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F l e m i n g Direttore Editoriale FABRIZIO COSCIONE f.coscione@flemingroma.it Direttore Responsabile GIACOMO AIROLDI Art Director DORIANO ZUNINO d.zunino@flemingroma.it Grafica Livia Pierini grafica@flemingroma.it Segretario di redazione Silvestro Bellobono segreteriaredazione@flemingroma.it Amministrazione Elisabetta Rinaldo amministrazione@flemingroma.it Relazioni Esterne marketing@flemingroma.it Segreteria info@flemingroma.it Pubblicità advertising@flemingroma.it Distribuzione distribuzione@flemingroma.it Stampa: Arti Grafiche Celori s.r.l. Hanno collaborato: Elda Bertoli, Pina Bevilacqua, Nolberto Bovosselli, Paolo Brasioli, Paola Comin, Jill Cooper, Jessica Di Paolo, Dina D'Isa, Sara Donati, Linda Esposito, Roberta Ferrari, Tommaso Gandino, Michela Garosi, Agostino Madonna, Demetrio Moreni, Bruno Oliviero, Antonio Osti, Giovanni Pignatiello, Valentina Polidori, Marco Pomarici, Lucilla Quaglia, Daniele Radini Tedeschi, Marina Ripa di Meana, Ivan Rota, Alfonso Stani, Simone Stirati, Donatella Vilonna. FLEMING PRESS Fabrizio Coscione Amministratore unico

Rettore

Fleming Press Srl Via Montello, 18 - 04011 Aprilia (LT) Tel. 06 92708712 Fax 06 92708714 info@flemingpress.it www.4mag.it Anno XIX - n. 192 - Marzo 2012 Reg. al Tribunale di Latina - n. 7/11 del 13/05/2011

non s’arrende

editoriale

Richard Gere e George Clooney, Jake Gyllenhaal e Leonardo DiCaprio, Matt Damon e John Cusack: care lettrici, avete di che lustrarvi la vista. Ma non solo maschietti. Sul Red Carpet e ai party post Oscar, infatti, per par condicio incontrerete Angelina Jolie, Jennifer Lopez e Kate Hudson. E sulle passerelle delle sfilate milanesi un po’ di star delle Tv e del cinema di casa nostra. Solo per noi tornano in campo le “gemelle del gol” per segnalarci in diretta da Miami dove potete mangiare di fianco a Tom Cruise o accanto a… Bobo Vieri. Anche in questo numero continuiamo a sognare con le Donnavventura che ci portano alle Seychelles e a Dubai. Un pizzico di Dolce Vita romana alla Taverna Flavia, un bel ritratto di Patty Pravo, in discoteca con un dj d’eccezione, Bob Sinclar, e la cover con una Rettore più scatenata che mai. Insomma, con noi non vi annoiate mai! L’editore e il direttore

FLEMING PRESS EDITORE Photo © Corrado Ferrante


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SOMMARIO

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Prosegue il viaggio delle Donnavventura: Seychelles e Dubai le mete

3 / Marco Pomarici Anche noi su Twitter

38 / Storie Com'era dolce la Dolce Vita

4 / Missing

42 / Incontri Vengo anch'io a Miami? Sì, tu sì!

5 / In passerella Modelle d'Italia 6 / Di' la tua 7 / Eventi Vi racconto una favola… 8 / Personaggi Se anche Morgan diventa tranquillo… 10 / Arte Raccomandato da Sgarbi 14 / Artisti Pop, pop, hurrà 16 / L’uomo del mese Jake Gyllenhaal 17 / La donna del mese Meryl Streep

46 / Rotazioni 48 / Cose di moda Un po' di primavera e tanto inverno 56 / Red carpet Ciak, si sfila! 58 / Double feature

Angelina Jolie sul Red Carpet da pag. 56 86 / Scatti di Bruno Oliviero 88 / Leggende Cinecittà si Mostra… ancora 92 / Teatro Scopriamo le carte! 94 / Musica Super Sinclar 96 / Musica Nel segno dei Matia Bazar 98 / Rubrica di Luiss Life

60 / Cinema 72 / Consigli & Sconsigli di Dina D'Isa 74 / Star Pensiero stupendo 80 / Cara Marina di Marina Ripa di Meana 81 / Protagonisti

18 / Cover Sono (ancora) splendida splendente

82 / Protagonisti New York, sto arrivando!

22 / Star Resto un uomo da Oscar

84 / Videogiochi

28 / Reportage Il sogno continua

Marzo 2012

85 / Come una star Kate Winslet

99 / In forma con Jill Cooper 100 / Una lettura per lasciar traccia… di Donatella Vilonna 101 / L'angolo del benessere di Elda Bertoli 102 / Auto La berlina più amata 106 / Yachting Capolavori in alto mare 114 / Sport di Pina Bevilacqua 135 / Roma peoples & stars & events

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Parola a Marco Pomarici Presidente Assemblea Capitolina

ANCHE NOI SU TWITTER Care amiche, cari amici, questo mese vorrei parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, poiché inerente all’istituzione che attualmente rappresento. Da poco tempo è stato inaugurato il profilo ufficiale dell’Assemblea Capitolina su Twitter, un social network particolarmente apprezzato per l’immediatezza e la semplicità del suo utilizzo. Per chi ancora non ne ha approfittato, è bene sapere che si tratta di un servizio gratuito di rete sociale e microblogging, che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite brevi messaggi di testo. La Presidenza dell’Assemblea Capitolina ha deciso di utilizzare questo nuovo strumento multimediale per consentirvi di accedere ad informazioni maggiormente aggiornate in materia, rendendo quindi decisamente più fruibili i lavori dell’Aula sia per gli operatori dell’informazione sia per i cittadini stessi. Infatti, attraverso i tweet, messaggi di massimo 140 caratteri, molto simili agli sms o ai lanci delle agenzie di stampa, potremo fornirvi tutte le notizie relative a ordine dei lavori, interventi dei gruppi consiliari, orari, convocazioni ed esiti delle votazioni di delibere e mozioni. La popolarità di Twitter permetterà a tutti di familiarizzare con il nome stesso di Assemblea Capitolina, una denominazione in vigore dal 20 settembre 2010, ancora sconosciuta a buona parte

dei cittadini romani. Nell’immaginario collettivo infatti l’inossidabile termine “Consiglio Comunale” non si è ancora estinto. Contestualmente alla promozione di questa iniziativa sulla rete, vi è stato il lancio del progetto di celebrazione del ventennale delle stragi di Capaci e Via d’Amelio e di molte vittime di mafia. Personalità politiche, magistrati, giornalisti, poliziotti e semplici cittadini che non si sono sottomessi al ricatto della mafie, e la cui memoria non può e non deve essere cancellata dagli anni che passano. Fino ad ora, ad essere ricordate, sono state le figure di Rocco Chinnici, Antonino Scopelliti, Calogero Zucchetto, Beppe Alfano e Pippo Fava. Il progetto prevede la pubblicazione settimanale, sul profilo del social network e sulla pagina web istituzionale del Comune di Roma, delle foto e delle biografie di 26 vittime di quel 19 luglio 1992, data in cui cadrà quest’anno il ventesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino che completerà il nostro omaggio. Twitter, Facebook e altri social network, figli del moderno concetto di informazione, globale e interattiva, permetteranno di accorciare, come in questo caso, la distanza tra cittadino e istituzioni, un obiettivo ineludibile ad oggi. Vi rinnovo dunque l’invito ad aderire alla pagina Twitter dell’Assemblea Capitolina che si è rivelata in questa circostanza un prezioso strumento di memoria collettiva, ma anche un’opportunità in più per informarvi concretamente su ciò che accade in Aula Consiliare.

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For magazine MISSING di Simone Stirati

TROVIAMOLI INSIEME! I casi che presentiamo sono di Mirko Mangiarotti e Luca Alessandri. L’Associazione Penelope, nella persona di Natalina Orlandi, attiva nell’assistenza alle famiglie degli scomparsi e

nel ritrovamento degli stessi, ci comunica che le famiglia sono disperate, fidiamo nella collaborazione di tutti per la ricerca. La redazione ringrazia anticipatamente per tutto quello che si potrà fare.

Mirko Margiotti, 46 anni, scomparso il 5 novembre 2011. L’ultimo avvistamento è stato alle ore 12 del 5 novembre scorso presso l’abitazione dei genitori in via Sant’Ingino Papa a Roma. Guidava un furgone Fiorino Fiat, targa BP627WN. Mirko è alto 180 cm, capelli castano scuro, occhi marroni, barba incolta. Al momento della scomparsa indossava un giubbino nero, jeans scuri e scarpe da ginnastica Nike bianche e celesti. Mirko soffre di crisi depressive. La fidanzata ha ricevuto un suo sms alle ore 18 del 5 novembre, il cui contenuto non faceva presagire a un suo possibile allontanamento. Per inviare segnalazioni: tel. 3288453037 email: francyzerofolle@hotmail.it Luca Alessandri, scomparso il 7 dicembre scorso a Ostia. Luca aveva da poco cambiato la sua ditta individuale in una Srl, vendendo il 50% della società a dei nuovi soci per una somma di 110.000 euro. Al momento della scomparsa avrebbe dovuto ricevere ancora una consistente somma. I conti in banca di Luca sono in rosso e quella cifra non è mai stata versata. Questo induce i familiari a ritenere che non si tratti di un allontanamento volontario. Luca è molto conosciuto a Ostia, quartiere nel quale è cresciuto e sempre ha lavorato. Per inviare segnalazioni: tel. 3282899081 email: paoloalessandri@romateatrofestival.com

PER INFORMAZIONI E SEGNALAZIONI RIVOLGERSI A ASS. TERRITORIALE PENELOPE LAZIO Presidente: Natalina Orlandi Via Stellanello, 9 – 00168 Roma Tel. 347 1045017 e-mail: penelope_lazio@libero.it sito: www.penelopeitalia.org

ASS. PENELOPE NAZIONALE Presidente: Elisa Pozza Tasca Sede Nazionale: Salita De Crescenzi, 30 00186 Roma Tel. 335 7204449 e-mail: info@penelopeitalia.org sito: www.penelopeitalia.org

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COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL GOVERNO PER LE PERSONE SCOMPARSE Prefetto Michele Penta Via Urbana, 9 – 00100 Roma e-mail: ufficiocommissario.personescomparse@ interno.it tel. 06/46548389


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in passerella di Lucilla Quaglia

modelle d’italia

Giada De Blanck e la principessa Asia Ruffo di Calabria.

Foto Sirolesi

La sontuosa sala della Protomoteca del Campidoglio ha accolto di recente il concerto-sfilata in onore dei 150 anni di moda e musica dell’Italia Unita. Tra preziosi marmi e quadri d’autore il maestro Maria Isabella Ambrosini e la pr Silvana Augero hanno realizzato l’interessante evento, che ha previsto un articolato itinerario di moda e note attraverso la storia del costume e della musica dal 1861 ad oggi. In passerella hanno sfilato tanti nomi illustri sulle note del Nabucco, cantate dal Coro Polifonico "Roma Tre" e i suoi solisti, diretto dalla Ambrosini. Ecco la contessina Giada De Blanck, che ha sfoggiato un abito anni ’70 firmato Pucci, di proprietà della mamma Patrizia De Blanck, la quale lo acquistò a Parigi e non si è certo persa la kermesse. E ancora la storica della moda Mara Parmegiani Alfonsi, che ha illustrato con dovizia di particolari una quarantina di abiti d’epoca e sartoriali tra cui quello griffato Capucci, prestato da Silvana Pampanini, quelli borbonici sfoggiati da Adriana Russo e dalla principessa Irma Capece Minutolo, e i modelli proposti dalla principessa Asia Ruffo di Calabria. Parterre ricco di attori, esponenti delle istituzioni e intellettuali come l’ex direttore dei Musei Capitolini Anna Mura Sommella, il vice presidente di AltaRoma Valeria Mangani, il direttore dell’Agenzia Italia Informa Marina Bertucci, Bianca Caringi Lucibelli, in gran fermento per il Gran Gala delle Margherite, Ilona Staller ed Eleonora Vallone. Finale tricolore con l’abito dell’Italia indossato da Maria Monsè in compagnia della figlioletta Perla. Tra i presenti anche Gaia Vazzoler, che ha introdotto le belle musiche a commento del defilé, e Maria Teresa Cannizzaro, docente di Bigiotteria d'epoca all'Università di Firenze.

Foto Sirolesi

Prestigiosa serata tra moda e musica nella Capitale dove, per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità nazionale, hanno sfilato nomi illustri del jet set e del mondo dello spettacolo

La moda estiva degli anni Quaranta.

Da sinistra: Irma Capece Minutolo, Ilona Staller, Silvana Augero e Adriana Russo.

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For di' magazine la tua di Linda Esposito

CHE GRANDE CAOS! Il quadrante di Roma Nord fa ancora fatica a tornare alla normalità, considerando la situazione del traffico nella zona di via Due Ponti, chiusa per lavori alla rete fognaria. Inevitabili le proteste di abitanti e automobilisti Il XX Municipio, dopo venti anni, vedrà completato il sistema fognario. Tuttavia, a poche settimane dall’inizio degli interventi infrastrutturali, coordinati dal Dipartimento Lavori Pubblici di Roma Capitale, per il completamento del collettore fognario del I lotto dell’Adduttrice della Crescenza, il cantiere ha già provocato una serie di disagi notevoli al sistema viario. I lavori saranno realizzati per tratti funzionali. Durante la prima fase coinvolgeranno via Due Ponti dal sovrappasso del Fosso di VI Miglio (in corrispondenza del civico 130) all’incrocio con via Signa. In tale tratto non è consentita viabilità ad eccezione del traffico privato. La seconda fase riguarderà l’incrocio via Due Ponti - via Signa e l’incrocio via Sinisi - via Ischia di Castro. Infine, nella terza fase si lavorerà tra l’incrocio via Sinisi - Via Ischia di Castro e la

Strada di Fondovalle, in direzione delle aree interne. Perciò, almeno sino a giugno, mese in cui dovrebbero terminare i lavori, via Due Ponti avrebbe potuto restare chiusa in entrambe le direzione di marcia, paralizzando il traffico sulla Cassia. Tra i residenti del XX Municipio, inclusi quelli di Collina Fleming, Vigna Clara e altri quartieri della zona, è serpeggiato da subito un forte malumore per le modalità con cui è stata gestita preventivamente l’apertura del cantiere. A subire i maggiori disagi, oltre agli automobilisti, sarebbero di sicuro i commercianti del territorio, considerata la quasi impossibilità ad avere clienti, a causa della chiusura di un tratto così importante. Senza dimenticare l’aggravarsi delle condizioni del traffico, già infernale: infatti, tutte le auto sono state dirottate, appunto, verso la Cassia, che puntualmente ogni giorno rimane immobilizzata, con code di circa 12 km. Duecento metri di strada bloccata sono davvero tanti. Tutto ciò, ha rischiato, e rischia comunque, di provocare gravi e pesanti disservizi alla cittadinanza, che, costituendo un comitato di quartiere, ha dato vita ad una serie di legittime proteste. Ecco allora che, per trovare una soluzione temporanea più idonea, Roma Capitale ha deciso di aprire al traffico la nuova via di Fondovalle, con l’intento di apportare dei sostanziosi miglioramenti alla viabilità. Tuttavia, resta ancora alto il malcontento dei cittadini.

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EVENTI di Paola Comin

Vi racconto una favola… Quella del matrimonio di Nonno Libero! Nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, infatti, Lino Banfi e la moglie Lucia hanno celebrato lo storico traguardo delle nozze d’oro in compagnia di Mara Venier, Gianni Letta, Pippo Baudo e tanti altri vip Sessant’anni fa a Canosa di Puglia, antichissima cittadina fondata dai Greci e ampliata dai Romani, una graziosa, minuta, riservata fanciulla di quattordici anni ebbe l’impulso di rispondere all’insistente invito di un audace sedicenne. Lei stava studiando da parrucchiera, lui era stato da poco allontanato, per evidente mancanza di vocazione al sacro ma per una indubbia inclinazione al comico, dal Seminario, dove era stato indirizzato dai genitori, vista la sua propensione agli studi, nella speranza di elevare la loro origine contadina con un “prete” in famiglia. Dopo dieci anni lei aveva aperto un’avviata attività da parrucchiera nella città natale, lui aveva tentato la fortuna al Nord come attore brillante, riuscendo a rimediare tanta fame e qualche scrittura in scalcinate compagnie di avanspettacolo. Però si amavano e volevano vivere la loro vita insieme. Come superare l’ostinata opposizione dei genitori e dei fratelli di lei che, giustamente, mal vedevano l’unica femmina accasata con uno che nella vita voleva, per mestiere, fare l’attore? Un sistema c’era, metterli di fronte al “fatto compiuto”, fare la “fuitina”, ovvero fuggire e trascorrere la notte fuori casa. Il disonore della ragazza si poteva lavare solo con il matrimonio e la famiglia non poteva più opporsi, pur diseredandoli. E così i nostri due si ritrovarono un mese dopo la fuga, il 1° marzo del 1962, alle sei del mattino, nella fredda sacrestia della loro parrocchia, soli, in abiti civili, con il compare d’anello che tardava e con il sacerdote che rimproverava lo sposo, sottolineando che dovevano far presto perché lui, da lì a poco, avrebbe dovuto preparare la chiesa per un “matrimonio vero”. Lui si sentì così offeso e umiliato di fronte alla ragazza amata che promise a lei e a se stesso che se fossero riusciti a raggiungere il benessere e il traguardo delle nozze d’oro le avrebbe offerto una festa indimenticabile. Ebbene lui ha mantenuto la sua promessa alla dolce compagna. Dopo i primi anni di matrimonio, pieni di pesantissime difficoltà, sostenuto dall’amore, dalla forza e dallo spirito di sacrificio della sua sposa, Pasquale Zagaria, diventato in arte, dietro il suggerimento del grande Totò, Lino Banfi, uno degli attori più amati, popolari e osannati dei nostri tempi, ha offerto all’amatissima Lucia, rimasta sempre timida e riservata, una festa indimenticabile. La mattina del 1° marzo scorso il sindaco di Roma Gianni Alemanno li ha accolti in Campidoglio e, nella storica e gremita Aula Giulio Cesare, ha consegnato a Lino la “Lupa Capitolina”, il massimo riconoscimento del Comune di Roma, per celebrare cinquant’anni di carriera, di residenza a Roma e di matrimonio. A festeggiare la coppia in un gradevolissimo ricevimento in Protomoteca, oltre ai figli Walter e Rosanna con il marito Fabio Leoni e gli adorati nipoti Virginia e Pietro, uno stuolo di parenti, colleghi e amici giunti da ogni parte d’Italia, compresi il giovane sindaco di Andria, paese di nascita di lui, Nicola Giorgino, e quello di Canosa, Francesco Ventola. Momento solenne e di grande commozione è stata la celebrazione della Messa officiata nel pomeriggio dal Cardinale Francesco Coccopalmerio nella Cappella Corsini, in San Giovanni in Laterano. Non un solo e per

giunta ritardatario compare d’anello, ma per testimoni al rinnovo della promessa di matrimonio, gli amati figli e due personaggi d’eccezione, amici di vecchia data degli “sposi”: Mara Venier e Gianni Letta. Un profondo coinvolgimento ha saputo suscitare Rosanna Banfi, quando ha ripercorso il cammino dei genitori e manifestato la sua gratitudine di figlia, con i suoi meravigliosi occhi verdi umidi di commozione. Così Lino e Lucia si sono di nuovo, dopo cinquant’anni, scambiati gli anelli, non in una buia sacrestia ma nella solennità di quella che, dopo San Pietro, è la più famosa Basilica romana, accompagnati dalle voci dei Cantori della Cappella Sistina. Non è, ovviamente, mancata la parte profana. Negli splendidi saloni del Grand’Hotel Parco dei Principi, nel cuore della Roma più elegante e raffinata, tra il Centro storico e Villa Borghese al margine dei Parioli. Lino e Lucia hanno accolto per una raffinata e gustosissima cena, organizzata dal patron Salvatore Naldi, duecentocinquanta persone felici di far festa con loro. Oltre alla eccezionale presenza dello stesso Cardinale e dei testimoni Gianni Letta, con la gentile signora Maddalena, e della affascinante Mara Venier, sono intervenuti Pippo Baudo e Renzo Arbore, Milena Vukotic, Lino Toffolo, Maria Scicolone, Mimmo Di Francia, Christian De Sica, Edwige Fenech, Giulio Scarpati, Nancy Brilli, Paolo Conticini, Beatrice Fazi, i giovani “nipoti per fiction” Micky ed Eleonora Cadeddu, i registi e sceneggiatori Carlo ed Enrico Vanzina, Neri Parenti, Enrico Oldoini, Francesca Marra, Riccardo Donna, Tiziana Aristarco, Luca Manfredi, i produttori Gabriella e Verdiana Bixio, Carlo Principini, Bruno Altissimi, il Consigliere d’Amministrazione Rai Alessio Gorla, con la bella moglie Daniela, il direttore di Rai Uno Mauro Mazza, accompagnato dall’affascinante compagna Manuela Sain, autrice di un graditissimo e originale ritratto dei due festeggiati, i cantanti e amici di vecchia data Amedeo Minghi, Edoardo Bennato e Nino D’Angelo, insieme a personaggi di spicco come il giudice Antonio Marini e l’avvocato Roberto Ruggero, e tanti altri tra giornalisti e personaggi noti. Tutti si sono stretti in un affettuoso abbraccio intorno ad una coppia veramente speciale nella sua semplicità. Un raro esempio di amore, dedizione, gioia di stare e costruire insieme. La festa si è conclusa con un interminabile tavolo ricoperto di dolci, dove al centro troneggiava una monumentale torta ricoperta di glassa dorata, dietro alla quale l’elegante e commossa “sposina” Lucia quasi scompariva. Bravo Lino, hai veramente mantenuto la tua promessa!

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For magazine PERSONAGGI Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi (39 anni), dal 2001 ha “congelato” (ma non sciolto) i Bluvertigo per dedicarsi ad altre attività artistiche, tra le quali la partecipazione come giudice al talent show X-Factor.

Se anche Morgan diventa tranquillo… L’amore, la pace con l’ex, un nuovo album e un concerto-evento: momento magico per un artista geniale ma irrequieto. Che ci prepara ancora un sacco di sorprese 8 For Magazine


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Con grande sincerità ha ammesso che è tornato a fare il giudice di X-Factor «perché i soldi servono, c’è poco da fare, per mantenere un certo stile di vita». E nel reality andato in onda su Sky (e con il ritorno di Simona Ventura) ha trovato anche l’amore. Infatti, anche alle recenti sfilate milanesi l’abbiamo visto passeggiare abbracciato a Jessica Mazzoli (concorrente appunto a X-Factor). Se aggiungete che ha fatto persino pace con Asia Argento e non solo per amore della figlia che hanno avuto insieme Anna Lou (che ha già 10 anni), capirete che questo è un momento magico per l’ex Bluvertigo. Vale la pena, quindi, andare a sentirlo al Teatro Smeraldo il 20 marzo, ma anche ascoltare il suo nuovo album, uscito da poco, Italian Songbook vol. 2 in cui Morgan continua il percorso di ricerca e di approfondimento della canzone italiana iniziato con il precedente disco Italian Songbook vol. 1, pubblicato nel 2009. Anche questa volta l’eclettico cantautore riscopre grandi brani del passato e li fa suoi rielaborandoli come sempre in modo personale e unico. Sono quindici – di cui 3 in inglese - le canzoni contenute in questo nuovo lavoro: brani scritti da importanti autori come Marianne di Sergio Endrigo, che è anche il singolo di lancio dell’album, Hobby di Luigi Tenco e molti altri capolavori che hanno fatto la storia della musica italiana, sapientemente reinterpretati e riarrangiati dallo stesso Morgan, autore, inoltre, degli inediti Desolazione, Una nuova canzone e La sera. Vale la pena ricordare le sue collaborazioni celebri: quelle con Franco Battiato (Gommalacca), Antonella Ruggiero (Registrazioni Moderne), Subsonica (Microchip Emozionale), Cristina Donà (Nido), Edoardo Bennato (La Fantastica Storia del Pifferaio Magico). Intanto, dopo aver narrato in When You’re Strange (Tom DiCillo) le gesta di Jim Morrison e dei suoi Doors in alternanza a Johnny Deep, all’orizzonte per Morgan si profila la realizzazione di un fumetto di cui sarà il protagonista, nuovi impegni tra radio e TV e un libro. Sì, Morgan è proprio ripartito.

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For magazine ARTE di Nolberto Bovosselli Tintoretto, Il miracolo dello schiavo, olio su tela, 1564. Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Raccomandato da Sgarbi Chi? Il Tintoretto! Roma ospita una mostra unica nel suo genere, che propone le migliori quaranta opere del celebre pittore veneziano, ammirate anche dal presidente Napolitano e consigliate dal professore che, quando non litiga in Tv, è un grande critico

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For magazine Tintoretto, Susanna e i vecchioni, olio su tela, 1555. Vienna, Kunsthistorisches Museum.

C’era anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, benché in visita privata, all’inaugurazione della straordinaria mostra su Tintoretto, ospitata presso le Scuderie del Quirinale fino al 10 giugno. Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (il padre era tintore di stoffe), la cui opera arriva per la prima volta a Roma, è stato un genio della modernità, capace di una sintesi perfetta tra la maniera romana e il colorismo veneto, nel nome dell’azione e del dinamismo, che lo proiettano ben oltre il Barocco. “Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”: così Giorgio Vasari ritrasse colui che per primo riuscì, nella Venezia del Cinquecento, ad allontanarsi dal mito di Tiziano, proponendo una pittura che, evitando i consueti canoni della bellezza veneziana, impose una linea di forte e nitido realismo capace di fare scuola per diverse generazioni d’artisti. Questa mostra monografica rientra nell’ampio programma di rivisitazione degli artisti che hanno reso unica e grandiosa la storia del nostro Paese, proseguendo dunque sulla strada della presentazione delle illustri personalità dell’arte italiana, dopo le esposizioni su

Caravaggio e Lorenzo Lotto. La mostra su Tintoretto, che si propone di narrare tutti i generi in cui il maestro veneziano si è cimentato, dai grandi teleri religiosi, alle opere profane, alla ritrattistica, è curata da Vittorio Sgarbi. Il noto critico d’arte si è detto molto soddisfatto della sua fatica di curatore. «Ho cominciato a pensare a questa mostra quando ero soprintendente a Venezia – ha dichiarato Sgarbi – con l’intenzione di portarla in laguna dopo l’edizione nella Capitale. Da un po’ di anni le grandi mostre sui veneti si fanno solo a Roma». Alle Scuderie sono esposte le opere più significative del pittore, in un allestimento di grande efficacia, che Sgarbi rivendica con decisione, definendo questa antologica di Tintoretto «la più completa possibile fuori da Venezia», anche in virtù del fatto che per questo evento sono stati investiti 1,9 milioni di euro. I quadri da ammirare sono una quarantina, tutti estremamente rappresentativi, accompagnati da spiegazioni e corredati dal commento di Melania Mazzucco, scrittrice e studiosa dell’artista, che ha curato i testi di sala. Grazie alle sue parole, la mostra, situata nei due pia-

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For magazine Tintoretto, Venere, Vulcano e Cupido, olio su tela, 1550-1554 ca. Firenze, Galleria Palatina.

Tintoretto, Ultima cena, olio su tela, 1568-1569. Venezia, Chiesa di San Polo.

ni espositivi delle Scuderie, si sviluppa seguendo una precisa narrazione biografica. Tra le varie tele si segnala la presenza di Gesù tra i Dottori, di Miracolo dello schiavo e di Deposizione al sepolcro. Quest’opera è la tela che vede per ultima la mano del Tintoretto. Il percorso espositivo prosegue con alcuni capolavori del calibro di Madonna dei Tesorieri, Santa Maria Maddalena, Santa Maria Egiziaca, Deucalione e Pirra, Trafugamento del corpo di San Marco, Apollo e Dafne. Tra i teleri spicca il prestigioso confronto tra le due versioni dell’Ultima cena, provenienti dalle chiese di San Polo e di San Trovaso. Tensione drammatica, furore artistico, attenzione ai dettagli scenografici sono gli elementi innovativi

introdotti da Tintoretto, abile nel creare una pittura di tocco e di esasperato colorismo per narrare ogni aspetto della miseria umana, mirando a un’espressività che commuove, finalizzata alla ricerca della verità. Al secondo piano del palazzo quirinalizio, le opere della pittura religiosa sono accompagnate da alcuni tra i massimi capolavori della ritrattistica tintorettesca e della pittura profana, come nel caso delle vibrazioni tonali di San Giorgio uccide il drago, prestato dalla National Gallery di Londra. Altri prestiti di assoluta eccezionalità sono Vulcano e Marte dell’Alte Pinakothek di Monaco e, tra le storie bibliche, la versione viennese della Susanna tra i vecchioni, ove la fanciulla è raffigurata in tutto lo

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For magazine Tintoretto, Dafne e Apollo, olio su tavola, 1550 ca. Modena, Galleria Estense.

splendore della sua bellezza e luminosità di un nudo, che si accompagna all’amorevole minuzia con cui il pittore descrive i mille particolari della scena. Proprio il fondamentale sostegno dei maggiori musei del mondo contribuisce a restituire appieno in questa mostra

la teatralità, il gigantismo (alcune tele misurano cinque metri di lunghezza per lato) e l’arditezza del grande maestro veneziano.

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For ARTISTI magazine Andrea Fumagalli, in arte Andy (40 anni), è stato il fondatore, insieme a Morgan della band Bluvertigo, di cui era tastierista, sassofonista e seconda voce.

Pop, pop, hurrà Andy, musicista inquieto, non si è fermato ai Bluvertigo. E rilancia con le sue opere pittoriche e di design e con un nuovo gruppo Andy non si è fermato ai Bluvertigo, ma è un’artista a tutto tondo che si è formato all’Istituto d’arte di Monza e all’Accademia delle Arti Applicate di Milano fino alla specializzazione in illustrazione e grafica pubblicitaria. Ha consolidato negli anni la sua vena pittorica e l’ha applicata non solo alle tele ma anche alla decorazione di oggetti di design. Ha così sviluppato una carriera di ampio respiro internazionale attraverso l’esposizione di opere in mostre personali e collettive che lo hanno fatto conoscere in Italia e all’estero. Francesco Poli, critico d’arte e professore di Storia dell’arte presso l’Accademia di Brera a Milano, giudica così le opere di Andy: «Nel suo lavoro, lo si vede subito, c’è dietro un mestiere, una sperimentata professionalità da grafico pittore, ma c’è anche un’energia vitale che sprizza fuori dalla superficie delle sue tele difficile da trovare nei molti altri giovani artisti che frequentano lo sterminato territorio dell’iconografia pop. Andy non si pone problemi preventivi di originalità. Come scrive

lui stesso, il suo concetto ideale è il “grado zero della creatività posto ad esplorare contesti diversi da contaminare”. E contaminare per lui significa inglobare bulimicamente (ma con nascosta e studiata accortezza) ogni tipo di immagine che gli interessa del mondo del cinema, della musica, della televisione, della pubblicità, dei fumetti, del design di moda e anche della storia dell’arte, per creare dei quadri che giocano sull’iper-determinazione citazionistica e sulla strategia spiazzante del collage visivo più esagerato ed esuberante». Intanto “Andy Car’s n Pop”, una collector’s preview resterà in mostra fino al 16 aprile nello show room di Via Melchiorre Gioia 63 a Milano. Ma è appena uscito Naked, primo brano dei Fluon, il nuovo gruppo formato dall’unione del talento creativo di Andy (voce, sax, synth), il pulsante sound electro di Faber (synth, programmazione) e la bruciante chitarra elettrica di Fabio Mittino. Andy non si ferma, anzi raddoppia!

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UOMO DEL MESE di Ivan Rota

Jake Gyllenhaal In occasione della 62esima edizione del Festival del Cinema di Berlino, l’attore e membro della giuria Jake Gyllenhaal appare in forma, ma infreddolito. Eccolo all’uscita dell’Hotel Ritz Carlton: elegante in cappotto di cashmere nero, con sciarpa abbinata. Elegante, ma anche informale, visti i jeans e le scarpe da neve. Il divo, apparso in versione “nature” al fianco di Anne Hathaway, nel film Amori e altri rimedi, e in servizi hot su numerose riviste, si mostra qui molto coperto… Ci piace comunque, ma, se dobbiamo fare un piccolo appunto, di sexy in questa situazione ha ben poco.

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DONNA DEL MESE

Meryl Streep In occasione dell’11esima edizione annuale del gala Movies For Grownups Awards, al Beverly Wilshire Four Seasons Hotel di Beverly Hills, l’attrice Meryl Streep ha indossato un abito da cocktail in chiffon color corallo, con leggero drappeggio laterale e gancio in cristalli Swarovski: la star arrivata ai terzi “anta” pare non sentirli: eccola sorridente e leggera come una ragazzina. Ci crediamo che sorride: ha vinto da poco l’Oscar per il suo ruolo in The Iron Lady. La Streep completa l’outfit con un paio di scarpe che, però, non la slanciano particolarmente.

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cover di Alfonso Stani

Donatella Rettore (55 anni) ha debuttato al Festival di Sanremo nel 1974 con il brano Capelli sciolti. In tutto ha partecipato quattro volte alla kermesse canora.

