For Milano M a g a z i n e
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Direttore Editoriale FABRIZIO COSCIONE f.coscione@flemingroma.it Direttore Responsabile GIACOMO AIROLDI Vice Direttore IVAN ROTA Art Director DORIANO ZUNINO d.zunino@flemingroma.it Grafica Livia Pierini grafica@flemingroma.it Segretario di redazione Silvestro Bellobono segreteriaredazione@flemingroma.it Amministrazione Elisabetta Rinaldo amministrazione@flemingroma.it Segreteria info@flemingroma.it Pubblicità advertising@flemingroma.it Distribuzione distribuzione@flemingroma.it Stampa: Arti Grafiche Celori s.r.l. Hanno collaborato: Elda Bertoli, Nolberto Bovosselli, Paolo Brasioli, Jill Cooper, Jessica Di Paolo, Dina D’Isa, Sara Donati, Linda Esposito, Roberta Ferrari, Tommaso Gandino, Michela Garosi, Marco Gastoldi, Agostino Madonna, Demetrio Moreni, Bruno Oliviero, Antonio Osti, Valentina Polidori, Lucilla Quaglia, Daniele Radini Tedeschi, Marina Ripa di Meana, Alfonso Stani, Donatella Vilonna.
Rettore
FLEMING PRESS Fabrizio Coscione Amministratore unico Fleming Press Srl Via Montello, 18 - 04011 Aprilia (LT) Tel. 06 92708712 Fax 06 92708714 info@flemingpress.it www.4mag.it Anno II - n. 10 - Marzo/Aprile 2012 Reg. al Tribunale di Latina - n. 7/11 del 13/05/2011
non s’arrende
editoriale
Richard Gere e George Clooney, Jake Gyllenhaal e Leonardo DiCaprio, Matt Damon e John Cusack: care lettrici, avete di che lustrarvi la vista. Ma non solo maschietti. Sul Red Carpet e ai party post Oscar, infatti, per par condicio incontrerete Angelina Jolie, Jennifer Lopez e Kate Hudson. E sulle passerelle delle sfilate milanesi un po’ di star delle Tv e del cinema di casa nostra. Solo per noi tornano in campo le “gemelle del gol” per segnalarci in diretta da Miami dove potete mangiare di fianco a Tom Cruise o accanto a… Bobo Vieri. Anche in questo numero continuiamo a sognare con le Donnavventura che ci portano alle Seychelles e a Dubai. Un pizzico di Dolce Vita romana alla Taverna Flavia, un bel ritratto di Patty Pravo, in discoteca con un dj d’eccezione, Bob Sinclar, e la cover con una Rettore più scatenata che mai. Insomma, con noi non vi annoiate mai! L’editore e il direttore
Photo © Corrado Ferrante
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SOMMARIO
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Prosegue il viaggio delle Donnavventura: Seychelles e Dubai le mete
Marzo/Aprile 2012
Angelina Jolie sul Red Carpet da pag. 56
3 / Marco Gastoldi Per un mondo più green
48 / Cose di moda Un po' di primavera e tanto inverno
88 / Leggende Cinecittà si Mostra… ancora
4 / Personaggi Se anche Morgan diventa tranquillo…
56 / Red carpet Ciak, si sfila!
92 / Teatro Scopriamo le carte!
6 / Artisti Pop, pop, hurrà
58 / Double feature
94 / Musica Super Sinclar
60 / Cinema 8 / Eventi 16 / L’uomo del mese Jake Gyllenhaal 17 / La donna del mese Meryl Streep 18 / Cover Sono (ancora) splendida splendente
72 / Consigli & Sconsigli di Dina D'Isa 74 / Star Pensiero stupendo 80 / Cara Marina di Marina Ripa di Meana
96 / Musica Nel segno dei Matia Bazar 98 / Rubrica di Luiss Life 99 / In forma con Jill Cooper
81 / Protagonisti
100 / Una lettura per lasciar traccia… di Donatella Vilonna
82 / Protagonisti New York, sto arrivando!
101 / L'angolo del benessere di Elda Bertoli
28 / Reportage Il sogno continua
84 / Protagonisti
102 / Auto La berlina più amata
38 / Storie Com'era dolce la Dolce Vita
85 / Come una star Kate Winslet
42 / Incontri Vengo anch'io a Miami? Sì, tu sì!
86 / Scatti di Bruno Oliviero
22 / Star Resto un uomo da Oscar
46 / Rotazioni
2 For Magazine
106 / Yachting Capolavori in alto mare 114 / Milano peoples & stars & events
For magazine
TE LA DO IO MILANO di Marco Gastoldi
Per un mondo più green Milano, Palazzo Marino, 26 gennaio scorso: “Noi cittadini ci sentiamo impegnati nella ricerca di nuovi stili di vita, coerenti con le nostre aspirazioni ed idealità, che aiutino a vivere meglio insieme e che alimentino la speranza di futuro e felicità per noi, i nostri figli ed il Mondo intero”. È solo uno dei cinque punti che formano il patto di cittadinanza stipulato fra il Comune di Milano ed i cittadini di qualsiasi età, genere, nazionalità e religione. Mentre nella metropoli sboccia la primavera, ogni angolo della città si colora di verde. Nasce “Con Stile, cambio vita a Milano”, la nuova campagna promossa da Acli, Arci e Legambiente che con il patrocinio del Comune di Milano inaugura il nuovo lifestyle che favorisca l’impegno nel migliorare stili di vita, quotidianità e mobilità. Nasce una proposta per famiglie e singoli dove ognuno può diventare “attore” del cambiamento ed intraprendere, personalmente o con la propria famiglia, azioni concrete per inquinare meno risparmiando di più. Sono già 60 i nuclei familiari che hanno aderito all’iniziativa che entro il primo anno si pone l’obiettivo di monitorare la trasformazione delle scelte di consumo di 10.000 milanesi e verificarne i risultati: il nuovo green trend è alle porte, che cosa stiamo aspettando? Il primo appuntamento con tutti i nuovi interpreti del cambiamento sarà dal 30 marzo al 1° aprile nei padiglioni 2 e 4 di Fieramilanocity. “Fa’ la cosa giusta!”, che vedrà un susseguirsi di laboratori, spettacoli, dibattiti ed accoglierà 750 espositori ed una media di 70.000 visitatori, sarà la nona edizione della fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili ideata dalla casa editrice Terra di Mezzo. Dieci saranno le aree tematiche, fra le quali “mobilità sostenibile”, “ecodesign”, “orti e giardini” e “critical fashion”. Ed ancora, “turismo sostenibile” ed “abitare green” proporranno tutte le nuove eco-tendenze per alloggiare e vivere nei propri spazi. Innovazioni, proposte, idee e curiosità inerenti ad alloggi e turismo sono stati anche gli argomenti di discussione del convegno “Ecosostenibilità, vantaggi per gli alberghi e il turismo” organizzato da Ecoworldhotel lo scorso 15 febbraio. L’Enterprise Hotel di Corso Sempione è stato scelto come luogo di presentazioni riguardanti l’evoluzione dell’ecoturismo, l’introduzione del green food e lo sviluppo del green marketing. Hotel Milano Scala, che celebra il suo secondo compleanno, si classifica ad oggi come il primo hotel della città e uno dei pochissimi in Italia ad emissioni zero. Attraverso sistemi di recupero e tecnologie che operano sfruttando l’energia elettrica, l’hotel recepisce pienamente la filosofia dell’Expo 2015, che fa dell’innovazione energetica uno dei suoi temi principali: per un soggiorno metropolitano in totale assenza di agenti inquinanti risparmiando…energia! All’insegna dell’ecodesign e delle sostenibili provocazioni provenienti dal mondo dell’interior ecco i comple-
menti d’arredo e l’oggettistica realizzati in materiali naturali proposti dal marchio di design Essent’ial durante l’edizione di gennaio dell’International Home Show Macef 2012. La collezione disegnata da Albano Ghizzoni si attualizza, colora e vivacizza aggiungendo agli accessori per casa ed ufficio un tocco di colore a tutti i suoi prodotti. Realizzata in cartone riciclato o FSC compare all’interno della gamma del brand la scodella, accessorio multiuso per la casa realizzata attraverso l’antica tecnica d’assemblaggio, che non utilizza collanti e viene proposta in diversi colori e formati nel pieno rispetto dell’ecologia, sfruttando la pratica del riciclo. I classici Ecopoltrona, Ecopuffo ed Ecopanca si tingono di giallo, blu, rosso, grigio, nero e bianco diventando lavabili in lavatrice. Grazie alla collaborazione con Rewind Selection, Essent’ial presenta anche i nuovi prodotti realizzati con vecchie vele utilizzate nel settore della nautica, adatti per ambienti indoor ed outdoor. Con la sua “ModaDesign”, il marchio esce di casa ampliando l’offerta delle Sacco Borsa rinforzandone i manici, i contrasti ed i colori; nasce anche la Mini Sacco Borsa nelle moltissime varianti cromatiche fra cui bianco, mattone, avana, rosso, bluette e, a completare la linea, ecco la pochette Fagiola, uno dei primi modelli ad essere realizzati in fibra di cellulosa. E ancora, per la prima volta in Italia, anche il fashion system diventa green e punta sulla sostenibilità. Grazie alla promozione del Consolato Generale Britannico e UKTI con la collaborazione di Pitti Immagine, in linea con lo slogan “Green is Great”, è nata l’area espositiva dedicata ai marchi della moda, accessori e prodotti per la vita di tutti i giorni, organizzata nel famoso design district milanese di via Tortona. Durante le giornate del 25, 26 e 27 febbraio scorso l’allestimento “The Green Closet” ha accompagnato il visitatore in un percorso ecologico dove trovare collezioni di abiti, borse, calzature e articoli da regalo naturalmente green. La collezione prêt-a-porter firmata Emesha rappresenta la continua ricerca di nuovi tessuti biodegradabili o riciclati, i fantastici cappellini Hatastic sfruttano invece materiali di recupero vintage. La lotta alla plastica è l’impegno di Turtle Bags, mentre i famosissimi Dr. Martens sono diventati “eco” grazie all’uso della lana pesante. Tessuti dalla produzione etica a filiera a chilometro zero contraddistinguono l’etichetta dei total look Ecoluxe London. Dalla Triennale di Milano, fino al prossimo 9 aprile, la pratica del riciclo diventa invece un’incredibile e curiosa raccolta di bijoux. In mostra i cento gioielli sostenibili realizzati interamente a mano dall’artista Riccardo Dalisi; la preziosità non è quella dei materiali più costosi, anche un coccio di ceramica o un piccolo pezzo di vetro possono avere una nuova vita e un nuovo significato in merito a stile eco-friendly da indossare e sfoggiare in piena Area C…hic!
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PERSONAGGI For magazine Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi (39 anni), dal 2001 ha “congelato” (ma non sciolto) i Bluvertigo per dedicarsi ad altre attività artistiche, tra le quali la partecipazione come giudice al talent show X-Factor.
Se anche Morgan diventa tranquillo… L’amore, la pace con l’ex, un nuovo album e un concerto-evento: momento magico per un artista geniale ma irrequieto. Che ci prepara ancora un sacco di sorprese 4 For Magazine
For magazine
Con grande sincerità ha ammesso che è tornato a fare il giudice di X-Factor «perché i soldi servono, c’è poco da fare, per mantenere un certo stile di vita». E nel reality andato in onda su Sky (e con il ritorno di Simona Ventura) ha trovato anche l’amore. Infatti, anche alle recenti sfilate milanesi l’abbiamo visto passeggiare abbracciato a Jessica Mazzoli (concorrente appunto a X-Factor). Se aggiungete che ha fatto persino pace con Asia Argento e non solo per amore della figlia che hanno avuto insieme Anna Lou (che ha già 10 anni), capirete che questo è un momento magico per l’ex Bluvertigo. Vale la pena, quindi, andare a sentirlo al Teatro Smeraldo il 20 marzo, ma anche ascoltare il suo nuovo album, uscito da poco, Italian Songbook vol. 2 in cui Morgan continua il percorso di ricerca e di approfondimento della canzone italiana iniziato con il precedente disco Italian Songbook vol. 1, pubblicato nel 2009. Anche questa volta l’eclettico cantautore riscopre grandi brani del passato e li fa suoi rielaborandoli come sempre in modo personale e unico. Sono quindici – di cui 3 in inglese - le canzoni contenute in questo nuovo lavoro: brani scritti da importanti autori come Marianne di Sergio Endrigo, che è anche il singolo di lancio dell’album, Hobby di Luigi Tenco e molti altri capolavori che hanno fatto la storia della musica italiana, sapientemente reinterpretati e riarrangiati dallo stesso Morgan, autore, inoltre, degli inediti Desolazione, Una nuova canzone e La sera. Vale la pena ricordare le sue collaborazioni celebri: quelle con Franco Battiato (Gommalacca), Antonella Ruggiero (Registrazioni Moderne), Subsonica (Microchip Emozionale), Cristina Donà (Nido), Edoardo Bennato (La Fantastica Storia del Pifferaio Magico). Intanto, dopo aver narrato in When You’re Strange (Tom DiCillo) le gesta di Jim Morrison e dei suoi Doors in alternanza a Johnny Deep, all’orizzonte per Morgan si profila la realizzazione di un fumetto di cui sarà il protagonista, nuovi impegni tra radio e TV e un libro. Sì, Morgan è proprio ripartito.
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ForARTISTI magazine Andrea Fumagalli, in arte Andy (40 anni), è stato il fondatore, insieme a Morgan della band Bluvertigo, di cui era tastierista, sassofonista e seconda voce.
Pop, pop, hurrà Andy, musicista inquieto, non si è fermato ai Bluvertigo. E rilancia con le sue opere pittoriche e di design e con un nuovo gruppo Andy non si è fermato ai Bluvertigo, ma è un’artista a tutto tondo che si è formato all’Istituto d’arte di Monza e all’Accademia delle Arti Applicate di Milano fino alla specializzazione in illustrazione e grafica pubblicitaria. Ha consolidato negli anni la sua vena pittorica e l’ha applicata non solo alle tele ma anche alla decorazione di oggetti di design. Ha così sviluppato una carriera di ampio respiro internazionale attraverso l’esposizione di opere in mostre personali e collettive che lo hanno fatto conoscere in Italia e all’estero. Francesco Poli, critico d’arte e professore di Storia dell’arte presso l’Accademia di Brera a Milano, giudica così le opere di Andy: «Nel suo lavoro, lo si vede subito, c’è dietro un mestiere, una sperimentata professionalità da grafico pittore, ma c’è anche un’energia vitale che sprizza fuori dalla superficie delle sue tele difficile da trovare nei molti altri giovani artisti che frequentano lo sterminato territorio dell’iconografia pop. Andy non si pone problemi preventivi di originalità. Come scrive
lui stesso, il suo concetto ideale è il “grado zero della creatività posto ad esplorare contesti diversi da contaminare”. E contaminare per lui significa inglobare bulimicamente (ma con nascosta e studiata accortezza) ogni tipo di immagine che gli interessa del mondo del cinema, della musica, della televisione, della pubblicità, dei fumetti, del design di moda e anche della storia dell’arte, per creare dei quadri che giocano sull’iper-determinazione citazionistica e sulla strategia spiazzante del collage visivo più esagerato ed esuberante». Intanto “Andy Car’s n Pop”, una collector’s preview resterà in mostra fino al 16 aprile nello show room di Via Melchiorre Gioia 63 a Milano. Ma è appena uscito Naked, primo brano dei Fluon, il nuovo gruppo formato dall’unione del talento creativo di Andy (voce, sax, synth), il pulsante sound electro di Faber (synth, programmazione) e la bruciante chitarra elettrica di Fabio Mittino. Andy non si ferma, anzi raddoppia!
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people & stars & events discoteche da pag. 114
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eventi
IL ROTARY CLUB CONTRO LA POLIO
In occasione del Rotary Day, svoltosi di recente, una serie di storici edifici tra cui l’Opera lirica di Sidney, il Parlamento di Londra, la Piramide di Kefren vicino a Il Cairo, il Wrigley Building di Chicago, il Colosseo di Roma sono stati illuminati dal messaggio “End Polio Now”. A Milano si è proceduto ad illuminare Palazzo Isimbardi, sede della Provincia. Ormai da 27 anni il Rotary si batte per sconfiggere la poliomielite in tutto il mondo, e questo evento di solidarietà è stato un altro tassello importante. L’inizio della proiezione scenografica su uno dei monumenti simbolo della città è avvenuto alla presenza di diverse autorità, tra le quali il presidente della Provincia di Milano, on. Guido Podestà, e il governatore del Distretto 2040 del Rotary International, Ettore Roche, oltre ad altre autorità italiane. Graziella Galeasso, presidente del Rotary Club Milano Porta Vittoria, ha presentato l’iniziativa. L’ARTE PITTORICA DI SILVANA ABRAM L’arte di Silvana Abram conduce lo spettatore verso la scoperta dell’interiorità umana, attraverso pennellate corpose, trasparenze e varie tonalità di colori. È una pittura astratta nella quale i colori assumono un ritmo quasi musicale e conducono ad un sentimento di leggerezza e benessere. I suoi quadri sono influenzati dai maestri dell’Astrattismo, dell’Espressionismo astratto e della Pop Art. In ogni mostra pittorica di Silvana Abram si avverte il ricordo della corrente artistica del Cavaliere Azzurro, il quale sta a simboleggiare il dominio dello spirito (il cavaliere) sull’istinto (il cavallo), e quindi la funzione di guida spirituale che viene affidata all’artista. La stessa spiritualità che si ravvisa nella pittrice, la quale cerca la chiave giusta per rappresentare l’anima. Nelle sue tele si trovano riferimenti a testi di canzoni, a melodie di musica classico-barocca e a frammenti che raccontano la storia dell’uomo. Daniele Radini Tedeschi
Preludio al cielo
La confessione e i suoi fantasmi
LA GLOBALIZZAZIONE CULTURALE DI BONDO
Vitshois Milambwe Bondo.
Il protagonista della mostra di pittura esposta alla Primo Marella Gallery dal 23 marzo al 27 aprile è il corpo umano, che diventa pretesto per riflettere sul corpo sociale e su quello politico. L’autore è Vitshois Milambwe Bondo, figura di spicco della giovane pittura congolese, che presenta collage su tela e installazioni che interrogano il significato profondo della società contemporanea, con una particolare attenzione ai temi della globalizzazione, del dialogo interculturale e del potere esercitato con violenza dai più forti. Sulle tele prendono forma pezzi di corpi umani che emergono dalla combinazione di differenti immagini, ritagliate da riviste di moda. Tale tecnica di composizione è un modo per Vitshois di ri-creare il corpo e di re-immaginare la società in cui viviamo. Riposizionando la figura umana al centro dell’attività pittorica, l’artista ne ritrae la pancia piena di oggetti di consumo.
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Vitshois Milambwe Bondo, Untitled.
For magazine Pittura
© Lorenzo Petrantoni
IL PASSATO NEL PRESENTE
Cover, Newsweek, 2009.
Fino al 1° aprile, a Palazzo delle Stelline, nello spazio espositivo del Gruppo Credito Valtellinese, Lorenzo Petrantoni esporrà con una colossale installazione dal titolo Timestory. La mostra di pittura e opere grafiche si articolerà in tre macro temi, a partire da una installazione in scala ambientale con la riproduzione in gigantografia della parola “Timestrory”. Una doppia installazione andrà a occupare invece le pareti di fondo della galleria, con una nube di prodotti di design da visual di Petrantoni (skateboard, cucù, packaging Coca Cola, video per sigle e spot pubblicitari). Seguirà una sequenza eterogenea su carta indiana, allestita sui grandi velari che definiscono il lato meridionale della galleria. Petrantoni, illustratore e grafico, con i suoi lavori racconta il come eravamo, collegandolo al nostro presente, prendendo spunto da antichi testi dell’800. Un unico progetto con grafiche, caratteri e simboli rivisitati.
DA PASOLINI AD AMY WINEHOUSE Nella Galleria Fondazione delle Stelline, curata da Giorgio Visconti, fino al 17 giugno, sarà esposta la mostra di pittura di Marlene Dumas, una delle artiste più conosciute nell’arte figurativa contemporanea. Nelle sue opere la Dumas confronta la tradizione pittorica e la storia di Milano, convinta che non si possa distruggere il passato, in quanto esso è sempre presente. Sono 15 le opere recenti e inedite realizzate per lo spazio milanese. Saranno visibili anche alcuni dipinti della recente serie Forsaken, centrata sull’immagine del rapporto Padre-Figlio, mentre quelli inediti vertono sulle figure della Madre e dei Figli a cui dà la vita. Accanto all’icona sacra i ritratti di personaggi diversamente famosi. Come quello della cantante Amy Winehouse, del regista Pier Paolo Pasolini e dell’attrice Anna Magnani. Ciò che accomuna questi individui è, secondo Dumas, il giudizio: della legge, di se stessi e degli altri, di Dio. Marlene Dumas, Amy, 2011.
Marlene Dumas.
Giovanni Lombardini, Rime, 2008.
Monica Marioni, L’oppressione, 2012.
AAM: ARTE ACCESSIBILE MILANO Dal 12 al 15 Aprile 2012, presso Spazio Eventiquattro e PwC Experience, in via Monte Rosa, sarà ospitata la quarta edizione di AAM – Arte Accessibile Milano, manifestazione internazionale di arte contemporanea ideata e diretta da Tiziana Manca, per promuovere una serie di mostre di pittura e non solo. È dunque una fiera d’avanguardia che desidera un rapporto continuativo con i suoi espositori e il suo pubblico. Obiettivo è quello di colmare il divario che allontana l’arte dal suo fruitore: da una parte quindi si vuole sottolineare la qualità dell’offerta, e dall’altra la speranza che il pubblico si lasci coinvolgere senza timori. All’interno vi saranno 60 gallerie, più di cento artisti provenienti da tutto il mondo, 28 stand dedicati alle personali e collettive di artisti emergenti, un convegno nazionale dal titolo “Lo Stato dell’Arte”, art performance, installazioni, concorsi e tanto altro ancora.
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For magazine Scultura & Design Il CARPE DIEM DI DEMETZ Leo Ferdinando Demetz presenta la sua mostra di scultura, esposta alla Galleria Bianca Maria Rizzi & Mattias Ritter, fino al 16 aprile. Si tratta in tutto di 25 sculture in legno di tiglio e castagno, accuratamente selezionate dalla curatrice Alessandra Redaelli. L’opera La Rinascita, cuore dell’esposizione, dà il titolo alla mostra. Le tecniche della sua scultura lignea, tramandatesi nella sua famiglia, si uniscono nei suoi bui ad una passione ricca di sensibilità. La concentrazione dell’artista altoatesino è tutta sull’attimo: quello immediatamente precedente la morte di un muratore che vede crollarsi addosso qualcosa; o l’attimo meditativo di una giovane donna che ricordava un dolore mai sopito. Tutti i suoi soggetti traggono ispirazione da persone comuni, raffigurate in busti che emergono quasi dalle pareti. Lo scultore riesce a far emergere dal legno ogni più piccola espressione mimica e ogni singolo muscolo teso.
Leo F. Demetz, La Rinascita, 2012.
Leo F. Demetz, Oxigen, 2011.
DUE GENERAZIONI A CONFRONTO Inaugurata da poco alla galleria Raffaella Cortese sarà visibile fino al 28 aprile la mostra di scultura, performance e video In Between di Micheal Fliri e Asta Gröting, doppia personale, in cui due generazioni si confrontano su temi propri della loro ricerca. Micheal Fliri torna a Milano proprio per collaborare con la sua ex insegnante dell’Accademia di Monaco: Asta Gröting, la quale ha accettato l’invito di mettersi in relazione con il suo ex allievo in un dialogo fatto di rimandi e riflessioni cui affiorano analogie inaspettate. Per la prima volta Fliri presenta una performance molto intensa in cui il corpo umano si fonde con un elemento artificiale, unica parte in aperta esposizione con il pubblico, che si muove come fosse vera. Il giovane artista altoatesino espone anche una scultura di grandi dimensioni, appositamente pensata per la galleria, le cui forme e volumi dialogano con le cavità dei calchi anatomici creati dalla Gröting.
Michael Fliri
L’IMPORTANZA DEI COLORI Per il design e per la progettazione degli interni il colore è da tempo un elemento fondamentale nella definizione dell’atmosfera dell’ambiente in cui vivere. Il colore è fattore espressivo e culturale che, seppur scientificamente stimabile, sfugge ad una valutazione descrivibile e chiama in causa il mondo emozionale di chiunque lo interpreti e lo rielabori riferendosi alla propria esperienza di vita. Infatti questo tema è connesso a un concetto di percezione individuale e la progettazione deve assolutamente tenerne conto. Attraverso un sapiente utilizzo del colore nello spazio domestico e in quello commerciale, è possibile ottenere un sensibile miglioramento della qualità della vita. La produzione industriale e artigianale di accessori e materiali di arredo offre a progettisti e fruitori la possibilità di infinite combinazioni, moltiplicando le possibili mescolanze per combinarne... di tutti i colori! Paolo Brasioli
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For magazine Cinema & Teatro UOMINI CHE ODIANO LE DONNE David Fincher è tornato dopo il successo di The Social Network, proponendo un remake americano del film Uomini che odiano le donne, tratto dal primo libro della serie Millenium, scritto da Stieg Larsson. La storia è ambientata in Svezia, tra Stoccolma e Hedestad. Il giornalista di successo Mikael Blomkvist (Daniel Craig) si trova nel bel mezzo di uno scandalo finanziario quando gli viene proposto di indagare sulla scomparsa di una ragazza. Viene aiutato nelle indagini da Lisbeth Salander (Rooney Mara) agente investigativo dal background oscuro e complicato. Fincher si sofferma a descrivere nei dettagli la psicologia dei personaggi, concentrandosi soprattutto sulla Salander e sui suoi “sfortunati” rapporti con gli uomini. Un thriller psicologico ben costruito, che tiene lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Scene forti e cast perfetto con il suggestivo paesaggio nordico sullo sfondo. Jessica Di Paolo LA REGINA DEI DESCAMISADOS L’étoile Eleonora Cassano per dare il suo addio ufficiale alla danza ha scelto di portare in scena, al Teatro della Luna il 23-24-25 marzo, Evita-La Duarte (La vida de una revolucionaria consumida por un ideal), uno spettacolo teatrale che racconta la vita di questa straordinaria donna. Evita Duarte Peròn, oltre a essere stata amatissima nel suo paese, è diventata famosa nel mondo anche per la sua eleganza. Nella sua visita a Roma indossò in particolare un austero tailleur, inusuale per le sue abitudini. Questo tailleur è il costume di scena della Cassano. Nello spettacolo si sottolineano il rapporto con i due uomini per lei più importanti (suo fratello Juan Duarte e suo marito Juan Domingo Peròn) e in particolare la sua lotta per migliorare le condizioni di vita della classe operaia argentina, che chiamava i “descamisados” (senza camicia) e per la quale si adoperò fino agli ultimi giorni della sua vita.
