Oggi vogliamo divertirci di più
Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono: siano essi notizie, informazioni, intrattenimento. Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, fonte editori
visioni / sara mazur
Tecnologie: adesso c’è un nuovo sogno, si chiama 5G
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ANNO V | #136| LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2014
Siamo ancora ad uno stadio di ricerca e per questo fissiamo il traguardo intorno nel 2020. Le possibili applicazioni del 5G sono molto estese. Con una tecnologia di questo livello potremo avere…
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La “nuovissima” tv cresce. Ma il “boom” è rimandato
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Horizon Group fa festa con i partner
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Convergenza sì, non nei principi
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Uno smartphone con quattro ruote
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Rai Way pronta alla quotazione
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Ci facciamo un selfie col fischio?
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COVER STORY Dopo il ridimensionamento delle reti generaliste e l’esplosione dei canali digitali, l’affermarsi del doppio schermo con la visione dei programmi commentata sui social network e lo stop alla crescita dell’offerta a pagamento, ecco il fenomeno che sembrava destinato a un’espansione immediata e potente: i contenuti on demand via internet, con abbonamento o senza. Però, i numeri di quest’anno non sono ancora davvero significativi di Pietro Castagna
L’analisi di un segmento che certamente diventerà protagonista. Oggi siamo solo all’inizio
La “nuovissima” tv cresce. 4
Ma il boom è rimandato
Lo si diceva già verso la fine dello scorso anno. Basta decoder, via il contratto, soltanto la connessione a internet, e il gioco è fatto. Profezia che pareva scontata: il 2014 avrebbe dato un ulteriore colpo al modo tradizionale di vedere la tv. Dopo il ridimensionamento delle reti generaliste e il “boom” dei canali digitali, l’affermarsi del doppio schermo con la visione dei programmi commentata sui social network e lo stop alla crescita della tv a pagamento, ecco il nuovo fenomeno che sembra destinato a un’espansione immediata e potente: arrivano i contenuti on demand via internet, con abbonamento o senza. Insomma, un ulteriore incentivo, soprattutto per le nuove generazioni, a mettere in soffitta la tv lineare, con i palinsesti decisi dagli staff di vertice delle reti, e a utilizzare il piccolo schermo per vedere quello che si vuole. E tutto questo anche grazie alle tv con-
nesse a internet, che pure a diverse velocità nei vari paesi, sembrano destinate a sostituire gli apparecchi tradizionali. In Italia si prevede che nei prossimi cinque anni saranno almeno cinque milioni i possessori di smart tv. Numeri in crescita, certamente, ma chi si aspettava per quest’anno la svolta della tv on demand in streaming, alla fine dovrebbe prendere atto che non è andata proprio così. Non sembra essere bastato, infatti, l’arrivo sulla scena delle nuove offerte di big player come Mediaset - con Infinity - e di Sky, attraverso Skyonline; e neppure ha aiutato a sufficienza per favorire l’esplosione lo sviluppo crescente di Chili Tv o di Timvision. Certo, che si tratti di dati in crescita è un elemento indiscutibile e a confermarlo sono, innanzitutto, i numeri disponibili su quello che dovrebbe essere il principale strumento di questo nuovo mercato: le smart tv connesse a internet. Alcuni numeri recenti elaborati dagli
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COVER STORY
analisti partendo dai dati Auditel indicherebbero un aumento da 330.000 a 2,4 milioni per quanto riguarda il numero di persone che hanno seguito la pro-
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grammazione televisiva da una tv connessa alla rete. Inoltre, dall’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano arrivano altre cifre che
vanno in questa direzione: secondo le ultime stime le tv connesse a internet, a fine 2014, dovrebbero attestarsi sui 5,9 milioni, con un aumento del 40% circa rispetto al 2013. Però, secondo altri studi, solo per il 35% effettivamente collegate. Questo per quanto riguarda il versante hardware, mentre anche sul fronte dei ricavi generati attraverso le connected tv, dai 25 milioni del 2013 si dovrebbe salire fino ai circa 35 del 2014, con una crescita attesa del 40%. Il riferimento è ai ricavi derivanti da advertising - che valgono il 10% del totale - e dal business generato dalle offerte pay. Riguardo a queste ultime, le sole offerte Svod quelle riconducibili a una sottoscrizione, come Skyonline, Infinity e Timvision, che però dispone anche di un “videostore” per i non abbonati - avrebbero raggiunto quota 31 milioni di euro, in crescita del 31% rispetto all’anno precedente. «L’utilizzo di smart tv spiega Marta Valsecchi, responsabile Osservatorio New Media e New Internet dell’ateneo milanese - è in crescita, grazie soprattutto a una crescente usabilità e a uno sforzo dei produttori nel far conoscere fin dal primo accesso l’esistenza degli store di applicazioni per le tv, ma i numeri assoluti rimangono limitati.
