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visioni / brian newman

Imparare come muoversi nell’economia dell’attenzione

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Il modello economico alla base della maggior parte del mondo industriale è stato sviluppato sull’idea di scarsitĂ . Risorse limitate corrispondevano a profitti adeguati per chi controllava le risorse stesse‌

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Una nuova prospettiva per le news del mattino

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Microsoft batte le attese degli analisti

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Nuova campagna trend per Loaker

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Ragazzi, le parole possono uccidere

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Operazione Begin Desire per Martini

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La rinascita delle newsletter

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COVER STORY Il cuore del business in una newsletter, che da qualche mese è anche un’application COM

Selezionare, filtrare, spedire «Viviamo in mezzo a una marea di informazioni, l’impressione è di essere sovrastati», spiega il fondatore di good morning italia, Beniamino Pagliaro. Che illustra le prerogative, gli obiettivi e i primi risultati di una startup che cerca di cambiare prospettiva all’informazione del mattino di Daniele Bologna

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Come il caffè del mattino. Una di quelle abitudini che servono a dare un ordine alla giornata. A prendere una direzione. Da oltre un anno, per preparare Good Morning Italia, Beniamino Pagliaro e soci puntano la sveglia alle sei. Servono notizie, non bevande, ma il principio è lo stesso, selezionare e filtrare: «Viviamo in mezzo a una marea di informazioni, l’impressione è di essere sovrastati», spiega Pagliaro, 27

anni, giornalista e ideatore della startup. Una newsletter, all’inizio, da qualche mese anche un’app. Che indirizza ogni mattina verso i pc o gli smartphone degli iscritti una selezione dei più importanti fatti del giorno, tratti dai maggiori quotidiani e siti italiani e stranieri: «Cerchiamo di arrestare per un attimo il flusso: fissare delle priorità e inserirle in un racconto», racconta il founder. Che l’esigenza sia sentita lo dimostrano i settemila utenti conquistati in un anno, senza alcun tipo di promozione. C’è da dire che sul web c’è una grande abbondanza di giornali online, blog, newsletter. Perché, allora, aggiungerne un’altra? Pagliaro e i suoi collaboratori non hanno dubbi: Good Morning Italia è una cosa diversa. Mette insieme e cerca di valorizzare quelli che ven-

gono giudicati i migliori contenuti dei giornali con l’obiettivo di dare informazione al lettore. «Noi partiamo, come parte un giornale, dalle notizie, perché ovviamente anche i giornali pensano ai lettori. Ma noi pensiamo solo al lettore. Più che un giornale siamo un servizio e il nostro obiettivo non è tanto la notizia, ma la nostra comunità di lettori di riferimento. Più che lettori, abbonati: per loro siamo il primo contatto con l’informazione ogni giorno. È come il briefing che riceve il Presidente degli Stati Uniti quando si sveglia: perché deve riceverlo solo il Presidente degli Stati Uniti? Noi trattiamo tutti i nostri abbonati come fossero Barack Obama, cioè diamo loro tutte le informazioni che riteniamo fondamentali per non affrontare inermi la giornata», dice ancora Pagliaro. Selezione è la parola giusta. Selezione artigianale, perché per dare le quaranta notizie della giornata c’è un enorme numero di fonti da consultare. L’importante è mantenere un certo registro deciso all’inizio, pensando a chi sono i lettori e mantenere la linea definita pensando proprio a loro: «Noi dobbiamo essere utili a loro, che sono persone che hanno tanto da fare, che non han-

no più tempo di leggere i giornali, ma che vivono in un contesto in cui le opinioni vengono ancora formate dai giornali. È vero che la televisione occupa una grande fetta dei mezzi di comunicazione - sottolinea il giovane giornalista -, ma sono i giornali che possono dare il via al dibattito pubblico, soprattutto parlando di politica ed economia. Per questo, ad esempio, non trattiamo mai di cronaca, salvo rari casi. Questo non serve ai nostri lettori, non incide sulla realtà e non porta a qualcosa di nuovo». Ma i lettori - in particolare quelli di Good Morning Italia - sono ancora interessati a un settore come la politica internazionale, così carente nei giornali? Pagliaro non ha dubbi: «Io penso che lo siano, soprattutto perché i nostri lettori sono in maggioranza “qualificati”: direttori dei gior-

nali, economisti, docenti universitari, grandi agenzie di comunicazione. Noi cerchiamo in questa selezione di dare uno sguardo veloce ma anche molto orizzontale, ampio: possiamo passare in un minuto dalla Francia alla Cina fino all’Australia». Ora, insieme all’entrata nel capitale di Banzai Media, una delle principali internet company italiane, il servizio è diventato a pagamento: «Stiamo cercando di capire se funziona, finora i risultati sono incoraggianti». Non vuole esporsi Pagliaro, quasi sorpreso di ritrovarsi tra le mani una vera e propria azienda. Iniziata un po’ per gioco, ammette. Ma per rispondere a un’esigenza molto sentita dai giornalisti: «Quella di avere un contesto di riferimento comune, senza essere costretti a leggere cinque quotidiani ogni mattina». Di aggregato-

