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visioni / federico lagni

Ict 2014, torna il Festival piĂš richiesto dal mercato

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ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014

La motivazione che ha fatto nascere il Festival ICT è estremamente semplice: lo ha chiesto il settore. Da profondi conoscitori del mercato ICT italiano ed altrettanto conoscitori delle manifestazioni...

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Omnicom Group: oggi è il momento dell’online video

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Online Adv in Usa presto al raddoppio

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Sizmek fotografa il mercato luxury

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La casa italiana per Bnp Paribas

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Brand Cross, piĂš linfa alla pubblicitĂ

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Retail in Italia: cambiare o morire

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COVER STORY

Video ADVertising

La scelta di Omnicom Group: è il momento dell’online video In un’intervista concessa al quotidiano statunitense The Wall Street Journal e rimbalzata a livello internazionale sui tavoli che contano, Daryl Simm, ceo per le operazioni media del gruppo americano che vanta tra i clienti gruppi importanti come Apple, PepsiCo e McDonald’s, parla dei cambiamenti in atto nel mercato della pubblicità. E delle inevitabili decisioni che seguono a implacabili trasformazioni di Valentina Lunardi

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Omnicom Group controlla una bella fetta della spesa globale in advertising. Qualcosa come 54,4 miliardi di dollari e fornisce consulenza a clienti altrettanto globali come PepsiCo, Visa, McDonald’s e Apple. E sta consigliando ai suoi clienti di trasferire dal 10 fino al 25% del proprio budget riservato al

media televisivo all’online video. Una scelta piuttosto clamorosa. Anche se parecchio giustificata. La mossa pare la diretta ammissione di una situazione non proprio semplice che il panorama televisivo sta attraversando in tutto il mondo occidentale: nessuno, infatti, può oggi ignorare lo stato di attac-

co che la televisione sta subendo da parte del digitale e che suggerisce la fine di quella linea di pensiero che prevedeva una crescita parallela, in campo pubblicitario, del piccolo schermo e dei nuovi media online. Appare, dunque, chiaro che i marketers dovranno spendere meno negli spot televisivi

e di più nei video digitali. Ma come possono essere aiutati gli stessi marketers a decidere come, dove e quanti soldi investire tra tv e digitale? Per comprendere meglio il cambiamento in atto vi offriamo, se ve la siete persa, una rielaborazione “ragionata” dell’intervista rilasciata da Simm alla

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prestigiosa testata americana, per scoprire perché gli investimenti nel settore stanno mutando, quali nuove pressioni le holding dell’advertising stanno affrontando e come mai il mercato pubblicitario televisivo si stia dimostrando molto più debole di quanto dovrebbe essere. Primo punto da prendere in considerazione è che l’investimento nel settore dell’online video sta crescendo a un ritmo molto più serrato di quanto stia accadendo per tutti gli altri media; ma, come ricorda Daryl Simm, i budget non si creano né si moltiplicano da soli, provenendo in larga parte da operatori tradizionali del mercato. Basti pensare alle partnership realizzate dalle varie emittenti televisive che offrono serie-tv complete anche online, oppure a un modello di servizio on demand come quello offerto da Hulu, che permette la visione gratuita di film e spettacoli, in particolare di emittenti come Fox e Nbc; e infine, ecco i vari accordi raggiunti con premium video provider come Aol, Yahoo e YouTube. Secondo Simm, quindi, i soldi riservati alla tv non stanno scomparendo, ma si stanno trasferendo verso 4

omnicom group sta consigliando ai propri clienti, fra cui mc donald’s, visa, pepsico e apple, di trasferire fra il 10% e il 25% del budget per la tv all’online video

altre interessanti alternative. In termini quantitativi le cifre movimentate cambiano considerevolmente a seconda delle compagnie coinvolte, dai milioni di dollari messi a disposizione dell’online advertising dal settore gaming all’ancora relativo ricambio che sta avvenendo tra le compagnie della grande di-

stribuzione. Rispetto a queste differenze Simm afferma: «Stiamo consigliando ai nostri clienti di spostare dal 10 al 25% del proprio budget dalla tv all’online video, a seconda dei diversi target di riferimento». Seppure tutto questo possa sembrare allarmante per i network televisivi, nella realtà sia le reti in

chiaro sia quelle via cavo stanno recuperando una considerevole parte degli investimenti riservati al digitale, dato che la loro programmazione ottiene tuttora elevati punti di share nel mercato premium dell’online video. Il punto focale, secondo il ceo di Omnicom, è arrivare a soddisfare i vari segmenti di cui è com-