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SONO (ANCORA)

SPLENDIDA SPLENDENTE donatella rettore, l’ultima vera rocker italiana con più di trent’anni di carriera alle spalle, parla un po’ di sé, del suo recente album caduta massi, dei suoi sogni e progetti per il futuro. e getta un po’ di pepe sul festival di sanremo

Donatella, una romantica dark lady che con il nuovo cd Caduta massi ha scalato le classifiche. Mai titolo fu più appropriato visto il periodo che stiamo attraversando: sei d’accordo? «Bah, romantica non direi, e più che dark lady io mi definisco una punk lady. Comunque non ho ancora fatto centro con il mio nuovo cd. Sono assolutamente d’accordo: questo periodo lo definisco abbastanza dark, perché mi sono resa conto che si diventa molto falsi quando si vive in questa realtà, dove da una parte c’è gente che non può nemmeno comprarsi il pane, e dall’altra c’è chi se ne infischia di quello che sta accadendo intorno a sé». Anche questa volta ci regali vere perle, musicisti doc che ti accompagnano nei tuoi testi sempre originali, insieme all’inseparabile Claudio Rego, nonché marito e autore delle musiche. Me ne parli? «Guarda, io per la prima volta quest’anno sono in tour da giugno, finalmente con tutti i musicisti che hanno suonato e collaborato, dalla stesura agli arrangiamenti del disco, perché quando sei in un gruppo è più facile lavorare, dato che sono tutti professionisti esperti e hanno inoltre collaborato con artisti come Claudio Baglioni, Mia Martini e Riccardo Cocciante. Ora sono veramente fiera e orgogliosa che lavorino con me, anche perché, quando si è in gruppo quello che non viene in mente a me magari viene in mente al chitarrista, e tutto ciò mi semplifica il lavoro e mi rende felice. Io credo molto nella coralità». Il mercato discografico oggi purtroppo non ha più, o ha sempre meno, artisti con una voce come la tua. Tanti nascono e muoiono nel

giro di due stagioni con l’intermezzo sanremese. Come mai? «Non è vero, ci sono i bravi cantanti, però non li vogliono far passare né cantare. Io conosco un’infinità di band underground bravissime. Conosco un gruppo di Roma, i Surgeri, che considero fantastico e che tuttavia non trova spazio. Il Festival di Sanremo è finito da poco e dove sono le novità?». Nel panorama musicale di oggi com’è il tuo rapporto con i colleghi rispetto a quello di ieri? «Ottimo direi, tra l’altro ora sono diventata una signora, quindi antagonismi e rivalità non ce ne sono. Quando invece sei alle prime armi, sai di avere talento e vuoi realizzarti è quasi normale che nascano dei piccoli contrasti con i colleghi. Ma, ripeto, adesso essendo una signora c’è solo la professionalità, come per un pittore, uno scultore, un ballerino. Io considero un diritto il riconoscimento dell’età e del talento. Vedo e sento delle cose improponibili che vengono premiate. Ma ho capito che a volte fa comodo premiare la mediocrità piuttosto che altre cose certe». Nella tua lunga carriera sei stata autrice di tante canzoni, anche per gli altri… «Be’, in effetti ho scritto tanti brani per artisti italiani. Per esempio per Iva Zanicchi Nel cuore, Quanto dura poco l’estate e Nonostante me. Ho scritto inoltre un pezzo per Dora Moroni che lo portò a Sanremo ed infine uno per Loretta Goggi». Argomento Festival di Sanremo. È un po’ che non ti si vede: per scel-

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Donatella Rettore

Nel 1973 prende parte come supporter al tour di Lucio Dalla. Nello stesso periodo conosce Claudio Rego, musicista nel gruppo L’era dell'Acquario, con il quale inizia un lungo sodalizio artistico e sentimentale. Nel 2002, alcuni artisti italiani emergenti hanno reinterpretato i suoi brani nell’album Tutti pazzi per Rettore/ClonAzioni.

ta o per altro? Eppure la tua ultima partecipazione con Di notte specialmente fu un successo. «Ah, se Sanremo fosse una cosa seria allora parteciperei, ma a mio avviso non lo è. Ho anche letto sui giornali che non si sentono le canzoni, ed è un peccato che delle canzoni non si sia capito niente. Come al solito non si è parlato dei cantanti, ma l’attenzione è stata tutta per Celentano che ce l’ha con i giornali della Chiesa, di Morandi che non sa presentare, della farfallina di Belen, ecc. ecc. Questo non è il mio Sanremo». Nel 2003 scrivesti un brano molto bello intitolato Bastardo: a chi era dedicato? «Ma come lo ricordi? Era dedicato al mio cane». Anche il cinema è entrato nella tua vita, hai lavorato con grandi attori come Anita Ekberg e Paola Borboni in Cicciabomba, con Klaus Kinsky in Kinski Paganini, con Adolfo Celi in Aeroporto internazionale. Oggi con quale regista ti piacerebbe lavorare? «Sì ho dei bei ricordi legati al cinema, relativi anche ad altri interpreti con

cui ho lavorato come Dalila Di Lazzaro e Lina Volonghi. Tra i registi adorerei lavorare con Liliana Cavani, è una delle donne più grandi del cinema italiano, mi piacerebbe molto girare un film con lei. Purtroppo in Italia le donne non vengono troppo riconosciute e valorizzate, e trovo che la Cavani sia la sola a rendere giustizia al gentil sesso». Per te la moda è sperimentazione oppure, se la segui, che rapporto hai con essa. C’è uno staff che si occupa di te? «La moda l’ho sempre creata da sola e sono sempre stata io ad occuparmi dei miei look. Di conseguenza credo, soprattutto negli anni ’80, di essere sempre stata io a dettare moda. Ricordo quando ho cominciato, facevo io i miei bozzetti che poi portavo in sartoria e consegnavo alle sarte. Mi sono continuamente divertita nei miei cambi di look». Se ti offrissero di fare televisione cosa ti piacerebbe: intrattenimento, musica o varietà? «Nessuno dei tre, ossia sarebbe più opportuno creare un programma con una diversa chiave di lettura, con un’idea nuova, rivoluzionaria, proprio

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Diverse canzoni della Rettore sono diventate un “caso musicale” per i contenuti provocatori e allusivi dei testi. Emblematico l’esempio di Kobra (1980), branoscandalo che ottenne un successo clamoroso e ancora oggi è un evergreen.

Caduta massi (2011) è un disco provocatorio, in pieno stile Rettore, contenente brani autobiografici che affrontano il ciclo della vita, dall’adolescenza (Adolescente) alla terza età (La vecchiaia) fino alla morte (Se morirò).

come sono sempre stata io, un contenitore dove all’interno ci sia un po’ di tutto».

come uomini di classe, eleganti e puliti, ma nello stesso tempo non mi piacciono i chiacchiericci, i pettegolezzi e gli isterismi. Mi batto inoltre per i diritti degli animali che adoro da sempre».

Parliamo di politica. Da cantautrice pensi che la musica possa influenzare la gente e veicolare messaggi politici? «Può influenzare tantissimo. Da sempre i cantautori hanno dato una svolta, addirittura già da piccola quando andavo a scuola avevo degli ideali, ero una rivoluzionaria e cercavo di imporre le mie idee. Adesso dove sono la destra e la sinistra? Non si capisce più niente». Ti hanno mai offerto una candidatura? «Sì, tantissime volte e quasi tutti i partiti, ma non ho mai intrapreso questa strada». Ti batti per i diritti civili, degli omosessuali, degli animali. Riesci a farti sentire? «Sì certo, anche perché mi definisco una specie di incendio, di rivoluzione, e questo mio stato emotivo mi dà la forza di farmi ascoltare. Amo i gay, quelli che adorano le donne come per esempio Oscar Wilde, e li amo

Guardando la tua carriera cosa faresti per evitare alcuni errori, ammesso che tu ne abbia fatti? «Ho commesso tantissimi errori, io sono una che ama sbagliare, e secondo me sono una donna sbagliata. Ma se io non fossi emersa nel 1979 non ci sarebbe stato un periodo di cambiamento, al quale credo di aver contribuito, come d’altronde lo ha fatto anche Renato Zero». Come ti vedi nel tuo futuro? «Cadavere, “e avrò tre soldi in tasca: uno per Caronte, uno per Dante e l’altro per la messa”. Ed è per questo che sto girando il mio ultimo video, prodotto da Tartaglia per il 2012: il brano si intitola Se morirò, all’interno del quale l’ironia è quella di ricevere l’estrema unzione dal famoso rapper Nottini Lemon».

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(PRMCommunication Press Office - Management - Photography Photo di : Corrado Ferrante Make Up : Gennaro Marchese)


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George Clooney, 50 anni, in Paradiso amaro è un padre alle prese, improvvisamente, con le due figlie, dopo che la moglie è entrata in coma irreversibile per un incidente. Nello stesso tempo deve decidere se vendere le terre di famiglia alle Hawaii.

di Antonio Osti

Resto un uomo da Oscar Tutto quello che volevate sapere su George Clooney. Dalla A alla Z l’uomo che ha appena sfiorato la sua seconda statuetta. E che, in Italia, consideriamo quasi uno di noi A come Alexander Payne, regista di Paradiso amaro, e come The Artist con protagonista l’attore Jean Dujardin, che ha battuto Clooney nella corsa all’Oscar. B come birra. La adora, è la voce dello spot Budweiser negli States. Durante le riprese di Ocean’s Eleven ha preteso di avere un dispenser nel camerino. Apprezza ancora di più la vodka. C come Canalis. L’amore con Elisabetta dura dal 2009 al 2011: due anni come da contratto? D come Dedee Pfeiffer, sorella di Michelle, sua fidanzata a metà degli anni Ottanta. E come Einstein, il cocker spaniel di George: «Mi sveglia tutte le dannate mattine alle 7.30». F come Forbes, la rivista che nel 2010 l’ha inserito nella classifica degli attori più pagati dell’anno: ha guadagnato circa 19

milioni di dollari. Il suo film campione d’incassi è Ocean’s Eleven (450 milioni di dollari). Il flop è l’esordio alla regia, Confessioni di una mente pericolosa, solo 33 milioni di dollari. Si dice che il suo cachet per la campagna pubblicitaria di Fastweb gli avrebbe fruttato qualcosa come 500mila euro a parola. Solo tre in tutto: «Immagina, immagina, puoi». G come Good Night and Good Luk, suo secondo film come regista. Il terzo è Le Idi di marzo. H come Hemmings (Kaui Hart) l’autrice del libro da cui è stato tratto Paradiso amaro, ma anche Hawaii e Honolulu, dove il film è stato girato. Paradiso amaro ha vinto l’Oscar come miglior sceneggiatura non originale. I come Identikit: George Timothy Clooney, nato il 6 maggio 1961 a Lexington, Kentucky, Stati Uniti; peso: 80 chili; altezza: 1 metro e 80; primo orgasmo: 6 anni; primo rapporto

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Il film, girato interamente alle isole Hawaii, è il sesto lungometraggio di Alexander Payne, regista e vincitore di due Oscar come sceneggiatore.

sessuale: 16 anni; segni particolari: una delle 100 persone più influenti del mondo (Time, 2009); fede politica: partito democratico. J come Journey to Darfur, titolo del documentario sulla crisi provocata dalla siccità girato nel 2006 da Clooney dopo essersi recato con il padre Nick nel Darfur, in Africa. In seguito ha esposto il suo impegno nei confronti del Darfur con un discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È stato inoltre la voce narrante del documentario sul Darfur Sand and Sorrow. Nel 2007 Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Don Cheadle e Jerry Weintraub hanno fondato Not on Our Watch, un’organizzazione che intende attrarre l’attenzione e le risorse globali per prevenire e fermare le atrocità di massa perpetrate in quella regione. Fra i numerosi riconoscimenti ottenuti

per i suoi sforzi umanitari Clooney ha ricevuto il Peace Summit Award 2007, che gli è stato consegnato all’ottavo summit mondiale dei premi Nobel per la Pace, organizzato a Roma. Alla cerimonia hanno preso parte l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni, Lech Walesa, Mikhail Gorbachev e il Dalai Lama. Nel 2008, Clooney è stato scelto dall’ONU come Messaggero di Pace. Nel gennaio 2010, insieme a Joel Gallen e alla Tenth Planet Productions, ha prodotto il telethon “Hope for Haiti Now!” che ha raccolto oltre 66 milioni di dollari, battendo un nuovo record per quanto riguarda le donazioni da parte del pubblico destinate ad aiutare le popolazioni colpite da disastri naturali. La Academy of Television Arts and Sciences ha premiato Clooney con il Bob Hope Humanitarian Award durante la cerimonia dei Primetime Emmys 2010. Clooney è

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Clooney con Shailene Woodley: la giovane attrice si è fatta conoscere interpretando Amy Juergens, la protagonista della serie Tv La vita segreta di una teenager americana.

uno dei quattro artisti ad aver ricevuto il prestigioso premio. Quello stesso anno ha ricevuto il Robert F. Kennedy Ripple of Hope Award per la sua dedizione umanitaria nel Sudan e Haiti. Nel dicembre 2010, Clooney al fianco delle Nazioni Unite, dell’Università di Harvard e Google, ha lanciato il “Satellite Sentinel Project”, per monitorare la violenza e le violazioni dei diritti umani nel Sudan meridionale e settentrionale. Not on Our Watch ha finanziato una nuova tecnologia satellitare

che consente di monitorare ogni potenziale minaccia contro i civili, di rilevare la presenza di bombe, di osservare il movimento delle truppe e di documentare altre possibili violenze di massa. K come King (Matt), il personaggio interpretato da George Clooney in Paradiso amaro: un uomo che ha i suoi difetti e che cerca di andare avanti in un mondo di follie, emozioni agrodolci e sorprese; non è né un eroe né un antieroe. Ha

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Red Carpet per Clooney con Elisabetta Canalis (con un abito di Roberto Cavalli): la loro storia, chiacchieratissima, è durata due anni. La nuova fidanzata di George è Stacy Keibler, ex lottatrice, che ora sta tentando la carriera di attrice, e che ha partecipato alla versione americana di Ballando con le stelle.

due figlie ribelli che non si fidano di lui, una moglie che lo tradiva e una schiera di parenti squattrinati che non aspettano altro che mettere le mani sul suo patrimonio. La sua vita problematica si contrappone al suggestivo ambiente naturale in cui vive, creando un netto contrasto con il suo tumulto interiore. Le vicende personali conducono Matt ad un brusco risveglio, scomodo, comico e persino assurdo, ma che cambierà per sempre la sua idea dell’amore, della paternità e di cosa significa essere un uomo. L come Los Angeles dove vive in uno dei quartieri più “in”: Studio City. Poche settimane fa Clooney ha aperto la sua

casa (700 metri quadri) alle telecamere della nuova trasmissione della Cbs Person to Person. Con una tazza in mano George ha mostrato ai telespettatori la sala cinema con schermo in 3D, la cucina (ma non sapeva che cosa aveva nel frigo: «A dire il vero, c’è una signora a farmi da mangiare, oppure mi faccio portare la cena a domicilio»), l’angolo bar che è uno dei suoi spazi preferiti «perché appese alla parete ci sono due foto particolari: quella originale di Ocean’s Eleven con Frank Sinatra, Dean Martin e tutta la gang, e, sopra, quella del mio Ocean’s con tutti noi, da Matt Damon a Brad Pitt, nella stessa posa. È un ricordo cui tengo molto».

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George Clooney a un party con Ryan Gosling, coprotagonista di Le Idi di marzo, film diretto dallo stesso Clooney sulle trame della politica americana.

M come memorabilia: ne è piena la casa di Clooney. C’è una cornice con le cravatte di JFK: «Sono un grande ammiratore del presidente Kennedy, e questo è uno degli oggetti che mi sono più cari. L’ho recuperato per caso da una signora che stava svuotando il garage». N come Nick Clooney Show, il programma del padre di George nelle Tv locali di Columbus e Cincinnati.

O come Oscar. Nel 2006 con Syriana (miglior attore non protagonista). P come pop corn: sì, nella sala cinema della sua villa, George ha anche la macchina per fare i pop corn! Q come Quentin Tarantino, con lui nel film Dal tramonto all’alba (diretto dal pupillo di Tarantino Robert Rodriguez). R come Ross (Doug), il dottore della serie di telefilm E.R. che

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Da sinistra, Clooney, Nick Krause, 19 anni (in Paradiso amaro interpreta Sid, amico di Alexandra); Shailene Woodley, 20 (la figlia Alexandra); Amara Miller, 10 (l’altra figlia, Scottie).

ha reso popolare Clooney. S come senape. George ricorda: «Il miglior consiglio me lo ha dato mio padre: metti poca senape sugli hot dog perché fa venire gli attacchi di cuore». T come Talia Balsam, attrice di Mad Man, con la quale è stato sposato dal 1989 al 1993. U come umorismo: «In una donna oggi trovo attraente il senso dell’umorismo. Non è certo la prima cosa che noti quando hai 21 anni, ma è la prima che noti quando ne hai 50». V come Villa Oleandra a Laglio sul lago di Como. Ormai è

ufficiale, è in vendita. In pole position per acquistarla sembra ci sia il magnate russo Andrey Melnichenko (con affari nel settore bancario, nell’energia e nella vodka). È lo stesso che lo scorso anno si è presentato in Costa Smeralda con uno yacht da 119 metri! W come Wrestling, lo sport che praticava Stacy Keibler, 32 anni, attuale fidanzata di George. Z come zia Rosemary. Negli anni Cinquanta era una delle cantanti più famose in America e negli anni Ottanta, appena arrivato a Hollywood, George fece lo chauffeur per la zia.

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Veduta della baia Anse Georgette, presso la splendida isola di Praslin, la seconda per grandezza delle 115 isole che formano l’arcipelago delle Seychelles.

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REPORTAGE di Michela Garosi

il sogno continua In catamarano per visitare le isole dell’arcipelago delle Seychelles. Il viaggio delle Donnavventura prosegue tra paesaggi incontaminati, resort di lusso e feste creole. Poi in aereo verso gli Emirati Arabi Uniti fino ai grattacieli di Dubai. Leggete il diario della nostra inviata speciale. E invidiatela un po’

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Il team delle Donnavventura al completo sul catamarano Bionika.

Donnavventura alla scoperta di una nuova meta: l’arcipelago delle Seychelles. Ad accogliere l’arrivo del team una festa creola: è il primo giorno del “Festival Créol” e le ragazze si lasciano subito coinvolgere per unirsi alle centinaia di persone che accorrono da tutta l’isola per festeggiare. Campo base di riferimento per il soggiorno alle Seychelles è l’Allamanda Resort. Qui, nonostante sia ormai sera, le Donnaventura non perdono occasione per “collaudare” la piscina a bordo mare. Il giorno successivo il team lascia Ephelia. I pick up lungo la strada s’imbattono nella scuola materna di Anse Royale, dove gli allievi, in onore delle Donnavventura, cantano e improvvisano un festoso girotondo. Alla marina di Eden Island, però,

il catamarano Bionika attende le inviate, che da qui salperanno alla scoperta dell’arcipelago delle Seychelles. Primo trasferimento verso l’isola di Sainte Anne famosa perché proprio qui è sorto il primo insediamento di “seychellesi”. Poi, l’isola di Mahe, da scoprire a bordo dei pick up: si punta verso ovest e si raggiunge Baie Lazare, con i mezzi che passano fra strette zigzaganti stradine. Non sono le strade del Madagascar, ma a complicare un po’ le cose è la guida a sinistra. Un incontro un po’ particolare è quello con il Tangaroo Seychellese, un piccolo animaletto marroncino che sembra un incrocio fra un topo e una talpa. Seguono giornate intense di navigazione come quella verso l’isola di Praslin: il team è ospite nel

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Scorcio di un tramonto sul mare a Mahè, l’isola piĂš grande delle Seychelles, situata nel nord-est della nazione e territorio in cui sorge la capitale Port Victoria.

Spiaggia con promontorio sul mare ad Anse Georgette.

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Un esemplare di tartaruga gigante di Aldabra, il cui habitat terrestre naturale è l’isola Ile Curieuse.

rinomato ed esclusivo resort di Lemuria, dove trascorrerà addirittura due giornate lasciando Bionika abbandonata alla fonda, in una delle più belle baie dell’isola: Anse Georgette. Donnavventura anche quest’anno ha scelto di navigare con la vela e utilizza addirittura l’energia ricavata dai pannelli solari posti sopra il catamarano per ricaricare le attrezzature. Una navigazione resa ancora più piacevole dai delfini che spuntano dall’acqua, quasi inseguendo Bionika. E poi rotta verso Ile Curieuse, l’isola che conta il maggior numero di tartarughe di Aldabra, le tartarughe terrestri dell’arcipelago. Dopo qualche tuffo si riprende la navigazione, quindi si scende per fare acquisti ad Anse Volbert. Nel frattempo è arrivato il “Savannah time” per il team, il momento dedicato alla Savannah appunto, quest’ottima bibita africana a base di sidro, che le Donnavventura hanno scelto come bevanda ufficiale da aperitivo. Un altro risveglio di fronte al Lemuria: a questo punto non resta che un salto al campo da golf, dal quale si gode una vista spettacolare di Anse Georgette. Ad attendere le ragazze sulla pista di Praslin ci sono due elicotteri, un Agusta 109, stranamente dotato di ruote e un Jet Ranger III. La più emozionata è sicuramente Michela, al suo primo volo su questo mezzo. È arrivato il momento di rientrare su Bionika e salpare in direzione La Digue dalla rada di Anse Severe, per poi fare rotta in direzione sud-est fino a raggiungere le isole di Felicità. Bionika è lungo 47 piedi e ha un albero che raggiunge ben 18 metri di altezza. È dotato anche di 4 comode

Suggestivo panorama dell’isola La Digue, con il catamarano Bionika lungo la costa.

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La Digue vista dall’elicottero. Si tratta della quarta più grande isola dell’arcipelago.

Profilo del catamarano Bionika durante il tramonto nella baia Anse Georgette.

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Madinat Jumeirah, sulla costa di Dubai, è una zona residenziale costituita da abitazioni dai prezzi esorbitanti.

Un’immagine scattata all’interno del Burj-al-Arab, il lussuoso hotel 7 stelle situato 15 km a sud del centro di Dubai.

cabine con servizi e dinette interna ed esterna. Insomma, lo spazio a bordo non manca. Ultime giornate: da Anse Georgette si naviga verso l’isola di Saint Pierre, poco distante da Ile Curieuse. Si tratta di un isolotto formato da scogli di granito ricoperti da qualche palma verdissima e circondato da una bellissima acqua turchese. Qui c’è tempo per un pranzo con una delle specialità del capo spedizione: pollo e gamberi caramellati accompagnati da riso basmati. Nel pomeriggio, la meta è Ile Aride, a nord di Praslin, un’isola per lo più rocciosa, ma circondata da un bel mare azzurro. La sensazione della terraferma è ormai quasi sconosciuta. È arrivato, però, il momento di abbandonare il catamarano Bionika. Si caricano i pick up e si punta verso sud, per tornare al campo base, l’Allamanda. Ed è una bellissima alba, che colora di rosa il cielo, a salutare le Donnavventura, mentre la carovana si dirige verso l’aeroporto. Un volo è pronto per decollare in direzione degli Emirati Arabi Uniti dove le ragazze trascorreranno complessivamente venti giorni, intervallati da dieci giorni passati nel sultanato dell’Oman. La prima tappa è a Dubai dove il lusso è in ogni angolo e l’ostentazione è massima. Qui Donnavventura viene accolta dalla pioggia, evento climatico davvero inusuale per un posto in cui mediamente piove una volta all’anno. Presto, infatti, torna il sereno e la carovana può ripartire alla volta del Burj-alArab e dell’Atlantis, passando per la trafficata Sheikh Zayed Road

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La Dubai Fountain, la fontana ai piedi del Burj Khalifa, con getti d’acqua che arrivano fino a 150 m d’altezza.

Lo skyline di Dubai visto al tramonto. Sullo sfondo spicca l’imponente grattacielo Burj Khalifa.

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La carovana di Donnavventura saluta il Meydan Dubai, l’hotel più lungo al mondo che raggiunge i 1,6 km.

e costeggiando il Dubai’s Creek. Lungo la strada si notano i primi grattacieli della Downtown Dubai. È la volta, quindi, di Palm Jumeirah e del suo celebre albergo, Atlantis, una struttura da mille e una notte, dalla quale si può comodamente raggiungere il vicino Mall of the Emirates, famoso perché al suo interno si trova lo Ski Dubai. Di sera, invece, lo spettacolo più impressionante è offerto dalla Dubai Fountain, la fontana ai piedi del Burj Khalifa con getti d’acqua che raggiungono fino a 150 m d’altezza e che danzano a ritmo di musica. Il team si sposta poi verso il Meydan Dubai, hotel che ha un primato davvero sorprendente: si tratta dell’albergo più lungo al mondo con i suoi 1,6 km ed è nientedimeno che la sede della Dubai World Cup, la competizione equestre più ricca al mondo. Per il team è anche l’occasione per far visita alle stalle del Meydan, le Millenium Stable e alla scuderia Zabeel dello sceicco Mohammed a qualche chilometro di distanza. Ma le meraviglie di Dubai non finiscono mai e Donnavventura non ha intenzione di perdere nulla di questo incredibile paese. Neppure la festa della McLaren, in occasione dell’inaugurazione della nuova concessionaria, dove come ospite d’onore c’è addirittura Louis Hamilton. Altro appuntamento un po’ speciale per il team è quello con Dubai TV e Rasha, una giornalista siriana che è molto incuriosita dall’esperienza di queste neo reporter italiane, dal loro lavoro e dal loro look. Per le vertigini, invece, c’è il Burj Khalifa, l’edificio più alto al mondo con i suoi 828 metri, at the Top, il più alto punto panoramico al centoventiquattresimo piano. Al Dubai Mall, invece, le ragazze sono attese per vivere un’esperienza davvero unica: l’immersione fra gli squali dell’Aquarium, dove ci sono anche razze, mante e tanti altri animali, per un totale di 33.000 esemplari e 140 specie, in 10 milioni di litri d’acqua. Non si poteva però lasciare Dubai, senza prima aver salutato un’ultima volta la sua fontana danzante ai piedi del Burj Khalifa. L’emozione, tuttavia, sale alle stelle quando si ascolta la voce di Andrea Bocelli, uno degli artisti internazionali scelti per questo spettacolo. E sulle note di Con te partirò il team dice arrivederci a Dubai e riparte alla scoperta di nuovi paesi.

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Il grattacielo Burj Khalifa a Dubai: la “Torre del Califfo” è attualmente l’edificio più alto del mondo con i suoi 828 metri.


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Uno sguardo mozzafiato su Dubai vista dalle vette del Burj Khalifa.

L’Acquarium situato all’interno del Dubai Mall: 33.000 esemplari e 140 specie (inclusi gli squali), in 10 milioni di litri d’acqua.

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For magazine Storie di Silvestro Bellobono

Com’era dolce la Dolce Vita E le stelle stanno a mangiare è una sorta di diario sui divi dello star system che hanno consumato piatti, chiacchiere ed emozioni presso la Taverna Flavia, crocevia della mondanità romana di ieri e di oggi. Franca Foffo li ricorda così

Fagiani e prosciutti, diamanti e uomini. Alla Taverna Flavia per Liz Taylor c’era questo e altro!

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Ricorda Cavicchia: «Il mio primo grande evento? In una saletta riservata per loro la magica Audrey Hepburn con il marito Mel Ferrer».

Claudia Cardinale e Franco Cristaldi. A proposito di dive, Mimmo Cavicchia ricorda nel libro: «Una volta ho assistito a uno storico incontro tra Claudia Cardinale e Laura Antonelli. Quest’ultima era seduta a cena con degli amici. Aveva dimenticato a casa il suo bel Jean Paul Belmondo, conosciuto sul set del film d’autore Trappola per un lupo di Claude Chabrol. All’arrivo di Claudia Cardinale con il compagno, il produttore Franco Cristaldi, le due attrici hanno avuto l’abilità di non scambiarsi nemmeno uno sguardo per tutta la sera. Non riesco a capire come abbiano fatto».

Nel mondo della cronaca rosa il suo libro è subito diventato un piccolo cult. E considerato il tema gustoso di cui tratta non poteva essere altrimenti. Franca Foffo non è solo l’autrice di E le stelle stanno a mangiare. La Dolce Vita continua, ma anche una diretta interessata, in quanto nipote di Mimmo Cavicchia, proprietario sin dagli anni ’50 della Taverna Flavia, il leggendario ristorante romano frequentato da un estroverso popolo di artisti, attori, politici, teste coronate, la location preferita del bel mondo capitolino. Tra un piatto di pasta e un bicchiere di vino, la Foffo racconta feste e banchetti, amori e pettegolezzi, vizi e virtù degli illustri

Mimmo Cavicchia ricorda che Ava Gardner (qui con Martin Sheen) una sera arrivò con un occhio nero…

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Mimmo Cavicchia brinda insieme con Alberto Sordi e Anna Galiena.

personaggi del jet set mondiale passati nel corso degli anni per la celebre trattoria, e di cui sia lo zio Mimmo sia lei stessa sono stati testimoni oculari. Come nasce l’idea di questo libro? «Per gioco, per me era un po’ una sfida, unita alla voglia di trasmettere i ricordi della mia famiglia, per parlare di personaggi e situazioni che, per motivi di età, non ho conosciuto, oppure di altri che, da bambina ad oggi, ho visto con i miei occhi mangiare alla Taverna Flavia». È soddisfatta dell’accoglienza e del successo editoriale che ha avuto? «Sì, sono soddisfatta, le vendite sono andate davvero bene se si considera che ha battuto altri libri di autori più importanti. Le persone hanno voglia di sognare e tramite il mio libro possono farlo. Non si tratta di gossip, ma di storie vere di amori e amicizie tra personaggi famosi nate a tavola, dove tutti siamo uguali e le differenze spariscono». Quanto si è divertita a scriverlo?

«Molto. Per me è stato puro divertimento». Nel libro quanto c’è di lei e di ciò che ha potuto vedere con i suoi occhi? «Ci sono le mie emozioni di quando ero bambina, c’è la mia emotività. Ho amato scrivere istintivamente di alcuni nomi noti che ho incontrato nel locale, invece altri che non conoscevo mi hanno incuriosita a tal punto di approfondire il loro ritratto attraverso i racconti di mio zio. Ma tutto il libro è pervaso dal mio tocco femminile». Qual è il rapporto con suo zio Mimmo? Cosa ne pensa di questo lavoro? «Lui è stato contentissimo. Io sono cresciuta con mio zio, noi siamo molto simili dal punto di vista caratteriale. Senza alcuna presunzione mi sento di dire che io ero l’unica che poteva raccontare questo mondo dorato e, in generale, l’ambiente della Taverna che si può solo amare». Tra tutte le star citate qual è la sua preferita e perché? «Senza dubbio Elizabeth Taylor. Ho avuto la fortuna di essere

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Le piacerebbe se da questo lavoro fosse tratto un film? «Sì, certo che mi piacerebbe, perché quello degli anni ’50-’60 è un periodo mitico. La Dolce Vita non è un farmaco con una scadenza, ma è parte della storia di questo Paese, poiché include gli anni d’oro della “Hollywood sul Tevere” che rappresentano un fenomeno di costume sempre attuale. La gente ha continuamente voglia di tornare indietro nel passato e di sognare un tempo in cui c’era sì l’assedio dei paparazzi, ma non c’era l’inflazione di mass media che c’è oggi, e una parte della vita privata dei vip poteva ancora rimanere tale». Secondo lei qual è la prima dote che una scrittrice deve avere per incuriosire il pubblico? «La passione. Io scrivo per istinto, spesso di notte, senza orari prestabiliti perché per me non è un lavoro, ma un qualcosa che sento di fare. A mio avviso rappresenta una sorta di liberazione con un valore terapeutico». Altri romanzi in vista? «Sì, i primi di aprile uscirà il mio nuovo libro. Si intitola Il dolce della vita che potrei definire un itinerario sentimentale-gastronomico».

Franca Foffo è la nipote di Mimmo Cavicchia, vive e lavora tra Roma e Parigi. Si occupa di comunicazione e organizzazione di grandi eventi. Ama i dolci e, ovviamente, la Taverna Flavia.

sua ospite in America. Non solo una grande attrice ma anche una donna unica di enorme passionalità, istinto, femminilità. Delle star più recenti invece ho bei ricordi legati al regista Pedro Almodóvar e agli attori Andy García, Hugh Grant e Jim Belushi». Da chi ha ricevuto i primi complimenti dopo la pubblicazione? «Da mio padre e ovviamente da zio Mimmo». E le prime critiche? «Non ho ricevuto giudizi negativi, ma solo critiche costruttive. Del resto quelle che ho messo su carta erano e sono le mie emozioni». C’è un aneddoto non presente nel testo che può raccontarci? «Purtroppo in un libro tante cose non si possono dire, per rispetto degli amici e per salvaguardare la privacy delle persone. Come si può immaginare durante un pranzo privato escono fuori tanti discorsi che poi è bene non riportare all’esterno. Così come non ho raccontato dei miei viaggi dalla Taylor o delle cene con altri personaggi celebri avvenute fuori dalla Taverna Flavia. E non ne ho parlato volutamente proprio per scindere la vita pubblica da quella privata». 41 For Magazine


For magazine incontri

Miami ha ancora un fascino un po’ perverso: tra lusso, Vip e malavita, visto che proprio qui è stata girata forse la serie di telefilm più famosa degli anni Ottanta, Miami Vice con Don Johnson. Senza scordare il più recente CSI Miami con David Caruso.

di Roberta Ferrari

Vengo anch’io a Miami? Sì, tu sì! Capitale delle vacanze Vip, della cronaca rosa e dei telefilm d’azione. Noi, per farvi conoscere tutti segreti della città affacciata sull’Atlantico, abbiamo ritrovato una telecoppia che qualche anno fa marcava molto stretto i calciatori di casa nostra 42 For Magazine


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Le “gemelle del gol” Roberta Ferrari (a sinistra, che ha scritto questo articolo per noi) e Stefania Sorrenti al ristorante “Quattro”, ritrovo di Vip sulla Lincoln Road. Correva l’anno 2003 quando il direttore Giacomo Airoldi ci dedicò la copertina di Tv Sette inserto televisivo del Corriere della Sera, di cui allora era il vicedirettore. Stefania Sorrenti e io eravamo da qualche anno “Le gemelle del gol” e facevamo le nostre incursioni per Raidue a casa dei calciatori, creando scompiglio con le nostre interviste provocatorie e marcandoli molto… stretti. Quell’anno affiancavamo Max Giusti che impersonava Aldo Biscardi in un finto “Processo della domenica” , nella trasmissione “Quelli che il calcio…”, condotta da Simona Ventura. Da allora sono trascorsi quasi due lustri, io ho continuato ad occuparmi d’intrattenimento e giornalismo sportivo con le mie rubriche in Rai, mentre Stefania è sparita dal video. Sono in tanti che mi chiedono che fine abbia fatto l’altra gemella del gol, rimpiangendo il nostro modo originale di fare interviste, che, possiamo dire con orgoglio, ha avuto un grande numero d’imitazioni. Ebbene la mia gemella si è trasferita niente meno che a Miami, in Florida, l’affascinante città meta di tantissimi personaggi del mondo dello spettacolo, nonché di calciatori che, arrivando sulla East Coast degli States, penseranno di avere le visioni nel

ritrovare quel simpatico incubo anche in vacanza, addirittura oltreoceano! Io stessa ho avuto il privilegio di vivere un momento magico un anno fa recandomi a Miami. Ho infatti fatto da testimone a Stefania che si è sposata, come in una favola, sulla spiaggia di Miami Beach, in una rara giornata di vento e nuvoloni. Miami ha proprio un fascino particolare: ha il vantaggio di far godere l’estate tutto l’anno con eventi internazionali che si susseguono, dall’Art Basel al Boat Show al Food and Wine Festival, al Nate Convention Media. Tali eventi rendono la città una meta obbligatoria per i Vip che qui si danno appuntamento per respirare quell’aria magica tra lusso e spettacolo, davvero unica. C’è Ocean Drive, la celebre strada dove c’è la spiaggia di Miami Beach, che si affaccia sull’Atlantico, ma anche gli hotel Art Decò. Infatti, è una delle vie più rappresentative dell’Art Deco District, dove ci sono diversi palazzi tutelati. Fra i tanti la casa di Gianni Versace (Versace Mansion), dove viveva il famoso stilista prima di essere ucciso proprio lì davanti. La via è molto vissuta sia di

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Uno scorcio notturno di Miami, detta la "capitale delle Americhe" per il suo ruolo culturale e linguistico che ne fa un ponte tra USA, Caraibi e Sud America. giorno, quando si vedono numerosi Vip adagiati sui comodi lettini degli esclusivi W Hotel, Delano e Setai, sia di notte quando si accende e si colora con le luci dei tanti locali che animano le interminabili notti di Miami Beach. Ottimo è infatti il livello dei ristoranti a Miami, frequentati dai Vip nostrani e non. Molti fra loro amano in particolare il ristorante italiano “Quattro” sulla Lincoln Road, via nota in tutto il mondo anche perché meta dello shopping di lusso. “Quattro” è il preferito da Paolo Maldini e famiglia, Alessandro Nesta con moglie, e dai sempre affascinanti Sean Penn e George Clooney, tutti amici di Nicola Siervo che è uno dei soci, nonché il vero businessman e cognato della mia “gemella” Stefania. Nicola, infatti, si trasferì con i suoi due fratelli a Miami diversi anni fa, creando i locali e gli eventi più "in" della città dal 1996 ad oggi. C’è poi la nota Soho House. Fondata a Londra nel 1995, nacque come un club privato “per gente del cinema, dei media e delle industrie creative”. Il Gruppo si ampliò nel giro di pochi anni con Hotel e Member Club in Europa e Nord America, con ristoranti,

Se andate a Miami passate a trovare Stefania Sorrenti da “Cecconi”. Può capitarvi di cenare a fianco di Tom Cruise o Will Smith.

