola blu, anche una normale vettura può evolversi in un potente suv di Valentina Lunardi
E’ stato presentato in anteprima mondiale al Salone dell’Automobile di Parigi il film per il lancio della Fiat 500X, il nuovo mini-suv prodotto da Fiat con Jeep/Chrysler. Il neonato crossover sarà venduto in oltre cento Paesi, inclusi gli Stati Uniti, e proposto in due versioni, una con un’anima più cittadina e l’altra pensata per il tempo libero. La produzione sarà affidata al rinnovato stabilimento Sata di Melfi, in Basilicata, condividendo la stessa piattaforma della Jeep Renegade. Dopo la campagna tutta dedicata alla famiglia e ricca di elementi emozionali di Fiat 500L, firmata da Leo Burnett, con regia di Bruce Sinclair, e dal claim “La famiglia è un viaggio meraviglioso”, Fiat sceglie ora uno stile più ironico e giocato sui doppi sensi per il nuovo membro della famiglia 500. L’idea creativa del
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film è stata realizzata dall’agenzia americana The Richards Group, in esclusiva in Italia con Filmmaster Productions, mentre la regia è stata affidata a Antony Hoffman, che ha saputo dirigere magistralmente gli attori, realizzando un teaser divertente che gioca sul filo del doppio senso, come si può intuire dal titolo “Blue Pill”. Nella ricerca di un’essenza di italianità, da sempre legata al marchio Fiat 500, le location scelte sono state quelle di Pitigliano, Sorano e San Quirico d’Orcia, nel cuore di quella campagna toscana legata a doppio filo all’immaginario collettivo italiano. Tra un rintocco di campana, un calice di vino e gli inconfondibili colori estivi della Maremma toscana, la trama ironica e divertente racconta come, grazie alla famosa pillola blu, un’utilitaria possa trasformarsi in un potente suv. Nini Salerno, parte ma-
schile di un coppia un po’ avanti con l’età, ma che non vuole rinunciare alle attività amorose, si prepara ad assumere la pillolina azzurrognola, che però gli sfugge e vola fuori da una finestra aperta. Risultato? Tra vari rimbalzi, la compressa finisce nel serbatoio di una Fiat 500, ferma a una stazione di servizio. L’effetto finale vede la trasformazione della famosa city car nella sua versione 500X. Con una trama divertente e sexy, il regista Antony Hoffman racconta con ironia l’essenza del brand 500, quello di una macchina dall’anima italiana, che diventando più potente e pronta all’azione è pronta ad affrontare il mercato internazionale. Auto che ha già ottenuto un primo successo: il film ha scatenato da subito un effetto virale, totalizzando in poco più di 24 ore oltre 200.000 views sul canale YouTube di FIAT 500X. ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
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La celebre mobile app è riconosciuta tra le migliori sul mercato dedicate alla cucina
Le Piccole Ricette scelgono smartclip La piattaforma internazionale dedicata a brand e video advertising multi-screen è stata incaricata per la gestione in esclusiva dell’inventory video per Android. Affidata alla sigla guidata da Luca Di Cesare anche la distribuzione di video adv per iOS in “prima chiamata”, una modalità che garantisce alla società il diritto di “servire” per prima lo spot pubblicitario di Daniele Bologna
Piccole Ricette, la celebre mobile app, riconosciuta tra le migliori app di cucina, che fonda il suo successo sulla passione nazionale di condividere le ricette di casa, ha scelto smartclip, la piattaforma internazionale per brand e video advertising multiscreen, per la gestione in esclusiva dell’inventory video per Android. A smartclip viene affidata anche la distribuzione di video adv per iOS in “prima chiamata”, modalità che garantisce alla società il diritto di servire per prima lo spot pubblicitario. L’accordo con smartclip consente, quindi, a Piccole Ricette una monetizzazione dell’inventario dell’app sui due principali sistemi operativi del mercato e su ogni tipo di piattaforma digitale mobile. Per gli inserzionisti, la partnership rappresenta un’ulteriore opportunità per un’ottimizzazione efficiente degli investimenti. Piccole Ricette offre oltre 1.000 ricette per tutti i gusti, corredate di foto e descrizione del procedimento, tempi di preparazione, grado di difficoltà, calorie indicative per porzione, senza trascurare il target crescente di coloro che soffrono di intolleranze o di chi ha un regime alimentare alterna-