daniela biscarini
Una delle cause è l’offerta di contenuti in abbonamento “datati”, per via delle limitazioni imposte dalle finestre di distribuzione dei contenuti premium, dai diritti e dai relativi costi». Ritornando, dunque, ad analizzare le cifre messe a disposizione dal Politecnico di Milano - vale a dire 31 milioni di euro da sottoscrizioni pay -, in relazione a un costo di sottoscrizione annuo di 120 euro per una media di 10 euro al mese -, si andrebbe di poco sopra ai 260.000 sottoscrittori. Poi, a questo numero vanno aggiunti coloro che sfruttano l’abbonamento con il tablet o gli altri device che permettono di fruire delle offerte, oltre agli utenti Tvod, ovvero quelli che pagano per ciò che cedono, senza abbonamento, come nel caso di Chili Tv che dichiara di essere arrivata a 350.000 clienti. Ma i numeri, come si nota chiaramente, non sono quelli di un “boom”. Ed è difficile che su questo non influisca anche lo scarso livello delle connesioni delle smart
luca di cesare
tv. Per le quali, comunque, qualcosa si sta muovendo sul versante pubblicitario. Player specializzati come Smartclip, infatti lavorano proprio per la raccolta specifica sul mezzo. «C’è interesse, è evidente. Ma in Italia manca ancora la dovuta conoscenza del fenomeno smart tv - dice Luca Di Cesare, managing director di Smartclip Italia -. Il discrimine, al momento, è dato dall’ingresso di Netflix. Nei mercati dove è entrato, lo ha fatto con un battage comunicativo che ha fatto la differenza». La smart tv resta, quindi, ancora un oggetto abbastanza misterioso. «Questo in Italia, perché altrove la situazione è diversa», conferma Stefano Parisi, presidente e fondatore di Chili Tv, che ha deciso di portare la propria offerta in Gran Bretagna, Germania, Austria e Polonia. La società è stata scelta da Samsung insieme ad Amazon, Netflix, Maxdome e Wuaki.tv per diffondere il suo nuovo standard di trasmissioni in ultra-alta definizione. «Confidia-
stefano parisi
marta valsecchi
mo che da qui possa venire una spinta», aggiunge Parisi. Intanto, Mediaset e Sky attendono di arrivare almeno alla fine del primo anno di attività per tirare qualche somma, anche perché dalle esperienze iniziali i responsabili di entrambe le società avrebbero registrato un alto tasso di rotazione nelle sottoscrizioni, non essendoci barriere alla cancellazione dell’abbonamento mensile. Soddisfazione, infine, viene espressa da Telecom per Timvision: «Stiamo ampliando i contenuti disponibili. Abbiamo anche siglato accordi importanti, come quello con Sky, per offrire ai nostri clienti contenuti sportivi di pregio. E le nostre scelte ci stanno dando ragione: nei primi dieci mesi di quest’anno abbiamo incrementato del 155% la visione di contenuti rispetto allo stesso periodo del 2013», afferma Daniela Biscarini, responsabile Multimedia entertainment di Telecom Italia. La proposta non lascia dubbi: esclusive, pro-
getti speciali, canali creati ad hoc che ne fanno la videoteca più grande d’Italia e punto di riferimento per la “nuova televisione”. Nel patrimonio oltre 5.000 titoli tra film, serie tv, programmi per bambini e ragazzi, documentari e news. In particolare, la videoteca cerca di andare incontro ai gusti degli amanti di tutti i generi e alle differenti abitudini di fruizione online di questi contenuti. Anche perché i cinefili apprezzano, oltre alla consistenza del catalogo, la proposta di collezioni incentrate su registi, attori e temi di costume. E gli appassionati della serialità amano particolarmente la possibilità di avere a disposizione tutti gli episodi di intere stagioni. In Telecom hanno fatto tesoro di queste peculiarità e i titoli offerti sono frutto di accordi con le maggiori distribuzioni nazionali e internazionali, che sempre più spesso propongono online prodotti originali in anticipo rispetto al passaggio in chiaro o in anteprima assoluta.