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La villa di Miami Beach appartenuta al famoso stilista Gianni Versace, davanti alla quale fu assassinato nel 1997. cinema, centri benessere e alberghi a Miami. Il primo ristorante ad essere aperto all’interno di Soho House, con lucine natalizie tutto l’anno che contrastano con la calda temperatura della città, è “Cecconi”. Aperto dalla prima colazione alla cena, sette giorni su sette, ha un team di cucina rigorosamente italiano, guidato dallo chef bresciano Sergio Sigala. Il locale prende il nome da Enzo Cecconi che era il più giovane direttore generale del famoso ristorante Cipriani di Venezia. Nel 1978 il ristorante aprì anche a Londra e raggiunse un grande successo negli anni ‘80, tanto da diventare ritrovo addirittura dei reali d’Inghilterra. Cecconi oggi è senz’altro meta dei Vip di tutto il mondo, oltre che degli amanti della buona cucina. È tra i posti più amati dall’attore Tom Cruise che lo scorso luglio ha festeggiato il compleanno con una festa a sorpresa organizzata dalla moglie Katie Holmes. Will Smith vi arriva spesso a sorpresa in jeans e t-shirt, la splendida Rhianna è solita gustarsi il brunch della domenica con amici e con i paparazzi pronti ad aspettarla all’uscita. Paulina Rubio prenota lasciando il suo nome e, quando arriva, saluta sempre con un bel “Ciao!”. Si vedono spesso anche la splendida Jennifer Lopez con il nuovo giovane fidanzato e alcuni amici che cenano con lei il sabato sera, così come il magnate delle comunicazioni Rupert Murdoch con la moglie. Proprio qui possiamo trovare ad

accoglierci Stefania che, ogni sera, intrattiene gli ospiti ai tavoli del ristorante. Che li marchi stretti anche quando cenano? Lo scorso novembre, durante Art Basel, c’è stata l’inaugurazione del locale The Dutch, in stile Hampton con cucina americana e sapori che variano dai Caraibi all’Asia, dal Marocco all’Italia. L’inaugurazione ha visto una parata di stelle di Hollywood tra cui Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones, Roberto Cavalli e Paris Hilton. Parlando dei Vip di casa nostra, all’interno del lussuoso W hotel, si possono incontrare spesso Simona Ventura, Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo, Teo Mammucari, Michelle Hunziker, Fabio Cannavaro, Zlatan Ibrahimovic, Barbara Berlusconi e Afef. Sempre presente anche l’ex naufraga de L’isola dei famosi Claudia Galanti, spesso insieme con l’amica Aida Yespica (altra naufraga). Insomma: la mia gemella Stefania si è trasferita oltreoceano, negli Stati Uniti, a migliaia di chilometri di distanza, eppure ogni giorno incontra amici e personaggi del mondo dello spettacolo che ha frequentato in Italia per tanti anni, parla molto più frequentemente l’italiano dell’inglese e si intrattiene al ristorante o in spiaggia con i calciatori che abbiamo intervistato e inseguito allo stadio e in giro per l’Italia: quando si dice … com’è piccolo il mondo!

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Solidarietà e mondanità: tutta Milano all’evento, e al cocktail, a Palazzo Marino “Campioni di Solidarietà City Angels”, rivolto a chi si è distinto in campo benefico: madrina Daniela Javarone che ha premiato, attraverso una giuria composta da importanti giornalisti, alcune personalità tra cui Andrè Ruth Shammah e Lucia Vedani, fondatrice di Casa Amica, associazione che mette a disposizione trecento posti letto per i bambini malati e le loro famiglie che non possono permettersi le spese di permanenza a Milano. Presenti, tra gli altri, Mario Furlan, presidente dei City Angels, Marco Columbro e Alberto Fortis. A fare gli onori di casa, il sindaco Giuliano Pisapia.

Mario Furlan, Alberto Fortis e Daniela Javarone

Lucia Verani, Giuliano Pisapia e Daniela Javarone.

ROTAZIONI

For

di Ivan Rota

Com’è sempre più fané questo caro vecchio Oscar: candidature per la maggior parte scontate da cui sono stati trascurati diversi bravi attori. Per la migliore interpretazione maschile dove sono finiti gli attori su cui tutti scommettono? Missing il forse troppo scandaloso Michael Fassbender di Shame, Coppa Volpi a Venezia, e soprattutto il Ryan Gosling di Drive, il cult di Nicolas Winding Refn, anche quest’ultimo epurato dalla categoria miglior regista, dove erano presenti classici come Woody Allen e Martin Scorsese. Anche per la categoria femminile non è andata meglio: dov’è finita l’immensa Jessica Chastain di The True of Life, per il quale Terence Malick è stato invece candidato come miglior regista? Chastain era però nel palmarès per il mieloso The Help. Per non parlare dell’amatissima Emma Stone di Crazy, Stupid Love e di Mia Wasikowska che ricordiamo in L’amore che resta di Gus Van Sant. Ma anche di Henry Hopper, Tom Hardy e di Elle Fanning. La facce e i film nuovi si fanno avanti, ma la commissione degli Oscar è sembrata non vederli. Poche scelte anticonvenzionali. L’Italia, pensando ad una scelta classica, aveva candidato Emanuele Crialese con Terraferma, ma ha sbagliato. Poco spazio per le nuove idee,

meglio andare sul sicuro: sicuramente Venezia e Cannes osano di più. • La vita a Washington è, anzi era, bella: nella loro splendida residenza il neo-ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e la compagna Antonella ricevevano politici e star. Leonardo Di Caprio era di casa. Ora, con la nomina, si sono trasferiti in Italia. Qui tutto molto più low profile: le cose cambiano. Alla faccia dell’incarico… •

Bobo Vieri e Alessandro Martorana

Festa di compleanno black & white, ispirata agli anni quaranta per il sarto Alessandro Martorana, ex di Simona Ventura: quasi al buio, solo con piccole luci stroboscopiche, tanti vip lo hanno festeggiato. Da Lapo Elkann e Bobo Vieri, reduce da Ballando con le stelle, e poi Laura Barriales, Elena Santarelli, Nicole Minettti, Barbara D’Urso. Concerto di Mauro Situra, hair stylist di Aldo Coppola, che si è esibito nelle migliori hit di Renato Zero. Varie isole con cibi a scelta: dai salumi ai fritti di pesce. E poi balli sino a tarda notte. • Barbara D'Urso e Alessandro Martorana

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Grey Goose Vodka ha organizzato una cena molto esclusiva al Dean Street Townhouse di Londra prima dei Bafta, gli Oscar inglesi, per Harvey Weinstein, il più potente produttore di Hollywood, quello per intenderci di The Artist e The Iron Lady. Tra gli ospiti Kenneth Branagh con la moglie Lindsay Brunnock, Cuba Gooding Jr e Naomi Campbell.

Cuba Gooding Jr con Naomi Campbell

Al trentanovesimo piano del Pirellone, Antonella Camerana ha organizzato una cena gourmet benefica per raccogliere fondi per la sua associazione Missione Sorriso: in un’atmosfera newyorkese, con le luci della città da ammirare dalle vetrate, cento selezionati ospiti hanno assaggiato le delizie preparate da grandi chef, tra i quali Claudio Sadler e Carlo Cracco. Tra gli ospiti Arturo Artom con la sua Alessandra Repini, Gabriella Dompè, Marta e Annibale Brivio Sforza, Umberta Gusalli Beretta, Luisa Beccaria, Paola Manfrin, e varie rappresentanze della Regione Lombardia.

Harvey Weinstein

Antonella Boralevi da circa due anni ha un “salon” nel suo piccolo appartamento con boiserie veneziana in rue de Varenne, a Parigi, dove organizza piccoli pranzi seduti per la società parigina, che l’ha davvero accolta con gentilezza e allegria. La scorsa settimana ha ricevuto gli scrittori Eric Emmanuel Schmidt e Patrick de Carolis, intellettuali come l’editrice Eliane Calmann Levy, il designer Willy Rizzo, l’architetto Alain Gallizia, l’anchor Patrick Poivre d’Arvor, i galleristi Alain Genestar e Marc Hostier, uomini della finanza come Robert Besnoussan, Alexandre Telinge, i 47 For Magazine

pdg come Stanislas de Quercize, rappresentanti di antiche famiglie antiche famiglie come Hermine de Clermont Tonnerre, i d’Ormesson, i Taittinger, uomini della comunicazione come John Rossant e Ernesto Mauri, scienziati come David Khayat. Grandi conversazioni sull’Italia, molta allegria, vini Antinori e Frescobaldi e pile di libri ovunque. Pasta alle zucchine, menta e broccoli, arrosti al cucchiaio e dolce di cioccolato maison. Persino Le Figaro ha dedicato spazio alla nostra scrittrice e, da due anni, Consigliere Diplomatico all’Ambasciata Italiana a Parigi.


For magazine COSE DI MODA di Ivan Rota e Sara Donati

Un po’ di primavera e tanto inverno Una settimana della moda milanese con qualche sprazzo degli abiti da mettere oggi e con l’anticipazione di come si vestiranno le donne da ottobre in poi. Novità, curiosità, trasgressione e ospiti a volontà. Con quelle prezzemoline di Kris & Kris…

Giornata speciale per la showgirl Raffaella Fico che, special guest alla sfilata di Massimo Rebecchi, nella cornice incantevole di Palazzo Clerici, ha ricevuto una dichiarazione d’amore in mondovisione dal suo

fidanzato, Mario Balotelli, il quale dopo aver segnato il gol contro il Blackburn, ha mostrato la t-shirt con la scritta “Raffaella ti amo”. Bellissima e raggiante, Raffaella ha ammirato la collezione Autunno/Inverno

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Francesca Fioretti e Michela Coppa con lo stilista

Raffaella Fico

2012-13 insieme alle veejay Kris and Kris (vere e proprie prezzemoline delle sfilate milanesi), alle attrici Francesca Fioretti e Michela Coppa. In passerella una fiaba cittadina, cappe broccate e abiti in pizzo, sete e soffici bouclĂŠ. Una donna dalla doppia anima, tra romanticismo e rigore, che vuole che i suoi sogni diventino realtĂ ; un tributo a una femminilitĂ sussurrata, libera da schemi, decisa ed estremamente seducente.

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Alessia Santi, Alessandra Amoroso e Maurizio Setti.

È stata Alessandra Amoroso (che abbiamo visto al Festival di Sanremo in uno splendido duetto con la vincitrice Emma) la protagonista d’eccezione del debutto di San-ti.A, la nuova linea sofisticata ed essenziale creata dalla stilista di Manila Grace, Alessia Santi, e prodotta e distribuita da Antress Industry Spa. Nella suggestiva cornice dello

spazio Circus di Milano la cantante si è presentata in total look Manila Grace ad applaudire in prima fila l’esclusiva sfilata. Una collezione Autunno/Inverno 2012-13 i cui modelli sono caratterizzati dalla ricerca e dalla cura della lavorazione, per una nuova idea di eleganza intensa, dominata dal lusso materico e dalla grande artigianalità.

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Elena Santarelli con Elisabetta Franchi

È stata Palazzo Visconti, nel cuore storico di Milano, la suggestiva cornice scelta da Elisabetta Franchi per la presentazione del sua collezione Autunno/Inverno 2012-13, in un’atmosfera glamour e sofisticata culminata in un esclusivo dinner&dance party. La protagonista assoluta è stata la collezione della maison, femminile, elegante e assolutamente aristo-chic. Un guardaroba, quello di Elisabetta Franchi, dedicato a una donna independent, che ama esprimersi attraverso la moda e vuole stupire con uno stile ricercato e multisfaccettato, frutto di suggestioni

diverse. Nell’occasione è stata presentata la nuova collezione Faux Fur Collection: 12 pezzi in eco pelliccia, in collaborazione con la Lav. Infatti, la stilista bolognese aderisce al Fur Free Retailer Program per la promozione di politiche di commercio che rispettino i diritti degli animali, in primis con l’eliminazione di articoli che contengono pellicce di origine animale. All’evento hanno partecipato anche Elena Santarelli, il protagonista del film campione d’incassi I soliti idioti, Francesco Mandelli, e la showgirl Melita Toniolo.

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Melita Toniolo e Guendalina Canessa con la stilista

Natalie Kritz con Maria Grazia Severi

Maria Grazia Severi debutta per la primavera estate 2012 con una capsule collection caratterizzata da un concept che diventa una vera e propria filosofia di vita, una collezione dal mood ironico e divertente, ispirata all’icona italiana, la pasta. E per mostrarla ha scelto una location d’eccezione e in grado di amplificare il mood della collezione: il tempio delle cucine di alta gamma, nel cuore di Milano, lo spazio Scic di via Durini. Un’occasione inedita per unire, in maniera glamour, l’eccellenza nazionale, la moda e il cibo: un connubio vincente e irrinunciabile. I modelli di 22 Maggio by Maria Grazia Severi che, nelle fantasie delle stampe e negli accessori coordinati, si ispirano alla “farfalla”, icona per antonomasia del primo piatto doc (particolarmente d’attualità dopo

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Severi con Kris & Kris

l’exploit di Belen a Sanremo, sono espressione di un Made in Italy che non è solo legato alla produzione, ma che diventa un modo di vivere e il simbolo di un rapporto positivo tra moda e stile. Si concretizza in un total look declinato in abiti, short e piccoli pezzi divertenti, all’insegna della più autentica joie de vivre. E splendidi gioielli - anch’essi in edizione limitata - realizzati in un prezioso materiale, la bachelite, dal sapore vintage che strizza l’occhio proprio a quegli anni, i ’50, nei quali la filosofia della moda era legata a un’idea positiva della vita e dell’abbigliamento. «Da sempre la nostra azienda è legata a un concetto di moda in cui vestirsi significa arricchirsi, sorridere, guardarsi allo specchio e trovarsi unica!», ha dichiarato Francesca Severi, fashion designer della 22 Maggio by Maria Grazia Severi. «La nostra idea di stile si sviluppa intorno a un trend “positivo”, per una moda che non avvilisce, ma gratifica - indipendentemente dalla taglia -, che premia una personalità allegra e forte, che diventa piena espressione di un mood autentico e personale», ha concluso la designer. All’evento sono intervenute alcune bellissime protagoniste del mondo dello spettacolo: le veejay Kris and Kris, la modella e new blogger Natalie Kritz, le showgirl Melita Toniolo e Guendalina Canessa.

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Kris & Kris

Vic Matiè da sempre cerca di fondere design, riferimenti culturali globali e tradizione manifatturiera italiana, per dare vita a oggetti speciali, davvero unici. Per questo, per la prossima Primavera/Estate 2012 Vic Matiè sceglie di ritrarre una figura femminile senza tempo. Potrebbe essere una donna che appartiene al passato, vestita di morbidi drap-

peggi che ci ricordano le forme fluide di una statua greca. Ma potrebbe anche provenire da un futuro prossimo, cosĂŹ immersa nella purezza eterea di tinte neutre e linee importanti ma pulite. Tra gli ospiti della sfilata le immancabili Kris & Kris e Andy (ex Bluvertigo).

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Gli sfavillanti costumi e il cast del musical Priscilla - La Regina del Deserto (attualmente in programma presso il Priscilla Palace -Teatro Ciak webank.it) sono stati i protagonisti di un’esclusiva sfilata-spettacolo inserita all’interno del calendario degli eventi culturali di Milano Moda Donna. Ideati dai designer Tim Chappel e Lizzy Gardiner, vincitori del premio Oscar per il film omonimo e del Tony Award per il musical, i favolosi costumi di scena (495 in totale, oltre a 60 parrucche e 150

paia di scarpe) hanno sfilato presso la tensostruttura allestita all’interno del Castello Sforzesco. L’evento ha messo in scena un omaggio alla moda italiana e alla sua creatività in un imprevedibile Broadway style. Spettacolare e senza eguali, Priscilla porta in scena, oltre ad un cast di artisti di incredibile talento, la più strabiliante e inedita collezione di costumi mai creata prima ed evidenzia la profonda contaminazione tra spettacolo e moda.

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For magazine RED CARPET di Ivan Rota

Ciak, si sfila! La serata degli Oscar e i party post cerimonia sono stati l’occasione giusta per le dive del cinema di sfoggiare i propri look. Le attrici italiane hanno dovuto accontentarsi della settimana della moda milanese

Angelina Jolie, presentatrice della Notte degli Oscar, sul tappeto rosso di Hollywood ha mostrato scarpe Ferragamo spuntate in velluto nero, disegnate e realizzate esclusivamente per lei (abito Atelier Versace).

Jennifer Lopez, anche lei presentatrice della kermesse, ha scelto una minaudière double-face Ferragamo con cristalli Swarovski argento e suede grigio (abito Zuhair Murad).

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Meryl Streep, vincitrice come migliore attrice protagonista per The Iron Lady, ha indossato scarpe Ferragamo spuntate in karung oro, con laccio alla caviglia (abito Lanvin).

In occasione della sfilata Donna Autunno/Inverno 2012-13 di Salvatore Ferragamo, a Palazzo Mezzanotte a Milano, Sonam Kapoor, attrice indiana di Saawariya – La voce del destino di Sanjay Leela Bhansali, ha indossato un total look della casa di moda.

Kate Hudson, al Vanity Fair Oscar Party, ha esibito minaudière a specchio con dettagli in metallo e pelle color argento (abito Versace).

Isabella Ferrari, interprete di Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi e Saturno contro di Ferzan Ozpetek, in abbinamento al suo total look Ferragamo ha scelto un ciondolo in oro giallo e diamanti della linea Futurista Jewels della maison fiorentina.

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Mise e accessori Ferragamo anche per Sarah Felberbaum, attrice di Ti presento un amico e Maschi contro femmine. Sarà piaciuta al fidanzato Daniele De Rossi, centrocampista della Roma e della Nazionale?


For magazine double feature di Ivan Rota

In occasione della seconda serata della 62esima edizione del Festival di Sanremo 2012, Gianni Morandi ha scelto uno smoking con giacca ad un bottone color midnight blue con effetto moiré, revers a lancia in velluto nero, abbinata ad un paio di pantaloni neri con piping in velluto ton sur ton, camicia bianca con bottoni a contrasto, papillon nero e scarpe stringate in vernice nera. Diciamo che il ragazzo di Monghidoro di strada ne ha fatta ed è decisamente elegante. Ma tra Celentano e farfalline, che fatica questo secondo Festival da conduttore.

In occasione della terza puntata della trasmissione televisiva L’Isola dei Famosi, Laura Barriales ha indossato un abito in chiffon di seta con corpetto ricamato da paillettes e perline, e gonna a micro balze della collezione Blugirl primavera/estate 2012. La ragazza è carina, ma è stata sostituita come opinionista. Lei dice che è dovuta andare per lavoro a Madrid, ma pare che invece il suo agente le abbia consigliato di smettere con L’Isola dei Famosi… 58 For Magazine


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La bella fidanzata di Cristiano Ronaldo, Irina Shayk, ha partecipato al lancio di Sport Illustrated Swimsuit Edizione 2012, al Crimson di New York. Ha arricchito la sua bianca mise YSL con più di un milione di dollari di preziosi de Grisogono, e più precisamente con uno stupendo collier di diamanti bianchi e neri, orecchini ed anello in parure. Il diamante nero, emblema della maison svizzera di orologi e gioielli, unito al suo fascino intenso e misterioso, ha fatto sì che la splendida Irina ancora una volta scegliesse di illuminare così il suo volto. Ronaldo continua a segnare gol, Irina è sempre più conosciuta come top model… che coppia!

La modella ceca Ivana Mrazova, per la sua prima entrata in scena al Festival di Sanremo, ha indossato un abito strapless di organza color blu notte, con spacco laterale, ruches a contrasto e ricami ton sur ton, abbinato ad un paio di sandali incrociati in raso blu con plateau. Per il secondo cambio, invece, Ivana ha scelto un abito in chiffon color pesca, con spalline incrociate sulla schiena e gonna a balze plissettate. La valletta “belante” ci piace, soprattutto quando non parla e quando… non si fa rubare l’abito da Belen (come successo quando è rimasta bloccata in camera sua dal torcicollo!). 59 For Magazine


ForCINEMA magazine di Silvestro Bellobono Tra i produttori del film figura anche il divo Will Smith con la sua Overbrook Entertainment, la compagnia di produzione realizzatrice di grandi successi come Hitch e La ricerca della felicità.

una spia non basta Guerra aperta tra i due migliori agenti della Cia, nonché grandi amici d’infanzia, disposti a tutto per prevalere l’uno sull’altro. E non per fronteggiare una minaccia terroristica. Bensì per conquistare l’amore di una donna

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Reese Witherspoon (36 anni) nel marzo 2011 ha sposato il suo agente, Jim Toth. L’attrice è al secondo matrimonio dopo quello durato 7 anni con il collega Ryan Phillippe.

Franklin Delano Roosevelt Foster, meglio noto come FDR (Chris Pine) e John Tuck (Tom Hardy) sono due agenti segreti della Cia, uniti da un profondo legame di amicizia sin dalla tenera età. Il primo è un ragazzo affascinante e molto sicuro di sé, il classico sciupafemmine poco incline ai legami affettivi. Il suo migliore amico è invece un uomo più introverso e profondamente indeciso quando si tratta di rapportarsi col gentil sesso, tutto l’opposto rispetto al temperamento coraggioso che mette nel suo lavoro. I due formano una coppia insuperabile, sono i migliori tra tutte le spie dell’intelligence, dimostrando notevoli capacità professionali nel dare la caccia ai criminali. Ma all’improvviso, e per una serie di coincidenze fortuite, il loro legame viene messo a dura prova da una donna, di cui entrambi si innamorano perdutamente. Lauren Scott (Reese Witherspoon) è bellissima, brillante e preparata nel suo lavoro. Però in fatto di uomini è totalmente incapace e insicura. Così le viene in soccorso la cara amica Trish (Chelsea Handler) che la iscrive ad un’agenzia matrimoniale su internet, dove è registrato anche Tuck. Nonostante le perplessità iniziali i due decidono di incontrarsi e durante il primo appuntamento le cose sembrano andare bene. Ma a fine serata, dopo essersi salutati, Lauren entra in un negozio e per puro caso incappa in FDR, che resta folgorato dalla sua bellezza e inizia a farle una corte spietata. Se per la ragazza sarà difficile scegliere chi frequentare, per i due agenti la scoperta di aver perso la testa per la stessa donna sarà un vero shock. Ma siccome in amore e in guerra tutto è permesso, FDR e Tuck cominceranno a darsi battaglia senza esclusione di colpi bassi, alcuni davvero sleali e devastanti, per conquistare il cuore di Lauren. E non esiteranno a mettere in campo tutte le loro competenze professionali ed equipaggiamenti tecnologici, scatenando un’escalation di distruzione che coinvolgerà l’intera New York, intrecciando la loro battaglia privata

con quella per fronteggiare i propositi bellicosi di Heinrich (Til Schweiger), un minaccioso commerciante d’armi che intende vendicarsi di entrambi poiché li ritiene responsabili della morte di suo fratello. Una spia non basta si iscrive di diritto in quel filone di pellicole che miscela brillantemente (specie quando il budget della produzione lo permette) le sequenze dell’action classico – e quando ci sono di mezzo le spie i riferimenti a James Bond sono puramente voluti – con i toni più scanzonati della comedy, in questo caso romantica. Proprio in virtù di tale fusione di generi la scelta di McG in regia è la più azzeccata. Infatti, Joseph McGinty Nichol (questo il suo vero nome) è stato l’autore di Charlie’s Angels (2000) e Charlie’s Angels - Più che mai (2003), i due film ispirati all’omonima serie Tv degli anni ’70, ben accolti al botteghino grazie alla presenza di numerose star femminili (Cameron Diaz e Demi Moore su tutte). Ovviamente in questo tipo di operazione è determinante il carisma degli interpreti e l’alchimia che sul set si genera tra loro. E puntando sul premio Oscar Reese Witherspoon si va sempre sul sicuro. La star di Pleasantville, che dopo i successi de La rivincita delle bionde e sequel ha toccato cachet da 20 milioni di dollari a film, è non solo un’attrice affermata, ma anche un’imprenditrice con il fiuto degli affari, come dimostra la sua casa di produzione cinematografica Type A, che già dal nome rivela tutta la tenacia e le doti manageriali della bella Reese, ottimo esempio di bionda con cervello. Più tortuosa e problematica invece la strada che ha portato a scegliere i due protagonisti maschili: infatti all’inizio si era optato per la coppia Sam Worthington e Bradley Cooper che però, a causa di impegni precedenti, hanno dovuto rinunciare ai ruoli, andati in seconda battuta a Tom Hardy (rivelatosi al grande pubblico con RocknRolla e Inception) e Chris Pine. Quest’ultimo ha tutte le carte in regola per essere un talento in ascesa verso l’Olimpo dei divi

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Tom Hardy (34 anni) e Chris Pine (31 anni) hanno girato senza alcuna controfigura le sequenze di azione e acrobazie del film. La loro audacia ha reso più verosimili le scene.

hollywoodiani: dopo aver esordito con le commedie zuccherose Principe azzurro cercasi (accanto ad Anne Hathaway) e Baciati dalla sfortuna (con Lindsay Lohan), ha fatto il salto di qualità nel 2009, prima interpretando il capitano James T. Kirk nell’ultimo Star Trek firmato J.J. Abrams, e poi recitando da co-protagonista al fianco di Denzel Washington nel thriller d’azione Unstoppable - Fuori controllo di Tony Scott. Da segnalare nel cast anche la presenza nei panni del cattivo di Til Schweiger, attore tedesco il cui nome dice poco, ma che qualsiasi appassionato di cinema conosce come il ruvido Sergente Hugo Stiglitz, personaggio memorabile del celeberrimo film di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria.

SCHEDA DEL FILM REGIA: McG SCENEGGIATURA: Timothy Dowling, Simon Kinberg CAST: Reese Witherspoon, Tom Hardy, Chris Pine, Chelsea Handler, Til Schweiger, Angela Bassett, Abigail Spencer, Laura Vandervoort, Leela Savasta, David Koechner GENERE: Commedia, Azione DURATA: 98' DISTRIBUITO DA: 20th Century Fox

Pine ha un lungo curriculum teatrale: nel 2011 è stato premiato come “Migliore Performance Protagonista” da parte del LA Drama Critics Circle.

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For magazine Kate Winslet (36 anni) e Leonardo DiCaprio (37 anni), dopo l’esperienza di Titanic, sono tornati a lavorare insieme solo nel 2008 con il drammatico Revolutionary Road, acclamata pellicola di Sam Mendes, a quei tempi marito della Winslet.

TITANIC 3D In occasione del centenario per il varo del transatlantico tristemente piĂš famoso del mondo, James Cameron riporta nelle sale la magia in tre dimensioni del suo capolavoro. Sulle note di My heart will go on si parte di nuovo (e si naufraga) in compagnia di Jack e Rose 63 For Magazine


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Di Caprio e Danny Nucci in un momento di relax sul set. Non esistendo teatri di posa sufficientemente grandi, la 20th Century Fox acquistò 16 milioni di metri quadrati di costa lungo la spiaggia di Rosarito in Messico, dove venne ricostruito a grandezza naturale (scala 1:1) il 90% del Titanic.

Siete pronti a salpare ancora una volta da Southampton verso New York sull’“inaffondabile” Nave dei Sogni? Con la speranza che questa volta le moderne tecnologie e il buon senso dell’uomo riescano ad evitare un iceberg truffaldino? In un’epoca in cui le imbarcazioni da crociera extralusso ancora affondano per colpa di uno scoglio, il leggendario Titanic riparte per rinnovare l’epica e le emozioni di un film che nel 1997 ha rappresentato non solo un capolavoro di tecnica e sapiente mix di ingredienti vincenti, ma anche un fenomeno di costume mondiale, capace di portare al cinema milioni di persone e un’intera generazione di adolescenti catturate dal fascino del nuovo divo, Leonardo DiCaprio, al punto da vedere e rivedere la pellicola fino a otto, nove, dieci volte! James Cameron, da grande mago degli effetti speciali, nonché da lungimirante business man, ripropone l’opera che lo ha reso celebre a 100 anni esatti da quell’aprile del 1912, quando il transatlantico britannico si inabissò in mezzo all’Oceano Atlantico durante il suo viaggio inaugurale. Le cronache di allora parlano di un drammatico affondamento della nave avvenuto 2 ore e 40 minuti dopo la collisione con un iceberg, che provocò l’apertura di alcune falle lungo la fiancata destra del natante, facendolo spezzare in due tronconi e successivamente sollevare in verticale, prima di essere definitivamente ingoiato dagli abissi. Queste sequenze, riprodotte visivamente in maniera magistrale da Cameron quindici anni fa, acquistano oggi una dimensione più

realistica e imponente grazie alla nuova versione completamente rimasterizzata in digitale e convertita in 3D, realizzata sotto la supervisione dello stesso regista: l’acqua che invade lo scafo, lo scricchiolio del metallo, le ciminiere che cadono, la paura sui volti dei protagonisti e il freddo pungente che porta all’ipotermia esondano dal grande schermo, diventando palpabili e andando incontro agli occhi degli spettatori. «Vogliamo mostrare il film in sala a una generazione, quella nata dopo il 1997, che lo ha visto solo in home video. Ma anche gli altri apprezzeranno». Con queste parole l’eclettico cineasta canadese ha motivato la decisione di riportare in vita la tracimante storia d’amore tra l’artista giramondo Jack Dawson e la viziata aristocratica Rose DeWitt Bukater. È proprio il caso di dire che ne è passata di acqua sotto i ponti per i due interpreti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, ieri giovani promesse semisconosciute ai più o idoli dei teenager, oggi star affermate e di infinita bravura, di sicuro tra i migliori attori della loro generazione. La loro vicenda verosimile, all’interno di quella storica della grande nave che affonda, ha contribuito non poco alle fortune di Titanic, per comprendere il cui successo basta leggere alcuni numeri: il film è stato il più costoso mai realizzato fino ad allora con 200 milioni di dollari di budget, più altri 85 milioni spesi per la promozione, e ha totalizzato il secondo maggiore incasso mondiale di tutti i tempi, pari a 1.850.300.000

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Billy Zane (46 anni) con la Winslet. L’attrice britannica è stata nominata all’Oscar ben 6 volte (inclusa la candidatura per Titanic) prima di vincere la meritata statuetta nel 2009 con The Reader. Nel suo palmarès figurano anche 3 Golden Globe, l'ultimo dei quali per la miniserie Tv Mildred Pierce.

dollari, venendo superato soltanto nel 2010 da Avatar dello stesso Cameron; ha ricevuto 14 nomination all’Oscar nel 1998, vincendo la cifra record di 11 statuette, tra le quali miglior film e miglior regia, e diventando così il film più premiato della storia insieme a Ben-Hur (1959) e Il ritorno del Re (2003). L’uscita del nuovo Titanic il 6 aprile nelle sale di tutto il mondo è molto attesa, e c’è da scommettere che la lunga sequela di record legati a questa pellicola sia destinata ad aumentare, ricoprendo di gloria ancora una volta il papà del 3D moderno che, da Terminator in poi, è sempre riuscito a creare intorno ai suoi lavori un’atmosfera di evento, oltre a uno strumento di ingenti guadagni ruotanti intorno al battage pubblicitario-mediatico e alla commercializzazione dei suoi prodotti. Del resto in questa logica di mercato non è il solo. Infatti, l’avventura del naufragio più famoso della storia di Hollywood non è l’unica a subire un restyling tridimensionale: nella lista sono finiti anche Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma di George Lucas, che riproporrà l’intera saga di Guerre Stellari, Il Re Leone, La bella e la bestia, La sirenetta della Disney, Alla ricerca di Nemo della Pixar, e si parla già di altri mitici film del passato come Chi ha incastrato Roger

Rabbit? e la trilogia di Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis, e persino Blade Runner di Ridley Scott. Qualche purista della Settima Arte storcerà il naso, però è anche vero che per tutti gli appassionati è un gran piacere rivedere Jack e Rose sulla prua del Titanic, e riascoltare la soave voce di Celine Dion mentre intonando My heart will go on canta l’amore immortale.

SCHEDA DEL FILM REGIA: James Cameron SCENEGGIATURA: James Cameron CAST: Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Bill Paxton, Gloria Stuart, Bernard Hill, Victor Garber, Danny Nucci, Jason Barry, Suzy Amis GENERE: Drammatico, Romantico, Storico DURATA: 194' DISTRIBUITO DA: 20th Century Fox USCITA: 6 aprile 2012

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For magazine I set del Rosemoor Animal Park hanno richiesto nove mesi per essere realizzati. Gli scavi e la costruzione sono durati quattro mesi, con il supporto congiunto di più di centoquaranta falegnami, pittori, imbianchini, scultori, staff del reparto artistico.

LA MIA VITA è UNO ZOO Per superare il trauma dovuto alla perdita della moglie un uomo decide di comprare un giardino zoologico in disuso, nella speranza di farlo rifiorire con l’aiuto dei figli e di una bella animalista. Buoni sentimenti e tanto spirito d’avventura 66 For Magazine


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Matt Damon (41 anni) e Scarlett Johansson (27 anni) con il regista Cameron Crowe (54 anni), che a proposito dell’attrice newyorkese ha dichiarato: «Scarlett arricchisce di umanità Kelly e il suo spirito ferocemente protettivo».

Del suo personaggio Damon ha detto: «Benjamin non sa nulla di zoo ma, assecondando lo spirito d'avventura che la defunta moglie ha sempre apprezzato, decide di acquistare la proprietà, perché tutti hanno bisogno di un cambiamento».

Ritorna Cameron Crowe. E lo fa con un film per tutta la famiglia. Lo stimato regista di Jerry Maguire, Quasi famosi, Vanilla Sky, Elizabethtown è solito indagare nelle sue opere l’interiorità e l’inquietudine dei suoi personaggi, spesso dei borderline in crisi d’identità e alla ricerca di qualcosa. Ma soprattutto nei suoi precedenti lavori c’era sempre un lato personale, intimista e talvolta autobiografico (come in Quasi famosi) dal quale ora il cineasta californiano si allontana volutamente. La mia vita è uno zoo, invece, è tratto dal libro di Benjamin Mee. «Per me era un tipo di film diverso, proprio perché non volevo farne una storia personale», spiega Crowe commentando la pellicola. «Una delle ragioni per cui ero interessato a girare il film – aggiunge – era che volevo diffondere un po’ di gioia nel mondo. Questo è un film che suscita gioia, fa sentire vivi e parla di come si può trasformare la perdita in una fonte d’ispirazione. La vicenda infonde un senso di amore per la vita, umana e animale». Tutta la trama ruota intorno alla storia vera di Benjamin Mee (Matt Damon), uno scrittore di avventure e giornalista di un quotidiano di Los Angeles, rimasto vedovo dopo aver perso la moglie a causa di un cancro. Con due figli da crescere, pochi soldi e tante difficoltà da gestire, Mee decide di reagire dando una svolta alla sua vita e offrendo alla sua famiglia la possibilità di ricominciare altrove. Così lascia il lavoro, e con i pochi risparmi compra una vecchia casa nella campagna inglese con sette ettari di terreno, incluso uno zoo semiabbandonato chiamato Rosemoor Animal Park, in cui vivono ancora 47 animali curati dalla responsabile del parco Kelly Foster (Scarlett Johansson). Nonostante l’inesperienza, l’uomo si lancia nell’impresa di riaprire lo zoo, rivitalizzandolo con l’aiuto dei figli, di un gruppo di fedeli collaboratori e della comunità locale. L’impresa non sarà facile, tra animali che fuggono e contrasti familiari all’ordine del giorno, ma l’ex scrittore non si arrende. Ora per lui non si tratta più di scrivere una storia d’avventura, ma di viverla in prima persona. Per interpretare Benjamin Mee, padre single e irremovibile nelle sue convinzioni, è stato scelto Matt Damon, un interprete capace di dare al personaggio il giusto senso di equilibrio e compostezza, di determinazione e umorismo. Il 41enne attore americano è da anni una star apprezzata per le sue doti di versatilità recitativa che lo portano a spaziare con facilità da un genere all’altro. Infatti, dopo Will Hunting – Genio ribelle (1997), il film che ha rivelato il suo talento, Damon non si è più fermato, inanellando una serie lunghissima di ruoli di successo che gli hanno permesso di lavorare con i più grandi registi

hollywoodiani, da Steven Spielberg a Robert Redford, da Martin Scorsese a Clint Eastwood, dai fratelli Coen a Steven Soderbergh (con il quale, in virtù di un autentico legame di amicizia, ha girato ben sei film). L’eclettismo e il phisique du role di Demon ne fanno l’interprete perfetto sia per le pellicole più intense, drammatiche, impegnate, sia per i più commerciali blockbuster, come per esempio la trilogia di Jason Bourne, l’ex agente segreto privo di ricordi del suo passato, campione di incassi ai botteghini di tutto il mondo. Nei panni della protagonista femminile c’è la sensuale Scarlett Johansson, ex ragazza prodigio (Lost in Translation, La ragazza con l’orecchino di perla) e un tempo musa di Woody Allen (Match Point, Scoop, Vicky Cristina Barcelona). Dopo qualche passaggio a vuoto con film poco riusciti o in ruoli marginali, la Johansson prova a dare nuovo slancio alla sua carriera, per dimostrare di non essere sono una donna avvenente e da prima pagina dei tabloid, ma anche un’attrice dotata, finalmente matura e pronta per ruoli più impegnativi. Il film di Crowe potrebbe essere l’occasione giusta per lei. Completano il cast il simpatico Thomas Haden Church (Sideways, Spider-Man 3) e la giovanissima Elle Fanning, sorella della più famosa Dakota Fanning. La mia vita è uno zoo è stato girato in esterni a Los Angeles, prima di trasferire le location una cinquantina di chilometri a nord, nel Greenfield Ranch a Thousand Oaks, dove è stato costruito il set del Rosemoor Animal Park. Lo zoo comprendeva recinti per gli animali, percorsi pedonali, fontane, flora e fauna variegate, un giardino delle sculture e un anfiteatro.