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COVER STORY

Chi è Beniamino Pagliaro Nato a Trieste nel 1987. Lavora per l’agenzia Ansa, per cui si occupa di economia e politica. Nel 2013 fonda Good Morning Italia. Dal 2008 organizza la conferenza “State of the Net” sullo stato di internet in Italia. Ha scritto tre libri: “Trieste, la bella addormentata” (2011), “Friuli Venezia Giulia, la crisi dei cinquant’anni” (2013) e “Senza rete. Infrastrutture in Italia: cronache del cambiamento” (2014).

beniamino pagliaro

ri vari di notizie, negli ultimi anni, ne sono nati diversi, da Flipboard a Pulse alla nostra Etalia. Ognuno permette di comporre un giornale su misura, costruito attorno ai propri interessi. La convinzione di Pagliaro, però, è che un filtro fatto da professionisti dell’informazione, rispetto all’automatismo dei feed, dia qualcosa in più: «La coerenza di un racconto, uno sguardo allo stesso tempo essenziale e panoramico». Unico problema: la sveglia. Prestissimo. Tutti i giorni. Ma i colleghi a cui Pagliaro propone l’idea, ragazzi attorno ai

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trent’anni, rispondono tutti di sì. Ognuno dei soci ha un ambito di competenza diverso, e la completa responsabilità su una delle edizioni della settimana. Rispetto ai primi tempi, quando i lettori erano quasi solo giornalisti, la platea si è molto allargata: «Prima si sono iscritti uffici stampa e istituzioni - racconta Pagliaro -, poi professionisti di vario tipo. In generale, persone per cui l’informazione è un valore». A loro, Good Morning Italia offre diversi livelli di lettura. Il titolo dell’edizione quotidiana è già un flash sui quattro, cinque

Un media inedito, pensato per l’era della sovrainformazione Il fondatore di Good Morning Italia, Beniamino Pagliaro, racconta così la sua idea: «Fin dall’inizio è stato impegnativo raccontare cosa fosse Good Morning Italia, perché era una cosa nuova. Le parole più semplici, perché le conoscevamo già tutti, sono state: una rassegna stampa o una newsletter con le informazioni». Ma Good Morning Italia non è nessuna delle due: online dal gennaio 2013, è un media inedito pensato per quest’epoca di sovraccarico informativo. «È un servizio - aggiunge Pagliaro -, un contenuto che coniuga l’essenzialità della parola alla ridondanza potente del link, è un racconto, è un appuntamento al mattino, un compagno fidato e quotidiano». E ora Good Morning Italia è uscita dalla fase beta, è diventata un’impresa e ha stretto un accordo di partnership con Banzai Media, che è entrata nel capitale della società. La redazione, una squadra di giovani giornalisti, seleziona le notizie che contano da tutto il mondo e le presenta in modo semplice e veloce. Ogni mattina, in due minuti, migliaia di abbonati ricevono via

temi principali, quelli da tenere in agenda. Nel corpo lo spettro delle notizie si amplia, ognuna accompagnata da due o tre righe molto fattuali di spiegazione. Infine, per chi vuole approfondire, ci sono i link agli articoli. Molti, per esempio quelli di Financial Times e New York Ti-

email o tramite l’app Good Morning Italia, e possono avere uno sguardo ampio e internazionale sulle notizie per affrontare informati la giornata. La nuova versione conta su un sistema multipiattaforma e integrato tra email, web e app per dispositivi iOS e Android.Dopo un lungo periodo di beta, in cui il servizio era gratuito ed è cresciuto fino ad arrivare a settemila abbonati attivi, a metà luglio Good Morning Italia ha lanciato l’app, il nuovo sito web e i nuovi ab-

mes, sono solo per gli abbonati delle testate, ma questo non preoccupa Pagliaro: «Appena il 10% dei lettori li apre, la sensazione è che il nostro riassunto sia già sufficiente. In ogni caso, continueremo a valorizzare i contenuti di qualità, anche se a pagamento». Per la startup, dunque,

bonamenti a pagamento. Nel primo mese di lancio, nonostante il periodo estivo, il 20 per cento della comunità di abbonati di Good Morning Italia ha scelto l’abbonamento a pagamento. L’informazione è offerta con un abbonamento di prova gratuita per trenta giorni, un abbonamento mensile (1,79 euro al mese, circa 5 centesimi al giorno), annuale (17,99 euro all’anno, circa 4 centesimi al giorno), e, per la fase di lancio, con l’abbonamento a vita (49,99 euro).

il cambio di marcia è arrivato prima dell’estate, con l’uscita dalla fase beta. Un nuovo layout, semplice ma più accattivante, una versione mobile, e il passaggio dalla modalità free a quella a pagamento. Il tasso di conversione in questi primi mesi è del 20%, oltre le attese: «Riusciamo

«Essere informati in modo puntuale e ampio è fondamentale. È un fattore competitivo: Good Morning Italia risponde a questa domanda, con semplicità. Siamo felici di continuare a crescere grazie alla conoscenza di internet e dell’editoria di Banzai, un vero e proprio partner industriale per Good Morning Italia. Siamo ancora all’inizio del percorso, ma il primo mese dal lancio ci offre numeri positivi, confermando che gli utenti scelgono di premiare l’informazione di qualità e sono disposti a pagare per un prodotto che ritengono utile», osserva ancora Pagliaro. «Siamo stati molto contenti di poter affiancare come soci e partner industriali Good Morning Italia nella sua fase di crescita. Si tratta di una startup molto innovativa nel panorama delle news in Italia, sia per la modalità di fruizione, una email mattutina puntuale ed efficace, sia per il modello di business ad abbonamento. I primi risultati sono veramente incoraggianti. È un servizio che credo farà parlare di sé», afferma l’amministratore delegato di Banzai Media, Andrea Santagata.