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LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.
Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013
345 MILIONI DI PAGINE VISTE 12 MILIONI DI CONTATTI UNICI 15 VERTICAL TEMATICI
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MARKET PLACE
Scattata la nuova campagna Ikea per natale, firmata da Auge
Sarà un buon giorno, anche il 25 dicembre Avviata un’operazione multimediale integrata con l’obiettivo di consolidare la solida strategia impostata da alcuni mesi di Vera Modesto
In qualsiasi modo si immagini il Natale, Ikea invita tutti a viverlo in modo unico e autentico, ognuno secondo i propri gusti e le proprie esigenze, riscoprendo l’importanza di quei piccoli gesti che rendono speciali le feste. E’ quanto suggerisce la nuova campagna Ikea firmata Auge in occasione del periodo delle festività natalizie: al concept dell’anno “Fai spazio al tuo buon giorno” si aggiunge “anche a Natale”, dando così vita ad una nuova campagna integrata con l’obiettivo di consolidare la strategia impostata a settembre. In televisione si incontra, dunque, nuovamente la famiglia protagonista dello spot precedente. I genitori sono alle prese con i bambini che, complice il cagnolino di famiglia, non resistono alla tentazione di scartare in antici-
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po i regali sotto l’albero. La storia ha comunque un lieto fine che vede tutta la famiglia riunita intorno a un tavolo per un’improvvisata colazione notturna. Sul web la comunicazione ruota attorno a una campagna display banner e una landing page per le idee regalo su Ikea.it Grazie a un tool interattivo gli utenti potranno trovare l’idea giusta regalando ad ognuno un Natale pensato su misura. Le numerose idee regalo, suddivise in base a fasce di prezzo, presentano una gamma varia e articolata. Su questa pagina trovano spazio anche gli altri temi legati ai festeggiamenti del Natale, come la decorazione della casa, l’allestimento della tavola e la sostenibilità di Ikea. Per i social, invece, Kettydo+ ha sviluppato una piattaforma editoriale che avvicina le persone all’atmosfera del Natale, per scoprire insieme agli uten-
ti come si immaginano le feste e per offrire loro ispirazioni, idee e soluzioni per preparare e prepararsi al Natale e far sì che questo, come i giorni che lo precedono, sia un buon giorno da vivere. Il tema natalizio viene sviluppato anche in una campagna digital banner e radiofonica. Iniziando dalla display a supporto della brochure di Natale Ikea, per trovare nuove ispirazioni e personalizzare la casa con il proprio stile, si continua con le gift ideas e con la campagna Soft Toys che pone l’accento sull’iniziativa d’impegno sociale del brand. Attraverso questa iniziativa, Ikea Foundation sarà al fianco di Unicef e Save The Children per dare supporto, insieme a tutti i suoi clienti, ai progetti per l’istruzione infantile. L’idea è semplice: per ogni peluche acquistato, Ikea Foundation devolverà un euro a Save the Children e Unicef.
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MARKET PLACE
L’agenzia web padovana fondata nel 2007 da Francesco Fasanaro ha sottolineato insieme ai suoi partner il proprio percorso di crescita. e l’affermazione del prodotto di punta: FidelityHouse
nelle immagini di questa pagina alcuni momenti che hanno caratterizzato l’evento promosso da Horizon Group, l’agenzia web padovana fondata nel 2007 da Francesco Fasanaro, che ha celebrato gli importanti successi. oltre all’apertura della nuova sede
Horizon Group fa festa con i propri stakeholder un momento davvero significativo: Oltre sette anni di attività sono un traguardo da celebrare. Insieme al successo costante che sta accompagnando la community italiana che premia le passioni di Sebastiano Zeri
Il giorno 30 ottobre Horizon Group, agenzia web padovana, fondata nel 2007 da Francesco Fasanaro, ha celebrato un importante successo. Con l’apertura della nuova sede, infatti, ha voluto festeggiare con i suoi partner e clienti non solo una fondamentale tappa del suo percorso di crescita, ma anche l’affermazione
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del suo prodotto di punta, FidelityHouse, la community italiana che premia le passioni (www.fidelityhouse.eu ). FidelityHouse è ufficialmente diventata la community di Leonardo.it, testata giornalistica di Leonardo ADV, del gruppo Triboo Spa. Questo legame tra la realtà padovana e quella milanese è frutto di una collaborazione stretta sviluppatasi nel corso degli
anni che riconosce il merito ad Horizon Group di aver saputo creare un prodotto innovativo e di ampie vedute.Il team sta lavorando alla terza versione della community, un luogo dove vivere e condividere i propri interessi guadagnando. Il social si sviluppa in tre grandi macrocategorie: video, foto e news. Tutti possono partecipare attivamente pubblicando foto, vi-
deo e scrivendo articoli per la testata giornalistica Fidelity News. I materiali vengono inseriti all’interno di cluster specifici, garantendo una maggiore interazione tra cerchie di utenti che condividono le stesse passioni. Piccole community nella community, che generano guadagno attraverso le views, i like, la scrittura di articoli, la partecipazione a campagne virali, ac-
quisto con cashback.Oggi FidelityHouse raggiunge quota 7 milioni di sessioni, 4 milioni di utenti unici, 8,5 milioni di visualizzazioni di pagina, 70 milioni di impression e 2,5 milioni di video visti (dati google analytics). All’evento hanno partecipato tutti i sostenitori di Horizon Group, coloro che l’hanno sempre sostenuta e hanno sempre creduto in questo progetto.
