2019 2020 MODA & DESIGN
FOTOGRAFIA
ARTE PRECOLOMBIANA
ARTE ISLAMICA
ASIA SOCIETY | NEW YORK
FONDATION BAUR | GENÈVE
ARTE ASIATICA
ARTE OCEANICA
MUSÉE DU QUAI BRANLY | PARIS
VISIONS OF AFRICA
ARTE AFRICANA
HISTORIAL DE LA GRANDE GUERRE MODERN AND CONTEMPORARY ART
ARCHIVES ANTONIO SAURA
MAD | MUSEUM OF ARTS AND DESIGN | NEW YORK MUSÉE D’ART CONTEMPORAIN | LYON
PETIT PALAIS | PARIS | ARCHIVES CHARLOTTE PERRIAND THE ISAMU NOGUCHI FOUNDATION & GARDEN MUSEUM
MoMA DESIGN SERIES JEU DE PAUME | PARIS
MoMA | NEW YORK
CENTRE POMPIDOU | TATE MODERN | SCUDERIE DEL QUIRINALE
MUSÉE D’ART ET D’HISTOIRE | GENÈVE
INSTITUT SUISSE POUR L’ÉTUDE DE L’ART
FONDATION FÉLIX VALLOTTON
MUSÉE JENISH | VEVEY
FONDATION DE L’HERMITAGE | LAUSANNE
MUSÉE CANTONAL DES BEAUX-ARTS | LAUSANNE
GALERIE D’ARTS GRAPHIQUES
LA FOTOGRAFIA AL MUSÉE D’ORSAY
MUSÉE D’ORSAY
ART BRUT THE COLLECTION
ARTE ANTICA
MUSEO THYSSEN-BORNEMISZA | MADRID
GALLERIA DEL DISEGNO
MUSÉE DU LOUVRE
NUOVI TITOLI
5CONTINENTS
Cari lettori e cari librai, mi piacerebbe sfogliare le pagine di questo catalogo con ognuno di voi, raccontarvi le storie umane, artistiche e professionali che si celano dietro a ciascun volume. Ogni progetto che finisce – o inizia? – sulla carta è depositario di incontri, colpi di fulmine, passioni condivise e lavoro di squadra. Decine e decine di occhi hanno guardato e studiato ogni libro, decine e decine di mani hanno contribuito a prendersene cura, hanno accarezzato diverse carte scegliendo la migliore, e hanno avviato macchine affinché tutto si compisse, al meglio. Questo connubio di umano e artificiale ci consente, da oltre 17 anni, di portare nelle vostre case e nelle vostre librerie – intese sia come scaffali sia come luoghi deputati alla custodia e alla trasmissione del lavoro editoriale – progetti di cui non possiamo che andare fieri! Siamo infatti onorati di poter accogliere tra le nostre novità il volume che accompagna la prima retrospettiva della pittrice francese Fabienne Verdier, il libro che esplora il percorso artistico di Maria Lai, una delle maggiori artiste italiane della contemporaneità, nonché l’opera che raccoglie, per la prima volta, i ritratti realizzati da Gauguin nel corso di una vita, o quella che illustra le metamorfosi che ha assunto la poetica di Miró una volta trasferitosi a Maiorca nel suo atelier realizzato dall’architetto catalano Josep Lluís Sert. I progetti di rilievo non finiscono qui… Nomi quali Félix Vallotton, Gérard de Palézieux e Carlo Zinelli concorrono nel completare questo mosaico, nel quale una parte di non minore importanza è da attribuire ai volumi che mettono in luce la potenza espressiva dell’arte extraeuropea. Sono certo che rimarrete affascinati dalle geometrie e dai colori delle maschere Kifwebe delle popolazioni Songye e Luba, dalle visioni cosmiche che popolano l’universo figurativo delle tavole coraniche del nord Nigeria, così come dalla lungimiranza di collezionisti quali Josette e Jean-Claude Weill, e Pierre Dartevelle: solo uno sguardo allenato alla bellezza poteva condurre a scelte di così alto livello! E per finire mi permetto di darvi un consiglio: oltre alle novità non perdete l’abitudine di sfogliare i titoli che hanno contribuito a creare la nostra storia… molti “tesori” sono anche lì! Cosa aspettate a voltare pagina e a immergervi nel Bello? Eric Ghysels Editore
6
90
NOVITÀ TITOLI RECENTI
106 TAILORMADE 110 CATALOGO
[110] Arte antica
[111] Arte moderna
[112] Arte contemporanea
[114] Design
[115] Arti applicate
[116] Fotografia
[118] Arte africana
[119] Arte precolombiana | Arte asiatica | Arte oceanica
120 INDICE 123 DISTRIBUZIONE
À T I V O N [ 6 ] N OV I T À
N OV I T À [ 7 ]
[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
M AR I A L A I TENENDO PER MANO IL SOLE | HOLDING THE SUN BY THE HAND Testi di Maria Alicata, Antonella Anedda, Davide Farinelli, Davide Mariani, Elena Pontiggia
17 x 24 cm, 232 p. 105 illustrazioni a colori brossura edizione bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-893-5 € 30,00
Mostra Museo MAXXI, Roma 19 giugno 2019 – 12 gennaio 2020
[ 8 ] N OV I T À
Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) rappresenta senza dubbio una delle voci più significative della storia dell’arte italiana contemporanea. Questo non solo per i contenuti infusi nelle sue opere ma anche per l’eterogeneità della sua espressione artistica, profondamente polimaterica. Gli interventi di arte pubblica, la tessitura, il ricamo, la scultura, il disegno e la scrittura: queste le declinazioni della sua poetica. Il libro accompagna la mostra al museo MAXXI di Roma che presenta al grande pubblico oltre cento lavori dell’artista sarda databili dai primi anni Sessanta alle ultime ricerche, e approfondisce, attraverso il contributo di esperti, i differenti temi che connotano la parabola artistica della Lai: le geografie, la creazione e realizzazione dei libri d’artista, gli interventi di public art e il suo rapporto con la parola e la sua scrittura. La totalità delle sue opere è connotata da un forte impatto visivo, dove emerge un “modo di fare arte” che altro non è se non strumento di pensiero. La struttura del volume rispecchia quella delle sezioni tematiche della mostra, i cui titoli appaiono paradigmatici della sua opera: Essere è tessere. Cucire e ricucire; L’arte è il gioco degli adulti. Giocare e raccontare; Disseminare e condividere; Il viaggiatore astrale. Immaginare l’altrove; L’arte ci prende per mano. Incontrare e partecipare. Il titolo del libro e della mostra – Tenendo per mano il sole – si presenta come un vero e proprio omaggio alla prima fiaba cucita dall’artista nel 1983, e crea una sorte di ponte simbolico con l’Ogliastra, la terra di Maria Lai, dove negli stessi mesi presso la Stazione dell’Arte di Ulassai si terrà la mostra Tenendo per mano l’ombra. Maria Alicata, storica dell’arte e curatrice. È stata responsabile del Settore Arte, Architettura e Urbanistica della Fondazione Olivetti. Antonella Anedda, storica dell’arte di formazione, si è occupata di traduzioni e letteratura. Scrive saggie e poesie. Franco Farinelli, geografo, ha insegnato in prestigiose università internazionali: all’Università di Ginevra, Los Angeles (UCLA), Berkeley (UCB) e alla Sorbona di Parigi. È professore ordinario di Geografia presso l’Università di Bologna ed è stato presidente dell’Associazione Geografi italiani. Davide Mariani, storico dell’arte, è direttore della Stazione dell’Arte di Ulassai (Nuoro). Elena Pontiggia, storica dell’arte, si occupa in particolare dell’arte italiana e internazionale tra le due guerre. Insegna all’Accademia di Brera e al Politecnico di Milano.
N OV I T À [ 9 ]
[ A RT E M O D E R N A ]
C A N OVA
QUATTRO TEMPI
24 x 30 cm, 96 p. 70 illustrazioni in tricromia cartonato ISBN 978-88-7439-919-2 € 40,00
In coedizione con la Fondazione Pallavicino, Genova
La Fondazione Pallavicino ETS, fondata il 31 ottobre 2018 a Genova, ha sede presso Palazzo Pallavicino, dimora storica dei Rolli dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Vanta tra i suoi obiettivi primari la conservazione e la memoria della “Magnifica Famiglia Pallavicino”, così come l’organizzazione di mostre d’arte e la pubblicazione di volumi d’arte nati in collaborazione con autorevoli case editrici nazionali e internazionali.
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C AN OVA. QUAT T RO T EMP I VOL UM E 1 Fotografie di Luigi Spina Testi del Principe Domenico Antonio Pallavicino e di Vittorio Sgarbi Nel processo creativo di Antonio Canova un significato di tutto rilievo è dato dai modelli in gesso a dimensione reale che costituivano il momento di passaggio tra una prima fase ideativa e la vera e propria realizzazione della scultura in marmo. Come spiega il fotografo Spina, “[…] il gesso è, nell’atto del concepimento dell’artista, il momento fragile e variabile del sentire il corpo della scultura”. I gessi non sono ancora opera finita ma, nonostante questo, ne contengono tutta la forza e le potenzialità. I chiodini in bronzo (repères) guidano il fotografo nel tracciare un atlante visivo del tutto inedito, e consentono al lettore di perdersi per percorsi anch’essi inediti tra espressioni e gesti, acconciature e pieghe dei panneggi. Le sequenze fotografiche realizzate a contatto con l’opera scultorea ne sveleranno le superfici gessose, e consentiranno allo sguardo del lettore di approfondire – ancora una volta – quel legame tra luce e plasticità della materia che è uno degli aspetti chiave e peculiari dell’opera di Luigi Spina. Infine, come evidenziato dal sottotitolo, la dimensione temporale sarà uno degli elementi chiave della ricerca fotografica compiuta dal fotografo, in solitaria, tra le stanze della gipsoteca di Possagno. Quei “quattro tempi” non vogliono infatti essere unicamente un espediente per declinare la riflessione visiva di Spina nel quadriennio di celebrazioni canoviane (20192022). La dimensione temporale ha un’importanza senza pari nella fase creativa e realizzativa dello scultore neoclassico: c’è un prima e un dopo l’opera in gesso. Il prima è lo studio preparatorio; il dopo l’opera finita. Il gesso si pone nel mezzo, centrale. Questo volume vuole quindi presentare al grande pubblico questa fase così significativa e nel contempo così poco approfondita di Antonio Canova, uno dei maggiori scultori di tutti i tempi. Il Principe Domenico Antonio Pallavicino (Stresa 1944) è l’esponente di una delle più antiche ed importanti famiglie della nobiltà genovese. Dopo gli studi classici, perfeziona lo studio delle lingue straniere decidendo poi di dedicarsi, affiancato dal padre, alla gestione del patrimonio di famiglia. Dal 1980 riveste l’incarico di Console Generale a.h. del Principato di Monaco per Genova e la Liguria. La sua visione cosmopolita, connotata da una cultura raffinata nonché dall’amore dell’arte e della storia l’hanno condotto a costituire nell’ottobre 2018 la Fondazione Pallavicino ETS di cui è Presidente. Vittorio Sgarbi (Ferrara 1952) è critico d’arte, curatore di grandi mostre di fama internazionale, raffinato collezionista nonché scrittore di libri di divulgazione tutti focalizzati sulla centralità della Cultura e dell’Arte. Fra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo Dall'ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo, e Dal mito alla favola bella. Da Canaletto a Boldini (La Nave di Teseo, 2019), appartenenti alla serie “Il Tesoro d’Italia”. È inoltre un uomo politico, e libero pensatore indipendente. Luigi Spina, fotografo. Al centro della sua opera sono gli anfiteatri e il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, la ricerca di antiche identità culturali, il confronto fisico con la scultura classica. Con 5 Continents Editions ha pubblicato The Buchner Boxes, Hemba e Diario Mitico. Insieme a Valeria Sampaolo ha creato la collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli» a oggi comprendente sei titoli: Memorie del Vaso blu, Amazzonomachia, Centauri, Sette sapienti, Zefiro e Clori e Satiro Ebbro. Con il volume Tazza Farnese ha inoltre inaugurato la serie «Tesori Nascosti». Infine, presso la stessa casa editrice ha pubblicato, nella linea Tailormade, Le Danzatrici della Villa dei Papiri.
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[ A RT B R U T ]
B I L L T R AY L OR Introduzione di Margit Rowell Testi di Valérie Rousseau e Debra Purden
24 x 28 cm, 192 p. 134 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-821-8 € 42,00
Bill Traylor ha vinto nel giugno 2019 il premio come miglior libro di arte moderna in occasione della 9° edizione del Festival International du Livre d’Art et du Film (FILAF).
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Nato schiavo intorno al 1853-1854 in una piantagione di cotone in Alabama, Traylor è stato uno degli artisti autodidatti più importanti del XX secolo e sicuramente uno dei più celebri artisti afroamericani. La vita e l’opera di Bill Traylor potrebbero ispirare un romanzo. Gli elementi della sua biografia vanno a comporre una mitologia personale e la sua opera racchiude simboli nascosti presi dal voodoo kongo, dall’hoodoo, dai Battisti del Sud, dalla massoneria e dalle fonti del blues, oltre che da diversi altri riferimenti come la schiavitù e la violenza estrema dell’epoca di Jim Crow. Composto da due racconti visivi accuratamente allestiti e con più di 150 opere d’arte provenienti da collezioni private e pubbliche, questo libro è generosamente illustrato da magnifiche riproduzioni a pagina intera. I testi che accompagnano questi racconti per immagini permettono di studiare i temi ricorrenti dell’artista, i suoi schemi compositivi, le sue iconografie preferite e le informazioni contestuali legate alla sua biografia, ai suoi processi e strumenti creativi, al suo contesto visivo e al suo universo artistico. Margit Rowell è una storica dell’arte di origine americana, che attualmente vive a Parigi. Dopo un master e un dottorato all’Università di Parigi-Nanterre, ha lavorato come curatrice al Guggenheim Museum di New York, al Musée national d’Art moderne Centre Georges Pompidou di Parigi, alla Fondazione Joan Miró di Barcellona e al Museum of Modern Art di New York. In questi trentacinque anni di carriera, ha organizzato numerose mostre sia monografiche sia tematiche di arte moderna e contemporanea, relative ad artisti noti e meno noti, americani ed europei, occupandosi anche dei cataloghi di riferimento. Dal 2002 lavora come curatrice indipendente. Valérie Rousseau è conservatrice di Arte autodidatta e di Art Brut all’American Folk Art Museum di New York dal 2013. Ha scritto e curato diverse opere fra le quali The Hidden Art: 20th and 21st Century Self-Taught Art (Rizzoli, 2017), Revealing Art Brut (Culture & Musées, 2010) e Vestiges de l’indiscipline (Musée canadien des civilisations, 2007). Debra Purden è una storica americana specializzata nella vita e nell’opera di Bill Traylor. Ha fatto parte del team di conservatori del Museum of Contemporary Art di Chicago e ha ricoperto diverse funzioni al Field Museum of Natural History, all’Art Institute of Chicago e al Chicago Cultural Center.
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[ 1 4 ] N OV I T À
[ A RT E M O D E R N A ]
G AU G U I N . PO RT R A IT S Testi di Cornelia Homburg, Christopher Riopelle, Elizabeth Childs, Line Clausen Pedersen, Dario Gamboni, Linda Goddard, Claire Guitton, Alastair Wright
23 x 29 cm, 260 p. 160 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-858-4 € 39,00
In coedizione con la National Gallery of Canada, Ottawa Mostre National Gallery of Canada, Ottawa 24 maggio – 8 settembre 2019 National Gallery, Londra 7 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020
Ritratti bretoni e polinesiani, autoritratti ma anche effigi di forme inanimate: questo tipo di galleria realizzata da Paul Gauguin non è mai stata oggetto di uno studio approfondito. Da qui il fine del volume Gauguin. Portraits: colmare una lacuna relativa alla produzione artistica di uno dei maggiori rappresentanti del post-impressionismo. L’artista infatti attribuiva ai suoi modelli caratteri peculiari, li inseriva in scene evocatrici e conferiva loro significati fortemente simbolici. Il libro, che vuole diventare un’opera di riferimento, presenta i contributi di esperti e giovani ricercatori, tutti grandi conoscitori dell’artista. Il mondo accademico e quello delle istituzioni museali si pongono quindi in dialogo e approfondiscono i numerosi aspetti che i ritratti realizzati da Gauguin mettono in evidenza. Una particolare attenzione è poi data ai differenti significati attribuibili al ritratto nell’opera dell’artista. Il libro, curato da Cornelia Homburg e Christopher Riopelle, accompagna l’omonima mostra che avrà luogo a Ottawa, presso la National Gallery of Canada (24 maggio - 8 settembre 2019) e successivamente a Londra presso la National Gallery (7 ottobre 2019 - 26 gennaio 2020). La mostra presenterà al grande pubblico una sessantina di opere dell’artista (dipinti, opere su carta e oggetti tridimensionali polimaterici) appartenenti a collezioni pubbliche e private provenienti dal mondo intero. Cornelia Homburg è conservatrice presso la Washington University Gallery of Art, e curatrice ospite presso il Musée des beaux-arts du Canada a Ottawa. Christopher Riopelle è conservatore dei dipinti post-1800 alla National Gallery di Londra. Elizabeth Childs è direttrice del Dipartimento di storia dell’arte e archeologia della Washington University di Saint Louis. Line Clausen Pedersen è conservatrice della collezione di arte moderna della Ny Carlsberg Glyptothek a Copenaghen. Dario Gamboni è professore di storia dell’arte all’università di Ginevra. Tra le sue pubblicazioni, Paul Gauguin at the «Mysterious Centre of Thought». Linda Goddard è professore di storia dell’arte all’università di Saint Andrews. Il suo ambito di ricerca riguarda anzitutto gli scritti degli artisti, la cultura visuale legata ai viaggi e al colonialismo, l’arte e la letteratura del XVIII e XIX secolo. Claire Guitton insegna all’École du Louvre, ed è assistente alla ricerca di Cornelia Homburg. Alastair Wright è professore associato di storia dell’arte al St John’s College di Oxford. Le sue ricerche si concentrano sul modernismo europeo.
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[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
M I R Ó À M AJ OR Q UE UN E S P RIT L IB R E Testi di Pilar Baos Rodríguez, André Gilbert, Patricia Juncosa Vecchierini
20,3 x 25,4 cm, 176 p. 153 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-891-1 € 35,00
In coedizione con il Musée national des beaux-arts du Québec, Québec Mostra Musée national des beaux-arts du Québec, Québec 30 maggio – 8 settembre 2019
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Miró godeva già di una reputazione internazionale quando nel 1956 si trasferisce a Maiorca, dove resterà fino al 1981 (morirà due anni più tardi). Forte di questa maturità, e guidato da una sorta di libertà creatrice, nei 25 anni che passa nel suo atelier nella nota isola delle Baleari non fa altro che sperimentare. Elabora, o meglio, raffina il suo linguaggio personale: le forme elementari diventano veri e propri segni, si abbandona al potere espressivo del gesto nonché alle suggestioni della materia. Gli spunti che fanno capolino nel suo universo sono i più eterogenei, ma tutti fortemente connotati: l’arte rupestre di Altamira, così come il romanico, i paesaggi catalani e la figura di Gaudí. Ma non vanno dimenticate le suggestioni che provengono da Oriente, il ruolo della poesia e quello dell’action painting. Il tema delle trasformazioni, della metamorfosi, da qui l’importanza della materia, del cosmo e del bianco e nero. Il volume si sviluppa attorno a quattro temi cardine: l’attaccamento di Miró all’arte, alla natura e ai paesaggi del suo Paese; le influenze più significative; le grandi composizioni della maturità caratterizzate da un’energia gestuale e un senso della sperimentazione ineguagliabile e, infine, il repertorio di forme originali che svelavano il suo immaginario tutto particolare ispirato ai soggetti che prediligeva. Tra questi ultimi giocano un ruolo di primo piano la donna, l’uccello e la notte stellata, tutti presenti nei suoi ideogrammi tanto insolenti quanto gioiosi, ma sempre strabordanti di fantasia. Sono oltre 150 le illustrazioni di dipinti, sculture, opere su carta, molte delle quali di grande formato e inedite, che arricchiscono il libro realizzato in occasione della mostra di Miró al Musée national des beaux arts du Québec, evento che vede l’artista tornare sul suolo canadese dopo trent’anni. Pilar Baos Rodríguez dal 1992 è il coordinatore delle esposizioni della Fondazione Pilar i Joan Miró di Maiorca. Ha realizzato importanti progetti intorno all’opera di Joan Miró e di altri artisti contemporanei, a livello nazionale e internazionale. André Gilbert è uno storico dell’arte. Dal 1995 è curatore del programma espositivo internazionale del Musée national des beaux-arts du Québec, presso cui ha organizzato importanti mostre su artisti di fama internazionale quali Alberto Giacometti, Berthe Morisot e Joan Miró. Patricia Juncosa Vecchierini è oggi la curatrice della Collezione della Fundació Pilar i Joan Miró di Maiorca. Ha conseguito un dottorato in architettura con una ricerca incentrata sul rapporto tra Miró e Sert, argomento che ha avuto modo di sviluppare ulteriormente durante alcune collaborazioni a fianco della già citata Fundació Miró di Maiorca.
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[ A RT E M O D E R N A ]
F R I E D R I C H N I E T ZSCH E A ND T H E A RT IST S O F T H E NEW W EIMA R A cura di Sebastian Schütze Testi di Sebastian Schütze e Jennifer Ratner-Rosenhagen
20 x 24 cm, 120 p. 80 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese € 22,00 ISBN 978-88-7439-854-6
In coedizione con la National Gallery of Canada, Ottawa Mostra National Gallery of Canada, Ottawa 18 aprile – 25 agosto 2019
Un piccolo gruppo di intellettuali sente l’esigenza nei primi anni del 1900 di connotare la città di Weimar come centro utopico dell’arte e del pensiero moderno. Il “mito di Weimar” fu quindi costruito grazie alla visione di artisti come Max Klinger, Edvard Munch, Ludwig von Hofmann, e scrittori quali André Gide, Hugo von Hofmannstahl e Rainer Maria Rilke. Alla testa di questa creazione campeggiava Friedrich Nietzsche, identificato come il profeta e filosofo della modernità grazie alla profondità del suo pensiero, al linguaggio espressivo e agli aforismi pungenti. Influenzati dal suo pensiero, artisti e critici si misero alla ricerca di un’arte nuova, di un uomo nuovo e, da ultimo, di una nuova società. Nel 1902, due anni dopo la morte di Nietzsche, fu commissionata a Max Klinger la realizzazione di un suo ritratto per la Villa Silberblick di Weimar, centro del culto del filosofo. L’artista partì da una rilavorazione della sua maschera funebre per eseguire la famosa erma marmorea che tuttora campeggia nella sala di ricevimento dell’archivio di Nietzsche. Furono fusi in bronzo solo tre esemplari monumentali di quel ritratto, e uno di essi è parte della collezione della National Gallery of Canada. Avendo chiaro il ruolo centrale di quest’opera scultorea, e con essa quello di dipinti, bozzetti, calchi in gesso e bronzetti, il presente volume mette in evidenza come Klinger e i suoi mecenati inventarono l’iconografia ufficiale di Nietzsche trasformando un ritratto di grande espressività in un’immagine di culto fortemente idealizzata. La mostra così come questo libro che l’accompagna includono alcune versioni integrali delle opere più significative del filosofo, tra cui edizioni di lusso di Così parlò Zarathustra, Ecce homo e Ditirambi di Dioniso, illustrati da Henry van de Velde. Il volume posa inoltre lo sguardo su altri protagonisti che diedero vita al “mito di Weimar” quali Auguste Rodin, Aristide Maillol, Edvard Munch e Kurt Stoeving, con l’obiettivo di gettare luce, per la prima volta in Nord America, sulla straordinaria costellazione artistica e culturale del Modernismo europeo. Sebastian Schütze è stato ricercatore presso la Biblioteca Hertziana di Roma, e attualmente è docente di storia dell’arte moderna all’università di Vienna. È membro dell’Austrian Academy of Sciences, del comitato scientifico dell’Istituto per gli Studi Filosofici (Napoli), e dell’Institut européen d’histoire de la République des Lettres (Parigi). Jennifer Ratner-Rosenhagen è docente di storia presso l’Università del WisconsinMadison, dove si occupa nello specifico di storia intellettuale e culturale americana con una prospettiva transnazionale. I suoi libri includono l’americano American Nietzsche: A History of an Icon and His Ideas (University of Chicago Press, 2012) e The Ideas That Made America: A Brief History (Oxford University Press, 2019).
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[ A RT E M O D E R N A ]
F É L I X VAL L OT TO N Testi di Dita Amory, Philippe Büttner, Ann Dumas, Patrick McGuinness, Katia Poletti, Christian Rümelin, Belinda Thomson
23 x 28 cm, 184 p. 200 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-894-2 € 39,00
In coedizione con la Royal Academy of Arts, Londra, il Metropolitan Museum of Art, New York, e in collaborazione con la Fondation Félix Vallotton, Losanna Mostre Royal Academy of Arts, Londra 30 giugno – 29 settembre 2019 Metropolitan Museum of Art, New York 29 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020
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L’artista svizzero Félix Vallotton (1865-1925) è nato a Losanna, ma ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa in Francia. Nonostante fosse strettamente legato a Pierre Bonnard e Édouard Vuillard, nonché membro del gruppo d’avanguardia dei Nabis, Vallotton è stato spesso messo in ombra dai suoi contemporanei più famosi. Egli realizzò alcune delle sue opere più importanti a Parigi negli anni novanta del XIX secolo, ma il suo approccio originale e innovativo connotò tutta la sua carriera. Prediligeva infatti gli interni, i ritratti, così come i nudi e i paesaggi. E dopo l’esperienza al fronte durante la Prima guerra mondiale, le sue opere si caricarono di elementi simbolici. Il volume racchiude i testi dei principali esperti dell’opera dell’artista che hanno riflettuto sulla vita, l’opera e la fortuna di Felix Vallotton con l’obiettivo di rivalutare non solo la sua produzione bensì anche la sua eredità. L’apparato figurativo del libro, oltre a contenere i più noti dipinti e stampe, accoglie opere rimaste fino ad ora inedite.
Dita Amory è curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York e autrice del volume Madame Cézanne (2014). Philippe Büttner è curatore della Collezione del Kunsthaus Zürich. Ann Dumas è curatrice presso la Royal Academy of Arts di Londra. Patrick McGuinness è professore di letteratura francese e letterature comparate all’Università di Oxford, nonché romanziere, critico e poeta. Katia Poletti è direttrice della Fondazione Vallotton. Christian Rümelin è curatore della sezione delle stampe e dei disegni presso il Gabinetto delle arti grafiche del Musée d’art et d’histoire di Ginevra. Belinda Thomson è ricercatrice onoraria dell’Università di Edimburgo, e storica dell’arte indipendente.