a ripagarci il lavoro che finora abbiamo fatto su base volontaria», precisa Pagliaro. Ma dopo la partnership industriale con Banzai, entrata nel capitale della startup con il 30% delle quote, l’obiettivo non può essere solo questo. Come conferma la campagna di promozione, la prima nella breve

storia del gruppo. La sensazione è che, presto, Pagliaro dovrà decidere se fare l’imprenditore a tempo pieno: «Per ora non vogliamo inserire alcuna pubblicità, il nostro focus è sugli utenti: o stiamo in piedi con gli abbonamenti oppure non stiamo in piedi». Lo si capirà già verso fine anno.

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MARKET PLACE

Sono stati diramati i numeri ufficiali che hanno caratterizzato il quarter della multinazionale

Ok profitti e fatturato, Microsoft batte le attese

ma il trend è in calo: nel primo trimestre l’azienda ha riportato utili per 4,54 miliardi, in calo rispetto ai 5,24 miliardi di un anno fa. Questo a causa di oneri da oltre un miliardo legati alla ristrutturazione di Nokia. ma nel frattempo, proprio questo pezzo di storia dell’elettronica di consumo se ne va: addio al brand che ha fatto la storia dei telefonini di Davide De Vecchi

Microsoft batte le attese di profitti e fatturato: nel primo trimestre fiscale l’azienda ha riportato utili per 4,54 miliardi, in calo rispetto ai 5,24 miliardi un anno fa a causa di oneri da oltre un miliardo legati alla ristrutturazione di Nokia. Gli utili per azione sono però stati pari a 54 centesimi contro i 49 attesi dagli analisti. E il giro d’affari è salito del 25% a 23,2 miliardi contro i 22,02 pronosticati. Il gruppo guidato da Satya Nadella ha compiuto significativi passi avanti sulla nuova frontiera del software

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per cloud, che ha più che raddoppiato le entrate. Anche i tradizionali ricavi dal licensing di Windows sono tuttavia aumentate del 10%. Il software per le aziende rappresenta i due terzi dei profitti del gruppo. Microsoft ha visto il margine operativo lordo scendere al 64,3% dal 72,2%, ma questo rispecchia l’ampliamento del business verso il consumo. L’azienda ha completato l’acquisizione delle attività negli smartphone di Nokia in aprile e le entrate nei telefoni cellulari sono state di 2,61 miliardi, superiori alle attese ferme a 2,2 miliardi. Microsoft, nell’insieme, ha sud-

diviso le entrate in due grandi rami: le total commercial sales, le vendite alle aziende, aumentate del 10% a 12,28 miliardi. E il segmento devices and consumer, che comprende Nokia, cresciuto del 47% a 10,96 miliardi. Intanto, proprio questo pezzo di storia dell’elettronica di consumo se ne va: addio al brand Nokia dai telefonini e dagli smartphone. Microsoft, che ha acquistato la divisione di telefonia mobile della compagnia finlandese ad aprile per 7,2 miliardi di dollari, è pronta a mettere la parola fine quello che fino a pochi anni fa era uno dei marchi più in voga. La deci-

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Oggi vogliamo divertirci di più

Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono: siano essi notizie, informazioni, intrattenimento. Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, fonte editori


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MARKET PLACE satya nadella

sione era già stata annunciata e ora arriva la conferma. Quindi, addio a Nokia sui dispositivi Windows Phone. Microsoft ha deciso: gli smartphone si chiameranno Microsoft Lumia e non più Nokia Lumia com’erano conosciuti finora. Il nuovo corso si aprirà dalla Francia, il primo paese che inizierà a usare Microsoft Lumia anche per gli account Facebook e Twitter. Poi seguiranno tutti gli altri paesi. La rivoluzione non segnerà però la fine di Nokia, che continuerà a esistere come società separata senza piu le attività di smartphone e concentrata sulle mappe e l’infrastruttura delle reti. L’operazione di Microsoft, con l’addio alla scritta Nokia, si inserisce nel cambio di rotta impresso dall’amministratore delegato, Satya Nadella, che ha annunciato di recente un forte taglio dei posti lavoro, meno 18.000 unità di cui 12.500 pro-

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prio in Nokia. Per Microsoft il cambio di nome rappresenta - secondo alcuni osservatori una scommessa: Nokia, infatti, è un nome popolare, soprattutto nei mercati emergenti, e vanta un elevato livello di fedeltà fra i suoi clienti. Con l’acquisizione di Nokia, Microsoft punta a recuperare il terreno perso e

sfidare Apple e Samsung, protagoniste indiscusse del mercato degli smartphone. Una rincorsa che non sarà facile, alla luce delle difficoltà di Nokia a mantenere quello che era il suo primato e considerata anche la battuta d’arresto di BlackBerry, che in pochi anni ha bruciato i suoi vantaggi e ora si trova relegata a una piccola quota di mercato. Il cambio a Microsoft Lumia potrebbe voler dire che Microsoft intende unificare i sistemi operativi che girano sui suoi dispositivi, fino a creare un sistema universale. Nadella, da quando ha assunto le redini di Microsoft, sta cercando di cambiare il passo delle società: «Dobbiamo essere ossessionati dai clienti. Abbiamo grandi ambizioni e altrettanto grande dev’essere il nostro desiderio di cambiare ed evolvere la nostra cultura» ha detto ai dipendenti. Il mobile e il cloud sono le aree a cui - secondo Nadella - deve puntare l’innovazione in casa Microsoft.