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luca di cesare
Un catalogo che offre oltre 1.000 variegate ricette
tvo (senza glutine, senza lattosio, vegetariano). Tante le funzioni messe a punto da questa piccola grande app per garantire un’esperienza assolutamente coinvolgente: come per esempio “Leggimi la ricetta”, per ascoltare in viva voce la ricetta durante la preparazione; la ricerca di ricette in base agli ingredienti che restano in dispensa (L’inDISPENSAbile) oppure sulla base del colore che avrà il piatto finito (Cromoricettario) oppure ancora la creazione di una lista della spesa aggiungendo gli ingredienti da comprare direttamente dalla ricetta prescelta. Garantite anche tutte le funzioni di condivisione sui so-
cial network (il tasto “Me gusta” per comunicare ai propri amici le ricette preferite) nonché la possibilità di suggerire nuove funzionalità all’app parlandone direttamente con i realizzatori e con altri utenti attraverso il “Fleur d’elise”. App dallo stile originale e accattivante, Piccole Ricette ha fidelizzato fin da subito milioni di utenti, con cui gli inserzionisti che si affidano a smartclip entreranno in contatto, offrendo loro contenuti coinvolgenti. «Piccole Ricette è un’app innovativa che offre all’utente diverse funzionalità interattive e quindi dal nostro punto di vista costituisce un mezzo molto efficace e di sicuro interesse per i nostri inserzionisti per raggiungere un target sempre più ampio appassionato di cucina. Questa collaborazione ci consente di dimostrare il reale valore del coinvolgimento dei video pubblicitari sui device mobili. Quando gli utenti online di Piccole Ricette fruiscono video su device mobili come smartphone e tablet, gli inserzionisti e i centri media possono raggiungere, grazie al continuo sviluppo tecnologico di smartclip, una precisa audience di riferimento», afferma Luca Di Cesare, managing director di smartclip Italia. ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
“Lara è nata sana. Poi ha perso tutto. Ma non i suoi occhi meravigliosi, che oggi ti chiedono aiuto.”
Foto: Jacqueline Roberts
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Aiuta le bambine affette dalla Sindrome di Rett dona al Con una piccola donazione, puoi fare molto.
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Per più di un anno, Lara è stata pura gioia di vivere, come ogni bambino. Poi, quando tutto sembrava perfetto, ha cominciato lentamente a perdere ogni giorno qualcosa: la parola, l’uso delle mani, delle gambe. Aiutami a far qualcosa contro questa sindrome odiosa. Con solo 2 € per ogni SMS o 2 o 5 € per ogni chiamata da rete fissa aiuti la ricerca di una cura che non c’è ancora, sostieni un’assistenza quotidiana che è www.airett.it fondamentale. Grazie, da Nicola Savino.
Dal 14 settembre al 5 ottobre Dona 2 € con SMS da cellulare personale
Dona 2 € con chiamata da rete fissa
Dona 2 o 5 € con chiamata da rete fissa
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ME DIA
Un meccanismo innescato da una tendenza: l’autoproduzione dei contenuti da parte di chi li distribuisce. e Un comportamento che sul mercato viene già tenuto anche da giganti quali netflix e amazon
Tre tipi di televisione: ecco il futuro del video
Una visione di come potrebbe svilupparsi i il settore dell’audiovisivo trainato dalla multimedialità. Ma emerge una domanda: il panorama complessivo, in primis gli stessi consumatori, è pronto ad affrontare un mondo con almeno una triplice ripartizione dell’universo broadcast? di Daniele Bologna
Uno dei freni più forti allo sviluppo della tecnologia multimediale è quello che, comunemente, viene definito come il problema dei contenuti. In parole povere, nessuno compera un televisore (o magari un tablet o uno smartphone) solo per ammirarne la cornice o un amplificatore solo per contemplare le eventuali manopole (anche se a qualcuno potrebbe piacere). A un televisore servono immagini, a un impianto stereo occorre la musica. Ma cosa accade quando la capacità tecnica dell’apparecchio eccede il livello qualitativo del conte-