RISVEGLIARSI SPESSO È POCO PIACEVOLE Al Teatro Nuovo, dal 20 marzo al 1 aprile, i comici di Zelig, diretti da Gioele Dix, presentano lo spettacolo teatrale Sogno di una notte di mezza estate. Dix, affidandosi a Nicola Fano, studioso di William Shakeaspere, rivisita il testo classico facendolo diventare terreno ideale per artisti abituati a dare un corpo del tutto singolare e inimitabile alle parole e ai suoni che si trovano a interpretare. In questa versione dell’opera, ambientata in una sorta di selva periferica post industriale, le tradizionali gerarchie fra i personaggi vengono sovvertite. Così il gruppo dei mestieranti della risata cercherà di mantenersi integro nella lunga e famigerata notte di metà estate, fra esuberanze giovanili e promesse non mantenute, colpi di genio e cialtronerie, amori che muoiono troppo in fretta e sostanze proibite che minacciano il loro già precario equilibrio. Fedeltà e continuità con Shakespeare, nessun tradimento al testo, ma solo un linguaggio nuovo che lo smarca dal rischio della convenzione.
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Rooney Mara
For magazine Teatro &Fotografia POVERO ORLANDO!
Al Teatro Manzoni, fino al 25 marzo, va in scena lo spettacolo teatrale La commedia di Orlando, che segna il ritorno sul palco di Isabella Ragonese nel ruolo della protagonista. Regia e drammaturgia sono di Emanuela Giordano, per quest’opera liberamente tratta da Orlando di Virginia Woolf, con musiche originali della Bubbez Orchestra eseguite dal vivo. La vicenda narra di una bella ragazza che riesce, dopo mille peripezie, a far pubblicare il suo romanzo, a divenire una scrittrice famosa, a sposarsi e ad essere madre orgogliosa di due gemelli. Il suo romanzo racconta la storia fantastica di un eroe, Orlando, che attraversando quattro secoli s’innamora ma viene tradito, si rifugia nella poesia, tuttavia si accorge di essere un poeta mediocre, e allora si consola con l’amicizia, però è ripagato con l’inganno. Ad incarnare Mrs Virginia Grimsdith, interlocutrice privilegiata, l’attrice Sarah Biacchi.
LA LUCE EVOCA MA NON SOLO Fino al 6 aprile, in Foro Buonaparte, la galleria RBContemporany presenta la mostra fotografica di Marco Dapino dal titolo Transport. I suoi scatti sono il risultato di un’ampia ricerca sul mondo dei trasporti. Il lavoro si sviluppa in tre parti: “Airport Signs” ritrae la zona aeroportuale di Malpensa; “Surban Streets” i raccordi periferici stradali e “Light on Rails” gli scali ferroviari milanesi. L’artista esplora il paesaggio urbano con molta esattezza, facendo un uso particolare del colore e della luce per disegnare spazio e movimento, creandone un racconto personale. La luce evoca ma non solo, disegna linee di fuga vive, segna un movimento che fuoriesce dalla staticità della foto e crea una temporalità istantanea molto forte. Ed è proprio la luce a raccontare quello che non c’è, quello che non si vede: il passare quotidiano e continuo di persone che fa emergere una sensibilità spaziale e temporale.
Marco Dapino, Stazioni_1, 2010.
Il TENNIS RACCHIUSO IN UNO SCATTO Si è svolta da poco, presso il Tennis Club Ambrosiano di Milano, la mostra fotografica Double Break Point, di Carmine Arrivo e Sara D’Ambra, due giovani fotografi appartenenti al circuito artistico milanese. Questa mostra è un progetto che nasce dalla volontà di documentare il gioco del tennis in maniera del tutto indipendente, ossia ripreso da fotografi che solitamente non si occupano di foto sportive e per questo motivo in grado di riprendere scorci inediti degli incontri. Tutti gli scatti sono accomunati dalla preferenza per il bianco-nero, che vuole sottolineare l’uniformità del progetto, ma allo stesso tempo mettere in risalto le differenze di taglio e visione, immortalando l’istinto che muove i gesti naturali dell’atleta. Il Club, con questo evento, curato da Indira Fassioni, apre le porte all’arte e segna la nascita di una collaborazione con i progetti Rosaspinto.
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Marco Dapino, Stazioni_2, 2010.
For magazine Musica NEW TROLLS UNITI SUL PALCO Un po’ come è successo a quasi tutti i grandi complessi degli anni Sessanta-Settanta anche i New Trolls hanno avuto in seguito vita tormentata: abbandoni, sostituzioni, liti. Per questo motivo l’appuntamento del 30 marzo al Teatro Smeraldo di Milano è davvero da non perdere: “UT, l’anima prog dei New Trolls”, e “Il Mito New Trolls” per la prima volta insieme sullo stesso palco. Nella prima parte del concerto gli UT proporranno alcuni dei brani più famosi del repertorio “progressive” (come ad esempio: L’amico della porta accanto, Improvvisazioni nella sala vuota, Paolo e Francesca) e Concerto Grosso n.1 – allegro; successivamente le due band eseguiranno insieme Concerto Grosso n. 1 - adagio e Concerto Grosso n. 2 – vivace e subito dopo Il Mito New Trolls si esibirà in una carrellata di tutti i più grandi e storici successi della band (Una miniera, Quella carezza della sera, Aldebaran solo per citarne alcuni). Il finale ovviamente sarà una sorpresa. ELVIS FOR EVER Per la prima volta in Europa sarà possibile assistere alla riedizione del famoso concerto di Elvis Presley “Aloha from Hawaii”, tenutosi il 14 gennaio 1973 all’Honolulu International Center Arena, nelle isole Hawaii, e ripreso in mondovisione in tutto il mondo: dal Giappone alle Filippine fino ad altri 28 paesi, con risultati televisivi impressionanti. Al concerto parteciparono allora 6000, persone mentre i telespettatori furono oltre un miliardo grazie alla prima trasmissione via satellite. Joe Ontario, riconosciuto da numerosi fan club come il miglior performer di Elvis, e il suo gruppo musicale, la TCB Band Italy, ripropongono questo concerto musicale (con la stessa scaletta di canzoni) lunedì 19 marzo al Teatro della Luna di Assago: i sapori, le musiche travolgenti, le luci e i colori di quello straordinario evento rivivranno di nuovo, regalando al pubblico la possibilità di tornare a sognare.
RADIO DEEJAY: IL PIACERE DELLA FRESCHEZZA Finalmente arriva l’opportunità di parlare un po’ di musica in occasione della festa di Radio Deejay. Trent’anni ma non li dimostra, arrivando alle tre decadi con la consapevolezza di aver cavalcato gli anni e le generazioni, sempre nel modo giusto. Lo slogan inventato per questo evento musicale, “Grande da 30 anni”, probabilmente è stato il più gettonato sui social network: questo vuol dire resta la radio con una marcia in più. Ma qual è il segreto che le permette di essere sempre al top? La risposta è nella personalità degli speaker. Lo ha ribadito il fondatore, Claudio Cecchetto, affermando che il segreto sono le persone: in effetti gli è bastato dire i nomi di alcuni dei presenti sul palco insieme a lui (Fiorello, Jovanotti, Max Pezzali, Gerry Scotti, Linus, Albertino, Fabio Volo) per accorgersi che sono gli artisti e i conduttori più
in voga in Italia. Quindi se qualcuno volesse affacciarsi nel mondo della radio deve lasciar perdere quasi tutte le regole che gli vengono insegnate nei vari corsi da speaker o di dizione, perché permettono solamente di diventare dei robot in serie. Invece bisogna puntare sul talento, la personalità e l’originalità del conduttore, che ‘deve avere qualcosa da dire’ e il tempo necessario per dirla, anche magari senza una dizione perfetta e una voce canonicamente calda.
Agostino Madonna
Linus
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For magazine Eventi & Fumetti FA’ LA COSA GIUSTA Presso i Padiglioni 2 e 4 di Fieramilanocity, storico quartiere fieristico di Milano, si svolgerà, dal 30 marzo al 1° aprile, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, denominata Fa’ la cosa giusta!. Giunta alla sua nona edizione, la fiera ha come obiettivo quello di diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione, valorizzando la specificità e le eccellenze, in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale. Un mondo dell’economia solidale verrà rappresentato in vari contesti (12 sezioni tematiche) e in costante crescita. Un sistema di relazioni economiche e sociali che pone l’uomo e l’ambiente al centro. Le due anime di Fa’ la cosa giusta!, quella culturale e quella espositiva si evidenziano nel susseguirsi di oltre 250 appuntamenti, tra tavole rotonde, convegni, laboratori, esposizioni e spettacoli.
Si è svolto di recente nel Principato di Monaco il terzo UIM Awards Giving Gala, un evento sportivo di livello internazionale durante il quale sono stati celebrati i campioni del mondo della stagione 2011 nel settore motonautico. Si tratta di un appuntamento fisso di rilevanza non solo sportiva, ma anche politico-sociale. L’Italia, nel panorama motonautico, svolge da sempre un ruolo primario. L’Ambasciatore italiano a Monaco, Antonio Morabito, ha ricevuto e sostenuto i numerosi atleti azzurri saliti sul palco della Salle des Etoiles dello Sporting di Monte Carlo. Ad accogliere i partecipanti provenienti da tutto il mondo c’erano anche Raffaele Chiulli e Andrea Dini, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della UIM. Presenti inoltre tanti sportivi, vip e giornalisti. L’UIM (Unione Internazionale Motonautica) è l’organo di governo della motonautica, con sede nel Principato. È membro riconosciuto del CIO e conta oltre 60 federazioni nazionali affiliate.
© Raffaello Bastiani
MOTONAUTICA SUL RED CARPET
I premiati.
GOD SAVE ANIME Dal 30 marzo al 29 aprile, Wow Spazio Fumetto, il Museo del Fumetto di Milano, ospita la mostra del fumetto intitolata God Save Anime di Sergio Cavallerin. L’esposizione è curata da Igor Zanti che ha selezionato un nucleo di opere ispirate al mondo del fumetti italiani, dei comics americani e dei manga giapponesi. Per l’artista i personaggi dei fumetti sono diventati protagonisti di un vero e proprio culto, e meritano per questo di essere innalzati, in modo anche un po’ provocatorio, al ruolo di immagine sacre. Il percorso espositivo si snoda attraverso una selezione di opere su tela e di sculture e culmina nell’installazione dedicata a Dragon Ball, che riprodurrà un altare votivo di epoca. Lo stesso titolo è un gioco di parole tra gli “anime’’, termine giapponese che indica i film d’animazione ed i cartoni animati, e le anime intese come lo spirito di quei giovani che dal fumetto traggono sogni e ispirazioni.
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UOMO DEL MESE di Ivan Rota
Jake Gyllenhaal In occasione della 62esima edizione del Festival del Cinema di Berlino, l’attore e membro della giuria Jake Gyllenhaal appare in forma, ma infreddolito. Eccolo all’uscita dell’Hotel Ritz Carlton: elegante in cappotto di cashmere nero, con sciarpa abbinata. Elegante, ma anche informale, visti i jeans e le scarpe da neve. Il divo, apparso in versione “nature” al fianco di Anne Hathaway, nel film Amori e altri rimedi, e in servizi hot su numerose riviste, si mostra qui molto coperto… Ci piace comunque, ma, se dobbiamo fare un piccolo appunto, di sexy in questa situazione ha ben poco.
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DONNA DEL MESE
Meryl Streep In occasione dell’11esima edizione annuale del gala Movies For Grownups Awards, al Beverly Wilshire Four Seasons Hotel di Beverly Hills, l’attrice Meryl Streep ha indossato un abito da cocktail in chiffon color corallo, con leggero drappeggio laterale e gancio in cristalli Swarovski: la star arrivata ai terzi “anta” pare non sentirli: eccola sorridente e leggera come una ragazzina. Ci crediamo che sorride: ha vinto da poco l’Oscar per il suo ruolo in The Iron Lady. La Streep completa l’outfit con un paio di scarpe che, però, non la slanciano particolarmente.
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cover di Alfonso Stani
Donatella Rettore (55 anni) ha debuttato al Festival di Sanremo nel 1974 con il brano Capelli sciolti. In tutto ha partecipato quattro volte alla kermesse canora.
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SONO (ANCORA)
SPLENDIDA SPLENDENTE donatella rettore, l’ultima vera rocker italiana con più di trent’anni di carriera alle spalle, parla un po’ di sé, del suo recente album caduta massi, dei suoi sogni e progetti per il futuro. e getta un po’ di pepe sul festival di sanremo
Donatella, una romantica dark lady che con il nuovo cd Caduta massi ha scalato le classifiche. Mai titolo fu più appropriato visto il periodo che stiamo attraversando: sei d’accordo? «Bah, romantica non direi, e più che dark lady io mi definisco una punk lady. Comunque non ho ancora fatto centro con il mio nuovo cd. Sono assolutamente d’accordo: questo periodo lo definisco abbastanza dark, perché mi sono resa conto che si diventa molto falsi quando si vive in questa realtà, dove da una parte c’è gente che non può nemmeno comprarsi il pane, e dall’altra c’è chi se ne infischia di quello che sta accadendo intorno a sé». Anche questa volta ci regali vere perle, musicisti doc che ti accompagnano nei tuoi testi sempre originali, insieme all’inseparabile Claudio Rego, nonché marito e autore delle musiche. Me ne parli? «Guarda, io per la prima volta quest’anno sono in tour da giugno, finalmente con tutti i musicisti che hanno suonato e collaborato, dalla stesura agli arrangiamenti del disco, perché quando sei in un gruppo è più facile lavorare, dato che sono tutti professionisti esperti e hanno inoltre collaborato con artisti come Claudio Baglioni, Mia Martini e Riccardo Cocciante. Ora sono veramente fiera e orgogliosa che lavorino con me, anche perché, quando si è in gruppo quello che non viene in mente a me magari viene in mente al chitarrista, e tutto ciò mi semplifica il lavoro e mi rende felice. Io credo molto nella coralità». Il mercato discografico oggi purtroppo non ha più, o ha sempre meno, artisti con una voce come la tua. Tanti nascono e muoiono nel
giro di due stagioni con l’intermezzo sanremese. Come mai? «Non è vero, ci sono i bravi cantanti, però non li vogliono far passare né cantare. Io conosco un’infinità di band underground bravissime. Conosco un gruppo di Roma, i Surgeri, che considero fantastico e che tuttavia non trova spazio. Il Festival di Sanremo è finito da poco e dove sono le novità?». Nel panorama musicale di oggi com’è il tuo rapporto con i colleghi rispetto a quello di ieri? «Ottimo direi, tra l’altro ora sono diventata una signora, quindi antagonismi e rivalità non ce ne sono. Quando invece sei alle prime armi, sai di avere talento e vuoi realizzarti è quasi normale che nascano dei piccoli contrasti con i colleghi. Ma, ripeto, adesso essendo una signora c’è solo la professionalità, come per un pittore, uno scultore, un ballerino. Io considero un diritto il riconoscimento dell’età e del talento. Vedo e sento delle cose improponibili che vengono premiate. Ma ho capito che a volte fa comodo premiare la mediocrità piuttosto che altre cose certe». Nella tua lunga carriera sei stata autrice di tante canzoni, anche per gli altri… «Be’, in effetti ho scritto tanti brani per artisti italiani. Per esempio per Iva Zanicchi Nel cuore, Quanto dura poco l’estate e Nonostante me. Ho scritto inoltre un pezzo per Dora Moroni che lo portò a Sanremo ed infine uno per Loretta Goggi». Argomento Festival di Sanremo. È un po’ che non ti si vede: per scel-
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Donatella Rettore
Nel 1973 prende parte come supporter al tour di Lucio Dalla. Nello stesso periodo conosce Claudio Rego, musicista nel gruppo L’era dell'Acquario, con il quale inizia un lungo sodalizio artistico e sentimentale. Nel 2002, alcuni artisti italiani emergenti hanno reinterpretato i suoi brani nell’album Tutti pazzi per Rettore/ClonAzioni.
ta o per altro? Eppure la tua ultima partecipazione con Di notte specialmente fu un successo. «Ah, se Sanremo fosse una cosa seria allora parteciperei, ma a mio avviso non lo è. Ho anche letto sui giornali che non si sentono le canzoni, ed è un peccato che delle canzoni non si sia capito niente. Come al solito non si è parlato dei cantanti, ma l’attenzione è stata tutta per Celentano che ce l’ha con i giornali della Chiesa, di Morandi che non sa presentare, della farfallina di Belen, ecc. ecc. Questo non è il mio Sanremo». Nel 2003 scrivesti un brano molto bello intitolato Bastardo: a chi era dedicato? «Ma come lo ricordi? Era dedicato al mio cane». Anche il cinema è entrato nella tua vita, hai lavorato con grandi attori come Anita Ekberg e Paola Borboni in Cicciabomba, con Klaus Kinsky in Kinski Paganini, con Adolfo Celi in Aeroporto internazionale. Oggi con quale regista ti piacerebbe lavorare? «Sì ho dei bei ricordi legati al cinema, relativi anche ad altri interpreti con
cui ho lavorato come Dalila Di Lazzaro e Lina Volonghi. Tra i registi adorerei lavorare con Liliana Cavani, è una delle donne più grandi del cinema italiano, mi piacerebbe molto girare un film con lei. Purtroppo in Italia le donne non vengono troppo riconosciute e valorizzate, e trovo che la Cavani sia la sola a rendere giustizia al gentil sesso». Per te la moda è sperimentazione oppure, se la segui, che rapporto hai con essa. C’è uno staff che si occupa di te? «La moda l’ho sempre creata da sola e sono sempre stata io ad occuparmi dei miei look. Di conseguenza credo, soprattutto negli anni ’80, di essere sempre stata io a dettare moda. Ricordo quando ho cominciato, facevo io i miei bozzetti che poi portavo in sartoria e consegnavo alle sarte. Mi sono continuamente divertita nei miei cambi di look». Se ti offrissero di fare televisione cosa ti piacerebbe: intrattenimento, musica o varietà? «Nessuno dei tre, ossia sarebbe più opportuno creare un programma con una diversa chiave di lettura, con un’idea nuova, rivoluzionaria, proprio
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Diverse canzoni della Rettore sono diventate un “caso musicale” per i contenuti provocatori e allusivi dei testi. Emblematico l’esempio di Kobra (1980), branoscandalo che ottenne un successo clamoroso e ancora oggi è un evergreen.
Caduta massi (2011) è un disco provocatorio, in pieno stile Rettore, contenente brani autobiografici che affrontano il ciclo della vita, dall’adolescenza (Adolescente) alla terza età (La vecchiaia) fino alla morte (Se morirò).
come sono sempre stata io, un contenitore dove all’interno ci sia un po’ di tutto».
come uomini di classe, eleganti e puliti, ma nello stesso tempo non mi piacciono i chiacchiericci, i pettegolezzi e gli isterismi. Mi batto inoltre per i diritti degli animali che adoro da sempre».
Parliamo di politica. Da cantautrice pensi che la musica possa influenzare la gente e veicolare messaggi politici? «Può influenzare tantissimo. Da sempre i cantautori hanno dato una svolta, addirittura già da piccola quando andavo a scuola avevo degli ideali, ero una rivoluzionaria e cercavo di imporre le mie idee. Adesso dove sono la destra e la sinistra? Non si capisce più niente». Ti hanno mai offerto una candidatura? «Sì, tantissime volte e quasi tutti i partiti, ma non ho mai intrapreso questa strada». Ti batti per i diritti civili, degli omosessuali, degli animali. Riesci a farti sentire? «Sì certo, anche perché mi definisco una specie di incendio, di rivoluzione, e questo mio stato emotivo mi dà la forza di farmi ascoltare. Amo i gay, quelli che adorano le donne come per esempio Oscar Wilde, e li amo
Guardando la tua carriera cosa faresti per evitare alcuni errori, ammesso che tu ne abbia fatti? «Ho commesso tantissimi errori, io sono una che ama sbagliare, e secondo me sono una donna sbagliata. Ma se io non fossi emersa nel 1979 non ci sarebbe stato un periodo di cambiamento, al quale credo di aver contribuito, come d’altronde lo ha fatto anche Renato Zero». Come ti vedi nel tuo futuro? «Cadavere, “e avrò tre soldi in tasca: uno per Caronte, uno per Dante e l’altro per la messa”. Ed è per questo che sto girando il mio ultimo video, prodotto da Tartaglia per il 2012: il brano si intitola Se morirò, all’interno del quale l’ironia è quella di ricevere l’estrema unzione dal famoso rapper Nottini Lemon».
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(PRMCommunication Press Office - Management - Photography Photo di : Corrado Ferrante Make Up : Gennaro Marchese)
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George Clooney, 50 anni, in Paradiso amaro è un padre alle prese, improvvisamente, con le due figlie, dopo che la moglie è entrata in coma irreversibile per un incidente. Nello stesso tempo deve decidere se vendere le terre di famiglia alle Hawaii.
di Antonio Osti
Resto un uomo da Oscar Tutto quello che volevate sapere su George Clooney. Dalla A alla Z l’uomo che ha appena sfiorato la sua seconda statuetta. E che, in Italia, consideriamo quasi uno di noi A come Alexander Payne, regista di Paradiso amaro, e come The Artist con protagonista l’attore Jean Dujardin, che ha battuto Clooney nella corsa all’Oscar. B come birra. La adora, è la voce dello spot Budweiser negli States. Durante le riprese di Ocean’s Eleven ha preteso di avere un dispenser nel camerino. Apprezza ancora di più la vodka. C come Canalis. L’amore con Elisabetta dura dal 2009 al 2011: due anni come da contratto? D come Dedee Pfeiffer, sorella di Michelle, sua fidanzata a metà degli anni Ottanta. E come Einstein, il cocker spaniel di George: «Mi sveglia tutte le dannate mattine alle 7.30». F come Forbes, la rivista che nel 2010 l’ha inserito nella classifica degli attori più pagati dell’anno: ha guadagnato circa 19
milioni di dollari. Il suo film campione d’incassi è Ocean’s Eleven (450 milioni di dollari). Il flop è l’esordio alla regia, Confessioni di una mente pericolosa, solo 33 milioni di dollari. Si dice che il suo cachet per la campagna pubblicitaria di Fastweb gli avrebbe fruttato qualcosa come 500mila euro a parola. Solo tre in tutto: «Immagina, immagina, puoi». G come Good Night and Good Luk, suo secondo film come regista. Il terzo è Le Idi di marzo. H come Hemmings (Kaui Hart) l’autrice del libro da cui è stato tratto Paradiso amaro, ma anche Hawaii e Honolulu, dove il film è stato girato. Paradiso amaro ha vinto l’Oscar come miglior sceneggiatura non originale. I come Identikit: George Timothy Clooney, nato il 6 maggio 1961 a Lexington, Kentucky, Stati Uniti; peso: 80 chili; altezza: 1 metro e 80; primo orgasmo: 6 anni; primo rapporto
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Il film, girato interamente alle isole Hawaii, è il sesto lungometraggio di Alexander Payne, regista e vincitore di due Oscar come sceneggiatore.
sessuale: 16 anni; segni particolari: una delle 100 persone più influenti del mondo (Time, 2009); fede politica: partito democratico. J come Journey to Darfur, titolo del documentario sulla crisi provocata dalla siccità girato nel 2006 da Clooney dopo essersi recato con il padre Nick nel Darfur, in Africa. In seguito ha esposto il suo impegno nei confronti del Darfur con un discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È stato inoltre la voce narrante del documentario sul Darfur Sand and Sorrow. Nel 2007 Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Don Cheadle e Jerry Weintraub hanno fondato Not on Our Watch, un’organizzazione che intende attrarre l’attenzione e le risorse globali per prevenire e fermare le atrocità di massa perpetrate in quella regione. Fra i numerosi riconoscimenti ottenuti
per i suoi sforzi umanitari Clooney ha ricevuto il Peace Summit Award 2007, che gli è stato consegnato all’ottavo summit mondiale dei premi Nobel per la Pace, organizzato a Roma. Alla cerimonia hanno preso parte l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni, Lech Walesa, Mikhail Gorbachev e il Dalai Lama. Nel 2008, Clooney è stato scelto dall’ONU come Messaggero di Pace. Nel gennaio 2010, insieme a Joel Gallen e alla Tenth Planet Productions, ha prodotto il telethon “Hope for Haiti Now!” che ha raccolto oltre 66 milioni di dollari, battendo un nuovo record per quanto riguarda le donazioni da parte del pubblico destinate ad aiutare le popolazioni colpite da disastri naturali. La Academy of Television Arts and Sciences ha premiato Clooney con il Bob Hope Humanitarian Award durante la cerimonia dei Primetime Emmys 2010. Clooney è
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Clooney con Shailene Woodley: la giovane attrice si è fatta conoscere interpretando Amy Juergens, la protagonista della serie Tv La vita segreta di una teenager americana.
uno dei quattro artisti ad aver ricevuto il prestigioso premio. Quello stesso anno ha ricevuto il Robert F. Kennedy Ripple of Hope Award per la sua dedizione umanitaria nel Sudan e Haiti. Nel dicembre 2010, Clooney al fianco delle Nazioni Unite, dell’Università di Harvard e Google, ha lanciato il “Satellite Sentinel Project”, per monitorare la violenza e le violazioni dei diritti umani nel Sudan meridionale e settentrionale. Not on Our Watch ha finanziato una nuova tecnologia satellitare
che consente di monitorare ogni potenziale minaccia contro i civili, di rilevare la presenza di bombe, di osservare il movimento delle truppe e di documentare altre possibili violenze di massa. K come King (Matt), il personaggio interpretato da George Clooney in Paradiso amaro: un uomo che ha i suoi difetti e che cerca di andare avanti in un mondo di follie, emozioni agrodolci e sorprese; non è né un eroe né un antieroe. Ha
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Red Carpet per Clooney con Elisabetta Canalis (con un abito di Roberto Cavalli): la loro storia, chiacchieratissima, è durata due anni. La nuova fidanzata di George è Stacy Keibler, ex lottatrice, che ora sta tentando la carriera di attrice, e che ha partecipato alla versione americana di Ballando con le stelle.
due figlie ribelli che non si fidano di lui, una moglie che lo tradiva e una schiera di parenti squattrinati che non aspettano altro che mettere le mani sul suo patrimonio. La sua vita problematica si contrappone al suggestivo ambiente naturale in cui vive, creando un netto contrasto con il suo tumulto interiore. Le vicende personali conducono Matt ad un brusco risveglio, scomodo, comico e persino assurdo, ma che cambierà per sempre la sua idea dell’amore, della paternità e di cosa significa essere un uomo. L come Los Angeles dove vive in uno dei quartieri più “in”: Studio City. Poche settimane fa Clooney ha aperto la sua
casa (700 metri quadri) alle telecamere della nuova trasmissione della Cbs Person to Person. Con una tazza in mano George ha mostrato ai telespettatori la sala cinema con schermo in 3D, la cucina (ma non sapeva che cosa aveva nel frigo: «A dire il vero, c’è una signora a farmi da mangiare, oppure mi faccio portare la cena a domicilio»), l’angolo bar che è uno dei suoi spazi preferiti «perché appese alla parete ci sono due foto particolari: quella originale di Ocean’s Eleven con Frank Sinatra, Dean Martin e tutta la gang, e, sopra, quella del mio Ocean’s con tutti noi, da Matt Damon a Brad Pitt, nella stessa posa. È un ricordo cui tengo molto».
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George Clooney a un party con Ryan Gosling, coprotagonista di Le Idi di marzo, film diretto dallo stesso Clooney sulle trame della politica americana.