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MARKET PLACE
sono dati che riguardano il mercato usa, ma l’italia è coinvolta
Tutte le ricerche ora lo confermano: il video è la formula più efficace
Gli utenti occupano sempre di più il proprio tempo con i video digitali. E la gran parte di quel tempo è su piattaforma mobile di Daniele Bologna
Gli utenti internet occupano sempre di più il proprio tempo con i video digitali, e gran parte di quel tempo è su piattaforma mobile. Secondo le più recenti stime di eMarketer sul tempo trascorso quotidianamente con i media dalla popolazione adulta media degli Stati Uniti, i video digitali occupano circa un’ora. Nel 2010 era di appena 6 minuti. Gli account mobile occupano più della metà di quel tempo: 33 minuti. Sono dati che riguardano il mercato americano, che già in passato ha anticipato la maturazione di trend già evidenti anche in Italia. Una crescita esponenziale che sta ingolosendo le aziende. Una ricerca condotta da Demand Metric e Ascend2, sponsorizzata da Marketo, ha rilevato che, tra le grandi imprese, il video è stato il tipo di contenuto più comune, creato per finalità di marketing, new-
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sletter, white paper, webinar. Ma ormai anche le aziende più piccole sono sempre più inclini a produrre video. Il messaggio è chiaro: i consumatori guardano grandi quantità di video digitali e i professionisti del marketing rispondono non solo con spot pubblicitari, ma anche producendo ontenuti. Le grandi aziende hanno scelto: il video come la forma più efficace di content marketing, anche se era anche la più difficile da realizzare. La risposta dei consumatori è positiva. Gli utenti di Internet negli Stati Uniti intervistati da Animoto nel dicembre 2013 hanno dichiarato di percepire le aziende che hanno prodotto video digitali come le più impegnate nei confronti dei clienti (77%). Più di sette su dieci hanno inoltre dichiarato di avere ricevuto un’impressione generalmente positiva di un brand, di un prodotto o di un servizio dopo la visione di un video digitale.