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nuto? L’apparecchio non viene utilizzato per quello che serve e quindi viene a cadere la necessità di acquistare un modello più sofisticato rispetto ad un altro più tecnologicamente arretrato, ma magari molto meno costoso. Ed è qui che i grandi produttori di hardware iniziano a parlare del “problema dei contenuti”. Un tema decisamente più sentito - per le dimensioni del mercato, ma anche per la velocità di sviluppo della tecnologia - nel mondo video rispetto a quello audio. Da cui, però, è arrivata nei giorni scorsi una notizia che potrebbe farci capire come, se
non vi saranno ulteriori sconvolgimenti come quelli causati dalla crisi economica ancora in corso in diversi Paesi, il nostro incluso drammaticamente, potrebbe svilupparsi in futuro il settore della multimedialità. I grandi operatori nel settore dello streaming audio, si pensi a Deezer, Spotify, ma anche a realtà meno note come Qobuz, hanno infatti creato un modello di sviluppo che ha portato a far rinascere un settore come quello musicale che, fino a pochi anni fa, era considerato in netta crisi. Dimostrando che dall’aggiornamento tecnologico (il passaggio, pri-
ma, dall’analogico al digitale) è possibile ricavare profitto nonostante siamo di fronte a un prodotto facilmente copiabile e quindi soggetto a pirateria. Il segreto è stato quello di passare dal vendere un singolo brano o disco al vendere l’abbonamento a una sterminata biblioteca musicale. Un modello, quello proposto dal mondo dello streaming audio, che viene già replicato anche nel settore del video, ma con una differenza significativa: l’autoproduzione dei contenuti da parte di chi li distribuisce. E’ il caso di realtà come Netflix o Amazon: operatori che hanno capito una cosa essenziale: se vogliono rendere possibile l’aggiornamento tecnologico (ad esempio l’Ultra Hd) devono poter proporre contenuti oltre che qualitativamente validi anche tecnicamente all’avanguardia. E se il mondo della produzione video resta ancorato al mondo dei broadcaster tradizionali (definizione standard oppure ad alta definizione) devono crearseli in casa, da soli, costruendo un ecosistema completo, finendo anche per soppiantare il ruolo abituale della sala cinematografica. La necessità di fronteggiare l’aggiornamento tecnologico sta, dunque, per
cambiare il mondo della televisione. Non avverrà tutto in una volta e ci vorranno molti anni, ma fin d’ora si possono individuare alcune linee di tendenza. I grandi player dello streaming audio si concentreranno su tutti i contenuti qualificati dall’atemporalità: film, fiction, documentari e così via. I broadcaster tradizionali saranno sempre più qualificati dagli eventi live: sport, informazione, talent, reality, solo per citare alcune categorie. A loro volta, i broadcaster tradizionali separeranno sempre più nettamente l’informazione e l’intrattenimento “leggero”, se resisterà, dal resto. Notizie e show di-
venteranno una commodity, finanziata dalla pubblicità, o nel caso delle tv pubbliche da un canone, mentre ogni evento circoscrivibile e qualificato temporalmente diventerà, al contrario, potenzialmente un evento pay per view. Emergeranno poi, con sempre più forza, le tv web, che saranno, a differenza delle tv streaming e di quelle tradizionali, le più trasversali, coniugando informazioni, contenuti streaming replicabili e eventi live da vendere in pay per view. Infine, un ruolo diverso rispetto al passato lo giocherà anche la sala cinematografica che, da luogo di accoglienza di massa caratterizzato
dall’esclusività in chiave temporale del prodotto, diventerà nicchia di eccellenza tecnologica e di compartecipazione per appassionati. E si pensi al ruolo delle sale Imax negli Stati Uniti. Questo implicherà che sempre più si andrà accentuando una tendenza che esiste da quando è stato creato il piccolo schermo, vale a dire quello dei film creati per essere visti soprattutto al cinema rispetto a quelli che possono essere visti principalmente in tv. Resta solo da capire: il panorama complessivo, in primis gli stessi consumatori, è realmente pronto ad affrontare un mondo con almeno tre diversi tipi di televisione?