posta l’audience «Nel caso in cui l’obiettivo sia quello di incrementare i livelli di reach a fronte del tradizionale audience televisivo, la soluzione è quella di muovere una significativa parte del budget riservato al video verso i canali online. Naturalmente sempre tenendo ben presente il tipo di business del clien-

daryl simm

te a cui ci rivolgiamo». Ma, come è ovvio, non è solo la quantità degli investimenti a contare. Il mercato necessita di contenuti rilevanti e di alta qualità. E sempre più talenti - attori, registi, ma anche produttori e gli stessi brand - sono pronti a entrare nello spazio digital; una situazione che fa ben sperare per il futu-

ro del settore, seppure la qualità dei contenuti online resti ancora una questione aperta. C ontemp orane amente, il mercato televisivo dell’advertising sembra, invece, ritrovarsi in una sorta di stagnazione, una condizione provocata, secondo Simm, dalla generale tendenza degli inserzionisti a lavorare con ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014


LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.

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ritmi più dilatati, nel tentativo di mantenere una maggiore flessibilità in un mondo dove le opzioni per il settore advertising si moltiplicano continuamente. La tendenza, allora, è quella di lavorare con un livello di urgenza minore, anche in misura considerevole. Un trend che sembra mettere fine ai tempi in cui gli advertisers spostavano grandi budget in tempi ristretti per non perdere le opportunità di inventory pubblicitario; oggi la situazione è profondamente mutata e sono molti gli spazi a disposizione del mercato; sempre secondo Daryl Simm, il cambiamento deriva proprio da queste nuove condizioni più che da una contrazione della domanda. Altra questione fondamentale è quella dell’accountability: i marketers mostrano un maggiore interesse nel misurare gli effetti delle campagne di advertising, anche grazie a un apporto della tecnologia che permette attività di monitoraggio sempre più sofisticate. Il settore sembra chiedersi con sempre più insistenza quale sia la ricezione dei propri contenuti da parte dei consumatori e se le immagini e i messaggi veicolati possano effettivamente aumentare l’at6

tenzione e l’interesse attorno ai brand. In relazione a questo trend, l’accountability sarà certamente un tema di primaria importanza per i marketers, che dovranno bilanciare, da una parte, il desiderio di ottenere risultati immediati di vendite o transazioni e dall’altra rispondere alla necessità di lavorare approfonditamente sul brand building e la fidelizzazione dei clienti. In un mondo, come si è visto, sempre più complesso e in un business che richiede sempre

maggiori risorse, alcuni inserzionisti hanno dimostrato un atteggiamento sempre più disincantato nei confronti delle modalità operative di colossi impegnati nel media business come Omnicom, decidendo di spostare diverse attività inhouse. Nell’analisi di Daryl Simm, anche questa tendenza nasconde una realtà più complessa. L’esempio? La tecnologia programmatic, adottata dalla quasi totalità dei clienti di Omnicom. «Puoi imparare cosa sia e quali effetti abbia il programmatic, ma presi in considerazione la grandezza del tuo business, la disponibilità finanziaria, gli investimenti in termini di tecnologia necessaria, probabilmente il programmatic non apparirà come parte del core business per molti marketers. Per alcuni sarà più centrale mantenere le analisi di mercato dei propri prodotti a livello interno, ma questo non significa necessariamente un pericolo per i grandi network cui fanno capo tante agenzie pubblicitarie».

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MARKET PLACE

A dirlo è una ricerca di Forrester: cifre clamorose entro il 2019

Pubblicità su internet: negli Usa raddoppio possibile nel corso dei prossimi cinque anni

Le previsioni del prestigioso istituto si basano sullo studio di documenti finanziari, interviste, ricerche e analisi del traffico web e stimano un mercato a valore pari a 37,6 miliardi di dollari di Vera Modesto

La spesa per la pubblicità su internet negli Stati Uniti raddoppierà - quasi - nei prossimi cinque anni. A dirlo è una ricerca condotta da Forrester, secondo cui gli investimenti in online display adv negli Usa raggiungeranno i 37,6 miliardi di dollari nel 2019, con una crescita del 90% rispetto ai 19,8 miliardi dollari nel 2014. Nel frattempo, il mercato dell’“offline” aumenterà a un tasso medio annuo dell’1% per raggiungere 239 miliardi dollari nel 2019. La crescita maggiore sarà quella della tv via cavo, con il 4,8%, mentre gli altri canali, come radio, giornali, riviste, sono tutti destinati a decrescere. Secondo lo studio, la crescita dell’online sarà dovuta soprattutto a un aumento degli investimenti nella pubblicità video. Ci si aspetta che un al-