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[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
PAL É Z I E U X Œ UV RE S S UR PA P IER Testi di Ger Luijten, Florian Rodari, Alain Madeleine-Perdrillat, Peter Schatborn, Catherine McCready, Pierre Vogt
PALÉZIEUX
Œ U V R E S S U R PA P I E R
A
21 x 25 cm, 320 p. 213 illustrazioni a colori un cofanetto con 4 volumi brossura lingua francese ISBN 978-88-7439-907-9 € 49,00
In coedizione con la Fondation Custodia, Parigi Mostra Fondation Custodia, Parigi 21 settembre – 15 dicembre 2019 Musée Jenisch, Vevey 15 febbraio – 24 maggio 2020
PALÉZIEUX
PALÉZIEUX
LAVIS ET AQUARELLES
PALÉZIEUX
DESSINS
V
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Quattro volumetti, simili a quaderni, ci introducono – anche a livello materico – all’opera su carta del pittore e incisore svizzero Gérard de Palézieux (Vevey 1919-Veyras 2012). Questi, dopo una formazione a Losanna presso l’École des beaux-arts, si trasferisce a Firenze dove rimane durante la Seconda Guerra Mondiale per poi trasferirsi nuovamente in Svizzera, nel canton Vallese, dove risiederà fino alla morte. La luce, le fabbriche e la campagna italiana sono elementi di grande rilevanza per la sua poetica, sotto molti punti di vista assimilabile a quella di Giorgio Morandi, di cui lo stesso Palézieux fece la conoscenza nel 1953 e con il quale resterà in contatto fino alla morte del pittore bolognese. Tuttavia l’opera dell’artista svizzero testimonia anche altre ispirazioni, si pensi al ruolo di Canaletto o di Claude Lorrain nel trattamento della luce. Nel 1969, dopo un viaggio in Marocco, Palézieux scopre l’acquarello, tecnica che gli consente di allargare la sua visione, permettendogli di dissolvere la pesantezza nella luminosità più pura. Sarà a Venezia che, a partire dal 1972, troverà la sua strada grazie alle peculiarità del nuovo medium, la cui rapidità e trasparenza gli consentono di avvicinarsi alla saggezza e alla visione del mondo propria dei pittori cinesi. È da quel momento che attraverso l’incisione dà vita a espressioni artistiche di maggiore libertà; si appassiona a tecniche quali l’acquatinta e il monotipo che gli consentono di inserire nei suoi paesaggi anche lo scorrere del tempo. Solitario, istintivo, fedele alle sue emozioni, Palézieux non ha mai smesso di dipingere secondo quanto appreso dai suoi maestri. La sua visione del mondo, estranea a ogni corrente artistica, è tuttavia sorprendentemente precisa e carica di un inedito potere di resistenza. Le sue immagini, dipinte o incise, evocano i luoghi e gli oggetti riflettendo le incertezze del nostro quotidiano. I suoi acquerelli esprimono la forza ineluttabile del tempo contrapponendo contingenze e discorsi personali con un’arte che cerca di riconnettersi, al tempo stesso, con il semplice e l’universale.
PALÉZIEUX
E S TA M P E S
III
ÉTUDES & TÉMOIGNAGES
I
VII
Études de nus assis (Diane), non daté Mine d’argent sur papier vélin préparé en blanc-ivoire
Le Vallon de la Raspille à Miège, non daté Crayon sanguine sur papier vélin bleuté préparé en rosé
332 × 233 mm
258 × 408 mm
8
9
Nature morte au compotier et à la tasse, non daté Lavis à l’encre de Chine sur papier 349 × 495 / 349 × 495 mm Musée Jenisch Vevey
4
Deux pivoines, non daté Lavis sur papier vergé ancien 320 × 228 mm
5
[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
GALERIE DOCUMENTS 15
I N T H E AT E L I E R E RIK D E S M A Z IÈR ES P R INT MA KER R ENÉ TA Z É P R INT ER A N A RTIS TIC CO LLA BO R AT IO N 1978–2018 Testo di Alain Madeleine-Perdrillat
IN THE ATELIER ÉRIK DESMAZIÈRES | RENÉ TAZÉ
I N T H E AT E L I E R ÉRIK DESMAZIÈRES PRINTMAKER RENÉ TAZÉ PRINTER
A N A RT I ST I C CO L L A B O R AT I O N 1 978 – 2 0 1 8
47.50 0.00
24 x 28 cm, 88 p. 40 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-869-0 € 30,00
Mostre Galerie Documents 15, Parigi 15 febbraio – 6 aprile 2019 Orangerie de la Propriété Caillebotte,Yerres 18 aprile – 9 giugno 2019
Quest’opera rappresenta un omaggio reso da una grande figura della stampa contemporanea al suo incisore a taglio dolce. Appassionato di disegno, dal 1971 Erik Desmazières apprende la tecnica dell’incisione presso alcuni atelier parigini. René Tazé inizia a lavorare nel 1969 presso Leblanc, un celebre e antico atelier parigino di incisione al bulino. Ed è in questo luogo intriso di storia, situato in rue Saint-Jacques, non a caso il quartiere dei tipografi fin dal XVII secolo, che i due si incontrano. Nella primavera del 1978, René Tazé apre il suo atelier al numero 11 di rue Hittorf, nel decimo arrondissement parigino. L’incisore e l’artista iniziano la loro collaborazione, connubio che si perpetua ancora oggi. Nei quattro decenni che li vedono a fianco più di duecento stampe e non meno di ventimila prove di ogni qualsivoglia formato escono dall’atelier. Le loro creazioni hanno beneficiato dell’esperienza e del grande talento di Tazé, diventato nel 2006 Maître d’art. Mentre Tazé dà vita alle incisioni, Desmazières − ispirato dalla magia del luogo − comincia a disegnare e, dal 1979, a realizzarne le incisioni. Da qui una serie di sette opere di grande formato che mostrano l’atelier e le sue magnifiche macchine da diverse angolazioni. Per l’artista le fonti di ispirazione di quel luogo sono le finestre, le vetrate, i macchinari e la fatiscenza. Nel 2006 René Tazé è costretto a lasciare il suo atelier destinato ormai alla demolizione. Si trasferisce non lontano, a Villa du Lavoir, accanto alla Porte Saint-Martin. Il nuovo laboratorio è più moderno e meno labirintico, tuttavia non manca d’ispirazione. Alla vigilia della sua ristrutturazione, Desmazières dà vita a una nuova rappresentazione: Atelier René Tazé VIII, 2018. La sistemazione dell’atelier consente all’incisore di realizzare una visione del nuovo spazio, molto diversa nella sua configurazione: Atelier René Tazé IX. Quest’opera, pubblicata in occasione della mostra organizzata nell’autunno 2018 dalla Galleria Document 15, situata a Parigi in rue de l’Échaudé, ha l’obiettivo di mettere in luce la totalità dei disegni, delle incisioni e delle maggiori prove a colori che rappresentano i diversi atelier, compreso quello attuale. Ma non solo, consente inoltre di immergersi in uno dei rari, nonché degli ultimi, atelier parigini ancora esistenti e di scoprire la straordinaria e fedele collaborazione tra un artista e il suo incisore, che oggi vanta la presenza di due giovani collaboratrici, Bérengère Lipreau e Domitille Araï. Il volume, la cui prefazione è stata curata dallo storico dell’arte Alain Madeleine-Perdrillat, contiene tutte le opere pubblicate dal Musée Carnavalet nel biennio 2006-2007 in occasione della mostra Paris à grands traits, il cui catalogo risulta esaurito da molto tempo. Alain Madeleine-Perdrillat (Parigi, 1949) è uno storico dell’arte francese. Ha lavorato presso la Réunion des Musées Nationaux e successivamente all’Institut National d’Histoire de l’Art. È autore di una monografia su Seurat (Skira, 1990), di uno studio incentrato su Nicolas de Staël (Hazan, 2003) e di alcuni contributi relativi a scrittori, poeti e pittori. Ha tradotto diverse opere di Roberto Longhi quali La vie d’un peintre di Gino Severini (Hazan, 2011) e, recentemente, L’originalité de Thomas Jones di Lawrence Gowing (Fage éditions, 2017).
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FERNANDO COSTA ICI REPOSE LA GUERRE 1914-1918 | RIP THE FIRST WORLD WAR Testo di Johan-Frédérik Hel Guedj
24 x 28,5 cm, 82 p. 48 illustrazioni a colori cartonato edizione biligue francese/inglese ISBN 978-88-7439-875-1 € 30,00
Un omaggio ai poilus, i fanti francesi della Prima guerra mondiale, così definiti perché portavano barba e capelli folti. Una riflessione che scaturisce dalla passione dell’artista per il più grande conflitto armato mai combattuto prima della Seconda guerra mondiale. Questi i due temi che connotano la produzione artistica di Fernando Costa raccolta nelle pagine del libro. Cardine del volume è senz’altro Ceux de 14, un’opera di grandi dimensioni (2,35 metri di lunghezza) che vuole commemorare, non a caso, i 235 cittadini di Sarlat (Francia) morti per la Patria. Tutto è simbolico: la presenza dei caschi, le dimensioni del quadro, i colori, i materiali utilizzati. Persino la firma dell’artista, posta sul retro, evidenzia il rispetto di Costa nei confronti dei giovani fanti. Fanno da cornice 32 opere di dimensioni più contenute, tutte create a partire da un casco, al quale l’artista ha aggiunto ulteriori elementi che sanciscono il legame con il pannello principale. Il dialogo visivo-testuale che si viene a creare nelle pagine del libro non si esaurisce con quanto scrive Johan-Frédérik Hel Guedj, ma trova voci di particolare significato nelle lettere di soldati che affidano alla scrittura i loro ultimi desideri.
Cher papa, chère maman, Recevez mes plus affectueux baisers. Vous avez toujours été bons pour nous; il a fallu qu’une guerre barbare détruise la douce maison de la Varenne où j’ai passé de si bons moments près de vous et de la famille. L’homme propose, Dieu dispose. Adieu, j’aurais aimé vous rendre la vie heureuse que vous avez faite à tous, mais hélas ayez du courage, c’est pour la France et la Justice que votre Julien est mort. Adieu.
Fernando Costa vive e lavora nel Périgord, vicino a Sarlat. Artista autodidatta, il suo percorso artistico è stato alquanto atipico: nel 1991 è steward di bordo sulla Queen Elizabeth 2, nel 2015 gli viene dedicata una mostra a Biarritz. Dal 1998 raccoglie vecchi cartelli stradali, in Francia e non solo. Li ritaglia, li incide, li carteggia e ne ricompone le immagini saldando i diversi pezzi su grandi lastre di metallo, creando opere di grande originalità. Nel 2013 è il diciottesimo artista al mondo selezionato per l’Art Car della 24 ore di Le Mans, una consacrazione dopo Calder, Warhol, César, Arman e Jeff Koons. 5 Continents Editions ha pubblicato nel 2018 la sua prima opera monografica. Johan-Frédérik Hel Guedj, giornalista, ha pubblicato due romanzi (Le traitement des cendres, L’amour grave), una raccolta di novelle (De mon vivant), un racconto di un’esplorazione polare (Chercheurs d’éternité), un saggio su Orson Welles (La règle du faux). Parigino di nascita, vive a Bruxelles e scrive di arte contemporanea sulle pagine culturali del quotidiano “L’Echo/De Tijd”.
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FA B I E N N E V ER DIER S UR L E S TE R R ES DE CÉZ A NNE A cura di Alexandre Vanautgaerden Testi di Alain Berthoz, Bruno Ely, Bernard Foccroulle, Charles Juliet, Alexandre Vanautgaerden e Germain Viatte
FABIENNE VERDIER sur les terres de Cézanne
FABIENNE VERDIER sur les terres de Cézanne
21 x 34 cm, 184 p. 154 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-886-7 € 39,00
In coedizione con il Musée Granet, Aix-en-Provence Mostra Musée Granet, Cité du Livre, Pavillon Vendôme, Aix-en-Provence 21 giugno – 13 ottobre 2019
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È contemplativo lo sguardo che connota lo spettatore davanti alle opere di Fabienne Verdier, artista che è riuscita a conciliare nella sua pittura arte moderna e tradizione orientale, esprimendo in modo potente l’armonia e il caos, ma anche il mistero della bellezza del mondo. L’opera pittorica e l’universo artistico e spirituale di Fabienne Verdier sono approfonditi seguendo un percorso cronologico che esplora i diversi momenti costitutivi della sua biografia. Vengono messi in luce il legame con la calligrafia cinese, lo studio della pittura espressionista astratta e di quella fiamminga per giungere poi alla più recente ricerca inerente la connessione tra onde sonore e onde pittoriche. Il volume, che accompagna la retrospettiva dell’artista che avrà luogo ad Aix-en-Provence in tre differenti sedi (Musée Granet, Pavillon Vandôme e Cité du Livre), mette in luce come il percorso artistico della Verdier sia connotato dal continuo confronto con sistemi di pensiero nati in seno a culture e periodi differenti. Il suo processo creativo si nutre di un’ibridazione di saperi e si manifesta attraverso soluzioni tecniche non scontate quali l’utilizzo di enormi pennelli con manubrio, leghe di smalto. I tre luoghi in cui si svolgerà la mostra faranno da specchio a questo suo modus operandi: al Musée Granet sarà possibile seguire la sua carriera artistica, alla Cité du livre si avrà modo di approfondire la sua ricerca sul legame tra pittura e musica e, in particolare, sui quartetti d’archi. Infine, il Pavillon Vendôme ospiterà il progetto basato sul legame tra il linguaggio e le forme plastiche e, nello specifico, consentirà di scoprire grandi opere realizzate a partire da alcune coppie di parole: labirinto-libertà, forzaforma, vuoto-vibrazione, canto-disastro. Le trasformazioni evolutive che connotano la poetica della Verdier si sono oggi incanalate in una riflessione intorno al suo rapporto immersivo nella natura, aspetto che viene per l’appunto approfondito in quello che lei stessa definisce “l’atelier nomade” e che trova un punto fermo nel suo ultimo lavoro realizzato nel territorio adiacente la montagna Sainte-Victoire, non a caso un soggetto particolarmente caro a Cézanne. Sono tuttavia molteplici le tematiche che confluiscono nel suo atelier nomade: certamente la continua evoluzione del suo atelier, ma anche l’influenza del contesto e del paesaggio, nonché lo sviluppo di nuovi strumenti adatti alla pittura. Fabienne Verdier è nata in Francia nel 1962. Dopo una prima formazione nel campo delle belle arti, ha intrapreso un viaggio di studio in Cina (1983-1992) dove ha avuto modo di conoscere i grandi pittori sopravvissuti alla Rivoluzione Culturale. Si è poi occupata delle opere di pittori espressionisti astratti. Nel 2014 apre il suo studio a New York presso la Juilliard School, dove realizza, per la prima volta, un laboratorio di ricerca sulle onde sonore e pittoriche. Nel 2015, in occasione del 50° anniversario del Petit Robert, esplora con Alain Rey i rapporti esistenti tra lessicografia e pittura. Nel 2017, in occasione del Festival d’Aix-en Provence, progetta una videoinstallazione che offra un’esperienza multisensoriale immergendo il pubblico nel cuore del processo creativo. Nel 2018 l’artista dà vita al cosidetto “atelier nomade” con l’obiettivo di dipingere con i suoi grandi pennelli all’aperto: cerca di confrontarsi con la natura per esprimerne la bellezza e la fragilità. L’opera di Fabienne Verdier è esposta in molti Paesi e fa parte di diverse collezioni pubbliche, tra le quali vale la pena ricordare il Centre Georges Pompidou a Parigi, la Kunsthaus di Zurigo e la Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera. N OV I T À [ 2 9 ]
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L E C A N A DA ET L’IMP R ESSIO NNISME. NO UV EAUX H O R IZO NS Testi di Katerina Atanassova, Tobi Bruce, Anna Hudson, Laurier Lacroix, Loren Lerner, Tracey Lock, Gerta Moray, Sandra Paikowsky e AdamGopnik
Le Canada et l’impressionnisme Nouveaux horizons
23 x 28 cm, 256 p. 300 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-866-9 € 39,00
Mostre Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung, Monaco luglio – novembre 2019 Fondation de l’Hermitage, Losanna gennaio – maggio 2020 Musée Fabre, Montpellier giugno – settembre 2020 National Gallery of Canada, Ottawa novembre 2020 – aprile 2021
Trenta artisti, ottanta dipinti circa. Questo il contenuto del volume che si pone l’obiettivo di aprire una nuova prospettiva sulla ricezione e la diffusione della poetica impressionista in Canada a cavallo del XX secolo e, nello specifico tra 1880 e 1930. Il libro, che accompagna la mostra antesignana nel suo genere, riunisce celebri capolavori di alcuni dei più noti pittori impressionisti canadesi provenienti da collezioni pubbliche e private, ed esplora le modalità eterogenee con cui un gruppo di pittori particolarmente esigente ha preso parte al fenomeno internazionale dell’impressionismo, ponendo nel contempo le basi per lo sviluppo di uno stile pittorico canadese unico nel suo genere. Il volume abbraccia un approccio tematico che permette ai lettori di seguire le orme degli artisti canadesi sia in patria che all’estero: i loro studi presso le accademie francesi, i viaggi nel Continente, la partecipazione a grandi mostre, in primis i Salon parigini. Molti di loro hanno inevitabilmente sviluppato un gusto per la resa enfatica dell’attimo colto, e per la ricerca della luce naturale, elemento di grande importanza per gli impressionisti francesi.Tornando in patria dovettero inevitabilmente accogliere la sfida di adattare ciò che avevano visto e imparato all’estero nella loro realtà originaria. Le atmosfere invernali – sia urbane sia rurali – divennero uno dei loro soggetti prediletti: fu in esse che riuscirono ad adattare il vocabolario impressionista allo scenario canadese, il cui paesaggio era avvolto dalla caratteristica luce del nord. Katerina Atanassova è Senior Curator del dipartimento di arte canadese presso la National Gallery of Canada. Tra i suoi progetti recenti, la mostra «James Wilson Morrice. Une collection offerte par A. K. Prakash à la nation» e la sistemazione della collezione d’arte canadese in nuove gallerie canadesi. Tobi Bruce è direttrice delle mostre e delle collezioni nonché Senior Curator della Art Gallery of Hamilton. In passato ha ricoperto incarichi come curatrice, ricercatore e docente presso la Art Gallery of Hamilton, la Carleton University Art Gallery e l’Agnes Etherington Art Centre. Anna Hudson è professore, storica dell’arte, curatrice nonché educatrice specializzata in arte canadese alla York University di Toronto. Ha una cattedra di ricerca dell’Università di York e attualmente è a capo del progetto Mobilizing Inuit Cultural Heritage. Laurier Lacroix è professore emerito all’Università del Québec a Montreal dove ha insegnato storia dell’arte e museologia. Le sue ricerche si concentrano principalmente sulle collezioni pubbliche, la storiografia della storia dell’arte e l’arte in Québec e in Canada prima del 1940. Loren Lerner è professore di storia dell’arte all’Università di Concordia. Ha preso parte a diverse pubblicazioni sull’interpretazione dei giovani canadesi da parte di artisti databili tra l’inizio del XIX secolo e oggi. Tracey Lock è curatrice di arte australiana presso Art Gallery of South Australia. Gerta Moray, professore emerito all’Università di Guelph, è storica e critica d’arte. Sandra Paikowsky è professore emerito di storia dell’arte all’Università Concordia e membro dell’Ordine del Canada. Adam Gopnik è redattore del New Yorker dal 1986. Nel marzo 2013 gli è stata assegnata la medaglia di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Julie Nash et Krista Broeckx sono assistenti curatoriali del dipartimento di arte canadese della National Gallery of Canada. N OV I T À [ 3 1 ]
r e g a r d e r l e pays a g e
R E G AR D E R L E PAYSAGE | DIE LA NDSCH A FT BET R ACH T EN A cura di Céline Eidenbenz d i e l a n dsc h a f t b e t rac h t e n
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[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
r e g a r d e r l e p a y s a g e die landschaft betrachten
0,00
27 x 22,5 cm, 272 p. 224 illustrazioni a colori brossura edizione trilingue francese/tedesco, testi in inglese in fondo ISBN 978-88-7439-900-0 € 39,00
In coedizione con il Musée d'Art du Valais, Sion
Le pagine di questo volume ospitano il dialogo tra lo sguardo dell’uomo e l’opera d’arte, di cui il paesaggio costituisce la trama. Fin dalla pubblicazione del saggio Mort du paysage? (1982), il tema paesaggistico è divenuto uno degli argomenti del dibattito contemporaneo. L’idea, sostenuta dal filosofo Alain Roger (Court traité du paysage, 1997), che “tutto il paesaggio è un prodotto dell’arte” viene qui sviluppata attraverso l’analisi delle opere che fanno parte delle collezioni del Musée d’Art du Valais. Il tema del paesaggio è relativo a una concezione del mondo e a uno sguardo che sottendono valori estetici, filosofici, religiosi ma anche scientifici, politici e sociali. Questo volume, pubblicato in occasione dell’apertura della nuova esposizione permanente al Musée d’Art du Valais, si pone l’obiettivo di rifletterne la ricchezza delle collezioni museali dove svolgono un ruolo di primo piano l’école de Savièse (scuola di Savièse), la storia del paesaggio e il suo legame con l’arte contemporanea, il sublime delle Alpi, il paesaggio sonoro, le vertigini dell’arte del Romanticismo… Si vuole dunque sottolineare la rilevanza dell’espressione artistica nella creazione del paesaggio occidentale. La narrazione visiva è di tipo cronologico, e vede i suoi primordi in opere della fine del XVIII secolo, si pensi alle opere dello svizzero Caspar Wolf, pioniere della pittura di paesaggio alpina, ma anche ad artisti come Raphael Ritz, Marguerite Burnat-Provins, Ernest Biéler, Édouard Vallet, Angel Duarte e Valentin Carron. Tutti autori che, a loro modo, hanno contribuito allo sviluppo artistico del Canton vallese. Gli artisti rappresentati all’interno del libro sono: Marina Abramovic, Joëlle Allet, Cuno Amiet, René Auberjonois, Aimé Barraud, Alighiero e Boetti, Élisabeth Biéler, Ernest Biéler, Ursula Biemann, Edmond Bille, Roger Bissière, Marguerite Burnat-Provins, Valentin Carron, Gustave Castan, Maria Ceppi, Gustave Cerutti, Julian Charrière, Albert Chavaz, Catherine Contour, Sylvain Croci-Torti, Raphy Dallèves, François Diday, Angel Duarte, Equipo 57, Olivier Estoppey, Vincent Fournier, Matthieu Gafsou, Yann Gross, Michel Grillet, Charles-Louis Guigon, Nelly Haliti, Ferdinand Hodler, Alain Jacquet, JocJonJosch, Oskar Kokoschka, Verena Loewensberg, Walter Niedermayr, Charles-Clos Olsommer, Josée Pitteloud, André Ramseyer, Germaine Richier, Lorenz Justin Ritz, Raphael Ritz, Studer/van den Berg, Hiroshi Sugimoto, Robert Tanner, Wolfgang-Adam Toepffer, Gottfried Tritten, Pierre Vadi, Édouard Vallet, Félix Vallotton, Marie Velardi, Claude Viallat, Corinne Vionnet, Not Vital, Caspar Wolf, Andrea Wolfensberger, Nadja Wüthrich, Guy Zahler, André-Paul Zeller, Mirza Zwissig. Céline Eidenbenz, curatrice e storica dell’arte, dirige il Musée d’Art du Valais a Sion (Svizzera). Dopo gli studi a Losanna, Vienna e Parigi, è stata assistente all’Università di Ginevra e di Losanna (2007-2015), dove ha dato vita a Le Cabanon, uno spazio espositivo per l’arte contemporanea. Prendendo spunto dalla sua tesi di dottorato, nel 2012 ha realizzato una mostra sull’isteria al Museo Félicien Rops di Namur (Belgio). Nel 2016 ha valorizzato mediante un approccio interdisciplinare la presentazione delle collezioni del Musée d’Art du Valais Guardare il paesaggio. Sempre a Sion, presso il carcere, ha curato l’esposizione En Marche. Faire un pas, c’est faire un choix nella quale ha dato vita a un dialogo tra arte contemporanea, artisti locali e l’ambiente alpino. Su invito della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, è responsabile del programma del Salon Suisse durante la Biennale Arte Venezia 2019.
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PAB L O R E I N OSO Testi di Michel Serres, Gérard Wajcman e Henri-François Debailleux
27,5 x 35,5 cm, 280 pp. 220 illustrazioni a colori cartonato con sovracoperta edizione biligue francese/inglese ISBN 978-88-7439-752-5 € 80,00
Questo volume è la prima monografia importante dedicata all’opera di Pablo Reinoso, artista e designer franco-argentino, eclettico e curioso autodidatta. Pablo Reinoso formatosi come sculture è di fatto un artista poliedrico. Nato in Argentina da madre francese, si trasferisce nel 1978 a Parigi. La sua opera si articola per serie come per esempio Articulations (1970-1980), Water Landscapes (1981-1986), The Discovery of America (1986-1989), Breathing Sculptures (1995-2002) che rivisita, stravolge, rielabora esplorando mondi e materiali diversi: un work in progress che riflette il suo modo di pensare. In Ashes to Ashes (2002), opera più matura, si confronta con listelli di legno che piega e spezza per liberarli dalla loro funzione originaria. Sempre in questa prospettiva, ma avendo nel frattempo maturato una forte esperienza come direttore artistico e designer presso grandi imprese, dal 2004 lavora a una serie centrata su un’icona del design industriale, la sedia Thonet. Due anni dopo si concentra sulle panchine pubbliche che con il loro design anonimo attraversano tutte le epoche e le culture. Nascono così gli Spaghetti Benches che si diffonderanno e collocheranno nei luoghi più disparati. Nell’ultima serie, Scribbling Benches, alla quale inizia a lavorare nel 2009, Pablo Reinoso cambia ancora e parte dalla putrella d’acciaio: un elemento pesante, destinato a strutturare e reggere l’architettura, che si torce come un filo per creare una panca e disegnare spazi leggeri, trasparenti, luoghi di meditazione. Michel Serres (1930-2019), filosofo ed epistemologo, è stato membro dell’Académie française nonché uno dei più grandi intellettuali francesi contemporanei. Gérard Wajcman, scrittore e psicanalista, docente presso il dipartimento di psicanalisi dell’univeristà Paris 8 e membro dell’École de la cause freudienne. La sua passione per l’arte, i suoi studi e i suoi libri si concentrano soprattutto sul decifrare l’immagine e l’onnipotenza della “cultura visiva” nel nostro secolo. Henri-François Debailleux, giornalista e critico d’arte per Libération e per il Journal des arts, professore all’ICART (École du Management de la culture et du marché de l’art). Autore di numerose prefazioni di cataloghi e curatore di mostre d’arte.
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[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
P E N G WA N T S RE G A RD S Testi di Fabrice Hergott, François Michaud, Christian Derouet, Gérard Audinet et Chang Ming
24 x 24 cm, 88 p. 50 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-895-9 € 25,00
Mostra Musée d’art moderne de la Ville de Paris, Parigi 11 ottobre 2019 – 9 febbraio 2020
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Il volume si compone di un insieme rappresentativo delle opere pittoriche di Peng Wan Ts realizzate in oltre cinquant’anni di produzione artistica. Molti dei dipinti racchiusi nelle pagine del libro che accompagna la mostra a lui dedicata presso il Musée d’art moderne de la Ville de Paris sono inediti: esempio principe è l’opera Banquet che proprio in quest’occasione verrà donata all’istituzione museale. Nei dipinti di Peng Wan Ts emerge chiaramente la ricerca perseguita dall’artista nell’individuare un equilibrio tra le modalità di pensiero e di espressione dell’Oriente e quelle dell’Occidente: questo il motivo che lo rende la figura di riferimento per l’arte contemporanea cinese. Nel suo approccio trova un punto fermo l’interesse nei confronti della persona umana, aspetto legato indissolubilmente alla sua scoperta dell’arte occidentale e, in particolare, di Michelangelo. Estetica e plasticità sono due temi chiave della sua poetica, senza dimenticare l’elemento tragico che gli consente di riflettere sull’uomo, la sua storia individuale e collettiva, e sulla sua interiorità. Peng Wan Ts è nato in Cina, a Sichuan, nel 1939. Dopo aver studiato arti plastiche a Taiwan, si trasferisce a Parigi nel 1965 dove vive e lavora ancora oggi. Partecipa alle Biennale di Parigi del 1961, 1969 e 1971, a quella di San Paolo del 1963, e a Documenta 6 nel 1977. Il suo lavoro è presente in Finlandia, a Hong Kong, in Corea, Brasile, Taiwan, così come in Svizzera, Yugoslavia, Germania e Belgio. Fabrice Hergott è direttore del Musée d’Art moderne de la Ville de Paris. François Michaud è curatore capo del patrimonio presso il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, nonché curatore della mostra. Christian Derouet, è conservatore generale onorario presso il Centre Georges Pompidou di Parigi. Gérard Audinet è conservatore generale del patrimonio, e direttore delle Maisons de Victor Hugo, Paris/Guernesey. Chang Ming Peng è professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Université de Lille.