per favorire l’aggiornamento tecnologico occorre disporre di contenuti di qualità elevata
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L’authority ha messo in fila gli operatori di telefonia nel periodo aprile-giugno. Passi avanti per la controllata italiana di h3g e fastweb
Agcom fornisce i dati: cresce forte 3Italia
Non saranno ancora i 5 milioni di nuovi clienti che l’amministratore delegato Vincenzo Novari ha indicato come target per fare margini, ma 3 Italia ha messo agli atti un trimestre molto positivo dal punto di vista della customer base
3 italia, nei tre mesi in oggetto, ha guadagnato mezzo punto sul numero complessivo di sim mobili di Vera Modesto
Non saranno ancora i 5 milioni di nuovi clienti che l’amministratore delegato Vincenzo Novari ha indicato come target per fare margini, ma 3 Italia ha messo agli atti un trimestre molto positivo dal punto di vista della customer base. Nel periodo compreso fra aprile e giugno - i cui dati sono stati diffusi da Agcom - la controllata italiana di H3G ha guadagnato mezzo punto percentuale, salendo a una quota del 10,3% nel numero complessivo di sim mobili (operatori di rete + Mvno). E anche sul-
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la portabilità - il passaggio dei clienti da un operatore all’altro - 3Italia ha avuto la performance migliore: +776mila clienti negli ultimi dodici mesi. Gli altri operatori, da tempo, puntano l’indice sulla “guerra dei prezzi”, vedendo in 3Italia il principale responsabile. Indicazione rispedita al mittente dalla controllata italiana di H3G. Quel che è certo è che i numeri di Agcom sembrano premiare sul fronte della customer base nel mobile l’operatore della galassia Hutchison Whampoa. Per quanto riguarda gli altri,
vincenzo novari
Telecom Italia, anche se in leggera flessione (-0,4%), risulta il maggiore operatore (32,1%), seguito da Vodafone (27,7%) che perde il 2,1%, e Wind, stabile al 22,9%. Sempre nel mobile, buona la performance degli operatori virtuali, passati dal 5,1% al 6,9% delle linee complessive, rosicchiando quote agli operatori “storici”. Per loro, a fine giugno, la customer base ha una flessione su base annua per oltre 3,8 milioni di linee, riduzione che per oltre 2,8 milioni è riferibile al 2014. Poste Mobile resta il lea-
der (3,8% del mercato totale e 47,4% nella sola quota degli Mvno), anche se ha perso 7,5 punti percentuali nel segmento Mvno; ma il vero “boom” l’ha registrato Lycamobile, salita al 13% di quota di mercato negli Mvno e diventando il secondo operatore virtuale con oltre 800mila abbonati. A premiare l’operatore, specifica Agcom, sono le sinergie commerciali con i clienti presenti in altri Paesi. Uno sguardo alla telefonia fissa Nel fisso, invece, è Fastweb
a sorridere, arrivando a sfiorare il 10% (+0,8 punti percentuali su base annuale), consolidando lo scarto nei confronti di Vodafone, ferma al 9,5 per cento. La controllata italiana di Swisscom si pone, così, al terzo posto fra gli operatori, dopo il leader Telecom (sceso dal 63,2% al 61,4% di clienti totali) e Wind (ferma con Infostrada al 13,5%). Negli ultimi due anni, però, Telecom Italia ha perso quasi 1,5 milioni di linee. Il tutto nel quadro di un mercato che vede il caro, vecchio telefono fisso perdere sempre di più
appeal: 1 milione di “accessi” in meno negli ultimi due anni e 560 mila considerando il secondo trimestre 2014 a confronto con il secondo trimestre 2013. E per quanto riguarda il broadband, sta crescendo la fibra, i cui clienti, con un incremento di circa 175 mila unità nel corso del 2014, risultano di poco inferiori a 540 mila linee, pari al 3,8% delle complessive linee a larga banda (2,2% nel giugno 2013). In generale, andando anche oltre la fibra, la quota di mercato di Telecom Italia nella banda larga si riduce su base an-
nua dello 0,9%%, portandosi al 48,8 per cento. Se ne avvantaggiano principalmente Fastweb (+0,5%) e gli operatori minori. Per quanto riguarda la banda larga mobile, Agcom, nel suo report, ha messo in evidenza che le sim che nel primo semestre dell’anno hanno effettuato traffico dati hanno superato i 40 milioni (+24,5% rispetto al primo semestre 2013) e da inizio anno il traffico dati è cresciuto del 42,9%, in misura superiore a quanto corrispondentemente osservato lo scorso anno (+32,2%). ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
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LINK social news
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Il sito di informazione più “social” è sempre L’Huffington Post. La testata fondata da Arianna Huffington ha collezionato a settembre ben 53 milioni e mezzo d’interazioni, di cui oltre nove milioni di condivisioni.