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tro settore in forte crescita sarà il mobile. Gli annunci destinati a smartphone e tablet rappresenteranno quasi il 40% di tutti gli investimenti online entro il 2019, partendo da una quota del 24,4% prevista nel 2014. Nonostante queste ottime prospettive, alcune problematiche, come frodi, visibilità e trasparenza, potrebbero continuare a limitare gli investimenti in pubblicità digitale. «I direttori marketing dovranno trovare il modo di limitare i danni causati da queste carenze se vorranno aumentare la crescita degli investimenti online» ha scritto l’analista Samantha Merlivat nella relazione “North American online display advertising Forecast, 2014 To 2019“. Le previsioni di Forrester si basano, in particolare, sullo studio di documenti finanziari, interviste, ricerche e analisi del traffico internet.

prodotti

De Rica sceglie il 2.0 per lanciare la Passata Pura

Pura Passata di pomodoro vallivo, il nuovo prodotto che arricchisce il ventaglio di salse di De Rica, è appena venuto alla luce del mercato e ha bisogno di crearsi un’identità. Il marchio, allora, lancia la campagna che racconterà all’Italia la natura e le caratteristiche del prodotto, utilizzando lo storytelling. Generale Conserve, che ha inserito De Rica in portafoglio a dicembre, ha lanciato un minisito ad hoc raggiungibile dal sito ufficiale di De Rica e dal QR code presente in etichetta. In un percorso interattivo, gli utenti assistonoalle tappe fondamentali che generano il prodotto, scoprendo i dettagli del territorio, le peculiarità dei semi e le caratteristiche finali. «Abbiamo cercato di rilanciare la brand awareness attraverso il rinnovo totale delle etichette della gamma De Rica. Anche per questo nuovo prodotto abbiamo cercato di attivare una strategia di comunicazione a tutto tondo, dal tradizionale al 2.0, per riuscire a raggiungere il consumatore su tutti i canali, inserendo anche il QR sulla confezione» spiega Simona Mesciulam, direttore marketing di Generale Conserve. ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014


Oggi vogliamo divertirci di più

Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono: siano essi notizie, informazioni, intrattenimento. Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, fonte editori


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MARKET PLACE

Il progetto coinvolge 4,6 mln di scolari e i loro insegnanti

L’impegno di Conad per i giovani e il mondo della scuola

Migliaia di istituti iscritti fino ad ora a “Scrittori di classe”, l’operazione dedicata alla scoperta di lettura e scrittura di Valentina Lunardi

A un mese dalla presentazione della nuova iniziativa “Scrittori di classe”, avvenuta in occasione di Festivaletteratura a Mantova, sono già 10,080 le classi di scuole elementari e medie che hanno mostrato entusiasmo e interesse per il progetto di Conad pensato per sollecitare i ragazzi in età scolastica a scrivere. E per fare un primo passo verso la riscoperta del piacere della buona lettura. L’iniziativa coinvolge potenzialmente 4,6 milioni di ragazzi in età scolastica e gli insegnanti di 230 mila classi delle scuole elementari e medie di tutta Italia,

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e al momento i picchi di partecipazione si situano nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Campania. “Scrittori di classe” fa parte di un progetto più ampio di informatizzazione delle scuole italiane, “Insieme per la scuola”, un’iniziativa fortemente sostenuta da Conad, con un investimento che nelle prime tre edizioni ha superato i tre milioni di euro all’anno. Una risposta concreta da parte dell’azienda alla lunga sequela di tagli agli investimenti dedicati al mondo della scuola, che hanno portato l’Italia agli ultimi posti in Europa per percentuale di spesa pubblica dedicata all’istruzione.

