SCOP R I LE ESPLO S IVE P OTENZIALITÀ O GNI GIOR N O S FOGLIA IL NUO V O NANOPR E SS
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visioni / paolo zucconi
L’atteggiamento che crea dei venditori di successo
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ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
Tante sono le persone che ritengono di essere all’avanguardia nelle attività di vendita quando possono contare su un prodotto di ultima generazione, sulle proprie abilità dialettiche‌
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Costituzione 2.0: presentata la bozza
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Maserati fa 100 con Filmamaster Events
14 media
Tutti in attesa del nuovo iPad di Apple
16 company
Madvertise adesso punta al raddoppio
18 scenario
Se il testimonial è sportivo piace di piÚ
22 link
Silicon Valley, ciò che conta è il team
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COVER STORY Presentata la Carta dei diritti di Internet, messa a punto dall’omonima Commissione parlamentare
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Quattordici articoli in tutto, che spaziano dal diritto all’accesso all’educazione, passando per la neutralità della rete, la privacy e l’oblio. Cifra unificante è la tutela dei diritti della persona, perché non è vero che la rete possa essere assimilata a tutti gli altri media
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Costituzione
Daniele Bologna
desso c’è. La a s p e t t av a no in tanti. E ad un certo punto sembrava lettera morta. Ora c’è. E’ la Carta dei diritti di Internet, messa a punto dall’omonima Commissione voluta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini. E’ pronta. Quattordici articoli che spaziano dal diritto all’accesso all’educazione passando per la neutralità della rete, la privacy e l’oblio. Cifra unificante è la tutela dei diritti della persona perché, come già aveva dichiarato in precedenza la Presidente della Camera, non è vero che la
rete possa essere assimilata agli altri media. Proprio per questa attenzione ai diritti - e qui si nota il contributo di Stefano Rodotà, presidente della Commissione - la “Carta” è stata presentata in diretta streaming e in tre lingue ai partecipanti della riunione dei Parlamenti dei paesi Ue e del Parlamento Europeo nella plenaria sui diritti fondamentali presso la Camera dei Deputati che si è chiusa ieri. Ora, la proposta della Commissione sarà oggetto, dal 27 ottobre, di una consultazione pubblica, ma fin da subito sono sollecitati i contributi di singoli e realtà collettive, non solo italiane, per meglio definirla. E c’è già
laura boldrini
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COVER STORY stefano rodotà
chi lamenta mancxanze significative, soprattutto in relazione ad alcune lacune evidenti nel testo che, ad esempio, non affronterebbe i temi dell’accesso alla cultura e alla conoscenza, dei diritti di autori e fruitori delle opere creative online, dello status della comunicazione e della ricerca scientifica, dei diritti del lavoro digitale in rete. A parte questo, valutando le prime reazioni, la “Carta” sarebbe un piccolo capolavoro di sintesi e chiarezza, ben strutturata, universale nella portata e densa di significati. Ma vediamo nel dettaglio com’è fatta. Il primo articolo riguarda il Riconoscimento e la Garanzia dei Diritti. Sono garantiti in internet i diritti fondamentali di ogni per-
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sona riconosciuti dai documenti internazionali, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, dalle costituzioni e dalle leggi. Tali diritti devono essere interpretati in modo da assicurarne l’effettività nella dimensione della rete. Il riconoscimento dei diritti in internet deve essere fondato sul pieno rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza e della diversità di ogni persona, che costituiscono i principi in base ai quali si effettua il bilanciamento con altri diritti. Un articolo della migliore scuola: contemperare i diritti assumendo come principio guida l’universalità di leggi di ordine superiore riconosciute a livello europeo e internazionale. Poi, all’arti-
colo due, si passa al Diritto all’Accesso. Ogni persona - stabilisce il documento ha eguale diritto di accedere a internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale. Il diritto fondamentale di accesso a internet deve essere assicurato nei suoi presupposti sostanziali e non solo come possibilità di collegamento alla rete. L’accesso comprende la libertà di scelta per quanto riguarda sistemi operativi, software e applicazioni. L’effettiva tutela del diritto di accesso esige adeguati interventi pubblici per il superamento di ogni forma di divario digitale - culturale, infrastrutturale, economi-
co - con particolare riferimento all’accessibilità delle persone con disabilità. L’intervento, dunque, riguarda il ruolo delle istituzioni nel ridurre il divario tra gli “information rich” e gli “information poor” in maniera fattuale, a cominciare dalle dotazioni per connettersi in rete fino al superamento delle sperequazioni esistenti tra uomini e donne, normodotati e diversamente abili, ricchi e poveri, alfabetizzati e non alfabetizzati. L’accesso alla rete equivale all’accesso al sapere e quindi al lavoro ed è precondizione per l’esercizio di altri diritti come quello alla partecipazione democratica. Net Neutrality In chiave di Netralità della
rete, il terzo articolo spiega che ogni persona ha il diritto che i dati che trasmette e riceve in internet non subiscano discriminazioni, restrizioni o interferenze in relazione al mittente, ricevente, tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone. La neutralità della rete, fissa e mobile, e il diritto di accesso sono condizioni necessarie per l’effettività dei diritti fondamentali della persona. Garantiscono il mantenimento della capacità generativa di Internet anche in riferimento alla produzione di innovazione. Assicurano ai messaggi e alle loro applicazioni di viaggiare online senza discriminazioni per i loro conte-