M come memorabilia: ne è piena la casa di Clooney. C’è una cornice con le cravatte di JFK: «Sono un grande ammiratore del presidente Kennedy, e questo è uno degli oggetti che mi sono più cari. L’ho recuperato per caso da una signora che stava svuotando il garage». N come Nick Clooney Show, il programma del padre di George nelle Tv locali di Columbus e Cincinnati.
O come Oscar. Nel 2006 con Syriana (miglior attore non protagonista). P come pop corn: sì, nella sala cinema della sua villa, George ha anche la macchina per fare i pop corn! Q come Quentin Tarantino, con lui nel film Dal tramonto all’alba (diretto dal pupillo di Tarantino Robert Rodriguez). R come Ross (Doug), il dottore della serie di telefilm E.R. che
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Da sinistra, Clooney, Nick Krause, 19 anni (in Paradiso amaro interpreta Sid, amico di Alexandra); Shailene Woodley, 20 (la figlia Alexandra); Amara Miller, 10 (l’altra figlia, Scottie).
ha reso popolare Clooney. S come senape. George ricorda: «Il miglior consiglio me lo ha dato mio padre: metti poca senape sugli hot dog perché fa venire gli attacchi di cuore». T come Talia Balsam, attrice di Mad Man, con la quale è stato sposato dal 1989 al 1993. U come umorismo: «In una donna oggi trovo attraente il senso dell’umorismo. Non è certo la prima cosa che noti quando hai 21 anni, ma è la prima che noti quando ne hai 50». V come Villa Oleandra a Laglio sul lago di Como. Ormai è
ufficiale, è in vendita. In pole position per acquistarla sembra ci sia il magnate russo Andrey Melnichenko (con affari nel settore bancario, nell’energia e nella vodka). È lo stesso che lo scorso anno si è presentato in Costa Smeralda con uno yacht da 119 metri! W come Wrestling, lo sport che praticava Stacy Keibler, 32 anni, attuale fidanzata di George. Z come zia Rosemary. Negli anni Cinquanta era una delle cantanti più famose in America e negli anni Ottanta, appena arrivato a Hollywood, George fece lo chauffeur per la zia.
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Veduta della baia Anse Georgette, presso la splendida isola di Praslin, la seconda per grandezza delle 115 isole che formano l’arcipelago delle Seychelles.
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REPORTAGE di Michela Garosi
il sogno continua In catamarano per visitare le isole dell’arcipelago delle Seychelles. Il viaggio delle Donnavventura prosegue tra paesaggi incontaminati, resort di lusso e feste creole. Poi in aereo verso gli Emirati Arabi Uniti fino ai grattacieli di Dubai. Leggete il diario della nostra inviata speciale. E invidiatela un po’
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Il team delle Donnavventura al completo sul catamarano Bionika.
Donnavventura alla scoperta di una nuova meta: l’arcipelago delle Seychelles. Ad accogliere l’arrivo del team una festa creola: è il primo giorno del “Festival Créol” e le ragazze si lasciano subito coinvolgere per unirsi alle centinaia di persone che accorrono da tutta l’isola per festeggiare. Campo base di riferimento per il soggiorno alle Seychelles è l’Allamanda Resort. Qui, nonostante sia ormai sera, le Donnaventura non perdono occasione per “collaudare” la piscina a bordo mare. Il giorno successivo il team lascia Ephelia. I pick up lungo la strada s’imbattono nella scuola materna di Anse Royale, dove gli allievi, in onore delle Donnavventura, cantano e improvvisano un festoso girotondo. Alla marina di Eden Island, però,
il catamarano Bionika attende le inviate, che da qui salperanno alla scoperta dell’arcipelago delle Seychelles. Primo trasferimento verso l’isola di Sainte Anne famosa perché proprio qui è sorto il primo insediamento di “seychellesi”. Poi, l’isola di Mahe, da scoprire a bordo dei pick up: si punta verso ovest e si raggiunge Baie Lazare, con i mezzi che passano fra strette zigzaganti stradine. Non sono le strade del Madagascar, ma a complicare un po’ le cose è la guida a sinistra. Un incontro un po’ particolare è quello con il Tangaroo Seychellese, un piccolo animaletto marroncino che sembra un incrocio fra un topo e una talpa. Seguono giornate intense di navigazione come quella verso l’isola di Praslin: il team è ospite nel
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Scorcio di un tramonto sul mare a Mahè, l’isola piÚ grande delle Seychelles, situata nel nord-est della nazione e territorio in cui sorge la capitale Port Victoria.
Spiaggia con promontorio sul mare ad Anse Georgette.
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Un esemplare di tartaruga gigante di Aldabra, il cui habitat terrestre naturale è l’isola Ile Curieuse.
rinomato ed esclusivo resort di Lemuria, dove trascorrerà addirittura due giornate lasciando Bionika abbandonata alla fonda, in una delle più belle baie dell’isola: Anse Georgette. Donnavventura anche quest’anno ha scelto di navigare con la vela e utilizza addirittura l’energia ricavata dai pannelli solari posti sopra il catamarano per ricaricare le attrezzature. Una navigazione resa ancora più piacevole dai delfini che spuntano dall’acqua, quasi inseguendo Bionika. E poi rotta verso Ile Curieuse, l’isola che conta il maggior numero di tartarughe di Aldabra, le tartarughe terrestri dell’arcipelago. Dopo qualche tuffo si riprende la navigazione, quindi si scende per fare acquisti ad Anse Volbert. Nel frattempo è arrivato il “Savannah time” per il team, il momento dedicato alla Savannah appunto, quest’ottima bibita africana a base di sidro, che le Donnavventura hanno scelto come bevanda ufficiale da aperitivo. Un altro risveglio di fronte al Lemuria: a questo punto non resta che un salto al campo da golf, dal quale si gode una vista spettacolare di Anse Georgette. Ad attendere le ragazze sulla pista di Praslin ci sono due elicotteri, un Agusta 109, stranamente dotato di ruote e un Jet Ranger III. La più emozionata è sicuramente Michela, al suo primo volo su questo mezzo. È arrivato il momento di rientrare su Bionika e salpare in direzione La Digue dalla rada di Anse Severe, per poi fare rotta in direzione sud-est fino a raggiungere le isole di Felicità. Bionika è lungo 47 piedi e ha un albero che raggiunge ben 18 metri di altezza. È dotato anche di 4 comode
Suggestivo panorama dell’isola La Digue, con il catamarano Bionika lungo la costa.
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La Digue vista dall’elicottero. Si tratta della quarta più grande isola dell’arcipelago.
Profilo del catamarano Bionika durante il tramonto nella baia Anse Georgette.
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Madinat Jumeirah, sulla costa di Dubai, è una zona residenziale costituita da abitazioni dai prezzi esorbitanti.
Un’immagine scattata all’interno del Burj-al-Arab, il lussuoso hotel 7 stelle situato 15 km a sud del centro di Dubai.
cabine con servizi e dinette interna ed esterna. Insomma, lo spazio a bordo non manca. Ultime giornate: da Anse Georgette si naviga verso l’isola di Saint Pierre, poco distante da Ile Curieuse. Si tratta di un isolotto formato da scogli di granito ricoperti da qualche palma verdissima e circondato da una bellissima acqua turchese. Qui c’è tempo per un pranzo con una delle specialità del capo spedizione: pollo e gamberi caramellati accompagnati da riso basmati. Nel pomeriggio, la meta è Ile Aride, a nord di Praslin, un’isola per lo più rocciosa, ma circondata da un bel mare azzurro. La sensazione della terraferma è ormai quasi sconosciuta. È arrivato, però, il momento di abbandonare il catamarano Bionika. Si caricano i pick up e si punta verso sud, per tornare al campo base, l’Allamanda. Ed è una bellissima alba, che colora di rosa il cielo, a salutare le Donnavventura, mentre la carovana si dirige verso l’aeroporto. Un volo è pronto per decollare in direzione degli Emirati Arabi Uniti dove le ragazze trascorreranno complessivamente venti giorni, intervallati da dieci giorni passati nel sultanato dell’Oman. La prima tappa è a Dubai dove il lusso è in ogni angolo e l’ostentazione è massima. Qui Donnavventura viene accolta dalla pioggia, evento climatico davvero inusuale per un posto in cui mediamente piove una volta all’anno. Presto, infatti, torna il sereno e la carovana può ripartire alla volta del Burj-alArab e dell’Atlantis, passando per la trafficata Sheikh Zayed Road
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La Dubai Fountain, la fontana ai piedi del Burj Khalifa, con getti d’acqua che arrivano fino a 150 m d’altezza.
Lo skyline di Dubai visto al tramonto. Sullo sfondo spicca l’imponente grattacielo Burj Khalifa.
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La carovana di Donnavventura saluta il Meydan Dubai, l’hotel più lungo al mondo che raggiunge i 1,6 km.
e costeggiando il Dubai’s Creek. Lungo la strada si notano i primi grattacieli della Downtown Dubai. È la volta, quindi, di Palm Jumeirah e del suo celebre albergo, Atlantis, una struttura da mille e una notte, dalla quale si può comodamente raggiungere il vicino Mall of the Emirates, famoso perché al suo interno si trova lo Ski Dubai. Di sera, invece, lo spettacolo più impressionante è offerto dalla Dubai Fountain, la fontana ai piedi del Burj Khalifa con getti d’acqua che raggiungono fino a 150 m d’altezza e che danzano a ritmo di musica. Il team si sposta poi verso il Meydan Dubai, hotel che ha un primato davvero sorprendente: si tratta dell’albergo più lungo al mondo con i suoi 1,6 km ed è nientedimeno che la sede della Dubai World Cup, la competizione equestre più ricca al mondo. Per il team è anche l’occasione per far visita alle stalle del Meydan, le Millenium Stable e alla scuderia Zabeel dello sceicco Mohammed a qualche chilometro di distanza. Ma le meraviglie di Dubai non finiscono mai e Donnavventura non ha intenzione di perdere nulla di questo incredibile paese. Neppure la festa della McLaren, in occasione dell’inaugurazione della nuova concessionaria, dove come ospite d’onore c’è addirittura Louis Hamilton. Altro appuntamento un po’ speciale per il team è quello con Dubai TV e Rasha, una giornalista siriana che è molto incuriosita dall’esperienza di queste neo reporter italiane, dal loro lavoro e dal loro look. Per le vertigini, invece, c’è il Burj Khalifa, l’edificio più alto al mondo con i suoi 828 metri, at the Top, il più alto punto panoramico al centoventiquattresimo piano. Al Dubai Mall, invece, le ragazze sono attese per vivere un’esperienza davvero unica: l’immersione fra gli squali dell’Aquarium, dove ci sono anche razze, mante e tanti altri animali, per un totale di 33.000 esemplari e 140 specie, in 10 milioni di litri d’acqua. Non si poteva però lasciare Dubai, senza prima aver salutato un’ultima volta la sua fontana danzante ai piedi del Burj Khalifa. L’emozione, tuttavia, sale alle stelle quando si ascolta la voce di Andrea Bocelli, uno degli artisti internazionali scelti per questo spettacolo. E sulle note di Con te partirò il team dice arrivederci a Dubai e riparte alla scoperta di nuovi paesi.
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Il grattacielo Burj Khalifa a Dubai: la “Torre del Califfo” è attualmente l’edificio più alto del mondo con i suoi 828 metri.
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Uno sguardo mozzafiato su Dubai vista dalle vette del Burj Khalifa.
L’Acquarium situato all’interno del Dubai Mall: 33.000 esemplari e 140 specie (inclusi gli squali), in 10 milioni di litri d’acqua.
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For magazine Storie di Silvestro Bellobono
Com’era dolce la Dolce Vita E le stelle stanno a mangiare è una sorta di diario sui divi dello star system che hanno consumato piatti, chiacchiere ed emozioni presso la Taverna Flavia, crocevia della mondanità romana di ieri e di oggi. Franca Foffo li ricorda così
Fagiani e prosciutti, diamanti e uomini. Alla Taverna Flavia per Liz Taylor c’era questo e altro!
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Ricorda Cavicchia: «Il mio primo grande evento? In una saletta riservata per loro la magica Audrey Hepburn con il marito Mel Ferrer».
Claudia Cardinale e Franco Cristaldi. A proposito di dive, Mimmo Cavicchia ricorda nel libro: «Una volta ho assistito a uno storico incontro tra Claudia Cardinale e Laura Antonelli. Quest’ultima era seduta a cena con degli amici. Aveva dimenticato a casa il suo bel Jean Paul Belmondo, conosciuto sul set del film d’autore Trappola per un lupo di Claude Chabrol. All’arrivo di Claudia Cardinale con il compagno, il produttore Franco Cristaldi, le due attrici hanno avuto l’abilità di non scambiarsi nemmeno uno sguardo per tutta la sera. Non riesco a capire come abbiano fatto».
Nel mondo della cronaca rosa il suo libro è subito diventato un piccolo cult. E considerato il tema gustoso di cui tratta non poteva essere altrimenti. Franca Foffo non è solo l’autrice di E le stelle stanno a mangiare. La Dolce Vita continua, ma anche una diretta interessata, in quanto nipote di Mimmo Cavicchia, proprietario sin dagli anni ’50 della Taverna Flavia, il leggendario ristorante romano frequentato da un estroverso popolo di artisti, attori, politici, teste coronate, la location preferita del bel mondo capitolino. Tra un piatto di pasta e un bicchiere di vino, la Foffo racconta feste e banchetti, amori e pettegolezzi, vizi e virtù degli illustri
Mimmo Cavicchia ricorda che Ava Gardner (qui con Martin Sheen) una sera arrivò con un occhio nero…
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Mimmo Cavicchia brinda insieme con Alberto Sordi e Anna Galiena.
personaggi del jet set mondiale passati nel corso degli anni per la celebre trattoria, e di cui sia lo zio Mimmo sia lei stessa sono stati testimoni oculari. Come nasce l’idea di questo libro? «Per gioco, per me era un po’ una sfida, unita alla voglia di trasmettere i ricordi della mia famiglia, per parlare di personaggi e situazioni che, per motivi di età, non ho conosciuto, oppure di altri che, da bambina ad oggi, ho visto con i miei occhi mangiare alla Taverna Flavia». È soddisfatta dell’accoglienza e del successo editoriale che ha avuto? «Sì, sono soddisfatta, le vendite sono andate davvero bene se si considera che ha battuto altri libri di autori più importanti. Le persone hanno voglia di sognare e tramite il mio libro possono farlo. Non si tratta di gossip, ma di storie vere di amori e amicizie tra personaggi famosi nate a tavola, dove tutti siamo uguali e le differenze spariscono». Quanto si è divertita a scriverlo?
«Molto. Per me è stato puro divertimento». Nel libro quanto c’è di lei e di ciò che ha potuto vedere con i suoi occhi? «Ci sono le mie emozioni di quando ero bambina, c’è la mia emotività. Ho amato scrivere istintivamente di alcuni nomi noti che ho incontrato nel locale, invece altri che non conoscevo mi hanno incuriosita a tal punto di approfondire il loro ritratto attraverso i racconti di mio zio. Ma tutto il libro è pervaso dal mio tocco femminile». Qual è il rapporto con suo zio Mimmo? Cosa ne pensa di questo lavoro? «Lui è stato contentissimo. Io sono cresciuta con mio zio, noi siamo molto simili dal punto di vista caratteriale. Senza alcuna presunzione mi sento di dire che io ero l’unica che poteva raccontare questo mondo dorato e, in generale, l’ambiente della Taverna che si può solo amare». Tra tutte le star citate qual è la sua preferita e perché? «Senza dubbio Elizabeth Taylor. Ho avuto la fortuna di essere
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Le piacerebbe se da questo lavoro fosse tratto un film? «Sì, certo che mi piacerebbe, perché quello degli anni ’50-’60 è un periodo mitico. La Dolce Vita non è un farmaco con una scadenza, ma è parte della storia di questo Paese, poiché include gli anni d’oro della “Hollywood sul Tevere” che rappresentano un fenomeno di costume sempre attuale. La gente ha continuamente voglia di tornare indietro nel passato e di sognare un tempo in cui c’era sì l’assedio dei paparazzi, ma non c’era l’inflazione di mass media che c’è oggi, e una parte della vita privata dei vip poteva ancora rimanere tale». Secondo lei qual è la prima dote che una scrittrice deve avere per incuriosire il pubblico? «La passione. Io scrivo per istinto, spesso di notte, senza orari prestabiliti perché per me non è un lavoro, ma un qualcosa che sento di fare. A mio avviso rappresenta una sorta di liberazione con un valore terapeutico». Altri romanzi in vista? «Sì, i primi di aprile uscirà il mio nuovo libro. Si intitola Il dolce della vita che potrei definire un itinerario sentimentale-gastronomico».
Franca Foffo è la nipote di Mimmo Cavicchia, vive e lavora tra Roma e Parigi. Si occupa di comunicazione e organizzazione di grandi eventi. Ama i dolci e, ovviamente, la Taverna Flavia.
sua ospite in America. Non solo una grande attrice ma anche una donna unica di enorme passionalità, istinto, femminilità. Delle star più recenti invece ho bei ricordi legati al regista Pedro Almodóvar e agli attori Andy García, Hugh Grant e Jim Belushi». Da chi ha ricevuto i primi complimenti dopo la pubblicazione? «Da mio padre e ovviamente da zio Mimmo». E le prime critiche? «Non ho ricevuto giudizi negativi, ma solo critiche costruttive. Del resto quelle che ho messo su carta erano e sono le mie emozioni». C’è un aneddoto non presente nel testo che può raccontarci? «Purtroppo in un libro tante cose non si possono dire, per rispetto degli amici e per salvaguardare la privacy delle persone. Come si può immaginare durante un pranzo privato escono fuori tanti discorsi che poi è bene non riportare all’esterno. Così come non ho raccontato dei miei viaggi dalla Taylor o delle cene con altri personaggi celebri avvenute fuori dalla Taverna Flavia. E non ne ho parlato volutamente proprio per scindere la vita pubblica da quella privata». 41 For Magazine
For magazine incontri
Miami ha ancora un fascino un po’ perverso: tra lusso, Vip e malavita, visto che proprio qui è stata girata forse la serie di telefilm più famosa degli anni Ottanta, Miami Vice con Don Johnson. Senza scordare il più recente CSI Miami con David Caruso.
di Roberta Ferrari
Vengo anch’io a Miami? Sì, tu sì! Capitale delle vacanze Vip, della cronaca rosa e dei telefilm d’azione. Noi, per farvi conoscere tutti segreti della città affacciata sull’Atlantico, abbiamo ritrovato una telecoppia che qualche anno fa marcava molto stretto i calciatori di casa nostra 42 For Magazine
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Le “gemelle del gol” Roberta Ferrari (a sinistra, che ha scritto questo articolo per noi) e Stefania Sorrenti al ristorante “Quattro”, ritrovo di Vip sulla Lincoln Road. Correva l’anno 2003 quando il direttore Giacomo Airoldi ci dedicò la copertina di Tv Sette inserto televisivo del Corriere della Sera, di cui allora era il vicedirettore. Stefania Sorrenti e io eravamo da qualche anno “Le gemelle del gol” e facevamo le nostre incursioni per Raidue a casa dei calciatori, creando scompiglio con le nostre interviste provocatorie e marcandoli molto… stretti. Quell’anno affiancavamo Max Giusti che impersonava Aldo Biscardi in un finto “Processo della domenica” , nella trasmissione “Quelli che il calcio…”, condotta da Simona Ventura. Da allora sono trascorsi quasi due lustri, io ho continuato ad occuparmi d’intrattenimento e giornalismo sportivo con le mie rubriche in Rai, mentre Stefania è sparita dal video. Sono in tanti che mi chiedono che fine abbia fatto l’altra gemella del gol, rimpiangendo il nostro modo originale di fare interviste, che, possiamo dire con orgoglio, ha avuto un grande numero d’imitazioni. Ebbene la mia gemella si è trasferita niente meno che a Miami, in Florida, l’affascinante città meta di tantissimi personaggi del mondo dello spettacolo, nonché di calciatori che, arrivando sulla East Coast degli States, penseranno di avere le visioni nel
ritrovare quel simpatico incubo anche in vacanza, addirittura oltreoceano! Io stessa ho avuto il privilegio di vivere un momento magico un anno fa recandomi a Miami. Ho infatti fatto da testimone a Stefania che si è sposata, come in una favola, sulla spiaggia di Miami Beach, in una rara giornata di vento e nuvoloni. Miami ha proprio un fascino particolare: ha il vantaggio di far godere l’estate tutto l’anno con eventi internazionali che si susseguono, dall’Art Basel al Boat Show al Food and Wine Festival, al Nate Convention Media. Tali eventi rendono la città una meta obbligatoria per i Vip che qui si danno appuntamento per respirare quell’aria magica tra lusso e spettacolo, davvero unica. C’è Ocean Drive, la celebre strada dove c’è la spiaggia di Miami Beach, che si affaccia sull’Atlantico, ma anche gli hotel Art Decò. Infatti, è una delle vie più rappresentative dell’Art Deco District, dove ci sono diversi palazzi tutelati. Fra i tanti la casa di Gianni Versace (Versace Mansion), dove viveva il famoso stilista prima di essere ucciso proprio lì davanti. La via è molto vissuta sia di
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Uno scorcio notturno di Miami, detta la "capitale delle Americhe" per il suo ruolo culturale e linguistico che ne fa un ponte tra USA, Caraibi e Sud America. giorno, quando si vedono numerosi Vip adagiati sui comodi lettini degli esclusivi W Hotel, Delano e Setai, sia di notte quando si accende e si colora con le luci dei tanti locali che animano le interminabili notti di Miami Beach. Ottimo è infatti il livello dei ristoranti a Miami, frequentati dai Vip nostrani e non. Molti fra loro amano in particolare il ristorante italiano “Quattro” sulla Lincoln Road, via nota in tutto il mondo anche perché meta dello shopping di lusso. “Quattro” è il preferito da Paolo Maldini e famiglia, Alessandro Nesta con moglie, e dai sempre affascinanti Sean Penn e George Clooney, tutti amici di Nicola Siervo che è uno dei soci, nonché il vero businessman e cognato della mia “gemella” Stefania. Nicola, infatti, si trasferì con i suoi due fratelli a Miami diversi anni fa, creando i locali e gli eventi più "in" della città dal 1996 ad oggi. C’è poi la nota Soho House. Fondata a Londra nel 1995, nacque come un club privato “per gente del cinema, dei media e delle industrie creative”. Il Gruppo si ampliò nel giro di pochi anni con Hotel e Member Club in Europa e Nord America, con ristoranti,
Se andate a Miami passate a trovare Stefania Sorrenti da “Cecconi”. Può capitarvi di cenare a fianco di Tom Cruise o Will Smith.
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La villa di Miami Beach appartenuta al famoso stilista Gianni Versace, davanti alla quale fu assassinato nel 1997. cinema, centri benessere e alberghi a Miami. Il primo ristorante ad essere aperto all’interno di Soho House, con lucine natalizie tutto l’anno che contrastano con la calda temperatura della città, è “Cecconi”. Aperto dalla prima colazione alla cena, sette giorni su sette, ha un team di cucina rigorosamente italiano, guidato dallo chef bresciano Sergio Sigala. Il locale prende il nome da Enzo Cecconi che era il più giovane direttore generale del famoso ristorante Cipriani di Venezia. Nel 1978 il ristorante aprì anche a Londra e raggiunse un grande successo negli anni ‘80, tanto da diventare ritrovo addirittura dei reali d’Inghilterra. Cecconi oggi è senz’altro meta dei Vip di tutto il mondo, oltre che degli amanti della buona cucina. È tra i posti più amati dall’attore Tom Cruise che lo scorso luglio ha festeggiato il compleanno con una festa a sorpresa organizzata dalla moglie Katie Holmes. Will Smith vi arriva spesso a sorpresa in jeans e t-shirt, la splendida Rhianna è solita gustarsi il brunch della domenica con amici e con i paparazzi pronti ad aspettarla all’uscita. Paulina Rubio prenota lasciando il suo nome e, quando arriva, saluta sempre con un bel “Ciao!”. Si vedono spesso anche la splendida Jennifer Lopez con il nuovo giovane fidanzato e alcuni amici che cenano con lei il sabato sera, così come il magnate delle comunicazioni Rupert Murdoch con la moglie. Proprio qui possiamo trovare ad
accoglierci Stefania che, ogni sera, intrattiene gli ospiti ai tavoli del ristorante. Che li marchi stretti anche quando cenano? Lo scorso novembre, durante Art Basel, c’è stata l’inaugurazione del locale The Dutch, in stile Hampton con cucina americana e sapori che variano dai Caraibi all’Asia, dal Marocco all’Italia. L’inaugurazione ha visto una parata di stelle di Hollywood tra cui Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones, Roberto Cavalli e Paris Hilton. Parlando dei Vip di casa nostra, all’interno del lussuoso W hotel, si possono incontrare spesso Simona Ventura, Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo, Teo Mammucari, Michelle Hunziker, Fabio Cannavaro, Zlatan Ibrahimovic, Barbara Berlusconi e Afef. Sempre presente anche l’ex naufraga de L’isola dei famosi Claudia Galanti, spesso insieme con l’amica Aida Yespica (altra naufraga). Insomma: la mia gemella Stefania si è trasferita oltreoceano, negli Stati Uniti, a migliaia di chilometri di distanza, eppure ogni giorno incontra amici e personaggi del mondo dello spettacolo che ha frequentato in Italia per tanti anni, parla molto più frequentemente l’italiano dell’inglese e si intrattiene al ristorante o in spiaggia con i calciatori che abbiamo intervistato e inseguito allo stadio e in giro per l’Italia: quando si dice … com’è piccolo il mondo!
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Solidarietà e mondanità: tutta Milano all’evento, e al cocktail, a Palazzo Marino “Campioni di Solidarietà City Angels”, rivolto a chi si è distinto in campo benefico: madrina Daniela Javarone che ha premiato, attraverso una giuria composta da importanti giornalisti, alcune personalità tra cui Andrè Ruth Shammah e Lucia Vedani, fondatrice di Casa Amica, associazione che mette a disposizione trecento posti letto per i bambini malati e le loro famiglie che non possono permettersi le spese di permanenza a Milano. Presenti, tra gli altri, Mario Furlan, presidente dei City Angels, Marco Columbro e Alberto Fortis. A fare gli onori di casa, il sindaco Giuliano Pisapia.
Mario Furlan, Alberto Fortis e Daniela Javarone
Lucia Verani, Giuliano Pisapia e Daniela Javarone.