SCHEDA DEL FILM REGIA: Cameron Crowe SCENEGGIATURA: Aline Brosh McKenna, Cameron Crowe CAST: Scarlett Johansson, Thomas Haden Church, Colin Ford, Desi Lydic, Patrick Fugit, Elle Fanning, Maggie Elizabeth Jones, Stephanie Szostak GENERE: Commedia DURATA: 90' DISTRIBUITO DA: 20th Century Fox USCITA: 20 aprile 2012

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For magazine È stato l’accurato tratteggio dei protagonisti ad attrarre Richard Gere (62 anni): «In questa storia tutti sono dei bravi bugiardi, e questo fa di loro dei personaggi particolarmente interessanti per un attore», ha commentato la star di Pretty Woman.

THE DOUBLE Chi si nasconde dietro il misterioso killer russo conosciuto come Cassius? Agli agenti Paul e Ben il difficile compito di scoprirlo. Ma tra l’omicidio di un senatore, una lunga scia di delitti e il dubbio di una doppia identità non tutto è come appare 68 For Magazine


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Richard Gere e Martin Sheen (71 anni). Entrambi hanno “combattuto” le loro guerre sul grande schermo: il primo come marine in Ufficiale e gentiluomo, il secondo come capitano dell’esercito in Vietnam in Apocalypse Now.

Dopo le ottime impressioni suscitate, nel pubblico e nella critica, per le sceneggiature di Quel treno per Yuma (western classico con Russell Crowe) e Wanted – Scegli il tuo destino (adrenalinico action con Angelina Jolie), la coppia Michael Brandt e Derek Haas ci riprova. E stavolta con una responsabilità in più: Brandt debutta dietro la macchina da presa. The Double è una spy story con tutti gli ingredienti basilari, inclusi veterani della Guerra Fredda ancora in attività. Un thriller-poliziesco con incursioni dovute nell’action movie, tipiche non solo dei due autori, ma anche di questo filone cinematografico. «Amiamo il processo di scrittura e certamente adoro dirigere e avere Derek come produttore al mio fianco», rivela Brandt, che come sua consuetudine si è rifiutato di scrivere la storia chiuso nella stessa stanza del suo collega. Infatti, la loro collaborazione prevede di inviarsi costantemente via mail le varie stesure del copione. «Il nostro obiettivo è quello di fare sempre meglio – sottolinea Haas –. Capita che la battuta che hai scritto non sia ottima come quella che hai appena ricevuto. Da qui allora: fare sempre meglio». Questo “fare meglio” si è tradotto nel risultato finale di The Double. Paul Shepherdson (Richard Gere) e Ben Geary (Topher Grace) sono un’insolita coppia di investigatori. Paul è un ex operativo della Cia in pensione che viene reintegrato per un’ultima delicata missione, durante la quale deve fare coppia con Ben, un giovane e poco esperto agente dell’Fbi. Il loro compito è fare luce sul misterioso omicidio di un noto senatore degli Stati Uniti, un delitto che porta il marchio di fabbrica di uno spietato killer russo, conosciuto con il nome in codice di Cassius, da lungo tempo creduto morto. Dopo aver speso gran parte della sua carriera a dare la caccia sia a lui sia ai suoi rivali, Shepherdson accetta il caso seppur controvoglia. Geary, invece, ha studiato la storia di Cassius sin da prima di iniziare la sua carriera all’Fbi, scrivendo addirittura la sua tesi di laurea sulla figura di questo assassino. A differenza di Shepherdson, Geary crede che Cassius sia tornato e abbia ricominciato la sua scia di omicidi. Mentre i due agenti prendono in esame le scene dei crimini, nuovi indizi vengono svelati e si fa strada una nuova pista: Cassius potrebbe non essere la persona che loro credono. Dare la caccia alla sua doppia identità rischia di diventare molto pericoloso. E non tutto potrebbe essere come sembra. Per il complesso personaggio del vecchio agente della Cia dal passato tormentato, la produzione ha pensato subito a Richard

Topher Grace (33 anni) nasce come star della Tv, dove acquista fama con la sit-com That ’70s Show. Nella sua carriera anche un’esperienza come doppiatore: nel 2002 ha prestato la voce a Lucignolo nella versione inglese del Pinocchio di Benigni.

Gere. L’ex “american gigolò” non è nuovo ai ruoli del rude poliziotto dal carattere combattuto e controverso, basti pensare alle sue apprezzate performance in Affari sporchi, Identikit di un delitto e Brooklyn’s Finest. Proprio la sua presenza e il grande onore di lavorare con lui ha fatto da traino per l’altro protagonista del film, Topher Grace (già visto in Traffic e Spider-Man 3), che a proposito del suo collega ha dichiarato: «In questo mestiere nessuno è più grande di Richard Gere. Lui è in grado di fare qualsiasi cosa, più volte e in diversi generi. Soltanto ritrovarmi al fianco di uno come lui è stato bellissimo».

SCHEDA DEL FILM REGIA: Michael Brandt SCENEGGIATURA: Michael Brandt, Derek Haas CAST: Richard Gere, Topher Grace, Tamer Hassan, Stana Katic, Stephen Moyer, Martin Sheen, Odette Yustman GENERE: Thriller DURATA: 98' DISTRIBUITO DA: Eagle Pictures

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For magazine John Cusack (46 anni) interpreta Edgar Allan Poe, a una poesia del quale il film si ispira. Sono ben 14 le pellicole cinematografiche tratte dalle opere dello scrittore-poeta statunitense.

THE raven Quando, nell’America del XIX secolo, un omicida seriale compie sanguinosi delitti, ispirandosi ai racconti di Edgar Allan Poe, sarà lo scrittore in persona ad indagare al fianco della polizia per fermare l’assassino prima che sia troppo tardi 70 For Magazine


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Baltimora, 1849. Dopo un efferato omicidio che vede coinvolte una madre e una figlia, Emmet Fields (Luke Evans), il giovane detective che si occupa del caso, si accorge presto che il duplice assassinio ricalca nei minimi dettagli la metodologia descritta sul quotidiano locale, e ispirata ad una serie di racconti polizieschi del celebre scrittore Edgar Allan Poe (John Cusack). Mentre quest’ultimo è convocato al commissariato, dove interrogato dalla polizia fornisce il proprio alibi, un altro cruento delitto viene commesso in città, e ancora una volta il modus operandi rimanda alle opere di Poe. L’ispettore Fields capisce allora che un folle serial killer sta seminando il panico in un perverso gioco tra il gatto e il topo, che vede tra le potenziali vittime anche una donna vicina allo scrittore. È a questo punto che Poe in persona inizia a collaborare con la giustizia, ricorrendo a tutto il suo intuito e alle sue abilità investigative, allo scopo di porre fine a questo massacro. Gli espedienti narrativi della suspense e le sequenze d’azione coinvolgenti ci sono tutti in questo thriller gotico diretto da James McTeigue, che di certe atmosfere inquietanti, immerse in un contesto dinamico e adrenalinico, è ormai un maestro. Infatti, dopo aver collaborato con i fratelli Wachowski nella loro famosa trilogia Matrix, il regista australiano dà ottima prova del suo talento con il cult movie V per Vendetta (2005), adattamento cinematografico del fumetto fanta-politico di Alan Moore. Inoltre, benché non accreditato ufficialmente, McTeigue partecipa nel 2007 alle riprese finali e al montaggio definitivo del fantascientifico Invasion con Nicole Kidman e Daniel Craig. The Raven, soprattutto dal punto di vista dell’impatto visivo, ricorda molto da vicino V per Vendetta, anche se, in virtù dello spunto letterario alla base del film, sono altrettanto forti i riferimenti agli ultimi due Sherlock Holmes firmati Guy Ritchie. Nei panni eleganti di Edgar Allan Poe c’è John Cusack (Con Air, Essere John Malkovich, 2012), attore brillante e spesso sottovalutato, perché etichettato come un interprete di genere per pellicole leggere e comiche, quando invece riesce ad esprimersi ottimamente anche in prodotti più impegnativi e drammatici (commovente la sua interpretazione di un padre vedovo nell’intenso Grace is gone). Al suo fianco come co-protagonisti ci sono Luke Evans (Robin Hood, Tamara Drewe), l’affascinante Alice Eve (Crossing Over, Sex and the City 2) e Brendan Gleeson (Ritorno a Cold Mountain, Troy, In Bruges - La coscienza dell'assassino). The Raven, ossia Il Corvo, è il titolo di una poesia contenuta in una raccolta di Edgar Allan Poe scritta nel 1845. Il componimento narra della misteriosa visita di un corvo parlante (che pronuncia solo le parole “mai più”) a un amante confuso, gettandolo nella follia. La poesia, come altri lavori di Poe, analizza i sensi di colpa dell’uomo, che si auto-condanna per espiare le proprie gravi responsabilità. Il Corvo evoca, oltre al grottesco, anche un terrore fisico fatto di sequenze disturbanti a livello psicologico e immagini molto crude, che la pellicola di McTeigue ricrea abilmente.

Alice Eve (30 anni) nel 2008 ha attirato l’attenzione di Broadway e del West End di Londra per l’acclamato Rock N Roll, spettacolo scritto da Tom Stoppard e diretto da Trevor Nunn, nel quale ha recitato al fianco di Rufus Sewell e Brian Cox.

SCHEDA DEL FILM REGIA: James McTeigue SCENEGGIATURA: Hannah Shakespeare, Ben Livingston CAST: John Cusack, Alice Eve, Luke Evans, Brendan Gleeson, Kevin McNally, Pam Ferris, Brendan Coyle, Oliver Jackson-Cohen, Dave Legeno, Sergej Trifunovic GENERE: Thriller DURATA: 111' DISTRIBUITO DA: Eagle Pictures

È tra gli attori di Hollywood in ascesa: Luke Evans (33 anni, a sinistra) fa parte del cast dell’attesissimo Lo Hobbit di Peter Jackson.

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For magazine CONSIGLI & SCONSIGLI di Dina D’Isa

Il Film da non perdere

LA SOURCE DES FEMMES

Le donne del villaggio mentre inscenano la loro protesta. Il film di Radu Mihaileanu è stato presentato a Cannes 2011.

In un piccolo villaggio, perduto tra il Nord Africa e il Medio Oriente, le donne fin dalla notte dei tempi vanno a cercare l’acqua alla fonte, in cima ad una montagna, sotto un sole cocente. Leila, una giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero dell’amore: niente più coccole e niente più sesso se gli uomini non porteranno l’acqua al villaggio. Così, tra colori, musiche, danze e amori, La Source des femmes (La sorgente dell’amore), il nuovo film di Radu Mihaileanu rievoca una favola di antiche atmosfere, come quelle da Mille e una notte, che svela una storia realmente accaduta, quella di molte donne musulmane. Al centro della vicenda c’è questo gruppo di mogli, il cui viaggio quotidiano in cima alla montagna per prendere l’acqua, mette a rischio la propria vita e quella dei bambini che spesso portano in grembo, causando cadute lungo il sentiero che possono provocare anche aborti. Scoppia così un’autentica guerra dei sessi, dove non tutti gli uomini e tutte le donne saranno però dalla stessa parte.

Su tutto emerge l’amore di Sami per la propria moglie Leila, promotrice della ribellione, e le passioni represse, come la gelosia di Fatima nei confronti della nuora – sempre Leila – rea di averle “rubato” gli uomini della sua vita. Colpi di scena e tante emozioni per un film che sarà al cinema a marzo, nel mese delle donne. Non è un film politico, ma è facile ritrovare tutte le tematiche del mondo arabo: la lotta per i propri diritti, l’accesso alla scuola, l’anacronismo della tradizione rispetto alla modernità del mondo, il rigore di una religione troppo spesso basata su una interpretazione integralista, il dominio dell’impero maschile, l’ansia dell’emancipazione femminile. Mihaileanu punta più sulla favola che sulla denuncia, ma alla fine sta dalla parte delle donne: sono infatti gli uomini a fare la parte dei fannulloni che trascorrono il tempo al bar a ribadire, secondo la propria cultura, che “la sorgente delle donne sono gli uomini”.

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For magazine Il Film da evitare

JACK E JILL

Adam Sandler (45 anni) è anche produttore del film con la sua compagnia, la Happy Madison Productions.

Jack è un pubblicitario di successo, padre felice e marito innamorato. Ma ha anche un punto debole: la sua unica ossessione è la sorella gemella Jill, identica a lui, ma più grassa e più goffa. Durante la festa del Ringraziamento, mentre cerca di convincere Al Pacino a diventare il testimonial di una azienda, arriva Jill, invadente sorella, sola e senza amici ad eccezione di un pennuto che porta sempre con sé. Come se non bastasse, la gemella si insedierà a casa della famiglia di Jack creando un tragi-comico parapiglia. Con la cadenza metodica e puntuale di un cinepanettone, le commedie di Adam Sandler si presentano annualmente sul mercato americano: Jack and Jill è una comedy demenziale, ma più che altro è un esagerato omaggio a Sandler, che si ritrova ad animare una pellicola, firmata da Dennis Dugan, dai toni ridicoli e invedibili. Per il pubblico americano, l’attore è l’incarnazione della commedia popolare e il trasformismo da travestito è solo un

pretesto per esporre Sandler in un ruolo sconcertante, che non fa per niente ridere, ma annoia e fa venire voglia di abbandonare la poltrona del cinema, anche se il divo prova ad essere nel contempo sia un maschio cinico e sarcastico sia una donna infantile e petulante. Tante le star (qui inutili) che sfilano nel film: da John McEnroe a Shaquille O’Neal, da Johnny Depp a Dana Carvey, fino al mostro sacro Al Pacino, che fa più di una semplice comparsata e sta al gioco al punto da ridicolizzare tutto, persino il suo simbolo di grande attore.

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For magazine star

Patty Pravo è nata a Venezia il 9 aprile 1948. Qui ha studiato pianoforte, composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Benedetto Marcello. Una carriera, iniziata nel 1966, straordinaria: 27 album, 85 pubblicazioni internazionali, oltre 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. I suoi concerti live del mese di marzo si concludono il 30 e 31 al Blue Note di Milano.

di Antonio Osti

Pensiero stupendo Inarrivabile Patty Pravo. Bella, sexy, ha dettato la moda a intere generazioni e ha vissuto amori appassionati e discussi. Geniale e libera, sempre coerente con se stessa. Eccola in alcuni scatti di Bruno Oliviero in riva al mare e in acqua. Quando? Ieri, oggi, domani 74 For Magazine


For magazine Il nuovo singolo di Patty Com’è bello far l’amore è la colonna sonora dell’omonimo film diretto da Fausto Brizzi uscito a febbraio. Con la sua solita eleganza, la diva della canzone italiana regala nuove emozioni con un brano intenso e coinvolgente, scritto da Bruno Zambrini, Fausto Brizzi e Marco Adami. Così commenta la Pravo: «Come avrei potuto dire di no ad un regista come Fausto Brizzi? E come dire di no al mio amico Zambrini? E poi mi piace ascoltare le mie canzoni al cinema!».

Un giorno a Parigi sugli Champs Elysées, passeggiando con Mick Jagger e parlando del più e del meno…». Straordinaria Strambelli, che racconta con assoluta nonchalance uno dei tanti incontri importanti della sua vita. D’altra parte, una che da piccola frequentava Peggy Guggenheim ed Ezra Pound, Cesco Baseggio e il cardinal Angelo Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII)… Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo. Come chiamarla? Sentiamo lei (nel libro scritto con Massimo Cotto Bla, bla, bla…): «Come vuoi. Nicoletta, Nic, Nico, Nicky. Ma anche Patty va bene. Chi mi è davvero vicino mi chiama Strambelli. E anch’io mi chiamo così. I nomi sono nomi e basta. Certo, nessuno mi chiama Nicola, che è il mio vero nome. Strana scelta, lo so. Di mia nonna che amava questo nome perché aveva un debole per lo zio Nicola». È l’ultima Diva della musica italiana.

Già ragazza del Piper, anche se ricorda: «Sono passata alla storia come “La ragazza del Piper”, ma, in realtà, al Piper mi sono esibita non più di sei, sette volte». Ha attraversato la storia di questa nostra Italia cantando, andandosene ogni tanto, ritornando alla grande, tra parecchi amori e qualche scandalo: «Chi è libero non può essere comprato. La libertà è costosa e gli altri te le fanno pagare; dunque meglio portarsi dietro solo quella. Niente, perché tutto pesa. Io giro sempre sguarnita. Ti fai meno male. Tutti, parlando di me, hanno sempre citato il termine “trasgressione”. Io non sono trasgressiva. Si trasgredisce contro qualcosa o contro qualcuno. Io sono semplicemente libera. E, francamente, mi sono proprio stufata di questi quattro ragazzini che oggi si credono di essere grandi provocatori. Hanno vent’anni, il mondo in mano, e si lamentano». Politicamente

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scorretta? «Questa storia che io e Lucio Battisti fossimo fascisti, francamente non l’ho mai sentita in quegli anni. Solo dopo, molto dopo, qualcuno cominciò a dire che Lucio era di destra, ma non negli anni Settanta. Lucio era amato da tutti, e nessuno pensava alle sue idee politiche. Semplicemente, immagino che tutti quegli artisti che non erano dichiaratamente schierati a sinistra fossero considerati di destra. In quel decennio si esa-

gerava in tutto e bisognava prendere posizione. Quelli che se ne fregavano, come me e Lucio, erano pochi. Io comunque non ho mai sbandierato le mie idee». Come conquistarla? Non con i fiori: «I garofani emanano una puzzetta sgradevole. Le rose rosse non soddisfano il mio gusto estetico. Se proprio qualcuno mi vuole portare dei fiori, può scegliere quelli da campo, o le composizioni (ci sono fiorai bravissimi che trasformano un

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piccolo mazzetto in un capolavoro armonico di natura e bellezza). O tulipani gialli. I doni che amo di più sono quelli semplici, piccoli pensieri fatti con amore». Allora, perché non provare con una bottiglia di vino? «Il vino non mi piace. Bevo acqua. E tè. Dentro il tè ci metto il ginseng. Al mattino tra acqua e tè con ginseng arrivo a circa due litri, cosa che a una persona normale farebbe venire subito la tachicardia. A me, invece, rilassa. È il mio corpo che decide per me, anche contro ogni regola del buon senso. Ed è per questo che i dottori al mio check-up annuale mi cacciano via subito, dicendomi che ho un’età biologica che forse è meglio che non vi riferisca…». L’ultimo exploit, per ora? Sentiamolo raccontato dal giornalista Cesare Cunaccia che l’ha seguita dal vivo: «Patty Pravo, semplicemente un mito. Pravo l’ha saputo dimostrare ancora una volta lo scorso 18 febbraio, il proprio straordinario talento, sul palcoscenico del Gran Teatro La Fenice di Venezia, la sua città natale, dove è ritornata per ricevere il prestigioso Cavalchina Award, conferitole per la superba parabola del suo lungo, favoloso percorso nella musica, ma anche per l’assoluta autonomia, la potente caratura di personalità, di donna e artista fuori da ogni possibile regola e definizione. Arrivata in Sala Grande su un destriero candido, Patty Pravo ha cantato un suo cavallo di battaglia, Col tempo, versione italiana di Gino Paoli di un malinconico sublime brano del chansonnier francese Léo Ferré, Avec le temps, proposta in maniera icastica, essenziale e toccante. Portava un geometrico abito antracite dello stilista palestinese Jamal Taslaq, vita altocinta a ramages neri, su una gonna ampia e svasata, una corolla rovesciata di purezza rinascimentale. Lei, araldica e lontana, partecipe e struggente, un leggìo con lo spartito accanto e soltanto il pianoforte ad accompagnarla, stagliata su una penombra avvolgente. La sala, affollatissima di un pubblico d’ogni età e provenienza, convenuto alla Fenice in occasione del Gran Ballo in maschera della Cavalchina, messo in scena da Matteo Corvino, d’improvviso catalizzata, silenziosa, catturata all’unisono da uno di quegli attimi irripetibili, arcani che talvolta la sorte ti può regalare. Molti i francesi, alcuni, che non la conoscevano, subito affascinati, sedotti dal sortilegio in atto». Altri sortilegi nei concerti live di Patty in questo mese di marzo, che si concluderanno sul palcoscenico del Blue Note di Milano (30 e 31). Ad aprile la nuova canzone scritta per lei da Vasco Rossi e a giugno la tournée estiva. Straordinaria Strambelli! Patty Pravo ha collaborato con veri e propri mostri sacri della musica: Vinicius de Moraes, Léo Ferré, Jacques Brel, Neil Diamond, Lucio Battisti, Franco Battiato, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Vasco Rossi, Giuliano Sangiorgi e Morgan.

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(Photo © Bruno Oliviero)


ForCARA magazine MARINA di Marina Ripa di Meana

scrivi a: marina@marinaripadimeana.it

Cara Marina, hai scritto che la cosa migliore della vita è avere un buon carattere, che vuol dire essere allegri, vivaci, creativi, ma anche saper tenere duro. Io ho 25 anni, sono un tipo gentile e remissivo. Non sono capace però di combattere. E finisce che perdo sempre. Beata te che sei una vincente e coraggiosa. Io credo di perdere anche perché mi spavento di tutto. Se mi rispondi, mi farai cosa gradita. Giuliana, Orvieto Cara Giuliana, è come dici tu: nella vita è molto importante anche saper tenere duro. Ti descrivi come remissiva e incapace di combattere, spaventata da ogni cosa. Spero che questo autoritratto corrisponda solo a un tuo momento, che a Milano definirebbero “inverso”. In fondo a 25 anni sei all’inizio della tua vita. Ti consiglio di fissarti obiettivi brevi, direi alla giornata, cercando di perseguirli con un po’ di tigna, anche quelli più spiccioli. La tenacia è il “body building” del carattere, e va esercitata ininterrottamente. Ti posso dire che, per esempio, da ragazza, alla tua età, a casa mi chiamavano “il disco rotto”, perché non mollavo con le mie proposte fin quando, esausti, i miei genitori cedevano. Ricordo che mio padre diceva che io più che coraggiosa ero incosciente. Certo, ho corso molti rischi, ma ho evitato di passare i miei anni sotto il segno della perplessità, coprendo le esitazioni con la spuma delle parole, le inutili “pappardelle”. E vedrai che se terrai duro come ti consiglio, a poco a poco smetterai di perdere e di aver paura della tua ombra. Non tener conto più di tan-

to di chi ti criticherà, osservando che da rassegnata ti sei trasformata in un vero crostino. Coraggio, respira a pieni polmoni e va’ avanti. Ciao, tua Marina Cara Marina, ho una figlia di 19 anni che tra qualche mese si sposerà. Ha deciso di fare un matrimonio in grande di tipo tradizionale: fiori, musica, abito bianco e soprattutto liste di nozze per i regali, incluso la lista per la luna di miele. Che ne pensi? Anna, Perugia Cara Anna, appartengo a quella minoranza che si rifiuta di fare un regalo di nozze firmando una lista. Ai miei occhi le liste sembrano misure sociali, una specie di “società di mutuo soccorso”. Non un gesto che corrisponde a una scelta, a un dono pensato, mirato per due persone alle quali vuoi bene. Ma io, anche per i matrimoni, non faccio testo, perché non mi è mai piaciuto stare nel branco e seguire iniziative collettive. Per fortuna risulto, appunto, stabilmente in minoranza. Altrimenti non avrei potuto affermare quello a cui tengo tanto: praticare sempre il principio di “irriverenza”. Ciao, Marina

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PROTAGONISTI di Tommaso Gandino

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI Francesca Faiella, attrice di teatro , Tv e cinema, ha un fisico minuto

perfettamente proporzionato e aggraziato. È equilibrata, elegante, sensibile. Insomma, brava e affascinante! In base a quali criteri sceglie di proporsi per un film, o di accettare una parte? «Mi propongo ai registi il cui lavoro mi piace e mi sorprende. Accetto una parte se il ruolo mi interessa e mi convince. Se è ben scritto e se la storia in cui vivrà il personaggio vale la pena per me di essere raccontata e vista». Come si prepara a interpretare un film? Ha una sua tecnica personale? «La tecnica è qualcosa che si apprende a scuola e continuando a studiare per tutta la vita. Alla scuola Paolo Grassi di Milano, che ho frequentato per 4 anni, si parlava di imparare la tecnica per poi scardinarla ed essere liberi di utilizzarla a piacimento, senza più pensarci. Per questo oggi non ne adotto una in particolare, è il personaggio che ti porta d’istinto ad utilizzarne una piuttosto che un’altra». Per un attrice ogni nuovo film è un esame… «Dai tempi dell’università il mio personale concetto di “sottopormi” ad un esame è cambiato. Ho cercato di debellare l’idea

dell’ansia comprendendo che essendo lo studio e il lavoro una libera scelta è la voglia di capire che ti porta all’assimilazione di una cosa e alla verifica. L’esame ti mette a confronto con i dati di cui sei in possesso e ti fa capire quanto in realtà si è distanti dalla conoscenza vera e profonda delle cose, diventa un mezzo per interrogarsi sui molteplici aspetti della realtà, della storia, degli accadimenti, delle persone. In questa ottica un film è un esame, ma come lo è la mia vita di tutti i giorni». Lei cambia pelle a ogni film: come fa? Secondo lei calarsi nei panni di qualcun altro apre la mente? «La pelle purtroppo la si cambia in continuazione. Siamo, in quanto umani, degli esseri in continua mutazione e ci accomuna il classico destino. Ci sono dei fatti nella vita che ti obbligano a non restare cieco di fronte alle cose e a te stesso, e che ti insegnano ad accettare questa mutazione inevitabile. Fare questo mestiere ti aiuta a mantenere la coscienza accesa su questa evoluzione. Calarsi in un personaggio, cercare di capirlo, farlo proprio, avvicinarlo a sé è un processo che deve essere fatto senza morale, senza giudizio». L’aspirazione massima nella sua vita? «Diventare saggia … molto saggia! E fare tante cose belle».

LA FICTION CHE FA SOGNARE E RIFLETTERE Marco De Angelis, apprezzato produttore di film e serie-Tv, si affida

al melodramma:

tanto sentimento con una buona storia da raccontare. Che forse scuote le coscienze

Prima in Tv si producevano spaghetti western, fantascienza, commedie, animazione, horror, polizieschi: oggi si produce solo commedia. Perché? «Forse perché è il genere di attrattiva maggiore per il grande pubblico. Prima si lasciava più spazio all’immaginazione e ai sogni, che invece oggi hanno lasciato il posto solo alla comicità. I ritmi frenetici odierni creano un pubblico sempre più propenso allo svago. I polizieschi credo siano invece ancora molto presenti, basta guardare la serie televisive italiane ed americane». Come sceglie le fiction da realizzare per Rai e per Mediaset? «In base a quello che richiede il pubblico, ma anche azzardando alcune volte con qualche novità, come è accaduto con Incantesimo ed Elisa di Rivombrosa». Qual è la ricetta per una grande serie-Tv capace di far sogna-

re il pubblico? «Il melodramma è fondamentale per noi italiani, ed è quello che cerchiamo sempre di fare noi De Angelis con le nostre serie, cioè unire il sentimento con grandi storie da raccontare. Pensa che le fiction-Tv di testimonianza possano scuotere davvero le coscienze e aiutare il Paese a cambiare? «Continuiamo sempre a sperarlo. Infatti, l’ultima miniserie che abbiamo realizzato per Rai Uno, intitolata La vita che corre, è stata creata con questo scopo. Si tratta di una storia basata sui cambiamenti che gli incidenti stradali possono recare alla vita di ognuno di noi. Le persone si immedesimano molto nei personaggi dei film e forse questo può aiutare a scuotere le coscienze». Nel cinema noi arriviamo sempre dopo agli americani? «Se consideriamo l’anno passato c’è stata una grande crescita del pubblico che va al cinema. Noi stiamo scrivendo, con Edoardo Leo, una commedia piuttosto divertente che gireremo l’anno prossimo, è una storia molto particolare».

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For magazine PROTAGONISTI di Silvestro Bellobono

©Fabio Manca

Nella sua carriera da modella, iniziata a 16 anni, Barbara Delmastro Meoni indossa gli abiti di stilisti molto importanti, dei quali diviene presto, in virtù della sua bellezza e del suo portamento, una musa ispiratrice.

New York, sto arrivando!

Barbara Delmastro Meoni, ieri top model oggi imprenditrice, è l’esempio di donna tenace e brillante. Con un piede nell’industria del divertimento e uno nel mondo dello spettacolo. E con un sogno: l’America Dal mondo della moda a quello degli affari per lei il passo è stato breve. Proprietaria del Tabata Sestriere, Tabata City Torino, Le Vele di Alassio e Tabata Porto Cervo, quattro locali tra i più amati dal popolo della notte. Donna colta, raffinata, determinata. Artista dello spettacolo, visto che non disdegna i servizi fotografici e il cinema, la sua prossima scommessa. Scopriamo chi è davvero Barbara Delmastro Meoni. Modella, Pr, imprenditrice, attrice: come riesce a fare tante cose e, soprattutto, a farle con successo? «Speriamo che siano fatte bene! Io mi metto sempre in discussione, perché ho una forte insicurezza e devo prima convincere me stessa che una

cosa sia ben fatta. Questo comporta grandi sacrifici, soprattutto nella mia vita privata. Alla base di questo “saper far bene” c’è tanta passione, un grande amore per il mio lavoro e la capacità di credere in quel che si fa». Quale è stato il momento di svolta della sua carriera? «È stato esattamente cinque anni fa, quando ho deciso di uscire allo scoperto dopo quindici anni che vivevo nell’ombra. Così mi sono messa in prima linea, anche se confesso che all’inizio avevo un po’ di paura nell’affrontare il giudizio degli altri. Ma alla fine ho deciso lo stesso di mettermi in gioco e credo di aver fatto bene».

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«Penso che la discriminazione ci sia in ogni settore della vita. Talvolta assume la forma di un sano antagonismo quando uomo e donna sono concorrenti. Purtroppo sono i punti di vista diversi a generare spesso incomprensioni e scetticismi, che portano poi alla discriminazione vera e propria. Io col mio modo di fare e la mia dolcezza non sono mai stata prepotente, e credo che questo sia il migliore antidoto contro la discriminazione sessuale». In questo periodo di crisi economica un piccolo-medio imprenditore su chi può contare oltre che su se stesso? «È inutile negarlo, oggi c’è crisi per tutti e nessuno ti aiuta, a cominciare dalle banche. Perciò occorre tirarsi su le maniche e fare affidamento solo su se stessi, bisognerebbe tornare ad imparare i vecchi mestieri artigianali e, soprattutto, sfruttare di più le risorse che il nostro Paese ci offre, come il turismo, e, nel nostro piccolo, contare di più su ciò che la natura ci ha messo a disposizione». Cosa le hanno insegnato le esperienze nel mondo della moda? «Quello è stato il periodo più bello della mia vita. Forse quel che ho imparato di più è il modo di pormi». ©Fabio Manca

La Delmastro Meoni inizia la sua attività di imprenditrice con il Black Sun di San Sicario, primo locale che riesce a sviluppare. In seguito vengono avviati il Tabata Sestriere, Le Vele di Alassio e il Tabata Porto Cervo.

Lei è proprietaria e animatrice di ben quattro locali eleganti e alla moda: quanto è difficile gestirli e portarli sempre al top? «È molto difficile, se si pensa che tutto possa andare bene solo perché si è avviata un'attività ci si sbaglia di grosso. Un locale ha bisogno di tante cure, è necessaria attenzione per ogni cosa, si deve piacere allo stesso tempo ad un pubblico giovane e adulto, la selezione non deve essere esagerata. Insomma è davvero difficile, ma poi questi sforzi vengono ripagati». In qualità di donna-manager che “ce l’ha fatta” lei crede che ci sia ancora discriminazione tra uomini e donne in questo ambiente?

Nel sua carriera ha posato per importanti fotografi. Qual è il suo rapporto con la macchina fotografica? «Un buon rapporto, direi sensuale e senza imbarazzi, ma questo non significa affatto apparire come la bambola senza testa. Bisogna sempre saperci fare e usare il cervello. La bellezza di una donna non deve essere usata in modo provocatorio, bensì in maniera gentile e dolce». Dalla moda all’imprenditoria quali sono i suoi progetti futuri? «Il mio sogno è aprire Tabata a New York, ci sto lavorando. Per ora invece il Tabata Tour è solo per l’Italia e sto cominciando a realizzarlo già nell’immediato presente». E a proposito di cinema cosa ci racconta? C’è un film che l’aspetta? «Non uno, ma ben tre film che gireremo il prossimo anno, di genere simile a quello dei cinepanettoni. I lavori sono già avviati e dovrebbero uscire in sala nel 2014». Tanto lavoro ma anche una famiglia a cui pensare: quanta energia ci vuole per conciliare professione e vita privata? «Quando mio figlio Simone era piccolo è stato molto faticoso. Nelle ore notturne lavoravo e lo lasciavo con la baby-sitter. Io rientravo a casa alle 6 di mattina, quando lui si svegliava e mi prendevo cura di lui. Anche la nonna mi ha dato una grossa mano. Oggi che è cresciuto è diventato indipendente e io…posso dormire di più! Ho un ottimo rapporto con Simone, a conferma che si possono coniugare lavoro e famiglia facendo bene entrambe le cose». Quali sono le sue qualità migliori? «Credo di avere un buon carattere, non sono spigolosa né depressa, al contrario mi sento positiva e con un grande senso del dovere». Invece c’è un suo difetto che sa riconoscere in modo obiettivo? «Sono molto permalosa, e lo so. Ma non posso farci nulla». Tra i suoi amici figurano di più i personaggi del jet set oppure la gente comune? «Io do grande valore all’amicizia, ma non è detto che i miei amici debbano essere per forza persone famose. Ciò non toglie che poi abbia conoscenze anche tra i personaggi importanti e noti, come per esempio lo stilista Carlo Pignatelli, uno degli uomini più fantastici che ci siano».

La Delmastro Meoni con il team Ducati al Tabata Sestriere, durante la presentazione del modello “Ducati 1198”, la moto ufficiale della Superbike.