Una situazione che si riversa nel rapporto tra gli italiani e la lettura: nel 2013 hanno letto un libro in 24 milioni (in discesa dal 46 al 43% rispetto all’anno precedente), mentre sono cresciuti di 2 punti percentuali gli utilizzatori di internet. Sono 5,2 milioni i ragazzi dai 6 anni in su che affermano di aver letto almeno un libro in formato digitale o di possedere un e-reader, ma il dato è controbilanciato in negativo dal fatto che una famiglia italiana su dieci dichiara di non possedere nemmeno un libro. Si conferma, invece, come fascia di età più attiva nella lettura quella tra gli 11 e i 14 anni, con le regioni settentrionali che registrano oltre il 50% di lettori tra la popolazione. «Conad ha scelto di lanciare questo ambizioso progetto per dare una risposta efficace, originale e capillare alla preoccupante scarsa propensione alla lettura degli italiani e, soprattutto, dei giovani. Un’iniziativa che coinvolge studenti e insegnanti in modo attivo, promuove la lettura e la scrittura tra i ragazzi e valorizza il lavoro di squadra, la coesione e la cooperazione in classe», afferma il direttore marketing canali distributivi Conad Alberto Moretti -. Con “Scrittori di classe” Conad rafforza lo spirito di solidarietà e di relazione con i territori e le comunità in seno alle quali opera con i propri soci imprenditori e alle quali restituisce benefici anche sotto forma di questa nuova iniziativa. I risultati raggiunti sinora ci spingono a focalizzare ancora di più il nostro impegno sui giovani e sul mondo della scuola». ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014

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SC N RIO

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“Lara è nata sana. Poi ha perso tutto. Ma non i suoi occhi meravigliosi, che oggi ti chiedono aiuto.”

a confronto i risultati delle campagne di 42 brand internazionali del lusso da gennaio a luglio 2014

Luxury: la fotografia scattata da Sizmek individua i formati più efficaci per il digital di Pietro Castagna

Sizmek, società internazionale leader per la gestione dell’advertising, presenta il Benchmark Report per i brand del settore del lusso relativo alla prima metà del 2014. Lo studio condotto dalla divisione Ricerche di Sizmek, ha messo a confronto i risultati delle campagne pubblicitarie di 42 brand internazionali del lusso da gennaio a luglio 2014 con la media dei benckmark di altri mercati verticali (Benchmark Data Book H1 2014). Il Benchmark Report di Sizmek ha evidenziato i formati più efficaci e i relativi dati di performance per il settore luxury: il tasso di interazione con i Polite banner risulta doppio rispetto al benchmark a livello mondiale. I tassi di dwell risultano, invece, in linea con altri formati rich media. I Polite banner con video clip mostrano tassi di interazione più alti e un click through rate (CTR) più alto del 10% rispetto a tutti i polite banner (con video

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o senza). I formati video in-banner funzionano molto rispetto al benchmark per quanto riguarda interazione, dwell e click through rate, lasciando intuire che i video riescono a destare l’attenzione del pubblico più facoltoso. Sia l’interazione che il dwell rate sono indicatori chiave di un’aumentata brand awareness. I formati HTML5, sia expandable che polite, funzionano per i brand del lusso meglio del benchmark medio in termini di CTR. Gli expandable banner sono vicini a du-

plicare il benchmark sia per tasso di interazione sia in termini di CTR. In confronto al formato Flash, il CTR risulta quasi il doppio rispetto agli expandable. «Gli utenti del mercato del lusso, oltre ad essere consumatori benestanti e ambiziosi, sono anche un target di first adopter nei confronti delle tecnologie legate al mobile - afferma Alex White, vice president Product di Sizmek -. I nostri benchmark mostrano come i formati più innovativi e interattivi hanno un grande successo nel destare l’attenzione di questo tipo di pubblico». I brand del lusso puntano all’esclusività: questo obiettivo ha comportato un ritardo da parte di questo settore nell’adozione dell’adv digitale e di tattiche di marketing online per massimizzare la reach. Tuttavia, con buona parte dei consumatori del lusso online e con un 5% di tutte le vendite dei beni di lusso su internet, i marketer stanno investendo sempre di più in campagne pubblicitarie digitali ogni anno. ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014

Foto: Jacqueline Roberts

Il Benchmark Report del gruppo ha evidenziato anche i dati di performance per il settore

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Aiuta le bambine affette dalla Sindrome di Rett dona al Con una piccola donazione, puoi fare molto.

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Per più di un anno, Lara è stata pura gioia di vivere, come ogni bambino. Poi, quando tutto sembrava perfetto, ha cominciato lentamente a perdere ogni giorno qualcosa: la parola, l’uso delle mani, delle gambe. Aiutami a far qualcosa contro questa sindrome odiosa. Con solo 2 € per ogni SMS o 2 o 5 € per ogni chiamata da rete fissa aiuti la ricerca di una cura che non c’è ancora, sostieni un’assistenza quotidiana che è www.airett.it fondamentale. Grazie, da Nicola Savino.