Retroscena del cambiamento il cambio da nokia a microsoft lumia potrebbe voler dire che Microsoft intende unificare i sistemi operativi che girano sui suoi dispositivi fino a crearne uno solo: universale

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SC N RIO

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Si varca la frontiera del marketing: passaggio reso possibile grazie alla campagna ideata da trnd

In azione gli “Agenti golosi del cioccolato” L’operazione varata per Loacker si basa sull’idea di raggiungere e fidelizzare i nuovi consumatori del cioccolato attraverso un lavoro e un gioco allo stesso tempo, che terminerà il prossimo 28 novembre di Vera Modesto

Sui numeri non si discute: il 90% dei consumatori si fida di quello che viene detto da altre persone, ecco perché Loacker ha deciso di “diplomare” tra i consumatori 7.000 “Agenti golosi del Cioccolato”. Un “attestato” di stima che trasforma l’utente in influencer e advisor e che permette a Loacker di far conoscere il nuovo Cioccolato Loacker e al contempo di raccogliere le opinioni di chi lo assaggia e degusta. È la nuova frontiera del marketing resa possibile grazie alla campagna ideata da trnd, player unico su questo fronte e che va oltre le conversazioni sui social: il piacere di degustare e raccontare il cioccolato Loacker si condivide a casa propria in momenti conviviali con amici, parenti e conoscenti. È questo il nuovo ruolo dei consumatori arruolati da trnd, i trnder, che senza essere pagati si appassionano al brand e danno consigli all’azienda. La campagna di trnd per Loacker si basa sull’idea di

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raggiungere e fidelizzare i nuovi consumatori del Cioccolato Loacker attraverso un lavoro e un gioco allo stesso tempo, che terminerà il prossimo 28 novembre e che richiede di: assaggiare il Cioccolato Loacker e la sua combinazione unica di cioccolato, crema e wafer; raccogliere le opinioni in tre sondaggi online e dare così all’azienda un feedback diretto; far conoscere il Cioccolato Loacker ad amici, parenti, colleghi e conoscenti, assaggiandolo insieme o raccontando la propria esperienza personale; raccogliere numerosi resoconti del passaparola e questionari per la ricerca di mercato: cosa pensano i nostri amici e conoscenti della golosa novità di Loacker? «Siamo lu-

singati e contenti che un’azienda come Loacker, che ha portato l’eccellenza del made in Italy in tutto il mondo, si sia affidata a noi per comunicare in un modo nuovo e innovativo con i propri consumatori - afferma Martin Oetting, Managing Director di trnd Italia -. Sappiamo che i fan di Loacker hanno un coinvolgimento straordinario nei confronti di questa azienda e dei suoi prodotti e questo apre la possibilità a un vero e proprio dialogo tra azienda e consumatori, ponendo così le basi per il marketing collaborativo». «Quella con trnd è oramai una collaborazione che portiamo avanti da diversi anni con risultati sorprendenti e molto lusinghieri. Abbiamo avuto modo, attraverso questi progetti di passaparola mirati a coinvolgere in maniera diretta il consumatore, di raggiungere il cuore dei veri fan di Loacker - dice Hans-Peter Dejakum, Direttore Marketing Loacker - “Anche per il lancio del nuovo cioccolato Loacker abbiamo deciso di affidarci a trnd e ai suoi 7.000 “Agenti golosi del Cioccolato”. Un prodotto così importante per l’azienda ha bisogno di testimonial d’eccezione. E chi meglio degli amici di Loacker amanti del cioccolato?».

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ME DIA

l’iniziativa si manifesta sotto il concept #migliorisipuò, con l’intento di promuovere una comunicazione sociale di qualità

Ragazzi, stiamo attenti: le parole possono uccidere

E’ stata presentata a Roma, presso la Camera dei Deputati, la campagna sociale “Le parole possono uccidere” che il settimanale paolino Famiglia Cristiana ha realizzato in sinergia con il quotidiano Avvenire, la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici e l’agenzia di pubblicità Armando Testa di Marianna Marcovich

E’ stata presentata a Roma, presso la Camera dei Deputati e alla presenza del Presidente del ramo parlamentare, Laura Boldrini, la campagna sociale “Le parole possono uccidere” che il settimanale Famiglia Cristiana ha realizzato insieme al quotidiano Avvenire, alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici e all’agenzia di pubblicità Armando Testa per sensibilizzare la popolazione, e in particolare i giovani, sul tema del razzismo e della discriminazione. La campagna, patrocinata da Camera e Senato della Repubblica, nasce come risultato di una preziosa partnership sociale tra Armando Testa e Famiglia Cristiana, a cui si sono aggiunti con entusiasmo anche Avvenire e i 190 settimanali diocesani della Fisc, oltre a un gran numero di organizzazioni non profit che sostengono l’iniziativa e che contribuiranno a diffonderla nei loro circuiti. La campagna è on air sulle testate e i siti dei promotori e viene veicola-

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ta in forma di locandine in oltre 10 mila parrocchie, oratori e scuole. “Le parole possono uccidere” vuole essere la prima iniziativa di altre, raccolte sotto il concept #migliorisipuò, con l’intento di promuovere una comunicazione sociale di qualità, che possa affrontare nel tempo temi di rilevanza pubblica e per promuovere una nuova cultura e sensibilità sociale, stimolando il cambiamento.