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For magazine VIDEOGIOCHI di Nolberto Bovosselli

L’APOCALISSE è GIà QUI È uscito in tutto il mondo (e per le più grandi console) Mass Effect 3, che anticipa la fine del pianeta Terra ancor prima del 21-12-12. L’episodio conclusivo della saga fantascientifica si avvale di un cast di doppiatori eccezionale «La Terra sta bruciando. Una terribile razza di macchine provenienti dallo spazio ignoto ha iniziato la distruzione della razza umana. Nei panni del Comandante Shepard, marine dell’Alleanza, la tua unica speranza è quella di radunare tutte le civiltà della galassia e lanciare l’assalto finale per riconquistare la Terra». È questa la trama apocalittica intorno alla quale ruota Mass Effect 3, l’action RPG fantascientifico sviluppato dallo studio canadese BioWare e lanciato sul mercato mondiale recentemente, dopo una lunga attesa. Mass Effect uno dei videogame più famosi della storia, giunto adesso, con questo terzo capitolo, al suo epilogo, e disponibile in contemporanea su Microsoft Windows, Xbox 360 e PlayStation 3. A tentare di salvare il nostro pianeta, scongiurando la fine del mondo per mano di una malvagia civiltà aliena, c’è l’eroico Comandante Shepard, alter-ego del giocatore, che per l’improvviso attacco dei Razziatori è costretto a fuggire in cerca di aiuto presso le altre galassie; inoltre, deve fronteggiare le insidie di Cerberus, l’organizzazione segreta per la supremazia umana che gli si rivolta contro dopo gli eventi di Mass Effect 2. Di rilevante in questo ultimo prodotto della trilogia c’è la colonna sonora, firmata dal noto compositore hollywoodiano Clint Mansell, nominato ai Golden Globe per la migliore colonna sonora originale nel film The Fountain - L'albero della vita, e autore di altri sound cinematografici come Black Swan, The Wrestler e Requiem for a dream (tutte opere dell’apprezzato regista Darren Aronofsky). Ma l’impronta della “mecca del cinema” sul videogame non finisce qui. Infatti Mass Effect 3 vanta tra i suoi doppiatori un cast stellare che va da Martin Sheen (Apocalypse Now, The

Departed) nel ruolo dell’Uomo Misterioso, a Carrie-Anne Moss (Matrix) nei panni di Miranda, da Lance Henriksen (Aliens) in quelli dell’ammiraglio Steven Hackett, a Freddie Prinze Jr. (So cosa hai fatto, Kiss Me) che interpreta il marine James Vega. Nell’edizione italiana del gioco, completamente doppiata, a grande richiesta da parte dei fan, il comandante Shepard (che in originale ha la voce dell’attore canadese Marck Meer) è interpretato da Claudio Moneta, amatissimo attore-doppiatore che aveva già lavorato al primo capitolo; mentre nei panni di Shepard versione femminile per le giocatrici ritorna Cinzia Massironi, ormai veterana della serie. La fine del mondo, forse non proprio come descritta nella profezia Maya, è l’elemento dominante nell’universo di Mass Effect 3, in cui solamente l’intervento salvifico del giocatore/comandante Shepard permetterà di organizzare la resistenza degli esseri umani ed evitare la catastrofe. Per la prima volta nella saga della BioWare è stata inoltre inclusa la modalità multi-giocatore, predisposta per un’interazione cooperativa fino a quattro giocatori, che potranno scegliere tra sei classi di personaggi e sei diverse razze: Umani, Krogan, Asari, Drell, Salarian e Turian. Uno dei punti di forza del videogioco è la grafica eccezionale e la cura dei dettagli, oltre alla caratterizzazione di una narrazione interattiva che mette nelle mani dei giocatori tutta la tensione delle scelte. Anche per questi motivi Mass Effect 3 si è aggiudicato il premio di videogioco più atteso del 2012 agli Spike Tv Video Game Awards 2011, gli Oscar video ludici.

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COME UNA STAR di Valentina Polidori

KATE WINSLET

LA RAFFINATA ELEGANZA DI UNA DONNA CURVY

La conosciamo come una persona fiera e battagliera, un’attrice elegante e preparata, una signora moderna e sensuale. Vogliamo provare ad imitarla? Kate Winslet ci ha ormai abituato alle sue incantevoli mise da red carpet, indossando abiti da favola firmati Stella McCartney. Vestiti che valorizzano le sue curve e la sua pelle di porcellana, donandole un’allure magica e sognante. Questo mese vi propongo di copiare un suo outfit sobrio e di grande effetto, da sfoggiare veramente in tutte le occasioni. Si tratta di un abbigliamento facilissimo da reinterpretare, adatto a tutte e di semplice reperibilità. Vediamolo. Kate indossa decolleté scamosciate a punta, che slanciano la figura e rendono sexy il piede, mostrandone solo una piccola parte. Sono portabilissime, ma, se la serata si preannuncia lunga, meglio sostituirle con un paio di bebè a punta tonda: l’effetto rimarrà comunque estremamente chic. I jeans molto scuri a gamba diritta stanno bene praticamente a chiunque e, a dimostrazione che questo tessuto possa essere anche estremamente glamour, sono preferibili al pantalone nero da sera che, a causa delle sue morbidezza scivolose, tende ad evidenziare gli eventuali difetti. Eccezionale l’effetto del top nero con giacca bicolore sciancrata: il nero dei revers sulla base grigia, infatti, crea un effetto avvitato che snellisce istantaneamente la vita, donandovi così un corpo sinuoso da vera pin up. Completano il look capelli raccolti sulla nuca, da fissare con forcine invisibili, con qualche ciuffo lasciato libero ai lati del viso per un effetto spettinato ed un make up delicato sui toni ambrati: base illuminante per il viso, gloss pesca sulle labbra, fard terra sfumato sugli zigomi, ombretto nei toni caldi e molto mascara, a dare profondità ed intensità allo sguardo. Facoltativi i bijou: Kate sceglie una sottilissima catenina d’oro girocollo, ma potete anche optare per una collana lunga con charm e pietre, soprattutto se sarà una mise che sceglierete di indossare di giorno. Non vestirete Stella McCartney, ma, almeno per un giorno, vi sentirete un po’ una stella come Kate.

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For magazine SCATTI di Bruno Oliviero

Christiana ha 19 anni, è del segno dell’Acquario, ha un carattere dolce e al tempo stesso molto determinato, con un corpo da sballo e due occhi felini meravigliosi. Il suo sogno più grande è fare l’attrice e per realizzarlo si è preparata studiando recitazione. Nel frattempo la sua bellezza non è passata inosservata ed è stata scelta per diverse campagne pubblicitarie. Inoltre ha iniziato a recitare prendendo parte ad alcuni cortometraggi. Sempre in viaggio per lavoro, vive tra Roma e Milano ed è stata protagonista di un calendario 2012, che mette in evidenza tutto il suo sex appeal. Di sicuro è una ragazza che farà parlare di sé. 86 For Magazine


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Christiana Mirò 87 For Magazine


For magazine LEGGENDE di Demetrio Moreni

Il mitico viale Broadway, maestoso set a cielo aperto, dove Martin Scorsese, nel 2002, girò l’epico Gangs of New York, con Leonardo DiCaprio, Daniel Day-Lewis e Cameron Diaz.

Cinecittà si Mostra… ancora Considerato l’enorme successo di pubblico, l’esposizione, che per la prima volta offre la possibilità di percorrere i viali e gli studios della mecca del cinema italiano, è stata prorogata fino al 31 marzo. La magia continua 88 For Magazine


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Inaugurata il 28 aprile 1937, Cinecittà è un complesso di teatri di posa di importanza internazionale situato lungo la via Tuscolana, nella periferia orientale di Roma. Costituisce il vertice dell’industria cinematografica italiana, ma è utilizzata anche per produzioni estere e televisive.

Ultimi giorni per ammirare da vicino Cinecittà si Mostra, l’evento unico nel suo genere che permette per la prima volta al pubblico, appassionati ed esperti, di accedere all’interno degli storici studi cinematografici di via Tuscolana, con l’obiettivo di guardare con i propri occhi i backstage della Settima Arte, i suoi mestieri e i suoi trucchi. Dopo aver registrato nei primi sei mesi l’affluenza record di 70mila visitatori, 1/4 dei quali rappresentato da stranieri (soprattutto francesi, inglesi e americani), la mostra è stata prorogata fino alla conclusione del mese di marzo. Inaugurata il 28 aprile 2011, in occasione del 74esimo compleanno di Cinecittà, alla presenza delle istituzioni e di due ospiti straordinari come Roberto Benigni e Carlo Verdone, l’esposizione ha incontrato il consenso e l’interesse non solo dei numerosi visitatori in loco, ma anche di migliaia di internauti che la seguono attraverso Facebook. Senza dimenticare la presenza in questi mesi degli alunni delle scuole, per i quali sono state messe a disposizione alcune importanti proposte educative, che abbinano un momento di svago singolare ad una occasione formativa unica. Infatti, tra le aree espositive è presente anche “CineBimbi”, il laboratorio per i più piccoli dedicato al gioco e alla creatività,

e finalizzato ad avvicinarli al mondo del cinema. Questo meraviglioso viaggio negli studios romani ripercorre la storia dell’industria cinematografica italiana: le scene, i costumi, i set, gli attori, i registi, i produttori che sono passati per la “Hollywood sul Tevere”. Dal 1937, anno della sua fondazione per volere di Mussolini, Cinecittà è considerata la fabbrica dei sogni, scelta come location naturale dai più grandi registi del periodo d’oro del cinema nostrano: Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Federico Fellini hanno consacrato questi luoghi creandone il mito e le fortune. Anche in virtù delle grandi professionalità in campo, un mix di mestieri artigianali e tecnologie innovative, di teatri di posa e scenografie grandiose, che per anni hanno attratto anche i più celebri cineasti internazionali, inclusi i registi e i divi americani. La mostra è nata proprio come un doveroso omaggio a tutte quelle persone che hanno reso grande Cinecittà, lavorando “dietro le quinte” con il loro talento e la loro esperienza, messi al servizio della creazione di innumerevoli capolavori. Il percorso espositivo, allestito all’interno di due palazzine storiche, la Presidenziale e la Fellini, riproduce ogni fase specifica di rea-

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Durante la mostra, nella sala della post produzione, viene proiettato un documentario che spiega i procedimenti e le tecniche del montaggio di un film.

lizzazione di un film, dalla sceneggiatura alla post produzione. Nella sala dedicata ai costumi è possibile osservare l’abilità dei costumisti e delle sartorie; nella sala della scenografia sono esposti plastici e bozzetti prodotti dall’inventiva di scenografi e artigiani. Si passa poi alla sala dedicata alla post produzione, pensata come una video-installazione dove un documentario spiega le tecniche del montaggio di una pellicola. L’ultima sala ospita la proiezione del film finito con una selezione di immagini dei titoli più rappresentativi girati negli studios. Nella Palazzina Fellini sono state allestite le sale dedicate al produttore, alla storia di Cinecittà, curata da Giuseppe Basso (con uno sguardo ai gloriosi anni ’50-’60) e ai ritratti dei protagonisti, una sorta di galleria ideale delle grandi star. In particolare nella sala del produttore è possibile assistere ai provini di alcuni attori agli

inizi della loro carriera. Dai luoghi chiusi si passa poi all’area aperta, attraversando il viale della Broadway, imponente set di Gangs of New York di Martin Scorsese, realizzato dal tre volte premio Oscar Dante Ferretti, per arrivare al grandioso set del Foro della Roma imperiale ricostruito in occasione di una famosa serie Tv americana. Un imperdibile itinerario nel passato e nel presente del cinema nazionale e internazionale, una sincera celebrazione di tutti coloro che hanno creato e ancora oggi creano la magica leggenda di Cinecittà.

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Tra gli oltre 3000 film girati a Cinecittà spiccano i kolossal degli anni d’oro con le produzioni americane: su tutti Quo vadis? di Mervyn LeRoy (1951) e Ben Hur di William Wyler (1959). Di molti film sono ancora conservati e visibili in mostra gli abiti e le calzature.

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For magazine teatro di Sara Donati

Scopriamo le carte! Ennio Marchetto è un trasformista unico nel suo genere. Con un repertorio di 350 personaggi, il suo spettacolo cambia continuamente per adeguarsi all’attualità e ai fenomeni del momento Per il Carnevale era a Venezia: ballo in maschera, acrobati, giocolieri, funamboli, cantanti e lui, Ennio Marchetto, trasformista unico nel suo genere. In quasi vent’anni di carriera è stato alla ribalta dei palcoscenici più prestigiosi del mondo (Edimburgo, Londra, Parigi, Berlino, Los Angeles, solo per citarne alcuni). Da poco è tornato da un tour di un mese a New York, poi Atene, Madrid, le isole Canarie e Abu Dhabi. Il suo spettacolo non ha confini, piace ovunque e a un pubblico eterogeneo dai 7 ai 70 anni. Non è facile spiegare che cosa esattamente succede quando è in scena. Ci sono dei costumi di carta che raffigurano grandi cantanti e grandi personaggi italiani e stranieri; dietro c’è lui, straordinario performer, a dar vita a questi costumi, ripetendo movenze e tic di questi personaggi, rendendo tutto esilarante. Ma non è solo questo. Come per i più grandi trasformisti, la forza dello spettacolo sta nella straordinaria velocità con cui Ennio Marchetto muove i costumi, li apre, aggiunge particolari disegnati e parrucche di carta. Solo sul palco, senza aiuto dietro le quinte, Marchetto cambia personaggio quasi ogni minuto, spesso davanti agli occhi del pubblico. I suoi costumi, le sue parrucche e gli accessori sono tutti bidimensionali e fatti di carta e cartoncino, come un cartone animato vivente. Con un repertorio di oltre 350 personaggi, dalla musica pop alla lirica, da opere d’arte a personaggi della mitologia, il suo show cambia continuamente per adeguarsi al pubblico e ai fenomeni del momento: Tina Turner, Mina, Liza Minnelli, Marilyn Monroe, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Madonna e Luciano Pavarotti sono solo alcuni dei personaggi interpretati, senza dimenticare Lady Gaga, Giusy Ferreri, Ornella Vanoni, Adriano Celentano e Claudia Mori, Arisa, Maria Callas e… papa Ratzinger! Lo spettacolo è una vera Babilonia di musica, teatro e creatività. Il titolo è A qualcuno piace carta ed è in programma al tetaro Parioli di Roma fino al 18 marzo. La Venere di Botticelli reinterpretata da Ennio Marchetto.

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Ennio Marchetto è comico, attore, cabarettista e, naturalmente, trasformista. Porta da quasi 20 anni in scena uno spettacolo che ha ricevuto numerosi premi e nomination e che è stato visto sui palcoscenici e nelle Tv di oltre 80 Paesi. Qui sotto Marchetto nei panni di Raffaella Carrà .

Ennio Marchetto in versione Mina.

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For MUSICA magazine di Nolberto Bovosselli Bob Sinclar (42 anni) con la pittrice russa Daisy Lo che gli ha dedicato un quadro celebrativo.

Super Sinclar L’Hollywood di Milano ha fatto da cornice all’esibizione live del re dei dj, che ha presentato in anteprima europea il nuovo album. Musica e divertimento assicurati per le tante star presenti 94 For Magazine


For magazine Bob Sinclar è lo pseudonimo di Christophe Le Friant. Il suo nome d’arte deriva da Bob Saint-Clair, personaggio di un film con Jean-Paul Belmondo.

Un evento straordinario si è svolto di recente alla discoteca Hollywood Rythmoteque di Milano, in occasione del 26esimo compleanno del locale: ospite d’eccezione è stato il super dj Bob Sinclar. Nel tempio del glamour e della bella vita milanese, da sempre punto d’incontro esclusivo per il jet set internazionale, il popolare produttore-dj francese ha presentato in anteprima europea il suo nuovo album Disco Crash, che la scorsa estate è stato anticipato dal singolo, divenuto un vero tormentone, Far l’amore, remix del famoso brano A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà, datato 1976. A decretare il grande successo mondiale di Sinclar è stata la canzone Love Generation, che nel 2005 è divenuta la hit più ascoltata nelle discoteche, capace di scalare tutte le classifiche musicali più importanti. Lo stile unico della sua musica si rinnova in questo ultimo lavoro, un brillante mix di generi ed epoche, dalle sonorità decisamente house e dalle prestigiose collaborazioni con artisti di fama e appeal, come i rapper americani Snoop Dogg e Pitbull e la raffinata cantante britannica Sophie Ellis-Bextor. Durante la serata Bob Sinclar si è esibito in un memorabile show per intrattenere e far ballare i tantissimi fan, smaniosi di ascoltarlo a tal punto da farsi qualche ora di coda davanti alle porte della discoteca di corso Como. Numerose anche le celebrities intervenute: personaggi della musica, dello spettacolo, dello sport, della moda, del giornalismo, che prima hanno sfilato sul red carpet, e poi tutti insieme hanno festeggiato, partecipando al party più cool dell’anno. Presenti, tra gli altri, Elena Barolo accom-

L’ex velina Elena Barolo è stato uno dei tanti volti noti ospiti del party all’Hollywood.

pagnata dal fidanzato Giovanni D’Antonio, Elena Santarelli e Bernardo Corradi, Alessia Ventura, Pippo Inzaghi, Sara Tommasi, Enzo Miccio, Catrina Davies, Kristen Reichert (di Kris&Kris), i gemelli della moda Dean e Dan accompagnati da Cristiano Angelucci, Leonardo Bongiorno, Alessandra Moschillo, Leonardo Tumiotto e l’artista russa Daisy Lo che ha dedicato un’opera alla star della serata. A proposito della location scelta per questo evento, Bob Sinclar ha dichiarato: «L’Hollywood è il locale più trendy di Milano, con la giusta capienza per consentirmi di suonare ciò che voglio, per gente bella e modaiola». E sulla città ha aggiunto: «Milano è molto chic. Che cosa c’è di meglio della capitale mondiale della moda, dove spendo sempre un mucchio di soldi?». Del resto il feeling di questo artista con il nostro Paese è confermato anche dalla sua recente apparizione nell’ultimo cinepanettone Vacanze di Natale a Cortina, per la regia di Neri Parenti, con Christian De Sica e Sabrina Ferilli. Della pellicola, in cui in un breve cameo interpreta se stesso, Sinclar racconta: «Conoscevo questo genere di film tutto italiano, ma confesso che non ne avevo mai visto uno, la produzione mi ha mandato un cofanetto e mi sono davvero davertito». Del cinema italiano dice di conoscere e apprezzare soprattutto Monica Bellucci e Caterina Murino, «le due vostre attrici che sono venute a vivere a Parigi e sono sempre più popolari da noi». Inoltre, per Vacanze Di Natale a Cortina Bob Sinclar ha curato la colonna sonora con il remix di due brani, Maracaibo e Dolce vita che, nella versione originale, erano contenuti in Vacanze di Natale 1983, il primo cinepanettone della serie.

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For magazine musica di Nolberto Bovosselli La band vanta due vittorie al Festival di Sanremo (… E dirsi ciao, 1978 e Messaggio d’amore, 2002), dove per due volte si è aggiudicata anche il prestigioso premio della critica (Vacanze romane, 1983, e Souvenir, 1985).

Nel segno dei Matia Bazar Quasi quarant’anni di carriera, due Festival di Sanremo vinti, quattro voci femminili cambiate, milioni di dischi venduti e tante canzoni indimenticabili: questi i numeri del gruppo più longevo della musica italiana. Che sogna la reunion con Antonella Ruggiero 96 For Magazine


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Giancarlo Golzi, Silvia Mezzanotte, Piero Cassano e Fabio Perversi. Il termine “matia” in dialetto genovese significa “matta”, che era il nome d’arte di Antonella Ruggiero.

“Le band si sciolgono” cantava qualche anno fa Luca Carboni. Probabilmente il celebre cantautore bolognese aveva omesso di specificare che ci sono delle eccezioni. Perché in Italia quando si parla di band musicale non si può fare a meno di pensare ai Matia Bazar, lo storico gruppo nato a Genova nel 1975, che quest’anno ha deciso di festeggiare i 37 anni di carriera regalandosi la dodicesima partecipazione al Festival di Sanremo, un record tra gli artisti della 62esima edizione della kermesse canora. Anche in virtù del fatto che tra i componenti attuali figurano ancora due membri fondatori: Giancarlo Golzi e Piero Cassano. Certo i cambiamenti – tra uscite, new entry e ritorni eccellenti – non sono mancati, così come la naturale evoluzione della loro musica nel corso degli anni. Tuttavia, oggi come ieri, le belle canzoni continuano a rappresentare il miglior biglietto da visita dei Matia Bazar, perché, come fa notare lo stesso Golzi, «ogni fiore ha la sua stagione. Fare oggi quello che facevamo allora suonerebbe come una forzatura. La nostra era una sperimentazione che si traduceva in uno stile di vita che non ci appartiene più, anche solo per questioni anagrafiche». Il riferimento è soprattutto a quella parte della critica che ha storto un po’ il naso di fronte ai passaggi musicali che la band ha compiuto, dalle prime sonorità pop alla svolta tecno-rock, per culminare con uno stile melodico e volutamente più commerciale. Anche perché così vuole il mercato e quei discografici che «sono ormai interessati solo al denaro, prendono un cantante, lo spremono finché serve e arrivederci», prosegue ancora il batterista e autore di testi Golzi. A onor del vero va detto che il sound del complesso ligure ha dovuto non solo reinventarsi e stare al passo con la nuova discografia, ma anche adeguarsi alle quattro diverse vocalist femminili che hanno prestato la loro voce ai Matia Bazar. Decretandone ogni volta un successo diverso. Dalle origini sino al 1989 è stata Antonella Ruggiero a deliziare i fan con le sue doti canore, lasciando il suo marchio di fabbrica su alcuni brani memorabili come Stasera che sera (1975), Per un’ora d'amore, Solo tu, ... E dirsi ciao (1978), la canzone che ha permesso loro di vincere il Festival di Sanremo di quell’anno davanti alla giovanissima Anna Oxa e al genio estroso di Rino Gaetano. Gli acuti della Ruggiero hanno segnato anche le affermazioni degli anni ’80, quando la band ha dato al suo stile un’impronta decisamente più rock, varcando i confini nazionali grazie alla suggestiva e sofisticata lirica Vacanze Romane (1983) e al pezzo campione di copie vendute Ti sento (1985). Dopo l’abbandono di Antonella Ruggiero, attirata dalle sirene di una carriera da solista, è stata la volta di Laura Valente,

per scandire un’altra fase dei Matia, che con lei hanno partecipato a due competizioni sanremesi con Piccoli Giganti (1991) e Dedicato a Te (1993). Ma è con la splendida voce di Silvia Mezzanotte, alla quale, nel 1999, si è unito anche il giovane polistrumentista Fabio Perversi, che la band è rinata, prima con l’album Brivido Caldo (2000), e poi con il singolo Messaggio d’amore che nel 2002 ha incantato la platea dell’Ariston e si è aggiudicato la vittoria del 52esimo Festival della canzone italiana. «Sul finire degli anni ’90, nessuno sembrava più crederci», ha dichiarato con una punta di orgoglio Giancarlo Golzi, che considera il secondo trionfo sanremese «molto importante perché aveva il gusto della rinascita e della rivincita. Eravamo dei sopravvissuti. Non come nel ’78, quando giovani e spavaldi quasi ce ne infischiavamo del primo posto». Dopo due tour in Italia e all’estero, anche Silvia Mezzanotte ha deciso di “camminare da sola”, venendo sostituita nel 2004 da Roberta Faccani. Con lei i Matia Bazar hanno festeggiato nel 2005 il loro trentennale partecipando di nuovo a Sanremo con la canzone Grido d’amore. Poi, a settembre 2010 la reunion con Silvia Mezzanotte, la quale ha motivato così la sua scelta artistica: «Erano i fan a chiedercelo. Ci siamo incontrati per caso in aeroporto, siamo andati a berci un caffè ed è stato un viavai di gente a domandarci quando ci saremmo riuniti. Una settimana dopo eravamo già in sala prove». Il frutto di questo lieto ritorno è stato l’album dal pop delicato Conseguenza logica (2011), capace di analizzare tutte le sfaccettature dell’amore, e che è stato trainato dal singolo Gli occhi caldi di Silvie e da un tour estivo nelle grandi piazze e arene italiane ed europee. Ma a sancire un’ennesima nuova fase dei Matia non poteva che essere ancora il palco del Festival di Sanremo 2012, che li ha visti protagonisti con il brano Sei tu, che ha permesso alla band di arrivare alla fase finale della gara canora. In questo pezzo c’è qualcosa di ognuno dei quattro componenti attuali. «È una canzone d’amore tra estasi e tormento», racconta la Mezzanotte. «Un mix tra raffinatezza e facile impatto», aggiunge il tastierista e autore Piero Cassano, che insieme al sodale Giancarlo Golzi, aveva scoperto il talento della vocalist bolognese mentre si esibiva in un pianobar di provincia. Inoltre, come hanno confessato i due leader storici del gruppo, c’è all’orizzonte un altro grande sogno da realizzare: un concerto con tutti quelli che hanno fatto parte dei Matia Bazar, compresa Antonella Ruggiero. A conferma che esistono band che non si sciolgono, ma cambiano e si rinnovano nel segno della buona musica.

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For magazine RUBRICA di Luiss Life

GOD SAVE THE FASHION VICTIM Avete mai sentito parlare della nobile “arte della moda”? Oppure, addirittura, di “scienza della moda”? Nel corso della mia vita ho incrociato una miriade di “arti”: quella della musica, quella della scultura, della pittura, dell’architettura; in aggiunta ho sempre letto di molte, davvero molte “scienze”: la meccanica, l’economia, la politica, la chimica, la matematica, la trigonometria, addirittura di quella sportiva e calcistica. Tuttavia di “arte della moda” o di “scienza della moda” davvero mai ne ho sentito parlare. Un’arte o una scienza, per rispettare ciò che il dizionario afferma di loro, sono dotate di copertura teorica. O quantomeno ipotetica. Una scienza non nasce così, dal nulla. Un’arte, parimenti, presuppone una tecnica, una filosofia, un pensiero sottostante. La moda non presuppone nulla di tutto questo. Non ha copertura teorica (quella dei cosiddetti manuali o delle riviste patinate è spacciata per tale, e trattengo la risata fragorosa). Non ha nulla. È moda, appunto. È stile, è abbigliamento, è musica. Gli ambienti fanno la moda, i luoghi cool fanno la moda, gli eventi musicali, il cibo, il modo di pettinarsi sono moda. Tutto qui. È solo moda. Da qualche anno pare che la percezione generale del fenomeno moda sia cambiata. Hanno fatto irruzione nel nostro panorama peninsulare delle nuove tendenze, con tutte le relative implicazioni stilistiche e pseudo-artistiche del caso. Queste mode non sono più stile, bensì sono un’idea. Oserei avanzare anche che, di più, sono un ideale. Si dice che i giovani di oggi non abbiano ideali. Loro risponderebbero esplicitamente, ma in realtà lo fanno implicitamente, che un ideale ce l’hanno eccome: appunto, la moda. Se prima era una filosofia di vita, un lifestyle, uno specchietto per le allodole o uno specchio esteriore, adesso addirittura è un ideale. È qualcosa da perseguire strenuamente, nel cui perfezionamento occorre impegnarsi day by day in modo intenso. In effetti, farsi carico di un fardello così pesante non è cosa da poco, è pur sempre un lavoraccio. È davvero dura industriarsi al mattino per perfezionare il proprio già illimitato guardaroba con oggetti all’ultimo grido, indossati per stupire i nostri simili, collezionati senza senso per poter poi esser un giorno cestinati perché la musica sarà cambiata. Far lampeggiare tutt’intorno un’immagine “figa” di sé è un compito non da poco: darne una rappresentazione che impressioni, che renda l’idea, che trasformi nel “di più”. E poi seguono le serate, i punti di ritrovo, lo shopping a buon (cattivo) mercato, l’aria di “fare per davvero”, la musica(ccia) da condividere su Facebook (o Twitter, per chi “sta avanti”), le pose in foto. Non scherzo, le pose in foto! Anche quelle sono sempre identiche, anche quelle sono mutuate da Youtube e Vimeo dove i video sono assemblati ad arte per essere emulati. Anche per i maschietti, pare, è molto più costruttivo (oltre che più semplice e benefico in termini di amor proprio) varcare giornalmente le soglie di boutique (magazzini) e vivisezionare la roba(ccia) sparsa qua e là con intenzionale casualità, mentre un ventiseienne commesso di negozio ti scruta con occhi severi di chi già sa cosa farai, cosa comprerai ma soprattutto cosa non comprerai: gli occhi di chi riesce ad esprimere un giudizio solo da ciò che avvolge il corpo altrui. Molto meglio, di certo, della chitarra, del pianoforte, di un libro, di un cd di rock psichedelico, di buon jazz. Il melting pot culturale, che oggi, purtroppo, sconfina in particolare da Regno Unito e U.S.A. nella nostra penisola dalle fin troppo poco gelose tradizioni, ha prodotto questo: giovani intontiti

dalla moda, dallo stile, dalle tendenze, dagli ami cui abboccare. Non c’è mens sana, tantomeno corpore sano, solo guardaroba pieno. Il resto lo fanno i direttori artistici dei contenitori umani che chiamano discoteche, che lucrano sulla simbologia cui inneggia l’ovile. E intanto i quotidiani on-line da consultare giornalmente smettono di essere L’Occidentale, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore per essere sostituiti da blog interattivi che diffondono idee, ma soprattutto immagini di moda, fatti per ammirare la nuova t-shirt ultra-lunga a pois bianchi, anziché l’intervento stizzito (in inglese) di Mario Monti al Parlamento Europeo. “Va” di più scattare una foto “artistica” a un tizio vestito da straccione seduto su un gradino per strada piuttosto che chiedergli la sua storia: è più semplice fare click piuttosto che domandargli cosa studia e che ci fa seduto lì in terra. Meglio che imparare una lingua, meglio che leggere di sport, meglio di vedere Piet Mondrian al museo. Tanto gli artisti sono loro, quelli che scattano le foto e vestono “radical-caf” (non radical-chic), mica i pittori. Le fashion victim di adesso, quelle giovani che adottano uno stile british lontano anni luce da quello dei favolosi Sixteen, fanno più sorridere amaramente che altro. Perché fanno sul serio, giocano a fare i duri quando li incontri per strada, credono di essere depositari dell’arte mentre si limitano solo a imitare chi l’arte davvero l’ha inventata, quella di fare business. Perlomeno questi ultimi qualcosa l’hanno fatto. Le british fashion victim ancora no; riescono solo nel fare linguacce agli obiettivi di digitali costose, condividere foto sui social network e comprare vagoni di Cheap Monday per compiacere il commesso di turno, che magari in aggiunta si spaccia per Alexander McQueen. Povera Italia giovane.

See you Giovanni Pignatiello giovipigna@gmail.com

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IN FORMA con Jill Cooper

SE FAI SPORT… LE SAI TUTTE! Diversi studi delle più importanti università dimostrano che il movimento fisico, anche se praticato in modo soft, riduce le malattie cardiovascolari e procura tanti benefici all’organismo. Può rendere persino più intelligenti! Allenati e sarai più in forma e, naturalmente, in salute. Questo è un concetto basilare, lo so, ma spesso una persona non si applica, né trova il tempo necessario per fare un po’ di moto, anteponendo sempre altri impegni all’esercizio fisico. Nulla di più sbagliato! E i numeri parlano chiaro. Da un studio condotto dalla University of Harvard su 17.000 studenti si è mostrato che i rischi di malattie cardiovascolari diminuiscono con un minimo di impegno settimanale. Basta davvero poco, anche solo tra le 6 e le 8 ore settimanali. Mentre un altro studio su soggetti tra 40 e 59 anni ha evidenziato che chi si allena intensamente da almeno 10 anni diminuisce i suoi rischi cardiaci fino al 67% rispetto a chi fa vita sedentaria. Ancora, un’altra indagine dalla University of Illinois ha provato che circa 40 minuti di lavoro aerobico, svolto tre volte alla settimane in modo continuativo per almeno un anno, aiutano ad incrementare la memoria. Ti devi ricordare che qualunque cosa che possa allenare il sistema cardiovascolare tiene le tue “tubature” circolatorie più pulite e scorrevoli. Siccome il tuo cervello è ingordo di ossigeno (consuma circa il 25% di tutto l’ossigeno che ispiri durante il giorno) e i neuroni funzionano grazie alle molecole O2, quando arriva più sangue alla testa sarai semplicemente più vigile e concentrato. Alcuni studiosi sono riusciti addirittura a calcolare che Albert Einstein aveva una maggiore capillarizzazione cerebrale. E forse per questo era così intelligente! Inoltre, per quanto paradossale possa sembrare, anche l’inversione della postura del corpo, ovvero mettendosi a testa in giù, oppure saltare sul trampolino

aiutano ad ossigenare il cervello. In più fare sport, anche se poco, riduce il colesterolo cattivo, diminuisce lo stress, aiuta a consumare la massa grassa, rimodella il corpo, rende più energici, più sorridenti, aumenta le difese immunitari, rallenta l’invecchiamento biologico e permette persino di mangiare di più! Lo sport fa bene, è garantito, e il tuo corpo allenato ti regalerà più gioia di vita se cominci a praticare sin da subito un po’ di movimento fisico. Che aspetti? Prendi le scarpe che hai inchiodato al muro e ricomincia da ora. Non è mai troppo tardi né troppo presto per iniziare! Buon Allenamento da Jill Cooper

L’esperta di fitness più famosa d’Italia è di nuovo in libreria con Anti Anta, il primo metodo contro l’invecchiamento. Un libro che, con il Dvd allegato, offre alle giovani quarantenni, ma non solo, un rimedio per restare in forma.

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For unamagazine lettura per lasciar traccia… di Donatella Vilonna

LA MUSICA MI HA SALVATO “La maggior parte dei miei amici ha avuto problemi con la droga. Io non mi sento né più furbo né più intelligente di loro, avevo solo un’enorme passione che mi trascinava via” Samuel Romano, torinese, cantante dei Subsonica, la voce più elettronica d’Italia e una delle menti più creative del panorama musicale contemporaneo. In ElettricaVitA, il suo nuovo romanzo, si racconta come non ha mai fatto prima. “La melodia e i brividi, hanno accompagnato tutta la mia vita fino a oggi. Una volta scoperto quel mondo, smisi di frequentare il giardinetto sotto casa e imparai a suonare la chitarra”. Nato e cresciuto in Barriera di Milano, piena periferia di Torino, un quartiere difficile. “La maggior parte dei miei amici ha avuto problemi con la droga. Io non mi sento né più furbo né più intelligente di loro, avevo solo un’enorme passione che mi trascinava via”. Per Samuel, infatti, è stato diverso, perché avere una grande passione è fondamentale nella crescita e nel percorso verso il proprio equilibrio e i propri sogni. “Perché passavo cinque ore al giorno a scrivere canzoni: è stata questa l’unica differenza. Ma una differenza che mi ha salvato. Quando hai una ragione di vita così forte, hai le spalle più larghe. Non hai bisogno di coperte calde”. In questo libro Samuel svela i meccanismi della sua creatività, individuale e collettiva, come nascono le sue canzoni e quali sono le sue ispirazioni per essere sempre autentico nei suoi testi. “Abito molto vicino a Palazzo Nuovo, sede dell’università e di quasi tutti i momenti studenteschi di Torino. Durante la scrittura di Eden capitava che quasi tutti i giorni, sotto casa mia, passassero le voci della protesta, Così, oggi, non potendo più stare coi ragazzi, al loro fianco, per questioni anagrafiche, abbiamo cercato di raccontare quello che avveniva attraverso le parole di una nostra canzone. Credo sia sempre giusto lottare per i propri diritti”. Romano suona in tre gruppi: Subsonica, Motel Connection, Krakatoa, portando avanti progetti molto diversi tra loro. Racconta come i Subsonica diventano la voce delle inquietudini e del desiderio di rinnovamento che animavano l’inizio degli anni Novanta, in una Torino rigogliosa e colorata, come mai nelle sue precedenti stagioni. Samuel è un uomo timido e schivo nel privato, ma sfrontato e deciso sul

palcoscenico.“Fin da piccolo, il canto è stato un modo per sconfiggere la mia devastante timidezza, tirar fuori il Samuel coraggioso. La mia voce di adesso è la somma di tutte le emozioni che ho vissuto”. Oggi Samuel è un’icona, anche se poco incline a considerarsi tale. Con un cuore che pompa passione per tutto ciò che fa, un cervello interconnesso al reale da un sistema complesso di cavi e microchip, e una voce che è un invito irresistibile a ballare e a pensare.