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[ A RT B R U T ]
J E A N D U B UFFET E V ENEZIA A cura di Sophie Webel e Frédéric Jaeger
24 x 21,5 cm, 72 p. 120 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-909-3 € 35,00
Mostra Palazzo Franchetti, Venezia 10 maggio – 20 ottobre 2019
Il legame tra Jean Dubuffet e Venezia è stretto, e fonda le sue radici nel passato. Non è infatti un caso che la città lagunare abbia ospitato due celebri mostre che hanno segnato profondamente il percorso dell’artista: quella a Palazzo Grassi nel 1964 e quella al padiglione francese della Biennale nel 1984. In entrambi i casi fu lo stesso artista a identificare i palcoscenici per la presentazione esclusiva dei suoi lavori più recenti. Questo raffinato volume, che accompagna la mostra omonima organizzata nelle sale di Palazzo Franchetti, prestigiosa dimora di origine quattrocentesca con affaccio diretto sul Canal Grande, nasce dalla collaborazione, preziosa e feconda, tra la Fondazione Dubuffet e ACP, la società che ha in gestione la sede espositiva, e narra i tre cicli più importanti dell’opera dell’artista. Le illustrazioni contribuiscono a sottolineare i tre cicli più importanti dell’opera di Dubuffet: dalla serie degli anni Cinquanta Célébration du sol, nella quale l’artista approfondisce le ricerche sugli infiniti effetti della materia e a cui appartengono le Matériologies e le Texturologies, al ciclo L’Hourloupe, il vero «nucleo centrale» della ricerca di Dubuffet che, come ha scritto Daniel Abadie, «orienta il versante precedente e seguente», sviluppato tra il 1962 al 1974 e presentato per la prima volta proprio nella mostra a Palazzo Grassi nel 1964. Siamo in presenza di un’arte affollata, piena di suggestioni, quasi chiassosa, come indica lo stesso termine “Hourloupe” (dal francese entourlouper, turlupinare), creatrice di un universo alternativo in grado di penetrare la realtà. E, da ultimo, la serie Mires risalente agli anni Ottanta, di cui fanno parte dipinti le cui pennellate fluide e dai colori brillanti, fanno cedere i limiti fisici dell’opera. Il volumetto, che ha tutte le premesse per diventare un libro da collezione, ospita inoltre disegni, gouache e documenti, così come fotografie, lettere e articoli di Dubuffet che permettono a ciascun lettore di avere un ritratto completo delle coraggiose sperimentazioni dell’artista. Sophie Webel è direttore della Fondation Dubuffet dal 2003. È entrata a far parte della fondazione nel 1997 dopo essere stata assistente di direzione della Galerie Baudoin Lebon di Parigi (1983-1997). È l’autrice del Catalogue raisonné de l’oeuvre gravé et des livres illustrés de Jean Dubuffet, pubblicato nel 1991. Frédéric Jaeger è stato assistente esecutivo presso la Fondation Dubuffet dal 1986 al 2003. Dal 2003 al 2010 ha ricoperto la carica di co-direttore generale della Galerie Jeanne-Bucher di Parigi, e ha inoltre organizzato numerose mostre di Jean Dubuffet in Francia e all’estero. Vive tra Venezia e Parigi.
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C AR L O Z I N E L LI RE C TO V E RS O A cura di Anic Zanzi
23 x 27,8 cm, 192 p. 206 illustrazioni a colori brossura edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-852-2 € 39,00
In coedizione con la Collection de l'Art Brut, Losanna Mostra Collection de l'Art Brut, Losanna 18 settembre 2019 – 2 febbraio 2020
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Carlo Zinelli, chiamato comunemente Carlo (1916-1974), è una delle figure di riferimento dell’Art Brut al pari di Aloïse Corbaz, André Robillard e Adolf Wölfli. Il volume a lui dedicato dalla Collection de l’Art Brut di Losanna – l’istituzione pubblica che conserva il corpus più rilevante di opere dell’artista italiano – raccoglie diversi contributi relativi a Carlo Zinelli scritti da esperti in differenti discipline. Le parole recto verso che arricchiscono il titolo del volume sono mutuate dalla consuetudine dell’artista di realizzare disegni e dipinti della medesima intensità e qualità su entrambi i lati dei fogli di carta. Per Zinelli la creazione artistica era il mezzo per scappare dalla sofferenza nonché dalla malattia: era insomma il suo mezzo per sopravvivere! La multidisciplinarietà che connota l’approccio di questo libro consente di dare il giusto peso all’opera eterogenea dell’artista che va dagli scritti alle composizioni grafiche, conosciute ai più per la loro peculiare accumulazione di motivi tra i quali emergono in particolare esseri umani, animali così come veicoli, ma anche di seguire lo sviluppo della sua espressione artistica che era per lui il mezzo migliore per rendere eterne le sue memorie di infanzia nonché ciò che amava della vita (la musica, la natura e gli animali). Il volume bilingue presenta un ricco corpus di illustrazioni così come di riproduzioni di opere di Zinelli, scatti fotografici – molti dei quali realizzati da John Phillips – e materiale d’archivio inedito. Anic Zanzi è una storica dell’arte. Dal 2003 è curatrice della Collection de l’Art Brut a Losanna, e organizzatrice di eventi espositivi. Ha curato diverse pubblicazioni per il museo, tra le quali il volume Vehicles, parte della serie Art Brut – The Collection.
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T H E AT R E S A RT B RUT – THE CO LLECT IO N A cura di Sarah Lombardi Testi di Pascale Jeanneret e Éric Vautrin
20,5 x 25,5 cm, 144 pp. 102 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-905-5 € 32,00
In coedizione con la Collection de l’Art Brut, Losanna Collection de l’Art Brut, Losanna IV Biennale dell’Art Brut: Théâtres 29 novembre 2019 – 26 aprile 2020
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Il teatro è il tema centrale di questo quarto volume della serie Art Brut – The Collection, che verrà pubblicato in occasione della IV Biennale dell’Art Brut. Dopo aver esplorato l’architettura, i veicoli e i corpi l’attenzione si rivolge al teatro, tema che è stato sviluppato sotto molteplici forme. Esemplificativo è come Eugen Gabritschevsky o Victorien Sardou hanno dato vita a un’architettura teatrale. Anche altri artisti hanno realizzato lavori intimamente connessi con il mondo teatrale, senza necessariamente esserne parte. Si pensi a Giovanni Battista Podestà o Vahan Poladian che hanno trasformato un palco pubblico in un luogo dove creano performance in risposta a una società che li vorrebbe ai margini. Il loro approccio intrinsecamente effimero fa sì che utilizzino vestiti o accessori quali mezzi di comunicazione per far sentire la loro voce e le loro proteste. Altri artisti concepiscono intere cosmogonie che prendono la forma di una gigantesca messa in scena di un mondo fantasioso e fantasmagorico: è il caso di Aloïse Corbaz, il cui lavoro è da considerare come un “Teatro dell’universo”, o di Marguerite Burnat-Provins, la cui opera grafica si intitola Ma Ville. Il libro comprende oltre 100 illustrazioni, molte delle quali inedite, selezionate con cura per consentire al lettore di approfondire il tema del teatro nell’ambito dell’Outsider Art, o Art Brut. Sarah Lombardi è storica dell’arte e dal 2013 direttrice della Collection de l’Art Brut. Fin dall’inizio del suo incarico ha scelto di dare risalto alla prestigiosa istituzione di Losanna organizzando le biennali di Art Brut (mettendo in mostra opere d’arte provenienti unicamente dalla collezione museale) e dando vita alla collana di pubblicazioni Art Brut – The Collection ad esse collegata. Sarah Lombardi ha pubblicato diversi lavori correlati alle mostre nonché articoli e saggi su cataloghi inerenti l’Art Brut. È anche l’autrice della serie di articoli L’Art Brut iniziati nel 1964 da Jean Dubuffet. Nel novembre 2016 ha curato l’Almanach de l’Art Brut, progetto cardine per l’Art Brut, lanciato nel 1948 dallo stesso Jean Dubuffet. Pascale Jeanneret è curatrice della Collection de l’Art Brut di Losanna dal 2002. Dopo aver studiato storia dell’arte e museologia presso l’École du Louvre di Parigi, è stata la curatrice della mostre dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn. Ha lavorato per diversi anni nel campo dell’arte contemporanea. Ha curato numerose mostre tematiche e monografiche per la Collection de l’Art Brut, tra le quali Aloïse. The Solar Ricochet, Anna Zemankova, e la Biennale Architectures biennale. Éric Vautrin è drammaturgo al Théâtre Vidy-Lausanne dal 2015. Dal 2007 al 2015 è stato docente di arti dello spettacolo presso l’Università di Caen-Normandy e ricercatore associato presso il laboratorio CNRS-Thalim. Ha inoltre fondato e diretto, dal 2005 al 2009, il festival di poesia contemporanea La poésie/nuit svoltosi a Lione e poi a Caen. Attualmente è co-direttore, insieme a Bénédicte Boisson e Laure Fernandez, del programma di ricerca NoTHx (New Theatres) sul rinnovamento delle forme sceniche europee dal 2000. Assiste gli artisti nella creazione di lavori al Théâtre Vidy-Lausanne e organizza incontri e dibattiti inerenti le produzioni teatrali.
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[ M O DA E D E S I G N ]
V E S T I R E L A M ODA G IOIE L L I N ON P R EZ IO SI DA L 1750 A I NO ST R I GIO R NI Deanna Farneti Cera
24 x 30 cm, 400 p. 700 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta ISBN 978-88-7439-902-4 € 75,00
Filo conduttore del libro sono i gioielli non preziosi che dalla metà del XVIII secolo all’ultima decade del XX hanno caratterizzato la storia del costume, la sua evoluzione così come le trasformazioni dei gusti femminili, e non solo. Deanna Farneti Cera si cimenta in una narrazione illustrata suddivisa per epoche (gioielli vittoriani, edoardiani, Arts & Crafts, Jugenstil, liberty, degli anni Dieci e Venti fino a quelli degli anni Ottanta), e per ciascun momento storico mette in luce la stretta relazione creatasi tra la storia del costume e le declinazioni stilistiche dell’accessorio che lo arricchiva e abbelliva. La vena sentimentale e romantica delle creazioni vittoriane lascia spazio agli strass e alle decorazioni argentee che connotano gli esemplari di epoca edoardiana. Ornamenti astratti e geometrici si diffondono nel contempo in Austria e Germania, e l’avvento dell’industrializzazione associato a un nuovo ruolo femminile comportò – con la fine della Prima guerra mondiale – la fortuna di elementi in plastica, spesso colorati, che abbellivano gli abiti neri tipici dell’atmosfera charlestone. Linee nette, colori contrastati e astrazione furono poi il carattere distintivo dello stile Déco. Ed è proprio negli anni Venti che grazie a Coco Chanel si assiste in Francia all’affermazione del concetto di bijoux per la moda. Da qui la riflessione della Farneti Cera diventa ancor più puntualmente illustrata, e l’autrice non manca di mettere in luce come il bijou rifletta in maniera sorprendente lo stile della donna che lo indossa. I “gioielli fantasia” degli anni Trenta si trasformano, assoggettati al gusto degli anni Quaranta, in elementi particolarmente vistosi e spesso volutamente falsi. Negli anni Cinquanta Dior dà vita a una sorta di rinascita, e i gioielli appaiono come fossero tessuti che si adattano al corpo. Le rivoluzioni degli anni Sessanta si riversano anche sul costume, e i materiali più innovativi nonché i colori fluorescenti avranno un vero e proprio ruolo principe. Gli anni Settanta si connotano per una rivisitazione del passato e gli anni Ottanta, che chiudono il volume, danno voce a realizzazioni di grande creatività e successo quali quelle di Ugo Correani per Versace e Karl Lagerfeld per Chanel. Deanna Farneti Cera è specialista internazionale di gioielli per la moda, europei e americani, vive e lavora a Milano, dove dal 1987 al 2014 ha diretto la galleria “Ornamenti d’autore” dedicata ai bijoux storici. Nel 1991 ha ideato e curato il catalogo e la mostra itinerante “I gioielli della Fantasia” (sponsorizzata dalla Daniel Swarovski Corporation) che debuttò al Museo della Scala per poi trasferirsi in diversi musei internazionali tra i quali si annoverano il Victoria & Albert di Londra e il Los Angeles County Museum. Ha inoltre curato nel 2014 la mostra «Fashion Jewellery Made in Italy» presso la Triennale di Milano, e nel triennio 2014-16 si è occupata della sezione “Fashion” presso il Museo del Gioiello di Vicenza. Vanta diverse pubblicazioni di fama internazionali che hanno quale focus il gioiello, ricordiamo in particolare Bijoux (1995), I gioielli di Miriam Haskell (1997), Coppola e Toppo, Fashion jewels (2009). Le è stata affidata inoltre nel 2003 la voce ‘Bijoux’ dell’Enciclopedia Treccani, e nello stesso anno ha redatto il testo “Luxe et Fantaisie” per il volume realizzato in occasione della mostra «Trop-la collezione di Barbara Berger» presso il Musée de la Mode et du Textile di Parigi. Infine, negli ultimi quindici anni ha svolto saltuariamente workshop sul gioiello per il Master di Fashion and Accessories presso la Domus Academy, lo IED e il Politecnico di Milano, e nell’anno accademico 2018-2019 ha tenuto un corso di Jewelry Culture presso l’Istituto Marangoni di Milano.
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LO STILE ART DECO (1910 – 1930 CA.)
Non si può affrontare l’argomento stile Art Déco se non
Anello a cupola attraversato da linee intersecantisi Fabbricante sconosciuto, Francia, 1930 ca. Metallo argentato e plastica Punzone: “France” Elemento decorativo: 2 x 1,6 x 0,8 cm
se ne esaminano le premesse e prima di tutto il Futurismo, il movimento artistico ideato da Filippo Tommaso Marinetti che ne pubblicò il manifesto a Parigi nel 1909, alle cui teorie aderirono nel 1910 e nel 1911 vari pittori, fra cui Boccioni, Carrà, Russolo, Severini e Balla. Quel movimento nasceva da una concezione vitalistica che si trasformò in breve tempo in interventi-
Madame Agnes Jean Dunand, Francia, 1925-26 ca. Stampa acquerellata in sali d’argento su supporto ligneo con inclusioni di piccole lamine in oro e argento Cortesia della Galerie Michel Giraud, Parigi
smo e nazionalismo. Gli aderenti al Futurismo intesero elaborare un nuovo linguaggio, fatto di gesti forti e di parole “in libertà” dinamico, adatto a tutto quello che era moderno: la città, la macchina, la velocità. I loro dipinti, nati guardando anche alla ricerca del Cubismo di quegli stessi anni, nascevano dalla scomposizione della forma e del colore. All’interno di quel movimento Balla, Thayaht e Depero svolsero anche delle ricerche sull’abbigliamento moderno, soprattutto maschile, e
alla funzionalità, che avrebbero loro permesso di lavo-
realizzarono degli esemplari di abiti di linea pulita, dritta,
rare con più soddisfazione. In Russia non c’era una tra-
geometrica, modificabili con i cosiddetti ‘modificanti’,
dizione nella confezione, quindi i vari progetti per “l’abito
sorta di toppe colorate da applicare di volta in volta a
di massa” restarono dei prototipi a cui non si diede
seconda dell’umore.
seguito a livello di produzione seriale. Tuttavia quei pro-
Sull’onda delle provocazioni futuriste applicate alle teorie
totipi vennero esibiti nelle varie esposizioni internazio-
sul colore del Cubismo, Sonia Terk, una pittrice ucraina
nali, in particolare quella del 1925 a Parigi, cui la Russia
che si era trasferita a Parigi e vi aveva sposato il pittore
partecipò dopo il suo riconoscimento da parte della
Robert Delaunay, a cominciare dal 1913 produsse degli
Francia. Quei progetti, insieme ai costumi immaginifici
abiti chiamati simultanés, dritti, geometrici, colorati
visti anni addietro nei Ballets Russes, realizzati da artisti
secondo motivi derivanti dalla scomposizione dei colori.
russi, ebbero un forte impatto sui couturiers francesi.
Anche i postulati della Rivoluzione russa spinsero per il
E fu proprio quella mostra (Exposition Internationale des
cambiamento nella moda: non più abiti per identificare
Arts Décoratifs et Industriels Modernes) a generare molti
un’élite ma per la massa, che non rivelassero le diffe-
anni dopo la denominazione Art Déco che definisce uno
renze di classe e rendessero tutti uguali. Attraverso il
stile geometrico, rigoroso, pulito e dai cromatismi forti e
vestiario, un insieme di prodotti di uso quotidiano, il
contrastati, nato in Francia come reazione alle linee
popolo doveva percepire la bellezza e l’arte coniugate
ridondanti dell’Art Nouveau. Delineatosi intorno al 1910,
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Collana con pendente centrale attribuita a Jakob Bengel, Germania, 1925 ca. Catena a tubo gas in metallo argentato e galalite Collana: 72 x 0,6 x 1,6 cm Decoro centrale: 3,8 x 3,7 x 1,3 cm Collana a festoni con elementi geometrici Fabbricante sconosciuto, Germania, 1925 ca. Triangoli in galalite montati su elementi in ottone 52 x 3 x 0,8 cm Bracciale articolato Fabbricante sconosciuto, Francia, 1925 ca. Bachelite nera con inclusioni di elementi in bachelite colorata e metallo cromato 18,8 x 3,8 x 0,7 cm
Clip a goccia Agrippa, Francia, 1930 ca. Acetato di cellulosa in tre colori sul fronte e clip metallica sul retro Punzonata sulla clip: “Agrippa Clips Déposé” 2,9 x 4,7 x 0,5 cm Clip geometrica Jakob Bengel, Germania, 1933 Metallo cromato e galalite rossa Pubblicata in C. Weber, Jakob Bengel Art Déco Schmuck / Jakob Bengel. Art Déco Jewelry, Arnoldsche, Stuttgart 2002, p. 248 4 x 7 x 0,6 cm Clip geometrica Agrippa, Francia, 1930 ca. Radica con inclusioni di plastica sul fronte e clip in metallo sul retro Punzone: “Agrippa Clips Déposé” 4 x 4 x 0,6 cm Spilla a barra con pendente contenente un orologio Fabbricante sconosciuto, Germania, 1930 ca. Argento in parte smaltato a fuoco e pietre in marcassite Orologio firmato “Orator”, spilla punzonata “Sterling Germany” 3 x 7,7 x 1 cm
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[ T R A M O DA , A RT E E T E S S U T I ]
ASIA CHIC TH E IN F L UE N C E O F JA PA NESE A ND CHINESE T EXT ILES ON TH E FA S H I O NS O F T HE ROA R ING T WENT IES Estelle Niklès van Osselt
21 x 27 cm, 280 p. 173 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-856-0 € 75,00
In coedizione con la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra Mostra Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra 10 aprile – 7 luglio 2019
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Sin dai primi decenni del XX secolo, i materiali, la forma, i motivi e le associazioni cromatiche dei vestiti asiatici influenzano profondamente la moda europea. Fu in particolare la scoperta del kimono, con il suo taglio ampio, la fluidità della linea e l’eterogeneità dei decori a sedurre i più importanti sarti. Durante i ruggenti anni ‘20, il kimono consente alla donna di liberarsi dal suo corsetto così come dalle costrizioni sociali, offrendole la possibilità di abbigliarsi con dei nuovi canoni di eleganza dall’accento esotico. Da questo incontro sorprendente prendono vita una mostra e il presente catalogo dove si pongono a confronto disegni di creatori parigini con tessuti contemporanei provenienti dall’Estremo Oriente, conservati presso la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra. Tra i meravigliosi pezzi, sono degni di nota le due donazioni di kimono e abiti giapponesi di Sato Mariko (2008) e Sugawara Keiko (2015), così come i tessuti cinesi che arricchiscono la collezione della Fondazione. Estelle Niklès van Osselt è sinologa. Ha studiato arti asiatiche e archeologia a Ginevra, Londra e Pechino. È attualmente conservatrice presso la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra. In passato ha lavorato per la fondazione d’arte contemporanea cinese Guy & Myriam Ullens e il loro centro d’arte UCCA a Pechino. Con 5 Continents ha pubblicato Cinq bonheurs. Messages cachés des décors chinois (2011), L’Asie rêvée dans les collections Baur et Cartier (2015), L’Aventure chinoise. Une famille suisse à la conquête du Céleste Empire (2017).
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[DESIGN]
R E N V E R S ANT ! QUAN D ART ET DESIGN S’EMPA R ENT DU VER R E A cura di Bettina Tschumi
21 x 21 cm, 132 p. 80 illustrazioni a colori brossura edizione francese ISBN 978-88-7439-865-2 € 25,00
In coedizione con la Cité du vin, Bordeaux Mostra Cité du vin, Bordeaux 14 marzo – 30 giugno 2019
L’immagine del vino è da sempre fortemente legata ai suoi contenitori, e il binomio vinovetro non può che dar vita a un dialogo fecondo che inevitabilmente si contamina di estro artistico: questo il terreno di indagine del volume. La continua sperimentazione è ciò che accomuna la viticultura alla lavorazione del vetro per creare oggetti di design che possano non solo contenere ma diventare parte dell’esperienza di degustazione di un ottimo vino. Due ambiti, apparentemente molto distanti, che presentano però alcune affinità: entrambi richiedono un lungo apprendistato, l’acquisizione dei gesti del mestiere, un rispetto delle materie prime e del loro processo di trasformazione. Coltivare una vigna così come creare con il vetro sono attività che si connotano per un impegno umano autentico e sincero. I manufatti prodotti con le più raffinate tecniche di lavorazione della pasta vitrea mostrano come questi, attraverso l’ingegnosa mano del designer (tra gli altri Achille Castiglioni e Gaetano Pesce), si siano adattati a esigenze di tipo funzionale, simbolico ma anche a innovative rivisitazioni che attestano la malleabilità di questo materiale di per sé così fragile. Da qui la scelta della Fondation pour la culture et les civilisations du vin, con sede a Bordeaux, di chiedere ad alcune personalità eminenti in quest’ambito una riflessione partendo dalla citazione «La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri» attribuita a Gustav Mahler, e di dar vita a una mostra «Verre, design, vin» (Bordeaux, Cité du vin, 14 marzo-30 giugno 2017), accompagnata da questo libro che si pone l’obiettivo di valorizzare la sapienza tramandata con il lavoro artigianale e la promozione delle identità locali. Bettina Tschumi è storica dell’arte con una specializzazione in museologia e mediazione culturale. Dal 2003 al 2015 è stata conservatrice presso il Musée de design et d’arts appliqués contemporains (mudac) di Losanna, e si è occupata in particolare della valorizzazione della sezione relativa all’arte del vetro. Oltre a collaborare a progetti internazionali, è curatrice indipendente di mostre, autrice e ricercatrice presso la Fondazione Cini di Venezia. I designer presenti Austria: Production Riedel Francia: Berdaguer & Pejus, Nicolas Boulard, Pierre Bindreiff e Sébastien Geissert (V8 Designers), Laurence Brabant, Joël Clesse e Stéphane Rivoal, Matali Ceasset, Anthony Duchene, Fabrice Hyber, Hubert Le Gall, Régis Mayot, Etienne Meneau, Vanessa Mitrani e Félicien Viguie, Jean-Michel Othoniel, Vincent Poujardieu, Françoise Quardon, Philippe Starck, Alain Villechange, Fabien Verschaere, Joséphine Wister Faure Germania: Richard Acon e Bill Woodrow, Vogt+Weizenegger Gran Bretagna: El Ultimo Grito (Roberto Feo & Rosario Hurtado), Kacper Hamilton e Ezgi Turksoy Islanda: Hreinn Fridfinnsson Israele: Arik Levy Italia: Achille Castiglioni, Penzo + Fiore, Gaetano Pesce, Andrea Trimarchi e Simone Farresin (Studio Formafantasma) Paesi Bassi: Pieke Bergmans, Bouke De Vries, Hella Jongerius, Portogallo: Francisco Tropa Spagna: Martín Berasategui, Patricia Urquiola Stati Uniti: Beth Lipman Svezia: Simon Klenell N OV I T À [ 4 9 ]
[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]
MUR | MURS JAC QUE S K AUFMA NN, CER A MIC A R CHIT ECT U R E A cura di Anne-Claire Schumacher Con un testo di Luca Pattaroni
28 x 28 cm, 108 p. 102 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-890-4 € 35,00
in coedizione con il Musée Ariana, Ginevra Mostra Musée Ariana, Ginevra, 17 maggio – 10 novembre 2019
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È il mattone, una delle forme primitive legate sia all’habitat che al corpo, il soggetto e oggetto di questo libro. Ma non solo: lo sguardo si allargherà al ruolo dell’artista nel panorama internazionale delle creazioni in ceramica nonché al suo impegno pluriennale nell’utilizzo della ceramica in architettura. Il mattone diviene il modulo fondamentale con cui si relaziona la mano dell’uomo, e partendo da questo presupposto l’artista iscrive i suoi progetti nel paesaggio. Attraverso questo elemento, tanto semplice quanto portante, Kaufmann è capace di costruire un immaginario, non unicamente legato alla materia ma anche ai simbolismi che esso porta con sé (il concetto di trasparenza, i muri fisici e metaforici, e gli immaginari connessi). Il libro accompagna la mostra di Jacques Kaufmann che si terrà presso il Musée Ariana di Ginevra, un progetto espositivo che si svilupperà tanto all’interno quanto all’esterno. La mostra sarà allestita anzitutto nel parco, e una delle pareti “entrerà” nel museo dirigendo i passi del visitatore negli spazi interni. Le opere esposte saranno in totale dieci, e ciascuna di esse sarà presentata nel volume attraverso un’introduzione firmata dallo stesso Kaufmann. L’introduzione, curata da Anne-Claire Schumacher, avrà l’obiettivo di collocare il percorso dell’artista all’interno della storia della ceramica nonché nel contesto artistico contemporaneo. A questa farà seguito il contributo di Luca Pattaroni che tratterà l’argomento all’interno di un saggio socio-politico. Anne-Claire Schumacher vive e lavora a Ginevra. Dopo un master in Storia dell’arte e in Lingua e civiltà cinese all’Università di Ginevra, è diventata conservatore responsabile del Musée Ariana nella stessa città. Jacques Kaufmann ha creato nel 1988 il suo attuale studio in Francia, nei pressi di Ginevra. Dal 1995 ha insegnato all’École d’arts appliqués di Vevey, dove nel 1996 è stato nominato presidente del dipartimento di studi ceraminici. Lo sviluppo della sua attività in Cina, a cui diede vit anel 1999, gli ha permesso di prendere parte a scambi espositivi in Europa e nella stessa Cina. Nel 2008 l’artista ha iniziato a collaborare, a Ginevra, con il gruppo Hepia dell’University for Engineering, Architecture, and Landscape Architecture con l’obiettivo di lavorare e approfondire il tema dei muri “verdi” su scala urbana. Attualmente è presidente dell’International Academy of Ceramics. Luca Pattaroni è dottore di ricerca in sociologia. Attualmente lavora presso il Laboratoire de Sociologie Urbaine (EPFL) e collabora con il Groupe de Sociologie Politique et Morale dell’École des Hautes Etudes en Sciences Sociales a Parigi. Le sue ricerche e pubblicazioni si concentrano sulle politiche urbane e culturali, l’edilizia abitativa, i movimenti sociali, il cambiamento degli stili di vita e, più in generale, le sfide che caratterizzano le città contemporanee.