nuti e per le loro funzioni. In effetti, la net neutrality è il vero campo di battaglia per una Internet paritaria e inclusiva che rispetti il principio secondo cui “tutti i bit sono nati uguali”. Essa è un freno al tentativo degli oligopoli delle telecomunicazioni di creare corsie preferenziali per chi paga di più e uno stop ai governi che potrebbero voler ispezionare i dati in rete per decidere chi passa, quando e con quale priorità. La negazione di questo principio è il cavallo di troia di ogni tipo di censura. Manca un riferimento ai diritti delle imprese che affrontano l’onere dell’innovazione delle infrastrutture di rete al contrario degli Over The Top - come Google, Facebook o Amazon -
che le sfruttano. Poi, l’articolo quattro si sofferma sulla Tutela dei Dati Personali. Si rammenta che ogni persona ha diritto alla protezione dei dati che la riguardano, per garantire il rispetto della sua dignità, identità e riservatezza. I dati personali sono quelli che consentono di risalire all’identità di una persona e comprendono anche i dati identificativi dei dispositivi e le loro ulteriori elaborazioni, come quelle legate alla produzione di profili. I dati devono essere trattati rispettando i principi di necessità, finalità, pertinenza, proporzionalità e, in ogni caso, prevale il diritto di ogni persona all’autodeterminazione informativa. I dati possono essere raccolti e trattati
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solo con il consenso effettivamente informato della persona interessata o in base a altro fondamento legittimo previsto dalla legge. Il consenso è in via di principio revocabile. Per il trattamento di dati sensibili la legge può prevedere che il consenso della persona interessata debba essere accompagnato da specifiche autorizzazioni. Il consenso non può costituire una base legale per il trattamento quando vi sia un significativo squilibrio di potere tra la persona interessata e il soggetto che effettua il trattamento. Sono vietati l’accesso e il trattamento dei dati personali con finalità anche indirettamente discriminatorie. Su questo, i Garanti della Privacy italiani che si sono succeduti, hanno detto già tutto. Importante il tema dell’“optin” cioè del consenso, revocabile, precedentemente dato ad ogni forma di trattamento dei propri dati personali (telefoni, indirizzi, dati economici e professionali) e di quelli sensibili come le condizioni di salute e l’orientamento sessuale, filosofico, politico e religioso. Di importanza capitale il principio dell’autodeterminazione informativa, cioè la decisione di quali aspetti della propria vita rendere conoscibili a terzi. Nel caso di una asim-
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metria di potere il soggetto forte deve fare un passo indietro. Non è presente nessuna ipotesi sulla gradazione del livello di privacy o “intimacy” gestibile dall’individuo. Sul Diritto all’Autodeterminazione Informativa, l’articolo cinque recita che ogni persona ha diritto di accedere ai propri dati, quale che sia il soggetto che li detiene e il luogo dove sono conservati, per chiederne l’integrazione, la rettifica, la cancellazione secondo le modalità previste dalla legge. Ogni persona ha diritto di conoscere le modalità tecniche di trattamento dei dati che la riguardano. Le raccolte di massa di dati personali possono essere effettuate solo nel rispetto dei principi e dei diritti fondamentali. La conservazione dei dati deve essere limitata al tempo necessario, tenendo conto del principio di finalità e del diritto all’autodeterminazione della persona interessata. In realtà, la legge italiana sulla privacy già lo prevede, e tuttavia viene ribadita la “proprietà dei dati personali” e il divieto alle raccolta massiva di dati. Richiamo più che evidente allo scandalo Datagate svelato da Edward Snowden, e alla sorveglianza massiva da parte di agenzie governative e “imprenditori dei dati” - come le agenzie di
direct marketing e perfino i social network e i motori di ricerca - che ne fanno commercio e/o li cedono ai governi ai fini di sorveglianza e controllo senza avvisarne i titolari. Nessuno ci tocchi Si arriva, con l’articolo sei, all’Inviolabilità dei Sistemi e Domicili Informatici: senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, nei soli casi e modi previsti dalla legge, è vietato l’accesso ai dati della persona che si trovino su dispositivi personali, su elaboratori remoti accessibili tramite credenziali da qualsiasi elaboratore connesso a internet o simultaneamente su dispositivi personali e, in copia, su elaboratori remoti, nonché l’intercettazione di qualsiasi forma
di comunicazione elettronica. Un richiamo chiaro e senza possibilità di fraintendimento alla necessità dell’autorizzazione della magistratura per ogni tipo di indagine effettuata sulla “vita dentro lo schermo”. Una tutela importante per chi esercita il diritto/dovere all’informazione, alla critica, alla satira, alla condivisione di dati, informazioni e conoscenze, che talvolta si è cercato di limitare a favore dei diritti di proprietà, per esempio considerando lecito da parte di soggetti privati violare la privacy dei cittadini per tutelare il diritto alla proprietà intellettuale. Sui Trattamenti Automatizzati insiste, invece, l’articolo sette, spiegando che nessun atto, provvedimento giudiziario o amministrativo,
decisione comunque destinata ad incidere in maniera significativa nella sfera delle persone possono essere fondati unicamente su un trattamento automatizzato di dati personali volto a definire il profilo o la personalità dell’interessato. Dunque, il sè digitale non può precedere il sè reale. L’articolo rinvia al rischio di manipolazione, degrado e inattualità dei dati informatici che ci definiscono come buoni o cattivi cittadini, consumatori, lavoratori, vicini di casa, e da una loro collazione parziale e artificiosa che possa pregiudicare il diritto alla dignità e libertà della persona, all’accesso al welfare e alle cure, alla giusta difesa e a un equo processo. Si passa, poi, al Diritto all’Identità, ribadendo che
ogni persona ha diritto alla rappresentazione integrale e aggiornata della propria identità. La sua definizione riguarda la libera costruzione della personalità e non può essere sottratta all’intervento e alla conoscenza dell’interessato.