Una performance a sorpresa
Basta con il giocod’azzardo: l’urlo di Naba un flash mob sul tema della dipendenza, studenti in piazza
di Matteo Dedè
La Nuova Accademia di Belle Arti di Milano ha organizzato un flash mob sul tema della dipendenza dal gioco d’azzardo. Coinvolti in prima persona gli studenti del Triennio di Graphic Design and Art Direction, impegnati nello studio di una campagna sociale nell’ambito di un percorso didattico che vede Naba tra i firmatari della convenzione interuniversitaria con Libera e altri soggetti. Dunque, dalle ore 11:00 di giovedì scorso gli studenti hanno messo in scena una performance a sorpresa proprio nel cuore della città dove i passanti si sono trovati intrappolati in una fitta rete di nastri colorati su cui hanno scritto i valori sui quali vale la pena di scommettere veramente. La trappola del gioco d’azzardo si è trasformata in una occasione di riflessione collettiva sul tema. L’obiettivo di questa iniziativa era proprio la sensibilizzazione della comunità su un pericolo individuale e sociale mascherato da divertimento. ANNO V | #136| LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2014
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ME DIA
dopo L’audizione alla Commissione Trasporti della Camera
Convergenza di fatto. Non ancora nei principi se nella realtà i comparti tv, Ict e tlc si stanno avvicinando, fra i player in campo, continuano a sussistere differenze sostanziali di Marianna Marcovich
Estendere anche ai giganti del web le regole cui devono sottostare i player del mondo dell’editoria cartacea e televisiva. E poi c’è la questione dello spettro, con i broadcaster che hanno plaudito al Rapporto Lamy di rimandare l’obbligo di passaggio dei 700 MHz alla banda larga mobile. Nella recente audizione alla Commissione Trasporti della Camera, da parte del presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania, sono arrivate nette prese di posizione contrarie rispetto a questi due assunti. Insomma, se nei fatti la convergenza fra tv, Ict e tlc si sta facendo sempre più evidente, nell’affermazione dei principi esiste ancora una grande distanza fra i player che portano avanti le posizioni “politiche” dei
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due mondi. Primo caso, quello delle regole. Fedele Confalonieri e Carlo De Benedetti l’hanno detto a più riprese e con la massima chiarezza possibile che i colossi del web dovrebbero essere sottoposti alle stesse regole del mondo radio televisivo. Risposta di Catania nel corso dell’audizione: «Sarebbe un grave errore pensare di estendere la regolamentazione esistente per il settore radiotelevisivo agli attori e alle imprese emergenti del mondo digitale, perché si tratta set di regole a tutela di un telespettatore , mentre l’utente del mondo web è un soggetto che interagisce e sceglie. L’effetto di una simile scelta significherebbe non solo appesantire i nuovi mercati con norme non adeguate a favorirne lo sviluppo, ma soprattutto abbassare gli stimoli concorrenziali e
vincolare l’innovazione». Del resto, ha continuato, il digitale ha stravolto la catena del valore: se una volta c’erano i produttori di film e gli attori, oggi «gli stessi utenti possono diventare produttori». Insomma, tante opportunità che «non sono state colte dall’industria dei media in una fase iniziale dell’innovazione, ma come dimostra il caso della musica, solo in un momento successivo». Una strada da percorrere sarebbe, quindi, quella legata all’auspicio «che il legislatore si approcci a questa materia abbandonando i vecchi schemi di regolamentazione stringente a favore di modelli di autoregolamentazione e co-regolamentazione, i soli che si dimostrano in grado di coniugare nel mondo web lo sviluppo delle attività alla tutela di diritti garantiti dall’ordinamento». Quanto poi allo spettro, l’idea di Catania è che vi sia «ampio spazio per un uso più efficiente dello spazio da parte dei broadcasters utilizzando standard e tecnologie oggi disponibili». Un assunto di particolare importanza per l’industria Ict e le telco visto che «sul fronte delle comunicazioni mobili la crescita esponenziale della domanda dei servizi dati implica una conseguente crescita della domanda di banda relativa». E tutto questo mentre il mondo televisivo «non ha neppure pianificato temporalmente il passaggio al DVBT2», la cui adozione «consentirebbe ai broadcaster di ampliare l’offerta di canali in HD e ultra HD. Convergenza nei fatti, ma posizioni tutt’altro che convergenti. ANNO V | #136| LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2014
search & socIal medIa marketIng
13-14 noveMbre 2014
MiCo – MIlAno CongreSSI
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SC N RIO
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di Sebastiano Zeri
Una sorta di smartphone o tablet con quattro ruote. Gli italiani immaginano così la loro auto fra 25 anni, assolutamente “connessa”, in grado di assistere il guidatore e soprattutto di fornirgli informazioni in tempo reale. Secondo la ricerca commissionata da AutoScout24, dal titolo “The cars we want tomorrow”, sono proprio gli abitanti del Bel Paese, con il 67,6%, gli europei che più desiderano guidare un’auto in grado di comunicare e interfacciarsi con il mondo esterno. Lo studio, realizzato in collaborazione con GfK e che ha coinvolto 8.800 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, conferma la grande passione degli italiani per i “gadget” tecnologici. Secondi in questa speciale classifica, gli spagnoli con il 67,2%: anche loro, infatti, ritengono importante ricevere direttamente sul pannello di controllo della propria vettura servizi di assistenza e informazioni via Internet. I meno interessati all’auto interconnessa sono invece gli olandesi con il 44,6%. Tra tutte le possibilità aperte dalle nuove tecnologie, quali sono quelle che veramente interessano gli automobilisti europei del domani? In cima alla classifica la sicurezza: l’82,1% di tutti gli intervistati ha dichiarato di desiderare soprattutto sistemi di riconoscimento del pericolo e di intervento attivo in situazioni di rischio. Segue di pochissimo (81,9%) la percentuale di chi ha valutato importante la presenza della funzione “eCall”, ovvero di un dispositivo che in caso di incidente sia in grado di inviare
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“The cars we want Tomorrow”, ricerca commissionata da Autoscout24
L’automobile? Uno smartphone con 4 ruote
aiuta chi ha perso tutto.