ROTAZIONI
For
di Ivan Rota
Com’è sempre più fané questo caro vecchio Oscar: candidature per la maggior parte scontate da cui sono stati trascurati diversi bravi attori. Per la migliore interpretazione maschile dove sono finiti gli attori su cui tutti scommettono? Missing il forse troppo scandaloso Michael Fassbender di Shame, Coppa Volpi a Venezia, e soprattutto il Ryan Gosling di Drive, il cult di Nicolas Winding Refn, anche quest’ultimo epurato dalla categoria miglior regista, dove erano presenti classici come Woody Allen e Martin Scorsese. Anche per la categoria femminile non è andata meglio: dov’è finita l’immensa Jessica Chastain di The True of Life, per il quale Terence Malick è stato invece candidato come miglior regista? Chastain era però nel palmarès per il mieloso The Help. Per non parlare dell’amatissima Emma Stone di Crazy, Stupid Love e di Mia Wasikowska che ricordiamo in L’amore che resta di Gus Van Sant. Ma anche di Henry Hopper, Tom Hardy e di Elle Fanning. La facce e i film nuovi si fanno avanti, ma la commissione degli Oscar è sembrata non vederli. Poche scelte anticonvenzionali. L’Italia, pensando ad una scelta classica, aveva candidato Emanuele Crialese con Terraferma, ma ha sbagliato. Poco spazio per le nuove idee,
meglio andare sul sicuro: sicuramente Venezia e Cannes osano di più. • La vita a Washington è, anzi era, bella: nella loro splendida residenza il neo-ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e la compagna Antonella ricevevano politici e star. Leonardo Di Caprio era di casa. Ora, con la nomina, si sono trasferiti in Italia. Qui tutto molto più low profile: le cose cambiano. Alla faccia dell’incarico… •
Bobo Vieri e Alessandro Martorana
Festa di compleanno black & white, ispirata agli anni quaranta per il sarto Alessandro Martorana, ex di Simona Ventura: quasi al buio, solo con piccole luci stroboscopiche, tanti vip lo hanno festeggiato. Da Lapo Elkann e Bobo Vieri, reduce da Ballando con le stelle, e poi Laura Barriales, Elena Santarelli, Nicole Minettti, Barbara D’Urso. Concerto di Mauro Situra, hair stylist di Aldo Coppola, che si è esibito nelle migliori hit di Renato Zero. Varie isole con cibi a scelta: dai salumi ai fritti di pesce. E poi balli sino a tarda notte. • Barbara D'Urso e Alessandro Martorana
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Grey Goose Vodka ha organizzato una cena molto esclusiva al Dean Street Townhouse di Londra prima dei Bafta, gli Oscar inglesi, per Harvey Weinstein, il più potente produttore di Hollywood, quello per intenderci di The Artist e The Iron Lady. Tra gli ospiti Kenneth Branagh con la moglie Lindsay Brunnock, Cuba Gooding Jr e Naomi Campbell.
Cuba Gooding Jr con Naomi Campbell
Al trentanovesimo piano del Pirellone, Antonella Camerana ha organizzato una cena gourmet benefica per raccogliere fondi per la sua associazione Missione Sorriso: in un’atmosfera newyorkese, con le luci della città da ammirare dalle vetrate, cento selezionati ospiti hanno assaggiato le delizie preparate da grandi chef, tra i quali Claudio Sadler e Carlo Cracco. Tra gli ospiti Arturo Artom con la sua Alessandra Repini, Gabriella Dompè, Marta e Annibale Brivio Sforza, Umberta Gusalli Beretta, Luisa Beccaria, Paola Manfrin, e varie rappresentanze della Regione Lombardia.
Harvey Weinstein
Antonella Boralevi da circa due anni ha un “salon” nel suo piccolo appartamento con boiserie veneziana in rue de Varenne, a Parigi, dove organizza piccoli pranzi seduti per la società parigina, che l’ha davvero accolta con gentilezza e allegria. La scorsa settimana ha ricevuto gli scrittori Eric Emmanuel Schmidt e Patrick de Carolis, intellettuali come l’editrice Eliane Calmann Levy, il designer Willy Rizzo, l’architetto Alain Gallizia, l’anchor Patrick Poivre d’Arvor, i galleristi Alain Genestar e Marc Hostier, uomini della finanza come Robert Besnoussan, Alexandre Telinge, i 47 For Magazine
pdg come Stanislas de Quercize, rappresentanti di antiche famiglie antiche famiglie come Hermine de Clermont Tonnerre, i d’Ormesson, i Taittinger, uomini della comunicazione come John Rossant e Ernesto Mauri, scienziati come David Khayat. Grandi conversazioni sull’Italia, molta allegria, vini Antinori e Frescobaldi e pile di libri ovunque. Pasta alle zucchine, menta e broccoli, arrosti al cucchiaio e dolce di cioccolato maison. Persino Le Figaro ha dedicato spazio alla nostra scrittrice e, da due anni, Consigliere Diplomatico all’Ambasciata Italiana a Parigi.
For magazine COSE DI MODA di Ivan Rota e Sara Donati
Un po’ di primavera e tanto inverno Una settimana della moda milanese con qualche sprazzo degli abiti da mettere oggi e con l’anticipazione di come si vestiranno le donne da ottobre in poi. Novità, curiosità, trasgressione e ospiti a volontà. Con quelle prezzemoline di Kris & Kris…
Giornata speciale per la showgirl Raffaella Fico che, special guest alla sfilata di Massimo Rebecchi, nella cornice incantevole di Palazzo Clerici, ha ricevuto una dichiarazione d’amore in mondovisione dal suo
fidanzato, Mario Balotelli, il quale dopo aver segnato il gol contro il Blackburn, ha mostrato la t-shirt con la scritta “Raffaella ti amo”. Bellissima e raggiante, Raffaella ha ammirato la collezione Autunno/Inverno
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Francesca Fioretti e Michela Coppa con lo stilista
Raffaella Fico
2012-13 insieme alle veejay Kris and Kris (vere e proprie prezzemoline delle sfilate milanesi), alle attrici Francesca Fioretti e Michela Coppa. In passerella una fiaba cittadina, cappe broccate e abiti in pizzo, sete e soffici bouclĂŠ. Una donna dalla doppia anima, tra romanticismo e rigore, che vuole che i suoi sogni diventino realtĂ ; un tributo a una femminilitĂ sussurrata, libera da schemi, decisa ed estremamente seducente.
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Alessia Santi, Alessandra Amoroso e Maurizio Setti.
È stata Alessandra Amoroso (che abbiamo visto al Festival di Sanremo in uno splendido duetto con la vincitrice Emma) la protagonista d’eccezione del debutto di San-ti.A, la nuova linea sofisticata ed essenziale creata dalla stilista di Manila Grace, Alessia Santi, e prodotta e distribuita da Antress Industry Spa. Nella suggestiva cornice dello
spazio Circus di Milano la cantante si è presentata in total look Manila Grace ad applaudire in prima fila l’esclusiva sfilata. Una collezione Autunno/Inverno 2012-13 i cui modelli sono caratterizzati dalla ricerca e dalla cura della lavorazione, per una nuova idea di eleganza intensa, dominata dal lusso materico e dalla grande artigianalità.
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Elena Santarelli con Elisabetta Franchi
È stata Palazzo Visconti, nel cuore storico di Milano, la suggestiva cornice scelta da Elisabetta Franchi per la presentazione del sua collezione Autunno/Inverno 2012-13, in un’atmosfera glamour e sofisticata culminata in un esclusivo dinner&dance party. La protagonista assoluta è stata la collezione della maison, femminile, elegante e assolutamente aristo-chic. Un guardaroba, quello di Elisabetta Franchi, dedicato a una donna independent, che ama esprimersi attraverso la moda e vuole stupire con uno stile ricercato e multisfaccettato, frutto di suggestioni
diverse. Nell’occasione è stata presentata la nuova collezione Faux Fur Collection: 12 pezzi in eco pelliccia, in collaborazione con la Lav. Infatti, la stilista bolognese aderisce al Fur Free Retailer Program per la promozione di politiche di commercio che rispettino i diritti degli animali, in primis con l’eliminazione di articoli che contengono pellicce di origine animale. All’evento hanno partecipato anche Elena Santarelli, il protagonista del film campione d’incassi I soliti idioti, Francesco Mandelli, e la showgirl Melita Toniolo.
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Melita Toniolo e Guendalina Canessa con la stilista
Natalie Kritz con Maria Grazia Severi
Maria Grazia Severi debutta per la primavera estate 2012 con una capsule collection caratterizzata da un concept che diventa una vera e propria filosofia di vita, una collezione dal mood ironico e divertente, ispirata all’icona italiana, la pasta. E per mostrarla ha scelto una location d’eccezione e in grado di amplificare il mood della collezione: il tempio delle cucine di alta gamma, nel cuore di Milano, lo spazio Scic di via Durini. Un’occasione inedita per unire, in maniera glamour, l’eccellenza nazionale, la moda e il cibo: un connubio vincente e irrinunciabile. I modelli di 22 Maggio by Maria Grazia Severi che, nelle fantasie delle stampe e negli accessori coordinati, si ispirano alla “farfalla”, icona per antonomasia del primo piatto doc (particolarmente d’attualità dopo
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Severi con Kris & Kris
l’exploit di Belen a Sanremo, sono espressione di un Made in Italy che non è solo legato alla produzione, ma che diventa un modo di vivere e il simbolo di un rapporto positivo tra moda e stile. Si concretizza in un total look declinato in abiti, short e piccoli pezzi divertenti, all’insegna della più autentica joie de vivre. E splendidi gioielli - anch’essi in edizione limitata - realizzati in un prezioso materiale, la bachelite, dal sapore vintage che strizza l’occhio proprio a quegli anni, i ’50, nei quali la filosofia della moda era legata a un’idea positiva della vita e dell’abbigliamento. «Da sempre la nostra azienda è legata a un concetto di moda in cui vestirsi significa arricchirsi, sorridere, guardarsi allo specchio e trovarsi unica!», ha dichiarato Francesca Severi, fashion designer della 22 Maggio by Maria Grazia Severi. «La nostra idea di stile si sviluppa intorno a un trend “positivo”, per una moda che non avvilisce, ma gratifica - indipendentemente dalla taglia -, che premia una personalità allegra e forte, che diventa piena espressione di un mood autentico e personale», ha concluso la designer. All’evento sono intervenute alcune bellissime protagoniste del mondo dello spettacolo: le veejay Kris and Kris, la modella e new blogger Natalie Kritz, le showgirl Melita Toniolo e Guendalina Canessa.
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Kris & Kris
Vic Matiè da sempre cerca di fondere design, riferimenti culturali globali e tradizione manifatturiera italiana, per dare vita a oggetti speciali, davvero unici. Per questo, per la prossima Primavera/Estate 2012 Vic Matiè sceglie di ritrarre una figura femminile senza tempo. Potrebbe essere una donna che appartiene al passato, vestita di morbidi drap-
peggi che ci ricordano le forme fluide di una statua greca. Ma potrebbe anche provenire da un futuro prossimo, cosĂŹ immersa nella purezza eterea di tinte neutre e linee importanti ma pulite. Tra gli ospiti della sfilata le immancabili Kris & Kris e Andy (ex Bluvertigo).
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For magazine
Gli sfavillanti costumi e il cast del musical Priscilla - La Regina del Deserto (attualmente in programma presso il Priscilla Palace -Teatro Ciak webank.it) sono stati i protagonisti di un’esclusiva sfilata-spettacolo inserita all’interno del calendario degli eventi culturali di Milano Moda Donna. Ideati dai designer Tim Chappel e Lizzy Gardiner, vincitori del premio Oscar per il film omonimo e del Tony Award per il musical, i favolosi costumi di scena (495 in totale, oltre a 60 parrucche e 150
paia di scarpe) hanno sfilato presso la tensostruttura allestita all’interno del Castello Sforzesco. L’evento ha messo in scena un omaggio alla moda italiana e alla sua creatività in un imprevedibile Broadway style. Spettacolare e senza eguali, Priscilla porta in scena, oltre ad un cast di artisti di incredibile talento, la più strabiliante e inedita collezione di costumi mai creata prima ed evidenzia la profonda contaminazione tra spettacolo e moda.
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For magazine RED CARPET di Ivan Rota
Ciak, si sfila! La serata degli Oscar e i party post cerimonia sono stati l’occasione giusta per le dive del cinema di sfoggiare i propri look. Le attrici italiane hanno dovuto accontentarsi della settimana della moda milanese
Angelina Jolie, presentatrice della Notte degli Oscar, sul tappeto rosso di Hollywood ha mostrato scarpe Ferragamo spuntate in velluto nero, disegnate e realizzate esclusivamente per lei (abito Atelier Versace).
Jennifer Lopez, anche lei presentatrice della kermesse, ha scelto una minaudière double-face Ferragamo con cristalli Swarovski argento e suede grigio (abito Zuhair Murad).
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Meryl Streep, vincitrice come migliore attrice protagonista per The Iron Lady, ha indossato scarpe Ferragamo spuntate in karung oro, con laccio alla caviglia (abito Lanvin).
In occasione della sfilata Donna Autunno/Inverno 2012-13 di Salvatore Ferragamo, a Palazzo Mezzanotte a Milano, Sonam Kapoor, attrice indiana di Saawariya – La voce del destino di Sanjay Leela Bhansali, ha indossato un total look della casa di moda.
Kate Hudson, al Vanity Fair Oscar Party, ha esibito minaudière a specchio con dettagli in metallo e pelle color argento (abito Versace).
Isabella Ferrari, interprete di Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi e Saturno contro di Ferzan Ozpetek, in abbinamento al suo total look Ferragamo ha scelto un ciondolo in oro giallo e diamanti della linea Futurista Jewels della maison fiorentina.
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Mise e accessori Ferragamo anche per Sarah Felberbaum, attrice di Ti presento un amico e Maschi contro femmine. Sarà piaciuta al fidanzato Daniele De Rossi, centrocampista della Roma e della Nazionale?
For magazine double feature di Ivan Rota
In occasione della seconda serata della 62esima edizione del Festival di Sanremo 2012, Gianni Morandi ha scelto uno smoking con giacca ad un bottone color midnight blue con effetto moiré, revers a lancia in velluto nero, abbinata ad un paio di pantaloni neri con piping in velluto ton sur ton, camicia bianca con bottoni a contrasto, papillon nero e scarpe stringate in vernice nera. Diciamo che il ragazzo di Monghidoro di strada ne ha fatta ed è decisamente elegante. Ma tra Celentano e farfalline, che fatica questo secondo Festival da conduttore.
In occasione della terza puntata della trasmissione televisiva L’Isola dei Famosi, Laura Barriales ha indossato un abito in chiffon di seta con corpetto ricamato da paillettes e perline, e gonna a micro balze della collezione Blugirl primavera/estate 2012. La ragazza è carina, ma è stata sostituita come opinionista. Lei dice che è dovuta andare per lavoro a Madrid, ma pare che invece il suo agente le abbia consigliato di smettere con L’Isola dei Famosi… 58 For Magazine
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La bella fidanzata di Cristiano Ronaldo, Irina Shayk, ha partecipato al lancio di Sport Illustrated Swimsuit Edizione 2012, al Crimson di New York. Ha arricchito la sua bianca mise YSL con più di un milione di dollari di preziosi de Grisogono, e più precisamente con uno stupendo collier di diamanti bianchi e neri, orecchini ed anello in parure. Il diamante nero, emblema della maison svizzera di orologi e gioielli, unito al suo fascino intenso e misterioso, ha fatto sì che la splendida Irina ancora una volta scegliesse di illuminare così il suo volto. Ronaldo continua a segnare gol, Irina è sempre più conosciuta come top model… che coppia!
La modella ceca Ivana Mrazova, per la sua prima entrata in scena al Festival di Sanremo, ha indossato un abito strapless di organza color blu notte, con spacco laterale, ruches a contrasto e ricami ton sur ton, abbinato ad un paio di sandali incrociati in raso blu con plateau. Per il secondo cambio, invece, Ivana ha scelto un abito in chiffon color pesca, con spalline incrociate sulla schiena e gonna a balze plissettate. La valletta “belante” ci piace, soprattutto quando non parla e quando… non si fa rubare l’abito da Belen (come successo quando è rimasta bloccata in camera sua dal torcicollo!). 59 For Magazine
ForCINEMA magazine di Silvestro Bellobono Tra i produttori del film figura anche il divo Will Smith con la sua Overbrook Entertainment, la compagnia di produzione realizzatrice di grandi successi come Hitch e La ricerca della felicità.
una spia non basta Guerra aperta tra i due migliori agenti della Cia, nonché grandi amici d’infanzia, disposti a tutto per prevalere l’uno sull’altro. E non per fronteggiare una minaccia terroristica. Bensì per conquistare l’amore di una donna
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Reese Witherspoon (36 anni) nel marzo 2011 ha sposato il suo agente, Jim Toth. L’attrice è al secondo matrimonio dopo quello durato 7 anni con il collega Ryan Phillippe.
Franklin Delano Roosevelt Foster, meglio noto come FDR (Chris Pine) e John Tuck (Tom Hardy) sono due agenti segreti della Cia, uniti da un profondo legame di amicizia sin dalla tenera età. Il primo è un ragazzo affascinante e molto sicuro di sé, il classico sciupafemmine poco incline ai legami affettivi. Il suo migliore amico è invece un uomo più introverso e profondamente indeciso quando si tratta di rapportarsi col gentil sesso, tutto l’opposto rispetto al temperamento coraggioso che mette nel suo lavoro. I due formano una coppia insuperabile, sono i migliori tra tutte le spie dell’intelligence, dimostrando notevoli capacità professionali nel dare la caccia ai criminali. Ma all’improvviso, e per una serie di coincidenze fortuite, il loro legame viene messo a dura prova da una donna, di cui entrambi si innamorano perdutamente. Lauren Scott (Reese Witherspoon) è bellissima, brillante e preparata nel suo lavoro. Però in fatto di uomini è totalmente incapace e insicura. Così le viene in soccorso la cara amica Trish (Chelsea Handler) che la iscrive ad un’agenzia matrimoniale su internet, dove è registrato anche Tuck. Nonostante le perplessità iniziali i due decidono di incontrarsi e durante il primo appuntamento le cose sembrano andare bene. Ma a fine serata, dopo essersi salutati, Lauren entra in un negozio e per puro caso incappa in FDR, che resta folgorato dalla sua bellezza e inizia a farle una corte spietata. Se per la ragazza sarà difficile scegliere chi frequentare, per i due agenti la scoperta di aver perso la testa per la stessa donna sarà un vero shock. Ma siccome in amore e in guerra tutto è permesso, FDR e Tuck cominceranno a darsi battaglia senza esclusione di colpi bassi, alcuni davvero sleali e devastanti, per conquistare il cuore di Lauren. E non esiteranno a mettere in campo tutte le loro competenze professionali ed equipaggiamenti tecnologici, scatenando un’escalation di distruzione che coinvolgerà l’intera New York, intrecciando la loro battaglia privata
con quella per fronteggiare i propositi bellicosi di Heinrich (Til Schweiger), un minaccioso commerciante d’armi che intende vendicarsi di entrambi poiché li ritiene responsabili della morte di suo fratello. Una spia non basta si iscrive di diritto in quel filone di pellicole che miscela brillantemente (specie quando il budget della produzione lo permette) le sequenze dell’action classico – e quando ci sono di mezzo le spie i riferimenti a James Bond sono puramente voluti – con i toni più scanzonati della comedy, in questo caso romantica. Proprio in virtù di tale fusione di generi la scelta di McG in regia è la più azzeccata. Infatti, Joseph McGinty Nichol (questo il suo vero nome) è stato l’autore di Charlie’s Angels (2000) e Charlie’s Angels - Più che mai (2003), i due film ispirati all’omonima serie Tv degli anni ’70, ben accolti al botteghino grazie alla presenza di numerose star femminili (Cameron Diaz e Demi Moore su tutte). Ovviamente in questo tipo di operazione è determinante il carisma degli interpreti e l’alchimia che sul set si genera tra loro. E puntando sul premio Oscar Reese Witherspoon si va sempre sul sicuro. La star di Pleasantville, che dopo i successi de La rivincita delle bionde e sequel ha toccato cachet da 20 milioni di dollari a film, è non solo un’attrice affermata, ma anche un’imprenditrice con il fiuto degli affari, come dimostra la sua casa di produzione cinematografica Type A, che già dal nome rivela tutta la tenacia e le doti manageriali della bella Reese, ottimo esempio di bionda con cervello. Più tortuosa e problematica invece la strada che ha portato a scegliere i due protagonisti maschili: infatti all’inizio si era optato per la coppia Sam Worthington e Bradley Cooper che però, a causa di impegni precedenti, hanno dovuto rinunciare ai ruoli, andati in seconda battuta a Tom Hardy (rivelatosi al grande pubblico con RocknRolla e Inception) e Chris Pine. Quest’ultimo ha tutte le carte in regola per essere un talento in ascesa verso l’Olimpo dei divi
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Tom Hardy (34 anni) e Chris Pine (31 anni) hanno girato senza alcuna controfigura le sequenze di azione e acrobazie del film. La loro audacia ha reso più verosimili le scene.
hollywoodiani: dopo aver esordito con le commedie zuccherose Principe azzurro cercasi (accanto ad Anne Hathaway) e Baciati dalla sfortuna (con Lindsay Lohan), ha fatto il salto di qualità nel 2009, prima interpretando il capitano James T. Kirk nell’ultimo Star Trek firmato J.J. Abrams, e poi recitando da co-protagonista al fianco di Denzel Washington nel thriller d’azione Unstoppable - Fuori controllo di Tony Scott. Da segnalare nel cast anche la presenza nei panni del cattivo di Til Schweiger, attore tedesco il cui nome dice poco, ma che qualsiasi appassionato di cinema conosce come il ruvido Sergente Hugo Stiglitz, personaggio memorabile del celeberrimo film di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria.
SCHEDA DEL FILM REGIA: McG SCENEGGIATURA: Timothy Dowling, Simon Kinberg CAST: Reese Witherspoon, Tom Hardy, Chris Pine, Chelsea Handler, Til Schweiger, Angela Bassett, Abigail Spencer, Laura Vandervoort, Leela Savasta, David Koechner GENERE: Commedia, Azione DURATA: 98' DISTRIBUITO DA: 20th Century Fox
Pine ha un lungo curriculum teatrale: nel 2011 è stato premiato come “Migliore Performance Protagonista” da parte del LA Drama Critics Circle.
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For magazine Kate Winslet (36 anni) e Leonardo DiCaprio (37 anni), dopo l’esperienza di Titanic, sono tornati a lavorare insieme solo nel 2008 con il drammatico Revolutionary Road, acclamata pellicola di Sam Mendes, a quei tempi marito della Winslet.
TITANIC 3D In occasione del centenario per il varo del transatlantico tristemente piĂš famoso del mondo, James Cameron riporta nelle sale la magia in tre dimensioni del suo capolavoro. Sulle note di My heart will go on si parte di nuovo (e si naufraga) in compagnia di Jack e Rose 63 For Magazine
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Di Caprio e Danny Nucci in un momento di relax sul set. Non esistendo teatri di posa sufficientemente grandi, la 20th Century Fox acquistò 16 milioni di metri quadrati di costa lungo la spiaggia di Rosarito in Messico, dove venne ricostruito a grandezza naturale (scala 1:1) il 90% del Titanic.
Siete pronti a salpare ancora una volta da Southampton verso New York sull’“inaffondabile” Nave dei Sogni? Con la speranza che questa volta le moderne tecnologie e il buon senso dell’uomo riescano ad evitare un iceberg truffaldino? In un’epoca in cui le imbarcazioni da crociera extralusso ancora affondano per colpa di uno scoglio, il leggendario Titanic riparte per rinnovare l’epica e le emozioni di un film che nel 1997 ha rappresentato non solo un capolavoro di tecnica e sapiente mix di ingredienti vincenti, ma anche un fenomeno di costume mondiale, capace di portare al cinema milioni di persone e un’intera generazione di adolescenti catturate dal fascino del nuovo divo, Leonardo DiCaprio, al punto da vedere e rivedere la pellicola fino a otto, nove, dieci volte! James Cameron, da grande mago degli effetti speciali, nonché da lungimirante business man, ripropone l’opera che lo ha reso celebre a 100 anni esatti da quell’aprile del 1912, quando il transatlantico britannico si inabissò in mezzo all’Oceano Atlantico durante il suo viaggio inaugurale. Le cronache di allora parlano di un drammatico affondamento della nave avvenuto 2 ore e 40 minuti dopo la collisione con un iceberg, che provocò l’apertura di alcune falle lungo la fiancata destra del natante, facendolo spezzare in due tronconi e successivamente sollevare in verticale, prima di essere definitivamente ingoiato dagli abissi. Queste sequenze, riprodotte visivamente in maniera magistrale da Cameron quindici anni fa, acquistano oggi una dimensione più
realistica e imponente grazie alla nuova versione completamente rimasterizzata in digitale e convertita in 3D, realizzata sotto la supervisione dello stesso regista: l’acqua che invade lo scafo, lo scricchiolio del metallo, le ciminiere che cadono, la paura sui volti dei protagonisti e il freddo pungente che porta all’ipotermia esondano dal grande schermo, diventando palpabili e andando incontro agli occhi degli spettatori. «Vogliamo mostrare il film in sala a una generazione, quella nata dopo il 1997, che lo ha visto solo in home video. Ma anche gli altri apprezzeranno». Con queste parole l’eclettico cineasta canadese ha motivato la decisione di riportare in vita la tracimante storia d’amore tra l’artista giramondo Jack Dawson e la viziata aristocratica Rose DeWitt Bukater. È proprio il caso di dire che ne è passata di acqua sotto i ponti per i due interpreti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, ieri giovani promesse semisconosciute ai più o idoli dei teenager, oggi star affermate e di infinita bravura, di sicuro tra i migliori attori della loro generazione. La loro vicenda verosimile, all’interno di quella storica della grande nave che affonda, ha contribuito non poco alle fortune di Titanic, per comprendere il cui successo basta leggere alcuni numeri: il film è stato il più costoso mai realizzato fino ad allora con 200 milioni di dollari di budget, più altri 85 milioni spesi per la promozione, e ha totalizzato il secondo maggiore incasso mondiale di tutti i tempi, pari a 1.850.300.000
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Billy Zane (46 anni) con la Winslet. L’attrice britannica è stata nominata all’Oscar ben 6 volte (inclusa la candidatura per Titanic) prima di vincere la meritata statuetta nel 2009 con The Reader. Nel suo palmarès figurano anche 3 Golden Globe, l'ultimo dei quali per la miniserie Tv Mildred Pierce.
dollari, venendo superato soltanto nel 2010 da Avatar dello stesso Cameron; ha ricevuto 14 nomination all’Oscar nel 1998, vincendo la cifra record di 11 statuette, tra le quali miglior film e miglior regia, e diventando così il film più premiato della storia insieme a Ben-Hur (1959) e Il ritorno del Re (2003). L’uscita del nuovo Titanic il 6 aprile nelle sale di tutto il mondo è molto attesa, e c’è da scommettere che la lunga sequela di record legati a questa pellicola sia destinata ad aumentare, ricoprendo di gloria ancora una volta il papà del 3D moderno che, da Terminator in poi, è sempre riuscito a creare intorno ai suoi lavori un’atmosfera di evento, oltre a uno strumento di ingenti guadagni ruotanti intorno al battage pubblicitario-mediatico e alla commercializzazione dei suoi prodotti. Del resto in questa logica di mercato non è il solo. Infatti, l’avventura del naufragio più famoso della storia di Hollywood non è l’unica a subire un restyling tridimensionale: nella lista sono finiti anche Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma di George Lucas, che riproporrà l’intera saga di Guerre Stellari, Il Re Leone, La bella e la bestia, La sirenetta della Disney, Alla ricerca di Nemo della Pixar, e si parla già di altri mitici film del passato come Chi ha incastrato Roger
Rabbit? e la trilogia di Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis, e persino Blade Runner di Ridley Scott. Qualche purista della Settima Arte storcerà il naso, però è anche vero che per tutti gli appassionati è un gran piacere rivedere Jack e Rose sulla prua del Titanic, e riascoltare la soave voce di Celine Dion mentre intonando My heart will go on canta l’amore immortale.