Un punto di vista inconsueto, quello del linguaggio, che è la porta più accessibile alla discriminazione. Un linguaggio a cui si dà spesso poco peso, ascoltato a casa, per strada, ripetuto a scuola, negli stadi, ai semafori... Il visual, realizzato in quattro soggetti, mostra il primo piano di un uomo di colore, di un uomo di etnia araba, di una donna rom e di un giovane in sovrappeso. Il loro cranio è per-

forato da quello che può essere interpretato come un proiettile, ma che in realtà è una parola, che entra da sinistra e fuoriesce a destra, causando una frantumazione che evidenzia il potere distruttivo dell’insulto, del pregiudizio razziale o dell’ironia discriminatoria. Il testo sottolinea il senso della campagna: “Anche le parole possono uccidere” No alla discriminazione, l’altro è come me. Famiglia Cristiana,

Avvenire, i settimanali Fisc approfondiranno il tema e sui siti www.famigliacristiana.it , www. avvenire.it, www.fisc.it sarà possibile sottoscrivere l’iniziativa, lasciare un messaggio o raccontare una propria esperienza. Parla del progetto Marco Testa, Presidente del Gruppo Armando Testa: «Fin da quando è nata, l’Armando Testa ha cercato di dare il proprio contributo volontario alla comunicazione sociale, sostenendo progetti e associazioni. Fa parte della mission di un’agenzia di comunicazione promuovere idee efficaci che, al servizio dei valori, diventano strumenti importanti di cambiamento. Per questo ho sollecitato la nostra unit dedicata alla Corporate Social Responsibility, affinché sviluppasse progetti di comunicazione sociale, per dare noi stessi un contributo di valore sociale, proprio nell’ambito che meglio conosciamo. Da qui è nato #migliorisipuò e l’ambizioso progetto con Famiglia Cristiana che, non solo ha aderito all’idea, ma ha anche lavorato per estenderla ad altri partner e per dargli un importante supporto redazionale, un contributo di pensiero inestimabile. Ci auguriamo - prosegue il numero uno dell’agenzia - che i messaggi sociali che proporremo agli italiani, saranno uno stimolo per tutti per contribuire a cambiare in meglio il Paese in cui viviamo. E l’Italia, se parliamo di comunicazione sociale, ha un grande bisogno di campagne di qualità. Noi ci abbiamo messo lo stesso impegno con cui

approcciamo il lavoro dei nostri migliori clienti». E il direttore di Famiglia Cristiana, Don Antonio Sciortino, ha commentato: «E’ molto comune essere oggi, nel nostro Paese, oggetto di discriminazione. Basta essere immigrati, o anziani o donne. Se poi si è di religione musulmana, oppure obesi o di etnia rom, ancor di più. La cronaca è purtroppo piena di episodi che sembravano scherzi ma sono tragedie. Un giornale, specie se cattolico, non può rimanere inerte, mettere in cronaca l’ennesimo episodio di bullismo, di discriminazione sessuale o di razzismo e passare ad altro. L’ha detto Papa Francesco: “Parlar male di qualcuno equivale a ‘venderlo’, come fece Giuda con Gesù”. Con questa iniziativa vogliamo raccogliere il monito di Francesco. Vogliamo farlo, come nello spirito della nostra congregazione, usando codici di comunicazione attuali, comprensibili, efficaci come quelli realizzati da Armando Testa. Vogliamo farlo insieme agli altri giornali cattolici. Vogliamo farlo anche se sappiamo che queste immagini ci attireranno anche critiche, susciteranno anche incomprensioni. Vogliamo farlo come battaglia di civiltà per il nostro Paese. Vogliamo farlo con i nostri lettori e con i lettori di tutta la stampa cattolica e con tutti coloro che raccoglieranno il nostro appello a venire sui siti internet dedicati per lasciare un messaggio, raccontare un’esperienza. Migliori si può. Diciamolo a voce alta». Marco Tarquinio,