Dopo l’addio di Vic Gundotra sono stati in molti a ipotizzare - visti anche i risultati non esaltanti - che G+ potesse essere chiuso da Google. E invece, a sentire il nuovo responsabile del social di Mountain View, David Bresbis, non solo non chiuderà, ma gode di ottima salute e riceverà altri finanziamenti da parte della società. In particolare, l’intenzione sembra essere quella di migliorare soprattutto l’esperienza mobile attraverso l’inclusione di nuove funzionalità nelle app per smartphone e tablet. Tuttavia, alla domanda sugli utenti effettivi di G+, Bebris ha preferito trincerarsi dietro il più classico dei “no comment”.
Huffington Post, le news più condivise
Google+ è vivo e... non vegeterà
NEWSWHIP.COM
brand marketing
La coda lunga? Non esiste più Quando l’ex direttore di Wired US, Chris Anderson, ha coniato la definizione di Coda Lunga tutti abbiamo pensato che internet potesse moltiplicare all’infinito le possiblità di contatto tra domanda e offerta di beni e servizi, così come di cultura. A smentire dolorosamente questa tesi e l’immaginario che ha creato arriva il libro “Blockbusters: Hit-making, Risk-taking, and the Big Business of Entertainment” di Anita Elberse. Secondo l’autrice, testa e coda della curva si stanno progressivamente allontanando. Un esempio: nel 2011, su 8 milioni di canzoni vendute in formato digitale il 94% hanno venduto meno di 100 unità e il 32% una sola copia.
WIRED.IT
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RECODE.NET
social media/2
Twitter, è guerra al Governo Usa Sembra proprio finito l’idillio tra Twitter e il Governo americano. Il social network ha fatto causa all’esecutivo, reo secondo la versione del gruppo -, di aver violato le norme che regolano il diritto di espressione.
TMNEWS.IT ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014
o e Vid ertising V d A tegy A r st
intervengono: Politecnico di Milano, exPonential, Facebook, MicrosoFt, Mosaicoon, siMPle agency, teads, yahoo
guest star: international director
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giovedĂŹ 16 ottobre sala collina il sole 24 ore via Monte rosa 91 Milano Platinum SPonSor
gold SPonSor
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LINK tendenze
turismo digitale
La mania dell’autoscatto sta arrivando al capolinea? A Hollywood è nato l’Anti-Selfie Movement. E c’è già un video, “Aspirational”, e un volto noto, quello di Kirsten Dunst, che si è prestata a diffonderne il messaggio.
Cosa compriamo online? Soprattutto viaggi, come conferma lo studio di Criteo Travel Flash Report 2014. Le prenotazioni di vacanze e spostamenti tramite dispositivi mobili hanno registrato, infatti, un incremento di oltre il 20% nei primi sei mesi del 2014 e nel nostro Paese le applicazioni di questo genere per mobile contribuiscono al 12% delle prenotazioni da smartphone e tablet nel mondo. Un risultato che pone l’Italia al primo posto nel Vecchio Continente e al quarto nel mondo dopo Giappone, Australia e Stati Uniti. Tra i settori, a prevalere è l’affitto di case tra privati, leggi Airbnb.
Hollywood ora si scopre anti selfie
Gli italiani sono “mobili” da mobile
ANSA.IT
social adv
Facebook, l’adv è “hyper local” Non contenta di aver lanciato Audience Network, una nuova rete pubblicitaria dedicata all’universo dei dispositivi mobili di tutte le piattaforme, Facebook ha presentato ieri anche la pubblicità localizzata con il raggio d’azione di un miglio. L’“hyper-local”, che era allo studio già dal gennaio 2011, è destinata alle attività commerciali che potranno così convincere gli utenti che sigtrovano nelle vicinanze a visitare i propri negozi. Un nuovo business che, con oltre un miliardo di utenti sul mobile, molti dei quali consentono la localizzazione, non potrà che avere un effetto monstre sugli affari di Fb.
TECHCRUNCH.COM
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STARTUPITALIA.EU
scenari
Il futuro dell’auto: ecco gli e-vehicles
GLOBALCHANGE.COM
Si giocherà sui carburanti ma non solo, il futuro dell’automotive. Un interessante viaggio tra tecnologie dei materiali, elettronica di precisione e tutto ciò che farà si che le auto, domani, si guideranno da sole.
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L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.