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COM PANY

Milano Plan.Net firma il concept strategico e un articolato e impegnativo piano di comunicazione

Bnp Paribas RE presenta MIA: ecco la casa italiana

Il ramo immobiliare del gruppo bancario in campagna sull’operazione di riqualificazione dell’ex Grand Hotel Fiera a Milano

“mia la casa italiana” è il payoff di tutto il materiale di Luca Anelli

“Finalmente a casa MIA” è l’headline della campagna crossmedia in uscita sulle testate nazionali più importanti. E’ l’ultimo step di un progetto iniziato da zero e declinato all’interno della

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Casa della Comunicazione di Via Solferino, a Milano, dalla strategia di posizionamento alla creazione del nome fino al media planning. MIA è un’iniziativa di sviluppo immobiliare, a cura di Bnp Paribas Real Estate, che farà parlare di sé per molti mo-

tivi. Infatti, MIA nascerà in un luogo simbolico, al posto del Grand Hotel Fiera Milano, che tanta importanza ha avuto nella storia della Milano moderna. Il nuovo progetto, presentato al mercato da Cesare Ferrero, country manager Italia di BNP Pa-

ribas Real Estate, proporrà i più alti livelli qualitativi in un contesto che sarà valorizzato per diventare un punto nodale della città. L’architettura si ispira a criteri di funzionalità e bellezza, sia interni che esterni. Su questo principio l’agenzia ha idea-

to una strategia che punta a valorizzare ogni singolo spazio a sé, attraverso i momenti di piacere che in ciascun ambiente si possono vivere. Con tutto il gusto e la sensibilità che contraddistingue lo stile di vita italiano. Per Sara Baroni, amministratore delegato di Plan.Net Italia e partner del Gruppo Serviceplan, si è trattato di un lavoro articolato e impegnativo: «Bnp Paribas Real Estate ci ha affidato un incarico complesso in un settore in cui la comunicazione è molto tradizionale. Riteniamo che la capacità di coniugare approcci innovativi a processi commerciali classici sia la chiave per il successo dell’operazione. Il lancio è stato il primo passo, abbiamo creato una piattaforma strategica su cui costruire in futuro un cambiamento nel settore immobiliare, mettendo a frutto tutte le competenze che Serviceplan unisce». MIA, La Casa Italiana è il payoff che firma tutto il materiale e che racconta come già oggi si possa scoprire nei dettagli il progetto MIA. Il QR code inserito sugli annunci genera una chiamata per fissare un appuntamento e conoscere da vicino i vantaggi di MIA, La Casa Italiana. Mentre www.mialacasaitaliana.it è la piattaforma web. L’immobile attuale, dunque, lascerà il posto a un edificio in classe A di dieci piani. Nel complesso sono previsti 110 appartamenti, dota-

sara baroni e cesare ferrero

ti di ampi terrazzi che costituiranno uno degli elementi caratteristici della facciata. Si tratta di soluzioni abitative di alto livello: il prezzo medio è di 6.250 euro al metro quadrato, con punte fino a 8.500 euro per gli appartamenti più prestigiosi. «Prima di partire con questo progetto ci siamo fatti una domanda - commenta Cesare Ferrero -: c’è ancora mercato a Milano per operazioni di questo tipo? In città si trovano esempi di residenziale di un certo livello, ma se leggiamo i giornali è evidente l’eccesso di offerta sulla domanda. Questo è un mercato difficile, competitivo e selettivo, in cui non ci si può più permettere di sbagliare, né nella scelta del luogo, né del prodotto e né del prezzo». Eppure, i primi risultati hanno lasciato spazio a un certo ottimismo. Nel giro di una ventina di giorni si è arrivati al dieci per cento del venduto su 110 appartamenti totali, con un 90 per cento degli acquirenti che attualmente risiedono già nel quartiere Fiera. La consegna degli alloggi è prevista per il terzo trimestre del 2017; a

dicembre inizieranno infatti le operazioni di demolizione dell’attuale Hotel Fiera, a cui seguirà la fase di costruzione del nuovo immobile. «Ci ha aiutato molto il fatto di avere alle spalle un nome come BNP Paribas - continua Ferrero -, che essendo una banca permette una certa forza finanziaria: questo per i nostri interlocutori è una garanzia di affidabilità. Acquistare oggi un’abitazione non realizzata è fonte di grande stress, e chi compra non vuole problemi: niente cantieri fermi, ritardi nelle consegne, casi di non conformità al progetto iniziale». Il progetto architettonico è stato elaborato dallo studio Asti Architetti. «Abbiamo voluto recuperare le caratteristiche tipiche dell’abitare italiano - spiega Paolo Asti, fondatore dello studio -: l’open space, ad esempio, ha un grande impatto estetico, ma in un’operazione del genere sarebbe stato contradditorio. La casa italiana è uno spazio organizzato per parti, in cui devono poter dialogare la zona giorno e la zona notte legata a una dimensione privata». ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014