Gli italiani immaginano la loro auto fra 25 anni: “connessa”, in grado di assistere il guidatore e di fornirgli informazioni in tempo reale in modo automatico una chiamata di soccorso al più vicino centro di emergenza. La ricerca ha indagato anche altri aspetti legati all’assistenza alla guida, all’intrattenimento e all’informazione. In particolare è emerso che il 77,3% del campione si è dimostrato interessato a un sistema intelligente per la prevenzione degli ingorghi stradali. Grande interesse (67,9%, con un aumento direttamente proporzionale al livello di istruzione) anche per l’ipotesi di uno schermo in grado di fornire informazioni in tempo reale sul traffico. Meno della metà degli intervistati (48,9%), con una netta prevalenza di uomini, vorrebbe integrato nella propria auto un accesso veloce a internet, disponibile sempre e ovunque. Può sorprendere il fatto che questa funzione sia apprezzata soprattutto da chi rientra nella fascia di età compresa fra
i 40 e i 49 anni, ma in realtà il dato rappresenta la conferma che la Rete è diventata un’esigenza largamente sentita. Riassumendo, dallo studio emerge che l’interesse per la connettività in auto è limitato a funzioni ben precise finalizzate a rendere il viaggio più piacevole, eliminando possibili fonti di stress e aumentando il livello di sicurezza. Non a caso la possibilità di accedere ai social network, invece, si è classificata al penultimo posto con solamente il 34,7% delle preferenze. Tornando ai nostri giorni, AutoScout24 ha diffuso anche l’Agpi di ottobre, l’indice che misura il costo medio di tutte le oltre 350.000 inserzioni sul sito leader in Italia e in Europa per la compravendita online di veicoli. Il dato conferma il trend rialzista degli ultimi mesi e si mantiene ben al di sopra della soglia dei 13 mila euro toccando i 13.123. ANNO V | #136| LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2014
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Con il calore di un pasto, dagli la forza per rialzarsi.
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Sempre più spesso, sempre più persone cadono. Qui, accanto a noi. Cadono nella povertà, nella solitudine, nel freddo di lunghe notti senza un tetto. Non restare indifferente. Oggi, con Fondazione Patrizio Paoletti, puoi sostenerle con un gesto facile come un SMS o una telefonata. Darai loro cibo. Darai loro calore, darai loro ascolto e la possibilità di trovare in sé la forza per ripartire. Ma fallo subito, l’inverno è alle porte. Dal 2 al 15 novembre dona 2€ con SMS da cellulare personale.
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per la società pubblicaSi avvicinano i tempi della quotazione alla Borsa Italiana
Grazie a buoni numeri, l’aspirante matricola ora si prepara allo sbarco
Legame a doppio filo con la “casa madre” e sfide tecnologiche di un futuro molto prossimo. Sono i potenziali poli di “fragilità” entro cui si muove Rai Way di Daniele Bologna
Legame a doppio filo con la “casa madre”, di cui c’è traccia in chiaro a partire dalla denominazione (Rai Way) e sfide tecnologiche prossime venture. Sono questi i due poli di “fragilità” potenziali entro cui si muove l’aspirante matricola - la sesta dopo cinque rinunce consecutive - al listino di Borsa Italiana. Al contrario, i numeri di bilancio delle torri di trasmissione della Rai hanno piuttosto forza: 26,8 milioni di utili proforma per i primi nove
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mesi 2014 rispetto ai 30,8 (sempre proforma) per l’intero 2013, un utile operativo di 42,8 milioni dei nove mesi contro i 51,1 dei dodici mesi 2013, un risultato netto pari al 17,3% del fatturato (primi nove mesi) contro il 14,8% del 2013, su un fatturato pari a 155,2 milioni (erano stati 208 nel 2013). La Rai rappresenta oltre l’80% dei ricavi del gruppo, dunque tutto quello che succede alla capogruppo è destinato ad impattare grandemente sui conti e sull’operatività della controllata. Il contratto di servizio,