Anticipi e posticipi della Serie A nello splendore dell’alta definizione
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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012
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16 ottobre - magna pars suite @ milano
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pragmatico confronto tra i massimi livelli nel sistema economico e governativo: innovazione, impresa, lavoro Andrea Malacrida ha 39 anni, da 5 gestisce le vendite e il marketing per il gruppo Adecco in Italia, un miliardo di euro di fatturato e circa 1.700 giovani colleghi ed amanti dello sport. Fino alla laurea in Economia nel 1998, divide gli studi con la passione per il basket, arrivando a giocare fino in serie C. prima di entrare in Adecco nel 1999, vince un concorso per la creazione della migliore idea imprenditoriale dell’anno, costituendo un’azienda virtuale che coniuga i vantaggi della tecnologia con il crescente sviluppo del mercato della telefonia, poi implementata da Viasat. Cresce professionalmente in Adecco partendo da una filiale e assumendo progressivamente sempre più responsabilità in ruoli manageriali per il professional staffing, come direttore generale di Ajilon, lanciando nel 2005 la società del gruppo che si occupa di formazione manageriale. Proprio nel corso di quest’ultima esperienza crea una faculty dedicata specificamente al mondo dello sport, portando diversi atleti e coach in aula con migliaia di manager
visioni
di
Matteo Dedè
adecco, come usare lo sport
per fare business Adecco è nata con lo sport, con lo scopo, fin dal 1998, di creare engagement sul brand verso il suo target principale: i candidati. Il numero di candidati in database, da allora a oggi, è incrementato esponenzialmente e attualmente conta oltre 4,7 milioni di potenziali lavoratori da inserire nel mercato, la maggior parte con un’età media inferiore ai trent’anni; anche per questo il media sport è tra i più importanti e universali per noi. Se all’inizio della nostra storia lo abbiamo utilizzato soprattutto per ottenere visibilità, posizionamento e brand awareness, oggi abbiamo invertito l’attività e lo sfruttiamo in modo virtuoso per fare business, puntando sulle attività di pr e b2b. Ho voluto provare a cambiare un pò la tendenza, andare a dialogare direttamente sui territori e non più solo sulle sponsorizzazioni nazionali: è importante trasmettere il posizionamento di Adecco come leader nazionale anche localmente.
Ecco perché abbiamo moltiplicato la presenza dei club di serie A. Dal solo Milan, oggi abbiamo invece otto squadre della massima serie: Milan, Inter, Roma, Lazio, Genoa, Sampdoria, Udinese e Cagliari. Inoltre, abbiamo scelto di affiancarci negli ultimi anni, per due volte, al Giro d’Italia, che è una manifestazione importante e che tocca tutte le regioni in cui siamo presenti con le nostre oltre 350 filiali. Ecco ancora perché da quest’anno diamo il title ai campionati della nuova Lega Nazionale Pallacanestro, forte di 178 società sportive, presente in tutte le regioni del Paese. Ovviamente, molto dipende dal tipo di sport, di settore e di squadra, ma io credo che il mercato delle sponsorizzazioni sportive in Italia soffra perché non ragiona ancora con un approccio manageriale alla gestione dei contatti con le aziende partner. Oggi Adecco lavora quotidianamente con circa diecimila aziende in Italia.
un’immagine di magna pars suites, a milano, dove si svolgerà l’incontro
“Le sfide per la crescita: innovazione, imprenditorialità e occupazione”. Davvero attualissimo, e drammaticamente importante, il tema espresso dal sottotitolo dell’appuntamento in programma a Milano il prossimo 16 ottobre, dal titolo “Strategy Council”, organizzato presso Magna Pars Suites e che rientra nella serie di eventi legati al semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea. Anche Deloitte fa parte dell’eqipe organizzativa, che ha costruito una scaletta di interventi di primissimo piano. Fino ad ora hanno assicurato la loro presenza il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il ceo di Poste Italiane, Francesco Caio, e il numero uno di Deloitte, Enrico Ciai. Ma non solo. Saranno della partita l’attuale direttore del quotidiano Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, e il responsabile della redazione economica di Sky Tg 24, Alessandro Marenzi, che interverrà insieme al ceo di Sky Italia, Andrea Zappia. E ancora, Andrea Illy, ceo e presidente di illycaffè e presidente della Fondazione Altagamma; Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia; Carlo Mazzi, presidente del gruppo Prada; Victor Messiah, ceo di Ubi Banca; Alessandro Profumo, presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena; Andrea Poggi, partner di Deloitte e responsabile Strategy Consulting. E forse, già invitato, potrebbe esserci anche il premier Matteo Renzi. ANNO V | #114| GIOVEDI’ 9 OTTOBRE 2014