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ME DIA

di Daniele Bologna

Un doppio salto in avanti nell’intrattenimento commerciale, un Branded Content spettacolare e indimenticabile. Dall’agreement di Bananas e Filmgood, due delle maggiori realtà che operano in settori tangenti dell’industria dell’intrattenimento e della comunicazione commerciale, nasce Brand Cross, ovvero la prima risposta a una pubblicità che soffre, in competizione diretta non solo con i contenuti editoriali di giornali e televisioni, ma addirittura con gli user generated content prodotti sui social network dagli stessi consumatori finali. Bananas e Filmgood da oggi sono pronti a collaborare con aziende, agenzie di pubblicità e centri media per superare l’attuale caos che caratterizza l’industria della comunicazione, frazionata in decine di attività specialistiche. Brand Cross, dunque, vuole integrare le capacità di pensiero strategico sulla marca e sintetizzarla in contenuti narrativi ed esecuzioni che raggiungano in modo sfidante i consumatori/spettatori su tutte le piattaforme mediatiche, da quelle offline tradizionali a quelle digitali. Tut-

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dalla collaborazione fra bananas e filmgood scaturisce una nuova forma di pubblicità, contigua all’intrattenimento

Brand Cross, quando si fondono i contenuti e la comunicazione

questa proposta ha la caratteristica di fondere pensiero strategico e valori di marca all’interno di sequenze narrative

IBananas protagonisti del “passaggio in profondità” è una realtà poliedrica e consolidata, che da vent’anni gestisce il successo e la qualità del marchio Zelig, lo scouting di nuovi artisti, il management dei principali attori comici italiani. Oggi Bananas mette a disposizione le esperienze nelle nuove aree di sviluppo dell’entertaiment in oltre duemila eventi annuali. Filmgood è una casa di produzione formata da professionisti che operano da oltre vent’anni. Lavora con i più accreditati registi pubblicitari e cinematografici italiani e internazionali di corporate video, table top e docufiction, per le più importanti agenzie e anche per i più importanti clienti italiani e internazionali.

to questo, sostanzialmente, significa che per la prima volta gli autori dei contenuti di maggior qualità potranno lavorare in accordo con i migliori strateghi del marketing: musicisti, attori, registi e sceneggiatori di fama metteranno il loro talento a disposizione degli esperti di numeri, merca-

ti e consumatori. Alla fine questo produrrà una comunicazione commerciale più efficace, rilevante ed originale per le marche dei più importanti mercati, oltre che piacevole e ben accettata dal pubblico dei consumatori. «Vogliamo mettere al servizio dei cliente e del pubblico tutta le nostre ca-

pacità di creare contenuti nuovi, senza lasciare nulla al caso - spiegano Roberto Bosatra, amministratore delegato di Bananas, ed Emanuela Cavazzini, managing director & executive producer di Filmgood -. La nostra collaborazione nasce perché vogliamo ribaltare le prospettive, per-

emanuela cavazzini

roberto bosatra

ché siamo convinti che ci sia bisogno di una nuova forma di comunicazione di marca. Mettere insieme le nostre professionalità significa poter offrire grandi opportunità di sviluppo nella comunicazione. Bananas e Filmgood puntano decisamente su un innovativo approccio al branded

content tramite la creazione di contenuti editoriali di qualità». Brand Cross è il primo “passaggio in profondità” a tagliare l’intera area di gioco e a presentarsi da protagonista nel campo dell’intrattenimento commerciale, per nuove strategie di marketing basate sullo sviluppo e la produzione

di contenuti originali, tagliate su misura sui valori e i temi del brand. Intanto, si sta già muovendo anche la macchina organizzativa sul fronte comunicativo: Brand Cross verrà presentata nei prossimi mesi con un’importante serata-evento alla presenza della stampa e degli addetti ai lavori. ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014


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LINK TECNOLOGIE

social trend

Certo, scrivere oppure leggere messaggi di testo mentre si è alla guida può essere sicuramente pericoloso, ma a quanto pare neppure i sistemi “hand free”, come Siri di Apple, risultano completamente privi di rischi.