direttore di Avvenire, aggiunge: «Non c’è soltanto un modo per fare migliore il mondo, ma imparare a usare le parole con l’intelligenza e il rispetto che le persone, e le stesse parole, meritano è un modo davvero alla portata di tutti. Dovremmo saperlo bene in un tempo come il nostro, segnato da un altissimo livello di scolarizzazione. Eppure le cronache di ogni giorno, anche nel nostro Paese, dimostrano che non lo sappiamo abbastanza. È un problema serio. Usiamo le parole come armi, e questo viene detto con esplosiva efficacia attraverso le immagini costruite dall’Armando Testa per la campagna che accomuna Famiglia Cristiana, i settimanali cattolici riuniti nella Fisc e il giornale Avvenire. Testate giornalistiche caratterizzate da percorsi diversi e da stili informativi differenti, ma portatrici di una stessa cultura di base e motivate da una condivisa vocazione a stare dalla parte delle vittime, degli sconfitti, degli emarginati, degli imperfetti, di quelli dei quali “si dice ogni male”. Ecco perché Avvenire ha deciso di aderire, dando pieno sostegno, all’iniziativa “Anche le parole possono uccidere”. Un progetto di comunicazione sociale che ha il pregio di poter raggiungere e toccare le persone più colte e le sensibilità più semplici e che anche per questo affianca, in maniera naturale ed esemplare, il lungo e quotidiano impegno informativo del “giornale nazionale d’ispirazione cattolica».

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COM PANY

Il marchio leader a livello mondiale nel campo degli aperitivi e dei vini spumanti lancia la sua nuova e audace campagna globale

Begin Desire, perché tutto è possibile con Martini L’operazione ribadisce i valori fondamentali del brand e ciò in cui fermamente crede: l’amore per la vera artigianalità, la propria raffinatezza e la gioia di vivere la vita, con passione e autenticità. La piattaforma di comunicazione è concepita in modo da destare una vasta eco nella nuova generazione dei consumatori

Jake scott

di Sebastiano Zeri

Martini, il marchio leader a livello mondiale nel campo degli aperitivi e dei vini spumanti, lancia la sua nuova e audace campagna globale: Begin Desire. L’operazione intende comunicare la sensazione che tutto è possibile con Martini e ribadisce i valori fondamentali del brand e ciò in cui fermamente crede: l’amore per la vera artigianalità, la propria raffinatezza e la gioia di vivere la vita, con passione e autenticità. La nuova piattaforma di comunicazione è concepita in modo da destare una vasta eco nella nuova generazione dei consumatori di Martini, ribadendo la posizione dell’iconico brand italiano

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nella sua veste di leader della sua categoria. Martini, grazie alla sua gamma di aperitivi e di vini spumanti, è leader a livello mondiale nella cultura dell’aperitivo. Le sue origini, radicate nel territorio italiano, e la sua perseveranza nella maestria artigianale dei suoi master blender ed herbalist confermano Martini come prodotto aspirazionale anche per le giovani generazioni, che Begin Desire incoraggia a sognare “in grande” e a perseguire i propri desideri. Il lancio della campagna avverrà con il nuovo spot pubblicitario, diretto dal famoso regista Jake Scott della casa di produzione RSA

sandy mayo

Films, una celebrazione del mondo di Martini e dell’essenza di Begin Desire che si rivolge ai consumatori di ogni dove. «Per il brand Martini, un brand iconico che vanta 150 anni di storia - questo è un momento entusiasmante e di cui andare particolarmente fieri, ecco che il suo stile e la sua essenza prendono vita - afferma Sandy Mayo, Senior Global Category Director di Martini -. Il nostro nuovo film, diretto da Jake Scott, è fonda-

mentale per il lancio di Begin Desire e lo fa con una forma che veramente trascende lo spazio temporale, combinando il patrimonio storico di Martini con la cultura contemporanea, secondo uno stile squisitamente italiano. Questa campagna vede Martini far ritorno alle sue radici e celebrare ciò che ha reso il suo passato così straordinario. Viviamo in un’epoca in cui l’aperitivo è un momento centrale nelle occasioni di consumo, e stile e

autenticità si collocano al centro del mondo dei nostri consumatori». Girato a Roma, lo spot apre con una cameriera vestita di bianco che, durante il proprio lavoro, scopre su di un tavolino un messaggio, abbozzato su di un tovagliolino lasciato da un misterioso straniero, che reca la scritta “Begin Desire”. L’uomo, che la ragazza intravede in piedi su un tetto accanto a un’insegna Martini d’epoca, la guida verso un vicolo, dove viene

trascinata da una folla che appare all’improvviso dal nulla. Come un fiore bianco che galleggia su un fiume impetuoso, la cameriera viene trasportata dalla folla attraverso le strade di Roma, mentre altri segni di Begin Desire attirano la sua attenzione. Questo suo viaggio prosegue fino ad arrivare alla stazione ferroviaria e qui la folla misteriosamente svanisce, lasciandola con nient’altro che una valigia accanto ai piedi. La ragazza la raccoglie, sale su un treno che sembra attenderla sul binario e si avvia verso il suo futuro. Accade che l’arte imiti la vita, ed ecco che qui il ruolo principale è stato affidato a una vera cameriera, la bellissima Elena Mirela, che lavorava proprio in un bar di Roma quando è stata notata da Jake Scott e dalla sua troupe, che l’hanno immediatamente scritturata per il ruolo di protagonista. Il film, parte di una campagna multimediale da molti milioni di euro che comprende pubblicità outdoor, digital, social media, stampa, tv e attività di pubbliche relazioni,

va in onda in Europa dallo scorso sabato 26 ottobre, riaffermando così con orgoglio in tutto il mondo la fama di Martini, sia come aperitivo che come brand di vini spumanti. Begin Desire significa una trasformazione del “look and feel” di Martini. Splendidi elementi di design, tratti dai poster che rappresentano il famoso logo Martini, interpretano il brand rivolgendosi alle nuove generazioni e comunicando la storia straordinaria e la natura iconica di Martini. «Martini è a dir poco leggendario. E’ un brand che si distingue per l’eccellenza del prodotto e la ricchezza della sua storia. E’ un drink romantico, così con questo film abbiamo cercato di raccontare una storia che rispecchi tutto questo - ha aggiunto Sandy Mayo -. Non lo consideriamo una pubblicità, lo consideriamo un breve film romantico, un modo per celebrare la storia e il patrimonio culturale del brand, ma che ribadisca al tempo stesso quanto esso sia significativo per il mondo del XXI secolo».