SCHEDA DEL FILM REGIA: James Cameron SCENEGGIATURA: James Cameron CAST: Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Bill Paxton, Gloria Stuart, Bernard Hill, Victor Garber, Danny Nucci, Jason Barry, Suzy Amis GENERE: Drammatico, Romantico, Storico DURATA: 194' DISTRIBUITO DA: 20th Century Fox USCITA: 6 aprile 2012
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For magazine I set del Rosemoor Animal Park hanno richiesto nove mesi per essere realizzati. Gli scavi e la costruzione sono durati quattro mesi, con il supporto congiunto di più di centoquaranta falegnami, pittori, imbianchini, scultori, staff del reparto artistico.
LA MIA VITA è UNO ZOO Per superare il trauma dovuto alla perdita della moglie un uomo decide di comprare un giardino zoologico in disuso, nella speranza di farlo rifiorire con l’aiuto dei figli e di una bella animalista. Buoni sentimenti e tanto spirito d’avventura 66 For Magazine
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Matt Damon (41 anni) e Scarlett Johansson (27 anni) con il regista Cameron Crowe (54 anni), che a proposito dell’attrice newyorkese ha dichiarato: «Scarlett arricchisce di umanità Kelly e il suo spirito ferocemente protettivo».
Del suo personaggio Damon ha detto: «Benjamin non sa nulla di zoo ma, assecondando lo spirito d'avventura che la defunta moglie ha sempre apprezzato, decide di acquistare la proprietà, perché tutti hanno bisogno di un cambiamento».
Ritorna Cameron Crowe. E lo fa con un film per tutta la famiglia. Lo stimato regista di Jerry Maguire, Quasi famosi, Vanilla Sky, Elizabethtown è solito indagare nelle sue opere l’interiorità e l’inquietudine dei suoi personaggi, spesso dei borderline in crisi d’identità e alla ricerca di qualcosa. Ma soprattutto nei suoi precedenti lavori c’era sempre un lato personale, intimista e talvolta autobiografico (come in Quasi famosi) dal quale ora il cineasta californiano si allontana volutamente. La mia vita è uno zoo, invece, è tratto dal libro di Benjamin Mee. «Per me era un tipo di film diverso, proprio perché non volevo farne una storia personale», spiega Crowe commentando la pellicola. «Una delle ragioni per cui ero interessato a girare il film – aggiunge – era che volevo diffondere un po’ di gioia nel mondo. Questo è un film che suscita gioia, fa sentire vivi e parla di come si può trasformare la perdita in una fonte d’ispirazione. La vicenda infonde un senso di amore per la vita, umana e animale». Tutta la trama ruota intorno alla storia vera di Benjamin Mee (Matt Damon), uno scrittore di avventure e giornalista di un quotidiano di Los Angeles, rimasto vedovo dopo aver perso la moglie a causa di un cancro. Con due figli da crescere, pochi soldi e tante difficoltà da gestire, Mee decide di reagire dando una svolta alla sua vita e offrendo alla sua famiglia la possibilità di ricominciare altrove. Così lascia il lavoro, e con i pochi risparmi compra una vecchia casa nella campagna inglese con sette ettari di terreno, incluso uno zoo semiabbandonato chiamato Rosemoor Animal Park, in cui vivono ancora 47 animali curati dalla responsabile del parco Kelly Foster (Scarlett Johansson). Nonostante l’inesperienza, l’uomo si lancia nell’impresa di riaprire lo zoo, rivitalizzandolo con l’aiuto dei figli, di un gruppo di fedeli collaboratori e della comunità locale. L’impresa non sarà facile, tra animali che fuggono e contrasti familiari all’ordine del giorno, ma l’ex scrittore non si arrende. Ora per lui non si tratta più di scrivere una storia d’avventura, ma di viverla in prima persona. Per interpretare Benjamin Mee, padre single e irremovibile nelle sue convinzioni, è stato scelto Matt Damon, un interprete capace di dare al personaggio il giusto senso di equilibrio e compostezza, di determinazione e umorismo. Il 41enne attore americano è da anni una star apprezzata per le sue doti di versatilità recitativa che lo portano a spaziare con facilità da un genere all’altro. Infatti, dopo Will Hunting – Genio ribelle (1997), il film che ha rivelato il suo talento, Damon non si è più fermato, inanellando una serie lunghissima di ruoli di successo che gli hanno permesso di lavorare con i più grandi registi
hollywoodiani, da Steven Spielberg a Robert Redford, da Martin Scorsese a Clint Eastwood, dai fratelli Coen a Steven Soderbergh (con il quale, in virtù di un autentico legame di amicizia, ha girato ben sei film). L’eclettismo e il phisique du role di Demon ne fanno l’interprete perfetto sia per le pellicole più intense, drammatiche, impegnate, sia per i più commerciali blockbuster, come per esempio la trilogia di Jason Bourne, l’ex agente segreto privo di ricordi del suo passato, campione di incassi ai botteghini di tutto il mondo. Nei panni della protagonista femminile c’è la sensuale Scarlett Johansson, ex ragazza prodigio (Lost in Translation, La ragazza con l’orecchino di perla) e un tempo musa di Woody Allen (Match Point, Scoop, Vicky Cristina Barcelona). Dopo qualche passaggio a vuoto con film poco riusciti o in ruoli marginali, la Johansson prova a dare nuovo slancio alla sua carriera, per dimostrare di non essere sono una donna avvenente e da prima pagina dei tabloid, ma anche un’attrice dotata, finalmente matura e pronta per ruoli più impegnativi. Il film di Crowe potrebbe essere l’occasione giusta per lei. Completano il cast il simpatico Thomas Haden Church (Sideways, Spider-Man 3) e la giovanissima Elle Fanning, sorella della più famosa Dakota Fanning. La mia vita è uno zoo è stato girato in esterni a Los Angeles, prima di trasferire le location una cinquantina di chilometri a nord, nel Greenfield Ranch a Thousand Oaks, dove è stato costruito il set del Rosemoor Animal Park. Lo zoo comprendeva recinti per gli animali, percorsi pedonali, fontane, flora e fauna variegate, un giardino delle sculture e un anfiteatro.
SCHEDA DEL FILM REGIA: Cameron Crowe SCENEGGIATURA: Aline Brosh McKenna, Cameron Crowe CAST: Scarlett Johansson, Thomas Haden Church, Colin Ford, Desi Lydic, Patrick Fugit, Elle Fanning, Maggie Elizabeth Jones, Stephanie Szostak GENERE: Commedia DURATA: 90' DISTRIBUITO DA: 20th Century Fox USCITA: 20 aprile 2012
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For magazine È stato l’accurato tratteggio dei protagonisti ad attrarre Richard Gere (62 anni): «In questa storia tutti sono dei bravi bugiardi, e questo fa di loro dei personaggi particolarmente interessanti per un attore», ha commentato la star di Pretty Woman.
THE DOUBLE Chi si nasconde dietro il misterioso killer russo conosciuto come Cassius? Agli agenti Paul e Ben il difficile compito di scoprirlo. Ma tra l’omicidio di un senatore, una lunga scia di delitti e il dubbio di una doppia identità non tutto è come appare 68 For Magazine
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Richard Gere e Martin Sheen (71 anni). Entrambi hanno “combattuto” le loro guerre sul grande schermo: il primo come marine in Ufficiale e gentiluomo, il secondo come capitano dell’esercito in Vietnam in Apocalypse Now.
Dopo le ottime impressioni suscitate, nel pubblico e nella critica, per le sceneggiature di Quel treno per Yuma (western classico con Russell Crowe) e Wanted – Scegli il tuo destino (adrenalinico action con Angelina Jolie), la coppia Michael Brandt e Derek Haas ci riprova. E stavolta con una responsabilità in più: Brandt debutta dietro la macchina da presa. The Double è una spy story con tutti gli ingredienti basilari, inclusi veterani della Guerra Fredda ancora in attività. Un thriller-poliziesco con incursioni dovute nell’action movie, tipiche non solo dei due autori, ma anche di questo filone cinematografico. «Amiamo il processo di scrittura e certamente adoro dirigere e avere Derek come produttore al mio fianco», rivela Brandt, che come sua consuetudine si è rifiutato di scrivere la storia chiuso nella stessa stanza del suo collega. Infatti, la loro collaborazione prevede di inviarsi costantemente via mail le varie stesure del copione. «Il nostro obiettivo è quello di fare sempre meglio – sottolinea Haas –. Capita che la battuta che hai scritto non sia ottima come quella che hai appena ricevuto. Da qui allora: fare sempre meglio». Questo “fare meglio” si è tradotto nel risultato finale di The Double. Paul Shepherdson (Richard Gere) e Ben Geary (Topher Grace) sono un’insolita coppia di investigatori. Paul è un ex operativo della Cia in pensione che viene reintegrato per un’ultima delicata missione, durante la quale deve fare coppia con Ben, un giovane e poco esperto agente dell’Fbi. Il loro compito è fare luce sul misterioso omicidio di un noto senatore degli Stati Uniti, un delitto che porta il marchio di fabbrica di uno spietato killer russo, conosciuto con il nome in codice di Cassius, da lungo tempo creduto morto. Dopo aver speso gran parte della sua carriera a dare la caccia sia a lui sia ai suoi rivali, Shepherdson accetta il caso seppur controvoglia. Geary, invece, ha studiato la storia di Cassius sin da prima di iniziare la sua carriera all’Fbi, scrivendo addirittura la sua tesi di laurea sulla figura di questo assassino. A differenza di Shepherdson, Geary crede che Cassius sia tornato e abbia ricominciato la sua scia di omicidi. Mentre i due agenti prendono in esame le scene dei crimini, nuovi indizi vengono svelati e si fa strada una nuova pista: Cassius potrebbe non essere la persona che loro credono. Dare la caccia alla sua doppia identità rischia di diventare molto pericoloso. E non tutto potrebbe essere come sembra. Per il complesso personaggio del vecchio agente della Cia dal passato tormentato, la produzione ha pensato subito a Richard
Topher Grace (33 anni) nasce come star della Tv, dove acquista fama con la sit-com That ’70s Show. Nella sua carriera anche un’esperienza come doppiatore: nel 2002 ha prestato la voce a Lucignolo nella versione inglese del Pinocchio di Benigni.
Gere. L’ex “american gigolò” non è nuovo ai ruoli del rude poliziotto dal carattere combattuto e controverso, basti pensare alle sue apprezzate performance in Affari sporchi, Identikit di un delitto e Brooklyn’s Finest. Proprio la sua presenza e il grande onore di lavorare con lui ha fatto da traino per l’altro protagonista del film, Topher Grace (già visto in Traffic e Spider-Man 3), che a proposito del suo collega ha dichiarato: «In questo mestiere nessuno è più grande di Richard Gere. Lui è in grado di fare qualsiasi cosa, più volte e in diversi generi. Soltanto ritrovarmi al fianco di uno come lui è stato bellissimo».
SCHEDA DEL FILM REGIA: Michael Brandt SCENEGGIATURA: Michael Brandt, Derek Haas CAST: Richard Gere, Topher Grace, Tamer Hassan, Stana Katic, Stephen Moyer, Martin Sheen, Odette Yustman GENERE: Thriller DURATA: 98' DISTRIBUITO DA: Eagle Pictures
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For magazine John Cusack (46 anni) interpreta Edgar Allan Poe, a una poesia del quale il film si ispira. Sono ben 14 le pellicole cinematografiche tratte dalle opere dello scrittore-poeta statunitense.
THE raven Quando, nell’America del XIX secolo, un omicida seriale compie sanguinosi delitti, ispirandosi ai racconti di Edgar Allan Poe, sarà lo scrittore in persona ad indagare al fianco della polizia per fermare l’assassino prima che sia troppo tardi 70 For Magazine
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Baltimora, 1849. Dopo un efferato omicidio che vede coinvolte una madre e una figlia, Emmet Fields (Luke Evans), il giovane detective che si occupa del caso, si accorge presto che il duplice assassinio ricalca nei minimi dettagli la metodologia descritta sul quotidiano locale, e ispirata ad una serie di racconti polizieschi del celebre scrittore Edgar Allan Poe (John Cusack). Mentre quest’ultimo è convocato al commissariato, dove interrogato dalla polizia fornisce il proprio alibi, un altro cruento delitto viene commesso in città, e ancora una volta il modus operandi rimanda alle opere di Poe. L’ispettore Fields capisce allora che un folle serial killer sta seminando il panico in un perverso gioco tra il gatto e il topo, che vede tra le potenziali vittime anche una donna vicina allo scrittore. È a questo punto che Poe in persona inizia a collaborare con la giustizia, ricorrendo a tutto il suo intuito e alle sue abilità investigative, allo scopo di porre fine a questo massacro. Gli espedienti narrativi della suspense e le sequenze d’azione coinvolgenti ci sono tutti in questo thriller gotico diretto da James McTeigue, che di certe atmosfere inquietanti, immerse in un contesto dinamico e adrenalinico, è ormai un maestro. Infatti, dopo aver collaborato con i fratelli Wachowski nella loro famosa trilogia Matrix, il regista australiano dà ottima prova del suo talento con il cult movie V per Vendetta (2005), adattamento cinematografico del fumetto fanta-politico di Alan Moore. Inoltre, benché non accreditato ufficialmente, McTeigue partecipa nel 2007 alle riprese finali e al montaggio definitivo del fantascientifico Invasion con Nicole Kidman e Daniel Craig. The Raven, soprattutto dal punto di vista dell’impatto visivo, ricorda molto da vicino V per Vendetta, anche se, in virtù dello spunto letterario alla base del film, sono altrettanto forti i riferimenti agli ultimi due Sherlock Holmes firmati Guy Ritchie. Nei panni eleganti di Edgar Allan Poe c’è John Cusack (Con Air, Essere John Malkovich, 2012), attore brillante e spesso sottovalutato, perché etichettato come un interprete di genere per pellicole leggere e comiche, quando invece riesce ad esprimersi ottimamente anche in prodotti più impegnativi e drammatici (commovente la sua interpretazione di un padre vedovo nell’intenso Grace is gone). Al suo fianco come co-protagonisti ci sono Luke Evans (Robin Hood, Tamara Drewe), l’affascinante Alice Eve (Crossing Over, Sex and the City 2) e Brendan Gleeson (Ritorno a Cold Mountain, Troy, In Bruges - La coscienza dell'assassino). The Raven, ossia Il Corvo, è il titolo di una poesia contenuta in una raccolta di Edgar Allan Poe scritta nel 1845. Il componimento narra della misteriosa visita di un corvo parlante (che pronuncia solo le parole “mai più”) a un amante confuso, gettandolo nella follia. La poesia, come altri lavori di Poe, analizza i sensi di colpa dell’uomo, che si auto-condanna per espiare le proprie gravi responsabilità. Il Corvo evoca, oltre al grottesco, anche un terrore fisico fatto di sequenze disturbanti a livello psicologico e immagini molto crude, che la pellicola di McTeigue ricrea abilmente.
Alice Eve (30 anni) nel 2008 ha attirato l’attenzione di Broadway e del West End di Londra per l’acclamato Rock N Roll, spettacolo scritto da Tom Stoppard e diretto da Trevor Nunn, nel quale ha recitato al fianco di Rufus Sewell e Brian Cox.
SCHEDA DEL FILM REGIA: James McTeigue SCENEGGIATURA: Hannah Shakespeare, Ben Livingston CAST: John Cusack, Alice Eve, Luke Evans, Brendan Gleeson, Kevin McNally, Pam Ferris, Brendan Coyle, Oliver Jackson-Cohen, Dave Legeno, Sergej Trifunovic GENERE: Thriller DURATA: 111' DISTRIBUITO DA: Eagle Pictures
È tra gli attori di Hollywood in ascesa: Luke Evans (33 anni, a sinistra) fa parte del cast dell’attesissimo Lo Hobbit di Peter Jackson.
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For magazine CONSIGLI & SCONSIGLI di Dina D’Isa
Il Film da non perdere
LA SOURCE DES FEMMES
Le donne del villaggio mentre inscenano la loro protesta. Il film di Radu Mihaileanu è stato presentato a Cannes 2011.
In un piccolo villaggio, perduto tra il Nord Africa e il Medio Oriente, le donne fin dalla notte dei tempi vanno a cercare l’acqua alla fonte, in cima ad una montagna, sotto un sole cocente. Leila, una giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero dell’amore: niente più coccole e niente più sesso se gli uomini non porteranno l’acqua al villaggio. Così, tra colori, musiche, danze e amori, La Source des femmes (La sorgente dell’amore), il nuovo film di Radu Mihaileanu rievoca una favola di antiche atmosfere, come quelle da Mille e una notte, che svela una storia realmente accaduta, quella di molte donne musulmane. Al centro della vicenda c’è questo gruppo di mogli, il cui viaggio quotidiano in cima alla montagna per prendere l’acqua, mette a rischio la propria vita e quella dei bambini che spesso portano in grembo, causando cadute lungo il sentiero che possono provocare anche aborti. Scoppia così un’autentica guerra dei sessi, dove non tutti gli uomini e tutte le donne saranno però dalla stessa parte.
Su tutto emerge l’amore di Sami per la propria moglie Leila, promotrice della ribellione, e le passioni represse, come la gelosia di Fatima nei confronti della nuora – sempre Leila – rea di averle “rubato” gli uomini della sua vita. Colpi di scena e tante emozioni per un film che sarà al cinema a marzo, nel mese delle donne. Non è un film politico, ma è facile ritrovare tutte le tematiche del mondo arabo: la lotta per i propri diritti, l’accesso alla scuola, l’anacronismo della tradizione rispetto alla modernità del mondo, il rigore di una religione troppo spesso basata su una interpretazione integralista, il dominio dell’impero maschile, l’ansia dell’emancipazione femminile. Mihaileanu punta più sulla favola che sulla denuncia, ma alla fine sta dalla parte delle donne: sono infatti gli uomini a fare la parte dei fannulloni che trascorrono il tempo al bar a ribadire, secondo la propria cultura, che “la sorgente delle donne sono gli uomini”.
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For magazine Il Film da evitare
JACK E JILL
Adam Sandler (45 anni) è anche produttore del film con la sua compagnia, la Happy Madison Productions.
Jack è un pubblicitario di successo, padre felice e marito innamorato. Ma ha anche un punto debole: la sua unica ossessione è la sorella gemella Jill, identica a lui, ma più grassa e più goffa. Durante la festa del Ringraziamento, mentre cerca di convincere Al Pacino a diventare il testimonial di una azienda, arriva Jill, invadente sorella, sola e senza amici ad eccezione di un pennuto che porta sempre con sé. Come se non bastasse, la gemella si insedierà a casa della famiglia di Jack creando un tragi-comico parapiglia. Con la cadenza metodica e puntuale di un cinepanettone, le commedie di Adam Sandler si presentano annualmente sul mercato americano: Jack and Jill è una comedy demenziale, ma più che altro è un esagerato omaggio a Sandler, che si ritrova ad animare una pellicola, firmata da Dennis Dugan, dai toni ridicoli e invedibili. Per il pubblico americano, l’attore è l’incarnazione della commedia popolare e il trasformismo da travestito è solo un
pretesto per esporre Sandler in un ruolo sconcertante, che non fa per niente ridere, ma annoia e fa venire voglia di abbandonare la poltrona del cinema, anche se il divo prova ad essere nel contempo sia un maschio cinico e sarcastico sia una donna infantile e petulante. Tante le star (qui inutili) che sfilano nel film: da John McEnroe a Shaquille O’Neal, da Johnny Depp a Dana Carvey, fino al mostro sacro Al Pacino, che fa più di una semplice comparsata e sta al gioco al punto da ridicolizzare tutto, persino il suo simbolo di grande attore.
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For magazine star
Patty Pravo è nata a Venezia il 9 aprile 1948. Qui ha studiato pianoforte, composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Benedetto Marcello. Una carriera, iniziata nel 1966, straordinaria: 27 album, 85 pubblicazioni internazionali, oltre 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. I suoi concerti live del mese di marzo si concludono il 30 e 31 al Blue Note di Milano.
di Antonio Osti
Pensiero stupendo Inarrivabile Patty Pravo. Bella, sexy, ha dettato la moda a intere generazioni e ha vissuto amori appassionati e discussi. Geniale e libera, sempre coerente con se stessa. Eccola in alcuni scatti di Bruno Oliviero in riva al mare e in acqua. Quando? Ieri, oggi, domani 74 For Magazine
For magazine Il nuovo singolo di Patty Com’è bello far l’amore è la colonna sonora dell’omonimo film diretto da Fausto Brizzi uscito a febbraio. Con la sua solita eleganza, la diva della canzone italiana regala nuove emozioni con un brano intenso e coinvolgente, scritto da Bruno Zambrini, Fausto Brizzi e Marco Adami. Così commenta la Pravo: «Come avrei potuto dire di no ad un regista come Fausto Brizzi? E come dire di no al mio amico Zambrini? E poi mi piace ascoltare le mie canzoni al cinema!».
Un giorno a Parigi sugli Champs Elysées, passeggiando con Mick Jagger e parlando del più e del meno…». Straordinaria Strambelli, che racconta con assoluta nonchalance uno dei tanti incontri importanti della sua vita. D’altra parte, una che da piccola frequentava Peggy Guggenheim ed Ezra Pound, Cesco Baseggio e il cardinal Angelo Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII)… Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo. Come chiamarla? Sentiamo lei (nel libro scritto con Massimo Cotto Bla, bla, bla…): «Come vuoi. Nicoletta, Nic, Nico, Nicky. Ma anche Patty va bene. Chi mi è davvero vicino mi chiama Strambelli. E anch’io mi chiamo così. I nomi sono nomi e basta. Certo, nessuno mi chiama Nicola, che è il mio vero nome. Strana scelta, lo so. Di mia nonna che amava questo nome perché aveva un debole per lo zio Nicola». È l’ultima Diva della musica italiana.
Già ragazza del Piper, anche se ricorda: «Sono passata alla storia come “La ragazza del Piper”, ma, in realtà, al Piper mi sono esibita non più di sei, sette volte». Ha attraversato la storia di questa nostra Italia cantando, andandosene ogni tanto, ritornando alla grande, tra parecchi amori e qualche scandalo: «Chi è libero non può essere comprato. La libertà è costosa e gli altri te le fanno pagare; dunque meglio portarsi dietro solo quella. Niente, perché tutto pesa. Io giro sempre sguarnita. Ti fai meno male. Tutti, parlando di me, hanno sempre citato il termine “trasgressione”. Io non sono trasgressiva. Si trasgredisce contro qualcosa o contro qualcuno. Io sono semplicemente libera. E, francamente, mi sono proprio stufata di questi quattro ragazzini che oggi si credono di essere grandi provocatori. Hanno vent’anni, il mondo in mano, e si lamentano». Politicamente
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scorretta? «Questa storia che io e Lucio Battisti fossimo fascisti, francamente non l’ho mai sentita in quegli anni. Solo dopo, molto dopo, qualcuno cominciò a dire che Lucio era di destra, ma non negli anni Settanta. Lucio era amato da tutti, e nessuno pensava alle sue idee politiche. Semplicemente, immagino che tutti quegli artisti che non erano dichiaratamente schierati a sinistra fossero considerati di destra. In quel decennio si esa-
gerava in tutto e bisognava prendere posizione. Quelli che se ne fregavano, come me e Lucio, erano pochi. Io comunque non ho mai sbandierato le mie idee». Come conquistarla? Non con i fiori: «I garofani emanano una puzzetta sgradevole. Le rose rosse non soddisfano il mio gusto estetico. Se proprio qualcuno mi vuole portare dei fiori, può scegliere quelli da campo, o le composizioni (ci sono fiorai bravissimi che trasformano un
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piccolo mazzetto in un capolavoro armonico di natura e bellezza). O tulipani gialli. I doni che amo di più sono quelli semplici, piccoli pensieri fatti con amore». Allora, perché non provare con una bottiglia di vino? «Il vino non mi piace. Bevo acqua. E tè. Dentro il tè ci metto il ginseng. Al mattino tra acqua e tè con ginseng arrivo a circa due litri, cosa che a una persona normale farebbe venire subito la tachicardia. A me, invece, rilassa. È il mio corpo che decide per me, anche contro ogni regola del buon senso. Ed è per questo che i dottori al mio check-up annuale mi cacciano via subito, dicendomi che ho un’età biologica che forse è meglio che non vi riferisca…». L’ultimo exploit, per ora? Sentiamolo raccontato dal giornalista Cesare Cunaccia che l’ha seguita dal vivo: «Patty Pravo, semplicemente un mito. Pravo l’ha saputo dimostrare ancora una volta lo scorso 18 febbraio, il proprio straordinario talento, sul palcoscenico del Gran Teatro La Fenice di Venezia, la sua città natale, dove è ritornata per ricevere il prestigioso Cavalchina Award, conferitole per la superba parabola del suo lungo, favoloso percorso nella musica, ma anche per l’assoluta autonomia, la potente caratura di personalità, di donna e artista fuori da ogni possibile regola e definizione. Arrivata in Sala Grande su un destriero candido, Patty Pravo ha cantato un suo cavallo di battaglia, Col tempo, versione italiana di Gino Paoli di un malinconico sublime brano del chansonnier francese Léo Ferré, Avec le temps, proposta in maniera icastica, essenziale e toccante. Portava un geometrico abito antracite dello stilista palestinese Jamal Taslaq, vita altocinta a ramages neri, su una gonna ampia e svasata, una corolla rovesciata di purezza rinascimentale. Lei, araldica e lontana, partecipe e struggente, un leggìo con lo spartito accanto e soltanto il pianoforte ad accompagnarla, stagliata su una penombra avvolgente. La sala, affollatissima di un pubblico d’ogni età e provenienza, convenuto alla Fenice in occasione del Gran Ballo in maschera della Cavalchina, messo in scena da Matteo Corvino, d’improvviso catalizzata, silenziosa, catturata all’unisono da uno di quegli attimi irripetibili, arcani che talvolta la sorte ti può regalare. Molti i francesi, alcuni, che non la conoscevano, subito affascinati, sedotti dal sortilegio in atto». Altri sortilegi nei concerti live di Patty in questo mese di marzo, che si concluderanno sul palcoscenico del Blue Note di Milano (30 e 31). Ad aprile la nuova canzone scritta per lei da Vasco Rossi e a giugno la tournée estiva. Straordinaria Strambelli! Patty Pravo ha collaborato con veri e propri mostri sacri della musica: Vinicius de Moraes, Léo Ferré, Jacques Brel, Neil Diamond, Lucio Battisti, Franco Battiato, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Vasco Rossi, Giuliano Sangiorgi e Morgan.