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[ARCHITETTURA]
T H E C A N A DA PAV ILIO N AT T H E V ENICE BIENNA LE A cura di Réjean Legault Testi di Susanna Caccia Gherardini, Karen Colby-Stothart, Josée Drouin-Brisebois, Serena Maffioletti, Cammie McAtee, Franco Panzini
24 x 28,5 cm, 184 p. 110 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese ISBN 978/88/7439-884-3 € 45,00
In coedizione con la National Gallery of Canada, Ottawa
Il volume, riccamente illustrato, si pone l’obiettivo di documentare in maniera particolareggiata la storia del padiglione del Canada eretto nel 1958 all’interno dei giardini della Biennale di Venezia, e di divenire un punto di riferimento editoriale su questo tema. Ne esamina infatti le forze coinvolte nella realizzazione, e ne esplora l’utilizzo fatto negli ultimi 60 anni che videro tale luogo usato per la presentazione e l’esposizione di artisti e architetti canadesi. Attraverso questa pubblicazione si vuole non solo sottolineare l’importanza di questa struttura nel più ampio contesto dell’architettura moderna, bensì mettere in luce il suo ruolo quale avamposto della Cultural Diplomacy. L’apparato iconografico del libro è costituito da documenti d’archivio quali fotografie, disegni e carte, nonché da un portfolio realizzato da fotografi contemporanei (Francesco Barasciutti e Andrea Pertoldeo) che ne documentano lo stato prima, durante e dopo i restauri. I contributi accolti nel volume approfondiscono il contesto culturale e politico nel quale si trovò ad operare la commissione del padiglione canadese (Cammie McAtee); la concezione e la costruzione della struttura architettonica nonché le connessioni con l’architetto Enrico Peressutti e lo studio BBPR (Réjean Legault); il ruolo del padiglione nel contesto culturale italiano del dopoguerra (Serena Maffioletti) e la sua fortuna dall’inaugurazione del 1958 al restauro nel 2018 (Josée Drouin-Brisebois); il progetto di restauro (Susanna Caccia Gherardine) e, infine, il rapporto tra il padiglione del Canada e i giardini della Biennale (Franco Panzini). Réjean Legault è professore associato all’École de design dell’Université du Québec a Montréal. È stato curatore ospite della mostra Canada Builds/Rebuilds a Pavilion in Venice, presentata nel Padiglione del Canada durante la Biennale di Architettura di Venezia 2018. Susanna Caccia Gherardini, professore ordinario di Restauro all’Università di Firenze, collabora con istituzioni italiane e internazionali sul tema della conservazione del contemporaneo. Karen Colby-Stothart ha trascorso oltre 30 anni nel settore delle arti visive, ricoprendo posizioni chiave nei principali musei canadesi tra cui The Art Gallery of Ontario, il Montreal Museum of Fine Arts e la National Gallery of Canada. Nel 2013 è stata nominata Chief Executive Officer della National Gallery of Canada Foundation. Josée Drouin-Brisebois è Senior Curator of Contemporary Art presso la National Gallery of Canada. È stata coinvolta dal 2011 nella partecipazione del Canada alla Biennale d’Arte di Venezia. Serena Maffioletti è architetto e docente di Architettura e Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, dove insegna dal 1992. È inoltre direttrice dell’Archivio Progetti dello IUAV. Cammie McAtee è storica e curatrice. È stata la responsabile della ricerca per la National Gallery of Canada in occasione della mostra sul padiglione canadese alla Biennale di Architettura di Venezia 2018. Franco Panzini è architetto e storico del paesaggio, nonché docente a contratto presso l’Università IUAV di Venezia e la Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre.
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[ F OTO G R A F I A ]
PAR I S Michael Wolf Testi di Johan-Frédérik Hel Guedj
29 x 25 cm, 80 p. 34 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-908-6 € 35,00
In Paris Michael Wolf, noto ai più per aver vinto con il progetto China, Factory of the World il World Press Photo Awards nel 2005 e con Tokyo Compression il medesimo premio nel 2010, posa il suo sguardo, e quello della sua macchina fotografica, sulla Capitale francese. E lo fa nel modo che più gli si confà: identifica gli elementi architettonici, e non solo, che connotano in modo univoco il paesaggio visuale parigino e li immortala. Tetti, comignoli e lucernari ritmano le immagini fotografiche con i loro colori, le loro forme e, soprattutto, i loro volumi. L’universo visivo di cui ci rende partecipi conduce il lettore/osservatore a seguire con lo sguardo le linee segmentate delle pareti e delle grondaie, a soffermarsi su particolari non sempre evidenti. E infine a immaginare il contesto ambientale e architettonico che fa da cornice agli scatti, rigorosamente rettangolari. L’aria sognante che inevitabilmente accompagna il viaggio in una Parigi vista dai suoi caratteristici tetti trova ulteriore conferma nella seconda parte del libro, dove le ombre degli alberi decorano le facciate di alcuni palazzi modulando una poetica visuale che lascia spazio a un dialogo intimo in cui natura e architettura arrivano a confondersi in assenza dell’umano. Michael Wolf (1954-2019) ha vissuto in Europa, America e Asia. È stato un fotografo tedesco specializzato in fotografia urbana. Si è laureato in fotografia presso la Folkwang university of the arts di Essen, dove è stato allievo di Otto Steinert. Tra i suoi progetti più famosi e significativi vi sono i palazzi “alveari” di Hong Kong. La sua ricerca si è concentrata sulla vita nelle metropoli contemporanee sovrappopolate e sulla perdita di individualità delle persone. Il suo lavoro è stato esposto in numerosi luoghi, tra cui la Biennale di Venezia per l’architettura, l’Aperture Foundation Gallery di New York, l'Hong Kong Shenzhen Biennial e il Museum of Contemporary Photography di Chicago. Molte sono le collezioni permanenti nelle quali è presente la sua opera, tra le altre il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Contemporary Photography di Chicago e il Deutsches Architekturmuseum di Francoforte. Johan-Frédérik Hel Guedj, giornalista, ha pubblicato due romanzi (Le traitement des cendres, L’amour grave), una raccolta di novelle (De mon vivant), un racconto di un’esplorazione polare (Chercheurs d’éternité), un saggio su Orson Welles (La règle du faux). Parigino di nascita, vive a Bruxelles e scrive di arte contemporanea sul quotidiano “L’Echo/De Tijd”.
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[ F OTO G R A F I A ]
C H A R L OT T E P ER R IA ND A ND P H OTO GR A P H Y A W ID E – AN GLE EYE Jacques Barsac Prefazione di Alfred Pacquement Introduzione di François Cheval
24 x 28,5 cm, 368 p. 438 illustrazioni a colori e in bicromia cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-548-4 € 45,00
La ristampa di questo volume è stata resa possibile grazie al sostegno della Maurice Amon Foundation. Mostre Fondation Louis Vuitton, Parigi 2 ottobre 2019 – 24 febbraio 2020 Académie des Beaux-Arts, Parigi febbraio – marzo 2020
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Nel corso degli anni Trenta del Novecento, Charlotte Perriand integra l’attività di architetto (collabora infatti a lungo con Le Corbusier), designer e urbanista, con quella di fotografa, tanto che alla fotografia demanderà una par te notevole del suo impegno creativo. Comincia ad avventurarsi in questo campo nel 1927, per abbandonarlo nel 1940 allorché la speranza di un mondo migliore viene distrutta dalla seconda Guerra Mondiale. Dopo la crisi del 1929 la fotografia di Charlotte Perriand esprime senza menzogne il nuovo modo di guardare al mondo e quella «corsa verso la natura» che incideranno sulle espressioni delle arti plastiche rinnovandole dalle radici dal 1933 in poi. Insieme a Pierre Jeanneret e a Fernand Léger si lancia in una vera e propria avventura concettuale che prende a pretesto gli oggetti trovati a caso in natura e plasmati dal tempo: ciottoli, selci, radici, pezzi di legno corrosi dal mare. Per Charlotte Perriand la fotografia è il «laboratorio segreto» delle ricerche plastiche e filosofiche: è una «macchina» per pensare. La sua opera fotografica, espressione dei principali temi e interrogativi che assillano i moderni, si inserisce nel vasto movimento delle avanguardie in cui pittori, architetti e fotografi, talvolta confusi gli uni con gli altri, lavorano fianco a fianco in una comunità spirituale dove ogni espressione si arricchisce attraverso lo sguardo altrui. Jacques Barsac è un pluripremiato regista specializzato in documentari d'arte e di storia, molti dei suoi lavori sono stati proiettati nei principali festival internazionali (Charlotte Perriand, Le Corbusier, Jean Cocteau, Le Roman du visage, Winston Churchill…). Dal 2001 si è concentrato sistematicamente sul lavoro di Charlotte Perriand. Le sue pubblicazioni includono: Charlotte Perriand, un art d’habiter (Paris, 2005), Charlotte Perriand et le Japon (Paris, 2008), e Charlotte Perriand, l’œuvre complète, Volume 1, Volume 2 (2015), Volume 3 (2017), Volume 4 (2019). François Cheval, sociologo, antropologo ed esperto di fotografia, è il direttore del Musée Nicéphore Niépce a Chalon-sur Saône, una sorta di pantheon della fotografia dedicato ai pionieri che inventarono le prime tecniche nel 1816. Alfred Paquement, curatore di Monumenta 2008, dal 2010 è stato direttore del Musée national d’Art moderne Centre Pompidou.
BÉATRICE HELG
[ F OTO G R A F I A ]
27,5 x 35,5 cm, 166 p. 104 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-896-6 € 55,00
Mostre Paris Photo 7 – 10 novembre 2019 Galerie Sonia Zannettacci, Ginevra 21 novembre 2019 – 15 febbraio 2020 Paris Photo New York 2 – 5 aprile, 2020 Palais Garnier, Parigi 5 maggio – 13 settembre, 2020
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B É AT R I C E H E LG Testi di Robert Wilson, Serge Linarès, Philippe Piguet e Sylviane Dupuis Questo libro è la più importante monografia realizzata sull’artista fotografa svizzera Béatrice Helg. Presenta una selezione di lavori realizzati negli ultimi venticinque anni, accompagnati da un poema che le è stato dedicato da Robert Wilson, da saggi critici di Serge Linarès e Philippe Piguet e da una poesia di Sylviane Dupuis. Il lavoro di Béatrice Helg occupa un posto di tutto rilievo nella tradizione della «fotografia costruita». Lontano da immagini iper-realistiche o narrative, il suo lavoro rivela forme astratte e mondi luminosi. Appassionata di musica, sensibile alle nozioni di spazio e tempo, nonché amante di architettura, teatro e opera, la Helg dà vita a spazi monumentali dove scultura, pittura, installazione e luce trovano un’interazione inconsueta. Le sue fotografie presentano universi di ombre e luce di singolare bellezza, poetica e spirituale al tempo stesso. L’opera di Béatrice Helg si apre sull’infinito, sulla ricerca dell’assoluto e su quella di un mistero interiore. Béatrice Helg è nata a Ginevra nel 1956. Dopo aver studiato violoncello, si è dedicata alla fotografia negli Stati Uniti e ha lavorato nel dipartimento espositivo dell’International Center of Photography (ICP) di New York. Sin dalle origini ha sviluppato una particolare rappresentazione dello spazio, della luce e della materia, riconosciuta oggi a livello internazionale. Al suo lavoro sono state dedicate più di 65 mostre personali in Europa, Stati Uniti e Giappone, tra cui una mostra a Palazzo Fortuny,Venezia; al Tinguely Museum, Basilea; all’IVAM - Institut Valencià d’Art Modern, Valencia; al Museum of Contemporary Photography, Chicago; al Museum of Photographic Arts, San Diego; a Paris Photo e ai Rencontres d’Arles. Robert Wilson è uno dei più grandi artisti del teatro e delle arti visive. Il suo lavoro scenico ha superato le convenzioni e incorpora un’ampia varietà di media. Nel 1976, ha scritto con Philip Glass il suo lavoro di maggior successo «Einstein on the Beach». Le sue produzioni e il suo uso innovativo sul palcoscenico di nozioni quali il tempo, la luce e lo spazio gli hanno fatto guadagnare un riconoscimento internazionale da parte sia del pubblico sia della critica. Il suo lavoro è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti, come la nomination al Pulitzer Prize, il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e un Olivier Award. Robert Wilson è il fondatore e direttore artistico del Watermill Center, un centro d’arte sperimentale multidisciplinare situato a Water Mill, New York. Serge Linarès è professore di letteratura francese del XX e XXI secolo all’Université de la Sorbonne Nouvelle - Paris 3. Specialista di Jean Cocteau, di cui ha pubblicato l’opera completa nella «Bibliothèque de la Pléiade». La sua ricerca sulla spazializzazione dei testi poetici lo ha portato recentemente a pubblicare Poésie en partage. Sur Pierre Reverdy et André du Bouchet. Philippe Piguet, storico e critico d’arte, curatore indipendente di mostre, è responsabile dal 2008 della programmazione della Chapelle-Espace d’art contemporain de Thonononles-Bains, ed è il curatore generale del festival Normandie Impressionniste (2020). Sylviane Dupuis è poetassa, drammaturga, saggista e critica svizzera. Dal 2004 al 2018 è stata docente di francese moderno presso l’Università di Ginevra. Vanta numerose pubblicazioni: sette libri di poesia, cinque opere teatrali tra le quali La Seconde Chute (1993) tradotta in sette lingue, e Les Enfers ventriloques, che ha vinto il premio delle Journées de Lyon des auteurs de théâtre 2004. Tra le sue ultime pubblicazioni: Qu’est-ce que l’art ? 33 propositions; Géométrie de l’illimité seguito da Poème de la méthode.
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L E R E G A R D OB LIQ UE Fotografie di Luciano Romano Testi di Michel Serres, Giulio Paolini e Luciano Romano Questo volume di fotografie di Luciano Romano si concentra su un soggetto architettonico particolarmente emblematico: le scale. Queste sono la perfetta metafora dell’azione umana: trasformano, catturano lo sguardo e lo disorientano in un imprevedibile gioco combinatorio tra la geometrica rappresentazione del mondo visibile e la visione onirica. In esse gli elementi della realtà cedono il passo alle vertigini dei sensi, rivelando forme che s’inseguono con andamento ipnotico, rampe che si avvolgono verso un chiarore abbagliante o che sprofondano nel buio di una voragine senza fondo. Spazi fisici che alludono a stati d’animo. Le parole di Michel Serres, non meno affascinanti delle immagini, guidano il lettore attraverso la vertigine dell’ascensione e della discesa, in un percorso tra geometria, arte, musica e scrittura. 27,5 x 35,5 cm, 104 p. 36 illustrazioni a colori cartonato con sovracoperta edizione francese/inglese/italiana ISBN 978-88-7439-771-6 € 49,00 ISBN 88-7439-771-6
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Michel Serres (1930-2019), filosofo ed epistemologo, è stato membro dell’Académie française nonché uno dei più grandi intellettuali francesi contemporanei. Giulio Paolini, noto esponente dell’Arte Povera, ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo; è stato invitato più volte a Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia. Fin dall’inizio ha accompagnato il proprio lavoro con scritti e libri d’artista. Ha realizzato anche alcune scenografie per spettacoli teatrali. I lavori di Luciano Romano, incentrati sulla rappresentazione dello spazio, sono conservati in numerose raccolte pubbliche e private, quali la collezione di fotografia del MAXXI a Roma o la Robert Rauschenberg Foundation a New York. Ha ottenuto il premio Atlante Italiano 003 conferito dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con la Triennale di Milano e la nomination al Prix BMW-Paris Photo (Parigi, Carrousel du Louvre, 2007). Ha esposto alla X Biennale Architettura di Venezia, al Museo MADRE di Napoli, al MAXXI di Roma e alla Moscow Photobiennale 2014.
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UOVA Paul Starosta Testo di Laurent Vallotton
28 x 28 cm, 240 p. 200 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta ISBN 978-88-7439-836-2 € 49,00
In coedizione con il Muséum d'histoire naturelle, Ginevra
Rotonde, fragili, difficili da manipolare, le uova vengono raramente esposte al grande pubblico. Un vero peccato, poiché i dettagli dei disegni sui loro gusci rivelano bellezze insospettabili. Questi minuscoli disegni, disposti sulle pure linee curve della superficie delle uova, uniscono arabeschi a puntini, macchie, ombre e velature. Le tonalità sono delicate, talvolta semitrasparenti. Opachi o lucidi, porosi o lisci, questi capolavori su conchiglia coniugano caso e necessità con inaspettata inventiva e potenza. E dopo l’emozione sorgono le domande: perché questi colori? E perché queste forme? Per esempio, perché il piovanello depone uova così a punta, con disegni e colori estremamente variabili, mentre gufi e civette fanno uova sferiche perfettamente bianche? Perché le uova del tinamo sono lisce e lucide come la porcellana, quelle dell’usignolo di fiume sono smalti pressoché neri e quelle del codirosso turchesi? Perché il kiwi depone un uovo che pesa quasi un terzo del suo stesso peso? L’uovo più grande del mondo pesava 9 chilogrammi. Ci sarà un limite alle dimensioni di un uovo? Raccolta la sfida di questi oggetti perfetti che richiedono luci altrettanto perfette, il fotografo Paul Starosta si è immerso nella collezione Werner Haller costituita da 30.000 uova conservate presso il Muséum d'histoire naturelle di Ginevra. Questo libro è il risultato del suo incontro con le uova più belle e magnetiche del mondo. Paul Starosta è biologo e fotografo. Abbinando le sue due passioni – la natura e la fotografia – ha pubblicato oltre quaranta libri sulle piante e sugli animali, che gli sono valsi numerosi premi. È dedicato a lui il numero 129 (2010) della collana Photo Poche, creata da Robert Delpire e pubblicata da Actes Sud, punto di riferimento per tutto il mondo. Laurent Vallotton si è laureato in biologia all’Università di Losanna nel 1993. Il suo interesse per l’ambiente è nato quando era piccolo e viveva in Brasile, ma la sua passione per gli uccelli è emersa solo nel 1989 quando ha incontrato Lionel Maumary, con il quale ha collaborato a diversi progetti ornitologici come la costruzione di un’isola per gli uccelli sul Lago Lemano nel 2002 e la pubblicazione della bibbia dell’ornitologia svizzera, Les Oiseaux de Suisse, nel 2007. Dal 2003, Vallotton lavora al Muséum d'histoire naturelle di Ginevra dove è stato commissario di diverse mostre.
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K AR L B L OSSF E LDT L E S E S S E N TIE L LES Testi di Hansjörg Küster
23,5 x 36,5 cm, 160 p. 140 illustrazioni in bicromia cartonato con sovraccoperta lingua francese ISBN 978—88-7439-763-1 € 49,00
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Karl Blossfeldt (1865-1932), grande pioniere della fotografia di natura, non era né un fotografo né un botanico. Docente presso il Museo delle Arti decorative di Berlino, aveva per il mondo delle piante un interesse di ordine artistico e didattico: appassionato dalla struttura dei vegetali – “che ne costituisce la più alta forma artistica nata dalla loro funzione” –, volle renderla visibile, soprattutto con finalità comparative, per mezzo della fotografia. È quindi essenzialmente per fini pedagogici che, a partire dal 1898, Blossfeldt fotografò numerose piante – che generalmente aveva raccolto e fatto essiccare di persona. A tal fine si era fabbricato da solo una macchina a lastra con la quale fotografare le piante con un ingrandimento da due a otto volte. In totale, questo insieme conterà quasi 6000 fotografie. Tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30, diede alle stampe due libri, Urformen der Kunst (1928) e Wundergarten der Natur (1932), che avranno una profonda influenza sugli artisti del suo tempo, entusiasmando i surrealisti e i fautori della Nuova oggettività. Questi volumi hanno garantito la celebrità al loro autore e sono rimasti nella storia dell’arte e della fotografia come classici del genere. Les Essentielles raccoglie i più bei “ritratti di piante” – al tempo stesso rigorosamente oggettivi e assolutamente poetici – di Karl Blossfeldt. Hansjörg Küster, nato nel 1956, ha studiato biologia all’università di StoccardaHohenheim in Germania. Nel 1998 viene nominato docente di ecologia vegetale all’Istituto di geobotanica dell’università Leibniz di Hannover. Le sue ricerche e le sue pubblicazioni riguardano più particolarmente i principi dell’ecologia e la storia della vegetazione e dei paesaggi in Europa centrale.
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C AP R E O P E C OR E Kevin Horan Testo di Elena Passarello
23 x 32 cm, 112 p. 60 illustrazioni in tricromia cartonato ISBN 978-88-7439-842-3 € 35,00
Quando il fotografo americano Kevin Horan si trasferisce dalla città alla campagna, si imbatte in una comunità di vicini di casa originali. Si tratta di pecore e capre, il cui coro di voci così differenti lo sorprende e genera in lui l'idea di sperimentare la sua grande esperienza ritrattistica immortalando quegli animali. Trattati a tutti gli effetti come clienti del suo studio fotografico, gli animali da fattoria sembrano avere una loro personalità. Forse ce l’hanno e lo sguardo del fotografo ci consente di vederla. Quella che compie Horan è un’opera ritrattistica eccellente sia per quello che fa sia per come funziona. Si tratta di immagini che richiedono anzitutto un coinvolgimento emotivo per entrare nell’animo di altri esseri, siano essi umani o meno, e che ci mostrano come questo sia visibile dall'esterno. Chiunque osservi questi animali con attenzione non può fare a meno di notare la personalità che li connota. Horan si chiede come possa essere certo di averla colta, e si interroga anche sulla possibilità di colmare il divario fra le specie: chi c’è lì dentro? Cosa succede dentro quel cervello, dentro la testa di quella capra? Ogni ritratto è un’opera di finzione. Un tributo alla bellezza di questi animali da fattoria che accompagnano l'uomo fin dalla notte dei tempi. Kevin Horan è un artista che vive a Langley, nello Stato di Washington. Lavora a progetti che guardano agli animali come se fossero delle persone e al Pianeta come a un luogo molto piccolo. Le sue sono fotografie realistiche. Horan ama trovare lo straordinario nell’ordinario. La serie intitolata Chattel è stata selezionata al Photolucida Critical Mass Top 50 del 2014. Fotogiornalista pentito, Horan ha pubblicato su «The New York Times Magazine», «Smithsonian», «LIFE», «U.S. News & World Repor t», «National Geographic» e in diverse altre riviste e libri. Dal 1976 al 2006 ha vissuto a Chicago, poi dal 2006 a Whidbey Island, con incarichi che spaziavano dalle campagne presidenziali alla vita delle piccole città russe, allo sviluppo sostenibile del Rio delle Amazzoni, sino a seguire una banconota da un dollaro per una settimana per «LIFE Magazine». Nel novembre 2016 ha presentato l’Ampersand Live alla Town Hall di Seattle. Elena Passarello, attrice e scrittrice, nel 2015 ha vinto il Whiting Award. La sua prima raccolta Let Me Clear My Throat (Sarabande, 2012) ha vinto la medaglia d’oro non fiction all’edizione 2013 dell’Independent Publisher Awards ed è arrivata finalista al 2014 Oregon Book Award. Ha inoltre pubblicato due antologie: Cat is Art Spelled Wrong e After Montaigne: Contemporary Essayists Cover the Essay (2015). Passarello ha recitato in diversi teatri regionali americani dell’Est e del Midwest, alle prime di Mrs. Bob Cratchit’s Wild Christmas Binge di Christopher Durang e nel Wild Signs and Holler di David Turkel. Nel 2011 è stata la prima donna a vincere lo Stella Screaming Contest di New Orleans. V ive a Corvallis in Oregon e insegna alla Oregon State University.
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A RT I C O Vincent Munier
30 x 24,5 cm, 264 p. diario di viaggio di 48 p. 202 illustrazioni a colori cartonato due volumi in un cofanetto ISBN 978-88-7439-797-6 € 60,00
Il fotografo Vincent Munier ci presenta le sue più belle immagini dell’Artico, realizzate nel corso di sei anni durante spedizioni invernali spesso in solitaria e senza alcuna assistenza. Ha percorso centinaia di chilometri tirando la sua slitta in condizioni estreme sui territori del lupo bianco: il “fantasma della tundra”, come lo chiamano gli Inuit. Dalla Scandinavia alle isole più settentrionali di Nunavut (Canada), le sue immagini ci fanno scoprire un mondo animale dalla bellezza affascinante, un paesaggio ove si incontrano orsi e volpi polari, buoi muschiati e civette delle nevi. E un incontro indimenticabile: un branco di nove lupi ha circondato il fotografo! Immagini uniche, la cui apparente dolcezza potrebbe far dimenticare la durezza di questo deserto in capo al mondo. Avvolte in un bianco ammaliante, le fotografie di Munier ci trasportano in un lungo e misterioso viaggio attraverso l’immensità del grande Nord. In un allegato al volume, Vincent Munier condivide l'avventura artica attraverso alcune pagine del suo diario di viaggio. I luoghi delle fotografie Alaska: White Pass Canada: Banks Island, Cornwallis Island, Churchill, Golfo di Amundsen, Ellesmere Island, Axel Heiberg Island, Baia di Hudson, Hare Cape Groenlandia: Knud Rasmussen Land Islanda: Vulcano Hverfjall, Myvatn, Laugar Norvegia: Dovrefjell-Sunndalsfjella, Rondan, Forollhogna Svalbard: Baia di Hamilton, Baia della Maddalena, Hornsund, Raudfjord, Oscar II Land, Fjord Smeerenburg, Liefdefjord, Morse, Tre Corone, Isfjorden, Woodfjord Vincent Munier, classe 1976, è un fotografo francese nato e cresciuto sui Vosgi. Proprio le sue radici, legate a quei monti aspri e battuti dai venti, gli hanno insegnato a immergersi nella natura, a restare immobile e in silenzio, ad aspettare e osservare gli animali. Consacrato dal Natural History Museum di Londra tra i “10 maestri della fotografia naturalistica”, ha pubblicato numerosi libri di fotografia che hanno riscontrato un ampio successo internazionale.
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PASSATO & P R E SENT E UN V IAG G IO GR A FICO NEL T EMP O Orith Kolodny Nel presente si guarda al passato per vedere cosa, effettivamente, sia cambiato. Questa la riflessione da cui è partita Orith Kolodny nel progettare questo agile volumetto, color rosa-cioccolato, che richiama la nostra attenzione sulle trasformazioni di cui siamo testimoni. Lo fa contrapponendo - in un dialogo senza parole - simboli, icone, modi di fare e pensare. La colomba, icona di pace, si trasfigura nell’uccellino che connota l’universo social di Twitter. La cabina del telefono ha ormai perso ogni tipo di materialità: oggi si va in cerca dell’astratto simbolo della rete wi-fi. Questi sono solo alcuni degli esempi contenuti in questo libro intergenerazionale, nel quale i cambiamenti vengono illustrati senza giudizio, benché talvolta ci conducono ad abbandonarci in un momentaneo sorriso amaro.
13 x 18 cm, 128 p. 240 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-827-0 € 12,50
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Orith Kolodny, nata a Tel-Aviv, vive e lavora a Milano come graphic designer. È coautrice della collana De ville en ville per la casa editrice La Joie de Lire. La sua curiosità e fantasia la portano, nel presente, a creare loghi, marchi e libri illustrati. La sua velocità, nel passato, l’ha portata a conquistare numerosi titoli tra i quali il record israeliano sui 400 m, tenuto per 15 anni.