Kim Kardashian ha 24 milioni di follower su Twitter, meno di Katy Perry ma comunque più del Papa. Oltreoceano la ragazza è una specie di Belen al cubo. Il suo nome è diventato sinonimo della sproporzione tra celebrità e meriti acquisiti sul campo. Le è stata persino intitolata un’equazione che mette in rapporto il numero di follower che una persona ha e quelli che dovrebbe avere se Twitter fosse un universo meritocratico. Si chiama Kardashian Index ed è stato ideato un po’ per scherzo e un po’ sul serio dal genetista Neil Hall. Più alto appare l’indice, più immeritato è il successo.

Siri, meglio di no se sei alla guida

NYTIMES.COM

Twitter, il fattore K e gli scienziati

contextual commerce

Uomini e donne, acquisti diversi

GETELASTIC.COM

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Il contextual commerce è considerato spesso il modello verso cui convergerà l’intero settore legato al commercio elettronico, sopratutto mobile. Questo perché i prodotti e le opportunità di acquisto, quando strettamente legate ai contenuti, offrono notevoli vantaggi per tutte le parti interessate. Per gli operatori, questo modello si basa essenzialmente sull’offrire un’esperienza d’acquisto più rilevante in base a ciò che si conosce di un visitatore e sfruttando elementi quali geolocalizzazione, tipo di dispositivo e lo storico degli acquisti. Senza dimenticare, però, le distinzioni di genere .

CORRIERE.IT

MObile applications

BigG domina sugli smartphone Usa

SOCIALMEDIATODAY.COM

Secondo le recenti rilevazioni compiute da comScore, quattro delle cinque più importanti app per mobile negli Usa portano la firma di Google, attestando una volta di più che il dominio di BigG sembra ormai cross-piattaforma. ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014


O E VID ERTISING V D A TEGY A R ST

INTERVENGONO: POLITECNICO DI MILANO, EXPONENTIAL, FACEBOOK, MICROSOFT, MOSAICOON, SIMPLE AGENCY, TEADS, YAHOO

GUEST STARS: TARSEM SINGH E KARIM BARTOLETTI

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LINK normative

social media

Tempi duri per i “trafficanti” di fake click. Le associazioni del settore digitale americane stanno mettendo a punto sofisticati meccanismi per perseguire le aziende che comprano e vendono traffico fraudolento.

Circa un anno fa Antoine Garrot, un utente francesse di Facebook evidentemente annoiato, decide di condurre uno strano esperimento: essere completamente sincero sul social per 24 ore. Risultato: perse più di metà degli amici. E Fb si sarà forse ispirata proprio a Garrot che a quanto pare sta lavorando su un’applicazione per mobile definita “stand-alone”, che consentirà agli utenti di interagire sul social network senza utilizzare il nome con cui si appare su Facebook. L’app, che dovrebbe uscire nelle prossime settimane, rivela un cambio di approccio notevole al concetto di identità finoraora portata da Fb.

Si va dura la lotta ai link fraudolenti

ADAGE.COM

Facebook si dà all’anonimato

ECOMMERCE

Il retail in Italia: cambiare o morire

LINKIESTA.IT

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Una ricerca di The Boston Consulting Group, presentata la scorsa settimana nel conrso del Consumer & Retail Summit 2014, ha mostrato come alcune credenze tradizionali dell’ecommerce siano già state superate. Negli Stati Uniti un paio di scarpe su dieci viene acquistato online, e lo stesso vale per i ricambi delle automobili. Percentuali ancora maggiori legate alla penetrazione del commercio elettronico si hanno per beni come i fiori, i pannolini, gli articoli sportivi e i prodotti per ufficio. L’online ha ormai dimostrato di essere efficace anche quando il prodotto é esperienziale, fresco, voluminoso, eterogeneo, abituale e “commoditizzato”.

WIRED.IT

social commerce

Su Addvert gli utenti comprano

GLOBALIST.IT

E’ nato da un’idea di tre giovani milanesi, si chiama Addvert ed è un social-commerce: in pratica, una community che aggrega ecommerce e compratori, la cui peculiarità è far guadagnare gli utenti privati sulle vendite a terzi. ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014


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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012