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(Photo © Bruno Oliviero)
ForCARA magazine MARINA di Marina Ripa di Meana
scrivi a: marina@marinaripadimeana.it
Cara Marina, hai scritto che la cosa migliore della vita è avere un buon carattere, che vuol dire essere allegri, vivaci, creativi, ma anche saper tenere duro. Io ho 25 anni, sono un tipo gentile e remissivo. Non sono capace però di combattere. E finisce che perdo sempre. Beata te che sei una vincente e coraggiosa. Io credo di perdere anche perché mi spavento di tutto. Se mi rispondi, mi farai cosa gradita. Giuliana, Orvieto Cara Giuliana, è come dici tu: nella vita è molto importante anche saper tenere duro. Ti descrivi come remissiva e incapace di combattere, spaventata da ogni cosa. Spero che questo autoritratto corrisponda solo a un tuo momento, che a Milano definirebbero “inverso”. In fondo a 25 anni sei all’inizio della tua vita. Ti consiglio di fissarti obiettivi brevi, direi alla giornata, cercando di perseguirli con un po’ di tigna, anche quelli più spiccioli. La tenacia è il “body building” del carattere, e va esercitata ininterrottamente. Ti posso dire che, per esempio, da ragazza, alla tua età, a casa mi chiamavano “il disco rotto”, perché non mollavo con le mie proposte fin quando, esausti, i miei genitori cedevano. Ricordo che mio padre diceva che io più che coraggiosa ero incosciente. Certo, ho corso molti rischi, ma ho evitato di passare i miei anni sotto il segno della perplessità, coprendo le esitazioni con la spuma delle parole, le inutili “pappardelle”. E vedrai che se terrai duro come ti consiglio, a poco a poco smetterai di perdere e di aver paura della tua ombra. Non tener conto più di tan-
to di chi ti criticherà, osservando che da rassegnata ti sei trasformata in un vero crostino. Coraggio, respira a pieni polmoni e va’ avanti. Ciao, tua Marina Cara Marina, ho una figlia di 19 anni che tra qualche mese si sposerà. Ha deciso di fare un matrimonio in grande di tipo tradizionale: fiori, musica, abito bianco e soprattutto liste di nozze per i regali, incluso la lista per la luna di miele. Che ne pensi? Anna, Perugia Cara Anna, appartengo a quella minoranza che si rifiuta di fare un regalo di nozze firmando una lista. Ai miei occhi le liste sembrano misure sociali, una specie di “società di mutuo soccorso”. Non un gesto che corrisponde a una scelta, a un dono pensato, mirato per due persone alle quali vuoi bene. Ma io, anche per i matrimoni, non faccio testo, perché non mi è mai piaciuto stare nel branco e seguire iniziative collettive. Per fortuna risulto, appunto, stabilmente in minoranza. Altrimenti non avrei potuto affermare quello a cui tengo tanto: praticare sempre il principio di “irriverenza”. Ciao, Marina
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PROTAGONISTI di Tommaso Gandino
GLI ESAMI NON FINISCONO MAI Francesca Faiella, attrice di teatro , Tv e cinema, ha un fisico minuto
perfettamente proporzionato e aggraziato. È equilibrata, elegante, sensibile. Insomma, brava e affascinante! In base a quali criteri sceglie di proporsi per un film, o di accettare una parte? «Mi propongo ai registi il cui lavoro mi piace e mi sorprende. Accetto una parte se il ruolo mi interessa e mi convince. Se è ben scritto e se la storia in cui vivrà il personaggio vale la pena per me di essere raccontata e vista». Come si prepara a interpretare un film? Ha una sua tecnica personale? «La tecnica è qualcosa che si apprende a scuola e continuando a studiare per tutta la vita. Alla scuola Paolo Grassi di Milano, che ho frequentato per 4 anni, si parlava di imparare la tecnica per poi scardinarla ed essere liberi di utilizzarla a piacimento, senza più pensarci. Per questo oggi non ne adotto una in particolare, è il personaggio che ti porta d’istinto ad utilizzarne una piuttosto che un’altra». Per un attrice ogni nuovo film è un esame… «Dai tempi dell’università il mio personale concetto di “sottopormi” ad un esame è cambiato. Ho cercato di debellare l’idea
dell’ansia comprendendo che essendo lo studio e il lavoro una libera scelta è la voglia di capire che ti porta all’assimilazione di una cosa e alla verifica. L’esame ti mette a confronto con i dati di cui sei in possesso e ti fa capire quanto in realtà si è distanti dalla conoscenza vera e profonda delle cose, diventa un mezzo per interrogarsi sui molteplici aspetti della realtà, della storia, degli accadimenti, delle persone. In questa ottica un film è un esame, ma come lo è la mia vita di tutti i giorni». Lei cambia pelle a ogni film: come fa? Secondo lei calarsi nei panni di qualcun altro apre la mente? «La pelle purtroppo la si cambia in continuazione. Siamo, in quanto umani, degli esseri in continua mutazione e ci accomuna il classico destino. Ci sono dei fatti nella vita che ti obbligano a non restare cieco di fronte alle cose e a te stesso, e che ti insegnano ad accettare questa mutazione inevitabile. Fare questo mestiere ti aiuta a mantenere la coscienza accesa su questa evoluzione. Calarsi in un personaggio, cercare di capirlo, farlo proprio, avvicinarlo a sé è un processo che deve essere fatto senza morale, senza giudizio». L’aspirazione massima nella sua vita? «Diventare saggia … molto saggia! E fare tante cose belle».
LA FICTION CHE FA SOGNARE E RIFLETTERE Marco De Angelis, apprezzato produttore di film e serie-Tv, si affida
al melodramma:
tanto sentimento con una buona storia da raccontare. Che forse scuote le coscienze
Prima in Tv si producevano spaghetti western, fantascienza, commedie, animazione, horror, polizieschi: oggi si produce solo commedia. Perché? «Forse perché è il genere di attrattiva maggiore per il grande pubblico. Prima si lasciava più spazio all’immaginazione e ai sogni, che invece oggi hanno lasciato il posto solo alla comicità. I ritmi frenetici odierni creano un pubblico sempre più propenso allo svago. I polizieschi credo siano invece ancora molto presenti, basta guardare la serie televisive italiane ed americane». Come sceglie le fiction da realizzare per Rai e per Mediaset? «In base a quello che richiede il pubblico, ma anche azzardando alcune volte con qualche novità, come è accaduto con Incantesimo ed Elisa di Rivombrosa». Qual è la ricetta per una grande serie-Tv capace di far sogna-
re il pubblico? «Il melodramma è fondamentale per noi italiani, ed è quello che cerchiamo sempre di fare noi De Angelis con le nostre serie, cioè unire il sentimento con grandi storie da raccontare. Pensa che le fiction-Tv di testimonianza possano scuotere davvero le coscienze e aiutare il Paese a cambiare? «Continuiamo sempre a sperarlo. Infatti, l’ultima miniserie che abbiamo realizzato per Rai Uno, intitolata La vita che corre, è stata creata con questo scopo. Si tratta di una storia basata sui cambiamenti che gli incidenti stradali possono recare alla vita di ognuno di noi. Le persone si immedesimano molto nei personaggi dei film e forse questo può aiutare a scuotere le coscienze». Nel cinema noi arriviamo sempre dopo agli americani? «Se consideriamo l’anno passato c’è stata una grande crescita del pubblico che va al cinema. Noi stiamo scrivendo, con Edoardo Leo, una commedia piuttosto divertente che gireremo l’anno prossimo, è una storia molto particolare».
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For magazine PROTAGONISTI di Silvestro Bellobono
©Fabio Manca
Nella sua carriera da modella, iniziata a 16 anni, Barbara Delmastro Meoni indossa gli abiti di stilisti molto importanti, dei quali diviene presto, in virtù della sua bellezza e del suo portamento, una musa ispiratrice.
New York, sto arrivando!
Barbara Delmastro Meoni, ieri top model oggi imprenditrice, è l’esempio di donna tenace e brillante. Con un piede nell’industria del divertimento e uno nel mondo dello spettacolo. E con un sogno: l’America Dal mondo della moda a quello degli affari per lei il passo è stato breve. Proprietaria del Tabata Sestriere, Tabata City Torino, Le Vele di Alassio e Tabata Porto Cervo, quattro locali tra i più amati dal popolo della notte. Donna colta, raffinata, determinata. Artista dello spettacolo, visto che non disdegna i servizi fotografici e il cinema, la sua prossima scommessa. Scopriamo chi è davvero Barbara Delmastro Meoni. Modella, Pr, imprenditrice, attrice: come riesce a fare tante cose e, soprattutto, a farle con successo? «Speriamo che siano fatte bene! Io mi metto sempre in discussione, perché ho una forte insicurezza e devo prima convincere me stessa che una
cosa sia ben fatta. Questo comporta grandi sacrifici, soprattutto nella mia vita privata. Alla base di questo “saper far bene” c’è tanta passione, un grande amore per il mio lavoro e la capacità di credere in quel che si fa». Quale è stato il momento di svolta della sua carriera? «È stato esattamente cinque anni fa, quando ho deciso di uscire allo scoperto dopo quindici anni che vivevo nell’ombra. Così mi sono messa in prima linea, anche se confesso che all’inizio avevo un po’ di paura nell’affrontare il giudizio degli altri. Ma alla fine ho deciso lo stesso di mettermi in gioco e credo di aver fatto bene».
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«Penso che la discriminazione ci sia in ogni settore della vita. Talvolta assume la forma di un sano antagonismo quando uomo e donna sono concorrenti. Purtroppo sono i punti di vista diversi a generare spesso incomprensioni e scetticismi, che portano poi alla discriminazione vera e propria. Io col mio modo di fare e la mia dolcezza non sono mai stata prepotente, e credo che questo sia il migliore antidoto contro la discriminazione sessuale». In questo periodo di crisi economica un piccolo-medio imprenditore su chi può contare oltre che su se stesso? «È inutile negarlo, oggi c’è crisi per tutti e nessuno ti aiuta, a cominciare dalle banche. Perciò occorre tirarsi su le maniche e fare affidamento solo su se stessi, bisognerebbe tornare ad imparare i vecchi mestieri artigianali e, soprattutto, sfruttare di più le risorse che il nostro Paese ci offre, come il turismo, e, nel nostro piccolo, contare di più su ciò che la natura ci ha messo a disposizione». Cosa le hanno insegnato le esperienze nel mondo della moda? «Quello è stato il periodo più bello della mia vita. Forse quel che ho imparato di più è il modo di pormi». ©Fabio Manca
La Delmastro Meoni inizia la sua attività di imprenditrice con il Black Sun di San Sicario, primo locale che riesce a sviluppare. In seguito vengono avviati il Tabata Sestriere, Le Vele di Alassio e il Tabata Porto Cervo.
Lei è proprietaria e animatrice di ben quattro locali eleganti e alla moda: quanto è difficile gestirli e portarli sempre al top? «È molto difficile, se si pensa che tutto possa andare bene solo perché si è avviata un'attività ci si sbaglia di grosso. Un locale ha bisogno di tante cure, è necessaria attenzione per ogni cosa, si deve piacere allo stesso tempo ad un pubblico giovane e adulto, la selezione non deve essere esagerata. Insomma è davvero difficile, ma poi questi sforzi vengono ripagati». In qualità di donna-manager che “ce l’ha fatta” lei crede che ci sia ancora discriminazione tra uomini e donne in questo ambiente?
Nel sua carriera ha posato per importanti fotografi. Qual è il suo rapporto con la macchina fotografica? «Un buon rapporto, direi sensuale e senza imbarazzi, ma questo non significa affatto apparire come la bambola senza testa. Bisogna sempre saperci fare e usare il cervello. La bellezza di una donna non deve essere usata in modo provocatorio, bensì in maniera gentile e dolce». Dalla moda all’imprenditoria quali sono i suoi progetti futuri? «Il mio sogno è aprire Tabata a New York, ci sto lavorando. Per ora invece il Tabata Tour è solo per l’Italia e sto cominciando a realizzarlo già nell’immediato presente». E a proposito di cinema cosa ci racconta? C’è un film che l’aspetta? «Non uno, ma ben tre film che gireremo il prossimo anno, di genere simile a quello dei cinepanettoni. I lavori sono già avviati e dovrebbero uscire in sala nel 2014». Tanto lavoro ma anche una famiglia a cui pensare: quanta energia ci vuole per conciliare professione e vita privata? «Quando mio figlio Simone era piccolo è stato molto faticoso. Nelle ore notturne lavoravo e lo lasciavo con la baby-sitter. Io rientravo a casa alle 6 di mattina, quando lui si svegliava e mi prendevo cura di lui. Anche la nonna mi ha dato una grossa mano. Oggi che è cresciuto è diventato indipendente e io…posso dormire di più! Ho un ottimo rapporto con Simone, a conferma che si possono coniugare lavoro e famiglia facendo bene entrambe le cose». Quali sono le sue qualità migliori? «Credo di avere un buon carattere, non sono spigolosa né depressa, al contrario mi sento positiva e con un grande senso del dovere». Invece c’è un suo difetto che sa riconoscere in modo obiettivo? «Sono molto permalosa, e lo so. Ma non posso farci nulla». Tra i suoi amici figurano di più i personaggi del jet set oppure la gente comune? «Io do grande valore all’amicizia, ma non è detto che i miei amici debbano essere per forza persone famose. Ciò non toglie che poi abbia conoscenze anche tra i personaggi importanti e noti, come per esempio lo stilista Carlo Pignatelli, uno degli uomini più fantastici che ci siano».
La Delmastro Meoni con il team Ducati al Tabata Sestriere, durante la presentazione del modello “Ducati 1198”, la moto ufficiale della Superbike.
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For magazine VIDEOGIOCHI di Nolberto Bovosselli
L’APOCALISSE è GIà QUI È uscito in tutto il mondo (e per le più grandi console) Mass Effect 3, che anticipa la fine del pianeta Terra ancor prima del 21-12-12. L’episodio conclusivo della saga fantascientifica si avvale di un cast di doppiatori eccezionale «La Terra sta bruciando. Una terribile razza di macchine provenienti dallo spazio ignoto ha iniziato la distruzione della razza umana. Nei panni del Comandante Shepard, marine dell’Alleanza, la tua unica speranza è quella di radunare tutte le civiltà della galassia e lanciare l’assalto finale per riconquistare la Terra». È questa la trama apocalittica intorno alla quale ruota Mass Effect 3, l’action RPG fantascientifico sviluppato dallo studio canadese BioWare e lanciato sul mercato mondiale recentemente, dopo una lunga attesa. Mass Effect uno dei videogame più famosi della storia, giunto adesso, con questo terzo capitolo, al suo epilogo, e disponibile in contemporanea su Microsoft Windows, Xbox 360 e PlayStation 3. A tentare di salvare il nostro pianeta, scongiurando la fine del mondo per mano di una malvagia civiltà aliena, c’è l’eroico Comandante Shepard, alter-ego del giocatore, che per l’improvviso attacco dei Razziatori è costretto a fuggire in cerca di aiuto presso le altre galassie; inoltre, deve fronteggiare le insidie di Cerberus, l’organizzazione segreta per la supremazia umana che gli si rivolta contro dopo gli eventi di Mass Effect 2. Di rilevante in questo ultimo prodotto della trilogia c’è la colonna sonora, firmata dal noto compositore hollywoodiano Clint Mansell, nominato ai Golden Globe per la migliore colonna sonora originale nel film The Fountain - L'albero della vita, e autore di altri sound cinematografici come Black Swan, The Wrestler e Requiem for a dream (tutte opere dell’apprezzato regista Darren Aronofsky). Ma l’impronta della “mecca del cinema” sul videogame non finisce qui. Infatti Mass Effect 3 vanta tra i suoi doppiatori un cast stellare che va da Martin Sheen (Apocalypse Now, The
Departed) nel ruolo dell’Uomo Misterioso, a Carrie-Anne Moss (Matrix) nei panni di Miranda, da Lance Henriksen (Aliens) in quelli dell’ammiraglio Steven Hackett, a Freddie Prinze Jr. (So cosa hai fatto, Kiss Me) che interpreta il marine James Vega. Nell’edizione italiana del gioco, completamente doppiata, a grande richiesta da parte dei fan, il comandante Shepard (che in originale ha la voce dell’attore canadese Marck Meer) è interpretato da Claudio Moneta, amatissimo attore-doppiatore che aveva già lavorato al primo capitolo; mentre nei panni di Shepard versione femminile per le giocatrici ritorna Cinzia Massironi, ormai veterana della serie. La fine del mondo, forse non proprio come descritta nella profezia Maya, è l’elemento dominante nell’universo di Mass Effect 3, in cui solamente l’intervento salvifico del giocatore/comandante Shepard permetterà di organizzare la resistenza degli esseri umani ed evitare la catastrofe. Per la prima volta nella saga della BioWare è stata inoltre inclusa la modalità multi-giocatore, predisposta per un’interazione cooperativa fino a quattro giocatori, che potranno scegliere tra sei classi di personaggi e sei diverse razze: Umani, Krogan, Asari, Drell, Salarian e Turian. Uno dei punti di forza del videogioco è la grafica eccezionale e la cura dei dettagli, oltre alla caratterizzazione di una narrazione interattiva che mette nelle mani dei giocatori tutta la tensione delle scelte. Anche per questi motivi Mass Effect 3 si è aggiudicato il premio di videogioco più atteso del 2012 agli Spike Tv Video Game Awards 2011, gli Oscar video ludici.
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COME UNA STAR di Valentina Polidori
KATE WINSLET
LA RAFFINATA ELEGANZA DI UNA DONNA CURVY
La conosciamo come una persona fiera e battagliera, un’attrice elegante e preparata, una signora moderna e sensuale. Vogliamo provare ad imitarla? Kate Winslet ci ha ormai abituato alle sue incantevoli mise da red carpet, indossando abiti da favola firmati Stella McCartney. Vestiti che valorizzano le sue curve e la sua pelle di porcellana, donandole un’allure magica e sognante. Questo mese vi propongo di copiare un suo outfit sobrio e di grande effetto, da sfoggiare veramente in tutte le occasioni. Si tratta di un abbigliamento facilissimo da reinterpretare, adatto a tutte e di semplice reperibilità. Vediamolo. Kate indossa decolleté scamosciate a punta, che slanciano la figura e rendono sexy il piede, mostrandone solo una piccola parte. Sono portabilissime, ma, se la serata si preannuncia lunga, meglio sostituirle con un paio di bebè a punta tonda: l’effetto rimarrà comunque estremamente chic. I jeans molto scuri a gamba diritta stanno bene praticamente a chiunque e, a dimostrazione che questo tessuto possa essere anche estremamente glamour, sono preferibili al pantalone nero da sera che, a causa delle sue morbidezza scivolose, tende ad evidenziare gli eventuali difetti. Eccezionale l’effetto del top nero con giacca bicolore sciancrata: il nero dei revers sulla base grigia, infatti, crea un effetto avvitato che snellisce istantaneamente la vita, donandovi così un corpo sinuoso da vera pin up. Completano il look capelli raccolti sulla nuca, da fissare con forcine invisibili, con qualche ciuffo lasciato libero ai lati del viso per un effetto spettinato ed un make up delicato sui toni ambrati: base illuminante per il viso, gloss pesca sulle labbra, fard terra sfumato sugli zigomi, ombretto nei toni caldi e molto mascara, a dare profondità ed intensità allo sguardo. Facoltativi i bijou: Kate sceglie una sottilissima catenina d’oro girocollo, ma potete anche optare per una collana lunga con charm e pietre, soprattutto se sarà una mise che sceglierete di indossare di giorno. Non vestirete Stella McCartney, ma, almeno per un giorno, vi sentirete un po’ una stella come Kate.
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For magazine SCATTI di Bruno Oliviero
Christiana ha 19 anni, è del segno dell’Acquario, ha un carattere dolce e al tempo stesso molto determinato, con un corpo da sballo e due occhi felini meravigliosi. Il suo sogno più grande è fare l’attrice e per realizzarlo si è preparata studiando recitazione. Nel frattempo la sua bellezza non è passata inosservata ed è stata scelta per diverse campagne pubblicitarie. Inoltre ha iniziato a recitare prendendo parte ad alcuni cortometraggi. Sempre in viaggio per lavoro, vive tra Roma e Milano ed è stata protagonista di un calendario 2012, che mette in evidenza tutto il suo sex appeal. Di sicuro è una ragazza che farà parlare di sé. 86 For Magazine
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Christiana Mirò 87 For Magazine
For magazine LEGGENDE di Demetrio Moreni
Il mitico viale Broadway, maestoso set a cielo aperto, dove Martin Scorsese, nel 2002, girò l’epico Gangs of New York, con Leonardo DiCaprio, Daniel Day-Lewis e Cameron Diaz.
Cinecittà si Mostra… ancora Considerato l’enorme successo di pubblico, l’esposizione, che per la prima volta offre la possibilità di percorrere i viali e gli studios della mecca del cinema italiano, è stata prorogata fino al 31 marzo. La magia continua 88 For Magazine
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Inaugurata il 28 aprile 1937, Cinecittà è un complesso di teatri di posa di importanza internazionale situato lungo la via Tuscolana, nella periferia orientale di Roma. Costituisce il vertice dell’industria cinematografica italiana, ma è utilizzata anche per produzioni estere e televisive.
Ultimi giorni per ammirare da vicino Cinecittà si Mostra, l’evento unico nel suo genere che permette per la prima volta al pubblico, appassionati ed esperti, di accedere all’interno degli storici studi cinematografici di via Tuscolana, con l’obiettivo di guardare con i propri occhi i backstage della Settima Arte, i suoi mestieri e i suoi trucchi. Dopo aver registrato nei primi sei mesi l’affluenza record di 70mila visitatori, 1/4 dei quali rappresentato da stranieri (soprattutto francesi, inglesi e americani), la mostra è stata prorogata fino alla conclusione del mese di marzo. Inaugurata il 28 aprile 2011, in occasione del 74esimo compleanno di Cinecittà, alla presenza delle istituzioni e di due ospiti straordinari come Roberto Benigni e Carlo Verdone, l’esposizione ha incontrato il consenso e l’interesse non solo dei numerosi visitatori in loco, ma anche di migliaia di internauti che la seguono attraverso Facebook. Senza dimenticare la presenza in questi mesi degli alunni delle scuole, per i quali sono state messe a disposizione alcune importanti proposte educative, che abbinano un momento di svago singolare ad una occasione formativa unica. Infatti, tra le aree espositive è presente anche “CineBimbi”, il laboratorio per i più piccoli dedicato al gioco e alla creatività,
e finalizzato ad avvicinarli al mondo del cinema. Questo meraviglioso viaggio negli studios romani ripercorre la storia dell’industria cinematografica italiana: le scene, i costumi, i set, gli attori, i registi, i produttori che sono passati per la “Hollywood sul Tevere”. Dal 1937, anno della sua fondazione per volere di Mussolini, Cinecittà è considerata la fabbrica dei sogni, scelta come location naturale dai più grandi registi del periodo d’oro del cinema nostrano: Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Federico Fellini hanno consacrato questi luoghi creandone il mito e le fortune. Anche in virtù delle grandi professionalità in campo, un mix di mestieri artigianali e tecnologie innovative, di teatri di posa e scenografie grandiose, che per anni hanno attratto anche i più celebri cineasti internazionali, inclusi i registi e i divi americani. La mostra è nata proprio come un doveroso omaggio a tutte quelle persone che hanno reso grande Cinecittà, lavorando “dietro le quinte” con il loro talento e la loro esperienza, messi al servizio della creazione di innumerevoli capolavori. Il percorso espositivo, allestito all’interno di due palazzine storiche, la Presidenziale e la Fellini, riproduce ogni fase specifica di rea-
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Durante la mostra, nella sala della post produzione, viene proiettato un documentario che spiega i procedimenti e le tecniche del montaggio di un film.
lizzazione di un film, dalla sceneggiatura alla post produzione. Nella sala dedicata ai costumi è possibile osservare l’abilità dei costumisti e delle sartorie; nella sala della scenografia sono esposti plastici e bozzetti prodotti dall’inventiva di scenografi e artigiani. Si passa poi alla sala dedicata alla post produzione, pensata come una video-installazione dove un documentario spiega le tecniche del montaggio di una pellicola. L’ultima sala ospita la proiezione del film finito con una selezione di immagini dei titoli più rappresentativi girati negli studios. Nella Palazzina Fellini sono state allestite le sale dedicate al produttore, alla storia di Cinecittà, curata da Giuseppe Basso (con uno sguardo ai gloriosi anni ’50-’60) e ai ritratti dei protagonisti, una sorta di galleria ideale delle grandi star. In particolare nella sala del produttore è possibile assistere ai provini di alcuni attori agli
inizi della loro carriera. Dai luoghi chiusi si passa poi all’area aperta, attraversando il viale della Broadway, imponente set di Gangs of New York di Martin Scorsese, realizzato dal tre volte premio Oscar Dante Ferretti, per arrivare al grandioso set del Foro della Roma imperiale ricostruito in occasione di una famosa serie Tv americana. Un imperdibile itinerario nel passato e nel presente del cinema nazionale e internazionale, una sincera celebrazione di tutti coloro che hanno creato e ancora oggi creano la magica leggenda di Cinecittà.
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Tra gli oltre 3000 film girati a Cinecittà spiccano i kolossal degli anni d’oro con le produzioni americane: su tutti Quo vadis? di Mervyn LeRoy (1951) e Ben Hur di William Wyler (1959). Di molti film sono ancora conservati e visibili in mostra gli abiti e le calzature.
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For magazine teatro di Sara Donati
Scopriamo le carte! Ennio Marchetto è un trasformista unico nel suo genere. Con un repertorio di 350 personaggi, il suo spettacolo cambia continuamente per adeguarsi all’attualità e ai fenomeni del momento Per il Carnevale era a Venezia: ballo in maschera, acrobati, giocolieri, funamboli, cantanti e lui, Ennio Marchetto, trasformista unico nel suo genere. In quasi vent’anni di carriera è stato alla ribalta dei palcoscenici più prestigiosi del mondo (Edimburgo, Londra, Parigi, Berlino, Los Angeles, solo per citarne alcuni). Da poco è tornato da un tour di un mese a New York, poi Atene, Madrid, le isole Canarie e Abu Dhabi. Il suo spettacolo non ha confini, piace ovunque e a un pubblico eterogeneo dai 7 ai 70 anni. Non è facile spiegare che cosa esattamente succede quando è in scena. Ci sono dei costumi di carta che raffigurano grandi cantanti e grandi personaggi italiani e stranieri; dietro c’è lui, straordinario performer, a dar vita a questi costumi, ripetendo movenze e tic di questi personaggi, rendendo tutto esilarante. Ma non è solo questo. Come per i più grandi trasformisti, la forza dello spettacolo sta nella straordinaria velocità con cui Ennio Marchetto muove i costumi, li apre, aggiunge particolari disegnati e parrucche di carta. Solo sul palco, senza aiuto dietro le quinte, Marchetto cambia personaggio quasi ogni minuto, spesso davanti agli occhi del pubblico. I suoi costumi, le sue parrucche e gli accessori sono tutti bidimensionali e fatti di carta e cartoncino, come un cartone animato vivente. Con un repertorio di oltre 350 personaggi, dalla musica pop alla lirica, da opere d’arte a personaggi della mitologia, il suo show cambia continuamente per adeguarsi al pubblico e ai fenomeni del momento: Tina Turner, Mina, Liza Minnelli, Marilyn Monroe, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Madonna e Luciano Pavarotti sono solo alcuni dei personaggi interpretati, senza dimenticare Lady Gaga, Giusy Ferreri, Ornella Vanoni, Adriano Celentano e Claudia Mori, Arisa, Maria Callas e… papa Ratzinger! Lo spettacolo è una vera Babilonia di musica, teatro e creatività. Il titolo è A qualcuno piace carta ed è in programma al tetaro Parioli di Roma fino al 18 marzo. La Venere di Botticelli reinterpretata da Ennio Marchetto.