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B E F OR E T I M E BEGA N Testi di Jessica De Largy Healy, Georges Petitjean, Luke Scholes
22,5 x 27 cm, 164 p. 115 illustrazioni a colori brossura con alette lingua inglese ISBN 978-88-7439-876-8 € 35,00
In coedizione con la Fondation Opale, Lens/Crans Montana Mostra Fondation Opale, Lens/Crans-Montana 8 giugno 2019 – 29 marzo 2020
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L’arte aborigena può essere considerata la più antica forma di espressione artistica, vanta infatti 60 mila anni di storia. Da sempre la sua funzione è stata quella di tramandare tradizioni e credenze attraverso le più eterogenee manifestazioni: dalla pittura all’incisione, dalla scultura alla tintura, senza dimenticare la ceramica e, recentemente, l’immagine fotografica. Tema cardine di questo tipo di produzione artistica è il legame dell’uomo con la terra, il lascito degli antenati che ancora echeggia nel presente. “Before Time Began” (Prima che il tempo avesse inizio) non a caso è uno dei motti utilizzati dagli artisti aborigeni dell’Australia centrale per evocare la creazione del mondo da un punto di vista onirico. È il fil rouge che lega le diverse opere d’arte contenute nel volume. Affidarsi e seguire questo percorso consente al lettore di esplorare anzitutto l’aspetto narrativo legato al sogno e al passare del tempo, elementi che inevitabilmente connotano la dimensione temporale delle diverse società, ma anche indagare i primordi dell’arte contemporanea nel contesto aborigeno attraverso opere realizzate dall’inizio degli anni ‘70 del XX secolo nella Terra di Arnhem e nei territori della Papunya, e più recenti dipinti provenienti da artisti residenti nelle terre APY (Anangu Pitjantjatjara Yankunytjatjara). È soprattutto in queste ultime testimonianze che si evidenzia la fusione tra arte contemporanea e manifestazioni tradizionali, nonché conoscenze ancestrali ed elementi legati all’inevitabile progresso. L’importanza del libro risiede non solo nell’offrire uno sguardo complessivo su questa forma artistica, bensì anche nel firmare la prima grande mostra realizzata dalla neonata Fondation Opale (Lens, Crans-Montana 2018), basata sulla collezione della fondatrice Bérengère Primat. Jessica De Largy Healy lavora come antropologa presso il Laboratoire d’ethnologie et de sociologie comparative (CNRS - Université Paris Nanterre). Ha conseguito un dottorato di ricerca in materie etnografiche con un progetto sperimentale di archiviazione digitale iniziato da un gruppo di capi clan Yolngu residenti a Galiwin’ku, nel nord-est della Terra di Arnhem. Georges Petitjean, storico dell’arte con un dottorato di ricerca sull’arte del deserto australiano occidentale. Il suo principale interesse di ricerca è il percorso di transizione dell’arte aborigena delle origini verso il mondo dell’arte contemporanea. Dal 2005 al 2017 è stato conservatore del museo d’arte contemporanea aborigena (AAMU) a Utrecht. Dal 2017 è conservatore della Collection Bérengère Primat, una delle collezioni di arte aborigena più importanti al mondo. Luke Scholes è conservatore di arte aborigena presso il Museum and Art Gallery of the Northern Territory (MAGNT). Nel 2017 è stato co-curatore della mostra «Tjungunutja: from having come together», dove hanno esposto diversi esponenti Pintupi, Walpiri, Luritja, tutti legati alla scuola di Papunja. Questo progetto, oltre a vantare diversi premi australiani, sarà esposto ad Alice Springs nel 2019. Dal 2016 è curatore del Telstra National Aboriginal and Torres Strait Islander Awards.
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A L L O K AF I G I DA S E C RE T QUR’ A NIC BOA R DS FRO M NO RT HER N NIGER IA Antoine Lema
24,5 x 34 cm, 224 p. 163 illustrazioni a colori cartonato lingua inglese ISBN 978-88-7439-874-4 € 65,00
È la segretezza ciò che accomuna le tavole coraniche cosiddette allo kafi gida conservate dal gruppo etnico degli Hausa che popola il nord della Nigeria. Se da un lato tra loro vige una neanche troppo celata paura di rivelare agli estranei le formule beneaugurali che decorano tali manufatti, dall’altro è chiara la volontà di non mettere in mostra le immagini di animali ed esseri umani che potrebbero causare ripercussioni in un contesto islamico iconoclasta. Basti pensare che ancora oggi il possesso di un allo kafi gida è punibile severamente da parte dei più fervidi islamici, e tra le possibili sanzioni compare anche l’esecuzione capitale. Così come che ognuna delle tavole di questo libro se non fosse stata salvata nel corso degli anni sarebbe andata incontro alla distruzione ad opera di aderenti al fondamentalismo islamico. I realizzatori delle decorazioni che arricchiscono le tavole coraniche non sono semplicemente illustratori bensì veri e propri cantastorie che hanno dipinto su supporti lignei racconti che raffigurano le connessioni cosmiche della società in cui vivono. Attraverso la pratica artistica idee cosmiche straniere e lontane sono state incorporate nel sistema di pensiero della popolazione Hausa, e questi allo kafi gida sono così diventati delle capsule cosmologiche incorporate su tavole di legno. Alla luce del difficile contesto, i proprietari di queste opere d’arte possono essere definiti “curatori” di queste tavole segrete che, sebbene di religione islamica, accolgono la cosmologia Hausa. I manufatti che impreziosiscono questo volume, un vero e proprio unicum nel campo delle arti extraeuropee, sono parte di una collezione privata costruita in oltre vent’anni di ricerche. Antoine Lema, dottore di ricerca in Sociologia, ha conseguito i suoi studi presso l’università di Lund in Svezia. È un appassionato di fotografia e di arti visuali, con una forte passione per le arti primitive di origine africana. La sua tesi di dottorato aveva quale tema L’Ethnicité des guerres civiles en Afrique (Lund, 1993). Nel corso degli ultimi vent’anni ha lavorato in qualità di esperto alla Banca mondiale a Washington D.C., lavoro che gli ha consentito di viaggiare molto in Africa. Nel 2008 ha organizzato, sempre a Washington D.C., in collaborazione con il conservatore della collezione d’arte della Banca mondiale, Africa Now, considerato il più grande progetto espositivo mai realizzato coinvolgendo artisti africani. In quell’occasione, infatti, oltre 160 artisti provenienti dal mondo del design, della poesia, del cinema, della scultura, della pittura e della fotografia hanno avuto modo di incontrarsi e dialogare.
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K I F WE B E A C E N TURY O F SO NGYE A ND LU B A MA SKS François Neyt, con testi di Allen F. Roberts, Kevin Dumouchelle, Woods Davy e H. Kellim Brown Fotografie di Alan Shaffer
25 x 31 cm, 368 p. 287 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta lingua inglese ISBN 978-88-7439-864-5 € 100,00
Le maschere Kifwebe sono oggetti cerimoniali utilizzati dalle società Songye e Luba (Repubblica Democratica del Congo), dove vengono indossate con una lunga barba di fibre vegetali e con costumi composti da una lunga veste. Come in altre culture dell’Africa centrale, la stessa maschera può essere utilizzata in cerimonie magiche, religiose o festive. Per comprendere le maschere Kifwebe è essenziale considerarle all’interno della cosmogonia del serpente arcobaleno, della lavorazione dei metalli nella fucina e di altre simbologie vegetali e animali.Tra i Songye, le maschere femminili di natura benevole rivelano ciò che è nascosto e bilanciano l’energia bianca e rossa associata a due iniziazioni successive, il cosiddetto bukishi. Le maschere maschili, maggiormente aggressive, erano coinvolte fin dall’inizio nel controllo sociale e avevano una sorta di ruolo di polizia, svolto secondo le istruzioni degli anziani del villaggio. Le due forze maschili e femminili agiscono in modo equilibrato per rafforzare l’armonia all’interno del villaggio.Tra i Luba, anche le figure mascherate sono benevole e compaiono in corrispondenza della luna nuova, e il loro ruolo è quello di aumentare la fertilità. Sebbene le maschere maschili e femminili svolgano funzioni non del tutto sovrapponibili, hanno alcuni caratteri in comune: una cresta frontale, gli occhi rotondi e fortemente sporgenti, le narici svasate, la bocca e le labbra a forma di cubo, una decorazione a strisce colorate. Gli storici dell’arte e gli antropologi hanno nutrito un interesse sempre più evidente per le maschere Kifwebe negli ultimi anni. Questo libro, attraverso lo studio della collezione di Woods Davy, offre una nuova prospettiva sulle maschere Kifwebe dei Songye e dei Luba. François Neyt, docente all’Université catholique de Louvain, ha inoltre insegnato all’Université officielle du Congo. Ha pubblicato numerose opere sulle arti africane come La Grande Statuaire Hemba du Zaïre (1977); Arts traditionnels et Histoire au Zaïre (1981); Luba. Aux sources du Zaïre (1993); La Redoutable Statuaire songye d’Afrique centrale (2009); Fleuve Congo (2010); Fétiches et objets ancestraux (2013); Trésors de Côte d’Ivoire (2014). Allen F. Roberts è professore di Arti e Culture del Mondo presso l’Univcersità della California (UCLA). Tra le sue opere riguardanti la civiltà subsahariana vale la pena ricordare A Dance of Assassins: Performing Early Colonial Hegemony in the Congo (2013) e, in collaborazione con sua moglie, Mary Nooter Roberts (†), Visions of Africa: Luba (5 Continents, 2007). Kevin Dumouchelle ha conseguito un dottorato in Storia dell’Arte e Archeologia presso la Columbia University. Nel 2016 è entrato a far parte dell’équipe del Museo Nazionale d’Arte Africana, dove è stato il curatore di «Visionary: Viewpoints on Africa’s Arts» (2017). In precedenza ha lavorato per un decennio al Brooklyn Museum come curatore responsabile delle arti dell’Africa e delle isole del Pacifico. Woods Davy potrebbe essere considerato tra i primi artisti “verdi” di tradizione postmoderna poiché la sua opera consiste nell’interpretare la natura con nozioni di unicità orientale o zen, nonché il rispetto non distruttivo per la materia naturale in stati inalterati. Le sue opere sono presenti in molti musei e istituzioni californiane, tra le quali il Palm Springs Desert Museum, l’Orange County Museum of Art, il San Diego Museum of Art, oltre a numerose collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. H. Kellim Brown ha completato la sua formazione nel 1997 presso il National Museum of African Art dello Smithsonian. Dal 2012 al 2015 ha svolto ogni anno missioni di studio riguardanti le etnie che popolano il nord della Repubblica Democratica del Congo.
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V ISIO N S O F A FR I C A
Titoli fuori catalogo
Collana diretta da Constantine Petridis, curatore di arte africana e direttore del Dipartimento di Arti dell’Africa e dell’America dell’Art Institute di Chicago. Visions of Africa è una collana dedicata alle arti dell’Africa. Unica nel suo genere, in ciascun volume presenta la produzione artistica di una singola popolazione del Continente. Gli autori, che vantano tutti una lunga esperienza sul campo, approfondiscono sia l’aspetto visuale ed estetico che quello teoretico e contestuale, esplorando il significato di questi oggetti in relazione alla popolazione che li ha realizzati. Vengono quindi indagate le origini delle differenti opere così come il contesto del loro utilizzo all’interno della cultura africana. I testi, le immagini fotografiche contemporanee, gli scatti storici e soprattutto una selezione di circa 62 fotografie di opere, avvicinano il lettore alle arti di questi popoli in modo accessibile. Una ricca bibliografia completa ciascun volume. La collana «Visions of Africa» ha vinto nel 2016 il Prix PILAT (Prix International du Livre d’Art Tribal) assegnato da Tribal Art Magazine in associazione con Sotheby’s.
9788874398201
9788874396320
9788874396078
9788874394043
9788874392971
9788874397006
9788874393848
9788874395873
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visions of africa
visions of africa
Alain Michel Boyer Alain Michel Boyer
We
We 16,5 x 24 cm, 152 p. 60 immagini a colori e 23 in b/n brossura edizione inglese ISBN 978-88-7439-868-3 € 35,00
WE C OL L AN A « VISIO NS O F A FR IC A » Alain-Michel Boyer Il popolo We, il cui nome significa “uomini che perdonano facilmente”, vive nelle foreste alla frontiera occidentale della Costa d’Avorio. Tale denominazione è abbastanza recente tanto che per lungo tempo furono soprannominati con altri appellativi quali Guere, Wobe, Kran. Abitano in corrispondenza del confine tra Liberia e Costa d’Avorio, e sono quindi considerati, in entrambi i Paesi, una popolazione “periferica”. All’interno dei clan il nucleo familiare svolge un ruolo di primo piano: lo guida un patriarca, venerato per la sua saggezza e ricchezza, che ha il compito di organizzare matrimoni, risolvere i conflitti e, non da ultimo, influenzare la vita religiosa. Si tratta di una vera e propria “civiltà delle maschere” a differenza di altre società che ne sono prive, come gli Ashanti in Ghana. Ogni villaggio ha le proprie, e ne ha in abbondanza. Insolite, esuberanti, fantasmagoriche, sorprendono per la loro diversità, la loro non banale inventiva formale tanto da aver influenzato quelle dei popoli vicini. Le maschere partecipano alle celebrazioni rituali delle molteplici fasi della vita, e hanno le più disparate funzioni: giuridiche, mistiche, agricole. Tuttavia, a differenza di ciò che avviene in altri contesti, ossia dove la morfologia del determina facilmente il significato, la portata, e il tipo di cerimonia, per la popolazione We la forma non fornisce indizi utili al fine di attribuire alla maschera una particolare funzione e simbologia. L’estrema arditezza plastica che connota tali manufatti dovette certamente incantare l’Occidente tanto che furono proprio le maschere We a influenzare gli artisti cubisti. Basti pensare che Kahnweiler, il celebre mercante di Picasso, raccontava che l’artista possedeva una maschera Wobé e che furono proprio la sua analisi e la sua osservazione ad attrarre e condurre Picasso verso le radicali e innovative trasformazioni di cui risentono le sue opere. Alain-Michel Boyer, antropologo e storico dell’arte. Ha conseguito un dottorato alla Sorbona, una Fullbright Scholarship e ha insegnato in diverse università americane. È membro del Conseil National des Universités à Paris, dove è ormai professore emerito di arte africana. Ha vissuto due anni in un villaggio della Costa d’Avorio, dove torna spesso. Ha fatto diversi soggiorni di ricerca in Mali, Ghana, Zimbabwe e altri paesi africani e scritto una ventina di libri tra i quali ricordiamo Comment regarder les arts d’Afrique (Hazan, 2017), Le Corps africain (Hazan, 2006), nonché la prima opera dedicata alle famose maschere yohouré: Les Yohouré de Côte d’Ivoire. Faire danser les dieux (Ides et Calendes, 2017). Vanta già due pubblicazioni con 5 Continents Editions: Baule (2008), e Les Figurines kulango. Les esprits mystérieux de la brousse de la collection Pierluigi Peroni (2017).
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[ A RT I E X T R A E U RO P E E ]
I N P R A I SE OF TH E H UMA N FO R M A RTS OF A F RIC A , O CEA NIA A ND A MER IC A A cura di Charles-Wesley Hourdé e Jean-Pierre Weill Testi di Viviane Baeke, Philippe Dagen, Jean-Paul Colleyn, Bertrand Goy, Hélène Joubert, Hélène Leloup, Sean Mooney e Philippe Peltier
24 x 28,5 cm, 288 p. 240 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-898-0 € 65,00
Se la storia della collezione di Josette e Jean-Claude Weill vede i suoi primordi nella pittura, è altrettanto vero che la loro incessante ricerca per forme nuove li ha condotti in poco tempo ad appassionarsi alle arti primitive. Ampliata nel corso dei decenni sotto l’entusiastica guida del figlio Jean-Pierre, la loro collezione comprende oggi oltre 120 opere di altissimo livello, provenienti dall’Africa, dall’America e dall’Oceania. È possibile distinguere diverse grandi categorie che riflettono il gusto della famiglia Weill per le forme audaci ed espressionistiche: statue Dogon e Tellem che combinano forme geometriche con superfici testurizzate, così come le potenti figure di Kongo dotate di proprietà magiche. Nella collezione sono inoltre ben rappresentate le tipologie espressive di Nigeria, Camerun e Melanesia. Tra le opere più classiche si individuano pezzi che si connotano per uno status iconico – si pensi alla statua di Bena Lulua che apparteneva a Jacques Kerchache, alla figura reliquiario Fang di Edward Robinson, o al potente flauto Biwat della collezione Lemaire – tutti pezzi che testimoniano la profonda sensibilità dei Weill nonché l’istinto acuto che li ha condotti ad apprezzare quest’arte appartenente a un altro mondo. Un terzo dell’intera collezione è inoltre costituito da un importante gruppo di piccoli avori finemente intagliati. Questo libro sarà l’occasione per svelare questa collezione parigina avvolta nel mistero, la cui importanza è accompagnata solo dalla sua riservatezza. Per consentire al lettore di cogliere tutta la ricchezza e l’eterogeneità dei suoi contenuti, le opere sono accompagnate da schede scritte da esperti, tra cui Viviane Baeke (Africa Museum, Tervuren), Philippe Dagen (storico e critico d’arte), Jean-Paul Colleyn (antropologo), Bertrand Goy (autore specializzato in Costa d’Avorio), Hélène Joubert (museo del Quai Branly-Jaques Chirac), Hélène Leloup (storico e antiquario), Sean Mooney (Fondazione Rock) e Philippe Peltier (già al museo del Quai Branly-Jaques Chirac). Charles-Wesley Hourdé è un esperto, commerciante e ricercatore specializzato nelle arti classiche di Africa, Oceania e America. La sua passione per la genesi del mercato delle arti extraeuropee lo ha portato a pubblicare diversi articoli, in particolare sull’ebanista giapponese Kichizô Inagaki, oltre a sei cataloghi di mostre, tra cui Passeurs de rêves (2016) che si concentra sulla storia degli oggetti extraeuropei e L’Emprise des masques (2017) che affronta le affinità tra alcune sculture primitive e le opere di Pablo Picasso. Galerie Pigalle: Africa, Oceania, la sua ultima pubblicazione, frutto di tre anni di ricerca, ha ricevuto il premio PILAT 2018 e il premio FILAF 2019.
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[ A RT E A F R I C A N A ]
PIERRE DARTEVELLE AND AFRICAN ART Memory and Continuity
23 x 28,5 cm, 454 p. 525 illustrazioni a colori cartonato 2 volumi in cofanetto edizione inglese ISBN 978-88-7439-813-3 € 125,00
P I E R R E DART EV ELLE A ND A FR IC A N A RT M E M ORY AND CO NT INU IT Y Testi di Valentine Plisnier Fotografie di Valérie Dartevelle I due volumi dedicati a Pierre Dartevelle e alla sua collezione raccontano una storia e creano un contesto, ma non solo: descrivono le relazioni tra gli uomini e i loro legami con gli oggetti d’arte. “Le arti primitive”, come le definisce egli stesso, sono state la pietra angolare e la passione della sua vita. Ogni cosa che ha a che fare con la sua vita quotidiana esprime proprio questo: gli scaffali traboccanti di libri e di cataloghi sull’arte extraeuropea, le statue, le maschere, e il modo in cui tutto questo materiale è accatastato senza un ordine preciso, bloccando la nostra visuale in ogni direzione e impedendoci di intravedere lo sfondo delle stanze. Non c’è dubbio su ciò che fa alzare Pierre Dartevelle la mattina. Ha dedicato cinquant’anni della sua vita a restituire dignità all’arte africana a Bruxelles, e nella stessa città nel 1967 ha aperto una galleria nel Grand Sablon di fama internazionale. Avvocato di formazione e grande viaggiatore per inclinazione, ha presto abbandonato la sua professione per dare libero corso alla sua passione. Il tutto sulle orme del padre, Edmond Dartevelle, esploratore scienziato, i cui ritrovamenti in Congo hanno permesso di costituire la collezione del Musée d’Afrique centrale, a Tervuren. Considerato oggi una vera e propria “icona”, Pierre Dartevelle ha sempre mantenuto vivo l’interesse di preservare il patrimonio artistico e ancestrale dell’Africa: ha dato vita o ampliato alcune delle più importanti collezioni private e pubbliche di arte tribale conosciute fino ad oggi, quali il Musée du Quai Branly - Jacques Chirac (Parigi) e il Metropolitan Museum di New York. Valérie Dartevelle, figlia di Pierre, ha avuto un ruolo chiave in questa pubblicazione; oltre ad essere la custode della collezione e della sua storia, è presente nel libro anche attraverso il suo sguardo di fotografa ritrattista con la passione per il Surrealismo. Questo approccio visivo si riflette nella struttura narrativa del progetto editoriale, che non a caso è costruito intorno a una serie di interviste che consentono di entrare come privilegiati in una delle collezioni di arte tribale più famose al mondo, oltre che a documenti inediti. Gli specialisti e gli amanti dell’arte tribale troveranno nel primo volume, dedicato alla figura di Pierre Dartevelle, e nel secondo, dedicato invece alla sua illustre collezione, un patrimonio di immagini e testimonianze che sapranno soddisfare la loro curiosità, suscitare nuovo interesse e rispondere a molte delle loro domande. Valentine Plisnier vive e lavora a Parigi, è naturalizzata francese, essendo belga di nascita. È ricercatrice di storia dell’arte e autrice. Insieme a Ralf Burmeister, Michaela Oberhofer ed Esther Tisa Francini, è stata insignita nel 2016 dell’International Tribal Art Book Prize per il catalogo della mostra Dada Africa. Valentine Plisnier ha inoltre organizzato diverse mostre. Valérie Dartevelle si è formata come fotografa e si è diplomata all’École supérieure des arts de l’image a Bruxelles, “Le 75”, all’Académie de dessin et des arts décoratifs (Watermael-Boitsfort) e all’École de photographie et techniques visuelles Agnès Varda (Bruxelles). Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre ed è stato premiato dal Musée de la Photographie, Centre d’art contemporain de la fédération Wallonie-Bruxelles, a Charleroi, oltre ad aver vinto il premio della giuria Ilford e il premio Galerie Croiseregard (Vincent Verhaeren), a Boitsfort. Negli ultimi vent’anni ha aiutato suo padre a dirigere la Galerie Dartevelle.
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[ A RT E A S I AT I C A ]
E L L OR A A cura di Christophe Hioco e Luca Poggi Testi di Gilles Béguin Fotografie di Iago Corazza
25,5 x 34 cm, 284 p. 280 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-872-0 € 70,00
Il sito di Ellora sorge nell’India centro-occidentale, nello Stato del Maharashtra; appare un’isola felice nella natura a pochi chilometri da un altro luogo di grande interesse, quello delle grotte di Ajanta. Parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1983, Ellora è un complesso rupestre di grande importanza, tanto da esser divenuto luogo di pellegrinaggio delle tre grandi religioni che lì si trovano rappresentate: buddhismo, brahmanesimo e giainismo. Tra V e X secolo furono scavati nella roccia 34 luoghi di culto (templi, monasteri e talvolta cappelle) su una superficie di circa due chilometri quadrati. Il tutto si affastella, incastra, mostrando un’abilità artigianale e, anche, un’armonia religiosa non scontate. Le strutture presentano dettagli architettonici e decorativi differenti che ne sottolineano ricchezza e inventiva: colonnati, scalinate, rilievi scultorei, stucchi e lacerti pittorici. L’eccezionalità del sito è stata purtroppo adombrata dal carattere rupestre dell’architettura e dei rilievi scultorei: l’oscurità che li avvolge, più o meno densa, non ha consentito fino ad oggi campagne fotografiche che ne portassero alla luce la straordinarietà. Iago Corazza, con la sua apparecchiatura molto sensibile, dona finalmente ad appassionati e semplici curiosi la possibilità di addentrarsi in questo contesto unico. La spiegazione di ciò che si vede e che emerge dalle pareti rocciose è invece affidata alla voce esperta di Gilles Béguin. Dopo la pubblicazione di Khajuraho, gli appassionati di arte indiana hanno l’opportunità di addentrarsi ancora una volta, accompagnati da guide d’eccezione, all’interno di un sito di straordinaria bellezza, le cui splendide fotografie daranno finalmente adito a coglierne particolari inediti. Gilles Béguin, conservatore generale onorario del patrimonio, è stato responsabile delle collezioni del Nepal e del buddismo lamaico presso il Musée national des arts asiatiques — Guimet dal 1971 al 1994. È diventato in seguito direttore del Musée Cernuschi — musée des Arts de l’Asie de la Ville de Paris, dove tra il 2001 e il 2005 ha organizzato numerose mostre e ne ha diretto la ristrutturazione. È autore di diversi articoli scientifici, cataloghi e libri d’arte, quali Les Cimes de l’éveil: monastères bouddhiques du Ladakh (1990); Polonnaruva: renaissance à Ceylan (1991); Les peintures du bouddhisme tibétain (1995); Népal, vision d’un art sacré (1996); L’Arte buddista. Un atlante storico (2009). Iago Corazza, fotografo, è autore di reportage in particolare per il «National Geographic», per le edizioni White Star e per la rivista «Oasis». Ha inoltre realizzato documentari per importanti reti televisive in Italia e nel mondo. Collabora con l’Unicef.
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[ F OTO G R A F I A ]
I M AG E S D U DAH O MEY Daniela Moreau, Nicolau Parés
19 x 24 cm, 272 p. 176 illustrazioni a colori brossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-888-1 € 45,00
Il fotografo Edmond Fortier è nato nei Vosgi (Francia) nel 1862, ma si è stabilito in Africa occidentale, a Dakar – colonia francese del Senegal – durante l’ultimo decennio del XIX secolo. Ci ha lasciato un corpus di oltre 4.000 immagini, la maggior parte delle quali pubblicate come cartoline. Poiché gli originali dei negativi non sono ancora stati ritrovati, l’analisi della sua produzione prevede la raccolta e la sistemazione di quanto disperso sotto forma di corrispondenza da oltre cento anni. Questo libro mette in luce una particolare selezione di tali documenti: le fotografie scattate nel 1908 e 1909 in quella che era allora la colonia francese del Dahomey. Fortier, allora quarantaseienne, era un fotografo esperto: aveva viaggiato a lungo in Africa occidentale, visitando nel 1906 addirittura la città di Timbuktu. Professionista indipendente, editore e piccolo imprenditore, ha realizzato le sue cartoline in Francia, vendendole successivamente nella sua cartoleria di Dakar ai turisti che viaggiavano su navi transatlantiche e facevano scalo in città oppure agli europei che vivevano in Africa. Nel biennio 1908 e 1909 compie due viaggi nella colonia del Dahomey, oggi Repubblica del Benin. Lascia la capitale senegalese Dakar, dove risiedeva, e accompagna le autorità coloniali francesi: è in quell’occasione che inizia a fotografare l’incontro della delegazione con il popolo del Dahomey, compresi re e ministri, ma anche cerimonie, celebrazioni e scene di vita quotidiana. La realizzazione di queste immagini, originariamente distribuite sotto forma di cartoline, ha un forte valore documentario, sia dal punto di vista storico che etnografico. Benché Fortier sia uno sconosciuto che ha trascorso solo pochi giorni nel Dahomey, le sue fotografie – ancora poco studiate – contribuiscono alla conoscenza della storia del Benin all’inizio del XX secolo. Probabilmente interferì spesso nelle situazioni che rappresentava, creando una sorta di gioco di ruolo; essendo in possesso di una macchina fotografica divenne un rappresentante significativo della dominazione coloniale. Il suo lavoro ha contribuito innegabilmente a documentare le espressioni della cultura e della religiosità africana, arricchendo la memoria collettiva degli abitanti di quella regione. Grazie a circostanze favorevoli ha potuto fotografare cerimonie Voodoo, ha visitato da vicino il mercato di Porto-Novo e documentato il passaggio dei battelli che attraversano il lago Nokué (N xwe). Sono infine interessanti le vedute di luoghi quali Cotonou, Uidá, Aladá, Aladá, Abomé e Sakété. Daniela Moreau è una storica. Dal 1995 viaggia nel continente africano per le sue ricerche, in particolare nel Sahel e in Africa occidentale. Vive e lavora a San Paolo, Brasile, dove ha fondato e coordinato per dieci anni l’ONG Casa das Áfricas. Attualmente dirige il progetto Acervo África che mette a disposizione dei ricercatori una collezione di più di 1.500 pezzi di cultura materiale africana contemporanea. Dal 2003 si dedica alla ricostruzione e allo studio dell’opera fotografica di Edmond Fortier (Poutay, 1862-Dakar, 1928). Fortier, photographe. De Conakry à Tombouctou è il suo primo libro tradotto in francese. Nicolau Parés (Barcelone, 1960) è professore presso il dipartimento di antropologia dell’Università federale di Bahia. È specializzato in storia africana.