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ElettricaVitA di Samuel Romano, con Mauro Garofalo Mondadori, euro 15,00


L’ANGOLO DEL BENESSERE

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di Elda Bertoli

attenzione agli eccessi Non è l’uso, bensì l’abuso di una pratica a risultare dannoso. Per liposuzione e liposcultura vale lo stesso. Il dottor Valter Degli Effetti spiega qual è la corretta esecuzione di questi interventi

Ebbene sì, la liposuzione prima e la liposcultura poi hanno rappresentato uno degli interventi più richiesti e più eseguiti dalla moderna chirurgia plastica nel mondo. L’idea di un profilo nuovo, il desiderio di eliminare quelle imperfezioni che tanto fanno dannare davanti allo specchio o nel camerino di prova dei negozi, ha stregato tutti, donne e anche uomini, che da tempo hanno dichiarato guerra al grasso in eccesso proprio attraverso la liposuzione. Per il dottor Valter Degli Effetti, chirurgo plastico e ricostruttivo a Roma, presso la Casa di Cura Paideia, probabilmente proprio questo abuso, come tutti gli eccessi, ha generato il discredito di quella che è diventata la via più breve e semplice per porre rimedio alle nostre insicurezze. In questi ultimi anni, racconta Degli Effetti, proprio la grande richiesta ha spinto a una sorta di fai da te. L’intervento, perché di intervento chirurgico si tratta, veniva eseguito ovunque, studi medici, studi dentistici, semplici appartamenti, centri estetici, e talvolta neanche da medici. Le indicazioni venivano totalmente fraintese e disattese, perciò si è creduto, e si è lasciato credere, che la lipo fosse un’alternativa alla dieta alimentare, e in barba a qualsiasi stile di vita e abitudine, consentisse di rimodellare qualsiasi profilo e ridonasse armonia a qualsiasi corpo. Detto questo, tutti noi ricordiamo le cronache dei giornali ricche di sciagure, che hanno portato a demonizzare la tecnica, e non gli abusi e gli abusatori di questa me-

todica, e seppur senza colpire il corretto bersaglio, si è riusciti ad interrompere la prosecuzione di questi comportamenti imprudenti, rischiosi e, non da ultimo, assolutamente illegali. La caduta della lipo ha favorito poi il proliferare di metodiche alternative, poco o per nulla invasive. Ecco allora l’endermologie, gli ultrasuoni, le cavitazioni, l’elettrolipolisi, l’osmosi inversa, ed altre tecniche che sicuramente trovano anche valido utilizzo in associazione all’intervento, potendone ottimizzare i risultati. Tuttavia, la liposcultura, prosegue Valter Degli Effetti, se eseguita in strutture idonee, se rispettata e preparata come un intervento chirurgico quale è, se praticata da persone esperte, consente di raggiungere rimodellamenti dei profili e armonie del corpo impensabili con metodiche differenti. La condizione però è quella di non volerla eseguire per forza, ad ogni costo, ma di limitarne l’esecuzione solo nei casi che rappresentano le vere indicazioni, ovvero gli accumuli adiposi, quelli che anche sotto peso non se ne vanno, quelli che alterano il profilo del corpo, non quelli che obbligano ad una taglia in più. Anche la valutazione delle personali caratteristiche della cute non deve essere trascurata. Un esperto di questa tecnica, pertanto, se davvero la conosce, si trova spesso e dissuadere e sconsigliare l’esecuzione di questa metodica, piuttosto che assecondare le richieste di chi ancora persegue il falso mito generato attorno ad essa, e so101 For Magazine

lo così si potrà consentire a questa pratica di riguadagnare la credibilità e il rispetto che le compete. È un intervento che dopo uno studio dello stato di salute generale, che prevede delle comuni analisi del sangue, una visita cardiologica con elettrocardiogramma, e la valutazione della funzionalità del sistema circolatorio (proprio come ogni intervento chirurgico richiede) può essere eseguito nel rispetto della sicurezza. Le zone generalmente trattate sono i fianchi, la regione peritrocanterica, ovvero le culottes de chevalle, l’interno cosce, l’interno ginocchia, appunto zone di accumulo e non sovrappeso diffuso. Può essere eseguita in anestesia locale, così come in anestesia generale, si preferiscono 24 ore di ricovero, che può essere evitato nei casi di piccole localizzazioni e dopo l’intervento è necessario l’uso di guaine elastiche per un periodo che va dai 15 ai 30 giorni. Non è un intervento doloroso, conclude il dottor Degli Effetti, genera solo una sensazione di indolenzimento che accompagna in genere l’immediato periodo postoperatorio. Le normali attività lavorative e la vita di relazione possono essere riprese dopo pochi giorni, l’attività sportiva dopo una ventina. Come in quasi tutte le cose della vita, non è l’uso ma l’abuso ad essere dannoso.


For magazine AUTO La Bmw Serie 3 berlina è disponibile con due motori benzina e due diesel, con tre possibili allestimenti (ma nell’estate 2012 arriverà anche il pacchetto M Sport). Il costo oscilla tra 37.050 e 48.750 euro.

di Demetrio Moreni

La berlina più amata La nuova Bmw Serie 3 ha tutto per puntare in alto: linee eleganti coniugate a soluzioni sportive, con quattro motorizzazioni disponibili, tra cui il 328i TwinPower Turbo, capace di spingere questo gioiello da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi 102 For Magazine


For magazine Il frontale si caratterizza per le due prese d’aria laterali, che sostituiscono la presa d’aria centrale, e che presentano anche le aperture verticali denominate Air Curtain, con positive ricadute su aerodinamicità, consumi e prestazioni.

Presentata ufficialmente al Salone di Francoforte 2011, sbarcata nelle concessionarie mondiali, Italia inclusa, lo scorso mese di febbraio, arriva finalmente l’ultima generazione della Bmw Serie 3, berlina di successo della Casa di Monaco, una delle auto più amate e desiderate tra quelle in commercio. L’edizione 2012 della 3 volumi più famosa del gruppo tedesco sfoggia un design sobrio, ma moderno e sportivo. Un rinnovamento, rispetto alla quinta serie, che bada al sodo, con una interessante variante ibrida ma che si inserisce nel solco della tradizione. La nuova Bmw Serie 3 rappresenta un’evoluzione della versione che sostituisce, con dimensioni leggermente aumentate (93 mm in lunghezza, 50 mm di passo, 37 mm di carreggiata anteriore e 47 mm di carreggiata posteriore) e linee che si caratterizzano per la loro morbidezza, pur mostrando un frontale maggiormente elaborato, caratterizzato da due prese d’aria laterali più aerodinamiche, ed una complessiva sensazione visiva di maggior dinamicità. Il design degli esterni ripropone gli elementi tradizionali tipici del marchio Bmw: superfici sportive ed eleganti forgiate nei minimi particolari, con un’estetica che colpisce. La calandra a doppio rene ed i proiettori formano un unico elemento armonico, rimandando alla forma del segmento

anteriore dei modelli precedenti, mentre vengono sottolineate larghezza e sportività. Le linee precise e ascendenti catturano l’attenzione anche lateralmente, slanciando la vettura e conferendole ancora più dinamismo. Il segmento anteriore proteso in avanti termina poi con il caratteristico sbalzo nel cofano motore. L’automobile risulta molto scattante ed agile. Il passaggio morbido dalla linea del tetto slanciata al lunotto piatto conferisce un look tipico da coupé, ed una leggerezza propria delle berline sportive compatte. Gli interni della nuova Serie 3 sono all’insegna della continuità, con il giusto connubio tra eleganza e modernità, che è ormai la consuetudine per le auto della casa bavarese. In particolare, la plancia è più curata e pratica, con le vaschette portaoggetti poste nella consolle centrale. I materiali di pregio dell’abitacolo trasmettono l’idea di un particolare feeling con il guidatore, e di un’ottima gestione dello spazio, tale da avere tutte le funzioni a portata di mano. Sono tre gli equipaggiamenti, oltre a quello base di serie: l’allestimento “Sport” garantisce interni in tessuto Track, volante e sedili sportivi, modanature in nero lucido, cerchi in lega 18" a razze e placchetta identificativa; il “Modern” aggiunge interni in stoffa o pelle, modanature in “pearl”, cerchi in lega 18" a turbina ed una strumen-

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Sul lato guidatore, la consolle centrale asimmetrica sottolinea un susseguirsi di modanature ed effetti ottici degli interni. Sul lato passeggero, l’ambiente è elegante grazie ad una plancia strumenti con modanature che sono veri e propri gioielli.

L’agilità e la dinamicità restano i temi centrali della berlina sportiva e apportano un contributo fondamentale al maggiore divertimento di guida.

tazione speciale; il “Luxury”, invece, prevede climatizzatore automatico bizona, modanature in legno pregiato e finiture cromate. Tuttavia, il design non va mai a discapito della funzionalità. Soluzioni innovative e dettagli ergonomici lasciano spazio a ciò che più conta: il piacere di guidare. Quanto al comfort di comando, Bmw offre un’ampia gamma di soluzioni intelligenti. Infatti, in combinazione con l’equipaggiamento optional Comfort Access, è disponibile l’apertura del portellone posteriore senza

contatto: un solo movimento mirato del piede sotto il paraurti posteriore attiva il meccanismo, che si sblocca e si apre autonomamente. I sedili posteriori abbattibili offrono soluzioni flessibili per il trasporto di oggetti ingombranti. Gli schienali parzialmente reclinabili consentono il massimo della versatilità di carico. Tra le motorizzazioni la Bmw Serie 3 offre quattro propulsori, a partire dal 328i, TwinPower Turbo, che introduce una generazione nuova di leggeri e potenti motori a benzina, che si integrano alla perfezione nel concetto di dinamismo della nuova vettura. Il modernissimo propulsore turbo eroga 245 CV e sviluppa già a 1.250 g/min con una coppia massima di 350 Nm, accelerando da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi. Nonostante le prestazioni brillanti, il consumo medio di carburante è di soli 6,4 litri per 100 chilometri. Per gli amanti dei propulsori a sei cilindri in linea è disponibile il Bmw 335i: il motore a benzina da 3.000 cc di cilindrata eroga una potenza di picco di 306 CV e una coppia massima di 400 Nm già a 1.200 g/min, superando così le prestazioni di guida del predecessore e offrendo inoltre dei valori di consumo di carburante e delle emissioni più bassi. C’è poi il Bmw 320d: nella nuova berlina il modernissimo motore quattro cilindri diesel con tecnologia TwinPower Turbo assicura un rendimento elevato che ne aumenta ulteriormente l’efficienza. Questo vale anche per il Bmw 320d EfficientDynamics Edition, che combina la potenza massima di 163 CV con un consumo medio di soli 4,1 litri di diesel per 100 chilometri. Il cambio manuale è, per tutte le versioni, quello a 6 marce, ma è disponibile anche un cambio automatico a 8 rapporti. Non manca infine lo sterzo elettromeccanico e sistemi, quali il Brake Energy Regeneration, per il recupero dell’energia prodotta dall’impianto frenante. Nelle versioni 335i e 328i è presente la funzione Servotronic, capace di servoassistere in modo graduale a seconda della velocità. Nel segno inconfondibile della Bmw questa nuova berlina sportiva ha in sé tutti i presupposti per puntare con successo ai mercati europei, americani e del mondo.

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Al cambio, manuale o automatico, è associata la funzione Start & Stop. Come optional esiste un tasto che aziona la modalità Eco Pro, con la possibilità di scegliere tra quattro programmi di guida, da quella sportiva a quella economica.

Una scocca dalla struttura particolarmente resistente alle torsioni e sofisticati sistemi di sicurezza attiva e passiva assicurano la massima protezione degli occupanti. Il design del telaio garantisce un maggiore comfort di guida.

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YACHTING di Demetrio Moreni

Capolavori in alto mare Grandi performance, estetica impeccabile, interni extralusso. Sono queste le caratteristiche principali per chi ama navigare, ben riassunte nei modelli che vi proponiamo questo mese

Lancia di Lancia è una barca completa di ogni comfort: tv a scomparsa, frigo-bar, dinette. Una vera e propria berlina gran turismo, signorile, potente, d’Êlite.

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Perfetta per un’uscita galante al casinò di Venezia o un attracco a Montecarlo, Lancia offre anche emozioni a cielo aperto grazie alla trasformabilità della capote e alla vivibilità della coperta.

Ideale per un armatore dal carattere deciso, amante della velocità ma senza perdere il controllo, è una barca sportiva e performante completa di ogni comfort di bordo Tra le più significative creazioni di Christian Grande, il designer parmense attivo dal 1992, spicca il gommone ad alte prestazioni Lancia di Lancia, primo esempio di come il design auto motive e lo yacht design, tutti rigorosamente Made in Italy, si possano fondere per ottenere un prodotto di eccellenza mondiale. La genesi stilistica di questo modello deriva dall’eredità formale e culturale lasciata dal patrimonio estetico del design automobilistico Lancia, la casa torinese produttrice di autovetture sportive. Proprio ciò ha consentito a Christian Grande di coniugare in un solo oggetto forme e caratteri appartenenti a due settori, conferendo all’imbarcazione quella sportività d’élite tipica delle auto. Il nuovo Rib sorprende per le sue doti di abitabilità del pozzetto e per le prestazioni di sicurezza che offre, caratteristiche per nulla indebolite dalla forte ricerca formale ed estetica. Il connubio barca/auto è volutamente ammiccante, ed evidenzia l’esclusività di questo battello, elegante e sportivo allo stesso tempo. Prodotto da Sacs Marine, il gommone di Lancia risalta per la scelta del colore nero a cingere hard top e tubolari, e dall’inserimento delle bande Martini Racing, che ne sottolineano l’appartenenza ad una cerchia ristretta di prodotti. Il parabrezza a conchiglia si solleva per permettere il passaggio al ponte di prua e sbarcare a terra o sdraiarsi sul prendisole senza dover passare sui fianchi. Il telo multistrato della capote è innervato con archi trasversali, trascinati in posizione tramite catena. Questo sistema evita la formazione di gobbe

LANCIA DI LANCIA

La scaletta che conduce a prua è stata integrata all’interno del pozzetto con un meccanismo di “porta a scrigno” che si apre sulla cabina prodiera e, quando chiusa, risulta impercettibile, ovviamente dotata di luce diffusa fra i gradini.

o irregolarità nella capote, che risulta esteticamente integrata anche in posizione “tutto chiuso”. Il layout del pozzetto è dominato dal grande divano a U che corre lungo la murata di poppa e si presenta con rivestimento color sabbia chiaro. Forme e materiali moderni dettano il carattere dell’arredamento interno, dove la dinette con tavolo e divani diventa cuccetta per due al tocco di un pulsante. Sotto il cofano rombano 1,120 hp Fiat Powertrain Technologies (FPT), due motori da 2 x 560 CV, e 13,1 mt di lunghezza, impetuosi sull’acqua, da 0 a 100 in un soffio di vento fino a giungere a 40 nodi.

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For magazine Tra le modalità di funzionamento del Ganto 40 le principali sono: Diesel/Elettrico con uno o più generatori che alimentano impianti e motori elettrici; Zero Emission con le batterie e/o Fuel Cells che alimentano motori e apparecchiature di bordo.

Il super yacht di 40 metri full electric con una propulsione ecologica al 100%, dalle linee moderne, dalle alte prestazioni e dalla grande libertà in più nel layout interno Floating Life, società svizzera specializzata nel campo della gestione, charter e costruzioni custom di mega yacht, ha realizzato il Ganto 40, basato sul progetto EcoYacht per avere i più bassi livelli di impatto ambientale: materiali di costruzione all’avanguardia e nel rispetto della riciclabilità, studi fluidodinamici e gestione ecologica rendono questo modello il capostipite di una nuova generazione di imbarcazioni. Lo scopo di Ganto Project è di ottenere una navigazione ad “emissioni zero” con un limitato numero di persone d’equipaggio, garantendo un adeguato livello di comfort della vita di bordo, per un tempo di navigazione definito dalla quantità di batterie che si intende imbarcare. Tutto ciò è possibile grazie all’elevato sviluppo tecnologico e all’alto grado di innovazione progettuale. I punti di forza sono infatti l’ottimizzazione fluidodinamica delle linee di carena e delle appendici, con conseguente sperimentazione di soluzioni idrodinamiche innovative, il contenimento dei pesi utilizzando materiali costruttivi innovativi e soprattutto riciclabili, la modularità degli allestimenti interni e, appunto, il contenimento delle emissioni. Il Ganto 40 nasce dalla creatività del designer Filippo Rossi e dell’ingegnere Roberto Starkel. Dal punto di vista delle dotazioni è fornito di 5 confortevoli cabine capaci di ospitare fino a 12 persone. È in grado di raggiungere la velocità massima di 16,50 nodi, con una velocità di crociera pari a 12,50 nella versione con propulsore diesel elettrico. Va specificato, infatti, che

GANTO 40 la motorizzazione elettrica su imbarcazioni può avvenire in due maniere: o in quella classica, più conservativa e tradizionale, dell’affiancamento di un motore elettrico al motore principale, e in questo caso si parla di “ibrido”; oppure in quella più innovativa e razionale della sostituzione integrale dei propulsori classici con motori elettrici, e in questa variante si parla di “full electric”, in assoluto la soluzione migliore.

L’approccio costruttivo alla base di Ganto 40 ben si sposa con la necessità di realizzare barche eco-sostenibili, capaci di produrre energia da fonti rinnovabili e realizzate con i materiali più ecologicamente performanti.

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Secondo Alberto Perrone da Zara, Ad di Vicem Yachts: «La cantieristica sta vivendo un momento di contrazione finanziaria. In questo contesto sono particolarmente fiero che Vicem Yachts si trovi in una fase di netta controtendenza, esprimendo così in pieno la sua leadership».

VICEM 72 FLYBRIDGE La pregevole lavorazione artigianale si sposa con le più moderne soluzioni tecnologiche per fare di questa imbarcazione il non plus ultra della navigazione in mare Il Vicem 72 Flybridge è una delle tante perle messe in mare dal cantiere turco Vicem Yachts, costruttore leader di imbarcazioni classiche di lusso e megayacht. Questa barca risalta soprattutto per le linee sofisticate e per l’eleganza che emana, oltre alle indubbie qualità di comfort, relax e divertimento che garantisce. Il 72 FB esalta la reputazione del marchio Vicem per lo sviluppo minuzioso nello stile, come testimoniano le linee dello scafo e la rifinitezza dei dettagli. Del resto Vicem Yachts produce dal 1991 barche di assoluto prestigio basandosi su tre valori unici: customizzazione totale, design senza tempo e qualità senza compromessi. Per non parlare dello stile di realizzazione, davvero unico al mondo, denominato “cold molded” e incentrato sulla combinazione di laminato di mogano e resina epossidica usata per tutte le superfici principali, capace di garantire robustezza, resistenza e totale isolamento da umidità e rumori. Naturalmente anche il 72 FB è un mix di tutti questi elementi progettuali, che lo rendono non solo sicuro ma anche elegante, dal design esclusivo e dalle dotazioni più accessoriate possibili. Il ponte principale, infatti, comprende un ampio salone, munito di tavolo e frigo bar, e la timoniera. L’ampia area di poppa può ospitare fino a 8 persone su un comodo divano

Due divani per 8 persone accolgono gli ospiti del 72 Flybridge nell’area interna dello yacht, spaziosa e illuminata. Nel salone è presente anche una tv Lcd.

a L, così come altrettanto spaziosa è la zona prendisole. All’interno lo yacht presenta tutto ciò che si può desiderare: un largo e luminoso salone con due divani per 8 persone, un tavolo pieghevole, una tv con schermo Lcd e un moderno sistema di aria condizionata. Il materiale dominante è il legno di mogano, scelto per rendere più confortevole la vita in mare. La cucina è molto capiente, dotata di angolo cottura, freezer e forno microonde. L’area notte prevede una elegante cabina armatore con letto matrimoniale e due ampie finestre, un’ariosa cabina vip con letto matrimoniale, 2 cabine ospiti con letti singoli e 2 cabine per l’equipaggio. Il Vicem 72 Flybridge è spinto da propulsori 900 hp Man diesel, che assicurano performance con velocità massima di 24 nodi, mentre la velocità di crociera raggiunge i 19 nodi.

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Il cantiere turco produce attualmente 3 linee di prodotto: Vintage Line dai 50' ai 100'; Vulcan Line, la linea di superyacht da 32, 35 e 46 metri; Vanguard Line, una nuova gamma di open yacht di 33 e 45 piedi, perfetta miscela delle piĂš avanzate tecnologie produttive.

Tutte le rifiniture interne del Vicem 72 sono realizzate con il metodo artigianale chiamato “cold molded�, una combinazione di laminato di mogano e resina epossidica.

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For magazine Lunghezza f.t.: m. 18,77 mt Larghezza: 5,59 mt Dislocamento: 40.824 kg Posti letto: 6 Capacità Acqua: 1.457 lt Carburante: 5.300 lt Motori: 2 cat c-15 acert da 1000 hp Velocità: max 27 nodi; 22 nodi di crociera

GRAND BANKS 59RP L’amore per il mare, la passione per la navigazione e la sicurezza del lusso sono i tre parametri che fanno di questa barca un esempio di eleganza ed efficienza Progettato dallo studio Sparkman & Stephens, il Grand Banks 59rp rappresenta la linea Aleutian del nuovo corso dell’azienda americana. Si tratta di un’imbarcazione dalle linee equilibrate e molto piacevoli: è munita di 3 cabine e 3 bagni, può raggiungere i 27 nodi con 2 x 1000 Caterpillar, oppure navigare tranquilla a 10 nodi con grande autonomia. Il GB 59rp è lo scafo ideale per una coppia che riesce a gestirlo senza bisogno di equipaggio, anche se dispone all’occorrenza di locale a poppa separato con 2 letti e propri servizi. Quando si parla di Grand Banks si evoca la leggenda dello yachting puro, tradizionale, di estrema sobrietà e di esaltante tradizione marinara. GB significa navigare su imbarcazioni del tipo “trawlers boats”, cioè di un genere di barche concepite per chi lavora sul mare, in qualsiasi condizione. Si tratta di mezzi fatti per chi non ama il rischio inutile, anche se sa fronteggiarlo meglio di chiunque altro. In Italia Grand Banks Yachts diventa sinonimo di Gia.ro.li S.a.s., ovvero una delle società leader del mondo nautico italiano con sede ad Orbetello, dal 1984, come importatore di imbarcazioni di prestigio per il territorio italiano, francese e paesi limitrofi. I grandi nomi dello yachting internazionale sono le barche sempre a disposizione degli appassionati pronte a

salpare nel mare dell’Argentario. Dal 1996 la Grand Banks ha iniziato a costruire, in collaborazione con gli studi Raymond Hunt e Sparkman & Stephens, una linea di imbarcazioni semiplananti, denominate Eastbay ed Aleutian nelle misure da 39’ a 72’, capaci di punte di velocità di 31 nodi, che hanno avuto un grande successo sul mercato italiano. Fanno parte del corredo standard della linea Aleutian alcuni elementi caratteristici come l’elica di prua, le gruette idrauliche, l’aria condizionata, un generatore da 17,5 kw, inverter ed elettronica completa Raymarine, con possibilità di interfacciare le ultime novità satellitari e per la navigazione notturna.

La linea di imbarcazioni Aleutian ha avuto spesso notevoli benefici sul mercato italiano, dovuti al rapporto di cambio USD/EUR talvolta molto favorevole.

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Lunghezza fuori tutto: 12,1 m Lunghezza al galleggiamento: 10,8 m Larghezza massima: 3,8 m Altezza massima per il trasporto: 2,75 m Sistemazioni interne: 2 cabine doppie con bagno Motorizzazione e propulsione: 2 x Volvo Penta D6 370 con trasmissione Duoprop DPR Velocità massima: 42 nodi

BARRACUDA 42

Uno stile unico per un concetto nuovo, dove pulizia di linee e riferimenti al passato si fondono per creare uno scafo equilibrato in grado di accontentare anche i più critici La Barracuda Yachts insieme alla S & T nautica hanno dato vita al Barracuda 42, una barca innovativa nel design e perfezionata nei dettagli grazie all’esperienza pluriennale delle due aziende e a tutte quelle conoscenze pratiche e specifiche sviluppate in anni di lavoro a stretto contatto con le esigenze dei clienti. A curare il concept di questa imbarcazione è stato Alberto Mancini, giovane yacht designer già ideatore del Magnum Marine 100’. Le raffinate linee esterne, soprattutto in virtù dello slancio di poppa nel profilo che rimanda a un leggero muscolo tondeggiante, rievocano le automobili vintage, mentre il parabrezza e lo skylight sono uniti in un unico montante, così da ottimizzare al massimo e rendere più funzionali gli elementi stilistici del natante. Per quanto riguarda gli interni, il concetto di lusso sportivo viene enfatizzato da alcune controstampate rivestite in pannelli leggeri di alcantara, pelle e laccati opachi-lucidi, mentre gli specchi e i giochi di trasparenze contribuiscono ad arredare in maniera sportiva anche i due bagni. I materiali impiegati sono basati sul concetto di rispetto dell’ambiente, mentre il Mit teak utilizzato per la coperta è un nuovo tipo di teak naturale, lamellare, progettato e sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Trieste e la Sika. Il Barracuda 42 è spinto da motori D6 Volvo Penta con piede poppiero Duo Prop da 370 hp ciascuno, in grado di offrire facilità di manovra,

Il Barracuda 42 è stato realizzata da professionisti che vivono il mare e conoscono le esigenze dei potenziali armatori, desiderosi di navigare su un’imbarcazione di successo che esalta il concetto di lusso sportivo.

consumi ridotti e prestazioni ben oltre i 40 nodi. Inoltre lo studio della carena, curato dall’ingegnere triestino Giorgio Biselli e testato presso la vasca navale dell’Università di Trieste, ha portato a risultati molto soddisfacenti sia sulla resistenza sia sul moto ondoso.

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Forsport magazine di Pina Bevilacqua

Orial Kolaj

COLPI PESANTI

Kolaj batte D’Agata per il titolo dei pesi mediomassimi. Ottimo successo per il giovane Mirko Ricci. Ritorni sul ring per Adriano Cardarello e Manuel Ernesti Ancora grande pugilato nella Capitale. Una vera e propria maratona pugilistica,fatta di 8 match dilettantistici e 5 professionistici. Main event la sfida tra il campione italiano dei mediomassimi, il siciliano Danilo D’Agata (record di 11 vittorie ed 1 pari), nipote d’arte (suo zio Gaetano è stato campione d’Italia è si è ritirato imbattuto), e il boxer di origine albanese naturalizzato italiano (da tempo residente in Lombardia) Orial Kolaj. Entrambi 28 anni, ma due stili completamente diversi. Più potente e istintivo il primo, più tecnico e veloce il campione in carica. I due si erano già incontrati nel 2009, per la finale di

Coppa Italia, dove D’Agata ebbe la meglio su un Kolaj un po’ acciaccato per infortunio e ancora all’inizio della carriera. Sul ring del PalaSport di viale Tiziano, un bel match molto combattuto. Pesante sin dall’inizio l’assalto dello sfidante, che vuole subito imporre un ritmo dispendioso all’avversario. Questi, in cattive condizioni fisiche per via di un attacco influenzale, lo contrasta con il suo maggiore allungo, anche se non è facile frenare la foga dell’avversario. L’equilibrio si rompe al 6° round, favorevole a Kolaj, alla ricerca del successo prima del limite. Ma all’8° questi cala il ritmo, frenato dai colpi dritti

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e precisi del campione in carica. Alla fine delle 10 riprese, decidono i giudici che, a maggioranza (2 su 3), si esprimono a favore di Kolaj (9793; 95-97; 97-93), infliggendo la prima sconfitta della carriera al detentore uscente, che aveva difeso la fascia già 2 volte. Nel sotto clou della bella serata pugilistica, ancora incontri di alto livello. Con il 21enne romano Mirko Ricci, astro nascente dei mediomassimi, al suo 3° match da pro (2 vittorie, 1 prima del limite), che ha superato, ai punti, dopo un incontro a fase alterne, il 34enne fiorentino David Rettori, al rientro da 6 anni di inattività. Degno di nota anche il ritor-


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Orial Kolaj (28 anni) è un boxer di origine albanese naturalizzato italiano, molto tecnico e rapido. Nell’incontro dei mediomassimi ha battuto ai punti (97-93; 95-97; 97-93) il siciliano Danilo D’Agata.

no sul ring (dopo quasi due anni) del talentuoso 25enne peso medio romano Adriano “Wonder boy” Cardarello (10 match vinti, 2 prima del limite), che, ad un certo punto, ha messo a tappeto, con un perfetto montante, l’esperto nicaraguese naturalizzato italiano Ronny Mcfield e che, alla fine, ha vinto, ai punti. Interessante pure il ritorno sul ring di un altro peso medio capi-

tolino di grandi prospettive, cioè Manuel “The Diamond” Ernesti, 25 anni,voglioso di cancellare la sua unica sconfitta (dopo 10 vittorie), subita dal romano Emanuele “Sioux” Blandamura, in ottobre, ad Ostia, nella sfida valida per il titolo Mediterraneo WBC. Stavolta contro di lui il pericolosissimo cubano (residente in Costa Rica) Reward Marti, messo facilmente ko alla

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fine della 2° ripresa. Molto combattuta la sfida tra il 22enne welter romano Andrea Angelocore (5 vittorie, 3 delle quali prima del limite, su 6 incontri combattuti) e il coriaceo slovacco Ivan Godor. Match vinto dal nostro, per sospensione tecnica (una brutta testata involontaria all’occhio di Godor) all’inizio della 4° ripresa.


For magazine La Coppa Veterani, giunta alla sua sesta edizione, è un classico del calcetto romano. Il trofeo si concluderà il 23 maggio,a pochi giorni dalla finale di Champions League, con un match in notturna.

che coppe!

8, Proseguono a suon di goal le competizioni di calcio a 5 e calcio a con i Circoli Storici di Roma a contendersi i prestigiosi trofei in match combattutissimi In corso tanti prestigiosi tornei di calcetto e calciotto nella Capitale. Al Tennis Club Parioli, si sono disputate le gare di andata dei play off per la 2° Stanleybet Cup, lanciatissimo torneo di calcio a 8 riservato ai Circoli Storici. Articolato in 2 gironi (A e B), ciascuno composto da 4 squadre. In campo, oltre al TC Parioli, il CC Lazio, il CC Roma, la Tirrenia Todaro (girone A), il CC Aniene, il RCC Tevere Remo, il CT Eur e lo Sporting Eur (girone B). Si sono qualificati direttamente alle semifinali la Tevere Remo e il CC Lazio, primi classificati nei rispettivi gironi. Le squadre 2° e 3° classificate si stanno, invece, affrontando ad incrocio

nel play off. Per il momento, vittoria, per 2 a 1, del CT Eur (Vinci, Baldelli) sui padroni di casa (Zibi Boniek) e pareggio, per 2 a 2, tra CC Roma (Del Rosso e Palladino) e CC Aniene (doppietta di Iuso). Eliminate dalla Coppa le ultime 2 classificate di ciascun girone. Cioè, la Tirrenia Todaro e lo Sporting Eur. L’anno scorso, la spuntò il Tevere Remo, proprio sulla compagine di Monte Antenne, ai rigori. Vedremo quest’anno. È entrata nel vivo anche la VI Coppa Veterani. Un classico del calcetto capitolino, che, come vuole la tradizione, si concluderà a pochi giorni dalla finale di Champions League, in notturna, il 23 maggio. Il 116 For Magazine

torneo prevede 3 classi, Over 40, 50 e 60. Per l’Over 40, alla 7° giornata: 1° Flaminio S.C. (19 punti), 2° Antico Tiro a Volo (18), 3° Villa Flaminia Blu (16, ma 6 partite), 4° C.C. Aniene (13), 5° C.C. Roma (12, 6 partite), 6° Tevere Remo (8, 6 partite), 7° Futbolclub Arancione (7), 8° Futbolclub (4, 5 partite) e Montecitorio (4, 6 partite), 9° C.T. Eur (4) e Futbolclub Nero (4), 10° Villa Flaminia Bianco (0, 5 partite). Nel torneo Over 50, alla 4° giornata: 1° Antico Tiro a Volo (9 punti, ma 3 partite) e Futbolclub (9), 2° Futbolclub Blu (7), 3° Villa Aurelia (4), 4° Due Ponti S.C. (3), 5° CCRS BNL (0, ma 3 partite). Per l’Over 60, alla 3° giornata: 1° Fut-


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bolclub (12 punti, ma 4 partite), 2° Le Palme S.C. (4), 3° Villa Aurelia e Tevere Remo (3), 4° Antico Tiro a Volo (1). Intanto, sempre in vetta alla classifica la squadra del TC Parioli impegnata nel girone G del campionato di serie D di calcio a 5.

Che nella 1° giornata di ritorno ha consolidato la sua leadership vincendo, per la 12° volta consecutiva, sul Castelnuovo di Farfa, con un perentorio 9 a 2 (Jacopo Costanzo, doppietta, Roberto De Lieto, doppietta, Michele Buontempo, Gabriele Cogniati, 117 For Magazine

Marcello Di Francesco, Federico Spadoni, Andrea Valentini).


Photo: Mirka Boensch Bees

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LA CORSA DI MIGUEL ido Ancora un successo per la maratona in onore del poeta desaparec

svanito

nelle prigioni argentine nel 1978. Strapotere delle Fiamme Gialle nella prova competitiva Nuovo record di partecipanti e arrivati per la XIII Corsa di Miguel, la tradizionale competizione sportiva organizzata dal Club Atletico Centrale in memoria di Miguel Benancio Sanchez. Ideata dal giornalista appassionato di corsa Valerio Piccioni, che volle così farne un simbolo. Miguel, impiegato e buon maratoneta, anche un po’ poeta, rapito da un commando paramilitare a 25 anni, dalla sua casa di Buenos Aires, all’alba del 9 gennaio 1978 (era appena tornato dall’Uruguay, dove aveva corso la Carrera de Maldonado) e diventato uno dei circa 30.000 desaparecidos. In via dei Campi Sportivi, erano oltre 7500 (contro i 7000 dell’anno scorso) tra la prova competitiva (4462 arrivati, di cui 3576 uomini e 886 donne) e quelle aperta a tutti (2100 sui 10 km, 500 sui 2,5 km). Circa 500 le presenze per le 2 gare ciclistiche, partite sempre dall’Acqua Acetosa, mezz’ora prima. Perché, quest’anno, alla passeggiata di 5 km fino al Ponte della Musica (nata solo l’anno scorso) si è aggiunta la 50 chilometri Roma-Formello-Roma, con spettacolare

arrivo sulle rampe di Villa Glori. Tantissimi i personaggi del mondo dello sport, della politica e della cultura nel fiume di gente che ha attraversato Ponte Risorgimento, Ponte Milvio, Lungotevere dell’Acqua Acetosa, per giungere allo Stadio Paolo Rosi. Starter, come da tradizione, la sorella di Miguel, Elvira Sanchez, sempre emozionata e con lo stesso sogno: raggiungere i 30000 partecipanti, per eguagliare il numero degli scomparsi argentini. Alla fine, in campo maschile, splendida tripletta delle Fiamme Gialle, che avevano aderito in massa alla competizione, per onorare la memoria del collega Cosimo Caliandro, l’atleta che aveva vinto ben 4 volte la gara, scomparso l’anno scorso per un tragico incidente motociclistico (il figlio, 11enne, ha corso la prova non competitiva, sostenuto dalla madre). La vittoria è andata a Andrea Lalli, che ha chiuso con un notevole 29:01 e che il 31 dicembre avevo già vinto la We Run Rome. Secondo Gabriele De Nard (29:52), giunto 3° l’anno scorso. Seguito quest’anno da Yuri Floriani (29:57). Fra

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le donne, successo della marocchina Hanane Janat (LBM Sport Roma) in 33:39, davanti alla primatista italiana Under 23 dei 3000 siepi Giulia Martinelli (Forestale/34:19) e a Federica Dal Ri (Esercito/34:47), vincitrice della scorsa edizione. Come sempre, al via anche i team di vari sodalizi capitolini, come quello del Tennis Club Parioli, che ha visto la sua Anna Pinto 6° nella classifica di categoria (44:36) e Andrea Le Pera al 40° posto in gara (40:18).