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For magazine
Ennio Marchetto è comico, attore, cabarettista e, naturalmente, trasformista. Porta da quasi 20 anni in scena uno spettacolo che ha ricevuto numerosi premi e nomination e che è stato visto sui palcoscenici e nelle Tv di oltre 80 Paesi. Qui sotto Marchetto nei panni di Raffaella Carrà .
Ennio Marchetto in versione Mina.
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For MUSICA magazine di Nolberto Bovosselli Bob Sinclar (42 anni) con la pittrice russa Daisy Lo che gli ha dedicato un quadro celebrativo.
Super Sinclar L’Hollywood di Milano ha fatto da cornice all’esibizione live del re dei dj, che ha presentato in anteprima europea il nuovo album. Musica e divertimento assicurati per le tante star presenti 94 For Magazine
For magazine Bob Sinclar è lo pseudonimo di Christophe Le Friant. Il suo nome d’arte deriva da Bob Saint-Clair, personaggio di un film con Jean-Paul Belmondo.
Un evento straordinario si è svolto di recente alla discoteca Hollywood Rythmoteque di Milano, in occasione del 26esimo compleanno del locale: ospite d’eccezione è stato il super dj Bob Sinclar. Nel tempio del glamour e della bella vita milanese, da sempre punto d’incontro esclusivo per il jet set internazionale, il popolare produttore-dj francese ha presentato in anteprima europea il suo nuovo album Disco Crash, che la scorsa estate è stato anticipato dal singolo, divenuto un vero tormentone, Far l’amore, remix del famoso brano A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà, datato 1976. A decretare il grande successo mondiale di Sinclar è stata la canzone Love Generation, che nel 2005 è divenuta la hit più ascoltata nelle discoteche, capace di scalare tutte le classifiche musicali più importanti. Lo stile unico della sua musica si rinnova in questo ultimo lavoro, un brillante mix di generi ed epoche, dalle sonorità decisamente house e dalle prestigiose collaborazioni con artisti di fama e appeal, come i rapper americani Snoop Dogg e Pitbull e la raffinata cantante britannica Sophie Ellis-Bextor. Durante la serata Bob Sinclar si è esibito in un memorabile show per intrattenere e far ballare i tantissimi fan, smaniosi di ascoltarlo a tal punto da farsi qualche ora di coda davanti alle porte della discoteca di corso Como. Numerose anche le celebrities intervenute: personaggi della musica, dello spettacolo, dello sport, della moda, del giornalismo, che prima hanno sfilato sul red carpet, e poi tutti insieme hanno festeggiato, partecipando al party più cool dell’anno. Presenti, tra gli altri, Elena Barolo accom-
L’ex velina Elena Barolo è stato uno dei tanti volti noti ospiti del party all’Hollywood.
pagnata dal fidanzato Giovanni D’Antonio, Elena Santarelli e Bernardo Corradi, Alessia Ventura, Pippo Inzaghi, Sara Tommasi, Enzo Miccio, Catrina Davies, Kristen Reichert (di Kris&Kris), i gemelli della moda Dean e Dan accompagnati da Cristiano Angelucci, Leonardo Bongiorno, Alessandra Moschillo, Leonardo Tumiotto e l’artista russa Daisy Lo che ha dedicato un’opera alla star della serata. A proposito della location scelta per questo evento, Bob Sinclar ha dichiarato: «L’Hollywood è il locale più trendy di Milano, con la giusta capienza per consentirmi di suonare ciò che voglio, per gente bella e modaiola». E sulla città ha aggiunto: «Milano è molto chic. Che cosa c’è di meglio della capitale mondiale della moda, dove spendo sempre un mucchio di soldi?». Del resto il feeling di questo artista con il nostro Paese è confermato anche dalla sua recente apparizione nell’ultimo cinepanettone Vacanze di Natale a Cortina, per la regia di Neri Parenti, con Christian De Sica e Sabrina Ferilli. Della pellicola, in cui in un breve cameo interpreta se stesso, Sinclar racconta: «Conoscevo questo genere di film tutto italiano, ma confesso che non ne avevo mai visto uno, la produzione mi ha mandato un cofanetto e mi sono davvero davertito». Del cinema italiano dice di conoscere e apprezzare soprattutto Monica Bellucci e Caterina Murino, «le due vostre attrici che sono venute a vivere a Parigi e sono sempre più popolari da noi». Inoltre, per Vacanze Di Natale a Cortina Bob Sinclar ha curato la colonna sonora con il remix di due brani, Maracaibo e Dolce vita che, nella versione originale, erano contenuti in Vacanze di Natale 1983, il primo cinepanettone della serie.
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For magazine musica di Nolberto Bovosselli La band vanta due vittorie al Festival di Sanremo (… E dirsi ciao, 1978 e Messaggio d’amore, 2002), dove per due volte si è aggiudicata anche il prestigioso premio della critica (Vacanze romane, 1983, e Souvenir, 1985).
Nel segno dei Matia Bazar Quasi quarant’anni di carriera, due Festival di Sanremo vinti, quattro voci femminili cambiate, milioni di dischi venduti e tante canzoni indimenticabili: questi i numeri del gruppo più longevo della musica italiana. Che sogna la reunion con Antonella Ruggiero 96 For Magazine
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Giancarlo Golzi, Silvia Mezzanotte, Piero Cassano e Fabio Perversi. Il termine “matia” in dialetto genovese significa “matta”, che era il nome d’arte di Antonella Ruggiero.
“Le band si sciolgono” cantava qualche anno fa Luca Carboni. Probabilmente il celebre cantautore bolognese aveva omesso di specificare che ci sono delle eccezioni. Perché in Italia quando si parla di band musicale non si può fare a meno di pensare ai Matia Bazar, lo storico gruppo nato a Genova nel 1975, che quest’anno ha deciso di festeggiare i 37 anni di carriera regalandosi la dodicesima partecipazione al Festival di Sanremo, un record tra gli artisti della 62esima edizione della kermesse canora. Anche in virtù del fatto che tra i componenti attuali figurano ancora due membri fondatori: Giancarlo Golzi e Piero Cassano. Certo i cambiamenti – tra uscite, new entry e ritorni eccellenti – non sono mancati, così come la naturale evoluzione della loro musica nel corso degli anni. Tuttavia, oggi come ieri, le belle canzoni continuano a rappresentare il miglior biglietto da visita dei Matia Bazar, perché, come fa notare lo stesso Golzi, «ogni fiore ha la sua stagione. Fare oggi quello che facevamo allora suonerebbe come una forzatura. La nostra era una sperimentazione che si traduceva in uno stile di vita che non ci appartiene più, anche solo per questioni anagrafiche». Il riferimento è soprattutto a quella parte della critica che ha storto un po’ il naso di fronte ai passaggi musicali che la band ha compiuto, dalle prime sonorità pop alla svolta tecno-rock, per culminare con uno stile melodico e volutamente più commerciale. Anche perché così vuole il mercato e quei discografici che «sono ormai interessati solo al denaro, prendono un cantante, lo spremono finché serve e arrivederci», prosegue ancora il batterista e autore di testi Golzi. A onor del vero va detto che il sound del complesso ligure ha dovuto non solo reinventarsi e stare al passo con la nuova discografia, ma anche adeguarsi alle quattro diverse vocalist femminili che hanno prestato la loro voce ai Matia Bazar. Decretandone ogni volta un successo diverso. Dalle origini sino al 1989 è stata Antonella Ruggiero a deliziare i fan con le sue doti canore, lasciando il suo marchio di fabbrica su alcuni brani memorabili come Stasera che sera (1975), Per un’ora d'amore, Solo tu, ... E dirsi ciao (1978), la canzone che ha permesso loro di vincere il Festival di Sanremo di quell’anno davanti alla giovanissima Anna Oxa e al genio estroso di Rino Gaetano. Gli acuti della Ruggiero hanno segnato anche le affermazioni degli anni ’80, quando la band ha dato al suo stile un’impronta decisamente più rock, varcando i confini nazionali grazie alla suggestiva e sofisticata lirica Vacanze Romane (1983) e al pezzo campione di copie vendute Ti sento (1985). Dopo l’abbandono di Antonella Ruggiero, attirata dalle sirene di una carriera da solista, è stata la volta di Laura Valente,
per scandire un’altra fase dei Matia, che con lei hanno partecipato a due competizioni sanremesi con Piccoli Giganti (1991) e Dedicato a Te (1993). Ma è con la splendida voce di Silvia Mezzanotte, alla quale, nel 1999, si è unito anche il giovane polistrumentista Fabio Perversi, che la band è rinata, prima con l’album Brivido Caldo (2000), e poi con il singolo Messaggio d’amore che nel 2002 ha incantato la platea dell’Ariston e si è aggiudicato la vittoria del 52esimo Festival della canzone italiana. «Sul finire degli anni ’90, nessuno sembrava più crederci», ha dichiarato con una punta di orgoglio Giancarlo Golzi, che considera il secondo trionfo sanremese «molto importante perché aveva il gusto della rinascita e della rivincita. Eravamo dei sopravvissuti. Non come nel ’78, quando giovani e spavaldi quasi ce ne infischiavamo del primo posto». Dopo due tour in Italia e all’estero, anche Silvia Mezzanotte ha deciso di “camminare da sola”, venendo sostituita nel 2004 da Roberta Faccani. Con lei i Matia Bazar hanno festeggiato nel 2005 il loro trentennale partecipando di nuovo a Sanremo con la canzone Grido d’amore. Poi, a settembre 2010 la reunion con Silvia Mezzanotte, la quale ha motivato così la sua scelta artistica: «Erano i fan a chiedercelo. Ci siamo incontrati per caso in aeroporto, siamo andati a berci un caffè ed è stato un viavai di gente a domandarci quando ci saremmo riuniti. Una settimana dopo eravamo già in sala prove». Il frutto di questo lieto ritorno è stato l’album dal pop delicato Conseguenza logica (2011), capace di analizzare tutte le sfaccettature dell’amore, e che è stato trainato dal singolo Gli occhi caldi di Silvie e da un tour estivo nelle grandi piazze e arene italiane ed europee. Ma a sancire un’ennesima nuova fase dei Matia non poteva che essere ancora il palco del Festival di Sanremo 2012, che li ha visti protagonisti con il brano Sei tu, che ha permesso alla band di arrivare alla fase finale della gara canora. In questo pezzo c’è qualcosa di ognuno dei quattro componenti attuali. «È una canzone d’amore tra estasi e tormento», racconta la Mezzanotte. «Un mix tra raffinatezza e facile impatto», aggiunge il tastierista e autore Piero Cassano, che insieme al sodale Giancarlo Golzi, aveva scoperto il talento della vocalist bolognese mentre si esibiva in un pianobar di provincia. Inoltre, come hanno confessato i due leader storici del gruppo, c’è all’orizzonte un altro grande sogno da realizzare: un concerto con tutti quelli che hanno fatto parte dei Matia Bazar, compresa Antonella Ruggiero. A conferma che esistono band che non si sciolgono, ma cambiano e si rinnovano nel segno della buona musica.
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For magazine RUBRICA di Luiss Life
GOD SAVE THE FASHION VICTIM Avete mai sentito parlare della nobile “arte della moda”? Oppure, addirittura, di “scienza della moda”? Nel corso della mia vita ho incrociato una miriade di “arti”: quella della musica, quella della scultura, della pittura, dell’architettura; in aggiunta ho sempre letto di molte, davvero molte “scienze”: la meccanica, l’economia, la politica, la chimica, la matematica, la trigonometria, addirittura di quella sportiva e calcistica. Tuttavia di “arte della moda” o di “scienza della moda” davvero mai ne ho sentito parlare. Un’arte o una scienza, per rispettare ciò che il dizionario afferma di loro, sono dotate di copertura teorica. O quantomeno ipotetica. Una scienza non nasce così, dal nulla. Un’arte, parimenti, presuppone una tecnica, una filosofia, un pensiero sottostante. La moda non presuppone nulla di tutto questo. Non ha copertura teorica (quella dei cosiddetti manuali o delle riviste patinate è spacciata per tale, e trattengo la risata fragorosa). Non ha nulla. È moda, appunto. È stile, è abbigliamento, è musica. Gli ambienti fanno la moda, i luoghi cool fanno la moda, gli eventi musicali, il cibo, il modo di pettinarsi sono moda. Tutto qui. È solo moda. Da qualche anno pare che la percezione generale del fenomeno moda sia cambiata. Hanno fatto irruzione nel nostro panorama peninsulare delle nuove tendenze, con tutte le relative implicazioni stilistiche e pseudo-artistiche del caso. Queste mode non sono più stile, bensì sono un’idea. Oserei avanzare anche che, di più, sono un ideale. Si dice che i giovani di oggi non abbiano ideali. Loro risponderebbero esplicitamente, ma in realtà lo fanno implicitamente, che un ideale ce l’hanno eccome: appunto, la moda. Se prima era una filosofia di vita, un lifestyle, uno specchietto per le allodole o uno specchio esteriore, adesso addirittura è un ideale. È qualcosa da perseguire strenuamente, nel cui perfezionamento occorre impegnarsi day by day in modo intenso. In effetti, farsi carico di un fardello così pesante non è cosa da poco, è pur sempre un lavoraccio. È davvero dura industriarsi al mattino per perfezionare il proprio già illimitato guardaroba con oggetti all’ultimo grido, indossati per stupire i nostri simili, collezionati senza senso per poter poi esser un giorno cestinati perché la musica sarà cambiata. Far lampeggiare tutt’intorno un’immagine “figa” di sé è un compito non da poco: darne una rappresentazione che impressioni, che renda l’idea, che trasformi nel “di più”. E poi seguono le serate, i punti di ritrovo, lo shopping a buon (cattivo) mercato, l’aria di “fare per davvero”, la musica(ccia) da condividere su Facebook (o Twitter, per chi “sta avanti”), le pose in foto. Non scherzo, le pose in foto! Anche quelle sono sempre identiche, anche quelle sono mutuate da Youtube e Vimeo dove i video sono assemblati ad arte per essere emulati. Anche per i maschietti, pare, è molto più costruttivo (oltre che più semplice e benefico in termini di amor proprio) varcare giornalmente le soglie di boutique (magazzini) e vivisezionare la roba(ccia) sparsa qua e là con intenzionale casualità, mentre un ventiseienne commesso di negozio ti scruta con occhi severi di chi già sa cosa farai, cosa comprerai ma soprattutto cosa non comprerai: gli occhi di chi riesce ad esprimere un giudizio solo da ciò che avvolge il corpo altrui. Molto meglio, di certo, della chitarra, del pianoforte, di un libro, di un cd di rock psichedelico, di buon jazz. Il melting pot culturale, che oggi, purtroppo, sconfina in particolare da Regno Unito e U.S.A. nella nostra penisola dalle fin troppo poco gelose tradizioni, ha prodotto questo: giovani intontiti
dalla moda, dallo stile, dalle tendenze, dagli ami cui abboccare. Non c’è mens sana, tantomeno corpore sano, solo guardaroba pieno. Il resto lo fanno i direttori artistici dei contenitori umani che chiamano discoteche, che lucrano sulla simbologia cui inneggia l’ovile. E intanto i quotidiani on-line da consultare giornalmente smettono di essere L’Occidentale, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore per essere sostituiti da blog interattivi che diffondono idee, ma soprattutto immagini di moda, fatti per ammirare la nuova t-shirt ultra-lunga a pois bianchi, anziché l’intervento stizzito (in inglese) di Mario Monti al Parlamento Europeo. “Va” di più scattare una foto “artistica” a un tizio vestito da straccione seduto su un gradino per strada piuttosto che chiedergli la sua storia: è più semplice fare click piuttosto che domandargli cosa studia e che ci fa seduto lì in terra. Meglio che imparare una lingua, meglio che leggere di sport, meglio di vedere Piet Mondrian al museo. Tanto gli artisti sono loro, quelli che scattano le foto e vestono “radical-caf” (non radical-chic), mica i pittori. Le fashion victim di adesso, quelle giovani che adottano uno stile british lontano anni luce da quello dei favolosi Sixteen, fanno più sorridere amaramente che altro. Perché fanno sul serio, giocano a fare i duri quando li incontri per strada, credono di essere depositari dell’arte mentre si limitano solo a imitare chi l’arte davvero l’ha inventata, quella di fare business. Perlomeno questi ultimi qualcosa l’hanno fatto. Le british fashion victim ancora no; riescono solo nel fare linguacce agli obiettivi di digitali costose, condividere foto sui social network e comprare vagoni di Cheap Monday per compiacere il commesso di turno, che magari in aggiunta si spaccia per Alexander McQueen. Povera Italia giovane.
See you Giovanni Pignatiello giovipigna@gmail.com
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IN FORMA con Jill Cooper
SE FAI SPORT… LE SAI TUTTE! Diversi studi delle più importanti università dimostrano che il movimento fisico, anche se praticato in modo soft, riduce le malattie cardiovascolari e procura tanti benefici all’organismo. Può rendere persino più intelligenti! Allenati e sarai più in forma e, naturalmente, in salute. Questo è un concetto basilare, lo so, ma spesso una persona non si applica, né trova il tempo necessario per fare un po’ di moto, anteponendo sempre altri impegni all’esercizio fisico. Nulla di più sbagliato! E i numeri parlano chiaro. Da un studio condotto dalla University of Harvard su 17.000 studenti si è mostrato che i rischi di malattie cardiovascolari diminuiscono con un minimo di impegno settimanale. Basta davvero poco, anche solo tra le 6 e le 8 ore settimanali. Mentre un altro studio su soggetti tra 40 e 59 anni ha evidenziato che chi si allena intensamente da almeno 10 anni diminuisce i suoi rischi cardiaci fino al 67% rispetto a chi fa vita sedentaria. Ancora, un’altra indagine dalla University of Illinois ha provato che circa 40 minuti di lavoro aerobico, svolto tre volte alla settimane in modo continuativo per almeno un anno, aiutano ad incrementare la memoria. Ti devi ricordare che qualunque cosa che possa allenare il sistema cardiovascolare tiene le tue “tubature” circolatorie più pulite e scorrevoli. Siccome il tuo cervello è ingordo di ossigeno (consuma circa il 25% di tutto l’ossigeno che ispiri durante il giorno) e i neuroni funzionano grazie alle molecole O2, quando arriva più sangue alla testa sarai semplicemente più vigile e concentrato. Alcuni studiosi sono riusciti addirittura a calcolare che Albert Einstein aveva una maggiore capillarizzazione cerebrale. E forse per questo era così intelligente! Inoltre, per quanto paradossale possa sembrare, anche l’inversione della postura del corpo, ovvero mettendosi a testa in giù, oppure saltare sul trampolino
aiutano ad ossigenare il cervello. In più fare sport, anche se poco, riduce il colesterolo cattivo, diminuisce lo stress, aiuta a consumare la massa grassa, rimodella il corpo, rende più energici, più sorridenti, aumenta le difese immunitari, rallenta l’invecchiamento biologico e permette persino di mangiare di più! Lo sport fa bene, è garantito, e il tuo corpo allenato ti regalerà più gioia di vita se cominci a praticare sin da subito un po’ di movimento fisico. Che aspetti? Prendi le scarpe che hai inchiodato al muro e ricomincia da ora. Non è mai troppo tardi né troppo presto per iniziare! Buon Allenamento da Jill Cooper
L’esperta di fitness più famosa d’Italia è di nuovo in libreria con Anti Anta, il primo metodo contro l’invecchiamento. Un libro che, con il Dvd allegato, offre alle giovani quarantenni, ma non solo, un rimedio per restare in forma.
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For unamagazine lettura per lasciar traccia… di Donatella Vilonna
LA MUSICA MI HA SALVATO “La maggior parte dei miei amici ha avuto problemi con la droga. Io non mi sento né più furbo né più intelligente di loro, avevo solo un’enorme passione che mi trascinava via” Samuel Romano, torinese, cantante dei Subsonica, la voce più elettronica d’Italia e una delle menti più creative del panorama musicale contemporaneo. In ElettricaVitA, il suo nuovo romanzo, si racconta come non ha mai fatto prima. “La melodia e i brividi, hanno accompagnato tutta la mia vita fino a oggi. Una volta scoperto quel mondo, smisi di frequentare il giardinetto sotto casa e imparai a suonare la chitarra”. Nato e cresciuto in Barriera di Milano, piena periferia di Torino, un quartiere difficile. “La maggior parte dei miei amici ha avuto problemi con la droga. Io non mi sento né più furbo né più intelligente di loro, avevo solo un’enorme passione che mi trascinava via”. Per Samuel, infatti, è stato diverso, perché avere una grande passione è fondamentale nella crescita e nel percorso verso il proprio equilibrio e i propri sogni. “Perché passavo cinque ore al giorno a scrivere canzoni: è stata questa l’unica differenza. Ma una differenza che mi ha salvato. Quando hai una ragione di vita così forte, hai le spalle più larghe. Non hai bisogno di coperte calde”. In questo libro Samuel svela i meccanismi della sua creatività, individuale e collettiva, come nascono le sue canzoni e quali sono le sue ispirazioni per essere sempre autentico nei suoi testi. “Abito molto vicino a Palazzo Nuovo, sede dell’università e di quasi tutti i momenti studenteschi di Torino. Durante la scrittura di Eden capitava che quasi tutti i giorni, sotto casa mia, passassero le voci della protesta, Così, oggi, non potendo più stare coi ragazzi, al loro fianco, per questioni anagrafiche, abbiamo cercato di raccontare quello che avveniva attraverso le parole di una nostra canzone. Credo sia sempre giusto lottare per i propri diritti”. Romano suona in tre gruppi: Subsonica, Motel Connection, Krakatoa, portando avanti progetti molto diversi tra loro. Racconta come i Subsonica diventano la voce delle inquietudini e del desiderio di rinnovamento che animavano l’inizio degli anni Novanta, in una Torino rigogliosa e colorata, come mai nelle sue precedenti stagioni. Samuel è un uomo timido e schivo nel privato, ma sfrontato e deciso sul
palcoscenico.“Fin da piccolo, il canto è stato un modo per sconfiggere la mia devastante timidezza, tirar fuori il Samuel coraggioso. La mia voce di adesso è la somma di tutte le emozioni che ho vissuto”. Oggi Samuel è un’icona, anche se poco incline a considerarsi tale. Con un cuore che pompa passione per tutto ciò che fa, un cervello interconnesso al reale da un sistema complesso di cavi e microchip, e una voce che è un invito irresistibile a ballare e a pensare.
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ElettricaVitA di Samuel Romano, con Mauro Garofalo Mondadori, euro 15,00
L’ANGOLO DEL BENESSERE
For magazine
di Elda Bertoli
attenzione agli eccessi Non è l’uso, bensì l’abuso di una pratica a risultare dannoso. Per liposuzione e liposcultura vale lo stesso. Il dottor Valter Degli Effetti spiega qual è la corretta esecuzione di questi interventi
Ebbene sì, la liposuzione prima e la liposcultura poi hanno rappresentato uno degli interventi più richiesti e più eseguiti dalla moderna chirurgia plastica nel mondo. L’idea di un profilo nuovo, il desiderio di eliminare quelle imperfezioni che tanto fanno dannare davanti allo specchio o nel camerino di prova dei negozi, ha stregato tutti, donne e anche uomini, che da tempo hanno dichiarato guerra al grasso in eccesso proprio attraverso la liposuzione. Per il dottor Valter Degli Effetti, chirurgo plastico e ricostruttivo a Roma, presso la Casa di Cura Paideia, probabilmente proprio questo abuso, come tutti gli eccessi, ha generato il discredito di quella che è diventata la via più breve e semplice per porre rimedio alle nostre insicurezze. In questi ultimi anni, racconta Degli Effetti, proprio la grande richiesta ha spinto a una sorta di fai da te. L’intervento, perché di intervento chirurgico si tratta, veniva eseguito ovunque, studi medici, studi dentistici, semplici appartamenti, centri estetici, e talvolta neanche da medici. Le indicazioni venivano totalmente fraintese e disattese, perciò si è creduto, e si è lasciato credere, che la lipo fosse un’alternativa alla dieta alimentare, e in barba a qualsiasi stile di vita e abitudine, consentisse di rimodellare qualsiasi profilo e ridonasse armonia a qualsiasi corpo. Detto questo, tutti noi ricordiamo le cronache dei giornali ricche di sciagure, che hanno portato a demonizzare la tecnica, e non gli abusi e gli abusatori di questa me-
todica, e seppur senza colpire il corretto bersaglio, si è riusciti ad interrompere la prosecuzione di questi comportamenti imprudenti, rischiosi e, non da ultimo, assolutamente illegali. La caduta della lipo ha favorito poi il proliferare di metodiche alternative, poco o per nulla invasive. Ecco allora l’endermologie, gli ultrasuoni, le cavitazioni, l’elettrolipolisi, l’osmosi inversa, ed altre tecniche che sicuramente trovano anche valido utilizzo in associazione all’intervento, potendone ottimizzare i risultati. Tuttavia, la liposcultura, prosegue Valter Degli Effetti, se eseguita in strutture idonee, se rispettata e preparata come un intervento chirurgico quale è, se praticata da persone esperte, consente di raggiungere rimodellamenti dei profili e armonie del corpo impensabili con metodiche differenti. La condizione però è quella di non volerla eseguire per forza, ad ogni costo, ma di limitarne l’esecuzione solo nei casi che rappresentano le vere indicazioni, ovvero gli accumuli adiposi, quelli che anche sotto peso non se ne vanno, quelli che alterano il profilo del corpo, non quelli che obbligano ad una taglia in più. Anche la valutazione delle personali caratteristiche della cute non deve essere trascurata. Un esperto di questa tecnica, pertanto, se davvero la conosce, si trova spesso e dissuadere e sconsigliare l’esecuzione di questa metodica, piuttosto che assecondare le richieste di chi ancora persegue il falso mito generato attorno ad essa, e so101 For Magazine
lo così si potrà consentire a questa pratica di riguadagnare la credibilità e il rispetto che le compete. È un intervento che dopo uno studio dello stato di salute generale, che prevede delle comuni analisi del sangue, una visita cardiologica con elettrocardiogramma, e la valutazione della funzionalità del sistema circolatorio (proprio come ogni intervento chirurgico richiede) può essere eseguito nel rispetto della sicurezza. Le zone generalmente trattate sono i fianchi, la regione peritrocanterica, ovvero le culottes de chevalle, l’interno cosce, l’interno ginocchia, appunto zone di accumulo e non sovrappeso diffuso. Può essere eseguita in anestesia locale, così come in anestesia generale, si preferiscono 24 ore di ricovero, che può essere evitato nei casi di piccole localizzazioni e dopo l’intervento è necessario l’uso di guaine elastiche per un periodo che va dai 15 ai 30 giorni. Non è un intervento doloroso, conclude il dottor Degli Effetti, genera solo una sensazione di indolenzimento che accompagna in genere l’immediato periodo postoperatorio. Le normali attività lavorative e la vita di relazione possono essere riprese dopo pochi giorni, l’attività sportiva dopo una ventina. Come in quasi tutte le cose della vita, non è l’uso ma l’abuso ad essere dannoso.