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INDIENS D’AMAZONIE
René Fuerst
I N D I E N S D ’ A MA ZO NIE V IN G T B E L L E S A NNÉES. 1955-1975 René Fuerst
René Fuerst
René Fuerst
I N D I E N S D’ A M A Z O N I E Vingt belles années (1955-1975)
24 x 30 cm, 144 p. 75 illustrazioni in bicromia cartonato edizione francese € 30,00 ISBN 978-88-7439-870-6
Mostra Chateau des ducs de Bretagne, Nantes 15 giugno 2019 – 19 gennaio 2020
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Un bilancio positivo di un’esperienza straordinaria, ma soprattutto un omaggio agli ultimi Indiani d’Amazzonia che vivono ancora in libertà. Questi i messaggi di cui si fa testimone la voce autorevole dell’etnologo ginevrino René Fuerst che alle popolazioni indigene dell’Amazzonia ha dedicato gran parte della sua vita. Una sorta di autobiografia visuale che percorre le regioni centrali del Brasile, anzitutto il Mato Grosso e l’Amazzonia più profonda, e che dà spazio a incontri, ricerche e raccolte etnografiche, tutte esperienze che hanno arricchito anche i musei europei, in primis il Musée d’ethnographie di Ginevra. Le sue fotografie in bianco e nero catturano e raccontano un ventennio di incontri soffermandosi sui volti, sui corpi, sulle cerimonie pacate e su quelle danzanti. Anche la narrazione del quotidiano, attraverso gli oggetti che lo ritmano, acquisisce dignità e conduce il lettore a una riflessione a tutto tondo sui ben noti “tristi tropici” di Lévi-Strauss. René Fuerst, nato nel 1933, è etnologo. Esperto delle tribù amazzoniche, visse con loro a più riprese tra il 1955 e il 1975 dedicandogli libri, documentari e dischi. Ricercatore indipendente dal 1983 al 1998, è stato conservatore presso il Musée d’ethnographie della città di Ginevra. Membro delle missioni d’inchiesta presso il Comitato internazionale della Croce Rossa (1970) e dell’Aborigines Protection Society (1972) di Londra, gli fu vietato il soggiorno dalle autorità brasiliane dal 1975 a causa delle critiche mosse alla politica dello stato nei confronti degli indigeni. Con 5 Continents Editions ha già pubblicato Yanomami. Premiers et derniers amazoniens (2011), Indiens d’Amazonie. Réminiscences d’un passé lointain (2008) e Xikrin. Hommes oiseaux d’Amazonie (2006).
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[ARCHEOLOGIA]
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DE L’AIGL E À L A L O U V E MONNAIES ET GEMMES ANTIQUES ENTRE ART, PROPAGANDE ET AFFIRMATION DE SOI A cura di Carlo Maria Fallani e Matteo Campagnolo Fotografie di Luigi Spina
TAZ Z A FAR N E SE C OL L AN A « TE SO R I NA SCO ST I» Testi di Valeria Sampaolo Fotografie di Luigi Spina
SAT IRO EBBRO CO LLA NA «O GGET T I R A R I E P R EZ IO SI A L MU SEO A R CHEO LO GICO NA Z IO NA LE DI NA P O LI» Testi di Valeria Sampaolo Fotografie di Luigi Spina
Rivolto agli appassionati di antiquariato e ai patiti di zoologia, ma anche allo zoologo antiquario o all’antiquario zoologo, il volume getta una luce nuova, scientificamente documentata e accessibile su centoventi monete della Repubblica romana – raccolte da tre generazioni di amatori illuminati –, pietre preziose lavorate a intaglio, cammei e oggetti in pasta di vetro. I denari d’argento non servivano solo per le transazioni commerciali, per pagare i soldati o le tasse, ma erano anche veicoli di propaganda politica, credenze religiose, storie e leggende che servivano a consolidare la reputazione delle famiglie che cercavano di distinguersi nella città. Ecco perché questi oggetti densi di molteplici significati rappresentano una documentazione preziosa e inesauribile.
Poche altre opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli rispondono alla definizione della collana «Tesori nascosti» quanto la Tazza Farnese, al centro di questo nuovo volume. Il più grande vaso in pietra dura lavorata a rilievo ci è giunto dal mondo antico attraverso un cammino lungo secoli durante i quali, con ogni verosimiglianza, non è mai finito sottoterra: da Alessandria d’Egitto a Roma, a Costantinopoli per tornare a Roma nel XV secolo dove lo acquistò quel finissimo intenditore d’arte che fu Lorenzo de’ Medici, passando poi dalla sua collezione a quella Farnese, penultima tappa prima di fermarsi nelle raccolte dell’Archeologico. A questa intrigante storia di passaggi da una corte all’altra la Tazza Farnese unisce quella non definitivamente risolta dell’interpretazione della scena raffigurata al suo interno, spiegata in più modi e ancora argomento di nuove precisazioni.
24,5 x 25,5 cm, 424 p. 356 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta, edizione francese ISBN 978-88-7439-795-2 € 90,00
24 x 33,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-834-8 € 40,00
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Il Satiro ebbro è uno dei gioielli delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La singolarità di questa scultura in bronzo, scoperta nella Villa dei Papiri di Ercolano, risiede nel suo non essere un unicum, come altre opere che abbellivano quella ricca abitazione, bensì la replica di un tipo ben noto sin dal II secolo a.C., realizzato più volte per decorazioni di giardini e peristili. In questa opera, un satiro di età matura è steso su di una roccia coperta da una pelle leonina e si appoggia all’otre dal quale ha abbondantemente attinto la bevanda di Dioniso fino ad esserne soggiogato come mostra il volto contratto nel riso inebetito e provocatorio proprio degli ubriachi. Il testo di Valeria Sampaolo e le fotografie di Luigi Spina ci permettono di scoprire la storia e i dettagli che fanno di questa scultura un vero capolavoro.
16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-833-1 € 22,50
[ARCHEOLOGIA | COLLANA OGGETTI RARI E PREZIOSI AL MANN]
O G G E T T I R A R I E P R E Z I OS I AL MU S E O A R C H E O L OG I C O N AZ I O N A L E D I N A P OL I La collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli», a cura di Valeria Sampaolo e Luigi Spina, si pone l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico alcune opere d’arte di particolare interesse conservate presso l’istituzione museale partenopea. La raffinata confezione con cui si presentano al lettore i volumetti fa eco al contenuto, costruito facendo dialogare testo e immagini. Se il contributo di Valeria Sampaolo racconta e contestualizza il manufatto, le fotografie di Luigi Spina ne colgono le peculiarità, i dettagli, e fanno vibrare di nuova vitalità questi tesori.
CENTAURI 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-794-5 € 22,50
MEMORIE DEL VASO BLU 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-756-3 € 22,50
AMAZZONOMACHIA 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-793-8 € 22,50
ZEFIRO E CLORI 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-806-5 € 22,50
SETTE SAPIENTI 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-805-8 € 22,50
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THE P O N T- AV E N S C H OOL CRAD LE O F T HE M O DE RN SE NS IBILI T Y Testi di Estelle Guille des Buttes, Adrien Goetz e Jean-Marie Rouart
I M P R E S S I ON I S T T R EA SUR ES TH E ORD RUP GA A R D C OL L E C TION Paul Lang
MO NET A BR IDGE TO MO DER NIT Y A cura di Anabelle Kienle Ponka Testi di Anabelle Kienle Ponka, Simon Kelly e Richard Thomson
Pont-Aven ha dato il nome a uno dei movimenti pittorici moderni più importanti, tanto da rimandare immediatamente a Paul Gauguin e Émile Bernard. Proprio questi due artisti nel 1888, in questo piccolo comune bretone, creano uno stile nuovo, il “sintetismo”. In segno di rottura con l’insegnamento accademico e influenzati dalle stampe giapponesi, propongono nuovi canoni estetici, caratterizzati dalla semplicità delle forme e dall’uso di colori piatti delimitati da un tratto scuro. Il gusto per i toni opachi e l’abolizione della prospettiva classica fanno sì che questo nuovo stile si stacchi totalmente da ciò che lo aveva preceduto. Questo volume riccamente illustrato rivela al pubblico l’importante collezione costituita da Alexandre Mouradian in anni recenti, collezione che rivela una grande passione non solo per gli artisti del gruppo di Pont-Aven ma anche per coloro che aderirono alla nuova corrente pur mantenendo la loro individualità. 24 x 28 cm, 76 p. 28 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-817-1 € 28,00
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Questo catalogo presenta un’ampia selezione di opere d’arte del diciannovesimo secolo e dell’inizio del ventesimo provenienti dal museo Ordrupgaard, vicino a Copenhagen. La collezione, creata tra il 1892 e il 1931 dal magnate danese delle assicurazioni Wilhelm Hansen (1868-1936), offre una spettacolare panoramica della pittura francese da Eugène Delacroix fino a Paul Cézanne, nonché meravigliosi esempi della cosiddetta “età d’oro” danese. Riccamente illustrato e con un saggio di Paul Lang, il volume permette di conoscere e apprezzare le opere più significative della collezione, raggruppando dipinti che riflettono le diverse tappe del percorso di artisti come Corot, Courbet, Pissarro, Monet, Sisley, Gauguin, Eckersberg e Hammershøi. Pur focalizzato sull’impressionismo francese e sulle opere danesi, il volume non tralascia, grazie ad opere rappresentative, altri movimenti artistici, seppur contraddittori, della Francia del diciannovesimo secolo.
30 x 25 cm, 144 p. 98 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-810-2 € 30,00
Il pittore francese Claude Monet è uno degli artisti più popolari di tutti i tempi. Per la prima volta, questo volume esplora un nuovo aspetto dei quadri di Monet: la sua fascinazione per i ponti negli anni settanta dell’Ottocento. Dopo essersi stabilito ad Argenteuil, una cittadina della periferia parigina, Monet si interessa a un ponte sulla Senna non lontano da casa sua. Le Pont de bois del 1872, l’opera che gli ha ispirato la passerella provvisoria che sostituisce il ponte distrutto, è una composizione di una modernità che confonde. Il libro comincia con questo quadro ed esamina il modo in cui Monet ha saputo affrontare il tema del ponte tra il 1872 e il 1877, dopo la guerra franco-prussiana e oltre.
30 x 25 cm, 104 p. 62 illustrazioni a colori cartonato bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-719-8 € 25,00
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TRAV E R S E R L A L U MI È R E B AZA I NE , B I SSI È R E, E LV IRE JA N , LE MOA L, M A N E SSIE R, S IN G IE R A cura di Florian Rodari Testi di Florian Rodari, Natalie Adamson, Maïlis Favre e Alain Madeleine-Perdrillat
P I C A S S O. L E V ER DE R IDEAU L’ A RÈ N E , L’ AT ELIER , L’A LCÔ VE A cura di Florian Rodari Testi di Elisa de Haleux, Herma C. Goeppert-Frank, Sebastian Goeppert e Camille Jacquier
I sei pittori riuniti in questo catalogo – Jean Bazaine, Roger Bissière, Elvire Jan, Jean Le Moal, Alfred Manessier e Gustave Singier – non hanno dato vita ad alcun gruppo strutturato come è invece avvenuto nel caso di impressionisti, futuristi o surrealisti. Non hanno mai rivendicato un’estetica comune, e non hanno prodotto alcun tipo di manifesto programmatico. Sono essenzialmente amici: si frequentano molto, passano periodi di vacanza insieme e lavorano a stretto contatto. Dal 1945, dopo essersi liberati dalle influenze cubiste e surrealiste, sono mossi da un comune desiderio: trovare una via tra la rappresentazione del mondo e l’astrazione, un percorso verso la non figurazione. La motivazione era anzitutto quella di trovare una risposta alle emozioni suscitate dalla lettura dei fenomeni naturali, in particolare le manifestazioni luminose.
Dalla serie dei Saltimbanchi del 1905 a quella delle ultime incisioni erotiche del 1968, la Suite 347, Picasso ha sempre privilegiato nelle sue stampe il tema dello spettacolo. Dal circo all’atelier, dall’atelier all’arena, dall’arena all’alcova, assistiamo a prodezze circensi, alle creazioni di pittori e scultori, al balletto di tori, cavalli e toreri che anima la corrida, a tenzoni amorose di corpi avvinghiati. Una “grande parata” magnificamente ripercorsa da questo volume e dalla mostra resa possibile dai depositi della Coninx Stiftung di Zurigo, della Fondation Jean et Suzanne Planque di Losanna e della Fondation Cuendet & Atelier de Saint-Prex di Vevey.
A LEXA NDER C A LDER R A DIC A L INVENTO R A cura di Anne Grace ed Elizabeth Hutton Turner Testi di Anne Grace, Elizabeth Hutton Turner, W. Bernard Carlson, Linda Dalrymple Henderson, Pascal Jacob, Abigail Mack, Vanja Malloy, Eleonora Nagy, Arnauld Pierre, Claire Raymond, Emily C. Reed e Alex J. Taylor
22 x 28 cm, 284 p. 150 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-845-4 € 39,00
24 x 28 cm, 192 p. 160 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-826-3 € 35,00
Il catalogo Alexander Calder. Radical Inventor documenta la prima importante retrospettiva sull’opera di Calder dopo la mostra al Musée des beaux-arts du Canada nel 1998. Il volume presenta un centinaio di sculture di filo di ferro mobili e stabili, realizzate nel corso della sua carriera, sotto una nuova luce. Alexander Calder (1898-1976) rifiutò le convenzioni e sovver tì le strutture gerarchiche, ribaltando le tradizionali fondamenta della cultura e rivoluzionando il modo di percepire e di interagire con l’arte. La “nuova pista” di Calder non era una semplice evoluzione di forme e stili. A chi lo ha visto all’opera è stato lampante – per quel suo modo di attirare l’attenzione e di farsi conoscere – che le sue creazioni prendessero una direzione radicalmente diversa.
24 x 28 cm, 256 p. 250 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-828-7 € 40,00
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G IACO M E T T I , M A R I N I , R I C H I E R L A FIG UR E TO U R M E N TÉ E Testi di Casimiro Di Crescenzo, Angela Lammert, Camille Lévêque-Claudet e Maria Teresa Tosi
L E S E STAM P E S DE PAUL KLEE A cura di James Thrall Soby Postfazione di Christophe Cherix
FER NA NDO CO STA Testo di Johan-Frédérik Hel Guedj
Questo libro mette a confronto l’opera di tre scultori protagonisti del Novecento: Alberto Giacometti, Marino Marini e Germaine Richier. Di fronte alle atrocità della seconda guerra mondiale e davanti al crollo dei valori umanisti, i tre artisti prendono posizione e propongono nuove modalità figurative, pur partendo dalle forme classiche della testa, del busto, della figura intera e del ritratto equestre. Per tutta la loro carriera, Giacometti, Marini e Richier riflettono sulle questioni della rappresentazione, dello spazio, della traduzione del movimento e dell’espressione in scala. La questione della percezione e della rappresentazione della figura umana è centrale nel lavoro dei tre scultori. Impadronendosi della condizione umana, fanno delle teste e dei corpi l’oggetto ostinato delle loro ricerche e danno nascita a una “nuova immagine dell’uomo”: una figura tormentata.
24 x 28 cm, 160 p. 90 illustrazioni a colori cartonato lingua francese ISBN 978-88-7439-661-0 € 39,00
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Disegnatore straordinario, Paul Klee fu anche incisore, insegnante e teorico dallo stile singolare. Ancor più che le opere realizzate con altri mezzi espressivi, le sue incisioni sono ottimi esempi della transizione dalla tradizione a un lavoro innovativo tra i più audaci dell’arte moderna. Originariamente pubblicata dal Museum of Modern Art di New York nel 1947, questa edizione facsimile limitata de Les Estampes de Paul Klee, per la prima volta in lingua francese, presenta quaranta acqueforti e litografie dell’artista a colori e in bianco e nero che vanno dal 1903 al 1931, appartenenti alla collezione del museo. Ognuna di esse è stampata su un foglio cartonato singolo. Riunite in un cofanetto ricoperto di tessuto e chiuso da un nastro, le stampe sono accompagnate da un libretto originale. Si tratta di una collezione unica e sontuosa, disponibile in edizione limitata di 1.000 copie numerate.
Fernando Costa nasce a Sarlat. Due anni prima, i suoi genitori erano arrivati in Francia a piedi dal Portogallo per fuggire dalla dittatura di Salazar. Suo padre era un abile tagliatore di pietra. Anche Fernando Costa è un abile tagliatore, tanto da trasformare una tipologia di oggetti che tutti conosciamo: i cartelli stradali. Costa taglia i cartelli smaltati, ricompone i segnali, li traduce in segni, in poesie. Il risultato è sorprendente. I suoi quadri, come ama definirli, sono di metallo. Alcuni sono figurativi, cugini della Pop Art, ma animati da una volontà narrativa e sensibile poiché mettono in scena personaggi e momenti tragici o comici che hanno toccato lo scultore nel corso della sua vita: Simone Veil, Robert Badinter, il ciclista Tom Simpson, i Beatles, Josephine Baker. Altri giocano con un’astrazione figlia dei cubisti e della musica meccanica di Edgar Varèse.Tutti testimoniano una libertà, un movimento, un’energia, un gioco fisico di colori primari.
24 x 33 cm, 40 p. 90 illustrazioni a colori portfolio di 40 stampe in cofanetto lingua francese ISBN 978-88-7439-660-3 € 95,00
27,5 x 35,5 cm, 184 p. 152 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-824-9 € 60,00
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HEMB A Luigi Spina e Constantine Petridis
T H E B U C H NER BOXES Fotografie di Luigi Spina Testi di Giovanni Fiorentino, Costanza Gialanella, Luigi Spina e Davide Vargas
VAUDO U | VO O DO O | V UDÙ Jean-Dominique Burton
Espressione di uno dei numerosi stili luba, le grandi sculture maschili create da maestri della cultura hemba nel sud-est del Congo a partire almeno dalla metà del XIX secolo possono essere annoverate tra le migliori espressioni della statuaria dell’Africa subsahariana. Con il loro sguardo sereno e l’espressione meditativa, trasmettono una pace e una dignità che ben si addicono a questi ritratti idealizzati di importanti capi del passato. Pervasi da una forza o energia vitale particolari, questi oggetti erano in grado di comunicare tra i vivi e i morti. Grazie al loro potere, agivano sulla sfera materiale permettendo agli antenati di influenzare positivamente la vita dei loro discendenti. In questo volume la sensibilità e l’acutezza di sguardo di Luigi Spina permettono di scoprire nove sculture hemba tra le più riuscite, il cui stile classico è stato comparato a quello di alcuni kouroï della Grecia antica.
24,5 x 34 cm, 144 p. 120 illustrazioni a colori cartonato bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-803-4 € 60,00
Le cassette che Giorgio Buchner ha raccolto e meticolosamente conservato raccontano il sogno tenace dell’archeologo che scavando sull’isola di Ischia per cinquant’anni ha scritto la storia della prima colonia greca d’occidente: Pithekoussai. Cassette di legno 40×45 cm, scatole di cartone grigio più piccole e di misure diverse che si incastrano come in una tessitura e contengono denti, frammenti di ossa, fibule, vasi, ferma trecce, armille, pesi in piombo, lucerne. Infine zolle di terra sezionate e catalogate, che il tempo ha scolorito fino allo stesso grigio, memoria di luoghi che sono stati spettatori di eventi umani. Per vent’anni hanno taciuto impilati in scaffali di metallo, come un archivio di vite quotidiane. Oggi, attraverso le splendide fotografie di Luigi Spina, questo libro riconsegna loro la voce. È una storia di tempi che si intrecciano.
Il confronto fra i ritratti in bianco e nero dei grandi iniziati della religione vudù e gli altari vudù a colori, fotografati in Benin, ci fa entrare a pieno in questo affascinante mondo. Il vudù, nato nel Dahomey (oggi Benin), risale alla notte dei tempi ed è la più alta forma di iniziazione del passato. Si definisce per l’adesione a una certa idea della divinità e una certa comprensione del concetto di Dio. La teologia vudù ha un doppio volto. Da un lato un aspetto esotico, costituito da credenze e leggende consegnate alle masse che, spiritualmente non sviluppate, non possono accedere alla verità; dall’altro un aspetto esoterico, per gli iniziati, che hanno raggiunto la maturità necessaria per la realizzazione di Dio in se stessi. Il lavoro di Jean-Dominique Burton mostra con umiltà ciò che si nasconde dietro questo “velo di Iside” delicatamente sollevato, apre la strada al mistero e darà a un gran numero di appassionati il desiderio di continuare la ricerca.
28 x 24 cm, 80 p. 45 illustrazioni in tricromia cartonato bilingue italiano/francese ISBN 978-88-7439-673-3 € 30,00
23 x 30,5 cm, 256 p. 57 illustrazioni a colori e 57 in bicromia cartonato trilingue italiano/francese/inglese ISBN 978-88-7439-443-2 € 55,00
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L’O CCH IO DEL FOTO GR A FO John Szarkowski Il libro di John Szarkowski, nato in occasione di una mostra al MoMA nel 1964 e pubblicato per la prima volta nel 1966, è da considerarsi un’opera di riferimento sull’arte della fotografia. Fotografie di artisti famosi e meno conosciuti, talvolta addirittura anonimi, riempiono le pagine dell’agile volume e offrono un compendio di come la fotografia evochi, citando Szarkowski, «la presenza tangibile della realtà in modo più convincente di qualsiasi altro genere di immagine». I cinque capitoli (la cosa in sé; il particolare; l’inquadratura; il tempo; il punto di vista) mettono in luce gli aspetti decisivi che ogni artista deve valutare quando prende in mano una macchina fotografica. La nuova espressione artistica implicò infatti un problema creativo non secondario: com’era possibile attraverso uno strumento meccanico produrre immagini che esprimessero un punto di vista? Le fotografie che illustrano il volume, realizzate, tra gli altri, da Burri, Cartier-Bresson, Evans, Lange, Penn, Weston sembrano contenere tale risposta.
21,5 x 23 cm, 156 p. 156 illustrazioni in bicromia brossura ISBN 978-88-7439-843-0 € 25,00
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THE E X T E N D E D MOM E N T FIFTY Y E A R S O F CO L L E C TIN G PH OTO GR A PHS AT TH E N AT I O NA L G AL L E RY O F C A N A DA Ann Thomas, John McElhone
OS C A R G . REJLA NDER A RTIS TE P HOTO GR A P HE A cura di Lori Pauli Testi di Lori Pauli, Karen Hellman, Jordan Bear e Phillip Prodger
FO RT IER , P H OTO GR A P H E DE CO NA KRY À TO MBO U CTO U images de l'afrique de l'ouest en 1906 Daniela Moreau Prefazioni di Odile Goerg e Paulo F. de Moraes Farias
Scoperta occidentale del XIX secolo, dai suoi albori a oggi la fotografia ha vissuto una straordinaria evoluzione a livello di interpretazione e creazione dell’immagine. Questo volume celebra i cinquant’anni della collezione di fotografia del Musée des beaux-arts du Canada, collezione istituita nel 1967, in un periodo in cui il mercato della fotografia era particolarmente florido. I pezzi che la compongono rispecchiano la ricca produzione di alcuni dei pionieri di quest’arte, in particolare Charles Nègre, William Henry Fox Talbot, Gustave Le Gray e Roger Fenton. Il libro ripercorre i primi anni della creazione della collezione sotto la direzione del suo fondatore e conservatore James Borcoman, esamina le figure più influenti del mondo del collezionismo e della conservazione della fotografia, e tratta infine la creazione nel 2016 dell’Institut canadien de la photographie (ICP).
23 x 29,21 cm, 336 p. 319 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-802-7 € 43,00
I capelli rossi e l’accento svedese fanno sì che Oscar Gustaf Rejlander non passi inosservato tra i fotografi di Londra. Ha una vera e propria inclinazione per gli autoritratti, tanto da averci lasciato una significativa testimonianza del suo talento. I primi anni della sua esistenza sono un mistero. Nelle carte con cui ha richiesto la cittadinanza inglese nel 1852, Rejlander dichiara di essere nato il 19 ottobre 1813, e di essere giunto in Inghilterra nell’agosto del 1938. Una volta giunto in Inghilterra ha appreso i rudimenti della fotografia presso lo studio di Nicolaas Henneman. Intraprende quindi la carriera di fotografo e contribuisce allo sviluppo di questo medium da un punto di vista tecnico e artistico. Il suo capolavoro, Two Ways of Life (1857), è una delle opere più importanti e controverse della fotografia.
25 x 30 cm, 300 p. 225 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-839-3 € 49,00
Edmond Fortier nasce nel 1862 a Poutay nei Vosgi (Francia). Emigrato a Parigi nel 1883, si fa naturalizzare francese, e alla fine del XIX secolo si stabilisce a Dakar dove sviluppa il suo talento di fotografo, e dove morirà nel 1928. Attivo in Africa occidentale dai primi del Novecento, ha lasciato un’importante eredità fotografica di più di tremilacinquecento cliché ripro dotti sotto forma di cartoline, un genere in voga all’epoca. Sebbene le sue cartoline abbiano fatto il giro del mondo, gli originali non sono stati ancora ritrovati. Questo volume è la prima monografia importante dedicata a lui e alla sua opera. Daniela Moreau si è concentrata su un momento particolare della vita di Fortier: il viaggio che fece dal capoluogo della Guinea francese a Timbuctù, la porta del deserto, nell’attuale Mali: un viaggio di oltre cinquemila chilometri!
19 x 24,5 cm, 384 p. 263 illustrazioni a colori brossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-809-6 € 45,00
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ART B RU T F RO M JA PA N, AN OT H E R L OOK A cura di Sarah Lombardi, Edward M. Gómez e Tadashi Hattori
A LO ÏSE LE R ICO CHET SO LA IR E Jacqueline Porret-Forel e Céline Muzelle
Il catalogo presenta il lavoro di nuovi artisti giapponesi e costituisce il seguito di Art Brut du Japon, volume pubblicato nel 2008 in coedizione con la Collection de l’Art Brut di Losanna e le edizioni Infolio. L’obiettivo è quello di continuare l’esplo razione delle creazioni giapponesi di Art Brut attraverso le opere di venticinque nuovi artisti provenienti da diverse regioni del Giappone. Si tratta di disegni, dipinti, fotografie, sculture e tessuti che non vantano a oggi alcuna monografia di riferimento. Edward Gómez e Tadashi Hattori, specialisti di Art Brut giapponese, affrontano nei loro contributi questo soggetto e la sua fortuna in Giappone dal 2008, facendo particolare riferimento alla produzione artistica delle persone che soffrono di disturbi mentali (autodidatti, disadattati, renitenti alla leva, prigionieri, pazienti psichiatrici, anziani, etc. che creano al di fuori del sistema ufficiale dell’arte).