L’uso di algoritmi e di tecniche probabilistiche deve essere portato a conoscenza delle persone interessate, che in ogni caso possono opporsi alla costruzione e alla diffusione di profili che le riguardano. Ogni persona ha diritto di fornire solo i dati strettamente necessari per l’adempimento di obblighi previsti dalla legge, per la fornitura di beni e servizi, per l’accesso alle piattaforme che operano in internet. La definizione di un’identità in internet da parte dell’amministrazione pubblica deve essere accompagnata da adeguate garanzie. L’articolo potrebbe essere fuso coi precedenti visto che riguarda il diritto ad essere lasciati in pace, all’autodeterminazione informativa, al corretto trattamento automatizzato dei dati per-
edward snowden ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
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sonali e all’inviolabilità di sistemi e domicili informatici, e ne costituisce uno dei presupposti. Il mio nome è nessuno Dell’Anonimato si occupa l’articolo nove, ricordando che ogni persona può comunicare elettronicamente in forma anonima per esercitare le libertà civili e politiche senza subire discriminazioni o censure. Limitazioni possono essere previste solo quando siano giustificate dall’esigenza di tutelare un interesse pubblico e risultino necessarie, proporzionate, fondate sulla legge e nel rispetto dei caratteri propri di una società democratica. Nei casi previsti dalla legge e con provvedimento motivato dell’autorità giudiziaria l’autore di una comunicazione può essere identificato quando sia necessario per garantire la dignità e i diritti di altre persone. Anche qui, considerato superiore l’interesse pubblico, viene enfatizzato il valore di una particolare declinazione della privacy. Per capirci: una donna che denuncia una violenza su un blog ha diritto a rimanere anonima se serve a evitare rappresaglie, lo stesso vale per chi denuncia i mafiosi o per i cooperanti in paesi autoritari. Potrebbe essere la base del riconoscimento alla protezione dei whi-
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stleblower, gli “spioni” che denunciano malaffare, corruzione, collusioni tra potere politico ed economico. Ancora un passo avanti e si giunge al tema del Diritto all’Oblio: ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza. Il diritto all’oblio non può limitare la libertà di ricerca e il diritto dell’opinione pubblica a essere informata, che costituiscono condizioni necessarie per il funzionamento di una società democratica. Tale diritto può essere esercitato dalle persone note o alle quali sono affidate funzioni pubbliche solo se i dati che le riguardano non hanno alcun rilievo in relazione all’attività svolta o alle funzioni pubbliche esercitate. Se la richiesta di cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati è stata accolta, chiunque ha diritto di conoscere tali casi e di impugnare la decisione davanti all’autorità giudiziaria per garantire l’interesse pubblico all’informazione. Anche qui pare contemperato il diritto a essere dimenticati con il diritto alla storia e alla memoria. Con un’eccezione già esistente nelle leggi sulla privacy:
non vale per i personaggi pubblici alla cui conoscibilità e coerenza i cittadini affidano il governo delle istituzioni collettive. Un’altra via praticabile è considerata quella della definizione di un”termine temporale” prima di poter esercitare il diritto all’oblio. Un ulteriore passaggio ci porta ai Diritti e alle Garanzie delle Persone sulle Piattaforme. Si dice che i responsabili delle piattaforme digitali sono tenuti a comportarsi con lealtà e correttezza nei confronti di utenti, fornitori e concorrenti. Ogni persona ha il diritto di ricevere informazioni chiare e semplificate sul funzionamento della piattaforma, a non veder modificate in modo arbitrario le condizioni contrattuali, a non subire comportamenti che possono determinare difficoltà o discriminazioni nell’accesso. Ogni persona deve in ogni caso essere informata del mutamento delle condizioni contrattuali. In questo caso ha diritto di interrompere il rapporto, di avere copia dei dati che la riguardano in forma interoperabile, di ottenere la cancellazione dalla piattaforma dei dati che la riguardano. Le piattaforme che operano in internet, qualora si presentino come servizi essenziali per la vita e l’attività delle persone, favoriscono, nel ri-
spetto del principio di concorrenza, condizioni per una adeguata interoperabilità, in presenza di parità di condizioni contrattuali, delle loro principali tecnologie, funzioni e dati verso altre piattaforme. Pare evidente il riferimento ai social network e ai motori di ricerca che oggi fungo-
no da provider delle identità digitali e le cui condizioni d’uso conservano - nonostante i cambiamenti intervenuti nelle privacy policies - una forte asimmetria di potere dei fornitori rispetto ai contraenti. Oggi è difficile per un cittadino rifiutarsi di accettare la licenza d’uso di Face-
book, come già accade per certe clausole bancarie e datoriali. La soluzione caldeggiata da molti riguarda l’equiparazione dell’uso dei social a quello del telefono come diritto universale. Navigare sicuri La sicurezza in rete - assicura l’articolo dodici - deve
essere garantita come interesse pubblico, attraverso l’integrità delle infrastrutture e la loro tutela da attacchi esterni, e come interesse delle singole persone. Non sono ammesse limitazioni della libertà di manifestazione del pensiero; deve essere garantita la tutela della dignità delle persone da abusi connessi a comportamenti negativi, quali l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza. Qui si riecheggia il triste fenomeno dell’hate speech e degli hate crimes. I siti dell’odio che inneggiano alla discriminazione sessuale, razziale, religiosa o che sono veicoli di pregiudizio antiebreo, anti-rom, anti-arabo, anti-africano. L’articolo sottende anche la piaga del cyberbullismo e dello stalking in rete. Contempera il diritto alla libertà d’espressione con la tutela da comportamenti diffamatori e violenti (minacce e linciaggio mediatico) che dalla rete possono tracimare nel mondo fisico. Penultimo articolo è quello riguardante il Diritto all’Educazione. Si sottolinea che ogni persona ha diritto di acquisire le capacità necessarie per utilizzare internet in modo consapevole e attivo. La dimensione culturale ed educativa di internet costituisce infatti elemento essenziale per garantire
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l’effettività del diritto di accesso e della tutela delle persone. Le istituzioni pubbliche promuovono attività educative rivolte alle persone, al sistema scolastico e alle imprese, con specifico riferimento alla dimensione intergenerazionale. Il diritto all’uso consapevole di internet è fondamentale perché possano essere concretamente garantiti lo sviluppo di uguali possibilità di crescita individuale e collettiva; il riequilibrio democratico delle differenze di potere sulla rete tra attori economici, istituzioni e cittadini; la prevenzione delle discriminazioni e dei comportamenti a rischio e di quelli lesivi delle libertà altrui. Si potrebbe aggiungere: con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del pensiero critico, la tutela e la promozione di valori, principi, codici e convenzioni minoritari nella società. Per un’educazione al rispetto delle diversità biologiche e culturali. Infine, chiusura riservata ai Criteri per il Governo della Rete: ogni persona ha diritto di vedere riconosciuti i propri diritti sia a livello na-
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una veduta dell’europarlamento, a strasburgo