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editoria digitale

Ogni dieci persone che leggono l’intestazione di un messaggio promozionale solo due continuano la lettura di ciò che c’è dopo. Perché come tra le persone, “la prima impressione” è quella che conta di più.

“The news, but shorter“. Le notizie, ma più brevi: con l’asciuttezza che quasi sempre contraddistingue il sito di informazione ideato da Ezra Klein, Vox. com ha appena lanciato la sua newsletter, una “spremuta” dei quattro o cinque fatti più importanti del giorno, corredata da un bel numero di link selezionati e una miscellanea della cose migliori uscite in 24 ore. Sette mesi dopo il lancio del sito. E senza “averne bisogno”. Abbastanza per ridiscutere, complici le nuove (e vecchie) iniziative editoriali che ancora la utilizzano efficacemente, sul ruolo ancora attivo dell’email nell’editoria.

Volete farvi notare? attenti all’headline

PINTEREST.COM

La rinascita delle newsletter

Social marketing

Sorridi, le aziende ti guardano (i selfie) Tutti gli utenti dei social network sanno perfettamente che ogni cosa condivisa pubblicamente è visibile praticamente a tutti. Pochissimi, però, sanno che tra i tanti contatti della nostra foto appena postata ci possono essere anche aziende come Idem Labs che sta mettendo a punto un software che esegue la scansione della foto individuando ogni possibile particolare utile per profilare l’utente in senso commerciale: prodotti mostrati, brand eventualmente indossati, espressione facciale, ambiente circostante. Non ci resta che prepararci al photo-contextual marketing...

WSJ.COM

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PAGINA99.IT

scenari

Chi ha paura del programmatic adv?

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E’ noto come spesso i cambiamenti incutano paura. Anche nell’adv, la frenetica evoluzione tecnologica che sta modificando, ad esempio, la modalità di acquisto di spazi pubblicitari, non deve affatto spaventarci...

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Immagina di unire l’agilità di una redazione giornalistica 100% web ai contributi esclusivi dei blogger più esperti di ogni settore. Questa è la nuova ricetta di Leonardo.it, il primo portale verticale nato per soddisfare ogni giorno qualunque sete di sapere: dalle news alla moda, dalla salute allo sport e molto altro ancora. Una realtà giovane e in continua crescita, che ti invitiamo a scoprire in un solo drink. O meglio, in un solo click.

Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013

345 MILIONI DI PAGINE VISTE 12 MILIONI DI CONTATTI UNICI 15 VERTICAL TEMATICI


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LINK Social media

nuove TEcnologie/1

Avete presente le “pulizie di primavera”, quelle che si fanno almeno una volta l’anno in casa? Ecco, si dovrebbe fare la stessa cosa con i nostri account social. Qualche consiglio per chi ancora non l’ha fatto.

I robot e gli algoritmi non hanno le caratteristiche sociali ed emotive “calde” che comunemente (e, spesso, ingiustamente) finiscono per caratterizzare l’umanità: egoismo, vendetta, dispetto, slealtà, tradimento, risentimento e così via. Allo stesso tempo, i robot possiedono quelle competenze “fredde” indispensabili per svolgere con diligenza attività come quella del controllo dell’assetto organizzativo: routinizzazione, automazione, coerenza, assenza di errori di calcolo. Ma, a quanto pare, rendono bene anche nelle vesti di confidente e suggeritore per gli umani in azienda.

Ripulire l’account da fake users e bot

BENNAKER.COM

Avete Problemi? Ditelo al robot

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Dedicato a Siri, con amore da Gus E’ molto attuale il dibattito sul futuro dell’intelligenza artificiale. Mentre c’è chi l’aspetta alla stregua di un “messia tecnologico”, da più parti, infatti, si sostiene che l’AI potrebbe costituire una delle peggiori minacce per il genere umano, esattamente in stile Terminator. Non è certamente così per Gus, bambino autistico che ha stretto una fenomenale amicizia con Siri, il personal assistant di Apple. La storia, narrata dal New York Times, è esemplare per riflettere sul presente e futuro dell’intelligenza artificiale, sul suo stato attuale e sui possibili campi di applicazione.

NYTIMES.COM

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nuove tecnologie/2

Stampa 3D: il boom è in arrivo

CORRIERECOMUNICAZIONI.IT

Le stampanti 3D sono già una realtà: secondo Gartner nel 2015 ne saranno distribuite 217.350 unità, contro 108.151 del 2014. Nel 2018 si arriverà a 2,3 milioni di pezzi, un giro d’affari di 13,4 miliardi di $.