appena rinnovato per sette anni (più due rinnovi di altrettanti anni) prevede un canone di 175 milioni per il 2015 (e poi l’aggancio all’inflazione) e una serie di condizioni reciproche, che danno buona flessibilità a Rai Way nella ricerca di nuovi partner. A sua volta la Rai ha una concessione per il Servizio pubblico fino al maggio 2016 - che ragionevolmente sarà rinnovata - ma resta il fatto che qualsiasi variazione al piano di sopra può diventare un problema o un’opportunità per la con-
trollata. Che, tra l’altro, nonostante tutti i paletti che sono stati messi (anche in vista della quotazione) resterà sottoposta a direzione e controllo da parte della Rai. Sul fronte tecnologico la partita è complessa. Se da un lato c’è un’autostrada deserta rappresentata dalla transizione verso il segnale digitale delle emittenti radiofoniche, dall’altro c’è il grande punto interrogativo sul futuro della televisione. L’Italia, infatti, rappresenta un unicum nel panorama internazionale: il digitale terrestre ha una penetrazione del 99% sul territorio nazionale, mentre
il satellite è fermo al 32% e l’Iptv, la televisione via internet arriva all’1%. Ancora non pervenuta la tv via cavo. Il mercato però è destinato a cambiare, con una nuova modalità di fruizione rispetto al segnale tradizionale (diffuso da Rai Way) e con essa emergeranno nuovi mezzi di trasmissione. La battaglia tra gli operatori televisivi si sta spostando dalle piattaforme ai contenuti, con una progressiva convergenza verso la banda larga come strumento di distribuzione. Certo la strada è ancora lunga e in Europa solo la Grecia ha una diffusione meno ca-
pillare di fibra ottica dell’Italia, ma il processo è iniziato. E Rai Way dovrà dimostrare di saper stare al passo con tempi se vorrà essere attraente per nuovi clienti terzi, così come per gli investitori internazionali. La quotazione si svolgerà attraverso la vendita del 30,51% da parte di Rai (più 5% di eventuale greenshoe) dunque sen-
za aumento di capitale, ma occorre tener presente che il gruppo ha solo 73 milioni di debiti, dunque una leva persino troppo bassa. Diverso invece è il discorso delle risorse per l’innovazione tecnologica, per quanto va tenuto conto che è stata appena conclusa la trasformazione della trasmissione, da analogica a digitale.
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LiveXtension ha deciso di interrogare AudiWeb View per capire la situazione dei social network in Italia. E’ Instagram il social in maggiore ascesa, con un milione di utenti in più nei primi 7 mesi dell’anno.
Si avvicina la data di inizio (1° maggio) e l’argomento Expo è sempre più attuale. Ma pochi sanno che l’ingresso all’evento è a pagamento per i milioni di visitatori previsti. Con lo sconto, se acquistato online.
Agli italiani piace Instagram (adesso)
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La biglietteria dell’Expo 2015
EXPO2015.ORG
mobile Os
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Una notizia è che Google ha lanciato una campagna di marketing per supportare Android. Un’altra è che si tratta della prima in assoluto dopo ben 5 anni dal lancio del mobile Os più utilizzato al mondo.
Se acquistate una Smart Tv Samsung vi verrà consegnato anche un documento che recita: “Siete pregati di tenere presente che se le vostre parole pronunciate (sic) includono informazioni personali o sensibili...”.
Android, “nuovo” nome del mktg
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Ecco quanto sono spione le Smart Tv
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Ci aveva provato, Axel Springer, con altri 200 editori tedeschi a uscire da Google News, dopo che lo scontro in atto in Germania era salito di tono. Risultato: traffico giù dell’80% e editori sui loro passi.
Come i non pochi amanti del genere sanno bene, ottenere un selfie di qualità non è cosa sempre semplice. Ora però, lo è un po’ di più grazie a TechmadeSelfie che permette di scattare... con un fischio.
Axel Springer va a Canossa da Google
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Ci facciamo un selfie? Col fischio!
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L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.
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SPAZIO A...