zionale che internazionale. Internet richiede regole conformi alla sua dimensione universale e sovranazionale, volte alla piena attuazione dei principi e diritti prima indicati, per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedire ogni forma di discriminazione e evitare che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica. La costruzione di un sistema di regole deve tenere conto dei diversi livelli territoriali (sovranazionale, nazionale, regionale), delle opportunità offerte da forme di autoregolamentazione conformi ai principi indicati, della necessità di salvaguardare la capacità di innovazione, della molteplicità di soggetti che operano in rete, promuovendone il coinvolgimento in forme che garantiscano la partecipazione diffusa di tutti gli interessati. Le istituzioni pubbliche adottano strumenti adeguati per garantire questa forma di partecipazione. In ogni caso, l’innovazione normativa in materia di internet è sottoposta a valutazione di im-
patto sull’ecosistema digitale. La gestione della rete deve assicurare il rispetto del principio di trasparenza, la responsabilità delle decisioni, l’accessibilità alle informazioni pubbliche, la rappresentanza dei soggetti interessati. L’accesso e il riutilizzo dei dati generati e detenuti dal settore pubblico debbono essere garantiti e potenziati. La costituzione di autorità nazionali e sovranazionali è indispensabile per garantire effettivamente il rispetto dei criteri indicati, anche attraverso una valutazione di conformità delle nuove norme ai principi di questa Dichiarazione. L’articolo riassume quindici anni di dibattito in sede Onu sull’importanza di regole e principi condivisi per la governance “multiequal-stakeholder” della rete. Cioè, la necessità di un governo partecipato della gestione di Internet da parte di soggetti pubblici e privati, a ogni livello: infrastrutturale, tecnico, legale e contenutistico. Un approccio di cui l’Italia è pioniera, a dispetto della capacità dei suoi governi di riconoscerlo e sostenerlo. ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
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MARKET PLACE
Un format inedito, che ha dato la possibilità di coinvolgere i proprietari e gli appassionati
Cent’anni di Maserati con la firma di Filmmaster Events Un raduno itinerante che ha visto partecipare lungo tre giorni oltre 250 vetture tra i modelli più rappresentativi della maison automobilistica, provenienti da trenta paesi di tutto il mondo di
Davide De Vecchi
Filmmaster Events ha firmato l’evento del centenario di Maserati, un grande raduno itinerante che ha visto partecipare lungo tre giorni oltre 250 vetture tra i modelli più rappresentativi ed esclusivi della casa automobilistica provenienti da trenta paesi di tutto il mondo. Esposizioni, sfilate, gare di regolarità, l’esclusiva visita alle due fabbriche Maserati e due cene di gala, di cui una organizzata nello scenario della linea di produzione del Tridente: un format inedito, che ha dato la possibilità di coinvolgere non solo i proprietari dei prestigiosi modelli ma anche gli appassionati e fan Maserati. I festeggiamenti però, erano iniziati già prima a Bologna, con la visita alla prima sede Maserati e con la foto di rito sotto la fontana del Nettuno, fonte d’ispirazione del logo. A seguire, gli ospiti hanno raggiunto Modena per godersi una mostra sul centenario nel Museo “Casa Enzo Ferrari” alla presenza di esemplari unici al mondo. E’ proprio a Modena, sede della casa automobilistica, che Filmmaster Events ha creato un format di cena mai realizzato prima:
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una walking dinner experience per 650 ospiti allestita nella fabbrica Maserati, in uno scenario spettacolare e inaspettato lungo la linea di produzione delle auto. Grazie alla Fondazione Pavarotti, alla presenza del ceo Harald Wester e di Nicoletta Mantovani, si sono esibiti quattro giovani cantanti d’opera che hanno incantato la platea con un repertorio che spaziava dal “Rigoletto” alla “Boheme”, per chiudersi con l’intenso omaggio al maestro Luciano Pavarotti. Il raduno, dopo una sessione di giri in pista a Cremona, si è spostato a Torino, dove le auto sono state esposte in Piazza
Castello. La giornata si è poi chiusa con una cena di gala per 700 persone all’interno della spettacolare Reggia di Venaria. Anche in questo caso Filmmaster Events ha progettato insieme a Eataly un percorso enogastronomico a base delle specialità della tradizione italiana. I festeggiamenti si sono chiusi a Torino, in Piazza San Carlo, con un concorso di eleganza che ha eletto le migliori autovetture attraverso una cerimonia aperta al pubblico. Creative Director: Andrea Baccuini. Associate Creative Director: Andrea Celi. Creative Assistant: Camilla Dusi. Art Director: Marco Morelli. ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
Oggi vogliamo divertirci di più
Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono: siano essi notizie, informazioni, intrattenimento. Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, fonte editori
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MARKET PLACE
alida galimberti
Riparte il tour dell’iniziativa del gruppo che toccherà 15 città italiane
Zurich lo dice chiaramente… Sul palcoscenico si esibiranno alcuni comici dei programmi televisivi “Zelig” e “Colorado” oltre a vari altri personaggi di
Pietro Castagna
E’ pronto a ripartire il tour dell’iniziativa Zurich “Diciamocelo chiaramente” che nelle prossime settimane toccherà quindici città italiane per sensibilizzare e fare chiarezza su un argomento complesso come quello della previdenza. In modo leggero e vivace, nel corso delle serate in programma saranno forniti al pubblico spunti di riflessione sulla propria situazione previdenziale e, sfruttando l’arma dell’ironia, sarà messa in evidenza la necessità, sempre più inderogabile dopo la riforma del welfare, di pensare per tempo al proprio futuro. Sul palcoscenico, come nelle precedenti edizioni, si esibiranno a rotazione alcuni
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comici dei programmi televisivi “Zelig” e “Colorado” - Giorgio Verduci, Paolo Labati e Andrea Di Marco - e noti personaggi televisivi in veste di presentatori - Max Laudadio, Cristiano Militello e Andrea Pellizzari; accanto a loro, oltre al rappresentante dell’agenzia locale di Zurich nei panni del padrone di casa, ci sarà un consulente IRSA (Istituto per la Ricerca e lo Sviluppo delle Assicurazioni) in qualità di esperto. Alida Galimberti, Chief Marketing Officer di Zurich in Italia, commenta: «Credo che, in questo periodo di incertezza per il nostro Paese e di profonda transizione per il regime pensionistico, passato dal metodo retributivo a quello contributivo, sia importante contribuire a diffondere una
“cultura” previdenziale. In Zurich abbiamo pensato di farlo offrendo un momento di svago e al tempo stesso di confronto su questi temi così importanti. La scelta di avvicinare pubblico e professionisti della consulenza attraverso la costruzione di uno spettacolo ad hoc si è rivelata non solo innovativa, ma anche particolarmente apprezzata sia dalle Agenzie Zurich, che si faranno promotrici dell’evento nelle diverse aree locali di appartenenza, sia dai partecipanti agli eventi, che hanno dimostrato di gradire il mix di informazioni, leggerezza e ironia, usato per affrontare un tema molto importante: poter guardare con serenità al proprio futuro». Zurich Insurance Group, leader nei servizi assicurativi, è operativa sia nel ramo danni che nel ramo vita, servendo i propri clienti a livello globale e su singoli mercati locali grazie ad oltre 55 mila collaboratori. Tra i clienti di Zurich ci sono privati, piccole e medie imprese e grandi società, comprese aziende multinazionali, in oltre 170 paesi. Fondato nel 1872, il Gruppo ha la propria sede centrale a Zurigo, in Svizzera. ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
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Il quotidiano del
marketing in rete
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LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.
Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013
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ME DIA
L’autunno caldo di Apple si apre domani al campus di cupertino
Tutti in attesa: domani il lancio del nuovo iPad
“E’ passato troppo tempo”: la mela morsicata affronta un evento esclusivo che certamente riserverà parecchie novità di
Valentina Lunardi
“It’s been way too long”, questa è la frase sibillina, traducibile in italiano con “E’ passato tropo tempo”, con cui si aprono gli inviti che annunciano per domani un evento esclusivo del colosso di Cupertino, che si terrà presso l’auditorium Town Hall dell’Apple Campus alle ore 10 locali, 19 in Italia. Poche e misteriose parole che analisti e osservatori vedono come un annuncio dell’imminente presentazione dei nuovi iPad Air 2, in un evento che dovrebbe vedere anche il lancio dei nuovi iMac retina e del sistema operativo Yosemite, a cui i più ottimisti aggiungono anche la comparsa del nuovo Mac Book Air da 12 pollici. Dopo un anno di attesa dall’ultimo prodotto, la notizia sembra confermare un autunno caldo per Apple, pronta a presentare la nuova versione del suo tablet da 9,7 pollici e
dovrebbe essere presentato domani il nuovo mac book air da 12 pollici
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della sua versione mini, dopo due trimestri che hanno registrato, nonostante la popolarità, un calo di vendite per iPad Air, secondo prodotto per entrate dopo iPhone. Sotto la guida del ceo Tim Cook, Apple ha affrontato poco tempo fa il doppio lancio dei nuovi iPhone 6, caratterizzati da schermi più grandi, e del primo prodotto in una nuova categoria dopo anni, l’Apple Watch; inoltre, è stato introdotto un nuovo sistema dedicato ai pagamenti mobili. Ma una domanda rimane aperta: quale sarà la capacità in termini di innovazione dell’azienda di Cupertino nei prossimi anni? Rispondere spetterà a Apple stessa e ai suoi tanti osservatori e clienti, ma al momento altre nubi si addensano sulla Mela. Mentre fervono i preparativi per l’evento di domani, la GT Advanced, società partner e produttore di cristalli in zaffiro, per ora non utilizza-
ti nei nuovi iPhone, ha dichiarato fallimento, fatto che ha causato naturalmente un problema di immagine per Apple. Prontamente Tim Cook ha promesso di battersi per «preservare posti di lavoro in Arizona; dopo la sorprendente decisione di GT, continueremo a lavorare con funzionari statali e locali sulle prossime iniziative». Il grande impianto in Arizona, che produce le fornaci necessarie per la produzione dei cristalli di zaffiro, era stato rilevato da Apple e concesso in lease a GT soltanto un anno fa, secondo un accordo che prevedeva quattro pagamenti da parte del colosso californiano condizionati al rispetto di obiettivi tecnici. L’ultima tranche non è stata pagata a causa del mancato raggiungimento di tali condizioni, secondo Apple, e a quel punto GT ha dovuto chiedere l’amministrazione controllata. Uno spiacevole inconveniente che si assomma alla nuova stoccata inferta dal finanziere Carl Icahn a Apple, il cui titolo sta intorno ai massimi storici. Dopo aver già chiesto in passato che il produttore di iPhone e iPad restituisca più cash agli investitori, il raider ha fatto sapere via Twitter che avrebbe mandato una lettera aperta a Tim Cook: «Credo sarà interessante», ha sentenziato. Alla lettera di Icahn, risalente allo scorso 10 ottobre, è seguita la pronta risposta di Apple: «Apprezziamo sempre ascoltare consigli dai nostri azionisti. Dal 2013 stiamo eseguendo il più grande programma di ritorno di capitale nella storia aziendale. Come abbiamo detto in precedenza, a breve ci sarà la revisione del programma annuale e terremo conto del contributo di tutti i nostri azionisti». ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
Foto Francesco Allegretti
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/ $FLGR IROLFR Ã XQ JHVWR VHPSOLFH FKH SX¼ FDPELDUH XQD YLWD (OOHQ +LGGLQJ Quando pensi a una gravidanza c’è un gesto semplice ma importantissimo da fare: assumere ogni giorno una compressa di acido folico, seguendo anche un’alimentazione ricca di frutta e verdura. Ridurrai così il rischio che tuo figlio nasca con la Spina Bifida, una malformazione della colonna vertebrale che può renderlo disabile per tutta la vita. Scopri i consigli per la prevenzione sul sito dell’associazione ASBI Onlus che da 25 anni opera per prevenire la Spina Bifida nei neonati e garantire una qualità di vita migliore alle persone affette da questa grave patologia e ai loro familiari. Insieme ad ASBI puoi migliorare la vita delle persone con Spina Bifida. Fai una donazione all’IBAN IT12U0303212700010000004785 intestato ad ASBI Onlus oppure online tramite PayPal, un sistema sicuro, affidabile e di estrema facilità
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con la consulenza scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità Network Italiano Acido Folico
Campagna per la prevenzione della Spina Bifida promossa da ASBI Onlus www.asbi.info
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La sigla, dal gennaio scorso, fa parte della francese Mobile Network Group. E continua a proliferare
Madvertise: per quest’anno obiettivo crescita del cento per cento sul 2013
La concessionaria cavalca l’onda di smartphone e tablet proponendo per prima un modello full service, forte di un network premium che ha alla base la qualità del servizio. L’intervista al country manager Tommaso Rossi
so Rossi -. Abbiamo chiuso il terzo trimestre con un fatturato già superiore a quello del 2013. L’obiettivo è di avere una crescita del 100% rispetto all’anno scorso ma ci sono ampi margini per poter chiudere il 2014 con numeri nettamente superiori; il nuovo posizionamento ci aiuterà sicuramente in questo senso».