21 x 27 cm, 184 p. 105 illustrazioni a colori brossura edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-847-8 € 39,00
Figlia di un impiegato delle poste, Aloïse Corbaz, detta Aloïse (1886-1964) nasce a Losanna. Lavora come sarta, ma sogna di diventare una cantante. A seguito di una delusione sentimentale, ricopre diversi incarichi di governante in Prussia. La dichiarazione di guerra la costrinse a tornare a Losanna. Fu internata nel 1918 al manicomio di Cery. La diagnosi di schizofrenia si ripercuote sulla sua intelligenza, la sua memoria. La sua condizione progredisce all’autismo. Si stabilizza gradualmente e viene trasferita al manicomio la Rosière di Gimel. Aloïse iniziò a scrivere e disegnare poco dopo il suo arrivo al manicomio. Fino al 1936, lavorò in segreto, con matita e inchiostro. Se necessario, utilizzava anche succo di petali, foglie schiacciate e dentifricio.
24,5 x 28 cm, 136 p. 140 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-590-3 € 32,00
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ART BRU T «Lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri ed autentici [...] e, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti» (Jean Dubuffet, Place à l’incivisme). L’originalità che contraddistingue le opere di Art Brut si riversa e caratterizza i volumi che 5 Continents Editions dedica loro. In particolare, la collana Art Brut – The Collection, in coedizione con la Collection de l’Art Brut di Losanna, accompagna le Biennali di Art Brut, manifestazioni tematiche che svelano al pubblico la ricchezza e l’eterogeneità di quest’arte e delle collezioni dell’istituzione svizzera. Veicoli, architetture e corpi disegnati, scolpiti o assemblati; lavori che hanno permesso ai loro creatori di trovare un territorio di evasione e di scoperta del proprio spazio interiore.
VEHICLES Art Brut – The Collection 20,5 x 25,5 cm, 168 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-658-0 € 32,00
THE PHOTOGRAPH ALBUMS OF JEAN DUBUFFET 28 x 21 cm, 824 p. 775 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-796-9 € 100,00
ALMANACH DE L'ART BRUT 21 x 28 cm, 792 p. 387 illustrazioni a colori e in b/n cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-737-2 € 100,00
ARCHITECTURE Art Brut – The Collection 20,5 x 25,5 cm, 168 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-710-5 € 32,00
BODY Art Brut – The Collection 20,5 x 25,5 cm, 168 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-788-4 € 32,00
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B OROB U D U R JOYAU D E L’ ART BO U DDHIQU E Helen Loveday Fotografie di Hughes Dubois Il santuario del Buddismo a Borobudur, costruito fra l’VIII e il IX secolo sull’isola di Giava, pur essendo uno degli edifici religiosi più famosi e studiati al mondo, resta anche uno dei più enigmatici. Da quando fu scoperto dagli Occidentali all’inizio del XIX secolo, ha incantato gli animi sensibili al fascino delle rovine sepolte nella giungla tropicale, evocatrici di una civiltà antica dal passato glorioso. La sua singolare struttura a forma di piramide a gradoni, la sua imponenza, la raffinatezza dei suoi bassorilievi che comprendono qualcosa come 1.300 pannelli narrativi, gli hanno valso a giusto titolo un posto fra i capolavori del patrimonio mondiale dell’architettura. In assenza di una do cumentazione storica affidabile sono state avanzate le ipotesi più svariate per cercare di svelare i segreti che circondano la sua forma, il suo programma iconografico e il suo simbolismo.
30 x 22 cm, 176 p. 87 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-818-8 € 45,00
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– KH A JUR A H O INDIA N T EMP LES A ND SENSU O U S SCU LP T U R ES A cura di Christophe Hioco e Luca Poggi Testi di Gilles Béguin Fotografie di Iago Corazza Khajurāho, situato a nord dell’India, è uno dei siti più prestigiosi del patrimonio monumentale indiano, noto per l’armonia delle sue architetture e la sensualità delle sue sculture. Tappa obbligata di ogni viaggiatore che approda in India, deve la sua fama internazionale allo splendore dei suoi santuari indù. Un tempo importante centro politico e religioso: contava all'incirca ottantacinque templi, come testimoniano le numerose rovine sepolte sotto i monticcioli di terra disseminati per la vallata; oggi sono rimasti venticinque santuari. La più antica testimonianza di Khajurāho risale al VII secolo. Dopo il crollo del regno della dinastia dei Candella, Khajurāho cadde nel dimenticatoio: venne riscoperta per caso da alcuni soldati inglesi all’inizio del XIX secolo. L’iconografia molto particolare dei bassorilievi gli ha conferito un’aura demoniaca e nel corso degli anni sono state attribuite le storie più stravaganti a queste originali sculture. 25,5 x 34 cm, 284 p. 280 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-778-5 € 70,00
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TRAV E L I N G W I T H CORT É S A N D PI ZA R RO DISC OV E R I N G FI N E PRE-C O L U M BI A N A RT Testi di Stuart Handler, Joanne Stuhr, Hugh Thomson Fotografie di Edward Parrinello
A F R I C A N SCULP T UR ES A N D F OR M S Testi di François Neyt Fotografie di Hughes Dubois
CO LLECTO R S’ V ISIO NS A RT S O F A FR IC A , O CEA NIA , SO U T HEA ST A SIA A ND T HE A MER IC A S Christine Valluet
È raro che un collezionista entri e descriva in prima persona il suo tesoro, ma in questo volume così riccamente illustrato, Stuart Handler spiega perché ha cominciato ad appassionarsi all’arte precolombiana, che cosa lo ha attirato di ogni singolo pezzo, e dall’alto dei suoi quarantacinque anni di esperienza nel riunire collezioni d’arte di diversi mezzi e generi espressivi, quali sono le caratteristiche artistiche che rendono unica un’opera d’arte. Insieme alle 150 illustrazioni a colori raffiguranti oggetti di rame, argento, pietra, coccio e terracotta, il famoso autore, esploratore e regista Hugh Thomson ci offre un racconto appassionante basato su una ricerca ap pro fondita del ruolo svolto dall’arte nella conquista del Messico da parte di Hernán Cortés e del Perù da parte di Francisco Pizarro.
25 x 31 cm, 400 p. 245 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-808-9 € 80,00
Dalla fine del XIX secolo molteplici artisti quali Gauguin, Picasso, Matisse, ma anche i surrealisti e molti altri fino ai nostri giorni si sono lasciati ispirare dall'arte africana. Lo stesso si è verificato anche nelle arti africane. Ogni forma scultorea racchiude in sé la memoria di un popolo, di una cultura, di una tradizione artistica, connotata da un approccio originale alle forme. Questo libro mette in mostra una collezione privata raccolta da un amatore illu minato e appassionato, nella quale emerge la sua attenzione nell'accurata selezione e sensibilità nei confronti di forme appartenenti a diverse culture africane. Maschere, reliquiari, segni scolpiti del Gabon, effigi e statuette del Congo Brazzaville e del Congo Kinshasa, ma anche splendide rappresentazioni dell’Africa occidentale, dal Mali al Camerun, dai Koro e dai Mossi agli Ejagham ed Ekoi in Nigeria, passando per i Guro in Costa d’Avorio. Meravigliose evocazioni del patrimonio universale delle forme artistiche.
24 x 28,5 cm, 312 p. 181 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-831-7 € 59,00
Dall’inizio del XX secolo, in un periodo di cambiamento particolarmente fervido per l’arte, l’Occidente, e in particolare la Francia, guardano a culture lontane e a civiltà poco conosciute. Alcuni artisti rivoluzionari individuano nelle creazioni di quelle culture forme “nuove” che li ispi rano. Il periodo del secondo dopoguerra, in particolare a partire dal 1950, vede infatti avventurosi viaggiatori francesi alla ricerca di opere che possano sorprendere ed entusiasmare i collezionisti. Oggi si parla di “primitivismo”. La straordinaria espressività emanata dall’armonia delle forme nelle opere più belle li colpisce profondamente. Guillaume Apollinaire, riferendosi all’arte africana, parla di “principi della grande arte”. Quella "grande arte" corrisponde a periodi creativi spesso collocabili nel XIX secolo, ma per tante culture anche antecedenti.
24 x 28,5 cm, 288 p. 277 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-815-7 € 80,00
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BIJOUX D E S TO I T S D U M ON D E D E L A C HI NE AU C AUC A S E A cura di Berenice Geoffroy-Schneiter
B I J OU X D ’ OR I ENT S L OI N TA I N S AU F IL D E L’ OR AU F IL D E L’ E AU Testi di Monique Crick e Bérénice Geoffroy-Schneiter
A SIA IMAGINED IN T HE B AU R A ND C A RT IER CO LLECT IO NS A cura di Estelle Niklès van Osselt Testi di Estelle Niklès van Osselt, Song Haiyang e Pascale Lepeu
Sulla falsariga del primo volume, Bijoux des toits du monde, questo libro ci conduce lungo la via marittima di questo percorso entrato nel mito grazie alla bellezza di gioielli etnici e antichi. Per svelare la ricchezza e la varietà delle culture dei regni che si estendevano dall’Arabia all’Asia insulare, è stato scelto come filo conduttore l’oro, metallo leggendario simbolo di eternità. Gioielli di eccezionale qualità, fragili testimoni dello straordinario virtuosismo degli orafi anonimi che immortalarono su piccole superfici la loro fede e i loro sogni, rivelano popoli, civiltà e culture di cui si perde il ricordo. Lungi dall’essere inutili carabattole, questi ornamenti per il capo, collane, orecchini, braccialetti o cinture gioiello scandiscono le grandi tappe della vita e molto spesso sono loro associate virtù protettive.
Nel XIX e XX secolo si collezionano “curios”, così chiamate a giusto titolo perché suscitano la “curiosità”. Questi oggetti esotici provenienti dalla Cina e dal Giappone, ornati con decorazioni fan tasiose, realizzati in materiali diversi, alcuni dei quali ancora poco conosciuti, con quistano gli occidentali. Provocano una mania per l’Asia, ammaliano gli appassionati e influenzano profondamente le arti grafiche europee. Questo affascinante periodo suscita vocazioni: quella del collezionista per Alfred Baur e quella di creatori per Alfred Cartier e i suoi tre figli, Louis, Pierre e Jacques. Se i pezzi in stile asiatico del gioielliere parigino sono generalmente conosciuti, il loro contesto culturale e storico lo è molto meno. Così è nata l’idea di confrontare questi gioielli con le collezioni della Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra.
21 x 27 cm, 264 pp. 250 illustrazioni a colori bossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-751-8 € 55,00
25,5 x 34 cm, 336 p. 460 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-722-8 € 80,00
Dalle cime innevate del Caucaso alle montagne celesti dell’Impero cinese, dalla valle di Swata a quella di Kathmandu, si sono incontrate le più grandi civiltà del mondo: la Persia di Dario, la Grecia di Alessandro, l’India di Buddha, senza dimenticare i nomadi delle steppe dell’Asia centrale, mondo “nebuloso” quanto affascinante e sfuggente. Pellegrini, viaggiatori e commercianti, ma anche diplomatici, archeologi e storici hanno viaggiato a loro volta in queste regioni aspre e selvagge. Tutti hanno ceduto alla bellezza incontaminata di questi “tetti del mondo”, spazzati da tempeste e venti, microcosmi di una purezza arcaica e senza pari. Testimoni fragili della straordinaria avventura umana che fu la Via della Seta, i gioielli sono il ricordo di questi popoli e di queste culture, il loro cordone ombelicale. Riccamente illustrato, il libro concilia archeologia e etnologia, e restituisce il contesto geografico e spirituale di questi gioielli senza tempo. Il volume ha accompagnato l’esposizione che si è tenuta alla Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, a Ginevra nell’autunno 2012. 21 x 27 cm, 176 pp. 134 illustrazioni a colori brossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-583-5 € 40,00
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THE J E W I S H WA R D ROB E FROM T HE CO LLE C TION O F TH E I SR A E L M US E UM , JE RUS A LE M A cura di Esther Juhasz Fotografie di Mauro Magliani Styling di Sandrard
R E -E N V I S I O NING JA PA N M E IJI F IN E ART T EXT ILES A cura di John E. Vollmer
CO ST UMI E T ESSUT I DELL’A FR IC A DA I BER BER I AGLI Z U LU Anne-Marie Bouttiaux, Anne van Cutsem-Vanderstraete, John Mack, Frieda Sorber Fotografie di Mauro Magliani Styling di Sandrard
Re-envisioning Japan è il primo libro veramente esauriente sui tessuti artistici giapponesi del periodo Meiji (1868–1912). Sontuosamente illustrato con sensazionali esemplari provenienti da Giappone, Europa e Nord America, il libro presenta tessuti che rivelano lo straordinario talento degli artisti e artigiani Meiji, la cui produzione si stava orientando verso i mercati internazionali. Il Giappone si apriva infatti proprio in quegli anni al mondo esterno, dopo secoli di isolamento quasi totale. Partendo dalle tecniche tradizionali della tessitura giapponese, risalenti ai secoli precedenti, i creatori di questi tessuti cercarono di modernizzarne la produzione, aprendola agli influssi stilistici occidentali per aumentare le esportazioni e con esse il prestigio del loro paese nel mondo.
La collezione di vestiti ebraici dell'Israel Museum di Gerusalemme è la più grande al mondo ed è costituita da esemplari unici appartenenti alla ricca storia delle comunità ebraiche provenienti dai cinque continenti La raccolta, basata su una ricerca approfondita, rivela la ricchezza e la varietà dell’abbigliamento ebraico prima della modernizzazione e rappresenta un colle gamento tra numerose comunità sparse nel mondo. Il libro analizza, attraverso la storia dei vestiti, l’impatto della diaspora degli ebrei sul loro abbigliamento. Questo volume presenta le immagini dei capi d'abbigliamento affiancate da rare fotografie d’archivio che attestano il gusto individuale e comunitario nelle varie epoche, offrendo una meravigliosa fonte di ispirazione per i moderni creatori di moda, ed esplora temi importanti quali l’identità ebraica, l’integrazione e la segregazione, la tradizione e l’innovazione. 24 x 28 cm, 368 p. 350 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-602-3 € 60,00
24,5 x 32,5 cm, 248 p. 120 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta lingua inglese ISBN 978-88-7439-739-6 € 75,00 ISBN 88-7439-739-6
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Tre decenni di passione comune hanno condotto Zaira e Marcel Mis a dar vita a una ricca collezione di tessuti, abiti e parures cerimoniali fabbricate dalle etnie di tutto il mondo. Questo splendido volume permette di scoprire la loro pregevole collezione. Lana, cotone, rafia e corteccia, sono i materiali utilizzati, mentre i disegni si caratterizzano per le forme geometriche e astratte; sono rintracciabili anche motivi figurativi stilizzati, che illustrano frequente mente episodi storici o mitologici africani. I saggi descrivono la storia dello sviluppo dei procedimenti e la ricchezza del simbolismo espressa in questa vera e propria forma di eredità culturale. Le fotografie illustrano lo splendore di tessuti intricati e al contempo raffinati.
24 x 29 cm, 320 p. 300 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione italiana ISBN 978-88-7439-478-4 € 59,00
T I TO L I R E C E N T I [ 1 0 5 ]
Il progetto Tailormade nasce dalla nostra passione per il bello e per la qualità e dalla volontà di valorizzare il vasto e affascinante patrimonio culturale dei cinque continenti, creandogli un abito cucito su misura.
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Tailormade, la nuova linea editoriale di 5 Continents Editions, unisce la sua esperienza nel mondo dell’editoria e l’eccellenza nel campo della stampa ma soprattutto mette insieme un gruppo di professionisti con la volontà comune di produrre un lavoro di eccellenza. Con edizioni a tiratura limitata, uniche e raffinate, Tailormade ricrea un legame con il savoir-faire di un tempo passato. Ogni libro è curato, come se fosse ricamato a mano, per bibliofili che vogliono ancora meravigliarsi. Continuamente alla ricerca di tesori nascosti, Tailormade vuole svelare opere fuori dal comune, inedite, a volte passate inosservate ma vuole anche dare nuova vita a Icone, produzioni di grandi maestri, offrendo, attraverso uno sguardo innovativo, un punto di vista singolare. Infine,Tailormade si addentra nella tradizione di creatori di Haute Couture e nella storia dietro le quinte dei loro atelier. Grazie all’idea di un creatore, all’occhio di un fotografo o alla penna di un autore, ogni pubblicazione racconta una storia diversa tessuta intorno a una o più opere uniche. Ogni progetto presenta una grafica studiata ad hoc, una stampa di altissima qualità e una rilegatura unica affinché lo scrigno e il contenuto siano in perfetta armonia. Tailormade ama il bello, la natura, l’uomo e la sua creatività. La componente umana è fondamentale nel processo creativo e nella fase produttiva dei progetti Tailormade, tanto che ogni libro è connotato da un’anima peculiare. La produzione de Le Danzatrici della Villa dei Papiri ha richiesto la collaborazione di oltre dieci professionisti. L’unicità del libro, del suo contenitore e della confezione che racchiude la fotografia sono stati concepiti in modo unitario. La sola scatola metallica ha richiesto il contributo di quattro differenti artigiani. Luigi Spina ha sovrinteso alla stampa della fotografia, avvenuta nella città dove le cinque danzatrici sono oggi custodite.
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L E DA N Z AT R ICI DELLA V ILLA DEI PA P IR I Fotografie di Luigi Spina Testo di Stefano De Caro
Edizione speciale in soli 100 esemplari numerati Volume cartonato racchiuso in un cofanetto metallico contenente una fotografia originale di Luigi Spina 23,5 x 33 cm, 192 p. 70 illustrazioni a colori € 950,00 Il volume è disponibile solo presso l’editore
Questa preziosa e limitata edizione è dedicata al gruppo delle cinque Danzatrici portate alla luce, sotto le ceneri del Vesuvio, dall’archeologo Karl Weber tra il 1754 e il 1756 nella Villa dei Papiri di Ercolano. Si trattò di un ritrovamento eccezionale nella storia dell’archeologia: gli ambienti della villa erano infatti decorati da centinaia di spettacolari sculture bronzee e marmoree, e custodivano una raccolta di oltre un migliaio di papiri. Le Danzatrici - oggi conservate al Museo Archeologico Nazionale di Napoli - si inseriscono quindi in questo quadro. Costituivano una piccola parte di una collezione più ampia che abbelliva la grande villa di piacere situata nel golfo di Napoli, dove l’aristocrazia romana si dilettava a coltivare lo spirito con la letteratura e la filosofia. Dai tempi di Scipione l’Africano in poi la Campania e in particolare il golfo di Napoli era infatti diventata la regione preferita per queste dimore. Oggi lo splendore del bronzo dorato che in antico connotava i corpi delle Danzatrici si è perduto sotto la patina verde scuro conferita dai restauratori borbonici. Ma questo, in fondo, non è un male perché, prive degli antichi colorismi, tali figure sono diventate per noi pure forme e volumi, sia nei dettagli dei movimenti sia nell’insieme del gruppo. La poetica fotografica di Luigi Spina offre una descrizione visuale di queste cinque giovani donne in movimento, mentre la narrazione di Stefano De Caro le riconduce al contesto storico-artistico nel quale furono realizzate. Le Danzatrici della Villa dei Papiri costituiscono un viaggio visuale senza tempo alla scoperta dell’origine della bellezza. Luigi Spina è un fotografo napoletano. Ha partecipato alla nona edizione del festival internazionale della fotografia di Roma e a MIAFAIR 2013 con il progetto-libro The Buchner’s boxes. Con 5 Continents Editions ha pubblicato, tra gli altri, The Buchner’s boxes, Diario Mitico. Cronache visive sulla collezione Farnese, Tazza Farnese, e insieme a Valeria Sampaolo cura la collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli». Stefano De Caro, direttore generale di ICCROM (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali), è archeologo, scrittore e docente. Ha insegnato in diverse università italiane, ed è membro di diverse associazioni culturali di professionisti sia in Italia che all’estero, tra cui l’Europae Archaeologiae Consilium. È stato Direttore Generale delle Antichità presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
EDIZIONE SPECIALE [109]
CORPS ET ESPRITS Regards croisés sur la Méditerranée antique 28 x 24 cm, 208 p. 320 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-672-6 € 39,00
PRETIOSA VITREA L'arte vetraria antica nei musei e nelle collezioni private della Toscana 19 x 25,5 cm, 144 p. 124 illustrazioni a colori brossura bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-804-1 € 35,00
DONATION JANET ZAKOS De Rome à Byzance Collections byzantines du MAH – Genève 24 x 28,5 cm, 320 p. 250 illustrazioni a colori, cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-687-0 € 60,00
À LA TOMBÉE DE LA NUIT... Art et histoire de l’éclairage 24 x 28,5 cm, 256 p. 280 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-608-5 € 42,00
CROCI E CROCIFISSI Tesori dall'VIII al XIX secolo 24 x 33 cm, 344 p. 254 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-523-1 € 80,00
BYZANCE EN SUISSE 24,5 x 30 cm, 616 p. 764 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-728-0 € 85,00 ISBN 88-7439-728-0
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LE GÉNÉRAL DE BEYLIÉ, 1849-1910 Collectionneur et mécène 20 x 26 cm, 166 p. 150 illustrazioni a colori, brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-563-7 € 32,00
L’ARTISTE COLLECTIONNEUR DE DESSIN – I De Giorgio Vasari à aujourd’hui 16,5 x 24 cm, 272 p. 24 ill. a colori e 150 in b/n, brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-378-7 € 35,00
HÉROS ANTIQUES La tapisserie flamande face à l’archéologie 24,5 x 30 cm, 192 p. 170 illustrazioni a colori, cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-520-0 € 39,00
[ A RT E M O D E R N A ]
CARAVAGGIO LA PREMIÈRE MEDUSA 28 x 28 cm, 168 p. 229 illustrazioni a colori cartonato bilingue francese/tedesco ISBN 978-88-7439-612-2 € 60,00
PALAZZO FARNESE 17 x 24 cm, 96 p. 90 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-436-4 € 18,00
REFLECTIONS ON RENAISSANCE VENICE A celebration of P. Fortini Brown 24 x 28,5 cm, 312 p. 150 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-634-4 € 60,00
AU FIL DES COLLECTIONS De Tiepolo à Degas 24 x 29 cm, 208 p. 130 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-621-4 € 35,00
JAMES PRADIER (1790-1852) Catalogue raisonné 23 x 29,5 cm, 512 p. 838 illustrazioni in bicromia cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-531-6 € 90,00
CLAUDE MELLAN L’écriture de la méthode 19 x 28 cm, 216 p. 86 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-708-2 € 45,00
NOBLESSE OBLIGE ! La vita in un castello nel 18° secolo 19 x 26 cm, 136 p. 100 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-643-6 € 25,00
MARCELLO Adèle d'Affry (1836-1879) duchessa di Castiglione Colonna 22 x 29 cm,192 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette ISBN 978-88-7439-683-2 € 35,00
THE POLLAIUOLO 17 x 24 cm, 92 p. 32 illustrazioni a colori e 5 in b/n cartonato edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-130-1 € 13,95
LÉONARD DE VINCI 17 x 24 cm, 120 p. 47 illustrazioni a colori e 9 in b/n cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-152-3 € 15,95
LA PITTURA IN LIGURIA NEL XV SECOLO 17 x 24 cm, 84 p. 32 illustrazioni a colori e 2 in b/n brossura ISBN 978-88-7439-190-5 € 12,95
DAVID 17 x 24 cm, 124 p. 48 illustrazioni a colori e 7 in b/n cartonato edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-122-6 € 15,95
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IMPRESSIONS FORTES 24 x 28 cm, 176 p. 100 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-770-9 € 39,00 ISBN 88-7439-770-9
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EL MODERNISMO De Sorolla à Picasso, 1880-1918 24 x 29 cm, 160 p. 130 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-574-3 € 35,00
RODIN L’accident. L’aléatoire 22,5 x 29,5 cm, 280 p. 200 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-684-9 € 39,00
EUGÈNE GRASSET (1845-1917) L’art et l’ornement 24 x 28 cm, 224 p. 254 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-576-7 € 40,00
THE ADVENT OF ABSTRACTION Russia, 1914-1923 20 x 24 cm, 164 p. 139 illustrazioni a colori brossura con alette edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-747-1 € 32,00
FÉLIX VALLOTTON CRITIQUE D’ART 16,5 x 24 cm, 256 p. 244 illustrazioni a colori e in bicromia brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-577-4 € 49,00
PEINTURE. ALEX KATZ & FÉLIX VALLOTTON 24 x 28 cm, 104 p. 75 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-647-4 € 30,00
SCULTURA ITALIANA 1960-2004 16,5 x 24 cm, 224 p. 74 illustrazioni a colori e 10 in b/n cartonato bilingue italiano/francese ISBN 978-88-7439-182-0 € 30,00
ART IMPRIMÉ CONTEMPORARY PRINTS 19 x 24 cm, 104 p. 100 illustrazioni a colori brossura bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-725-9 € 29,00
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ALICE BAILLY La fête étrange 24 x 28 cm, 200 p. 120 illustrazioni a colori e 40 in b/n brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-276-6 € 37,00
ISBN 88-7439-747-1
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FUTURISMO Avanguardiavanguardie 23,5 x 30 cm, 360 p. 378 illustrazioni a colori brossura con alette ISBN 978-88-7439-497-5 € 39,00
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788874 397471
ARTE POVERA 17 x 24 cm, 114 p. 48 illustrazioni a colori e 8 in b/n brossura edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-215-5 € 16,95
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JEAN CROTTI 21 x 26 cm, 128 p. 80 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-461-6 € 29,00
LUCIAN FREUD Portraits 23 x 29,5 cm, 256 p. 200 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-622-1 € 45,00
PENG WAN TS Peintures, dessins, écrits 28 x 28 cm, 324 p. 250 illustrazioni a colori e in b/n cartonato con sovraccoperta edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-379-4 € 80,00