For magazine AUTO La Bmw Serie 3 berlina è disponibile con due motori benzina e due diesel, con tre possibili allestimenti (ma nell’estate 2012 arriverà anche il pacchetto M Sport). Il costo oscilla tra 37.050 e 48.750 euro.
di Demetrio Moreni
La berlina più amata La nuova Bmw Serie 3 ha tutto per puntare in alto: linee eleganti coniugate a soluzioni sportive, con quattro motorizzazioni disponibili, tra cui il 328i TwinPower Turbo, capace di spingere questo gioiello da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi 102 For Magazine
For magazine Il frontale si caratterizza per le due prese d’aria laterali, che sostituiscono la presa d’aria centrale, e che presentano anche le aperture verticali denominate Air Curtain, con positive ricadute su aerodinamicità, consumi e prestazioni.
Presentata ufficialmente al Salone di Francoforte 2011, sbarcata nelle concessionarie mondiali, Italia inclusa, lo scorso mese di febbraio, arriva finalmente l’ultima generazione della Bmw Serie 3, berlina di successo della Casa di Monaco, una delle auto più amate e desiderate tra quelle in commercio. L’edizione 2012 della 3 volumi più famosa del gruppo tedesco sfoggia un design sobrio, ma moderno e sportivo. Un rinnovamento, rispetto alla quinta serie, che bada al sodo, con una interessante variante ibrida ma che si inserisce nel solco della tradizione. La nuova Bmw Serie 3 rappresenta un’evoluzione della versione che sostituisce, con dimensioni leggermente aumentate (93 mm in lunghezza, 50 mm di passo, 37 mm di carreggiata anteriore e 47 mm di carreggiata posteriore) e linee che si caratterizzano per la loro morbidezza, pur mostrando un frontale maggiormente elaborato, caratterizzato da due prese d’aria laterali più aerodinamiche, ed una complessiva sensazione visiva di maggior dinamicità. Il design degli esterni ripropone gli elementi tradizionali tipici del marchio Bmw: superfici sportive ed eleganti forgiate nei minimi particolari, con un’estetica che colpisce. La calandra a doppio rene ed i proiettori formano un unico elemento armonico, rimandando alla forma del segmento
anteriore dei modelli precedenti, mentre vengono sottolineate larghezza e sportività. Le linee precise e ascendenti catturano l’attenzione anche lateralmente, slanciando la vettura e conferendole ancora più dinamismo. Il segmento anteriore proteso in avanti termina poi con il caratteristico sbalzo nel cofano motore. L’automobile risulta molto scattante ed agile. Il passaggio morbido dalla linea del tetto slanciata al lunotto piatto conferisce un look tipico da coupé, ed una leggerezza propria delle berline sportive compatte. Gli interni della nuova Serie 3 sono all’insegna della continuità, con il giusto connubio tra eleganza e modernità, che è ormai la consuetudine per le auto della casa bavarese. In particolare, la plancia è più curata e pratica, con le vaschette portaoggetti poste nella consolle centrale. I materiali di pregio dell’abitacolo trasmettono l’idea di un particolare feeling con il guidatore, e di un’ottima gestione dello spazio, tale da avere tutte le funzioni a portata di mano. Sono tre gli equipaggiamenti, oltre a quello base di serie: l’allestimento “Sport” garantisce interni in tessuto Track, volante e sedili sportivi, modanature in nero lucido, cerchi in lega 18" a razze e placchetta identificativa; il “Modern” aggiunge interni in stoffa o pelle, modanature in “pearl”, cerchi in lega 18" a turbina ed una strumen-
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Sul lato guidatore, la consolle centrale asimmetrica sottolinea un susseguirsi di modanature ed effetti ottici degli interni. Sul lato passeggero, l’ambiente è elegante grazie ad una plancia strumenti con modanature che sono veri e propri gioielli.
L’agilità e la dinamicità restano i temi centrali della berlina sportiva e apportano un contributo fondamentale al maggiore divertimento di guida.
tazione speciale; il “Luxury”, invece, prevede climatizzatore automatico bizona, modanature in legno pregiato e finiture cromate. Tuttavia, il design non va mai a discapito della funzionalità. Soluzioni innovative e dettagli ergonomici lasciano spazio a ciò che più conta: il piacere di guidare. Quanto al comfort di comando, Bmw offre un’ampia gamma di soluzioni intelligenti. Infatti, in combinazione con l’equipaggiamento optional Comfort Access, è disponibile l’apertura del portellone posteriore senza
contatto: un solo movimento mirato del piede sotto il paraurti posteriore attiva il meccanismo, che si sblocca e si apre autonomamente. I sedili posteriori abbattibili offrono soluzioni flessibili per il trasporto di oggetti ingombranti. Gli schienali parzialmente reclinabili consentono il massimo della versatilità di carico. Tra le motorizzazioni la Bmw Serie 3 offre quattro propulsori, a partire dal 328i, TwinPower Turbo, che introduce una generazione nuova di leggeri e potenti motori a benzina, che si integrano alla perfezione nel concetto di dinamismo della nuova vettura. Il modernissimo propulsore turbo eroga 245 CV e sviluppa già a 1.250 g/min con una coppia massima di 350 Nm, accelerando da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi. Nonostante le prestazioni brillanti, il consumo medio di carburante è di soli 6,4 litri per 100 chilometri. Per gli amanti dei propulsori a sei cilindri in linea è disponibile il Bmw 335i: il motore a benzina da 3.000 cc di cilindrata eroga una potenza di picco di 306 CV e una coppia massima di 400 Nm già a 1.200 g/min, superando così le prestazioni di guida del predecessore e offrendo inoltre dei valori di consumo di carburante e delle emissioni più bassi. C’è poi il Bmw 320d: nella nuova berlina il modernissimo motore quattro cilindri diesel con tecnologia TwinPower Turbo assicura un rendimento elevato che ne aumenta ulteriormente l’efficienza. Questo vale anche per il Bmw 320d EfficientDynamics Edition, che combina la potenza massima di 163 CV con un consumo medio di soli 4,1 litri di diesel per 100 chilometri. Il cambio manuale è, per tutte le versioni, quello a 6 marce, ma è disponibile anche un cambio automatico a 8 rapporti. Non manca infine lo sterzo elettromeccanico e sistemi, quali il Brake Energy Regeneration, per il recupero dell’energia prodotta dall’impianto frenante. Nelle versioni 335i e 328i è presente la funzione Servotronic, capace di servoassistere in modo graduale a seconda della velocità. Nel segno inconfondibile della Bmw questa nuova berlina sportiva ha in sé tutti i presupposti per puntare con successo ai mercati europei, americani e del mondo.
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Al cambio, manuale o automatico, è associata la funzione Start & Stop. Come optional esiste un tasto che aziona la modalità Eco Pro, con la possibilità di scegliere tra quattro programmi di guida, da quella sportiva a quella economica.
Una scocca dalla struttura particolarmente resistente alle torsioni e sofisticati sistemi di sicurezza attiva e passiva assicurano la massima protezione degli occupanti. Il design del telaio garantisce un maggiore comfort di guida.
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YACHTING di Demetrio Moreni
Capolavori in alto mare Grandi performance, estetica impeccabile, interni extralusso. Sono queste le caratteristiche principali per chi ama navigare, ben riassunte nei modelli che vi proponiamo questo mese
Lancia di Lancia è una barca completa di ogni comfort: tv a scomparsa, frigo-bar, dinette. Una vera e propria berlina gran turismo, signorile, potente, d’Êlite.
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Perfetta per un’uscita galante al casinò di Venezia o un attracco a Montecarlo, Lancia offre anche emozioni a cielo aperto grazie alla trasformabilità della capote e alla vivibilità della coperta.
Ideale per un armatore dal carattere deciso, amante della velocità ma senza perdere il controllo, è una barca sportiva e performante completa di ogni comfort di bordo Tra le più significative creazioni di Christian Grande, il designer parmense attivo dal 1992, spicca il gommone ad alte prestazioni Lancia di Lancia, primo esempio di come il design auto motive e lo yacht design, tutti rigorosamente Made in Italy, si possano fondere per ottenere un prodotto di eccellenza mondiale. La genesi stilistica di questo modello deriva dall’eredità formale e culturale lasciata dal patrimonio estetico del design automobilistico Lancia, la casa torinese produttrice di autovetture sportive. Proprio ciò ha consentito a Christian Grande di coniugare in un solo oggetto forme e caratteri appartenenti a due settori, conferendo all’imbarcazione quella sportività d’élite tipica delle auto. Il nuovo Rib sorprende per le sue doti di abitabilità del pozzetto e per le prestazioni di sicurezza che offre, caratteristiche per nulla indebolite dalla forte ricerca formale ed estetica. Il connubio barca/auto è volutamente ammiccante, ed evidenzia l’esclusività di questo battello, elegante e sportivo allo stesso tempo. Prodotto da Sacs Marine, il gommone di Lancia risalta per la scelta del colore nero a cingere hard top e tubolari, e dall’inserimento delle bande Martini Racing, che ne sottolineano l’appartenenza ad una cerchia ristretta di prodotti. Il parabrezza a conchiglia si solleva per permettere il passaggio al ponte di prua e sbarcare a terra o sdraiarsi sul prendisole senza dover passare sui fianchi. Il telo multistrato della capote è innervato con archi trasversali, trascinati in posizione tramite catena. Questo sistema evita la formazione di gobbe
LANCIA DI LANCIA
La scaletta che conduce a prua è stata integrata all’interno del pozzetto con un meccanismo di “porta a scrigno” che si apre sulla cabina prodiera e, quando chiusa, risulta impercettibile, ovviamente dotata di luce diffusa fra i gradini.
o irregolarità nella capote, che risulta esteticamente integrata anche in posizione “tutto chiuso”. Il layout del pozzetto è dominato dal grande divano a U che corre lungo la murata di poppa e si presenta con rivestimento color sabbia chiaro. Forme e materiali moderni dettano il carattere dell’arredamento interno, dove la dinette con tavolo e divani diventa cuccetta per due al tocco di un pulsante. Sotto il cofano rombano 1,120 hp Fiat Powertrain Technologies (FPT), due motori da 2 x 560 CV, e 13,1 mt di lunghezza, impetuosi sull’acqua, da 0 a 100 in un soffio di vento fino a giungere a 40 nodi.
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For magazine Tra le modalità di funzionamento del Ganto 40 le principali sono: Diesel/Elettrico con uno o più generatori che alimentano impianti e motori elettrici; Zero Emission con le batterie e/o Fuel Cells che alimentano motori e apparecchiature di bordo.
Il super yacht di 40 metri full electric con una propulsione ecologica al 100%, dalle linee moderne, dalle alte prestazioni e dalla grande libertà in più nel layout interno Floating Life, società svizzera specializzata nel campo della gestione, charter e costruzioni custom di mega yacht, ha realizzato il Ganto 40, basato sul progetto EcoYacht per avere i più bassi livelli di impatto ambientale: materiali di costruzione all’avanguardia e nel rispetto della riciclabilità, studi fluidodinamici e gestione ecologica rendono questo modello il capostipite di una nuova generazione di imbarcazioni. Lo scopo di Ganto Project è di ottenere una navigazione ad “emissioni zero” con un limitato numero di persone d’equipaggio, garantendo un adeguato livello di comfort della vita di bordo, per un tempo di navigazione definito dalla quantità di batterie che si intende imbarcare. Tutto ciò è possibile grazie all’elevato sviluppo tecnologico e all’alto grado di innovazione progettuale. I punti di forza sono infatti l’ottimizzazione fluidodinamica delle linee di carena e delle appendici, con conseguente sperimentazione di soluzioni idrodinamiche innovative, il contenimento dei pesi utilizzando materiali costruttivi innovativi e soprattutto riciclabili, la modularità degli allestimenti interni e, appunto, il contenimento delle emissioni. Il Ganto 40 nasce dalla creatività del designer Filippo Rossi e dell’ingegnere Roberto Starkel. Dal punto di vista delle dotazioni è fornito di 5 confortevoli cabine capaci di ospitare fino a 12 persone. È in grado di raggiungere la velocità massima di 16,50 nodi, con una velocità di crociera pari a 12,50 nella versione con propulsore diesel elettrico. Va specificato, infatti, che
GANTO 40 la motorizzazione elettrica su imbarcazioni può avvenire in due maniere: o in quella classica, più conservativa e tradizionale, dell’affiancamento di un motore elettrico al motore principale, e in questo caso si parla di “ibrido”; oppure in quella più innovativa e razionale della sostituzione integrale dei propulsori classici con motori elettrici, e in questa variante si parla di “full electric”, in assoluto la soluzione migliore.
L’approccio costruttivo alla base di Ganto 40 ben si sposa con la necessità di realizzare barche eco-sostenibili, capaci di produrre energia da fonti rinnovabili e realizzate con i materiali più ecologicamente performanti.
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Secondo Alberto Perrone da Zara, Ad di Vicem Yachts: «La cantieristica sta vivendo un momento di contrazione finanziaria. In questo contesto sono particolarmente fiero che Vicem Yachts si trovi in una fase di netta controtendenza, esprimendo così in pieno la sua leadership».
VICEM 72 FLYBRIDGE La pregevole lavorazione artigianale si sposa con le più moderne soluzioni tecnologiche per fare di questa imbarcazione il non plus ultra della navigazione in mare Il Vicem 72 Flybridge è una delle tante perle messe in mare dal cantiere turco Vicem Yachts, costruttore leader di imbarcazioni classiche di lusso e megayacht. Questa barca risalta soprattutto per le linee sofisticate e per l’eleganza che emana, oltre alle indubbie qualità di comfort, relax e divertimento che garantisce. Il 72 FB esalta la reputazione del marchio Vicem per lo sviluppo minuzioso nello stile, come testimoniano le linee dello scafo e la rifinitezza dei dettagli. Del resto Vicem Yachts produce dal 1991 barche di assoluto prestigio basandosi su tre valori unici: customizzazione totale, design senza tempo e qualità senza compromessi. Per non parlare dello stile di realizzazione, davvero unico al mondo, denominato “cold molded” e incentrato sulla combinazione di laminato di mogano e resina epossidica usata per tutte le superfici principali, capace di garantire robustezza, resistenza e totale isolamento da umidità e rumori. Naturalmente anche il 72 FB è un mix di tutti questi elementi progettuali, che lo rendono non solo sicuro ma anche elegante, dal design esclusivo e dalle dotazioni più accessoriate possibili. Il ponte principale, infatti, comprende un ampio salone, munito di tavolo e frigo bar, e la timoniera. L’ampia area di poppa può ospitare fino a 8 persone su un comodo divano
Due divani per 8 persone accolgono gli ospiti del 72 Flybridge nell’area interna dello yacht, spaziosa e illuminata. Nel salone è presente anche una tv Lcd.
a L, così come altrettanto spaziosa è la zona prendisole. All’interno lo yacht presenta tutto ciò che si può desiderare: un largo e luminoso salone con due divani per 8 persone, un tavolo pieghevole, una tv con schermo Lcd e un moderno sistema di aria condizionata. Il materiale dominante è il legno di mogano, scelto per rendere più confortevole la vita in mare. La cucina è molto capiente, dotata di angolo cottura, freezer e forno microonde. L’area notte prevede una elegante cabina armatore con letto matrimoniale e due ampie finestre, un’ariosa cabina vip con letto matrimoniale, 2 cabine ospiti con letti singoli e 2 cabine per l’equipaggio. Il Vicem 72 Flybridge è spinto da propulsori 900 hp Man diesel, che assicurano performance con velocità massima di 24 nodi, mentre la velocità di crociera raggiunge i 19 nodi.
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Il cantiere turco produce attualmente 3 linee di prodotto: Vintage Line dai 50' ai 100'; Vulcan Line, la linea di superyacht da 32, 35 e 46 metri; Vanguard Line, una nuova gamma di open yacht di 33 e 45 piedi, perfetta miscela delle piĂš avanzate tecnologie produttive.
Tutte le rifiniture interne del Vicem 72 sono realizzate con il metodo artigianale chiamato “cold molded�, una combinazione di laminato di mogano e resina epossidica.
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For magazine Lunghezza f.t.: m. 18,77 mt Larghezza: 5,59 mt Dislocamento: 40.824 kg Posti letto: 6 Capacità Acqua: 1.457 lt Carburante: 5.300 lt Motori: 2 cat c-15 acert da 1000 hp Velocità: max 27 nodi; 22 nodi di crociera
GRAND BANKS 59RP L’amore per il mare, la passione per la navigazione e la sicurezza del lusso sono i tre parametri che fanno di questa barca un esempio di eleganza ed efficienza Progettato dallo studio Sparkman & Stephens, il Grand Banks 59rp rappresenta la linea Aleutian del nuovo corso dell’azienda americana. Si tratta di un’imbarcazione dalle linee equilibrate e molto piacevoli: è munita di 3 cabine e 3 bagni, può raggiungere i 27 nodi con 2 x 1000 Caterpillar, oppure navigare tranquilla a 10 nodi con grande autonomia. Il GB 59rp è lo scafo ideale per una coppia che riesce a gestirlo senza bisogno di equipaggio, anche se dispone all’occorrenza di locale a poppa separato con 2 letti e propri servizi. Quando si parla di Grand Banks si evoca la leggenda dello yachting puro, tradizionale, di estrema sobrietà e di esaltante tradizione marinara. GB significa navigare su imbarcazioni del tipo “trawlers boats”, cioè di un genere di barche concepite per chi lavora sul mare, in qualsiasi condizione. Si tratta di mezzi fatti per chi non ama il rischio inutile, anche se sa fronteggiarlo meglio di chiunque altro. In Italia Grand Banks Yachts diventa sinonimo di Gia.ro.li S.a.s., ovvero una delle società leader del mondo nautico italiano con sede ad Orbetello, dal 1984, come importatore di imbarcazioni di prestigio per il territorio italiano, francese e paesi limitrofi. I grandi nomi dello yachting internazionale sono le barche sempre a disposizione degli appassionati pronte a
salpare nel mare dell’Argentario. Dal 1996 la Grand Banks ha iniziato a costruire, in collaborazione con gli studi Raymond Hunt e Sparkman & Stephens, una linea di imbarcazioni semiplananti, denominate Eastbay ed Aleutian nelle misure da 39’ a 72’, capaci di punte di velocità di 31 nodi, che hanno avuto un grande successo sul mercato italiano. Fanno parte del corredo standard della linea Aleutian alcuni elementi caratteristici come l’elica di prua, le gruette idrauliche, l’aria condizionata, un generatore da 17,5 kw, inverter ed elettronica completa Raymarine, con possibilità di interfacciare le ultime novità satellitari e per la navigazione notturna.
La linea di imbarcazioni Aleutian ha avuto spesso notevoli benefici sul mercato italiano, dovuti al rapporto di cambio USD/EUR talvolta molto favorevole.
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Lunghezza fuori tutto: 12,1 m Lunghezza al galleggiamento: 10,8 m Larghezza massima: 3,8 m Altezza massima per il trasporto: 2,75 m Sistemazioni interne: 2 cabine doppie con bagno Motorizzazione e propulsione: 2 x Volvo Penta D6 370 con trasmissione Duoprop DPR Velocità massima: 42 nodi
BARRACUDA 42
Uno stile unico per un concetto nuovo, dove pulizia di linee e riferimenti al passato si fondono per creare uno scafo equilibrato in grado di accontentare anche i più critici La Barracuda Yachts insieme alla S & T nautica hanno dato vita al Barracuda 42, una barca innovativa nel design e perfezionata nei dettagli grazie all’esperienza pluriennale delle due aziende e a tutte quelle conoscenze pratiche e specifiche sviluppate in anni di lavoro a stretto contatto con le esigenze dei clienti. A curare il concept di questa imbarcazione è stato Alberto Mancini, giovane yacht designer già ideatore del Magnum Marine 100’. Le raffinate linee esterne, soprattutto in virtù dello slancio di poppa nel profilo che rimanda a un leggero muscolo tondeggiante, rievocano le automobili vintage, mentre il parabrezza e lo skylight sono uniti in un unico montante, così da ottimizzare al massimo e rendere più funzionali gli elementi stilistici del natante. Per quanto riguarda gli interni, il concetto di lusso sportivo viene enfatizzato da alcune controstampate rivestite in pannelli leggeri di alcantara, pelle e laccati opachi-lucidi, mentre gli specchi e i giochi di trasparenze contribuiscono ad arredare in maniera sportiva anche i due bagni. I materiali impiegati sono basati sul concetto di rispetto dell’ambiente, mentre il Mit teak utilizzato per la coperta è un nuovo tipo di teak naturale, lamellare, progettato e sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Trieste e la Sika. Il Barracuda 42 è spinto da motori D6 Volvo Penta con piede poppiero Duo Prop da 370 hp ciascuno, in grado di offrire facilità di manovra,
Il Barracuda 42 è stato realizzata da professionisti che vivono il mare e conoscono le esigenze dei potenziali armatori, desiderosi di navigare su un’imbarcazione di successo che esalta il concetto di lusso sportivo.
consumi ridotti e prestazioni ben oltre i 40 nodi. Inoltre lo studio della carena, curato dall’ingegnere triestino Giorgio Biselli e testato presso la vasca navale dell’Università di Trieste, ha portato a risultati molto soddisfacenti sia sulla resistenza sia sul moto ondoso.
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Per tutto l’anno lo storico locale Hollywood è il punto di riferimento per un target molto ampio, dai 18 ai 40 anni. La discoteca è sinonimo di intrattenimento e fama internazionale che l’hanno resa un luogo dove si tengono abitualmente eventi del mondo della moda e dello spettacolo. Il giovedì è all’insegna delle sonorità del soul, jazz e funky con l’appuntamento “High Heels”. Il sabato sera “Hot Wave” presenta tutti i generi musicali in una lunga notte di house, R’n’B e rock. Il pubblico più bello della città sceglie però Hollywood durante la domenica sera “Any Given Sunday”. Fotografie di JulitoJavier Villacorta Plasencia.
Hollywood
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11Clubroom
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11 Clubroom, in collaborazione con il gruppo EXX di Milano, ha presentato il nuovo giovedì sera. Nasce un nuovo punto di riferimento nell’esclusiva location di uno dei luoghi più ambiti del panorama milanese, una serata unica contraddistinta da raffinatezza, selezione ed eccellenza. Il giovedì sera è “Pettinati”, con la regia del famoso dj Flash. Per tutti coloro che desiderano trascorrere una piacevole serata che esce dagli schermi tradizionali, portando in pista modelle e star del jet set nazionale. L’ambiente è come sempre elegantissimo e l’organizzazione impeccabile. Fotografie di JulitoJavier Villacorta Plasencia.
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The Club
Luogo cult del divertimento milanese, la discoteca The Club è particolarmente legata al mondo della moda e dello spettacolo. Ogni settimana organizza eventi diversi, ma l’appuntamento più importante e atteso è quello del martedì sera, la serata Fidelio. Di recente il locale ha ospitato le serate Otel Varietè ed Evita Club oltre al San Valentino Party, a alla serata Carnival 2012, per festeggiare in maschera la notte più misteriosa dell’anno, in compagnia di artisti quali i dj Stefano Pain, Ale Bucci & Mavee, resident vocalist Gaty e le performance artistiche Nu’art. Credits del fotografo: Bruno Garreffa
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Just Cavalli
Ormai da anni tutti i vip, gli artisti, gli sportivi e i volti noti del mondo dello spettacolo si danno appuntamento al Just Cavalli, un must imprescindibile delle notti mondane, specie durante la settimana della moda milanese. Di recente presso il locale si è tenuto il Bacanal Party: i sabato pomeriggio non saranno piÚ gli stessi! Il Bacanal è il brunch su invito personale che ha rivoluzionato il concetto di intrattenimento: offre live performance spettacolari di vari artisti, musicisti e dj, attrae una clientela fissa di giovani, imprenditori e trend setters in un ambiente esclusivo e curato.
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Nepentha Serate all’insegna del divertimento al Nepentha, lo storico locale milanese in piazza Diaz, dove trovare i più riusciti appuntamenti mondani: musica invitante, ambiente “in”, cocktail straordinari, ma soprattutto la più bella gente che si può incontrare nella movida notturna. Di recente il Nepentha ha ospitato due eventi: una cena con Milan Pole Dance Show e una serata con lo spettacolo del Carnevale Brasiliano, seguito dalla musica di dj Ricky dal Brasile per uno show in maschera davvero unico. Invece le notti del mercoledì al “Nepe” sono firmate spesso dal sound super house di Ben Dj. 122 For Magazine
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Ogni due venerdì il prestigioso locale Lotvs presenta la serata “Last Freeday Night” all’insegna dell’animazione, della qualità e dell’originalità. Il connubio perfetto fra gli ultimi successi della musica commerciale e grandi successi degli anni ’70, ’80 e ’90. L’invito è rivolto a tutti, per l’organizzazione di party, feste promozionali, compleanni ed eventi esclusivi. Coinvolgimento speciale per i single presenti in sala, che diventano i veri protagonisti del divertimento. Special dj da Only The Best Record, Maison Milano e Centro Musica con la partecipazione di Simox DeeJay. Fotografie di JulitoJavier Villacorta Plasencia e EXX.
Lotvs
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Animazione, tendenza ed esclusività sono le parole chiave del venerdì sera “Blast!” targato Tocqueville 13. Inizia l’esplosione di house music che porta con sé un pubblico di tendenza, un’animazione dalla scenografie incredibili e tanto divertimento esclusivo. Simo.L, Luna Graziano, Raffaele Piacente, Pills & Weed B2B Groovin’ Guys, Gherri & Berri hanno il piacere di trascinare tutti nei diversi appuntamenti in un vortice di amore e musica. Tocqueville 13 offre dal martedì alla domenica una settimana di passione ed eventi: divertimento e celebrità assicurate! Fotografie di JulitoJavier Villacorta Plasencia.
Tocqueville 13
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De Sade
Si è tenuto di recente, presso il De Sade Club, un grande party targato Fiesta Loca, che con i suoni avvolgenti e moderni ha gettato i partecipanti in un vortice di emozioni. A regalare ottima musica dalla consolle c’era Dj Yaya, che ha scandito il divertimento della gente più festaiola del Milanese, in una notte dai sapori ibizenchi. Il De Sade ogni settimana stupisce il suo pubblico con spettacoli unici e con i big del panorama musicale. Evento memorabile è “DinDaaDaa”: non solo una one night, ma uno show, una performance, uno spettacolo innovativo.
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Con l’ambizioso obiettivo di conquistarsi un ruolo d’avanguardia fra le discoteche più rinomate d’Italia, nel 2009 è nata a Milano Barbarella Club. La ricerca musicale della serata abbraccia diversi generi, dall’elettronica alla house music. La consolle del Barbarella ha ospitato fino ad oggi i dj più famosi del mondo fra cui Javier Medina, Phil Romano, Steven Redant e Danny Verde. L’animazione e la scenografia sono i punti di forza della serata. Il Barbarella risiede in una delle location più famose della metropoli, lo Shocking Club, in Bastioni di Porta Nuova. Fotografie di JulitoJavier Villacorta Plasencia.
Shocking-Barbarella
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Con la partecipazione di moltissimi enti e soggetti partner, le serate promosse da “International Week” si caratterizzano per il tema dell’internazionalità e del divertimento multiculturale, offrendo ogni settimana il tributo ad una nazione diversa attraverso buffet, musica, mostre, spettacoli. Recentemente ecco la celebrazione della “brazilian week” nello storico locale Old Fashion Cafè, nel cuore di Parco Sempione, che offre due sale con consolle dj, area ristorazione e zona privé. Il locale è sinonimo di diverse serate per tutti i giovani più eleganti protagonisti delle nottate milanesi. Fotografie di internationalweek.it
Old Fashion cafè
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