forza indiscusso; il traffico mobile (smartphone+tablet) ha superato in modo importante quello desktop. Questo non è stato ancora recepito da tante agenzie e clienti ma sicuramente porterà valore aggiunto nel tempo. Sta a noi concessionarie mobile strutturarci per avere un’offerta di appeal e innovativa da proporre sul mercato con l’obiettivo di convertire l’advertising desktop in advertising mobile. Le migliorie più importanti vanno realizzate nell’ambito publisher. Molte testate che dispongono di mobile inventory enormi tendono a lavorare con più network con l’obiettivo di monetizzare al massimo il proprio traffico. Le proposte dei vari network risultano quindi spesso avere numerose sovrapposizioni e ciò non è ben visto dal mercato.
Mobile Advertising: quali sono, a suo avviso, i punti di forza del comparto? E cosa invece si può migliorare? I dati di Total Digital Audience rappresentano il punto di
Negli ultimi mesi ci sono state diverse novità all’interno di madvertise, quali le più importanti? Possiamo parlare delle novità come conseguenza di
tommaso rossi
di
Giacomo Broggi
Un obiettivo importante: strutturarsi al meglio per convertire l’advertising desktop in advertising mobile, seguendo così l’utenza sempre più presente sui new device. E così madvertise, da gennaio parte della francese Mobile Network Group, è la prima concessionaria mobile a proporre un modello full service, forte di un network premium composto da oltre 20 tra app ed m-site, formati innovativi e performanti, consulenza e qualità del servizio. «E stiamo andando molto bene - dichiara il country manager Tomma-
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quanto appena discusso. Non a caso poco fa ho usato il termine “concessionaria” al posto di network. Madvertise oggi è a tutti gli effetti la prima concessionaria mobile in Italia. Lavoriamo con soluzioni esclusive di formati che realizziamo su properties che abbiamo in concessione esclusiva. Questa è la nostra grande sfida. Segmentare il mercato proponendo una soluzione diversa, personalizzata e unica. Quali saranno le vostre prossime mosse? Stiamo realizzando un importante lavoro per l’ampliamento del network premium e per trovare soluzioni sempre più in linea rispetto alle esigenze dei clienti. Un altro tema che stiamo sviluppando è quello del retargeting. L’obiettivo principale rimane quello di riuscire a soddisfare qualunque esigenza di comunicazione mobile e ci stiamo attrezzando affinché questo possa avvenire entro tempi molto rapidi.
secondo il totale digital audience (smartphone e tablet) il traffico mobile ha superato largamente quello desktop
Come siete andati nel corso di questi primi mesi dell’anno? L’acquisizione da parte di Mobile Network Group ha portato sicuramente moltissimi vantaggi in termini di sviluppo come azienda, ma anche nel quadro delle relazioni internazionali. Abbiamo di recente chiuso il terzo quarter con un fatturato già superiore a quello ottenuto nel 2013. L’obiettivo è di avere una crescita del 100% rispetto all’anno scorso ma ci sono
ampi margini per poter chiudere il 2014 con numeri nettamente superiori; il nuovo posizionamento ci aiuterà sicuramente in questo senso. Quali sono in questa fase i settori più reattivi in ambito mobile? Su mobile investono, con soluzioni diverse, praticamente tutte le categorie merceologiche. I più interessati al nuovo posizionamento sono l’Automotive e il Finance che vedono nei
nuovi formati una nuova tipologia di engagement. Un altro settore in evoluzione è quello del Betting che sta puntando molto sulle “scommesse live”. La mia convinzione è legata allo sviluppo degli smartphone. Sono convinto che quando avremo una tecnologia semplice e sviluppata di comunicazione tra dispositivi mobile e registro di cassa il mondo Retail avrà un grande peso negli investimenti in advertising mobile.
ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014
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tra i più discussi in rete, ai primi tre posti della classifica, spiccano Francesco Totti, Alessandro Del Piero e Federica Pellegrini
Se il testimonial è sportivo piace di più Lo certifica la società specializzata Blogmeter che ha analizzato, attraverso la ricerca “Social Celebrities”, il posizionamento sui social media di molti celebri personaggi della comunicazione pubblicitaria italiana di
Luca Anelli
Tra i principali testimonial pubblicitari on air con campagne pubblicitarie durante l’ultima estate, quelli provenienti dal mondo dello sport mostrano il maggior potenziale social. Lo certifica Blogme-
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ter che ha analizzato attraverso la ricerca “Social Celebrities” il posizionamento sui social media dei seguenti personaggi: Raoul Bova (testimonial per 3 Italia), Carlo Cracco (San Carlo), Ilaria D’Amico (Sky Sport), Alessandro Del Pie-
ro (Uliveto), Rosario Fiorello (Wind), Giorgio Panariello (Wind), Federica Pellegrini (Head & Shoulders), Flavia Pennetta (Wind), Pif (Tim) e Francesco Totti (Lottomatica). Tra i testimonial analizzati più discussi in rete, ai primi tre posti della classifica si trovano tre sportivi: Francesco Totti (141 mila messaggi), Alessandro Del Piero (121 mila) e Federica Pellegrini (66 mila). Ma mentre il calciatore capitano della Roma risulta poco avvezzo ai social network, e non è presente con un profilo ufficiale né su Facebook né su Twitter, l’ex capitano della Juventus mostra un potenziale social notevole: è il personaggio, tra quelli analizzati, con il seguito più numeroso su Facebook e su Twitter (con oltre 5,3 milioni tra fan e follower nei suoi profili ufficiali) davanti a Fiorello (2,3 milioni), e quello più coinvolgente. Del Piero è infatti il personaggio che riesce a generare le maggiori interazioni sui suoi profili Twitter e Facebook. Seguono Panariello, Fiorello e poi tutti gli altri. Apprezzatissimo risulta, dunque, Panariello che riesce a coinvolgere i fan sui social con contenuti ad alto tasso di engagement e un costante aggiornamento del profilo Facebook. Il comico toscano è quello che vanta
il sentiment più positivo, davanti alla Pellegrini e a Pif. Il personaggio con il sentiment più negativo è risultato invece Ilaria D’Amico, a causa soprattutto della discussa relazione con il portiere della Nazionale, Gigi Buffon. L’accoppiata brand/testimonial più citata in rete è quella tra Tim e Pif. A seguire, il binomio Wind e Panariello. I brand delle telco dominano questo ranking, occupando ben tre posizioni su cinque (in classifica anche Tre insieme a Raoul Bova, al 5° posto). Nella top5 anche i binomi Uliveto/Del Piero e San Carlo/Cracco. “Social Celebrities” è una ricerca innovativa che analizza il valore comunicazionale di una celebrità online (sportivi, personaggi dello spettacolo e della musica, testimonial, giornalisti, blogger, etc.). Lo studio si basa sull’analisi delle conversazioni online generate intorno a un vip o comunque ad un personaggio di rilevanza pubblica e ne misura la popolarità, la reputazione, la capacità di engagement, le emozioni che è in grado di suscitare negli utenti. Ma il servizio “Social Celebrities” è soltanto uno dei prodotti offerti dalla divisione Sport & Entertainment di Blogmeter, specializzata, oltre che nei servizi di intelligence e consulenza a proposito
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dei vip, in eventi e sponsorizzazioni. L’innovativo servizio “Social Celebrities” è stato pensato, da un lato, per fornire agli inserzionisti e alle agenzie un supporto nella definizione delle strategie pubblicitarie, attraverso la generazione di insights essenziali per la scelta delle personalità più efficaci e più coerenti con gli obiettivi di ciascuna marca da utilizzare come testimonial/ambassador, ma anche per supportare gli editori (su tutti le televisioni) nella selezione dei personaggi più adatti a raggiungere le simpatie del pubblico o a veicolare determinati messaggi nei contesti più diversi. «La valorizzazione del potenziale online delle celebrità - spiega Sacha Monotti Graziadei, ceo di Blogmeter - sta diventando un’esigenza imprescindibile per scegliere i testimonial più efficaci e incrementare l’efficacia delle attività di marketing portate avanti dalle aziende. Sono sempre di più, infatti, i personaggi che utilizzano i social media per incrementare la propria popolarità, rinforzare la reputazione e il posizionamento d’immagin. E soprattutto coinvolgere i fan. Per i brand, dunque, emergono enormi potenzialità, in parte ancora inesplorate ai più, per raggiungere e appassionare i consumatori».
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LINK editoria digitale
scenari
Dao Nguyen è il nuovo publisher di Buzzfeed. Oltre al fatto che è una donna, in un ruolo da sempre tipicamente maschile, la sua particolarità è l’essere esperta di dati, non di editoria. Una rivoluzione.
Qualcuno semplicemente non ci ha creduto. Altri hanno ironizzato sul fatto che implicitamente BigG ha già dichiarato persa la sfida con Facebook. Eppure, le dichiarazioni di Eric Schmidt rilasciate lunedi scorso a Berlino sono tutt’altro che di “circostanza”. Il presidente esecutivo di Google ha infatti suggerito uno degli scenari del prossimo futuro, in cui la ricerca sarà sempre meno centrale, a beneficio di altre “porte” della rete e gli utenti, sempre più presi dallo shopping online, accederanno direttamente al marketplace di Jeff Bezos per ricercare i prodotti di loro interesse.
Il publisher per Buzzfeed è “altro”
Il vero rivale di Google è Amazon
GIGAOM.COM
Personal branding
La reputazione (online) è tutto I vostri nonni vi hanno insegnato che la reputazione conta, molto spesso, più della sostanza? Avevano ragione. E nell’era digitale, non molto è cambiato: ciò che gli altri pensano di noi - e possono condividere online - può infuenzare, e anche pesantemente, le nostre vite. Ma cos’è tecnicamente la reputazione online e come può essere preservata? Quali i punti di contatto con l’identità reale? Fin dove la legge protegge il diritto di sbagliare e dove, invece, deve garantire a tutti una giusta informazione? Una ricostruzione che tenta di dare qualche risposta attingendo da numerosi contributi.
WIRED.IT
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TECHECONOMY.IT
tecnologie
Per gli smartwatch la strada è in salita
LINKIESTA.IT
Il fallimento di “I’m Watch” di Ennio Doris non sarebbe un segnale isolato: secondo Euromonitor la crescita degli smartwatch non sarà affatto dirompente e per un po’ i produttori tradizionali dormiranno tranquilli.
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LINK strategie
storia digitale
Si stima che 9 start up su 10 falliscono entro i primi tre anni. In Silicon Valley, si è soliti scrivere un saggio che racconta al resto della comunità cosa è andato storto e perché. Una sorta di “worst practice”.
La storia della Silicon Valley è spesso rappresentata come il frutto dell’opera di singoli geni, intelligenze chiuse in un garage improvvisamente folgorate da un’idea innovatrice e universale. Ma a quanto pare, questa immagine è sostanialmente un’invenzione letteraria dei biografi. Piuttosto, è il risultato di un atto comune, del lavoro collaborativo di molti che ha fatto della Silicon Valley quel posto speciale che è oggi. A dirlo, nel suo nuovo libro, è Walter Isaacson, biografo divenuto famoso proprio con biografie di uomini “soli” e geniali (come Steve Jobs), che ora cancella il mito di più di una generazione.