CÉCILE REIMS L’œuvre gravé 1945-2011 24 x 29,7 cm, 328 p. 1435 illustrazioni a colori cartonato 978-88-7439-589-7 € 90,00
ISAMU NOGUCHI / QI BAISHI / BEIJING 1930 23 x 28 cm, 144 p. 75 illustrazioni a colori brossura con alette edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-639-9 € 30,00
SLASH Paper under the Knife 20,5 x 25,5 cm, 224 p. 230 illustrazioni a colori brossura con alette edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-529-3 € 35,00
PASSAGE EUROPE Realities, References 16,5 x 24 cm, 160 p. 61 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-168-4 € 30,00
CARLOS LUNA 30 x 29 cm, 180 p. 180 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-742-6 € 55,00 ISBN 88-7439-742-6
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RAYMOND HUMBERT D’un art, l’autre 24 x 28 cm, 144 p. 60 ill. a colori e 34 b/n cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-387-9 € 32,00
MoMA CONTEMPORARY HIGHLIGHTS. 250 opere del Museum of Modern Art di New York dal 1980 ai giorni nostri 14 x 24 cm, 280 p. 250 ill. a colori, brossura ISBN 978-88-7439-504-0 € 25,00
DANA 27,5 x 35,5 cm, 384 p. 898 ill. a colori e in b/n 2 volumi in cofanetto edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-696-2 € 100,00
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GIUSEPPE PENONE Regards croisés 22,5 x 29,5 cm, 160 p. 134 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-727-3 € 45,00
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[DESIGN]
LOOKING UP TM... Yinka Shonibare, MBE 21 x 21 cm, 176 p. 100 illustrazioni a colori brossura bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-564-4 € 29,00
FRANGI Nobu at Elba 27 x 31,5 cm, 192 p. 173 illustrazioni a colori 2 volumi rilegati in cofanetto ISBN 978-88-7439-110-3 € 48,00
BÊTES DE STYLE ANIMALS WITH STYLE 17 x 22 cm, 160 p. 80 illustrazioni a colori brossura bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-345-9 € 30,00
COMME DES BÊTES L’ours, le cochon, le chat et Cie 16,5 x 24 cm, 224 p. 200 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-458-6 € 30,00
PRISONERS’ OBJECTS The collection of the International Red Cross and Red Crescent Museum 19 x 24 cm, 160 p. 100 ill. a colori, cartonato edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-760-0 € 30,00
ILLUSIONS L'Art de la magie 25 x 31 cm, 248 p. 250 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-757-0 € 40,00
L’ÉLOGE DE L’HEURE Telling time 21 x 26 cm, 224 p. 219 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-720-4 € 40,00
CECI EST UNE ICÔNE Du chef-d’œuvre à la culture populaire 19,5 x 24 cm, 144 p. 174 illustrazioni a colori brossura con alette edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-655-9 € 24,90
DESIGN AMERICANO 21 x 21 cm, 160 p. 135 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-471-5 € 29,00
DESIGN GIAPPONESE 21 x 21 cm, 144 p. 135 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-472-2 € 29,00
ITALIAN DESIGN 21 x 21 cm, 160 p. 135 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-490-6 € 29,00
BRITISH DESIGN 21 x 21 cm, 144 p. 100 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-539-2 € 29,00
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[ A RT I A P P L I C AT E ]
ESTETICA DOMESTICA Le arti della casa 1920-1970 24 x 28,5 cm, 360 p. 362 illustrazioni a colori e 150 in b/n cartonato con sovraccoperta 978-88-7439-018-2 € 65,00
POTERIES DÉCORÉES DE SUISSE ALÉMANIQUE, XVIIe-XIXe SIÈCLES 24 x 25,5 cm, 536 p. 260 ill. a colori e 74 in b/n n/b cartonato bilingue francese/tedesco ISBN 978-88-7439-769-3 € 80,00 ISBN 88-7439-769-3
LA MANUFACTURE DE PORCELAINE DE LANGENTHAL, ENTRE DESIGN INDUSTRIEL ET VAISSELLE DU DIMANCHE 21 x 24 cm, 168 p. 90 ill. a colori, brossura bilingue francese/tedesco ISBN 978-88-7439-605-4 € 35,00
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PASSIONNÉMENT CÉRAMIQUE Collection Frank Nievergelt 24,5 x 27 cm, 224 p. 214 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-734-1 € 35,00
LALIQUE Glorious glass, magnificent crystal 19,5 x 28,5 cm, 416 p. 358 illustrazioni a colori 8 volumi in cofanetto lingua inglese ISBN 978-88-7439-740-2 € 120,00 ISBN 88-7439-741-9
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20 YEARS DOLCE & GABBANA 24 x 32 cm, 536 p. 1300 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-246-9 € 90,00
VERRE ÉMAILLÉ EN SUISSE, XVIIe-XIXe SIÈCLES 24 x 25,5 cm, 320 p. 286 illustrazioni a colori cartonato bilingue francese/tedesco ISBN 978-88-7439-768-6 € 60,00 ISBN 88-7439-768-6
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788874 397686
ORPHÉE & EURYDICE Danse et mythologie 28 x 24 cm, 96 p. 50 illustrazioni a colori cartonato bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-555-2 € 32,00
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IL GUSTO DELLE STAGIONI La cucina umbra di Maria Luisa Scolastra 19 x 24 cm, 420 p. 228 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-650-4 € 34,90
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[ F OTO G R A F I A ]
HOME 31 x 24 cm, 72 p. 40 illustrazioni in tricromia cartonato trilingue italiano/inglese/francese ISBN 978-88-7439-619-1 € 30,00
LUOGHI SILENZIOSI 28 x 24 cm, 128 p. 60 illustrazioni in bicromia cartonato ISBN 978-88-7439-303-9 € 35,00
FIORI DI LUNA La vegetazione afroalpina del Ruwenzori 28 x 24 cm, 82 p. 54 illustrazioni in bicromia e13 in b/n cartonato ISBN 978-88-7439-421-0 € 35,00
MONT-SAINT-MICHEL Dell'ombra e della luce 28 x 24 cm, 104 p. 45 illustrazioni in bicromia cartonato ISBN 978-88-7439-282-7 € 28,00
MAROC INTIME 28 x 24 cm, 96 p. 42 illustrazioni in bicromia cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-610-8 € 25,00
EMPIRE Impressions de Chine 28 x 24 cm, 128 p. 72 illustrazioni in bicromia cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-153-0 € 30,00
IGBOLAND 29 x 23 cm, 80 p. 30 illustrazioni in tricromia cartonato trilingue italiano/francese/inglese ISBN 978-88-7439-611-5 € 25,00
HIGH ALTITUDE ALT + 1000, festival de photographie 2011 29 x 23,5 cm, 112 p. 65 illustrazioni a colori, brossura bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-588-0 € 29,00
PASSAGERS 22 x 25 cm, 240 p. 143 illustrazioni in bicromia e 22 a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-640-5 € 39,00
UN MILIARDO DI INDIANI 28 x 22 cm, 156 p. 84 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-046-5 € 39,95
FAMILY SHOPS La sfida del piccolo commercio 24 x 24,5 cm, 156 p. 60 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-344-2 € 35,00
ÉMILE SAVITRY Un photographe de Montparnasse 21 x 23 cm, 112 p. 92 illustrazioni in bicromia brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-593-4 € 25,00
[ 1 1 6 ] C ATA L O G O
[ F OTO G R A F I A ]
LA PHOTOGRAPHIE HONGROISE 24 x 28 cm, 240 p. 200 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-592-7 € 29,00
CON LA LUCE DI ROMA Fotografie dal 1840 al 1870 nella collezione Marco Antonetto 22 x 29 cm, 256 p. 231 illustrazioni a colori brossura con alette bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-738-9 € 45,00
IMMAGINARE NEW YORK Fotografie della collezione del MoMA 22 x 25 cm,152 p. 139 illustrazioni in bicromia cartonato ISBN 978-88-7439-517-0 € 35,00
ROBERT MAPPLETHORPE Photographies 24,1 x 30,5 cm, 340 p. 241illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-748-8 € 60,00
HIGH ALTITUDE Alt. +1000, festival de photographie 2013 16,5 x 24 cm, 112 p. 90 ill. a colori, brossura con alette bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-652-8 € 29,00
FANNO FINTA DI NON ESSERCI 26 x 30,5 cm, 116 p. 35 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-624-5 € 60,00
THE GREAT WAR The Persuasive Power of Photography 28 x 28 cm, 144 p. 87 ill. a colori, cartonato bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-680-1 € 35,00
DIARIO MITICO Cronache visive sulla collezione Farnese 27,5 x 34 cm, 160 p. 120 illustrazioni in tricromia cartonato con sovraccoperta ISBN 978-88-7439-790-7 € 59,00
YANOMAMI 24 x 24 cm, 84 p. 48 illustrazioni in bicromia cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-614-6 € 25,00
INDIENS D’AMAZONIE Réminiscences d’un passé lointain 28 x 24 cm, 136 p. cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-489-0 € 35,00
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[ A RT E A F R I C A N A ]
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ARTS OF NIGERIA IN FRENCH PRIVATE COLLECTIONS 24 x 28 cm, 288 p. 200 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-581-1 € 55,00
VISIONS OF GRACE 100 Masterpieces from the Collection of D. and M. Malcolm 25 x 30 cm, 256 p. 125 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-686-3 € 50,00
FÉTICHES ET OBJETS ANCESTRAUX D’AFRIQUE 24 x 28,5 cm, 288 p. 163 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-654-2 € 59,00
INTIMATE CONVERSATIONS African Miniatures 25 x 30 cm, 336 p. 220 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-746-4 € 65,00
AFRICAN ART Portraits of a Collection 28 x 28 cm, 332 p. 237 illustrazioni a colori cartonato bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-744-0 € 90,00 ISBN 88-7439-744-0
MICRO MONUMENTALITY A Tribute to Miniature Works of African Art 23 x 23 cm, 272 p. 245 illustrazioni a colori cartonato bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-716-7 € 48,00
KULANGO Wild and Mysterious Spirits from the Pierluigi Peroni Collection 23 x 23 cm, 256 p. 180 illustrazioni a colori cartonato bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-780-8 € 48,00
DES CUILLÈRES ET DES HOMMES 20 x 26 cm, 160 p. 25 illustrazioni a colori e 83 in b/n cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-594-1 € 35,00
L’AFRIQUE DE NOS RÉSERVES Collections en Rhône-Alpes 20 x 26 cm, 112 p. 166 illustrazioni a colori brossura edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-620-7 € 29,50
MUMUYE Sculptures du Nigeria. La figure humaine réinventée 24,5 x 34 cm, 128 p. 80 ill. a colori e 30 in b/n, cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-750-1 € 75,00
RÊVES SUR BOIS Appuie-nuque de l’Afrique de l’Est 24 x 28 cm, 240 p. 268 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-712-9 € 45,00
788874 397440
POWERFUL HEADDRESSES AFRICA | ASIA 24 x 28,5 cm, 200 p. 142 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-551-4 € 55,00
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[ A RT E P R E C O L O M B I A N A | A RT E A S I AT I C A | A RT E O C E A N I C A ]
PERU Kingdoms of the Sun and the Moon 24 x 28 cm, 380 p. 320 ill. a colori, cartonato edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-629-0 € 55,00
ÉQUATEUR L’art secret de l’Équateur précolombien 24 x 30 cm, 360 p. 260 ill. a colori, cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-338-1 € 80,00
ART PRÉCOLOMBIEN La collection Barbier-Mueller 23 x 30 cm, 644 p. 663 ill. a colori, cartonato 2 volumi in cofanetto e catalogo Sotheby’s bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-646-7, € 150,00
CHINE IMPÉRIALE Splendeurs de la dynastie Qing (1644-1911) 21 x 27 cm, 216 p. 200 ill. a colori, brossura con alette edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-692-4 € 49,00
A MILLENNIUM OF MONOCHROMES. The Baur and the Zhuyuetang Collections 21 x 27 cm, 392 p. 240 ill. a colori, cartonato edizione in lingua inglese con riassunti in cinese ISBN 978-88-7439-838-6 € 90,00
ALFRED BAUR Pionnier et collectionneur 24 x 28,5 cm, 458 p. 360 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-694-8 € 250,00
L'AVENTURE CHINOISE Une famille suisse à la conquête du Céleste Empire 21 x 27 cm, 168 p. 194 ill. a colori, brossura con alette edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-755-6 € 40,00
TEXTILES BOUDDHIQUES JAPONAIS 22,5 x 28 cm, 336 p. 410 ill. a colori cartonato con sovraccoperta bilingue francese/inglese ISBN 978-88-7439-645-0 € 120,00
ISBN 88-7439-755-6
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TEXTILES FROM BORNEO Iban, Kantu, Ketungau, and Mualang Peoples 24,5 x 33 cm, 224 p. 181 illustrazioni a colori e 25 in b/n cartonato con sovraccoperta edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-651-1 € 59,00
BISMARCK ARCHIPELAGO ART 27,5 x 35,5 cm, 328 p. 210 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-659-7 € 125,00
788874 397556
TRÉSORS DES ÎLES SALOMON La collection Conru 25 x 31 cm, 200 p. 130 illustrazioni a colori cartonato edizione in lingua francese ISBN 978-88-7439-494-4 € 80,00
EMBODIED SPIRITS Gope Boards from the Papuan Gulf 24 x 35,5 cm, 356 p. 222 illustrazioni a colori e in b/n cartonato con sovraccoperta edizione in lingua inglese ISBN 978-88-7439-705-1 € 125,00
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Le novità sono in grassetto
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20 Years Dolce & Gabbana (115) Advent of Abstraction, The (112) African Art (118) African Sculptures and Forms (103) Afrique de nos réserves, L’ (118) À la tombée de la nuit... Art et histoire de l’éclairage (110) Alexander Calder. Radical Inventor (95) Alfred Baur. Pionnier et collectionneur (119) Alice Bailly (112) Allo Kafi Gida. Secret Qu’ranic Boards from Northern Nigeria (74) Almanach de l’Art Brut (101) Aloïse. Le ricochet solaire (100) Amazzonomachia - Oggetti rari e preziosi al MANN (93) Architecture – Art Brut. The Collection (101) Art Brut from Japan, another look (100) Art imprimé – Contemporary Prints (112) Artiste collectionneur de dessin - I, L’ (110) Art précolombien (119) Arts of Nigeria in French Private Collections (118) Arte Povera (112) Artico (68) Asia imagined. In the Baur and Cartier Collections (104) Asia Chic. Or how Japanese and Chinese Textiles influenced Fashion during the roaring Twenties (46) Au fil des collections. De Tiepolo à Degas (111) Aventure chinoise. Une famille suisse à la conquête du Céleste Empire, L’ (119) Baga – Visions of Africa (78) Béatrice Helg (58) Before Time Began (72) Bêtes de style. Animals with Style (114) Bijoux d’Orients lointains (104) Bijoux des toits du monde (104) Bill Traylor (12) Bismarck Archipelago Art (119) Body – Art Brut. The Collection (101) Borobudur, joyau de l’art bouddhique (102) British Design – MoMA Design Series (114) Buchner Boxes, The (97) Byzance en Suisse (110) Canada Pavilion at the Venice Biennale, The (52) Canova. Quattro Tempi.Volume I (10) Capre o pecore (66) Caravaggio. La première Medusa (111) Carlo Zinelli. Recto Verso (40) Carlos Luna (113) Ceci est une icône (114) Cécile Reims. L’œuvre gravé 1945-2011 (113) Centauri - Oggetti rari e preziosi al MANN (93) Charlotte Perriand and Photography. A Wide-Angle Eye (56) Chine impériale (119) Claude Mellan. L’écriture de la méthode (111)
Collector’s Visions (103) Comme des bêtes (114) Con la luce di Roma (117) Corps et esprits. Regards croisés sur la Méditerranée antique (110) Costumi e tessuti dell’Africa. Dai Berberi agli Zulu (105) Croci e crocifissi (110) Dana (113) David (111) De l’aigle à la louve. Monnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soi (92) Diario Mitico (117) Des cuillères et des hommes (118) Design americano – MoMA Design Series (114) Design giapponese – MoMA Design Series (114) Donation Janet Zakos. De Rome à Byzance – Collections byzantines du MAH – Genève (110) Ellora (84) El Modernismo. De Sorolla à Picasso (112) Éloge de l’heure, L’ | Telling Time (114) Embodied Spirits (119) Émile Savitry. Un photographe de Montparnasse (116) Empire. Impressions de Chine (116) Équateur (119) Estampes de Paul Klee, Les (96) Estetica domestica. Le arti della casa 1920-1970 (115) Eugène Grasset (1845-1917) (112) Extended Moment, The. Fifty Years of Collecting Photographs at the National Gallery of Canada (99) Fabienne Verdier. Sur les terres de Cézanne (29) Family Shops. La sfida del piccolo commercio (116) Fanno finta di non esserci (117) Félix Vallotton (20) Félix Vallotton. Critique d’art (112) Fernando Costa (96) Fernando Costa. Ici repose la guerre 1914-1918 | RIP the First World War (26) Fétiches et objets ancestraux d’Afrique (118) Fiori di luna (116) Fortier, photographie. De Conakry à Tombouctou (99) Frangi. Nobu at Elba (114) Friedrich Nietzsche and the Artists of the New Weimar (18) Futurismo (112) Gauguin. Portraits (15) Général de Beylié, Le (110) Giacometti, Marini, Richier (96) Giuseppe Penone. Regards croisés (113) Great War. The Persuasive Power of Photography, The (117) Guro – Visions of Africa (78) Hemba (97)
Héros antiques. La tapisserie flamande face à l’archéologie (110) High Altitude. ALT +1000, festival de photographie 2011 (116) High Altitude. Alt. +1000, festival de photographie 2013 (117) Home (116) Igbo – Visions of Africa (78) Igboland (116) Il gusto delle stagioni. La cucina umbra di Maria Luisa Scolastra (115) Illusions. L’art de la magie (114) Images du Dahomey (86) Immaginare New York (117) Impressions fortes (112) Impressionist Treasures. The Ordrupgaard Collection (94) Indiens d’Amazonie. Réminescences d’un passé lointain (117) Indiens d’Amazonie.Vingt belles années. 1955-1975 (88) In Praise of the Human Form. Arts of Africa, Oceania and America (80) Intimate Conversations. African Miniatures (118) In the Atelier. Erik Desmazières printmaker René Tazé printer (24) Isamu Noguchi/ Qi Baishi /Beijing 1930 (113) Italiano Design– MoMA Design Series (114) James Pradier (1790-1852). Catalogue raisonné (111) Jean Crotti (113) Jean Dubuffet e Venezia (39) Jewish Wardrobe, The. From the Collection of the Israel Museum, Jerusalem (105) Karl Blossfeldt. Les essentielles (64) Khajuraho. Indian Temples and Sensuous Sculptures (102) Kifwebe. A Century of Songye and Luba Masks (76) Kota – Visions of Africa (78) Kuba – Visions of Africa (78) Kulango (118) Lalique (115) La pittura in Ligura nel XV secolo (111) Le Canada et l’Impressionnisme. Nouveaux Horizons (31) Le Danzatrici della Villa dei Papiri - Tailormade (109) Léonard de Vinci (111) Looking uptm... Yinka Shonibare, MBE (114) Luba – Visions of Africa (78) Lucian Freud. Portraits (113) Luoghi silenziosi (116) Manufacture de porcelaine de Langenthal, entre design industriel et vaisselle du dimanche, La (115) Marcello (111) Maria Lai. Tenendo per mano il sole (8) Maroc Intime (116) Memorie del vaso blu - Oggetti rari e preziosi al MANN (93)
Micro Monumentality (118) Miliardo di indiani, Un (116) Millennium of Monochromes. From the Great Tang to the Hight Qing, A (119) Miró à Majorque. Un Esprit Libre (16) MoMA Contemporary Highlights (113) Monet. A Bridge to Modernity (94) Mont-Saint-Michel. Dell’ombra e della luce (116) Mossi – Visions of Africa (78) Mumuye (118) Mur | Murs. Jacques Kaufmann, Ceramic Architecture (50) Noblesse oblige! La vita in un castello del 18° secolo (111) Occhio del fotografo, L’ (98) Orphée & Eurydice. Danse et mythologie (115) Oscar G. Rejlander. Artiste photographe (99) Palazzo Farnese (111) Palézieux. Œuvres sur papier (22) Pablo Reinoso (34) Paris (54) Passage Europe. Realities, References (113) Passagers (116) Passato & Presente. Un viaggio grafico nel tempo (70) Passionnément céramique. Collection Frank Nievergelt (115) Peinture. Alex Katz & Félix Vallotton (112) Pende – Visions of Africa (78) Peng Wan Ts. Peintures, dessins, écrits (113) Peng Wan Ts. Regards (36) Peru. Kingdoms of the Sun and the Moon (119) Photograph Albums of Jean Dubuffet, The (101) Photographie hongroise, La (117) Picasso. Lever de rideau. L’arène, l’atelier, l’alcôve (95) Pierre Dartevelle and African Art. Memory and Continuity (83) Pollaiuolo, The (111) Pont-Aven School, The. Cradle of the Modern Sensibility (94) Poteries décorées de Suisse alémanique, xviie-xixe siècles (115) Powerful Headdresses Africa | Asia (118) Pretiosa Vitrea. L’arte vetraria antica nei musei e nelle collezioni private della Toscana (110) Prisoner’s Objects (114) Raymond Humbert. D’un art, l’autre (113) Re-envisioning Japan (105) Reflections on Renaissance Venice (111) Regard oblique, Le (60) Regarder le paysage | Die Landschaft Betrachten (32) Renversant ! Quand art et design s’emparent du verre (49) Rêves sur bois. Appuie-nuque de l’Afrique de l’Est (118) Robert Mapplethorpe. Photographies (117) Rodin (112) Satiro Ebbro - Oggetti rari e preziosi al MANN (92)
Scultura italiana (1960-2004) (112) Sette Sapienti - Oggetti rari e preziosi al MANN (93) Slash. Paper under the Knife (113) Tailormade (106) Tazza Farnese – Tesori Nascosti (92) Textiles bouddhiques japonais (119) Textiles from Borneo. Iban, Kantu, Ketungau, and Mualang Peoples (119) Theatres – Art Brut. The Collection (42) Travelling with Cortés and Pizarro. Discovering Fine Pre-Columbian Art (103) Traverser la lumière. Bazaine, Bissière, Elvire Jan, Le Moal, Manessier, Singier (95) Trésors des îles Salomon. La collection Conru (119) Uova (62) Vaudou | Voodoo | Vudù (97) Vehicles - Art Brut. The Collection (101) Verre émaillé en Suisse, xviie-xixe siècles (115) Vestire la moda. Gioielli non preziosi dal 1750 ai nostri giorni (44) Visions of Grace (118) Zefiro e Clori - Oggetti rari e preziosi al MANN (93) We – Visions of Africa (79) Yanomami (117) Yoruba – Visions of Africa (78)
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[ C R E D I T I F OTO G R A F I C I ]
p. 6-7
Fabienne Verdier, 2006.
p. 61
© Luciano Romano
Foto: Dolores Marat.
p. 63
© Paul Starosta
James Wilson Morrice, Venise au crépuscule,
p. 64-65 © Karl Blossfeldt
© Archivio Maria Lai by SIAE 2019
1901–1902 circa, olio su tela,
p. 67
© Kevin Horan
Maria Lai, Curiosape, 1991, filo, stoffa.
65,4 × 46,3 cm. Musée des beaux-arts
p. 69
© Vincent Munier
Collezione privata. Courtesy Archivio
de Montréal. Lascito di Gwendolen
p. 70-71 © Orith Kolodny
Maria Lai © Archivio Maria Lai by SIAE
Rutherfurd Caverhill (1949.1005)
p. 73
Maria Lai, Senza Titolo, 1991, filo, stoffa,
p. 28
cm 18 x 16. Collezione privata. Courtesy Archivio Maria Lai p. 8
2019 (dettaglio)
p. 30
p. 33
Women’s Law alive in our Country, 2018
Ernest Biéler (1863-1948), Le Grammont,
(dettaglio). Betty Muffler, Angkaliya Curtis
p.11
© Luigi Spina
s.d. [ca. 1918], pastello su carta,
© 2019, ProLitteris, Zurich | Wawiriya
p.13
Bill Traylor (United States, 1853–1949),
51,4 x 66,2 cm, inv. BA 1558, dono della
Burton © Copyright Agency. Photo
Untitled (Two Men, Dog, and Owl),
Fondation Michel Lehner 2000,
Montgomery, Alabama, 1939–1942.
Musée d’art du Valais © Musées cantonaux
p. 75
© Vincent Girier-Dufournier
du Valais, Sion; foto: Michel Martinez, Sion
p. 77
© Alan Shaffer
© Wael Khoury
p. 81
© Vincent Girier-Dufournier
p. 82
© Hughes Dubois
Jean Dubuffet, Mire G 48 (Kowloon), 1983
p. 85
© Iago Corazza
© Archives Fondation Dubuffet
p. 87
© Daniela Moreau/ Acervo África
Carlo Zinelli, senza titolo, tra il 1957
p. 89
© René Fuerst
of Marion Koogler McNay (1950.46)
e 1958, gouache su carta, 35 x 50 cm,
p. 90-91 © Luigi Spina
Joan Miró, Peinture, 1977 circa.
foto: Atelier de numérisation – Ville
p. 98
Olio e carboncino su tela, 100 x 80,5 cm.
de Lausanne, Collection de l’Art Brut,
foto dal grattacielo Woolworth, 1912-13.
Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca
Lausanne (cab-1130)
Brown Brothers, New York © The Museum
Carlo Zinelli, senza titolo, 1962, gouache
of Modern Art, New York
Matita colorata e carboncino su cartone,
p. 15
34,9 x 27,6 cm. The William Louis-Dreyfus
p. 35
Foundation Inc.
p. 36-37 © Philippe Wang
Paul Gauguin, Self-Portrait with Idol, 1893
p. 38
circa, olio su tela, 43.8 × 32.7 cm. McNay Art Museum, San Antonio, Texas. Bequest p. 17
(FPJM-31) © Successió Miró / SOCAN, p. 19
p. 40
p. 41
su carta, 35 x 50 cm. Foto: Atelier
su carta, 70 x 50 cm (cab-2130).
verte, 1908, olio su carta, 50,2 × 65,4 cm
de numérisation – Ville de Lausanne,
Foto: Henri Germond © Fondazione
Indianapolis Museum of Art, Indianapolis,
Collection de l’Art Brut, Lausanne
culturale Carlo Zinelli
Félix Vallotton, Le Bain au soir d’été,
p. 43
[122]
p. 100
© Hughes Dubois
(cab-2119)
p. 102
Giovanni Battista Podestà, Carnevale, 1965.
p. 107-108 © Luigi Spina
Collection de l’Art Brut, Lausanne
p. 115
Lalique René, Pectoral égyptien Haneton ailes ouvertes © ADAGP 2011 Paris -
© Eryck Abecassis
Kunsthaus Zürich, Foundation Gottfried
p. 27
Carlo Zinelli, senza titolo, 1963, gouache
e collage di pacchetti di carta di sigarette
Pierre Bonnard, La glace de la chambre
1892-1893, olio su tela, 97 x 131 cm.
p. 25
Autore ignoto, Walter Miller mentre scatta
Montréal / ADAGP, Paris (2019).
James E. Roberts Fund (38.84) p. 21
Credits © Vincent Girier-Dufournier
Musée Lalique
Keller, Office fédéral de la culture, Berne,
p. 46
© Fondation Baur
1965 © Kunsthaus Zürich
p. 47
© Bibliothèque Nationale de France, Paris
Eric Desmazières, Atelier René Tazé,
p. 48
© Etienne Meneau
villa du Lavoir, 2018. Acquaforte
p. 51
© Nicolas Lieber
COPERTINA
con rotellina e punta secca, gouache
p. 53
© Andrea Pertoldeo (dettaglio)
Fabienne Verdier, Suite provençale I – en hommage à
e acquerello su pergamena,
p. 54-55 © Michael Wolf
47,7 x 71,5 cm (dettaglio)
p. 57
© Charlotte Perriand
180 x 272 cm. Collezione privata, USA, Courtesy
© Fernando Costa
p. 59
© Béatrice Helg
galerie Lelong & Co, Paris
p. 117
© René Fuerst
Darius Milhaud, 2015, acrilico e tecnica mista su tela,
[DISTRIBUZIONE]
ITALIA E CANTON TICINO
Promozione: Emme Promozione S.r.l. Via Verdi, 8 20090 Assago (MI), Italia T: +39 02 45 77 41 segreteria@emmepromozione.it
Distribuzione: Messaggerie Libri S.p.A. Via Verdi, 8 20090 Assago (MI), Italia T: +39 02 45 77 41 info@meli.it
I libri di 5 Continents Editions sono distribuiti in tutto il mondo da una consolidata rete internazionale costituita da ACC Art Books (New York | Londra) e Belles Lettres (Parigi).
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Eric Ghysels Presidente | Editore ghysels@fivecontinentseditions.com
L’Editore e la sua squadra ringraziano e sono grati a Fabienne Verdier per aver consentito di riprodurre tre delle sue opere sulle copertine che racchiudono il catalogo della casa editrice 2019-2020.
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... senza dimenticare i nostri autori, fotografi, grafici, fotolitisti, stampatori e legatori ... i nostri familiari e amici fedeli
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Ringraziamo inoltre i nostri clienti, artisti, collezionisti, fondazioni e musei che ci hanno permesso di offrire ai nostri lettori i «frutti» della nostra passione
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