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Oltre 7.500 atleti, tra professionisti e dilettanti, hanno preso parte alla maratona in onore di Miguel Benancio Sanchez.

Andrea Lalli

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Foto COL Pisa - Canottaggio.org ©

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dai col remo È sempre supremazia capitolina nelle competizioni della stagione nazionale appena iniziata. Coppe, regate e campionati italiani regalano tante prestigiose meda glie Si è ufficialmente aperta la stagione nazionale, con la 1° prova del circuito Gran Fondo di Coppa Italia, a Pisa. L’anno scorso brillò l’Aniene (3° nella classifica generale, 2° nella femminile, 1° nella categoria Junior e Master). Sul Canale dei Navicelli (considerato uno dei migliori bacini di gara italiani), 698 canottieri (507 uomini e 191 donne), 116 atleti in più dell’anno scorso, in rappresentanza di una cinquantina di società. Per un percorso di 6 chilometri, con partenza lanciata a cronometro. In programma: doppio e quattro senza Ragazzi, Junior e Senior; quattro di coppia Cadetti-Allievi C; quattro di coppia e otto Master. Tra gli Junior molti medagliati 2011 come le sorelle Lo Bue (Palermo), campionesse mondiali in due senza, e gli iridati nell’otto Zileri (Firenze) e Carcano (Moltrasio). Una bella lotta! E comunque, argento per il Tevere Remo (Alessandro Padoa, Joseph Romagnolo, Alessandro Rossetti, Niccolò Pagani)

nel quattro senza Junior, per il CC Roma (Fabio Chiù, Simone Stellato, Mauro Recanatesi, Alessandro Tonetto) nel quattro di coppia U43, per il Tirrenia Todaro (Dario Fogo, Umberto Tornar, Domenico Guidoni) misto con il D’Acquisto nel quattro di coppia O55. E bronzo per il Tiber Rowing (Cristina Calò, Simonetta Campo, Daria Dikerman, Roberta Possenti) nel quattro di coppia Master, per il Tirrenia Todaro (Carola Artuso, Francesca Picone, Adele Dezi, Ilaria Transi) nel quattro senza Ragazze. Naturalmente c’eravamo a Torino per la XXIX regata internazionale “D’inverno sul Po”. Un giorno di raduno e uno di gara, quest’ultima valida come 2° prova del circuito Gran Fondo (dopo Pisa). Quasi 1500 gli iscritti e più di 200 i canottieri in arrivo da Francia, Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi. Il 1° giorno, 6 chilometri da attraversare in favore di corrente. In gara 504 atleti per 56 società. In program-

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ma: singolo, doppio e quattro di coppia Allievi e Cadetti; singolo, doppio, due senza Ragazzi, Junior e Senior; doppio e quattro di coppia Master. Tanti da tenere d’occhio. Per esempio, nel singolo Boccuni (Elpis Genova), campione mondiale coastal ed universitario, nel due senza il vicecampione mondiale Giorgio Tuccinardi (Armida) e i nazionali portoghesi Fraga e Mendes. Per i nostri, sugli scudi il Tevere Remo, oro (Alessandro Rossetti, Niccolò Pagani) e bronzo (Alessandro Padoa, Joseph Romagnolo) nel due senza Junior, oltre che doppio argento (grazie a Ludovica Lucidi e alla coppia Paolo Lucarelli/Alessandro Sportelli). Oro per il Tiber Rowing (Alessandra Torrini, Laura Micocci) misto con il Tritium e il Sebino nel quattro di coppia misto, dove il Tirrenia Todaro ha fatto il bronzo. Argento per il CC Salaria (Paolo Soda, Luca dell’Elice) nel doppio Master. In programma per la 2° prova del circuito di Gran


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Fondo: quattro di coppia ed otto Ragazzi, Junior, Senior e Master; quattro di coppia Cadette; otto Cadetti. In gara ben 973 atleti. In acqua pericoli come il misto Firenze-Tevere Remo-Arno-Palermo-San Miniato delle azzurrine reduci da Mondiali e Coupe de la Jeunesse, l’otto Forestale-Armida-Moto Guzzi con a bordo il campione mondiale Under 23 Matteo Pinca. La notizia della giornata è, senz’altro la doppia sconfitta rifilata alla Germania dall’Italia. Sugli scudi l’otto maschile Junior, composto da 5 dei 9 atleti campioni del mondo a Eton 2011 (Enrico D’Aniello, Matteo Lodo, Giovanni Abbagnale, Pietro Zileri e Guglielmo Carcano), più nuovi innesti (il nostro Niccolò Pagani del Tevere Remo, Luca Lovisolo, Lorenzo Pietra Caprina, Vittorio Serralunga), testato dal CT Claudio Romagnoli proprio a Torino. Oro anche per l’otto Junior femminile (la nostra Ludovica Lucidi del Tevere Remo, Giorgia e Serena Lo Bue, Beatrice Arcangiolini, Sofia Ferrara, Silvia Terrazzi, Lucrezia Fossi, Giulia Campioni, Valentina Saitta). A Torino, il quattro di coppia Junior va all’Aniene (Ludovica Serafini, Alessia Del Panta, Agnese Dezi, Federica Allegra). Al Tirrenia

Todaro (Dario Fogo, Umberto Tornar, Domenico Guidoni) misto con il D’Acquisto quello Over 55, dove fa il 5° posto il CC Roma (Stefano Marini, Giuseppe Girone, Massimo Delle Cese, Claudio Lucisano). Pure argento (Fabio Chiù, Simone Stellato, Mauro Recanatesi, Alessandro Tonetto) nel quattro di coppia Under 43. Ottimo 4° posto dell’Aniene (Portonaccio, Marco Borsotti, Luca Di Francesco, Guglielmo Cavicchioli, Carlo Piloni, Alessandro Orfei, Luca Santoro, Alessandro Rocchegiani, Fazi) nel combattutissimo otto Junior. All’Accademia della Marina di Livorno sono stati assegnati i primi titoli italiani della stagione (Senior, Pesi Leggeri,Esordienti, Juniores, Ragazzi, Adaptive e Master). Nella palestra dell’Accademia, oltre ai Campionati Italiani Indoor, di scena il Meeting Nazionale Allievi e Cadetti. Ai remoergometri quasi 400 canottieri. Ben 40 gli Adaptive iscritti. E ben 4 le medaglie per i gloriosi Adaptive dell’Aniene. Infatti, oro da Daniele Stefanoni (TA), già qualificato per Londra 2012 (nel doppio, con Silvia De Maria, Canottieri Caprera), che a Livorno ha anche migliorato il suo record personale (2009) di 7 decimi, chiudendo

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a 3’28’’60. Oro dal campione paralimpico Luca Agoletto (LTA), che ha completato i suoi 1000 metri in 3’08’’50, un secondo in meno rispetto al suo best time di 3 anni fa e sempre più vicino al 3’00 di Andrea Palantrani (sempre Aniene). Oro e anche tricolore Master per Roberto Blanda. Argento per Paola Protopapa (LTA). Un quarto e quinto posto per Lucilla Aglioti e Adriana Tavani. Da segnalare, inoltre, per le altre società capitoline presenti, l’argento Allievi C del Tevere Remo (Ottavia Ravoni), l’argento Esordienti del The Core (Domenico Cioffi), l’argento Master del CC Roma (Michele Zanon), il bronzo Senior del The Core (Marta Novelli). Infine, successi internazionali per Maximilian Benassi (Aniene), in Australia per allenamenti. Il nostro è risultato 3° nel K1 1000 e nel K2 1000 (con Alberto Ricchetti, Fiamme Gialle) all’Open di Sydney. Ed è salito sul podio dei Campionati del Queensland per tutte le specialità. Facendo il 1° nel K1 5000, il 2° nel K1 1000 e nel K2 1000 (con Ricchetti), il 3° nel K1 500.


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sempre più sei nazioni

alla fine escono Nel famoso torneo di rugby gli Azzurri tengono testa ai rivali, ma dal campo battuti. Rivincita con la Scozia e sul prato amico dello Stadio Olimpico Ci voleva la neve per salutare lo storico ingresso del grande rugby nel tempio calcistico di Roma. Tutto esaurito all’Olimpico per Italia-Inghilterra, nella 2° giornata del Sei Nazioni, il torneo rugbystico più antico del mondo. E davanti a un tifo delle grandi occasioni, dopo il ko d’esordio, 30-12(15-6), subito (principalmente per errori nei placcaggi e problemi sui punti d’incontro) dai Galletti a Parigi, a Roma ci è mancato poco per ripetere l’importante successo colto al Flaminio contro la Francia un anno fa. All’Olimpico, l’Italrugby ha sfiorato per l’ennesima volta l’impresa, chiudendo a 15-19 (12-6) contro gli inglesi dalla difesa fortissima. Sempre vincitori sugli azzurri nei 17 incontri precedenti (e vincitori al debutto in Scozia). «Abbiamo buttato via tutto con quei 15-20 minuti iniziali del 2° tempo», spiega il ct azzurro, Jacques Brunel, che ha riproposto la formazione schierata in Francia, con soli 2 cambi (Canale per Sgarbi

e Bortolami, alla sua 90° presenza azzurra, per Van Zyl). All’Olimpico ci hanno penalizzato soprattutto la mancata efficacia nei calci e quella meta di Hodgson al 10' della ripresa, che ci ha quasi paralizzati. Poi la squadra di Brunel è sbarcata a Dublino (dove gli azzurri non vincevano da 15 anni), per la 3° giornata del Sei Nazioni 2012. E la 3° sconfitta consecutiva. È, infatti, finita 42-10 con i Verdi (tra l’altro privi, per tutto il torneo, di capitan Brian O’Driscoll). Peccato! Un anno fa, al Flaminio, siamo stati molto vicini a batterli, chiudendo 11-13 (6-3). E ad ottobre, loro, imponendosi per 36-6, ci hanno cacciati dal Mondiale neozelandese. Era il nostro 21° scontro, doveva essere una rivincita e, invece, è stata la 18° vittoria irlandese. A Dublino, l’Italrugby tiene testa ai padroni di casa solo nel 1° tempo, chiuso sul 17-10 per l’Irlanda, ma le speranze, sostanziate dalla meta (l’unica) di capitan Sergio Parisse (alla sua 86°

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presenza e per la 38° volta ‘cap’, diventando così, a soli 28 anni, il giocatore che ha guidato di più in campo la Nazionale) e dall’illusorio pari del 10-10, cedono nella ripresa. Il team di Brunel incorre nei soliti errori fondamentali, come non esita a sottolineare, con sgradevole ironia, la stampa inglese. Zoppica persino nella mischia, punto di forza dell’Italia. Che a Dublino è lontana anni luce da quella che ha quasi steso gli inglesi all’Olimpico, pochi giorni prima. Si replica il 17 marzo, nella 5° ed ultima giornata del Torneo (la 4°, Galles-Italia, il 10 marzo, a Cardiff), con Italia-Scozia. Un match tradizionalmente combattuto fino all’ultimo fischio quello con gli Highlander. Per la gioia dei tanti tifosi della palla ovale, sempre più numerosi. Incoraggiati da una Nazionale che, come ha giustamente sottolineato Parisse, «non va più in campo per cercare onorevoli sconfitte, ma per fare risultato».


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Edoardo Gori

Tommaso Benvenuti

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La squadra di calcio femminile della Lazio.

LA MAGIA DEL DERBY

Trionfa la Lazio sia nel campionato di calcio femminile, dove vince in rimonta,

sia in quello di pallanuoto maschile di A2, al termine di un match emozionante È sempre tempo di derby nella Capitale. Grande festa in casa Lazio. Nella 15° giornata della A di calcio femminile, le biancocelesti si sono imposte sulle giallorosse per 2-1, proprio sul campo della Roma, a spalti gremiti. Una bella vittoria in rimonta. Vantaggio della Roma con Barreca al 17' del 1° tempo. Nella ripresa rimonta laziale, con reti di Pecchia al 50' e Berarducci al 71' su rigore. A dire la verità, le romaniste non mollano, ma il punteggio resta invariato. Come sempre il derby è una partita a sé, che vale da sola un campionato, ma è importante sottolineare che, così, le aquilotte si sono portate a casa 3 fondamentali punti salvezza, lasciandosi alle spalle le tre sconfitte consecutive e l’eliminazione in Coppa Italia. E soprattutto, lasciando le cugine in coda alla classifica. All’andata, in ottobre, l’atteso derby capitolino era finito in parità, a reti inviolate. Stavolta, un bel botta e risposta nel 1° tempo tra le due formazioni, pericolose in

svariate situazioni. Ma nella ripresa, la pressione sale e si sprecano troppe occasioni da entrambe le parti. Tanto da far dire a Daniela Di Bari, il capitano laziale, a fine partita: «Ha vinto la paura di perdere». Alla Lazio anche gli ultimi derby di pallanuoto. Alla piscina del Foro Italico, davanti a tantissimi tifosi, è finita 10-12 fra Roma Vis Nova e Lazio, due formazioni che stanno facendo molto bene nel campionato maschile di A2, puntando alla promozione. La Lazio, che solo l’anno scorso ha lasciato la serie maggiore, allenata da Cristiano Ciocchetti, ex coach della Vis, passa in vantaggio dopo nemmeno 2 minuti di gioco, ma i padroni di casa giallorossi, al debutto nella serie cadetta, penalizzati da tre grandi assenze (Spinelli, Africano e Montani), ma forti del solito Vittorioso e dei suoi talenti Under 18, recuperano e superano, addirittura, ma per poco. Dopo 30”, arriva il 2-2 e, a 20” dalla fine del 1° tempo, il 2-3

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degli aquilotti. L’altalena continua, finché, a metà del 4° ed ultimo tempo, i biancocelesti volano a + 5 dai cugini, che lottano, ma non riescono a recuperare. Una settimana dopo, la Lazio vince, 11-6, pure la stracittadina contro la Roma 2007, malgrado la caparbietà e l’ottimo avvio dei giallorossi, che riescono a chiudere il 1° tempo sopra di una rete. Poi, l’AS Roma 2007 esce sconfitta (12-4) ancora dalla Lazio pure nel torneo Under 15. Ma pareggia (5-5) con la Rari Nantes Roma nel campionato Under 20. Un derby ancora più saporito perché ha visto i fratelli Fabio e Fabrizio Liolli divisi tra le due squadre.


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Due momenti della partita Roma-Lazio, terminato 2 a 1 per le aquilotte con reti vincenti di Pecchia e Berarducci.

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Filippo Volandri

CORAGGIO ITALTENNIS!

Risultati incoraggianti per le nostre atlete nella Federation Cup. Invec e

vanno meno bene

le cose per gli uomini della Coppa Davis. Luci e ombre all’Australian Open Sbarca oltreoceano il grande tennis che nasce e prospera nei circoli della Capitale. L’Italtennis rosa di capitan Barazzutti passa alle semifinali della Federation Cup. Pronostico rispettato dal mitico quartetto azzurro, che negli ultimi 5 anni ha fatto quasi il pieno di trionfi (con 3 sigilli e 4 finali all’attivo). Risolutivo, nei quarti a Biella, il doppio di spareggio con Flavia Pennetta (Aniene), afflitta da una lombo-sciatalgia, e Roberta Vinci (TC Parioli), che hanno conquistato il punto decisivo del 3-2, superando la coppia ucraina Lesia Tsurenko-Olga Savchuk (7-5, 0-6, 6-1). In precedenza, Francesca Schiavone aveva dato il 2° punto alle azzurre, dopo quasi 3 ore di gioco contro Kateryna Bondarenko (6-7, 7-5, 6-4), mentre Sara Errani si era arresa a Lesia Tsurenko, per infortunio al ginocchio destro, sul punteggio di 6-1, 3-0, permettendo il 2-2 alle avversarie. Nella giornata inaugurale era stato il contrario, con la Errani a conquistare il 1° punto azzurro, contro la Bondarenko(6-2,6-3). E la Schiavone a perdere (1-6, 2-6) dalla giovane Tsurenko (solo n. 121del ranking

mondiale), portando le ucraine al pareggio. Ora l’Italia della racchetta (che occupa saldamente la 1° posizione mondiale nel ranking Itf per nazioni, davanti a super potenze del tennis come Russia e Stati Uniti) può riprendere a sognare. Il 21-22 aprile l’aspetta, in trasferta, la Repubblica Ceca. È andata meno bene per l’Italia di Coppa Davis, appena ritornata dalla Serie B nel Gruppo Mondiale e subito fuori, almeno per il momento. Dopo le belle prestazioni in singolare di Andreas Seppi e Simone Bolelli (Aniene), ci sono volute 2 ore ai cechi Tomas Berdych e Radek Stepanek per regolare (6-3, 6-4, 6-2) Daniele Bracciali e l’anienino Potito Starace (con qualche problemino di salute). Per accedere, così, ai quarti di finale e spedire gli azzurri ai play off per il World Group (14-16 settembre). All’Australian Open, 1° slam della stagione, strepitosa prova della Vinci. Fermata in singolare al 2° turno, dalla cinese Jie Zheng, una delle giocatrici più in forma del momento. E poi, stoppata solo in finale nel doppio femminile, insieme alla Errani (le prime azzurre a qualificarsi

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per la finale di uno slam!), dalle russe Svetlana Kuznetsova e Vera Zvonareva (5-7, 6-4, 6-3), in 2 ore e 18 minuti. Bloccata solo in finale nel doppio misto, in coppia con Daniele Bracciali, dalla russa Elena Vesnina e dall’indiano Leander Paes (5-7, 6-2, 10-7), dopo aver estromesso all’esordio la coppia n.1 del tabellone, Kveta Peschke-Mike Bryan. Tante sorprese sul veloce cemento di Melbourne. Quest’anno domato dal serbo Novak Djokovic (n.1 del mondo), vincitore sul rivale di sempre, lo spagnolo Rafa Nadal (57, 6-4, 6-2, 6-7, 7-5), e dalla russa Victoria Azarenka (al suo 1° titolo del Grande Slam), vittoriosa su Maria Sharapova (6-3, 6-0). Innanzitutto, eliminata (6-4, 6-3) Francesca Schiavone, nel derby azzurro, al 2° turno, da Romina Oprandi. Flavia Pennetta (Aniene) cade addirittura al 1° turno, superata dalla russa Nina Bratchikova (6-3, 1-6, 6-2), che, poi, ferma (6-2, 6-1) pure Alberta Brianti (Aniene). Stop per la Errani ai quarti (6-4, 6-4), dalla ceca Petra Kvitova (n.2 al mondo). Fuori Greta Arn (Parioli) agli ottavi, travolta (6-1, 6-1) dalla corazzata statunitense


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Martina Caregaro

Serena Williams. Sempre per quanto riguarda i nostri, KO al 1° turno per Filippo Volandri (Parioli), Potito Starace (Aniene) e Fabio Fognini (Aniene),rispettivamente eliminati dal giovanissimo canadese Milos Raonic (6-4, 6-0, 6-2), dal semisconosciuto giapponese Tatsuma Ito (63 4-6 6-3 6-4), dal colombiano Alejandro Falla (6-3, 6-2, 3-6, 6-1). Flavio Cipolla cede nel 2° turno, allo spagnolo Feliciano Lopez (7-5, 7-6, 6-2). La debuttante Nastassja Burnett (Parioli) all’esordio (dopo le qualificazioni), per i colpi della più esperta statunitense Madison Brengle (1-6, 6-3, 4-6). Farrukh Dustov (Parioli), nel 2° turno qualificazioni (6-74, 6-3, 6-1), al sudafricano Rik De Voest. Soddisfazioni internazionali per gli atleti fatti e in fieri del Tennis Parioli. Volandri,per esempio, si è fermato soltanto in finale al Brasil Open 2012 (torneo ATP con montepremi di 475.300 dollari). Battuto sulla terra rossa di San Paolo da un terraiolo DOC come lo spagnolo Nicolas Almagro (n. 11 ATP), ma dopo 2 ore di gioco (6-3, 4-6, 6-4) e con la soddisfazione di poter salire alla 56° posizione del ranking mondiale. Si è inceppata sempre in finale l’incredibile performance al torneo ITF di Antalya-Kaya Belek, in Turchia, per Martina Di Giuseppe (alla 4° finale in carriera), per mano dell'olandese Danielle Harmsen (6-3, 6-4). Allo stesso torneo hanno partecipato pure Martina Caregaro, bloccata (6-1, 6-4) ai quarti di finale dalla cinese Hua-Chen Lee. E la sedicen-

Gian Marco Moroni

ne Adriana Lavoretti, sconfitta (7-6, 6-2) al 1° turno dalla bulgara Martina Gledacheva. Bene anche Gian Marco Moroni e Beatrice Lombardo, rispettivamente convocati dalla nazionale italiana Under 14 e Under 16 per la European Winter Cup. Nelle qualificazioni in Francia, l’Under 16 azzurra (vittoriosa sull’Austria 2-1, perdente contro la Romania 3-0 e contro la Francia 2-1), con la Lombardo, si è classificata al 4° posto. Nelle qualificazioni in Ungheria, si è, invece, classificata al 3° posto l’Under 14 (vittoriosa sulla Serbia 2-1, sconfitta dall’Ungheria 2-1, vincitrice sulla Grecia 3-0) di Moroni. Decisamente un gran momento per il talentuoso 13enne pariolino, fermato solo al 3° turno (26, 6-3, 7-5), dallo svizzero Marko Osmakcic, al torneo Under 14 Petits As Tarbes 2012, uno dei principali al mondo. Internazionali si, ma con le radici ben piantate nella nostra bella città. E infatti, al Canottieri Lazio, pubblico delle grandi occasioni per il VII Memorial Claudio Damiani. Organizzato dal maestro Cantagalli con il consigliere al tennis Daniele Della Porta. Quest’anno dedicato ai soci veterani del sodalizio biancoceleste. Ben 8 i tabelloni.

Ecco i risultati: SINGOLARE OVER 40 : 1° CL. SIMONE TRIVELLI; 2° CL. MARCO RIPESI. SINGOLARE OVER 50: 1° CL. MARCO VALERIO POZZATO; 2° CL. DANIELE NOTARIO. SINGOLARE OVER 60: 1° CL. GIUSEPPE PECORA; 2° CL. CARLO VALABREGA. DOPPIO OVER 40: 1° CL. BARBARELLA - GIANNI; 2° CL. LEONE - RADI. DOPPIO OVER 50: 1° CL. POZZATO - PROVENZANO; 2° CL. SABATELLO - CAPPUCCINI. DOPPIO OVER 60: 1° CL. VALABREGA - TURBOLENTE; 2° CL. TERRACINA - CAPORALE. DOPPIO OVER 70: 1° CL. MILANO - CARABELLA; 2° CL. BACCINI - BUCCELLATO. DOPPIO FEMMINILE: 1° CL. CARUSI - COMPAGNONI CAPACCI.

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©foto deepbluemedia.eu

For magazine Andrea Chiarabini

TUFFI DA PRIMATO Gli atleti capitolini confermano il loro buon momento, collezionando vittorie e ottimi piazzamenti in vista degli Europei in Olanda e delle Olimpiadi di Londra Sono ben 8 gli azzurri dei tuffi che parteciperanno ai Giochi Olimpici di Londra (le gare si svolgeranno all’Aquatics Centre dal 29 luglio al 1° agosto e dal 3 all’11 agosto), lo stesso numero di Pechino. A Tania Cagnotto (trampolino 3 metri e sincronizzato), a Noemi Batki (piattaforma), al 27enne parmense Michele Benedetti (M. Militare/SS Lazio Nuoto, tramp. 3m), a Francesca Dallapé (tramp. 3m e sincro) si sono aggiunti i capitolini Tommaso Rinaldi (M. Militare/Trieste) e Andrea Chiarabini (Fiamme Oro Roma), il colleferrese Francesco Dell’Uomo (Fiamme Oro Roma/Bolzano), la frusinate Brenda Spaziani (Fiamme Azzurre/Aniene), che si sono qualificati per le prossime Olimpiadi nei ripescaggi di Coppa del Mondo, a Londra. Rinaldi ha ottenuto il pass per la gara del trampolino 3m, dove è risultato 3°. Chiarabini, Dell’Uomo e la Spaziani nella piattaforma, essendo riusciti, rispettivamente, 3°, 1° e 3° nelle relative prove di ripescaggio. Successi capitolini, societari e individuali, pure nell’ultima prova di selezione per

la partecipazione alla Coppa del Mondo di Londra, svoltasi al Centro Federale di Trieste. Benedetti (8° nel tramp.1m) si è imposto nel tramp. 3m individuale e sincro. Rinaldi (2° nel tramp. 1 e 3m) nel tramp. 3m sincro. Chiarabini (4° nel tramp. 3m sincro, 7° nel tramp. 1m e 10° nel tramp. 3m) nella piattaforma. Dell’Uomo (2° nella piatt., 4° nel tramp. 1m, 3m e, insieme a Chiarabini, 3m sincro) nei tuffi sincronizzati da piattaforma, in coppia con Maicol Verzotto (Fiamme Oro Roma/Bolzano, anche 4° nella piatt. e 11° nel tramp. 1 e 3m). La Spaziani, già oro nella piattaforma al Trofeo di Natale, a Trieste si è ancora imposta nella sua specialità, la piattaforma. Andreas Nader Billi (C. S. Carabinieri/Carlo Dibiasi Roma, anche 3° nel tramp. 3m individuale e sincro) nel tramp. 1m. Da segnalare i successi triestini della premiata famiglia capitolina dei tuffi, i Marconi. Nicola (M. Militare/ SS Lazio Nuoto) e Tommaso (M. Militare/Trieste, anche 5° nel tramp. 3m e 13° nel tramp. 1m) argento nel tramp. 3m sincro. Bronzo per la sorella Maria (Fiamme Gialle/ SS 128 For Magazine

Lazio Nuoto, anche 4° nel tramp. 1m) nel tramp. 3m. Argento per Eleonora Beatrice Atzei (Dibiasi, anche 7° nel tramp. 3m e 13° nel tramp. 1m) nel tramp. 3m sincro. Bronzo per Flavia Pallotta (Dibiasi, anche 10° nella piatt., 16° nel tramp. 3m, 20° nel tramp. 1m) nel tramp. 3m sincro. Belle soddisfazioni dalla squadra giovanile dell’Aniene al meeting internazionale di Eindhoven (Olanda), proprio nelle acque dove si svolgeranno gli Europei, a maggio. Oro per Malvina Catalano Gonzaga (4° nella gara 1 metro Ragazze) nella 3 metri Ragazze. Doppio argento per Giacomo Ciammarughi (4° nella 3m Ragazzi) nella specialità 1 metro Ragazzi e, in coppia con Lorenzo Marsaglia (sempre Aniene, 9° nelle gare 1 e 3m), nei 3 metri sincro Junior.


For magazine HC Roma De Sisti

HOCKEY AVANTI TUTTA Nella Capitale l’interesse per questo sport attira sempre più pubblico, incoraggiato dai buoni risultati delle squadre maschili e femminili nelle rispettive competizioni Si è chiusa la stagione al coperto. Buoni i verdetti per i nostri. Nella massima serie maschile, 4° posto per l’HC Roma De Sisti (6 scudetti indoor). A Bologna, raggiunta con difficoltà nel giorno della neve a Roma, i Lupi di mister Chionna, malgrado il veloce recupero del 1° goal avversario, hanno perso la semifinale con il Pistoia (3-6). E poi anche la finale 3°/4° posto con il Cus Bologna (5-4). Ma l’obiettivo (dopo la rinuncia alla serie A nel 2009/10, da 2° in classifica, i successivi due campionati in serie B e la promozione dell’anno scorso) era la salvezza, dice il presidente Corso. Che ora pensa alle 17 partite dei prossimi 3 mesi, tra Campionato Prato, Coppa Italia e Coppa Campioni. Quarta anche la De Sisti Under 18 (che nelle semifinali ha sconfitto i cugini di Tevere Eur e Butterfly Roma). Nei play off, una vittoria (Messina, 1-3) e due sconfitte (Potenza Picena, 3-2, Savona, 2-4). Nella sfida 3°/4° posto, la sconfitta con il Brescia (6-3). Le due vittorie con il Real Roma e l’Avezzano, in-

vece, non sono bastate all’HC Roma per accedere alla finale Under 16. Nella partita decisiva i giallorossi sono stati sconfitti (5-2) dal San Vito Romano. Infine, derby tra Mercurio e Archetto, le due compagini capitoline di hockey paralimpico, che alimentano la Nazionale campione d’Europa. Ha vinto il Mercurio (10-2), che si è così aggiudicato il Trofeo Regionale Libertas paralimpico maschile. Per le femminucce, c’è subito da segnalare il ritorno nella massima serie al coperto della Libertas San Saba (6 scudetti indoor), che l’anno scorso si era ritirata dal campionato di serie A, per problemi di impianti, e che quest´’anno ripartiva dalla serie B. Nella finale promozione, a Nepi, le sansabine hanno stracciato le bolognesi (6-1) e le giovanissime dell’Amsicora Cagliari (16), sconfiggendo, poi, le piemontesi della Moncalvese (5-2), arrivate 2°. In semifinale le rossoblu avevano anche superato le cugine dell’HF Roma, con un doppio 5 a 1 nei due incontri previsti. Ora si reset129 For Magazine

ta. Il 18 marzo parte il Campionato Prato e l’11 la Coppa Italia, con il derby San Saba/HF R. Terza la San Saba Under 18. Le rossoblu di Lilian Kimeu (campionesse Prato in carica), prive delle due nazionali Giulia ed Elisabetta Pacella (impegnate in India nella qualificazione olimpica), hanno perso (6-1 e 5-2) i due incontri decisivi con le padroni di casa cuneesi del Bra. In campionato le sansabine avevano battuto il Butterfly (7-1) e l’HF R (7-1). Sfortunata la Libertas San Saba Under 16, che in finale è passata dal possibile scudetto (andato alle padrone di casa del Cus Padova) ad un immeritato 4° posto. In crescita esponenziale l’hockey nella nostra città. Come dimostra il grande successo riscontrato dal Torneo Promozionale organizzato dal Comitato Regionale al Tre Fontane, che ha visto la partecipazione di ben 150 tra bambini e bambine.


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Raoul Bova premiato per una fiction Tv sul nuoto.

L’ATLETA DELL’ANNO Onore all’eccellenza capitolina che, durante il 2011, ha saputo distinguersi in vari sport. Tra i premiati anche il Tennis Club Parioli, Andrea Giani e Raoul Bova Roma ha celebrato gli atleti, le società e i dirigenti che più si sono distinti nell’anno appena trascorso, anche per la loro capacità di trasmettere i grandissimi valori etici dello sport. Nella splendida Sala della Protomoteca del Campidoglio, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno, del delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi, del presidente del Coni provinciale Riccardo Viola, 3° edizione del premio “Atleta dell’anno”, istituito da Roma Capitale. Quest’anno i prestigiosi riconoscimenti sono andati ai pugili Davide Dieli (per la 2° volta consecutiva campione italiano pesi piuma) e Emanuele “Sioux” Blandamura (neo campione Mediterraneo dei pesi medi); ai podisti Sergio Agnoli (che ha iniziato l’attività agonistica a 60 anni, conquistando 8 ori mondiali e 11 europei, ed esordito

nella marcia ai Campionati Master di Società Fidal 2011 con il miglior tempo nei 5000 mt) e Giorgio Calcaterra (il maratoneta “top list” mondiale della 100 Km); alla giovane promessa del ciclismo Valerio Conti (uno degli juniores più forti al mondo, che nel solo 2011, a 19 anni, ha ottenuto 11 vittorie); alla pallavolista Paola Croce (che con la Nazionale ha conquistato il pass per Londra grazie al successo nella World Cup, in Giappone); alla golfista Diana Luna (l’anno scorso 2° all’Open de France, 4° al Portugal Open, 5° al Deloitte Dutch Open, al Turkish Open e all’Open de España Feminino, 7° al New Zealand Open e, soprattutto, due vittorie, successive, in Germania, con il record di 72 buche consecutive senza bogey, e Svizzera, sua 5° affermazione nel Ladies European 130 For Magazine

Tour, che l’hanno laureata, come nel 2009, l’unica italiana a potersi fregiare di 2 titoli Open nello stesso anno); allo schermidore e cestista diversamente abile Alberto Andrea Pellegrini (che ha calcato le pedane della scherma in tutte le armi, contribuendo alla conquista di 9 medaglie azzurre e della qualificazione per Londra 2012, vestendo, inoltre, la maglia del Santa Lucia, dominatore sia nel campionato 2010/2011 che nella Supercoppa italiana 2011 di basket in carrozzina); al Tennis Club Parioli (che nel 2011 ha conquistato, tra l’altro, il titolo europeo dei Circoli Centenari, il titolo nazionale Under 12 e Over 40 maschile, lo scudetto A1 femminile, il Trofeo FIT ed il Collare d’Oro al merito sportivo); alla Elecom Lottomatica Roma (irriducibile avversaria del Santa Lucia e vincitri-


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La golfista Diana Luna premiata dal sindaco Gianni Alemanno.

ce della Coppa Italia 2010/2011 di basket in carrozzina); all’allenatore della Mezzaroma Volley Andrea Giani (uno tra i giocatori più rappresentativi della pallavolo azzurra di tutti i tempi); all’arbitro di calcio Paolo Valeri (dal 2011 anche internazionale). Tra i riconoscimenti, il consueto omaggio al calcio di entrambe le sponde del Tevere, con il premio a Miroslav Klose e Pablo Daniel Osvaldo, due nuovi simboli delle squadre di Roma e Lazio. E il premio speciale al grande attore e sportivo Raoul Bova, protagonista di una fiction Tv sportivo-didattica sul nuoto.

(Photo © Ufficio Stampa di Roma Capitale)

Il giovane ciclista Valerio Conti con il primo cittadino della Capitale.