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innovazione digitale
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3 dicembre - campus bovisa @ milano
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presso l’aula “carlo de carli”, nella sede del politecnico, in via durando 10, si svolge l’evento rivolto agli executive Sara Mazur Vice President e Head of Ericsson Research, Group Function Technology. è una scienziata con un Ph.D in Ingegneria Elettrica presso il KTH Royal Institute of Technology in Svezia, che vanta 17 anni di esperienza nella R&S del Gruppo, durante i quali ha contribuito a rafforzarne l’eccellenza tecnica. Docente in fisica del plasma presso il KTH Royal Institute of Technology, è anche membro del Comitato Consultivo della School of Electrical Engineering presso la stessa Università e membro della divisione Istruzione e Ricerca della Royal Swedish Academy of Engineering Sciences. Collabora con numerose riviste scientifiche internazionali. con lei, Una nuova frontiera è stata aperta: il 5g. è stato uno dei temi principali dell’Ericsson Business Innovation Forum di Stoccolma, dal 5 al 7 novembre. Non è un caso. Proprio nella capitale svedese, nel dicembre 2012, ha debuttato il 4G/LTE, la prima tecnologia di banda larga in mobilità: quella che consente di navigare e scaricare fino a 100 megabit al secondo e che solo negli ultimi mesi si è davvero diffusa in Italia
visioni
di
Matteo Dedè
tecnologie: il nuovo sogno
per il futuro è 5g
Siamo ancora ad uno stadio di ricerca e per questo fissiamo il traguardo nel 2020. Le possibili applicazioni del 5G sono molto estese. Con una tecnologia di questo livello potremo avere operazioni chirurgiche condotte a distanza, migliorare molto il controllo del traffico aereo, gestire le città e la viabilità in modo innovativo. Ma sono solo alcuni esempi di uno standard che sarà chiamato a processare e trasmettere un volume di dati mille volte più grande rispetto a quello di oggi, da e verso un numero di dispositivi cento volte superiore. Uno degli snodi decisivi è legato alle frequenze. Il 5G è destinato a occupare una porzione molto estesa dello spettro disponibile e vanno definite regole e protocolli per evitare sovrapposizioni e conflitti con le altre tecnologie, che già insieme occupano una bella fetta delle frequenze di rete. Il compito spetterà all’Itu, l’organismo internazionale che fissa le norme in mate-
ria. I due momenti fondamentali saranno la Conferenza Mondiale sulle Radiocomunicazioni del 2015 e quella del 2019. C’è una parte di banda ancora destinata al 2G ed è giusto preservare anche chi non utilizza le ultime tecnologie. Ma le frequenze possono essere ripartite in base al traffico che ogni standard genera. Più traffico, più banda. Il lavoro a livello tecnologico è iniziato da tempo e i nostri laboratori hanno già testato la nuova tecnologia, arrivando all’impressionante velocità di cinque gigabit al secondo. Ma oltre alle frequenze, c’è un altro passaggio necessario a livello internazionale: per essere tale, ogni standard dev’essere condiviso su scala globale, dialogare e interfacciarsi con servizi, marchi e strumenti diversi, la cosiddetta interoperabilità. Ecco stiamo spingendo molto sulla cooperazione, in Europa ma non solo, per mettere insieme le forze e giungere a protocolli comuni e accettati da tutti.
Nonostante la crisi economica, il nostro Paese sta dimostrando di essere presente e competitivo sul mercato internazionale grazie a tante imprese, che non solo hanno resistito alla crisi, ma hanno anche raggiunto ottimi risultati economici e finanziari. In questi casi di eccellenza un ruolo chiave è stato giocato dall’innovazione digitale, in particolare lì dove essa è stata affiancata da una visione imprenditoriale diffusa nell’intera organizzazione e da una cultura di Digital Transformation pervasiva e condivisa. Il convegno, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, è l’evento annuale della Digital Business-Innovation Academy rivolto alla Community dei cio e dei business executive e sarà l’occasione per rispondere anche alle seguenti domande: quali scenari per il mercato dell’Ict in Italia? Quale ruolo per le tecnologie digitali nelle imprese e nell’economia del Paese? Quali cambiamenti nel budget Ict delle imprese? Quali le principali aree di investimento Ict per il 2015? Quali criticità per l’organizzazione e le competenze professionali delle direzioni Ict e dei fornitori di tecnologie? Il programma del convegno prevede la presentazione delle evidenze emerse dalle ricerche e dai workshop svolti durante l’anno dall’Academy, che hanno visto il contributo di oltre 500 tra cio e business executive delle principali imprese italiane, nonché da un anno di lavoro degli Osservatori Digital Innovation. ANNO V | #136| LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2014