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se sei “buono” ti compro

un’immagine tratta dalla prima edizione del festival ict

15 ottobre - auditorium san paolo @ milano

il settimanale cattlico famiglia cristiana e centromarca chiamano alla riflessione su un tema di grande rilevanza Federico Lagni Co-Founder e Event Manager del festival ict. si occupa di information technology in molte forme e in molteplici progetti. fa consulenza Marketing, in particolar modo per aziende del segmento. Undici anni fa ha fondato AreaNetworking.it, uno dei maggiori portali tematici riguardanti l’ICT, che tutt’ora dirige. Nel 2005, invece, ha creato un “Cisco Users Group” ufficiale. Nel 2010 ha fondata TeslaItalia.it, la community italiana di clienti e appassionati di Tesla Motors, mentre di recente ha acquisito l’ownership di CiscoForums.it. Facendo un passo indietro, a fine 2012 ha ideato e co-fondato il festival ICT assieme ad Andrea Sandrolini e Roberto Motta. Nel team si occupa della strategia di marketing e comunicazione, dello sviluppo commerciale, dell’aspetto scientificotecnologico dell’evento. quest’anno il festival ict è in programma il 6 novembre presso il mediolanum forum di assago (milano)

visioni

di

Matteo Dedè

ict 2014, ritorna il festival

chiesto dal mercato La motivazione che ha fatto nascere il Festival ICT è estremamente semplice: lo ha chiesto il settore. Da profondi conoscitori del mercato ICT italiano ed altrettanto conoscitori delle manifestazioni del settore, ritenevamo ci fosse ampio spazio per un evento totalmente nuovo, originale, concreto e diverso, su molti punti, rispetto agli altri eventi. In poche parole, gli altri eventi non erano all’altezza delle aspettative. Non abbiamo paura di dirlo. Chiaramente è una generalizzazione e potremmo fare qualche, se pur raro, distinguo. Tuttavia, a confermare la nostra teoria abbiamo una mole enorme di professionisti ed aziende ICT, pronte a sottoscrivere la nostra visione.Quando diciamo “lo ha chiesto il settore”, lo intendiamo realmente. Non è un modo di dire. Questo perché abbiamo fatto una lunga campagna fatta di incontri, sondaggi, colloqui, chiacchierate informali con moltissimi professionisti, rilevando così le criticità di molti eventi ICT, ma soprat-

tutto le esigenze del settore. Questo, unito alla nostra creatività e alla potenza comunicativa, ci ha permesso di costruire un evento su misura con un’ottima prima edizione. Sembra una battuta, ma la più grande novità di quest’anno è il Festival ICT stesso. Questo perché potremmo considerare l’edizione dello scorso anno come l’edizione zero (e lo zero nell’informatica ha ugualmente valore), mentre quest’anno sarebbe la prima vera edizione. Di conseguenza, la novità è un nuovo evento ICT, di successo, in grado di aggregare centinaia di professionisti ICT e di offrire loro una grande quantità di contenuti qualitativi, ma anche tante opportunità di relazione. In particolare, quest’anno abbiamo cambiato location per soddisfare la nostra voglia di crescere, aumentando così la superficie di mille metri quadrati rispetto lo scorso anno. Abbiamo ideato e introdotto l’Arena, area adibita ad associazioni, community, users group e a tutte le realtà senza scopo di lucro.

Responsabilità sociale d’impresa ed ecoefficienza saranno al centro dei lavori del convegno “Se sei ‘buono’ ti compro”, promosso dal settimanale Famiglia Cristiana in collaborazione con Centromarca. Nel corso dell’incontro sarà presentata un’analisi recentemente condotta di Episteme e PwC sull’influenza della Corporate Social Responsibility sui consumatori e le leve per renderla efficace. Sulle evidenze discuterà un panel di imprenditori e manager. L’industria di marca sarà rappresentata, in particolare, da Alberto Frausin, amministratore delegato del gruppo Carlsberg Italia, da Vito Gulli, attuale presidente e amministratore delegato di Generale Conserve, e da Angelo Trocchia, presidente e amministratore delegato di Unilever Italia. Per conto di PwC è stato chiamato ad intervenire Paolo Bersani, partner dell’istituto, mentre per quanto riguarda Episteme, la presentazione dei dati della ricerca condotta dalla sigla è stata affidata al presidente Monica Fabris. Altre due presenze rilevanti al tavolo dei relatori saranno quelle di Alberto De Martini, esperto di pubblicità, da molto tempo impegnato nel settore e oggi chief executive officer dell’agenzia Red Cell, e Roberto Zanaboni, che sarà della partita in qualità di presidente dell’organizzazione Fcp-Assointernet. Con la conduzione di Adriana Santacroce, le conclusioni saranno di Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna. ANNO V | #116| LUNEDI’ 13 OTTOBRE 2014


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