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Andrea Pavan

ALL’ULTIMA BUCA

I golfisti del Parco di Roma continuano a farsi valere. Su tutti Andrea Pavan che all’Avantha Masters, in India, si è piazzato al 14° posto dopo una notevole rimonta

Ai Campionati Nazionali Ragazzi e Ragazze, sull’impegnativo percorso di Savelletri di Fasano (Br), con la partecipazione di quasi tutti i migliori di categoria, una formula che prevede la qualificazione su 36 buche medal e i match play (32 qualificati ragazzi, 16 ragazze), tricolore per il campione uscente Gianmaria Trinchero (Valle d’Aosta Range) e Roberta Liti (L’Abbadia), al suo 4° titolo italiano. Trinchero è giunto in

finale dopo un match giocato sul filo di lana con il brillante 18enne Andrea Saracino (Parco di Roma), che gli ha lasciato strada solo alla 20° buca, la 2° supplementare. Saracino, a sua volta, nei quarti, sempre in un accesissimo confronto (1 up), aveva avuto ragione di Adone Agostini Hofer (Montecatini). Nell’altra parte del tabellone, Federico Zucchetti (Castelconturbia) è giunto in finale dopo aver estromesso l’irri132 For Magazine

ducibile 18enne olgiatino Edoardo Torrieri, che lo ha portato fino all’ultimo green (2 up). Fermate agli ottavi altre due promesse del Parco di Roma. Cioè Renato Paratore (che era giunto 2° in qualifica, con 140 colpi) e Michele Cea, sconfitti rispettivamente da Saracino e Hofer. Nel campionato femminile, stoppata agli ottavi anche Alice Di Piero (Olgiata), per mano di Beatrice Chiardi (Royal Park), ma solo dopo


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due buche supplementari (20°). Continuano anche le prodezze internazionali delle nostre star. Diana Luna, dopo un 2011 davvero da incorniciare, è ripartita forte, classificandosi 2°, per la 6° volta in carriera (5, invece, le vittorie), con 268 colpi (1 in più della vincitrice, l’olandese Christel Boeljon, che l’ha bruciata sull’ultima buca), all’Australian Masters, 1° torneo del Ladies European Tour 2012. Anche Andrea Pavan continua a farsi onore. All’Avantha Masters, torneo dell’European Tour (par 72) svoltosi a Nuova Delhi (vinto dal sudafricano Jbe Kruger, con 274 colpi), il 23enne del Parco di Roma, ben due

successi nel Challenge Tour 2011 alle spalle, ha rimontato dalla 25° alla 5° posizione, ma poi ha perso terreno, chiudendo al 14° posto, con 280 colpi. Piazzamento comunque apprezzabile per il romano, alle prime apparizioni sulla ribalta maggiore. È andata al Parco di Roma, infine, la III Coppa dei Presidenti, il challenge interclub Parco di Roma (Enrico Di Nitto, Marcello Grabau, Renato Paratore, Michele Cea, Alessandro Martinello, Fabrizio Di Loreto, Marco Pirino, Fabrizio Marzilli, Giacomo Di Gennaro, Francesco Conforti, Emanuele Senigagliesi, Giangiacomo Verdecchia) -Olgiata (Stefano Pitoni, Valerio Pelliccia, 133 For Magazine

Emanuele Roma, Alessio Gattamelata, Kevin Bozzi, Alessandro Peta, Mattia Giuseppin, Maurizio Mantegazza, Riccardo Zucchetti, Filippo Troiani, Philip Geerts, Guido Dania). Fondamentali i 12 match singoli della 2° giornata di gare, che hanno permesso al circolo di via dei Due Ponti di sbloccare la situazione di quasi parità del 1° giorno (3 ½ Parco di Roma, 2 ½ Olgiata) e di chiudere 12 ½ contro il 5 ½ olgiatino.


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ED È SUBITO MAX Biaggi si impone nella prima gara del Mondiale Superbike, che lo vede favorito sullo spagnolo iridato Carlos Checa. Sesto posto per l’altro romano Michel Fabrizio Comincia bene il 25° Mondiale Superbike per Max Biaggi. Il pilota romano ha dominato la prima gara del round d’apertura a Phillip Island, in Australia, davanti al vice campione del mondo Marco Melandri (scattato dalla 4° fila), che ha così regalato alla Bmw, appena “sposata”, il miglior piazzamento di sempre nel campionato. Al 22° Gp d’Australia (che ha aperto la stagione dei motori), il confronto, molto atteso, tra Biaggi, iridato 2010 (che non aveva mai vinto sul tracciato australiano), e il campione in carica Carlos Checa (rimasto fedele alla Ducati e al n. 7) è durato meno di 7 giri, quando lo spagnolo è caduto, ma senza danni («Volevo prendere vantaggio su Biaggi ed ho esagerato – ha spiegato – ma contro di lui quest’anno sarà dura»). Tant’è che in gara-2 lo spagnolo si è imposto (per la 21° volta in carriera), approfittando dell’uscita di pista, alla prima curva (per un contatto con Tom Sykes), di Biaggi. Che, poi, ha compiuto un’eccezionale rimonta, sa-

lendo dall’ultimo fino al 2° posto finale. Il Corsaro (17 successi iridati, che eguagliano il primato italiano di Pierfrancesco Chili) ha mancato la doppietta sulla stessa pista dove Checa aveva dominato l’anno scorso, prendendo subito il volo verso il titolo 2011. Ma grazie alla splendida performance australiana, Biaggi è balzato in testa alla classifica, con 45 punti, davanti a Melandri, a quota 30, e allo stesso Checa, a quota 25. «Sarà l’anno della verità: vogliamo iniziare alla grande e siamo pronti a dar battaglia», aveva detto il Corsaro (che affronta a 40 anni la 23° stagione di corse), alla presentazione della sua nuova Aprilia. «Non so se sono il favorito per questo mondiale, preferisco dirlo di Carlos Checa: mi piacerebbe vincere da outsider». E la sfida continua nei prossimi 13 round della Superbike, a partire da Imola, il 1° aprile. Quest’anno in lizza 6 case automobilistiche e 24 rider permanenti, di cui una decina in grado di vincere le singole gare. Otto

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gli italiani in pista. Tra cui ben 3 capitolini. Oltre all’inossidabile Max (che in SBK è tornato a vincere sin dalla 1° stagione, quella 2007, risultando, alla fine, 3°, dopo quell’anno di stop seguito al ‘licenziamento’ dalla Honda), infatti, continua l’avventura di Michel Fabrizio (passato alla SBK nel 2006 e 3° nel mondiale 2009), a Phillip Island finito 6° nella prima sfida, per terra (senza danni) nella seconda. Mentre inizia la storia Superbike di Davide Giugliano, il 22enne campione Superstock 2011, promosso nella classe regina. Del resto, l’attaccamento della Capitale alle due ruote è cosa risaputa. Come prova anche il gradissimo successo di Motodays 2012, il IV salone della moto e dello scooter, con top event e special guest alla Fiera di Roma.


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FONDAZIONE FILO DELLA TORRE In occasione dei festeggiamenti per il compleanno di Manfredo Mattei, figlio della Contessa Alberica Filo della Torre, presso l’Hotel Minerva di Roma, di recente si è svolto l’evento di solidarietà per presentare la Fondazione Filo della Torre. Dopo 20 lunghi anni dal brutale delitto della nobil donna, finalmente si è scoperta la verità su questo caso, arrivando alla condanna dell’assassino. Il marito e i figli hanno dunque pensato di adoperarsi per aiutare le persone meno abbienti che, purtroppo, hanno la sventura di trovarsi coinvolti in simili circostanze, costituendo appunto questa Fondazione, il cui scopo è offrire assistenza legale, sostegno economico, formazione e informazione. Presenti alla cerimonia il dottor Piero Mattei, il dottor Manfredi Mattei, l’architetto Domitilla Mattei, l’onorevole Marco Pomarici, Presidente dell’Assemblea Capitolina, gli avvocati della famiglia Mattei e altri nomi di spicco.

Manfredi Mattei, Piero Mattei e Marco Pomarici.

SALUTE E SPORT È sorto da poco all’Università La Sapienza, nella sede del Policlinico Umberto I, il Centro Interdipartimentale di Ricerca “Medicina e Management dello Sport” (MeMaS). Grazie a questa iniziativa sociale Roma Capitale si arricchisce di un centro universitario d’eccellenza con undici dipartimenti specifici, nato per volontà del professor Roberto Verna, patologo clinico, che ne sarà direttore. Il centro è diventato realtà grazie al supporto del rettore Luigi Frati e del preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Adriano Redler. L’obiettivo è quello di diffondere uno stile di vita sano attraverso la formazione e l’informazione a tutti i livelli: scolastico, familiare, medico, ma anche offrendo strutture adeguate per l’attività fisica, soprattutto per i giovani. Proponendosi come partner per tutti gli enti pubblici e privati il centro non vuole sostituirsi ad essi, ma rendersi disponibile ad affiancarli.

Professore Roberto Verna

“FESTA DEL RINGRAZIAMENTO” Si è celebrata di recente a Palazzo Ferrajoli, la prima edizione della Festa del Ringraziamento, una serata di gala organizzata da Sara Iannone, con un messaggio di fondo importante: “uomini e donne uniti”, perché solo con la consapevolezza di una nuova reciprocità tra il maschile e il femminile, si potrà scrivere la storia del nostro futuro. In particolare la figura della donna, e il suo ruolo fondamentale all’interno della società, è stata onorata con musica, moda e cultura, come forma di ringraziamento per il contributo che ogni giorno apporta all’umanità. Al Gran Gala hanno partecipato le personalità più autorevoli del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo. Tra gli ospiti presenti: Vittorio Sgarbi, l’on. Antonio Paris, la vicepresidente di AltaRoma Valeria Mangani, la principessa Asia Ruffo di Calabria, Maria Giovanna Elmi, Demetra Hampton, Nadia Bengala, Maria Monsè e tanti altri. Laura Comi e Sara Iannone con una modella.

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For magazine Pittura VILLA STROHL – FERN La mostra di pittura Artisti di Villa Strohl-Fern. Un luogo di arte e di incontri a Roma tra il 1880 e il 1956, esposta al Casino dei Principi di Villa Torlonia, dal 21 marzo al 17 giugno, è un omaggio ai numerosi artisti che vi transitarono tra Ottocento e Novecento. Per oltre novant’anni, infatti, la Villa è stata un centro cosmopolita in cui soggiornarono e operarono moltissimi artisti stranieri, ma anche diversi artisti italiani tra cui Armando Spadini, Nino Bertoletti, Pasquarosa Marcelli Bertoletti, Francesco Trombadori, Amedeo Bocchi, Virgilio Guidi. In questo singolare e affascinante ambiente culturale, la mostra offre uno spaccato ricco di spunti e motivi di riflessione, raccontando la storia della Villa e del suo ideatore attraverso le opere di coloro che negli anni seppero rappresentare, con sensibilità e linguaggi diversi, il luogo e le atmosfere creati da Alfred W. Strohl – Fern. Francesco Trombadori, Il Viale di Villa Strohl-Fern, 1919

Umberto Moggioli, La moglie al sole, 1917.

L’ARTE PITTORICA DI SILVANA ABRAM

Preludio al cielo

L’arte di Silvana Abram conduce lo spettatore verso la scoperta dell’interiorità umana, attraverso pennellate corpose, trasparenze e varie tonalità di colori. È una pittura astratta nella quale i colori assumono un ritmo quasi musicale e conducono ad un sentimento di leggerezza e benessere. I suoi quadri sono influenzati dai maestri dell’Astrattismo, dell’Espressionismo astratto e della Pop Art. In ogni mostra pittorica di Silvana Abram si avverte il ricordo della corrente artistica del Cavaliere Azzurro, il quale sta a simboleggiare il dominio dello spirito (il cavaliere) sull’istinto (il cavallo), e quindi la funzione di guida spirituale che viene affidata all’artista. La stessa spiritualità che si ravvisa nella pittrice, la quale cerca la chiave giusta per rappresentare l’anima. Nelle sue tele si trovano riferimenti a testi di canzoni, a melodie di musica classico-barocca e a frammenti che raccontano la storia dell’uomo. Daniele Radini Tedeschi

La confessione e i suoi fantasmi

le opere DI ROSSELLA DI DIO Fino al 31 marzo, presso lo spazio espositivo del Gallery in via Giulio Romano, sarà possibile ammirare la mostra di pittura di Rossella Di Dio. Sono 55 le opere esposte tra dipinti su tela, disegni e pastelli. Il tema dominante si incentra sulle attività umane nella tradizione del nostro paese, tra le quali si rappresentano le attività agropastorali ed equestri, la vitivinicoltura, la panificazione. Vi sono inoltre opere ispirate al carnevale, alle maschere e alla danza. Rossella Di Dio vive a Roma e lavora presso lo Studio D’Arte in via Diana. L’artista si dedica precocemente al disegno e, in secondo tempo, alla pittura tanto da vincere un primo premio all’età di 11 anni, presso la scuola Vittorio Alfieri di Roma. La sua attività si è intensificata dal 1992 in poi: dipinge, scolpisce, realizza affreschi, illustrazioni, murales, copie di classici, esposizioni, vincendo numerosi premi sia di acquisto che di rappresentanza. Rossella Di Dio, Maschera luna.

Rossella Di Dio, Sartiglia di Oristano Corsa alla Stella.

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For magazine Pittura ESPRESSIONI ETEROGENEE

Elisa Camilli, Fiori gialli, 2004.

Elisa Camilli

Si è svolta da poco a Palazzo Margutta la mostra di pittura Espressioni eterogenee, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’arte”. Si tratta di una esposizione collettiva per riflettere sulle differenze proposte da ciascun artista, e volta a rendere lo spettatore indipendente dai condizionamenti imposti dalle mode e dal mercato. Un confronto artistico fra tematiche e tecniche diverse per riflettere insieme sulle differenti tendenze pittoriche contemporanee, apprezzandone l’eterogeneità. Raccolte in questa preziosa mostra trovano il proprio spazio tele caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità unica, indirizzate verso la ricerca di ogni singolo potenziale espressivo. La mostra vede la partecipazione di sei artisti (Pietra Barrasso, Elisa Camilli, Guido Chiaraluce, Enzo Forletta, Kim Frugoni e Silvia Scandariato), selezionati dal maestro Elvino Echeoni, direttore artistico della Galleria.

SANT’AGOSTINO NELLO STUDIO

Caravaggio, Davide e Golia, (part.), 1597-1598.

Nella sala Altoviti di Palazzo Venezia si è svolta di recente una Tavola Rotonda sul dipinto Sant'Agostino nello Studio, opera recentemente attribuita a Michelangelo Merisi ed esposta nella mostra di pittura Roma al tempo di Caravaggio, allestita nei Saloni Monumentali e prorogata fino al 18 marzo. Dopo la scoperta, il dipinto è ora al centro di un dibattito sull’attribuzione al grande maestro lombardo. I protagonisti della Tavola Rotonda sono stati numerosi, tra di essi anche Vittorio Sgarbi, mentre i moderatori degli interventi erano Rossella Vodret Soprintendente del Polo Museale, e Giorgio Leone, funzionario Storico dell’Arte. L’evento nasce dall’intensa collaborazione della Sovrintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale con l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, un dialogo proficuo che da anni coinvolge quanti sono impegnati nell’attività scientifica. Caravaggio (attrib.), Sant'Agostino nello studio.

OMAGGIO A ROMA Omar Galliani presenta la sua mostra di pittura, che si svolge al Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, dal 17 Marzo al 6 maggio. Dopo un’assenza di quasi dieci anni, l’artista ritorna nella Capitale con una cinquantina di opere. Galliani dice: «Arrivato a questo punto felice della mia carriera, avvertivo l’urgenza di ringraziare Roma». Così ha concepito un’unica grande tavola, un disegno esagerato, realizzato a matita su tavola di pioppo, cuore della mostra, dal titolo Omar / Roma / Amor: una donna misteriosa, vista di spalle, raddoppiata in una figura siamese, guarda Roma e il Colosseo da un luogo strategico e punta lo sguardo sull’orizzonte di una notte piena di luci e bagliori. Inoltre, Galliani propone 25 disegni preparatori dell’opera e una selezione di disegni del ciclo Notturno. A questo si aggiungo altre 10 opere di grandi dimensioni provenienti dalle sedi delle sue recenti esposizioni.

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For magazine Pittura & Scultura I "RESPIRI" DI GIULIO GALGANI Si è tenuta da poco a Roma nel Chiostro del Bramante, la mostra di pittura e scultura L’Arte Nostra dell’artista Giulio Galgani. Curata dal critico Giovanni Faccenda, articolata in quattro cicli distinti, o “respiri”, nei quali Galgani offre uno sguardo sul temperamento creativo che ha segnato i suoi ultimi lavori: tele libere, geopitture, forme ovvero sculture. L’Arte Nostra include tutti gli elementi che costituiscono l’opera complessa di Galgani. Nell’ultimo ciclo della mostra erano collocate le geopitture che egli ha esposto in alcune città italiane nella sua mostra itinerante intitolata Viaggio in Italia; le geopitture sono opere organizzate con l’impiego di fresato di pneumatico, bronzo e acrilici su tavola. Quella di Galgani è un’arte che ci appartiene, è nostra nel senso più intimo e globale, ma allo stesso tempo spettacolare, caratterizzata da titoli fantasiosi e di velata ironia. INTAGLI, CAMMEI E SIGILLI IN MOSTRA Ai Musei Capitolini sarà ospitata, in maniera permanente per i prossimi dieci anni, una mostra di scultura della collezione di glittica della Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli. La glittica è l’antica arte della pietra incisa, che consente di realizzare cammei, sigilli, intagli o anche piccoli oggetti. Questa esposizione abbraccia cinque millenni di storia, è ricca di materiali provenienti dall’Egitto antico, dal vicino Oriente, dal mondo greco-romano e dall’Europa moderna. Vi sono esposte anche rarissime opere di epoca federiciana e lavori firmati da importanti incisori del ’700 e ’800. Inoltre nella prima sala del Palazzo Clementino, che è stata allestita come una volta stellata, si possono ammirare circa 600 pezzi, tra gemme e cammei. Le gemme incise hanno sempre affascinato collezionisti e studiosi, apprezzate sia per ragioni estetiche sia per le informazioni che se ne possono trarre sulle civiltà che le produssero.

LA MAGIA DELL’AZERBAIGIAN Il Museo della Civiltà Romana ospita sino al 15 aprile la mostra di scultura e reperti archeologici Azerbaigian. La terra di fuochi sulla Via della Seta. L’esposizione è stata organizzata dalla Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta. Nel padiglione, fortemente voluto dalla Repubblica Azerbaigiana in omaggio a Roma, sono esposti oggetti rappresentativi della storia dell’ex paese sovietico, una collezione composita che fotografa la varietà dei legami culturali, storici ed economici di un territorio che fin dall’antichità è stato crocevia di culture e flussi migratori. Esposti oltre 60 oggetti preziosi, tra cui l’antica pietra dipinta con figure umane risalente al 3000 avanti Cristo, e alcuni pregiati tappeti artigianali risalenti al diciannovesimo secolo. Per la prima volta in Italia verranno esposti gli antichissimi sassi dei villaggi dell’Azerbaigian relativi a più di 20.000 anni, oggi patrimonio culturale dell’Unesco.

Sculture e reperti archeologici azeri.

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For magazine Scultura & Design SACCHETTI DI PLASTICA DA AMMIRARE Il Macro - Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita un ciclo di mostre denominato MacroExpo. Fra questi eventi spicca, nella sezione Progetti Speciali, la mostra di scultura Plastic bags di Pascale Marthine Tayou, che verrà esposta fino al 28 ottobre. Con questa opera l’artista camerunense suggerisce un bellissimo, diverso e corretto uso del sacchetto di plastica, oggetto divenuto emblema della condizione dell’uomo contemporaneo, simbolo della crescente globalizzazione, del consumismo imperante, ma anche dal nomadismo che sempre più caratterizza la società odierna. L’enorme scultura, capace di raggiungere un’altezza di 16 metri, è stata realizzata con reti e buste di plastica colorate; si è scelto di esporla al centro della hall dell’ala storica del museo, che diventerà così un luogo di ritrovo e incontro, con l’intento di abbattere le barriere tra il museo e il quartiere che lo circonda.

Pascale Marthine Tayou, PlasticBags. TRA GENIALITÀ E MARKETING L’artista brasiliano Romero Britto ha presentato di recente in esclusiva la sua mostra di scultura all’Axel, la pista di pattinaggio di Roma. La monumentale scultura a forma di cuore Heart, dopo esser stata ospitata nelle più prestigiose piazze del mondo, arriva nella Capitale insieme all’altra grande scultura Azul. Tutte le altre opere, serigrafie di varie dimensioni e gadgets, si possono ammirare lungo le pareti della pista. L’energia, i colori e le atmosfere dell’artista brasiliano accompagneranno per due mesi gli appassionati del pattinaggio sul ghiaccio. La mostra è una riedizione della precedente organizzata dalla galleria Ca’ d’Oro la scorsa estate e vuole essere un omaggio all’arte “pop”, nel duplice significato di “popolare” inteso come “celebre” e allo stesso tempo “alla portata di tutti”. Il suo stile mescola genialità artistica e marketing per colpire il cuore di esperti, critici e appassionati.

L’IMPORTANZA DEI COLORI Per il design e per la progettazione degli interni il colore è da tempo un elemento fondamentale nella definizione dell’atmosfera dell’ambiente in cui vivere. Il colore è fattore espressivo e culturale che, seppur scientificamente stimabile, sfugge ad una valutazione descrivibile e chiama in causa il mondo emozionale di chiunque lo interpreti e lo rielabori riferendosi alla propria esperienza di vita. Infatti questo tema è connesso a un concetto di percezione individuale e la progettazione deve assolutamente tenerne conto. Attraverso un sapiente utilizzo del colore nello spazio domestico e in quello commerciale, è possibile ottenere un sensibile miglioramento della qualità della vita. La produzione industriale e artigianale di accessori e materiali di arredo offre a progettisti e fruitori la possibilità di infinite combinazioni, moltiplicando le possibili mescolanze per combinarne... di tutti i colori! Paolo Brasioli

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For magazine Cinema & Tv UOMINI CHE ODIANO LE DONNE David Fincher è tornato dopo il successo di The Social Network, proponendo un remake americano del film Uomini che odiano le donne, tratto dal primo libro della serie Millenium, scritto da Stieg Larsson. La storia è ambientata in Svezia, tra Stoccolma e Hedestad. Il giornalista di successo Mikael Blomkvist (Daniel Craig) si trova nel bel mezzo di uno scandalo finanziario quando gli viene proposto di indagare sulla scomparsa di una ragazza. Viene aiutato nelle indagini da Lisbeth Salander (Rooney Mara) agente investigativo dal background oscuro e complicato. Fincher si sofferma a descrivere nei dettagli la psicologia dei personaggi, concentrandosi soprattutto sulla Salander e sui suoi “sfortunati” rapporti con gli uomini. Un thriller psicologico ben costruito, che tiene lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Scene forti e cast perfetto con il suggestivo paesaggio nordico sullo sfondo. Jessica Di Paolo

Rooney Mara

RITORNA AFFARI TUOI È ripartita da poche settimane l’avventura del programma Tv Affari Tuoi, in onda su Rai1, dal nuovo studio del Teatro delle Vittorie di Roma. Confermato come conduttore per questa nona edizione della trasmissione il simpatico Max Giusti, affiancato da Max Novaresi, nei panni del “Dottore”. La formula del gioco prevede vincite di somme in denaro. La base del game show rimane invariata, eccezion fatta per l’introduzione del “pacco matto”, che include varie sorprese per dare un po’ di suspense qualora si scegliesse il pacco sbagliato, con il rischio di doverlo cedere all’avversario. Come ogni anno in programma prevede la partecipazione di venti concorrenti, ciascuno rappresentativo di una regione d’Italia; la selezione viene svolta regione per regione, tramite apposito provino. Affari Tuoi è un programma Rai prodotto in collaborazione con Endemol Italia. La regia è affidata a Stefano Mignucci.

Max Giusti

MAN BURLESQUE Di recente al teatro Palazzo Santa Chiara al Pantheon, dove resterà per tutta la stagione, il regista Maximo De Marco ha presentato il musical Man Burlesque. Lo spettacolo teatrale vanta un cast straordinario, con ben dodici artisti internazionali. A dare un tocco di estrosità e comicità anche la presenza di due favolose Drag Queen Performer, vere regine del palcoscenico. Inoltre lo show vede la partecipazione straordinaria dell’attrice premio David Donatello Antonella Ponziani. Il Man Burlesque è un vero spettacolo con la “S” maiuscola, in stile Broadway, in due atti, con le scenografie virtuali di Alec Brena e tante canzoni, sia inedite che famose, eseguite rigorosamente dal vivo. Un mix esplosivo di coreografie, sensualità, comicità, musica e poesia, dove l’unica parola d’ordine è il divertimento. Un musical italianissimo che ad aprile varcherà le frontiere con un tour nelle capitali d’Europa.

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For magazine Fotografia MARIA PIZZI IN MOSTRA Dal 21 al 31 marzo, a Spaziottagoni di via Goffredo Mameli in Trastevere, sarà esposta la mostra fotografica e di video Teatro A Muro di Maria Pizzi, a cura di Achille Bonito Oliva. La mostra si sviluppa in tre parti. La prima consiste nella proiezione di “Cartoni inanimati” ovvero 15-20 video della durata complessiva di circa quaranta minuti. Ci sono poi due installazioni, della serie Teatro A Muro; ciascuna installazione consiste in fotografie multiple illuminate, disposte in sequenza: l’alternanza di luce e buio non concede all’occhio l’insieme dell’opera e diventa una scrittura, differenziandosi dall’immagine del quadro che si dà tutta in una volta, e raccontando una storia-emozione. Nella prima, una trentina di fotografie – di Dino Ignani – vengono proposte in sequenza per raccontare la storia di “Giorni felici”, l’opera drammatica di Samuel Beckett. In sottofondo la tromba di Flavio Boltro che suona La vie en rose.

Maria Pizzi, Carte da gioco.

Maria Pizzi, Volare.

UN PERCORSO DIVERSO DAL SOLITO Il fotografo romano Andrea Pacanowski espone al Museo di Roma in Trastevere, fino al 22 aprile, la mostra fotografica All’infuori di me. La folla e l’esperienza religiosa. Si tratta di 40 immagini scattate girando le città sante delle religioni monoteistiche, le quali raccontano la dimensione collettiva della religiosità nell’epoca globale e mediatizzata, attraverso elaborati giochi di riflessi creati prima dello scatto. Pacanowski agisce sui soggetti prescelti con un uso straordinario delle fonti luminose e delle aperture di diaframma, con effetti creati da vetri e superfici riflettenti; così supera il criterio di verosimiglianza avvicinandosi alla pittura astratta. Osservando le sue fotografie da una certa distanza si coglie la loro natura figurativa, mentre avvicinandosi ci si immerge in un alveare di macchie di colore. Questo approccio artisticamente originale fa della religione un fatto sociale e mediatico.

TRECENTOSESSANTACINQUE GIORNI DA DONNA

Bianca Pucciarelli

Si è svolta di recente, presso la sala Pietro da Cortona in Piazza del Campidoglio, la conferenza stampa di presentazione di “365D, Trecentosessantacinque giorni da Donna”, un libro fotografico dedicato alla donna. Il progetto è stato ideato da Patrizia Messina, insieme al fotografo londinese Sham Hinchey. Dal volume nasce l’idea di esporre il contenuto in una mostra fotografica presso gli spazi della Centrale Montemartini fino al 25 marzo. Un calendario fotografico in cui ogni giorno dell’anno una donna racconta una storia, la sua giornata particolare; sono racchiusi in esso ritratti intensi e storie reali che rappresentano un coro di 365 voci diverse ma ugualmente forti. Le donne ritratte sono volti noti di attrici, giornaliste, libere professioniste, studentesse, nonne, mamme; tra loro Lella Costa, Rosanna Banfi, Maria Grazia Cucinotta, Elisabetta Rocchetti, Giulia Bevilacqua e molte altre ancora.

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Maria Grazia Cucinotta


For magazine Eventi & Sport

Finalmente arriva l’opportunità di parlare un po’ di musica in occasione della festa di Radio Deejay. Trent’anni ma non li dimostra, arrivando alle tre decadi con la consapevolezza di aver cavalcato gli anni e le generazioni, sempre nel modo giusto. Lo slogan inventato per questo evento musicale, “Grande da 30 anni”, probabilmente è stato il più gettonato sui social network: questo vuol dire resta la radio con una marcia in più. Ma qual è il segreto che le permette di essere sempre al top? La risposta è nella personalità degli speaker. Lo ha ribadito il fondatore, Claudio Cecchetto, affermando che il segreto sono le persone: in effetti gli è bastato dire i nomi di alcuni dei presenti sul palco insieme a lui (Fiorello, Jovanotti, Max Pezzali, Gerry Scotti, Linus, Albertino, Fabio Volo) per accorgersi che MOTONAUTICA SUL RED CARPET Si è svolto di recente nel Principato di Monaco il terzo UIM Awards Giving Gala, un evento sportivo di livello internazionale durante il quale sono stati celebrati i campioni del mondo della stagione 2011 nel settore motonautico. Si tratta di un appuntamento fisso di rilevanza non solo sportiva, ma anche politico-sociale. L’Italia, nel panorama motonautico, svolge da sempre un ruolo primario. L’Ambasciatore italiano a Monaco, Antonio Morabito, ha ricevuto e sostenuto i numerosi atleti azzurri saliti sul palco della Salle des Etoiles dello Sporting di Monte Carlo. Ad accogliere i partecipanti provenienti da tutto il mondo c’erano anche Raffaele Chiulli e Andrea Dini, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della UIM. Presenti inoltre tanti sportivi, vip e giornalisti. L’UIM (Unione Internazionale Motonautica) è l’organo di governo della motonautica, con sede nel Principato. È membro riconosciuto del CIO e conta oltre 60 federazioni nazionali affiliate.

sono gli artisti e i conduttori più in voga in Italia. Quindi se qualcuno volesse affacciarsi nel mondo della radio deve lasciar perdere quasi tutte le regole che gli vengono insegnate nei vari corsi da speaker o di dizione, perché permettono solamente di diventare dei robot in serie. Invece bisogna puntare sul talento, la personalità e l’originalità del conduttore, che ‘deve avere qualcosa da dire’ e il tempo necessario per dirla, anche magari senza una dizione perfetta e una voce canonicamente calda.

Agostino Madonna

Linus

© Raffaello Bastiani

RADIO DEEJAY: IL PIACERE DELLA FRESCHEZZA

I premiati.

UN’OASI DI BENESSERE Beauté è un centro estetico e solarium per lei e per lui, in via Giuseppe Ponzi, zona Parioli, uno dei quartieri più esclusivi di Roma. Offre un valido aiuto contro lo stress quotidiano, un’ampia gamma di trattamenti personalizzati per la cura, la bellezza e il benessere del proprio corpo. Inoltre, il solarium dispone di lampada quadrifacciale, doccia solare bassa pressione e lettino solare alta pressione. Tutte le apparecchiature utilizzate all’interno del centro sono di alta generazione e rispondono a tutte le norme di sicurezza. Sono previsti, infine, tantissimi servizi di ottima qualità: ossigeno terapia, radiofrequenza, trattamenti corpo, massaggio ayurvedico, massaggio linfodrenante, trattamento ceretta, ricostruzioni unghie e decorazione, trucco semipermanente, lettino massaggio ad acqua polifunzionale.

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Art Cafè

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Ancora con i postumi della sbornia emotiva per aver ospitato il mese scorso il mitico Bob Sinclar, l’Art Cafè ha ripreso le sue serate all’insegna dell’intrattenimento unito all’ottima musica. Nella cornice di Villa Borghese la discoteca ha offerto i suoi unici venerdì scanditi da house music e sound commerciale, mentre, per un sabato indimenticabile, i privè e il dancefloor dell’Art Cafè non potevano certo farsi mancare questo mese un festoso e divertente Carnival Party.

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Babel

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Febbraio mese di Carnevale. E così anche al Babel si è deciso di tornare un po’ bambini e andare alla ricerca “dell’isola che non c’è”: così per questa occasione la discoteca ha scelto, nella serata di venerdì grasso, come suo “capitano” della “nave” Babel il dj che ha fatto sognare tutti con le sue canzoni: Gigi D’Agostino. Per compiere questo viaggio è stato necessario un abbigliamento consono, che ha visto la presenza di Peter Pan, Spugna, Capitan Uncino, Trilly, Wendy, di pirati, capi tribù indiani e tante altre maschere ancora.

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Serate imperdibili quelle che si sono svolte di recente nella discoteca più chic e contemporanea della Capitale: La Maison da anni offre al suo variegato pubblico un lungo week end ricco di divertimento e tanta musica. Il venerdì è ormai un appuntamento fisso nell’agenda nightlife della movida romana, dove le sonorità musicali e un pizzico di internazionalità rendono unico il locale. Le serate in programma il sabato hanno coinvolto un pubblico misto di giovani italiani e stranieri. Musica dance, house, black per tutti i gusti. Guest del mese Dj Andy e Punk Rock.

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Maison

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Shari Vari

Trendy, moderno e accessibile, lo Shari Vari si conferma al top tra i locali della bella vita capitolina, richiamando ogni settimana un pubblico internazionale piĂš o meno giovane, ma lo stesso smanioso di ballare e svagarsi. Sono proseguiti anche questo mese gli appuntamenti del giovedĂŹ con Groovy, il nuovo esperimento elektro/rock corredato da un ottimo buffet e da un happy hours dalla formula vincente che continua fino alle 4 del mattino. Presente ogni volta uno dei migliori dj set che si sia mai ascoltato! Senza dimenticare il party in maschera di Carnevale.

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Gilda

Meta preferita per ogni party o evento, il Gilda anche questo mese ha ospitato una serata importante: per brindare ai successi dello spettacolo teatrale Lo sai che è successo?, in scena al Teatro Tirso e prossimamente in tour per l’Italia, la compagnia al gran completo si è ritrovata nel celebre locale romano a festeggiare allegramente. Presenti gli interpreti Maxi Gigliucci, Janet De Nardis, Gianni Daddario, Micol Pavoncello, Leonardo Sbragia, Valentina Ghetti e Giuseppe Ragone. Sono intervenuti anche il noto cuoco Alessandro Circiello e lo sceicco dell’Arabia Saudita Abel.

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La Cabala

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Nel gelido febbraio appena trascorso, che non ha certo fatto perdere la voglia di divertirsi al popolo della notte, ci hanno pensato trAmp e Zerogradi a scaldare le serate innevate della Capitale, con i loro giovedì della Cabala, l’appuntamento infrasettimanale più riuscito della stagione. Lo splendido scenario dell’Hostaria dell’Orso, che rende ancora più esclusivo il locale, ha contribuito ad amplificare la magia e le suggestioni della Roma by night in questo rigido inverno. Quanto alla buona musica quella non manca mai! Foto Marco Scichilone

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Piper

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Serata memorabile al Piper quella andata in scena venerdì 17 febbraio con un evento davvero unico: il Piper Carnival Fluo! Grazie al sapiente lavoro di trAmp, Zerogradi, HD e Younight, in collaborazione con i Club Haus 80’s, è stato possibile tornare nel tempio della musica per regalare un Carnevale sensazionale, come non se ne vedeva da anni! Nessun dress code imposto, solo un’orgia di luci e colori che ha inondato i presenti creando un’atmosfera davvero irripetibile. Tutti in pista per ballare e scatenarsi con maschere e trucchi giusti per l’occasione.

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Spazio 900 Chi è alla ricerca di emozioni forti sicuramente non si è perso Altravida in Wonderland, ovvero la grandiosa festa di Carnevale organizzata allo Spazio 900. Maschere, costumi e scenografie fantastiche hanno animato uno dei locali piÚ cool di Roma per un evento che ha richiamato una folla di persone, desiderose di rilassarsi con allegria e a ritmo di musica. Hanno allietato la festa Willy dj, Luca Bernardi, Davide Ruberto e lo show di Andrea Delogu.

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Room 26

Discoteca cult da sempre presente nelle realtà clubbing più prestigiose di Roma e d’Italia, il Room26 persegue da anni il suo scopo di ricreare un ambiente che soddisfi il gusto mutevole e le aspettative esigenti della clientela che lo frequenta. Di recente il locale è stato teatro della serata “Be your movie star” in occasione del Carnevale. Il pubblico si è sbizzarrito indossando la pelle del proprio attore/personaggio preferito, mascherandosi al punto da non riconoscersi più. Di richiamo anche la serata con special guest Tony Humphries, noto dj resident americano.

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Un periodo denso di grandi appuntamenti al Goa, il locale cult per tutti i clubber della movida capitolina. A febbraio la discoteca ha ospitato Livio & Roby, due dj e producer rumeni, portatori di un sound tipico del sud/est europeo. Le chiavi della consolle sono state poi affidate a Sascha Dive, uno degli interpreti di maggior classe nell’house music dal 2007 ad oggi. Grande serata a fine mese con la coppia Dj Red, alias Simona Calvani, e Tobi Neumann con la sua musica elettronica from Berlino.

Goa

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