Perché (e come) le start up falliscono
Silicon Valley, conta il team
GETPRISMATIC.COM
Messaging apps
Con WhatsApp si potrà registrare La notizia può sembrare innocua, ma non lo è affatto: WhatsApp sarebbe in procinto di lanciare il VoIP, ovvero la facoltà di effettuare chiamate telefoniche sfruttando il traffico dati. Fin qui, in effetti, nulla di rivoluzionario, considerando che altre apps come Viber, Skype, Tango, Google Hangout, o la stessa Facebook supportano già il protocollo VoIP. Ma a quanto sembra, oltre alla possibilità di chiamare ci sarà anche quella di registrare le chiamate. Elemento che apre un nuovo, controverso, fronte di discussione sugli aspetti legati alla privacy. C’è da giurare che ne riparleremo a lungo.
GEEKTIME.COM
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FORBES.IT
social media
Gli “in e out” dell’essere social
SLIDESHARE.NET
La community director di Moz, una delle maggiori agenzie Seo al mondo, offre utili consigli, supportati da una montagna di dati, su cosa fare e non fare quando si decide di percorrere la “via dei social media”.
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L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.
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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012
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presso la sede del gruppo il sole 24 ore si svolge l’evento dedicato alle strategie di video advertising Paolo Zucconi Specialista in Psicoterapia comportamentale e psicoterapia cognitiva, vive e opera a Udine, con studio professionale anche a Milano. Si occupa di consulenze, diagnosi e cura delle psicopatologie e dei disturbi sessuali e neuropsicologici dell’adulto. Redige perizie psicologico-legali in ambito civile e penale come consulente tecnico del giudice, perito giurato del Tribunale di Udine e arbitro iscritto alla Camera arbitrale della CCIAA di Udine. Formatosi post-lauream presso le Università di Padova, Firenze, Pisa, Siena, Milano, Pavia e Bologna, vanta un’esperienza pluriventennale in strutture pubbliche e private. Psicologo dal 1977, abilitato in Psicologia sociale, dal 1994 è riconosciuto e certificato quale Psicoterapeuta dall’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia. Già docente di Metodologia clinica presso l’Université Européenne Jean Monnet, dal 2002 è docente alla Scuola di specializzazione in Psicoterapia cognitivocomportamentale. E’ Membro del Dipartimento scientifico della Libera Università Internazionale G.W. Leibniz e Direttore scientifico del Master in Ipnologia dell’ateneo
visioni
di
Matteo Dedè
l’atteggiamento crea il successo
per ogni venditore Tante sono le persone che ritengono di essere all’avanguardia nella vendita quando possono contare su un prodotto di ultima generazione, su proprie abilità dialettiche, e comunque buone competenze comunicative all’interno di un ambiente favorevole alla vendita. Tuttavia, l’atteggiamento mentale verso il potenziale acquirente è la maniera principale per riuscire a vendere più che la bontà del prodotto, doti personali o peculiarità ambientali. Mentre tanti suppongono, e sembra quasi vero, che il cliente per diventare acquirente deve cambiare l’ atteggiamento, nella maggioranza dei casi si tratta, invece, di modificare il proprio atteggiamento soprattutto se si riscontrano difficoltà nella vendita: un atteggiamento mentale negativo verso la clientela è la maniera sicura per non vendere. William James, docente di psicologia all’Università di Harvard, definisce l’atteggiamento come “la più grande scoperta della mia generazione”. La disposizione mentale che abbiamo verso noi stessi (di difesa, di incertez-
za, di sospettosità oppure di riuscita, di entusiasmo e di aspettativa di successo) determina l’atteggiamento verso il potenziale acquirente. La maniera migliore per assumere l’atteggiamento mentale positivo per vendere (qualsiasi cosa a chiunque) è cominciare a comportarsi come se si abbia già un atteggiamento positivo verso se stessi, quindi verso il cliente: si tratta di pensare, camminare, apparire, in una parola comportarsi “come se” si fosse una persona di successo, all’avanguardia; solo allora si capirà che la vita è monotona solo per le persone monotone, mentre la vita è interessante solo per le persone interessanti. Pertanto, conviene convincersi mentalmente di essere già quello che si desidera diventare: un venditore di successo. “Quando ha iniziato a diventare un asso della vendita?” chiede il giornalista a uno dei più celebri piazzisti americani: “Quando ho iniziato ad avere l’atteggiamento del venditore: vendere qualsiasi cosa a chiunque, prima ancora di raggiungere il successo nella vendita”.
uno degli ospiti più attesi allo Iab Seminar di domani è il noto regista Tarsem Singh
Ospiti internazionali, esperti e protagonisti del mercato a confronto e condivisione sulle strategie di video adv. Allo Iab Seminar di domani, a Milano, presso la Sala Collina della sede del gruppo Il Sole 24 Ore, in Viale Monterosa - dalle 9:00 alle 13:00 - Tarsem Singh, mago della regia pubblicitaria e cinematografica, racconterà la sua esperienza e illustrerà il ruolo cruciale dello storytelling per la riuscita di campagne di comunicazione digitale. Con lui sul palco Karim Bartoletti, pluripremiato producer, socio ed executive producer di Filmmaster Productions. I più importanti player del mercato e gli esperti del settore approfondiranno strumenti e strategie di Video Advertising Strategy, attraverso analisi e case history di successo, evidenziando le opportunità di un settore che sta registrando un’importante crescita in Italia. Interverranno: Riccardo Mangiaracina, co-responsabile della Ricerca Osservatorio New Media & New Internet Politecnico di Milano; Lorenzo Montagna, country commercial director Yahoo Italia; Olivier Van Duüren, global solutions strategy Microsoft Advertising & On-Line; Marco Imperato, head of digital media Mosaicoon; Giuseppe Bronzino, MD at Teads; Aldo Agostinelli, consigliere Iab Italia; Marco Caradonna, ceo & founder Simple Agency; Justin Saverine,firefly video general manager Exponential; Valerio Perego, head of agency partnership Facebook. Aprirà i lavori Carlo Noseda, presidente di Iab Italia. ANNO V | #118| MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE 2014