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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012


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young business talent

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iscrizioni fino al 31 ottobre 2014

360com è una pubblicazione di Growing C&M sede legale piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano sede oPerativa via Sardegna 32, 20146 - Milano tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330 www.growingcm.com Abbonamento a 360com la testata 360com è registrata al tribunale di milano al 254 del 3 maggio 2010. growing consulting & media srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza giuseppe grandi 24, 20135 milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 dlgs 196/2003

Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Content Manager Aureliano Roio aroio@360com.it Redazione redazione@360com.it Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi Progettazione grafica e realizzazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico Caterina D’Amico traffico@growingcm.com Diffusione e abbonamenti diffusione@360com.it Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro ivano.moro@growingcm.com tel. +39.02.53598207 mob. +39.3393970611

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Dopo il clamoroso successo ottenuto lo scorso anno riparte anche in italia la competizione internazionale Brian Newman produttore americano, per dodici anni direttore artistico del TriBeCa Film Institute. in un suo recente intervento a napoli, in occasione è partito da una disamina della knowledge society - la società della conoscenza -, delineando come sia cambiata la sostanza e misura del valore, trascinando in questo mutamento tutti i vecchi asset della società fordista. Se in quest’ultima l’offerta del mercato, compreso quello della cultura, era limitata e standardizzata, nelle nostre società viviamo sommersi da una grande abbondanza di prodotti. Alla dicotomia “diritto d’autore-pirateria”, Newman, oggi titolare della società di consulenza e promozione audiovisiva Sub-Genre Media, risponde mettendo al centro la valorizzazione delle potenzialità del web 2.0. personaggio poliedrico, difficile da incasellare, ha recentemente lanciato un’application chiamata Flicklist. attualmente è consulente, attraverso la società da lui fondata, del Sundance Institute e del British Film Insititute

visioni

di

Matteo Dedè

come muoversi nell’economia

dell’attenzione Il modello economico alla base della maggior parte del mondo industriale è stato sviluppato sull’idea di scarsità. Risorse limitate corrispondevano a profitti adeguati per chi controllava le risorse stesse. L’industria del cinema è fondata storicamente sullo stesso modello: il costo per le scuole di cinema era alto; fare un film costava milioni; anche la distribuzione era costosa perché bisognava spedire le pizze in giro per il mondo. Ed era altrettanto costoso lanciare film sul mercato perché giornali e tv detenevano il monopolio per l’accesso al largo pubblico. Le tecnologie digitali hanno stravolto questo equilibrio. Oggi viviamo in un mondo di abbondanza, e non c’è settore dove questo sia più evidente che nei film, nella musica e nell’editoria. Mentre il costo per creare contenuti di qualità può restare alto, viviamo in un mondo dove è molto più economico creare e distribuire film, musica e libri. Ogni anno più di quarantamila film vengono inviati ai fe-

stival del cinema in giro per il mondo. Poi ci sono i milioni di contenuti caricati su YouTube o su piattaforme simili ogni anno, o meglio, ogni giorno. Ognuno di questi titoli può essere trovato facilmente online, attraverso fonti lecite o illecite. Stando dalla parte del pubblico, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ognuno di questi quarantamila film compete per la mia attenzione, ma non solo. Anche se considero solo i film che entrano nei festival e ottengono una distribuzione internazionale, abbiamo di fronte uno scenario in cui ogni settimana venticinque nuovi titoli vengono presentati in una città come New York e recensiti dal New York Times. Il pubblico oggi ha così tanta scelta da essere sovraccaricato. In questo senso parlo di economia dell’attenzione: devi pensare a come accaparrarti l’attenzione del pubblico, tenerla e trovare il modo di coinvolgere quel pubblico nel tuo film, disco o libro. Oppure qualcuno deve farlo per te.

Dopo il clamoroso successo dello scorso anno - ben 117 scuole e 1.750 studenti partecipanti - riparte anche in Italia “Young Business Talent”. Si tratta di una competizione internazionale - lo scorso anno hanno partecipato oltre ai nostri studenti, 5.324 spagnoli, 1.187 greci e 1.521 portoghesi - che permette ai ragazzi tra i 15 e 21 anni di fare una simulazione di business in cui formulano e portano avanti piani di management, sviluppando il loro know-how e le loro abilità. Un modo molto vicino alla realtà per mettersi alla prova e fare esperienza d’azienda prima del tempo. I ragazzi hanno tempo fino al 31 ottobre per potersi iscrivere: www.youngbusinesstalents.com. Come in qualunque campionato che si rispetti, i team di studenti sfideranno in primis i loro compagni di istituto, per poi passare a sfide nazionali e i migliori incontreranno i loro coetanei stranieri. Nato dall’idea della spagnola Praxis MMT, i principali obiettivi di “Young Business Talents” sono: portare gli studenti più vicini al mondo del business management con un approccio hands-on e con una modalità interessante dando loro la possibilità di gestire davvero un’azienda per sviluppare al meglio le loro capacità; incoraggiare lo spirito per il business, un’attitudine can-do e la vocazione imprenditoriale; dare ai giovani un laboratorio sperimentale, fornendo loro una guida alla carriera; trasmettere key values come teamwork, etica, responsabilità, sforzo produttivo e sana competizione. ANNO V | #127| MARTEDI’ 28 OTTOBRE 2014


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